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Vivarini, arte veneta nelle chiese di Puglia · NELLE CinESE DI PuGLIA fica e il tono avvincente...

Date post: 15-Jul-2020
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Indagine su due capolavori Alla libreria Liberrima di Lecce incontro sul libro che svela i "misteri" dietro le opere sacre dell'artista vissuto tra XV e XVI secolo di Marinilde GIANNANDREA Un capolavoro di Alvise Viva- rini e un percorso d'indagine che ricostruisce la presenza dell'arti- sta veneto in Puglia alla fine del Quattrocento. "D caso Vivarini a Barletta" di Giuseppe Riefolo e Filippo Maria Ferro (Editrice Ro- tas, Barletta 2016; pagg.176) sarà presentato domani pomeriggio al- le 18.30 alla libreria Liberrima di Lecce. Giuseppe Riefolo, intro- dotto da Tetty Minafra e presenta- to da Marina Pizzarelli, svelerà la vicenda complessa dei miste- riosi "viaggi" di un'opera d'arte nel clima ricco e complesso della Puglia tra il XV e XVI secolo. Arricchito dai saggi di Clara . Gelao, direttrice della Pinacoteca Metropolitana_di Bari, Vincenzo Buonocore docente dell'Universi- Sulla copertina del libro il dipinto " La madonna in trono" di Barletta (nella foto grande un particolare). A destra, invece, ._ una parte del Trittico che si trovava a Surb9 di Udine e Giuseppe Porzio dell'Universi- tà "L'Orien- tale" di Na- poli, il libro approfondi- sce le que- stioni legate alla "Madon- na in trono", unica tavola firmata da Alvise Viva- rini e datata 1483, conser- vata nella c h i e s a Sant'Andrea a Barletta con molta probabilità parte di un polittico og- gi disperso. L'ipotesi avanzata dai due autori è che fosse stata originariamente destinata alla chiesa di Sant'An- drea fuori le mura e che probabil- mente fu salvata dai frati france- scani durante l'invasione france- se del 1528. Si trovava quasi si- curamente nella nuova chiesa di Sant'Andrea "intramoenia" nel 1560 quando due mercanti berga- maschi, Martino e Ventura De Gerardis, dedicarono la sacrestia .alla Beata Vergine, forse pro_prio per valorizzare la pala. Gli autori ricostruiscono le vicende dell'opera con attenzione Cultura , _.-.- ..... - ettacoli ' ARTE VENETA NELLE CinESE DI PuGLIA fica e il tono avvincente del rac- conto. Sono psichiatri ed esperti d'arte e forse anche per questo il testo., oltre alla ricostruzione do- cumentaria e alla ricchezza delle fonti bibliografiche, appare come una vera e propria indagine. A cavallo tra il XV e il XVI secolo, la bottega dei Vivarini - formata dai fratelli Antonio e Bartolomeo e dal figlio di Anto- nio, Alvise - , era attiva a Mura- no ed era una delle più importan- ti botteghe della città lagunare. In questo periodo la pittura vene- ta aveva abbandonato già il suo "parlar greco" Oa tradizioné bi- zantina) e la passione per la leg- gerezza del Gotico fiorito e ab- bracciava le novità dell'Umanesi- mo rinascimentale, della prospet- tiva, del volume, riscaldati dal ca- lore della luce e del colore. Tutti elementi presenti nella "Madon- na in trono", un'icona molto ama- ta, per la <<deliziosa intimità della madre e del figlio», che i due au- tori rilevano nel loro saggio, e un'inconfondibile espressione liri- ca, tra modelli che fanno riferi- mento a Giovanni ·Bellini e Anto- nello da Messina, con una capaci- di dare corposità al colore e tornitura alle forme. Quelli della ''Madonna di Barletta" sono gli anni della maturità artistica di Al- vise. Era nato probabilmente nel 1446 e dalle· poche notizie sulla sua vita si evince uno spirito in- quieto e saturnino: < <Viene espul- so dalla Confraternita della Scuo- la Grande della Carità di Venezia "per nori aver fatto ·le funzioni e non essere venuto a scuola da molti anni essendo stato ammoni- to"». Negli ultimi anni. il pittore è assillato da problemi economi- ci e finanziari e risulta già dece- duto nel 1505, quando Federico Morosini esige dagli eredi il pa- gaménto di un debito da lui con- tratto. D legame dei Vivarini con la · Puglia era sicuramente molto stretto e il destino della Madonna di Barletta s'intreccia con le nu- merose presenze delle loro opere nelle chiese pugliesi (Rutigliano, Bari, Modugno, Polignano) e con quelle conservate nelle collezioni del Museo Castromediano di Lec- ce e della Pinacoteca Metropolita- na di Bari. La massiccia presen- za veneta in Puglia è messa in lu- ce dal saggio di Clara Gelao, che approfondisce un fenomeno favo- rito dalla posizione geografica e dalla frequenza di econo- mi-ci e culturali su cui Venezia aveva <<una sorta di monopolio commerciale» e di cui è testimo- nianza anche il grande polittico della Bottega dei Vivarini del Museo leccese, < <anche se l'identi- ficazione del suo o dei suoi auto- ri - scrive Clara Gelao - non è unanimemente condivisa>>. Tuttavia il capolavoro salenti- no dei Vivarini è sicuramente il trittico della chiesa di Santa Ma- ria d' Aurìo a Surbo, attribuito ad Antonio e Bartolomeo, ora con- servato alla Pinacoteca di Bari. Tre tavole di un' opera ecceziona- le formata da sette scomparti, quattro dei quali scomparsi. Di- pinta per l !l chiesa dei Santi Nic- colò e Cataldo a Lecce, fu trasfe- rita nel Settecento nella chiesa di Slirbo e scoperta da .Cosimo De Giorgi alla fine dell'Ottocento. Tra Venezia e la Puglia si consolida un legame particolar- mente stretto soprattutto nei cen- tri costieri - Trani, Mola, Mono- poli, Ostuni - anche per la pre- senza di comunità venete e delle loro attività mercantili. Un feno- meno particolarmente interessan- te a testimonianza del vitale cir- cuito delle committenze di opere d'arte e di una corrente di gusto orientata proprio verso i lavori dei Vivarini. Molte delle opere provenienti dalla loro bottega so- no accumunate dalla destinazione a conventi o chiese francescane ma poiché, com'è noto, l'ordine monastico non aveva molte risor- se, è molto probabile che fossero i notabili del luogo, alcuni dei quali avevano studiato a Padova, a commissionarle per le loro cap- pelle. Se ne ricava uno scenario che racconta una Puglia vivace negli scambi e negli interessi cul- turali, rivolta verso Oriente, ma anche verso il nord dell'Italia, lungo quella linea costiera che ha caratterizzato buona parte della sua storia più feconda.
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Page 1: Vivarini, arte veneta nelle chiese di Puglia · NELLE CinESE DI PuGLIA fica e il tono avvincente del rac conto. Sono psichiatri ed esperti d'arte e forse anche per questo il testo.,

Indagine su due capolavori

Alla libreria Liberrima di Lecce

incontro sul libro che svela i "misteri" dietro le opere sacre

dell'artista vissuto tra XV e XVI secolo

di Marinilde GIANNANDREA

Un capolavoro di Alvise Viva­rini e un percorso d'indagine che ricostruisce la presenza dell ' arti­sta veneto in Puglia alla fine del Quattrocento. "D caso Vivarini a Barletta" di Giuseppe Riefolo e Filippo Maria Ferro (Editrice Ro­tas, Barletta 2016; pagg.176) sarà presentato domani pomeriggio al­le 18.30 alla libreria Liberrima di Lecce. Giuseppe Riefolo, intro­dotto da Tetty Minafra e presenta­to da Marina Pizzarelli, svelerà la vicenda complessa dei miste­riosi "viaggi" di un'opera d'arte nel clima ricco e complesso della Puglia tra il XV e XVI secolo.

Arricchito dai saggi di Clara . Gelao, direttrice della Pinacoteca Metropolitana _di Bari, Vincenzo Buonocore docente dell'Universi­

Sulla copertina del libro il dipinto "La madonna in trono" di Barletta (nella foto grande un particolare). A destra, invece, ._ una parte del Trittico che si trovava a Surb9

tà di Udine e Giuseppe Porzio dell'Universi­tà "L'Orien­tale" di Na­poli, il libro approfondi­sce le que­stioni legate alla "Madon­na in trono", unica tavola firmata da Alvise Viva­rini e datata 1483, conser­vata nella c h i e s a Sant'Andrea a Barletta con molta probabilità parte di un polittico og-gi disperso.

L'ipotesi avanzata dai due autori è che fosse stata originariamente destinata alla chiesa di Sant' An­drea fuori le mura e che probabil­mente fu salvata dai frati france­scani durante l'invasione france­se del 1528. Si trovava quasi si­curamente nella nuova chiesa di Sant'Andrea "intramoenia" nel 1560 quando due mercanti berga­maschi, Martino e Ventura De Gerardis, dedicarono la sacrestia .alla Beata Vergine, forse pro_prio per valorizzare la pala. Gli autori ricostruiscono le vicende dell'opera con attenzione sci~nti-

Cultura ,_.-.-.....-ettacoli

' ARTE VENETA

NELLE CinESE DI PuGLIA fica e il tono avvincente del rac­conto. Sono psichiatri ed esperti d' arte e forse anche per questo il testo., oltre alla ricostruzione do­cumentaria e alla ricchezza delle fonti bibliografiche, appare come una vera e propria indagine.

A cavallo tra il XV e il XVI secolo, la bottega dei Vivarini -formata dai fratelli Antonio e Bartolomeo e dal figlio di Anto­nio, Alvise - , era attiva a Mura­no ed era una delle più importan­ti botteghe della città lagunare. In questo periodo la pittura vene­ta aveva abbandonato già il suo "parlar greco" Oa tradizioné bi­zantina) e la passione per la leg­gerezza del Gotico fiorito e ab­bracciava le novità dell'Umanesi­mo rinascimentale, della prospet­tiva, del volume, riscaldati dal ca­lore della luce e del colore. Tutti elementi presenti nella "Madon­na in trono", un'icona molto ama­ta, per la <<deliziosa intimità della madre e del figlio», che i due au­tori rilevano nel loro saggio, e un'inconfondibile espressione liri­ca, tra modelli che fanno riferi­mento a Giovanni ·Bellini e Anto­nello da Messina, con una capaci­tà di dare corposità al colore e tornitura alle forme. Quelli della ''Madonna di Barletta" sono gli

anni della maturità artistica di Al­vise. Era nato probabilmente nel 1446 e dalle· poche notizie sulla sua vita si evince uno spirito in­quieto e saturnino: <<Viene espul­so dalla Confraternita della Scuo­la Grande della Carità di Venezia "per nori aver fatto ·le funzioni e non essere venuto a scuola da molti anni essendo stato ammoni­to"». Negli ultimi anni. il pittore è assillato da problemi economi­ci e finanziari e risulta già dece­duto nel 1505, quando Federico Morosini esige dagli eredi il pa-

gaménto di un debito da lui con­tratto.

D legame dei Vivarini con la · Puglia era sicuramente molto

stretto e il destino della Madonna di Barletta s'intreccia con le nu­merose presenze delle loro opere nelle chiese pugliesi (Rutigliano, Bari, Modugno, Polignano) e con quelle conservate nelle collezioni del Museo Castromediano di Lec­ce e della Pinacoteca Metropolita­na di Bari. La massiccia presen­za veneta in Puglia è messa in lu­ce dal saggio di Clara Gelao, che approfondisce un fenomeno favo­rito dalla posizione geografica e dalla frequenza di ~cambi econo­mi-ci e culturali su cui Venezia aveva <<una sorta di monopolio commerciale» e di cui è testimo­nianza anche il grande polittico della Bottega dei Vivarini del Museo leccese, <<anche se l'identi­ficazione del suo o dei suoi auto­ri - scrive Clara Gelao - non è unanimemente condivisa>>.

Tuttavia il capolavoro salenti­no dei Vivarini è sicuramente il trittico della chiesa di Santa Ma­ria d' Aurìo a Surbo, attribuito ad Antonio e Bartolomeo, ora con­servato alla Pinacoteca di Bari. Tre tavole di un'opera ecceziona­le formata da sette scomparti,

quattro dei quali scomparsi. Di­pinta per l !l chiesa dei Santi Nic­colò e Cataldo a Lecce, fu trasfe­rita nel Settecento nella chiesa di Slirbo e scoperta da .Cosimo De Giorgi alla fine dell'Ottocento.

Tra Venezia e la Puglia si consolida un legame particolar­mente stretto soprattutto nei cen­tri costieri - Trani, Mola, Mono­poli, Ostuni - anche per la pre­senza di comunità venete e delle loro attività mercantili. Un feno­meno particolarmente interessan­te a testimonianza del vitale cir­cuito delle committenze di opere d'arte e di una corrente di gusto orientata proprio verso i lavori dei Vivarini. Molte delle opere provenienti dalla loro bottega so­no accumunate dalla destinazione a conventi o chiese francescane ma poiché, com'è noto, l'ordine monastico non aveva molte risor­se, è molto probabile che fossero i notabili del luogo, alcuni dei quali avevano studiato a Padova, a commissionarle per le loro cap­pelle. Se ne ricava uno scenario che racconta una Puglia vivace negli scambi e negli interessi cul­turali, rivolta verso Oriente, ma anche verso il nord dell'Italia, lungo quella linea costiera che ha caratterizzato buona parte della sua storia più feconda.

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