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Voci di Strada n. 8 Ott/Nov 2009

Date post: 25-Mar-2016
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Bimestrale del Centro Culturale "La Strada" Servizio di Strada Onlus
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“Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un docu- mento, perché resti per il futuro in testimo- nianza perenne. Poiché dice il Signore Dio: nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confi- dente sta la vostra forza.” (Profeta Isaia 30, 8.15) Con dolore scriviamo della morte di Issam Khadhraoui, al quale dedichiamo questo numero di “Voci di Strada”. Era nato il 12 marzo 1982 in Tunisia, aveva 27 anni. Molti se lo ricorderanno perché ha vissuto in strada ad Ancona per un anno, era un bellissimo ragazzo. E' morto per arresto cardiaco nel carcere di Piacenza alle ore 22.45 di mercoledì 4 novembre. Lascia a Falconara la moglie Michela di anni 21 e un bambino di 2 anni di nome Luei, nome che significa luce di Diamante. La moglie lo aveva visitato in carcere due mesi prima della morte, il corpo è stato rimpatriato con il conso- lato tunisino. Ad Ancona in molti hanno cercato di aiutarlo, il Servizio di Strada Onlus, la Tenda d'Abramo, la Mensa del Povero, la Caritas, il Sert, il Tetto per Tutti, la San Vincenzo de Paoli. Era un ragazzo buonissimo, l'alcool è stata la causa della sua rovina, non sappiamo tanto di lui, era molto timido, era uno di noi e lo ricordiamo con affetto. La morte è l'ultimo Amen su questa terra e il primo Alleluia in Paradiso. Riposi in Pace, amen. Alla moglie Michela e al figlio Luei le con- doglianze di questa redazione, nella Bibbia le vedove e gli orfani sono persone che devono es- sere protette e aiutate, insieme ai poveri e a forestieri. Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli) N° 8 Ottobre – Novembre 2009 Bimestrale del Centro Culturale "La Strada" La voce dei senza voce: pensato, realizzato e stampato dai poveri di Ancona Fondato nell’anno 2008 - primo numero uscito il 28 luglio Ciao Issam, giovane amico di strada, morto a 27 anni Con gioia vi annunciamo che VENERDI' 4 DICEMBRE ALLE ORE 16.00 presso la Mensa del Povero il centro culturale "La Strada" presenterà il suo primo libro edito da "Guasco" Ancona. Siete tutti invitati, sarà possibile acquistare il libro. Grazie di cuore a chi ha creduto in questo progetto, soprattutto ai 49 poveri che vi hanno "messo penna".
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Page 1: Voci di Strada n. 8 Ott/Nov 2009

“Su, vieni, scrivi questo su una tavolettadavanti a loro, incidilo sopra un docu-mento, perché resti per il futuro in testimo-nianza perenne. Poiché dice il SignoreDio: nella conversione e nella calma sta lavostra salvezza, nell’abbandono confi-dente sta la vostra forza.” (Profeta Isaia30, 8.15)Con dolore scriviamo della morte di IssamKhadhraoui, al quale dedichiamo questonumero di “Voci di Strada”. Era nato il 12marzo 1982 in Tunisia, aveva 27 anni.Molti se lo ricorderanno perché ha vissutoin strada ad Ancona per un anno, era unbellissimo ragazzo. E' morto per arrestocardiaco nel carcere di Piacenza alle ore22.45 di mercoledì 4 novembre. Lascia aFalconara la moglie Michela di anni 21 eun bambino di 2 anni di nome Luei, nomeche significa luce di Diamante. La moglie

lo aveva visitato in carcere due mesi prima della morte, il corpo è stato rimpatriato con il conso-lato tunisino. Ad Ancona in molti hanno cercato di aiutarlo, il Servizio di Strada Onlus, la Tendad'Abramo, la Mensa del Povero, la Caritas, il Sert, il Tetto per Tutti, la San Vincenzo de Paoli. Eraun ragazzo buonissimo, l'alcool è stata la causa della sua rovina, non sappiamo tanto di lui, eramolto timido, era uno di noi e lo ricordiamo con affetto. La morte è l'ultimo Amen su questa terrae il primo Alleluia in Paradiso. Riposi in Pace, amen. Alla moglie Michela e al figlio Luei le con-doglianze di questa redazione, nella Bibbia le vedove e gli orfani sono persone che devono es-sere protette e aiutate, insieme ai poveri e a forestieri.

Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli)

N° 8 Ottobre – Novembre 2009

Bimestrale del Centro Culturale "La Strada"

La voce dei senza voce: pensato, realizzato e stampato dai poveri di Ancona

Fondato nell’anno 2008 - primo numero uscito il 28 luglio

Ciao Issam, giovane amico di strada,

morto a 27 anni

Con gioia vi annunciamo che VENERDI' 4 DICEMBRE ALLE ORE 16.00 presso la Mensa del Povero

il centro culturale "La Strada" presenterà il suo primo libro edito da "Guasco" Ancona.

Siete tutti invitati, sarà possibile acquistare il libro.Grazie di cuore a chi ha creduto in questo progetto, soprattutto

ai 49 poveri che vi hanno "messo penna".

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02 Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli)

Oggi con tanto entusiasmo esce il numero 8 di “Voci di Strada”, il nostro giornale bime-

strale, che parla di noi ragazzi di strada, che con successo stiamo portando avanti già da

tempo e che sta andando sempre meglio.

Noi ragazzi della Mensa del Povero nelle riunioni del Giovedì parliamo sempre, ci incon-

triamo per migliorarci e per darci sempre nuovi obbiettivi, per credere sempre di più in noi

stessi, che sempre più numerosi e sempre più uniti andiamo avanti.

Da due mesi circa ci siamo dati un grande e importante obbiettivo: scrivere un libro che

parli di noi e delle nostre esperienze di vita.

All’inizio eravamo un po’ scettici, come d’altronde per il teatro (che poi si è rivelato un gran

successo), ma pure questa volta, grazie anche a chi crede in noi con fiducia, siamo arri-

vati al traguardo che ci eravamo prefissi e vedremo fiorire sicuramente un altro successo.

Il libro verrà presentato venerdì 4 dicembre alle 16.00 alla mensa del povero, siete tutti in-

vitati.

Ringraziamo anche i ragazzi dell’Associazione “Servizio di Strada Onlus”, i volontari e le

Suore di Padre Guido, che ci sono sempre vicine con un sorriso che ti trasmette gioia.

Giannetto c

EDITORIALE

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Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli) 03

Il progetto “La Strada”Nel giugno del 2007 noi poveri della città di Ancona, che quotidianamente mangiamo alla

mensa del povero di padre Guido, decidiamo insieme alle suore Francescane della Carità,

ai Missionari Saveriani, all’associazione Servizio di Strada Onlus e ad Avvocato di strada

di fondare una compagnia teatrale stabile composta da soli poveri dal nome “La Strada”.

Il nostro desiderio era di realizzare un opera teatrale, che abbiamo successivamente

c h i a m a t o “Il Pane dei Poveri”, volevamo contribuire ai f e s t e g g i a m e n t i per il 70°

a n n i v e r s a r i o della mensa del povero, che venne inaugurata il 4 aprile 1938. Dopo un

anno di lavoro, il 1 aprile 2008 abbiamo debuttato con un grande successo.

Una giornalista, un giorno, ha chiesto a Bechier, un nostro attore: “perché fai parte di

q u e s t a compagnia teatrale?” E lui ha risposto: “Perché sono povero e qui siamo tutti

pover i .”

Siamo partiti dalla nostra povertà e insieme abbiamo costruito un progetto, un’esperienza

che ci ha levato dalla strada, per noi le prove set t imanal i erano importanti, erano

u n ’ o c c a s i o n e per stare insieme per sentirci impegnati. Abbiamo fondato un centro

culturale che si chiama “Centro Culturale la Strada” che oltre alla compagnia teatrale ha

un complesso musicale e ora anche questo giornale di strada, noi vorremmo che fosse

la voce dei senza voce: pensato, realizzato e stampato dai noi poveri di Ancona.

Abbiamo scoperto che ciascuno di noi aveva lo stesso desiderio: ricostruire la sua vita

cercando di riprendersi la propria dignità.

Ringraziamo chi ha deciso di condividere con noi qualche tratto di strada. Siete diventati

sorelle e fratelli che non giudicano ma accolgono, amano e condividono.

Il messaggio lasciato da padre Guido, rimane attuale e vero: “l'amore di Dio e l’amore del

prossimo o sono uniti e sono veri, o sono separati e sono falsi".

IL CENTRO CULTURALE “LA STRADA”, SI RITROVA TUTTI I GIOVEDI’ALLE ORE 14.30, PRESSO LA MENSA DEL POVERO, E’ APERTO A TUTTI,

PARTECIPATE… NUMEROSI.

L'associazione Servizio di Strada Onlus e il

Centro Culturale "La strada" sono riconoscenti

alla ditta Edilcost per tutto quello che ha fatto

per i poveri della città. Grazie di cuore.

Si ringrazia la Errebi grafiche ripesi perché

ha deciso di donare ai poveri la stampa di

questo giornale (www.graficheripesi.it)

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Sì, sono già passati 4 mesi, tra alti e molti bassi sono passati.

La vita, se così si può dire, è dura, sporca e noiosa se non la si rende pulita e impegnata. Io faccio molti

colloqui con i dottori per poter andare in comunità e, sapete una cosa, forse ci sono riuscito, se tutto va

bene, per fine Novembre dovrei essere in comunità.

Ora manca solo l’ok del giudice, ma sono speranzoso. La vita in cella è veramente dura, insopportabile,

piena di situazioni problematiche.

Io però cerco di stare tranquillo e di non farmi sopraffare dalle tante difficoltà.

Se tutto andrà bene, tra una decina di giorni terminerò la terapia; era ora! Non ne potevo più!

Parlando di amore, lo so, forse sbaglio a pensare ancora a lei, ma il tempo passato insieme è molto e mi

ci vuole per scordarmi di lei.

Purtroppo l’amore a volte fa soffrire, ma come mi dice il nostro amico Simone “può un cieco guidare un

altro cieco?” Sicuramente no! Comunque sono contento che ora lei stia con un altro uomo, perché sicu-

ramente mi aiuta a dimenticare, scordare, mi aiuta a fingere di non amare! Solo ora posso e devo met-

termi il cuore in pace, perché ormai tutto è finito, tutto è perso, resta solo il ricordo di una bella storia

d’amore purtroppo finita male.

Per il resto vi ringrazio della vostra solidarietà e dei vostri saluti e li contraccambio con un grosso, grosso

augurio per una vita bella e migliore in grazia di Dio.

Vostro fratello e amico

P.S. se non riuscissi a scrivere per Natale, vi auguro un Buon Natale anche se in anticipo. Spero di poter

scrivere anche dalla comunità.

Marco Tantucci

Le nostre lettere

4 mesi a Montacuto (2 novembre 2009)

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05Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli)

Pesaro, 3 novembre 2009

Carissimi amici,

è quasi un mese che sto qui, mi ha fatto un grandissimo piacere ricevere una lettera di Simone.

Ho già scritto una lettera inviandola lì da Suor Pia, siccome non mi ricordavo la via, ho scritto “Mensa del

Povero di Padre Guido gestita da Suor Pia, vicino alle tredici cannelle in Ancona”. Beh, è un po’ da ridere,

ma spero che Suor Pia l’abbia ricevuta.

Le cose qui vanno male, mi hanno dato un anno per aver preso un apetto (quei motorini a tre ruote) e

aver preso il contenuto, che ho donato a dei poveri zingarelli che avevano bisogno. C’era latte, yogurt,

zucchero ecc., poche cose ma buone per il loro stomaco.

Ora sono qui e non so più cosa fare, il mio avvocato non risponde, quello che avevo prima si è rifiutato

di assistermi. Ho anche un’operazione importante da fare per una grossa ernia alla pancia; ho già fatto

tante operazioni, ma è ritornata e bisogna mettere una rete e non è per niente facile. Avrei bisogno di un

lavoretto per pagare le tante bollette, per vivere una vita tranquilla e naturalmente farmi curare. Saluto

Roberto e Sandro, che è il mio ragazzo e a cui voglio molto bene, mi piacerebbe avere loro notizie per

sapere come stanno e come vanno le cose.

Qua mi sento veramente sola e questa volta è dura.

Questo è il mio ultimo francobollo e poi non avrò più neanche un soldino, mi piacerebbe poter vedere San-

dro e ricevere da lui due parole di conforto, gli voglio un mondo di bene, io sono qui e non mi muovo lo

sapete? Scherzo!

Bisogna anche scherzare un po’, se no qui si muore.

Saluti a tutti ragazzi, sono felice che il Centro Culturale “La Strada” vada bene, siete forti e in gamba. Ciao

a tutti, vi voglio bene; baci e arrivederci a presto se Dio vuole.

Gentili compagni,

ringrazio tutti per quanto avete fatto per me.

Io mi trovo presso mio figlio nella Germania del Sud e non posso partecipare alle vostre riunioni fino al

2 Dicembre.

Qui c’è sempre il sole e vi penso, mi mancate, tranne qualcuno.

Un saluto particolare a Salvatore Gerboni e ditegli che conservo di lui un ricordo gradevole, eccetto per

la solitudine di quando mancava in casa.

Mio figlio sta bene con la sua compagna e ho una nipotina, è un diavoletto.

Vi saluto con calore e arrivederci a presto.

Uania Ceccarelli

Vi scrivo dalla Germania

La mensa del povero è la nostra casa

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Carcere di Montacuto, 12 novembre 2009

Un caro saluto, vi scrivo dalla mia cella, il carcere è brutto manca tutto: la libertà, le persone a cui vuoi

bene, le donne e gli stravizi. La notte sogno mia mamma, sogno Anna e altre cose. Qui dentro dormo,

gioco a carte, ogni tanto vado all’ora d’aria e prendo molto caffè. Non vedo l’ora di riabbracciare Anna,

mi manca da morire, lei è la mia vita senza di lei mi sento solo e abbandonato.

Le cose che ho fatto e che sto pagando non le farò più perché non è giusto per me e per nessuno. La

mia famiglia mi ha mandato dei soldi, mi vogliono bene, uscito vorrei riconciliarmi con loro. Tanti saluti a

tutti, scrivetemi per me è sempre una festa ricevere una lettera.

Salvatore Gerboni

Il carcere è brutto

Le nostre poesie

Il tempo fugge inesorabile e solenne

fagogita secondi, ore,

mesi ed anni.

Solcando profondamente,

come aratro imponente,

nell’anima impotente

le rughe profonde

del nostro arduo passato

e……..

……….l’uomo……..

invecchia………

ormai canuto,

privo e carente

dei molteplici perché

di un’esistenza

ancora latente.

Tempus fugit

Succube e incosciente,

viene armato,

dalle intemperie

di una vita dolente!!!!

Luca Marin

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E se ne vanno,

mentre parlano di sé inizia a piovere,

se ne vanno, la strada specchiata è lunga

davanti a loro…

qualche luce si riflette sui loro abiti e li colora,

se ne vanno, sfumando così la notte,

con il loro pieno di musica, parole, e gocce di pioggia.

Le scarpe scricchiolano e confondono le loro grida,

quando un “Ciao!” li saluta;

e continuano ad andare, mani in tasca e bavero alzato,

sino a che non arriveranno a vedere il mare,

anche laggiù le luci delle lampare,

all’orizzonte buio,

i pescatori son desti già

come loro che son lì

ma i gabbiani dormono,

sotto la timida luna, di un cielo di pioggia sottile blu.

Più in là,

qualcuno passa con il suo cane.

Un autobus, fa il verso di frenata al capolinea,

è vuoto.

Ormai è l’alba.

Gli alberi cantano

un gatto miagola, ed un altro giorno,

segue quello passato,

Ma noi?

Mirta

Racconto di loro

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“…… ? ......”

Ho visto spalancarsi universi oscuri

dove buie galassie,

grondanti di tenebra,

ruotano cieche prive di coscienza,

di nome e di fulgore,

in sordi vortici di polvere cinerea:

defunta testimone di glorie

ormai dimenticate.

Ho visto i tetri luoghi

accovacciati nei più lontani recessi

del vuoto

dove la luce è bandita, e

la gioia preclusa.

Dove l’amore è una grottesca

terrificante caricatura di sé stesso.

Italia 25 Ottobre 2009

Ho attraversato osceni squarci

gorgoglianti nel vibrante e membranoso

tessuto del nulla.

Ho esplorato gli infiniti cosmi

del turpe orrore,

delle grigie illusioni

in quel buio che l’umanità

chiama…….

Vita.

Claudio Marin

“A chi vuoi più bene, uomo enigmatico, dì: a tuo padre, alla madre, alla sorella o al fratello?”

“Non ho padre, né madre, né sorella, né fratello.”

“Ai tuoi amici?”

“Voi adoperate ora un vocabolo che fino a tutt’oggi mi è rimasto di significato ignoto.”

“Alla patria?”

“Ignoro sotto quale latitudine sia posta.”

“Alla bellezza?”

“Volentieri l’amerei dea e immortale.”

“All’oro?”

“L’odio quanto voi odiate Dio.”

“Oh, ma dunque che piace a te, straniero singolarissimo?”

“Mi piacciono le nuvole - le nuvole che passano laggiù, laggiù, le nuvole meravigliose!”

Phyllis

Carlos e Baudelaire: lo straniero

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Cammino nel tetro buio della notte,

calpesto le foglie cadute,

odo il profondo del silenzio.

Sono solo

sfioro i miseri rami

Impoveriti dall’amaro inverno

Mi guardo intorno,

cerco una luce,

ma non c’è.

Continuo ad avanzare esitante,

mi appoggio ai ruvidi tronchi,

percepisco appena il cantar del grillo notturno,

ma tutto è buio.

Sento lo scrosciare dell’acqua

di un vicino ruscello,

il profumo dei fiori

alletta il mio olfatto,

ma la profondità dell’oscurità

opprime il mio animo.

Claudio Marin

“La notte”

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In questo periodo noi poveri stiamo facendo diverse testimonianze nelle scuole di Ancona centro, pre-

sentando il documentario "Ultima Fermata Stazione" dell’associazione “Servizio di Strada Onlus” e pre-

sentando le attività del nostro centro culturale "La Strada". E’ nato un progetto in collaborazione con il

Comune e alcune scuole. Noi poveri insieme ai ragazzi delle scuole ci esibiremo al “Teatro Sperimentale”

di Ancona lunedì 21 dicembre alle ore 21.00.

Le scuole coinvolte nel progetto sono l'Istituto comprensivo "A. Novelli" (scuole primarie Tommaseo e Fa-

iani e scuola secondaria di primo grado Leopardi) e il liceo scientifico Galilei, la serata ha come titolo: "I

sogni sono diritti".

Le nostre testimonianze sono molto belle, i ragazzi sono molto “ricchi” e ci accolgono benissimo, riu-

sciamo ad instaurare un ottimo dialogo, come sempre a dare la parola ai poveri e ai piccoli non si sba-

glia mai. Lo spettacolo sarà un successo, non mancate. Ecco per voi una foto dove io sono seduta al

centro.

Maria v

Lunedì 21 dicembre ci esibiamo allo Sperimentale

I nostri articoli

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11Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli)

Ciao ragazzi, sono Alberto, è la prima volta che scrivo per il nostro giornale, anche perché è poco che

frequento la Mensa dei Poveri.

Non avrei mai creduto di arrivare a fare queste esperienze.

Sì, nella vita ho passato tante difficoltà ma non ero mai arrivato a questo punto.

Certo che passare dalle stelle alle stalle non è una gran bella cosa, è come se il mondo ti crollasse ad-

dosso. Anche se faccio tanta fatica ad abituarmi a questo tenore di vita, ho visto con piacere che stare

insieme ad altri poveri, aiutarsi a vicenda a dividere quel poco che c’è mi aiuta molto ad affrontare i pro-

blemi che da qualche mese mi affliggono. Per esempio scrivere per questo giornale, aver scritto per il no-

stro libro che uscirà per Natale, mi da come un senso di pace e tranquillità.

E’ molto bello quello che si riesce a fare aiutandoci l’un l’altro, coi pochi mezzi che abbiamo. Comunque

spero di risolvere presto il mio problema economico, anche per far vivere una vita migliore alla mia com-

pagna, visto che di problemi lei in Ungheria ne aveva già avuti tanti. Ora lei sta pensando di tornare nel

suo Paese perché dice: “Sì, è vero, anche là avrò dei problemi ma almeno sto insieme ai miei figli e ai

miei nipotini. Comunque adesso basta, non voglio certo annoiarvi con le mie sfortune.

Ringrazio di cuore tutti quelli che ho conosciuto.

Simone specialmente, che mi sta dando forza per andare avanti e non mollare tutto.

Perciò coraggio ragazzi, sono sicuro che la vita ci darà ancora tante occasioni per tornare a fare una vita

serena e dignitosa.

Alberto c

Scrivo per la prima volta

Dopo sei anni di permanenza ad Ancona, capoluogo della regione Marche, nella bella Repubblica Italiana,

in Europa, tornerò nel mio Paese: il Perù.

In Ancona mi hanno accolto bene, come abbiamo fatto noi con tutti gli italiani arrivati nella mia foresta. Il

nostro abbraccio ha dato loro coraggio; abbiamo dato non solo terra ma amore, amicizia e lavoro; sul no-

stro territorio loro hanno battezzato una zona “La Nuova Italia”, dove hanno trovato il pane per la loro fa-

miglia lasciata lontana in Italia.

Non so esattamente il giorno del mio viaggio, perché mi manca un po’ di denaro per il biglietto di andata,

perché non ho lavoro. Voglio dire ciao a tutti i fratelli che hanno vissuto momenti felici con me, porterò

nel mio cuore tutti e dalla mia foresta farò arrivare alla casa di Padre Guido i miei articoli; così sempre il

nostro pensiero sarà unito insieme alla nostra fede.

Andrò da Ancona in treno a Roma, in aereo percorrerò diciassette ore di volo, dodici mila km, volando

Torno in Perù – Sud America

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sopra il Mar Mediterraneo, la Spagna, l’Oceano Atlantico, la foresta brasiliana, la valle del grande e bel

Rio delle Amazzoni, le Ande Orientali, a 5600 metri di altezza, le Ande Occidentali, fino all’Oceano Pa-

cifico, l’aeroporto di Lima, capoluogo del Perù.

Supponiamo che quando arriverò saranno le sei della mattina, ci saranno più o meno 25 gradi di tem-

peratura, in un ristorante faremo una colazione peruviana: un piatto di “Cevice” e contorno di “Camote”

(il cevice è un piatto fatto con il pesce di mare, cucinato con succo di limone, sale, culantro; il camote è

un tubero, la buccia è viola e un po’ dolce), dopo berremo una tazza di “chilcano” (pesce cucinato con

molta acqua e sale) che è molto buono. Finita la nostra sostanziosa colazione, andremo al capolinea del-

l’autobus e alle 8 partiremo per la strada verso la foresta centrale.

Voglio fare un racconto veloce dell’itinerario.

Saremo a Lima a 200 metri di altezza sul livello del mare, questo viaggio sarà fantastico, dovremo avere

sempre la nostra macchina fotografica pronta, andremo sempre in salita, arriveremo nella città di Cha-

clacayo, dove vivono molti ricchi peruviani, intorno vedremo tante piccole case in disordine di 2 o 3 piani,

dove vive il popolo. Di 30 milioni di abitanti di tutto il Perù, nella capitale Lima abitano 18 milioni.

Arriveremo a Chosica, città della eterna primavera, perché piove sempre un po’, ci sono molte aree verdi

e molti alberi di Palma; attraverso il fiume Rimac (Rimac è una parola Inca e significa “fiume che parla”)

vedremo alla sinistra della montagna gli alti tubi della centrale idroelettrica, arriveremo al paesino Surco,

con molti campi agricoli, dove crescono aranci, mandarini, limoni, peri, banani, con in cima tutti coperchi

di paglia e piccoli alberi nella valle, come gli eucalipti che abbiamo vicino alla città di Hatucana. Di fronte

alla centrale idroelettrica di Pablo Boner, la più grande della provincia di Lima, troveremo la bella valle

del Rimac, a un’altezza di 2800 metri; giungeremo a San Mateo, città mineraria, arriveremo ai più fanta-

stici ed elevati canyon, i quali sembrano unirsi, attraverso la strada a fianco del fiume e in alto attraverso

il ponte che va da una galleria all’altra, così succede per 3 volte. Arriveremo alla città di “Chicla”, città ti-

pica molto vicina alla vetta innnevata, poi a Casapalca, paese nettamente minerario, attraverseremo la

via di Ticleo a 4.280 metri di altezza: di fronte si vede un picco con la neve e una bandiera a 5.200 metri

da dove si guarda l’Oceano Pacifico. Qui fa molto freddo, però il clima è asciutto, quando ci diamo la

mano ci attraversa una energia elettrica. Discenderemo dalle Ande Occidentali, attraverseremo molti

laghi azzurri, passeremo Morococha, una zona mineraria, arriveremo alla città di “Oroya”, centrale me-

tallurgica del Perù, molto inquinata, attraverseremo le Ande Orientali camminando in salita e poi, per-

correndo un tragitto in discesa, arriveremo alla perla delle Ande, una città profumata per la grande

presenza dell’agricoltura dei fiori. Cominciando la discesa, sentiremo l’aumento della temperatura, in-

contreremo la popolazione forestale, arriveremo alla città di San Ramon vicino a “La Merced-Chancha-

mayo”, città tropicale e allora ci sentiremo in Paradiso.

Marcelo Caro Pérez

Il mendicante dell’amore alla natura - “Mashki”

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13Per info: Centro Culturale "La strada" - Mensa del povero - via padre Guido, 5 - 60121 Ancona - tel. 334.8466912 (Roberta Marinelli)

Ciao, mi chiamo Eduardo, ho 41 anni. Attualmente sono alla sfera, un centro diurno. Sono in attesa di

rientrare in una comunità, e per l’ennesima volta! Grazie di cuore alla mia assistente sociale Daniela

Cantori. Sta cercando di trovarmi una comunità. Anche se so che non è facile, perché devo ammettere

che ho fatto tanti sbagli, soprattutto il non aver portato un programma al termine. Ho sempre abbando-

nato il mio percorso; oggi me ne pento molto amaramente. Non voglio dire tante parole, anche perché

non servono a niente. Sono molto contento di far parte di nuovo di questa meravigliosa gente degli amici

di strada. Grazie a tutti, per avermi dato un’altra speranza e soprattutto per avermi fatto capire che non

dovevo darmi per vinto. Vi mando tanti saluti, sperando che ognuno di noi possa trovare quello che sta

cercando. Faccio i miei migliori auguroni, augurandoci tutto il bene di questo mondo.

Ciao a tutti

Eduardo v

Ci riprovo

Ciao a tutti,

sono Angelo e sono contento di scrivere sul giornale e di stare con tutti voi. Veramente vorrei starci di più,

ma purtroppo ho iniziato una cura di interferone che mi dà un po’ di problemi e mi alimenta molta fiacca.

Non per questo, però, tale cura mi impedisce di uscire alla sera con l’associazione di strada. Anzi, que-

sta esperienza mi sta arricchendo ogni giorno di più. Purtroppo il dolore di chi vive in strada è tanto. Noi

speriamo perlomeno di contribuire ad alleviare un po’ di questa sofferenza, condividendo con loro le

paure, l’angoscia e la solitudine.

Da parte mia, come ho già detto all’inizio, io ci sono, e non mi tirerò mai indietro, costi quel che costi.

Come sempre dico, ragazzi, avanti, con dignità, forza e onore, e mi raccomando: su le braghe!!!

Angelo Ferri v

Io ci sono

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Il mese scorso siamo stati gentilmente invitati ad una riunione alla quale erano presenti le associazioni

di volontariato Onlus, il servizio di strada, le forze di polizia, rappresentate dal Questore, il Prefetto, il

Sert. Motivo di questa riunione era comunicarci il cambio del nome del Sert che si chiamerà STDP. Ma

anche per fare il punto della situazione, e conoscerci meglio, ognuno ha portato testimonianze del pro-

prio lavoro orali e visive. Noi abbiamo fatto vedere il nostro documentario, “Ultima fermata stazione”; gli

altri enti ci hanno mostrato come è articolato il loro lavoro e le tabelle con i risultati che avevano raggiunto.

Da quanto abbiamo visto e sentito c’è molta voglia di darsi da fare e di continuare su questa strada che

vede tutti gli enti volontari e statali collaborare insieme per raggiungere risultati ancora migliori, tanto che

è già stato fissato un nuovo appuntamento.

È stato chiesto a noi ragazzi della strada, e a me in particolare dal Questore, che ringrazio per tutto ciò

che ha fatto per noi in questi anni, cosa potesse esserci secondo noi che ancora non andasse. Io ho ri-

sposto che nella città di Ancona manca un dormitorio grande per le donne; ma, secondo me, alla pros-

sima riunione si dovrebbe parlare anche di reinserimento. È mio parere, infatti che, senza un

reinserimento adeguato, che aiuti i ragazzi che escono dalle comunità e da lunghi ricoveri ospedalieri, i

rischi di ricaduta siano davvero molti. Reinserimento non è solo lavoro e posto per dormire, che sono im-

portantissimi, ma è anche gestione dei soldi e, soprattutto, delle emozioni. Quando si usano sostanze per

molti anni, esse ci arrivano molto ovattate; si vive avendone paura, siano belle o brutte, ci si chiude sotto

una campana di vetro che tutto fa rimbalzare. In comunità, anche se si è lucidi, siamo comunque in un

luogo protetto, tutti ci si conosce e c’è sempre la figura di un operatore a farci da riferimento e da guida.

Io personalmente ho avuto molte difficoltà a gestire tutte queste cose. Il centro culturale mi ha molto aiu-

tato, non facendomi sentire solo e dandomi la possibilità di confrontarmi con molti che avevano o hanno

il mio stesso problema; ma penso che si possa e si debba fare ancora di più.

Marco B. v

La riunione del Sert e dell’associazione “Servizio di Strada Onlus”

Ancora una volta ci incontriamo, ormai, consentitemi dire, come ottimi amici.

Almeno per coloro che, anche solo per diletto e curiosità, si sono appassionati alle caleidoscopiche sto-

rie di personaggi dalle identiche sfaccettature e dalle relative singolarità più uniche che rare.

Storie vere, in diretta reale. Un reality che man mano scopriamo, in una sorta di confessionale, tra le pa-

gine di un modestissimo bimestrale come il giornale “Voci di Strada”.

Per raccontarci, rendere partecipi e chissà, forse, anche come monito, auspicandoci che i più “fortunati”

o gli astanti di turno, non calpestino gli stessi marciapiedi.

La riunione del Sert e dell’associazione “Servizio di Strada Onlus”

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Venendo così, appunto, a conoscenza di quanto si rivelino impervi e rendano l’esistenza ancor più sa-

crificata di quanto non lo sia già di per se stessa.

Ed in questa edizione particolare, soprattutto, noi improvvisati e narratori in erba sfruttiamo la libertà di

stampa di questo generoso “editorialista” con sede nella casa di culto, che, tra le altre cose, gestisce la

“Mensa del Povero” di Padre Guido; grazie alle omonime “Sorelle di Carità”.

Se non addirittura in luoghi di fortuna rimediati alla bell’e meglio grazie all’immancabile provvidenza.

Come dicevo: libertà di stampa che troppo spesso mi chiedo se sia mai esistita; visto che ogni regola ge-

neralmente si ispira ad un dio danaro con le proprie intrinseche, sottili e raffinate speculazioni; da qui le

varie tirature di differenti sfondi e interessi; politici, economici o qual si voglia: ove il lettore per racca-

pezzare una mezza verità è costretto a passarle al vaglio, nelle loro differenti similitudini, con il più acuto

e necessario discernimento per amore di cultura, conoscenza e verità!

Di tutto ciò noi de “La Strada” portiamo alta la nostra bandiera, perché invece siamo ispirati da un Dio

supremo!! E forse tutto questo non ci ha mai permesso di mostrarvi in modo palese di quanto siano pre-

carie le nostre collaborazioni; delle nostre così precarie condizioni senza le quali probabilmente il gior-

nale “Voci di Strada” non sarebbe così “ricco”.

Intendo dire che i miei collaboratori e me compreso, nonostante per la maggior parte già iscritti al “no-

stro albo” e dunque con dei probabili diritti da accampare, scriviamo dal numero zero, completamente gra-

tis, salendo sulla zattera comune spinti esclusivamente da un forte amore.

Un amore talmente forte da volerlo comunicare anche senza un tornaconto.

Così come il “Servizio di Strada Onlus” e le Sorelle di Padre Guido hanno, fanno e faranno con incrolla-

bile fede e amore nei nostri confronti e della propria caritatevole missione.

Noi non vediamo l’ora di crescere con voi numero dopo numero e voglio che sappiate che il merito è

anche in buona parte di queste identità sospese che accettano di restare sospese un altro po’, in attesa

di un periodo più propizio e favorevole.

E sarebbe mio desiderio più grande che tutti insieme potessimo scambiarci il più generoso e fraterno: Gra-

zie!!!

Con l’augurio più grande che questo prodotto divenga un po’ come il delizioso, prelibato e ricercato net-

tare degli dei: il miele.

Un elaborato prodotto che le diverse e infaticabili api operaie, con perseverante fatica bottinano, tra-

sformano e cambiano con sostanze proprie, immagazzinandole e lasciandole maturare negli alveoli delle

parche pagine di un modesto giornale quale: “Voci di Strada”.

In attesa di donare il proprio preziosissimo succo nel suo più alto valore simbolico, terapeutico e divino.

Augusto Claudio Marin

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È la prima volta in assoluto che scrivo per il giornalino “Voci di strada.” Per iniziare mi presento: sono AnnaUgga, napoletana d’origine, da quasi sei anni ormai sulla strada, dopo un divorzio finito male (economi-camente e psicologicamente).Ironia della sorte, per tutta una serie di difficoltà, fra cui quella cronica di non riuscire spesso a far valerele mie ragioni, non per scarsa intelligenza, ma per timidezza e riservatezza, mentre mi rendo conto per-fettamente che tutto intorno a me gira al contrario, mi sono ritrovata, dopo cinque anni, dicevo, al puntodi partenza, e cioè ad aver bisogno di nuovo del mio ex-marito. Infatti in questo periodo sono sua ospite.Non ho né lavoro, né casa, né pensioni o entrate di qualsiasi tipo, e mi trovo a combattere con i sensi dicolpa che penso ognuno di noi si trascina dietro dopo un matrimonio fallito, dopo vent’anni, due figli pur-troppo vittime inconsapevoli di un rapporto forse durato più per abitudine e convenienza che per amoree rispetto. Riguardo a questo, pensavo da un po’ che qualunque nome vogliamo dare al nostro Dio, seè vero che Egli ci ama tutti come suoi figli, dovrebbe fare in modo che noi uomini si venga a questomondo e si possa essere concepiti solo per amore, non per il bisogno di perpetuare la specie, come ac-cade per gli animali. Ma forse in questo modo il genere umano non si sarebbe “moltiplicato”, bensì sa-remmo invece molto di più vicini all’estinzione!Sto provando in questo momento a stare un po’ accanto ai miei figli, ma i problemi che mi hanno con-vinto purtroppo a divorziare si ripresentano tutti, come se questi cinque anni non fossero mai trascorsi,anche se mi rendo conto che io invece sono molto cambiata, che anche se dovrò continuare a soffrire elottare per questo, farò di tutto per farcela da sola, senza ripiegare su soluzioni di comodo di nessun tipo.Andrò avanti dritta contro il vento e gli urti della vita, solo per amore, adesso che so cosa significa anchegrazie a colui che è stato il mio compagno in questi cinque anni e che purtroppo adesso è in carcere.Questo è l’insegnamento più grande che vorrei dare ai miei figli con un grazie particolare a David, il mioprimogenito, un ragazzo molto maturo e indipendente, malgrado la sua giovane età e soprattutto i grossiproblemi familiari che si è trovato ad affrontare. Ma è anche il messaggio che vorrei dare a quanti si tro-vano nella mia condizione e sono costretti a sottomettersi e ad annullare la propria individualità per go-dere vantaggi per la paura di soffrire, o anche far soffrire, o di affrontare in maniera diretta i disagi e ledifficoltà di questa vita.Io so comunque che ai miei figli voglio e vorrò sempre tutto il bene del mondo, soprattutto quando riu-scirò ad avere più rispetto per me stessa e per la mia vita e per quella di tutti coloro che sono venuti almondo, di certo senza colpa, e che purtroppo stanno soffrendo solo per questo.Volevo cogliere l’occasione per ringraziare suor Pia, suor Francesca, di cuore veramente, poi Simone,che ha fatto e sta facendo tanto in questo momento per me e Salvatore, un grazie anche ai numerosi altriche prestano la loro collaborazione alla “Mensa del povero” di padre Guido, per l’aiuto che offrono a tantagente che come me si trova in condizioni di bisogno sia materiale che psicologico, senza giudicare mai,senza nessuna distinzione di razza, di età o religione.

Grazie, veramente di cuore, a tutti, un grosso saluto

Anna Ugga v

Mi presento

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Può succedere, in un periodo più o meno lungo della nostra vita, che dobbiamo, per nostri motivi perso-

nali, starcene in casa per gran parte della giornata.

E’ quello che sta capitando a me, ormai da un paio di settimane. Al di là delle normali funzioni quotidiane,

cosa si può fare per riempire la giornata o buona parte di essa, per non cadere nella noia o nell’apatia?

In primis viene la lettura: a me infatti piace molto leggere sia libri che giornali, ora magari leggo un po’

meno di prima, non perché è diminuita la volontà di farlo, ma per non stancare troppo la vista, dato che

ultimamente essa è venuta un po’ diminuendo, forse per l’avanzare degli anni. A seguire, mi piace molto

ascoltare la musica alla radio o attraverso il mio piccolo impianto stereo e i pochi compact disc che mi

sono rimasti: ne avevo tantissimi, ma sono stato costretto poi a venderli.

Stesso discorso vale per i dvd contenenti films di vari generi o concerti rock, anche questi ridotti assai

nel numero. Rimane alla fine la televisione che, soddisfatto o meno me stesso dei suoi programmi, rap-

presenta il mezzo prevalente per riempire il mio tempo. Parlando dei canali televisivi italiani più impor-

tanti e cioè i 3 della rai e i 3 di mediaset, che sono poi i più seguiti dalla gente, posso affermare che il mio

giudizio sulla loro qualità è nel complesso positivo, ma non posso dire di esserne proprio entusiasta, per-

ché ci sono anche delle cose che non vanno molto bene e sulle quali è necessario soffermarsi per muo-

vere alcune critiche doverose.

Iniziamo dalle trasmissioni televisive che secondo il mio parere vanno bene.

Partiamo dai telegiornali e dai giornalisti che li conducono, quasi tutti molto bravi e versatili, perché ca-

paci di trattare argomenti vari, dalla cronaca alla politica interna ed estera, da critiche letterarie e cine-

matografiche allo sport e al calcio in particolare.

Qualche anno fa il mio tg preferito era il tg5, quando era diretto da Enrico Mentana, detto simpatica-

mente “mitraglia”, per la velocità con cui riportava le notizie, arricchite sempre da qualche breve com-

mento arguto; di queste sue doti poi abbiamo avuto conferma nella sua conduzione, fino a poco più di

un anno fa, se ricordo bene, del programma di attualità politica e di cronaca intitolato Matrix, affidato

ormai ad un altro giornalista di minore esperienza e preparazione culturale rispetto a Mentana.

Al momento il migliore tg, per la ricchezza delle notizie e la capacità dei suoi conduttori è il tg2 della rai,

diretto ormai da tempo dal noto Clemente Mimun.

Vorrei fare un cenno particolare al tg4 diretto da Emilio Fede o come tutti dicono “il telegiornale di Emi-

lio Fede”. Come è noto, è un tg piuttosto schierato politicamente dalla parte dell’attuale Presidente del

Consiglio Silvio Berlusconi. E’ nei suoi contenuti un po’ fazioso, ma il suo direttore, giornalista di grande

esperienza e arrivato ormai al culmine della carriera, è riuscito a dargli una tale impronta originale nella

conduzione e nella presentazione degli argomenti da renderlo gradito e simpatico a molti telespettatori,

anche coloro che si trovano su posizioni politiche opposte. La rete 4 di mediaset di cui stiamo parlando,

tra l’altro ha presentato un programma che comprende una serie di films recenti e meno recenti che

stanno andando in onda in questo periodo, appartenenti a vari generi e di ottimo livello, vedi il piccolo ca-

polavoro del regista inglese Ridley Scott “il gladiatore”, con protagonista l’attore neozelandese Russel

Crowe, premiato in questa occasione con l’Oscar per la sua grande interpretazione.

Tornando invece alla seconda rete della rai, nel primo pomeriggio si può essere allietati da due pro-

La tv italiana, tra luci e ombre

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Vorrei dedicare questo articolo a due miei cari amici di strada, che hanno deciso di provare a cominciare

un nuovo percorso di vita.

Spero che grazie a Dio possano cambiare la loro esistenza e, una volta portato fino in fondo il loro pro-

getto, incontrare le loro famiglie, i loro figli, le mogli e i genitori il prima possibile.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato nel dare una mano in questo progetto di vita. Secondo me

questi amici devono affrontare una vita faticosa.

Diamo tutti una mano per alzare loro il morale.

L’amicizia vera

grammi consecutivi che trattano argomenti di cronaca politica e non, molto interessanti e sempre scor-

revoli, mai pesanti come capita in altri casi per cose di questo genere: avrete capito che sto parlando di

“fatto del giorno” e “Italia sul 2”. I programmi che invece detesto e che danno un taglio negativo alla te-

levisione italiana sono i “realities” che da tempo vanno di moda non solo in Italia ma anche in altri Paesi

del mondo: da noi i più importanti sono “l’isola dei famosi” e soprattutto “il grande fratello”, arrivato que-

st’anno alla sua decima edizione. Su quest’ultimo avrei da muovere delle critiche severe e negative. Par-

tendo dalla mia ferma convinzione che la televisione, sia pubblica (vale a dire la rai) che

privata-commerciale (canale 5, rete 4 e italia 1) deve assolutamente avere un contenuto educativo, con

“il grande fratello” e altre cose simili, siamo completamente agli antipodi. Riguardo al programma di cui

stiamo parlando, io mi chiedo spesso: con quale criterio vengono scelti i suoi concorrenti e cosa vanno

a fare in quella casa dove sono rinchiusi per un po’ di tempo e dove una telecamera riprende 24 ore su

24 tutte le loro azioni quotidiane, per farle vedere e conoscere ad un vasto pubblico di telespettatori? Il

cattivo esempio viene dato dagli stessi dirigenti e organizzatori della trasmissione, dal momento che que-

sti sin dall’inizio invitano i concorrenti a esprimere giudizi sui loro coinquilini, creando una forma di com-

petizione sleale e antipatica e mettendo quindi in luce i lati negativi di queste persone, anche quando sono

per bene e virtuose nella loro vita di tutti i giorni.

Mi ricordo che una ragazza che aveva partecipato ad una delle prime edizioni, disse ad un giornalista che

la intervistava che, dopo aver terminato quell’esperienza del grande fratello, si aspettava di essere chia-

mata e presa in considerazione dal mondo dello spettacolo. Perché mai questa aspettativa? Lei e i suoi

compagni di avventura (o sventura) avevano forse dimostrato di saper fare a tal scopo qualcosa di im-

portante durante il periodo di permanenza nella casa? Tipo saper cantare, ballare, presentare, intratte-

nere o raccontare che so barzellette, aneddoti umoristici: niente di tutto questo.

L’organizzazione stessa di questo programma non aveva mai dato loro la possibilità e l’occasione con-

crete di esprimersi in qualche modo davanti ad un pubblico di telespettatori. Alla fine che cosa combinano

questi protagonisti in senso negativo del programma in questione? Oltre alle normali funzioni quotidiane,

non fanno altro che parlare male dei loro vicini dietro le loro spalle, strusciarsi continuamente l’uno con

l’altro, fare tra loro confidenze e pettegolezzi di ogni genere sugli altri.

In una intervista televisiva, ad un giornalista che gli chiedeva di esprimere un giudizio sui giovani che

erano presenti nella casa del “grande fratello”, rispose bene un noto monsignore che appariva spesso in

televisione: “mi fanno veramente compassione quei poveri ragazzi!”.

Paolo

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Tutti noi dobbiamo pensare a come risolvere il problema dei rifiuti.

Dobbiamo essere più intelligenti nel gettare i nostri rifiuti: mettere il vetro nei raccoglitori del vetro, la pla-

stica in quelli della plastica, la carta dentro i bidoni della carta ecc. ecc.

Dobbiamo pensare anche al mare e a non sporcarlo, a non accendere fuochi perché sporcano l’aria e

bruciano l’ossigeno.

Abbiamo un Paese turistico e dobbiamo rispettarlo e mantenerlo tale.

Questo è un messaggio che è giusto lanciare tramite il nostro giornale “Voci di Strada”.

Hichri c

Il problema dei rifiuti

Un paio di mesi fa ho voluto iniziare il mio corso da volontario nel Servizio di Strada Onlus. La mia prima

sera mi sono trovato un po’ impacciato, in quanto non sapevo come agire e come dare il mio contributo

per aiutare il prossimo, ma, con il sostegno dei volontari che avevano più esperienza, ho un po’ per volta

imparato i vari modi di operare. Non pensavo che tanti poveri mi chiedessero un pasto caldo, qualche

coperta e dei vestiti. Avendo provato anch’io dei disagi esistenziali come la povertà, posso capire uma-

namente ciò che essi sentono.

Il primo giorno, prima di dormire, ho pensato tanto a ciò che avevo fatto e che anch’io ho contribuito nel

mio piccolo ad aiutare i più bisognosi.

Ora che mi sento ben inserito in questo contesto mi sento soddisfatto di me stesso e di ciò che faccio.

Mia moglie pensa che faccio bene a svolgere questo tipo di attività e mi incita a proseguire, mentre mi

aspetta guardando la televisione.

Il messaggio che voglio dare è che, anche se sono io stesso una persona che ha bisogno, contempora-

neamente affermo che bisogna sempre tendere una mano a chi la chiede e, come è scritto nel Vangelo,

amare il prossimo tuo come te stesso.

Daniele e Ines

La mia esperienza come volontario in strada

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Oggi si pensa di vivere in un mondo pieno di violenza, di ingiustizia, di povertà. Ogni volta che leggiamo

i giornali o sentiamo la radio o vediamo la televisione con i telegiornali e le trasmissioni di approfondi-

mento di cronaca o di politica, si pensa che stiamo trascorrendo un tempo invivibile. Da quando il gior-

nalismo e in seguito i servizi televisivi nei sistemi politici democratici hanno incominciato a divulgare

notizie e immagini di eventi che accadevano nel proprio Paese e nel mondo in piena libertà, essi sono

diventati un potere con cui si possono scoprire verità nascoste di realtà mondiale che Paesi con sistemi

politici non democratici tengono segrete, manipolando la stampa e la televisione per fare propaganda a

loro favore.

L’informazione oggi la pretendiamo giustamente come un diritto. Ma com’erano i secoli passati, come

hanno vissuto i nostri antenati e la popolazione del mondo? Tutto è scritto nel libro di storia e le notizie

che sono arrivate fino a noi le scrissero antichi cronisti, che narrarono i trionfi e le decadenze dei perso-

naggi, dei fatti di quegli anni. Queste cronache sono arrivate fino a noi, secolo dopo secolo, raccolte nei

libri di storia locale e mondiale.

Sin dai tempi primitivi, quando gli uomini vivevano in società tribali, vi era il capo tribù e i suoi consiglieri

che si credevano più saggi. Quindi si distaccavano dal resto della loro società primitiva dando ordini ai

guerrieri e sottomettendo gli altri appartenenti alla tribù. Ed è proprio così che si formò il ceto nobiliare: i

pochi che comandavano sui molti. Questa società fondata sui nobili si diffuse fino a non molto tempo fa,

ingiungendo agli uomini di fare la guerra e la pace. Le rivoluzioni hanno fatto molto per cambiare le varie

società fino a quelle contemporanee: ma quanto sangue è scorso!

In passato – e lo dicono i libri di storia – c’era più violenza impunita, e non solo in guerra, ma anche in

tempo di pace uomini, donne, bambini e anziani hanno subìto le più varie forme di offesa da parte di no-

bili, dittatori e della religione sia pagana che cristiana.

Anche le malattie e le catastrofi naturali, nel corso dei secoli, mieterono molte vite umane: basti pensare

alla peste nera e alla lebbra. Ritengo che, tutto sommato, leggendo i libri di storia, la politica da seguire

sia quella democratica, in quanto, se anche non sia quella ideale, garantisce però più libertà ad ogni in-

dividuo: si pensi alle conquiste che la democrazia ha permesso alle donne e a tutte quelle leggi che si

sono attuate e che in altri secoli era impensabile prevedere.

La storia umana ha qualche valore da insegnarci? Certamente, poiché ammonisce gli uomini di oggi e

del futuro a non ripetere gli errori commessi in passato.

Un giorno, dopo il Giudizio Universale, Dio Padre sarà il vero politico leale verso il genere umano, che

consolerà coloro che hanno subito violenze e ingiustizie in ogni secolo.

Adriano Gimell

Non dimenticate di leggere il libro di storia

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Aspetta un momento, un secondo… non sarai volgare, stai buono. Lo so che sei un vulcano, come unvulcano che dorme da tempo, davanti a te una foglia bianca come una ragazza vergine, come la vergi-nità dell’alba, prima di cominciare. Pensaci un attimo, cosa posso dirti! Niente prende la tua responsa-bilità e con tanta attenzione. Ecco, dimmi se sei capace di fare un capolavoro che rimarrà per sempre.Secondo me: aspetta un secondo, meglio per te e per me scrivere una poesia. Infatti, ma che tipo dipoesia? Una poesia d’amore addirittura, ce ne sono tante e tante; una poesia di vittoria, è stata fatta dauna generazione intera; una poesia che racconta la miseria, la solita risposta, è fatta, è fatta. Boh! Nonlo so: che posso dirti, dipende da te. Ora è la tua opportunità: cosa sai fare? Fammi vedere cosa saifare. Lo so, sei capace, come una spada, come un profumo, come il vulcano. Ma ti prego, no, ah, no. Misono tirato indietro. Sii calmo e buono, finché un’altra occasione capiterà, alla prossima devo staccare,devo andare via. Come al solito, seduto sulla riva del fiume, solo, triste, stressato, uno sguardo vago al fiume, disperato,confuso, smarrito in questo mondo schifoso. All’altra riva c’era una vecchietta tutta strana e straniera; tre-mava dal freddo, i vestiti strappati, sporchi, i capelli bianchi, lunghi. Mi ha destato curiosità: cosa fa dasola? Il posto è pericoloso per una nonna come lei! Forse lei come me è disperata. Senza pensarci, misono buttato per arrivare da lei, finché, attraversato il fiume, da vicino sembra un angelo, una principessasprecata, fuggita, e rifiutata dal tempo, un viso bello pieno di cicatrici, un corpo stanco e che sanguinavacome un soldato alla fine della guerra. Dal suo sguardo ho capito tutto, ho remato con la bocca aperta:indovina, chi sono? Con una luce di dolcezza e carità: sono l’umanità distrutta per colpa di questa giun-gla. Ma al di là sono rimasti tre fiori piccolissimi e semplici, seccati dal nostro silenzio. Infatti, come haiben iniziato secondo la natura è un fatto normale che avrà la sua spiegazione. Ci sarebbe facile iniziare,per sentire di seguire quello che sarà. Ah! Certamente camminava, illuminata dalla nuova candela accesanella sua opera strana e piacevole da impazzire, tra gli sguardi casuali, silenziosi, rubati fra di noi, ogniminuto, tra pochi discorsi e poche parole tra di noi, ho scoperto un universo strano e unico, pieno di cosebelle e perdute; tra le puntate dei nostri occhi nasce una sinfonia cantata dalla natura tra di noi, in pochisecondi. Ma il bello di tutto è che fra di noi scappano le parole e rimane lo sguardo, con la bocca asciutta.Oh, che meraviglia, non posso crederci, è dimenticata la realtà, grazie a tutti. A chi mi ha fatto rinasceredi nuovo, a chi mi ha fatto ritornare la mia anima, la mia identità. Contento di me stesso, sicuro di me, dicome ho fatto, cammino per la strada libero e a testa alta. Sono uno come loro, mi sento un’altra persona;malgrado il mio passato, ci sarà una fortuna per il domani. Ormai sono cambiate tante e tante cose,dopo un anno di sforzo e di coraggio e lavoro su progetto. Dietro di noi tutti fratelli ci sta una struttura blin-data, non come una volta che la strada ti faceva paura.Grazie mille a “Voci di strada” e buon compleanno a tutti i fratelli.

Abul

Aspetta un momento…

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Bechier abita nella sua nuova casa, offrirà presto una cena…

Roberto Montedoro lotta per tornare in comunità.

Luca (Claudio Marin) sta lottando con i suoi problemi di salute, le cose in comunità non vanno benis-simo.

Mary è in difficoltà al centro diurno del Sert a Collemarino, speriamo continui. Ha ottenuto la pensione:complimenti.

Kamel soffre al piede destro da ormai un mese, però è sempre allegro

Eduardo Martiniello dal 1 dicembre è in comunità, ha frequentato la Sfera.

Barbara è in strada, scrive bellissimi articoli, vorrebbe lavorare e smetterla con la birra: speriamo augu-roni.

Stefano sta bene, la mamma Angelina è a Villa Jolanda

Mohamed lo zio, dopo una piccola ricaduta, cerca disperatamente la patente, vede regolarmente il fi-glio, lavora.

Bechir e Singh sono ricoverati a Villa Jolanda da inizio novembre

Hassan è in difficoltà, continua a bere purtroppo

Marcellino ora vive in una stanza in centro, lavora saltuariamente e spera in un lavoro definitivo

Boris è senza lavoro, ogni tanto beve un po’, e ospite da amici.

La signora Maria è alla pensione Euro, scrive e si impegna in tutto, segue il figlio Ezio.

Morena, Adriano e Vovan stanno bene, i due maschietti super operativi nel servizio di strada.

Gianluca e Antonio sono nella stessa comunità, si aiutano, non è facile

Roberta è stata in ospedale per un attacco di asma, ora si sta riprendendo.

Hennady è a Modena in attesa d’invio nel suo paese: Ucraina.

Lino è ha Sapri Salerno, saluta tutti, è dalla sua famiglia.

Loredana e Willy tutti i giorni (o quasi) sono alla Sfera, Loredana ha ottenuto la pensione: complimentie auguri.

L’angolo delle news:

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Gaetano è a Milano dalle sorelle, sta bene e saluta tutti.

Marcelo è senza lavoro causa crisi economica, a gennaio rientrerà in Perù definitivamente.

Enrichetta cerca una stanza in affitto, è sempre dietro al suo capo treno… speriamo che prenda il trenogiusto.

Paolo, Marsiglia, Altero, Abramo il popolo della stazione lotta ed è sempre presente con alti e bassi.

Paolo è ancora bloccato a casa.

Cristian Malaccari cerca lavoro ed felice con Silvia: speriamo bene.

Florin si è sposato in Romania.

Marco Tantucci è ancora in carcere in attesa della comunità.

Teresa (Polonia) è tornata in strada.

Eugenio è nel suo paese, stiamo risolvendo alcuni problemi per il visto, entrerà regolarmente in Italia.

Peter ha lasciato Ancona è a Bolzano e lavora.

Milena si è rotta un piede.

Marco e Francesca stanno bene.

Anna Rosa è in carcere a Pesaro, ha preso un anno.

Salvatore è in carcere, un definitivo di nove mesi.

Daniele e Ines sono sempre presenti e lavorano sodo specialmente Daniele in strada.

Mirta e Uania sono attivissime come giornaliste: grazie.

Alessio è tornato al Salesi per controlli.

La famiglia di Darko lotta per il lavoro.

Giannetto ha firmato il primo editoriale, complimenti ed super attivo nelle attività.

Salvatore Tomasi verrà ad abitare ad Ancona: finalmente.

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SERVIZI UTILI

DOVE MANGIARE: Mensa di padre Guido - ANCONA - via padre Guido, 5 tel. 071.2074202Pranzo: tutti i giorni dalle ore 11.30 alle 12.20 (massimo 68 posti) - per chi non pranza dalle 12.40 alle 13.00 distribu-zione panini. Cena: dal lunedì al sabato dalle ore 18.00 alle ore 19.00 distribuzione panini

DOVE DORMIRE:

Un tetto per tutti - ANCONA (via Flaminia 52, 300 metri dalla stazione verso Falconara) tel. 071.43092Accoglienza, per solo uomini, dalle 18.00 alle ore 20.00 (occorre prendere il posto nel primo pomeriggio aspettando davanti al cancello). Mas-

simo 15 notti, garantita la cena e la colazione e il necessario per l’igiene personale.

Tenda d’Abramo- FALCONARA (via Flaminia 589, 300 metri dalla stazione ferroviaria verso Senigallia) tel. 071.9160221Accoglienza, per uomini e donne, dalle 18.30 alle ore 20.00 (occorre prendere il posto nel primo pomeriggio aspettando davanti alla porta).

Massimo 10 notti, garantita la cena e il necessario per l’igiene personale.

Casa San Vincenzo de Paoli - ANCONA – via Astagno, 11 tel. 071.54489Casa di seconda accoglienza per uomini, solo per lavoratori, per massimo 4 mesi. Prendere appuntamento per colloquio telefonando.

Casa Don Antonio Gioia – ANCONA – via Podesti , 12 - tel. 071.2072622Casa di seconda accoglienza per uomini. L’ingresso alla casa avviene passando necessariamente per l’ascolto Caritas (vedi sotto) e attra-

verso gli ulteriori colloqui con gli operatori della Casa per la stesura di un progetto personale.

DOVE LAVARSI: Centro Caritas - ANCONA - via Podesti , 12 - tel. 071.201512Sabato dalle ore 08.00 alle ore 12.00. Su appuntamento, passando necessariamente per la segreteria del centro ilgiovedì dalle 09.00 alle 11.00 o il venerdì dalle 16.00 alle 18.00.

DOVE VESTIRSI: Centro Caritas - ANCONA - via Podesti , 12 - tel. 071.201512Su appuntamento, passando necessariamente per l’ascolto Caritas (vedi sotto)

DOVE CURARSI: Centro Caritas - ANCONA - via Podesti , 12 - tel. 071.201512Lunedì, Mercoledì dalle ore 09.00 dalle ore 11.00 su appuntamento, passando necessariamente perl’ascolto Caritas (vedi sotto). Sabato dalle ore 09.00 dalle ore 11.00 senza appuntamento.

CENTRI DI ASCOLTO:

Centro Caritas - ANCONA - via Podesti , 12 - tel. 071.201512Lunedì, Martedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 09.00 alle ore 11.00. Martedì e Giovedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00

Mensa di padre Guido - via padre Guido, 5 - AnconaDal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 19.00

SERVIZIO DI STRADA - tel. 331.8706530 (24 ore su 24)Distribuzione cibo, coperte, medicine, vestiti, orientamento ai servizi: domenica, martedì e venerdì ore 21.00 piazzaPertini ore 21.30 Stazione ferroviaria. Possibilità di aiuto psicologico.

UNITA’ DI STRADA Stdp (ex Sert) - tel. 331.9512505 - 347.9270872 - 340.1034827Prevenzione e cura della salute e orientamento sui servizi offerti dal Servizio territoriale dipendenze Patologiche (ex Sert).

PRONTO INTERVENTO SOCIALE COMUNE ANCONA - tel. 071.202785Per emergenze sociali lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle ore 07.00 del giorno successivo. Martedì e gio-vedì dalle 18.00 alle ore 07.00 del giorno successivo. Sabato, domenica e festività 24 ore su 24.

AVVOCATO DI STRADA - presso la Mensa del Povero via padre Guido, 5 Ancona tel. 071.2074202Tutti i giovedì dalle ore 14.30 alle 15.30

ALCOLISTI ANONIMI - tel. 348.3951132Il mercoledì alle ore 21.00 presso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano - ANCONA


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