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'VOGLIO ANDARE SULLA LUNA' · Ad un certo punto ha chiuso gli occhi e ha parlato: “Sai ... , e...

Date post: 16-Feb-2019
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ASSOCIAZIONE UNITI PER CRESCERE ONLUS [email protected] www.unitipercrescere.net Clinica Pediatrica Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino Via Giustiniani, 3 - 35128 Padova tel. +39 331 78 139 81 codice fiscale 92 21 46 30 28 4 IBAN: IT 13 H 06225 12197 1000 0000 3333 1 Premio Letterario Nazionale “Uniti per Crescere” 'VOGLIO ANDARE SULLA LUNA' Anna Vit Liceo “Caterina Percoto” (UD) Meritevole di segnalazione Categoria D: Categoria riservata a fratelli o sorelle di persona con disabilità Il sogno di mia sorella è sempre stato quello di fare l’astronauta. È in sedia a rotelle, ma non importa. “Io posso volare, io voglio volare – diceva sempre – io andrò nello spazio”. E poi sorrideva andando in giro per la casa spingendo la carrozzina. Ogni tanto io e mio fratello la spingiamo e allora lei apre le braccia come se fossero ali e ride chiudendo gli occhi, immaginando di essere tra le stelle e i pianeti lontani. Lei ha sempre il sorriso sulle labbra. Ce l’aveva anche quando le hanno detto che non avrebbe mai camminato. Mamma è scoppiata a piangere, invece lei ha sorriso, le ha preso la mano e le ha detto: “Non preoccuparti mamma, vorrà dire che invece di ballare giocherò a basket”. È incredibile come, a volte, la persona che sta male fisicamente, sia più sana e forte interiormente degli altri. Certo, anche la mia sorellina a volte piange. Ma solo quando è sola, a letto, una volta ogni tanto. Invece quando è in compagnia tira fuori i suoi sorrisoni e diventa l’anima della festa. Qualche volta la trovo fuori casa, di sera, con addosso il pigiamino e avvolta nella sua coperta viola che ammira le stelle. Una volta mi sono seduta per terra, acconto alla sua carrozzina, e ho guardato il cielo notturno con lei. Ad un certo punto ha chiuso gli occhi e ha parlato: “Sai, non è la luna che mi
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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'VOGLIOANDARESULLALUNA'

AnnaVitLiceo“CaterinaPercoto”(UD)

MeritevoledisegnalazioneCategoriaD:CategoriariservataafratelliosorelledipersonacondisabilitàIl sogno di mia sorella è sempre stato quello di fare l’astronauta. È in sedia a rotelle, ma non

importa.“Iopossovolare,iovogliovolare–dicevasempre–ioandrònellospazio”.Epoisorrideva

andandoingiroperlacasaspingendolacarrozzina.Ognitantoioemiofratellolaspingiamoeallora

leiaprelebracciacomesefosseroalieridechiudendogliocchi,immaginandodiesseretralestelle

eipianetilontani.

Leihasempreilsorrisosullelabbra.Cel’avevaanchequandolehannodettochenonavrebbemai

camminato.Mammaèscoppiataapiangere,inveceleihasorriso,lehapresolamanoelehadetto:

“Nonpreoccupartimamma,vorràdirecheinvecediballaregiocheròabasket”.

Èincredibilecome,avolte,lapersonachestamalefisicamente,siapiùsanaeforteinteriormente

deglialtri.Certo,anchelamiasorellinaavoltepiange.Masoloquandoèsola,aletto,unavoltaogni

tanto.Invecequandoèincompagniatirafuoriisuoisorrisoniedivental’animadellafesta.Qualche

volta la trovo fuori casa, di sera, con addosso il pigiamino e avvolta nella sua coperta viola che

ammiralestelle.Unavoltamisonosedutaperterra,accontoallasuacarrozzina,ehoguardatoil

cielonotturnoconlei.Aduncertopuntohachiusogliocchiehaparlato:“Sai,nonèlalunachemi

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interessa.Certo,èbella,masolovistadaqui.Inrealtàsonolestellelamiapassione.Vogliovederle

davicino,nonvoglio solo sognarle, voglio toccarle”. Io sono rimasta in silenzio.Non sapevocosa

dire.Sinceramentemivenivaunpo’dapiangere.Sì,insomma,lamiasorellinahaunsognoeionon

possofarenulla,nonpossoaiutarla.Inquesticasicisisentedaschifo.Inutili.Leideveavercapito

comemisentivoperchéhaapertogliocchiemihaguardata.Anche inquestoèbrava,acapire i

sentimentidellepersonee farlestarmeglioconqualcheparolaoconunsorriso.Anchesequella

seramihafattounsorrisounpo’sbilenco,triste,emihadetto:“Nonècolpatua.Losai.E ioso

anchecheforsenellospaziononcipotròmaiandare,echevoinonmeloavetedettopernonfarmi

staremale.Ma vedi sorellona, io non dico che posso fare tutto, dico solo che lo farò lo stesso,

nonostantetutto.Nonostantelagentenoncredainme,nonostantequalcunomiridadietroquando

dico che voglio fare l’astronauta. Riderò io quando scatterò una foto della terra dallo spazio. So

anchechelestellenonsipossonotoccare.Manonmiimporta.Solodirechefaròquestecose,solo

direadalta voce ilmiodesiderio,mi fa starebeneemidaun sensodipaceedi tranquillità. So

anchechequandoqualcunomivedeperstradaemisorridelofapercompassione,eioricambioil

sorriso,perchéquestacosamifaridere.Nonhobisognodicompassione,hobisognodirispetto”.

Hafattounapausaperfarmiassimilareiltutto,epoihaconclusoconunafrasechemihalasciatadi

stucco:“Etumirispetti”.Nonsoperchéquellaseramihadettoquellecose, forseperchévoleva

chesapessilaverità,cioècheleinonvolevafermarsi,cheleisarebbeandataavantiadognicosto.

Macheleservivailmioaiutoperfarlo.Daquellaseramisforzodifarel’impossibileperaiutarla.La

porto inognimuseo,mostra,oqualsiasi cosaabbiaa che fare con lo spazio. Anche seadessoè

cresciuta,lospaziorestalasuapassionepiùgrande.No,nonlospazio,nonlaluna.Lestelle.Nonha

di certo accantonato il suo sogno, no di certo, lei è una che non molla. Lo ha solo…messo sul

comodino, comedice lei,perché i sogninel cassetto fanno lamuffa.Adesso studiaperdiventare

astronoma.Lestellerimarrannosemprenelsuocuoreechissà,magariprimaopoisarannoanche

nellesuemani.Ionesonoconvinta,sonocertacheungiornosaluteròfieralamiasorellinaprima

chepartaperlospazio,equandotorneràindietrociporteràunafotodellaTerrascattatadalei.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'VITACOMPLICATADAUNABOTTIGLIETTAD’ACQUA’

GaiaZappiaLiceodelleScienzeUmaneeScientifico"ReginaMariaAdelaide"(AO)

MeritevoledisegnalazioneCategoriaC:ScuolaSecondariadiSecondoGrado

Gentile Signore che si occupa di prelevare i soldi dalle macchinette, le scrivo per chiederle il

rimborso di 1 euro perso in data 12/01/17. Lo so che forse un euro non è forse tutta ‘sta gran

somma,peròvede,nondisponendodiunafonterinnovabiledidenaroaldi fuoridiquellichemi

regalanoinonniperNataleedovendoinoltrespenderebuonapartedeimieisoldiinmensa(dove

tral’altrosimangiapuremale),misentoindoveredirichiedereciòchemispettaperdiritto.Forse

leinteresserebbesapereledinamichedell’incidente,oforseno,mapersollecitarelasuacoscienza

glieleillustreròcomunque.

Innanzitutto l’azione si è svolta a scuola dove l’intervallo dura sempre troppo poco e o scegli di

mangiareosceglidiandareinbagno,dicertononpuoifareentrambelecosesecitieniatornarein

classe in orario (se solo avessi colto l’occasione di candidarmi come rappresentante di Istituto,

probabilmentelasituazionesarebbeorabendiversa).Insomma,eral’intervallo,DobbyeWhinky,-

dicuinonriveleròiverinomiperrispettodellaloroprivacy,maicuinomifittizifannobenpresagire

lalororealenatura:quelladielfidomestici-,dicevamoDobbyeWhinkyavevanosceltodiandarein

bagnoesonouscitedall’aulaprimacheiopotessivederle.Unavoltaaccortameneeraormaitroppo

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tardienelmentrehopercepito l’impellentebisognodidissetarmi.Purrimanendocoscientedella

miaquasitotaleincapacitàdicompiereazionirichiedentiuncertolivellodimanualitàesoprattutto

di sentire, inun impetodiautostimahodecisodiprovvedereda solaall’acquistodiunabottiglia

d’acquanaturalepressounadellevostremacchinette.

Devesaperecheiosonocompletamentesorda,mapropriopiùsordadimianonna.Disolitoperò

mi salvo sorridendo e annuendo. Inoltre ho una scarsissima capacità di usare decentemente le

mani,manonsoperché.Tornandoanoi,misonodirettaquindiverso lasuddettamacchinettae

una volta lì ho schiacciato il tastino dell’acqua per informarmi sul costo: 30 centesimi. Visto che

dietro dime la folla iniziava ad accumularsi, colmio fedele portafoglio inmanoho raggiunto un

tavolo vicino per contare gli spiccioli. Trovati i 30 centesimi sono tornata dunque davanti alla

macchinetta,prontaa compiereuna figuracciadopo l’altra. Iniziamoconordine. Innanzitutto,mi

scusosequestamiaaffermazionepotràoffenderla,nondeveprenderlasulpersonale,eppurenon

capisco la necessità di un sistema per l’inserimento delle monete diverso dalla classica fessura.

Aspettandomidivederneunahofissatoinsistentementelamacchinetta,poiilragazzoinfiladopo

di me che, ci tengo a precisare, non era nemmeno carino. A questo punto ho fissato ancora la

macchinettaperalcuniistanti,riflettendo,einfinemisonogirataversoilragazzo.

“Scusa,madovedevomettereisoldi?”

Emihaindicatoquellaspeciediascensorepermonete.Senzaparole.Convintaquindicheilpeggio

fossepassato,viho inseritotuttaconvinta i trentacentesimiehoattesocandidamente.Ferma. Il

ragazzo, pace all’anima sua, dubitando delle mie facoltà mentali ha preso l’iniziativa tirando la

moneta verso l’alto. “Ah”. Ho premuto una seconda volta il pulsante dell’acqua e, morta di

imbarazzohoaspettatochescendesse.Nonèsuccesso, incompensohorealizzatocheavreifatto

meglioatenermilasete.

Si prepari, che adesso entra in scena il fantomatico euro! Già, perché per motivi a me ignoti il

ragazzo l’ha tirato fuori dal portafoglio,me l’hadato in rigoroso silenzio (che immagino sia stato

fruttodell’avernotato i voluminosi apparecchi chepoggiavano sullemieorecchie), le nostredue

manisisonoavvicinate,sisonotoccate,cisiamoguardatie…l’euroècadutoperterra.Sacosa

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pensoavolte, signoredellemacchinette?Che ioaBridget Jonesunpo’ ci assomiglio,ecco, sono

goffa, impacciata, faccio un sacco di brutte figure, non posso mettere i tacchi ma cammino

comunque come una papera ubriaca, purtroppo non ho Colin Firth e Hugh Grant chemi vanno

dietro, non fumo, però ai compleanni un bicchiere me lo bevo e mamma si arrabbia perché

camminoscalzapercasa.Fattostache,conatteggiamentomoltorassegnato,misonochinata,ho

tentatodiflettereleginocchia,ditrovarelamonetasebbenequandoguardiinbassovedasfocato,

ho,insomma,messoinbellamostrailmiosedere,peròallafinel’hoafferrata(sorprendentemente,

in questo lasso di tempo la campanella non era ancora suonata) e l’ho data al ragazzo. “Puoi

metterlatu?”ehaobbeditosenzabattereciglio.

Magicamenteecomerisultatodiunlungoprocesso, labottigliettad’acquasièfinalmentetuffata

verso il basso e io, a questo punto dovrebbe averlo capito, ovviamente non sono riuscita ad

afferrarla.Mailragazzochemihasoccorsaquestavoltaeradecisamentepiùgnocco.Conlacoda

tra le gambe sono infine scappata con ilmalloppo inmano…e l’eurodi restoè rimastoappunto

nellamacchinetta.Chedemente!Pensarechemenesonoresacontoquandoormaistavotornando

acasa,presacom’erodaldeprimereperl’ennesimofallimentopersonale.Stavopropriodicacca,se

sipuòdire.Poiperòhorealizzatocheinfondolascuolaèenormeedueragazzinonsonocittà,esa

unacosa?Quasiquasiciriprovo,malaprossimavoltacontrolleròfindasubitodiaveredietroun

belgiovane.Misembraun’ottimatecnicadirimorchio,già.Aspettosuenotizie,esoprattuttoimiei

soldi.

Conossequi

X.X.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”,2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'SONOQUELCHESONOANCHEGRAZIEALEI'

MariasoleSturaroLiceoScientificoStatale"AlviseCornaro"(PD)

MeritevoledisegnalazioneCategoriaD:Categoriariservataafratelliosorelledipersonecondisabilità

Chiara.Chiaraèunabambinadi11anni,cometantealtre.

Masehodaraccontarequalcosasudilei,unmotivocisarà.

Leiha laSindromediDown,eprobabilmenteadessopenseretechenonèpiùunabambinacome

tantealtre.

Chiaraèmiasorella,ancheseinrealtàdisanguenonloè.

Eropiccola,mamiricordoancoraquantodabambinadesiderassiunasorellina,conlaqualepoter

condividerepiccolecosecomegiocare,ridereelitigare.

Il3gennaio2006,avevo5anni,lamiavitainiziòacambiare.Imieigenitoriavevanorealizzatoilmio

desiderio e portarono a casa una bambina appena nata, con le guance tondeggianti, gli occhi a

mandorlamoltoscurieconlalinguachesporgevasemprefuoridallelabbra.

La vidi la prima volta in una culla insieme amoltissimi pupazzi, ne ricordo in particolare tre: un

orsacchiotto piccolino con un vestito rosa, una bambola di stoffa totalmente bianca (che poi

decorammo con i pennarelli dandole un nuovo aspetto) e quello più importante, l’unico

sopravvissutointuttiquestianni,unarana,congliartilunghissimielaboccaegliocchigrandi.

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Avevomoltissime domande riguardo al suo arrivo e imiei genitori sono sempre stati sinceri nel

raccontarmi quello che stava accadendo.Mi dissero che la mamma biologica di Chiara la aveva

abbandonatanell’ospedaleincuieranataechequindiavevabisognodiunafamiglia,midisseroche

per poterle salvare la vita aveva subito un’operazione appena nata emi dissero che lei non era

uguale a tutti gli altri, ma che appunto aveva la sindrome di Down. Anche se bisogna dire che

quest’ultima cosa non mi diceva molto, probabilmente perché non sapevo ancora di cosa si

trattasse.

Noncapivoinfatticosavolesserointendereconlaparola“diversità”,perchéancheseChiaraaveva

alcunitrattiparticolari,nonmisembravapoicosìdifferentedaglialtri.

Colpassaredeltempoiocominciailascuolaelementareelìerocontentissimadipoterraccontareai

mieiamicidiquestonuovoarrivoinfamiglia,senzadovermiscontrareconalcunproblema.

Ebbiperò,unaallavolta,un’altraseriedidomandedaporreaimieigenitori,come:“Sepotevate

sceglierevoilasorelladaportarmi,comemainonl’avetesceltanormale?”.Oppure:“Avetepensato

alfattochequandosarògrandedovròoccuparmiiodilei?”.Eancora:“Nonpensatecheconilsuo

arrivoiniziereteatrascurarmidatocheleiavràbisognodipiùattenzioni?”.

Durante gli anni della scuola media sentii un cambiamento, incominciai a vedere mia sorella

crescere e anche se aveva già incominciato a camminare notai che faceva fatica ad imparare a

parlare,scrivereecontare.Fucosìcheiniziaiacapirecheleierapiùlentadeglialtriafarequalsiasi

cosa;certo,escludendoilfattocheriuscivaatoccarequalsiasioggettoperpoiometterloinboccao

giocarcioromperlo.

Inoltrenellamianuovascuola,nellaqualeavreidovutopassareitreannisuccessivi,nonconoscevo

nessuncompagnoediconseguenzafecinuoveamicizie.Tuttequestepersone,però,nonsapevano

nulladime,equindinemmenocheavevounasorellaadottataeDown.

Questaèstatalafasedellamiavitaincuisenessunomichiedeva,iononraccontavodiChiaraese

invecechiedevanodachieracompostalamiafamiglia,milimitavoadirecheavevounasorellapiù

piccola(mascendevoneldettagliosoloconleamichepiùstrette).

Negliannihoosservatolareazioneeilcomportamentodiquellepersoneacuiraccontavodimia

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sorella e con mia grande sorpresa loro non mi hannomai preso in giro e non hanno cambiato

l’atteggiamentoneimieiconfronti.Alcontrario,sonosemprestaticarini,siinteressavodisaperela

suastoria,michiedevanoechiedonotutt’oracomesta;einparticolarequandoneparloadessoche

ioeimieiamicisiamopiùmaturi,pensanochesiaunacosapositivapercertiaspetti.

Inoltre,spessomivienedettochesonounapersonabuona,avoltaanchetroppo,emispieganoche

adessonecapisconoilmotivo.Perché,nesonoconvintaancheio,senzaChiaranonsareicomesono

ora.

Quando dico che nonmi aspettavo questo tipo di reazione da parte loro, intendo che perme è

difficile pensare come vedano dall’esterno la mia posizione, dato che io l’ho sempre vista

dall’interno,eavevopauradeiloropregiudiziechepotesserocambiareilmodoincuimivedevano.

OrasonointerzaliceoemisentofinalmenteingradoeindoverediparlareliberamentediChiara.

La potrei definire “La signorina no”, questo perché a ogni proposta che le viene fatta di istinto

risponde sempre “no”, ovviamente a meno che non sia una domanda inerente al cibo (adora

mangiareelepiacetutto,quindiinquelcasorisponderebbesicuramentesi).Poi,quandovuoleun

qualcosa, ti sfibra fino a quando non la ottiene, e se una cosa non le va bene si lamenta fino a

quandononvienefattacomevuole.Diciamocheleihaleideemoltochiaresucosadesideraecosa

noeavoltediventadifficile farlecapirechenontuttopuòessere fattoasuomodo,chebisogna

essere pazienti ed è giusto rispettare e ascoltare le idee altrui. Pur essendo testarda e lenta ad

impararealcunecose,bisognariconoscerechecapiscetuttociòchelevienerichiestodifare,chedi

conseguenzafa,vantandosipoidiesserciriuscitadasola(congrandesoddisfazione).

Chiaraspessopuòesserescontrosa,maquandovuole,saesseremoltodolce,etivorrebbevogliadi

abbracciarlaecoccolarlaperora;solitamenteleiricambial’affettuositàconibambinipiccoli,congli

animali(cani,gatti,conigliecc)oconpersoneselezionatedalei,comeadesempioilsuopapàela

suamamma,ipapàdeisuoiamici,lasuababysitter,tuttigliziieicuginiespessoancheconme.

Mavoipotrestechiedervi,nellamiavitacheincidenzahaavutolasuapresenza?

È una sensazione nuova quella di poter raccontare tutto ciò che ho provato. Ma adesso sto

arrivando a delle considerazioni e posso incredibilmente dire di essere stata fortunata. Ecco, la

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situazionepiù indescrivibilechehoprovato,è ingenerale il turbinediemozionichehaprovocato

Chiaraintuttiquestianniinme.

Sonopassatadamomentidigioianelvederlacrescereemigliorareadalcunipienididomandeedi

paure. Edè inutile ignorare i lati negativi, perchéesistonoanchequelli enelmiopercorso cene

sonostatimolti.Primac’è statounperiododi immaturità,nelqualemivergognavodiavereuna

sorella “diversa”, lo vedevo comeunmio punto debole, una fragilità, che non potevo scoprire e

mostrareechequindimisentivocostretta,purconilsensodicolpaanascondere.Poic’èstatala

fasenellaqualeeropienadi interrogativisucomemidovessicomportareconlei,evolevosapere

più in dettaglio quali problemi comportasse questa sindrome. Infine, ci sono stati i momenti di

paura, incuimipreoccupavocomesarebbestato ilsuofuturomaanchedicomesarebbestato il

mio,perchémichiedevoquanteattenzioniavreidovutoprestarleunavoltagrandie inchemodo

avreipotutorenderelasuavitabellacomeloèora,ancheseungiornononcisarebberostatipiùi

nostrigenitoriadaiutarci.

Finoadadessoha sempreavuto tantissimepersoneaccantoche levoglionobene,unacasa,una

camera con mille giochi tutti per lei; per non parlare di tutte le attività che frequenta o ha

frequentatocomefisioterapia,musicoterapia,logopedia,psicomotricità,nuotoeginnastica.Espero

quindicheancheinfuturopossaaveretuttociòdicuihabisogno.

Lacosapiùbellainveceèrendermicontodiquantoquestaesperienzasiastatapositiva.

Primadituttomihafattomaturare,maturareinteriormente,inunmodochesolochihavissutouna

situazione simile può comprendere a pieno. Ho imparato a non essere superficiale, a non avere

pregiudizi sugli altri per le lorodiversità senzaprimaaverli conosciuti. Poi ho imparato a trovare

sempreunlatobellodellecoseeciòchepuòsembrarebruttoall’esternoall’internopuòcontenere

ilpiùgrandetesoro.

Sono riuscita a scoprireme stessa e a capiremeglio chi sono. Affrontando lemie paure e imiei

dubbi, consapevoledellemie fragilità.Ho imparatoancheaesseregenerosa rendendomisempre

utile aiutando gli altri, ad essere socievole con chiunque incontri, perché ho scoperto che ogni

persona,perquantiproblemiodifettipossaavere,puòsempredonartiqualcosa.

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L’unicacosacheancoranonsoècomeleivedame;sperocomeunpuntodiriferimento,perchéè

proprioquellochecercodiesseresindaquandoeravamopiccole.Masaròcuriosadichiederglielo

quandosaràpiùgrande.

“Inordertobeirreplaceableonemustalwaysbedifferent”–CocoChanel–

Significa“Peressereinsostituibilibisognaesserediversi”.

Quindièimportantenotarel’unicitàdiunapersona,prenderlacosìcomeèerendersicontochenon

cisaràmainessunougualealei.

ComenelcasodiChiara,perchénessunosaràmaicomelei.

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'DIVERSONONÈMALEÈSPECIALE'

ChiaraSchiavoLiceoArtisticoStatale"AmedeoModigliani"(PD)

MeritevoledisegnalazioneCategoriaD:Categoriariservataafratelliosorelledipersonacondisabilità

Nonmièmaipiaciutodefiniremiasorelladisabile,nonmièmaipiaciutousarequestoterminein

generale.Nonsofornireunaspiegazionespecificadelmotivo,forseperchéalgiornod’oggiquesta

parola ha assunto un valore dispregiativo talmente accentuato che non voglio etichettarlo a

nessuno,oforsesemplicementeperchémisembralimitativo.

Troppospessocisoffermiamosuilimitiesuidifettidellepersone,nonvalorizzandoinvececiòche

sonoetrascurandociòchehannodaoffrirci.Moltospessocataloghiamolepersoneconsiderando

solo i lorodifetti, leclassifichiamoperciòchenonsono ingradodi fare.Tuttiabbiamodei limiti,

alcuniliabbiamodinatura,altriceliimponiamonoistessi,perpaura,perchénascondercidietroa

muricheciautocostruiamointornoèpiùsemplicechemostrarcianudoestabilireuncontattocon

l’altro, affrontare una determinata situazione. Alcuni hanno limiti più ristretti di altri, alcuni per

scelta,altriperchéèsemplicementecosì.Avoltesiamonoiadaffibbiare limitiaglialtri, talmente

convintichelorononriescanoasuperarliche,conilnostrocomportamentoliautoconvinciamoche

siarealmentecosì,anchequandononloè.

Miasorellahatantilimiti,masicuramentenonnell’affetto.Quandopiùditrediciannifaho

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proposto il nomeGaiaper la sorellina chedesideravo tantoe cheoramai stavapernascere,non

pensavo al significato del nome, nella mia testa suonava bene, rievocava unamelodia allegra e

felice e questomi sembrava sufficiente.Ora so che non avrei potuto scegliere nomepiù adatto.

Gaiaègaiadinomeedi fatto,èunvulcanodiaffettoefelicitàchedistribuisce indistintamentea

tutti.Gaiacheaccoglie tutti conunabbraccio, cheparlaconchiunque le siavicino, inqualunque

situazione,Gaiacheriescesempreastrappareunsorrisoeafartiridere.Nonèunapersonaseria,

nonloèmaistata,nonriesceadesserlonemmenosesiimpegna.Èsemprestatal’oppostodime,

unanimodapalcoscenicocheadoraesserealcentrodell’attenzione.

Mi sono sempre chiesta per quale motivo le piacesse fare la sciocchina, improvvisare assurdi

dialoghi,ballettieversi.Nellamiatestanonavevanessunsenso,erasemplicementestupido.Mici

sonovolutianniperrendermicontocheforselofacevaperfarridere,pervederelepersoneintorno

aleifelici.Lofacevaconcuorecolmodibontà.

Non sempreè stato facile, quandoeravamopiccole lo eradi più, poi crescendo ledistanze sono

aumentate.Quandoènataerotroppopiccolapercapirecosavolessedirecheleieradiversa,non

vedevonientedisbagliatoinlei.Eramiasorellaequestobastavaafarleaveretuttoilmioamoree

le mie attenzioni. Lei non riusciva a camminare? Non aveva importanza, se per giocare era

necessario camminare, si modificava il gioco. Così quando giocavo con le mie amiche, ognuna

prendevainbracciolapropriasorellinaesicorreva,saltavaeballavacosì.Peribambinièpiùfacile,

i bambini non vedononulla di negativonelledifferenze, è ilmondo in cui viviamoa evidenziarle

mettendolesottounalucenegativa.Benprestomisonoritrovataanch’ioascontrarmiconilmondo

chevedevainleiqualcosadisbagliato.

Erano tante le cose che avrei voluto fare con lei e con tutta la mia famiglia, ma le difficoltà,

silenziose, s’infiltrarononellenostrevite. I suoi limiti crescevanocon leied io iniziavoa sbatterci

contro. Diventava sempre più difficile andare in giro: faticava a camminare e si stancava

velocemente, al parco divertimenti le giostre che Gaia poteva fare erano poche, e se prima,

entrambebambine,eravamointeressatepiùomenoallestesse,oraeradiverso, iocrescevoemi

aprivoalmondodegliadolescentieadulti,iniziandoasperimentarequalsiasitipodiattrazione

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adrenalinica, mentre lei benché gli anni passassero, rimaneva una bimba gioiosa legata ad un

mondochepermeavevapersoilsuofascino.Allostessomodoquandoandavamoinmontagnanon

potevamopassarelagiornatatuttiinsiemearincorrercisullepistedasciiperchémiasorellanonera

ingradodisciare.Laparolad’ordineeradiventatariorganizzazione:nonabbiamomairinunciatoad

andareinvacanzaoalparcodivertimenti,abbiamo“solo”fattodellemodificheainostripiani:così

quando andavamo in giro ci dividevamo, io andavo conmammaeGaia con papà o viceversa, in

questomodoognunoriuscivaafareciòchevoleva.Questononcihamaiimpeditoperòdipassare

momenti tutti insieme, perché per quante differenze ci possano essere, c’è sempre un punto

d’unione.Ecosìalparcodivertimenticreavamoinostrimomenti insiemeguardandoglispettacoli

proposti, facendo pic-nic, andando insieme sulle attrazioni più semplici. In montagna, invece di

rincorrercisuglisci,gareggiavamoconglislittiniemodellavamofamigliedipupazzidineve.Questa

nuovaalternativasièrilevataaddiritturapiùdivertentedelpianoiniziale.

Devoesseresincera,all’iniziononmipiacevaaffattoladivisionefamiliare,nonmipiacevailmodoin

cuialcunepersoneciguardavanodisbiecoenonsopportavo il fattochemiasorellaparlassecon

chiunquelecapitasseatiro.Crescendoavevopersolaspensieratezzadellamebambinaeciòaveva

incrementato idubbi, lepreoccupazionieavevaallargato ildivario trameemia sorella.Mi sono

ritrovataamisurarequotidianamentelediversitàcrescentitranoiedistanziarmidaleisemprepiù.

Noncapivo.Questoerailproblema,noncapivoquandoeraseriaoquandoscherzava,noncapivo

quali erano i limiti oltre i quali i suoi pensieri non riuscivano a spingersi. Non capivo. E più mi

sforzavo di capire,meno ci riuscivo. Il risultato? Avevo i nervi a fior di pelle e il cuore talmente

pesantedanonriuscireavolare finoal suochesi libravanella spensieratezza.Nonerocome lei,

nonloeromaistata.Cercavodietroisuoiocchilerispostealledomandecheincessantementemi

punzecchiavanoilcervelloenelsuosorrisosghembolaserietàdellesueparole.Mitormentavocon

queste domande, cercando di razionalizzare ogni cosa, cercando risposte che in realtà non mi

servivano,ma almomentomi sembravano importanti. Avrei solo dovuto aprire il cuore e lasciar

andare i pesi chemi ancoravanoa terra, impedendomidi raggiungerla.Non sodire con certezza

cosamibloccasse,forseunpo’avevapaura.

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Lasuadisabilità,malgrado ledifficoltà,nonèmaistataunpesoperme,forseperché l’hovissuta

quasicomenormalitàesicuramentequestolodevoallamiafamiglia.Holafortuna,loriconosco,di

avere due genitori che mi hanno sempre capita e che mi hanno insegnato ad amare

incondizionatamente, a vedere il bello delle cose non soffermandosi sui difetti, che mi hanno

trasmesso valori sani eonesti. È anche grazie a loro se sono sempre stata aperta alla diversità e

credovivamentechevadarispettata,diqualunquetipoessasia.

Disabile,diversamenteabile,invalido,handicappato,portatoredihandicap,ormaicisonofintroppi

termini per rinchiudere queste persone di una categoria a parte, ma la cosa che dobbiamo

innanzitutto ricordarci è che sono persone, esattamente come noi. Queste persone “diverse” ad

alcunisembranosbagliate, incomprensibili,nonall’altezza,masepensanoquestosonoloroanon

essere all’altezza.Magari hanno delle difficoltà in più,ma hanno un cuore grande,molto spesso

anchepiùdelnostro.Tantevoltebasterebbe smetteredi lasciare che siano ipregiudizi a ritrarre

una persona, smettere di razionalizzare e lasciare che sia il cuore a guidarci nelle nostre azioni.

Lasciarechelorociguidinoeattraversoiloroocchicifaccianovedereilbellodellecosechenoinon

riusciamo più a vedere, accecati come siamo dai nostri problemi. Eppure loro che dovrebbero

averne molti più di noi, di problemi, non mi abbandonano a rabbia e odio, ma amano

incondizionatamente.

Se consideriamoquestepersonediverse,di conseguenza ci riteniamonormali.Ma cosa vuoldire

normale?L’ideadinormalitàèamiopareresoggettiva,ognuna latrova inciòacuièabituato, la

definisce in base al suo vissuto. La realtà è che siamo l’unodiversodall’altro, normale è solo un

idealechecipiacecostruirenellanostramente,macheesiste.Dovremmosmetterladinasconderci

dietro a termini per classificarci e identificarci, siamo tutte persone, questo è ciò che possiamo

considerarenormalità,questaèlabasediuguaglianzasucuiognunodinoicostruiscelasuaidentità

nelladiversità.Ognunodinoihaunnomeproprio,haqualità,difetti,carattere,limitievirtù.Siamo

tuttidiversi,madiversononèmale,èspeciale.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'PERFARTISORRIDERE'

SaraMaiettiLiceoClassicoXXVIFebbraio(AO)

Vincitrice

CategoriaC:ScuolaSecondariadiSecondoGrado

Irene,labambinadellaquartaA,ècosìcarina.Haicapellichiari,lelentigginielasediaarotelle.La

vedo tutti i giorni all’intervallo: il suo grembiule è rosa chiaro con unamargherita ricamata sulla

tascadestra; a volte i bambini delle altre classi, tutti uguali nelle lorouniformiblu, la indicanoe

parlanotra loro…eppurenonvedonientedimalenelvestirsidiuncolorediversoperrisaltarefra

tanti.Anche iomidistinguoperò:vadoparticolarmentefierodellemacchiecoloratedipitturasul

collettobiancodelmiogrembiulescuro.Amammanonpiacciono…magariadIrenesì.

Ognitantolepassodavanti,mostrandocondisinvolturailcollettopitturato,enon“sporco”,come

dicono imiei genitori; a volte provo a passarmi unamanonei capelli comeho visto fare damio

cuginopiùgrande,chesisistemailciuffoedicechealleragazzepiace.Solocheinquestoperiodoci

sono i pidocchi a scuola, e lamammamihaportatodalla parrucchiera, lasciandomi in testaben

pocodasistemare.

Nonfanulla.Magarilepiacciodipiùcosì.

Nonparliamotanto,Ireneedio,quindinonpossosaperlo;quandolehochiestochipreferissetra

SupermaneBatman,nonsembravatroppointeressata,quindi,scoraggiatoinpartenza,hoevitato

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di chiederle il suo personaggio preferito dei cartoni, e non sono riuscito a completare il mio

personalissimoedinfallibiletestdicompatibilità.

Irene,inrealtà,nonparlatantoneancheconlebambinedellasuaclasse:nongiocaconlebambole,

non ha il telefonino con i trucchi che spopola tra le bambine della nostra età e non simette lo

smaltoviola,concessodallemammesoloallebambinedavvero“popolari”.Diquestosono felice,

chenonsiacomelealtre.

IlmercoledìlaquartaAvainpalestra,maIrenevienesempreafarelezioneconnoiinquartaB.

Io non aspetto altro tutta la settimana, ma credo che per lei non sia lo stesso: glielo si legge

nitidamentenegliocchi,losicapiscedacometieneserratelelabbra.

PuòdarsichelestiaantipaticoLuca,cheèrumorosodamatti,ecredocheessereobbligatiastargli

vicinononsiapiacevole…mapuòdarsichelestiaantipaticoilfattodinonpotersibucareipantaloni

facendolescivolatesulpavimentodellapalestra.

Gliel’hochiestoallamaestra,difarlavenireconnoiilgiovedìafareginnastica.

“Nonèunaquestionedigiorni,Matteo”–miharisposto.

“Nonlevadifareginnasticaassiemeanoi?”–hoinsistito.

“Nonsitrattadiquesto.SeiabbastanzagrandepervederecheIreneusalasediaarotelle,nonpuò

fareginnasticaconglialtri”–hadettolamaestra.

“Io…iosonoabbastanzagrandepercapirechenonèimportantel’oggettosucuièobbligataastare

seduta”.

OggimisonoavvicinatofischiettandoadIrene,conlemaninelletaschescucitedelmiogrembiule.

Leimihaguardatoemihasalutato,senzaalzarelosguardo.Hodecisodiprenderelasuasediaa

rotelle grigia e di spingerla per il corridoio: a quel punto Irene aveva alzato lo sguardo eccome,

lanciandomi un’occhiataccia che se fosse stata una palla da basketmi sarebbe arrivata dritta in

mezzo agli occhi, lasciandomi unbernoccolomica da ridere. Io le ho sorriso. I suoi occhi si sono

addolciti,edèstatocomeseilpalloneduroeruvidosifossetrasformatoinunapalladispugna.

“Dovemiporti!?”–avevaprovatoadirmiconlavoceseria,maleerascappatounrisolino.

Oggièstatalaprimavoltaincuil’hofattaridere.

Nonlehorispostosubito,misonolimitatoasvoltarenell’auladiarte.

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“Eadesso?”–miavevachiesto.

Eroperfinoriuscitoafarlaincuriosire.

“Qualèiltuocolorepreferito,Irene?”

“L’azzurro.Eilrosaanche,eilgiallo.Peròilpiùpreferitoèl’azzurro.Perché?”

Hospostatounasedia,cisonosalitosopraehopresoilbarattoloditemperaazzurraeduepennelli

dall’armadio.

“Lamaestrasiarrabbiasedipingiamolatuasediaarotellediazzurro?”–lehochiesto.

“Credodisi.Maperessernesicuridovremmoprovare…”.

Insomma, quando ho riaccompagnato in classe Irene, e la maestra mi ha ritirato il diario per

mettermiunanotaerichiedereunincontroconimieigenitori,larispostaèstatapiuttostochiara.

PeròIrenesorrideva.

Sua mamma ha chiamato la mia, per dirle di non preoccuparsi, che la sedia a rotelle non era

rovinata,anzi,eracarina.Sì,certochedipingerladopoaverchiestoaleiilpermesso,magarinona

scuolaesenzasporcareuninteropavimentosarebbestatomeglio,avevaanchedetto.

Però,Irenesorrideva.

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'NONSEMPREÈMATEMATICA’

FedericoGrassettoScuolaPrimaria"SanGiovanniBosco"diSanPietroViminario(PD)

VincitoreexaequoCategoriaA:ScuolaPrimaria

Leihagliocchimarronisempreattenti,unvisotondochemisorridesempre,èaltaemagra…aimiei

occhièbellissima!

Permeèunapersonaspeciale,diversadallealtre,perchémidàaffetto,micucinatantecosebuone,

chesiavicinaolontana,miseguesempre…inunaparolaèlamiamamma.

Mi sono sempre chiesto perché ha il tagliandino degli invalidi in auto, non ho mai visto però

carrozzineobastonipercamminareetantomenol’hovistastarmalemale.

Ilgiornodellarispostaèarrivatoquandolamaestracihaaffidatounlavorosultema“Diversamente

abili”.Avevogiàpensatoaunpossibileprotagonistadellamiastoriafantastica,nehoparlatoconla

mammaperconfrontarmiedalnostroconfrontohodecisodifaredellanostrastoriailmiotema.

Ilsuopercorsoèiniziatodurantelamiainfanzia:quandolechiedevodigiocareconmeelei,ilpiù

dellevolte,michiedevadeltempoperriposare.Alloraiolacoprivoconlamiacopertinaelerestavo

accantoinattesadiunasuaripresa.Quandoleisidecidevaadirmi:“Okcampione!”,iosaltavodalla

gioia.

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Purtroppoilconfortodellamiacopertinanonsempreèbastatoe,alcunevolte,stavacosìmalechei

nonnimivenivanoaprendere.Oracapiscochesepermequelmomentoeraunagioia(trascorrere

deltempoconinonnièsempreundivertimento!),perleinonloera.Nonostantetutto,leisisveglia

sempreconungrandesorriso,perchésachecisonopersoneconlasuastessamalattiachestanno

peggiodileiquindisadiesseremoltofortunata.Leiapprezzaemifaapprezzareogniattimodella

nostravitainsiemeperchésaquantoèpreziosaenonladàperscontata.Datuttaquestastoriaho

imparatocheladisabilitàèunvalorechetifaamareevalorizzaredipiùlavita,perché,sepermeè

normale correre, giocare, colorare e svolgere una vita autonoma, per un bambino diversamente

abiletuttoquestoèpiùdifficile,masicuramentesadareunvalorepiùgrandeallepiccolecose.

Io,ilnomedellamalattiadimiamamma,nonriescoproprioaricordarlomasochehaachefarecon

lamatematica…Mhh…finisceconmultipla,manonèun’operazionematematica!

Dicerto,quandoscleranonèsemprecolpamia!Ahgià,oraricordo:sichiamasclerosimultipla,per

gliamiciS.M.!

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'LOTTAREESOGNARE…SEMPRERESTASILENTELAMIAVOCE’

FrancescoEliaGiordaniScuolaSecondariadiPrimoGrado"Virgilio"diCostadiRovigo(RO)

Vincitoreex-aequoCategoriaB:ScuolaSecondariadiPrimoGradoScriveresembrafacileseseinormale,seautisticoseideviimpiegaretempoedenergiepersentire

cosavuoidireesentirti seguitoconpazienzaeamoredachi ti facilita.Perché ioscrivoconaiuto

dellascritturafacilitata.

Non sembro una persona normale, mio fisico è intrappolato in un corpo che sente veri stimoli

diversidaciòchepenso.Seriproblemihoaseguireilmiocomando.

Fare un’azione senza versi non scontato è per me, poi devo sempre combattere contro stimoli

continui che arrivano da esterno. Sono sempre troppo ferrei. Ansia sento con rumori, bionico io

sento in questo senso. Non mi piace sentire suoni e rumori troppo aperti, quando c’è troppa

confusioneiononsonosereno.

Il cotone nelle orecchie o le cuffie sonomodi per sentiremeno i rumori.Mi aiutano a trovare i

pensieriazzeccatiperstarecalmo.

Conlavistacommettoseriosivolidifantasiasuamabilicartoni.

Ci sento anche col tatto come tutti. Nuotare si acqua mi piace. Sento amabile acqua sinergica

sull’ansiosocorpomio.

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Conodoriho lottaper lepuzzeche sento solo io.Con il sapore salatoconatimivengono, con la

cioccolatahoiomioamore.

Amoiosaporisentire,iosentoseunacosamipiaceveramente.

Mipiaceascoltaremusica.Soascoltarediversemusiche,italiane.

Nonriescoparlare,sentoevedoparole,manonriescoadirle.

Quandosonostanco,silenziohobisogno,scappo.

Quandosonofelicerido,poisalto.

Senoncapisco,sonosenzaalternative.

Iosonoautisticoperchésututtoaiutibisognoho,serenitàarrivaquandosaicosadevifareconme:

sereno,fermodicarattereedecisodeviessere,cosìarrivaserenità,conlaconoscenzainsieme.

Iomiimpegnopiùvivereconnormalità.Iovogliocondurregioiapiùgrande.

Scrivere aiuta la comunicazione,mihadato lapossibilitàdi cambiare ilmodo in cui io vedevo le

persone,miaiutatohaamigliorareilmiomododivederechetuttiabbiamodei limiti. Iomisono

sentitocapito:sonostatofelice.Ioorascrivosentimentimiei.(Lascritturaè)tracciaperparlaredi

me.

(All’inizio) sentivo rabbiada fareuscireegioiaperessereaiutatoadireciòcheprovavo.Opposti

pensieriavevanolepersone,maioscrivevoimieipensieriperesserecontento.

Sapevochequestaeralamiastrada.

Sentivochesempremiannoiavanoconanalisidiquellochefacevo.Tiopprimelapietàdeglialtri!

Intendoipietosipensieri,ipietosiritualichetifannoprovarerepulsioneversolepersone.Oraseri

discorsisentono,anchesannochenoiautisticiabbiamounpensierologico.

(Quandononscrivevo)analisiavevosempreamabiledelle situazioni,masentivochesapevocose

chealtrinonpensavocapissioavevo lo sconfortodi stupidosentirmi.Certosentodi saperesolo

alcunecose,masochesonointelligente.

Sensazionidifelicitàmihasempreportatoscrivere,ascrivereserieamabilisituazionichediconociò

chesentoesempretaccio.

Se non scrivo comunico cambiando versione deimiei atteggiamenti amichevoli come abbracci o

ansiosisalti…

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Vorreiaiutoadessereautonomo.Stareconlepersonesenzasentireansia.

Sempliceamiciziatichiedo.Semplicecompagnia.Quandomiaiutanosorridoperchésonook,allora

io buono vivace sono. Io bolle di luce vedo più giocose. Io sono simpatico, rido con persone,

affettuoso,mioesserenonbisognocattiveriaha.

Sento sensazioni dentro di me come solitudine con ansia se a silenzio mi apri. Sonomiomodo

capacedisentireleemozionidellepersone.Seavessisuperpoteri,moltosapreiaiutareglialtri.

Aiuterei solo ipiùdeboli conamore sul suodolore.Aiuterei conamore solo chinonaiutovuole,

sicuridiaiutinonvoglionolepersonechepiùaiutihannobisogno.

Amici seri insieme decidono se stessi cose fatte insieme sono anche utili in qualche modo a

entrambi.Degliamici sentono i segretienon lidicono, iononoperoparole sono il giustoamico.

Sentimentisericondivido,sentimentidellestessedifficoltàaamiciavere. Ioserenitàhocondiviso

con amici disabili. Sentivamodi essere insieme a situazione seria dove sopportare, ci credevamo

stupidi e noi ci sentivamodei sfigati. Io cercavodi dimostrare che autisticononè scemo: severe

sedutehofattocertevoltepersapereseriodimostraredisaperedecisamentefare.

Aloroservesentimentidifiduciadeiserigenitori. Ioamicidevosentimentodecisamentedistima

rubata sentire se stanno bene. Certe emozioni sento die loro cuori sapienti deluse dal mondo

interno.Iocercheròdiferireaiutareaessereguidateaevoluzionefareinoperediperdono.

Nonservesempresentirerabbia,iosentodeiverisentimentideibisogniloro.Certosareteconvinti

chesembranoimiei.

Giudizioerratoèsenonioascoltate.

Io bisognoho voci basse e amore più sonobisognoso di amici avere. Sono aiutato da persone a

solitudinesentiremiaconsoccorsoaltrui.

Amicisericenesono.Avereseridiscorsiconamicideveesseregiudicatounasvoltadellavitadel

tuocuoresolitario.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

‘ILSAPOREDELLEMANI’

GloriaFranzinLiceoArtisticoStatalediTreviso(TV)

Vincitrice

CategoriaD:Categoriariservataafratelliosorellediunapersonacondisabilità

2013…

Unacrisiancheoggi.Nonlosopportopiù!

Sonoarrabbiata,spaventata.

Latempestacontinua.

Vedereimieigenitoriconlelacrimeagliocchimidistrugge.

Misentostupida,inutile,perchénonpossoagire.

Morsi,sberle,schiaffi,pugni,tuttisudiloro,

Manonmilascianofermarli.

Lecosestannoperesserelanciate,maallafinenientevola.

Sonosolaestoscrivendo.

Lanciasassicontrolaporta.

Éuscito.

Quellelacrimemidistruggono.

Continua.

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Basta,devefinirequestatempesta!

Edèinquestimomenticheloodio.

Odiomiofratello,odiol’autismo,quellaparolacherendelanostravitadifficile,macheallafineci

insegnatantecose.

Quandononsaesprimersidiventaaggressivo:picchia,morde,tiraicapelli,spinge,urla.

Famale.

Le emozioni, i dolori, sono difficili da spiegare, specialmente quando non si conoscono e

spaventano,ononsiècosìabiliausareleparole.

Inquestimomentipiùcheodio,provorabbia,michiedosempreperchéècosìeperchénonpossa

essere“normale”.

Poirifletto,larabbiasvanisce,emiricordocheèmiofratello,cheèumano,echenonavreipotuto

riceveredimeglio.Loso,forse,èstranodapensare,mapermeno…èilmioorgogliopiùgrande.

2017…

CaroDiario,

mio fratello è alto unmetro e ottanta e ha due enormi occhi color castano, che virano colore a

secondadellaluce,deltempoedelleemozioni.

Immagino.

Siguardaallospecchio,oraèunragazzo.

Sì!Éunragazzochesiguardaallospecchio.

Quegliocchiriesconoancheaparlare.

Esprimonolafierezzadiesserepropriounbelgiovanottoediesserecosìcom’è.

Sono proprio contenti della camicia bianca e della cravatta rossa brillante che indossa e non

vogliono aver paura di niente, vogliono che sia coraggioso, perché lui vale, è bellissimo e

intelligente.

Quellosguardosidistogliedallospecchio.

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Noiloseguiamoecogliamolesagomedeglioggettidellanostracasae,apparentemente,cisembra

che l’immagine riflessa nei suoi occhi possa essere uguale a quella di qualsiasi altro sguardo che

vedelestessecose,manonècosì.

Loro, autistici, nonvedono la complessità,ma si concentrano suunparticolare, cheattira la loro

attenzione,queldettagliocheècausadell’unicitàedelladiversitàdiquelsoggetto.

Anchenoi,personecomuni,riusciamoacogliereidettagli,soprattuttolediversità,chetantevolte

sonoundatodifatto,spessodifetti,e,sesonodifetti,alloraquellacosa,dobbiamolasciarlastare,

perchénonvale.

Preferiamoprenderequellaperfetta,piùbellaeugualeatuttelealtre.

Tralasciamo,dunque,chequellacaratteristicanonèsoloundifetto,maancheunpregio.

Non ci passa nemmeno per la testa, di pensare che quella cosa sia bella proprio perché è

particolare,seèunapersonaunapersona,aessere“difettosa”,omeglio,disabile,facciamofatica

adavvicinarci,adinteragire,apensarechesiaugualeanoi,perpregiudizioperpaura.

Iononhomaivistolasuadiversità,malasuaunicità.

Ricordo.

Luièentratoafarpartedellanostravitaquandoioavevosolounannoemezzo,l’hosempreamato,

l’ho sempre visto come un bambino normale, e quei “difetti” li ho sempre visti come delle

particolarità,unasuaproprietà.

Iosonounabambina,hocinqueanniehoicapellicastani,mipiacedisegnareesonotimida;luièil

miofratellino,nonamamangiaretantecose,sololatteefrutta,detestalamusica,irumori,nonsa

parlare,hapauradelcontattofisicoeperquestononpossodarglilamano.

Maèancorapiccolo,magariconiltempoimpareràaparlare,aspiegarsi,capiràchenonglifaccio

maleselotoccooloabbraccio.

Impareràaspiegarsicosìnonmipicchieràpiù,nonmitireràpiùicapelli,nonmimorderàeneanche

mammaepapà,emagarinon sentiròpiùquelleurla che fannomale,non soloalleorecchie,ma

anche al cuoricino. Questo era quello che pensavo,ma con il tempo non vedevomiglioramenti,

continuavaanonparlarecomenoi,aesprimersiconlecrisidiaggressività.

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Mamma e papà cercavano di spiegarmi cos’era l’autismo, di farmi vedere il lavoro che stavamo

facendo,dicuinonmiaccorgevo,perchépermeeranormale.

Eranaturalechemammadovesselavoraretantoconluiognigiorno,eranonormaliicartellonisulle

pareti,lacartaigienicaappesaallaportadelbagnopercontrassegnarelastanza,gliscatoloninerie

bianchi per le cose finite e da fare, Speedy Gonzales in macchina, per spiegargli che dovevamo

uscire.

Tuttoassolutamentenormale.

Mamifacevarabbia,pensavoerimproveravoimieigenitoridinonfarenienteperlui:nonvedevo

néillavoronéiprogressi.

Finché a otto anni sono riuscita a guardare conocchi diversi, a vedere il lavoro allemie spalle, i

piccolipassifatti,efinalmentehocompresocos’èl’autismo.

Ho realizzato che, in effetti, a casa deimiei amici, come dicevano sempremamma e papà, non

c’eranonécartelloninésupportivisiviechenoneranounararaspeciediarredo,mapartediun

grandelavoro,chepernoièunprogettodivita.

L’ho compreso, ne ho preso consapevolezza, ho cominciato a vedere il lavoro e continuato a

lavorareinsiemesentendomi,ora,parteattiva,utile.

Éstatoedèdifficileognitantovivereassieme,maanchemeraviglioso.

Ho rinunciato alla musica, a giri in giostra, a invitare gli amici a casa, ad andare a feste di

compleannoperchélamiafamigliaavevabisogno.

Horinunciato,mahoanchericevuto.

Ho imparato a vedere le piccole belle cose di ogni giorno, ad apprezzarle, a farne unmotivo di

felicità.

Ho imparato a lasciare spazio agli altri e a cercare sempre una soluzione ai problemi, ad essere

tenaceedeterminata.

Hocontinuatoavolerglibene,adessereorgogliosadilui,acredereinlui.

Hoimparatoadaspettareesognare.

Hosognatoilmomentoincuisareiriuscitaaparlarci,agiocarci,atoccarlo.

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Hoattesotanto,maneèvalsalapena,allafineisognisiavverano,anchequandosembrachenonsi

possanopiùrealizzare.

Nonbisognamaismetteredisperareedicredere.

Avevo quindici anni e sono riuscita a giocarci assieme e, anche se per alcuni ero troppo grande

ormai per giocare, io l’ho fatto lo stesso, e ogni volta che correvo intorno al tavolo fingendo di

essere una gallina che fuggiva dal cuoco pronto ametterla in pentola, iomi divertivo, ed ero la

ragazzapiùfelicedelmondo.

Sorridevo,ridevoconlui.

Ricordo,omeglio,rivivo.

Sentoancoralagolachemibrucia,perchélagallinastaurlandodatempo,sentolaschienachemi

famale,hoilfiatone,aforzadigiocareafareilcavallinoeportarloingroppa,manonvogliofinire,

perchédesiderochequelmomentoduriancoraperunistante.

Luiride,sidiverte.

E’ilnostromomento,ilmioeilsuo.

Abbiamofattotantipassi,abbiamocontinuatoasperareeasognareenoncisiamomaiarresi.

Abbiamoimparatoadandareinpasseggiataconglieducatori,andarealbarealparco,amangiare

labriocheconilcappuccinoeibiscottiacuoreinpasticceria.

Abbiamoassaggiatolapasta,iteneroni,lasalsicciaeilsalameungherese,eabbiamoscopertocheci

piaccionomolto.

Adesso parla e sta imparando a spiegarci quanto sia difficile essere autistico e usare e capire le

parole.Daquest’annofrequentalascuola,comedicelui“pericuochieicamerieri”,esonodavvero

contentadeirisultatiesoprattuttodelsorrisocheha!

Stiamoimparandoancheafarelapasseggiatainautonomia.

Aproposito!

Sono andata in pasticceria con mio fratello da sola e abbiamo fatto merenda assieme, io ho

mangiatounabriocheconilcioccolatoeunsuccodifrutta,luiilcappuccinoeunbiscottoacuore.

Quellapasseggiataèstatalapiùbelladellamiavita.

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Lasuamanotenevalamia,oforselamiatenevalasua.

Quellastretta,quelcontatto,avevaunsaporebellissimo.

Ilsaporediunsognodopotantianni,ilsaporedell’amore,dell’orgogliodiesseresuasorella.

Le emozioni, caro diario, sonodavvero difficili da spiegare, ha ragionemio fratello, volano come

farfalle,riaffiorano,diventanolacrime,sorrisi,ricordi.

Questaserahodecisodi farlediventareparole,parolechebagnano lepagine,segnidi inchiostro

colorato,cherimarrannoframeete,ochissà,magariungiorno,quandosaròpronta,qualcunole

leggerà.

Aprestocarodiario,

conaffetto,latuapiccolagrandesorella.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

‘LETTERAADUNAMICO’

LisaFrancesconIstitutoComprensivodiMonterealeValcellina(PN)

Vincitriceex-aequoCategoriaA:ScuolaPrimaria

CaroPietro,

iohotantiamicichesipreoccupanopermeequandohounacrisihopauraanch’iotantapauraè

comeselatestadesseicomandisbagliatiechelelucideimieiossisispegnessero,tipononriuscivo

aparlaremaasentireeacamminareriuscivo.Iononvolevoaverelecrisiepilettichedapiccolae

neancheadessononvorrei averle.Ogni tantomi vengonobrutti pensierimapoimipassano.Un

giornoinclasseabbiamofattoilgiocodel‘sefossi’,io,ecco,sefossiunfioremisentireiunsoffione.

Latuafigliadelvento.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”,2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'RIFLESSIONIDELCUORESULLADIVERSADISABILITÁ’

LaraBaseggioVIIstitutoComprensivoStatale"BrunoCiari"(PD)

MeritevoledisegnalazioneCategoriaB:ScuolaSecondariadiprimogrado

Nel mondo ci sono tante forme diverse di arte,

la pittura,

la scultura,

la fotografia,

e non ultima la parola.

E con le parole cercherò di spiegare

il mio pensiero:

disabilità fa rima con specialità

non per caso,

è la verità.

I disabili non sono diversi da noi,

non sono inabili,

semplicemente si adattano alla vita in modo diverso.

La disabilità è un’arte,

un modo diverso di percepire la realtà.

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I disabili, ogni giorno

dipingono una tela, la loro vita.

Che ogni giorno è diversa, speciale,

ogni giorno aggiungono qualcosa di nuovo,

che noi non ci aspettiamo, che ci fa stupire.

Inventano, creano, trovano modi alternativi

per dipingere il loro disegno

non usano il solito pennello,

il solito colore,

la solita tela, a cui noi siamo abituati.

La disabilità è un mondo oscuro per noi ragazzi,

un mondo in cui non ci sappiamo muovere

di cui non sappiamo molto,

di cui non sentiamo neanche tanto parlare.

Ma in questo mondo siamo uguali.

Non c’è qualcuno che sa di più

o che è più bravo.

Siamo tutti come dei piccoli bambini,

che gattonano

cercando di imparare qualcosa.

Le persone “speciali”

sono quelle che sentono nel silenzio

e vedono oltre il buio.

Vivono, a volte,

in un loro mondo,

appartati da tutti,

ma fanno questo perché imparano a conoscere

e forse hanno timore che,

se escono troppo allo scoperto,

potrebbero essere derisi,

trattati male

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o potrebbero trovarsi in difficoltà.

Le persone pensano di non potere fare molto,

dicono:

“Ma cosa potrei fare io?”.

Ma in realtà

Tutti possiamo fare qualcosa:

possiamo dar loro speranza

possiamo accoglierli nel nostro cuore

senza, però, farli sentire diversi

senza farli sentire come un peso,

senza commiserarli,

perché questo

li farebbe sentire inutili e tristi.

Altre volte

si perde la pazienza,

si vuole mollare tutto,

si pensa sia impossibile.

Prendersi cura di un bambino così

è come giocare una partita impossibile

contro un avversario imbattibile.

Se si perde,

si pensa di aver sprecato tempo,

ma si vince sempre,

perché il solo fatto di non aver mollato

è la vittoria più grande che ci sia.

E allora

Voi alzatevi!

Aprite gli occhi!

Non sono diversi,

sono speciali, non siate ottusi!

Apritevi!

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Perché solo a coloro che si apriranno

questi esseri speciali si avvicineranno,

e si scoprirà

cosa vuol dire veramente “amicizia”,

una parola il cui significato

si è tristemente affievolito.

E aprite il cuore!

Perché chi aprirà il suo cuore amerà

e chi amerà sarà amato.

Create dei legami!

Perché queste persone

vi daranno molto di più

quello che vi aspettate.

Con questo termino il mio scritto,

perché meglio piccolo

che noioso,

ma pur essendo breve

è importante

perché è un pensiero puro

che viene dal cuore.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017

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PremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”

'LAMIASTORIA'

LucreziaAndresSecondoIstitutoComprensivo"RobertoArdigò"ScuolaMameli(PD)

VincitriceexaequoCategoriaB:Scuolasecondariadiprimogrado

Caraclasse,

sonounaragazzinadinomeLucrezia,hoicapellilunghiebiondiegliocchimarroni,maillorocolore

nonsinotaperchésonosocchiusi.Nonhonéciglia,nésopraccigliaeimieiocchisitrovanoquasial

centrodelleguance.Hosubitomolteoperazioniediconseguenzahoparecchiecicatrici.Portoun

lungociuffopernasconderetuttiquestidifetti,malagentelinotaequandomivedecommentae

bisbigliaosservandomieavoltepersinoindicandomi.Loropensanocheiononmeneaccorga,mali

noto sempre e ormai ci sono abituata. Le persone pensano inoltre che io abbia degli handicap

intellettivi,mainrealtàhounadeformazionefaccialeacausadellasindromediTreacher-Collins,e

sonointelligentecometuttiloro.Hocominciatoadandareascuolanormalmenteall’etàdiseianni,

edilprimogiorno,quandosonoentrataconimieigenitorineicorridoistracolmidialtrigenitorie

bambini,hoavvertitosudimesguardisbalorditi,sussurriepreseingiro.Hotenutolatestachina

per il restodelgiorno, finchénonmi sonoscontrataconunbambino, chesubito,notando ilmio

volto,hacominciatoadindicarmieaprendermiingiroavocealta.Iomisonosentitaumiliata,ma

sindapiccolamieroresacontodeipregiudizidellagenteallavistadiqualcunodiversodaloro,che

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sipotrebbesemplicementedefinire“speciale”.Purtroppoperònoneroancoraabbastanzaforteper

sopportaretuttociò,esoloorahoimparatochedevosentirmipiùintelligentedituttiqueibuffonie

mostrarmitaledavantiadessi.Ascuolamierofattasolodueamici:unmaschiodinomeAlessandro

edunafemminadinomeSara;tuttiglialtrimievitavanoeavevanotimorediavvicinarsiameedi

toccarmi, come se avessi la peste.Quandomiamammaorganizzava lemie festedi compleanno,

tutti gli invitati si inventavano delle scuse per non venire, tranne Alessandro e Sara, che nonmi

giudicavanoperilmioaspetto,maalcontrarioavevanoimparatoaconoscereilmiocarattereemi

volevanotantobeneperquellocheero,nonperquellocheapparivo.

Dapiccolaavevolapaturniadidiventaregrande.

Pensavo chementre io sarei cresciuta imiei genitori sarebbero invecchiati ed io avevo paura di

affrontare il mondo senza di loro. Ora però, pur avendo ancora paura,mi piacerebbe diventare

grande,perchéhotante ideeepassionichemigironzolanoper latesta:cantante,pattinatricesul

ghiaccio, scrittrice, medico… ma soprattutto mi piacerebbe impegnarmi in politica per poter

migliorareilmondo.

Mipiacerebbechecifossepiùrispettodelleregoleeriuscireacombatterel’ignoranzaelapovertà.

Ma ilmio desiderio più grande sarebbequello di combattere i pregiudizi sulle personediverse e

specialicomeme,edifarlesentirepersonecometutti.

Tralemiepassionipiùgrandi,comehogiàdetto,cisonoilpattinaggiosulghiaccio,chehoiniziato

daquest’anno,eilcanto.

Per due anni ho preso lezioni individuali di canto, durante le quali mi sono divertitamoltissimo

perchéconlavoceesprimolemieemozioniallepersonechemiascoltano.Poihodecisodifarparte

delCorodivocibianchedelConservatorioPollini,nonostante il timoredeipossibilicommentidei

mieinuovi compagni. Sapevo chemiavrebbedatomolteopportunità, infatti lamaestradel coro

organizzaconcertistrabilianti;l’annoscorsoneabbiamofattounoalTeatroVerdi,duranteilquale

mi sono emozionata moltissimo.Mi sembrava incredibile cantare in un posto che ha così tanta

storia.Duranteiprimigiornidicoroimieicompagnimiosservavanoinmodointerrogativoeavolte

bisbigliavanotraloro.Peròcoltempohannoimparatoaconoscermieperlorosonodiventata

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un’amicaspeciale.Questosecondomeèaccadutoperchéconlamusicaelapassionecisicapisce

meglio.Ancheapattinaggiomièsuccessalastessacosa,eoraduranteognilezioneridiamotranoi

comegrandiamiche.Adoropattinareperchéquandolofacciomiliberodituttiimieibruttipensieri

e penso solo a lasciarmi trasportare daimiei pattini, a correre verso l’infinito e a piroettare sul

ghiaccio.

Ora frequento la scuola media. Pensavo che i ragazzi della scuola media fossero più maturi e

riuscissero a capire che io sono speciale, enonpernientehandicappata; invece sonoancorapiù

superficiali dei bambini delle elementari, ed io vengopresa in giro, in particolareproprio dai più

grandi. Inoltre i professori pensavano che avessi bisogno di un insegnante di sostegno, così ho

spiegatolorocheilmioèsoloundifettofisicomachesonodotatadellestessecapacitàdeglialtrie

nonnehobisogno.

Sperochequestaletteravifacciacapirecomesono,noncomeappaio,echesonounaragazzacome

tuttivoi,hosolodeiproblemiestetici,esenonavetecapitochefrequentarequalcunodiversoda

voièun’occasioneperimpararequalcosadinuovo,nonaveteneanchecapitocos’èlavita.

PrimaEdizionedelPremioLetterarioNazionale“UnitiperCrescere”2017


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