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Voltana On Line n.27-2011

Date post: 28-Mar-2016
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news, politics
8
www.voltanaonline.it Voltana On Line 27 2011 Tanti fatti mi dicono che non ha una visione laica e liberale della Comu- nità. E un fatto, mi piace ricordare. Un fatto che la dice lunga sulla sua cultura sociale e politica. Nell’estate del 1985, a Milano, nacque il pro- blema delle “classi omogenee” all’istituto tecnico “Feltrinelli”. In sostanza il Movimento Popolare di Formigoni chiedeva che i professori avessero la stessa formazione cultu- rale, politica e religiosa delle fami- glie dei loro allievi per tutelare la loro educazione religiosa e la loro ortodossia. Alla famiglia il diritto primo di scelta degli insegnanti ri- tenuti idonei all’obiettivo. Una pre- tesa arrogante e pericolosa, non certo rispettosa della persona uma- na, pietra angolare della nostra Carta Costituzionale. Infatti, dopo settimane di roventi polemiche, il Provveditore agli Studi bocciò l’iniziativa di C.L. e del M.P. Non mi fido proprio di Roberto Formigoni. Come si può pensare che la prio- ritaria capacità critica degli studenti possa svilupparsi in un ambiente dove tutti, insegnanti e alunni e ge- nitori, la pensano allo stesso modo? LE PAROLE E I FATTI di Antonio Taglioni (Segue a pag. 2 ) Senza tema di smentita si può af- fermare che questo Governo ha fallito miseramente su tutto, anche sul fronte della famiglia. Tra festini veri o presunti e allegre mangiate, tra costi della politica sempre più alti e poltrone sempre più morbide, sono passati anni preziosi nei quali, correndo dietro per mesi a leggine che a noi non servono (ma che tanto sembrano fatte ad personam) e fan- tomatici federalismi e falò, il debito pubblico è aumentato. Sono mi- gliaia i posti di lavoro che si sono persi, mentre le imprese e le fami- glie sono diventate ancora più po- vere. Sono aumentate le tasse e le imposte, mentre hanno ridotto i ser- Lui e il suo movimento sono stati, anche, fra i più accesi sostenitori del finanziamento dello Stato alla scuola privata, nonostante il dettato degli articoli 33 e 34 della Costitu- zione. Con il cardinale Ruini si sono inventati le “scuole paritarie” ed hanno vinto quella battaglia, pur- troppo. La scuola di Stato, che è la scuola di tutti, indiscriminatamente, vede in ogni giovane coscienza una real- tà umana in formazione, qualcosa di delicato e prezioso, ma che ha sen- so solo se si matura, si confronta, si cimenta, si arrischia, riesce a spa- ziare sulla totalità del Mondo. Nella scuola di tutti non si entra vaccinati ed è l’unico momento della vita, ricordiamocelo bene, in cui ci si trova insieme come generazione. I bambini e i giovani di un territorio. Si incontrano i compagni di tutti i ceti, i caratteri più strani e contrad- ditori, portatori di tradizioni arcai- che e curiosi del futuro che avanza. Si imparano i gerghi e le parolacce, si viene derisi e adulati, si odia e ci si innamora. Si intravedono universi culturali ancora segreti, ci si annoia e ci si entusiasma. vizi, precarizzato i giovani, deni- grato le donne e gettato nella di- sperazione centinaia di migliaia di persone. Il taglio lineare (l’ennesimo, per- ciò iniquo e dannoso) voluto da Berlusconi, Bossi e compagnia, pari al 5 per cento nel 2013 e al 20 per cento (ma ci rendiamo conto!) nel 2014, aumenterà an- La vignetta è di ALTAN ed è stata pubblicata su L’Espresso . “Che gio- va, fratelli miei, se uno dice di ave- re la fede, ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvar- lo? … la fe- de: se non ha le opere è morta in se stessa ...”. Così Giacomo apostolo: 2, 14 18. Parole chiarissime su cui riflettere sempre. Una bussola, nella nostra realtà attuale, per scegliere i nostri rappresentanti politici nelle varie istituzioni dello Stato. Ecco, in questa logica allora, la mia non fiducia in Roberto Formigo- ni, attuale presidente della Regione Lombardia, leader di Comunione e Liberazione e del Movimento Popo- lare. Ora, comprensibilmente pre- occupato per lo sconquasso del cen- tro destra in cui milita, sta cercando di accreditarsi come un riferimento sicuro per il rinnovamento del PDL e della vita politica italiana. Non mi fido di Roberto Formigoni. (Segue a pag. 2 ) Cacciamoli dal Palazzo, subito ! Sii TU il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo. Be the change that you want to see to happen in the world. Gandhi
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Page 1: Voltana On Line n.27-2011

www.voltanaonline.it

Voltana On Line 27

2011

Tanti fatti mi dicono che non ha una

visione laica e liberale della Comu-

nità. E un fatto, mi piace ricordare.

Un fatto che la dice lunga sulla sua

cultura sociale e politica. Nell’estate

del 1985, a Milano, nacque il pro-blema delle “classi omogenee”

all’istituto tecnico “Feltrinelli”. In

sostanza il Movimento Popolare di

Formigoni chiedeva che i professori

avessero la stessa formazione cultu-

rale, politica e religiosa delle fami-

glie dei loro allievi per tutelare la

loro educazione religiosa e la loro

ortodossia. Alla famiglia il diritto

primo di scelta degli insegnanti ri-tenuti idonei all’obiettivo. Una pre-

tesa arrogante e pericolosa, non

certo rispettosa della persona uma-

na, pietra angolare della nostra

Carta Costituzionale. Infatti, dopo

settimane di roventi polemiche, il

Provveditore agli Studi bocciò

l’iniziativa di C.L. e del M.P.

Non mi fido proprio di Roberto

Formigoni.

Come si può pensare che la prio-

ritaria capacità critica degli studenti

possa svilupparsi in un ambiente

dove tutti, insegnanti e alunni e ge-nitori, la pensano allo stesso modo?

LE PAROLE E I FATTI di Antonio Taglioni

(Segue a pag. 2 )

Senza tema di smentita si può af-

fermare che questo Governo ha

fallito miseramente su tutto, anche

sul fronte della famiglia. Tra festini

veri o presunti e allegre mangiate,

tra costi della politica sempre più

alti e poltrone sempre più morbide,

sono passati anni preziosi nei quali,

correndo dietro per mesi a leggine che a noi non servono (ma che tanto

sembrano fatte ad personam) e fan-

tomatici federalismi e falò, il debito

pubblico è aumentato. Sono mi-

gliaia i posti di lavoro che si sono

persi, mentre le imprese e le fami-

glie sono diventate ancora più po-

vere. Sono aumentate le tasse e le

imposte, mentre hanno ridotto i ser-

Lui e il suo movimento sono stati,

anche, fra i più accesi sostenitori

del finanziamento dello Stato alla

scuola privata, nonostante il dettato

degli articoli 33 e 34 della Costitu-

zione. Con il cardinale Ruini si sono inventati le “scuole paritarie” ed

hanno vinto quella battaglia, pur-

troppo.

La scuola di Stato, che è la scuola

di tutti, indiscriminatamente, vede

in ogni giovane coscienza una real-tà umana in formazione, qualcosa di

delicato e prezioso, ma che ha sen-

so solo se si matura, si confronta, si

cimenta, si arrischia, riesce a spa-

ziare sulla totalità del Mondo. Nella

scuola di tutti non si entra vaccinati

ed è l’unico momento della vita,

ricordiamocelo bene, in cui ci si

trova insieme come generazione. I

bambini e i giovani di un territorio.

Si incontrano i compagni di tutti i ceti, i caratteri più strani e contrad-

ditori, portatori di tradizioni arcai-

che e curiosi del futuro che avanza.

Si imparano i gerghi e le parolacce,

si viene derisi e adulati, si odia e ci

si innamora. Si intravedono universi

culturali ancora segreti, ci si annoia

e ci si entusiasma.

vizi, precarizzato i giovani, deni-

grato le donne e gettato nella di-

sperazione centinaia di migliaia di

persone.

Il taglio lineare (l’ennesimo, per-

ciò iniquo e dannoso) voluto da

Berlusconi, Bossi e compagnia, pari

al 5 per cento nel 2013 e al 20 per

cento (ma ci rendiamo conto!) nel

2014, aumenterà an-

La vignetta è di ALTAN ed è stata

pubblicata su L’Espresso .

“Che gio-

va, fratelli

miei, se uno

dice di ave-

re la fede,

ma non ha

le opere?

Forse che

quella fede può salvar-

lo? … la fe-

de: se non ha le opere è morta in se

stessa ...”. Così Giacomo apostolo:

2, 14 – 18.

Parole chiarissime su cui riflettere

sempre. Una bussola, nella nostra realtà attuale, per scegliere i nostri

rappresentanti politici nelle varie

istituzioni dello Stato.

Ecco, in questa logica allora, la

mia non fiducia in Roberto Formigo-

ni, attuale presidente della Regione

Lombardia, leader di Comunione e Liberazione e del Movimento Popo-

lare. Ora, comprensibilmente pre-

occupato per lo sconquasso del cen-

tro destra in cui milita, sta cercando

di accreditarsi come un riferimento

sicuro per il rinnovamento del PDL e

della vita politica italiana.

Non mi fido di Roberto Formigoni.

(Segue a pag. 2 )

Cacciamoli dal Palazzo, subito !

Sii TU il cambiamento che vuoi

vedere avvenire nel mondo.

Be the change that you want to see

to happen in the world.

Gandhi

Page 2: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 2 www.voltanaonline.it

come vorrebbe facesse la scuola il

nostro attuale primo ministro. Incul-

care si addice ad una TV che con un

uso smodato della pubblicità e

quant’altro ha affievolito la capacità

di pensare, trasformando tanti Italia-ni da cittadini sovrani a sudditi ser-

vi.

La scuola di Stato, che le alte ge-

rarchie della Chiesa Cattolica non

volevano ed hanno avversato in tutti

i modi (vedi la lettera di Pio IX a Vit-torio Emanuele II primo re d’Italia) è

stata lo strumento più importante e

prezioso che ha unito il nostro Paese

dalle Alpi alla Sicilia. Difendiamola.

È una opportunità unica, indispensa-

bile per i ragazzi, centrale per un

territorio-nazione.

Ai vari Formigoni, allora, un

messaggio preciso: quale misera

concezione avete del Cristianesi-

mo, che credete di professare, se

nei fatti avete perso la fede

nell’aggressiva potenza del Van-

gelo e nella sfida che da duemila

anni Esso lancia al Mondo?

Luglio 2011 Antonio Taglioni

Basta un attimo, un

certo giorno, basta una parola per

scoprire una propria vocazione, per

decidere tutta una vita. E questo può

avvenire solo nel pluralismo caotico

delle esperienze, affrontando e do-minando giorno dopo giorno quel

rischio che è, appunto, vivere.

Le aule sono i primi “consigli co-

munali”, dove si costruisce e raffor-

za il tessuto democratico. Non a ca-

so, Giovani Paolo II° affermava che la più alta testimonianza di fede cri-

stiana è l’impegno politico a cercare

soluzioni ai problemi concreti di una

Comunità, lavorando con l’altro, con

gli altri. Don Lorenzo Milani, priore

di Barbiana (Mugello), vedeva nella

scuola una delle leve profonde per

cambiare il Mondo in positivo, uni-

tamente ai partiti e ai sindacati. Me-

no scuole pubbliche dello Stato, nel

complesso significano meno “vivai” dove incubare i valori più preziosi

di una democrazia: la libertà mai

disgiunta dalla uguaglianza, la soli-

darietà. Uguaglianza, fraternità, li-

bertà. Altro che “inculcare” i valori

di una libertà assoluta nei ragazzi

LE PAROLE E I FATTI di Antonio Taglioni (Segue da pag. 1 )

cittadini è, infatti, un grande onore.

Volano di questa auspicata prima-

vera dovranno essere i giovani, i

disoccupati, i precari, chi si cura

della fragilità sociale e le famiglie.

Di tutti costoro è il futuro, dunque a

tutti loro il compito di modellarlo!

Forse la “casta”, una classe politi-

ca “vecchia” (non solo anagrafica-mente), che fatica a cedere il passo

e resiste con i suoi “bizantinismi”,

non ridarà ai cittadini il legittimo

diritto di eleggersi i propri rappre-

sentanti. E allora: riprendiamoci ciò

che è nostro ! Quella che ci attende

è una sfida, impegnativa, che ha

bisogno di una nuova classe di

“traghettatori”, all’altezza della gra-

vità dei problemi. Dopo anni passati ad illudere il Paese che “la crisi è

già alle spalle” e che occorreva fi-

nirla con i “corvi del malaugurio”

cambiare si può.

Cambiare si deve! Ora, subito,

per “una buona politica” !

Siamo a teatro. Un tale ruba la

borsetta a una signora. Davanti al tribunale dieci testimoni precisi, se-

reni, estranei alle parti lo conferma-

no. Ma la difesa chiede che tutti gli

spettatori vengano sentiti: possono

aver visto, magari con la coda

dell'occhio. Oggi il giudice, che è

organo imparziale, può escludere le

prove manifestamente superflue o

irrilevanti. Con la legge sul

“processo lungo” non potrà più; solo

quelle manifestamente non pertinenti

potranno essere escluse. E siccome

sono pertinenti a quella vicenda tutte

le deposizioni degli spettatori, tutti

dovranno essere sentiti. Mesi di u-

dienze per un furtarello.

A chi giova? A chi vuole tirare in

lungo il processo: finalmente la

verità. Il processo breve era una menzogna, perché significa la morte

anticipata della procedura. Qui alme-

no si dice chiaramente l'obiettivo.

Ancora un esempio. Non si potranno

utilizzare le sentenze, pur se definiti-

ve, che accertano un determinato

fatto, se non sentendo di nuovo i testi

già ascoltati sui quali esse si fondino:

come, per intenderci, i testimoni di

un processo che abbia già accertato

una corruzione.

A chi giova? Poiché la riformetta

si applicherebbe anche ai processi

in corso in primo grado, servirebbe magari con urgenza a chi fosse noto-

riamente un imputato. Il quale potrà

pure interrogare direttamente i testi

che abbiano reso dichiarazioni a suo

carico: il mafioso estorsore guarderà

significativamente negli occhi, facen-

dogli domande, il poveretto che fi-

nalmente ha creduto di poter parla-

re. Forse sarebbe il caso di riflettere

ancora su simili innovazioni.

Su tutto questo, che varrà per de-

cine di migliaia di processi, rallen-tandoli e vanificandoli, il governo

mette la fiducia. Mentre i titoli di Sta-

to italiani vacillano, mentre la corru-

zione distrugge la credibilità delle

istituzioni all'interno e all'estero. Pen-

sare che la legge, al cui interno si

sono messe le novità, era nata per

escludere il giudizio abbreviato e le

sue riduzioni di pena per i delitti pu-

niti con l'ergastolo.

Dal sito www.famigliacristiana.it

Processo lungo, la mafia ringrazia

cora di più la pover-

tà e la disperazione. Si tagliano ulte-

riormente le detrazioni e le dedu-

zioni, inserite della denuncia dei

redditi (farmaci, mutui, spese medi-

che e scolastiche), dopo i tagli già partoriti. Non si taglierà, invece,

nulla ai politici che continueranno a

lavorare poco ed a guadagnare

troppo !

Occorre rinnovare immediata-

mente la politica e lasciarsi alle

spalle questo ventennio e tutti i

suoi pessimi protagonisti.

Occorre riappropriarsi della poli-

tica. Quella “alta” al servizio del

Paese e del bene comune. Non

quella dei ricatti, della compraven-

dita o dei giri vorticosi di affari e spartizione di interessi; senza pudo-

ri e limiti.

In politica la credibilità parte dalla

trasparenza. Ed ha un prezzo: occor-

rerebbe rimetterci, non guadagnar-

ci. Servire il Paese e rappresentare i

(Segue da pag. 1 )

Cacciamoli dal Palazzo, subito !

Page 3: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 3 www.voltanaonline.it

“Ogni riferimento a Lampedusa è volutamente intenzionale …”

A Nóv miṣ par avdé la luṣ,

nóv ór par turné int e’ bur.

L’aqua la j à dé la vita,

l’aqua la s’i è tólt indrì.

Nove mesi per vedere la luce,

nove ore per tornare nel buio.

L’acqua ha dato loro la vita,

l’acqua se li è ripresi indietro.

LA BÉRCAA VOI CUNTÉ

Quei giovani norvegesi incapaci di reagire

Da il Giornale del 25/07/2011

“(…) E si sa che lo sconcerto

(accresciuto in questa circostanza dal

particolare che il folle era vestito da

poliziotto) e la paura possono azzera-

re la lucidità necessaria per organiz-

zare qualsiasi difesa che non sia la

fuga precipitosa e disordinata, contro

un pericolo di morte. Ciononostante,

poiché la strage si è consumata in 30

minuti, c’è da chiedersi comunque

perché il pluriomicida non sia stato

minimamente contrastato dal gruppo

destinato allo sterminio. Ragioniamo.

Cinque, sei, sette, dieci, quindici per-

sone, e tutte disarmate, non sono in

grado di annientare un nemico, per

quanto agisca da solo, se questo im-

pugna armi da fuoco. Ma 50 - e

sull’isola ce n’erano dieci volte tante -

se si lanciano insieme su di lui, alcune

di sicuro vengono abbattute, ma solo

alcune, e quelle che, viceversa, ri-

mangono illese (mettiamo 30 o 40)

hanno la possibilità di farlo a pezzi

con le nude mani. Ci rendiamo con-

to. Cose così sono facili da scrivere,

standosene qui seduti alla scrivania, e

molto più difficili da praticare sul

campo mentre echeggiano gli spari e

decine di corpi cadono a terra senza

vita. Ma è incredibile come, in deter-

minate circostanze, ciascuno pensi

soltanto a salvare se stesso, illuden-

dosi di spuntarla, anziché adottare la

teoria più vecchia (ed efficace) del

mondo: l’unione fa la forza. Varie

specie di animali quando attaccano

lo fanno in massa e nello stesso modo

si comportano quando si difendono.

Attenzione però: gli animali istinti-

vamente antepongono l’interesse

del branco a quello del singolo.

Uno per tutti, tutti per uno. Evidente-

mente l’uomo non ha, o forse ha

perso nei secoli, l’abitudine e

l’attitudine a combattere in favore

della comunità della quale pure fa

parte. In lui prevalgono l’egoismo e

l’egotismo [NdR: Eccessivo compia-

cimento con cui ci si guarda, con-

nesso con la tendenza a fare di se

stessi l'oggetto privilegiato di ogni

riflessione] . Non è più capace di

identificarsi con gli altri e di sacrifi-

carsi per loro, probabilmente con-

vinto che loro non si sacrificherebbe-

ro per lui.”

COMMENTO. Che orrendo epitaf-

fio! Curioso, poi, che questa … ap-

prensione per … una mancata giu-

sta reazione violenta, venga da una personaggio particolare, di

norma accoccolato ai piedi del pa-

drone. Magari, un giorno, qualcuno

recepirà (ahi, lui!) questo suo am-

maestramento … dandosi da fare

con il tiranno di turno e la sua corte.

LA BARCAA VOI CUNTÉ

di Paolo Gagliardi

Di settimana in settimana diventa

sempre più evidente a un numero

sempre maggiore di persone che la

crescita economica è finita. Lo svi-

luppo economico, basato sul vec-

chio modello, che il segretario

dell’ONU Ban Ki-Moon ha recente-

mente definito come il “patto suici-

da globale”, è di fatto condizionato

dai limiti delle risorse naturali del

pianeta: energia, terra coltivabile

ed acqua su tutte le altre, il tutto

ulteriormente aggravato dai disastri

meteorologici la cui frequenza au-

menta a causa della rapida destabi-

lizzazione del clima globale.

Tutti i PDF di Voltana On Line

sono disponibili nel sito

www.voltanaonline.it ,

nel sito

http://issuu.com/voltanaonline/docs

e anche su facebook come foto .

info: [email protected]

Il Ministro Mariastella Gelmini

dice che quando può tiene la

sua bimba in ufficio con lei.

Invece per le altre mamme,

quelle che non sono Ministro e

non possono, come si fa?

Così la pensa Vittorio Feltri.

Page 4: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 4 www.voltanaonline.it

IN LAVORAZIONE mente stabile... Questi paesi inoltre,

anche i più solidi, subiscono una

progressiva deindustrializzazione,

quanto meno riguardo alle produ-

zioni di massa a basso costo (quelle

che viaggiano per mare o in ferrovi-a). Insomma questa è la realtà e

questo è anche il futuro credibile

dell'economia e del commercio, ma

Chiamparino ed Esposito, che (non

nell'intervento sull'Eco) parlano

spesso di futuro preferiscono rifu-

giarsi in un futuro mitologico fonda-

to non sui fatti e sulla ragione, ma

sull'ideologia.

È dalla metà degli anni 90 che mi

occupo di questi problemi parteci-

pando a tavoli tecnici in diverse se-

di, dal Ministero dei Trasporti, alla

Regione Lombardia, e infine all'Os-

servatorio sulla Torino-Lione, e in

effetti è "incredibile" che per

vent'anni argomenti e dati come quelli che ho citato siano stati siste-

maticamente esclusi da qualsivoglia

dibattito pubblico dando viceversa

spazio a chiacchiere vane quando

non ad aperte menzogne (all'inizio

qualcuno diceva perfino che i nuovi

collegamenti ferroviari sarebbero

stati pagati dai privati). Ora il tutto

viene trasformato in una questione

di ordine pubblico e naturalmente piuttosto che di denaro, merci e tre-

ni ci si butta a parlare di lacrimoge-

ni, black bloc e così via.

Siamo ormai nel XXI secolo, non

più nel XIX; oggi il futuro sta nelle

nanotecnologie, non nel cemento,

nell'informazione e nel flusso di bit, non (solo) di tonnellate. L'economia

mitizzata nell' '800 perde colpi e ali-

menta disuguaglianze crescenti,

impantanata in una crisi strutturale.

Quando una intera classe dirigente

perde il contatto con le aspirazioni e

la vita reale di una società perde

anche legittimità e autorevolezza.

Continuare a gridare slogan da mil-

le altoparlanti mediatici non modifi-ca la realtà.

Cordialmente

Angelo Tartaglia

mento tra Bologna e Firenze a con-

suntivo è costato sei volte e mezzo

di più di quanto dichiarato in par-

tenza. Questo denaro nelle casse

dello stato non c'è e andrebbe to-

talmente a debito pubblico. Questi aspetti pare che per Chiamparino

ed Esposito, e per altri esponenti

del ceto politico, siano irrilevanti,

non ne parlano mai. Per giustifica-

re economicamente l'opera occor-

rerebbe che nei prossimi 30-40

anni il flusso di merci tra Italia e

Francia si moltiplicasse di 20-30

volte. Oggi il flusso è meno di un

sesto della capacità della ferrovia esistente e per di più è in costante

calo dal 1997. Non solo, ma dal

2002 tutto il traffico merci attraver-

so la frontiera francese, dal Monte

Bianco a Ventimiglia, sia su rotaia

che su strada, è in calo. Nello stes-

so tempo però il flusso di merci

attraverso le frontiere svizzera ed

austriaca è in costante aumento,

particolarmente in ferrovia. Questi fatti, posto che li conoscano, non

scalfisce minimamente le ideolo-

giche certezze di Chiamparino ed

Esposito e soprattutto pare non

meriti di essere portato a cono-

scenza del pubblico. Per inciso

l'andamento dei traffici che ho ap-

pena menzionato non è per nulla

misterioso: i flussi in crescita sono

quelli da e verso aree i cui mercati di beni di consumo sono lontani

dalla saturazione e in cui la mano

d'opera costa un decimo di quanto

costa da noi. In concreto il termi-

nale delle grandi connessioni

mercantili sta in Cina e in India,

domani probabilmente anche in

Medio Oriente e in Africa. Dal no-

stro lato quei traffici si attestano

nei porti e da lì verso l'interno

dell'Europa lungo direttrici preva-lentemente da Sud a Nord e non

da Est a Ovest. I collegamenti inte-

reuropei est-ovest riguardano Pa-

esi dove ci sono 6-7 auto ogni die-

ci abitanti e le case sono presso-

ché piene di televisori, elettrodo-

mestici, marchingegni elettronici

e così via: il commercio è di man-

tenimento e sostituzione e tende

ovviamente ad essere relativa-

In questi giorni si fa un grande scri-

vere di Val di Susa e NOTAV restan-

do rigorosamente sul piano della

pura cronaca e senza mai entrare nel

merito o dando quest'ultimo per

scontato. Un esempio è la lettera di

Chiamparino e di Esposito che l'Eco

ha pubblicato.

Le allego una mia lettera sul tema,

ispirata dall'altra, e le sarei molto

grato se volesse pubblicarla.

Penso che il pubblico sia sufficien-

temente maturo da poter essere mes-

so al corrente del fatto che la que-

stione non è semplicemente legata

all'incomprensibile testardaggine di

un pugno di nemici del progresso. Le

caricature alla lunga stancano.

Cordialmente

Angelo Tartaglia

Prof. Angelo Tartaglia

Dipartimento di Fisica del Politecnico

Corso Duca degli Abruzzi 24

I-10129 Torino, Italy

Egr. Sig. Direttore,

leggo sull'Eco la lettera di Chiampa-

rino ed Esposito sulle vicende TAV.

Ciò che colpisce negli interventi dei

due scriventi è la totale assenza di

argomentazioni nel merito. Non solo

in questa occasione, in cui parlano

di ordine pubblico e dichiarano in-

sufficienti argomentazioni altrui che

non citano, ma in ogni altra prece-

dente. Per loro il traforo in Val di

Susa è giusto, è buono, è deciso, è il progresso e così via. Sembra che

realtà e dati siano irrilevanti. La po-

sizione che i due scriventi esprimo-

no sulla questione TAV è puramente

ideologica, di una ideologia otto-

centesca che è cresciuta con due

facce, una capitalista e una sociali-

sta, ma con la medesima radice: una

visione mitica del "progresso" e an-

cor più mitica della scienza e della tecnica.

Il costo per l'Italia di questo nuovo

collegamento è di 16-17miliardi

(tanto quanto i tagli al welfare previ-

sti dalla manovra proposta dall'attu-

ale governo). Queste sono cifre più

che prudenziali: il nuovo collega-

Almeno per una volta, lasciamo parlare chi ha la competenza per giudicare.

Quanto ancora dobbiamo aspettare per lasciare le decisioni a chi ha le competenze ? TAV

Il sito … ufficiale di quelli della Val di

Susa è http://www.notav.eu/

Page 5: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 5 www.voltanaonline.it

Popolare di Romagna. Che succes-so! Oltre trecento iscritti al primo ci-

clo di lezioni nell’aula magna del Li-

ceo Scientifico di Lugo. Per capire

l’ecologia.

Ricordi?

Tu fosti fra i fondatori più convinti.

Poi, la tua “Bottega della Natura”, che tuttora vive. Iniziativa che avviasti con

la tua famiglia e l’amico Gabriele. Fu

un atto di coraggio e di coerenza e

anche per questo ti abbiamo stimato e

voluto bene.

Poi, i primi segni di quella maledet-

ta malattia, che oggi ti ha rubato a noi

tutti.

Certo, la scomparsa di ogni uomo ci

diminuisce, ma quando la morte ha il

volto di un amico fraterno, anche una

parte di noi muore. Si è chiusa per noi

amici dell’Università Popolare, infatti,

ogni possibilità di vita con te, si è

chiuso ogni possibile, legato alla tua

amicizia.

Ciao, Valerio. E arrivederci.

Antonio Taglioni e gli amici di sempre

Quinto Francesconi ( Valerio )

n. 27 - 5 - 1947 m. 14 - 7 - 2011

Per Valerio ! di Antonio Taglioni Non eravamo

amici d’ infan-

zia. Il nostro

incontro è av-

venuto nei pri-

mi anni ’70,

all’interno del-

la Lega Inter-

nazionale per i

Diritti dell’

Uomo. Poi, una

amicizia vera,

senza calcoli,

istintiva, gioiosa, operativa.

Ricordi?

Gli stessi valori ci hanno unito:

l’altro come ricchezza prima, l’altro indispensabile al nostro vivere, al

nostro progredire. Poi, la certezza

che i fatti, e non le facili parole, quali-

ficano una persona, come ci ammoni-

sce anche il Vangelo. E, ancora, la

nostra progressiva presa di coscienza

dei primari valori ambientali e la ne-

cessità prima di lavorare insieme per

combattere il peccato di superbia e

di arroganza dell’homo sapiens, che

ignora tutto ciò. Ecco l’ecologia!

Ricordi?

Quante volte ci hai ospitato nella tua

pizzeria in via Tellarini per le nostre

appassionate e accese discussioni.

Ho sempre apprezzato il tuo modo

di partecipare: sapevi ascoltare e non

avevi la mania del continuo parlare. E

quel tuo perenne sorriso per l’altro?

Anche quando le idee espresse erano

in netto contrasto con le tue?

Ricordi?

Non ti ho mai visto a rimorchio delle

idee altrui. Eri molto profondo, poi,

nel campo dell’ alimentazione natura-

le e avevi sempre l’articolo o il libret-

to da offrire in merito. Ed era eviden-

te che le tue proposte erano il frutto

di sagge riflessioni. Ti ho sempre sti-

mato per questo.

Ricordi?

Furono dirompenti le nostre prime

iniziative a Lugo e nei paesi vicini,

che crearono interesse per i problemi

ambientali. Poi, agli inizi degli anni

’80, la nascita della nostra Università

In questi giorni politici e mezzi

d’informazione si stanno chiedendo

quale possa essere il compenso ap-

propriato per i parlamentari italiani

che, come è noto, sono i più pagati

d’Europa (vedi Corriere della Sera).

Un criterio equo può essere quello di

commisurare lo stipendio dei parla-

mentari al benessere economico dei

propri cittadini, e quindi ad una misu-

ra (per quanto imperfetta) di questo: il

Pil pro capite.

In figura (1) si vede come esista una

relazione lineare piuttosto precisa tra il Pil pro capite e gli stipendi dei

parlamentari europei, con l’ ecce-

zione dell’Italia che si trova ben al di sopra della retta visibile in figura, co-

struita escludendola. Tale retta indica

per l’Italia un valore di circa 51 mila

euro (le linee tratteggiate mostrano il

valore del Pil pro capite e il rispettivo

stipendio atteso tramite la retta di re-

gressione).

(1) La retta di regressione (y = -45580 + 3.28x, R quadro = 0.84) è stata stimata per mezzo dei minimi quadrati escludendo l’Italia. Gli stipen-

di dei parlamentari sono quelli riportati nel Corriere della Sera del 9 giugno 2005 e quindi inferiori agli attuali.

l’articolo è di Matteo Pelegatti ed è stato pubblicato nel sito www.lavoce.info il 19.07.2011

I PIÙ PAGATI IN EUROPA ? SONO NEL PARLAMENTO ITALIANO !

Page 6: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 6 www.voltanaonline.it

di Massimo Gramellini

Europa meridionale: un punto demografico di non ritorno.

C’è un sacco di grasso da tagliare

dai budget dell’Europa Meridionale.

La crisi fiscale dei PIIGS lascerà

permanentemente i popoli di questi

Paesi più poveri e infelici (…). Il

vecchio espediente della svalutazio-

ne era semplice, perché imponeva

effettivamente una tassa sulla ric-

chezza dell’intero paese verso

l’estero (riducendo il valore reale

dei risparmi di tutti) senza il biso-gno di trattative continuate. L’ as-

senza dell’opzione della svalutazio-

ne all’interno dei meccanismi

dell’Euro richiede mosse di teatro

più scaltre da parte dei politici in-

competenti e avventati che hanno

fatto carriera, elargendo i denari

presi a prestito ai loro elettori.

Questo è vero al momento, quan-

do l’indice di dipendenza strutturale

degli anziani per l’Europa Meridio-

nale si colloca intorno al 25%. Tra il

2020 e il 2045, comunque, l’ infertili-

tà dell’Europa Meridionale lo farà

innalzare, e questo tasso salirà oltre

l’80, un numero impossibile, ingesti-

bile. A quel punto le caratteristiche

di questi Paesi cambieranno radi-

calmente; saranno soffocati dagli

immigrati dal Nord Africa come dal-

la fascia sub-sahariana, che non a-

vranno le capacità o le abitudini per

riuscire a mantenere lo stesso livel-

lo economico. E le loro economie

scivoleranno verso una rovina com-

parabile solo a quella dei classici

nell’antichità. Forse i cinesi faranno

della Grecia un parco a tema. La

Spagna, che potrà contare sugli im-

migrati all’America Latina, se la ca-

verà, probabilmente, meglio.

A voler essere precisi, l’Irlanda

non dovrebbe essere inclusa nei

Paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlan-

da, Grecia e Spagna). Anche se

l’Irlanda post-cattolica ha perso la

sua famosa fecondità, il suo tasso di

fertilità ancora è superiore al tasso

di sostituzione. L’economia irlande-

se era fin troppo dipendente dalla

finanza off-shore come fonte di im-

piego e ha sofferto in modo spro-

porzionato dal collasso della bolla

creditizia nel 2008. Ma questo pic-

colo Paese ha anche una produzione

ve. I mercati hanno notoriamente

la vista miope. Ma a un certo punto

i mercati dovranno riconoscere

che le aziende che hanno un baci-

no di lavoratori così come i propri

clienti in rapido calo non sono in

condizioni di guadagnare profitti.

La contrazione demografica co-

mincerà a colpire a metà del

2020, ed è possibile che i merca-

ti continuino ad ignorare

l’inevitabile destino demografi-

co fino ad allora.

Ci sono poche ragione per aspet-

tarsi che un contagio europeo fac-

cia saltare oggi il sistema finanzia-

rio. Ma non ci sono comunque ra-

gioni per investire in questi Paesi,

se non su una base opportunistica.

l’articolo è di DAVID GOLDMAN ed è

stato pubblicato nel sito

www.comedonchisciotte.org

del 23/07/11

di alta tecnologia e altre industrie

che rendono possibile un ripristino

della prosperità. I Paesi del sud

Europa hanno il destino segnato.

Hanno passato il punto demografico

di non ritorno. Ci sono semplice-

mente troppo poche femmine in età

riproduttiva per invertire il rapido

invecchiamento.

Perché si dovrebbe comprare

un bond a trent’anni da questi

Paesi? Nel 2041 non ci saranno ab-bastanza contribuenti per pagare le

cedole. E questo solleva un’altra

questione: qual è l’orizzonte tempo-

rale per un equity investment in

questi Paesi? Anche se Standard

and Poor's ha calcolato la durata

delle equities tra i venti e i trenta

anni, questa è in qualche modo un

stima che nasconde degli interessi

di parte, e non è una misurazione

degli orizzonti reali delle aspettati-

Page 7: Voltana On Line n.27-2011

Pagina 7 www.voltanaonline.it

Da WIKIPEDIA sul romanzo1984 di George Orwell

In principio era il Verbo, poi ven-ne la Menzogna con l'aspetto della

Verità. Nella moderna lingua italia-

na ispirata alla Neolingua del So-

cing, l'ideologia totalitaria del mon-

do di "1984" di Orwell, le parole

indicano l'opposto del loro signifi-

cato originale. Chi aderiva al So-

cing doveva credere a tre leggi: "L'ignoranza è forza", "La guerra è

pace" e "La libertà è schiavitù". Le

stesse che regolano la Neodemo-

crazia Italiana. Chi meglio di un

Gasparri o di un Calderoli è e-

spressione vivente dell'ignoranza al

potere? Siamo in missione di pace

in Libia e in Afghanistan e liberi di

lavorare fino alla morte.

Da 1984: "La difficoltà più grande

incontrata dai redattori della Neolin-

Socing (in inglese Ingsoc) è la tradu-

zione in Neolingua di "socialismo In-

glese", l'ideologia dominante dello

stato immaginario di Oceania, uno dei

tre paesi in cui è diviso il mondo nel

romanzo di George Orwell 1984. Co-

loro che aderiscono alla dottrina del

Socing devono credere senza riserve

a tre slogan: l'ignoranza è forza, la

guerra è pace, la libertà è schiavitù.

L'ignoranza è forza.

Tutte le rivoluzioni che hanno cambia-

to le società sono state guidate da una

classe scontenta che, dopo avere pre-

so coscienza di sé, ha guidato la rivol-

ta facendosi paladina dell'uguaglianza

agli occhi del popolo, per poi prende-

re e mantenere il potere con la forza

sconfessando questi ideali (un esem-

pio è la borghesia durante la Rivolu-

zione francese). Poiché l'autocoscien-

za sorge quando la disponibilità di

beni aumenta, bisogna trovare un

metodo per eliminare la sovrappro-

duzione.

La guerra è pace

Questo metodo viene trovato negli

sforzi bellici, i quali richiedono in-

genti risorse produttive che vengono

sottratte così alla produzione. Tutte e

tre le superpotenze di 1984 utilizzano

quindi la guerra come sfogo della

produzione, ma anche come sicurez-

za di isolamento. Infatti l'odio per il

nemico che l'ideologia infonde non

permette ai cittadini di avere alcun

contatto con quelli delle altre due

superpotenze e quindi di poter fare

confronti sui tipi di società in cui vivo-

no. Le tre società, pressoché identi-

gua non consisteva tanto nell'inventa-

re nuove parole ... ma a rendere

chiaro quali fossero le parole che le

parole nuove andavano a cancella-

re". Un esempio è la parola

"inceneritore" sostituita da "termovalorizzatore". Dopodiché un

impianto non incenerisce più, ma

crea energia. La parola termovalo-

rizzatore ripetuta per anni dai pic-

coli e grandi fratelli dell'informa-zione ha eliminato la produzione di

diossina e l'inquinamento. Un'altra

parola è "finanziamento elettorale",

trasformato in "rimborso". Un finan-

ziamento a fondo perduto, infatti, si può negare, può provocare sdegno,

mentre un rimborso è dovuto.

"Innumerevoli parole come onore,

giustizia, morale, internazionalismo,

democrazia, scienza, religione ave-

vano semplicemente cessato di esi-

stere".

La Neolingua Italiana ha già eliminato parole come giustizia,

democrazia, morale e onore. Chi si ostina ancora a pronunciarle non

riesce più a collegarle alla realtà.

Sono astrazioni. Appartengono a

un mondo favoloso e scomparso,

come quello di Atlantide. La Neo-

lingua italiana non è concepita per

sviluppare il pensiero, le capacità

cognitive, ma per ridurle. "Ciò che

distingueva la Neolingua era il fatto

che ogni anno, anziché ampliarsi, il

suo lessico si restringeva. Ogni ri-

duzione era considerata un succes-

so perché più si riducevano le pos-

sibilità di scelta, minori erano le

tentazioni di mettersi a pensare". È

innegabile che il numero di paro-

le che utilizziamo diminuisce anno dopo anno. Le contraiamo, usiamo

più spesso il linguaggio gestuale,

perdiamo per strada concetti, pez-zi di cultura, di Storia. Le "frasi fat-

te" che pronunciamo continuamen-

te ci fanno sentire a nostro agio

insieme agli interlocutori che an-

nuiscono rassicurati, ci riconosco-

no come uguali. "L'intento era di

rendere il discorso il più possibile

indipendente dall'autocoscienza".

Lo schiavo inconsapevole, tra tutti

gli schiavi, è il più amato dalle de-mocrazie.

Dal sito www.beppegrillo.it del 28 luglio 2011

che, non possono sopravvivere senza

la guerra perenne che quindi non po-

trà mai vedere un vincitore perché

essa è necessaria. Per questo i tre

contendenti sono sempre in stallo e,

per assurdo, otterrebbero il medesi-

mo risultato con la pace.

La libertà è schiavitù

La schiavitù, secondo il Socing, è li-

bertà; questo paradosso viene spiega-

to nel senso che i Prolet (la popolazio-

ne povera, ignorante e non apparte-

nente al partito), i quali costituiscono

la maggior parte della popolazione,

non possono essere abbastanza intel-

ligenti da governare e devono quindi

affidarsi ad altri che li governano per

il bene di tutti. La loro coscienza poli-

tica deve essere passiva e risparmiata

dalle preoccupazioni.

Page 8: Voltana On Line n.27-2011

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