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Walk of Fame 2010

Date post: 14-Mar-2016
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Manifestazione su College 2010
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Inserto del Corriere Canadese www.corriere.com 6 SETTEMBRE 2010 Le stelle italiane di College Street illuminano Toronto C ’è tanto orgoglio nelle paro- le di Jimi Bertucci e Marisa Beaco-Lang. Quando han- no lasciato l’Italia, uno la Cala- bria e l’altra il Friuli, erano solo due bambini, ma non hanno mai dimenticato la loro terra d’origine. Ed è proprio la fierezza delle loro radici che li ha spinti a creare Ita- lian Walk of Fame, un riconosci- mento internazionale per gli italia- ni che si sono distinti in vari cam- pi, dalla medicina alla scienza, dal mondo dello spettacolo a quello del business. L’evento si svolge a Toronto, anzi nel cuore della città che ospita una delle comunità italiane più nu- merose del mondo, in quel mosai- co di strade dove i primi immigra- ti hanno comprato casa o sono an- dati ad abitare insieme a un fratel- lo, un cugino o uno zio. Anche Jimi Bertucci, chair e co-fondatore del- la manifestazione insieme a Mari- sa Beaco-Lang, è cresciuto a Little Italy. Ed è proprio lì, a meno di un isolato di distanza dalla sua casa e dal marciapiede dove dall’anno scorso risplendono le stelle coi no- mi di sei italiani famosi, che è nata l’idea di un’Italian Walk of Fame. «Eravamo a bere un caffè al Diplo- matico - racconta Bertucci - più o meno quattro anni fa. Io sono cre- sciuto su Grace, a un isolato di di- stanza. Avevo sei anni quando so- no arrivato in Canada da Serra San Bruno, il paesino in Calabria dal quale provengono i miei genitori». Non c’è ombra di vergogna nel- le sue parole quando racconta che appena arrivato si è trovato di fron- te un mondo ostile, senza punti di riferimento fuori dal perimetro del- la famiglia e che soprattutto par- lava un’altra lingua. «All’inizio è stato uno shock culturale e lingui- stico. Ho dovuto affrontare tutte le difficoltà che incontrano gli immi- grati appena arrivati, ma ce l’ho fatta, le ho superate e alla fine so- no riuscito a realizzare il mio so- gno, quello di diventare musici- sta. Negli anni Settanta io e la mia band abbiamo venduto milioni di dischi e girato tutto il mondo, cosa che continuo a fare ancora oggi». Ma Bertucci non ha mai dimenti- cato le sue radici e il posto dov’è iniziata la sua avventura di musici- sta. «Quando Johnny Lombardi ha mandato in onda alla radio “Bye bye bambino occhi blu” ci ha lan- ciato nella comunità italiana. Era- vamo una pop band che cantava in inglese e quella era la nostra pri- ma canzone in italiano. È stato al- lora che abbiamo capito che alla gente piaceva il nostro modo di fa- re musica. Ho ricevuto tantissimo dalla comunità italiana - continua Bertucci - mi ha dato sostegno, ap- prezzamento e la fiducia per anda- re avanti e credere che tutto quel- lo che volevo realizzare era possi- bile. Sono loro che hanno fatto di me una stella». E non è un caso che l’idea di rendere omaggio agli ita- liani che si sono distinti in tutto il mondo sia nata proprio su College. «Quel giorno mi sono sentito co- sì orgoglioso del nostro patrimonio culturale che ho cominciato a pen- sare a come avrei potuto restituire a questa meravigliosa città e a que- sta meravigliosa comunità parte di quello che ho ricevuto». «Volevamo che avesse una va- lenza internazionale - spiega Mari- sa Beaco-Lang, co-fondatrice, pre- sidente e ceo dell’iniziativa - Di ri- conoscimenti per gli italiani, infat- ti, ce ne sono già tanti: premi che vengono consegnati a vario titolo da organizzazioni di ogni tipo, club e comunità. Ma sono pochi quelli che riescono a catturare l’attenzio- ne di un pubblico vasto, che vada al di là della nostra comunità e so- prattutto dei confini nazionali». (segue all’interno) Inserto a cura di Letizia Tesi e Elena Serra Jimi Bertucci e Marisa Beaco-Lang
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Page 1: Walk of Fame 2010

Inserto del Corriere Canadese www.corriere.com

6 Settembre 2010

Le stelle italiane di College Street illuminano TorontoC’è tanto orgoglio nelle paro-

le di Jimi Bertucci e Marisa Beaco-Lang. Quando han-

no lasciato l’Italia, uno la Cala-bria e l’altra il Friuli, erano solo due bambini, ma non hanno mai dimenticato la loro terra d’origine. Ed è proprio la fierezza delle loro radici che li ha spinti a creare Ita-lian Walk of Fame, un riconosci-mento internazionale per gli italia-ni che si sono distinti in vari cam-pi, dalla medicina alla scienza, dal mondo dello spettacolo a quello del business.

L’evento si svolge a Toronto, anzi nel cuore della città che ospita una delle comunità italiane più nu-merose del mondo, in quel mosai-co di strade dove i primi immigra-ti hanno comprato casa o sono an-dati ad abitare insieme a un fratel-lo, un cugino o uno zio. Anche Jimi Bertucci, chair e co-fondatore del-la manifestazione insieme a Mari-sa Beaco-Lang, è cresciuto a Little Italy. Ed è proprio lì, a meno di un isolato di distanza dalla sua casa e dal marciapiede dove dall’anno

scorso risplendono le stelle coi no-mi di sei italiani famosi, che è nata l’idea di un’Italian Walk of Fame. «Eravamo a bere un caffè al Diplo-matico - racconta Bertucci - più o meno quattro anni fa. Io sono cre-sciuto su Grace, a un isolato di di-stanza. Avevo sei anni quando so-

no arrivato in Canada da Serra San Bruno, il paesino in Calabria dal quale provengono i miei genitori».

Non c’è ombra di vergogna nel-le sue parole quando racconta che appena arrivato si è trovato di fron-te un mondo ostile, senza punti di riferimento fuori dal perimetro del-

la famiglia e che soprattutto par-lava un’altra lingua. «All’inizio è stato uno shock culturale e lingui-stico. Ho dovuto affrontare tutte le difficoltà che incontrano gli immi-grati appena arrivati, ma ce l’ho fatta, le ho superate e alla fine so-no riuscito a realizzare il mio so-gno, quello di diventare musici-sta. Negli anni Settanta io e la mia band abbiamo venduto milioni di dischi e girato tutto il mondo, cosa che continuo a fare ancora oggi». Ma Bertucci non ha mai dimenti-cato le sue radici e il posto dov’è iniziata la sua avventura di musici-sta. «Quando Johnny Lombardi ha mandato in onda alla radio “Bye bye bambino occhi blu” ci ha lan-ciato nella comunità italiana. Era-vamo una pop band che cantava in inglese e quella era la nostra pri-ma canzone in italiano. È stato al-lora che abbiamo capito che alla gente piaceva il nostro modo di fa-re musica. Ho ricevuto tantissimo dalla comunità italiana - continua Bertucci - mi ha dato sostegno, ap-prezzamento e la fiducia per anda-

re avanti e credere che tutto quel-lo che volevo realizzare era possi-bile. Sono loro che hanno fatto di me una stella». E non è un caso che l’idea di rendere omaggio agli ita-liani che si sono distinti in tutto il mondo sia nata proprio su College. «Quel giorno mi sono sentito co-sì orgoglioso del nostro patrimonio culturale che ho cominciato a pen-sare a come avrei potuto restituire a questa meravigliosa città e a que-sta meravigliosa comunità parte di quello che ho ricevuto».

«Volevamo che avesse una va-lenza internazionale - spiega Mari-sa Beaco-Lang, co-fondatrice, pre-sidente e ceo dell’iniziativa - Di ri-conoscimenti per gli italiani, infat-ti, ce ne sono già tanti: premi che vengono consegnati a vario titolo da organizzazioni di ogni tipo, club e comunità. Ma sono pochi quelli che riescono a catturare l’attenzio-ne di un pubblico vasto, che vada al di là della nostra comunità e so-prattutto dei confini nazionali».

(segue all’interno)

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Jimi Bertucci e Marisa Beaco-Lang

Page 2: Walk of Fame 2010

Armand Assante è un attore americano na-to a New York e cre-

sciuto a Cornwall, New York, in una famiglia mol-to cattolica. Suo padre era un artista e pittore italo-americano e la madre era di origine irlandese.

Assante ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema negli anni Settan-ta, prendendo parte a due soap opera della Nbc, How to Survive a Marriage nel-la quale interpretava John-ny McGee, e The Doctors nei panni del dottor Mike Powers. La sua prima pel-licola cinematografica ar-rivò nel 1974 con The Lor-ds of Flatbush, ma il ruolo che ha dato la svolta defini-tiva alla sua carriera è sta-to quello in Private Benja-min (1980), dove imper-sonificava un attraente uo-mo francese che diviene oggetto di attenzioni di un soldato americano interpre-

tato da Goldie Hawn.

L’apparenza in qualche modo “sinistra” di Assan-te lo ha reso popola-re in ruoli da “duro”, come nel film del 1982 I, the Jury o nell’interpreta-zione del gangster mafioso Bugsy Siegel nella comme-dia di Neil Simon The Mar-rying Man (1991), in Hoffa (1992) con Jack Nicholson come protagonista, o anco-ra nel ritratto biografico di John Gotti realizzato per la televisione nel 1996, per il quale si è guadagnato il Pri-metime Emmy Award for Outstanding Lead Actor in a Miniseries or a Movie.

Altri importanti ruoli ci-nematografici nella sua car-riera comprendono il leader della banda cubano di The Mambo Kings con Antonio Banderas, e l’adattamento in science-fiction di Judge Dredd con Sylvester Stallo-

ne, c o n

il qua-le aveva

già lavorato in due precedenti pellico-le. Recentemente è appar-so nell’acclamato Ameri-can Gangster (2007) insie-me a Denzel Washington e Russell Crowe. Si è inol-tre guadagnato il ruolo di protagonista in diversi epi-sodi di Ncis, interpretando il trafficante internazionale di armi René Benoit. Fuori dai confini degli Stati Uni-ti, Assante ha partecipato a diversi progetti cinemato-grafici nell’Est Europa, in Macedonia, Turchia, Bul-garia, Serbia, Romania e Bulgaria. In totale ha preso parte a circa 80 pellicole e una decina di film per la te-levisione.

Dean Martini è sta-to un famosissimo attore, cantante e

comico americano. I suoi numerosi successi inclu-dono Memories Are Ma-de of This, That’s Amore, Everybody Loves Some-body, Mambo Italiano, Sway, Volare e Ain’t That a Kick in the Head?

Martin, all’anagrafe Dino Paul Crocetti, era nato a Steubenville, in Ohio da Gaetano e Angela Crocetti, una coppia di immigrati italiani ed era il più giovane di due fi-gli. Suo padre era abruz-zese, mentre sua madre aveva radici siciliane e napoletane.

S o p r a n n o m i n a t o “King of Cool”, la sua

c a r r i e r a non è de-collata fino al suo incon-tro con Jerry Lewis al Glass Hat Club di New York, locale nel quale i due si trovavano per un’esibizione. Martin e Lewis strinsero un’ami-cizia che li unì anche sul palcoscenico e fece di lo-ro la coppia più famosa della commedia musica-le. Il loro successo rag-giunse l’apice in America nei primi anni Cinquanta, ma molti critici non va-lutavano troppo positiva-mente il ruolo di Martin nella coppia, sostenendo che non avesse ancora sviluppato lo stile unico

che lo ha invece caratte-rizzato negli anni succes-sivi della sua carriera. Per ben tre decenni Martin si è esibito a Las Vegas co-me cantante e comico, raccogliendo un grandis-simo successo.

Morì a causa di una crisi respiratoria la matti-na di Natale del 1995 al-l’età di 78 anni. Le luci di Las Vegas Strip venne-ro spente per onorarne la memoria.

Frank Iacobucci, nato a Vancouver da immi-grati italiani, è stato

membro della Corte Supre-ma canadese dal 1991 al 2004. Ha studiato all’Uni-versità dalla British Colum-bia e conseguito il master in Legge nella prestigiosa uni-versità di Cambridge. Suc-cessivamente ha insegnato nella facoltà di Legge del-l’Università di Toronto dal 1967 al 1982 e ne è stato il preside dal 1979 al 1982 nonché vicepresidente e ret-tore dal 1983 al 1985. Iaco-bucci ha fatto parte del mi-nistero della Giustizia tra il

1985 e il 1988, e nel 1991 è entrato a far parte della Corte Suprema canadese nominato dall’allora pri-mo ministro, il conser-vatore Brian Mulroney, mantenendo la carica fi-no al 2004. Da allora è stato presidente dell’Università di Toronto fino al 2005, quan-do si è unito al Conservative Party come consigliere ed è diventato chair dell’Higher Education Quality Council of Ontario.

Iacobucci ha ricevuto di-verse lauree ad honorem da scuole canadesi e l’Hono-rary Fellow dell’American

Col-l e g e

of Trial L a w y e r s .

Nel 2007 è diventato Com-panion of the Order of Ca-nada e il 9 giugno 2009 ha ricevuto la laurea ad ho-norem in Legge dalla Mc-Master University. Il Frank Iacobucci Centre for Ita-lian Studies dell’università di Toronto è stato dedica-to a lui.

L’attore canade-se Enrico Colan-toni, nato a Toron-

to, è conosciuto soprat-tutto per il suo ruolo di Elliot DiMauro nella si-tcom Just Shoot Me!, e per quello di Keith Mars nella serie televisiva Ve-ronica Mars.

Colantoni ha origini italiane ed è figlio di Gi-na e Quintino, manova-le e autista. Ha frequen-tato il corso di psicologia e sociologia all’Univer-sità di Toronto, prima di trasferirsi all’American Academy of Dramatic Arts di New York, e con-cludere gli studi alla Yale School of Drama, vincen-do il Carol Dye Award.

Attualmente è pos-sibile vederlo nella se-rie poliziesco canade-se Flashpoint, dove in-terpreta il sergente Greg Parker, diventato una hit della Cbs negli Stati Uni-ti. Colantoni ha raccon-tato di aver accettato il ruolo in quanto il fra-

tello è stato un poliziot-to di Toron-to per 30 anni. Il network gli ha concesso un provi-no nell’estate 2008 e la sua performan-ce è stata così con-vincente da fargli guadagnare il ruolo per l’intera stagione.

Colantoni ha anche partecipato a film come The Wrong Guy (1997), Galaxy Quest (1999), e A.I. Artificial Intelligen-ce (2001) ed è appar-so in Monk, Num-b3rs e Starga-te SG-1. Di recente, ha preso parte

alla commedia indipen-dente con James LeGros Sherman’s Way.

Frank Mancuso è nato a Buffalo, New York nel 1933.

Ha avuto una carriera piena di successi nel mon-do dello spettacolo, dura-ta circa quattro decenni e culminata alla guida del-la Paramount Pictures (tra il 1984 ed il 1991) e del-l’MGM Studios (1993-1999). Durante questo pe-riodo ha supervisionato cre-

zioni di film diventati successi memorabili, co-me Stargate, Species, Get Shorty, Leaving Las Vegas, The Birdcage, Ronan, The Thomas Crown Affair, e le serie di James Bond. Tra i suoi successi televisivi ri-cordiamo Cheers, Family Ties, Star Trek the Next Generation, Entratainment Tonight e The Arsenio Hall Show.

Attualmente Mancuso è chairmain della Motion Picture and Television Fund Corporate Board of Directors. Suo figlio, Frank Mancuso Jr. è un produtto-re esecutivo.

Le nuove stelle di College:un patrimonio tutto italiano

Dean Martin

enrico colantoni

Il sergente ParkerL’attore di Toronto è una star di Flashpoint

The King of CoolDivenne famoso in coppia con Jerry Lewis

Il Signore degli StudiosPer quasi 10 anni alla guida della Paramount Pictures

Frank Mancuso

Frank iacobucci

Una vita nelle AuleDa professore a giudice della Corte Suprema

Assante, il duroSpesso nei ruoli del gangster o del cattivo

arManD assanteFrank spaDone

Dopo il successo della pri-ma edizione dell’Italian Walk of Fame che si è

svolta l’anno scorso, il marcia-piede di College Street si arric-chirà di nuove stelle per onorare personaggi di origine italiana e di fama internazionali. La ceri-monia aperta al pubblico che si svolgerà nel cuore di Toronto, a Little Italy, sarà poi seguita da un gala che vedrà Frank Spado-ne nelle vesti di maestro di ce-rimonia.

L’italo-canadese di Toronto ha iniziato a mostrare il suo lato comico sin da quando, studen-te, imitò il preside del liceo da-vanti a tutta la scuola. Frank ri-corda ancora la tensione prima di quella esibizione, perché non sapeva come sarebbe stata pre-sa dal pubblico, ma riscosse in realtà un grande successo.

Dopo il diploma, Frank ebbe un periodo di indecisione sulla strada da intraprendere: il suo amore per la fotografia lo por-tò a condurre degli studi pres-so l’Humber College e a lavo-rare con alcuni dei fotografi più importanti del Paese. Durante i

servizi fotografici era solito in-trattenere l’intero staff, imitan-do modelle, raccontando storie sulla sua famiglia o prendendo in giro sé stesso, tanto che qual-che cliente lo assunse non solo per le sue doti di fotografo, ma anche per il suo talento comico. È stato proprio durante uno di questi servizi fotografici che un modello gli consigliò di esibir-si in un club per comici, e dopo qualche esitazione, Frank deci-se di provare.

Il suo debutto ufficiale sul palcoscenico risale al 18 mar-zo 1997. Furono pochi gli ami-ci ad essere informati, forse an-che per un po’ di scaramanzia. Si esibì per soli cinque minu-ti, ma convinse i molti presen-ti che aveva davvero talento da vendere. Di lì cominciò ad esi-birsi sempre più spesso e a la-vorare sul proprio repertorio per presentare, nei suoi spettacoli, materiale sempre nuovo. In po-co tempo trasformò la sua pas-sione in una professione vera e propria e passò dai circoli più prestigiosi di Toronto a viaggia-re in numerose città del Paese,

riscuotendo sempre grande suc-cesso. Frank, poi, ha affinato la sua arte e il suo talento comple-tando gli studi in improvvisa-zione a Second City e frequen-tando spesso altri corsi per co-mici. Frank ha sempre dichiara-to di aver ereditato il suo talento dalla nonna materna e dal non-no paterno, conosciuti da tutti per la loro capacità di raccon-tare storie.

Altra caratteristica del comi-co italo-canadese, assiduo fre-quentatore del comedy show Just for laughs, è il fatto di ser-virsi del pubblico presente ai propri spettacoli come base sul-la quale costruire il suo umo-rismo.

Frank Spadone è oggi uno dei comici canadesi di maggior talento, specializzato in quel-la che è viene definita “l’arte di imitare la vita”, cioè la capaci-tà di “rubare” aspetti del quoti-diano e di utilizzarli per crea-re storie comiche. Il suo inte-ressante punto di vista verso la vita gli consente di comunicare con il pubblico in modo effica-ce ed unico.

L’arte di imitare la vita di SpadoneIl comico italo-canadese sarà il maestro di cerimonia dell’Italian Walk of Fame

Marisa Beaco-Lange Jimi Bertucci:

«È l’umanitàil primo requisito»

ethan bortnick

Il gala della seconda edi-zione dell’Italian Walk of Fame ospiterà anche l’esi-

bizione del bambino prodigio di nove anni Ethan Bortnick, pianista e compositore che ha esordito a livello internaziona-le all’età di cinque anni e che fa ormai parte del mondo del-le celebrità.

Ethan ha iniziato a suona-re il pianoforte a tre anni, sem-plicemente imitando le melo-die che sentiva alla radio o al-la televisione. Il suo incredibi-le talento di riprodurre musiche ad orecchio gli ha permesso di crearsi, in breve tempo, un re-pertorio che va dai brani sen-za tempo della musica classica, al jazz ai pezzi pop. Come se non bastasse, a soli cinque anni Ethan ha iniziato anche a com-porre brani originali.

«Mi piace giocare con il computer, disegnare, passare il tempo con i miei amici - ha raccontato Ethan al Corriere Canadese - Faccio tutto quello che fanno i bambini della mia età e in più suono il pianoforte. Mi piace andare a scuola per-ché imparo cose nuove e gio-care a basket, ma non lo faccio spesso perché posso farmi ma-le alle mani».

Il piccolo prodigio è appar-so per la prima volta al The To-night Show con Jay Leno nel maggio 2007, debuttando sul-

la televisione nazionale. Da al-lora è stato ospite di Leno ben tre volte e nel maggio 2009 gli ha anche dedicato la canzo-ne intitolata The King of La-te Night composta apposita-mente per l’occasione. «Molto spesso penso agli animali per-ché mi piacciono molto - dice Ethan raccontandoci da dove trae ispirazione quando com-pone - ma anche ad altre cose, a persone o alla natura».

Le sue apparizioni televisive comprendono anche la parteci-pazione a The Oprah Winfrey Show, Good Morning America, The Martha Stewart Show e Yo Gabba Gabba.

Nonostante la sua giovane età, Ethan si è esibito in con-certi nazionali ed internazio-nali. Il suo debutto ha avuto luogo nel 2007 ad Hollywood in occasione dell’apertura del concerto di Nelly Furtado.

Da allora ha suonato con la Philharmonic Orchestras di Orlando e di Napoli, diven-tando il più giovane solista al pianoforte. Nei suoi concer-ti e durante eventi di benefi-cenza ha avuto inoltre l’onore di condividere il palcoscenico con artisti leggendari come El-ton John, Natalie Cole, Smo-key Robinson, Beyoncé, Re-ba McEntire e molti altri. «So-no delle grandissime celebrità - continua Ethan - ma è anche

vero che sono persone norma-li che si comportano come noi. L’unica differenza è che sono dei grandissimi musicisti e so-no tutti molti gentili».

Il 1 febbraio 2010 Ethan si è unito alle star di We Are The World 25 For Haiti. Prodotto da Quincy Jones e Lionel Ri-chie, il brano musicale vede come protagonisti grandi no-mi della musica internazionale, come Barbara Streisand, Celi-ne Dion, Kanye West e Miley Cyrus ed ha debuttato duran-te la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici invernali di Vancouver 2010. Questo mese Ethan ha avuto l’onore di di-ventare il più giovane musici-sta a presentare uno speciale su un suo concerto che lo ve-de esibirsi in classici musica-li, con la partecipazione di arti-sti del calibro di Arturo Sando-val e Gloria Gaynor. «Mi pia-ce tanto viaggiare perché passo tanto tempo con il mio papà - conclude Ethan - In più quando suono il pianoforte è come se la musica s’impossessasse del mio corpo e sentissi e seguis-si solo il suono della musica. È una bella sensazione e pen-so che probabilmente suonerò il pianoforte per tutta la mia vi-ta». E quando gli chiediamo se è fidanzato, ci liquida dicendo: «Naturalmente no, sono troppo giovane per queste cose».

Compositore e pianista a nove anniIl bambino prodigio, Ethan Bortnick, suonerà per le stelle di College Street

(segue dalla copertina)

All’inizio avevano pensato a una Walk of Fame italo-cana-dese, ma alla fine hanno capito che la cosa importante era ren-dere omaggio agli italiani non solo in Canada o in Italia, ma a qualsiasi latitudine. «Di soli-to gli italiani sono persone umi-li, per questo - continua Marisa Beaco-Lang - volevamo crea-re qualcosa che fosse sotto gli occhi di tutti e che al contem-po insegnasse qualcosa della lo-ro storia alle persone di origine italiana, mostrando i traguardi raggiunti dagli italiani in tutti i campi e in tutto il mondo».

«La nostra comunità sta cre-scendo - aggiunge Bertucci - e forse non tutti i giovani di se-conda o terza generazione co-noscono la storia della loro ter-ra d’origine. Sicuramente san-no che Colombo e Caboto era-no italiani, ma non conosco-no gli altri nostri connazionali che hanno fatto onore all’Italia in tantissimi settori». Fra i cri-teri di selezione, però, oltre al fatto di essere famosi e di aver raggiunto traguardi importanti nel proprio settore c’è l’aspet-to umano: «È fondamentale che le persone alle quali offriamo il nostro riconoscimento - pre-cisa Marisa Beaco-Lang - ab-biano restituito parte di quello che hanno ricevuto alla loro co-munità, non importa si tratti o meno di quella italiana, perché l’umanità è un requisito da met-tere sempre al primo posto».

Marisa e Jimi, dalla gen-te di Little Italy, dicono di aver ricevuto moltissimo. «All’ini-zio quando abbiamo comincia-to a parlare del nostro proget-to - racconta Marisa - le perso-ne erano entusiaste, ma erano in pochi a credere che sarem-mo riusciti a realizzarlo. L’an-no scorso, il giorno dell’inau-gurazione, l’emozione e la gioia erano palpabili. Ci siamo sentiti sopraffatti dall’entusiasmo del-la gente. È stato molto più di quanto avessimo sperato». «Se-condo me - dice Jimi - siamo stati ricompensati per il fatto di aver valorizzato il nostro patri-monio culturale - aggiunge Jimi - e per noi è stata una conferma del fatto che quello che stavamo facendo era giusto».

Per Marisa l’Italian Walk of Fame è anche un modo per di-re grazie ai primi immigrati, co-me i suoi genitori, che coi lo-ro sacrifici hanno dato ai figli la possibilità di avere un futu-ro migliore. «Sono molto orgo-gliosa delle mie radici italiane. I miei figli sono nati in Cana-da, ma è importante che non di-mentichino da dove provengo-no e quali sacrifici hanno fatto le generazioni precedenti». Non c’è una cosa in particolare con cui identifica l’Italia: sono i va-lori e le tradizioni che le hanno insegnato fin da bambina a dar-le un senso di appartenenza che, da vera italiana, vuole trasmet-tere ai suoi figli.

Anche per Jimi la famiglia è al primo posto insieme a un buon panino alla mortadella, scherza. «Sono padre e nonno e vorrei riuscire a trasmettere i nostri valori anche ai miei nipo-ti, nella speranza che a loro vol-ta li trasmettano alle generazio-ni future perché questo magico legame con la nostra terra non s’interrompa mai».

Page 3: Walk of Fame 2010

Alcuni momentidella prima edizionedell’Italian Walk of Famesu College Streetil 7 settembre del 2009 alla presenzadelle staralle quali è statoreso omaggio,fra le quali anche l’atto-re GiancarloGiannini, che si è inginocchiato a baciarela stella a lui dedicata

Era il 7 settembre 2009 quando sul marciapiede di College Street sono com-

parse sei stelle italiane. È na-ta così l’Italian Walk of Fame di Toronto, proprio nella città in cui la comunità italiana è mol-to numerosa e ha contribuito in maniera massiccia allo sviluppo dell’intero Paese.

Durante la cerimonia, avve-nuta tra gli applausi del pubbli-co, è stato reso omaggio al suc-cesso del celebre attore Giancar-lo Giannini, nato a La Spezia in Liguria, della star dell’hockey Phil Esposito, dell’imprendito-re Rudy Bratty, dell’ex Commis-sioner dell’Opp Julian Fantino, e del cantante Connie Francis, ed è stato ricordato il fondatore della Chin Radio Johnny Lombardi.

«L’Italian Walk of Fame ren-derà omaggio a personaggi di origine italiana che hanno avuto successo nei rispettivi settori - aveva dichiarato la co-fondatrice della Iwof Marisa Beaco-Lang - con la speranza di ricordare an-che alle nuove generazioni gli eccezionali traguardi che gli ita-liani hanno raggiunto in tutto il mondo e di dar loro una fonte d’ispirazione».

Il tappeto rosso steso per l’inaugurazione dell’Italian Walk of Fame ha richiamato moltissi-me persone, che hanno assisti-to alla cerimonia. Dopo aver ba-ciato il marciapiede, per la gioia dei fotografi, Giancarlo Giannini si è fermato a parlare e a stringe-re le mani dei fan, complimen-tandosi con la comunità italiana di Toronto «per il suo entusia-smo e per la sua vitalità», rico-noscendo in loro la stessa gioia di vivere che l’attore porta sem-pre con sé.

Presenti a questo importan-te riconoscimento per gli italiani nel mondo, anche il console ge-nerale d’Italia Gianni Bardini, il senatore Con Di Nino, e il depu-tato provinciale Laura Albane-se. La cerimonia è stata seguita da un gala e parte del ricavato è stato devoluto ai terremotati del-l’Abruzzo.

Le stelle di Little Italy, pro-prio davanti alla sede della Chin, oltre a celebrare l’eccellenza ita-liana, hanno anche fatto crescere la febbre per l’arrivo delle nuove “stelle” che ogni anno entreran-no a far parte dell’Italian Walk of Fame.

Per ulteriori informazioni sull’Italian Walk of Fame visita-re www.italianwalkoffame.com.

La febbredi College

per le sue star


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