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WEB QUESTION

Date post: 21-Jan-2016
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WEB QUESTION. Lavoro a cura di: Alfonsi Giulia Antoniolli Anna Bergamo Elena Biondo Alfio. HOME. MUSCOLI SPORT : la resistenza BENESSERE ALIMENTAZIONE IL RAPPORTO TRA LA RESISTENZA E L’ALIMENTAZIONE RAPPORTO TRA SFORZO E RECUPERO PRINCIPALI MUSCOLI COINVOLTI NELLA RESISTENZA - PowerPoint PPT Presentation
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WEB QUESTION Lavoro a cura di: Alfonsi Giulia Antoniolli Anna Bergamo Elena Biondo Alfio
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WEB QUESTION

Lavoro a cura di:

Alfonsi Giulia

Antoniolli Anna

Bergamo Elena

Biondo Alfio

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• MUSCOLI• SPORT: la resistenza• BENESSERE• ALIMENTAZIONE• IL RAPPORTO TRA LA RESISTENZA E L’ALIMENTAZI

ONE• RAPPORTO TRA SFORZO E RECUPERO• PRINCIPALI MUSCOLI COINVOLTI NELLA RESISTEN

ZA• CORSA PER I DISABILI

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I muscoli

Un muscolo è una forma contrattile di tessuto biologico. È uno dei quattro tipi principali di tessuto, gli altri sono epitelio, tessuto connettivo e tessuto nervoso. La contrazione muscolare viene usata per muovere le parti del corpo, così come per

muovere le sostanze all'interno del corpo. L'insieme dei muscoli costituisce l'apparato muscolare, che è annesso all' apparato locomotore

• muscoli striati o scheletrici• muscoli lisci• sintesi muscoli striati/scheletrici e lisci• classificazione dei muscoli• il tono muscolare

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STRUTTURA DEL MUSCOLO STRIATO O SCHELETRICO

Il muscolo è formato da un tessuto, detto muscolare. Nel caso dei muscoli scheletrici o striati, tale tessuto, ad un attento esame microscopico, appare striato, per la presenza di fibre. Le fibre sono delle cellule polinucleiche di forma allungata. È fondamentale dire che alla membrana cellulare delle fibre, mediante i bottoni sinaptici, sono collegate le sinapsi. Le fibre sono costituite da particolari organuli, costituiti da fasci di miofibrille, separati dal

resto del citoplasma da una membrana. Tali organuli sono deputati alla contrazione e al rilassamento del muscolo. Le miofibrille, a loro volta sono costituite da bande chiare e bande scure che si ripetono regolarmente. Queste bande sono poi delimitate da due linee sottili, linee Z, costituite da proteine che svolgono la funzione di

tenere unite queste unità. I sarcomeri(così si chiamano queste unità) sono poi costituiti da fasci di filamenti paralleli e alterni. Questi filamenti sono di due tipi: i filamenti sottili, costituiti da una coppia di filamenti di actina, una proteina alfa elica, attorcigliati ad un filamento di una proteina regolatrice. Nel caso dei filamenti sottili, nella

catena proteica di actina sono presenti anche delle molecole di tropomiosina. I filamenti spessi sono invece costituiti principalmente da una proteina globulare, la miosina. La miosina è costituita da sei catene

polipeptidiche, di cui due più lunghe, per la presenza di teste globulari. Quando un muscolo è rilassato, i filamenti sottili e quelli spessi, sono vicini, ma non collegati, mentre durante la fase di contrazione risulteranno collegati.

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STRUTTURA DEL MUSCOLO LISCIO• Il tessuto muscolare liscio è principalmente responsabile della muscolatura degli

organi interni: le cellule sono fusiformi, il nucleo è centrale, ma i miofilamenti sono disponsti in maniera irregolare e per questo motivo non notiamo le striature che caratterizzano il muscolo scheletrico. Per quanto riguarda l'attività del muscolo liscio notiamo molte differenze rispetto al tessuto analizzato in precedenza:

• contrazione lenta e meno potente ma più prolungata. • contrazione che è involontaria: il muscolo può contrarsi per innervazione del sistema

nervoso autonomo o sotto stimolo ormonale. • contrazione che avviene per tutto il muscolo contemporaneamente: questa è la

caratteristica più importante del muscolo liscio. Il muscolo si comporta proprio come se si trattasse di un'unica fibra, anche se nella realtà ci sono più fibre che si susseguono l'una all'altra. In questo caso si dice che questo tipo di tessuto si comporta come un sincizio funzionale.

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SINTESII muscoli - Definizione I muscoli sono organi attivi del movimento. Il loro compito è quello di trasformare energia chimica statica e

inattiva in un lavoro meccanico attivo. Sono costituiti da fibre.

I muscoli - Classificazione: muscoli lisci e scheletrici− Muscoli lisci Sono muscoli involontari, che rivestono le pareti di tutti quegli apparati devoluti alla vita vegetativa

(digerente, respiratorio, urogenitale, ecc.). Sono costituiti da fibre lisce, che non presentano striature.− Muscoli scheletrici Sono muscoli volontari, che costituiscono la maggior parte della muscolatura. Reagiscono con eccezionale

velocità agli impulsi nervosi. Sono costituiti da fibre striate, caratterizzate da striature.

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CLASSIFICAZIONE DEI MUSCOLI− flessori ed estensoriflessore: muscolo che ha la funzione di avvicinare tra loro due

segmenti scheletrici, provocando un piegamento(bicipite).estensori: muscolo che ha la funzione di allontanare tra loro due

segmenti scheletrici provocandone un'estensione(tricipite).− adduttori, abduttori, rotatoriadduttore: muscolo che determina un movimento tale da avvicinare un

arto alla linea mediana del corpo.abduttore: muscolo che determina un movimento tale da allontanare un

arto alla linea mediana del corpo.rotatore: muscolo che permette una rotazione interna o esterna.− agonisti e antagonisti: un muscolo agonista esprime un movimento,

quella antagonista l'esatto contrario.− sinergici: muscoli che compiono la stessa azione.

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IL TONO MUSCOLARE

Il tono muscolare è il grado naturale di tensione dei muscoli, in uno stato di normale equilibrio.

Il tono muscolare è fondamentale per la postura, nonché per permettere ai muscoli di reagire prontamente agli stimoli

nervosi. Può essere alterato a causa di lesioni, specialmente delle innervazioni. Lo scarso movimento è causa di

ipotonia.

Il tono muscolare scompare solo in caso di morte.

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LA RESISTENZA

Negli anni ‘80 si chiamava “jogging”, oggi si parla di “running”, ma il soggetto è sempre quello: la corsa.È una pratica sportiva semplice che consente di mantenere e sviluppare una buona forma fisica, migliorando

l’efficienza cardiaca e circolatoria. Ma inoltre è anche un’attività piacevole, che rilassa e migliora il tono dell’umore.

Correre è una vera e propria filosofia di vita, ti fa sentire libero, ti fa conoscere il tuo corpo nei suoi limiti e nel suo potenziale.

Nella corsa si può vedere anche un ritorno alle origini, è stata infatti la prima attività aerobica praticata dall’uomo ed è tuttora una delle più frequentate. Sono infatti moltissimi gli appassionati di questa disciplina che ha il

vantaggio di non richiedere nient’altro che un paio di scarpe da ginnastica e tanta forza di volontà.Il "Test di Cooper“ è il test di resistenza più utilizzato nella pratica sportiva è il cosiddetto Il test consiste nel 

percorrere più strada possibile (correndo o comminando) in un tempo fisso di 12 minuti. Il test ha il vantaggio di poter essere eseguito da soli, senza apparecchiature sofisticate o l'assistenza di un operatore.

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LO SPORT E IL BENESSERE

Lo sport è in grado di farci sentire meglio e ci fa vivere più a lungo inducendoci ad una attività regolare, ordinata, cadenzata e controllata.

La resistenza è proprio l’attività fisica che richiede il minor impegno economico, è di più facile accesso e allo stesso tempo fa bene alla salute, in quanto abbassa la quantità di

zuccheri nel sangue, aiuta la circolazione, fa perdere peso e stimola il buon umore. La corsa porta inoltre beneficio al cuore perché migliora l’efficienza cardiaca e circolatoria

grazie all’immissione in circolo, sotto sforzo, di sostanze vasodilatatrici, che agiscono su muscoli e arterie.

Il dimagrimento è un fattore certamente importante per motivi estetici ma soprattutto per la risoluzione di problemi legati all’obesità, e lo sport, in particolare la corsa,

favoriscono appunto la perdita di peso che impedisce l’instaurarsi dell’arteriosclerosi, di disturbi cardiaci, circolatori ed epatici.

Si dimagrisce quando diminuisce il contenuto di grassi negli adipociti (le cellule di deposito), questo processo viene chiamato lipolisi e viene stimolato nella corsa

facendo fuoriuscire i grassi e facendoli utilizzare dai muscoli come fonti di energia.La resistenza, o più generalmente la corsa, riduce inoltre gli zuccheri circolanti nel

sangue, perché abitua il muscolo a prelevare una maggiore quantità di glucosio dal sangue. Possiamo quindi dire che un altro compito di questo sport è quello di

controllare il tasso degli zuccheri

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ALIMENTAZIONECOME ALIMENTARSI DURANTE L’ALLENAMENTO

In tutti gli sport i livelli di prestazione sono straordinariamente aumentati anche grazie ad un’alimentazione più corretta e consona alle specifiche esigenze di ogni sport. La dieta in allenamento ha tra l’altro il preciso scopo di permettere, nei periodi di intervallo tra una

gara e l’altra, l’accumulo di quei materiali energetici e plastici che consentono all’organismo di sviluppare le più efficienti possibilità muscolari al momento della

massima richiesta .L’atleta in allenamento necessita di un sufficiente apporto calorico, indispensabile a bilanciare

il suo continuo dispendio energetico dovuto alla normale routine di esercizi atti a metterlo nelle condizioni ottimali di forma e a predisporre una sufficiente riserva calorica cui

attingere durante lo sforzo della gara. Il suo fabbisogno calorico in fase di allenamento si può calcolare prendendo come campione

un atleta di media statura e di medio peso raggiunge le 3500-4000 calorie. Se l’atleta non possiede una preparazione dietetica e si sottopone per la prima volta ad una

disciplina alimentare, non bisogna mai modificare in modo improvviso le sue normali abitudini poiché si possono creare le premesse per disturbi di ordine psicologico con dannose conseguenze sulla sfera digestiva, causando spiacevoli disordini funzionali

come inappetenza, stipsi, eruttazioni e flatulenza.

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IL RAPPORTO TRA LA RESISTENZA E L’ALIMENTAZIONE

Nella resistenza si pongono dei problemi specialmente per quanto riguarda il dispendio energetico e la perdita idro-salina con la necessità di un immediato rifornimento. Per una buona riuscita agonistica è

dunque necessario provvedere adeguatamente, secondo criteri strettamente scientifici.L’atleta deve ben preparasi alla gara consumando due tipi di razione.

La prima, la razione di sicurezza, si riferisce ad uno spuntino, fino a tre ore prima della gara, composto di cibi capaci di essere perfettamente digeriti e metabolizzati in questo breve lasso di tempo e in grado di fornire all’atleta la massima carica energetica. Essi sono i cibi ricchi di zucchero come marmellata,

gelatina, biscotti, dolci e sciroppi. Il glucosio, rapidamente assorbito, determina poi un’ipoglicemia reattiva che raggiunge il suo massimo poco tempo dopo l’assunzione.

Può essere comunque pericoloso somministrare zuccheri prima di una competizione, specie se si tratta di una gara di lunga durata, perché si può verificare che la condizione ipoglicemica cada proprio

durante lo svolgimento della gara stessa. Ciò non accade se si assumono alimenti ricchi di mucillagine, come avena, frumento, orzo e segale, perché il loro assorbimento lento e continuo, mantiene costantemente la glicemia a valori elevati, per cui non si verifica l’ipoglicemia reattiva.

Mentre la seconda razione, chiamata razione d’attesa e consumata tra lo spuntino e la competizione, serve per mantenere l’atleta nella condizione nutritiva ideale per il massimo rendimento.

Riveste una particolare importanza perché può saturare l’atleta di zuccheri, acqua e sali, in modo che questi possa meglio resistere alla fatica, alla disidratazione e alla sete.

La somministrazione di bevande energetiche deve essere effettuata lungo tutto il percorso di gara, circa ogni 7-9 km: è ovvio che la scelta dei liquidi da somministrare deve cadere su bevande che abbiano

la caratteristica di essere ricche di sali minerali e ad alto contenuto di carboidrati, che siano facilmente assimilabili, che non diano un’ipoglicemia reattiva e che non accrescano il senso di sete.

Le uniche bevande che possono soddisfare tutte queste esigenze sono i centrifugati di frutta e di verdura somministrati a temperatura ambiente per evitare crisi causate da sbalzi termici, con violenti

dolori di tipo colico all’apparato digerente. Date le notevoli perdite idro-saline subite in specie attraverso la sudorazione e l’iperventilazione

polmonare, è necessario che l’atleta tenga in debito conto, al rientro, sia la razione di recupero idrominerale che la razione di recupero energetico prima di concedersi il piacere di un pasto

ristoratore.

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RAPPORTO TRA SFORZO E RECUPERO

• La resistenza fisica• Lo sforzo fisico• Il recupero fisico

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LA RESISTENZA FISICAIl termine generico di resistenza definisce la capacità dell’organismo di durare in un lavoro il più a lungo possibile.

La resistenza si presenta in tre diverse forme: • Resistenza generale che si riferisce alla capacità di eseguire per un lungo tempo un’attività fisica che impegna più gruppi muscolari unitamente

all’apparato cardiocircolatorio e respiratorio;• Resistenza locale che si riferisce alla capacità di un ristretto settore muscolare di eseguire un lavoro per un tempo lungo, supportato dalla ottimale

capacità di utilizzo di substrati energetici locali, dai livelli di vari tipi di forza, dal livello di forza specifica e dalle capacità coordinative;• Resistenza speciale che si riferisce al particolare tipo di resistenza richiesta da una determinata disciplina sportiva.

Utilizza due diversi meccanismi energetici:• Resistenza aerobica, cioè quando il lavoro muscolare avviene in equilibrio tra consumo e reintegro di sostanze energetiche. È il processo più economico

e necessita dell’ossigeno inspirato per l’ossidazione del glicidi e dei grassi;• Resistenza anaerobica, cioè quando le tensioni muscolari, di media intensità, possono essere protratte per un tempo relativamente lungo. Questo

meccanismo avviene in assenza d’ossigeno e la capacità contrattile iniziale viene ripristinata dopo il tempo di smaltimento dell’acido lattico che è stato prodotto durante il lavoro.

La resistenza si differenzia inoltre per il grado d’impegno organico e muscolare nel tempo in resistenza di lunga durata, resistenza di media durata, resistenza di breve durata, resistenza alla forza e resistenza alla velocità.

Essa è garantita dalla presenza di vari fattori:• Presenza (patrimonio genetico) nei muscoli utilizzati di un maggior numero di fibre rosse;• Maggiore vascolarizzazione muscolare;• Contenuto di ossigeno e fonti energetiche nel sangue;• Capacità di assorbimento e di utilizzo dell’ossigeno;• Capacità di immagazzinamento e trasformazione delle fonti energetiche;• Efficienza dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio;• Ottima coordinazione dei movimenti nel giusto alternarsi di contrazione e decontrazione dei muscoli agonisti e antagonisti;• Capacità volitiva e forte motivazione.

Gli aspetti peculiari della resistenza sono: • Potenza aerobica che è strettamente legata alla quantità di ATP che il metabolismo aerobico del soggetto è in grado di sintetizzare nell’unità di tempo,

determinata dal massimo consumo d’ossigeno e dalla massima intensità di lavoro realizzabile al di sotto della soglia anaerobica;• Potenza anaerobica lattacida, cioè la quantità di energia prodotta anaerobicamente dalla scissione del glicogeno, determinata dal processo energetico

anaerobico alattacido.

Nei giovani, tra i 7 e 8 anni, l’organismo risponde allo sforzo di durata aumentando solo la frequenza cardiaca e respiratoria. Il limite della resistenza in un bambino deriva dunque dalla naturale scarsa propensione allo sforzo monotono e prolungato, cioè alla mancanza di stimoli sempre diversi di carattere ludico.

Il massimo incremento naturale della resistenza si ha intorno ai 15-16 anni, mentre ai 17-18 anni si raggiunge la massima capacità di resistenza.

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LO SFORZO FISICOIl rapporto tra gli intervalli e i periodi di sforzo sono

diversi a seconda del tipo di sport che si pratica e dal grado di allenamento della persona.

I parametri che indicano l’affaticamento sono il numero di pulsazioni al minuto del cuore che

raggiungono un livello considerato limite a 180 battiti, ovvero quasi il triplo delle pulsazioni

normali.

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IL RECUPERO FISICO

Intervallare lo sforzo con dei periodi di recupero consente di poter effettuare uno sforzo più lungo.

Dopo molte analisi e misurazioni si è notato che nel periodo di recupero si ha:

• Riduzione dei battiti cardiaci;

• Aumento del trasporto d’ossigeno;

• Il coefficiente respiratorio aumenta;

• Riduzione del numero di atti respiratori;

• Leggera diminuzione della pressione massima e diminuzione della pressione minima;

• Aumento della pressione differenziale (distanza maggiore tra la pressione massima e la minima).

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PRINCIPALI MUSCOLI COINVOLTI NELLA RESISTENZA

• TRICIPITE SURALE• BICIPITE FEMORALE• ADDUTTORI• GLUTEI• QUADRICIPITE

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TRICIPITE SURALE

Il tricipite surale è il muscolo della regione posteriore che costituisce il polpaccio. Il muscolo del polpaccio è

costituito da due capi detti anche gemelli surali, che a metà della gamba si fondono con un terzo muscolo, il

muscolo soleo, per dare origine al tendine calcaneale. I due gemelli e il soleo insieme costituiscono un muscolo unico, denominato tricipite della sura. La loro azione è

quella di flettere il piede plantarmente e ruotarlo all’interno; contribuiscono inoltre alla flessione della

gamba sulla coscia.

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Page 19: WEB QUESTION

BICIPITE FEMORALEIl bicipite femorale è il muscolo adduttore

che collega la tibia al femore, consentendo di alzare la parte inferiore della gamba.

Questo movimento, in condizioni normali,non comporta altro carico che il sollevamento

del semplice peso del nostro stesso arto, del piede e della scarpa e,al massimo, l’eventuale attrezzo a questi collegato (sci, pattini, tavole,…).

Come tutti i muscoli viene comunque sollecitato anche dagli esercizi che coinvolgono il suo antagonista,

che in questo caso è il quadricipite.

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ADDUTTORI

Gli adduttori sono i muscoli che provocano l’avvicinamento di un arto, o di una parte di esso, all’asse mediano del

corpo, con funzione quindi antagonista a quella dei muscoli abduttori.

In particolare nella coscia si trovano tre adduttori (lungo, breve e grande) che, contraendosi, provocano il

rispettivo avvicinamento delle cose.

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GLUTEI

I glutei sono i tre più importanti muscoli che costituiscono

la parte carnosa delle natiche, distinti in grande (il più superficiale dei tre),

medio (situato sotto il precedente)e piccolo gluteo (il più profondo);

si inseriscono superiormente alla cresta iliaca, al sacro e al coccige,

e inferiormente al grande trocantere del femore,

provvedendo all’estensione, alla rotazione e all’abduzione della coscia.

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QUADRICIPITE

È il muscolo che consente di camminare, correre, saltare.

Insieme al polpaccio e al gluteo è il principale artefice della movimentazione della gamba,

e tra questi è il muscolo che raggiunge il maggior volume.

Il quadricipite è un muscolo del corpo umano situato nella parte anteriore della coscia

ed è costituito da quattro capi (retto femorale, vasto mediale, laterale e intermedio)

che hanno origine dal femore e dal bacino e si fondono in un tendine comune,

detto rotuleo, posto tra la rotula e la tibia.Svolge nella gamba la stessa funzione che

il tricipite assolve nel braccio: apre ilo ginocchio, sollevando il nostro peso e allontanando i piedi dal corpo.

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CORSA PER I DISABILI

• La resistenza per i disabili• Gare di corsa per atleti con handicap fisico• Dai 100 agli 800 metri

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LA RESISTENZA PER I DISABILI

Lo sport per disabili nasce in Inghilterra dopo la seconda guerra mondiale; in Italia è coordinato dalla FISD,

Federazione Italiana Sport Disabili.Essa coordina,organizza e patrocina gare sportive per disabili a diversi livelli,

favorisce studi e ricerche specifiche del settore sotto l’aspetto medico-scientifico, sociale, economico e giuridico, cura la preparazione tecnica, agonistica

ed organizzativa delle squadre italiane per la partecipazione ai Giochi Paraolimpici ed alle altre competizioni internazionali.

La FISD conta oltre 15000 tesserati e 500 società sportive affiliate permettendo la pratica sportiva alle differenti tipologie di handicap.

Lo sport può offrire alla persona disabile un’ampia gamma di opportunità finalizzate al miglioramento dell’immagine di sé, allo sviluppo

delle capacità senso-pratiche, ad una maggiore autonomia personale, all’acquisizione di capacità motorie utili nella

vita quotidiana e scolastica, ad una migliore qualità della vita di relazione.

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GARE DI CORSA PER ATLETI CON HANDICAP FISICO

• Tutte le partenze hanno inizio con la detonazione procurata da una pistola a salve o altra apparecchiatura approvata, dopo che lo starter avrà pronunciato: “ai vostri posti” e in seguito “pronti”, per le gare sino a 400 metri e solo “pronti” per quelle su distanze superiori.

• Nelle gare in corsia l’atleta deve rimanere nella propria corsia dalla partenza all’arrivo. Se la abbandona viene squalificato.

• Le protesi utilizzate durante le gare non sono da considerarsi strumenti in grado di offrire all’atleta che le porta qualche vantaggio.

• Per chi fa uso della carrozzina, in tutte le gare individuali su pista dagli 800m in poi, è obbligatorio indossare il casco e la carrozzina da corsa deve essere dotata di almeno due ruote grandi e una piccola.

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DAI 100 METRI AGLI 800 METRI

Gli atleti di classe B1, ovvero quelli a cui è consentito l’uso di richiami sonori, gareggeranno accompagnati da una guida.

Mentre gli atleti di classe B2, che riconosce le particolari esigenze degli atleti sordo-ciechi, possono scegliere se ricorrere o meno ad una guida in qualunque gara di

corsa.Durante la gara il concorrente e la guida costituiscono una squadra.

La scelta del metodo di guida spetta all’atleta, che può scegliere di correre con la guida gomito a gomito, tramite cordicella oppure liberamente, ricevendo

istruzioni verbali.

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BIBLIOGRAFIA• 100 DIETE PER 100 SPORT – la giusta alimentazione

nell’attività sportiva (Alberto Lodispoto)• MOTORE DI RICERCA: www.google.it• LIBRO DI TESTO DI GINNASTICA: Manuale illusutrato

dell’educazione fisica scolastica (B. Balboni, A. Dispenza, C. Piotti)

• http://www.ecplanet.com/print.php?id=9673&madre=7• www.sportmedicina.com• www.sportraining.net/


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