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Date post: 10-Jul-2020
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a Cattedrale era gremita come nelle solennità più importanti, ma questa volta non c’era nessuna festa liturgica che facesse da richiamo: i presenti erano venuti soltanto per salutare monsignor Coletti che, dopo sei anni, lasciava la guida della diocesi. L’episcopato livornese di monsignor Diego si è chiuso così, con due giorni d’incontri e di preghiere che hanno rinnovato uno stile pastorale che i livornesi hanno imparato a conoscere fin dal quel gelido 13 gennaio di sei anni fa, quando lo andarono ad incontrare a Milano, nel giorno della sua ordinazione episcopale. Con i preti, i diaconi, le autorità cittadine c’era anche il «popolo delle parrocchie» che lo ha potuto conoscere da vicino, soprattutto durante la visita pastorale; anche questo popolo si è mosso, nel momento dei saluti, per dimostrargli il proprio affetto riconoscente. A loro, e a tutta la Chiesa livornese, il Vescovo Diego ha voluto ricordare come questo momento di passaggio da un Vescovo ad un altro sia «un’occasione preziosa per capire che tutto è vostro, e voi siete solo di Cristo e Cristo di Dio; attaccatevi a Cristo – ha concluso – e non sarete delusi, mai!» Nel corso della celebrazione il saluto della diocesi è stato presentato dal vicario generale, monsignor Paolo Razzauti, e quello della città dal sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. Monsignor Razzauti ha ringraziato il Vescovo per aver testimoniato nei fatti la disponibilità nella Chiesa e alla Chiesa, il sindaco Cosimi ha ricordato il rapporto diretto e collaborante costruito in questi anni con il Vescovo, utile per affrontare, nel rispetto delle competenze di ciascuno, alcune emergenze cittadine. In chiusura ha preso la parola anche monsignor Ablondi che, facendo appello a quel po’ di lombardo che gli è rimasto dentro, ha voluto porgere il suo personale «bentornato in Lombardia» a monsignor Coletti destinato a diventare, dal prossimo 28 gennaio, il centoquattordicesimo Vescovo della diocesi di Como. n.s. L Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore: Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 21 gennaio 2007 stato uno dei tratti caratteristici del suo episcopato livornese: quella salita, in preghiera, al San- tuario della Madonna di Monte- nero. Un gesto che ha fatto prose- liti in questi anni e che il Vescovo Coletti ha voluto ripetere nei gior- ni del saluto alla Chiesa livornese. L’unica variante al consueto pro- gramma mensile questa volta è stata la sede della Messa: non il santuario ma la grande aula ma- riana, capace di ospitare tutti quel- li che non hanno voluto mancare all’ultimo appuntamento a Mon- tenero con il vescovo Diego. Ma non l’ultimo pellegrinaggio men- sile, come ha voluto precisare monsignor Coletti, dicendo: «I Ve- scovi passano, ma i pellegrinaggi restano». Ha così espresso il desi- derio di veder continuare questi pellegrinaggi, almeno sino a quando ci sarà il nuovo Vescovo che potrà, ovviamente, decidere in libertà. In un momento di saluto così intenso, il Vescovo era certa- mente emozionato, ma è sembrato sin- ceramente com- mosso quando ha ricordato, nella pre- ghiera dei fedeli, l’amico sacerdote don Piero Ceretti, scomparso pro- prio il giorno prima. Nel ricordo di don Piero, probabilmente, si sono improvvisamente affollate le tante relazioni importanti che ha tessuto in questi anni e che ha giu- dicato, nei giorni scorsi, come una delle ricchezze più importanti che si porta via da Livorno. Particolarmente toccante è stato anche il momento dell’atto peni- tenziale, in cui ha chiesto perdo- no, davanti all’assemblea eucari- stica, dei peccati commessi in que- sti anni d’episcopato. Ha poi riletto il vangelo del gior- no come un richiamo ad alzarsi da una situazione di comodità, magari auspicata, per «ricomincia- re, senza darsi pace». n.s. È Le parole del Vescovo Coletti nel giorno del saluto alla Chiesa livornese S e dovessi usare un pennello per descrivere l’incontro di sabato sera tra il Vescovo Diego, i diaconi e i candidati al diaconato con le rispettive famiglie, penso che dovrei utilizzare tutta la tavolozza, tante sono state le emozioni diverse che l’anno accompagnato. Non userei tinte fosche ma colori tenui. Ma siccome sono un pessimo pittore...proverò con le parole. Potrei descrivere una cena con un finale sottolineato da 2 canzoni divertenti inventate per l’occasione, come si fa alla fine della scuola o di un campeggio. Certamente hanno allietato la serata ma non sarebbe tutto. Il vespro, nella cappella del vescovado, iniziato nella penombra per predisporci alla preghiera, mi ha riportato a quelle volte, non poche, in cui nella penombra di una sera ho salutato amici che partivano. Alcuni li ho rivisti e sono sempre con me, di altri ho perso le tracce ma non la memoria di quel misto di allegria, tristezza, rabbia, speranza, che sempre accompagna il saluto ad un amico che parte. Le tue parole monsignor Diego, pronunciate in quella penombra, mi hanno riportato all’essenziale: «tutto passa, solo il Signore Gesù resta per sempre e nel Signore Gesù siamo sempre uniti ovunque noi siamo». Un amico non è né bello, né brutto, né perfetto. È uno che fa un po’ di strada con te, cercando nel frattempo di darti qualcosa di sé. Quello che può. Grazie per aver camminato un tratto con noi e a presto; ci rivediamo in Valtellina dove ci hai invitato a trascorrere le vacanze. Mauro Giolli LA SERATA CON I DIACONI La partenza di un amico A PIEDI VERSO MARIA A MONTENERO DA PELLEGRINO,ANCORA UNA VOLTA
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a Cattedrale era gremita come nellesolennità più importanti, ma questavolta non c’era nessuna festa liturgicache facesse da richiamo: i presenti erano

venuti soltanto per salutare monsignorColetti che, dopo sei anni, lasciava la guidadella diocesi.L’episcopato livornese di monsignorDiego si è chiuso così, con due giornid’incontri e di preghiere che hannorinnovato uno stile pastorale che ilivornesi hanno imparato a conoscerefin dal quel gelido 13 gennaio di seianni fa, quando lo andarono adincontrare a Milano, nel giorno dellasua ordinazione episcopale.Con i preti, i diaconi, le autoritàcittadine c’era anche il «popolo delleparrocchie» che lo ha potutoconoscere da vicino, soprattuttodurante la visita pastorale; anchequesto popolo si è mosso, nelmomento dei saluti, per dimostrargliil proprio affetto riconoscente. Aloro, e a tutta la Chiesa livornese, ilVescovo Diego ha voluto ricordare comequesto momento di passaggio da un Vescovoad un altro sia «un’occasione preziosa percapire che tutto è vostro, e voi siete solo diCristo e Cristo di Dio; attaccatevi a Cristo –

ha concluso – e non sarete delusi, mai!»Nel corso della celebrazione il saluto delladiocesi è stato presentato dal vicario generale,monsignor Paolo Razzauti, e quello dellacittà dal sindaco di Livorno, Alessandro

Cosimi. Monsignor Razzauti ha ringraziatoil Vescovo per aver testimoniato neifatti la disponibilità nella Chiesa ealla Chiesa, il sindaco Cosimi haricordato il rapporto diretto ecollaborante costruito in questianni con il Vescovo, utile peraffrontare, nel rispetto dellecompetenze di ciascuno, alcuneemergenze cittadine. In chiusura hapreso la parola anche monsignorAblondi che, facendo appello aquel po’ di lombardo che gli èrimasto dentro, ha voluto porgere ilsuo personale «bentornato in

Lombardia» a monsignor Coletti destinato adiventare, dal prossimo 28 gennaio, ilcentoquattordicesimo Vescovo della diocesidi Como.

n.s.

L

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore: Andrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

21 gennaio 2007

stato uno dei tratti caratteristicidel suo episcopato livornese:

quella salita, in preghiera, al San-tuario della Madonna di Monte-nero. Un gesto che ha fatto prose-liti in questi anni e che il VescovoColetti ha voluto ripetere nei gior-ni del saluto alla Chiesa livornese.L’unica variante al consueto pro-gramma mensile questa volta èstata la sede della Messa: non ilsantuario ma la grande aula ma-riana, capace di ospitare tutti quel-li che non hanno voluto mancareall’ultimo appuntamento a Mon-tenero con il vescovo Diego. Manon l’ultimo pellegrinaggio men-sile, come ha voluto precisaremonsignor Coletti, dicendo: «I Ve-scovi passano, ma i pellegrinaggirestano». Ha così espresso il desi-derio di veder continuare questipellegrinaggi, almeno sino a

quando ci sarà ilnuovo Vescovo chepotrà, ovviamente,decidere in libertà.In un momento disaluto così intenso,il Vescovo era certa-mente emozionato,ma è sembrato sin-ceramente com-mosso quando haricordato, nella pre-ghiera dei fedeli,l’amico sacerdotedon Piero Ceretti, scomparso pro-prio il giorno prima. Nel ricordodi don Piero, probabilmente, sisono improvvisamente affollate letante relazioni importanti che hatessuto in questi anni e che ha giu-dicato, nei giorni scorsi, come unadelle ricchezze più importanti chesi porta via da Livorno.

Particolarmente toccante è statoanche il momento dell’atto peni-tenziale, in cui ha chiesto perdo-no, davanti all’assemblea eucari-stica, dei peccati commessi in que-sti anni d’episcopato.

Ha poi riletto il vangelo del gior-no come un richiamo ad alzarsida una situazione di comodità,magari auspicata, per «ricomincia-re, senza darsi pace».

n.s.

È

Le parole del Vescovo Coletti nel giorno del saluto alla Chiesa livornese

S e dovessi usare un pennello perdescrivere l’incontro di sabato

sera tra il Vescovo Diego, i diaconi e icandidati al diaconato con lerispettive famiglie, penso che dovreiutilizzare tutta la tavolozza, tantesono state le emozioni diverse chel’anno accompagnato. Non usereitinte fosche ma colori tenui. Masiccome sono un pessimopittore...proverò con le parole.Potrei descrivere una cena con unfinale sottolineato da 2 canzonidivertenti inventate per l’occasione,come si fa alla fine della scuola o diun campeggio. Certamente hannoallietato la serata ma non sarebbetutto.Il vespro, nella cappella delvescovado, iniziato nella penombraper predisporci alla preghiera, mi hariportato a quelle volte, non poche,in cui nella penombra di una sera hosalutato amici che partivano.Alcuni li ho rivisti e sono sempre conme, di altri ho perso le tracce manon la memoria di quel misto diallegria, tristezza, rabbia, speranza,che sempre accompagna il saluto adun amico che parte.Le tue parole monsignor Diego,pronunciate in quella penombra, mihanno riportato all’essenziale: «tuttopassa, solo il Signore Gesù resta persempre e nel Signore Gesù siamosempre uniti ovunque noi siamo».Un amico non è né bello, né brutto,né perfetto. È uno che fa un po’ distrada con te, cercando nelfrattempo di darti qualcosa di sé.Quello che può. Grazie per avercamminato un tratto con noi e apresto; ci rivediamo in Valtellinadove ci hai invitato a trascorrere levacanze.

Mauro Giolli

LA SERATA CON I DIACONI

La partenzadi un amico

A PIEDI VERSO MARIA

A MONTENERO DA PELLEGRINO,ANCORA UNA VOLTA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI21 gennaio 2007II

Vi chiedo il dono di unapreghiera

Il Vescovo incontra gli anziani

li anziani diVilla Serenaaccolgono abraccia aperte il

Vescovo Diego di ritornodalla visita al Santuariodi Montenero.Il Vescovo comincia ilsuo saluto facendoparlare la sua coscienza:«Lo so, dovevo venire piùspesso a trovarvi, ma…vi porterò con me sullago di Como».E poi continuasorridendo:«Innanzitutto voglioringraziare don RenzoVignocchi, una roccia, e ivolontari della PAV,rocce squadrate» .«Vengo come unapersona che salutaperché è in partenza evengo come unmendicante che chiede ildono di un vostroricordo nella memoria.Voi, anche se avete pocheenergie fisiche, avetemolto tempo e io vichiedo il dono di unapreghiera».La sua prossimadestinazione, la Diocesidi Como, ci vienepresentata così:«…ci sono più deldoppio degli abitantidella diocesi di Livorno ei preti sono dieci volte dipiù; i punti più estremidella diocesi di Livornodistano 35 Km, mentre ipunti più estremi delladiocesi di Como distano250 Km, quindi posso

Gpassare gran parte dellamia vita pedalando!»«Inoltre, vi posso portaresigarette e cioccolato,dato che la Svizzera ècosì vicina!»Non può mancarequalcheanticipazione sullanomina delprossimo Vescovo:«Qui, tra pochiamici, vi dirò trecaratteristiche delmio successore: ègià nato, è unuomo ed è unprete! E se vorretebene a lui solo lametà di quanto neavete voluto ame...si può ritenereun Vescovofortunato!»Dopo averraccontato diessere andato inincognito a Como(con la parrucca e ibaffi finti!) avedere la suanuova casa e avertrovato il modoper stare i primimesi dipermanenzapresso ilseminario, pensaalle prime cose che faràuna volta raggiunta lanuova destinazione:«Senza tradire ilSantuario di Tirano,voglio organizzare unpellegrinaggio diocesanoal santuario diMontenero e poi vi

voglio accogliere aComo con i filetti dipesce persico, che nonsono proprio la stessacosa del cacciucco,perché io gli ho giàassaggiati: non sanno diniente!»Prima che questo

succeda il Vescovo Diegopensa anche a quei ventiminuti a tu per tu con ilPapa e rivela che nonpotrà che parlare diLivorno e delle personeche gli stanno di frontein questa giornata disaluti.

Dopo labenedizione glivengono consegnatii doni preparatidagli anziani, donisemplici e sentiti:una rosa rossa,ricordo di unaprecedente visita;una bottiglia delprimo oliospremuto dalleolive degli alberiche nasconointorno alla villa;un quadro cherappresental’immagine di unfaro che illumina lanotte; il calendariodel 2007 realizzatoanch’esso in casa.Una nota poeticachiude l’incontrotra abbracci eauguri: unavolontaria della Pavricorda Maurizio

Morini, un poetalivornese che è statoanche a Villa Serena:«Sono certo cheandremo tutti in cielo / oin nessun altro posto. /Questo inferno loconosciamo bene».

Angela Blanco

Al Consiglio lascio una sfida per Livorno

DI GIANLUCA SPADONI

issate bene losguardo in Gesù!»Con queste paroledella lettera agli

Ebrei, il Vescovo Diego ha ini-ziato l’incontro dell’ultimoConsiglio Pastorale Diocesanodi giovedì 11 gennaio. Un in-contro non ufficiale in quanto,come ormai è ben noto, tuttele cariche sono decadute e co-sì, fuori da ogni formalismo,monsignor Diego ha portato ilsuo saluto agli amici, ai suoipersonali «consiglieri», comepiù volte in questi anni ha de-finito i membri del ConsiglioPastorale Diocesano.Continuando con alcuni ver-setti della lettera agli Ebrei, uti-lizzati per la preghiera iniziale,

F«il Vescovo ha confidato che sein questi 6 anni di permanen-za alla guida della Chiesa Li-vornese avesse aiutato ancheun solo uomo a restare incan-tato dal volto di Cristo, affasci-nato dalle Sue parole, attento,attratto, in contemplazione, ilsuo mandato non sarebbe sta-to nullo. Questo suo personaleimpegno ha sempre cercato dicondividerlo anche con ilConsiglio Pastorale, stimolan-dolo ogni volta a superare lebarriere, a maturare una fedeadulta e intelligente.Per mezzo della segretaria,Giusy D’Agostino, il Consiglioha espresso il proprio ringra-ziamento al Vescovo per alme-no tre aspetti: aver aiutato acomprendere e a vivere unostile di una vera partecipazione

attiva a tutti i livelli, sia comerappresentanti di una comu-nità sia come singoli, con unapropria coscienza e proprieidee e opinioni; il senso dellacorresponsabilità nella Chiesa,che per i membri del Consigliosi traduce nell’essere un po’ co-me il «motore di trasmissione»per favorire nelle Comunitàparrocchiali il «senso di appar-tenenza» alla Chiesa locale; lalibertà e lo spazio lasciato allaSegreteria e al Consiglio, resoevidente soprattutto nel pro-grammare e organizzare i Con-vegni Diocesani di questi anni.Anche nel salutarci non hamesso da parte la sua consuetaabitudine a stimolarci e a«punzecchiarci» lasciandocicosì una provocazione che si-curamente ci porterà non poco

lavoro per il futuro: risvegliareuna grande passione educativae evangelizzatrice. «State atten-ti, stiamo attenti, ci stiamogiocando il futuro della bellez-za della vita dei nostri figli.Dobbiamo guardare in facciaai giovani, ai ragazzi; e lo devefare una comunità di adultinella fede! È urgentissimo unimpegno educativo serio eprofondo. Questa sfida raccol-ta qui a Livorno ma non piena-mente compiuta mi fa andarevia con un po’ di tristezza nelcuore».C’è da scommettere che prossi-mamente due Diocesi sarannounite almeno da un comuneimpegno, da una comune pas-sione… c’è veramente da augu-rarselo tutti a vicenda. Grazie,Diego.

el programma dedicato ai salutialla diocesi di Livorno,

monsignor Coletti ha voluto offrireun momento di preghiera a tutticoloro che sono vicini alla sofferenzacausata dalla malattia: a coloro che lavivono in prima persona, ai parentiche assistono i propri cari, a coloroche lavorano ogni giorno a contattocon chi soffre: il personaledell’Azienda Sanitaria Livornese.Domenica 14 gennaio, infatti ilvescovo ha celebrato la Messa nellacappella dell’ospedale di Livorno allapresenza di molta gente.«Non potevo andarmene senzasalutare tutti coloro che stanno inospedale: i malati che combattonocon la sofferenza che spesso non èsolo quella del corpo, i loro parentiche se anche non soffronofisicamente, portano con loro altridolori, quelli spirituali. La vicinanzaagli ammalati è sempre stato unpunto fermo del mio episcopato.Quando ho potuto sono venuto avisitare le persone accolte in ospedalenei momenti di sofferenza.L’ospedale è un luogo dove, alcunevolte, si dice addio ai propri cari, maanche un luogo dove si lotta per lavita».Monsignor Coletti, all’iniziodell’omelia, ha subito affermatocome – dato il particolare momentodella sua vita- avrebbe datoun’interpretazione «personale» delleletture di questa seconda domenicadel tempo ordinario.Isaia, fin dalle prime righe dice «Peramore di Sion non mi terrò insilenzio, per amore di Gerusalemmenon mi darò pace…». «Quante volte– ha affermato il Vescovo – hoproferito parole che possono esseresembrate dure a voi livornesi, ai mieicollaboratori, agli amministratori diquesta città…Non sono stato insilenzio, non mi sono dato pacedavanti a situazioni difficili che hodovuto affrontare, e questo peramore della città che ho guidato persei anni e di cui mi sentivo un po’ unpadre». Isaia continua «…comegioisce lo sposo per la sposa, così iltuo Dio gioirà per te».«È meravigliosoquesto amore gratuito che lo sposorivolge verso la sua sposa ed è conquesto spirito che ho cercato divivere il mio episcopato fra voi».Nella prima lettera di san Paoloapostolo ai Corinzi si parla deicarismi di tutti i fratelli ed anche inquesto caso il Vescovo ha cercato dianalizzare il proprio carisma che loha portato a guidare la città,ricordando – come afferma Paolo-che comunque uno solo è lo spiritoche opera.I versetti del Vangelo sono quellidelle Nozze di Cana, il primomiracolo di Gesù. Monsignor Colettisi è domandato in quale deipersonaggi presenti potessericonoscersi: «Nel maestro di tavola?Nella madre di Gesù che si accorgeper prima che il vino sta finendo espinge il figlio a fare qualcosa? Forse,durante il mio episcopato il miocompito è stato – come Maria –cercare di spronare ogni mio fratelload agire, a fare qualcosa per lapropria parrocchia, per la propriaassociazione, per il proprio gruppo.Oppure mi posso riconoscere neidiscepoli, che vengono trascinati allafesta di nozze, ma che forse non nehanno molta voglia. Ognipersonaggio ha il suo compito,spinto dagli ordini di Gesù e dalloSpirito Santo. Anch’io ho cercato disvolgere al meglio il mio, guidandoquesta città, compito non semprefacile da sostenere».Al termine della celebrazione ilVescovo ha salutato tutti i presentiinvitandoli a pregare per la sua nuovamissione come «io pregherò per voi».

Elena Cerini

N

L’impegno educativo per le giovani generazioni

L’OSPEDALE:UN LUOGODOVE SI LOTTAPER LA VITALa celebrazione nella cappella

Il Vescovo saluta gli ammalati ed ilpersonale ospedaliero

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI21 gennaio 2007 III

AGENDA DIOCESANASABATO 20 GENNAIO- 9.30/ 18.00 giornata di ritiro organizzatadal FIES presso l’istituto S. Caterina (vialeItalia 181) sul tema «Cercate il Signorementre si fa trovare, invocatelo mentre è vi-cino». Per informazioni, segreteria FIES0586/211082.- 16.00 presso il salone del vescovado in-contro promosso dall’ufficio diocesano perla famiglia sul tema «Riconoscere, affronta-re: i sentimenti difficili e dolorosi». Inter-vengono Dino de Santi teologo e WilmaSolcia pedagogista. (servizio baby sitter)

Dal 26 gennaio al 2 febbraio l’icona diMaria di Montenero in cattedrale (pro-gramma in questa pagina)

LUNEDÌ 29 GENNAIO- 18.00 presso il centro artistico “Il gratta-cielo” (via del Platano 6) incontro dei “Lu-nedì danteschi” sul tema “I nomi di Dio”.Tema della serata: “Shintoismo e Buddi-smo”.

VENERDÌ 2 FEBBRAIOGiornata della Vita consacrata- 17.30 ritrovo presso la chiesa della Purifi-cazione (via della Madonna) processioneverso la cattedrale. Ore 18.00 celebrazioneeucaristica.

La morte di don Piero Ceretti

l giorno 12 gennaiodon Piero Ceretti haincontrato il Signoredopo una breve de-

vastante malattia.La morte di don Pieronon può essere motivodi dolore, è però distac-co da un grande uomo,da un santo sacerdote,da un amico sincero, daun cristiano che ha ter-minato la corsa e ha ri-cevuto la corona da Cri-sto che lui ha sempreamato, verso il quale ciconduceva con dolcezzae pazienza, non forzan-do mai il cammino per-sonale di nessuno, mafacendosi compagno diviaggio.In questi giorni che han-no preceduto la suamorte ho apprezzato dipiù l’operato di don Pie-ro, anzi la fedeltà di donPiero a Dio e quindi adogni uomo che lui haincontrato nella sua vi-ta.Non voglio qui parlaredi don Piero, ma parlodi come la gente di S.Matteo ha vissuto la suaagonia e la sua morte. Incasa nostra, cioè la ca-nonica, dove noi Mae-stre Pie abitiamo, inquesti giorni non abbia-mo fatto altro che ri-spondere in continua-zione al telefono, a vol-te con un orecchio al te-lefono e uno al cellula-re, moltissimi ogni gior-no chiedevano di donPiero, e so di tanta genteche si è ritrovata in varimomenti della giornataper pregare. Ogni seraper il S. Rosario e per laS. Messa le persone so-no accorse più numero-se di sempre, sapevanoche si poteva solo prega-re e l’hanno fatto unita-

Imente ad un fraterno in-teressamento sulle suecondizioni.Non era possibile visi-tarlo in rianimazione,tanti hanno semprechiesto notizie di donPiero, tanti hanno desi-derato visitarlo, ma nona tutti è stato possibile,proprio per questo è sta-to più forte l’affetto perlui. Ci hanno consegna-to bigliettini, cartoline,magari con la sola firmasia i bambini che gliadulti che don Pieronon ha letto con i suoiocchi, ma sicuramentecon il suo grande cuore.Dopo la morte tanti mihanno detto: da chi miandrò aconfessare?Chi miascolterà?Perché tan-to interes-samento etanto affet-to? DonPiero è equesta suacaratteristi-ca rimane:un «signo-re» più cheun monsignore, «signo-re» della sua vita, vissutasenza mai alzare il tono,senza mai condannare,senza mai turbare, «si-gnore» nel suo compor-tamento riservato, mamai disinteressato, «si-gnore» perché al Signoreportava piccoli e grandiin un rapporto persona-le forte e sincero, un «si-gnore»-amico che sape-va individuare le neces-sità a darti un segno tan-gibile della sua presenzadel suo interessamentodelle sue competenzemai ostentate: don Pie-ro non chiedeva, dava!

Nel settem-bre scorsoha festeg-giato 40anni di sa-

cerdozio, non voleva fe-ste, quasi gliela abbia-mo imposta dicendoglioggi si festeggiano40…non siamo sicuri diarrivare a 50, ha sorrisoed ha accettato. Nonamava mettersi in mo-stra, un sacerdote cosìumile è difficile incon-trarlo.Quando arrivavano ipoveri in parrocchia locercavano perché sape-vano che lui si mettevala mano in tasca e sape-va sempre accontentarli.Tanti sempre lo cercava-no perchè oltre qualchesoldo si fermava a parla-

re, a consolarli per ren-der meno dura la soli-tudine, a farsi sentireamico.Prima di sentirsi malespesso mi diceva: «il Ve-scovo è stanco, troppecose, troppi incontri,troppo poco riposo…sono un po’ preoccupa-to. Qualche volta l’ab-biamo invitato a rima-nere con noi per la cena,ma lui rispondeva:un’altra volta, stasera ilVescovo è solo».Non ha mai pensato asé, il suo pensiero eranogli altri, tutti gli altri, masoprattutto i più provatiche in questi giorni han-no detto un gran benedi lui.Anche il suo compito diDirettore dell’ufficio

scuola era svolto conimpegno, competenza egran cuore, non ha avvi-cinato mai nessuno chenon tornasse via più ric-co, perché accolto, valo-rizzato, stimato, amato.Che dirti don Piero?Grazie è poca cosa, forseognuno di noi deve con-tinuare la vita insieme ate, al tuo modo, senzaapparire, ma nell’esser-ci, senza pretendere, madando; senza giudicare,ma amando.Non ti diciamo addio,perché sappiamo checontinuerai a interessar-ti di ognuno di noi, ac-compagnandoci nelcammino verso Dio everso i fratelli. Ciao donPiero, ti vogliamo bene.Suor Gabriella Gigliucci

Un uomo,un sacerdote,un amico

UN BRANO DELL’OMELIADI MONSIGNOR COLETTI AL FUNERALE DI DON PIERO

UN UOMO DI PACEi sono forme di santità cristiana che fanno del quotidiano, del sem-plice, del nascosto, il loro segreto. Don Piero era così: l’amore pa-

storale per il gregge, descritto da Giovanni nel capitolo 17 aveva trovatonel suo cuore un’eco profonda e costante, nelle piccole cose, nei gesti piùsemplici.Questa superficie calma e pacificante (e di pace), piena di piccole atten-zioni per gli altri e per le cose, nascondeva al suo interno una grande pas-

sione per Gesù e con Gesù, una grande passione per le personeche gli erano da lui affidate e nascondeva anche una profonditàdi meditazione spirituale che solo ora conosciamo, grazie aqualche suo scritto venuto alla luce solo dopo la sua morte.Don Piero mi ha insegnato la bontà. Nei sei anni in cui abbia-mo vissuto fianco a fianco, mai una volta l’ho sentito alzare lavoce; mai una volta l’ho sentito giudicare o criticare le persone».

Le iniziative della Misericordia

PER LAPREVENZIONEDEI TRAUMISPINALI

n occasione della Giornata Nazionale delTraumatizzato Spinale indetta dalla Presidenza del

Consiglio dei Ministri per rendere nota ladrammatica realtà in cui sono costrette a vivere lepersone colpite da trauma vertebrale spinale (persone che non possono essere curate ma soloaccudite), la Misericordia di Livorno ha messo incantiere alcune iniziative per far fronte a questograve problema sociale e umano. Paolo Ramponi,Responsabile del settore formazionedell’Arciconfraternita della Misericordia e AriannaPaoletti che presta la sua opera come volontaria,hanno evidenziato le modalità con cui si vuolecondurre l’opera di prevenzione riguardo questaproblematica.È in atto una stretta collaborazione conl’Associazione Italiana Formazione Emergenza(A.I.F.E.) di Pisa che si propone la formazione delpersonale volontario, infermieristico e medicosecondo le metodiche e le tecniche operative delBasic Trauma Life Support, importate direttamentedagli Stati Uniti, che sono migliorative rispetto aiprotocolli di intervento in uso nel nostro paese. Permigliorare l’efficacia del primo soccorso aitraumatizzati verrà anche realizzata, nell’ambito delprogetto «Oxy» che già da alcuni anni si svolge nellescuole cittadine, una campagna di informazione, incollaborazione con l’Asl 6 di Livorno, rivoltaspecificatamente agli alunni delle scuole medie edelle scuole superiori sul come portare un soccorsocorretto nel caso di un trauma. Inoltre, incontinuazione con il progetto Oxy, si darà inizio aduna attività sperimentale chiamata «Oxy Trauma»rivolta ai bambini delle scuole elementari che sonogià stati edotti, negli anni precedenti, sulle tecnichedi rianimazione, dal massaggio cardiaco allarespirazione bocca a bocca. Gli operatori evidenzianoche i bambini sono entusiasti di queste iniziative,infatti grazie a loro si attua un investimento a lungotermine che renderà senz’altro di piùdell’informazione diretta agli adulti che invece nondimostrano alcuna volontà di partecipazione (alcunicorsi indetti per gli adulti sono andati pressochèdeserti). Il progetto Oxy è un progetto, come cisottolineano ancora gli addetti, che cresce annodopo anno e che oltre all’Asl vedrà la partecipazionedei Vigili urbani, della Polizia e dei Carabinieri,affrontando così queste tematiche la Misericordia diLivorno ritiene di adempiere in modo concreto aisuoi compiti istituzionali a favore di tutti i cittadini.

Gianni Giovangiacomo

I

n occasione dei 200 anni della diocesi di Livorno l’icona diMaria SS. di Montenero resterà per otto giorni in cattedrale e

sarà poi traslata nelle parrocchie della periferia; prima a S.Luca al Villaggio Emilio e poi a S. Giovanni Battista e Ilario aRosignano Marittimo. Ecco il programma delle celebrazioni.Nelle parrocchie sarà disponibile anche un pieghevole cheriporta tutti gli appuntamenti di questo evento.

VENERDÌ 26 GENNAIO- 18.00 arrivo dell’icona della Madonna di Montenero inpiazza della Repubblica e processione fino alla cattedrale. Aseguire liturgia della Parola presieduta dal Nunzio Apostolicomonsignor Paolo Romeo

SABATO 27 GENNAIO- 10.30 concelebrazione solenne in cattedrale per la Festa delVoto. La Messa sarà presieduta dal Nunzio Apostolico.

LUNEDÌ 29 GENNAIO- 16.00 in cattedrale. Celebrazione con gli ammalati presiedutadal vescovo di Massa Marittima monsignor GiovanniCantucci.

MARTEDÌ 30 GENNAIO- 18.00 in cattedrale. Celebrazione con le famiglie ed il mondodel lavoro presieduta dall’arcivescovo di Pisa monsignor Plotti.

MERCOLEDÌ 31 GENNAIO- 21.00 in cattedrale. Iniziativa con i giovani presiedutadall’arcivescovo di Lucca monsignor Italo Castellani.

GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO- 16.00 in cattedrale.Celebrazione con ireligiosi e le religiosepresieduta dalvescovo di Pratomonsignor GastoneSimoni.

VENERDÌ 2FEBBRAIO- 17.30 nella chiesadella Purificazionein via dellaMadonna, benedizione delle candele, nella festa dellapresentazione al tempio. Processione fino alla cattedrale dovela celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale diFirenze monsignor Ennio Antonelli.

SABATO 3 FEBBRAIOTraslazione dell’icona della Madonna alla parrocchia S. Lucaal Villaggio Emilio- 18.00 inizio della veglia di preghiera e preghiera notturna.

DOMENICA 4 FEBBRAIOTraslazione dell’icona della Madonna alla parrocchia di S.Giovanni Battista e Ilario a Rosignano Marittimo.- 11.00 celebrazione solenne.- 16.30 celebrazione presieduta dall’amministratore diocesanoe traslazione del quadro al Santuario di Montenero.

I

Dal 26 gennaio al 4 febbraio 2007

La Madonna diMontenero in cattedrale

BIOETICA E EUTANASIA:L’INCONTRO PROMOSSODAL SERRA CLUB

er gli incontri promossi e organizzatidal Serra club di Livorno lunedì 22 gen-naio alle 21.15 presso il circolo degliUfficiali della Marina in via S. Jacopo in

Acquaviva 123, avrà luogo una conferenzasul tema «Bioetica ed eutanasia». Interverran-no i professori Massimo Ermini e LauraGuerrini dell’Università di Pisa.

PLunedì 22 gennaio


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