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2 2 Cari Amici,
sapete cos’è la pole position?
La pole position è la posizione più avanzata,
occupata da un concorrente, nello schieramento di
partenza di una gara. In genere, se non succede
niente durante la gara, chi sta piú avanti degli altri,
ha piú possibilitá di arrivare prima al traguardo.
Nella vita è uguale: c’è chi nasce prima e c’è chi
nasce dopo. Nella vita, una persona di 50 anni è in
una posizione piú avanzata rispetto a chi ha 10
anni, tanto è vero che si usa dire, per esempio: “Il
tale ha una etá avanzata”.
Davanti alla morte, peró, non c’è un prima o un
dopo; davanti alla morte, da nessuna parte è scritto
che chi è nato prima deve morire prima; davanti
alla morte nessuno è in posizione avanzata,
nessuno è in pole position, ma nello stesso tempo
tutti siamo in pole position; nel senso che una
persona anziana di 83 anni e un bambino di 9 anni
hanno le stesse possibilitá di arrivare prima
nell’aldilá.
L’esempio l’abbiamo tutti sotto gli occhi:
David, il nostro carissimo David Löwis, nato nel
1947, ha raggiunto il traguardo dell’aldilá prima di
coloro che sono nati negli anni precedenti. Piaccia
o non piaccia è una realtá della natura e della vita,
davanti alla quale ognuno si deve inchinare, anche
se con malavoglia.
Ma noi non ci inchiniamo con malavoglia, noi
accettiamo con serenitá, anche se non capiamo; se
è vero, come è vero, che Dio guida la storia
dell’umanitá e quella di ciascun suo figlio verso il
bene, allora, per noi è giusto tutto ció che Egli
fa.
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Intanto ringraziamo il Signore che ha mandato nella
nostra Comunitá e nel gruppo dei Collaboratori,
David, un gentiluomo dalla mente profonda, dal
cuore nobile e generoso, dalla personalitá umile e
disponibile, dallo spirito raffinato, elevato ed
evoluto. David, che noi ricordiamo con affetto, con
riconoscenza e con gratitudine è stato un fratello
che quando appariva suscitava gioia, serenitá,
ottimismo in tutti: mai una parola di critica contro
qualcuno, mai un minimo segno di rancore o rabbia
contro nessuno, al contrario sempre parole buone,
gentili, incoraggianti per tutti, sempre gesti di
servizio, di benevolenza, di affabilità verso tutti;
egli che era molto colto, professore di lingue e di
filosofia, si abbassava a qualsiasi livello culturale di
chiunque, parlava con tutti, anche con chi non aveva
studiato molto, lo prendeva sul serio in ció che
diceva e rispondeva con rispetto, annullando ogni
dislivello culturale; e non solo si abbassava al
livello culturale degli altri, ma si abbassava anche ai
servizi piú umili: quante volte lo abbiamo visto
lavare i bicchieri e i piatti in cucina durante le
nostre feste! Davide era cosí, perché era
costantemente unito al Signore e non solo durante le
nostre celebrazioni Eucaristiche domenicali, in cui
lui, come Lettore, proclamava con gioia e con
impegno la Parola di Dio; ma anche ogni momento:
infatti, tra l’altro, ogni giorno diceva il “Breviario”,
ossia la preghiera ufficiale che tutti i Sacerdoti,
quoti-dianamente, devono rivolgere al Signore, a
nome della Chiesa, dei Cristiani e dell’Umanitá
intera.
Ci manca e ci manca molto. Il Signore accolga
David, servo vigile, fedele e premuroso, tra le
braccia della sua misericordia e gli doni la gioia e la
felicitá eterna. Intanto io gli chiedo di continuare ad
amare e ad aiutare la nostra Comunitá e il gruppo
dei Collaboratori, come ha giá fatto durante la sua
vita terrena.
A David noi non diciamo “addio”: egli è sempre
presente in mezzo a noi; perciò, “sentiamolo” e
“viviamolo” cosí; sentiamoci ancora fraternamente
uniti al suo cuore, come lui è unito ai nostri cuori.
Un caro saluto
D. Mimmo
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Oggi mezzo mondo è in guerra e moltissimi
innocenti civili e molti perseguitati politici,
scappano e si rifugiano nel nostro mondo
occidentale dove, in genere, vengono
riconosciuti e rispettati i diritti umani. In
mezzo ad essi ci sono sempre degli
approfittatori e qualche delinquente. Che fare?
Rifiutarli, coltivare nel cuore sentimenti di
avversione, perché, magari, disturbano il
nostro vivere ordinario e abitudinario? Il Papa
Francesco ha dato una bellissima
testimonianza andando personalmente a
Lampedusa, luogo dove approdano migliaia di
questi disperati esseri umani, per esprimere la
vicinanza sua e della Chiesa cattolica, di cui
oggi lui è una degna guida, e per esprimere
tutta la solidarietá e il rispetto per il loro
dolore e i loro disagi. Sono sicuro che li avrá
anche aiutati molto, senza far sapere alla
mano destra quello che ha dato con la sinistra,
secondo il suo stile generoso, semplice e
umile.
Non dimentichiamo che anche noi, italiani, da
piú di 100 anni siamo emigrati in tutto il
mondo, alcuni anche come “clandestini”, e
non sempre l’accoglienza è stata di proprio
gradimento: guardáti con sospetto, a volte con
disprezzo, trattati come ignoranti, pezzenti o
delinquenti, ecc.; eppure, la quasi totalità di
noi, siamo brava gente; ognuno di noi puó
raccontare la propria importante esperienza.
Come siamo rimasti da certi trattamenti?
Mettiamoci ora nei panni di questa marea di
povera gente che guarda a noi occidentali con
fiducia e con la speranza di avere un futuro
piú tranquillo e piú umano per se stessi e per i
loro figli!
Solo alcuni anni fa, per fare un esempio,
eravamo nel 30 Gennaio 1965, alle 16,35 a
Saas Fee una località turistica della Svizzera,
il ghiacciaio dell’Allalin si staccò provocando
una valanga. Travolse il cantiere per la diga
“Ero forestiero
e mi avete accolto e ospitato”
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del lago Mattmark, a oltre duemila metri di
altezza, e 88 lavoratori, di cui 55 italiani,
morirono sotto l’implacabile massa di
ghiaccio, roccia e fango.
Erano una parte dei tanti emigrati italiani
che avevano passato la frontiera con la
valigia di cartone, per arrivare in una
Svizzera che contava 970.000 stranieri, di
cui 630.000 italiani, su 4 milioni e mezzo
di abitanti.
C’era chi era partito con la speranza di
risparmiare una certa somma per comprarsi
una macchina per fare il taxista, chi perché
voleva comprare gli strumenti per lo studio
medico della figlia, chi per togliere quei
pochi debiti che aveva, chi per stare 3-4
anni e guadagnarsi i soldi per comprarsi
una casetta al paese e chi, semplicemente
per rifarsi una vita serena e onesta. Ci fu
dolore, tanto dolore in tutta Italia e anche
tra gli Italiani della Svizzera, eppure, come
se il dolore per la strage non bastasse,
doveva ancora arrivare anche la beffa e
l’insulto della giustizia. Dalle indagini si
accertò facilmente che i capi responsabili
dei lavori sapevano che il ghiacciaio aveva
già dato segni di cedimento, ma nonostante
ció avevano lo stesso costruito le baracche
per i lavoratori del cantiere proprio nel
punto più pericoloso; inoltre non avevano
previsto nessun controllo per verificare e
controllare continuamente la sicurezza.
Durante il processo che ci fu, il pubblico
ministero fu clemente verso le i capi (17
persone) che erano sotto accusa; non
chiese il carcere, ma solo una multa dieci
volte di meno rispetto a quella prevista
dalla
legge.
Alla fine del processo, la sentenza del
Tribunale di Briga fu sconcertante: niente
multe per nessuno, tutti assolti e le spese
processuali dovevano essere a carico dello
Stato svizzero.
Naturalmente i familiari delle vittime per
avere giustizia, ripetutamente si
appellarono contro quella ingiusta
sentenza. Ed ecco la beffa finale: nel 1972,
sette anni più tardi, arrivò il verdetto
finale: non solo tutti
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assolti, ma le spese del processo non erano
piú tutte a carico dello Stato svizzero, ma al
50% erano anche a carico dei parenti morti.
E perché? Probabilmente perché (povera
gente) avevano osato contestare l’autoritá
giudiziaria svizzera e avevano disturbato con
la loro battaglia a favore della verità.
Negli stessi anni, capitò anche che i giudici di
Zurigo condannarono a tre mesi di carcere un
poveraccio, immigrato italiano che, affamato,
aveva mangiato uno spiedino di tre merli in
un parco cittadino e l’aveva sporcato!
Molti studiosi hanno riconosciuto che la
volontà di insabbiare la strage di Mattmark e
l’assurdità della sentenza finale, fossero legate
all’ostilità xenofoba verso gli italiani
(xenofobia vuol dire paura e odio contro gli
stranieri).
Proprio in quegli anni si promuovevano, in
Svizzera, tre referendum di fila per fermare la
massa dei “chiassosi, sporchi, ignoranti e
disturbatori invasori italiani”, che però non
disturbavano quando rischiavano la vita nei
cantieri di Mattmark o facevano i lavori più
umili che gli svizzeri non volevano più fare!
Allora in Svizzera c’erano circa 30 mila
bambini italiani, praticamente “clandestini”,
perché costretti a vivere nascosti in stanze
sovraffollate, senza poter uscire neanche per
andare a scuola o per correre in un prato. In
alcuni casi, spesso protette da parrocchie o
comunità religiose, sorgevano delle scuole
clandestine, andate avanti in Svizzera fino gli
anni Ottanta. Capitava però che la denuncia di
qualche svizzero “zelante spione” portasse
all’espulsione del bambino. Alle volte il
genitore, per non perdere il lavoro, non
riusciva ad accompagnare il figlio in Italia e
lo affidava alle autorità italiane al di là della
frontiera: è la storia di molti bambini cresciuti
alla “Casa del fanciullo” di Domodossola.
Nel frattempo, alcuni commentatori svizzeri
“razzisti” riempivano le pagine di giornali
(Facebook non c’era ancora) e dicevano:
«Dobbiamo respingere dalla nostra comunità
quegli immigrati che abbiamo chiamato per i
lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o
di una generazione, dopo il primo
smarrimento
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Non dobbiamo aver paura
del fatto che
su dieci persone
che bussano
alla nostra porta,
una sola
ha veramente bisogno.
E' meglio aiutare
tutte e dieci,
piuttosto che mandar via
a mani vuote
l'unica che ha bisogno,
perché il Signore,
un giorno, ci dirà:
"Non mi hai riconosciuto!"
si guardano attorno e migliorano la loro
posizione sociale. Scalano i posti più comodi,
studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in
crisi la tranquillità dell’operaio svizzero
medio, che resta inchiodato al suo sgabello
con davanti, magari in poltrona, l’ex emigrato
ignorante e pezzente italiano, che ha fatto
carriera».
Ricordiamoci di tutte queste cose, quando ci
troviamo di fronte agli emigrati di oggi che
vengono dalla Romania, dall’Africa o da
qualsiasi altra parte del mondo dove c’è
miseria, fame e guerra.
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In autunno le temperature sono più fresche, le giornate si
sono accorciate e l’estate è lontana. Bastano queste
circostanze a farci ingrassare o almeno ad impedirci di
smaltire i chili in più. A ció si aggiunge anche il ritmo di
lavoro che implica pause-pranzo poco disciplinate,
innumerevoli caffè zuccherati e spesso 10-12 ore stando
seduti tra ufficio e macchina col traffico caotico e al
rallentatore. Perché in autunno si ingrassa di più e come
rimediare? In genere, le donne risentono di piú dei
cambiamenti del clima e hanno maggiormente piú fame.
Ecco perché nel passaggio dall’estate all’autunno e più
ancora dall’autunno all’inverno il nostro metabolismo si
disorienta. Perché? Perché l’organismo deve fare un
enorme sforzo per adattare la temperatura giusta del
proprio corpo e adeguarsi alle nuove temperature
autunnali, senza danni. Insomma, per il semplice fatto
che inizia a fare appena un po’ più freddo, la fame
aumenta. Come se non bastasse le ore di luce
diminuiscono, mentre il buio arriva prima e trascorriamo
molte ore esposti alla luce artificiale. Rispetto all’estate,
quando la luce del sole ci accompagna dalle prime ore
del mattino fino a sera, ora andiamo in diminuzione con
conseguenze sia sui ritmi cardiaci che sull’umore. E tutti
sappiamo che quando siamo tristi, depressi o
semplicemente più stanchi perché dormiamo male,
siamo più esposti alle tentazioni alimentari, e quindi, per
consolarci mangiamo di piú, dolci soprattutto. E poi c’è
il fatto che in autunno e in inverno siamo coperti e
quindi nascondiamo i chili in piú e soprattutto la
cellulite e non ci controlliamo piú di tanto nel mangiare;
questo non significa che bisogna darla vinta alla fame.
In realtà, è bene mantenere sempre la giusta attenzione
per il corpo: perció é importante 1) continuare a
consumare tanta verdura e frutta che per fortuna sono
abbondanti anche in questa stagione; 2) limitare i
formaggi a due volte a settimana; 3) limitare i sughi più
ricchi (a base di ragù, pancetta, panna, ecc.), ma non
rinunciare al pesce e neppure ai carboidrati; 4) inserire
in ogni pasto una porzione di carboidrati privilegiando
quelli di tipo integrale e a scarso contenuto in grassi;
5) preparare spesso piatti unici come la zuppa di legumi
e cereali o insalatone con uovo, prosciutto cotto magro
o mozzarella o tonno; 6) per tagliare calorie, consumare
cibi bolliti, cotti a vapore, o alla griglia; 7) un errore
da evitare, soprattutto a cena, è quello di non mangiare
nello stesso pasto, cibi con uguale funzione nutritiva:
per esempio, carne + formaggio; pane + pasta; patate +
pane: é una somma inutile di calorie che fa ingrassare;
8) resta valido il sacrosanto consiglio di bere almeno
1 litro e mezzo - 2 litri di liquidi al giorno a patto di non
esagerare con lo zucchero, evitando bevande zuccherate.
In
ri-
cor-
do
di
D
A
V
I
D
2
2
11 11
2 FAMIGLIE SANE
E FAMIGLIE MALATE
La famiglia puó essere la fonte di
contentezza, di soddisfazioni, di
appagamento, di gioia, di felicità e di
benessere psichico, oppure puó essere la
causa di delusioni, di insoddisfazioni, di
tensioni, di umiliazioni o anche di
depressione.
La famiglia puó essere la medicina per tutte
le malattie, oppure puó essere la causa di
ogni malattia; tutto dipende da come
funziona; la prima è una famiglia sana, la
seconda è una famiglia malata.
Quando una famiglia è sana?
LE FAMIGLIE SANE La famiglia sana, equilibrata, efficiente e
ben funzionale ha le seguenti caratteristiche:
1) i genitori e gli altri familiari adulti che
vivono nell’ambito familiare parlano tra di
loro, dialogano, uno ascolta l’altro con
rispetto e con interesse, senza pregiudizi e
senza prevenzioni ed hanno piena
disponibilità a cercare sempre il meglio per
tutti e a fare sempre quello che è giusto, una
volta riconosciuto tale da tutti, piaccia o non
piaccia a qualcuno;
2) i genitori e gli altri familiari adulti hanno
maturità e saggezza tale da provare gioia nel
dare e sono quindi più disponibili a dare
agli altri che a ricevere, e hanno sviluppato
responsabilità, impegno e grande solidarietà
nei confronti degli altri membri familiari;
3) i genitori possiedono caratteristiche
sessuali diverse, specifiche e
complementari, le vivono con naturalezza,
con serenità, allegramente e con gioia, sono
attenti l’uno a soddisfare l’altro, nel modo e
nel tempo che l’altro desidera e sono
particolarmente preparati e molto ben
disposti alla cura, all’allevamento e alla
educazione dei figli;
Gesti umili
di David
e momenti felici
con lui
2
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2 2
4) il ruolo di ogni membro della famiglia é
chiaro, ben strutturato e definito (il papá é il
papá, con tutta la sua autorità e senza sfuggire
alla sua responsabilità educativa, la mamma é la
mamma con tutto il suo peso e la sua
ascendenza, e non una… amicona superficiale);
questo ruolo é riconosciuto, accettato, sorretto
e difeso dagli altri membri della famiglia, con
continuità e coerenza;
5) ogni ruolo è in sintonia ed in armonia con i
bisogni e le attese degli altri membri della
famiglia;
6) per evitare la disgregazione e la confusione
dei ruoli nella famiglia, sono presenti ruoli
diversi, questo è vero, ma c’è un responsabile
generale unico, non per comandare ma per
servire tutta la famiglia;
7) ogni membro della famiglia si sente
partecipe, coinvolto e solidale con gli altri;
8) la famiglia è molto attenta non solo ai valori
materiali, ma anche a quelli umani, religiosi e
spirituali;
9) nella famiglia c’è una vera educazione
attraverso principi morali sani, nobili e sublimi,
che vengono insegnati dai genitori, ma
soprattutto praticati da essi, di modo che siano
essi stessi di modello e di esempio per gli altri
membri della famiglia;
10) l’amore tra i vari membri della famiglia è
solido, vero e costante, e si manifesta con
frequenti momenti di tenerezza e attenzione
reciproca;
11) la disciplina è pienamente presente in
famiglia senza essere soffocante, asfissiante,
insopportabile e scoraggiante;
12) viene continuamente stimolata e valorizzata
la libertá, mentre nello stesso tempo vengono
fatte valere regole e norme chiare e definite con
rispetto per l’età, per il sesso e per i ruoli di
ognuno;
13) ogni membro della famiglia si preoccupa
costantemente delle esigenze psicologiche,
affettive, emotive e sociali degli altri membri
e si impegna per evitare o prevenire conflitti e
frustrazioni;
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14) mentre il responsabile della famiglia è
aperto alle novità e al progresso della vita,
nello stesso tempo non dimentica, ma mette
in risalto i valori tradizionali sperimentati giá
come validi ed efficaci in ogni tempo, che
provengono dalle esperienze del passato.
LE FAMIGLIE MALATE Le famiglie malate o che non funzionano, sono quelle
famiglie incapaci di svolgere una o più delle essenziali
funzioni familiari.
Sono malate le famiglie in cui:
1) i ruoli sono confusi (la madre fa l’amica; il figlio fa
il padre, il padre è quasi sempre assente, borbotta ma
i problemi li fa risolvere alla moglie; insomma in quella
famiglia non si capisce niente, tutti comandano e
nessuno ubbidisce);
2) c’é scarsa attenzione ai bisogni degli altri (ognuno
pensa a se stesso, ad andare dietro ai propri capricci
o voglie, senza pensare al bene di tutti o al bene della
famiglia);
3) sono molto frequenti le esplosioni di aggressività,
di rabbia (si grida, anziché parlare; si impongono le
cose, anziché dialogare; si rimprovera, anziché spiegare
ed educare);
4) spesso si fugge dalle responsabilità e dagli impegni
verso la propria famiglia (si sta fuori casa il piú possibile,
non si interviene per richiamare o rimproverare quando
è necessario, per togliersi dai piedi i figli capricciosi si dá
loro quello che vogliono, ecc);
5) c’è difficoltà ad instaurare un dialogo efficace;
6) c’è una grande indifferenza o scarsa attenzione ai
bisogni della famiglia (non si aiuta in casa, non ci si tiene
all’onore della famiglia, si va in giro a lamentarsi o a
parlare male della propria famiglia, ecc.).
La famiglia malata causa nei bambini e nei ragazzi
(maschi e femmine), molti effetti negativi, per esempio:
1) paure;
2) i disturbi del sonno;
3) mancanza di appetito;
4) lamentele per i disturbi fisici (dolori di testa, dolori di
pancia, vomito);
5) esplosioni emotive improvvise come il pianto, le crisi
di rabbia, il mutismo, l’aggressività verso gli adulti, verso
i propri compagni, verso gli oggetti, e verso gli animali,
fino a farsi male da soli;
6) difficoltà scolastiche;
7) gesti di opposizione continui, gesti provocatori;
8) fughe;
9) comportamenti immaturi e infantili: ci si comporta e
si ragiona come bambini.
La famiglia malata causa nei giovani:
1) la chiusura in se stessi;
2) profitto scolastico scadente;
3) condotte asociali o antisociali;
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4) fenomeni autodistruttivi e di sballo mediante
l’abuso di alcool o l’uso di droghe;
5) vita sessuale ed affettiva senza un vero progetto di
vita e senza alcuna responsabilità sia verso gli altri
che verso se stessi;
6) disturbi del comportamento, anche verso il
mangiare;
7) mancanza di identità e di ruolo (non sa manco lui
chi è e che cosa vuole fare;
8) e ancora: sono presenti comportamenti
strampalati; si vive come un vagabondo; disordine
totale nella propria stanza; aggressività, senza alcun
motivo; mancanza di progetti per il futuro, neppure
dal punto di vista del lavoro; scarso impegno verso
la famiglia ed i familiari; diminuzione delle ore di
sonno o perdita del sonno; minore capacità
d’attenzione e di concentrazione; perdita d’interesse
per gli altri esseri viventi; tentativi di suicidio; euforia
alternata alla depressione; sensi di colpa o
sentimenti d’indifferenza verso gli altri e verso se
stesso; noia, apatia, stanchezza continua.
È bene mettere la propria famiglia sotto le lenti di
ingrandimento per vedere se c’è qualcosa che non
va e rimediare in tempo: ció per evitare che la
famiglia si trasformi da luogo di trasmissione della
vita,
a luogo di negazione della vita; da luogo di
accoglienza, amore e conforto, a luogo di
competizione, scontro e aggressione; da luogo di
trasmissione dei valori, a luogo della diseducazione
a causa dei tanti esempi negativi di disobbedienza,
illegalità, immoralità e infedeltà; da luogo di
educazione alla fede,
a luogo dell’indifferenza, del menefreghismo, se non
proprio dell’ostilità verso la religione, verso la fede e
verso tutto.
Le lezioni d'amore
che possono cambiare la vita.
I genitori
dovrebbero insegnare
ai figli cosa sono
l'amicizia e la passione
Siamo sempre dolorosamente colpiti quando un
ragazzo o una ragazza giovane si uccide per amore,
o quando un uomo rifiutato perseguita la donna che
ha cessato di amarlo, fino ad ucciderla.
Ci sono anche molte donne che parlano del loro
grande amore e che, col matrimonio, non si capisce
come, è diventato abitudine, monotonia; molti sono
anche gli uomini che non sanno amare; molte sono
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anche le lotte feroci per i divorzi! Perché tutto ció?
La nostra società studia tante cose, approfondisce tanti
problemi, insegna una infinità di scoperte scientifiche,
ma non ha studiato l’amore e non insegna nulla su di
esso. I genitori non insegnano ai loro figli cosa è
l’amicizia, cosa è l’innamoramento, cosa accade in una
relazione amorosa, per cui questi arrivano
all’adolescenza senza alcun orientamento. E non basta
l’educazione sessuale, che riguarda l’aspetto fisico.
Il mondo delle emozioni viene ignorato, non se ne
parla, non c’è dialogo coi figli, non c’è
approfondimento e non c’è chiarezza anche su cose
elementari.
Per esempio non si insegna che l’amicizia è sicurezza,
mentre l’amore è rischio; e ancora, che l’amicizia è
reciprocità mentre l’amore domanda sempre
«mi ami?».
I genitori spesso spiegano ai figli la differenza tra
l‘amore coniugale e l‘amore verso i figli, cioé non
dicono ai figli che loro, genitori, sono stati uniti
dall’innamoramento, un amore appassionato che però
può finire e talvolta diventa un amore diverso, un
volersi bene coniugale; mentre invece il loro amore per
i figli è un amore incondizionato, che non finisce mai
ed è un prendersi cura. I genitori non sanno o non
spiegano ai figli che il puro desiderio sessuale non è
amore, ma una avidità, una „fame“, come la golosità
per i dolci;
e che quando però si rivolge a qualcuno che ti piace
diventa amore erotico, cioé amore-rivelazione,
ammirazione, adorazione, fusione con qualcuno che ci
trascende e che dà un nuovo senso alla propria vita, al
mondo. L‘amore erotico é amore totale, amore che ci
sa dare il brivido dell'assoluto, lo stupore del nuovo, il
terrore della perdita e una felicità misteriosa,
meravigliosa e divina. Il grande amore erotico si
ottiene abbandonandoci all'amore, alla voglia di vivere,
al candore dei sentimenti, alla sincerità, alla verità, alla
libertà, chiedendo ciò che ci piace senza pudore, senza
paura. I genitori non spiegano che ci sono tante forme
di amore erotico: l’attrazione improvvisa prima per
l’uno e poi per l’altro, cioè la cotta che dura poco; poi
ci sono le infatuazioni, tutte intensissime per cui
assomi-
gliano molto all’innamoramento ma poi scompaiono
improvvisamente. Il vero innamoramento invece
produce una maturazione della personalità, una vera
rivoluzione, e si radica nella mente e nel cuore; guai
perciò se non è reciproco!
Se a casa si studiassero e si parlasse seriamente
di queste cose forse eviteremmo molti disordini
emozionali dell’adolescenza, che poi influenzano
negativamente il corso della vita compresa la vita
matrimoniale.
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Il Papa apre ai divorziati
e alle donne che hanno abortito:
«Misericordia, non tortura»
„Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha
più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite, di
essere aperta e vicina a tutti e di essere impegnata a
dire l essenziale: la Chiesa a volte si è fatta rinchiudere
in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più impor-
tante è invece il primo annuncio: esù Cristo ti ha
salvato!»“. Cosí dice il Papa FRANCESCO.
Parlando poi di divorziati risposati, di coppie
omosessuali e di altre situazioni difficili, il Papa
afferma: „Noi dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni
strada, predicando la buona notizia del Regno a tutti e
curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di
malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo lettere di
persone omosessuali, che mi dicevano che la Chiesa li
aveva sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare
questo! Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho
detto che, se una persona omosessuale è di buona
volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per
giudicarla. Certo anche la religione ha il diritto di
esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma
Dio nella creazione ci ha resi liberi: e la libertá di
ciascuno va rispettata, quindi l‘intromissione delle
guide spirituali nella vita personale non è ammissibile.
Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi
chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi
con un’altra domanda: <Dimmi un po‘: secondo te Dio,
quando guarda a una persona omosessuale, ne approva
l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?> E
noi chi siamo per agire in modo diverso da Dio? Perció,
bisogna sempre considerare la persona. Qui entriamo
nel mistero dell’uomo. Nella vita, Dio accompagna le
persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla
loro condizione. Bisogna accompagnare tutti con
misericordia“.
Il Papa parla anche della confessione e dice: „Questa è
anche la grandezza della Confessione: il fatto di
valutare caso per caso, e di poter vedere qual è la cosa
migliore da fare per una persona che cerca Dio e la sua
grazia. Il confessionale non è una sala di tortura, ma il
luogo della misericordia, nel quale il Signore ci stimola
a fare meglio che possiamo. Penso anche alla
situazione di una donna che ha avuto alle spalle un
matrimonio fallito, nel quale ha pure abortito. Poi
questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque
figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente
pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana.
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Che cosa deve fare il confessore? Cosa farebbe
Cristo?“.
Il Papa continua anche su altri argomenti. Dice:
„Bisogna lavorare di più per fare una profonda
teologia della donna. Il genio femminile è necessario
nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti.
La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto
specifico della donna anche proprio lì dove si esercita
l’autorità nei vari posti e livelli della Chiesa“.
Il Papa invita anche a cercare e trovare Dio in tutte le
cose; poi spiega: «Si, in questo cercare e trovare Dio in
tutte le cose resta sempre una zona di incertezza e di
dubbio. Deve esserci. Se una persona dice che ha
incontrato Dio con certezza totale e non è sfiorata da
un margine di incertezza o di dubbio, allora non va
bene. Per me questa è una chiave importante. Se uno
ha giá le risposte a tutte le domande, ecco che questa è
la prova che Dio non è con lui. Vuol dire che è un falso
profeta, che usa la religione per se stesso. Le grandi
guide del popolo di Dio, come Mosé, hanno sempre
lasciato spazio al dubbio. Si deve lasciare spazio al
Signore, non alle nostre certezze; bisogna essere umili.
Bisogna cercare Dio per trovarlo, e quando si pensa di
averlo trovato, bisogna cercarlo ancora, bisogna
cercarlo sempre, perché Dio è inesauribile. Oggi c’è la
tentazione di cercare Dio nel passato o nelle cose
future. Dio è certamente anche nel passato, perché è
nelle impronte che ha lasciato. Ed è anche nel futuro
come promessa. Ma il Dio "concreto" è oggi. Per
questo, le lamentele mai ci aiutano a trovare Dio. Le
lamentele di oggi su come va il mondo "barbaro”
finiscono a volte per far nascere dentro se stessi
desideri nostalgici del passato, desideri di conservare
le cose cosí come stanno. No: Dio va incontrato
nell’oggi, nelle persone di oggi, negli avvenimenti di
oggi, senza confrontarsi sempre col passato. Dio è
sempre una sorpresa, e dunque non sai mai dove e
come lo trovi, non sei tu a fissare i tempi e i luoghi
dell’incontro con Lui. Bisogna dunque saper essere
svegli per afferrare il momento in cui Dio si fa trovare.
Se il cristiano è tradizionalista, se vuole sempre leggi
chiare e precise, se vuole tutto chiaro e sicuro, allora
non trova niente. La tradizione e la memoria del
passato devono aiutarci ad avere il coraggio di aprire
nuovi spazi a Dio. Chi oggi cerca sempre soluzioni
disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla
“sicurezza” della dottrina, chi cerca ostinatamente di
recuperare il passato perduto, ha una visione sbagliata,
non vive nel presente. Una cosa certa io so: Dio è nella
vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno.
Anche se la vita di una persona è stata un disastro,
se è distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra
cosa, Dio è nella sua vita. Lo si può e lo si deve cercare
in ogni vita umana. Dio è lí e bisogna riconoscerlo!
GRAZIE PAPA FRANCESCO
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Servizio Pastorale
a cura della
Missione Cattolica Italiana
Villingen
n. 38 *
Ottobre 2013
*) Secondo ricercatori medici inglesi, non curare la
pressione alta e dimenticare di prendere ogni giorno
la pillola per la pressione può aumentare il rischio di
attacchi di cuore, anche del 42 per cento. Sempre
secondo loro, la pressione alta deriva dalla
predisposizione genetica, o dal diabete, o da
situazioni di stress ricorrente. Essi, inoltre
consigliano con forza il controllo continuo e
regolare della pressione di massima e di minima, o
dal medico, o a casa o in farmacia, controllo da fare
a cominciare dai 20 anni di età.
*) Alcuni frutti possono fare ingrassare. Meglio
stare attenti, quindi, a banane, fichi e uva. Semaforo
verde per agrumi (arancio dolce, arancio amaro,
limone, pompelmo, mandarino, cedro, clementina,
bergamotto), cocomero e frutti di bosco.
*) Le donne che hanno superato la menopausa e non
vogliono ingrassare, farebbero bene a prendere in
considerazione alcuni semplici accorgimenti
alimentari: mangiare meno dolci, meno cibi fritti,
eliminare le bibite zuccherate, aumentare il consumo
di pesce e cenare fuori casa il meno possibile;
inoltre mangiare più frutta e verdura (il doppio di
quanto si era abituati a mangiarne prima), limitare la
carne rossa, nonché dare un taglio ai formaggi.
*) Gli scienziati, alla luce di nuove scoperte,
affermano che per difendersi dai tumori o dal cancro
è necessario;
.) Mantenere un peso normale per l‘etá, senza
andare né sovrappeso, né sottopeso.
.) Fare 2 ore e mezzo di attività fisica, ad intensità
moderata; se poi l’attivitá è vigorosa, scendere a 1
ora e un quarto.
.) Mangiare ogni giorno abbondanti porzioni di
verdura e frutta (di colori diversi): cioé riempire
sempre metà del piatto con questi alimenti, 2-3 volte
al giorno.
.) Astenersi da bevande alcooliche
.) Limitare il consumo di carni rosse, scegliere
cereali integrali e assicurare livelli sufficienti di
vitamina D.
.) Diminuire il consumo di sale, di cibi sotto sale,
di carni lavorate (salsicce, soppressate, capocollo,
pancetta, wurst tedeschi, ecc.) e non prendere cibi
bollenti.
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