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Date post: 21-Feb-2019
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Page 2: Yragf]

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Editoriale: Aracne e Clotho. Tessere il destinodi Simona Sanchirico

È strale, è stral, non ago

quel ch’opra in suo lavoro

nova Aracne d’Amor, colei ch’adoro;

onde, mentre il bel lino orna e trapunge,

di mille punte il cor mi passa e punge.

Misero! E quel sì vago

Sanguigno fil che tira

Tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira

La bella man gradita

È il fil de la mia vita.

(Giambattista Marino, “Donna che cuce”, da La lira, XI)

Al piacere per l’uso delle figure retoriche che caratterizza questo lezioso madrigale, pubblicato in una raccolta del 1614, si accompagna il gusto del mito raro e ricercato in una mescolanza di temi e registri, tipica dell’opera di Giambattista Marino, massimo rappresentante della poe-sia barocca in Italia, “il gran maestro della parola” secon-do la definizione che di lui diede Francesco De Santis. Ed ecco dunque tra metafore, giochi di parole e allittera-zioni varie, fare la sua comparsa la donna amata, prima, incarnazione di Aracne e, poi, della Parca filatrice che tiene in mano il destino (il fil de la mia vita) del poeta, come, del resto, quello di tutti, mortali e non.Aracne (figlia del tintore Idmone), di cui ci parlano an-che Virgilio (Georgiche 4, 246), Ovidio (Metamorfosi 6,5, 145), Dante (Inferno, canto XVII; Purgatorio, canto XII) e Boccaccio (De mulieribus claris), viveva in Lidia, a Colo-fone, città nota per la sua porpora. Tanto la fanciulla era abile nel tessere che ebbe l’ardire di sfidare Atena, pro-tettrice dell’arte della tessitura. La dea si tramutò allora in una vecchia e la ammonì – non ascoltata – di essere modesta. A quel punto Atena riprese le proprie sembianze e la competizione ebbe inizio. La dea approntò un tappeto su cui erano raffigurate la sua vittoria su Poseidone per il dominio sull’Attica e scene esemplari in cui alcuni mortali venivano puniti per la loro superbia; Aracne, invece, scel-

1. “Aracne”, dipinto di Diego Velázquez (1599-1660), Mu-seo del Prado, Madrid (da www.commons.wikimedia.org)

2. Le Moire Cloto e Lachesi intente a tessere il filo del fato. La Moira Atropo siede nell’attesa inesorabile di reciderlo. “A Golden Thread” (1885), olio su tela di John Strudwick (da www.commons.wikimedia.org)

se come tema della sua tessitura gli amori infedeli degli dei facendo un lavoro così mirabile da far adirare Atena che, in un moto di rabbia, distrusse la tela e colpì la fan-ciulla con la sua spola. Allora questa, disperata, provò a impiccarsi ma la dea, volendo punirla per la sua hybris, la trasformò in un ragno costringendola, così, a filare e tessere per l’eternità dalla bocca, appesa a un filo.Alla Parca Clotho, la “tessitrice” divina (nel cui nome rie-cheggia proprio l’arte del tessere, dal greco klotho, simile all’inglese “cloth”, stoffa, dall’Old English clath, da cui an-che “clothes”, abiti), e alle sue inesorabili sorelle Atropo e Lachesi, nel madrigale mariniano si allude solamente, senza nominarle, quando – sebbene in un contesto liri-co – con lessico concreto e tecnicamente preciso (orna e

trapunge…tira tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira), la donna amata viene descritta mentre lavora il filo “san-guigno”, metafora della vita. E infatti le Parche, o Moire, sono nell’antichità personificazioni del destino di ciascu-no, perché ogni essere umano ha la sua moîra, ossia la sua “parte” (di vita, di fortuna o sfortuna) filata, tessuta e poi recisa quando giunge il momento fatale e ineludibile al quale neanche gli dei possono opporsi se non vogliono turbare l’ordine del mondo.

I tessuti di cui si parla in questo numero di Forma Urbis sono, invece, fuor di metafora, quelli che proteggono dalle intemperie – dal freddo o dalla calura – ma che possono anche rivelare l’identità, il rango e il ruolo delle persone all’interno di una comunità. Come leggiamo sfogliando le pagine che seguono, nell’antichità la manifattura dei tessuti aveva un ruolo rilevante nella vita quotidiana, era appannaggio delle donne e aveva anche un’importanza religiosa ed economica. La ricerca tessile è oggi una branca dell’archeologia più che mai fervida e multiforme, come dimostrano convegni internazionali dell’importanza di quello da cui trae spunto questo volume, “Il tessuto della vita: le risorse, l’economia e la produzione tessile nell’Italia antica”, organizzato da Margarita Gleba (McDonald Institute for Archaeological Research, University of Cambridge) e da Romina Laurito (Centre for Textile Research, Università di Copenhagen; Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meri-dionale), alla cui collaborazione si deve la cura di questo numero che si inserisce nell’ambito di quelli che Forma Urbis dedica all’approfondimento delle metodologie di ri-cerca in ambito archeologico.

Simona Sanchirico

Direttore editoriale di Forma Urbis – Fondazione Dià Cultura

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3Sommario

Editoriale: Aracne e Clotho. Tessere il destino 1di Simona Sanchirico

Introduzione. Il tessuto della vita: la produzione tessile nell’Italia antica 4di Margarita Gleba, Romina Laurito

Le produzioni tessili preistoriche in Italia settentrionale: il caso dei siti palafitticoli di Molina di Ledro e Fiavé, in Trentino 5di Marta Bazzanella

Tessuti dell’età del Ferro e Arcaica nell’Italia continentale 8di Margarita Gleba

I mantelli da parata dei Principi di Verucchio nel VII secolo a.C. 12di Annemarie Stauffer

Filare e tessere tra gli Etruschi. Un primo sguardo funzionale al loro strumentario 15di Romina Laurito

Prime riflessioni sulla produzione tessile in Magna Grecia 20di Francesco Meo

Tessitura e identità.Il ruolo dei pesi da telaio come espressione di personalizzazione e di relazioni socio-culturali in Magna Grecia 25di Alessandro Quercia

Archeologia tessile nella Venetia romana 27di Maria Stella Busana, Anna Rosa Tricomi, Cecilia Rossi

L’archeologia sperimentale e la ricerca sui tessuti 31di Eva Andersson Strand

I resti archeobotanici e le fibre tessili 34di Mauro Rottoli

Distinguere le pecore dalle capre: le evidenze archeozoologiche sulla produzione della lana nell’Italia centrale e settentrionale pre-romana 37di Angela Trentacoste

Iconografia dei tessuti nell’Italia della prima età del Ferro - metodi e potenziale di ricerca 40di Susanna Harris

La produzione e il commercio dei tessuti nella letteratura romana e nelle fonti scritte 45di John Peter Wild

Dai taccuini del 1890 al Museo MAVNA: l’identità di Narce attraverso le attività di filatura e tessitura a La Petrina 47di Jacopo Tabolli


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