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ZOGNO · “Fuga in Egitto” di Antonio Zanchi ... zioni del Tintoretto e con sensibili approcci...

Date post: 16-Feb-2019
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ANNO 96 N° 9 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE ZOGNO ZOGNO notizie notizie OTTOBRE 2005 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo) PARROCCHIA
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ANNO 96 N° 9 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

OTTOBRE 2005Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, Comma 2, DCB (Bergamo)

PARR

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ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

2 OTTOBRE 2005

Calendario ParrocchialeOT TO B R E 2 0 0 5

In copertina

Don Angelo 0345-91.083

Don Paolo 0345-91.138

Mons. Gaspare Cortinovis 0345-91.029

Mons. Giulio Gabanelli 0345-91.972

Mons. Gianfranco Gherardi 0345-94.381

Monache di Clausura 0345-91.130

Suore Scuola M. Cavagnis 0345-91.246

Giorgio Avogadro (sagrista) 338-86.44.024G.Mario Pesenti (sagrista) 0345-92.647

Casa di Riposo 0345-91.029

Recapiti telefonici di Sacerdotie Religiose della Parrocchia

Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 4Tel; 0345/91083http://web.tiscalinet.it/parrocchiadizognoe-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo Vigani

Registrato al Tribunale di Bergamoil 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

Sabato 1 SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA

Domenica 2 27ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“La vigna del Signore è il suo popolo”FESTA DELLA MADONNA DEL SANTO ROSARIOOre 11.00 S.Messa di apertura dell’anno catechisticoOre 15.30 Processione per le vie del paese con la statuadella Madonna del Santo Rosario su percorso breve.Sono invitati i confratelli del S.mo Sacramento e tutta la comunità.

Martedì 4 SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA

Giovedì 6 Ore 20.30 In Parrocchia Adorazione e Benedizione Eucaristica

Venerdì 7 BEATA VERGINE MARIA DEL SANTO ROSARIO Primo venerdì del meseOre 16.00-18.30 Adorazione Eucaristica

Domenica 9 28ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Abiterò per sempre nella casa del Signore”

Martedì 11 BEATO PAPA GIOVANNI XXIII

Giovedì 13 Ore 20.30 In Parrocchia Adorazione e Benedizione Eucaristica

Sabato 15 SANTA TERESA DI LISIEUX,VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA

Domenica 16 29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“A te, Signore, la potenza e la gloria”

Lunedì 17 SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA, VESCOVO E MARTIRE

Martedì 18 SAN LUCA, EVANGELISTA

Giovedì 20 Ore 20.30 In Parrocchia Adorazione e Benedizione Eucaristica

Domenica 23 30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Ti amo, Signore, mia forza”LXXIX Giornata Missionaria MondialeOre 14.00 In Oratorio Castagnata e giochi per ragazzi

Giovedì 27 SANTA TERESA EUSTOCHIO VERZERI, VERGINEOre 20.30 In Parrocchia Adorazione e Benedizione Eucaristica

Venerdì 28 SANTI SIMONE E GIUDA, APOSTOLIOre 20.30 In Oratorio Consiglio Pastorale Parrocchiale

Domenica 30 31ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO“Tienimi vicino a te, Signore, nella tua pace”

Lunedì 31 Vigilia dei Santi e dei MortiDisponibilità per le confessioni dalle ore 15.00

Martedì 1 SOLENNITÁ DI TUTTI I SANTI“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”S.Messe con orario festivoDa oggi al giorno 8 novembre Ottavario di preghieraper i nostri cari morti.Ore 15.00 Vespri e processione al cimitero

DIALOGHI CON IL PARROCO

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

3OTTOBRE 2005

arissimi Zognesi la mente correalle tante persone che hannoriempito le serate della sagra eil giorno di S. Lorenzo: a dettadi quelli che ho sentito la pro-

cessione di quest’anno è stata davveropartecipata. Questo mi fa ben sperareper l’inizio del nuovo anno pastorale.Occorre però rimettersi decisamentein cammino e cominciare, in tanti, ose-rei dire tutti, a non considerare l’esserecristiani come un optional, l’andare aMessa come un peso, il parteciparedella vita della comunità invito riser-vato a pochissimi fedeli...

A questa stregua il Sinodo e qualsia-si iniziativa di coinvolgimento del po-polo di Dio in cammino non avrà suc-cesso, è destinata a cadere nell’anoni-mato e nel dimenticatoio più totale.

Cosa fare allora?Prima di tutto occorre rimettersi in

gioco, sentirsi coinvolti, ritenere laChiesa la realtà che ci riguarda tutti enon proprietà o fisima, o passione diqualcuno. Sentire e vivere la parroc-chia come un fatto che riguarda la vitadi ogni giorno e non soltanto i vari mo-menti della vita in cui siamo quasi ob-bligati a presenziare, da spettatori (sa-cramenti e obblighi di parentela).

“Ma è obbligatorio il corso di pre-parazione al Battesimo?”, mi chiedeun papà un po’ seccato perché lavoraanche di sabato... “Adesso che mio fi-glio va a catechismo non sarò obbliga-ta ad andare a messa tutte le domeni-che”, dice una mamma alla catechistae continua: “Io la porto qui a te, poi mela riaccompagni a casa...!”.

Ecco perché i nostri ragazzi sononumerosi al catechismo settimanale,

mentre alla domenica spariscono dallamessa, un po’ per impegni sportivi, unpo’ perché i loro genitori non se nepreoccupano, non li riguarda, hannoaltro a cui pensare. Non parliamo poidi chi chiede il matrimonio e mi vienea dire che non ne vogliono sapere del-la Messa, ma chiedono il matrimonioin parrocchia. Come mai?

I sacramenti hanno un riferimentochiaro a Cristo e alla Chiesa, non ri-guardano solo il nostro rapporto perso-nale con Dio, ma ci mettono in giocoin una comunità in cammino.

COSA FARE ALLORA?L’unica risposta valida e interessan-

te è: PARTECIPAZIONE. Ma ci puòessere solo se si fa un cammino di ri-cerca, se non ci si accontenta delle ri-spostine televisive (si può trovare lafede anche in televisione, ma è rarissi-mo...). Occorre trovare il tempo deldialogo, dell’attenzione ai fratelli.

C’è un grande pericolo che corria-mo tutti compreso il sottoscritto. Trop-pe cose da fare rischiano di sopprime-re l’ascolto e l’attenzione ai fratelli.

Siamo attenti a questo, teniamo bensaldo il valore del prossimo, costruia-mo una comunità attenta, sempre piùpronta a soccorrere, andare vicino, far-si prossima di chi ha bisogno.

Quindi, iniziando questo anno, sen-tiamoci di vivere una partecipazionemeno saltuaria e più continua, aiutia-moci a riconoscere il Cristo partecipedella nostra vita nei fratelli più “picco-li” e incontrandoci nella celebrazionedel mistero dell’amore del Padre nelFiglio impariamo lo stile di Dio che èamore che perdona e da vita.

Auguri Angelo prete

C

Nuovo anno pastorale:il Sinodo... cosa fare?

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4 OTTOBRE 2005

“Fuga in Egitto” di Antonio ZanchiChiesa Prepositurale di S. Lorenzo M. ZognoSpesso quando dico che sono una re-

stauratrice il commento immediato è“che mestiere affascinante”. Ed è vero, èsempre appassionante, ricco di stimoli e disorprese e inoltre contribuisce aconoscere in maniera più ap-profondita il nostro vasto patri-monio artistico.

Quando si tratta però di rela-zionare un intervento, e quindi dientrare nei dettagli tecnici, di so-lito diventa tutto più noioso. Cer-cherò quindi di essere sintetica edi annoiarvi il meno possibile, ri-percorrendo quello che, anche perquest’opera, è stata una possibi-lità che si è aperta pian piano eche ci ha permesso di capire comeil pittore è arrivato a costruirla ecome si è conservata nel corso deltempo.

Questa “Fuga in Egitto” è sta-ta, come spesso succede, una sor-presa continua per quello che ri-guarda la sua tecnica esecutiva.Quando, su invito di Don Angeloe Don Giulio, sono venuta a vi-sionarla, appesa come sapete so-pra il portale d’ingresso della

chiesa parrocchiale, lo stato di consisten-za della tela mi ha fatto pensare ad unquadro che avesse già subito un interven-to di foderatura (cioè già irrobustito

dall’applicazione di una nuova tela di so-stegno). Con notevole sorpresa invece,una volta in laboratorio, dove il dipinto èstato trasportato arrotolato su un grande

rullo viste le notevoli dimensio-ni, abbiamo dovuto constatareche questa tela così consistenteed ancora in buone condizioniera quella originale: un bellissi-mo tessuto in lino con una tramamolto robusta e regolare.

Abbiamo potuto constatareanche che lo spesso strato prepa-ratorio (cioè lo strato gessoso cheil pittore ha steso prima del coloreper saturare la trama della tela)aveva mantenuto una discretaelasticità e il colore, nonostante lepesanti stratificazioni di sporco evernici ossidate, rilevava un im-pasto, una composizione e unastesura piena e felice.

Scelta accurata dei materiali ebuona tecnica esecutiva smenti-scono un po’ quello che in alcunicasi è stato scritto sul pittore, ecioè che tendeva ad utilizzare im-primiture veloci per la stesura manon durature, e colori ricchi di bi-

Antonio Zanchi (1631-1722)

D al Regesto 1684 (a pag. 410-411) del 600 = IV Vol. =Pittori Bergamaschi = a cura Banca Popolare di Berga-

mo = Poligrafiche Bolis Bergamo 1987 = risulta ben chiaroche la famiglia Mafio Zanchi (fornaio) è emigrata da Gru-mello de’ Zanchi (Bg) ai primi del 1600, a Este dove il figlioAntonio nasce da Mafio e Angiola il 6 dicembre 1631, chegià in tenera età, a 11 anni circa, viene guidato a Venezia(dove morirà il 12 aprile 1722) da Giacomo Pedrali, pittorebresciano, autore di prospettive e di architetture (+1666)Francesco Ruschi, pittore romano, risulta maestro di Anto-nio Zanchi (+1661 a Treviso).

Antonio Zanchi fu poi allievo di Matteo Punzone, da cuiprende il gusto della pittura a macchia d’ombra. Ma ben pre-sto egli passò a una sua personale interpretazione dramma-tica al chiaroscuro, sotto l’influsso del Ribera, con rievoca-zioni del Tintoretto e con sensibili approcci al Caravaggiosuggeriti da Carlo Saraceni e dal Renieri.

Nel 1669 realizza la grande tela di Mosè che fa scaturirel’acqua dalla roccia (al costo di 830 ducati) per Santa Maria

Don Giulio Gabanelli

continua a pagina 6

tume per le grandi campiture scure desti-nate ad un sicuro degrado. Tutto ciò inquesto dipinto non si rileva.

Si è dovuto comunque constatare co-me quest’opera, eseguita molto probabil-mente negli anni ’70 nel periodo di piena

maturità creativa quando come 1° pittoredi Venezia lavorò anche per alcune chiesedi Bergamo, di come nel corso del tempoabbia comunque subito danni causati dallecollocazioni e condizioni ambientali di-verse.

La bellissima tela originale aveva in-fatti una larga fascia che attraversava inaltezza tutto il dipinto nella metà a destra,attaccata da muffe createsi a causa d’infil-trazioni di acqua piovana, che hanno poiprovocato anche rilevanti cadute di colore

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

5OTTOBRE 2005

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Durante il restauro

Prima del restauro

OTTOBRE 2005 ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

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Antonio Zanchi (1631-1722)

Maggiore in Bergamo. Nel 1671 realizza la paladella Natività di Maria Vergine per il Santuario diSombreno (al costo di circa 160 ducati), operequeste dipinte a Venezia.

Nella Cappella a fianco della Chiesa di S.An-tonio Abate in città esisteva una tela, raffigurantele anime del purgatorio, andata perduta. NellaChiesina a fianco della parrocchiale di Grumellode’ Zanchi esiste tuttora un dipinto di A. Zanchiraffigurante S.Francesco da Paola, che ritengo discarso valore artistico.

Nella bergamasca, mi sembra che non risulti-no altre opere di Antonio Zanchi, tranne la nostragrande tela raffigurante la “Fuga in Egitto”, appe-na restaurata nello studio di restauro della restau-ratrice Delfina Fagnani Ved. Sesti. La presentetela (m. 2,80c. x 4,50) rispunta dall’ombra, conun tema che Antonio Zanchi non ha mai ripetuto.Chi e quando mai l’abbia commissionata, non ri-sulta da notizie storiche. Forse è giunta a Zognoper interessamento dei nostri emigrati a Venezia,come è avvenuto anche per il polittico del Car-paccio di Grumello de’ Zanchi e del Lattanzio daRimini a Piazza Brembana. La collocazione deldipinto, al di sopra della pusterla della nostra par-rocchiale, non può essere avvenuta prima del1803, anno in cui venne trasferita da quel luogo lacantoria con l’organo Bossi sul presbiterio, dovedi trova tuttora, e dove vennero purtroppo sacrifi-cati alcuni affreschi di Enrico Albrici realizzatialla fine del 1700. Nelle visite pastorali, questodipinto non è mai stato citato. Mons. Pagnoninella sua opera “Chiese Parrocchiali” 1974, nonlo cita neppure.

Nell’inventario Ing. Beretta è citato come diautore ignoto. Nell’inventario degli oggetti d’ar-te d’Italia, (I° Vol. Prov. Di Bergamo, libreriadello Stato del 1931-IX) è citato con le sue di-mensioni, ma senza particolari commenti. La so-praintendenza ora riconferma la mia attribuzionee ne elogia l’importanza artistica dell’opera. Cir-ca la sua autenticità non ci sono dunque dubbi.Basta fare i debiti confronti con le opere di Anto-nio Zanchi soprattutto del medesimo periodo, deidipinti di Santa Maria Maggiore in Bergamo e ditanti altri.

Il tema illustrato “La fuga in Egitto” è quantomai sorprendente. Si nota nel dipinto il tradizio-nale messaggio, espresso con forte rilievo: “Manmano che avanza il vero Dio, nel figlio di MariaVergine, tutti i monumenti delle false divinitàcrollano!”. Sul dorso della Vergine Madre vieneraffigurato il tipico cappello del pellegrino. Il di-pinto, nel suo insieme, risulta magnifico e fa ono-re all’autore che l’ha eseguito e alla parrocchiache lo possiede.

Don Giulio Gabanelli

segue da pagina 4

Scucitura della pezza non originale

Incollaggio tela originale con peza aggiunta

Ad inserimento avvenuto

A stuccatura ultimata

sulla superficie pittori-ca. Inoltre, in periodi piùremoti (notizie assentiin archivio), il dipintoera stato tagliato nellafascia inferiore destra,per essere probabilmen-te esposto per un certoperiodo sopra un’aper-tura nel muro, e in se-guito, prob. alla fine del‘700, recuperato nellesue dimensioni originaliattraverso la cucitura diuna pezza di lino similea quella originale, dipin-ta in continuità con il disegno circostante.

Quello che è stato deciso insieme allaDirezione Lavori della Soprintendenza diBrera, la Dott.ssa Emanuela Daffra, è sta-to sì di intervenire per ripristinare e garan-tire la tenuta nel tempo dei materiali costi-tutivi dell’opera, ma, visto che questo di-pinto era stato in qualche modo “graziato”nei secoli e non sottoposto come spessosuccede a numerosi interventi di restauro,di intervenire dicevo nel minor modo pos-sibile.

Si è deciso quindi, nonostante le note-voli dimensioni, di non applicare una nuo-va tela di rifodero di sostegno, bensì diconsolidare quella originale mediante ste-sura di prodotto imbibente e poi appianar-la mettendola a sand-wich fra due cellophanchiusi ermeticamente econ una pompa aspiranteottenere la pressioneomogenea attraverso ilsottovuoto (togliendoquindi tutta l’aria all’in-terno), che ha evitatoschiacciamenti di colorecome a volte avvenivacon le pesanti stirature acaldo.

Abbiamo quindi ap-plicato delle fasce dop-pie in lino su tutto il peri-metro per poter ritensio-nare il dipinto su un nuo-vo telaio di sostegno(mobile, con doppia cro-ciera), scucito la pezza ditela settecentesca, ridi-

mensionata e inserita a giunti vivi recupe-rando quindi del colore originale prima ce-lato dalla sovrapposizione delle due tele.Recuperata così la stabilità e la giusta coe-sione fra tela, preparazione e colore, si èprovveduto a rimuovere tutte le stratifica-zioni di sporco e vernici ossidate che nonpermettevano la corretta lettura dei colorioriginali: quest’operazione è stata gradua-le ed eseguita in seguito a test campionedecisi con la Dott.ssa Daffra, per la sceltadella soluzione solvente più idonea alloscopo.

Durante e poi alla fine di questo inter-vento, abbiamo avuto la piacevole sorpre-sa del veder raffiorare il modo di dipinge-re di questo artista: così sicuro e armonico

nelle pennellate, dallamorbidezza con cui ese-gue gli incarnati chevanno a contrastare conle grandi masse di colo-re scuro, con questo suostile in qualche modopopolare (che si coglienei particolari: coprica-po Madonna, vesti nonpreziose), un po’ malin-conico, ma molto effica-ce. Questo contrapporreuna ricchezza cromaticanelle figure che rappre-sentano l’arrivo delnuovo Dio con il pas-saggio graduale che ar-riva alla monocromia(toni grigi) per il crollodei vecchi idoli. La sua

è una pittura che inizia a sfaldarsi, adaprirsi, si illumina, annulla le pesanti sce-nografie barocche per sciogliersi nella ri-cerca dello spazio luminoso che è poil’inizio del percorso artistico venezianodel ‘700. Il nostro lavoro si è poi conclusocolmando tutte le cadute di colore primacon dello stucco steso a livello del mantopittorico, poi con il restauro pittorico ese-guito con colori reversibili con tratteggioverticale che a distanza non si avverte mache, avvicinandosi, deve essere riconosci-bile dal colore originale. Il dipinto è statoprotetto con stesure di vernice a pennelloin laboratorio, ultima quella eseguita inloco per nebulizzazione che ha provocatouna grande nuvola grigiastra che per qual-

che minuto ha fattoscappare le persone pre-senti, ma ha permesso direndere la stesura piùomogenea.

Desidero ringrazia-re Don Giulio e DonAngelo per la fiduciaaccordatami, la loro di-sponibilità e passionenel seguire i lavori e perla loro amicizia; i mieicolleghi Laura Armanie Alberto Sangalli perla loro preziosa colla-borazione.

DelfinaFagnani Sesti

SESTI RESTAURI

Bergamo, 6 agosto 2005

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7OTTOBRE 2005

La fugain Egittosegue da pagina 5

Durante il restauro pittorico

Tensionamento del nuovo telaio

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8 OTTOBRE 2005

Tre ragazze in stage alla sagrestia

I l cammino di fede delle no-stre comunità parrocchiali è

disseminato di testimonianzereligiose importanti lasciatedai nostri padri ma che rischia-no di perdersi irrimediabil-mente se, in extremis, non ven-gono considerate, raccolte evalorizzate.

Si pensi che le chiese sono imaggiori depositi di beni cultu-rali che il nostro paese possie-de. Purtroppo, per ovvie ragio-ni, questi beni vengono spessolasciati in balia del tempo,dell’incompetenza di alcune fi-gure o, peggio, non si ha co-scienza del loro valore e, a vol-

te, della loro stessa esistenza. Iparamenti tessili, spesso ven-gono sottovalutati poiché con-siderati solo emblemi della li-turgia e non espressione di unacultura e di un linguaggio arti-stico di altissimi livelli, ancheperché il mondo dei tessuti èancora oggi del tutto scono-sciuto per molti.

Soprattutto nella societàodierna noi giovani non cono-sciamo il valore reale delle co-se, tra cui la storia del nostropaese.

Per nostra fortuna abbiamopotuto avere una esperienzaprofessionale, artistica e uma-na qui a Zogno, che ci ha porta-to a comprendere questo mon-do liturgico attraverso uno sta-ge frutto del corso di Conser-vazione e Manutenzione di pa-ramenti sacri organizzato daEnaip Lombardia e promossodalla Curia di Bergamo e dallaProvincia.

Il nostro intervento nellaparrocchia di Zogno è duratocinque settimane, settimanenelle quali abbiamo cercato didare un ordine ai paramenti tes-sili. Pianete, piviali, dalmati-che, stole, sono state tolte dallaloro consueta sede per essere

depositate secondo gli attualicanoni della conservazione.

Ci siamo occupate altresìdei contenitori, ovvero degliarmadi, i quali presentavanoevidenti attacchi xilofagi in at-to, i quali inevitabilmente com-promettevano il deposito deiparamenti.

Il risultato della nostra per-manenza è stato l’organizza-zione di una mostra, che moltiavranno visitato, la quale mira-va a far conoscere alla comu-nità un tesoro: paramenti tessi-li antichi e preziosissimi anco-ra oggi custoditi nei cassettidella sagrestia.

In conclusione vorremmoringraziare coloro i quali han-no reso possibile e soprattuttopiacevole il nostro operare.

Prima di tutti Giorgio il no-stro amato e simpatico sacrista,la sua disponibilità e cordialitàinfinita hanno reso leggere eanche divertenti le nostre gior-nate qui.

Don Angelo che si è buttatocon noi in quest’avventura,con interesse e partecipazione.

Don Giulio per la sua infini-ta cultura e i suoi racconti neipomeriggi di lavoro.

Annalisa, Ilona, Claudia

Sr. M. Carmela Magercelebra solennemente

il suo 50° di professionereligiosa cantando il“Magnificat” con senti-menti di riconoscenza alSignore, alla famiglia e al-la comunità e invita tuttala Comunità zognese a lo-dare e ringraziare il Si-gnore, per il gioioso tra-guardo, assicurando daparte sua un riscontrofatto di preghiera.

La S.Messa verrà cele-brata il 1° ottobre alle ore15.00 nella chiesa del mo-nastero, presieduta daMons. Giulio Gabanelli.

50° di professione religiosa

Pianeta rossa:broccato

seicentesco

È iniziato il nuovo anno scolastico ecome di routine ci sono bambini che

fanno fatica a socializzare con altri e adinserirsi nella nuova comunità scolasticaper i motivi più vari: non si sono mai al-lontanati dai genitori, abitano in luoghiun’ po’ isolati lontani da altribambini o anche per-ché abituati ad otte-nere tutto con un ca-priccio e con un po’ distrilli.

Noi ci rivolgiamo atutti i genitori che nonsanno e non riesconomai a dire un NO alproprio bambino invi-tandoli a non temerel’autoritarismo, a noncedere al buoni-smo e a nonpreoccuparsi deipiccoli stress, maal contrario, aprendere confiden-za con alcune, sep-pur piccole, proibi-zioni. Gli esperti diturno rivolgono so-prattutto ai genitoriuno scampolo diconsigli e addirittura di ingiunzioni conl’aggiunta di parole molto dure riservatealle insegnanti troppo avari di ascolto equindi di riconoscimento degli autenticiproblemi ai semplici capricci.

Il segno di una moda rovesciata ri-spetto ad un passato anche recente, unastizzita reazione all’incremento della di-sciplina scolastica, un sussulto della co-scienza di alcuni tra i più ascoltati gurudella non-educazione?

Chissa! Certo che chi ha un po’ di an-ni sulle spalle ricorda l’applauso di trop-pi al famoso “vietato vietare” e cosìmolti genitori avevano deciso la cancel-lazione di ogni rapporto educativo chereclamasse ascolto, docilità, sottomis-

sione, rispetto, disciplina, obbedienza eobbligo. Ora non si vuole dar ragioneall’uno e torto all’altro ma si consigliasempre una via di mezzo; si auspica il ri-torno di genitori che intendano educarecon amore, ma anche con un po’ di fer-

mezza, che sappianocomprendere quantosia utile, per il benedel proprio bambi-no, poter pronun-ciare qualche NO.Il bambino è il pri-mo a comprenderei vostri lati debolie a far leva su diessi per ottenereciò che vuole, ma

voi attenti a non la-sciarvi ingannare dalleloro moine, da un bacet-to conquistatore datosolo per convenienza,perché un domani, di-ventato adolescente,

sarà lui a biasimarvi della vostra eccessi-va indulgenza e quando voi imporretel’osservanza delle vostre regole forsepotrebbe essere troppo tardi. Allora for-za auguriamoci di iniziare questo annoscolastico alla grande con il desiderio dimettercela tutta per essere, genitori edinsegnanti, veri educatori e vedrete che irisultati non si faranno attendere.

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9OTTOBRE 2005

Genitori,imparate anche a dire no

SCUOLA DELL’INFANZIAPARITARIA CAVAGNIS

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10 OTTOBRE 2005

N elle ultime settimane e mesi in Italia e, soprattutto nellanostra regione, si è assistito ad un continuo bollettino di

numeri e di tragici resoconti di morte. Non si parla di guerre,malattie o catastrofi naturali, purtroppo presenti in altre partidel mondo, ma di incidenti stradali, coinvolgenti un numeroimpressionante di giovani vite.

Dalle statistiche emerge che i morti per incidenti sulla stra-da, sono già nel mese di settembre di quest’anno, in numeromaggiore rispetto al 2004, per lo stesso periodo di tempo; chegli incidenti coinvolgono per lo più giovani di età inferiore ai 30

anni; che gli incidenti motociclistici sono per la maggior partemortali; che avvengono soprattutto nelle notti di venerdì e disabato dopo le ore 23; che spesso è in causa la velocità del mez-zo di trasporto ma soprattutto sono determinanti l’imprudenzae la mancata percezione del rischio da parte del guidatore.

Se tralasciamo le tragiche notizie sulle catastrofi naturali,sugli incidenti aerei di quest’estate, sui drammi di profughi delSudan, sull’instabilità e guerriglia in Medio Oriente, le notizieche frequentemente riceviamo dai nostri paesi riguardano trop-pi giovani morti sulle strade: un autentico bollettino di guerra!

L’ANGOLODELLA PREVENZIONEdi Elisabetta Musitelli

Correre... verso la morte

Sembra quasi che la gioventù abbiafretta, impazienza ed incoscienza a cor-rere proprio verso la morte, coinvolgen-do, in questa assurda corsa, famiglie ecomunità in lutti dolorosi e difficili dasuperare.

Osserviamo le nostre strade: è fre-quente riscontrare sulle carreggiate, suimarciapiedi o sui prati mazzi di fiori,piccole lapidi in ri-cordo di giovanimorti. Se facciamoattenzione non c’èuna strada dove nonci sia il segno di unpregresso incidentemortale!

Recentemente ilquotidiano locale inti-tolava un articolo sugliincidenti stradali: Stra-de come trincee, facen-do rispolverare alla no-stra mente, ricordi sco-lastici di sangue dellaPrima Guerra Mondiale,pagati da tanti giovani di-ciottenni italiani.

Si leggeva che i giovani di età inferio-re ai 30 anni, coinvolti negli incidentistradali sono più del 50%, che i maschisono tre volte maggiori delle femmine,che in primavera e all’inizio dell’estatesi registra il maggior numero di inciden-

ti, che i motociclisti sono un quarto del-le vittime, che la maggior parte dei sog-getti coinvolti possiede la patente da me-no di 5 anni, che i picchi degli incidentisono al mattino prima del lavoro e la se-ra al termine della giornata lavorativa,che gli anziani sono le vittime degli inci-denti in bicicletta, che le strade di pia-

nura sono più peri-colose di quelle di montagna, che gli in-cidenti del sabato sera avvengono nonsolo per stanchezza o mancanza di son-no ma anche per l’uso di alcool e di dro-ghe.

Nel 2003 con l’introduzione della Pa-tente a punti si era però avuta una so-stanziale e significativa diminuzione

delle morti e delle invalidità permanenti.Tutti guidavano con il terrore di perderepunti e di non poter più viaggiarema...purtroppo anche le recenti decisio-ni di condono ai guidatori indisciplinati,non fanno che alimentare il dubbio chenel nostro Paese si possa non rispettare

le leggi e rimanere im-puniti!

Eppure per entrare inpossesso della patentedi guida bisogna supe-rare un esame teoricoricco di nozioni arti-colate, complesse,un esame di guidadopo numerose oredi lezioni pratichema con questa pre-parazione non siapprendono: il ri-spetto per la pro-pria e l’altrui vita,

il rispetto delle regole di una pa-cifica convivenza che comportano il ri-spetto delle norme del Codice della stra-da, il senso del pericolo e la percezionedel rischio con una guida imprudente,l’attenzione e la cortesia verso i soggettipiù a rischio che utilizzano la strada (peresempio pedoni, ciclisti, disabili), il do-lore che comporta una menomazione fi-sica per tutta la vita dovuta ad un inci-

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11OTTOBRE 2005

dente come una paraplegia, la perdita diun arto o di una funzione d’organo comeper esempio la vista o la drammatica fa-tica di assistere un soggetto per mesi oanni in coma vegetativo a causa di un in-cidente. Sono dolori e drammi che co-stellano la vita di troppe persone; anchedi ciò bisognerebbe parlare aigiovani nei corsi di Educa-zione Civica e Stradale o ne-gli incontri educativi degliadolescenti.

Negli anni passati era fre-quente ritrovare attorno alletto di un moribondo o diun morto tutto un quartie-re, un paese con le diversegenerazioni, dai bambiniagli anziani. Spesso lefamiglie portavano ibimbi a vedere il mortoprima del funerale; ora ibimbi ai funerali sonouna rarità, i giovani sivedono solo se un lorocoetaneo è purtroppodeceduto, le giovanicoppie spesso nonsentono il dovere dicondividere il dolore della nuova co-munità nella quale si sono da poco inse-rite: insomma i funerali sono frequenta-ti, come spesso le Messe da donne e daanziani.

Ma che c’entra questo con gli inci-denti stradali?

Il riscoprire la fragilità della vita, labrevità del nostro cammino terreno, laprecarietà della salute che può abbando-narci un pochi attimi, il doveroso rispettoper la propria e l’altrui vita, non potrebbeaiutare i giovani a riflettere sul valore del-la Vita e di conseguenza a voler guidarecon quella prudenza, competenza e atten-zione degne di una persona matura?

Invece la moto veloce, la macchinapotente creano l’immagine di esseri for-ti, invincibili come gli antichi guerrierimedioevali che ricoperti di metallo vin-cevano duelli e draghi, mostrandosi almondo valorosi, pronti a sfidare se stessie il mondo. Gli psicologi dicono chel’identificazione con il veicolo, soprat-

tutto nei giovani maschi, cambia la per-cezione di sé, quando il guidare divieneun gesto automatico come premere il pe-dale o girare lo sterzo. Il veicolo divieneun’estensione del proprio corpo, comese le facoltà fisiche fossero improvvisa-mente aumentate, capaci di dare com-portamenti potenti ed esaltanti che pro-

vocano ebbrezza e pia-

cere. Di questa esalta-zione della guida i giovani dovrebberoesserne informati e resi consapevoli!

Recentemente il Ministro dei Traspor-ti Lunardi, al primo Campionato di Gui-da Sicura avvenuto in provincia di Par-ma, ribadiva l’obiettivo di ridurre i mor-ti sulle strade del 50% entro il 2010 e ri-cordava che...- non sono tanto impor-tanti i limiti stradali ma la consapevo-lezza dei propri limiti da parte di chiguida...che occorre lavorare sulle co-scienze di tutti... e non c’è norma chetenga se le famiglie non fanno crescerei figli nel rispetto della vita, propria ealtrui... e nonostante gli 8.000 morti, i350.000 feriti, i 30.000 invalidi ogni an-no, non si fa nulla di concreto. Ho chie-sto anche agli psicologi di capire il per-ché di questa rassegnazione...perché lapatente è un porto d’armi e l’autoun’ama impropria!-

Certo le cause degli incidenti stradalisono diverse: la velocità in strade o incondizioni non sicure; l’imprudenza cioèla non sufficiente prudenza nell’affronta-re situazioni stradali; l’incoscienza delrischio che comporta guidare certi auto-mezzi o in certe condizioni climatiche; lamancata abilità o esperienza dei neo-pa-tentati; l’automatismo alla guida che cipermette di guidare a memoria una stra-

da che ben conosciamoe intanto parlare, ascol-tare la radio o pensare aifatti nostri; una segnaleti-ca stradale inadeguata aitempi e ai mezzi attuali.Quindi l’azione preventivadovrebbe essere svolta sudiversi fronti e in diversisettori.

Vi è infine l’importantequestione morale legata agliincidenti stradali. Vi sonocomportamenti cosciente-mente scorretti, che implicanoimprudenza, inosservanza dileggi e di regolamenti fatti a tu-tela della collettività, cioè in-frazioni ed errori punibili dallamagistratura. Il necessario ri-spetto delle regole di gioco per-metterebbe non solo una maggior

tranquillità nell’affrontare le strade sullequali si viaggia ma una diffusa sicurezzaambientale e di vita per la società.

L’educazione stradale inizia dalla pri-ma infanzia, insegnando per esempio ilsignificato dei colori di un semaforo ol’importanza di attraversare la stradasulle strisce pedonali e continua con ilrispetto delle regole stradali e di educa-zione verso gli altri guidatori, rivolte aigiovani che iniziano a guidare. Ricordia-moci che l’esempio che gli adulti dannocon il proprio comportamento è più inci-sivo di tanti discorsi, seppur competentie utili, degli istruttori di guida o degli uf-ficiali di Pubblica Sicurezza.

Se crediamo al valore della Vita e diogni vita, cerchiamo di essere autisticorretti e prudenti: aiuteremo a preveni-re incidenti e morti con il nostro com-portamento e con il nostro esempio!

S. LO

ORENZO 2005 A ZOGNO

Durante quest’estate ho avuto l’occasio-ne di vivere due esperienze emozionan-

ti e che mai avrei pensato mi potessero daretanto. Ho compiuto due pellegrinaggi, uno aSantiago de Compostela, dove ancora oggisono custodite le spoglie di San Giacomoapostolo e l’altro a Colonia, la grande e mae-stosa città tedesca che ha ospitato laGMG2005, dove sono custodite invece le re-liquie dei Re Magi.

L’accostamento di questi due viaggi tantodiversi mi ha mostrato un’unica verità, ilvolto di Gesù.

Verso Santiago con scarponcini, bastone,zaino da montagna e borraccia ho potutoriassaporare il fascino antico del camminomedioevale che i popoli di tutta Europa nonhanno mai smesso di percorrere negli ultimimille anni. Lungo la via ho avuto l’occasio-ne d’incontrare ogni sorta di pellegrino,dall’anziano di 80 anni fino al bambino di10, dallo stravagante rumoroso al serio silen-zioso. Ognuno di noi aveva però qualcosa incomune con gli altri e questa cosa era la me-ta che pian piano con il passare dei giorni ve-niva sempre più sospirata e che con il tra-scorrere dei chilometri continuava lenta-mente a trasformare il nostro animo. La ri-cerca, questo era il filo rosso che legava tuttele nostre vite; la ricerca di quel Dio fatta conumiltà, fatica, silenzio e tanta preghiera.

Nell’attesa della sospirata meta Santiagode Compostela (“campo della stella”), le no-stre compagne di viaggio sono state proprio lestelle, quelle che ci hanno accompagnato nel-le primissime ore del mattino e che ogni seraabbiamo salutato prima di addormentarci.

Verso Colonia con scarpette da tennis,macchina fotografica, zainetto dell’Invicta euna comoda bottiglietta di acqua ho gustatoinvece la bellezza dei pellegrinaggi moderni.Durante la settimana trascorsa qua e là tra ilBelgio e la Germania ho avuto l’occasione diosservare realtà diverse: dalla missione di unsacerdote bergamasco “fuori dal comune esimpaticissimo”, alle città delle Fiandre ric-che di storia e curate in ogni loro angolo.Lungo i giorni che hanno preceduto l’arrivoa Colonia ho condiviso il mio tempo con al-tri 180 ragazzi della Valle Brembana. Anchein questa occasione ognuno di noi si era ri-trovato lì per camminare insieme agli altriverso quell’unica meta, la città dei Magi.Anche in questo caso è stata la ricerca ad

unirci. Infatti il motto diquesta GMG2005 è stato:“siamo venuti per adorarlo”!Nell’attesa dell’incontro conil Santo Padre abbiamo potu-to meditare più volte sul cam-mino che i Magi 2000 anni fahanno compiuto verso Geru-salemme per andare a trovareil Dio fattosi uomo. Abbiamo cercato d’im-medesimarci in loro e non abbiamo potutofare a meno di seguire come loro quelle stel-le, cioè quei segni che durante le giornateDio ci ha mostrato per condurci tutti insiemeall’incontro con altri 800.000 giovani. L’e-mozione era palpabile sulla pelle durante laveglia del sabato e la messa della domenica!Mi è sembrato di essere immerso in un mo-mento importante in cui la storia di Dio equella di noi uomini si sono fatte vicine alpunto di toccarsi ed abbracciarsi!

Due cammini diversi, due stili diversi, duelunghezze diverse in due luoghi diversi, eppu-re entrambi mi hanno mo-strato i tratti fondamentalidella fede che accomuna tuttinoi cristiani. La fatica che ar-riva per il troppo camminare oper il troppo sostare in fila perun pasto, le difficoltà del per-corso causate da una frecciasbagliata o da un cartello in-comprensibile. Tutto ciò è sta-to poi sostituito da quella gioiaimmensa che soltanto l’arrivo aSantiago o l’incontro con ilSanto Padre ci ha saputo dare.

Ed allora al termine di questaestate travolgente torno a casamia carico di entusiasmo e conuna forza enorme nel cuore.L’unica cosa da fare è ringraziaretutte quelle persone che con tehanno pregato, chiacchierato,pianto e riso! Grazie a tutti quei sa-cerdoti che ti hanno reso ancorauna volta più vicino il volto di Dioe un grazie particolare alle stelle: senon fosse stato per loro e per la viache di giorno in giorno ci hannomostrato non avrei mai potuto in-contrare il nostro unico grande amo-re, il figlio di Dio, fattosi uomo sol-tanto per noi, Gesù Cristo! Diego

ZOGNOZOGNOnnoottiizziieennoottiizziiee

14 OTTOBRE 2005

DI STELLA IN STELLA

GMG 2005: ricordi di una settimanaindimenticabile

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«Mamma non mi aspettarestanotte dormo dal Papa»Quando siamo entrati nella spianata di

Marienfeld c’era quasi da aver pau-ra: un cielo così nero e carico di acquanon lo si vedeva da tempo. Ma è bastatovolerlo. D’accordo, le nubi non si sposta-no al soffio pur potente di migliaia di per-sone che sperano di non dover finire amollo, sotto una pioggia ingrata. Ma lasperanza di poter arrivare asciutti alla ve-glia di quella sera con Benedetto XVI èparsa ad un certo punto così forte da farsquarciare un cielo che in mattinata appa-riva prossimo a rovesciare il Niagara suColonia e dintorni. E quan-do il sole sul far della seraha preso il sopravvento, igiovani della Gmg 2005hanno certamente pensatoche, quando una cosa la sivuole insieme con tutto ilcuore, anche il cielo si ar-rende. Alle centinaia di mi-gliaia di giovani questa in-sperata svolta climatica nondev’essere sembrata altroche la conferma di trovarsinel posto giusto a fare la co-sa migliore, dopo giorni dipreparazione tutt’altro chesoffice ma sempre gioiosa,

anche nei momenti più duri di disagio chepure non sono mancati.

Mica male come allenamento alla vita,questa Gmg tedesca. Memorabile, persino,fino all’ultimo. Più fango che erba in parec-chie zone del campo di Marienfeld. Ma do-po che il Papa è arrivato nessuno ci ha fattocaso. Quel sole in extremis - luce che apri-va la veglia della luce di Betlemme - è statoun segnale più che sufficiente, e pazienza seera spuntato troppo tardi per asciugare dav-vero il proprio metro quadro di erba per lepoche ore di sonno all’addiaccio. Non era

ciò che contava. Si va alla Giornata mon-diale per faticare dietro alle proprie doman-de, per scendere sin negli angoli di fango diuna vita che ha bisogno di essere rimessa indiscussione, non per dormire tra due guan-ciali. Questi giovani hanno mostrato di averpreso alla lettera chi li invitava a scrutare ilcielo sopra a Colonia in cerca ciascuno del-

la propria stella, della luceper quel cammino tutto cur-ve che ora li attende. Sonoarrivati sin sul ciglio del fan-go, hanno trovato il sole del-la grazia e un padre a propor-gli un nuovo «pellegrinaggiointeriore».

A casa, chi seduto in pol-trona si è goduto lo spettaco-lo dallo schermo, ha potutorimanere tranquillo. Dicevauno striscione: «Mamma nonaspettarmi. Stanotte dormodal Papa». Che grandi questigiovani, questi di Marien-feld. d p

Lo spirito che si respira alla GMG è travolgente, ti entra“dentro” ed è difficile da spiegare...A questo proposito

vorrei raccontare un episodio che mi è capitato mentre pas-seggiavo con alcuni miei amici lungo le vie della bellissimacittà di Aquisgrana. Era pomeriggio e i nostri sacerdoti ci ave-vano lasciato un paio d’ore di libertà per visitare a nostro pia-cimento la città. Stavamo camminando tranquillamente quan-do ad un tratto un’orda di pellegrini portoricani ci è venuta in-contro gridando a gran voce “VIVA ITALIA!!”. Subito cihanno attorniato allegramente e in batter d’occhio decine edecine di macchine fotografiche puntavano verso di noi. Estato molto divertente e se ci ripenso mi viene da sorridere...

Perché alla GMG è così: ci si saluta, ci si scambia la ban-diera o la bandana, si canta insieme, si prega insieme...Tutto ilmondo è lì in un’unica città e, anche se non ci si conosce, ci sisente tutti amici, tutti fratelli e figli di uno stesso Padre... quelPadre che a Colonia siamo andati per adorare!!!!

Carola

Quanta nostalgia... Quanta eccitazione nel cuore... speronon si plachi, perché è bello sentire quell’adrenalina che

fa stare svegli...In questi giorni ho sentito il cuore battere forte per diversi

motivi, diverse emozioni... Ho sperimentato la gioia di sentir-si parte di un gruppo e il senso di sicurezza e protezione chederiva dall’interessamento gratuito degli altri... E ho provatolo stupore nel ricevere doni da parte di persone sconosciute,che, oltre a felpe o bandiere, hanno saputo regalare sorrisi ca-lorosi a dei giovani viaggiatori come loro...

...Ed eccoci raccolti in un unico prato: mondi di storie, pen-sieri e motivazioni si fondono per adorare il Signore e “men-tre danzano le stelle luminose come perle, quando si fa seranasce la preghiera”. Svegliati, poi, dalla musica del mattino,quel guscio di teli blu, che ci ha protetto dalla rugiada dellanotte, si apre, così che “il vento forte della vita soffierà sullevele e le gonfierà di Te”. E il viaggio continua; l’arrivo del pa-pa e i brividi che abbiamo sentito in quegli istanti, a pochi me-tri da lui, erano parte di un lungo cammino, non certo la meta,ma solo un incentivo, una spinta nuova per lasciarci condurresulla strada della fede, anche quando i canti, le chitarre equell’atmosfera magica non ci saranno più...

Il nostro impegno consisterà nel far rivivere quei momentidi entusiasmo e, forse, ci capiterà di ricordare l’armonia checomunicavano i bagliori di infinite candele, stelle sparse in uncampo per regalare un po’ di luce alla notte del nostro animo.

Patry

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16 OTTOBRE 2005

Continuando l’analisi dei Piani Pastorali proposti dal nostrovescovo Roberto Amadei siamo al programma pastorale

2000-2001 intitolato “Se vuoi essere perfetto” e avente per te-ma “La morale”.

La proclamazione della Parola e la celebrazione dei sacra-menti dovrebbero essere in grado di sostenere efficacemente laformazione della coscienza morale dei fedeli. Ma in realtà que-sto compito risulta oggi particolarmente difficile e si evidenzianel moralismo che spesso caratterizza la predicazione eccle-siastica (si proclamano i valori senza prendere in considerazio-ne l’uomo e la sua esperienza, senza indicare come questi va-lori possono essere incarnati) e nella crisi del sacramento del-la confessione, segno evidente dello smarrimento della co-scienza dei fedeli.

Questa fragilità delle pratiche morali è legata alla fragilità delcostume civile e alla fatica che facciamo ad assumere questocompito morale. La dilagante secolarizzazione comporta nonsolo la perdita del senso religioso della vita ma anche lo smarri-mento di un codice morale condiviso (si ricerca il vantaggio e ilbenessere personale piuttosto che il bene comune). Il compitoche la parrocchia si trova di fronte è davvero coinvolgente: an-nunciando la Parola e celebrando i sacramenti nei momenti fon-damentali dell’esperienza umana (il nascere e il crescere dei fi-gli, il matrimonio, l’esperienza della sofferenza e della morte), laparrocchia diventa esperta di umanità e di morale.

Programma Pastorale 2001-2002

“Tu lo dici: io sono re!”“chiesa-società”Le pratiche pastorali e la parola cristiana sono strettamente le-gate all’interpretazione che stiamo dando alla storia e alla cul-tura che essa esprime: essere cristiani oggi è una maniera sin-golare di essere uomini e donne in questo tempo e di interpre-tare perciò la civiltà nella quale stiamo vivendo (chi avrebbepensato, anche solo qualche anno fa, al problema dell’immi-grazione o del confronto con altre religioni?).

Anche se la parrocchia non è più il centro della società, ri-mane comunque un osservatorio e un laboratorio interessante:è proprio nella concretezza della vita quotidiana della genteche si manifestano le grandi questioni dell’evangelizzazione esi offrono positive ed incoraggiati indicazioni per il coraggiosodialogo che la Chiesa ha aperto con il mondo moderno, vicinoe lontano.

La parrocchia deve imparare a lavorare in collaborazione esintonia con altre agenzie sociali per obiettivi comuni e parte-

cipare democraticamente all’edificazione della società tutta.Pensiamo alle diverse istituzioni educative ed assistenziali (inparticolare gli oratori) che operano nelle nostre comunità e chesono chiamate a realizzare la loro azione pastorale per tradurree sperimentare la presenza dei cattolici nel sociale per il benecomune.

Programma Pastorale 2002-2003

“I poveri li avete sempre con voi””Chiese - vecchie e nuove povertà

L’incontro con “il povero” è una provocazione alla fede e al-la testimonianza più evidente del vangelo. Il povero è l’illu-strazione più evidente della condizione umana che è radical-mente povera e in attesa del soccorso e della buona notizia.Non ci si riferisce esclusivamente al povero dal punto di vistaeconomico ma a tutte le povertà che affliggono l’uomo e chepossono essere curate solo con l’amore, sostanza della Chiesa:è proprio l’amore rivelatosi in Gesù Cristo che fa sì che la chie-sa non sia un’organizzazione come le altre e che giustifica ilsuo sforzo di essere comunione e di proporsi come via e cam-mino.

La formazione della virtù della carità, la più grande ditutte le virtù, e la sua espressione pratica deve essere il primoobiettivo delle pratiche pastorali della parrocchia e il culminedella vita morale del cristiano. La parrocchia, proprio perchévicina alla gente, è sempre stata esperta di povertà legate allacondizione umana: la fragilità della vita appena nata, la faticadi far crescere i figli, il dolore, le disgrazie, la malattia, la mor-te, i disagi fisici o psichici, le crisi coniugali, l’emarginazione,l’instabilità dei rapporti economici, le problematiche di unaglobalizzazione e di una integrazione difficili da governare.

Ogni parrocchia è portata a condividere tutte queste formedi povertà e a cercare di portarvi sollievo intervenendo diretta-mente con la disponibilità di singole persone o attraverso l’or-ganizzazione di gruppi caritativi che rappresentano, dentro lacomunità, vere e proprie forme di ministero.

37° Sinodo della Chiesa di BergamoLA PARROCCHIA Sintesi della seconda parte dell’incontro avente per tema

“Un piano di viaggio - Dalla morale all’iniziazione cristia-na” in preparazione al Sinodo. L’incontro si è tenuto mer-coledì 27 aprile e è stato guidato da don Paolo. Il successi-vo incontro di giovedì 4 maggio ha avuto per tema “Pro-grammazione e suddivisione dei lavori” e, in seguito, sonostati effettuati altri quattro incontri (10, 17, 24 e 31 maggio)in cui si sono discusse diverse modalità operative pratichedi applicazione dei temi proposti alla nostra realtà parroc-chiale. Considerate però le difficoltà riscontrate, comuni adaltre parrocchie, siamo in attesa di nuovi suggerimenti daparte della segreteria del Sinodo.

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17OTTOBRE 2005

L’estate è ormai finita, il vento fresco dell’autunno scende avalle, gli ultimi frutti presto saranno colti, l’uva vendem-

miata, la natura si veste con il suo abito più bello, un vestito dimille foglie diverse, anche le ombre si allungano e il sole nonscalda più come prima.

L’autunno rapisce l’estate, per portarci l’ammonimentodell’inverno brontolone, il messaggio caldo e giocoso del rac-coglimento e dello stare insieme, non più giorni d’ozio al fre-sco delle fronde, ma pomeriggi concitati e allegri, fra canti einterminabili partite a carte con il correre dei volontari e ilbrontolare di qualche attento giocatore. Tutti assieme a rac-contarsi storie, a discutere d’influenze e funghi e nevicateprossime venture, ma anche a raccontarsi dei bei momenti,ognuno ha la sua occasione per essere ascoltato e ogni raccon-to ne scatena altri mille. Gli argomenti preferiti sono sicura-mente le gite. C’è chi ancora si lecca i baffi a pensare alla po-lenta “cunsàda” mangiata a S. Antonio Abbandonato, fuori fa-ceva freddo ma dentro il vino riscaldava i cuori, altri ricordano

il gelato della Marianna in Città Alta, la sensazione che ci fa-ceva sentire un po’ signori ma sempre a modo nostro, alla“buona”. Chi invece ancora un po’ sbuffando ricorda il caldoafoso della gita alla Madonna dei Campi, una scampagnata unpo’ diversa ma gonfia di mesta devozione... e la gita al Lavel-lo, fantastica! Seduti al fresco delle fronde ci lasciavamo cul-lare dalle acque dell’Adda che placido correva “verso quel ra-mo del lago di Lecco”. I signori nonni, ma non solo, ricordanovolentieri lo spuntare di una bella ballerina da una scatola pie-na di palloncini, una cara sorpresa fatta dagli amici di Laxoloche per la festa degli uomini hanno pensato così di movimen-tare l’anguriata presso la loro struttura, una bella giornata no-nostante il tempo birichino. L’ultima gita, proprio per nonsmentire quel nostro piacere tutto “liberty” per il lusso, è stataal Casinò di San Pellegrino Terme quando, come cavalieri edame, abbiamo consumato in compagnia una bibita fresca esucculenta! Dalla nostra R.S.A. è tutto, un caro saluto e un ar-rivederci a presto! Gli animatori Davide e Barbara.

Gite, che bei ricordi

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18 OTTOBRE 2005

Preghiamo con la Chiesa (L’Apostolato della preghiera)Le intenzioni devono essere precedute dalla recita della pre-ghiera riportata qui sotto:

Cuore divino di GesùIo ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico,le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questogiorno, in riparazione dei peccati e per la salvezzadi tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloriadel Divin Padre.

In particolare ti preghiamo:

INTENZIONI:

Generale - Perchè i cristiani non siano scoraggiati dalle sfidedella società secolarizzata, ma con piena fiducia diano testi-monianza della loro fede e della loro speranza.

Missionaria - Perchè al fondamentale impegno della preghie-ra, i fedeli uniscano lo sforzo di contribuire anche economica-mente all’opera missionaria.

Dei Vescovi - Perché ogni comunità cristiana si renda partico-larmente sensibile agli ammalati e ai sofferenti.

Mariana - Perché accogliamo l’invito della campana dell’An-gelus ad invocare Maria al mattino, a mezzogiorno e alla sera.

Durante la missione del mese di Lugliosono stati effettuati vari lavori tra i

quali, di una certa consistenza, il collega-mento dalla sala gessi al dormitorio, e daldormitorio ai servizi igienici; è stato ter-minato il pavimento nei locali dove saràallestita l’officina ortopedica.

La diocesi ha messo a disposizione unaparcella di terreno sulla quale saranno co-struiti dei locali per il personale del Centroe per i parenti che assistono i ragazzi du-rante il periodo degli interventi chirurgici.Il terreno con trentadue operai è stato li-vellato e sono stati acquistati 70.000 mat-toni, 2000 blocchi costruiti al Centro più100 metri cubi di pietre.

L’inizio dei lavori è previsto durante laprossima missione di Ottobre, durante laquale saranno presenti Ambrogio, Rino,Roberto e la mamma Giovanna come cuo-ca e sarta.

Inoltre, come supporto all’equipe deimedici belgi durante e dopo gli interventi,saranno presenti Danila di Ranica, futuromedico e Susanna Capo Sala a Torino.

Il 20 Agosto è stato spedito per il Cen-tro il 26° container dal peso complessivodi 182 quintali. Attualmente è in allesti-mento il 27° container.

Un grazie all’Impresa edile MazzoleniAlessandro e figli per la disponibilità deimezzi di trasporto e fornitura gratuita dimateriali.

Un grazie all’impresa di attrezzatureedili di Gherardi Vittorio per la fornituradei tubolari e alla ditta Busi eredi Silvanodi Gigi e Nunzia per la disponibilità datanell’utilizzare il loro furgoncino.

Un grazie alla cartolibreria Orlandini efigli per la loro disponibilità.

Un grazie anche a tutte quelle personeche sotto varie forme danno un aiuto.

Il mese di Agosto e Settembre per il so-

stegno del Centro, a mezzo posta e conse-gnati a mano, sono stati raccolti 7.850 euro.

A nome di Augere Onlus, sostegno alCentro S.ta Maria di Rilima, Rwanda uncordialissimo saluto. Rino

Centro Santa Mariadi Rilima

M O N D O M I S S I O N I

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19OTTOBRE 2005

La materna memoria della ChiesaG iovanni Paolo II afferma che per rispon-

dere alla domanda che appare nel box èopportuno richiamare ancora un’altra di-mensione della stessa questione.

Annotando gli eventi dell’infanzia di Ge-sù, San Luca afferma: “Sua madre serbavatutte queste cose nel suo cuore”(Lc 2,51). Sitratta del ricordo delle parole e ancor più de-gli eventi concernenti l’incarnazione del fi-glio di Dio. Maria conservava nel suo cuorela memoria del mistero dell’annunciazione,perché quello era stato l’istante del concepi-mento nel suo grembo del Verbo incarnato(Gv 1,14). Conservava la memoria dei mesiin cui il Verbo era nascosto nel suo seno. Poiera venuto il momento della nascita del Si-gnore con tutto ciò che aveva accompagnatotale evento. Maria ricordava come Gesù eranato a Betlemme: poiché non c’era postonell’albergo , era venuto al mondo in unastalla (Lc 2,7). La sua nascita era avvenuta inun’atmosfera ultraterrena: i pastori dai vicinicampi erano venuti per rendere omaggio albambino (Lc 2,15-17); successivamente aBetlemme erano venuti anche i Magidall’Oriente (Mt 2,1-12). Tutto questo resta-va fedelmente custodito nella memoria diMarta e lei, come giustamente si deduce, lotrasmise a Luca, che le era particolarmentevicino. Giovanni riassume tutti gli eventidell’infanzia con una frase : “E il Verbo sifece carne e venne ad abitare in mezzo anoi”(Gv 1,14), incorniciando quest’ultimaaffermazione con il magnifico prologo delsuo Vangelo. Ma e vero che solo in Giovan-ni troviamo la descrizione del primo miraco-lo compiuto da Gesù, dietro la richiesta dellamadre (Gv 2,1-11). Ed è ancora Giovanni,lui solo, ad averci consegnato le parole concui Gesù, nell’ore dell’agonia, affidò proprioa lui la Madre (Gv 19,26-27). Tutte questevicende,ovviamente Maria le conservavascolpite in modo indelebile nella memoria.“Sua madre serbava tutte queste cose nel suocuore”(Lc2,51).

Maria non è soltanto la testimone del mi-stero dell’incarnazione, a cui ha offerto la suaconsapevole collaborazione, ma ha seguitoanche passo dopo passo il progressivo mani-festarsi del Figlio che le cresceva accanto.

Gli eventi sono noti ai Vangeli. Gesù do-dicenne lascia intravedere a Maria la specia-le missione che egli ha ricevuto dal Padre(Lc 2,49). Più tardi, quando si allontanerà da

Nazaret, la Madre resterà sempre in qualchemisura collegata con Lui: è quanto apparedal miracolo di Cana di Galilea (Gv 2,1-11).Maria sarà in particolare, testimone del mi-stero della passione e della suo compimentosul Calvario (Gv 19,25-27).

Maria è presente alla sua ascensione alcielo, è con gli apostoli al Cenacolo in attesadella discesa dello Spirito Santo ed è testi-mone della nascita della chiesa il giorno del-la Pentecoste.

Questa memoria materna di Maria è parti-colarmente importante per l’identità umano -divina della Chiesa. Si può dire che alla me-moria ha attinto la memoria stessa del nuovopopolo di Dio, rivivendo nelle celebrazioneeucaristica eventi ed insegnamenti di Cristoappresi anche dalle labbra della Madre.

In grande misura la Chiesa custodisce ciòche era presente nei ricordi di Maria.

La memoria della chiesa cresce attraversola testimonianza degli apostoli e la sofferen-za dei martiri. È una testimonianza che simanifesta via via nella storia a partire dagliatti degli apostoli, ma che si identifica total-mente con la storia. È qualcosa di specificoche in termine tecnico definiamo come Tra-dizione.

Questa parola ha la funzione del ricordaretramandando. Che cos’è, infatti, la Tradizio-ne se non l’impegno assunto dalla Chiesa ditrasmettere il mistero di Cristo e l’insiemedel suo insegnamento che essa custodiscenella sua memoria.

È un impegno nel quale la Chiesa è soste-nuta costantemente dallo Spirito Santo:“Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderàtutto ciò che io vi ho detto”(Gv14, 26).

La chiesa quando celebra l’Eucarestiache è il memoriale del Signore, lo fa sorrettadallo Spirito Santo, il quale di giorno in gior-no risvegli e orienta la sua memoria.

A quest’opera tanto stupenda quanti mi-

steriosa dello Spirito della Chiesa deve digenerazione in generazione, la sua essenzia-le identità.

La testimonianza più importante è costi-tuita dalle parole dell’istituzione dell’Euca-restia: “Fate questo in memoria di me”(Lc22,19). L’unità della memoria, che accom-pagna la Chiesa attraverso le generazioninell’arco della storia, si esprime in modoparticolare nella memoria di Maria. Questoavviene anche Maria è una donna e la me-moria appartiene al mistero della donna piùche a quello dell’uomo.

Il Concilio Vaticano II, si è espresso cosìsulla figura di Maria: “È figura della Chiesanell’ordine della fede, della carità e dellaperfetta unione con Cristo. Infatti, nel miste-ro della Chiesa, la quale pure è giustamentechiamata madre e vergine, la Beata VergineMaria è andata innanzi, presentandosi in mo-do eminente e singolare, quale vergine equale madre”.

Già nel testo della Genesi si lascia intra-vedere in modo sintetico ma abbastanzachiaro la questione della sua particolare vo-cazione del cosmo. Inoltre, viene messa inrisalto nello stesso testo di Genesi lo statod’innocenza e di felicità, sia il bene chiaroscenario del peccato e le sue conseguenzecome lo definisce la teologia scolastica statodi natura decaduta, che necessita dell’imme-diata iniziativa divina in vista della redenzio-ne (Gn 3,14).

La Chiesa custodisce in sé la memoriadella storia dell’uomo sin dall’inizio: la me-moria della sua creazione, della sua vocazio-ne, della sua elevazione e caduta.

La Chiesa è madre che, somiglia a Mariache serba nel suo cuore la storia dei suoi figli,facendo propri tutti i problemi esistenziali.

La costituzione Gaudium et Spes ha dettogiustamente che il mistero dell’uomo si sve-la pienamente soltanto in Cristo: “In realtàsolamente nel mistero del Verbo incarnatotrova la sua vera luce il mistero dell’uomo.Adamo, infatti il primo uomo, era figura diquello futuro e cioè di Cristo Signore. Cristo,che è il Nuovo Adamo, proprio rivelando ilmistero del Padre e del suo amore svela an-che pienamente l’uomo all’uomo e gli fa no-ta la sua altissima vocazione”.

Il Giubileo del 2000 è servito alla Chiesaa ricordare all’uomo la propria identità a ca-vallo dei millenni .

Negli ultimi decenni in varie partidel mondo si sono avuti enormicambiamenti e si parla della neces-sità di un adattamento della Chiesaalla nuova realtà culturale. Si pre-senta, dunque anche l’impellente in-terrogativo sull’identità della Chie-sa. Santo Padre, come definirebbele componenti di tale identità?

MEMORIA E IDENTITÀ - 4

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20 OTTOBRE 2005

37° Sinodo della Chiesa di BergamoProgramma Pastorale 2003-2004

“La parrocchia ‘grembo’della fede” per lenuove genenerazioniQuello dell’iniziazione cristiana è unsettore della pastorale che sembra inbuona salute: la quasi totalità delle fa-miglie continua a chiedere i sacra-menti dell’iniziazione cristiana per ipropri figli (battesimo,confessione, eucarestia,confermazione), anche sesi assiste poi all’abbando-no della frequenza ai sa-cramenti al termine delcammino dell’iniziazione:le proposte catechistiche,liturgiche e comunitarie,per anni fatte ai ragazzi,sembrano svanire dalla lo-ro coscienza e dai lorocomportamenti.

Il cambiamento cultura-le a cui assistiamo ormaida tempo, toglie al cristia-nesimo il sostegnodell’ambiente sociale e fa-miliare: non esiste più unambiente circostante chetrasmetta la visione cristia-na della vita e gli elementifondamentali dell’espe-rienza cristiana. Oggi lenostre parrocchie si trova-no tutte, più o meno, difronte a una situazionecomplessa: da una parte, laproposta cristiana non tro-va sostegno nel contestosociale e, quindi, non sipuò pensare ad un proces-so automatico di crescitacristiana dei ragazzi.

Dall’altra, la tradizionecristiana ancora viva portai genitori a chiedere abba-stanza spontaneamente ilcammino cristiano per i lo-

ro figli. A differenza della chiesa deiprimi secoli, il catecumenato (la prati-ca cioè di accompagnare gli adulti chevolevano sperimentare la vita cristia-na) scompare. Ma mentre fino a qual-che tempo fa esso comunque avvenivaper influsso dell’ambiente familiare,sociale ed ecclesiale, oggi, la secola-rizzazione che rende il clima sociale eculturale estraneo al cristianesimo im-pone un atteggiamento pastorale nuo-

vo e complesso. Soggetto principaledell’iniziazione cristiana non è più ilsingolo ma la comunità intera. Fon-damentale è la sua capacità di renderepresente, viva e attraente la via cristia-na. Se non è comprensibile cosa vogliadire essere cristiano in una comunitàcristiana, come si fa a proporre un’ini-ziazione cristiana? A che cosa si ini-zia? Forse la crisi dell’iniziazione staproprio nella fragilità delle nostre co-

munità, nell’indetermina-tezza della loro immagine,nella poca chiarezza suicammini che propongono.Il fiore all’occhiello dellenostre parrocchie sono imolti laici catechisti cherappresentano una dellecomponenti più preparatee attive del popolo cristia-no: lo sforzo che viene ri-chiesto è di inserire tutto ilpercorso dell’iniziazionenella vita e nel camminoliturgico e pastorale dellacomunità. A questo propo-sito, gli oratori, luogo diaccoglienza e di accompa-gnamento paziente, e lapresenza di preti giovaniche si dedicano a tempopieno alla pastorale giova-nile, rappresentano unaduplice preziosa risorsa:quella di istituire un luogoeducativo significativo e diconcretizzare per i ragazzigli stili di una comunitàcristiana. Senza mai di-menticare che questo lavo-ro con i ragazzi rimandaalla forza con cui le nostrecomunità sanno proporreun serio cammino cristia-no agli adulti, che spessorischiano di offrire un’im-magine distorta e fragiledella fede.

b.

segue da pagina 16

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21OTTOBRE 2005

Catechisti, giorni e orari 2005-2006CLASSE CATECHISTI GIORNO AULA1° elementare STEFY M. SILVIA S. venerdì 15.30 41° elementare ANTONIETTA venerdì 15.30 salone1° elementare ANTONELLA venerdì 15.30 salone1° elementare LARA PAOLA R. venerdì 15.30 3

2° elementare KATIA PAOLA C. venerdì 15.30 atl. 62° elementare COSTANZA STEFY ZUC. venerdì 15.30 don2° elementare GAIA SARA B. venerdì 15.30 4b2° elementare JENNY VERONICA venerdì 15.30 5

3° elementare ANNA RIVA venerdì 14.30 53° elementare STEFANO R. CHIARA V. venerdì 14.30 atl.3° elementare ROSY CLARA venerdì 14.30 salone3° elementare SR. ANDREINA venerdì 15.30 1

4° elementare ANNA ROTA TITTY venerdì 14.30 14° elementare WANDA venerdì 14.30 24° elementare M.TERESA SR ALIX venerdì 14.30 34° elementare ALBERTINA sabato 14.30 1

5° elementare MARIANGELA GIULIANA venerdì 14.30 45° elementare AGNESE venerdì 14.30 4b5° elementare VANNA venerdì 14.30 don5° elementare MANUELA venerdì 15.30 2

1° media ANNA mercoledì 16.15 atl. 61° media SARA mercoledì 16.15 41° media DIEGO MICHAEL mercoledì 16.15 2

2° media ANGELA mercoledì 16.15 don2° media GIANNI mercoledì 16.15 12° media CAROLA mercoledì 16.15 32° media GIOVANNA mercoledì 16.15 4b

3° media FRANCA mercoledì 15.15 13° media GRAZIA mercoledì 15.15 23° media FULVIA mercoledì 15.15 3

1° superiore LORY MARIA lunedì 18.002° superiore CHIARA B LUCIANO lunedì 18.003° superiore DON PAOLO lunedì 18.004° superiore DIEGO MARIO lunedì 18.00

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22 OTTOBRE 2005

RESOCONTO LUGLIO 2005 RESOCONTO AGOSTO 2005Per la Chiesa € 20,00In M. N.N. € 50,00Offerta funerale Romano Finazzi € 200,00Offerta funerale Sara Gritti € 100,00Offerta funerale Andrea Pesenti € 500,00Offerta funerale Caterina Licini € 250,00Offerta funerale Caterina Fustinoni € 100,00Offerta funerale M.Antonietta Pesenti € 200,00Offerta matrimonio € 250,00Offerta battesimo € 20,00Offerta battesimo € 150,00Offerta battesimo € 100,00Da don Umberto € 170,00Per giornalini asilo € 500,00Per le missioni € 100,00Vendita Zogno Nortizie (giu-lug) € 320,00Per gita alle Cinque Terre (24 luglio) € 2.203,00Elemosine 27 - 3 € 699,20Elemosine 4 - 10 € 871,62Elemosine 11 - 17 € 950,46Elemosine 18 - 24 € 471,86Elemosine 25 - 31 € 707,50Festa della Madonna del Sacro Cuor di Gesù alla Rasga € 3.320,00Festa della Madonna al Carmine Vecchio € 622,19ENTRATE: € 12.875,83

Per la Chiesa € 250,00Per la Chiesa € 20,00Offerta matrimonio € 200,00Offerta matrimonio € 100,00Offerta battesimo € 50,00Offerta battesimo € 150,00Da don Umberto € 130,00M.A. e A. per San Lorenzo € 200,00Assicurazione Casa Marconi € 200,00Portatori statua San Lorenzo € 350,00Elemosine 1 - 7 € 701,94Elemosine 8 - 14 € 1.994,25Elemosine 15 - 21 € 1.003,41Elemosine 22 - 28 € 737,40Dal Museo € 75,10Festa alle Trefontane € 890,75Festa ai Cassarielli € 256,59M.V.B. per Opera Pia Caritas € 224,64M.I.T.I. per Opera Pia Caritas € 40,56ENTRATE: € 7.309,44

Ricordiamoli

MARCELLACERONI

12-9-2004

GIACOMORIGONI

9-4-2005

MARIA ANTONIETTAPESENTI “NENET”

15-7-2005

VALERIORINALDI

16-9-2005

LAURACARMINATI

14-8-2003

ENRICOPESENTI

15-9-1995

ROSANGELAROTA

26-9-1998

DOMENICAMILESI

6-10-2000

PAOLINAGASPARINI19-10-2002

GIUSEPPE STUCCHI11-1-2004

ELENA PURICELLI24-9-2004

Insigni benefattori dei ricoveriparrocchiali in Laxolo e in Zogno

SILVANOBUSI

30-8-1979

VINCENZARUBIS

6-10-1990

LIDIACARMINATI

3-10-1994

Hanno raggiunto la casa del padreMARIA SONZOGNI, di anni 76, il 3 agosto 205GUERINO CORTINOVIS, di anni 88, il 13 settembre 2005SUOR GIUSEPPINA TOMASONIal secolo ANGELA, di anni 77 il 15 settembre 2005

MARIA BARBARA CARMINATI, di anni 95, il 15 settembre 2005GIOVANNI GHISALBERTI, di anni 80, il 16 settembre 2005VALERIO RINALDI, di anni 68, il 16 settembre 2005

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23OTTOBRE 2005

LUCREZIA GERVASONI di Germano e Romina Carminatibattezzata il 26 luglio 2005

RICCARDO BONZI di Martino e Roberta Ceronibattezzato il 14 agosto 2005

GIULIA SCANZI di Danilo e Monica Carminatibattezzata l’11 settembre 2005

CLAUDIA BERGAMELLI di Roberto e Mariateresa Rinaldibattezzata l’11 settembre 2005

FRANCESCA SONZOGNIE GREGORIO CARRARA

sposi il 12 agosto 2005

PAZIENTE GRATAROLIE EMANUELA GRITTIsposi il 27 agosto 2005

ROBERTA PESENTIE GIUSEPPE CARRARAsposi il 3 settembre 2005

LUCIANO GATTIE BARBARA CAPELLI

sposi il 23 settembre 2005

Nati in Cristo

Sposi in Cristo

Ol Rosàre 2005

Quando i röse a i sfiorési te làssa ’ ndré che i spìperchè chèi a i te regórdache se s’nàs a mè a mürì!

Però i röse del Rosàrequàndo i nàs in del tò cöri rèsta sèmper bèle frèscheper la éta a ’ quàndo s’mör!

La Madóna la cultìacheste röse al mónt de làprope ’ n mès al so giàrdìper la fèsta che s’ farà!

La curùna del Rosàrel’è la córda per scalàla montagna de la étacoi to crùs che mè portà!

Quando s’gràna la curùnaa te sèntet che a pregàa se lìga ’ nsèma ’ l móntcome l’fös in de tò cà!

Po ’a ’ de mórt co la curùnai te lìga ’ n crùs i màcome l’fös ol pasapórtche l’te sèrf a ’ ndà de là!

La te spèta la Madónaper la fèsta che faràe con töt ol paradìsla te öl incurunà!

don Giulio GabanelliTela di Vincenzo Angelo Orelli al Museo di S. Lorenzo in Zogno


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