V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
1
1. Premessa
A seguito della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale presentata dalla
MIDA Srl di Crotone per l’impianto di trattamento/recupero di rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi allo stato liquido o fangoso e annesso impianto di recupero
di rifiuti speciali non pericolosi allo stato solido, ricevuta con protocollo della Regione
Calabria (Dipartimento Politiche dell’Ambiente Sportello I.P.P.C.) n. 6794, il Nucleo
Operativo IPPC della Regione Calabria ha avviato e successivamente sospeso il
procedimento per il rilascio dell’autorizzazione sopra menzionata. Il Nucleo Operativo
ha infatti ritenuto che la tipologia dell’impianto ricade tra quelli elencati nell’Allegato
IV al Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008, n. 4 (Ulteriori disposizioni correttive ed
integrative del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale - pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 24 del 29 gennaio 2008 - Suppl.
Ordinario n. 24), punto 7, lett. z.a. (Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti
pericolosi, mediante operazioni di cui all’allegato B, lettere D2, D8 e da D13 a D15,
ed all’allegato C, lettere da R2 a R9, della parte IV del decreto legislativo 3 aprile
2006, n.152). Pertanto, il Nucleo VIA ha richiesto alla scrivente l'attivazione della
procedura di screening. Sulla base del parere legale fornitoci dal Prof. Avv. Pasquale
Giampietro (Studio Legale Giampietro - Consulenze Ambientali, Roma), l’obbligo di
effettuare la verifica di assoggettabilità alla V.I.A. non risulta giuridicamente
necessaria in forza delle motivazioni richiamate nella lettera (datata 23/07/2008)
inviata alla Regione Calabria (Dipartimento Politiche dell’Ambiente – Sportello
I.P.P.C.) e recepita con protocollo n. 11562. Sebbene tali conclusioni trovino conferma
nella risposta del Consiglio di Stato, nella Adunanza della Sezione Seconda 18 giugno
2008 – N. Sezione 200801001 che si è pronunciato su un quesito relativo ad un
vicenda analoga alla presente (v. “Oggetto: Ministero dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare – Quesito relativo all’autorizzazione integrata ambientale”, in
Allegato A); tuttavia, la scrivente, in ottemperanza a quanto richiestole dal Nucleo
IPPC, ha, comunque, elaborato il presente Studio Preliminare di Impatto Ambientale,
valutando anche l’implementazione di alcuni codici C.E.R. nella vigente
autorizzazione. La stesura del presente elaborato si basa sulle informazioni pubbliche
presenti, sulla disponibilità di alcuni studi effettuati da strutture private, in relazione
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
2
alle esigenze della realizzazione di particolari progetti, su studi ed analisi in sito
appositamente condotti. In questo studio non verranno esaminate né diverse ipotesi
localizzative, né altri schemi impiantistici, data la natura della richiesta che, in questo
caso, è rappresentata da un ampliamento autorizzativo (aggiunta di codici C.E.R. nella
lista attualmente autorizzata) e non ampliamento fisico dell’impianto che, pertanto,
non determina, di fatto, modifiche qualificabili come sostanziali, ai sensi di legge.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
3
2. Contesto Territoriale
2.1 Inquadramento territoriale, geologico e climatico della Provincia di Crotone
Crotone è una delle cinque province della Calabria, sorge ad 8 metri sul livello del
mare sulla costa Ionica, e costituisce il polo gravitazionale di ventisette comuni che dal
XV secolo hanno preso la denominazione di Marchesato di Crotone. La città di
Crotone è capoluogo di provincia dal 1994, il suo territorio si estende per 1.716 km², e
conta circa 176.068 abitanti. Il Comune, invece, ha una superficie di 179,83 km², conta
circa 60.000 abitanti e confina a nord con il comune di Strongoli, a sud con il comune
di Isola Capo Rizzuto, a ovest con i comuni di Rocca di Neto, Scandale e Cutro, e ad
est con il mar Ionio. La città si erge tra terrazzi marini, pianure alluvionali, bastionate
d’arenaria e rilievi tabulari, davanti a un mare increspato di argille. Il crotonese
costituisce un bacino sedimentario dove sono presenti terreni ascrivibili sia al Pliocene
che al Pleistocene superiore. Il bacino è stato interessato da sedimentazione marina dal
Tortoniano al Pleistocene superiore, all’Olocene. Nella zona in esame non si notano
particolari segni riconducibili a dislocazioni tettoniche, almeno sulla scala
dell’affioramento; tuttavia, viste le caratteristiche di plasticità e di erodibilità del
litotipo argilloso non si escludono che le tracce delle possibili faglie possano essere
state obliterate proprio per le caratteristiche sopra citate di questi materiali. II modello
geologico presenta le tipiche peculiarità del sistema idrogeologico di pianura costiera
in cui le acque dolci continentali defluendo verso l’interfaccia acqua dolce-acqua
salata sono in continuo rimescolamento con il mare posto poco distante. La
circolazione sotterranea si organizza in generale secondo delle direttrici poste circa
ovest-est. La circolazione verticale si organizza secondo linee di drenaggio verso gli
strati superficiali più permeabili. In alcuni casi, l’acquifero si trova in pressione per la
presenza di acquiclude limo–argilloso, specialmente in coincidenza dei periodi
piovosi; in questo caso, si può instaurare filtrazione attraverso un mutuo scambio di
volumi idrici dagli strati profondi verso gli strati superficiali e viceversa. Il gradiente
idraulico può assumere valori tra 5÷10 m x 1000 m, così come si riscontra in litotipi
prevalentemente sabbiosi. Il suo valore di trasmissività (T), invece, può essere posto
indicativamente pari a 8x10-3 m2/sec. Per le condizioni climatiche c’è da dire che il
territorio in esame risulta largamente condizionato dalla presenza sia del Mar Tirreno
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
4
che del Mar Ionio, dalla bassa latitudine, dalle masse orografiche e dalla loro
disposizione. Ad un clima mediterraneo di tipo subtropicale lungo e fasce costiere e
nelle aree pianeggianti, si contrappone un clima continentale attenuato nelle parti più
elevate. Le temperature del versante ionico risultano in genere maggiori di quelle del
versante tirrenico e ciò sia per l’esposizione che per gli influssi derivanti dalla relativa
vicinanza con la costa africana. Il clima si presenta temperato, l’inverno è
generalmente mite, anche se sono possibili temporanee ma repentine diminuzioni di
temperatura con occasionali nevicate (1991, 1998, 2001, 2006, 2008), in caso di
afflusso di aria gelida polare. L’estate è calda ma discretamente ventilata dalla brezza
di mare; solo in presenza di onde di calore con venti di scirocco o libeccio, le
temperature massime possono attestarsi attorno ai 40° C ma con bassi tassi di umidità
relativa. Le precipitazioni si concentrano principalmente in autunno, con massimo
secondario invernale; tra la primavera e l’estate può accentuarsi notevolmente la
siccità. In ogni caso le precipitazioni sulla costa ionica calabrese sono inferiori rispetto
alle località poste alla stessa quota sul versante tirrenico, con medie annue di 945 mm
con un massimo assoluto a dicembre e novembre ed un minimo assoluto a luglio,
caratteristico di un regime pluviometrico di tipo marittimo. In particolare il sito in
esame, ricade in un settore della regione caratterizzato da una media annuale delle
precipitazioni tra le più basse rispetto il resto della regione (700 mm).
2.2 Contesto sociale ed economico della Provincia di Crotone
2.2.1 Economia e popolazione
L’analisi dei principali indicatori congiunturali, pur non offrendo notizie di tangibile
miglioramento del nostro sistema economico, confermando la presenza di criticità già
individuate in precedenza, fà comunque cogliere elementi di positività che possono
essere utilizzati come leve di sviluppo per far uscire la nostra economia dalla
situazione di stallo in cui si trova favorendo un innalzamento della produttività e della
competitività. Tuttavia sarebbe necessario lavorare complessivamente per lo sviluppo
delle vocazioni territoriali in modo da generare economie di scala e di scopo e
consentire alle imprese di ridurre i costi. Il PIL pro-capite della provincia, benché
significativamente distante da quello nazionale e regionale, continua a migliorare a
ritmi maggiori (+7,76%) rispetto al valore medio nazionale (7,08%) e regionale
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
5
(6,98%), raggiungendo quota 15.236 euro e risalendo due posti nella classifica
nazionale. Crescita percentuale superiore alla media nazionale (2,5% a fronte
dell’1,9%) anche per il reddito disponibile pro-capite benché, con un valore di 9.669
euro, rappresenti solo l’84,6% della media calabrese e appena il 58,9% della media
nazionale. Tuttavia, è innegabile il ritardo di sviluppo del nostro territorio e della
nostra regione rispetto al resto dell’Italia ed in particolare rispetto al Nord della
penisola. La dinamica occupazionale conferma la stagnazione dell’economia locale
con un numero di occupati stimati per il 2007 diminuito del 4,3% rispetto al 2006 ed
un tasso di occupazione che ci vede ultimi nella graduatoria nazionale con appena il
39,2% di occupati a fronte di una media nazionale del 58,4%. Dato ancora più
allarmante se focalizzato alla componente femminile: appena il 23,8% rispetto al
46,6% nazionale. Di contro, diminuisce il tasso di disoccupazione che si assesta al
10,8%, valore più basso rispetto alla media regionale dell’11,2%, ma ancora molto
distante dal valore medio nazionale (6,1%). Alla diminuzione del tasso di
disoccupazione, in presenza di un calo del tasso di occupazione, fa riscontro un
aumento del tasso di inattività che ci vede in cima alla graduatoria nazionale, segnale
inequivocabile dell’esistenza di un fenomeno di scoraggiamento che porta un maggior
numero di persone a non affacciarsi sul mercato del lavoro o a “cercare altrove”,
favorendo fenomeni migratori che allontanano i giovani, impossibilitati a trovare
sbocchi professionali soddisfacenti nella propria terra d’origine. Ciononostante, la
diminuzione del tasso di occupazione, correlato alla crescita del Pil procapite, fà
pensare ad un aumento di produttività o ad un investimento in settori ad alta redditività
e meno esposti alla concorrenza internazionale. Cresce, anche se lentamente, la base
imprenditoriale, appena lo 0,30%, frutto di un tasso di crescita tra i più bassi registrati
(7,5%) negli ultimi dieci anni, a fronte di un tasso di mortalità che, anche al netto delle
cancellazioni d’ufficio, resta abbastanza elevato. Tale contrazione nelle nuove
iscrizioni ha senz’altro risentito della mancanza dell’attivazione di bandi legati a fonti
di finanziamento pubblici (L. 488/92 e 215/92) e del rallentamento dei finanziamenti a
sportello gestiti da Sviluppo Italia che, negli anni passati, hanno facilitato l’avvio di
nuove attività imprenditoriali. Tuttavia, ciò conferma quanto da sempre sostenuto in
merito al ruolo che gli incentivi statali devono avere sia nella fase di start-up, che vede
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
6
le imprese per lo più sottocapitalizzate, ma soprattutto in “corso d’opera” per
consentire a quelle già operanti sul mercato di raggiungere una dimensione ottimale ed
efficiente per conseguire margini di competitività maggiori attraverso un’espansione
delle dimensioni aziendali. Non brilla di certo la posizione della nostra provincia e
della nostra regione per spesa in Ricerca e Sviluppo aggravata dall’incapacità delle
aziende di tradurre la ricerca in prodotti e processi valorizzabili economicamente,
come attestano i dati dell’European Patent Office. Migliora, invece, l’attrattività del
nostro territorio per i turisti stranieri che, nel 2007, sono aumentati di 7.000 unità con
una spesa più che doppia rispetto al 2006, segno inequivocabile del ruolo, vocazione
ed opportunità di quella che a più voci, viene definita come “l’industria che non c’è”.
Anche il commercio internazionale registra un netto miglioramento con una ripresa
dell’export (+14,3%) superiore alla media nazionale e una diminuzione delle
importazioni (-10,8%) che ha portato ad una riduzione del deficit della bilancia
commerciale con l’estero che si assesta ad un valore assoluto pari a circa 19,5 milioni
di euro (-42,6%). I settori trainanti sono ancora una volta il Metalmeccanico e la
Chimica, gomma e plastica che, da soli, rappresentano il 66% del valore dell’export
complessivo, mentre tra i principali Paesi di destinazione dei nostri prodotti troviamo,
oltre ai tradizionali USA, Germania e Belgio, anche l’Algeria, la Grecia ed il Canada.
Ancora una volta l’analisi dei maggiori indicatori socio-economici evidenzia
contraddizioni riconducibili in gran parte a deficit non ancora colmati quali
l’insufficiente dotazione infrastrutturale, quella materiale della viabilità dei trasporti e
della logistica e, soprattutto, quella immateriale della ricerca, dell’innovazione e della
qualificazione delle risorse umane, variabili su cui è indispensabile agire per colmare
lo svantaggio competitivo della nostra provincia. Per quanto riguarda l’emigrazione, si
può affermare che il saldo migratorio interno della Calabria è tra i peggiori, secondo
solo a quello campano, la stima per il 2007 conferma il trend negativo (-3,9%)
registrato nella rilevazione precedente. La regione nella quale viviamo si conferma un
territorio attrattivo per quelle popolazioni che si allontanano da Paesi che vivono
situazioni di instabilità sociale e/o politica ma, nel contempo, rimane un territorio
repulsivo per la popolazione locale che continua, inesorabilmente, ad emigrare verso le
regioni settentrionali, specie verso quelle del nord-est che registrano un saldo
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
7
migratorio interno pari al 2,1 %. In netto aumento rispetto all’anno precedente (0,3%)
il saldo migratorio con l’estero della regione Calabria che si attesta al 7%, in assoluto
il più alto tra i valori registrati tra le regioni meridionali; questo dato influenza il saldo
migratorio totale, che registra uno sviluppo del 3,1%, in contrapposizione al dato
rilevato l’anno precedente (-3,6%). L’andamento dei tassi generici di migratorietà per
provincia conferma quanto anticipato relativamente all’elevata incidenza del fenomeno
emigratorio nei territori meridionali. La provincia di Crotone, al pari degli altri territori
meridionali, è interessata da un forte fenomeno emigratorio. I tassi generici di
migratorietà confermano fenomeni e tendenze emerse nelle precedenti rilevazioni. Il
saldo migratorio interno della provincia di Crotone (-6,6%) è in assoluto il dato più
negativo tra quelli registrati tra le province calabresi, seguito dal dato registrato dalla
provincia di Vibo Valentia (-6,3%), e quasi il doppio del dato complessivo regionale.
Tale valore rispecchia il fenomeno che vede la popolazione locale proseguire “i viaggi
della speranza” verso le regioni settentrionali. In netto aumento il saldo migratorio con
l’estero: la stima per il 2007 si attesta al 7,6%, di ben 5,5 punti percentuali superiore
rispetto alla rilevazione dell’anno 2006, secondo solo al dato stimato per l’anno 2007
per la provincia di Reggio Calabria (+8,6%). Questo dato risente della presenza in
provincia del centro di prima accoglienza di S. Anna in Isola di Capo Rizzuto che
rappresenta una delle vie più consuete per l’ingresso nel territorio nazionale ed
europeo per tutte quelle popolazioni che cercano situazioni di riscatto economico,
sociale e politico, rimanendo comunque territorio di transito e di passaggio sia verso
altre Regioni d’Italia che verso altri Stati membri dell’Unione Europea.
2.3 Sistema Naturalistico-Ambientale
Uno dei segmenti di studio rilevanti del quadro conoscitivo del PTCP (Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Crotone è il sistema naturalistico-
ambientale poiché, assumendo il piano provinciale valenza paesaggistica, risulta
determinante la lettura delle risorse fisico-naturalistiche, ma anche storico-culturali,
del territorio in un’ottica orientata alla sostenibilità ambientale.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
8
2.3.1 Rete naturale
Aree Protette
Un campo di analisi del quadro conoscitivo di interesse per lo studio oggetto di questa
relazione è quello rivolto alle aree naturali protette e cioè quelle aree di particolare
interesse naturalistico che rispondono a determinati criteri stabiliti per legge. Va subito
precisato che quasi il 60% del territorio provinciale è costituito da aree naturali inserite
nell’Elenco ufficiale delle aree protette del Ministero dell’Ambiente, con grande
rilevanza dell’area ZPS dell’Alto Marchesato che investe quasi tutti i comuni della
provincia. Le enormi valenze ambientali sono, quindi, una peculiarità dell’intero
territorio. Le aree naturali protette nella provincia di Crotone sono:
• il Parco Nazionale della Sila;
• la Riserva Marina di Capo Rizzuto;
• le tre ZPS (area dell’alto marchesato, foce del fiume Neto, foce del fiume
Tacina) e i 21 siti SIC.
Si anticipa in questo paragrafo che, data la destinazione d’uso prevista dagli strumenti
pianificatori vigenti, il sito ospitante l’impianto MIDA Srl non ricade in nessuna delle
aree protette istituite, trovandosi ad alcuni chilometri di distanza da queste.
2.3.2 Rete antropica
Per la trattazione della rete antropica si rimanda alla consultazione del documento di
riferimento (PTCP Provincia di Crotone – documento preliminare). In Allegato B
vengono comunque riportate le tavole tematiche relative a questo paragrafo.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
9
3. Contesto normativo e programmatico
3.1 Legislazione e Piani vigenti
Il contesto normativo e programmatico che riguarda il progetto in esame, è quello che
regolamenta le procedure per la valutazione ambientale, per la gestione dei rifiuti e per
la gestione degli impianti. Le normative di riferimento iniziale sono il Testo Unico in
materia ambientale (Decreto Legislativo n. 152/06) e successive modifiche ed
integrazioni, il nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria 2007, il
Piano di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Crotone, il PTCP della Provincia di
Crotone ed il Piano Regolatore del Comune di Crotone.
3.2 Aspetti di interesse del Decreto Legislativo 152/06
Il Decreto Legislativo n. 152/06 e s.m.i. rappresenta il riferimento normativo
principale in tema ambientale, e, nel caso in esame, viene utilizzato come guida per lo
studio preliminare di impatto ambientale, per l’inquadramento impiantistico e per la
relativa gestione dei rifiuti trattati. L’impianto oggetto di valutazione, di proprietà
della MIDA Srl, è stato autorizzato dal Commissario del Governo delegato per
l’emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria con Ordinanza n. 005016
del 30 ottobre 2006 recante oggetto:
Ufficio Autorizzazioni: art.208, art.209 del decreto legislativo n.152 del 3/4/2006 –
Rinnovo dell’autorizzazione O.C.D. n.1493 del 02/07/2001, all’esercizio delle
operazioni di stoccaggio, deposito preliminare, messa in riserva, trattamento e
recupero individuate con i codici [D8], [D9] e [D15] dell’allegato B della parte IV
del decreto legislativo n.152 del 03/04/2006, e con i codici [R4], [R5] e [R13]
dell’allegato C alla parte IV del decreto legislativo n.152 del 03/04/2006, di rifiuti
speciali non pericolosi e pericolosi allo stato liquido o fangoso.
Le quantità autorizzate dall’ordinanza sono (così come riportate nel documento al
punto 2 lettera b) comma 4 delle disposizioni – vedi Allegato C):
• Il quantitativo di rifiuti da smaltire non superi il complessivo massimo annuo di
48.000 metri cubi.
Bisogna specificare che all’interno del capannone, sede dell’impianto di cui sopra, è
ospitato un impianto di piccole dimensioni dedicato al recupero di argento dalle
pellicole e dalle carte per fotografia (lastre cinefotoradiografiche). Tale impianto è
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
stato autorizzato in procedura semplificata (ex art. 31-33 D. Lgs 22/97) dalla Provincia
di Crotone – Settore Ambiente – tramite iscrizione (iscrizione numero 0031KR del 24
febbraio 2004 prot. 5929) al Registro Provinciale delle Imprese, per le attività di tipo
[R13] (secondo l’allegato C del D.Lgs. 22/97 e s.m.i.) per il codice C.E.R. 09 01 07
(rifiuti costituiti da pellicole e carta per fotografia contenenti argento e suoi composti).
Il quantitativo autorizzato per il trattamento è inferiore a 3.000 tonnellate/anno. La
gestione di tale impianto è completamente indipendente dal precedente in termini
tecnici-gestionali oltre che amministrativi.
Lay-out generale dell’impianto
10
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
11
3.3 Aspetti di interesse del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria 2007
Il quadro normativo nazionale (parte IV del D.Lgs. 152/06) prevede che la gestione dei
rifiuti speciali sia disciplinata dall’Ente pubblico; alla Regione quindi, spetta l’attività
di pianificazione della gestione anche se l’onere dello smaltimento dei rifiuti speciali
pericolosi e non pericolosi ricade interamente sul produttore del rifiuto stesso. In
questo ambito il Piano Regionale non deve prevedere “la tipologia e il complesso degli
impianti”, ma “il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti”, vale a dire
che la pianificazione per i rifiuti speciali non deve individuare, come per i rifiuti
urbani, i singoli impianti necessari al trattamento degli stessi, ma definire i criteri per
soddisfare i fabbisogni. La gestione dei rifiuti speciali regionale è affidata direttamente
ai privati. La gestione dei rifiuti speciali in Regione deve rispondere ai seguenti
principi:
• promuovere sistemi tendenti a ridurre la produzione e la pericolosità di rifiuti;
• promuovere sistemi tendenti ad intercettare, a monte del conferimento, i
materiali recuperabili dai rifiuti;
• assicurare prioritariamente il trattamento e lo smaltimento di rifiuti prodotti in
ambito regionale fatta salva l’opportunità di prevedere, per particolari tipologie
di rifiuti, soluzioni di recupero e smaltimento a livello sovraregionale
(conseguimento di scala dimensionale);
• provvedere allo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione
con soluzioni tecnico-organizzative mirate alle diverse caratteristiche del
tessuto produttivo e dei rifiuti;
• promuovere un sistema di centri di raccolta e stoccaggio provvisorio di rifiuti
(per piccole e medie imprese) così da consentire l’ottimizzazione della gestione
dei piccoli quantitativi di rifiuti;
• conferire in discarica i rifiuti derivanti da processi di inertizzazione o recupero
così come previsto dal D.M. 03.08.2005, D.M. 05.02.98 e D.M. 161/2002;
• limitare lo smaltimento in discarica dei rifiuti assimilabili agli urbani, in ragione
delle elevate potenzialità di recupero;
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
12
• promuovere e favorire, per quanto tecnicamente possibile, una integrazione tra
la gestione dei rifiuti urbani e quella dei rifiuti speciali in modo da consentire il
conseguimento di efficaci e vantaggiose economie di scala;
• garantire il corretto smaltimento di rifiuti derivanti da aree regionali
contaminate così come individuate nel Piano Regionale delle bonifica delle aree
inquinate.
3.4 Aspetti di interesse del Piano di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Crotone
Il Piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Crotone (approvato con deliberazione
del Consiglio Provinciale n. 32 del 20 settembre 2003) prevedeva due fasi di
attuazione:
• fase transitoria (dal 2003 al 2004 compreso);
• fase a regime (dal 2005 al 2012).
La fase transitoria era determinata dal completamento (ampliamento ed adeguamento)
degli impianti di discarica già operanti ed esistenti sul territorio mediante gli opportuni
interventi di adeguamento al fine di ovviare a possibili abbancamenti, salvo diversa
determinazione regionale in sede di approvazione dei progetti e di autorizzazione
all’esercizio. La fase a regime coincidente con le necessità di abbancamento dopo
l’anno 2004 prevedeva di poter attivare nuovi impianti di discariche (almeno due) di
appoggio all’unico impianto di discarica previsto per l’ATO di Crotone nella fase a
regime dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Il Piano Provinciale accentra
l’attenzione in modo particolare alla gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) ed ai
rifiuti da raccolta differenziata (RD), mentre per quanto riguarda i rifiuti speciali
riporta i dati contenuti nel Piano Regionale, ed un censimento degli impianti presenti
sul territorio provinciale. L’immagine seguente è tratta dal Piano:
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Una nota interessante risiede nel capitolo 5 dove si parla delle azioni di Piano da
attuare insieme alla partecipazione di diversi soggetti. Le azioni menzionate sono sette:
1. Accordi di programma per la minimizzazione della produzione dei rifiuti;
2. Accordi di programma per il recupero degli imballaggi;
3. Valorizzazione del compost;
4. Ricerca sbocchi CDR;
5. Impiego della frazione organica stabilizzata (FOS);
6. Compostaggio dei sottoprodotti della produzione olearia;
7. Certificazione ambientale degli impianti;
13
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
14
8. Azioni di concertazione con Associazioni di categoria delle imprese,
Associazioni Ambientaliste e dei consumatori, sindacati, CCIAA;
9. Elaborazione e/o aggiornamento della cartografia delle Aree idonee e non
idonee.
L’azione che può riguardare il progetto in esame è l’azione 7, di seguito riportata:
• Le attività di gestione dei rifiuti, in particolare gli impianti di trattamento e
smaltimento, comportano un impatto ambientale spesso percepito
negativamente dall’opinione pubblica, con la conseguente difficile accettazione
da parte delle comunità di nuovi impianti. Un passo verso la trasparenza delle
attività inerenti ai rifiuti nei confronti dei cittadini può sicuramente essere
rappresentato dall’adozione volontaria, da parte delle aziende del settore, a
sistema di gestione ambientale, quali il Regolamento europeo EMAS o la
norma ISO 14000. È stato confermato infatti dall’esperienza internazionale che
l’adozione di un sistema di gestione ambientale consente:
o risparmi energetici;
o ottimizzazione dei flussi di materiali;
o aumento della competitività e delle prestazioni economiche dell’impresa;
o trasparenza nei rapporti con gli organi di controllo e con l’opinione
pubblica in generale.
Sulla scorta di tali considerazioni la Provincia di Crotone si farà promotrice di
iniziative pilota per la certificazione ambientale degli impianti connessi alla gestione
ambientale.
Il capitolo 6, invece, riguarda la “individuazione delle zone idonee per la
localizzazione degli impianti”, che costituisce un altro aspetto interessante per il
progetto in esame. La premessa al capitolo inizia dicendo che: l’individuazione dei siti
in cui realizzare impianti per la gestione dei rifiuti, costituisce da sempre, per varie
ragioni, un’occasione di inasprimento delle tensioni sociali, a causa dell’opposizione
della popolazione o di chi la rappresenta. Occorre peraltro precisare che, soprattutto in
territori con forte urbanizzazione e con notevoli valenze naturalistiche e
paesaggistiche, qual è quello della Provincia di Crotone, ben difficile sarà l’i-
dentificazione del sito ideale, vale a dire con impatto ambientale nullo o addirittura
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
15
positivo; la scelta finale sarà quindi, necessariamente, frutto di analisi e valutazioni
specifiche tra le varie componenti ambientali interessate alla decisione. È quindi
indispensabile che tutto il processo di identificazione dei siti venga condotto con
trasparenza, individuando un procedimento di selezione e comparazione che garantisca
l’oggettività della scelta e la sua compatibilità con i progetti esistenti di sviluppo, di
uso del territorio e di tutela ambientale e paesaggistica. Il risultato finale dovrà poi
essere accuratamente verificato, sotto ogni punto di vista. È attribuita alla Provincia la
competenza relativa all’individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale
di coordinamento, sentiti i comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti
di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani, con indicazioni plurime per ogni tipo di
impianto, nonché delle zone non idonee alla localizzazione degli impianti di
smaltimento e recupero dei rifiuti. Di seguito vengono riportati alcune parti del
paragrafo 6.3 (Criteri generali definiti dal PPGR). È ritenuto criterio preferenziale di
localizzazione per gli impianti di gestione e trattamento dei rifiuti, ad esclusione delle
discariche, l’inserimento in zone a destinazione produttiva (industriale o artigianale) o
finalizzate ad impianti tecnologici. Al di là delle procedure di valutazione dell’impatto
ambientale, che devono essere seguite nei casi previsti per legge, lo strumento
operativo da adottarsi per la localizzazione di detti impianti è rappresentato dallo
studio di compatibilità ambientale da redigere contestualmente al progetto
dell'impianto stesso, secondo quanto già previsto dalle norme attuative artt. 27 e 28 del
D.L. 22/1997 approvate con Ordinanza dell’Ufficio del Commissario n. 63 del 30
aprile 1999 pubblicata nel BUR n. 60 del 16 giugno 1999 e riportata in appendice al
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. In linea generale, si può affermare che le
nuove localizzazioni devono interessare le zone che gli strumenti urbanistici in vigore
hanno destinato agli impianti produttivi o agli impianti tecnologici dedicati con
priorità alle zone nelle quali tali impianti sono già stati realizzati. Pare opportuno fare
osservare come la compresenza, nelle zone produttive, di funzioni commerciali
congiuntamente all’artigianato o all’industria, non deve essere vista come fattore di
incompatibilità ma, al contrario, soprattutto per gli impianti di conferimento selettivo,
come un vantaggio in termini di minori oneri per il conferimento e come una ulteriore
garanzia per la qualità dell’impianto. Ai fini delle proposte di localizzazione degli
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
16
impianti di gestione dei rifiuti gli atti provinciali di pianificazione devono contenere
uno specifico elaborato nel quale siano evidenziati:
• la verifica della applicazione a livello provinciale, dei criteri di localizzazione
individuati nel Piano Regionale di Gestione;
• l’indicazione delle risorse essenziali del territorio provinciale delle quali si
prevede l'utilizzazione o comunque che siano interessate dalle azioni di
trasformazione previste dal piano provinciale;
• uno studio ambientale, per ciascuna delle localizzazioni proposte nel piano
provinciale, avente carattere di elaborazione interdisciplinare e contenente
almeno le seguenti indicazioni:
la descrizione delle condizioni iniziali dell’ambiente
fisico/biologico/antropico interessato e delle componenti ambientali
soggette a impatto ambientale;
la descrizioni dell’intervento di piano previsto in quella localizzazione;
i dati necessari per individuare e valutare i principali effetti sull'ambiente
sia nella fase di realizzazione, sia nella fase di esercizio;
l'esposizione dei motivi della scelta compiuta e la descrizione delle
possibili alternative di localizzazione e di intervento prese in
considerazione;
la descrizione delle misure che possono essere previste per ridurre,
compensare o eliminare gli effetti di pressione sull' ambiente;
• una valutazione degli effetti ambientali per ciascuna delle localizzazioni
proposte dal piano provinciale e la comparazione fra le diverse soluzioni
previste, con l'indicazione della metodologia e dei parametri utilizzati;
• un’analisi per ciascuna localizzazione, degli effetti sui centri abitati causati dalla
mobilità indotta dal conferimento dei rifiuti agli impianti di smaltimento,
indicando anche soluzioni idonee ad evitare o mitigare i suddetti effetti.
Nel paragrafo successivo vengono definiti i criteri per l’individuazione delle aree non
idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti:
(omissis)… fermo restando la necessità di procedere alla valutazione dell’impatto
ambientale degli impianti di smaltimento, ai sensi delle vigenti normative in materia,
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
17
vengono di seguito illustrati i criteri per la localizzazione dei predetti impianti. Il Piano
di Gestione, nel presente capitolo, si pone l’obiettivo di definire criteri di
macrolocalizzazione delle previsioni impiantistiche relative alla categoria dei rifiuti
nonché quelli di microlocalizzazione di dettaglio affidando ad una successiva fase di
puntuale progettazione. I fattori escludenti sono determinati in base alla normativa
vigente.
Fattori Escludenti
I siti idonei alla realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti non
devono ricadere in:
• Aree collocate nelle fasce di rispetto da punti di approvvigionamento idrico a
scopo potabile (200 m o altra dimensione definita in sede di approvazione del
piano provinciale base a valutazioni delle caratteristiche idrogeologiche del
sito), ai sensi del DPR 236/1988;
• Aree destinate al contenimento delle piene individuate dai Piani di bacino di cui
alla Legge 183/1989;
• Parchi e riserve naturali, nazionali e regionali istituite in attuazione della Legge
394/1991;
• Aree ricadenti nelle fasce di rispetto relative ai beni di interesse storico-
artistico;
• Aree con presenza di immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale
o di singolarità geologica, individuati ai sensi del DL 490/1999;
• Aree con presenza di immobili e/o con presenza di cose di interesse
paleontologico, che rivestono notevole interesse artistico, storico, archeologico,
ai sensi dell'art. I lett. a) della L. 1089/1939;
• Aree entro la fascia di rispetto da strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri,
ferrovie, beni militari, aeroporti;
• Aree individuate in relazione al DL 180/1998, a pericolosità molto elevata
(Pi4); quelle a pericolosità elevata (Pi3), le aree a rischio molto elevato (Ri4) e
quelle a rischio elevato (Ri3);
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
18
Fattori di attenzione progettuale
Costituiscono fattori di attenzione progettuale per la scelta localizzativa:
• zone di particolare interesse ambientale di cui alla L.431/1985, sottoposte a
tutela ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497;
• aree a quota superiore a 600 m s.l.m.;
• aree che ricadono negli ambiti fluviali;
• aree costiere e comunque in zona di dune mobili, consolidate e sedimenti di
duna;
• aree individuate come invarianti strutturali a valenza ambientale definiti dagli
atti di pianificazione;
• aree di emergenza ambientale (aree di rilevante pregio ambientale e aree di
reperimento);
• aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi delle vigenti normative;
• siti con habitat naturali e aree significative per la presenza di specie animali o
vegetali proposti per l'inserimento nella rete europea Natura 2000, secondo le
direttive Comunitarie 92/43 e 79/409;
• aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
• zone umide incluse nell'elenco di cui al D.P.R. n.448/76;
• zone di interesse archeologico;
• zone di interferenza con i livelli di qualità delle risorse idriche superficiali e
sotterranee;
• aree di particolari bellezze panoramiche individuate ai sensi del punto 4)
dell'art.1 della L. 1497/1939;
• aree individuate come inondabili ai sensi del DL 180/1 998;
• aree soggette a rischio idraulico e terreni geologicamente inidonei, instabili e
soggetti a dissesti.
Fattori favorevoli
Costituiscono fattori favorevoli per la valutazione:
• viabilità d'accesso esistente o facilmente realizzabile, con disponibilità di
collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati;
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
19
• caratteristiche di baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di
smaltimento dei rifiuti;
• aree con presenza di zone degradate da bonificare, discariche esistenti o non più
attive, cave dismesse al fine di apportare comunque una riqualificazione
generale dell’area;
• idonea distanza da edifici residenziali;
• affioramenti litologici che presentino limitata permeabilità per porosità o
fratturazione;
• dotazione di infrastrutture.
Per le specifiche sui metodi di microlocalizzazione e macrolocalizzazione si rimanda
alla consultazione del Piano. Per finire la sintesi di interesse del Piano Provinciale, si
segnala che i paragrafi numerati dal 6.5 al 6.12 indicano i criteri per la localizzazione
degli impianti, in particolare:
• 6.5 Localizzazione di impianti di termodistruzione;
• 6.6 Localizzazione di Impianti a tecnologia complessa (selezione e produzione
compost /Cdr/Rdf, compostaggio, digestione anaerobica, ecc.);
• 6.7 Impianti di supporto alle raccolte differenziate;
• 6.8 Localizzazione degli impianti discarica per rifiuti urbani;
• 6.9 Impianti di autodemolizione e recupero di materiale metallico;
• 6.10 Localizzazione, criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica
per rifiuti inerti;
• 6.11 Localizzazione, criteri costruttivi e gestionali degli impianti di discarica
per rifiuti pericolosi e non pericolosi;
• 6.12 Localizzazione, criteri costruttivi e gestionali degli impianti di deposito
sotterraneo;
Gli impianti di trattamento di rifiuti liquidi rientrano, presumibilmente, tra quelli
elencati nel paragrafo 6.6 “Localizzazione di Impianti a tecnologia complessa
(selezione e produzione compost/Cdr/Rdf, compostaggio, digestione anaerobica,
ecc.)”. Nel suddetto paragrafo, viene esplicitato che:
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
20
• Per la fase di localizzazione, come criterio generale di scelta, si
indicano le aree industriali;
• Le caratteristiche degli impianti a tecnologia complessa sono
infatti analoghe a quelle di un insediamento produttivo di medie dimensioni;
• Nelle localizzazioni industriali devono essere rispettati i criteri
generali fissati dalla legislazione vigente, e i criteri specifici stabiliti in sede di
definizione degli obiettivi di Piano Regolatore Generale Comunale e legati alle
caratteristiche dei luoghi.
• Le localizzazioni industriali devono in ogni caso rispettare i
vincoli riguardanti, la tutela delle fonti di approvvigionamento idrico, le
distanze dai corsi d’acqua, le aree protette, i rischi di frana ed erosione;
• Nelle fasi successive di indagine, di confronto delle ipotesi di
alternative localizzative (scala provinciale), ed in sede di studio di impatto
(scala locale comunale o intercomunale), intervengono altri fattori importanti
per confrontare le caratteristiche dei siti, stabilire priorità di intervento e
orientare la scelta del sito maggiormente idoneo.
Descrizione dei criteri generali di localizzazione degli impianti
Di seguito sono descritti i fattori da utilizzare nella selezione di aree potenzialmente
idonei alla localizzazione degli impianti a tecnologia complessa. Sono stati considerati
i fattori ambientali legati a:
a) aspetti urbanistici;
b) protezione della popolazione dalle molestie;
c) caratteristiche meteo climatiche;
d) aspetti logistici;
e) tutela da dissesti e calamità;
f) protezione delle risorse idriche;
g) protezione di beni ambientali, paesaggistici, artistici, archeologici, storici,
paleontologici;
h) controllo ambientale;
i) presenza di fattori di degrado.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
21
a) Aspetti urbanistici
Aree industriali
La localizzazione degli impianti a tecnologia complessa, come previsto in altre
esperienze, può avvenire, con minori controindicazioni in aree a destinazione
produttiva. Rientrano in questa categoria le aree artigianali industriali già esistenti o
previste dalla pianificazione comunale. Le aree con altre destinazioni d’uso sono
perciò automaticamente escluse dalla possibilità di localizzazione. A scala provinciale
le aree industriali sono l’ambito di localizzazione degli impianti a tecnologia
complessa; a scala comunale, è necessaria l’integrazione delle informazioni sulle
caratteristiche dei siti.
b) Protezione della popolazione dalle molestie
Fasce di salvaguardia dalle aree residenziali
I maggiori problemi per le popolazioni residenti in prossimità di un impianto a
tecnologia complessa sono legati all’aumento dell’inquinamento atmosferico, dovuto
alle fasi di trasporto dei rifiuti e alle eventuali formazioni di odori molesti. L’aumento
del traffico pesante in prossimità degli impianti ha anche come conseguenza
l’incremento dei livelli di rumore. Si tratta di un fattore di esclusione. La fascia di
salvaguardia è calcolata in rapporto all’ubicazione degli impianti. A scala provinciale,
si fissa una fascia di salvaguardia pari a 200 m dalle aree residenziali; fino a 500 m si
può mantenere un criterio penalizzante.
c) Caratteristiche meteoclimatiche
Calma di vento stabilità atmosferica
Le condizioni meteoclimatiche determinano la dispersione di eventuali odori
sgradevoli causati dall’impianto. Vanno considerati preferenziali quei siti in cui la
presenza di brezze e le altre condizioni atmosferiche favoriscono la dispersione di
eventuali odori. Si tratta di un fattore penalizzante. A scala provinciale, devono essere
identificate le aree con le caratteristiche climatiche più sfavorevoli alla dispersione di
odori. In fase di microlocalizzazione, devono essere utilizzati modelli di dispersione
degli odori e devono essere verificate le possibili aree di influenza.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
22
d) Aspetti logistici
Vicinanza alle aree di maggiore produzione dei rifiuti
Per motivi di economicità di gestione e di riduzione del carico inquinante globale sono
da preferire le localizzazioni degli impianti in siti centrali rispetto al bacino di
produzione dei rifiuti. Di norma viene considerato come sito ottimale quello che
minimizza la somma dei prodotti dei quantitativi trasportati per la distanza da
percorrere. Il sito ottimale è quello in cui il valore della sommatoria dei chilometri per
tonnellate di rifiuti prodotti è minimo. Si tratta di un fattore preferenziale. A scala
provinciale, devono essere identificati i siti baricentrici rispetto al bacino di pro-
duzione dei rifiuti.
Dotazione di infrastrutture
In fase di localizzazione, l’accessibilità del sito è un parametro importante da
considerare. A scala provinciale è necessario identificare l’accessibilità del sito, le
infrastrutture esistenti, loro dimensioni e capacità, le possibilità di percorsi alternativi
per i mezzi che conferiscono i rifiuti. In sede di microlocalizzazione devono essere
effettuati studi sulla viabilità locale e verificate le possibilità di accesso, per
minimizzare le inferenze con del sito. Si tratta di un fattore preferenziale.
Distanza da infrastrutture
La realizzazione dell’impianto deve rispettare le fasce di rispetto dalle infrastrutture di
trasporto esistenti. Si tratta di un fattore penalizzante. A livello di microlocalizzazione,
può essere verificata la superficie effettivamente disponibile con esclusione delle
porzioni di territorio che ricadono in fasce di rispetto da infrastrutture.
e) Tutela da dissesti e calamità
Sismicità
La localizzazione delle aree sismiche impone agli edifici il rispetto di norme più
restrittive e quindi comporta costi di realizzazione più elevati. Si tratta di un fattore
penalizzante.
Aree esondabili
Di norma nelle aree esondabili dovrebbero essere vigenti limiti di inedificabilità e
quindi essere escluse a priori da destinazioni d’uso industriali. Ciò non è applicabile
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
23
agli impianti già esistenti che, comunque, potranno effettuare eventuali ampliamenti ed
adeguamenti. La localizzazione di nuovi impianti in tali zone è da escludere.
Aree in frana
Si escludono, le aree in frana o soggette a movimenti gravitativi, in particolare le aree
formalmente individuate a seguito di dissesto idrogeologico.
f) Protezione delle risorse idriche
Contaminazione di acque superficiali e sotterranee
Le operazioni di stoccaggio e trattamento di rifiuti potrebbero, per cause accidentali
come ad esempio per dilavamento o scorretta gestione dell’impianto, interferire con i
livelli di qualità delle risorse idriche. In fase di microlocalizzazione, può essere
effettuata l’analisi dei rischi di contaminazione, considerando la vicinanza a corsi
d’acqua e i dati relativi alla permeabilità dei suoli e alla soggiacenza della falda. Si
tratta di un fattore penalizzante.
g) Protezione di beni ambientali, paesaggistici, artistici, archeologici, storici,
paleontologici
Visibilità da aree di pregio
La realizzazione di un impianto a tecnologia complessa in aree contigue ad aree di pre-
gio può rappresentare un’intrusione indesiderata. Si tratta di identificare e segnalare le
possibili incompatibilità in fase di piano provinciale e di procedere, in sede
microlocalizzazione, alla valutazione delle interferenze causate dall’insediamento di
un nuovo impianto. In fase di studio di impatto ambientale andrà stimato l’impatto
visivo dell’impianto sulla qualità preesistente dei luoghi. È un fattore penalizzante. A
livello provinciale, si procede all’identificazione delle potenziali intrusioni visive in aree
di pregio. In fase di microlocalizzazione, si effettuano l’esame dei livelli di intrusione,
la stima dell’entità degli impatti visivi e la definizione di eventuali misure di
mitigazione.
h) Controlli ambientali
Reti di monitoraggio
La preesistenza di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria o di controlli su altre
componenti ambientali, rappresenta un’opportunità perché permette di inserire
l’impianto in un ambito territoriale sul quale esistono informazioni utili alla
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
24
conoscenza complessiva e quindi consente di adeguare l’impianto alle esigenze locali,
ipotizzando le modifiche dei livelli di qualità ambientale dovute alla sua eventuale
realizzazione. Si tratta di un fattore preferenziale. A livello provinciale, si considera
preferenziale la localizzazione in aree già monitorate.
i) Presenza di fattori di degrado
Aree industriali dismesse, aree degradate da bonificare
La localizzazione in aree industriali dismesse e in aree degradate da bonificare rappre-
senta un fattore preferenziale, solo in presenza di studi approfonditi con VIA (ad. Es.
verifica di assenza di falde acquifere) perché consente di conservare i livelli di qualità
esistenti in aree integre e di riutilizzare aree altrimenti destinate a subire un progressivo
degrado. Si tratta di un fattore preferenziale.
Impianti di trattamento rifiuti già esistenti
Le localizzazioni su aree già adibite allo smaltimento dei rifiuti o ad esse limitrofe rap-
presentano un’opportunità. Le aree, infatti, dovrebbero essere già dotate delle infra-
strutture necessarie. La realizzazione degli interventi potrebbe consentire economie di
scala e rappresentare l’occasione per potenziare i controlli ambientali. Si tratta di un
fattore preferenziale. Nella pagina seguente viene mostrata una tabella di sintesi su
quanto esposto.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Tabella 3.1
25
Fonte: Piano Provinciale Gestione Rifiuti della Provincia di Crotone
Sintesi dei fattori considerati per la localizzazione di impianti a tecnologia complessa Fattori Macrolocalizzazione Microlocalizzazione
Aree industriali Esclusione altre destinazioni d'uso
Aree esondabili Esclusione tranne che per gli impianti
già esistenti e per eventuali ampliamenti ed adeguamenti degli stessi
Fasce di salvaguardia dalle aree residenziali
Esclusione delle aree a distanza inferiore a 200 m, penalizzante per aree entro 500 m
Aree degradate da bonificare Preferenziale
Aree industriali dismesse
Preferenziale solo in presenza di studi approfonditi con VIA (ad es. assenza di falde acquifere)
Calma di vento, stabilità atmosferica
Penalizzante per aree con condizioni sfavorevoli alla dispersione di odori
Contaminazione superficiali e sotterranee
Penalizzante per area a rischio di contaminazione
Distanza da infrastrutture Penalizzante per aree che ricadono in fasce di rispetto
Distanza dalle aree di maggior produzione di rifiuti
Preferenziale per aree baricentriche rispetto al bacino di produzione
Dotazione di infrastrutture Preferenziale per aree dotate di buona accessibilità
Esistenza di rete di monitoraggio Preferenziale Impianti di trattamento rifiuti Preferenziale
Visibilità da aree di pregio Penalizzante per aree con intrusione visiva in aree tutelate
3.5 Il Piano Regolatore Generale del Comune di Crotone
L’area che ospita l’impianto oggetto di studio è destinata dal PRG al Piano del Nucleo
di Industrializzazione di Crotone (art.19 comma 5). In allegato (Allegato D) un estratto
dalla tavola P4 del PRG che indica la perimetrazione dell’area di competenza del
Nucleo di Industrializzazione di Crotone.
3.6 Il Piano del Nucleo di Industrializzazione di Crotone
Nel Piano del Nucleo di Industrializzazione di Crotone, l’area che ospita l’impianto
oggetto di valutazione è indicata come Zona A1 dalla Tavola 6, che ha per tema la
zonizzazione della zona industriale. Così come riporta il Piano, la zonizzazione
costituisce l’elemento cardine del Piano e definisce l’uso delle aree, le previsioni di
espansione, la viabilità pubblica, i servizi tecnici, i parcheggi, le sezioni stradali e i
dati numerici. La Zona A1 è definita nell’articolo 2 delle Norme di Attuazione del
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
26
Piano. Di seguito è riportato l’inizio di tale articolo che definisce la destinazione
d’uso dell’area: All’interno di tali aree sono ammesse costruzioni per lo
svolgimento di attività artigianali, produttive e di servizio, concessionarie di
macchinari, veicoli industriali ed autoveicoli con officine annesse. In allegato
(Allegato E) lo stralcio della Tavola 6 che individua l’area MIDA Srl.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
27
4. Aspetti del progetto
4.1 La MIDA Srl
La MIDA Srl è nata nel 1989 e da quasi vent’anni opera nel settore del trattamento e
smaltimento dei rifiuti speciali. È proprietaria di impianti di termodistruzione, di
inertizzazione e di un impianto di trattamento/recupero di rifiuti speciali non pericolosi
e pericolosi allo stato liquido o fangoso e annesso impianto di recupero di rifiuti
speciali non pericolosi allo stato solido (di seguito impianto di trattamento/recupero).
Oggetto di questo studio è l’impianto di trattamento/recupero. Tale impianto è ubicato
presso la zona industriale di Crotone, Località Passovecchio S.S. 106. Il Comune non
ha ad oggi emanato disposizioni in merito alla zonizzazione acustica dell’area, per cui
ai sensi del D.C.P.M. 01/03/1991 si ricade nella zona esclusivamente industriale, con
limiti di immissione di rumore pari a 70dB LAeq. Presso la Società è disponibile uno
studio dell’impatto acustico ai sensi della Legge Quadro 26 ottobre 1995, n° 447
(Allegato F), dove si evince che i limiti sono abbondantemente rispettati. Il sito dello
stabilimento industriale della MIDA ricade nel Sito di Interesse Nazionale Crotone-
Cassano-Cerchiara (D.M. 468/2001), perimetrato con apposito Decreto del Ministero
dell’Ambiente 26 novembre 2002, pubblicato sulla G.U. del 22 gennaio 2003 Serie
Generale N. 17. Dalle indagini svolte in fase di caratterizzazione, i terreni non sono
risultati essere contaminati e le acque di falda hanno presentato superamenti dei valori
tabellari del solo manganese (Mn). In ogni caso, ad oggi non sono documentate
situazioni che hanno messo in emergenza gli impianti e quindi non risulta che le
attività dell’azienda abbiano causato diffusione di inquinanti. Si allega il parere già
espresso dall’A.R.P.A.CAL. sulle matrici esaminate in fase di caratterizzazione del
sito (Allegato G). La società è inoltre certificata per la UNI EN ISO 9001:2000
(sistema di gestione in qualità) e per la UNI EN ISO 14001:2004 (sistema di gestione
ambientale) (Allegato H).
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Veduta fotografica aerea di tutta la zona comprendente il sito (il cerchio rosso indica il sito, la linea
celeste rappresenta il Torrente Passovecchio e la linea nera la S.S. 106)
4.2 Finalità del progetto e criteri di individuazione del sito
Il presente studio è stato commissionato ed elaborato su richiesta del Nucleo IPPC
della Regione Calabria – Dipartimento Politiche dell’Ambiente – (comunicazione
avente protocollo n. 9748 del 24/06/2008), nell’ambito del procedimento di
Autorizzazione Integrata Ambientale per un impianto già esistente ed operante da
diversi anni, la cui autorizzazione all’esercizio è stata rinnovata nell’anno 2006 con
giusta Ordinanza Commissariale N. 5016 del 30/10/2006. L’impianto ricade tra le
attività indicate dall’Allegato 1 al D.Lgs. 59/2005, che prevede la presentazione di
apposita istanza della citata Autorizzazione Integrata Ambientale anche per gli
impianti già esistenti, come quello in esame. Si coglie l’occasione per chiedere
integrazione di alcuni codici C.E.R. nell’autorizzazione vigente. Per brevità di
esposizione, i codici C.E.R. per i quali è richiesta integrazione sono riportati in
allegato (Allegato I) unitamente a quelli correntemente autorizzati. Il motivo della
richiesta di integrazione è dovuto esclusivamente alla maggiore versatilità che avrebbe
l’impianto, infatti, non è richiesto un aumento di quantitativi trattabili nell’arco
dell’anno (anche se l’impianto potenzialmente potrebbe lavorare con regimi più
spinti). Inoltre, l’impianto è sicuramente in grado di trattare i rifiuti per i quali è
richiesta integrazione semplicemente per il fatto che tali codici appartengono alle
stesse famiglie dei codici già autorizzati e che per tali codici non sono previste
lavorazioni diverse da quelle quotidianamente effettuate dall’impianto MIDA.
Ovviamente, a prescindere dal codice C.E.R. considerato (attualmente autorizzato o
per il quale è richiesta integrazione), e comunque per uno stesso C.E.R. trattato, il
28
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
29
tempo di lavorazione può differire in funzione della concentrazione presente in
ingresso, ma non il metodo di trattamento. In questo caso il criterio di individuazione
del sito è ovviamente dettato dalla particolarità della richiesta e cioè ampliamenti
autorizzativi su un impianto già esistente, ed è ovviamente assunto il principio
dell’opzione zero.
4.3 Impianto attuale
L’impianto di trattamento/recupero di proprietà della MIDA S.r.l. è ubicato presso la
S.S. 106, località Passovecchio, a Crotone, nella zona individuata dalla particella
catastale n. 685 del foglio 22. La destinazione d’uso del fabbricato risulta essere D/1.
Viene ribadito che gli impianti presenti nell’edificio sono due, e le loro attività
vengono perpetuate in virtù delle seguenti autorizzazioni/concessioni:
• Impianto di trattamento/recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
allo stato liquido o fangoso:
o Ordinanza Commissariale N. 5016 del 30/10/2006 per l’esercizio delle
operazioni di stoccaggio, deposito preliminare, messa in riserva,
trattamento e recupero individuate con i codici [D8], [D9] e [D15]
dell’allegato B della parte Quarta del decreto legislativo n. 152 del
3/4/2006, e con i codici [R4], [R5] e [R13] dell’allegato C della parte
Quarta del decreto legislativo n. 152 del 3/4/2006, di rifiuti speciali non
pericolosi e pericolosi allo stato liquido o fangoso;
o Autorizzazione Provvisoria alle emissioni in atmosfera –
Determinazione del Dirigente N. Reg. UE/03 del 07/12/2006 – rilasciata
dall’Amministrazione Provinciale di Crotone.
• Impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi allo stato solido:
o Iscrizione N. 0031 (KR) del 24/02/2004 del Registro Provinciale delle
Imprese per l’art. 33, comma 3, D.Lgs. 22/97 e succ. mod. ed int.,
relativamente alle attività di messa in riserva (R13) di cui all’Allegato C
del D.Lgs. 22/97 e s.m.i. per successivo recupero delle tipologie di rifiuti
speciali non pericolosi previste al Cap. 3 Par. 3.11 Allegato 1
Suballegato 1 del D.M. 05/02/98 e s.m.i., Cod, CER 090107 (Rifiuti
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
30
costituiti da pellicole e carte per fotografia contenenti argento e suoi
composti);
• Per entrambe gli impianti valgono i seguenti provvedimenti:
o Parere igienico-sanitario favorevole rilasciato per il rilascio del
certificato di agibilità dalla A.S.L. n°5 – Dipartimento di Prevenzione –
di Crotone in data 20/11/2006 con provvedimento Prot. n° 641/T.A.;
o Nulla osta a svolgere l’attività rilasciato dal Consorzio per lo Sviluppo
Industriale della Provincia di Crotone con provvedimento Prot. N. 2325
del 30/10/2002;
o Contratto unico di fornitura dei servizi consortili (approvvigionamento
idrico, scarichi, illuminazione);
o Certificato di Prevenzione Incendi;
I rifiuti che attualmente vengono smaltiti e recuperati sono individuabili nelle seguenti
tipologie:
• Soluzioni acide esauste da decapaggio contenenti acido cloridrico
• Soluzioni acide esauste da decapaggio contenenti acido solforico
• Soluzioni acide esauste da decapaggio contenenti acido nitrico
• Soluzioni neutre con decapanti a base di acido fosforico tamponato
• Soluzioni basiche esauste da decapaggio con idrossido di sodio
• Soluzioni basiche di idrossido di calcio da produzione di acetilene
• Acque di lavaggio
• Liquidi di sviluppo, fissaggio e sbianca fotografici
• Fanghi ed acque di perforazione
• Soluzioni di lavaggio ortofrutta
• Soluzioni di lavaggio ed acque madri da industria chimica, farmaceutica, ecc.
• Bagni di fosfosgrassaggio
• Acque di cabina di verniciatura
• Soluzioni acquose ad alto e basso carico organico
• Fanghi pompabili da espurgo pozzetti da attività civili e industriali o di
servizi
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
• Acque da burattatura
• Soluzioni acide diluite
• Soluzione basiche diluite
• Percolati di discariche
Queste “famiglie di rifiuti”, come menzionato, comprendono sia i C.E.R. già
autorizzati, sia i C.E.R. per i quali è richiesta integrazione (Allegato I cit.).
4.3.1 Trattamento chimico-fisico-biologico.
I rifiuti di cui ai punti precedenti vengono trattati e smaltiti secondo un processo
chimico-fisico e biologico, in allegato uno schema dell’impianto (Allegato L). I rifiuti
trattati provengono dal vano ricezione costituito da una vasca di raccolta in cls
(opportunamente isolata dall’ambiente esterno mediante un gabbiotto metallico)
ricoperta da una resina epossidica bicomponente compatibile con i rifiuti in ingresso.
Vano ricezione Fase di conferimento I rifiuti vengono successivamente pompati nella vasca R1 dove, mediante reattivi
industriali, avviene il trattamento chimico fisico.
Vasca R1 – trattamento chimico-fisico Questo consiste nel dosare in modo opportuno le soluzioni di ferro (es. cloruro ferrico,
solfato ferroso) per il trattamento con acqua ossigenata (reattivo di Fenton) che è
catalizzata proprio dalla presenza di ferro bivalente in ambiente acido. Il perossido di
31
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
32
idrogeno genera, in presenza di catalizzatori, radicali idrossilici che reagiscono con la
sostanza organica ed i composti ridotti in modo simile all’ozono. L’ossidazione con
acqua ossigenata viene usualmente controllata per ottenere un valore di pH pari a circa
3,5, valore che corrisponde al punto di massima velocità di formazione di radicali
liberi nel sistema Fenton. Terminata la fase di ossidazione a freddo, nella vasca
avviene il processo di coagulazione e precipitazione. Il processo di coagulazione viene
utilizzato per la rimozione di sostanze contenuti nei reflui in forma sospesa o
colloidale. I colloidi sono costituiti da particelle di dimensioni variabili tra 1 nm e 0,1
nm. Queste particelle non sedimentano spontaneamente in condizioni di calma e non
possono essere rimosse mediante i convenzionali processi di trattamento fisico. I
colloidi possiedono proprietà elettriche che, generando forze repulsive, ne
impediscono l’agglomerazione e la sedimentazione; la loro stabilità è dovuta
principalmente a tali forze; inoltre in prossimità di una particella colloidale sono attive
forze attrattive di Van der Waals. La coagulazione rappresenta il risultato finale di due
processi elementari: coagulazione elettrocinetica e coagulazione ortocinetica. Le prime
avvengono per la riduzione del potenziale zeta e delle forze di Van der Waals
attraverso l’immissione di ioni di carica opposta e la seconda a causa
dell’aggregazione in nuclei (fiocchi) e successivo intrappolamento delle particelle
colloidali. Dopo l’esaurirsi quindi della reazione di Fenton, viene aggiunta calce idrata
eventualmente mista a soluzioni basiche di decapaggio dell’alluminio e si ottiene
quindi la precipitazione dei metalli (ferro, alluminio, zinco, ecc.) e dei microinquinanti
(piombo, rame, cadmio, ecc.) sotto forma di idrossidi insolubili. Successivamente il
fango, che si deposita sul fondo della vasca, è inviato attraverso l’utilizzo di una
pompa di sollevamento all’ispessitore R2. Sul fondo dell’ispessitore una pompa invia i
fanghi al trattamento di filtropressatura. Il trattamento con filtropressa produce un
fango di natura inorganica con contenuto di acqua residua intorno al 30–40%.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Filtropressa Il liquido di risulta dalla vasca R1 subisce il trattamento descritto nella sezione
successiva.
Sezione di Denitrificazione-Nitrificazione (trattamento biologico)
Le acque in uscita dal trattamento chimico-fisico sono inviate in una vasca di
preossidazione nella quale è insufflata aria mediante un opportuno sistema. In tale
vasca si preossida il liquame e si garantisce una omogeneità, data dalla turbolenza
indotta sia dall’aria insufflata sia da miscelatori sommersi di tipo a siluro. Per mezzo
di una pompa il liquido è inviato nella vasca di denitrificazione; nella vasca di
preossidazione è garantito un livello minimo di liquido al fine di preservare le
caratteristiche necessarie della biomassa per i successivi riempimenti. Nella vasca di
denitrificazione il refluo subisce una prima aggressione intesa come diminuzione del
carico organico mediante batteri denitrificanti che, nutrendosi, consumano il carbonio
organico presente nel refluo stesso. Successivamente, il liquido, per troppo pieno,
passa nella vasca di nitrificazione/ossidazione nella quale si ha l’ossidazione biologica
e dove i batteri nitrificanti consumano sia il carbonio organico necessario al loro
nutrimento sia l’azoto che il fosforo.
Vasca del trattamento biologico – fase di nitrificazione/ossidazione
33
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
34
L’ossidazione biologica ossida l’azoto ammoniacale in una prima fase ad azoto
nitroso, e successivamente ad azoto nitrico, più formazione di ioni H3O+, che comporta
una necessaria correzione del pH per evitare che tale parametro diminuisca a danno
della carica batterica. Il pH è corretto mediante aggiunta di idrossido di sodio. Lo
stramazzo della vasca di nitrificazione/ossidazione defluisce nel sedimentatore
secondario dove si inizia ad innescare la prima fase di denitrificazione (in quanto priva
di ossigeno); durante tale fase i batteri denitrificanti iniziano a demolire le sostanze
azotate residue (azoto nitroso e nitrico) e l’azoto nella forma nitrica è ridotta ad azoto
molecolare che si disperde in aria. La demolizione organica è portata a compimento
nella vasca di denitrificazione, ottenendosi come risultato finale delle reazioni azoto e
CO2 molecolari più acqua. Infatti, la pompa di ricircolo del sedimentatore secondario
invia il refluo (con la biomassa sedimentata) nella vasca di denitrificazione. Lo
stramazzo del sedimentatore secondario permette la fuoriuscita del refluo trattato
biologicamente, il cui carico inquinante è stato notevolmente ridotto, e il successivo
scarico.
4.3.2 Trattamento mediante evaporazione-concentrazione, recupero tramite elettrolisi
dell’argento e affinamento/adsorbimento.
Questa sezione dell’impianto è costituita da una caldaia di riscaldamento ed
evaporazione del liquido da concentrare e da una sezione di raffreddamento e
condensazione del vapore, da un gruppo di formazione del vuoto all’interno del
concentratore e da un circuito frigorifero che fornisce calore per l’evaporazione e
contemporaneamente frigorie di condensazione dell’evaporato tale circuito è chiamato
“pompa di calore”. Il liquido da concentrare viene convogliato nell’evaporatore,
mantenuto sotto vuoto mediante eiettore, con acqua motrice fornita da una pompa
centrifuga in riciclo. Il grado di vuoto ottenuto permette al liquido di raggiungere il
punto di ebollizione a temperature comprese fra i 30 e 42°C. Il vapore prodotto passa
quindi nella sezione di condensazione per ritornare allo stato liquido privo comunque
dei sali che rimangono nella caldaia di ebollizione. Quando in quest’ultima si sarà
raggiunto una elevata concentrazione salina si dovrà provvedere allo scarico della
caldaia. Con il sistema di evaporazione si possono concentrare le soluzioni fino a
valori pari a 10-20 volte quello iniziale (a seconda della tipologia di refluo trattato).
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
35
Questo significa che partendo da un volume di refluo di 1.000 litri, dopo
concentrazione si avrà un volume finale al massimo di circa 100 litri. I processi di
evaporazione e quello successivo di condensazione vengono effettuati da una pompa
di calore, così come di seguito riportati:
• Un compressore comprime un gas aumentandone la temperatura fino a che
questo inizia condensare ad una temperatura di 60-62°C trasferendo calore al
liquido in caldaia attraverso le serpentine;
• Dopo aver fornito calore, il fluido viene portato mediante una speciale
valvola ad una bassa pressione per la quale il gas ancora allo stato liquido
tende ad evaporare assorbendo calore dal vapore liberatosi dalla caldaia e
convogliato nel condensatore.
Quindi il vapore distillato condensa cedendo calore al gas che evapora e ritorna come
tale sul compressore per un nuovo ciclo di condensazione e di evaporazione. L’uso
della pompa di calore per il processo di evaporazione e condensazione risulta essere
quello più economicamente vantaggioso. Il condensato viene raccolto in un serbatoio
dove è installata la pompa che fornisce la forza motrice all’eiettore per il
mantenimento del vuoto necessario alla ebollizione a basse temperature. L’impianto è
fornito di tutti gli automatismi e le sicurezze tale da rendere completamente
automatico ed affidabile il suo funzionamento.
Descrizione tecnica della sezione di evaporazione/concentrazione
L’impianto è di seguito schematizzato:
N° 1 tank di ebollizione cilindrico verticale, fondo inferiore bombato e superiore
flangiato, completo di boccaporto e specole di ispezione. Tale tank è completo di:
• serpentine di riscaldamento;
• regolatore di livello per il controllo del livello di liquido di ebollizione;
• regolatore di livello di allarme massimo livello di liquido in caldaia di tipo a
contatto magnetico;
• valvola a membrana pneumatica per il caricamento della soluzione da
concentrare;
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
36
• valvola a membrana pneumatica di dosaggio automatico della soluzione di
antischiuma;
• valvola pneumatica di intercettazione della soluzione concentrata da scaricare;
• valvola pneumatica rompivuoto;
• elettrovalvole pilota di comando delle valvole pneumatiche sopra descritte;
• pompa per lo scarico della soluzione concentrata completa di valvola di
intercettazione;
• duomo di ebollizione cilindrico verticale, fondo superiore bombato ed
inferiormente bombato, completo di passo di mano di ispezione e di anelli
Raschig per l’abbattimento delle gocce in sospensione sul vapore;
• condensatore realizzato sul perimetro esterno del duomo completo di serpentine
di condensazione collegate al collettore per il passaggio del fluido in fase di
evaporazione. Il condensatore è corredato di:
o vuotostato per il controllo del grado di vuoto e la partenza in automatico
del compressore;
o vuotometro in bagno di glicerina per la visualizzazione del grado di
vuoto;
o termometro per il controllo della temperatura di ebollizione.
• gruppo per la realizzazione del vuoto costituito da:
o pompa centrifuga a doppia girante per la spinta dell’acqua motrice
sull’eiettore;
o eiettore di aspirazione per la produzione del vuoto necessario alla
ebollizione completo di valvola di non ritorno;
o serbatoio di raccolta e riciclo dell’anello liquido.
• Termostato di sicurezza
• Regolatore di livello di allarme di minimo livello del liquido
• Serpentina di raffreddamento dell’anello completa di elettrovalvola di
intercettazione del fluido;
• Pompa di calore progettata per il fluido secondario costituita da:
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
o compressore completo di protezione integrale del motore, pressostato di
sicurezza dell’olio, pressostati di sicurezza di min-max pressione del
fluido;
o batteria di desurriscaldamento e condensazione del gas;
o ventilatori di aspirazione ciascuno comandato da pressostato;
o valvole di by-pass per il trasferimento del fluido caldo in fase di
avviamento dell’impianto al settore di evaporazione;
o valvole termostatiche per la laminazione del fluido in fase di
evaporazione;
o separatore di liquido;
o riserva di liquido;
o filtro e spia di controllo del fluido;
o carica di fluido;
o manometri in bagno di glicerina di controllo della pressione in
aspirazione e mandata del compressore.
Il quadro elettrico di comando è comprensivo di teleruttori e magneto-termici di
protezione motori completo di logica programmabile per il funzionamento in
automatico del concentratore (PLC), pannello operatore di programmazione dei tempi,
visualizzazione degli allarmi e cablaggio secondo normative vigenti.
Recupero elettrolitico dell’argento nell’impianto autorizzato con O.C.D. 5016 del
30/10/06
Tale attività di recupero può essere condotta su alcuni rifiuti liquidi qualora ci siano le
condizioni tecniche ed economiche. Di seguito la descrizione del processo. Il rifiuto
liquido può essere accumulato in due serbatoi. Da qui mediante pompe viene inviato in
due serbatoi polmone per poi essere inviato alle vasche delle tre celle elettrolitiche.
Celle elettrolitiche Cella elettrolitica
37
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Sulle pareti delle vasche sono fissate delle piastre in grafite e al centro è posizionato
un catodo rotante in acciaio. Grazie alla differenza di potenziale tra anodi e catodi,
l’argento (sotto forma di Ag+) diffonde dalla soluzione e si deposita sul catodo come
Ag metallico.
Argento recuperato Argento recuperato
Per troppo pieno, il liquido ritorna nei due serbatoi polmone: in tal modo si ha una
omogeneizzazione del trattamento in quanto il prodotto lavora a ciclo chiuso. A
seconda della concentrazione di Ag+ presente nel liquido di fissaggio, viene impostato
un tempo di lavoro “t” delle celle sui rispettivi timer posti nei pannelli frontali. Ogni 5
cicli è consigliabile effettuare il distacco dell’argento recuperato da ciascun catodo,
che viene accuratamente lavato e pulito per assicurare la perfetta aderenza dell’argento
nei cicli successivi.
Recupero dell’argento nell’impianto autorizzato con procedura semplificata
0031KR/2004
38
Tale impianto tratta esclusivamente il rifiuto speciale non pericoloso avente codice
C.E.R. 09 01 07 (rifiuti costituiti da pellicole e carta per fotografia contenenti argento
e suoi composti), qualora ci siano le condizioni tecniche ed economiche. Viene
schematizzato il seguente trattamento:
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
- triturazione
- solubilizzazione dell’argento mediante opportune soluzioni chimiche
- invio della soluzione alle celle elettrolitiche per il recupero dell’argento
- lastre esauste da inviare a smaltimento/recupero
Il prodotto recuperato consiste in Argento con titolo maggiore del 90%, così come
certificato da laboratorio esterno (Allegato M).
39
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Lingotto di argento recuperato
4.4 Modalità di stoccaggio
La messa in riserva e deposito preliminare dei rifiuti liquidi avviene in serbatoi di
forma cilindrica verticale dotati di un bacino di contenimento. Resta inteso che
l’impianto esistente è comunque autorizzato allo stoccaggio, trattamento e recupero
secondo quanto è stato riportato.
Serbatoi e bacini di contenimento
I bacini di contenimento per i serbatoi di stoccaggio D1-D4 e D5-D8 sono stati
realizzati in conformità a quanto predisposto dalla D.C.I. 27/7/84 punto 4.1.2. per
quanto concerne lo stoccaggio di rifiuti tossico-nocivi in fase liquida. In allegato sono
riportati i calcoli per il dimensionamento (Allegato N). I bacini sono stati realizzati con
blocchetti di laterocemento, con una opportuna gabbia e intelaiatura in ferro, ricoperti
di una resina epossidica bicomponente compatibile con le sostanze contenute nei
serbatoi.
Serbatoi stoccaggio D1, D2, D3, D4 Serbatoi stoccaggio D5, D6, D7, D8
40
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
Bacino di contenimento in laterocemento ricoperto con resina epossidica bicomponente
4.5 Emissioni in atmosfera e sistema di abbattimento
Le emissioni sono costituite essenzialmente dagli odori provenienti dall’impianto e
dalla movimentazione (scarichi degli automezzi) dei rifiuti. Come precedentemente
menzionato, le emissioni dell’impianto sono regolarmente autorizzate mediante
l’Autorizzazione Provvisoria alle emissioni in atmosfera – Determinazione del
Dirigente N. Reg. UE/03 del 07/12/2006. L’impianto di abbattimento delle emissioni
(odori) è di tipo a scrubber a umido ed è posizionato all’esterno del fabbricato. In
particolare, si tratta di un sistema a doppio scrubber acido/base, seguito da una
trappola a carbone attivo. Tale impianto consta di tre sezioni:
1. colonna di abbattimento delle sostanze basiche (azotate) mediante soluzione di
acido solforico;
2. colonna di abbattimento delle sostanze acide mediante soluzione di idrossido di
sodio;
3. colonna di abbattimento delle eventuali tracce di sostanze residue mediante
carboni attivi.
Impianto di abbattimento delle emissioni
41
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
All’interno del capannone è realizzata una rete di captazione dell’aria potenzialmente
inquinata che viene raccolta e convogliata ad un collettore. In questo modo, tutto
l’impianto, comprese le aree di scarico, è tenuto in depressione. L’aria da trattare viene
aspirata da un ventilatore ed inviata all’impianto di abbattimento. La portata di aria che
tale impianto è in grado di trattare è di 9000 m3/h, sebbene si calcola che la quantità
d’aria effettivamente da trattare non superi i 3000 m3/h (in tal modo si hanno notevoli
margini di sicurezza).
Impianto di captazione odori Impianto di captazione odori
Impianto di captazione odori Gli inquinanti potenzialmente presenti nell’aria sono costituiti da prodotti organici e da
vapori inorganici che possono essere maleodoranti. Questi componenti hanno
composizione chimica molto variabile ma hanno alcune caratteristiche comuni:
• sono formati da molecole organiche complesse che quasi sempre contengono
gruppi funzionali acidi, basici o doppi;
• sono facilmente adsorbibili dal carbone attivo: più la molecola è complessa, e
quindi inquinante, più facilmente può essere assorbita dal carbone attivo.
La quantità di tali sostanze presenti nell’aria da assorbire è stimata in 0,5-1 kg/h.
42
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
43
Colonne per il lavaggio acido e basico
La colonne sono di tipo scrubber e sono di forma cilindrica. All’interno ci sono due
sezioni: una di raffreddamento dotata di ugelli, ed una di scambio corredata di una
griglia a sostegno di un volume di anelli PALL. Tale tipo di riempimento è
caratterizzato da elevata superficie di scambio. Il funzionamento del ciclo di lavaggio
è automatico. Sul fondo delle colonne è presente la soluzione (acida o basica), che è
fatta circolare da una pompa. È presente un misuratore di pH che permette il continuo
monitoraggio di tale parametro nel liquido in ricircolo. Le sostanze basiche o acide
presenti nell’aria sono assorbite e provocano una variazione del valore di pH (un
aumento nel caso di colonna acida, una diminuzione nel caso di colonna basica). È
presente un sensore che, al variare del pH dell’acqua, aziona una pompa dosatrice che
invia acido solforico o idrossido di sodio all’interno della colonna. La regolazione è
automatica e non richiede la presenza fissa di un operatore. Il diametro delle colonne è
stato fissato in modo da avere una perdita di carico di 0,012 bar. In tali condizioni, le
due colonne operano al 60% dell’ingolfamento permettendo quindi di lavorare in
condizioni di sicurezza.
Adsorbimento con carboni attivi
La colonna con carboni attivi è destinata ad adsorbire i componenti di origine organica
che per la loro natura non sono solubili in acqua e non hanno né caratteristiche acide
né basiche. In linea di massima i carboni attivi sono destinati a trattenere i componenti
che sfuggono alle colonne precedenti. Il letto di carboni attivi è racchiuso all’interno di
una cartuccia metallica. La portata d’aria che tale colonna è in grado di trattare è di
9000 m3/h. La corrente gassosa contenente le sostanze da assorbire viene inviata dal
basso verso l’alto. Durante l’adsorbimento comincia a saturarsi lo strato più basso del
letto. Il fronte di saturazione sale successivamente fino a interessare completamente il
letto. Si stima che 600 kg di carbone possono trattenere 90 kg di sostanze
maleodoranti. Poiché la quantità massima di queste sostanze si può stimare a sua volta
in 1 kg in 24 ore, il letto può operare in continuo per 90 giorni ossia 2160 ore. Il punto
di emissione viene indicato con la sigla E.T.R.. La normativa di riferimento (nazionale
e internazionale) utilizzata per la progettazione del sistema e per garantire la sicurezza
dello stesso è la direttiva macchine e successive integrazioni (89/392/CEE recepita dal
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
44
D.P.R. 459/96, 91/368/CEE , 93/44/CEE e 93/68/CEE). Le acque di lavaggio esauste
possono essere smaltite nello stesso impianto di trattamento reflui.
Qualità e quantità delle emissioni in atmosfera
L’impianto in questione presenta tutte le caratteristiche per poter garantire gli standard
in termini di emissioni presenti nella normativa vigente. Sebbene il sistema a doppio
scrubber sia in grado di abbattere una vasta gamma di inquinanti, il suo utilizzo è
essenzialmente finalizzato all’abbattimento di odori (sostanze volatili). Il sistema di
abbattimento permette di emettere in atmosfera una corrente gassosa contenente una
concentrazione di potenziali inquinanti al di sotto dei limiti previsti dalla parte quinta
del D.Lgs. 152/2006, così come documentato dai monitoraggi eseguiti dall’azienda,
spesso in presenza di tecnici dell’A.R.P.A.CAL. Vengono riportati in allegato i
certificati relativi agli ultimi monitoraggi eseguiti (Allegato O).
4.6 Approvvigionamento idrico e scarichi
Sia l’approvvigionamento idrico sia gli scarichi sono garantiti da un contratto unico di
fornitura dei servizi consortili. Gli scarichi presenti riguardano i servizi, lo scarico
dell’impianto dopo il trattamento chimico-fisico-biologico, e le acque di dilavamento
del piazzale esterno a seguito di precipitazioni atmosferiche: i primi due sono
convogliati nella condotta consortile delle acque nere, mentre le acque di dilavamento,
previa raccolta in vasca di prima pioggia, sono convogliati nella condotta consortile
delle acque bianche.
4.7 Emissioni sonore
Da apposito studio dell’impatto acustico ai sensi della Legge Quadro 26 ottobre 1995,
n° 447 condotto dalla Società e riportato tra gli allegati, risulta che le emissioni sonore
sono inferiori ai limiti previsti (Allegato F cit.).
4.8 Rifiuti trattati e rifiuti prodotti
In alcuni casi, prima del trattamento, i rifiuti in ingresso vengono stoccati ed in base
alle esigenze dell’impianto vengono lavorati secondo una precisa programmazione. I
rifiuti prodotti dall’impianto invece sono principalmente costituiti da fanghi. Per i
dettagli si può fare riferimento alla Scheda K allegata alla richiesta di AIA, comunque
allegata al presente elaborato (Allegato P). In accordo alla normativa vigente, tali
tipologie di rifiuti vengono conferite, per lo smaltimento, presso impianti autorizzati.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
45
Occasionalmente possono essere prodotti rifiuti da operazioni di manutenzione, anche
questi smaltiti in accordo alla normativa vigente.
4.9 Bonifiche ambientali
Da apposita relazione, riportata tra gli allegati alla richiesta di AIA, precedentemente
depositata presso l’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza Rifiuti, e
riportata per completezza in questa relazione (Allegato Q), risultano disponibili i
criteri generali sulle modalità di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica del
sito alla cessazione dell’attività. Il funzionamento dell’impianto risulta conforme alle
prescrizioni di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
4.10 Rifiuti trattati dall’impianto
Per l’elenco completo dei codici C.E.R. autorizzati, si può fare riferimento alle
autorizzazioni allegate (O.C.D. 5016/2006 per l’impianto di trattamento/recupero di
rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi allo stato liquido o fangoso, ed Iscrizione
Provinciale 0031/KR del 24/02/2004 per l’impianto di recupero di rifiuti speciali non
pericolosi allo stato solido).
4.11 Sistema antincendio
La MIDA Srl, per garantire un efficiente sistema di spegnimento di
eventuali focolai o incendi accidentali, ha messo a punto un adeguato
sistema antincendio. In allegato (Allegato R) il certificato di prevenzione
incendi rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Crotone.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
46
5. Analisi ambientale
5.1 Assetto morfologico, geologico ed idrogeologico
La morfologia del sito è decisamente pianeggiante, come tutta l’area che lo ospita, con
una lieve pendenza verso Est dovuta al prossimo congiungimento con il mare.
L’altitudine rispetto il livello del mare è in media di 3-4 metri. Per quanto riguarda la
geologia e la idrogeologia del sito, verranno utilizzate le conclusioni ottenute dalle
relazioni geologiche, idrogeologiche e geotecniche stilate nella fase di
caratterizzazione ed ancora prima dalle prove e dagli studi effettuati per l’edificazione
dei fabbricati. Il sito ricade nel bacino erosivo del Torrente Passovecchio, e l’intera
zona è caratterizzata da strati sedimentari, con giacitura sub-orizzontale e buona
compattazione crescente con la profondità, che ricoprono lo strato basale profondo
delle argille plioceniche azzurre che caratterizzano le colline che affiorano nella zona.
I litotipi riscontrati nelle indagini menzionate sono in accordo, ed individuano, dal
piano campagna scendendo in profondità:
1. Strato superficiale (alcuni decimetri) di terreno vegetale misto a strato di riporto
(per colmare depressioni naturali);
2. Strato di argille-limose o limi-argillosi con intercalazioni di sabbia, di spessori
variabili tra 1,5 metri e 5 metri, la permeabilità (K) è stata stimata su valori pari
a (10-5÷10-4) cm/sec;
3. Formazione sabbiosa, suddivisa in diversi strati che si differenziano per la
diversa granulometria delle sabbie e per intercalazioni argillose o limose e con
presenza a volte di ciottoli e ghiaia. La profondità registrata coincide con quella
di massima investigazione effettuata (fino a 20 metri dal piano campagna). Tale
formazione si presume poggi sulla base costituita dalle argille azzurre prima
menzionate, la permeabilità (K) è stata stimata su valori pari a circa 10-2 cm/sec.
Dal punto di vista idrogeologico, è riscontrato che il basamento profondo delle argille
azzurre ospita la falda profonda che si sviluppa nei terreni limoso-sabbiosi sovrastanti,
mentre invece gli strati superficiali limo-argillosi sono caratterizzati da bassa
permeabilità per cui la falda acquifera, presente probabilmente sotto tutta la proprietà
MIDA Srl, attesta valori della piezometrica che oscillano tra i 2,5 metri ed i 3 metri dal
piano campagna. Lo scorrimento della falda, salvo alcune particolari disposizioni degli
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
47
strati litologici, presenta direzione Ovest – Est, e quindi verso il mare antistante con il
quale interagisce a seconda delle variazioni stagionali della piezometria. La
trasmissività della matrice attraversata dalla falda è stata stimata indicativamente per
un valore pari a T = 8 x 10-3 m2/sec, mentre per il gradiente idraulico è stato calcolato
un valore pari a (5÷10) m x 1000 m.
5.2 Atmosfera e qualità dell’aria
Viene nel seguito considerata la caratterizzazione meteo-climatica dell’area vasta
circostante l’area interessata dagli impianti. Le valutazioni riguardano il regime
anemologico, le caratteristiche diffusive dei bassi strati dell’atmosfera, i valori di
temperatura dell’aria, di umidità e di piovosità della zona. Per tali analisi, si sono
utilizzate le rilevazioni effettuate dalla stazione del Servizio Meteorologico
dell’Aeronautica Militare di Crotone, pubblicate su “Caratteristiche diffusive dei bassi
strati dell’atmosfera – Regioni Basilicata e Calabria”. Le condizioni climatiche del
territorio in esame risultano largamente condizionate dalla presenza sia del Mar
Tirreno che del Mar Ionio, dalla bassa latitudine, dalle masse orografiche e dalla loro
disposizione. Ad un clima mediterraneo di tipo subtropicale lungo e fasce costiere e
nelle aree pianeggianti, si contrappone un clima continentale attenuato nelle parti più
elevate. Le temperature del versante ionico risultano in genere maggiori di quelle del
versante tirrenico e ciò sia per l’esposizione che per gli influssi derivanti dalla relativa
vicinanza con la costa africana.
Venti
Per descrivere i caratteri anemometrici al suolo o in vicinanza dello stesso, di interesse
per il presente progetto, si possono considerare le frequenze relative della direzione di
provenienza e velocità media del vento rilevate dalla stazione meteorologica
dell’Aeronautica Militare n°350 di Crotone (lat. 39° 00’ N, long. 17° 04’ E) in
collaborazione con l’ENEL, per settori di 22.5° di ampiezza, su base annua e su base
trimestrale, essendo tale stazione posta a pochi chilometri di distanza dal sito e con
condizioni di esposizione ai venti del tutto simile. I rilevamenti presso l’aeroporto di
Crotone sono sostanzialmente confermati dai risultati dei monitoraggi effettuati in
Località Passovecchio dalla società MIDA Srl. Incrociando i dati si può notare che:
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
48
• le calme di vento (cioè vento con velocità inferiore a 1 nodo, o a circa 0,5 m/s)
si presentano con una frequenza del 30% circa delle osservazioni;
• le velocità più frequenti si riferiscono a venti di media intensità, comprese tra 5
e 12 nodi (tra 3,5 e 6 m/s) con oltre il 40% circa delle osservazioni;
• i venti di modesta intensità, con velocità comprese tra 2 e 4 nodi (1 e 2 m/s), si
presentano il 13% circa delle osservazioni;
• i venti più forti (con velocità maggiore di 13 nodi, ovvero oltre i 6,5 m/s),
hanno frequenze significative, pari al 17% circa;
• le direzioni di provenienza del vento presentano una predominanza dai settori
settentrionali (oltre il 28% tra NW e NE) e sud-occidentali (oltre il 26% tra SSE
e SW).
Stabilità atmosferica e classi di stabilità
Per quel che riguarda la stabilità atmosferica, su base annuale, la classe prevalente è
quella neutra (frequenza 43% circa), quelle stabili raggiungono il 37% e la nebbia si
presenta raramente (in media con lo 0,4% circa) mentre le classi instabili non superano
il 20%. Su base mensile le condizioni di stabilità si distribuiscono in modo differente:
• quelle instabili e neutre sono predominati nei mesi estivi (più nettamente in
luglio, con il 40%);
• nelle altre stagioni le condizioni instabili si riducono sensibilmente, fino a meno
del 10% tra novembre e febbraio;
• le condizioni neutre sono predominanti, superando il 50%, nei mesi da
novembre ad aprile e raggiungendo il 60% in marzo;
• le condizioni stabili sono abbastanza stazionarie in tutti i mesi, con il 30% a
marzo e ad aprile e con i valori massimi in ottobre e in novembre (di poco oltre
il 40%);
• la frequenza della nebbia è molto bassa, presente sporadicamente solo tra
gennaio e maggio.
Su base annuale le direzioni associate alle condizioni di atmosfera instabile sono
prevalentemente nord-orientali; i venti sono di debole intensità soprattutto per le classi
A e B; in classe C sono presenti anche intensità del vento più forti, ancorché con
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
49
frequenze modeste (1,4% oltre i 13 nodi). Nelle condizioni di atmosfera neutra (classe
D) sono prevalenti le direzioni meridionali e settentrionali, con le velocità più alte
associate ai venti meridionali. Le condizioni di atmosfera stabile si verificano
prevalentemente con direzioni meridionali. In conclusione il regime anemologico del
sito si presenta abbastanza attivo, con sensibile variabilità della direzione del vento tra
i quadranti settentrionali e quelli meridionali, e velocità anche sostenute,
frequentemente oltre il 6 m/s. Le calme di vento, pur presenti, non hanno frequenze
superiori al 30% circa. Le condizioni stabili, prevalentemente notturne, si presentano
con frequenza media del 35% circa, raggiungendo il 40% nei mesi estivi e superandolo
(di poco) solo nei mesi autunnali.
Temperature e precipitazioni
Le temperature medie estive sono generalmente attorno ai 25°C, con modeste
oscillazioni da anno ad anno; non si notano particolari trend nel periodo considerato.
Quelle invernali mostrano valori compresi tra 5 e 10 °C, con variazioni annuali più
pronunciate rispetto alle medie estive; gli anni più recenti mostrano valori
tendenzialmente più bassi di quelli precedenti. Le temperature massime sono comprese
tra 35 e 38 °C e quelle minime tra 0 e -13 °C, con le più rigide verificatesi negli anni
più recenti. Le precipitazioni, più abbondanti in autunno, mostrano andamenti molto
variabili da anno ad anno: i picchi annuali più elevati riguardano gli anni 1951, 1953 e
1987, con valori da quasi 300 a circa 350 mm (in ottobre), quelli più bassi sono
compresi tra 150 e 200 mm circa. Il 1986 è stato l’anno con le precipitazioni più
scarse. Periodi prolungati privi di precipitazioni sono piuttosto rari. La maggior parte
dei giorni sono classificati coperti e solo nei mesi estivi si presenta un numero di
giorni sereni superiore a quello dei giorni con cielo coperto.
5.2.1 Studi sulla qualità dell’aria
Sito industriale MIDA Srl
Come precedentemente scritto, la Società ha fatto svolgere diversi studi sulla qualità
dell’aria presso i propri impianti affidandosi ad alcune aziende del settore. Tali misure
hanno avuto lo scopo di valutare la qualità dell’aria nella zona in relazione agli
standard normativi Italiani e Comunitari. Gli impianti menzionati sono situati nel
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
medesimo perimetro dell’impianto oggetto di valutazione come mostra l’immagine
che segue:
Di seguito vengono riportate le conclusioni dell’indagine svolta nell’agosto del 2007
dalla V&V Consulting Srl (le indagini svolte dalla ECOCONTROL Srl hanno
verificato le medesime risultanze):
“La qualità dell’aria per il periodo appare buona per tutti i parametri e non desta
alcuna preoccupazione. Solo alcune medie giornaliere del PM10 eccedono i limiti
medi annuali, ma la media complessiva è all’interno dei limiti. L’analisi degli
andamenti delle concentrazioni fa ipotizzare il traffico come fonte principale di
alterazione della qualità dell’aria in zona che, comunque, visti i risultati, risulta essere
piuttosto buona. Per quanto riguarda gli ossidi d’azoto e il monossido di carbonio
l’andamento delle medie orarie durante il giorno segnala la presenza di una certa
influenza del traffico sulle concentrazioni in atmosfera con punte mattutine e serali. Il
rapporto tra le concentrazioni di benzene e toluene e xileni è abbastanza costante
confermando una certa influenza del traffico sulle concentrazione dei BTX. Non si
notano ulteriori particolari correlazioni tra i parametri”.
50
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
51
6. Identificazione e valutazione degli impatti
Vengono nel seguito identificati e valutati i possibili impatti che la gestione
dell’impianto di trattamento può determinare a carico delle matrici ambientali che
caratterizzano il sito ospite. Le matrici considerate sono quella fisica (atmosfera,
acqua, suolo) e quella socio-economica. Nella valutazione dell’impatto ambientale
vengono individuate le azioni generatrici di impatto e gli effetti primari e secondari
che da queste discendono, e si espongono i criteri di contenimento adottati in sede
progettuale. È opportuno segnalare che, nel caso di impianti in genere, gli impatti sono
valutati per confronto fra la situazione preesistente (“ante operam”) e quella
conseguente alla realizzazione e all’esercizio di nuovi impianti (“post operam”). Il
caso in esame riguarda un’area che è già interessata da attività di smaltimento di rifiuti
speciali pericolosi e non pericolosi, sia da parte della MIDA, sia dalla Salvaguardia
Ambientale (considerando anche il limitrofo impianto di depurazione dei reflui
industriali del C.S.I., il poco distante impianto di trattamento per rifiuti solidi urbani
della Veolià, nonché gli impianti di trattamento rifiuti della Recycling e la discarica
per rifiuti speciali pericolosi di farina di trappeto). Relativamente alla valutazione ante
operam, la particolarità, in questo caso, è dovuto al fatto che l’impianto è esistente ed
operativo, ed il progetto presentato non prevede modifiche sostanziali ma solo un
incremento delle tipologie di rifiuti conferibili. Inoltre queste aree ricadono in una
intera zona destinata ad uso industriale da diversi decenni, per cui la valutazione sarà
effettuata solo sull’impianto esistente. La metodologia di valutazione è stata sviluppata
attraverso le seguenti fasi:
• identificazione delle componenti ambientali coinvolte;
• determinazione delle caratteristiche generali più rappresentative del sito di
impianto e della fase di gestione (lista dei fattori);
• valutazione qualitativa degli impatti elementari a carico delle componenti
ambientali.
Le componenti ambientali maggiormente influenzate dalla gestione dell’impianto
sono:
1. Componenti ambientali naturali:
a. estetica (caratteristiche del paesaggio);
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
52
b. relazioni biologiche (flora, fauna, ecosistemi);
c. ambiente idrico (qualità delle acque);
d. aria ed atmosfera (qualità dell’aria).
2. Componenti ambientali socio-territoriali:
a. uso del territorio;
b. salute pubblica;
c. rumorosità.
Va sottolineato che la componente estetica (caratteristiche del paesaggio) è coinvolta
per l’influenza che l’impianto potrebbe avere sull’aspetto dei luoghi circostanti,
mentre la componente rumorosità è coinvolta in quanto legata alle possibili alterazioni
del fondo sonoro naturale indotte dalla presenza dei mezzi d’opera e dal livello di
incremento del traffico veicolare sul sistema viario esistente. La componente ambiente
idrico (qualità delle acque) è coinvolta a seguito dell’effetto diretto e indiretto che
l’impianto potrebbe avere nei confronti della qualità delle acque presenti nelle aree
coinvolte, soprattutto in relazione alla permeabilità del terreno ed al massimo livello
della falda. La componente aria ed atmosfera (qualità dell’aria) è coinvolta,
soprattutto, per gli effetti causati dalla produzione di inquinanti atmosferici, di polveri
e di odori generati dall’impianto sul contesto reale interessato, effetti mitigati dal
sistema di abbattimento delle emissioni in genere e dalla barriera arborea. La
componente uso del territorio è coinvolta per l’influenza che la gestione dell’impianto
può esercitare sulle caratteristiche d’uso del territorio, mentre la componente relazioni
biologiche è coinvolta in relazione ai possibili effetti sulle realtà ecologiche
preesistenti. Infine, la componente salute pubblica è coinvolta in quanto legata ai
potenziali rischi per le popolazioni residenti nelle vicinanze.
6.1 Paesaggio
L’impianto è inserito all’interno di un’area destinata dal P.R.G. del Comune di
Crotone al Consorzio Nucleo di Industrializzazione. Tale area è in gran parte occupata
da attività industriali delle quali alcune in esercizio e diverse chiuse ed in stato di
abbandono tra cui una discarica per rifiuti speciali pericolosi ed una grossa area in
attesa di bonifica. Le realtà operative più importanti sono la Sasol Italy (settore
chimico), la Biomasse Italia (settore energetico), l’Eni (settore energetico), la Gres
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
2000 (settore manifatturiero), l’impianto della Veolià (settore rifiuti), la Salvaguardia
Ambientale (settore rifiuti), la MIDA (settore rifiuti), ed il depuratore del CNI (settore
rifiuti).
L’impianto della MIDA è comunque posto in lontananza dalla Strada Statale 106 e
non è visibile dalla stessa ma solo dalle aziende vicine, anche se il perimetro aziendale
è ben definito e difficilmente penetrabile alla vista, in virtù del muro di recinzione e
della barriera arborea. In ogni caso, l’incidenza dell’impianto di trattamento
liquidi/fanghi sul paesaggio può essere valutata se viene preliminarmente definita la
“sensibilità” del paesaggio locale, ovvero la misura in cui la qualità del paesaggio di
una determinata zona può variare in seguito alla realizzazione di un nuovo progetto di
trasformazione. In linea generale, si possono definire tre diversi gradi di “sensibilità”
del paesaggio:
1. sensibilità alta: quando un determinato paesaggio possiede caratteri tipologici e
strutturali evidenti ed in buono stato di conservazione: in questo caso un
intervento antropico che non sia rivolto esclusivamente alla tutela delle
53
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
54
caratteristiche già esistenti può incidere in maniera sostanziale sulla struttura
del paesaggio, modificandone le caratteristiche peculiari;
2. sensibilità media: quando un determinato ambito paesaggistico, pur possedendo
ancora caratteri tipologicamente riconoscibili, vede comunque compromessa la
fisionomia originaria da elementi detrattori; tali elementi sono in genere
costituiti da insediamenti recenti e da loro infrastrutture;
3. sensibilità bassa: quando un determinato ambito paesaggistico possiede
caratteristiche tipologiche destrutturate oppure non ha elementi di pregio.
Nel caso in esame, per le ragioni esposte in precedenza, l’ambito paesaggistico
considerato è certamente da attribuire all’ultima classe di sensibilità, essendo già
fortemente antropizzato (uso industriale) e del tutto privo di qualsiasi carattere di
valore paesaggistico.
6.2 Flora, vegetazione e fauna
Dallo scenario descrittivo si evince che nel sito direttamente interessato dal progetto
risulta alquanto modesta, se non nulla, la presenza di specie avifaunistiche sottoposte a
norme di tutela. La gestione dell’impianto non interagisce con unità ecosistemiche
vulnerabili. L’area in questione e quelle circostanti non mostrano caratteristiche di aree
ad elevato valore naturale, nessuna porzione di esse è rimasta allo stato originario, e
non può quindi essere considerata caratterizzata da habitat esclusivi. La destinazione
d’uso dell’intera zona industriale ha completamente sostituito la vegetazione autoctona
e gli habitat naturali ad essa associati, l’area risulta fortemente alterata e non sono
presenti emergenze botaniche. Dunque, la gestione dell’impianto non produrrà
sostanzialmente la scomparsa delle specie animali presenti nell’area vasta, né
realizzerà interruzioni dei corridoi ecologici esistenti, né concorrerà a variazioni
significative delle popolazioni attualmente presenti. Nonostante la prolungata gestione
degli impianti preesistenti, il richiamo e la proliferazione di animali (in particolar
modo ratti, ed insetti) è limitata, anche grazie al servizio di derattizzazione e di
disinfezione di cui l’azienda dispone. La gestione dell’impianto nella configurazione
richiesta determinerà semplicemente il proseguimento nel tempo di tale situazione.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
55
6.3 Ambiente idrico
Per l’impianto non sussistono rischi di scarichi tali da comportare problemi di
contaminazione di acque superficiali e profonde, essendo prevista la separazione
spinta dei diversi tipi di scarico (acque di prima pioggia, reflui trattati, scarichi dei
servizi, ecc.) che comunque confluiscono all’impianto di trattamento acque industriali
del Consorzio Nucleo di Industrializzazione di Crotone tramite tubazioni interrate i cui
punti di collettamento sono prossimi al perimetro aziendale. Questo fintanto che la
pavimentazione venga manutenuta regolarmente, il sistema di stoccaggio mantenga la
sua attuale efficienza e soprattutto tutte le operazioni di scarico del refluo da trattare, il
successivo trattamento e lo scarico nelle condotte del Nucleo di Industrializzazione
avvengano senza perdite alcune. A testimonianza di ciò, si ricordano i risultati della
caratterizzazione del sito che non hanno mostrato segnali di contaminazione nei terreni
ma solo nella falda per un unico parametro (manganese). In ogni caso l’elemento in
superamento non è compatibile con gli elementi maggiormente presenti nei rifiuti in
transito dall’impianto e in più si ricorda che la matrice suolo non è risultata essere
inquinata. Per quanto riguarda il vicino Torrente Passovecchio (alcune centinaia di
metri), si rileva che questo è interamente imbrigliato per tutto il tratto che potrebbe
comunicare con la falda che attraversa il sito, per cui sono modeste le interazioni tra i
due sistemi.
6.4 Aria e atmosfera
Riguardo alla valutazione dell’impatto delle emissioni in atmosfera prodotte
dall’impianto, si segnala che le fonti principali di emissioni sono dovute agli scarichi
dei veicoli impiegati per il conferimento dei rifiuti e per la movimentazione degli
stessi all’interno delle aree di stoccaggio e dalle emissioni dirette (debitamente
autorizzate) dell’impianto. Come eventi straordinari, invece, devono essere considerati
possibili sversamenti di rifiuti durante le operazioni di movimentazione e stoccaggio;
questi eventi possono dare luogo a contaminazioni puntuali delle matrici ambientali
anche se, intervenendo con tempismo, è possibile confinare, contenere e
successivamente rimuovere il rifiuto sversato. Si segnala che tali procedure sono
gestite per come indicate nel sistema di gestione ambientale (UNI EN ISO
14001:2004). Ovviamente queste sono situazioni di emergenza che possono verificarsi
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
56
durante l’operatività dell’impianto, ma non sono assolutamente previste dalle attività
dello stesso. Infatti, soprattutto nel caso di stoccaggio di rifiuti pericolosi, sono previsti
conferimenti in taniche e cisterne a tenuta ed omologate per rifiuti pericolosi. In ogni
caso, qualora dovessero accadere sversamenti esterni che possano interessare la zona
di ricezione, è presente la pavimentazione industriale in cls, che, tramite opportune
pendenze, colletta il tutto verso griglie di raccolta collegate direttamente con
l’impianto. Qualora dovessero accadere sversamenti interni, invece, sono presenti
pozzetti ciechi, opportunamente dislocati in base alle pendenze della pavimentazione,
che ne garantiscono la raccolta. Successivamente, mediante pompaggio, i rifiuti liquidi
accidentalmente sversati vengono quindi raccolti ed inviati a trattamento
nell’impianto. Le emissioni legate direttamente alle attività dell’azienda sono
comunque gli odori che si sprigionano durante i processi chimico fisici che avvengono
nei reattori. Questi vengono opportunamente captati ed inviati al sistema di
abbattimento come descritto nei paragrafi precedenti e nella relazione tecnica
depositata in AIA. Data la destinazione d’uso di tutta la zona industriale, è difficile
stabilire l’influenza di ogni singolo impianto nei vari punti di ricaduta degli inquinanti
che possono aerodisperdersi, a causa della presenza di altri impianti (quali ad esempio
la Gres, l’impianto di trattamento rsu di Ponticelli, la MIDA, la Biomasse Italia il
depuratore del Consorzio, ecc.) lungo le direttrici dei venti predominanti, mancando a
tal proposito studi e dati ufficiali. In ogni caso, le indagini precedentemente
menzionate hanno evidenziato un buon livello della qualità dell’aria, segnalando dei
superamenti delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici in concomitanza con le
ore di punta del traffico della vicina S.S.106 e quindi ad esso attribuibili. Un problema
risiede nella alta carenza infrastrutturale che caratterizza la Provincia di Crotone,
infatti tutto il sistema dei trasporti è prevalentemente su gomma dato che la linea
ferroviaria ionica è a monorotaia e non elettrificata, il porto ad uso industriale è
scarsamente utilizzato a causa di problemi di fondale basso e l’aeroporto non è adibito
a scalo merci e spesso resta in stato di fermo. Si può intuire che la S.S. 106 è una
strada ad altissima intensità di traffico e quindi di inquinamento, inoltre come fattore
ulteriormente aggravante bisogna considerare che il traffico è sopportato da una unica
corsia per senso di marcia e quindi si tratta di traffico intenso e lento.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
57
6.5 Usi del suolo
Si è già segnalato in precedenza che, secondo gli strumenti urbanistici, l’intera area
che ospita il sito è destinata ad uso industriale, per cui il territorio è altamente
degradato per tutte le interazioni tra le aziende presenti e le matrici ambientali con le
quali interagiscono. In ogni caso la MIDA ha predisposto un piano per la bonifica del
sito per la fase di chiusura attività come precedentemente detto (Allegato M cit.).
6.6 Ambiente socio-economico e salute pubblica
La gestione dell’impianto comporta come effetto diretto un significativo impatto
positivo sulla componente occupazionale in quanto operano addetti suddivisi in più
turni lavoro, inoltre l’impianto grazie alla sua attività contribuisce allo smaltimento dei
rifiuti in assolute condizioni di sicurezza ambientale e nel pieno rispetto normativo.
Per quanto riguarda la salute pubblica, in generale, non si riscontrano impatti di
rilievo, mentre risultano possibili incidenti vari a carico dei lavoratori che si potranno
prevenire attraverso l’impiego di maestranze specializzate e, comunque, osservando
scrupolosamente quanto previsto dalla normativa del settore antinfortunistico, per
come indicato nel documento aziendale sulla valutazione dei rischi redatto secondo il
D. Lgs. 626/1994 e s.m.i.. Si precisa che il documento è in fase di revisione per essere
adeguato al D. Lgs. 81/2008 (e norme attuative).
6.7 Rumori
Come precedentemente menzionato, la zona industriale non è stata ancora sottoposta a
zonizzazione acustica dal Comune di Crotone, per cui vale il limite massimo di 70 dB.
La MIDA ha fatto eseguire uno studio sulle emissioni acustiche degli impianti
(Allegato F cit.) dal quale si evince il non superamento dei limiti previsti.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
58
6.8 Conclusioni
Nei quadri di riferimento di cui consta il presente Studio Preliminare di Impatto
Ambientale sono stati documentati e valutati i potenziali impatti generati dall’attuale
impianto nel contesto socio-economico ed ambientale. Come è possibile evincere da
quanto esposto, il sito ricade, secondo il P.R.G. del Comune di Crotone, in:
• Tavola P4, area destinata al Nucleo di Industrializzazione di Crotone (art. 19
comma 5 del testo);
Nel Piano del Nucleo di Industrializzazione di Crotone, l’area che ospita l’impianto
oggetto di valutazione è indicata come:
• Tavola 6, Zona A1 - all’interno di tali aree sono ammesse
costruzioni per lo svolgimento di attività artigianali, produttive e di servizio,
concessionarie di macchinari, veicoli industriali ed autoveicoli con officine
annesse (articolo 2 delle Norme di Attuazione del Piano).
L’area che ospita l’impianto è quindi quella ottimale per questo genere di attività. Non
sono presenti aree significativamente urbanizzate ad una distanza inferiore ai 3000 m
dal sito. Non sono presenti aree di particolare pregio storico-culturale, archeologico o
di interesse a fini turistici: questi ultimi si collocano essenzialmente lungo la costa a
partire dalla città di Crotone (che dista circa quattro chilometri dall’impianto) in
direzione sud. Il sito non interessa il perimetro di Zone a Protezione Speciale, aree
I.B.A. (Important Birds Area), né altra forma di area vincolata ai sensi della normativa
di tutela paesaggistica vigente. Il sito è già occupato da circa venti anni da attività di
smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, da tempo monitorate con attenzione,
che non hanno mai prodotto significativi impatti sulle matrici ambientali nei territori
limitrofi. Alla idoneità del sito, si affiancano le caratteristiche tecniche dell’impianto
che in pratica non ha interazioni dirette con l’ambiente esterno. Infatti, i conferimenti
avvengono direttamente nell’impianto nel caso di autocisterne oppure tramite
sversamento di taniche e cisternette in pozzetti confinati collegati con l’impianto, la
lavorazione avviene all’interno del fabbricato in appositi reattori e lo scarico avviene
direttamente nelle condotte del Nucleo di Industrializzazione. Da sottolineare, inoltre,
la ricaduta positiva dal punto di vista socio-economico sul territorio, in termini di
servizi resi alla collettività (smaltimento dei rifiuti) e di sviluppo dell’occupazione. In
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
59
definitiva, la stima dei principali impatti indotti dall’impianto ed eventualmente
dall’autorizzazione a trattare i nuovi codici C.E.R. richiesti, nonché le interazioni
individuate tra i predetti impatti con le diverse componenti e fattori ambientali, anche
alla luce degli interventi di minimizzazione degli impatti stessi, permettono di
concludere che l’opera in oggetto risulta compatibile con il sistema paesistico-
ambientale analizzato.
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
60
BIBLIOGRAFIA • Piano Regionale Gestione Rifiuti Regione Calabria 2007 – a cura del
Commissario delegato per l’emergenza ambientale nella Regione Calabria; • Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti A.T.O. n° 3 – a cura della
Provincia di Crotone - Assessorato Ambiente – Pianificazione Territoriale; • PTCP Provincia di Crotone – documento preliminare – a cura della
Provincia di Crotone; • PRG del Comune di Crotone – a cura del Consiglio Comunale del Comune
di Crotone; • Piano del Consorzio di Industrializzazione di Crotone – a cura del
Consorzio di Industrializzazione del Comune di Crotone; • Rapporto APAT 2007; • L’andamento economico della provincia di Crotone - Osservatorio
economico POLOS 2008 - dodicesima edizione – a cura della Camera di Commercio di Crotone;
• Crotone – Storia, Cultura, Economia - (Rubbettino Editore); • Relazione geologica e geotecnica per la realizzazione di un capannone nella
zona industriale - a cura del Dott. Geol. Giuseppe Le Pera; • Relazione tecnica impianto di trattamento/recupero di rifiuti speciali non
pericolosi e pericolosi – a cura della MIDA Srl; • Piano di caratterizzazione delle aree MIDA Srl – a cura della V&V
Consulting Srl; • Caratteristiche diffusive dei bassi strati dell’atmosfera – Regioni
Basilicata e Calabria – a cura dell’ENEL sui dati meteorologici dell’Aeronautica Militare di Crotone (periodo di osservazione 1951-1991);
• Relazione qualità aria Agosto 2007 MIDA Srl – a cura della V&V Consulting Srl;
• Studi qualità dell’aria condotti dalla Ecocontrol Srl;
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
61
Allegato A
Lettera di richiesta annullamento sospensiva a cura del Prof. Avv. Pasquale Giampietro e parere Consiglio di Stato
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
62
Allegato B
Tavole estratte dal PTCP
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
63
Allegato C
Autorizzazioni vigenti
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
64
Allegato D
Estratto Tavola P4 del PRG di Crotone
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
65
Allegato E
Estratto Piano CSI di Crotone
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
66
Allegato F
Studio di zonizzazione acustica
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
67
Allegato G
Validazione risultati ARPACAL
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
68
Allegato H
Certificazioni UNI EN ISO
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
69
Allegato I
Elenco C.E.R. autorizzati ed elenco C.E.R. per i quali è richiesta integrazione
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
70
Allegato L
Planimetria impianto
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
71
Allegato M
Certificazione sulla qualità dell’argento recuperato
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
72
Allegato N
Calcoli per il dimensionamento dei bacini di contenimento
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
73
Allegato O Monitoraggi aria
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
74
Allegato P Rifiuti prodotti dall’impianto
V&V Consulting Srl Studio Preliminare di Impatto Ambientale impianto trattamento liquidi/fanghi MIDA Srl
75
Allegato Q Criteri generali per la caratterizzazione e la bonifica di post chiusura impianto