Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
Di.Fo.In.Fo Connessione ecologica di fontanile in fontanile
nell’est milanese
PROGETTO DETTAGLIATO
Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi
Università di Milano IRSA-CNR
Legambiente Lombardia
Comune di Pantigliate Comune di Peschiera Borromeo
Comune di Rodano
Comune di Vignate
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Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
INDICE
SINTESI 3
CONTESTO PROGETTUALE 5
ANALISI DEL BISOGNO, AMBITO DI INTERVENTO 5
OBIETTIVI DEL PROGETTO 11
STRATEGIE DI INTERVENTO 13
AZIONI 16 1 - AZIONE: STUDIO ANALITICO 16 2 - AZIONE: STUDIO APPLICATO E PROGETTAZIONE, FATTIBILITA’ INTERVENTI 23 3 - AZIONE: PARTECIPAZIONE, PIANO DELLA COMUNICAZIONE 32
METODI DI VERIFICA DEI RISULTATI 37
CRONOPROGRAMMA 40
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Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
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SINTESI Il progetto parte dalla considerazione che il sistema dei fontanili lombardi, e in
particolar modo di quelli milanesi, rappresenta una rete ecologica diffusa capillarmente sul territorio agricolo. Tale sistema è inoltre strettamente associato al sistema della viabilità rurale, al sistema di formazioni vegetali longitudinali, ai boschi, alle piccole
aree depresse marginali, poco funzionali alla coltivazione. Aumentando la loro connessione con un piano di governo e di gestione adeguato si darà la possibilità alle
specie vegetali e animali autoctone che caratterizzano gli ambienti source di colonizzare nel tempo (in modo del tutto spontaneo) i nuovi ambienti e/o gli ambienti riqualificati, impedendo nel contempo l’espandersi delle specie alloctone.
Attualmente l’ostacolo più grande per la valorizzazione di sistemi locali di fontanili è legato al problema della manutenzione e alla corretta gestione. Molto spesso la
riqualificazione delle teste rischia di restare fine a se stessa data la mancanza di adeguate indicazioni sulla manutenzione e sulla gestione del fontanile stesso, il cui costo potrebbe essere sostenuto dai proprietari (come avveniva in passato) solo se
fosse presente una motivazione economica (ad esempio l’uso dell’acqua del fontanile a fini agricoli).
La realizzazione di sistemi ambientali di connessione tra fontanili, o la riqualificazione ecosostenibile e funzionale di sistemi preesistenti, rappresentano un elemento importante in chiave paesaggistica, ecologica ma anche economica. Si pensi alle
esternalità negative prodotte dall’inquinamento e dal prosciugamento dei fontanili e al valore economico della ricomposizione del paesaggio agrario rispetto ai fenomeni di
degrado ambientale. Ma anche, ad esempio, al possibile uso irriguo delle acque per la valorizzazione di filiere agricole di prossimità o di nicchia legate alla riscoperta di alcuni prodotti tradizionali, alla diversificazione delle colture, in particolare delle
produzioni orticole, all’allevamento di specie ittiche di pregio (magari di specie endemiche e rare), all’educazione ambientale, al turismo rurale, ecc.
La connessione con i temi di fabbisogno alimentare rappresenta un importante argomento su cui può potrà essere inserito il recupero dei fontanili e l’uso delle loro acque per fini alimentari. La corretta gestione dei fontanili è inoltre legata
inscindibilmente alla qualità delle acque, e dunque alla sicurezza e disponibilità alimentare (temi Expo 2015).
Il progetto parte dalla considerazione che il sistema dei fontanili è di per se stesso una rete ecologica, con teste ricche di biodiversità (sources), con gangli e con sink, il tutto
connesso da una rete capillare di corridoi ecologici più o meno efficaci, rappresentati dalle aste e dai canali. Il biotopo fontanile, considerato nel contesto del “deserto agricolo” imposto dall’attuale
economia di mercato un vero e proprio hotspot di biodiversità, ha una storicità imprescindibile legata alla formazione ed evoluzione del paesaggio agrario lombardo.
In sintesi, la strategica collocazione a sistema di zone umide e strutture lineari acquatiche, accompagnate dalla presenza di fasce arboreo-arbustive, può far conseguire il triplice risultato di evitare la scomparsa di specie rare, rafforzare la fauna
più funzionale alle attività agricole e migliorare il paesaggio tradizionale. Contraddistinti da una testa di acqua risorgiva, da un’asta e da un ambito ripariale
provvisto di dotazione arboreo-arbustiva, i fontanili presentano sia la caratteristiche delle zone umide (in grado di concorrere al ricovero e alla riproduzione della biodiversità) che quelle degli elementi idrici lineari (atte a garantire la vitalità e la
mobilità delle specie ittiche, anfibie, entomologiche e avicole, sia nidificanti che svernanti).
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Ciononostante, potrebbero essere valorizzati ulteriormente in una logica di scala vasta, se orientati a costituire un sub-sistema complementare e integrabile a quello
già individuato dalla rete ecologica, entrando organicamente in sinergia con altri elementi costitutivi del sistema, specie in prossimità di ambiti critici del territorio
milanese, contraddistinti da un elevato grado di sviluppo urbano e da un’agricoltura poco diversificata. I fontanili sono il ponte ecologico di sistemi vasti e complessi come
le aree protette tra Ticino e Adda. La programmazione territoriale considera già oggi i fontanili nei propri strumenti
operativi, ma è necessario fare emergere la necessità di una regolamentazione sovralocale per il corretto recupero e la futura gestione della risorsa. I fontanili messi
in rete, secondo le linee guida che verranno elaborate nel contesto di questo studio, diventano efficaci elementi di contrasto al consumo di suolo nonché vettori di biodiversità.
La presenza di un reticolo irriguo capillare e dei fontanili rappresenterà l’elemento strutturale attorno a cui articolare e radicare nel territorio sistemi ambientali di
connessione a differenti livelli di complessità. Lo studio creerà le condizioni di fattibilità tecnica-ambientale, politico-sociale, giuridica-amministrativa affinché sistemi di connessione tra fontanili possano essere realizzati nell’ambito della prossima
programmazione regionale. La scelta delle aree si orienterà in una precisa direzione volta a tradurre i contenuti dello Studio all’interno della fattibilità degli interventi.
Il capofila è la Legambiente Lombardia Onlus. I partner sono: Provincia di Milano, Università degli Studi Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie e
Ambientali. Produzione, territorio, agroenergie; l’IRSA – CNR e il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi. Le azioni si sviluppano dal 17 giugno 2013 al 17
gennaio 2015 per un totale di 19 mesi. Il costo complessivo del progetto è di euro 204.552, il contributo della Fondazione è pari a 112.720 euro, il 55,11% del costo totale.
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CONTESTO PROGETTUALE
Analisi del bisogno, ambito di intervento
In un contesto territoriale come quello milanese,
caratterizzato da una forte pressione antropica, gli elementi della rete ecologica assumono una
configurazione di tipo puntuale-lineare, articolandosi essenzialmente in habitat favorevoli per le specie (spesso interferiti e circondati da condizioni
ambientali disfunzionali o avverse) e in corridoi connettivi, entro cui la fauna può trasferirsi da un
habitat all’altro. La funzionalità della rete ecologica provinciale si affida, pertanto, a quelle unità ambientali in grado di garantire le
funzioni essenziali per la vitalità biologica: suoli fertili, aree coltivate e singole unità ambientali, con caratteristiche di naturalità sufficienti al mantenimento per popolazioni di specie animali e vegetali. Un ruolo fondamentale nel sistema ecologico è svolto dalle
aree protette, che comprendono unità ambientali di rilevanza intrinseca, caratterizzate da elementi di elevata naturalità quali foreste, corsi d’acqua, lanche fluviali, zone
umide, prati polifiti e altri habitat caratterizzati da rilevante biodiversità o abitati da particolari specie poste sotto tutela.
Nel territorio milanese, delimitato a est e a ovest dai fiumi Adda e Ticino, gli omonimi parchi naturali regionali costituiscono gli elementi fondanti della biodiversità. In
particolare, nel secondo è compresa la maggior estensione territoriale di habitat biodiversi di livello macroregionale (SIC e ZPS) presenti nella provincia. Il mosaico milanese delle aree protette istituite è variamente articolato e comprende quattordici
SIC, cinque parchi regionali (Parco del Ticino, Parco Adda Nord, Parco Agricolo Sud Milano, Parco delle Groane e Parco Nord), cinque riserve naturali, diciassette Parchi
Locali di Interesse Sovracomunale, nonché venti Oasi di Protezione e undici Zone di Ripopolamento e Cattura, espressamente orientate alla tutela faunistica, ai sensi della legge regionale venatoria N. 26/93. A queste si aggiungono alcune zone diversamente
vincolate ed aree oggetto di azioni di rinaturalizzazione ambientale, di iniziativa sia pubblica che privata. Alla funzionalità della rete ecologica concorrono anche i gangli di
naturalità in contesti antropizzati, che funzionano da serbatoi faunistici, essendo legati ad elementi lineari di connessione ecologica, terrestri e acquatici, senza i quali le specie potrebbero vedere limitata o addirittura negata la possibilità rinnovare le
popolazioni locali. Con le matrici di naturalità protette a fungere da serbatoi per il resto del territorio,
ogni habitat, integrato in una logica sistemica in base a peculiarità intrinseche o alla strategicità della propria collocazione spaziale, può concorre ad apportare benefici all’equilibrio ecologico in ampia scala.
Normalmente, gli ecosistemi di area vasta includono distinti usi del suolo. Tale eterogeneità configura eco-mosaici complessi che, se interconnessi secondo una
precisa strategia di conservazione e riequilibrio naturalistico, possono diversamente concorrere al potenziamento del sistema ecologico complessivo e, parallelamente, essere da questo a loro volta valorizzati, generando un mutuo effetto moltiplicatore.
La funzionalità di una rete ecologica dipende anche dalla capacità di individuare per tempo gli elementi di pressione antropica e impatto ambientale capaci di pregiudicarne
gli elementi portanti, in modo da poter progettare idonee contromisure. In
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quest’ottica, si palesa la rilevanza del ruolo dei corridoi ecologici, tanto più determinante, quanto più un territorio ospita la presenza di barriere e linee di
frammentazione. I punti di maggiore criticità ecosistemica sono rappresentati dalle interferenze delle
infrastrutture lineari e dall’espansione dell’urbanizzato, accompagnata da processi di dismissione delle attività agricole.
Per governare tali processi in modo da garantirne la sostenibilità ambientale, è necessario mappare il grado di resistenza, resilienza e fragilità1degli habitat che concorrono al mantenimento della biodiversità, al fine di tutelarli e predisporne
l’eventuale rafforzamento per mezzo di interventi di rinaturazione e/o la predisposizione di fasce tampone, atte a schermare le pressioni esogene che ne
minacciano l’integrità. Parallelamente, è fondamentale formulare una politica di salvaguardia, mirata alla funzionalità del sistema connettivo, da conseguire non solo attraverso la deframmentazione e il mantenimento dei corridoi lineari e delle direttrici
di permeabilità esistenti, ma anche con l’individuazione di nuovi elementi di livello locale (rete ecologica comunale) e sovralocale, adatti a facilitare lo spostamento delle
specie sia per via terrestre che acquatica. Se gli interventi di rafforzamento ambientale implicano un saggio utilizzo delle risorse
destinate a compensare gli impatti addotti dalle singole opere, va purtroppo evidenziato che, nell’area metropolitana milanese, in prossimità delle maggiori
interferenze, gli elementi individuati dalle reti ecologiche regionali e provinciali risultano progressivamente ed inesorabilmente ridotti o depotenziati dall’effetto cumulativo degli impatti, come nel caso del corridoio di terra tra il PLIS del Lura e il
Parco delle Groane tra i Comuni di Lainate, Rho ed Arese (già intensamente urbanizzati e recentemente coinvolti in grandi progetti infrastrutturali e di
riqualificazione di ampi ambiti industriali dismessi). Le azioni mitigatrici e compensative, per essere efficaci, dovrebbero sempre più innestarsi in una logica sistemica sovraordinata ma, in territori in cui la pressione
antropica ha già superato certe soglie, non sempre ciò risulta possibile o sufficiente. Per questo motivo, è opportuno introdurre ulteriori strategie a sostegno della rete
ecologica, attraverso l’individuazione e la strutturazione di potenziali sistemi ecologici accessori e funzionali ai suoi obiettivi.
Il presente progetto, focalizzando l’attenzione sulla salvaguardia, la riqualificazione e la valorizzazione sistemica dei fontanili, elementi del
territorio in grado di svolgere una funzione naturalistica, dalla scala locale a quella sovraordinata, può concorrere organicamente all’obiettivo di bilanciare le interferenze prodotte dall’espansione dei sistemi urbani e infrastrutturali
sul sistema ecologico, contribuendo a rinaturalizzare biotopi in aree a rischio o degradate e a rafforzare la capillarità del sistema connettivo.
La Provincia di Milano fu per secoli il territorio lombardo che più di altri basò la propria
economia, prevalentemente agricola, sulla presenza capillare dell’acqua: dai fiumi che la attraversano, ai Navigli, al canale Villoresi, al Canale Muzza, per arrivare alla
1 La fragilità esprime la facilità con cui il sistema può arrivare a modifiche irreversibili di stato a seguito di un qualche disturbo; la
resilienza esprime la capacità di un sistema ambientale di ritornare allo stato iniziale dopo aver subito un disturbo; la resistenza indica la capacità dell’ecosistema di resistere ed adattarsi al disturbo.
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miriade di fontanili e piccole rogge che, puntualmente ma capillarmente, permettevano ai prati stabili, alle messi di grano e d’orzo di crescere rigogliosamente.
La ricchezza d’acqua del reticolo irriguo è tutt’oggi uno degli elementi strutturanti del territorio della Provincia di Milano, ma anche della pianura lombarda in generale,
insieme alla viabilità rurale, ai nuclei cascinali, all’equipaggiamento vegetale della campagna.
PROVINCIA ATTIVI INATTIVI INTERRATI NON
ACCESSIBILI
NON
ESISTENTI
Bergamo 145 26 5 7 23
Brescia 158 22 3 6 22
Cremona 239 1 1 4
Lodi 14 1 6
Milano 292 99 9 359
Mantova 24 3 3
Pavia 106 13 6 25 26
Verona 2
Totale 980 165 14 48 443
Progetto Fon.Te.Regione LombardiaDir. Gen. Agricoltura
www.agricoltura.regione.lombardia.it
Distribuzione dei fontanili in Regione Lombardia; è evidenziata la Provincia di Milano. Da: progetto FonTe, www.regionelombardia.it
Il reticolo irriguo derivato dai fontanili ha segnato morfologicamente per secoli il
territorio rurale e lo ha reso altamente efficiente e produttivo, ancor prima della presenza della grande capacità gestionale irrigua espressa ad oggi dai Consorzi di
Bonifica e Irrigazione. In questo contesto i fontanili hanno una storia secolare legata alla pratica agricola ed irrigua e sono diventati elementi costituenti del paesaggio agrario lombardo. Nel corso
degli ultimi decenni, se da una parte i fontanili hanno via via perso la loro importanza economica e strategica nell’ottica di un’agricoltura “moderna” di tipo intensivo,
dall’altraquesti biotopi sono stati rivalutati per la loro importanza culturale, storica, paesaggistica ed ecologica.
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All’inizio del XX secolo i fontanili presenti e attivi sul territorio provinciale erano circa 700. Le innovazioni tecnologiche in agricoltura, l’industrializzazione e l’urbanizzazione
del territorio, che cambiarono la struttura del paesaggio lombardo ed in particolar modo di quello milanese, causarono un depauperamento delle falde freatiche, un
abbassamento dei loro livelli ed una graduale abbandono dei fontanili. Dall’inizio del XX secolo ad oggi, più della metà di questi biotopi è andato scomparendo, anche se
qua e là alcune tracce della loro presenza sono ancor oggi evidenti.Da un recente studio (progetto FonTE, 2008-11, Regione Lombardia) è emerso che, di quelli ancor oggi attivi (circa 300),caratterizzati dalla presenza di acqua per periodi dell’anno più o
meno lunghi, più della metà sono in forte stato di abbandono.
Dal punto di vista ecologico, i fontanili costituiscono
ambienti estremamente ricchi di specie all’interno di un territorio caratterizzato da un forte grado di antropizzazione, dove l’urbanizzazione
el’industrializzazione sottraggono suoloutile all’agricoltura e diffondono inquinanti e la stessa agricoltura tende ad
“omologare” le culture; in questo contesto, i fontanili rappresentano ancor oggi dei veri “baluardi” di biodiversità. Numerosi studi hanno dimostrato che questi
biotopi rappresentano dei piccoli hotspot capillarmente localizzati nel territorio, caratterizzatidacomponenti
floristiche e faunistichepeculiari: le acque cristalline e le condizioni di microtermia estiva delle acque affioranti dal
sottosuolo permettono infatti la colonizzazione da parte di specie sensibili e
stenoterme, generalmente presenti nei medi tratti fluviali e, in alcuni casi, “relitti” delle ultime ere glaciali (ad esempiole diatomee tipo Campylodiscus
hibernicus,utilizzate nei carotaggi petroliferi come “marcatori” per il riconoscimento dei periodi glaciali).
A conferma della peculiarità di questi biotopi e
dell’importanza ecologica che rivestono, i fontanili sono riconducibili ad habitat naturali di interesse comunitarioai
sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE): possono infatti essere considerati“tratti di corsi d’acqua a dinamicaseminaturale (letti minori, medi e maggiori) in cui
la qualità dell’acqua non presenta alterazioni significative”, in particolare “corsi d’acqua delle pianure con vegetazione del
Ranunculion fluitantise Callitricho-Batrachion” (Direttiva 92/43/CEE, Allegato I, sezione 32). Alcune specie presenti
nei fontanili sono elencate nell’Allegato II della Direttiva Habitat come “specie animali e vegetali d'interesse
comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di
conservazione”: ad esempio, pesci qualiChondrostoma genei,Telestesmuticellus(in precedenzaLeuciscussouffia), Cobitis taenia, Sabanejewia larvata, Cottus gobio,o i più
localizzati ed in via di estinzione Lethenteron zanandraei (lampreda padana),Austropotamobius pallipesed Austropotamobiusitalicus (gambero di fiume). Sono presenti anche specie ittiche endemiche rare, come Knipowitschiapunctatissima
o, fra gli invertebrati, le libelluleOphiogomphus cecilia e Oxygastra curtisii. Oltre agli
Campylodiscus hibernicus
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organismi strettamente acquatici, la fauna che colonizzale fasce vegetali riparie dei fontanili è considerata strategica per la bioconservazione a livello comunitario, in
quanto vi fanno parte alcune specie di chirotteri, uccelli, rettili, anfibi ed insetti riportati negli allegati II e IV della Direttiva Habitat.
Il sistema dei fontanili, ricco in biodiversità e inserito in un contesto “difficile” come la Provincia di Milano, costituiscepotenzialmente un elemento chiave per connettere le
aree centrali, più compromesse in quanto prossime alla città di Milano, con le aree periferiche, caratterizzate a sud dal Parco Agricolo Sud Milano, ad ovest dal Parco del Ticino e ad est dal Parco dell’Adda (Nord e Sud). In particolare, due grandi nuclei
fontanilizi ancora attivi sono presentirispettivamente a ovest e a est di Milano, separati da un’area centrale comunque costellata di fontanili, seppur in maggior stato di
degrado.
Tale sistema, opportunamente ripristinato, potrebbe essere interconnesso con altre bio-sorgenti presenti sul territorio, come i boschi, le aree ZPS e SIC, i parchi regionali
fluviali, gli elementi della RER attraversole vie d’acquacostituite dai sistemi di rogge e canali, costituendo così una rete capillare utile alla diffusione di specieattualmente
confinate in singoli fontanili e al passaggio di organismi all’interno di un territorio così densamente antropizzato. La Direttiva Habitat stabilisce, infatti, che (art. 10): “Laddove lo ritengano necessario, nell’ambito delle politiche nazionali di riassetto del
territorio e di sviluppo, e segnatamente per rendere ecologicamente più coerente la rete Natura 2000, gli Stati membri si impegnano a promuovere la gestione di elementi
del paesaggio che rivestono primaria importanza per la fauna e le flore selvatiche. Si tratta di quegli elementi che, per la loro struttura lineare e continua (come i corsi d’acqua con le relative sponde, o i sistemi tradizionali di delimitazione dei campi) o il
ruolo di collegamento (come gli stagni e i boschetti) sono essenziali per la migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico delle specie selvatiche”.
Il territorio ad est di Milano è decisamente più frazionato ed ecologicamente disconnesso a causa della più vasta ed articolata urbanizzazione, il che rende più complessa la progettazione di biocorridoi funzionali. Nel corso degli ultimi venti anni
molti sono stati gli interventi per riconnettere il territorio agrario attraverso sistemi lineari con carattere di biocorridoi. Recepimenti di direttive e regolamenti comunitari,
come ad esempio i Reg. CEE 20-78 e 20-80/92, hanno determinato un certo ripristino della complessità al paesaggio rurale, incrementando il numero di filari e di boschi in pianura. Alcuni studi condotti dalla Facoltà di Agraria e dal Dipartimento di Biologia
dell’Università degli Studi di Milano hanno però rilevato che questi interventi, sebbene positivi dal punto di vista paesaggistico, non sono stati in grado di favorire la
ricolonizzazione di alcune specie forestali. Questo perché i nuovi biocorridoi non sono stati adeguatamente connessi ad aree source di biodiversità.
Mentre a ovest dell’area metropolitana il Parco del Ticino rappresenta uno degli
ecosistemi più integri e biodiversi dell’intera pianura Padana. L’ultimo censimento ha posto in evidenza l’enorme potenziale ecologico del Parco con le sue 52 specie di
pesci, 10 di anfibi, 14 di rettili, 105 di uccelli nidificanti e 127 di non nidificanti, 53 specie di mammiferi, con taxa rari o rarissimi inseriti in allegato II e IV della direttiva
Habitat. Ben 6 specie ittiche e 2 anfibi sono endemiche della pianura Padana. Seguono un altissimo numero di specie di insetti, di crostacei, di funghi, di licheni , di muschi, pteridofite e di fanerofite anch’essi, sebbene in minor misura, inseriti in Direttiva
Habitat.
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I due Parchi dell’Adda, quello Nord e quello Sud, differenti dal Parco del Ticino per dimensione e complessità, presentano anch’essi ricchezza di specie, sia vegetali che
animali.Tra gli animali le specie di pesci sono una quarantina, 10 quelle di anfibi, 12 di rettili, oltre 100 sono le specie di uccelli tra quelli nidificanti e quelle non nidificanti ed
i mammiferi presentano ben 43 specie con interessanti popolazioni di tassi e puzzole.La sfida progettuale consiste nell’individuare modelli di multifunzionalità del
sistema dei fontanili nel territorio, dove la conservazione e la valorizzazione delle reti ecologiche si integrino con le attività produttive agricole in modo sostenibile
e sinergico, riproducibili su vasta scala.
A tal proposito nella realizzazione dello
studio di fattibilità saranno coinvolti diversi portatori d’interesse locali, che svolgono attività economiche e sociali
legate ai fontanili. La partecipazione di agricoltori, associazioni,
amministrazioni comunali, permetterà di proporre soluzioni di miglioramento ambientale condivise che possano
garantire al contempo uno sviluppo economico nel territorio e una efficace
connessione ecologica.
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OBIETTIVI DEL PROGETTO
Il progetto 100 fontanili si propone di valorizzare un biotopo particolare ed unico,
caratteristico del territorio provinciale e del suo paesaggio agrario tradizionale, elevandolo, da semplice habitat e singolo componente del paesaggio, a sistema di vari
habitat interagenti, in grado di relazionarsi ed integrarsi con la strategia della rete ecologica, contribuendo sia al suo ampliamento fisico che al suo complessivo rafforzamento funzionale.
Se gli orientamenti strategici per l’individuazione, la salvaguardia e l’implementazione della Rete Ecologica Regionale sono finalizzati a garantire la continuità territoriale della
connettività tra i biotopi più adatti alla proliferazione e alla conservazione della fauna, a contribuire a diversificare l’ecomosaico agricolo e a rafforzare le fasce ecotonali, allora i fontanili possiedono, da un punto di vista naturalistico, i migliori requisiti per
integrarsi a pieno titolo nel sistema.
Coerentemente con le finalità del bando, la presente proposta ha come obiettivo generale quello di contribuire al potenziamento del patrimonio naturalistico e al mantenimento della biodiversità nella provincia di Milano, rafforzando la rete ecologica
costituita dal sistema dei fontanilidalla scala locale a quella regionale.
Tali sistemi, una volta realizzati, daranno un contributo prezioso per: salvaguardare e ripristinare - laddove possibile - i biotopi distintivi del territorio
milanese, sia in termini idrogeologici che naturalistici; moltiplicare le steppingstone; rafforzare la connettività ecologica nelle aree più critiche con interventi mirati di
rinaturazione; conformare fasce ecotonali e moltiplicare gli habitat idonei alle diverse specie,
implementando la dotazione naturalistica del territorio provinciale; tutelare e rafforzare la continuità territoriale degli ecosistemi più adatti alla
proliferazione e alla conservazione della fauna e più significativi in termini di
biodiversità e di funzionalità sistemica; produrre ricadute positive sulla conservazione e il ripristino del paesaggio
agrario tradizionale e della funzionalità produttiva delle attività multifunzionali agricole che ivi si svolgono e che ricoprono un ruolo determinante nel mantenimento della continuità degli elementi della Rete Ecologica.
I cambiamenti che il progetto intende produrre riguardano più aspetti: quello ecologico
e naturalistico, l’ambito delle policies regionali, l’ambito scientifico e della condivisione delle conoscenze e del know-how, quello della sensibilizzazione dei portatori di interesse e del più vasto pubblico dei cittadini.
Nello specifico attraverso lo studio si intende:
Valorizzare il patrimonio di conoscenze e dati accumulati negli anni dai partner del progetto, mettendoli a sistema e rendendoli fruibili a tutti gli operatori interessati: attualmente tale patrimonio è disperso e parcellizzato su più attori
(Regione, Provincia, Università, Consorzi irrigui, proprietari e aziende agricole). Il progetto, tra i suoi primi output intende mettere a sistema tale patrimonio e
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metterlo a disposizione di chiunque ne abbia bisogno (creare un database unico e una cartografia più completa, es. la produzione di una più accurata carta
provinciale degli habitat potenzialmente adatti ad essere connessi attraverso il sistema dei fontanili, sulla base della metodologia europea.
Individuare metodologie di riqualificazione e messa in rete dei fontanili
replicabili su area vasta.
Influire sulle politiche di pianificazione territoriale e sulla programmazione
regionale in ambito rurale, a partire dal supporto che il progetto potrebbe dare alla ri-definizione delle misure legate ai fontanili del prossimo PSR (ex-misura
216).
Consolidare il ruolo multifunzionale dell’agricoltore nella custodia del sistema
territoriale centrato sui fontanili.
Favorire l’unicità del biotopo fontanile (testa) mantenendo la vocazione produttiva agricola (asta).
Migliorare la capacità progettuale e gestionale dei proprietari e dei gestori che operano nella riqualificazione.
Migliorare l’efficienza nella gestione del sistema idrico del Villoresi.
Aumentare la consapevolezza del valore del sistema dei fontanili lombardi.
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STRATEGIE DI INTERVENTO
Lo studio di fattibilità “100 fontanili dall’Adda al Ticino” si fonda su una modalità di lavoro individuabile come un
“percorso di progettazione partecipata” tra enti competenti nella gestione del territorio e in particolare sul tema “acque” e soggetti plurimi di natura privata,
interessati per motivazioni differenti al recupero funzionale del sistema di fontanili presenti nella provincia milanese.
Il percorso di partecipazione vuole restituire un quadro progettuale il più condiviso possibile a tutti i livelli di concertazione e in particolare rappresentare lo scenario sul quale gli enti sovra comunali possano impostare le
proprie politiche territoriali, in particolare quelle regionali con la nuova programmazione del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.
La realizzazione di uno studio di fattibilità che consideri sistemi ambientali locali di connessione tra fontanili a una scala più vasta è un elemento importante sia dal
punto di vista ecologicoche dal punto di vista economico. Si pensi alle esternalità negative prodotte dall’inquinamento e dal prosciugamento
interramento/inattività dei fontanili e al valore economico della ricomposizione paesaggistica del territorio rispetto ai fenomeni di degrado ambientale. Ma anche, ad esempio, al possibile recupero dell’uso irriguo delle acque per la valorizzazione di
filiere agricole di prossimità legate alla riscoperta di alcuni prodotti tradizionali, alla diversificazione delle colture, in particolare ad esempio le produzioni orticole, la
coltivazione ittica, l’educazione ambientale, il turismo rurale, ecc. Il percorso che porterà alla definizione dello studio si struttura in due macroazioni
strettamente collegate:
1)l’analisi territoriale specifica e tematica 2)proposta di soluzioni progettuali
Una terza macroazione, da considerarsi invece trasversale alle prime due, è quella legata alla 3)comunicazione e partecipazione.
Sin dalla fase di analisi territoriale la modalità di lavoro prevederà la costituzione di un tavolo tecnico permanente attraverso il quale individuare la strategia di collegamento ecologico tra fontanili a livello di sistemi d’area, i quali dovranno
dialogare con l’ampio contesto agricolo-ambientale a livello provinciale. Tale contesto è rappresentato dal sistema rurale delle aree agricole diffuse in tutta la provincia milanese, anche nei contesti più urbanizzati, gestita direttamente da interlocutori
privati, ovvero le aziende agricole che negli ultimi anni hanno avviato una prima stagione di creazione di forme distrettuali in particolare nel comparto occidentale della
provincia milanese. Il tavolo tecnico, il quale ha avviato le sue prime attività fin dal luglio 2012, coinvolge in prima battuta i partner di progetto attraverso i propri tecnici dipendenti e incaricati
(si riporta a fondo relazione la lista dei tecnici/esperti coinvolti): Provincia di Milano (3
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Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
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settori: Agricoltura, Ambiente e Parco Agricolo Sud Milano); Consorzio Est Ticino Villoresi; Università di Milano Facoltà di Agraria, IRSA CNR e Legambiente Lombardia.
Oltre ad essi, al fine di garantire il giusto coinvolgimento degli enti competenti il tavolo si allargherà a Regione Lombardia (D.G. Ambiente, D.G. Agricoltura, D.G.
Infrastrutture) il quale rappresenta uno dei più importanti beneficiari dello studio, ma d’altro canto permetterà il coinvolgimento anche delle piccole associazioni
ambientaliste locali, ovvero le antenne sul territorio capaci di portare l’attenzione sulle criticità territoriali e diffonderle tra la cittadinanza locale. Non per ultimi vengono i veri custodi del territorio, i soggetti spesso proprietari dei fontanili e delle
aree agricolo-ambientali ad essi connessi, ovvero le aziende agricole in forma singola o attraverso la forma dei distretti rurali (sul territorio della provincia
di Milano se ne contano quattro). Il lavoro del tavolo è di carattere multidisciplinare: pianificatori territoriali, architetti, agronomi, naturalisti ed ecologi. L’Università di Milano sarà coinvolta per la parte
agronomica e ambientale, mentre IRSA CNR avrà un maggior ruolo nell’analisi della biodiversità.
L’elemento centrale dello studio di fattibilità, il fontanile, è tutelato come elemento strutturante il territorio rurale negli strumenti di pianificazione (PTCP della Provincia di Milano e PTC del Parco Agricolo Sud Milano), richiamandone il valore agricolo e paesaggistico con aspetti di prescrittività rispetto alle interferenze negative
che possano generarsi da interventi urbanistici. La valorizzazione progettuale in senso ecologico e agricolo/territoriale, che sarà esito del lavoro e quindi dello studio,
conferirebbe maggior forza alla tutela e alla stabilizzazione del sistema territoriale di riferimento.
Tuttavia l’attenzione verso il recupero del fontanile e dei sistemi ambientali a esso
collegati non è sufficiente a garantire il mantenimento della biodiversità nel tempo, è necessario prevedere unagestione ambientalea lungo termine.La riqualificazione delle teste e aste rischia di restare fine a se stessa se non si prevedono soluzioni
economiche che possano sostenere i costi legati a una corretta manutenzione e gestione del fontanile nel tempo.
Lo studio di fattibilità quindi valuterà e individuerà possibili scenari di interventi di riqualificazione, esplicitando anche gli eventuali costi di manutenzione e gestione successivi all’azione.
Pertanto, per dar maggior lungimiranza agli obiettivi dello studio, i sistemi dei fontanili
identificati e studiati, dovranno considerare i seguenti aspetti:
che la riqualificazione dei fontanili interessati venga inserita in progetti agricoli, agro-ambientali e rurali sviluppando le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale;
che si passi dalla riqualificazione puntuale a progetti d’area che intendano lavorare sul concetto di rete di fontanili presenti su aree più vaste seppur
limitate; che la riattivazione dei fontanili venga a relazionarsi con il reticolo irriguo
dei consorzi di bonifica, sia per gli aspetti funzionali che gestionali;
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che venga coinvolta una pluralità di attori interessati a un progetto di riqualificazione di area vasta, che possa di volta in volta ricomprendere:
proprietari terrieri, Comuni, distretti rurali, consorzi irrigui e imprese agricole, associazioni locali, scuole ecc.
La strategia adottata dal progetto ha degli indubbi vantaggi nel favorire e realizzare la connessione ecologica. I Fontanili rappresentano: un luogo del territorio tutelato a livello di pianificazione pubblica; sono dispersi in tutto il territorio di un’area vasta
della provincia di Milano e in modo quasi lineare conducono a un reticolo ambientale tra le diverse sorgenti di biodiversità rappresentate dalle aree protette presenti; sono una risorsa per il mondo agricolo e il paesaggio della pianura; hanno una rete sociale e
culturale di sostenitori che favoriscono il loro mantenimento; sono loro stessi luoghi naturali di biodiversità.
Naturalmente si dovranno considerare e ponderare i fattori esterni che potrebbero influenzare l’esito del progetto, in particolare: scarsa adesione degli agricoltori e dei proprietari dei fontanili alle azioni di riqualificazione e valorizzazione, contrarietà degli Enti locali nello svolgere un’azione di tutela e di pianificazione territoriale; difficoltà
nell’inserire all’interno del PSR regionale misure adatte a incentivare le azioni sui fontanili. Per questi motivi la costituzione di un tavolo permanente dovrebbe garantire
la più ampia collaborazione e contrastare le azioni negative che potrebbero rallentare e impedire lo svolgimento progettuale. Un altro strumento che favorirà la
partecipazione e quindi la condivisione dello Studio a livello generale è la trasparenza e la diffusione dei dati e dei risultati, grazie a un specifico piano della comunicazione.
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AZIONI
1 - AZIONE: STUDIO ANALITICO
A partire dalla messa a sistema dei numerosi database esistenti, il progetto intende sviluppare un chiaro quadro
conoscitivo dello stato di fatto del sistema di fontanili nell’ambito agricolo rurale milanese di pianura al fine di individuare ambiti territoriali definiti sui quali focalizzare la
progettazione di connessioni ecologiche lineari tra teste di fontanile.
Inoltre saranno elaborare linee guida per la riqualificazione in termini ecologico-funzionale del sistema dei fontanili. Le linee guida saranno il frutto di un profondo e articolato lavoro di equipe tra
ricercatori dell’IRSA-CNR, dell’UniMi (Facoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio e Agroenergia), tecnici della Provincia di
Milano, del Consorzio di Bonifica Villoresi, del Parco Agricolo Sud Milano, di Legambiente edi Regione Lombardia. Questo strumento sarà integrato nelle linee del nuovo Piano di Sviluppo Rurale divenendo così uno strumento che orienterà i futuri
piani di governo del territorio lombardo. Sulla base di questo strumento verrà articolato un ampio intervento sistemico per la
riqualificazione sostenibile e duratura della rete di fontanili in grado di connettere, attraverso un efficace sistema di connessioni di boschi, siepi, teste, aste e canali aree sources ZPS e SIC provinciali, al Parco dell’Adda e a quello del Ticino.
Questa parte di lavoro sarà strategica per il proseguo del progetto.
Nello specifico saranno svolte un’analisi del contesto conoscitivo e un’analisi ecologica del territorio preso in esame dallo studio di fattibilità.
1.1 AZIONE: ANALISI DI CONTESTO TERRITORIALE E
INQUADRAMENTO CONOSCITIVO
Allo stato attuale esistono numerosi database, carte e studi che censiscono, ognuno in modo parziale e incompleto, il sistema dei fontanili presente in provincia di Milano. L’azione 1.1 intende mettere a sistema questa conoscenza e restituire, come punto di
partenza, un chiaro quadro conoscitivo. Tale restituzione è considerata alla base di tutte le successive azioni del progetto, e funzionale all’obiettivo generale di individuare
ambiti territoriali definiti sui quali focalizzare la progettazione di sistemi ambientali di connessione ecologica che abbiano nei fontanili la loro sorgente e vettore di biodiversità.
L’analisi comprenderà l’individuazione cartografica delle unità eco-sistemiche naturali
eantropiche presenti nel territorio provinciale prendendo a riferimento il quadro normativo e gli elaborati degli strumenti di pianificazione in vigenza attinenti con la materia.
Il Quadro Normativo di Riferimento che verrà preso in considerazione comprenderà:
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a) Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, 1992
b) Unione Europea Direttiva 92/43/CEE "Habitat" Conservazione degli habitat naturali e
seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”, integrata dalla sentenza della corte di Giustizia UE 11/04/2013 relativa all’art. 6
Direttiva 2009/147/CE“Uccelli” – Conservazione degli uccelli selvatici (abroga la Dir. 79/409/CEE)
c) Repubblica Italiana L. 157/1992 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per
il prelievo venatorio D.P.R. 08/09/1997, N. 357 e s.m.i.: “Attuazione della direttiva 92/43/CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della
flora e della fauna selvatiche” Decreto Legislativo n. 42/04 "Codice dei beni culturali e del paesaggio".
(G.U. n.284 del 23/10/1997), modificata dal D.P.R. 12/03/2003, N. 120 (G.U. N. 124 del 30/05/2003)-(decreto attuativo).
L. 394/1991 “Legge quadro sulle aree protette”
DPR 357/1997 “Regolamento recante Attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e flora e fauna selvatiche”
DM 03/09/2002 “Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000” DM 17/10/2007 “Misure di conservazione per le Zone di protezione speciale
(ZPS) e le Zone speciali di conservazione (ZSC)”
d) Regione Lombardia
LR86 del 30 novembre 1983 “Piano regionale delle aree protette” LR 26/1993 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela
dell’equilibrio ambientale e disciplina venatoria”
LR 27/204 “Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale”
LR 16/2007 “Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzioni di parchi”
Regolamento Regionale n. 5/2007 “Norme forestali regionali”
LR n. 17/2007 “Modifiche alla LR n. 26/1993” D.G.R. n. 8/10962 del 30 dicembre 2009 “Rete Ecologica Regionale”
D.C.R. n. 276 del 8 novembre 2011 ”Piano Territoriale Regionale” LR 12/2011 “Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali
protette e modifiche alle leggi regionali 30 novembre 1983, n. 86 e 16 luglio
2007, n. 16” D.G.R. 8 agosto 2003 n.7/14106 “Elenco dei proposti Siti di Importanza
Comunitaria...” D.G.R 15 ottobre 2004 n.7/19018 “Procedure per l’applicazione delle
procedure di valutazione di incidenza per le Zone di protezione speciale”… D.G.R. 25 gennaio 2006 n.8/1791 “Rete Europea natura 2000,
Individuazione dei gestori di 40 ZPS e delle misure di conservazione
transitorie per le ZPS e definizione delle misure per l’adozione e l’approvazione dei piani di gestione dei siti”
D.G.R. 13 dicembre 2006 n.8/3798 “Rete natura 2000: modifiche ed
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integrazioni…” DGR 8/6238 19 dicembre 2007 “Piano Regionale delle Aree protette”
Inoltre l’analisi prenderà in considerazione i seguenti strumenti di pianificazione:
Piano territoriale Regionale, Rete Ecologica Regionale; Piano Regionale Aree Protette, Piano Paesistico Regionale, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Piano di
Indirizzo Forestale; Piano Faunistico Venatorio Provinciale, Piano Ittico Provinciale, Piani Territoriali dei Parchi Regionali; piani d’Area Regionali per i Navigli; Linee Provinciali di Indirizzo dei PLIS; Contratti di Fiume; protocollo Dorsale Verde Nord
Milano.
L’analisi di contesto territoriale e l’inquadramento conoscitivo sarà fondamentale per individuare le aree strategiche su cui concentrare l’attenzione ai fini del rafforzamento della connettività ecologica e dell’integrazione del sistema dei fontanili nella
funzionalità della rete, lo studio di inquadramento territoriale, basato sull’analisi eco sistemica, considererà i seguenti elementi.
1. Aree sottoposte a tutela
SIC - Siti di Importanza Comunitaria (Rete Natura 2000)
ZPS - Zone di Protezione Speciale (Rete Natura 2000) Parchi Regionali (Parco Naturale del Ticino, Parco delle Groane, Parco Nord,
Parco Naturale Adda Nord, Parco Agricolo Sud Milano) regolati dalle LR 86/1983, LR 12/2001 e dai rispettivi PTC
Riserve naturali integrali o orientate
Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) regolati da LR 86/1983, LR 12/2001 e DGRVIII/6148/2007, dai PGT comunali e dai peculiari PPI
Oasi di Protezione Venatoria e Zone di Ripopolamento e Cattura (individuate dal Piano Faunistico Venatorio.
2. Aree di interesse prioritario per la biodiversità in pianura, individuati dal
Piano Regionale delle Aree Protette, che includono elementi della RER e aree ricomprese nei Parchi Nazionali e Regionali e i siti Natura 2000.
3. Elementi specifici della Rete Ecologica Regionale e Provinciale Corridoi ecologici primari, a bassa, moderata e alta antropizzazione, fluviali
e terrestri
Elementi di primo e secondo livello e Gangli di naturalità Principali direttrici di permeabilità esterna
Varchi da mantenere e da deframmentare Elementi individuati e normati dal PTCP milanese (rete ecologica provinciale
ed elementi del paesaggio, ambiti agricoli strategici, vincoli e elementi
idrogeologici). 4. Corsi d’acqua naturali ed artificiali, a vocazione ittica attuale o potenziale,
individuati dal Piano Ittico Provinciale e/o oggetto di contratti di Fiume, di Piani territoriali d’Area per i Navigli o di specifici progetti (V’arco Villoresi).
5. Ambiti agricoli, individuati dalla cartografia rappresentativa dei dati del SIARL
6. PGT comunali
A seguito dell’analisi dei dati sopraccitati saranno realizzate elaborazioni cartografiche
attraverso la sovrapposizione dell’inquadramento dello stato di fatto e lavori esistenti,
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la formazione di uno strato informatico unico dei fontanili, l’individuazione delle proprietà, la sovrapposizione dello strato delle reti ecologiche, del reticolo idrografico e
dei percorsi rurali.
Lo studio conoscitivo territoriale sarà tradotto in cartografia semplice e facilmente consultabile nella quale saranno visibili già le possibili connessioni e gli ambiti di
maggior valore del territorio. L’intervento si propone di far dialogare le diverse analisi in modo flessibile rendendo quindi possibile la chiara individuazione degli elementi di valore e delle reali possibilità di realizzazione. Soprattutto lo strumento conoscitivo
territoriale servirà alla gestione su larga scala della pianificazione ambientale in Provincia di Milano.
1.2AZIONE: ANALISI ECOLOGICA
Nel corso degli ultimi venti anni molti sono stati gli interventi per riconnettere il
territorio agrario attraverso sistemi lineari con carattere di biocorridoi. Recepimenti di direttive e regolamenti comunitari, come ad esempio i Reg. C.E.E. 20-78 e 20-80/92 riuscirono a ridare una certa complessità al paesaggio rurale, incrementando il numero
di filari e di boschi in pianura. Alcuni studi condotti dalla facoltà di Agraria e dal Dipartimento di Biologia
dell’Università di Milano hanno però rilevato che questi interventi, sebbene positivi dal punto di vista paesaggistico, non sono stati in grado di favorire la ricolonizzazione di
specie forestali, magari rare (uno degli obiettivi del programma). Questo perché le nuove siepi ed i nuovi boschi non furono connessi a fonti di biodiversità in modo opportuno. L’indagine ecologica sarà perciò focalizzata sull’ambiente acquatico e sulle
limitrofe aree prossime ai fontanili, con l’obiettivo di valutare la funzionalità dei biotopi, la biodiversità che ospitano, il grado di interconnessione con i biocorridoi
esistenti (reticolo idrico minore e fasce vegetate) e le pressioni che influenzano la qualità ecologica. Obiettivo ultimo sarà la definizione di linee guida per il ripristino e mantenimento della funzionalità ecologica di questi ecosistemi e per la loro
valorizzazione come biocorridoi nell’ambito della Provincia di Milano. A questo scopo saranno utilizzate informazioni provenienti dai numerosi studi ecologici effettuati sui
fontanili, di cui si riportano in allegato i riferimenti bibliografici. Attività specifiche di questa fase saranno.
a. Analisi vegetazionale. Strategie e indici ecologici basati sulle comunità vegetale
saranno elaborati per identificare quali strutture arboree (boschi e sistemi di siepi/filari) e quali fontanili, aste e canali potranno essere utilizzati come efficaci sorgenti di biodiversità da utilizzare come source nelle fasi progettuali
d’intervento. Per realizzare questa parte del lavoro verranno inizialmente analizzate le foto
aeree del territorio considerato a partire dagli anni ‘50 (o ‘36) (prima cioè dell’avvio dei processi di inurbanizzazione dei territori agricoli milanesi). L’analisi permetterà di identificare boschi, siepi, fontanili e aste storicamente presenti sul
territorio. In base a dati bibliografici e al know-how di esperti naturalisti, biologi ed agronomi, profondi conoscitori del territorio provinciale, verranno elaborati indici
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ecologici innovativi o verranno individuate specie “chiave” vegetali, che verranno utilizzate per inquadrare i differenti livelli di naturalità o di disturbo antropico dei
biotopi analizzati al fine di classificarne il potenziale valore in termini di sorgenti di biodiversità. Verrannoutilizzati anche indicatori di stato del fontanile per metterne
in evidenza lo stadio evolutivo/involutivo del biotopo. b. Individuazione di fontanili sources, gangli e sink. Sulla base dei dati raccolti
nella fase (a), integrati con dati bibliografici e con il know-how di esperti naturalisti, biologi ed agronomi, verranno classificati i biotopi come potenziali sources, gangli e sink. Saranno considerate a tal fine le modalità di gestione
agricola, i caratteri ecologici delle siepi e dei boschi legati al sistema delle aste e delle teste. Per quanto riguarda le acque, il focus sarà rivolto agli organismi
acquatici, ossia macroinvertebrati, alghe, diatomee, macrofite e pesci come indicatori di qualità dell’ambiente acquatico, nelle teste e nelle aste. Studi precedenti condotti sui fontanili lombardi hanno messo in evidenza la peculiarità
dell’ecosistema acquatico, che è alla base della biodiversità di questi biotopi ed elemento caratteristico. Saranno individuate specie indicatori dei diversi livelli di
stress antropico dei biotopi analizzati e dello stadio evolutivo. Saranno quindi elaborati indici ecologici per identificare quali fontanili potranno essere utilizzati come sorgenti di biodiversità (source), come gangli o come sink da valorizzare
nelle fasi progettuali d’intervento, nonché per elaborare procedure di monitoraggio per verificare l’efficacia, in termini di incremento della biodiversità, della rete
ecologica.
c. Valutazione del grado di interconnessione dei fontanili con il reticolo
idrico esistente. Un’ampia variabilità genetica delle popolazioni è la base per garantire il mantenimento a lungo termine delle specie e richiede che flussi
migratori intraspecifici lungo le connessioni ecologiche siano effettivamente attivi e in grado di evitare il manifestarsi degli effetti negativi dell’isolamento genico. I fattori che determinano isolamento possono quindi essere efficacemente
individuati attraverso un monitoraggio dei flussi genici intraspecifici. In questo senso, possono essere individuate aree sources, gangli ed aree sink di variabilità
genetica, analogamente con quanto previsto nel punto (b) per livelli di organizzazione biologica superiori. I flussi di dispersione possono essere valutati tramite differenti approcci. Oltre a quelli tradizionali, basati su tecniche di cattura-
marcatura-ricattura o sull’uso di trappole fotografiche, verranno valutati approcci alternativi, quali quelli molecolari. Infatti, l’utilizzo delle tecniche di marcatura e di
fotografia potrebbero essere difficilmente applicabili negli ecosistemi acquatici e su organismi di piccole dimensioni. Inoltre, gli approcci molecolari normalmente mostrano dei vantaggi, quali: i) la stima del reale contributo genetico, in termini di
individui migranti e riproducentesi, alle popolazione connesse, ii) un piano di campionamento snello dai costi ridotti, iii) la costruzione di uno strumento di
analisi duraturo, dalla completa riproducibilità spaziale e temporale. Si valuterà quindi l’integrazione nelle linee guida di protocolli basati sull’approccio molecolare
come strumento per valutare l’esistenza di barriere che limitano il flusso genico e quindi per verificare l’efficacia di biocorridoi esistenti. La stima dei flussi genici, messa in relazione con le caratteristiche del sito di campionamento tramite
landscapegenetics, un sistema di approcci statistici in grado di valutare come e quanto gli elementi ambientali determinino, favoriscano o limitino la variabilità
genetica delle popolazioni in esame, permette l’estrapolazione di un sistema
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d’interventi e di buone pratiche volte al recupero e mantenimento degli stessi, indipendentemente dalla loro localizzazione geografica.
d. Individuazione di strumenti utili al mantenimento dello stato di qualità
delle acque dei fontanili.
1) Fasce riparie: le fasce di vegetazione riparia rappresentano zone di transizione tra ambiente terrestre e acquatico, caratterizzate da falde acquifere che permangono per lunghi periodi in prossimità della superficie. Tali ambienti in certe
condizioni possono funzionare come filtri naturali in grado di ridurre l’apporto di inquinanti di origine antropica nelle acque superficiali e sotterranee, da cui la
definizione di “fasce tampone”. I principali processi responsabili della rimozione dell’azoto (N) nelle acque che attraversano una fascia riparia sono la denitrificazione batterica e l’assimilazione da parte della componente vegetale. In
molti Paesi l’introduzione e la conservazione di fasce tampone vegetate rientrano nelle cosiddette “Best Management Practices” e, attualmente, sono previsti dal
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia. Le esperienze condotte in ambienti italiani e, in particolare, nella Pianura Padana, nonostante non esaustive nel quantificare correttamente il contributo della denitrificazione,
hanno fornito delle preziose indicazioni sui fattori ambientali che svolgono un ruolo critico nel consentire la rimozione dei nutrienti. In un’ottica di gestione e
rinaturalizzazione di aree fluviali è quindi fondamentale considerare i risultati di questi studi per massimizzare il potenziale ecosistemico che le fasce riparie possono offrire in termini di contributo al miglioramento della qualità delle acque.
2) Idrologia: il regime idrologico è fondamentale per il mantenimento della
funzionalità ecologica dei fontanili e delle fasce riparie. Tale regime dipende dalle opere di manutenzione effettuate sui singoli fontanili, ma anche dalle dinamiche delle falde superficiali che alimentano questi biotopi. Per questa ragione è
necessaria la conoscenza degli elementi che determinano il bilancio idrologico dei fontanili: portata dei fontanili, livelli piezometrici, prelievi da falda, nonché l’entità
delle irrigazioni e precipitazioni. In questo contesto, il ruolo dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione nel determinare una gestione oculata dell’acqua ai fini della conservazione dei biotopi fontanili diventa fondamentale.
Soggetti coinvolti Azione 1.1: Provincia di Milano, Consorzio di Bonifico Est Ticino Villoresi. Azione 1.2: Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, Dipartimento di
Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio e Agroenergia, IRSA-CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, U.O.S. Brugherio.
Tutti gli altri partner contribuiranno mettendo a disposizione le proprie conoscenze,
dati, cartografie. Verrà coinvolta in modo particolare in questa fase Regione Lombardia, Direzione
Generale Ambiente, per la revisione congiunta e la verifica della coerenza delle linee guida con le indicazioni che saranno contenute nel prossimo PSR e nei documenti
programmatici relativi al prossimo ciclo di programmazione 2014-2020.
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Infine il “Tavolo Fontanili” della Provincia di Milano, attivato nel corso del 2012 e partecipato da una platea allargata di tutti gli attori istituzionali portatori di interesse
rispetto al tema della valorizzazione a sistema della rete dei fontanili dell’area milanese (che comprende tra gli altri: Comune di Milano, Distretti agricoli in provincia
di Milano: Distretto Agricolo Milanese, Distretto Agricolo Valle Olona, Distretto Agricolo delle 3 Acque di Milano, LIPU, Comitato salvaguardia Fontanili, Associazione Il Fontanile Rodano, Comitato fontanili e territorio, Consorzio del Fiume Olona,
Associazione 100 Cascine, Parco Agricolo Sud Milano) parteciperà alla revisione delle linee guida elaborate.
Soggetti beneficiari L’analisi di inquadramento territoriale sarà, in sé, un primo strumento innovativo e
utile a chiunque, anche in futuro, abbia un interesse specifico per la realizzazione di progetti di connessione ecologica di area vasta basati sulla valorizzazione del sistema
dei fontanili: Provincia di Milano, Parchi regionali e PLIS, Comuni, Consorzi irrigui, Distretti agricoli rurali.
Inoltre le linee guida aspirano ad avere come soggetto beneficiario Regione Lombardia, in quanto potrebbero essere uno strumento utile ad indirizzare le prossime
politiche regionali in tema di reti ecologiche (PSR, POR ecc.). Risultati attesi
Iprincipali risultati di questa azione saranno: Creazione di un database dei fontanili della Provincia di Milano, integrato con
informazioni ecologiche derivanti da studi pregressi e dall’attività di classificazione.
Individuazione del sistema dei fontanili tra Ticino e Adda. Individuazione delle priorità di connessione ecologiche tra aree protette a est e
ovest di Milano.
Classificazione del sistema boschi, siepi, filari, fontanili in termini di complessità ecologica.
Identificazione dei fontanili source,gangli e sink, funzionale all’identificazione di “moduli ambientali” potenzialmente realizzabili.
Redazione di linee guida relative al ripristino e mantenimento della funzionalità
ecologica dei fontanili e per la loro valorizzazione come biocorridoi nella Provincia di Milano.
Recepimento da parte di Regione Lombardia delle linee guida prodotte per influenzare la strategia regionale delle politche agricole comunitarie.
Indicatori e criteri di valutazione Laprogressione delle attività sarà monitorata attraverso la verifica della produzione dei
risultati attesi entro i tempi di realizzazione previsti. In particolare:
database dei fontanili della Provincia di Milano, integrato con informazioni ecologiche derivanti da studi pregressi e dall’attività di classificazione.
schede descrittive sulle tipologie ecologico-funzionali di fontanili riscontrabili. linee guida relative al ripristino e mantenimento della funzionalità ecologica dei
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fontanili e per la loro valorizzazione come biocorridoi nella Provincia di Milano. Misure politico-finanziarie europee (PSR) indirizzate al sistema dei fontanili
La valutazione delle azioni svolte sarà effettuata dai soggetti coinvolti attraverso
l’organizzazione di incontri in cui saranno presentati e discussi i risultati conseguiti. Inoltre, la valutazione finale sarà affidata a Enti non direttamente coinvolti nel
progetto, che saranno contattati dai soggetti coinvolti nell’azione. Tempi di realizzazione
I tempi di realizzazione saranno imputabili ad una estesa attività di ricerca bibliografica e di integrazione dei dati esistenti. Si prevede di terminare l’azione entro
6 mesi dalla data di inizio del progetto. Risorse necessarie
Ai fini dello svolgimento dell’azione saranno necessari il recupero del materiale fotografico storico, un articolato lavoro di georeferenziazione delle immagini, un’estesa
ricerca bibliografica e rielaborazione dei risultati esistenti. Pertanto le risorse necessarie saranno individuabili principalmente in termini di ore-uomo di personale coinvolto nel progetto.
In particolare la Provincia di Milano metterà a disposizione personale tecnico per svolgere le analisi e le ricerche cartografiche per quanto riguarda l’azione 1.1,
l’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio e Agroenergia curerà ilcoordinamento dell’azione 1.2 e focalizzerà la propria ricerca sullo studio dell’evoluzione storica del paesaggio in
relazione al sistema dei fontanili, al loro ruolo come source, gangli o sink, e al loro grado di connessione con altri biocorridoi. L’IRSA-CNR fornirà dati e supporto
metodologico per individuare i fontanili source, gangli o sink, e per individuare strumenti utili al ripristino e mantenimento della funzionalità ecologica dei fontanili, quali metodi agronomici meno impattanti e ripristino della funzionalità di biofiltrodelle
siepi e filari. Inoltre fornirà un approccio metodologico per la valutazione del grado di interconnessione dei fontanili con altri biocorridoi e con le grandi aree source dei
Parchi regionali. Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 1 sono di 58.443 euro
con un contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 17.543 euro.
2 - AZIONE: STUDIO APPLICATO E PROGETTAZIONE, FATTIBILITA’
DEGLI INTERVENTI
Sugli ambiti territoriali di connessione identificati si metterà a punto la fattibilità degli interventi.
Nella realizzazione dello studio applicato e quindi nella progettazione degli interventi di connessione il partenariato del progetto offre le garanzie di competenze tecniche e scientifiche. La diversità e specificità di ogni singolo attore è un valore che sta
all’origine del progetto e rappresenta l’affidabilità del percorso di progettazione. Agire altresì in un’area vasta significa mantenere saldi i piedi per terra e stabilire vincoli con
i diversi portatori di interesse che sono le risorse indispensabili a rendere efficace
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l’azione che propone il progetto. La fattibilità permette di ottenere i migliori risultati se considera i seguenti elementi: partenariato motivato che ha già nelle proprie attività i
contenuti progettuali; competenze diffuse nei diversi partner capaci di dialogare a livello progettuale; riconoscimento delle capacità e competenze dei partner a livello
territoriale; diversificazione delle fonti di conoscenza e relazione; capacità di autovalutazione e di promozione delle azioni.
L’azione due prevede la suddivisione della fattibilità degli interventi in tre fasi di lavoro che sono necessariamente connesse: politico-sociale, giuridico-
amministrativa ed economico-finanziaria.
Attraverso una matrice che metterà in relazione le diverse fasidello studio applicato e l’analisi conoscitiva sarà possibile individuare gli interventi di connessione che saranno progettati. In questo modo si garantisce la fattibilità concreta degli interventi e il loro
valore per la riproducibilità nell’area vasta di connessione. La fattibilità degli interventi prevede l’individuazione per ogni interventoidentificato
delle risorse necessarie e degli attori che si occuperanno della realizzazione e della gestione. Le fattibilità saranno contenute in schede tecniche ben definite che prenderanno in considerazione le tre diverse fasi e permetteranno con facilità di
passare al piano della realizzazione concreta. Le schede tecniche inoltre saranno realizzate in modo da garantire la loro
riproducibilità nel territorio e la diffusione di tipologie di miglioramento ecologico e ambientale per i fontanili. Ogni scheda tecnica realizzata comprenderà il Contratto del Fontanile (descritto
dell’azione politico-sociale), il quadro giuridico-amministrativo concepito come una scheda di pianificazione territoriale, vincoli e opportunità che si riferisce ai proprietari
dei fontanili e agli attori interessati alla gestione e al mantenimento e, infine, lo schema economico finanziario che permette di individuare i costi di realizzazione e mantenimento per un minimo di 10 anni e le relative fonti di finanziamento e
contributo. Oltre a questo le schede conterranno la rete di relazioni degli attori coinvolti e le opportunità di sostegno tecnico.
2.1 AZIONE: FATTIBILITÀ POLITICO-SOCIALE
Con il progetto 100 fontanili si ha la volontà di individuare e recuperare quei fontanili
localizzati nel territorio agricolo della provincia di Milano con lo scopo di portare benefici a livello ecologico, agricolo e paesaggistico. Nella provincia di Milano sono situati numerosi fontanili che negli anni passati sono
stati utilizzati dagli agricoltori ai fini irrigui. Allo stato attuale molti dei fontanili non svolgono più la funzione per la quale sono
stati creati e gran parte risultano essere inattivi o uno stato di degrado molto elevato.Per la realizzazione di tale progetto è necessario quindi individuare criteri di scelta strategici in modo da recuperare la funzionalità e garantire la gestione futura
dei fontanili.
I criteri di scelta per i quali realizzare la valutazione politico amministrativa sono i seguenti:
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individuare quei fontanili che possano svolgere la loro funzione primaria
(irrigua) e che risultano attivi o di facile riattivazione;
valutare l’apporto di un beneficio reale di tipo ambientale ed economico
all’agricoltore che deve provvedere alla futura manutenzione;
verificarela possibilità di interconnessione tra i diversi fontanili e il reticolo idrico
artificiale Villoresi o privato, in modo da soddisfare le necessità agricole con
volumi di adacquamento sufficientemente adeguati, nel caso in cui la quantità
d’acqua emessa dal singolo fontanile sia insufficiente;
valutarela valenza ecologica e paesaggistica.
L'utilizzo ai fini irrigui dei fontanili per l'agricoltura è di fondamentale importanza, affinché il ripristino e la manutenzione del fontanile sia un interesse dell’agricoltore
che della comunità.
È necessario, quindi, un confronto con il mondo agricolo locale per individuare fontanili che possano essere di maggior interesse irriguo e creare così una sinergia che possa, attraverso l'utilizzo, portare al mantenimento del bene, non solo a fini irrigui ma anche
per una fruizione turistica, ecologica e ambientale.
Questa azione prevede la partecipazione dei diversi attori e la verifica diretta del
consenso e della disponibilità dei soggetti pubblici e privati alla partecipazione alle azioni previste dalla fattibilità (es. proprietari e gestori dei fontanili). Ci proponiamo di
coinvolgere gli attori istituzionali quali gli Enti pubblici territoriali, la Provincia e la Regione Lombardia al fine di indicare e realizzare un percorso condiviso politico istituzionale. E’ necessario considerare, infatti, che il maggior ostacolo a progetti di
connessione su larga scala èdeterminato dalla mancata adesione istituzionale e politica a livello locale. Ci proponiamo di alimentare, sostenere e attivare la partecipazione
partendo proprio dai Comuni che hanno aderito con il loro sostegno esplicitoal progetto e si sono resi disponibili, attraverso il coordinamento provinciale, a effettuare un’azione di progettazione.
Il tavolo dei Fontanili istituito dalla Provincia nel 2012 rappresenta uno strumento utile
per attivare un’azione di consenso e condivisione. La proposta che faremo è quella di stabilire un vero e proprio contratto per la realizzazione della fattibilità che consideri i soggetti coinvolti, la proprietà e gli attori che dovranno occuparsi
della gestione e del mantenimento dell’intervento. Il Contratto del fontanile(uno per ogni ambito di connessione individuato)rappresenterà uno
strumento indispensabile all’intervento e alla fattibilità tecnica e permetterà di creare un vincolo tra i diversi attori, un impegno pubblico che ha lo scopo di far durare nel tempo l’azione. Ci proponiamo di far validare il Contratto all’interno della politica di
azione del nuovo PSR di Regione Lombardia. La Regione ha già confermato questa disponibilità e si è resa parte attiva nell’individuazione di azioni concrete di
finanziamento per attivare la connessione attraverso i fontanili presenti nell’area oggetto dell’intervento.
L’azione considererà i seguenti attori e portatori di interesse:
a. Attività di partecipazione con proprietari agricoli e gestori dei fontanili;
b. Attività di partecipazione con enti territoriali coinvolti (Comuni, Provincia, Enti
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parco locali); c. Distretti agricoli
d. Associazione di promozione locale e di partecipazione.
Dal punto di vista operativo, l’azione 2.1 comprenderà le seguenti sotto-azioni, necessarie a raggiungere l’obiettivo della stipula di tanti contratti di fontanile quanti
sono gli ambiti di connessione individuati:
Censimento del quadro degli attori presenti in ogni singolo ambito territoriale
considerato (proprietari e conduttori dei fontanili, Comuni, Parchi, associazioni, consorzi irrigui, distretti agricolo-rurali ecc.)
Tavoli di lavoro: per ogni ambito territoriale considerato verranno organizzati incontri finalizzati rispettivamente a presentare l’esito delle attività della fase 1 e costruire una visione condivisa per l’ambito di connessione individuato
Predisposizione contratto di fontanile Sigla accordo tra i portatori di interesse coinvolti
L’azione 2.1, ovvero la messa a punto della fattibilità politico-sociale, è strettamente legata all’analisi della fattibilità giurico-amministrativa (az. 2.2).
Infatti i “contratti di fontanile” saranno siglati anche a partire dalla condivisione
all’interno dei tavoli di lavoro dell’esito delle attività previste nell’azione 2.2 (linee guida giurico-normative, suggerimenti per una migliore governance delle politiche ambientali per la realizzazione delle connessioni ecologiche)
2.2 AZIONE: FATTIBILITÀ GIURIDICO-AMMINISTRATIVA
L’azione è finalizzata a identificare e proporre le condizioni
di fattibilità giuridico-amministrativa per la realizzazione delle connessioni sull’area individuata.
Allo stato attuale numerose normative vigenti, evidenziano in maniera inequivocabile, il tematismo dei fontanili, sia in
chiave naturalistica che paesaggistica del sistema rurale, contestualmente alla sua funzione agricola storica, ma
anche attuale circa la sua funzione irrigua, in relazione al reticolo irriguo nel suo
complesso di scala provinciale. Tra queste citiamo:Natura 2000, Direttiva habitat, Rete natura 2000, PTR, PTCP, Piano
Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano (PASM), Piano di Settore Agricolo attuativo del PTC del PASM, PGT Comunali, LR 31/2008, LR 30/83, LR 12/05.
Tuttavia si tratta spesso di norme separate e puntuali, che non dialogano tra loro. Emerge la necessità di una migliore e più efficace governance “pro-attiva”per la
connessione ecologica, che coinvolga maggiormente anche ad esempio le aziende agricole e i conduttori dei terreni, in una logica di vantaggio “economico” non solo ambientale, della connessione ecologica (riduzione dei costi per le P.A., servizi
aggiuntivi affidati agli agricoltori, maggiore partecipazione dei cittadini). Come afferma il PTR nella definizione dell’organizzazione territoriale risulta
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fondamentale considerare le relazioni tra le diverse parti del territorio libero dalle urbanizzazioni secondo la pluralità di funzioni presenti, in quanto tali ambiti possono
essere identificati come elementi fondamentali di un sistema più ampio che può essere denominato “sistema rurale-paesistico-ambientale”.
Uno degli aspetti relativi alla conservazione considerati dal PTR e dal Piano
Paesaggistico Regionale è il riconoscimento economico delle pratiche paesaggisticamente corrette. In questo senso possiamo senz’altro considerare il governo del sistema dei fontanili di cui al presente progetto.
A partire dal quadro normativo vigente l’obiettivo di questa azione è quello di facilitare
questa possibilità di governance disegnando e proponendo agli attori, pubblici e privati, coinvolti nella realizzazione della connessione ecologica una matrice capace di:
interpretare il quadro normativo vigente;
identificare punti critici (es. laddove i vincoli normativi non vengono applicati); proporre possibili soluzioni;
fare agire in sinergia gli strumenti esistenti. Al fine di rendere realmente possibile la connessione ecologica laddove ne esistono le
maggiori potenzialità (in riferimento quindi all’esito della fase 1).
Per quanto concerne i fontanili, a titolo di esempio, va detto che già gli strumenti di pianificazione comunale e quelli sovraordinati per i fontanili, prevedono fasce di rispetto di 50 m di raggio dall’orlo della testa e di 25 metri dalla sponda incisa per ogni
lato e per i primi 200 metri dell’asta. Occorre quindi, che dal presente studio, la rimanente parte di continuazione del
reticolo derivato dai fontanili che si andrà a individuare e che farà parte del reticolo di connessione idraulica e di connessione per la rete ecologica, sia recepita ed inserita negli strumenti urbanistici, (documento e norme riguardanti i reticoli idrici minori di
competenza comunale), con opportune ed idonee norme di salvaguardia. Importanza fondamentale riveste anche la normativa di riferimento per l’utilizzo della
risorsa idrica proveniente dai fontanili per l’utilizzo agricolo. Infatti, chiunque voglia utilizzare acqua pubblica e l’acqua che sorge dai fontanili è acqua pubblica, deve inoltrare richiesta all’autorità competente (Provincia per piccole
derivazioni e Regione per grandi derivazioni) e ottenerne la relativa concessione.Le attuali pratiche agronomiche prevedono volumi di adacquamento di notevoli
dimensioni dovuti essenzialmente alla modificata dimensione degli appezzamenti agricoli, modifica avvenuta via via nel tempo, favorita anche dalla meccanizzazione sempre più spinta per abbattere i costi di produzione.
La interconnessione “artificiale”, così creata per poter disporre di corpi d’acqua adeguati (vedi azione 2.1), non deve dar corso al pagamento di più concessioni di
derivazioni per la stessa acqua se non già utilizzata. La normativa attuale prevede che quando una portata concessa viene immessa in un corso d’acqua pubblico, per poter
attingere da quest’ultimo, occorre un’ulteriore concessione di derivazione. Devono quindi essere valutate e previste norme che possano superare queste problematiche di tipo giuridico/amministrativo al fine di rendere economicamente
vantaggioso per gli utilizzatori agricoli, che saranno anche i gestori e manutentori del reticolo dei fontanili recuperati, quali la possibilità di “pagare una sola concessione di
derivazione per la stessa acqua” qualora debba transitare in più corsi d’acqua pubblica
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per poter essere utilizzata in modo economicamente conveniente.
In sostanza l’azione 2.2. fornirà una serie di indicazioni per una migliore governancedelle politiche ambientali per la realizzazione delle connessioni
ecologica del sistema dei fontanili. Queste indicazioni saranno riassunto all’interno di un Documento di Indirizzo, che verrà condiviso all’interno dei tavoli di lavoro di
cui al punto 2.1 e servirà a facilitare la creazione di una visisone condivisa e la sigla dei contratti di fontanile.
Il documento sarà inoltre disseminato a livello più generale attraverso le modalitàpreviste nella fase 3.
Attraverso la condivisione di tale Documento di indirizzo, si potrebbe passare da un quadro giuridico-amministrativo statico (mappa delle aree protette, elenco delle norme
e delle prescrizioni) a quadro dinamico, che metta in relazione politiche e norme vigenti con la partecipazione di attori pubblici e privati, con l’obiettivo di trovare le
soluzioni più efficaci e duratureper realizzare connessioni ecologiche nell’ambito del sistema dei fontanili (meccanismi perequativi, compensazioni ambientali, concessioni di derivazione).
I dati elaborati saranno alla base della strategia che verrà utilizzata per la
realizzazione delle schede di fattibilità tecnica degli interventi sulle aree che verranno identificate.
2.3 AZIONE: FATTIBILITÀ TECNICA, ECONOMICO E FINANZIARIA
La fattibilità tecnica è il risultato di tutte le analisi conoscitive e delle fasi di messa a
punto politico-sociale e giuridico amministrativa.I fontanili offrono una grande opportunità di creazione di rete per la loro diffusione sul territorio e il loro intrinseco
valore ambientale ed ecologico. Nel paesaggio agricolo attorno a Milano i fontanili sono una occasione e una opportunità efficace di valorizzazione del territorio. E’ proprio questo obiettivo che è all’origine del progetto: costruire una rete di connessione tra
Ticino e Adda passando dai fontanili presenti in modo omogeneo sul territorio. L’area agricola quindi diventa una grande opportunità di connessione di sistemi ambientali e
di biodiversità e offre, attraverso la partecipazione degli agricoltori, una garanzia di mantenimento e continuità delle azioni di miglioramento ambientale. L’individuazione di sistemi ambientali di connessione di fontanili sui quali realizzare
una schede tecniche di miglioramento ecologico è il lavoro di sintesi del progetto e permetterà di moltiplicare le risorse disponibili e di offrire agli interventi concreti una
ragione su cui agire. Ogni scheda diventa quindi riproducibile all’interno del reticolo complessivo dei fontanili per aree che hanno le stesse caratteristiche e che offrono le medesime
opportunità di finanziamento e di gestione. Le politiche agricole soprattutto quelle destinate al miglioramento ambientale all’interno del PSR sono una occasione unica
per far avvenire la connessione attraverso finanziamenti del prossimo programma di intervento, per questa ragione il rapporto con Regione Lombardia è strategico.
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Nella fase di individuazione dei sistemi difontanili “modello” saranno prese in considerazione diverse progettualità (ambientale e naturalistica, idraulica,
paesaggistica, multifunzionale) e il quadro economico (compreso monitoraggio, divulgazione, sensibilizzazione); costi annuali relativi agli interventi realizzati (10
anni); risorse finanziarie attivabili (Regione, CE, Privati, etc.) In tal modo sarà possibile costruire una matrice completa di tutti i dati necessari per
indentificare i modelli di sistemi di fontanili più idonei alla riproducibilità su area vasta.
Ai fini della realizzazione di uno studio di fattibilità su moduli ambientali definiti, sarà necessario attuare alcune indagini su campo, in quanto è prevedibile che per alcuni fontanili non saranno reperibili dati ecologici sufficienti per determinare lo stato di
qualità dei biotopi e la loro interconnessione effettiva e per proporre gli interventi necessari alla connessione tra di essi, con il reticolo idrico minore e con le aree source
dei parchi, aree ZPS e SIC del territorio milanese. Per questa ragione si prevede la necessità di sopralluoghi mirati alla verifica dello
stato di integrità dei filari e dei boschi prossimi ai fontanili, di tipologia ecologico-funzionale dei biotopi, della biodiversità e della connessione con altri biocorridoi. I
sopralluoghi saranno finalizzati a: 1) verifica delle presenza di specie vegetali indicatrici di integrità o di disturbo nei
sistemi di filari o boschi individuati; 2) analisi della biodiversità dei fontanili: saranno indagate le comunità a
macroinvertebrati bentonici, alghe, diatomee, macrofite e pesci come indicatori dello stato di qualità e funzionalità dei fontanili e come indicatori di aree source, gangli e sink. Le comunità saranno analizzate secondo protocolli standard nelle
teste e lungo le aste; 3) analisi dello stato qualitativo delle acque: analisi chimico-fisiche delle acque (pH,
potenziale redox, conducibilità, temperatura, ossigeno disciolto, torbidità, nutrienti, anioni e cationi, portata) permetteranno di analizzare lo stato di
alterazione dei biotopi e di verificare l’efficacia delle fasce riparie nella rimozione dei nutrienti. Le analisi saranno condotte secondo metodi standard su campioni di acqua prelevati nelle teste e lungo le aste;
4) analisi dei flussi genici per valutare il grado di connessione dei fontanili, mediante approcci molecolari: a) sarà identificato un set di fontanili diversi per
caratteristiche strutturali ed ecologiche, presenti nei due grandi nuclei fontanilizi a ovest e a est di Milano e sarà valutato il grado di connessione con le aree sorgentizie presenti nei Parchi del Ticino e dell’Adda, mediante analisi di alcune
specie a diverso ruolo ecologico (pesci e/o macroinvertebrati bentonici) comuni tra essi. b) Saranno scelti e applicati marker genetici al fine di stimare i flussi genici,
in particolare quelli dalle aree sourcesverso altri fontanili idonei e tra le aree sources stesse. c) Tramite analisi di landscapegenetics, saranno individuate le principali criticità limitanti il flusso genico lungo il network esistente e sarà
estrapolato un modello paesaggistico volto a massimizzare la variabilità genetica nel modulo ambientale in oggetto, con conseguente implementazione delle buone
pratiche. 5) Analisi dello stato di pressione idrica a cui sono sottoposti i fontanili: verranno
raccolte ed elaborate le informazioni fornite dagli enti gestori (Consorzi, Provincia,
Comuni, etc.) al fine di costruire il bilancio idrologico dei fontanili selezionati, valutare l’eventuale grado di pressione e suggerire le buone pratiche di gestione.
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Per quanto riguarda gli aspetti idraulici, sarà predispostouno studio di portata dei
fontanili per valutare le opere necessarie per il loro ripristino e funzionamento.
E' necessario valutare, infatti, le cause dell'insufficienza idrica quali:
interramento della testa e/o dell'asta;
abbassamento della falda;
interferenza di opere antropiche;
altro
e valutare gli interventi necessari e più efficaci per la riattivazione idraulica e il raggiungimento di una portata sufficiente all'utilizzo.
Gli interventi possono comportare anche la realizzazione di nuovi tratti di
collegamento che permettano di interconnettere tra loro i fontanili oppure di recepire acque da altri canali per rimpinguare la necessaria portata ai fini irrigui.
Lo studio delle quote topografiche e la conoscenza dell'andamento della falda
sotterranea sono elementi di supporto necessari per le scelte progettuali.
La progettazione delle opere si basa sull'efficacia ed economicità di realizzazione e deve considerare, come parte integrante ed essenziale, la fase manutentiva.
Per il mantenimento in esercizio del fontanile, è fondamentale la programmazione
degli interventi manutentivi che devono tenere conto anche di un corretto piano finanziario economicamente sostenibile, prevedendo anche adeguate forme di
incentivazione all’utilizzo.
La realizzazione d'interventi per il ripristino dei fontanili e di eventuali opere d'interconnessione sono finalizzati quale utilizzo primario alla funzione irrigua.
L’uso dei fontanili ai fini irrigui, è fondamentale in quanto permette, a completamento delle opere di riqualificazione, di mantenerli "vivi", quindi di conservare la loro
funzionalità di corridoi ecologici, di conservazione di un biotopo oltre di permettere un utilizzo turistico-ambientale attraverso la creazione di percorsi dedicati.
Infine per completare le informazioni necessarie per determinare i diversi interventi, moduli riproducibili su vasta scala di miglioramenti ambientali per le connessioni
ecologiche nei sistemi dei fontanili, sarà predisposto un quadro economico di dettaglio che verificherà la sostenibilità economica di ciascun modulo. Sarà essenziale tener conto dei costi di manutenzione e gestione delle opere realizzate e dei fontanili stessi
per almeno 15 anni (oltre la durata prevista attualmente dalla misura 216 del PSR). In tal modo sarà garantita e consolidata un’effettiva connessione ecologica. Infine
saranno indicate le possibili fonti di finanziamento per offrire reali possibilità di realizzazione degli interventi analizzati e per poter applicare tali modelli in altre realtà del territorio.
Nel quadro dei costi che ogni intervento prevederà sarà anche considerata la ragione
di sostenibilità economica al fine di rendere permanente l’investimento pubblico e il beneficio ecologico ambientale. Questo si potrà realizzare analizzando i possibili usi economici dell’acqua oltre a quello irriguo o altri più pertinenti alla produzione agricola
(multifunzionalità).
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Soggetti coinvolti
Azione 2.1 e 2.2: Provincia di Milano, Consorzio di Bonifico Est Ticino Villoresi, Regione Lombardia, Distretti agricoli, Enti locali, Legambiente, Parchi regionali, PLIS,
associazioni del territorio. Azione 2.3: Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, Dipartimento di
Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio e Agroenergia IRSA-CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, U.O.S. Brugherio, Provincia di Milano, Consorzio di Bonifico Est Ticino Villoresi, Regione Lombardia, Distretti agricoli, Enti
locali, Legambiente, Parchi regionali, PLIS, associazioni del territorio
Soggetti beneficiari Azione 2.1: L’analisi politico sociale è uno strumento indispensabile per definire il quadro dei vantaggi e delle opportunità per i soggetti beneficiari che saranno prima di
tutto gli agricoltori e i proprietari dei fontanili, la rete delle istituzioni e enti che si occupano di conservazione della biodiversità e valorizzazione del territorio. E’ quindi
evidente che i soggetti beneficiari sono i seguenti: Agricoltori, proprietari dei fontanili, Provincia di Milano, Parchi regionali e PLIS, Comuni, Consorzi irrigui, Distretti agricoli rurali.
Azione 2.3: Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio e Agroenergia
IRSA-CNR Istituto di Ricerca sulle Acque, U.O.S. Brugherio operatori istituzionali (pianificatori e decisori politici, gestori del reticolo idrico
ecc.: Regione, Provincia, Comuni, Parchi, Consorzi irrigui ecc.)
aziende agricole conduttrici e proprietarie di teste e/o aste di fontanili cittadini e il più vasto pubblico (fruitori del bene ambientale)
studiosi e ricercatori Risultati attesi
Azione 2.1: Attivazione della partecipazione sociale dei diversi attori del territorio.
Sigla del Contratto del Fontanile per ogni ambito di connessione individuato Azione 2.2
Elaborazione / condivisione del Documento di indirizzo delle politiche ambientali per la connessione ecologica del sistema dei fontanili
Azione 2.3:
Elaborazione di schede progettuali per ogni ambito di connessione individuato
(interventi di connettività comprendenti progettazione ecologica, idraulica, paesaggistica, multifunzionale ed economica)
Indicatori e criteri di valutazione
Azione 2.1: Disponibilità dei diversi portatori di interesse a collaborazione nella definizione
politica e sociale degli interventi; libera adesione degli agricoltori e dei
proprietari alla proposta contrattuale. Effettiva sottoscrizione con gli attori istituzionali del Contratto del fontanile
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Azione 2.2. Grado di condivisione del Documento di indirizzo e sua effettiva presa in
considerazione all’interno della prossima programmazione delle politiche di Regione Lombardia
Azione 2.3:
Consegna delle schede progettuali e loro grado di riproducibilità su scala vasta e su altri ambiti di connessione
Un criterio di valutazione dello svolgimento corretto delle attività sarà la verifica della consegna dei prodotti secondo il calendario stabilito.
La valutazione delle azioni svolte sarà effettuata dai soggetti coinvolti attraverso l’organizzazione di incontri in cui saranno presentati e discussi i risultati conseguiti. Inoltre, la valutazione finale sarà affidata a Enti di ricerca non direttamente coinvolti
nel progetto, che saranno contattati dai soggetti coinvolti nell’azione.
Tempi di realizzazione L’attività sperimentale sarà necessaria per raccogliere informazioni utili all’identificazione degli interventi necessari al mantenimento e ripristino della
funzionalità dei fontanili e per la realizzazione delle connessioni con altri biocorridoi. Pertanto i tempi di realizzazione saranno imputabili allo svolgimento delle attività
sperimentali e alla rielaborazione e integrazione dei dati. Si prevede questa fase possa avere una durata di 12 mesi.
Risorse necessarie Sarà indispensabile reperire le azioni già svolte in termini di contratto per quanto
riguarda le attività di tutela e valorizzazione ambientale. Individuare documenti e atti formali che possano contribuire alla individuazione degli strumenti più idonei di partecipazione.
Ai fini dello svolgimento delle attività sperimentali le risorse necessarie sono
individuabili principalmente in termini di materiali di consumo finalizzati alle analisi previste e in ore-uomo di personale coinvolto nel progetto. In particolare, l’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Agraria svolgerà studi di carattere fitosociologico e le
analisi biologiche con il supporto dell’IRSA-CNR. Inoltre, l’IRSA-CNR svolgerà le analisi chimico-fisiche delle acque e le analisi genetiche. Fornirà dati e supporto metodologico
per individuare le strategie di fattibilità tecnica previste dall’azione. Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 2 sono di 117.167 euro
con un contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 70.867 euro.
3 - AZIONE: PARTECIPAZIONE, PIANO DELLA COMUNICAZIONE
Comunicare e partecipare sono una necessità strategica del progetto che interviene in
un’area vasta di connessione ecologica. Il territorio è caratterizzato da enormi potenzialità ambientali e sociali e offre alla connessione ecologica una concreta
possibilità di consolidamento. Come tutte le iniziative di progettazione le azioni di
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comunicazione e progettazione sono determinanti e devono accompagnare ogni singola fase di lavoro. Il sostegno ricevuto dal progetto, attraverso innumerevoli
lettere d’intenti è significativo in tal senso e stabilisce una positiva base di partenza per realizzare l’azione. Esiste una aspettativa reale di lavoro in rete e di partecipazione
alle diverse fasi di realizzazione; una aspettativa già coltivata all’interno del Tavolo dei Fontanili promosso dalla Provincia di Milano nel 2012.
Accompagneremo le azioni di partecipazione con un piano della comunicazione che si basa sulle seguenti modalità di lavoro.
Creazione di un data base degli attori coinvolti nel progetto, individuazione delle persone disponibili al confronto e alla relazione, creazione di una rete di
informazione che permetta la circolazione della documentazione e delle azioni progettuali.
Costituzione di un gruppo di progettazione della partecipazione composto da 8
esperti individuati tra gli attori del progetto che avrà il compito di attivare un percorso condiviso che preveda anche il monitoraggio e la valutazione.
Raccolta delle buone pratiche di partecipazione attivate dagli Enti pubblici e dalle associazioni del territorio.
Creazione di una scheda di monitoraggio della partecipazione e attivazione di
uno spazio on-line per la condivisione dei risultati e dei contenuti. Realizzazione di report specifici capaci di riassumere le diverse attività di
partecipazione e rendere pubblici i contenuti e i diversi punti di vista. Creare un processo di consenso che sappia operare nel positivo attivando
relazioni e risultati non attesi soprattutto nella sinergia con altri interventi
nell’area di lavoro progettuale.
La partecipazione diventa con queste modalità un processo sicuramente capace di radicare la fattibilità nel territorio creando le occasioni utili alla comprensione e all’adesione. In un’area vasta la partecipazione deve saper individuare portatori di
interesse che sappiano essere moltiplicatori di comunicazione e informazione al territorio. Non devono essere dispersi gli sforzi e soprattutto è indispensabile collegare
il progetto alle reti di partecipazione già esistenti e radicate. Saranno anche stabilite azioni di partecipazione che possano replicare contenuti e informazioni.
Le modalità individuate e i soggetti coinvolti permetteranno nell’arco di tempo previsto dal progetto di accompagnare le azioni di Studio analitico conoscitivo e quelle dello
Studio applicato e progettazione. Al termine del progetto sarà redatta una relazione tecnica sulla partecipazione, i suoi contenuti saranno disponibili liberamente e potranno fornire indicazioni per arrivare a ottenere un protocollo partecipativo per
l’attivazione della rete di connessione ecologica. Le attività che saranno realizzate saranno le seguenti.
Forum dei 100 Fontanili che si apre ai contributi pubblici delle
amministrazioni coinvolte. I sostenitori saranno chiamati ad avere un ruolo di responsabilità nella creazione del forum tecnico che comprenderà i responsabili del territorio dei singoli Enti locali. In questo caso l’azione di partecipazione si
riferirà in specifico all’azione giuridico amministrativa e soprattutto a quella di pianificazione territoriale. Il Forum riprende anche la positiva esperienza del
Tavolo fontanili avviano nel corso del 2012 dalla Provincia di Milano.
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Le Tende dei fontanili, una modalità territoriale che sarà utilizzata per la partecipazione dei soggetti anche non istituzionali presenti sul territorio.
Saranno realizzate iniziative su ognuno degli ambiti di connessione in cui le Tende fungeranno da veri e propri accampamenti di una durata di otto ore che
convocheranno agricoltori, portatori di interesse diffusi, associazioni e tecnici per un confronto diretto sul territorio. Le Tende avranno soprattutto lo scopo di
verificare la fattibilità tecnica degli studi applicati e di simulare in loco il processo di realizzazione e la valutazione sulla effettiva realizzabilità delle azioni. L’accampamento avrà una risonanza locale e sarà sostenuto anche da
elementi di convivialità e di approfondimento culturale sulla storia locale e dei fontanili. Le Tendo dovranno essere realizzate i primi sei mesi della fase due.
Creazione della Mangia-longa della Connessione ecologica. Sarà realizzato un cammino di carattere culinario e paesaggistico attraverso alcune cascine che custodiscono i fontanili. L’azione partecipativa permetterà di rendere pubblica la
prima fase conoscitiva del progetto e di creare una vera e propria carovana nel territorio che oltre a far conoscere l’azione progettuale può creare le condizioni
di consenso e partecipazione sociale. Il cammino sarà realizzato in bicicletta attraverso le diverse aree di intervento territoriale.
Il piano della comunicazione accompagnerà lo studio della fattibilità con un'intensa e capillare attività di comunicazione, che avrà come scopo il coinvolgimento degli attori
istituzionali, dei proprietari agricoli e dei cittadini in una progettazione partecipata realizzata direttamente sul territorio. La promozione del progetto sarà realizzata tramite incontri pubblici, visite guidate, iniziative di volontariato e visite didattiche. In
particolare la comunicazione risponderà ai seguenti criteri:
Informare i cittadini del territorio e gli attori coinvolti della realizzazione delle diverse fasi del progetto attraverso i giornali locali, le radio e le televisioni.
Creare alcuni eventi di comunicazione culturale durante la realizzazione delle
Tende (musica del Fontanile, connessioni e sport). Predisporre in Piano di comunicazione da condividere con gli attori per la
realizzazione di azioni locali e la diffusione del progetto nei diversi canali di comunicazione propri degli attori sia politici che tecnici scientifici.
Realizzazione di una modalità condivisa e coordinata di comunicazione,
produzione di materiale informativo e tecnico di divulgazione. Realizzazione di due conferenze pubbliche per la presentazione delle due fasi di
lavoro progettuale: lo studio e la progettazione. Realizzazione di materiale di informazione per amministratori pubblici e per
giornalisti locali.
Soggetti coinvolti
Responsabili tecnici degli Enti locali. Distretti agricoli e agricoltori che hanno attuato interventi di servizio
ambientale. Rappresentanti di associazioni locali presenti nel territorio e operanti in campo
ambientale.
Associazioni agricole di categoria. Responsabili di Regione Lombardia e Provincia di Milano.
Tecnici del sistema delle aree protette e dei Parchi regionali.
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Agricoltori che intendono attivare politiche di tutela dei fontanili e di servizio ambientale collegato alle politiche comunitarie del PSR.
Professionisti agronomi impegnati nelle attività di consulenza al mondo agricolo.
Soggetti beneficiari Gli agricoltori custodi dei fontanili che si collegheranno alla rete regionale dei
Custodi della Terra. I tecnici delle amministrazioni pubbliche per parteciperanno alle iniziative anche
dal punto di vista formativo.
Gli operatori delle associazioni del territorio che avranno modo di condividere esperienze e di attivare iniziative e proposte di partecipazione dei loro network
di relazione. I cittadini che vivono nel territorio e potranno partecipare a un processo di
relazione con azioni di cambiamento.
L’amministrazione Provinciale che manterrà attivo il Tavolo di lavoro dei Fontanili dando un ulteriore stimolo alla partecipazione e al confronto con le
istituzioni pubbliche. Risultati attesi
Prima di tutto l’azione di partecipazione permetterà di consolidare e radicare la progettazione nel tessuto sociale e di ottenere un consenso alle politiche di governo
del territorio. La partecipazione permetterà di consolidare nelle azioni economiche e produttive dell’agricoltura la connessione ecologica come una opportunità unica di sviluppo. Inoltre sarà significativa l’azione del progetto per quanto riguarda le politiche
di contenimento del consumo di suolo. La comunicazione collegata al progetto è propedeutica ad ottenere un miglior risultato nelle politiche di finanziamento della
PAC, per questo il coinvolgimento di Regione Lombardia è strategico. Auspichiamo anche la definizione di una modalità di comunicazione e partecipazione che potrà successivamente essere utilizzata da nuove iniziative di custodia del
territorio e valorizzazione della biodiversità.
Indicatori e criteri di valutazione Numero di partecipanti alle Tende di partecipazione e differenziazione dei
partecipanti.
Uscite pubbliche su organi di stampa e mezzi di comunicazione televisa locale. Continutà nell’azione di partecipazione al tavolo dei Fontanili promosso dalla
Provincia di Milano. Grado di coinvolgimento degli agricoltori e dei Distretti agricoli locali che
partecipano al progetto.
Livello di partecipaione degli uffici tecnici dei comuni e azione di sostegno dei processi di partecipazione a livello municipale.
Attivazione del mondo associativo alle azioni e attività del progetto.
Tempi di realizzazione Dal gennaio 2013 al termine del progetto per un periodo di 24 mesi
Risorse necessarie Progetti e realizzazioni disponibili per quanto riguarda la comunicazione, il paesaggio e
la fruizione. Documenti realizzati dai diversi attori che operano nel territorio.
Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
Le risorse economiche per la realizzazione dell’azione 3 sono di 28.942 euro
con un contributo previsto di Fondazione Cariplo pari a 24.310 euro.
Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
METODI DI VERIFICA DEI RISULTATI Indicatori di andamento La progressione delle attività sarà monitorata attraverso la verifica della produzione dei risultati attesi entro i tempi di realizzazione previsti. Il monitoraggio sarà effettuato
attraverso l'organizzazione di incontri periodici in cui saranno presentati i risultati conseguiti durante le diverse fasi di progetto a un gruppo di monitoraggio e
valutazione. Durante il primo incontro il gruppo di lavoro, in base al diagramma di Gantt di dettaglio delle azioni gli output e le milestoneprevisti, costruirà un piano di monitoraggio, attraverso indicatori qualitativi e quantitativi, quali schede tecniche,
questionari, valutazione della coerenza tra dati raccolti e dati elaborati, progettualità individuate, aree di intervento. Durante ogni incontro successivo saranno analizzati gli
risultati conseguiti e si verificherà la loro aderenza alle indicazioni individuate dal piano di monitoraggio. In tal modo sarà possibile intervenire in modo puntuale ed
efficace su eventuali criticità.
Indicatori di risultato
La valutazione dei risultati raggiunti sarà effettuata da un gruppo di lavoro costituito dai partner di progetto e da altri enti non coinvolti direttamente nelle azioni
progettuali. In tal modo si garantirà l'obiettività del processo valutativo. I principali indicatori di valutazione saranno legati agli output effettivamente conseguiti dal progetto e la loro coerenza con le tempistiche di realizzazione previste. Il gruppo di
lavoro predisporrà un documento di valutazione nel quale saranno individuati indicatori qualitativi e indicatori quantitativi, quali n. di richieste di utilizzo del
database sul sistema dei fontanili e delle linee guida, recepimento da parte di Regione Lombardia delle linee guida, n. di attori locali coinvolti, numero eventi pubblici e
momenti di comunicazione, sostenibilità interventi individuati, riproducibilità dei modelli proposti.
Organizzazioni coinvolte nella valutazione Il monitoraggio e la valutazione dei risultati raggiunti saranno svolti attraverso un
gruppo di lavoro costituito da rappresentanti dei partner di progetto, da funzionari tecnici di Regione Lombardia, che ha garantito una partecipazione attiva alla realizzazione dello studio di fattibilità e da esperti di enti di ricerca. Inoltre sarà
coinvolto nel processo di valutazione il "Tavolo dei fontanili", attivato nel corso del 2012 e partecipato da una platea allargata di tutti gli attori istituzionali portatori di
interesse rispetto al tema della valorizzazione a sistema della rete dei fontanili dell’area milanese, tra i quali il Comune di Milano, i Distretti agricoli in provincia di Milano: Distretto Agricolo Milanese, Distretto Agricolo Valle Olona, Distretto Agricolo
delle 3 Acque di Milano, LIPU, Comitato salvaguardia Fontanili, Associazione Il Fontanile Rodano, Comitato fontanili e territorio, Consorzio del Fiume Olona,
Associazione 100 Cascine, Parco Agricolo Sud Milano. Una volta realizzato e pubblicato e condiviso con gli enti locali e il territorio, lo studio
di fattibilità: 1. potrà rappresentare un MODELLO d’intervento che potrà essere ripreso ed
utilizzato anche dalle altre amministrazioni (Comuni, Provincie altre regioni con fontanili)
Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
2. potrà essere uno strumento utile per elaborare strategie di gestione ecosostenibile del territorio agricolo nell’ambito del nuovo Piano di Sviluppo
Rurale 3. Potrà “elevare” il fontanile come elemento in grado di dare l’ossatura sulla quale
ridisegnare il paesaggio agricolo di pianura (riportarlo ad un “disegno antico” con strategie di tutela e sviluppo del territorio innovative)
Il risultato che il progetto intende conseguire presuppone la produzione di una più accurata carta provinciale degli habitat potenzialmente adatti ad essere connessi
attraverso il sistema dei fontanili, sulla base della metodologia europea. L’Unione Europea, istituendo tale strumento, ha inteso la necessità di segnalare le aree a
potenziale o verificata presenza di ecosistemi da tutelare e di documentare gli ambiti di maggior rilevanza naturalistica, che conferiscono pregio ambientale al territorio e concorrono alla funzionalità dal sistema individuato rete ecologica.
Nella Carta degli habitat, oltre ad essere riportate le formazioni vegetazionali, saranno inseriti perimetri areali e gli elementi lineari dei fontanili che potrebbero fungere da
aree-step e da corridoi locali, sistematizzando i biotopi oggetto del progetto con la tematica del bando. Al fine di integrare il sistema dei fontanili con quello della Rete Ecologica, è necessario
procedere con apposite verifiche tecniche, che consentano di produrre una mappatura dei fontanili giudicati idonei ad essere sottoposti ad opere di valorizzazione
naturalistica del biotopo originale. Lo studio di fattibilità sarà finalizzato a identificare i fontanili attivi o da riattivare, giudicati tecnicamente e strategicamente idonei a recepire interventi di rafforzamento,
potenziamento o ripristino dei sistemi ripariali destrutturati e degradati e delle formazioni boscate abbandonate o depotenziate.
In tal modo, fungendo le teste da aree step e le aste da elementi di connettività lineare, i fontanili saranno in grado, a livello di sub-sistema ecologico, sia di congiungere gli altri elementi strategici individuati dalla carta degli habitat, che di
rafforzare il reticolo idrografico provinciale nel suo complesso.
Lo svolgimento delle attività secondo la tempistica prevista nel cronoprogramma sarà verificato dal coordinatore di progetto, che svolgerà un’attività di monitoraggio continuo sui risultati delle attività in relazione alprojectscheduling.
I principali indicatori di progresso sono indicati nelle singole azioni e consistono nella consegna dei risultati e nello svolgimento di workshop tra partner per l’armonizzazione
dei risultati. I risultati e le relative tempistiche sono riassunti nello schema seguente.
Azione
Indicatore
Responsabile
1.1 Analisi degli strumenti normativi territoriali finalizzata al
reticolo dei fontanili.
Provincia Milano
Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
Legambiente svolgerà un’azione di coordinamento per quanto riguarda la consegna dei
rapporti finanziari comprendenti la rendicontazione delle spese, secondo la tempistica prevista dal progetto.
La valutazione delle azioni svolte sarà effettuata dai partner attraverso l’organizzazione di incontri in cui saranno presentati e discussi i risultati conseguiti.
Inoltre, la valutazione finale sarà affidata a Enti non direttamente coinvolti nel progetto, che saranno contattati dai partner attivi nelle single azioni.
1.1 Quadro conoscitivo del sistema dei fontanili e sua messa a
sistema. Mappe tematiche territoriali e individuazione
criticità e opportunità di connessione.
Provincia Milano
1.1 Indicazioni per il recupero e la manutenzione dei fontanili
per il PSR di Regione Lombardia.
Provincia Milano
Legambiente
1.2 Creazione di un database dei fontanili della Provincia di
Milano, integrato con informazioni ecologiche derivanti da
studi pregressi e dall’attività di classificazione.
UNIMI
1.2 Consegna di schede descrittive sulle tipologie ecologico-
funzionali di fontanili riscontrabili.
UNIMI
1.2 Realizzazone delle linee guida relative al ripristino e
mantenimento della funzionalità ecologica dei fontanili e
per la loro valorizzazione come biocorridoi nella Provincia di
Milano.
IRSA-CNR
Provincia Milano
1.1
1.2
Mappa e cartografia delle connessioni ecologiche
identificate.
Tutti i partner
2.1 Report sulle opportunità e sulle condizioni politico-sociali
sugli ambiti individuati.
Provincia Milano
Legambiente
2.1 Realizzazione, predisposizione e sigla dei Contrattidi
Fontanile.
Provincia Milano
Legambiente
2.2 Analisi dei vincoli e delle opportunità giuridiche-
amministrative per la valorizzazione del sistema dei
fontanili in Provincia di Milano: redazione e condivisione di
un Documento di indirizzo
Provincia Milano
Consorzio
Legambiente
2.3 Schede di fattibilità tecnica sugli ambiti di connessione
individuati, interventi modello riproducibili su vasta scala
(ogni scheda si compone delle seguenti fattibilità: idraulica,
paesaggistica, ecologica, economica multifunzionale)
Tutti i partner
Tutti i partner
3 Realizzazione / gestione del Forum dei fontanili Legambiente
3 Realizzazione e animazione Tende della partecipazione Legambiente
3 Realizzazione della mangia-longa Legambiente
Di.Fo.In.Fo
Connessione ecologica di fontanile in fontanile nell’est milanese
Bando Fondazione Cariplo. Realizzare la connessione ecologica, 2015
CRONOPROGRAMMA
AZIONI
SUB AZIONI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
Azione 1
Studio analitico
Analisi di
contesto
territoriale e
inquadramento
conoscitivo
Analisi
ECOLOGICA
M
1
Azione 2
Studio applicato
e progettazione
Fattibilità
politico-sociale
M
2
Fattibilità
giuridico-
amministrativa
M
3
Fattibilità
tecnica
M
4
M
5
Azione 3
Comunicazione e
partecipazione
M
6
M
7
M
8
ELENCO DELLE MILESTONES
M1:linee guida per la valorizzazione dei fontanili come biocorridoi nella Provincia di
Milanoe identificazioni ambiti di connessione
M2: Tavoli di lavoro e predisposizione contratti di fontanile
M3: Documento di indirizzo giuridico-amministrativo
M4: Sigla dei contratti di fontanile
M5: Schede tecniche progettuali
M6: Avvio Forum dei 100 Fontanili
M7: Avvio Tende della partecipazione
M8: Realizzazione Mangia-Longa