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PORTFOLIO

56 MAGGIO 2012 FOTOGRAFIA REFLEX

Marco Illuminati è andato inBrasile per la prima voltanel 2006, poi ci è tornato

nel 2009 per lavorare in diverse cittàdel Nord-Est e del Sud-Est per unaONG, e in seguito ha deciso di sta-bilirsi a Salvador de Bahia. Al 2009risale l’inizio della sua collabora-zione, tuttora feconda, con lo scrit-tore José Eduardo Ferreira Santos,incentrata sulle tematiche legate alterritorio del Subúrbio Ferroviário

di Salvador de Bahia ed i suoi abi-tanti, da cui sono tratte queste im-magini. Contemporaneamente, dal2010 ha dato vita ad altri progetti,tra cui spicca quello in corso nelmonastero di clausura di São Bento,dove coordina un gruppo di giovanioccupati nella digitalizzazione di li-bri rari della biblioteca, che in Bra-sile è la seconda per importanza nelsettore delle opere rare. Frequenta ilcorso di post-laurea in Arte e Patri-

La ricerca multimediale di un fotografo italianoche partì per il Brasile

senza sapere di andareverso una nuova vita. A Salvador de Bahia

MARCO ILLUMINATIdi Claudio Marcozzi

Vendita di frutta nel Bairro di Nova Primavera.

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Eliete Santos, fumando il sigaro in casa. Casinhas, Bairro di Nova Primavera.

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monio ed è stato selezionato due volte co-me “alunno speciale” per i corsi di disci-pline singole “Processi Creativi” e “Se-miotica Visuale” presso l’Università Fede-rale di Bahia.Questo lavoro, di cui qui pubblichiamo

un estratto, è stato presentato con diversiarrangiamenti nelle Università Federali ePrivate di Salvador, di Belo Horizonte edello stato di San Paolo, è stato usato co-me supporto formativo in diverse discipli-ne grazie all’interessamento dei professorititolari, presentato in spazi pubblici e pub-blicato in riviste dello stato di Bahia e inlibri, quali “Cultural Dynamics of Wo-men’s Lives” (Usa) e “Poética da Família”(San Paolo). È stato inoltre selezionato at-traverso un concorso della FUNCEB (Fon-dazione Culturale dello Stato di Bahia) peressere esposto nella Galleria Xisto Bahianel novembre 2012, in una importante mo-stra curata da Sergio Guedes, con un pro-getto espositivo dell’architetto FedericoCalabrese.Si tratta di una ricerca iniziata nel 2009

ma non ancora conclusa, e la collaborazio-ne con José Eduardo Ferreira Santos è pre-ziosa in quanto è lui che si occupa delle in-terviste e dell’elaborazione dei testi a cor-redo della campagna fotografica.Le aree interessate sono le periferie di

Salvador de Bahia, principalmente ilSubúrbio Ferroviário de Salvador, un’areache si estende lungo la grande strada chia-mata Avenida Suburbana divisa in quartiericon differenti densità abitative. Il lavorocontempla anche le aree dove gli abitantisuburbani lavorano o che comunque fre-quentano, estese a tutta la città di Salvador.L’area di Alagados che si caratterizza comela zona di maggiore interesse per la ricercatesto-audio-visuale, era una volta la favelasu palafitte più grande del mondo. Oggi èormai bonificata e le case in mattoni hannoquasi del tutto sostituito le strutture acqua-tiche in legno.I filoni presi in considerazione nell’inda-

gine sono principalmente due. Il primo è“Arte invisivel”, ovvero l’analisi delle ma-nifestazioni creative caratteristiche dell’a-rea esaminata, vista attraverso la vita e illavoro degli artisti Suburbani. Come mani-festazioni artistiche si intendono in senso

Musicisti del Cortejo Afro (di Piraja) prima dellasfilata del carnevale di Salvador 2010. Barra.In basso: Bambina in casa. Bairro di São João doCabrito, Plataforma. Nella pagina accanto, in alto: Ballerini delgruppo di danza “Grupo Herdeiros de Angola”.Teatro di Plataforma.In basso: Musicisti da Cidade de Plastico. Bairrodi Periperi.

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lato tutte le attività che richiedono abilitàcreativa, come pittura, scultura, musica,danza, artigianato, cura dell’estetica, bloc-chi del carnevale, arte sacra ecc. L’altra se-zione di ricerca è denominata “Cadê a bo-nita”, il cui fuoco sono le donne e il lororuolo all’interno di questo specifico siste-ma sociale, dove la figura femminile detie-ne un ruolo fondamentale per la stabilità ela crescita della struttura familiare e lo svi-luppo delle principali funzioni della comu-nità, dal lavoro all’aggregazione, dagliscambi interpersonali fino alle funzioni re-ligiose.Nella realizzazione del lavoro Marco Il-

luminati ha cercato di evitare di cadere ne-gli stereotipi sempre in agguato in certi ca-si, con il rischio di stigmatizzare e caratte-rizzare l’area di interesse come luogo didegrado, dato che, pur esistendo enormi ecomplessi problemi in agglomerati urbaniperiferici come questo (traffico di droga,prostituzione, furti, omicidi), esiste ancheuna grande parte di territorio e di popola-zione che sono operosi e creativi, capaci diesprimere il meglio della cultura brasiliana,la sua immensa vitalità, intuizione e fer-mento creativo.Quello che gli interessa maggiormente,

insieme ai suoi collaboratori, è mettere inluce questo aspetto poco raccontato dellarealtà locale, troppo spesso offuscata da unfirmamento di analisi che mostrano esclu-sivamente la facciata sensazionalistica del-la povertà, quella più fotogenica e d’effettoche fa ricorso ai toni pesanti del drammadel disagio e della sofferenza. Nello stessotempo cerca di evitare lo stile falsamentemoralista di certa fotografia documentariache ancora continua ad offrire sguardi for-zati dall’inutile necessità di convincere econvincersi della dignità della povera gen-te. Non ce ne dovrebbe essere bisogno, equeste immagini non cercano di rappresen-tare niente di più di quello sono.La selezione di fotografie è tratta da un

archivio di oltre 13.000 immagini diviseper temi, quindi vuole essere una panora-mica adatta ad offrire attraverso una seriedi brevi flash lo spirito del lavoro svolto, li-bero dalle rigide gabbie del progetto cheper fini di ricerca è stato strutturato in ma-niera analitica.Guardando le immagini si riesce quasi ad

immaginare il sottofondo sonoro di ogniscena, le voci di un idioma portoghese im-pastato in brasileiro bahiano e squilli dibimbe che diventano l’inciso dei brani diun samba che sentiamo malinconico finchénon sfocia nell’allegria della festa, che da

Lavoratrice della Sra. Nilza (Baiana de Acarajé) –São Bartolomeu – Avenida Afrânio Peixoto.

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queste parti nasce spontanea anche quandomeno te l’aspetti, perché fa parte della gen-te, è nel sangue e rinvigorisce il cuore.Quando la musica non è presente nella sce-na è facile sentirla in lontananza, attutita,come i colori scelti per raccontare le storiedelle persone. La scelta cromatica di Mar-co Illuminati non è casuale o frutto di sma-nettamenti senza motivo di photoshop, chepare siano anche di moda, ma dettata dal-l’intenzione di neutralizzare interpretazio-ni arbitrarie che potrebbero portare l’osser-vatore da altre parti. Se proviamo ad imma-ginare queste fotografie con i colori origi-nali, forti e brillanti di luce, ci rendiamoconto che la mente andrebbe verso una vi-sione quasi turistica dei luoghi e delle per-sone, facendoci dimenticare che la situa-zione è pur sempre densa di problematiche,mentre il bianco-nero caricherebbe ecces-sivamente di dramma una realtà che è ca-pace di esprimere ben altro. Per dire di conoscere un luogo e per po-

terlo raccontare bene bisogna viverlo comefa Marco Illuminati, entrare nelle case,sentire l’odore che esce dalle cucine, colti-vare amicizie, sudare insieme sotto il soledel tropico, ubriacarsi con loro (spero nonsia astemio) e vagare nelle notti da una sto-ria all’altra. Penetrare i misteri di una cittàdal paesaggio umano risultante da un in-credibile cocktail razziale in cui la santèriae il candomblé si mescolano ai culti catto-lici e la Nossa Senhora do Bonfim e la deaOxalà convivono nello stesso tempio, comenelle mensole delle case, in cui gli abitantiripongono gli oggetti utili al loro sostegnoquotidiano. Case povere, ma testimoni del-la vitalità e della ricchezza umana, fatta ditradizioni, di lotte, di gioie e di speranze. Come Jorge Amado, il grande scrittore

cantore di Bahia, Marco Illuminati vuole“soltanto raccontare delle cose, alcune di-vertenti, altre malinconiche, proprio comeè la vita”. Già, Amado, quest’anno ricorre il cente-

nario della sua nascita e questo lavoro foto-grafico potrebbe avere il suo spazio nel ca-lendario delle celebrazioni perché alla stas-sa gente di Amado è dedicato. Con so-brietà, ma con partecipazione. E tanta pas-sione. l

Dall’alto in basso:Barbara Sales lavorando. Bairro di São João doCabrito, Plataforma; Trabalhador do Cortejo Afro(di Piraja) nel camerino durante lo Show.Pelourinho; Davidson, filho de Roquelina Alves.Areal do Boiadeiro Enseada do Cabrito.Nella pagina accanto, dall’alto in basso:Nascimento, suonando il cavaquinho. Treno delSubúrbio Ferroviário di Salvador; Figlia di Roquelina Ribeiro. Casinhas, Bairro diNova Primavera.


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