AMBITO 10 BASSA BRESCIANA
PIANO DI FORMAZIONE DEL PERSONALE
DOCENTE NEOASSUNTO A.S. 2017/2018
“Gestione della classe e problematiche
relazionali”
17 febbraio 2018
Prof. Claudia Franchi
Prof. Paola Bonaglia
LA COMUNICAZIONE DIDATTICA EFFICACE
FUNZIONALE ALLA CORRETTA GESTIONE
DELLA CLASSE
INCIPIT
Perseguimento di un CLIMA DI CLASSE in cui le
personalità si possono trovare in armonia per un
impegno individuale e collettivo.
Questo non è solo riprendere, ammonire e
rimproverare, il singolo allievo, condannare, punire,
criticare, minacciare conseguenze disciplinari ..
IL DOCENTE: si adopera per indirizzarsi verso una
conduzione dei rapporti interpersonali e di gruppo
volti a promuovere nell’allievo un atteggiamento
positivo verso la proposta didattica.
IL CASO
La docente di storia di una scuola secondaria di
primo grado cerca di gestire adeguatamente la
classe in modo da favorire la partecipazione di
tutti
L’insegnante sintetizza su un cartellone alcuni fatti storici che finora sono stati affrontati
ma non approfonditi.
Durante la sua ora di lezione propone di dividere la classe in sette gruppi, in modo che
ognuno, scelto uno degli argomenti del cartellone, lo possa approfondire rispondendo a
dei quesiti, con l’aiuto del libro e dei cartelloni che in precedenza erano stati appesi alle
pareti dell’aula quando ciascuno dei temi era stato presentato.
I gruppi iniziano a lavorare.
Dopo mezzora, un gruppo termina il lavoro e richiama l’attenzione dell’insegnante, che
chiede di pazientare finchè anche gli altri non abbiano finito.
Mentre sta dicendo queste cose, un secondo gruppo chiama la professoressa che si
avvicina per ascoltarne le richieste. In quel momento i ragazzi di un terzo gruppo iniziano
a parlare a voce alta; intanto i componenti di un altro gruppo ancora si alzano e iniziano a
fare confusione.
L’insegnante dice: “Non lavoreremo più in gruppo! Non siete capaci di collaborare!”.
I FATTI IMPORTANTI DA SOTTOLINEARE:
1 l’insegnante intende favorire la partecipazione di tutti
2 la professoressa propone di lavorare nei gruppi nel tempo stabilito
3 i gruppi lavorano bene mezzora
4 i problemi iniziano quando la docente non riesce a rispondere contemporaneamente ai bisogni
dei vari gruppi.
IL CASO ILLUSTRATO pone il problema di come far lavorare gli allievi in gruppo. Cosa non ha
funzionato? Perché la situazione è precipitata?
Ritieni utile variare le tradizionali attività didattiche favorendo le esperienze diversificate all’interno
della classe oppure è meglio rivolgersi sempre a tutta la classe?
Annota un episodio che ti è capitato in classe simile al caso presentato e discutine in gruppo.
IL CASO
In una classe terza della scuola secondaria di
primo grado uno degli insegnanti spesso non
riesce a terminare la lezione. I ragazzi
assumono con lui atteggiamenti irresponsabili:
non studiano, non si impegnano, spesso
mancano di rispetto.
L’insegnante, entrando in classe, mostra subito deboli capacità di intervento: non fa niente
per fermare un ragazzo che sta vessando con arroganza un compagno più debole ma, con
un atteggiamento volto a evitare i problemi, richiama genericamente tutti a sedersi.
Nessuno obbedisce, gli alunni continuano a fare quello che stavano facendo e solo per
abitudine, dopo un po’, prendono posto. L’insegnante, a questo punto, propone una
verifica scritta; quando inizia a formalizzarla, il ragazzo arrogante protesta vivacemente
per il fatto che non erano stati avvisati prima, gli altri allievi danno ragione al compagno,
mentre il docente, preoccupato di accattivarsi la simpatia di tutti, concede di scegliere
l’attività da svolgere durante l’ora. I ragazzi, raggiunto così lo scopo di non fare la verifica,
fanno i propri comodi per tutta la lezione senza badare all’insegnante, che continua a
ripetere: “Almeno non urlate”.
I FATTI IMPORTANTI
1 l’insegnante non è intervenuto per richiamare il singolo che aveva un atteggiamento non
corretto ma richiama tutta la classe
2 l’attività proposta non viene accettata e il docente cambia programma
3 i ragazzi continuano a fare i loro comodi.
L’INSEGNANTE ha oggettive difficoltà a gestire la classe. In che cosa sbaglia?
QUALI sono i segreti per farsi rispettare in classe? Quali gli atteggiamenti nei confronti dei
ragazzi maleducati?
PER QUALE motivo secondo te, gli stessi ragazzi con alcuni insegnati si mostrano arroganti
e maleducati e con altri manifestano un comportamento disciplinato? Racconta la tua
esperienza. Hai un piano di azione preliminare?
COSA CONDIZIONA L’APPRENDIMENTO IN
CLASSE?
Grande attenzione alle dinamiche motivazionali:
Attenzione: diversificazione stili didattici, strumenti
Rilevanza: dare visibile significato ai saperi
Fiducia: stima e considerazione per favorire il
perseguimento positivo degli obiettivi
Soddisfazione: risultati, rimandi positivi
RISULTATO: CLIMA POSITIVO
Atmosfera invitante, serena, comprensiva, coesa, di
sostegno
1. ALCUNE STRATEGIE DI GESTIONE DELLA CLASSE
La dominanza La contemporanea conduzione di più attività
2. LA COMUNICAZIONE DIDATTICA
1. ALCUNE STRATEGIE DI GESTIONE DELLA CLASSE
La dominanza La contemporanea conduzione di più attività
LA DOMINANZA
Essere ADDENTRO nei fatti della classe, i ragazzi sono
emotivamente colpiti da un insegnante a cui non
sfuggono i dettagli della vita di classe.
Per esercitare una buona dominanza:
1. esplicitare, concordare chiaramente regole e
procedure
2 . illustrare gli effetti di comportamenti inadeguati
sia sul piano relazione che su quello degli
apprendimenti
Spiegazioni e riunioni “organizzative” sono occasioni di
crescita e di maturazione che permettono di
instaurare un clima di classe utile per
l’apprendimento.
Serietà di comportamento nei confronti di chi non
rispetta le regole.
3 dominanza anche attraverso l’insegnamento:
l’autorità si conquista facilitando e promuovendo
efficacemente l’apprendimento.
La DOMINANZA si coniuga con la COOPERAZIONE.
Come esercitare la dominanza:
1 comunicare l’interesse per la persona degli studenti
2 chiamare per nome e con il sorriso
3 parlare con rispetto, bene e senza sarcasmo
4 parlare individualmente con i ragazzi
5 parlare in gruppo dei comportamenti corretti
6 spiegare sempre le ragioni
7 sollecitare sempre a prendere posizione
8 verificare sempre che i ragazzi abbiano appreso le
direttive
9 coinvolgere i ragazzi nel programma
10 approfondire gli argomenti di interesse
11 aiutare i ragazzi a capire i procedimenti migliori
12 mostrare come lavorare, con esempi
13 essere di aiuto di fronte a risultati negativi.
LA CONTEMPORANEA CONDUZIONE DI PIU’ ATTIVITA’ Organizzare la lezione Organizzare il tempo, che l’insegnante deve esser in grado di padroneggiare. Tempo per consolidare, per esercitarsi, per rivedere, per applicare, per connettere nuovi contenuti. Inclusione Apprendimento significativo Personalizzazione Attività in modo coinvolgente
1. LA COMUNICAZIONE
DIDATTICA
Le linee di tendenza
1. Spostamento da modelli trasmissivi e tendenzialmente unidirezionali a modelli costruttivi e collaborativi, interattivi, circolari
2. Inclusione sempre più significativa dei media e delle tecnologie
3. Visione di una comunicazione didattica a “largo spettro”, evidenziandone le valenze gestionali, relazionali, organizzative.
(PC Rivoltella 2015)
Lo sforzo di costruire un framework grazie al quale individuare gli elementi strutturali della comunicazione didattica. SINTASSI SEMANTICA PRAGMATICA della COMUNICAZIONE DIDATTICA
SINTASSI – uso dei codici
Per un insegnante vuol dire imparare a usare i codici grazie ai quali la comunicazione didattica diventa possibile.
TRE TIPI DI CODICI
VERBALI la voce NON VERBALI il corpo
GRAFICI e ICONICI il disegno, la tabella, il grafico, le immagini …
Riscoprire la natura DRAMMATURGICA e PERFORMATICA della comunicazione didattica, saper usare il corpo, la mimica del volto, la gestualità, la prossemica, saper “stare in scena” DA QUESTO DIPENDE IN LARGA PARTE LA GESTIONE DELLA CLASSE:
attenzione
rumore disciplina
SEMANTICA – costruzione di significati
La necessità per l’insegnante di controllare il processo di codifica della propria comunicazione , funzionale alla comprensione dei significati da parte degli allievi. … se in classe regna un religioso silenzio e l’insegnante si esprime in modo chiaro … questo non è sufficiente, per l’insegnante, per controllare che il processo di codifica della propria comunicazione sia funzionale alla comprensione dei significati da parte degli allievi.
LA QUESTIONE: la presenza del WEB.
L’insegnante, a differenza di una volta, non è più l’unico detentore dell’informazione. Fatto critico questo per l’insegnante: ridefinizione dei suoi compiti, La difficoltà, nel diluvio di informazioni nel quale gli studenti sono coinvolti, nel distinguere la buona comunicazione dalle misconception.
IL PROBLEMA DELLA RICERCA “EFFICACE” Ma reperire buona informazione NON E’ SUFFICIENTE: bisogna costruire CONOSCENZA a partire da essa. E qui nascono tutti quegli aspetti dell’esperienza didattica finalizzati alla costruzione del pensiero critico e alla metacognizione.
PRAGMATICA – attività in contesto
Trasferire contenuti = trasmissione di cultura, una delle principali ragioni d’essere del sistema
formativo
LA LEZIONE FRONTALE Situazione didattica tipica dell’agire comunicativo in classe. Se assunta come unica forma di comunicazione didattica, essa verosimilmente non può produrre grandi risultati negli studenti (basso coinvolgimento, bassa motivazione …). Se ben condotta, tuttavia, essa mantiene un significativo valore didattico. Quale? Esso va cercato nella sua funzione modellizzante e nella possibilità che essa offre allo studente di confrontarsi con una “messa in forma esemplare del sapere”.
LA RELAZIONE CON L’ALUNNO
La necessità per l’allievo di sperimentare una relazione positiva e fruttuosa con l’insegnante
LA DOMINANZA DELL’INSEGNANTE Sicurezza
Autorevolezza determinazione
Indicata come momento qualificante della magistralità già da Platone, per il quale il modello di insegnamento più efficace era quello improntato alla convivenza di maestro e allievi.
L’interazione profonda fa della comunicazione didattica un momento di orientamento, di investimento degli strati profondi della personalità. La lezione socratica e platonica: accezione vocazionale dell’insegnamento la centralità dell’esempio e della testimonianza (Socrate che muore ingiustamente pur di non smentire, con la propria fuga, il rispetto delle leggi che più volte aveva promosso nei suoi allievi). “ … scrivere sull’anima di qualcun altro” la forza e la portata della dimensione relazionale ..
IL VIAGGIO, METAFORA DELLA COMUNICAZIONE E DELL’EDUCAZIONE
La dimensione “esplorativa” nella comunicazione didattica ha a che fare con tutto ciò che riguarda il problem solving e i metodi investigativi nella didattica. La funzione della “scoperta” in relazione all’apprendimento e la possibilità offerta all’alunno di fare ipotesi, verificarle, scrivere testi a ridosso della vita, là dove essa si svolge.
Viene sviluppato un Decision Making, una presa di decisione rispetto a un problema che prevede più soluzioni tra le quali si tratta di scegliere in base a differenti indicatori di opportunità.
LA DIDATTICA IMMERSIVA La gestione della classe si fonda sulla partecipazione degli allievi APPRENDIMENTO COOPERATIVO, cioè lavorare insieme, condivisione di compiti e una esplicita intenzione di aggiungere valore al proprio operato, per creare qualcosa di nuovo, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Migliora il senso di appartenenza, l’integrazione, diminuisce ansia da prestazione, diminuisce problematiche comportamentali, migliora la motivazione allo studio. PEER TUTORING Gli allievi imparano molte cose dai compagni e l’aiuto reciproco migliora l’apprendimento e le relazioni sociali. Occorre: individuare obiettivi, definire tempi, scegliere il ruolo di tutor, esplicitare finalità e modalità del lavoro.
ROLE PLAYING gli stage e i tirocini, ma anche il lavoro di gruppo appartiene a questa forma di didattica: il pregio è quello di poter ottimizzare come momenti di apprendimento anche tempi non formali non finalizzati direttamente alla didattica.
https://prezi.com/gadzueswoyf6/flipped-classroom-con-te
GRAZIE PER
LA
CORTESE
ATTENZIONE