Cultura e spettacoli
Antichi organi fa tappa a CasaliggioStasera nella parrocchiale si esibisce il trio Rizzo-Ogasawara-Iannone
Da sinistra:Nicola Iannone,
KaoriOgasawara e
Dino Rizzo
CASALIGGIO - Ultimi due concertiper la 26ª edizione della rassegnaAntichi organi diretta da Giusep-pina Perotti che oggi alle 21 dàappuntamento nella parrocchia-le di Casaliggio, dove si esibiran-no Dino Rizzo all’organo, KaoriOgasawara al violino e NicolaIannone al contrabbasso, intro-dotti nella prima parte dal Coro
San Giovanni Battista diretto daRossella Pecoli. Cambio di orarioinvece per il concerto di domani,domenica 20 ottobre, nella chie-sa di Sant’Antonio a Trebbia, an-ticipato alle 16.30 e non più alle21. In programma a Casaliggiobrani di Haendel, Mozart,Franck, Vivaldi, Bach, Fumagallie, come sempre nella rassegna
dedicata a Giuseppe Verdi e Pia-cenza, al grande compositore dicui si celebra il bicentenario del-la nascita. In particolare verrà e-seguita l’Ave Maria dall’Otello.Anche musicologo e ricercatore,Rizzo è dal 1977 organista dellaCollegiata di San Bartolomeo inBusseto, che custodisce un orga-no Serassi del 1838. Tra i cd regi-
strati su questo prezioso stru-mento, Provesi & Lavigna, Mae-stri di Giuseppe Verdi, mentre al-
l’organo Francesco Bossi (1797)della Chiesa di San Michele inRoncole ha inciso il disco Frati
musicisti sugli organi di Verdi,per l’etichetta Multimedia SanPaolo. È autore del volume Verdifilarmonico e maestro dei Filar-monici bussetani, frutto di ricer-che premiate alla sesta edizionedel Premio Internazionale dimusicologia “Giuseppe Verdi”dell’Istituto nazionale di studiverdiani. Rizzo ha inoltre curatoedizioni critiche per l’opera om-nia The Works of Giuseppe Verdi(in corso di pubblicazione a Chi-cago e a Casa Ricordi), per il Mu-seo Teatrale della Scala e per l’I-stituto nazionale studi verdiani.
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Ad Italo Testa il Premio CiampiAl poeta arquatese il riconoscimento intitolato al cantautoreFIORENZUOLA - Il poeta arquateseItalo Testa, scrittore e docente u-niversitario, è stato insignitodell’ennesimo riconoscimentoper la sua opera poetica: si trat-ta del Premio Ciampi Città di Li-vorno (giunto alla 19esima edi-zione), intitolato al cantautore epoeta livornese morto prematu-ramente nel 1980.
Italo Testa ritirerà il premiodella sezione poesia (“Valigierosse”) il 25 ottobre al Nuovoteatro delle Commedie di Livor-no, nel corso di una serata di ar-te, poesia e musica. Tra i premia-ti anche cantautori e cantanti,per la sezione dedicata.
Sul palcoscenico del teatro di
Livorno, il giorno successivo, sa-bato 26 ottobre alle ore 21, sali-ranno anche Paolo Jannacci(che presenterà il suo tributo al
padre Enzo), Bobo Rondelli, Gi-nevra di Marco, il trio Carlone-Li Calzi-Righeira, Gatti Mezzi,Sinfonico Honolulu, Letti Sfatti,
Sara Loreni. La stessa sera saràproiettato il video di Subway tothe West Country di Ernesto dePascale, presentatore del pre-mio e membro della giuriascomparso nel 2011.
Il premio “Valigie Rosse” vieneassegnato ogni anno per l’operapoetica complessiva a un poetaitaliano e a un poeta stranieroall’interno del Premio Ciampi -Città di Livorno. Quest’anno lagiuria ha scelto la poetessa bul-gara Ekaterina Josifova e il poe-ta italiano Italo Testa. Quest’ulti-mo racconterà con sguardo dipoeta il primo disco del musici-sta Piero Litaliano di cui ricorreil cinquantenario dall’uscita. Achiusura della serata si esibiran-no l’artista Michela Lombardi eil duo Voc&Piano, protagonistedel panorama nazionale dellacanzone d’autore.
d. men.
PIACENZA - Italo Calvino resta«un esempio inimitabile, irripe-tibile» nel quale si assommava-no le doti di un redattore di al-to livello e di un abile tradutto-re, che si destreggiava bene pu-re nelle attività ben poco appa-riscenti di “cucina editoriale”.Suoi centinaia di risvolti scrittidi notte e mai firmati, con po-che eccezioni. Paratesti che siconfigurano quali “microsaggi”particolarmente penetrantitanto che lo stesso Calvino, nellibro che progettava su CesarePavese e che non riuscì a vede-re la luce, aveva previsto di in-cludere le due straordinariebandelle apparse nei volumidelle Lettere dello scrittore diSanto Stefano Belbo pubblicatinei “Supercoralli”. Un ulterioretratto rivelatore della persona-lità di Calvino era il fatto che«riceveva moltissima corri-spondenza da aspiranti scritto-ri e rispondeva a tutti». Aspettiilluminanti del clima che neglianni Sessanta si respirava in viaBiancamano a Torino, nella se-de della casa editrice Einaudi,emersi durante l’incontro Delfare libri, organizzato all’audi-torium della Fondazione di Pia-cenza e Vigevano dall’associa-zione Cittàcomune, presiedutadal saggista Piergiorgio Belloc-chio, intervenuto all’iniziativainsieme a Gianni D’Amo, Alber-
to Saibene, Luca Baranelli eFrancesco Ciafaloni. Al centrodell’intenso pomeriggio, sug-gellato dalla discussione con ilpubblico, il volume Una stanzaall’Einaudi di Baranelli e Ciafa-loni, curato da Saibene per i ti-pi Quodlibet.
D’Amo, introducendo la pre-sentazione, ha ricordato comeil titolo Del fare libri sia una ci-tazione dall’ultimo volume edi-to da Zanichelli di Gianni Sofri,il docente universitario attesocome ospite di un prossimo ap-
puntamento di Cittàcomune.Sollecitati dalle domande diSaibene, Baranelli e Ciafalonihanno raccontato dal di dentrouna stagione culturalmente e-saltante della casa editrice tori-nese, ma anche la difficile faseche precedette il fallimento e ilcambio di proprietà. Dopo lamorte nel 1950 di Pavese, tra ifondatori e magna pars dell’Ei-naudi, Calvino - ha evidenziatoBellocchio - finì per assumere ilruolo che era stato dello scrit-tore de La luna e i falò. «Non
potevano esserci due personepiù diverse, eppure avevano incomune un forte senso di re-sponsabilità e notevoli capa-cità» ha sottolineato Bellocchio,mettendo in luce poi due im-portanti questioni su cui si sof-ferma il libro Quodlibet: oltrealla crisi finanziaria del 1983, il“caso” Fofi esploso nel 1963 chesi concluse con la mancatapubblicazione de L’immigra-zione meridionale a Torino (poiuscito per Feltrinelli) e l’allon-tamento di Renato Solmi e Ra-niero Panzieri dalla redazione.Ciafaloni, che in Una stanza al-l’Einaudi offre un ritratto di I-talo Calvino, ha parlato in Fon-dazione anche di Primo Levi(«una persona molto diretta edesplicita»), mentre Baranelli,rievocando l’eccezionale fiutodi Giulio Einaudi, ha portato al-l’attenzione il contributo fon-damentale di Leone Ginzburg(«il vero grande publisher»).
Oggi, pur avendo la storicaEinaudi, con la sua proverbia-le attenzione alla cura del libroanche come oggetto, influen-zato positivamente case editri-ci venute dopo di lei, rimanel’amara constazione di quan-to, dal 1983 in avanti, la plura-lità editoriale di una città qua-le Torino sia «estremamenteimpoverita».
Anna Anselmi
In Fondazione per Cittàcomune dibattito con Bellocchio,Saibene,D’Amo,Baranelli e Ciafaloni
La “cucina editoriale” di Calvino«Era un esempio inimitabile di redattore e un abile traduttore»
Il poetaarquatese ItaloTesta ha vinto ilPremio Ciampi
nella sezionepoesia “Valigie
rosse”
PIACENZA - «Pietro Spica osserva Piacenza fino a spica…nalizzar-la». E’ questo il titolo della mostra che aprirà i battenti oggi allagalleria Biffi Arte e proseguirà fino al 3 novembre. Dieci acquerel-li originali di altrettanti luoghi simbolo di Piacenza, di cui l’arti-sta milanese ha rielaborato piazze, chiese, antiche mappe ed haaggiunto una sorpresa dedicata al Fegato Etrusco. La mostra è acura di Arturo Schwarz, scrittore, editore, colle-zionista e critico d’arte (ha posseduto numero-se opere di Marcel Duchamp, André Breton,Man Ray, Jean Arp e di altri artisti, dadaisti esurrealisti in particolare) mentre l’allestimentoè a cura di Carlo Scagnelli, direttore artisticodella galleria. «Questo grande artista milanese- commenta Scagnelli - riscopre i luoghi simbo-lo della nostra città con l’allegria dei suoi colo-ri e la riconosciuta capacità di acquerellista epoetico illustratore». Pietro Spica è nipote d’ar-te; lo zio materno, Gianni Dova, fu tra i fonda-tori dello Spazialismo italiano, dal quale PietroSpica ha tratto ispirazione per la sua opera artistica. La sua curio-sità per il mondo gli ha fatto compiere viaggi avventurosi in variPaesi del mondo come l’Afghanistan, l’India, il Brasile, il Messicoe il Marocco e ha trascorso lunghi periodi negli Stati Uniti e alleBaleari. Da ogni viaggio Spica ha riportato impressioni e stimolidiversi che hanno inciso sulla sua tecnica espressiva.
Mauro Molinaroli
Da Biffi Arte in mostragli acquerelli di Spica
Il tavolo dei relatori intervenuti in Fondazione per Cittàcomune (foto Cavalli)
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“La Grande Magia”da domani a Bologna
Uno degli acquerelliin mostra
BOLOGNA - L’incantesimo dell’ar-te come chiave di lettura dellasocietà contemporanea. La sfi-da è lanciata dalla mostra ‘LaGrande Magia’, da domani 20 ot-tobre fino al 16 febbraio alMAMbo di Bologna. Un viaggiodal Cinquecento ai gior-ni nostri, attraverso l’ir-razionale, il mistero, ilsimbolo e il segreto. U-nicredit ha messo le 90opere, selezionate dalle60 mila della propriacollezione, una dellemaggiori tra quelle ‘cor-porate’ d’Europa. IlMAMbo, museo d’ArteModerna di Bologna, haofferto gli spazi. Ad a-prire il percorso, suddiviso in ot-to sezioni, sono le opere più an-tiche, quattro capolavori: ‘Psicheabbandonata da Amore’ di Dos-so Dossi (1660 circa), Aracne tes-se la tele’ di Antonio Carneo(1660), ‘Capriccio Architettoni-co’ di Marco Ricci (1700) e ‘Il la-mento dell’oro’ di Jean BaptisteGreuze (1775). Quindi la visita sisnoda, fino ad arrivare ad artisticontemporanei delle ultime ge-
nerazioni, da Christian Marclaya Grazia Toderi, da MarkusSchinwald a Clare Strand, fino aElina Brotherus, Jeppe Hein,Beate Gutschow e Hans Op deBeeck, senza tralasciare maestricome, tra gli altri, Gustav Klimt,
Giorgio De Chirico, Fer-nand Legér, EdwardWeston, Yves Klein, Ar-nulf Rainer. I lavori so-no stati messi a disposi-zione da importanti isti-tuzioni museali euro-pee, che li espongono invirtù di accordi con U-nicredit, come l’Alberti-na di Vienna (per K-limt), il Museum derModerne di Salisburgo
(per la collezione Fotografis), ilMacro e il Maxxi di Roma. Allabase della scelta del tema, l’ideache «la magia - ha spiegato il di-rettore Gianfranco Mariniello -ha anche fare con l’esperienzaantropologica, con la proiezio-ne al di sopra del nostro ordina-rio. L’idea insomma, che ci pos-sa essere qualcosa di più di quel-lo che vediamo. Ed è anche quel-lo che chiediamo agli artisti».
I lavori messi adisposizione
da importantiistituzioni
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LIBERTÀSabato 19 ottobre 201334