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Venerdì 09 Novembre 2012
«Un mllone e mezzo ali l'impegno del direttore dell'Asl Squillante per la sanità privata. I sindacati: ora intervenga al Regione
Una riunione positiva sul fronte della sanità privata. «Finalmente - hanno detto Salvatore Parlsi e Antonio Gambardella -l'Asl sta prendendo in mano la situazione cercando una soluzione». Ma lo scenario rimane immutato. Resta infatti la mobilitazione e lo stato di crisi nel settore socio-sanitario in provincia di Salerno e in regione Campania ed entro il 16 novembre partiranno le procedure collettive di licenziamento per oltre 2300 addetti e la dimissione di oltre 4660 pazienti in tutta la Regione. Con il rischio, sottolineato dal direttore generale dell'Asl di Salerno, Antonio Squillante, che si «andranno ad ingolfare ancora di più gli ospedali».
L'incontro di ieri pomeriggio convocato dal manager nella sede di via Nizza, ha prodotto aspetti positivi e negativi. Partiamo dai primi. Squillantehagarantito, ancora una volta, l'impegno finanziario dell'Asl di Salerno. «Siamo andati anche fuori contratto - ha spiegato - riducendo i tempi (normalmente di 90 giorni, ndr). Contiamo di versare, in totale, alle strutture socio-sanitarie circa 1,5 milioni di euro». L'aspetto negativo riguardal'usclta di scena dei comuni. All'incontro di ieri pomeriggio ha partecipato anche il
l'incontro nelle sede dell'Asl ieri pomeriggio
sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, in rappresentanza dell'Allei Campania. «I Comuni - ha detto - sono ormai strozzati da tanti vincoli. il Governo ha azzerato il fondo sociale nazionale e i nostri bilanci si reggono ormai sui residui attivi. Noi non possiamo garantire una spesa per la quale non è prevista una copertura finanziaria» .
Perplessità che verranno ora messe nero su bianco in documento ufficiale che verrà
consegnato alla Regione Campania nell'ambito di un ragionamento, già avviato dal coordinanlCnto regionale dei centri socio-assistenziali, che ha come obiettivo quello di rivedere se non proprio modificare 1'ex decreto commissariale 77, poi trasformato nella delibera 50 del 2012. Le percentuali del 30 per cento a carico dei Comuni non sono sopportabili. Nel corso dell'incontro congiunto con le commissioni regionali Sanità e Politiche
Sociali, venne ipotizzato il trasferimento dei fondi che la Regione destina ai Comuni, direttamente alle Asl. Ma, per farlo, selve una nonna transitoria. «Fare una nuova legge ora - ha sottolineato Salvatore Parisi - sarebbe troppo lungo». E di tempo ormai non ne resta poi molto.
Ieri c'erano anche le organizzazioni sindacali fortemente preoccupate per gli scenari occupazionali che si verranno a creare dopo il 16 novembre nel caso non venissero assunti provvedimenti.
Tutto ora è nelle mani della Regione, dove nei prossimi giorni le parti si dovrebbero incontrare nuovamente per vedere cosa è possibile fare. Se dovesse andare in porto la proposta delle due commissioni, ovvero di trasferire i fondi direttamente alte Asl, si potrebbe andare avanti anche se con numerose difficoltà.
Mania A. Carpine Ili iORIPRODUZIONE RISERVATA
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