Atomic Rock – The Crooks: la recensionePubblicato il 14 dicembre 2012 da Anji
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Dopo 4 anni dal loro ultimo disco, tornano sulla scenamusicale i Crooks. La band è la dimostrazione vivente delfamoso detto latino Nemo propheta in patria (Nessuno èprofeta in patria, N.d.R.). Infatti, nonostante la band siaoriginaria di Milano, è famosa soprattutto all’estero (inparticolar modo in Germania), e nel corso della loroquindicennale storia, hanno calcato buona parte dei palchieuropei con altre band del calibro degli Ash o di Eddie andthe Hot Rods. Quest’ultimo album è composto da 10tracce, tutte molto incalzanti, che svariano dal classicopunk rock, (2nd Chance, Victim of the Circumstances) alpiù ruvido garage rock (F.F. R’n'R, Smash it up, Jupiter’sparty), passando anche per l’hardcore anni ’80 (Kneeldown). La sopracitata Victim of the Circumstances è anche
il primo singolo estratto dall’album, il cui video è stato girato all’interno del locale milanese Surfer’s Den. Laversione su cd (l’album è uscito anche su vinile, N.d.R) ha anche 3 bonus track, tra le quali Piccolo Uomo,unica traccia in italiano, cover di un pezzo fine anni ’60 di Paolo Ciarchi.
Tutto sommato si tratta di un buon cd e merita di sicuro un ascolto.
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15/11/12 Reviews : CROOKS / Atomic Rock :: ox-‐‑fanzine.de
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CDS/LPS/SINGLES - REVIEWSCROOKSAtomic RockFormat: CDLabel: Dischi VololiberoSpielzeit: 42:52
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Wertung:
Dirk Klotzbach © by Ox-Fanzine / Ausgabe #103 (August/September 2012)
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„New York, New York“, wussten schon die DICTATORS zu sagen und auch die CROOKS folgendem Ruf und musikalischem Erbe des großen Apfels, wobei neben den Herren um Handsome DickManitoba vor allem aber längst vergessen geglaubte Tugenden wieder entdeckt werden.
Wer erinnert sich nicht mit einer Träne im Revers der speckigen Lederjacke an ruhmreiche Namenim Zeichen der NEW YORK DOLLS-Federboa und im Gedächtnis an Johnny Thunders wieLIBERTINE, REVOLVERS oder D-GENERATION, an die unzähligen Inkarnationen des SonnyVincent, der immer und wieder und noch mal hinterher die großen Tugenden des Rock’n’Roll ausrief.
THE CROOKS jedenfalls tun es, ohne zuviel Pose, dafür aber mit um so mehr Substanz undBegeisterung, die Gitarre hängt tief, die Schmalzlocke kann mit den DEVIL DOGS mithalten,gekämmt wird ausschließlich 53rd & 3rd.
Rock’n’Roll is the answer und diese wird von den CROOKS gegeben, also Lederjacke raus, du alterLonely Planet Boy, Loch in die zu enge Jeans und rein in die käsigen Treter, denn es bestehtdringender Entdeckungsbedarf bezüglich dieser Italiener!
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Vai alla lista completa delle Recensioni!The Crooks – Atomic Rock [recensione][etichetta: Dischi Volo Libero]
The Crooks – Atomic Rock (2012) Quarta fatica discografica per i Crooks, band cardine della scena punk italiana, manon solo.
“Atomic Rock” contiene dieci (tredici, se consideriamo la versione in cd) tracce alfulmicotone, che pescano nella migliore tradizione del rock'n'roll più lurido eselvaggio: il blues-rock stonesiano del singolo “Victim Of The Circumstances”, o di“989”, la virata hardcore punk di “Kneel Down”, il punk newyorkese dei Ramones in“Piccolo Uomo”, unico brano cantato in italiano, o quello più melodico di “All Right!”,o ancora il viaggio nella Detroit degli Mc5 in “Second Chance”, batteria pestona e riff urticante alla “Kick Out The Jams”, o il raw power stoogesiano di “F.F.R'n'R”.
“Atomic Rock” è un disco imperdibile per i fans della band milanese, ma anche pertutti coloro che amano la tradizione del rock più straccione e viscerale, della cuitradizione i Crooks, sono degni depositari. It's only rock n'roll but I like it! Tracklist:1.Second Chance2.9893.Smash It Up4.Once Twice Millions Of Times5.All Right!
6.Kneel Down7.Opportunities8.F.F.R'n'R9.Jupiters party10.Victim Of The Circumstances11.Piccolo Uomo (bonus track)12.Smash It Up – vinyl version (bonus track)13.Victim Of The Circumstances – single edit (bonus track) - Sito Ufficiale The Crooks- Sito Ufficiale Volo Libero Edizioni- Sito Ufficiale Alcor Press
Giacomo Messina, 05/12/2012
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The Crooks – Atomic Rock
Pubblicato da Silvio Don Pizzica7 gennaio, 2013Scrivi un commento
Quello che avete davanti e spero tra le mani, non è certo il disco di una band esordiente in cerca di unafetta di pubblico disposta a seguirli in giro per l’Italia e fare guerrilla marketing nel ristretto giro di amicidel paese. Loro sono The Crooks, formazione già nota al pubblico Punk’n Roll e Hard Core del tiponon troppo “incazzoso”. Nascono a Milano circa sedici anni fa, dalla mente di Fab O’ Loose che plasmal’asse portante della band, tra rimandi al punk newyorkese old school (New York Dolls, Johnny
Thunders & The Heartbreakers, Ramones) ed echi di maleducato Rock’n Roll. Agli albori, la sceltaprincipale ricade nell’esibizione live che regalerà loro la possibilità di condividere il palco e leesperienze, con Libertine, Happy Revolvers e Jackpot, e infine The Datsuns. Grazie alla loro vogliadi esprimersi e di imparare, le diverse avventure con le band suddette diventano lo strumento miglioreper la ricerca e il miglioramento dello stile del complesso lombardo. Da quel momento, i quattro sonopronti a incidere la propria vita e regalarvi la loro anima attraverso il quarantacinque giri You Make Me
Feel So Sick, l’Ep The Dog, gli album Speed Kills, Nothing To Lose e High Society R’n’R, piùdiversi brani sparsi tra le più disparate compilation.Nel 2012 ecco arrivare il momento di una nuova svolta per Brix (drums and percussions), Ette (guitar,vocal and percussion), Fab o’Loose (vocals and guitar) e Cool J Piteco (bass) che si manifesta con larealizzazione del loro quarto album, il lavoro che avrà l’obiettivo di consacrarne la maturità compositiva.
Ancora una volta tra le loro influenze troviamo il punk a stelle e strisce di 2nd Chance, Victim Of The
Circumstances ma il sound, particolarmente ammorbidito in alcuni passaggi, non disdegna rimandi amostri sacri del Pop e del Blues come Beatles e Rolling Stones. Anche se non espressamente citatadagli stessi The Crooks, particolarmente evidente è anche la similitudine con un’altra grande band delpassato, i Social Distorsion di Mike Ness, specie nei canali del Rock’n Roll. In realtà, più che il soundnel suo insieme che avrete capito essere notevolmente derivativo, quello che piace è l’idea di inserirestrumenti solitamente non troppo congeniali al genere come fiati, pianoforte e maracas e farlo connaturalezza, senza ridondanti e cacofoniche forzature.Atomic Rock è disponibile nel formato Lp e Cd. In quest’ultimo troverete le versioni Cd e vinile di“Smash It Up”, due versioni di “Victim Of The Circumstances” e l’unica traccia in lingua italiana“Piccolo Uomo”.L’album parte a mille con “2nd Chance”, brano di Punk’n Roll della specie più classica, carico di riffmozzafiato, voce da inni generazionali e coretti coinvolgenti, del tipo che sta facendo la fortuna diun’altra band italiana che possiamo accostare per sonorità e non certo per collocazione territoriale, aimilanesi, gli One Trax Minds di Alex Maiorano, dei quali potete leggere, proprio su rockambula, larecensione al loro ultimo lavoro. In “989”, brano che allenta un po’ il ritmo rispetto all’inizio, cimanteniamo sempre su binari particolarmente classici, evidenziati anche da alcuni piccolissimi omaggichitarristici ai Sex Pistols. Con “Smash It Up” fa la sua comparsa, il primo ritornello veramenteazzeccato di questa prima parte d’album. Poche parole e cori a fare da contraltare bastano a creare uninno garage punk che si rispetti. Passando per “Once Twice Millions Of Times”, ancora carica didistorsioni sociali, ci troviamo nella bellissima e irriverente “It’s Allright”, brano di Ettore ETTEGilardoni (è lui che si divide con Fabrizio Cimolino per la stesura dei pezzi), che rimanda in alcunipassaggi anche ai padri del Punk Rock, i Ramones. Di forte matrice Hardcore anni ’80 e anche un po’,specie nel cantato, stile Guttermouth, è la feroce “Kneel Down”. Il primo vero gioiello è invece“Opportunities” nel quale si può notare tutta l’influenza del proto punk newyorkese, grazie alsensazionale e preciso inserto del sassofono di Dario Guidotti. Ancora Guidotti, stavolta con l’arpa, èprotagonista, nonostante lo spazio limitato, del brano “F.F. R’n R”. Anche qui, è riproposto in manieraoriginale, un pezzo di storia della musica, che va dal CBGB’s fino alla City. Chitarre taglienti e voceacida, rullate potenti e giri di basso rancidi (in alcuni passaggi, l’accostamento con la band di TimArmstrong e Lars Frederiksen non è per nulla azzardato). Dopo “Jupiter’s Party” arriviamo all’ultimobrano in scaletta, “Victim Of The Circumstances”, senza ombra di dubbio il massimo dell’interaproposta. Dopo l’intro triste, malinconico che sembra presagire note deprimenti, il Sax di Guidotti iniziaun assolo da paura, che in una manciata di secondi riporta i ricordi indietro di decenni. Grazieall’accompagnamento perfetto di tutta la band, il sound spazia dal Glam Rock e il Proto Punk di New
York Dolls, T.Rex, Roxy Music, fino al Punk più classico, fatto di jeans e chiodo, e ancora ai piùattuali Rancid e Social Distorsion. Il disco sarebbe finito. C’è spazio ancora per le già citate altre dueversione di “Smash It Up” e “Victim Of Circumstance” che non aggiungono molto all’opera e l’unicatraccia cantata in lingua italiana, “Piccolo Uomo”, che sembra più un semplice divertissement.Oltretutto, se nel complesso il brano potrebbe benissimo essere stato scritto dai primi Punkreas,all’interno troviamo due inserti che non capisco se voluti omaggi o riflessi incondizionati. Al secondoquarantotto (Sex Pistols – Anarchy In The U.K.) e al minuto uno e trentuno secondi e nel finale(Ramones – The K.K.K. Took My Baby Away).Nonostante la natura di The Crooks, il suo habitat, la sua massima espressione sia ancora rappresentatadalle esibizioni live, dove ovviamente meglio si riesce a caricare e coinvolgere il pubblico, devoammettere che il loro quarto disco, Atomic Rock, è in grado di creare con efficacia la stessa atmosferadi sudore e grida che si respira sotto il palco. Ha un solo enorme difetto, che nulla ha a che vedere con ilfatto che ci sia un’infinità di palesi influenze. Esclusa la sola “Smash It Up” nessuno dei brani riesce amantenere la melodia valida e avvincente per tutta la sua durata. Dove il ritornello è spettacolare, il restoè piatto e viceversa. La stessa “Victim Of The Circumstances”, che per tre quarti non continuativi adoro,presenta strappi che sono addirittura fastidiosi, inseriti nel contesto del pezzo. Senza di questo, sarebbestato un grandissimo disco Punk’n Roll. Per ora è solo una bellissima conferma.
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