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AVVIO DEL PROCEDIMENTO
Revisione puntuale del Piano Strutturale
e nuovo Piano Operativo
ai sensi dell’articolo 17 della L.R. 65/2014
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GRUPPO DI LAVORO
Sindaco Pietro Tanzini
Assessore all’Urbanistica Stefania Valentini
Assessore LLPP Nicola Benini
Progettisti: Manuela Casarano
Marco Mugnai
Responsabile del Procedimento Meri Nocentini
Garante della Comunicazione Eleonora Coppola
Collaboratori esterni Raffaele Lepore
Polizia Municipale Marco Canestri
Settore LL.PP. Manutenzione Luca Niccolai
Aspetti geologici Studio associato ProGeo
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SOMMARIO
PREMESSA .................................................................................................................................................................... 4
GLI STRUMENTI E GLI ATTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALI VIGENTI ............................................................................... 8
IL PIANO STRUTTURALE VIGENTE .................................................................................................................................................. 8
a) U.T.O.E. Levane ..................................................................................................................................................... 10
b) U.T.O.E. Bucine, Pogi, Mercatale, Capannole ....................................................................................................... 11
c) U.T.O.E. Badia Agnano .......................................................................................................................................... 12
d) U.T.O.E. Ambra, Pietraviva, Badia a Ruoti ............................................................................................................ 13
e) U.T.O.E. Chianti, San Pancrazio, Montozzi ............................................................................................................ 14
IL REGOLAMENTO URBANISTICO 2008........................................................................................................................................ 15
DEFINIZIONE DEI CONTENUTI DI CUI ALL’ARTICOLO 3 DELLA L.R. 65/2014.................................................................... 16
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI ATTESI DELLA REVISIONE PUNTUALE DEL PIANO STRUTTURALE E DAL NUOVO PIANO OPERATIVO E
DELLE AZIONI CONSEGUENTI ...................................................................................................................................................... 16
IPOTESI DI TRASFORMAZIONE AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO URBANIZZATO E RELATIVI EFFETTI TERRITORIALI E
PAESAGGISTICI ATTESI .............................................................................................................................................................. 19
QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO ...................................................................................................................................... 21
Aspetti geologici, sismici ed idraulici (dpgr 53/r del 25/10/2011) ................................................................................. 25
Struttura ecosistemica ................................................................................................................................................... 30
Acqua ............................................................................................................................................................................. 30
Aria ................................................................................................................................................................................ 39
Sistema vegetazionale ................................................................................................................................................... 43
Uso del suolo .................................................................................................................................................................. 50
La struttura insediativa .................................................................................................................................................. 53
Il sistema infrastrutturale .............................................................................................................................................. 60
Monitoraggio delle trasformazioni 2008‐2013 e stato di attuazione: ........................................................................... 64
ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI AI QUALI SI RICHIEDE UN CONTRIBUTO TECNICO E DETERMINAZIONE DEL TERMINE ENTRO IL
QUALE DEVE PERVENIRE ............................................................................................................................................................ 80
PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA ALLA FORMAZIONE DEGLI
STRUMENTI URBANISTICI ........................................................................................................................................................... 81
GLI OBIETTIVI ................................................................................................................................................................. 81
I DESTINATARI DELLA COMUNICAZIONE ....................................................................................................................... 82
LE ATTIVITÀ ........................................................................................................................................................................ 83
DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA ............................................................ 83
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATI ....................................................................................................... 84
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PREMESSA
Il Regolamento Urbanistico 2008 è stato adottato con
deliberazione C . C . n. 47 del 24/05/2007 ed approvato
definitivamente con deliberazione di Consiglio Comunale n. 26 del
13/05/2008, la notizia dell’approvazione è stata pubblicata sul BURT
n. 29 del 16/07/2008.
L’art. 55 della L.R. 1/2005 disponeva che le previsioni del
Regolamento Urbanistico relative alle trasformazioni degli assetti
insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, ed i
conseguenti vincoli preordinati alla espropriazione “sono
dimensionati sulla base del quadro previsionale strategico per i
cinque anni successivi alla loro approvazione; perdono efficacia nel
caso in cui, alla scadenza del quinquennio dall’approvazione del
regolamento o dalla modifica che li contempla, non siano stati
approvati i conseguenti piani attuativi o progetti esecutivi”.
L’Amministrazione Comunale, in considerazione della scadenza delle
previsioni quinquennali del vigente Regolamento Urbanistico,
avvenuta in data 16/07/2013, con deliberazione di Giunta Comunale
n. 34 del 06/03/2014 ha dato indirizzo all’Ufficio di Pianificazione
Territoriale per la predisposizione degli atti necessari per la revisione
quinquennale del Regolamento Urbanistico, prevista dall’art. 55
della L.R. n. 1 del 2005, tale indirizzo è stato integrato con
deliberazioni di Giunta Comunale n. 95 del 15/07/2014, n. 109 del
02/09/2014, n. 122 del 23/09/2014 e n. 161 del 27/11/2014.
Nella fase di redazione degli studi preliminari di revisione
quinquennale del Regolamento Urbanistico, la Regione Toscana ha
adottato, con deliberazione del Consiglio Regionale n°58 del
01/07/2014, la variante al PIT con valenza di Piano Paesaggistico
Regionale.
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Tale integrazione ha introdotto tra gli obiettivi di qualità e direttive
quello di “contenere i carichi insediativi entro i limiti del territorio
urbanizzato, ristabilendo dei confini fra edificato e territorio rurale”.
L’abaco regionale delle invarianti ha introdotto un nuovo metodo
per l’individuazione delle aree urbanizzate secondo i seguenti criteri:
• (1) una distinzione tra spazi insediati continui e spazi insediati
discontinui; in linea generale, fatte salve cioè specifiche condizioni
locali, le strategie di pianificazione urbanistica dovrebbero intanto
escludere ogni espansione insediativa discontinua rispetto agli spazi
già insediati; in secondo luogo dovrebbero escludere espansioni
contigue agli spazi insediativi discontinui: ciò per interrompere il
processo di deformazione progressiva dei presidi insediativi rurali
originari e per impedire le tendenze alla diffusione insediativa.
• (2) una delineazione degli spazi insediati continui capace di
evidenziare l’eventuale presenza di isole di spazi rurali (o
potenzialmente tali) di piccole o piccolissime dimensioni (fino a
40x40 metri, circa) entro la continuità degli insediamenti; in linea
generale, fatte salve cioè specifiche condizioni locali, le strategie di
pianificazione urbanistica dovrebbero tutelare questi spazi dalla
artificializzazione e promuovere la loro valorizzazione rurale,
ambientale e paesaggistica in una prospettiva di consolidamento dei
servizi ecosistemici.
Il metodo proposto, introdotto dal PIT, comporta necessariamente la
ridefinizione delle aree urbanizzate e conseguentemente la
previsione delle aree strategiche di intervento (A.S.I.) previste dal
Piano Strutturale e delle aree di trasformazione del Regolamento
Urbanistico.
Risulta inoltre necessario adeguare gli strumenti della pianificazione
territoriale e gli atti di governo del territorio a quanto previsto dal
Regolamento di attuazione delle disposizioni del Titolo V della legge
regionale 3 gennaio 2005, n. 1 ‐ (D.P.G.R. 3/R/2007).
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In data 12/11/2014 è stata pubblicata sul BURT della Regione
Toscana la Legge regionale 65/2014 “Norme per il governo del
territorio”, legge che abroga la L.R. 1/2005 e che rende necessario
adeguare il procedimento di revisione proposto a quanto da essa
disciplinato.
La variante puntuale al Piano Strutturale comunale e il nuovo Piano
Operativo verranno quindi predisposti da un gruppo di lavoro
interno all’Amministrazione costituito dagli architetti Meri
Nocentini, Manuela Casarano e Marco Mugnai. Il ruolo di
Responsabile del Procedimento è svolto dalla Dott.ssa Meri
Nocentini, mentre il ruolo di Garante della Comunicazione è svolto
dalla Dott.ssa Eleonora Coppola.
La predisposizione delle proposte progettuali del Piano Operativo
relativamente alle aree di trasformazione e la revisione delle
schedature degli edifici specialistici delle ville e dell’edilizia rurale di
pregio e la ricognizione degli altri edifici di antico impianto e degli
aggregati urbani ed extraurbani, resasi necessaria anche a seguito
delle modifiche introdotte dalle nuove normative vigenti, verrà
svolta dall’Arch. Raffaele Lepore.
La variante al Piano Strutturale comunale e la redazione del nuovo
Piano Operativo risultano altresì soggette a Valutazione Ambientale
Strategica (VAS), ai sensi del D.lgs. 152 del 3 aprile 2006 e s.m.i. e
della L.R. 10/2010 e s.m.i., da svolgersi nell’ambito del
procedimento di revisione.
Il presente documento costituisce atto di Avvio del Procedimento
per la redazione della revisione puntale del Piano Strutturale
comunale e del Piano Operativo e, ai sensi dell’art. 17 della L.R.
65/2014, contiene:
- a) la definizione degli obiettivi di piano o della variante e delle
azioni conseguenti, comprese le eventuali ipotesi di
trasformazioni al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato
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che comportino impegno di suolo non edificato per le quali si
intende attivare il procedimento di cui all’articolo 25 della stessa
Legge, nonché la previsione degli effetti territoriali attesi, ivi
compresi quelli paesaggistici;
- b) il quadro conoscitivo di riferimento comprensivo della
ricognizione del patrimonio territoriale ai sensi dell’articolo 3,
comma 2, e dello stato di attuazione della pianificazione, nonché
la programmazione delle eventuali integrazioni;
- c) l’indicazione degli enti e degli organismi pubblici ai quali si
richiede un contributo tecnico specificandone la natura e
l’indicazione del termine entro il quale il contributo deve
pervenire;
- d) l’indicazione degli enti ed organi pubblici competenti
all’emanazione di pareri, nulla osta o assensi comunque
denominati, necessari ai fini dell’approvazione del piano;
- e) il programma delle attività di informazione e di partecipazione
della cittadinanza alla formazione dell’atto di governo del
territorio;
- f) l’individuazione del garante dell’informazione e della
partecipazione, per le finalità di cui all’articolo 36, responsabile
dell’attuazione del programma di cui alla lettera e).
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GLI STRUMENTI E GLI ATTI DI PIANIFICAZIONE COMUNALI VIGENTI
IL PIANO STRUTTURALE VIGENTE
Il Piano Strutturale vigente del Comune di Bucine è stato approvato
con deliberazione del Consiglio Comunale n. 52 del 07/11/2005,
redatto ai sensi dell’articolo 25 della L.R. 5/1995 e da tale data non
risultano modifiche o varianti di alcun genere che lo riguardano.
Il P.S. organizza la gestione del territorio, coerentemente con la
programmazione e la pianificazione del Piano di Indirizzo Territoriale
e con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e individua e
definisce:
1. – i caratteri del piano: contenuti del piano, campo di
applicazione, terminologie, parametri urbanistici e
ambientali;
2. – gli obiettivi e linee guida: obiettivi generali, linee guida,
obiettivi riferiti ai sistemi territoriali;
3. – la disciplina strategica ‐ lo statuto dei luoghi: invarianti
strutturali e tutele strategiche quali le Città ed insediamenti
urbani, Territorio rurale (paesaggio e documenti materiali
della cultura), Rete delle infrastrutture per la mobilità e
l’attitudine alla trasformazione del territorio;
4. – la disciplina strutturale: sistemi funzionali (Sistema
ambientale, Sistema dei luoghi centrali, Sistema della
residenza, Sistema della produzione, Sistema della mobilità);
5. – gli indirizzi operativi: condizioni alla trasformabilità,
attuazione delle previsioni del PS, dimensioni massime
ammissibili, UTOE, mappa strategica, criteri per la
valutazione dei piani comunali di settore;
Il Piano Strutturale ha quindi suddiviso l’intero territorio comunale in
sistemi e sottosistemi e all’interno di essi ha individuato specifiche
Unità Territoriali Organiche Elementari – UTOE.
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Per ogni singola UTOE, vengono definite le dimensioni massime
ammissibili complessive per nuovi insediamenti residenziali e per
nuovi insediamenti produttivi e le quantità di altre destinazioni quali
quella commerciale, direzionale, produttivo artigianale o turistica
ricettiva.
Vengono definiti inoltre, per ciascuna UTOE, i valori minimi
inderogabili e vincolanti per il Regolamento Urbanistico
relativamente alle superfici destinate a standard ed alle aree da
destinarsi a spazi pubblici, attività collettive, parcheggi e verde
indicate.
Il territorio del Comune di Bucine è stato quindi suddiviso in 5 Unità
Territoriali Organiche Elementari individuate in base ai caratteri
ambientali, con particolare riferimento ai bacini idrografici,
economici, sociali e culturali.
Tali Unità Territoriali Organiche Elementari sono:
‐ Levane
‐ Bucine, Pogi, Mercatale, Capannole
‐ Badia Agnano
‐ Ambra, Pietraviva, Badia a Ruoti
‐ Chianti, San Pancrazio, Montozzi.
Il Piano Strutturale prevede altresì l'introduzione di Parametri
Ambientali da applicare all'interno delle aree di trasformazione e
con l'indicazione delle azioni specifiche mirate alla salvaguardia delle
risorse, alla compatibilità degli interventi ed alla compensazione
ambientale di eventuali effetti negativi sul territorio.
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a) U.T.O.E. LEVANE
L’unità territoriale organica elementare Levane delimita una
superficie di 211 ha. pari a 1,61% del territorio comunale.
Le dimensioni massime ammissibili complessive per nuovi
insediamenti residenziali, da realizzarsi all’interno delle aree
urbanizzate o urbanizzabili, sono stabilite in un massimo di 26.200
mq. di Slp, dei quali 19.800 mq. in Aree Strategiche di Intervento.
Per le aree appartenenti al sistema della produzione potrà essere
prevista una Superficie Coperta (Sc) aggiuntiva non superiore a mq.
12.000 e mq. 5.000 a destinazione commerciale, quest'ultima
interamente in Aree Strategiche di Intervento.
Sono richieste per l’intera U.T.O.E. le seguenti superfici minime a
standard:
‐ a) mq. 1.352 di attrezzature di interesse collettivo;
‐ b) mq. 14.396 di spazi pubblici o destinati alle attività collettive a
verde pubblico con l’esclusione delle sedi viarie;
‐ c) mq. 2.604 destinati a parcheggi in aggiunta a quelli di cui all’art.2
della L.122/89.
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b) U.T.O.E. BUCINE, POGI, MERCATALE, CAPANNOLE
L’unità territoriale organica elementare Bucine, Pogi, Mercatale,
Capannole delimita una superficie di 1.410 ha. pari al 10,75% del
territorio comunale.
Le dimensioni massime ammissibili complessive per nuovi
insediamenti residenziali, da realizzarsi all’interno delle aree
urbanizzate o urbanizzabili, sono stabilite in un massimo di 43.600
mq. di Slp, dei quali 5.200 mq. in Aree Strategiche di Intervento.
Per le aree appartenenti al sistema della produzione potrà essere
prevista una Superficie Coperta (Sc) aggiuntiva non superiore a
33.500 mq., interamente in Aree Strategiche di Intervento.
sono inoltre previsti mq. 8.000 di Slp per attrezzature sportive ed
attività legate al tempo libero in Aree Strategiche di Intervento.
Sono richieste per l’intera U.T.O.E. le seguenti superfici minime a
standard:
‐ a) mq. 5.652 di attrezzature di interesse collettivo;
‐ b) mq. 7.947 di spazi pubblici o destinati alle attività collettive a
verde pubblico con l’esclusione delle sedi viarie;
‐ c) mq. 2.203 destinati a parcheggi in aggiunta a quelli di cui all’art.2
della L.122/89.
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c) U.T.O.E. BADIA AGNANO
L’unità territoriale organica elementare Badia Agnano delimita una
superficie di 625 ha. pari al 4,77% del territorio comunale.
Le dimensioni massime ammissibili complessive per nuovi
insediamenti residenziali, da realizzarsi all’interno delle aree
urbanizzate o urbanizzabili, sono stabilite in un massimo di 8.100
mq. di Slp.
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d) U.T.O.E. AMBRA, PIETRAVIVA, BADIA A RUOTI
L’unità territoriale organica elementare Ambra, Pietraviva, Badia a
Ruoti delimita una superficie di 1.166 ha. pari al 8,89% del territorio
comunale.
Le dimensioni massime ammissibili complessive per nuovi
insediamenti residenziali, da realizzarsi all’interno delle aree
urbanizzate o urbanizzabili, sono stabilite in un massimo di 20.500
mq. di Slp.
Sono richieste per l’intera U.T.O.E. le seguenti superfici minime a
standard:
‐ a) mq. 3.300 di attrezzature di interesse collettivo;
‐ b) mq. 8.978 di spazi pubblici o destinati alle attività collettive a
verde pubblico con l’esclusione delle sedi viarie;
‐ c) mq. 4.070 destinati a parcheggi in aggiunta a quelli di cui all’art.2
della L.122/89.
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e) U.T.O.E. CHIANTI, SAN PANCRAZIO, MONTOZZI
L’unità territoriale organica elementare Chianti, San Pancrazio,
Montozzi delimita una superficie di 9.704 ha. pari al 73,99% del
territorio comunale.
Le dimensioni massime ammissibili complessive per nuovi
insediamenti residenziali, da realizzarsi all’interno delle aree
urbanizzate o urbanizzabili, sono stabilite in un massimo di 9.600
mq. di Slp.
Sono richieste per l’intera U.T.O.E. le seguenti superfici minime a
standard:
‐ a) mq. 3.752 di spazi pubblici o destinati alle attività collettive a
verde pubblico con l’esclusione delle sedi viarie;
‐ b) mq. 1.808 destinati a parcheggi in aggiunta a quelli di cui all’art.2
della L.122/89.
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IL REGOLAMENTO URBANISTICO 2008
Come riportato nella relazione allegata all’approvazione definitiva
del vigente R.U., la “traduzione” del Piano Strutturale all’interno del
Regolamento Urbanistico si colloca a ridosso di quattro principali
questioni: l’individuazione delle categorie di intervento nelle
differenti parti del territorio in rapporto alle tipologie insediative ed
ai livelli di tutela e salvaguardia; la precisazione dei vari tipi di
intervento possibili e relativi ai diversi edifici, manufatti e spazi
aperti; la definizione del carattere e del ruolo del progetto di suolo;
la precisazione di specifiche destinazioni d’uso all’interno della
disciplina dei sistemi.
Il R.U. stabilisce con precisione gli usi caratterizzanti il singolo
sottosistema o ambito, quelli consentiti od esclusi tra quelli principali
e/o tra le loro articolazioni; prescrive inoltre corretti rapporti nella
mescolanza di funzioni prevista in modo tale da rispettare gli
obiettivi prestazionali specificati; ciò attiene all’approfondimento del
tema della flessibilità del piano. …
… soprattutto stabilisce, per le varie aree di trasformazione da
attuarsi tramite piani attutativi, una traccia per le successive fasi di
elaborazione dei progetti … in modo da prefigurare gli effetti degli
interventi, ma anche di modalità di attuazione che assicurino
prestazioni adeguate in fase di realizzazione. …
… La disciplina del Regolamento Urbanistico quindi sviluppa in
relazione ai sottosistemi ed agli ambiti le categorie di intervento
appropriate, individuando poi singolarmente le “emergenze” da
conservare in maniera integrale e le eventuali “eccezioni”.
Il Regolamento Urbanistico individua pertanto ed innanzitutto i
contesti da conservare nelle loro modalità insediative, dal punto di
vista storico‐ambientale e/o dal punto di vista della qualità
insediativa, da quelli dove invece è da prevedere la possibilità di
modifiche tali da cambiare il principio insediativo; in secondo luogo il
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Regolamento Urbanistico distingue le parti dove anche i manufatti e
gli spazi aperti stessi devono essere conservati da quelle dove
invece, fermo restando il mantenimento del principio insediativo, i
singoli elementi possono essere modificati ed eventualmente
sostituiti. In sostanza a ciascun principio insediativo è attribuita una
categoria di intervento che “limita” gli interventi ammessi a quelli
compatibili con le caratteristiche di quegli spazi e dà indicazioni
specifiche ad essi pertinenti; rispetto a questa disciplina sono poi
ulteriormente distinti quegli oggetti – edificati e non – emergenti per
particolare valore all’interno di una zona connotata
dall’appartenenza ad una tipologia insediativa, che il Regolamento
Urbanistico intende tutelare maggiormente.
Anche per gli interventi di completamento, cioè quelli di edificazione
e di ampliamento all’interno del “perimetro aggiornato dei centri
abitati inteso come delimitazione continua che comprende tutte le
aree edificate e i lotti interclusi” (come definito all’art. 55 della L.R.
01/05), si fa riferimento alle regole insediative del contesto
rappresentato dal sottosistema o ambito di appartenenza. …
DEFINIZIONE DEI CONTENUTI DI CUI ALL’ARTICOLO 3 DELLA L.R. 65/2014
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI ATTESI DELLA REVISIONE PUNTUALE DEL PIANO STRUTTURALE E DAL NUOVO PIANO OPERATIVO E DELLE AZIONI CONSEGUENTI
L’Amministrazione Comunale in vista della redazione del Piano
Operativo e della revisione puntuale del Piano Strutturale, ha inteso
avviare un processo partecipativo finalizzato a coinvolgere i cittadini
nella fase di riflessione sul bilancio dell’attività di trasformazione in
essere e sulle linee programmatiche per lo sviluppo futuro. Ciò
allo scopo di fornire contributi costruttivi sui temi di interesse
urbanistico che costituiscano un valido supporto alla redazione degli
atti di governo del territorio.
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A tal fine l’Amministrazione ha pubblicato sul proprio sito
istituzionale e affisso in ogni frazione del territorio comunale,
nonché nelle bacheche pubbliche, manifesti che invitavano ogni
cittadino a fornire contributi conformi ai principi ritenuti prioritari
dall’Amministrazione Comunale e cioè:
‐ nessun incremento di previsioni di nuova edificazione residenziale
rispetto al R.U. vigente;
‐ promozione di interventi di riqualificazione delle aree urbanizzate
con particolare attenzione rivolta alle aree industriali e/o artigianali
dismesse e alle aree degradate;
‐ promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, del
risparmio energetico e del corretto impiego delle risorse;
‐ favorire la valorizzazione del territorio agricolo e delle attività ad
esso connesse.
Di tali contributi si terrà conto nell’elaborazione degli atti relativi alla
revisione, compatibilmente con gli indirizzi amministrativi e con le
relative verifiche di tipo tecnico‐progettuale.
In sintonia con quanto emerso dai nuovi indirizzi regionali in materia
di tutela dell’ambiente e di salvaguardia del territorio si intende
intraprendere una necessaria operazione di riduzione del consumo
di suolo per le previsioni di trasformazioni future e di riutilizzo del
suolo urbanizzato.
In particolare, rispetto alle precedenti previsioni si prevede una
riduzione di oltre il 50% della superficie territoriale da destinare a
interventi di trasformazione e conseguentemente una notevole
riduzione della superficie edificabile di nuova realizzazione.
In ogni caso la revisione degli strumenti urbanistici comunali,
comporterà necessariamente le seguenti fasi di studio:
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verifica in merito alla necessità di adeguamento al nuovo PIT
ed alla relativa variante approvata avente valenza di Piano
Paesaggistico Regionale;
verifica in merito alla necessità di adeguamento alla nuova
legge sull’assetto del territorio della Regione Toscana;
revisione delle schedature degli edifici specialistici delle ville e
dell’edilizia rurale di pregio e la ricognizione degli altri edifici di
antico impianto e degli aggregati urbani ed extraurbani, resasi
necessaria anche a seguito delle modifiche introdotte dalla nuova
legge urbanistica;
aggiornamento degli strumenti di pianificazione territoriale e
urbanistica del comune di Bucine relativamente agli aspetti
previsti dal decreto del presidente della Giunta Regionale 25
ottobre 2011 n. 53/R;
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IPOTESI DI TRASFORMAZIONE AL DI FUORI DEL PERIMETRO DEL TERRITORIO
URBANIZZATO E RELATIVI EFFETTI TERRITORIALI E PAESAGGISTICI ATTESI
A seguito dell’entrata in vigore della nuova legge regionale 65/2014
occorre esplicitare gli obiettivi relativi ad “eventuali ipotesi di
trasformazioni al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato”. A
tal fine l’Amministrazione Comunale ha espresso i seguenti indirizzi:
a) ATPC 18
‐ eliminare la previsione di attuazione attraverso lo strumento
del Piano Complesso di Intervento e prevedere l’assoggettabilità a
Piano Attuativo di iniziativa privata;
‐ prevedere una sostanziale riduzione del perimetro dell’area di
trasformazione e delle quantità edificabili cercando di interessare le
aree il più possibile contermini alle aree già edificate;
‐ mantenere la destinazione d’uso ad attrezzature di interesse
collettivo per il tempo libero e lo sport;
b) ATPC 23
‐ eliminare la previsione di attuazione attraverso lo strumento
del Piano Complesso di Intervento e prevedere l’assoggettabilità a
Piano Attuativo di iniziativa privata;
‐ mantenere la destinazione d’uso ad attrezzature di interesse
collettivo per il tempo libero e lo sport;
‐ prevedere un ampliamento delle aree da destinare al gioco del
Polo;
‐ ammettere esclusivamente interventi di sostituzione edilizia e
trasferimenti di volumetrie esistenti funzionali all’attività sportiva;
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c) NUOVE AREE DI TRASFORMAZIONE DI TIPO INDUSTRIALE
ARTIGIANALE E PRODUTTIVO
‐ prevedere un potenziamento delle previsioni di sviluppo delle
attività industriali, artigianali e produttive attraverso l’individuazione
di nuove aree di trasformazione da localizzarsi nella frazione di
Levane compresa tra la ferrovia e la Variante alla SR 69, in prossimità
delle aree esistenti già completate;
d) prevedere nei pressi di Ambra, lungo via Dante Alighieri, la
realizzazione di una zona da destinare a spazio sportivo scoperto con
le relative strutture funzionali ad esso connesse.
In merito agli effetti ambientali e territoriali attesi dalle nuove
previsioni del Piano Strutturale e dal nuovo Piano Operativo si
rimanda alle analisi della VAS, il cui documento preliminare è
allegato alla presente relazione di avvio del procedimento.
Il processo di revisione dello strumento urbanistico comporterà
quindi:
una verifica dello stato di attuazione delle previsioni non
ancora realizzate o per le quali non sia stato manifestato
interesse da parte dei soggetti aventi titolo;
la valutazione della potenzialità residua del Piano Strutturale
ai fini della formulazione delle nuove previsioni;
la considerazione delle disposizioni normative e
regolamentari intervenute in materia di pianificazione
territoriale e urbanistica ai fini del relativo recepimento;
la considerazione delle modifiche intervenute nell’ambito
degli strumenti urbanistici sovraordinati;
l’analisi delle dinamiche socio – economiche che hanno di
recente interessato il territorio comunale;
la valutazione delle criticità e delle opportunità emerse in
fase di attuazione delle vigenti previsioni.
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO
RICOGNIZIONE DEL PATRIMONIO TERRITORIALE
ATTIVITÀ E OBIETTIVI RELATIVI ALLE INDAGINI GEOLOGICHE
Lo svolgimento delle attività professionali di carattere geologico,
sismico e idraulico di supporto alla Variante Regolamento
Urbanistico del Comune di Bucine saranno espletate attraverso due
procedure tecniche:
adeguamento dello Strumento Urbanistico al PAI dell’Autorità
di bacino del fiume Arno.
le indagini geologiche di supporto allo Strumento Urbanistico
secondo il nuovo regolamento regionale 53/R del 25/10/2011;
Tutte le indagini geologiche
compresa la procedura di verifica
e coerenza dello SU avverrà
attraverso i depositi presso i
soggetti coinvolti deputati ad
esprimersi: Genio Civile, per la
Regione Toscana e Autorità di
Bacino per il Piano di Assetto Idrogeologico.
INQUADRAMENTO MORFOLOGICO E GEOLOGICO
Il comune di Bucine presenta un’estensione areale di circa 130 kmq
e risulta confinante con i comuni di Montevarchi, Gaiole in Chianti,
Castelnuovo Berardenga, Rapolano Terme, Monte San Savino e
Pergine Valdarno.
Posto nella fascia dove gli estremi monti del Chianti vanno a toccare
la valle superiore dell'Arno, lungo il percorso del
torrente Ambra nell'omonima valle, il territorio del Comune di
Bucine ha avuto insediamenti ed è stato zona di transito fin dal
periodo romano.
Collocate a poche decine di chilometri da centri importanti
come Firenze, Arezzo e Siena, Bucine e la Val d’Ambra hanno
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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ricoperto dall'Età Romanica in poi un importante ruolo di territorio
di confine.
Dal punto di vista geologico il comune presenta, oltre ai depositi di
copertura, i depositi alluvionali, lacustri ed i depositi
pleistocenici/pliocenici che si sviluppano prevalentemente nelle
piane alluvionali e nelle aree pedecollinari, quindi le formazioni
afferenti alle unità tettoniche sub‐ligure e toscane con affioramenti
prevalenti nelle aree di media e alta collina.
ADEGUAMENTO DEL REGOLAMENTO URBANISTICO A NORMATIVE DI
ALTRI ENTI
Primo obiettivo del nuovo Piano Operativo risulta essere la verifica
di Coerenza del quadro conoscitivo dello Strumento Urbanistico
Generale con il Piano di bacino dell’Autorità del fiume Arno (PAI)
circa gli aspetti relativi alla pericolosità idraulica e geomorfologica.
Sarà pertanto necessario attivare la procedura di verifica e coerenza
secondo quanto disposto dagli artt. 27 e 32 delle NTA di PAI.
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Le maggiori criticità idrauliche presenti nel territorio comunale di
Bucine sono localizzate nelle aree di fondovalle con asse principale
definito dal Torrente Ambra, in parte definite al dettaglio
cartografico 1:10.000 ed in parte a dettaglio cartografico 1:25.000.
Di dette criticità sarà verificata l’efficacia e quindi le condizioni di
pericolosità delle aree contermini, derivanti dall’entrata in funzione
della cassa di laminazione di Ambra.
Le criticità di carattere geomorfologico sono invece distribuite su
tutto il territorio e legate a processi gravitativi e di erosione di
versante.
Per quanto riguarda la perimetrazione delle aree con pericolosità da
fenomeni geomorfologici di versante, nel PAI ad oggi non sono
presenti aree classificate PF4 (aree a pericolosità molto elevata).
Negli studi di dettaglio sono state evidenziate aree problematiche
nel versante Nord del comune e nel versante posto a monte della
Ferrovia Milano‐Roma.
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Nel PAI dell’Autorità
di bacino del fiume
Arno, non vengono
contemplate criticità
di carattere sismico
che saranno
ampiamente trattate
nella revisione degli
elaborati secondo il
nuovo regolamento
regionale 53/R del
25/10/2011.
Il territorio comunale di Bucine risulta inoltre soggetto al Piano di
Bacino Stralcio "Riduzione Rischio Idraulico" dell’Autorità di Bacino
del Fiume Arno.
Con il riquadro rosso viene fatto un estratto a scala di maggior
dettaglio a titolo di esempio.
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ASPETTI GEOLOGICI, SISMICI ED IDRAULICI (DPGR 53/R DEL
25/10/2011)
Le indagini di carattere geologico, sismico e idraulico di supporto
alla Variante Generale al Piano Operativo e alla revisione del Piano
Strutturale del Comune di Bucine costituiranno aggiornamento del
quadro conoscitivo dello Strumento Urbanistico e saranno redatte
secondo il nuovo regolamento regionale di cui al DPGR 53/R del
25/10/2011 trattando gli aspetti relativi a:
pericolosità geomorfologica (movimenti franosi);
pericolosità sismica, attraverso le indagini di microzonazione
sismica di cui alle specifiche tecniche della DGRT 741 del
06/08/2012;
pericolosità idraulica (aree soggette a rischio idraulico elevato
ed eventi ricorrenti).
La pericolosità geomorfologica vigente verrà aggiornata adeguando
i contenuti delle carte attualmente vigenti in seguito alla
restituzione di una nuova carta geomorfologica del territorio
comunale da produrre secondo i nuovi criteri normativi.
Obiettivo del lavoro sarà inoltre quello connesso al recepimento
degli approfondimenti derivanti dall’adeguamento dei tematismi in
oggetto al PAI, analizzando aspetti specifici previsti nelle direttive
emanate attraverso il DPGR 53/R e/o non trattati dalle NTA dello
stesso PAI.
Le pericolosità idraulica vigente deriva da modellazioni idrauliche
condotte in occasione della redazione del vigente Regolamento
Urbanistico ed antecedenti all’attuazione degli interventi di
mitigazione del rischio idraulico che sommariamente si riportano
essere:
- cassa di laminazione Ambra (realizzata e collaudata)
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- cassa di laminazione lungo il T. Lusignana a monte del ponte
posto nei pressi dell’abitato di Badia a Ruoti (progettazione
completata)
- cassa di laminazione lungo il T. Trove (in fase di progettazione)
In relazione a quanto riportato, pertanto, per le UTOE interessate,
quelle di fondovalle, saranno recuperati tutti gli studi idraulici già
realizzati i quali verranno aggiornati ed implementati alla luce delle
nuove impostazioni normative, ma soprattutto alla luce di tutti gli
interventi già realizzati.
Tali analisi e studi saranno pertanto base per il procedimento di
adeguamento alla pericolosità idraulica di PAI e successivamente di
quella della Variante in oggetto.
Verranno inoltre analizzate e sviluppate tutte le tematiche che
l’Autorità di bacino del fiume Arno ed il Genio Civile riterranno
necessarie di approfondimento al fine della definizione delle nuove
classificazioni di pericolosità che permetteranno di evidenziare le
zone critiche su cui potranno essere poste le necessarie limitazioni
sull’utilizzo del territorio.
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La pericolosità sismica è un elemento di criticità che entrerà a far
parte del quadro conoscitivo della variante al Piano Strutturale.
Il territorio comunale di Bucine è classificato ai sensi del Del. GRT n°
878 dell’ 8/10/2012 (pubblicata su BURT Parte Seconda n. 43 del
24/10/2012 Supplemento n. 136) in Classe 3 sismicità.
Tale aspetto verrà affrontato attraverso la valutazione degli effetti
locali e di sito tramite gli studi di Microzonazione Omogenea in
Prospettiva Sismica (carte delle MOPS).
In particolare gli elementi di conoscenza del territorio sotto il
profilo geologico e geomorfologico, nonché l’acquisizione dei dati
geotecnici e geofisici, portano alla definizione degli studi di MS
(Microzonazione Sismica) di livello 1 finalizzati alla realizzazione
della carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica
(“MOPS”).
La sintesi di tutte le informazioni consentirà infine la definizione
delle condizioni di pericolosità sismica, onde evidenziare le
eventuali situazioni di criticità sule quali porre attenzione.
FATTIBILITÀ
La definizione delle aree a pericolosità secondo gli aspetti geologici,
idraulici e sismici verranno riassunti nella definizione delle
condizioni di fattibilità.
Ai sensi del DPGR 53/R verranno così definite quattro classi di
fattibilità sintetizzabili in:
Fattibilità senza particolari limitazioni (F1)
Fattibilità con normali vincoli (F2)
Fattibilità condizionata (F3)
Fattibilità limitata (F4)
La valutazione della fattibilità di un intervento si ottiene dalla
sovrapposizione della pericolosità dell’area con la tipologia di
intervento in previsione.
La fattibilità di ogni intervento di trasformazione potrà essere
espressa sia mediante schede laddove si rendano necessarie precise
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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indicazioni in merito alle condizioni e/o prescrizioni vincolanti da
rispettare per la realizzazione degli interventi, che mediante
appositi abachi regolanti la modalità di esecuzione degli interventi
per tutto il restante territorio comunale.
La normativa di riferimento è rappresentata dal regolamento di
attuazione 53/R della LR 1/2005 prevede la definizione di n°3 tipi di
fattibilità contraddistinte e precisamente in relazione agli aspetti
geomorfologici, sismici ed idraulici evidenziati in un unico elaborato
cartografico:
• fattibilità GEOLOGICA
• fattibilità SISMICA
• fattibilità IDRAULICA
Si ricorda inoltre che la fattibilità di ogni intervento di
trasformazione sarà sempre subordinata alle norme e alla
cartografia del PAI dell’Autorità di Bacino del fiume Arno, approvato
con DPCM 6 maggio 2005 ("Approvazione del piano di bacino del
fiume Arno, stralcio assetto idrogeologico ‐ GU n. 230 del
3/10/2005”), comprese le indicazioni e prescrizioni cui esso dovrà
sottendere e la necessità o meno di acquisire per esso parere
vincolante da parte della stessa Autorità di bacino del fiume Arno.
OBIETTIVI AMBIENTALI
Il quadro conoscitivo realizzato attraverso le indagini geologiche
permette di definire la classificazione del territorio in funzione della
pericolosità e risulta strumento fondamentale per la pianificazione
delle trasformazioni urbane.
La pericolosità di un territorio è intesa come la probabilità che un
fenomeno potenzialmente distruttivo si verifichi in una data area in
un dato periodo di tempo.
In questo senso la definizione della maggiore o minore pericolosità
di un'area legata ad eventi naturali, che siano dissesti idrogeologici,
eventi sismici o episodi alluvionali, è di fondamentale importanza
per la programmazione degli interventi di difesa del suolo per la
pianificazione territoriale, urbanistica e per la protezione civile.
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Pertanto la trasformabilità del territorio risulta strettamente legata
alla pericolosità e criticità rispetto agli specifici fenomeni che le
generano e connessa ai possibili effetti che possono essere indotti
dall’attuazione delle previsioni dello strumento di governo del
territorio costituito in questo caso dal Piano Operativo.
Obiettivo finale del supporto fornito dal geologo alla pianificazione
urbanistica diventa la classificazione della fattibilità delle
trasformazioni del territorio, che fornisce indicazioni in merito alle
limitazioni delle destinazioni d’uso in funzione delle pericolosità
presenti.
Il Regolamento Urbanistico vigente fornisce con la fattibilità degli
interventi tutte le indicazioni, misure preventive di attenuazione del
rischio, piani d’indagini di dettaglio da eseguire preventivamente o
contestualmente all'approvazione dello Strumento Attuativo o del
progetto, individuando inoltre progetti di sistemazione, bonifica e
miglioramento dei terreni ed eventuali particolari tecniche
fondazionali ed edilizie.
Con la redazione del nuovo Piano Operativo si aggiornerà la
fattibilità degli interventi esistenti con le nuove previsioni
urbanistiche, alla luce delle normative entrate in vigore a seguito
dell’approvazione del vigente Regolamento.
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STRUTTURA ECOSISTEMICA
ACQUA
CONSUMI E FABBISOGNI
I dati relativi ai fabbisogni idrici del Comune di Bucine derivano dal
Piano di Ambito della Nuove Acque S.p.a, società cui il Consorzio
ATO 4 ha affidato il servizio idrico integrato per un periodo di 25
anni. Si tratta del primo ambito in Italia ad aver affidato tale
gestione del servizio, scegliendo peraltro una delle forme previste
dalla legge 36/94. L’ATO è un consorzio di Comuni nato con lo scopo
di riorganizzare il servizio idrico di 37 Comuni che rientrano
nell’ambito territoriale ottimale n.4 Alto Valdarno. Ha il compito
istituzionale di programmare, regolare e controllare la gestione del
servizio idrico e di approvare la tariffa della fornitura. La Nuove
Acque, società mista a prevalente capitale pubblico, quindi, gestisce
la rete acquedottistica del Comune dal giugno1999.
Il Piano di Ambito fornisce le seguenti stime a decorrere dal 1999
per quanto riguarda il fabbisogno idropotabile (uso domestico):
La quantità d’acqua erogata annualmente dall’acquedotto per usi
domestici risulta pari a 310.087 mc. (dati forniti da Nuove Acque spa
su anno 2013) In base a tali risultanze considerando una popolazione
di circa 7.972 abitanti ne risulta una dotazione idrica di circa 106,56
l/abitante/giorno ben inferiore al fabbisogno medio stimato per
centri urbanizzati (161 l/abitante/giorno). Sono stati computati
7.972 abitanti sottraendo dai 10.131 totali i 2.159 residenti di
Levane ai quali il servizio idrico risulta fornito non dall’ATO 4, ma
dall’ATO 3 ed in particolare dalla società Publiacque.
anno di gestione
dotazione idrica residenti litri per abitante al giorno
dotazione idrica fluttuanti litri per abitante al giorno
fabbisogno idrico totale annuo
mc./anno 1° (1999)
224
150
745.490
10° (2009)
239
200
825.746
20° (2019)
254
220
912.964
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Risultano parziali, ma non ricevuti, i dati sull’uso industriale; assenti
quelli sull’uso irriguo. Per quanto riguarda quest’ultimo, il
fabbisogno agricolo viene soddisfatto principalmente tramite
emungimenti dai torrenti che, anche per questa ragione, nei periodi
di magra vanno spesso in secca. L’unico dato disponibile perviene
dal Censimento Generale dell’Agricoltura 2011 che riporta la
presenza nel territorio comunale di 1.093 ha di superficie irrigabile
ricadenti nella disponibilità di 435 aziende agricole.
Nel dettaglio la stima dei prelievi idrici dal torrente Ambra ed
affluenti (dati Arpat ‐ 2008) riporta i seguenti dati:
area irrigata 385 ha;
stima fabbisogno 1.155.000 mc/stagione irrigua;
prelievi autorizzati 310.000 mc/stagione irrigua;
prelievo medio dai corsi d’acqua 35 l/s;
Per quanto riguarda poi i prelievi da acque sotterranee per uso
privato i dati disponibili sono assolutamente insufficienti tanto da
non permettere neanche un tentativo di stima. Tale dato sarebbe
invece, estremamente significativo.
PORTATA DEI CORSI D’ACQUA ‐ QUALITA’ DELLE ACQUE
Nel territorio comunale scorrono diversi corsi d’acqua, tutti a
carattere torrentizio, con periodi di morbida autunnali e primaverili
e di magra soprattutto estivi, durante i quali la portata è, a volte,
prossima allo zero. I principali sono l’Ambra (che confluisce
nell’Arno), la Trove e il Caposelvi (affluenti dell’Ambra), lo Scerfio
(affluente della Trove), l’Esse (che confluisce nel Canale Maestro
della Chiana). Sia lo Scerfio che il Caposelvi e l’Esse sono torrenti di
confine e l’Esse, in particolare, prosegue il suo corso quasi
interamente nella Valdichiana aretina.
Il corso d’acqua principale è senza dubbio l’Ambra: sulla qualità delle
sue acque esistono dati significativi fin dal 1986 riportati negli “Atti
del convegno sul Mappaggio Biologico” svoltosi in Firenze il 9 aprile
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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dello stesso anno. Nella relazione del dott. Francalanci si attribuisce
al torrente Ambra la seconda classe di qualità sia in località Badia a
Ruoti che in località Mulino a valle di Ambra, per poi passare in II/III
classe a valle di Bucine e a Bocca d’Ambra. Le 5 classi cui si riferisce
l’indagine sono relative alla qualità per cui si passa dalla prima che
indica un ecosistema ambientale non inquinato alla quinta che
indica un ecosistema ambientale fortemente inquinato. Nello stesso
documento si rileva che già allora l’Ambra andava sistematicamente
in asciutto nei periodi estivi a causa di un uso irriguo non
regolamentato aggravatosi con le monocolture del tabacco e del
mais, certamente allora più consistenti delle attuali.
Nel “Rapporto sullo stato dell’Ambiente” dell’Arpat riferito a prelievi
effettuati nel 1997 e 1998 dallo stesso ente l’Ambra risulta
classificato, nel punto di immissione in Arno (che non è nel territorio
del Comune di Bucine) in classe di qualità 1a/2a secondo la scala
IRSA CNR 1990, scala diversa da quella adottata in precedenza. La
Trove nello stesso periodo era classificata in classe 2a/3a alla
confluenza in Ambra. Le classi di qualità della scala IRSA CNR 1990
hanno la seguente lettura:
1a classe: acque di buona qualità
2a classe: acque moderatamente inquinate
3a classe: acque inquinate
4a classe: acque fortemente inquinate
I due diversi dati non sembrano raffrontabili in quanto si basano su
parametri e metodologie diverse di computo degli indicatori; la
valutazione comunque rilevabile è quella di un livello qualitativo
medio‐alto delle acque del torrente Ambra.
Sono inoltre disponibili rilevamenti di vari nutrienti, sostanze
chimiche inorganiche e metalli sulla Trove effettuati al ponte Strada
Provinciale Senese in località Capannole: dette analisi risalgono al
1997 ed al 1998 e può essere utilizzato come indicatore il valore di
COD (chemical oxigen demand) secondo l’indice di Kubel. Tale valore
negli anni in questione risultava oscillante tra 2,2 e 4,9 mg/l di
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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ossigeno disciolto. Analisi simili si hanno per l’Ambra su prelievi
effettuati a Bocca d’Ambra dal luglio 1997 all’ottobre 2001.
Sempre considerando l’indice Kubel di COD come indicatore della
presenza di composti organici del carbonio, quindi di sostanza
organica nelle acque ed indirettamente di inquinamento, si rileva
che i valori espressi in mg/l di ossigeno consumato variano dai valori
minimi di 3,3 del 1997 ai valori costantemente crescenti ‐ di media
10 ‐ del 1999 fino ad arrivare ai valori del 2000 che vanno da un
minimo di 9,2 (01/02/2000) ai massimi di 21,1 del 06/06/2000, di
20,4 del 05/09/2000 e di 20,0 del 28/11/2000 rimanendo
costantemente vicino a 20 mg/l da giugno a fine novembre. Sono
infine disponibili i rilievi del 2001 alla confluenza in Arno, sempre
effettuati da Arpat, di cui si fornisce di seguito la relativa tabella
comprensiva dei dati della conducibilità elettrica, del pH, dei cloruri,
di nitrati, ammonio, fosforo totale, solfati e COD.
ESTRAZIONE DI ANIDRIDE CARBONICA ‐ CONCESSIONE MESSER GEOGAS
La multinazionale Messer Geogas estrae anidride carbonica (CO2) ad
uso alimentare da vari pozzi ubicati nel Comune di Castelnuovo
Berardenga su concessione mineraria (16/01/19990) del Ministero
dell’Industria.
L’estrazione avviene nella località denominata “sorgenti sulfuree
Campo Pozzi“, limitrofa al torrente Ambra, distante poche decine di
metri dal confine del Comune di Bucine. Dopo un tratto molto breve
lo stesso torrente entra nel territorio di Bucine dove scorre per tutta
la sua lunghezza fino allo sbocco in Arno.
Bocca d’Ambra data rilevamento Parametro unità misura 06/02/2 06/03/2 03/04/2 05/06/2 03/07/2 04/09/2 16/10/2
001 001 001 001 001 001 001pH pH 7.7 8 8 8 7.9 7.9 8
conducibilità US cm-1 526 512 427 756 645 454 1060cloruri mg/l Cl 27.9 23.2 17.3 40.7 43.8 88.6 34nitrati mg/l NO3 11.1 5.3 5.2 7.4 7.6 5.3 10.1
ammonio mg/l NH4 0.2 <0.05 <0.05 <0.05 0.1 0.3 <0.1COD mg/l O2 15.6 10 15 8.5 17.5 11.4 16.4
P totale mg/l P <0.1 <0.1 <0.1 <0.1 <0.1 <0.1 <0.1solfati mg/l SO4 42.5 33.8 39.3 61.7 68.3 95.6 111.5
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Nel 1999 vengono rilasciate alla Geogas dalla Prefettura di Siena, su
istruttoria del Corpo Miniere, autorizzazioni (26 aprile 1999, aut.7 e
19 agosto 1999, aut. 6) per altre perforazioni; i permessi prevedono
esplicitamente il tamponamento delle acque eventualmente
estratte “onde evitare turbamenti alla idrogeologia della zona”.
L’attività di tale industria estrattiva comporta l’estrazione di acque
calde, bicarbonatiche e carbonatiche sia di calcio che di magnesio,
congiuntamente ai gas, che in esse si trovano disciolti. Queste acque
di profondità, termali e ipotermali, prodotto di scarto della
lavorazione, presentano caratteristiche chimico fisiche totalmente
diverse rispetto al corpo idrico superficiale nel quale vengono
immesse: sono infatti scaricate direttamente nell’Ambra provocando
fenomeni di intorbidamento e imbiancamento.
In alcuni giorni (8‐9 febbraio 2003) l’Ambra è apparso visibilmente
imbiancato per un tratto di diversi chilometri dal punto di
estrazione.
L’immissione delle acque nell’Ambra ha, da subito, provocato una
serie di conseguenze quali:
‐ un innalzamento delle temperature del fiume così da
‘ridiventare’ paragonabili a quelle a monte dell’immissione solo
dopo un percorso di circa 4 km.
‐ un abbassamento del pH con ritorno a valori pari a quelli del
tratto a monte del versamento solo dopo un tratto di circa 4 km.
‐ l’evidente presenza di sedimentazione prevalentemente
calcarea riscontrabile fino all’altezza della stazione di prelievo posta
a circa 1400 metri a valle dell’immissione. Tale sedimentazione è
costituita da sali di carbonio e colloidi argillosi, le cui minime
particelle sono tali da provocare l’impermeabilizzazione dell’alveo.
Cessando pertanto il naturale scambio fra l’alveo stesso e l’acqua
fluente viene compromesso il naturale equilibrio dell’intero
ecosistema fluviale. Viene inoltre impedita la sopravvivenza della
fauna ittica e di quella invertebrata; si verifica infine deperimento
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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della vegetazione con presenza di radici soffocate dalla
carbonatazione.
‐ l’alterazione della conducibilità elettrica delle acque (indice
della mineralizzazione delle stesse) anche oltre 5 km a valle del
Campo Pozzi. Infatti, a tale distanza questo parametro risulta circa 4
volte superiore al valore riscontrato nella stazione a monte del
Campo Pozzi.
I dati sopra riportati sono per lo più frutto di un’indagine, e relativo
rapporto, dell’ARPAT di Arezzo e di Siena emesso in data
06/09/2002. A fronte di questi dati e di altre analisi e
campionamenti i depositi travertinosi, gli incrementi termici delle
acque, l’acidificazione e l’aumento della conducibilità delle stesse
non hanno provocato, a detta dei tecnici dell’Arpat, danni visibili alla
fauna e flora del fiume nel tratto aretino. I cittadini hanno però
rilevato fenomeni di morie della ittiofauna ed altre manifestazioni
peculiari legate allo scarico delle acque termali. I controlli ed il
monitoraggio del bacino dell’Ambra devono pertanto essere costanti
in quanto potrebbero verificarsi non solo conseguenze immediate,
ma a medio e lungo termine.
In data 18 giugno 2003, infine, la Giunta Regionale ha espresso
pronuncia positiva di compatibilità ambientale sul progetto di
“Permesso di ricerca per CO2 in località La Selva nel Comune di
Bucine” proposto dalla Società Geogas S.r.l. pur dettando una serie
di limitazioni e prescrizioni vincolanti. Va sottolineato come il
Comune di Bucine abbia espresso in merito parere negativo in data
30/11/2003; il Comune ha dato autorizzazione solo in ordine al
vincolo paesaggistico motivando che sotto il profilo paesistico le
attività previste nel progetto non sembrano comportare particolari
problematiche.
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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CENSIMENTO POZZI E SORGENTI ‐ QUALITÀ DELLE ACQUE
La natura geologica e morfologica del territorio influenza fortemente
la situazione idrogeologica. Considerando, appunto, che la maggior
parte del sistema acquedottistico si approvvigiona da pozzi e non da
acque superficiali, le acque sotterranee assumono estrema
rilevanza.
Nell’ambito del quadro conoscitivo del Piano Strutturale vigente è
stata prodotta la carta dei pozzi esistenti sul territorio comunale
esaminando sia quelli privati che quelli pubblici, ad uso potabile,
irriguo o per altri usi. E’ importante sottolineare l’incidenza sul
territorio comunale della carenza di acqua in alcuni periodi dell’anno
e come i pozzi, utilizzati per approvvigionare le reti acquedottistiche,
abbiano portate limitate. Queste si aggirano spesso sui 0.5–1 l/s per
arrivare in alcuni casi a 3.3 (pozzo Pogi n°1) e 5.8 l/s (pozzo podere
Molinaccio n°1). Le profondità di estrazione sono in media sui 45
metri. I dati relativi ai pozzi esistenti nel territorio comunale
risultano aggiornati al 2011.
RETE ACQUEDOTTISTICA
I dati seguenti, riferiti all’anno 2013, relativi alla quantità di acqua
erogata, totale e pro‐capite, provengono dall’analisi dei quantitativi
di acqua erogata in mc./anno registrati dalla società Nuove Acque
spa. La quantità d’acqua erogata annualmente dall’acquedotto per
usi domestici risulta pari a 310.087 mc.
In base ai dati forniti dalla società Nuove Acque si è potuto
effettuare un esame della situazione degli acquedotti presenti nel
territorio comunale per quanto concerne la disponibilità della risorsa
idrica.
In linea generale questa appare in grado di soddisfare la richiesta di
approvvigionamento. In alcuni casi, però, si presenta qualche
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difficoltà: l'acquedotto di Montebenichi, ad esempio, nel periodo
estivo non riesce a far fronte al fabbisogno idrico, sia a causa
dell'abbassamento del livello delle falde, sia a causa del maggior
numero di utenti.
Altri due acquedotti sono inoltre interessati nel periodo estivo da
problemi legati alla qualità dell'acqua emunta: l'acquedotto di
Duddova, in cui uno dei due pozzi presenti risulta periodicamente
interessato da inquinamento da nitriti, e quello di San Pancrazio il
cui pozzo presenta durante il periodo estivo un grado di torbidità
elevato.
Ai fini di una corretta programmazione dell’utilizzo della risorsa
acqua per uso idropotabile misurare le portate effettive stagionali
delle sorgenti (monitoraggio pluriennale) potrebbe essere un
significativo indicatore.
La rete acquedottistica è rappresentata nella tav. B7 Le reti
infrastrutturali.
RETE FOGNARIA
Dal 1999 la società Nuove Acque S.p.A., ente gestore dell’ATO n.4
Alto Valdarno, si occupa della gestione della intera rete fognaria
comunale.
La rete fognaria è rappresentata nella tav. B7 del quadro conoscitivo
“Le reti infrastrutturali”.
La Società si impegna anche verso i propri clienti a mettere in atto il
piano approvato dall'A.T.O. in conformità all'art.11, co.3, L.36/94 al
fine di garantire a regime il raggiungimento delle seguenti modalità
di svolgimento del servizio:
a. fognature nere adeguate ad una portata di punta commisurata
a quella adottata per l'acquedotto, oltre alla portata necessaria per
lo smaltimento delle acque di prima pioggia provenienti dalle aree di
drenaggio urbano;
b. le fognature nere o miste dotate di pozzetti di allaccio sifonati
ed aerati per evitare l'emissione di cattivi odori. Il posizionamento
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della fognatura dovrà consentire la raccolta dei liquami provenienti
da utenze site fino a 1,0 metri sotto il piano stradale senza bisogno
di sollevamento;
c. Fognature bianche e miste strutturate in modo da garantire che
non si verifichino fenomeni di rigurgito sul piano stradale con
frequenza superiore a una volta ogni dieci anni per singola rete;
d. nelle zone di nuova urbanizzazione o in caso di rifacimenti sarà
previsto, salvo ragioni contrarie di natura tecnica, economica o
ambientale, il sistema fognario separato, con avvio delle acque di
prima pioggia alla rete bianca, dotata di grigliatura dimensionata
sulla base di valori di portata calcolati con un tempo di ritorno pari a
15 anni;
e. gli scarichi della fognatura nei corpi ricettori devono essere
conformi ai requisiti di qualità fissati dalla Dlgs n. 152/99 e s.m.i. Gli
impianti di depurazione devono essere strutturati in modo tale da
garantire il rispetto della citata norma;
f. impianti monitorati attraverso telecontrollo, con verifica delle
grandezze caratteristiche nei nodi significativi della rete fognaria e
delle stazioni di sollevamento.
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IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Nel territorio comunale esiste n. 1 depuratore a servizio del
capoluogo di Bucine posto in fondo a via di Montozzi.
È in corso la progettazione di un ulteriore impianto e dei relativi
collettori fognari che sarà a servizio del centro abitato di Ambra.
Detto impianto sarà posto all’ingresso dell’abitato di Ambra. Il
progetto è a cura della società nuove acque.
ARIA
RIFERIMENTI NORMATIVI
L’inquinamento atmosferico esiste da secoli, anche se in forme
diverse dalle attuali, ma solo di recente si è diffusa la percezione dei
rischi per la salute e per l’ambiente derivanti dal deterioramento
della qualità dell’aria. Lo Stato Italiano ha recepito con il Decreto
Legislativo n.152 del 3 aprile 2006 “norme in materia ambientale”
che recepisce le Direttive 96/61/CE, 84/360/CEE, 94/63/CE,
1999/13/CE, 2001/80/CE un nuovo assetto normativo in materia di
qualità dell’aria che ha come obiettivo la tutela della salute e
dell’ambiente. Vengono introdotti obiettivi vincolanti di qualità
dell’aria ed un sistema di valutazione e di gestione della stessa come
ambiente completo e coerente. La Regione Toscana ha prodotto uno
strumento conoscitivo preliminare e fondamentale sia per la
valutazione che per la gestione della qualità dell’aria: si tratta
dell’Inventario delle Sorgenti di Emissione (IRSE). E’ proprio da tale
inventario che sono stati desunti i dati relativi alla qualità dell’aria
nel territorio comunale riportati in seguito.
Un inventario delle emissioni è definibile come una serie
organizzata, dettagliata ed aggiornata di dati ed informazioni relativi
alla quantità di sostanze inquinanti introdotte in atmosfera da
attività antropiche ed alle modalità di emissione riferite alle
specifiche attività. I dati sono aggregati per area e periodo
temporale specifico. Tra le principali sostanze inquinanti vi sono i
composti organici volatili (COV), il monossido di carbonio, le
particelle sospese con diametro inferiore a 10 micron (PM10). Tra i
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gas serra troviamo l’anidride carbonica, il metano, il protossido di
azoto, i clorofluorocarburi (CFC). Infine i metalli pesanti quali berillio,
cadmio, nickel, piombo, cromo, manganese, mercurio, rame,
selenio, stagno, zinco e l’arsenico (non‐metallo). Inoltre le sorgenti di
inquinamento vengono classificate in sorgenti puntuali, sorgenti
lineari e sorgenti diffuse.
EMISSIONI ED ALTRI INQUINAMENTI INDUSTRIALI
Per caratterizzare l’inquinamento atmosferico derivante dalle
attività produttive si rende necessario conoscere nel dettaglio le
attività presenti sul territorio con emissioni significative, le loro
lavorazioni, le tecnologie e le materie prime impiegate, gli impianti
di abbattimento introdotti, dati che al momento non sono
disponibili.
Per le emissioni industriali diffuse il riferimento è alla zona
industriale di Levane. Per quanto riguarda casi puntuali, invece,
l’Euroterriflora a Mercatale opera lo stoccaggio di torba in trincee
aperte al fine di produrre terriccio da vendere in ballini. Nelle
giornate ventilate si alza un notevole quantitativo di polvere sottile
che provoca danni per copertura meccanica delle superfici. Un
viticoltore limitrofo lamenta la diminuita capacità di sintesi
clorofilliana del suo vigneto a seguito della copertura ed occlusione
delle superfici fogliari e delle cellule stomatiche preposte agli scambi
gassosi da parte delle suddette polveri. Altre proteste da parte della
Ditta Zeus, che produce tini in acciaio, riguardano la deposizione
delle polveri sui tini appena trattati con conseguente irruvidimento
della superficie che diventando abrasiva e rugosa diminuisce il
pregio commerciale dei prodotti.
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EMISSIONI URBANE DI ORIGINE CIVILE
Il riscaldamento degli edifici e la produzione di acqua calda sono le
funzioni da cui provengono le emissioni di origine civile. Gli
inquinamenti emessi nei processi di combustione, che non sono mai
completi, sono principalmente ossido di carbonio, idrocarburi
incombusti, particelle carboniose, ossidi di azoto3, ossidi di zolfo4,
polveri inorganiche ecc.
Le emissioni sono strettamente legate alla tipologia di combustibile,
alle tecnologie e allo stato di manutenzione degli impianti. Non sono
attualmente disponibili dati dettagliati relativi al numero, tipologia,
potenzialità degli impianti termici presenti nel territorio comunale,
né sono disponibili informazioni puntuali sui combustibili impiegati.
Si può però fare riferimento ai dati sui consumi dei combustibili
riportati nel capitolo relativo all’Energia.
EMISSIONI URBANE DA TRAFFICO
Le emissioni da traffico si possono suddividere in due categorie:
emissioni derivanti dal processo di combustione ed emissioni
prodotte dalla evaporazione dei combustibili. Le emissioni allo
scarico sono le più significative e sono legate alle caratteristiche
degli autoveicoli, allo stato di manutenzione e al combustibile
utilizzato. I principali inquinanti emessi sono quelli tipici della
combustione e sono già stati richiamati per le emissioni civili (CO,
idrocarburi, Nox, materiale particolato, SO2). Sono presenti anche
alcuni microinquinanti legati alla combustione stessa o alle
caratteristiche del combustibile (benzene, IPA, ecc). Le emissioni da
evaporazione sono legate alla peculiare volatilità dei combustibili e
sono costituite principalmente da idrocarburi. Sono prodotte sia
durante la sosta che durante l’utilizzo degli autoveicoli e dipendono
anche dal tipo di combustibile e dalle condizioni climatiche.
La complessità dei fenomeni e la mancanza di dati descritti non ha
consentito di stimare le emissioni da traffico nel comune.
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Sono di seguito esposte le tabelle con i dati IRSE relativi al Comune
di Bucine. Emissioni totali comunali ‐ inquinanti principali
diffuse puntuali lineari totale
Monossido di carbonio tonnellate per anno
903.80 - - 903.8
Composti organici volatili (COV) tonnellate per anno
778.2 - - 778.20
Ossidi di azoto tonnellate per anno
177.8 - - 177.8
Polveri fini sospese PM10 tonnellate per anno
69 - - 69
Ossidi di zolfo tonnellate per anno
13.4 - - 13.4
Emissioni totali comunali – gas serra
diffuse puntuali lineari totale
Metano tonnellate per anno
1472.90 - - 1472.90
Anidride carbonica tonnellate per anno
37513.30 - - 37513.30
Protossido di azoto tonnellate per anno
23.4 - - 23.4
Utilizzando le stime delle emissioni in aria ambiente di sostanze
inquinanti fornite dall’IRSE è possibile ricavare due serie di indicatori
di pressione che forniscono una descrizione sintetica del “carico
inquinante” presente in un territorio riferito ad un determinato
periodo temporale e della “quota di carico inquinante per persona
“sempre riferita ad uno specifico territorio e periodo temporale. Il
primo indicatore è espresso in tonnellate di
inquinanti emessi su una superficie di un kilometro quadrato(
t/km2/anno). Il secondo indicatore è definito in kg di sostanza
inquinante emessa attribuibili ad un abitante di un determinato
territorio e si esprime in kg per abitante ( kg/ab/anno).
Emissioni totali comunali ‐ inquinanti principali.
Rapporto con popolazione e superficie territoriale comunale
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SISTEMA VEGETAZIONALE
ASPETTI AGRONOMICI
Il Comune di Bucine si estende su una superficie di 13115,68 ha. con
un territorio che si sviluppa da nord a sud, lambendo la valle
dell’Arno e seguendo il corso dell’Ambra e da est ad ovest con il
degradare rispettivamente dei monti del Chianti e dei rilievi di
Civitella. Nel complesso il territorio si può ritenere collinare con
altitudini comprese tra i 200 ed i 600/800 metri sul livello del mare.
Da tali dati emerge con estrema evidenza come il territorio
comunale sia un territorio ad elevato livello di naturalità
(intendendo con ciò l’importanza dell’area agro‐forestale
sull’urbano). Le superfici destinate all’agricoltura e dei boschi,
sommate, rappresentano circa il 90% dell’intero territorio con le
tonn/kmq Kg/ab
Monossido di carbonio 6.9 103
Composti organici volatili (COV ) 5.9 89
Ossidi di azoto 1.4 20
Polveri fini sospese (PM10) 0.5 8
Ossidi di zolfo 0.1 2
superficie totale del Comune 13115.68 ha
superficie agricola 4662.62 ha
seminativo 2023.56 ha
vigneto 770.00 ha
oliveto 657.40 ha
oliveto terrazzato 568.03 ha
bosco 79.78 ha
bosco di pregio 6556.30 ha
fasce arboreo arbustive 428.50 ha
arboricoltura da legno e frutteti 21.97 ha
aree urbanizzate 179.93 ha
manufatti, case, strade 345.97 ha
A.M.A (aree miste agricole) 621.66 ha
altro 862.58 ha
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zone boscate che raggiungono quasi il 50% del totale. Valutando i
dati percentualmente si ha:
I rilievi, su cui elaborare le relative tavole e costruire le banche dati,
sono stati eseguiti a mezzo di sopralluoghi e ortofotocarte (volo
Aima 2001) nell’ambito della redazione del Piano Strutturale.
Per il Comune di Bucine, più che per altri luoghi, parlare di territorio
aperto significa parlare di paesaggio, espressione dell’evoluzione
socio‐economica che ha caratterizzato nel tempo il territorio,
testimonianza fisica ed emotiva della storia della popolazione in esso
insediata. Il sistema della conduzione mezzadrile, caratterizzato dagli
appoderamenti, aveva ‘disegnato’ un paesaggio a sua propria
misura, dimensionato in base alla capacità lavorativa e alle esigenze
della famiglia colonica, caratterizzato da una fitta rete di
collegamenti viari interpoderali, da sistemazioni idraulico agrarie
minuziose ed efficienti, da alberature e siepi quali elementi di
delimitazione e di riferimento oltre che di produzione. Tutto questo
rappresentava un’epoca, ed in particolare un sistema caratterizzato
da specifiche situazioni ed esigenze socio‐economiche. In seguito,
con l’avvento dell’industrializzazione e della meccanizzazione,
rispettivamente causa di massiccio esodo rurale ed allargamento
delle maglie poderali, si è assistito al parziale abbattimento delle
alberature tipiche, isolate o in quinte (elementi puntuali o lineari del
paesaggio), al passaggio dalle colture promiscue a quelle
specializzate intensive, e si è proceduto ad un vero e proprio
Superficie totale del Comune 13115,68 % su sup. totale % su sup. agricola
seminativo 2023,56 15,43% 43,40%
vigneto 770,00 5,87% 16,51%
oliveto 657,40 5,01% 14,10%
oliveto terrazzato 568,03 4,33% 12,18%bosco 79,78 0,61% bosco di pregio 6556,30 49,99% fasce arboree e arbustive 428,50 3,27% arboricoltura da legno e frutteti 21,97 0,17% 0,47% urbanizzato 179,93 1,37% case strade 345,97 2,64% aree miste agricole 621,66 4,74% 13,33% altro 862,58 6,58%
13115,68 100,00% 100,00%
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ridisegno del paesaggio rurale e del territorio aperto, ancora una
volta frutto di un determinato contesto socio economico.
AREE BOSCATE
L’uso prevalente del suolo è comunque il bosco, come abbiamo già
ricordato precedentemente, con circa il 50% del territorio comunale
occupato da boschi, per la maggior parte classificati di pregio. La
superficie collinare risulta boscata per una superficie complessiva di
circa 6635 ha. Per quanto riguarda la composizione dei boschi la
maggior parte di questi sono cedui; l’essenza prevalente è la
roverella (Quercus pubescens) seguita dal castagno (Castanea
sativa), dal cerro (Quercus cerris) e anche da lecci (Quercus ilex).
Sono presenti anche fustaie, in misura molto inferiore (circa il 5%)
che sono generalmente miste a conifere e latifoglie. Si trovano
altresì nel territorio anche il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e
l’orniello (Fraxinus ornus); a volte anche Conifere come il pino
domestico (Pinus Pinea), il pino nero (Pinus Nigra), il Cipresso
(Cupressus sempervirens) e, in alcuni casi, l’abete sia bianco (Abies
Alba) che rosso (Picea excelsa).
Questo tipo di boschi, pur se non di grandissimo pregio e valore
economico, rappresentano una risorsa incommensurabile del
paesaggio.
Per la molteplicità delle funzioni a cui assolve, il bosco è infatti
indubbiamente da considerarsi una risorsa ad alto valore
ambientale. Oltre alla funzione produttiva, ha un ruolo
fondamentale nella prevenzione dei fenomeni erosivi, nella
regimazione delle acque, nella valorizzazione e caratterizzazione del
paesaggio. Ma oltre a queste funzioni oggi al bosco si riconosce una
sempre maggior utilità nel migliorare la qualità ambientale: svolge
azione di filtraggio delle impurità atmosferiche, abbatte il livello del
rumore ed agisce come bioindicatore, ma, in primo luogo, abbatte il
tasso di anidride carbonica dell’atmosfera con la conseguente
limitazione dell’effetto serra.
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Se quindi il bosco ha un innegabile ruolo nell’assicurare una migliore
qualità dell’ambiente, va però sottolineato che, in particolari
condizioni, esso può essere condotto al degrado sia da cause
naturali che antropiche, legate cioè alla cattiva gestione del bosco
stesso. Questo può svolgere al meglio le sue funzioni solo con la
costante presenza dell’uomo e con interventi selvicolturali oculati e
programmati nel tempo. Laddove l’azione dell’uomo diviene troppo
intensiva o, al contrario, viene a mancare, si perde l’equilibrio tra la
risorsa bosco e l’ambiente circostante e le superfici forestali, non più
correttamente gestite, possono divenire elementi di degrado
ambientale. L’abbandono del bosco da parte dell’uomo determina
una serie di effetti negativi a livello ambientale. Innanzitutto il
bosco, non più seguito, va incontro a processi di invecchiamento e
degrado divenendo meno stabile e più sensibile nei confronti degli
incendi, delle malattie, delle avversità di tipo biotico e abiotico.
Inoltre, all’abbandono del bosco segue quasi sempre quello di tutte
le opere accessorie e delle sistemazioni idrauliche che accentua il
rischio di erosione e di dissesti del terreno.
Ma oltre alla oggettiva predominanza in termini quantitativi dei
boschi sugli altri tipi di soprassuolo, un territorio forestale ha
importanza strategica anche dal punto di vista economico‐
produttivo, poiché il bosco è una delle risorse endogene di maggior
interesse, dal punto di vista ambientale, e non ultimo dal punto di
vista paesaggistico. Le foreste hanno un ruolo fondamentale sia a
livello locale (assetto idrogeologico dei terreni, regolazione dei
deflussi d’acqua, mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi
esistenti) che globale (sul clima e sulla qualità dell’aria in
particolare). Risulta quindi che per molti dei nostri boschi il legno
non è più il prodotto maggiormente significativo ma è sopravanzato,
anche come peso economico, da altri prodotti, primo fra tutti il
“prodotto– ambiente”.
Seguendo il principio dell’inventario forestale regionale si afferma
l’importanza ormai non più solo produttiva del bosco, suddividendo
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la sua superficie secondo tre diversi criteri e definendo quindi tre
diverse “destinazioni d’uso”:
1. Conservativo/naturalistica, basata sul pregio naturalistico,
paesaggistico e sulla valenza turistica;
2. Protettiva, basata su dati indicatori di una situazione speciale
nei confronti della difesa idrogeologica;
3. Produttiva, basata su condizioni di ordinarietà.
Per la elaborazione della tavola dell’Uso del Suolo a riguardo delle
superfici boscate, è stato utilizzato anche il lavoro svolto da
D.R.E.AM. per la redazione del PTCP di Arezzo. In particolare la carta
forestale, ma sono state consultate anche una serie di schede
prodotte per ogni singola Unità di Paesaggio individuata dal PTCP. Le
Unità di Paesaggio sono normalmente a carattere sovracomunale
per cui non è stato possibile utilizzare i dati sulle superfici in valore
assoluto per il territorio di Bucine. Sono comunque interessanti
perché in grado di fornire se non un dato quantitativo un dato
qualitativo sulla copertura forestale delle zone medesime, essendo
queste ritenute omogenee e quindi comprese nella stessa Unità di
Paesaggio. Di seguito sono riportati gli indici da considerare più
significativi tra quelli contenuti nelle schede:
‐ Prospetto della ripartizione delle tipologie forestali per classe di
copertura. Questo indice informa sulle tipologie di boschi o
formazioni arboree (cedui, fustaie, formazioni riparali, etc) presenti
nell’Unità e sulle essenze che la compongono in prevalenza (faggio
anziché castagno o abete bianco oppure cerro o roverella);
‐ Caratteri ambientali della UdP: informazioni sul tipo climatico e
sulla superficie totale della UdP, sulla percentuale occupata da
boschi con indice di boscosità; viene inoltre fornito un indice
riassuntivo sintetico del valore ambientale della UdP;
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‐ Prospetto riepilogativo: indica la superficie globalmente
interessata da cedui, fustaie, castagneti da frutto, macchia
mediterranea, formazioni di ripa, boschi degradati e arbusteti.
Nella seconda parte della scheda vengono fornite informazioni che
riguardano le condizioni del patrimonio forestale con riferimento
alle cure selvicolturali, alla rigogliosità, alle condizioni fitosanitarie,
alla distribuzione ed alla composizione per tipologie. Infine vengono
riportati, quando esistono, gli elementi tipici o di pregio presenti nel
sistema forestale, distinti anch’essi per composizione, tipologia e
funzione con relativa descrizione.
INDICATORI DELLE POLITICHE/INTERVENTI DI CONTROLLO, PROTEZIONE E RISANAMENTO
IL VERDE PUBBLICO URBANO
Pur in un territorio per gran parte rurale e poco urbanizzato sono
presenti alcune dotazioni di verde pubblico nei centri abitati e nelle
frazioni. A volte sono semplici aiuole o spartitraffico, in altri casi si
tratta di verde scolastico e sportivo; nel computo è considerato, in
alcuni casi, anche il verde cimiteriale.
Ad oggi l’unica zona di verde pubblico attrezzato di una certa
dimensione (circa 10.000 mq) è il “parco fluviale” lungo l’Ambra a
Levane. Tale zona verde è dotata di piazzole per la pesca sportiva
per la cui realizzazione sono state utilizzate tecniche di ingegneria
naturalistica, usate anche per le opere di consolidamento degli
argini, per i giochi per bambini, le sedute, i cestini, i cartelli tematici
e lei varie alberature. Alcune alberature sono quelle naturalmente
presenti, altre sono state messe a dimora congiuntamente a
numerose specie arbustive. Le essenze arboree messe a dimora
sono quasi tutte di pronto effetto, cioè piuttosto sviluppate. Di
seguito sono riportati nomi e quantità delle essenze messe a dimora:
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Come precedentemente detto, oltre a questo piccolo parco
esistono sul territorio comunale, più precisamente nelle frazioni
urbanizzate, varie zone verdi (cimiteriali, scolastiche, sportive,
aiuole, scarpate) che, anche se non sempre possono essere usate e
fruite dalla popolazione come aree di gioco o di riposo, incidono
sull’aree urbanizzate. Si elencano di seguito le superfici a verde, in
metri quadrati, di ciascuna frazione e/o tipo. I dati sono desunti da
conteggi effettuati dai tecnici comunali per altri scopi (ad esempio
quantificare le superfici erbose da tagliare).
Verde pubblico in mq.
Sotto la voce ‘cimiteriale’ è censito il verde dei cimiteri di tutte le
frazioni.
In totale, quindi, il verde pubblico urbano risulta essere di oltre 8
ettari, comprendendo anche il parco fluviale di Levane. La quantità è
essenze arboree
quercus pubescens
numero
4fraxinus ornus 2
platanus x acerifolia 4
quercus robur farnia 14
prunus avium 6
acer campestre 6
fraxinus excelsior 6
essenze arbustive numero
laurus nobilis 90
viburnum tinus 45
nerium oleander 36
prunus spinosa 50
euonymus euopaeus 36
cornus sanguinea 36
sambucus nigra 36
spartium junceum 45
ligustrum vulgare 30
Bucine 39488
Levane 5362
Mercatale 3120
Badia Agnano 498
San Pancrazio 1079
Pietraviva 2486
Badia a Ruoti 3157
Ambra 8179
Cennina 479
S.Leolino 400
cimiteriale 7028
totale 71276
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effettivamente esigua, ma, tenendo conto che il territorio è assai
poco urbanizzato e presenta un patrimonio boschivo importante, la
dotazione attuale può essere considerata sufficiente.
Per quanto riguarda il verde pubblico extraurbano, a oggi non risulta
essere in gestione al Comune di Bucine nessuna area di questo tipo.
USO DEL SUOLO
PRINCIPALI USI DEL TERRITORIO
Nel presente capitolo vengono sviluppate considerazioni al fine di
dare una visione d’insieme delle varie tipologie di vegetazione
naturale presenti nell’area, oggetto di studio ed identificati nella
tavola dell’Uso del suolo.
Secondo la Carta dei Suoli d’Italia il territorio di Bucine è composto
principalmente da suoli bruni acidi, suoli bruni lisciviati, suoli bruni e
litosuoli; nella parte inferiore del corso dell’Ambra, invece, si
trovano suoli lisciviati e suoli alluvionali. Questi suoli alluvionali sono
conosciuti come ”sabbie di Bucine”: dal territorio di Terranuova e
Laterina si insinuano nella Val d’Ambra per 9 km dove si appoggiano
alle rocce dei versanti montagnosi. Ancora più a sud in Valdambra
questi terreni di origine fluviale e costituiti da particelle aventi
dimensioni molto piccole (sabbie argillose stratificate con lenti di
sabbie ed argille fluviolacustri) si appoggiano su terreni di origine
marina formati da ciottoli e ghiaie del Pliocene superiore. Tutti
questi suoli vengono inquadrati nella terza classe di potenzialità,
dove per potenzialità di un suolo si intende esprimere quella
intrinseca ed implicita attitudine che esso presenta nei confronti del
sostentamento delle piante. Questa attitudine è in inscindibile
rapporto con le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche di ogni
singolo tipo pedologico.
Complessivamente il territorio è caratterizzato da vaste aree
boscate, soprattutto nelle zone collinari dove è più difficile il sorgere
di attività agricole; nei fondovalle invece sono prevalenti i seminativi
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con agricoltura estensiva e altamente meccanizzata. L’olivicoltura,
insieme alla viticoltura, assume rilevanza primaria nella
composizione paesaggistica. Vigneti e oliveti, infatti, orlano i rilievi
che salgono dai fondovalle con i boschi sovrastanti; spesso sono
ubicati su ciglioni o terrazzamenti con muri a secco, che devono
essere ritenuti una vera e propria “struttura portante“ del
paesaggio. Nei pressi dei centri abitati i coltivi si fanno spesso
frastagliati lasciando spazio a piccoli orti familiari o a micro
appezzamenti di erbai da foraggio e di oliveto e vigneto, comunque
funzionali al mantenimento non degradato delle zone a margine
dell’urbanizzato.
Le zone boschive coprono, come detto, gran parte del territorio ad
eccezione dei fondovalle dell’Ambra, dell’Arno (nella zona di Levane)
e, in misura minore, i fondovalle della Trove, dello Scerfio e del
Caposelvi. Sono normalmente ben raccordate tra loro da fasce
vegetazionali ripariali (costeggianti i borri e torrenti) e marginali
(corridoi ecologici). Queste fasce arbustive ed arboree assommano
in totale a 428 ha. e sono di importanza strategica per il
mantenimento delle diversità ambientali sia faunistica che
vegetazionale. Spesso la loro composizione vegetazionale è
abbastanza varia con forte presenza di specie alloctone (Robinia
pseudoacacia e Ailanthus altissima) ormai diventate quasi infestanti,
ma che comunque svolgono la funzione preposta.
SEMINATIVO
La coltura agraria maggiormente diffusa risulta essere il seminativo
che occupa circa 2023 ha. E’ ubicato principalmente nei terreni di
fondovalle, per la maggior parte con coltivazioni (anche ripetute) di
tabacco e mais, anche irrigui. E’ altresì presente una parte del
territorio caratterizzata da tessitura a maglia fitta dove permangono
i tradizionali coltivi, anche promiscui con alberature e filari, e
sistemazioni idraulico agrarie tradizionali. Secondo i dati del
Censimento Generale dell’Agricoltura 2000 la superficie dei
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seminativi ammonta in totale a 2037,65 ha., quella destinata a
cereali e frumento è pari a 1092,63 ha., quella per colture ortive è
pari a 10,61 ha. e quella per foraggiere avvicendate è pari a 207,42
ha. I seminativi irrigabili risultano 399,37 ha. di cui solo 208,75
effettivamente irrigati nel 2000 (anno del Censimento Generale
dell’Agricoltura). L’irrigazione avviene in oltre il 90% dei casi per
aspersione, solo su 4,89 ha. per scorrimento e su 16,90 ha. con altri
sistemi.
OLIVETO
L’olivicoltura è molto sviluppata ed interessa nel totale 1225,43 ha.
di cui ben 568,03 su terrazzamenti e ciglioni. Questa coltura
rappresenta un’enorme ricchezza storica, paesaggistica ed agricola e
lo stesso PTCP la sottopone a tutela e normativa specifica.
Spesso queste olivete sono situate nelle vicinanze di aggregati di
rilievo o ville storiche e contribuiscono al pregio di questi ultimi in
maniera determinante.
In contrasto con il dato rilevato per la Carta dell’uso del suolo
nell’ambito della redazione del Piano Strutturale, eseguita con
osservazione delle ortofotocarte, il Censimento Generale
dell’Agricoltura 2000 afferma che la superficie destinata alla
coltivazione dell’olivo è di solo ha. 652,57. La grande differenza di
superficie probabilmente risiede nell’aver considerato solo gli oliveti
specializzati di nuovo impianto e non quelli in coltura promiscua da
parte dei rilevatori del Censimento.
VIGNETO
Anche il vigneto, per la maggior parte specializzato, è molto
rappresentato nel territorio comunale: sono 770 ettari, molti dei
quali anche di nuovo impianto e con adeguate e moderne tecniche
di coltivazione. I dati del Censimento Generale dell’Agricoltura 2000
in termini di superficie concordano con quelli rilevati durante la fase
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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di analisi conoscitiva del Piano Strutturale (787,56 ha) e riportano
che tale superficie vitata è coltivata da ben 457 aziende agricole.
Della superficie totale ben 658,73 ettari sono di uva da vino ricadenti
in territori per vini DOC e DOCG e sono coltivati da sole 128 aziende.
I restanti 128,83 ha. di superficie coltivati per vini diversi sono
condivisi da ben 348 aziende agricole.
BOSCO
Per le aree boscate vedere il paragrafo 4.2 del Sistema
vegetazionale. Formazioni vegetali lineari non colturali
Sicuramente da salvaguardare, l’abbondanza di fasce ripariali, di
altro genere arboreo ed arbustive, pari a ha. 428,50 (3.30%
dell’intero territorio comunale) che servono a mantenere e
migliorare la biodiversità in quanto definibili come corridoi ecologici.
Sono però, parzialmente, anche produttrici di biomasse legnose
destinate a legna da ardere ed elemento complementare del
paesaggio agrario antropizzato toscano.
LA STRUTTURA INSEDIATIVA
Gli insediamenti principali occupano il fondovalle dell'Ambra e
dell'Arno, esito dello sviluppo recente di nuclei comunque di
impianto storico, mentre gli aggregati antichi dell'area collinare e
montana risultano pressoché inalterati negli impianti urbanistici e
distributivi, però penalizzati in parte da condizioni di degrado e di
abbandono.
Bucine è caratterizzato infatti da una serie di centri urbani di
modeste dimensioni, distribuiti su un vasto territorio a prevalente
destinazione agricola: gli insediamenti si sono sviluppati
naturalmente soprattutto nelle due vallate principali ‐ Valdarno e
Valdambra ‐ che rappresentano anche due direttrici di collegamento
a scala territoriale molto importanti; il territorio è abitato da epoche
antichissime, come dimostrano i tanti ritrovamenti e le ricerche
archeologiche. Nel tempo l'assetto degli abitati e dei percorsi ha
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subito varie trasformazioni, mantenendo però sempre uno stretto
legame con la morfologia e con i caratteri fisici dei luoghi; se quindi,
ad esempio, in epoche antiche gli itinerari privilegiavano la posizione
di mezzacosta e poi pedecollinare, la bonifica delle aree di pianura
ha consentito l'individuazione di strade di fondovalle e di
conseguenza la crescita di abitati ‐ nonostante i rischi dal punto di
vista idraulico.
Se osserviamo una mappa di questo territorio, soprattutto la sua
articolata conformazione orografica, le relazioni tra gli insediamenti
e i luoghi emergono chiaramente; la disposizione dei nuclei sulle
colline del Chianti verso ovest, ad esempio, allude ad evidenti
"regole" localizzative nella loro posizione reciproca, nella quota
privilegiata, ecc. che rispondono a criteri di strategia "difensiva" e di
disponibilità di terre fertili ma anche di salubrità, soleggiamento e
buona esposizione. Allo stesso modo si può rileggere l'evoluzione dei
grandi spazi aperti, spesso anch'essi in realtà esito di opere
antropiche, come nel caso delle ampie fasce a terrazzamenti
necessari all'agricoltura, i disboscamenti e le opere di regimazione
delle acque che hanno effettivamente costruito il paesaggio.
La storia di questo territorio appartiene sicuramente ad un ambito
vasto, molto più esteso degli odierni limiti amministrativi comunali,
del resto più volte modificati: soprattutto quello del Valdarno;
questo si configura storicamente "come un'area di frontiera e
un'area di strada", che dall'epoca etrusca ad oggi ha mantenuto la
sua funzione di collegamento più breve tra Roma e l'Italia padana e
ripercorrendo eventi e situazioni del passato, spesso si riscontra una
certa singolarità per una zona "di soglia", dove poteri forti come
pure era quello di Firenze faticavano ad affermarsi nei confronti di
quelli locali, che dominavano ampi territori organizzati attraverso i
castelli, le pievi e le badie e controllavano i passaggi sull'Arno (il
controllo delle strade era fondamentale). Nella storia recente ‐ nel
secolo passato ‐, il Valdarno, come moltissimi altri "distretti" in Italia,
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è stato interessato da un forte sviluppo economico artigianale‐
industriale e demografico che ha profondamente influito sul
territorio. Nel periodo 1951‐'61 in tutto il Valdarno si ha
complessivamente un decremento di popolazione, mentre nel
ventennio successivo si registra una crescita fino al 1978 (nel primo
decennio era dovuto solo al saldo positivo del movimento naturale,
mentre negli anni '70 l'incremento è in gran parte dovuto al saldo
positivo degli spostamenti di popolazione); in questo secondo
periodo sono i Comuni minori, tra i quali Bucine, a registrare un
incremento ‐ opposto a quello di San Giovanni e Montevarchi‐.
I nuclei (aggregati di case con almeno 5 famiglie senza servizi)
passano da 205 a 73 dal '51 al '81, la popolazione nei centri da 53 a
82% e gli abitanti delle case sparse da 33,5 a 13,9%; queste
dinamiche mettono in crisi l'antico modello insediativo per piccoli
nuclei e case sparse, strettamente connesso alle strutture mezzadrili
in via di dissoluzione. Le problematiche ‐ non solo urbanistiche ‐ che
derivano da tutto ciò riguardano principalmente le aree di
fondovalle dell'Arno: la carenza infrastrutturale e la congestione nei
centri abitati per un traffico eccessivo ed improprio, l'inquinamento,
il permanere della dipendenza per molti servizi e funzioni dalle due
città ‐ Firenze ed Arezzo ‐.; eppure anche nei centri collinari o
prevalentemente collinari si registrano dei cambiamenti di rilievo,
con effetti che si ripercuotono anche sulle aree più interne, che
gravitano comunque sui centri maggiori. L'espansione, in senso
relativo, ha modificato gli "equilibri" esistenti da una parte
trasformando in senso realmente urbano gli insediamenti maggiori e
più vicini al sistema centrale del Valdarno, dall'altra "emarginando" i
piccoli nuclei. In una realtà come quella di Bucine è quindi
indispensabile contrastare l'effetto di "periferia" nelle frazioni più
sviluppate e contrastare il rischio dell'abbandono dei piccoli nuclei o
della loro trasformazione in villaggi per vacanza, considerando
l'appetibilità turistica del patrimonio edilizio rurale in Toscana che
rappresenta una straordinaria risorsa e una grande occasione di
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rivalutazione del territorio agricolo con il rischio però di farlo
diventare una cartolina ben conservata.
I CENTRI ED I NUCLEI DI ANTICO IMPIANTO
Il territorio di Bucine è caratterizzato dalla presenza di numerosi
nuclei di origine antica, collocati coerentemente alla morfologia dei
luoghi in modo da assicurare le migliori condizioni di vita e garantire
il massimo livello di sicurezza attraverso la difesa della posizione ed il
controllo "visivo" degli spazi circostanti. Quelli disposti lungo i
percorsi principali di fondovalle hanno subito le maggiori alterazioni,
soprattutto nel modificarsi del rapporto con lo sviluppo urbano
moderno e contemporaneo; nel caso dei piccoli nuclei di collina
invece sono meno rilevanti dimensionalmente i casi di aggiunte
edilizie recenti mentre assumono maggiore importanza le modalità
di recupero e le condizioni di degrado.
Il centro storico di Ambra, collocato su un piccolo rilievo al margine
del fondovalle, presenta una certa compattezza materica e
volumetrica, con edifici costruiti in pietra a facciavista
prevalentemente di tre piani di altezza e stradine strette di difficile
percorribilità con autoveicoli; molti degli spazi aperti, sul retro, sono
incolti e danno un'impressione di abbandono. Anche nella parte di
epoca successiva si riconoscono comunque singoli elementi di rilievo
(la villa Zampi ed i fabbricati legati alla fattoria, come la filanda),
oltre all'impianto lineare a cortina edilizia intorno a via Trieste.
Forme insediative simili si riscontrano a Bucine, dove la sommità del
colle è occupata da una piazza chiusa da palazzi di tre piani (Palazzo
Vitelli‐ Marchetti, Palazzo del Conte) e sul lato opposto da un tessuto
residenziale minore che ingloba anche la piccola chiesa dei SS.
Apollinare ed Ercolano; emergono il municipio e l'edificio nelle sue
immediate vicinanze (torre della Fonte), che presentano una base a
scarpa e forse costituivano insieme un unico complesso fortificato,
ma il nucleo storico è comunque piuttosto omogeneo per materiali,
dimensioni e funzioni degli edifici; nella parte in basso l'espansione
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del paese è avvenuta seguendo la direttrice della strada, con alcuni
interventi risalenti al XX secolo scarsamente integrati nel tessuto
urbano di impianto antico. Solo una minima parte delle vie sono
pavimentate ‐ in pietra serena ‐, mentre in generale le strade sono
asfaltate.
Il centro antico di Pogi possiede edifici generalmente in buone
condizioni ma presenta spazi aperti meno manutenuti e quindi
piuttosto degradati. Torre di Mercatale conserva con chiarezza
l'impianto compatto, connotato da spazi spesso minimi chiusi tra gli
edifici ma sicuramente interessanti e piacevoli nonostante la povertà
dei materiali e nonostante che i singoli manufatti siano stati più
volte rimaneggiati anche con modalità e forme non sempre coerenti;
ciò è causato in realtà anche dallo scarsissimo grado di abbandono.
Soltanto i vicoli pedonali sono pavimentati in pietra: gran parte degli
spazi sono stati "adeguati" alle esigenze contemporanee, in
particolare per le auto, sia per quanto riguarda i materiali che gli usi.
Nel caso di Badia Agnano si può presumere che il centro sia nato in
forma di castello, individuabile nella parte più settentrionale, per poi
svilupparsi lungo due assi principali tra loro ortogonali; all'interno gli
edifici sono organizzati attorno ad una piazza: il complesso
residenziale ad ovest prospetta verso l'esterno con la base a scarpa,
sul lato opposto è collocato l'intero complesso abbaziale che
comprende la chiesa dei SS. Tiburzio e Susanna, quella della
Compagnia e la canonica; successivamente il centro si è sviluppato
lungo la strada per S. Pancrazio, con un tessuto urbano omogeneo
ma non di valore eclatante per specifiche caratteristiche
architettoniche.
Anche a Badia a Ruoti la parte più antica del paese occupa la
sommità di un poggio ed è organizzata attorno al monastero della
Badia di S. Pietro a Ruoti; la disposizione delle costruzioni all'interno
del nucleo antico e la loro altezza determinano una certa oscurità
nelle strade (difficilmente carrabili) e all'interno delle abitazioni, che
si presentano esternamente in condizioni non ottimali; il materiale
costruttivo maggiormente impiegato è la pietra, diversamente da
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quello che caratterizza la parte recente lungo via XI febbraio. Anche
il nucleo originario di Pietraviva è collocato su un poggio lungo Via
della Porta ‐ il cui nome richiama la presenza di una porta di accesso
della quale rimangono ancora intatte alcune tracce ‐ ed alcune
strade molto strette perpendicolari a quella, con un tessuto edilizio
compatto fatto di abitazioni "povere" principalmente di tre piani,
con corpi scala che occupano gli spazi pubblici; gli edifici risultano
generalmente molto trasformati dall'uso di materiali non
tradizionali, dalle modifiche alle aperture e dalla costruzione di
superfetazioni; le strade sono asfaltate, tranne quelle della zona più
centrale che sono lastricate; le aree libere sono incolte o ad orto.
Capannole è organizzato su due quote principali: in alto, al culmine
del colle, è il nucleo principale, completato da un edificio
volumetricamente articolato posizionato a quota intermedia; alcuni
interventi recenti purtroppo hanno alterato l'omogeneità del nucleo;
la via centrale è lastricata, mentre gli spazi aperti pavimentati con
diversi materiali; un viottolo è pavimentato in acciottolato. Anche
qui, come quasi sempre accade anche negli altri centri, gli spazi
aperti di pertinenza sono adibiti ad orto, con frequente presenza di
capanne e baracche, raramente a giardino; viste le pendenze del
terreno si riscontrano sistemazioni a gradoni o con muri a retta
piuttosto imponenti. La parte alta di San Leolino coincide con quella
dell'antico castello; la maggior parte delle costruzioni, pur essendo
state recentemente ristrutturate, hanno mantenuto i loro caratteri
originali, ma sono presenti anche abitazioni, di epoca successiva, che
per tipologia e materiali risultano estranee al contesto; l'impianto
del nucleo fa sostanzialmente riferimento all'asse viario centrale;
emergono alcuni fabbricati quale un edificio di tre piani con il
prospetto sud‐ ovest caratterizzato da una loggia o la villa di tre piani
a sud‐ovest. Meno chiara e compatta la struttura insediativa di
Duddova, con l'emergenza del complesso della villa (abbandonato)
composto dalla casa padronale, dal giardino e dalla casa colonica e
con altri edifici di rilievo dal punto di vista architettonico; parte degli
spazi aperti hanno il fondo in terra battuta.
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L'impianto antico di Montebenichi è perfettamente individuabile
negli edifici posti in posizione circolare attorno ad una piazza nella
parte più alta del paese, delimitata da un complesso composto dalla
villa padronale in forma di castelletto e da alcuni edifici residenziali,
in parte con base a scarpa verso l'esterno. Della parte più antica di
San Pancrazio, sulla sommità del poggio, rimangono intatte solo
poche costruzioni, la maggior parte delle quali risulta fortemente
alterata rispetto allo stato originario; il tessuto del nucleo è stato
ampliato tra Ottocento e Novecento lungo il tragitto per Badia
Agnano con immobili isolati a funzione principalmente residenziale;
l'edificio di maggior valore è quello che ospita il "centro
interculturale", emergente per la volumetria e la torre campanaria
posta a filo della facciata principale, con un giardino pubblico nella
parte bassa coltivato a roseto; le strade, tranne un breve tratto della
via principale lastricata in pietra, sono asfaltate; gli spazi aperti sono
coltivati ad orto e con baracche di pessimo valore.
La struttura insediativa di Ponticelli è imperniata su un percorso
principale ‐ una strada sterrata ‐ lungo la quale sono organizzati,
attorno ad ampi spazi aperti, due gruppi di edifici, costruzioni
d'antico impianto, alcune delle quali alterate rispetto allo stato
originario oppure abbandonate, ed altre più recenti con funzione
residenziale o di annesso, a volte di dimensioni rilevanti. Quelle con
quest'ultima funzione, collocate nella parte più settentrionale del
nucleo, sono di ampie dimensioni e adatte al ricovero di automezzi
agricoli. Tra gli edifici residenziali più antichi da notare è quello
caratterizzato da una torre colombaia simmetrica rispetto alla
facciata.
A Rapale si individuano due parti: la più antica, il "castello", che
occupa il limite nord del colle, accessibile dalla porta ancora
perfettamente intatta e caratterizzato da strutture a torre, e quella
organizzata attorno ad una villa padronale, più recente; nel nucleo
più antico solo una minima parte delle strade, sterrate o lastricate in
pietra, è carrabile e ci sono dei terrapieni delimitati da muri a secco,
coltivati con qualche olivo. All'interno del castello sono molti gli
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edifici disabitati e in cattive condizioni, mentre quelli della parte più
recente sono in condizioni complessive discrete.
Gli edifici che compongono il nucleo di Sogna, sottoposto ad un
intervento di recupero complessivo ed unitario, sono collocati a
differenti quote e in posizione reciproca isolata, collegati tra loro da
vialetti e scale lastricate in pietra. Gli altri nuclei minori presentano
caratteristiche analoghe ma con differenti livelli di conservazione
dell'impianto antico: a La Villa, ad esempio, solo in pochi casi gli
interventi hanno alterato le caratteristiche originarie di un impianto
però meno regolare; le strade sono ancora tutte sterrate; San
Martino, in posizione di mezzacosta, è formato da edifici raccolti
attorno alla strada principale, prevalentemente in pietra,
complessivamente in buono stato di conservazione; gli spazi edificati
sono in stretta relazione con quelli aperti, sistemati ad orto, a
giardino oppure già coltivati. Tontenano raggruppa alcune case
coloniche, con una piccola chiesa; i manufatti recentemente
ristrutturati sono stati alterate nei loro caratteri specifici.
Gavignano invece è oggi un aggregato di edifici fortemente alterati
rispetto al loro stato originario o addirittura di nuovo impianto.
GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI
La popolazione del Comune è distribuita secondo l'ISTAT in 14 centri
abitati (Ambra, Badia Agnano, Badia a Ruoti, Bucine, Capannole,
Cennina, Levane, Montebenichi, Pietraviva, Pogi, Rapale, S. Leolino,
S. Pancrazio, Torre), 15 nuclei abitati (Bellavista, Casa Caroni, Casa
Mugnaini, Case Mearino, Duddova, Gavignano, Il Prato, Il Vasarri, La
Sughera, Le Mura, Molino di Bucine, Molino di Mezzo, Perelli, S.
Martino, Solata) e nelle case sparse.
IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE
LA VIABILITÀ E LA MOBILITÀ
Il territorio di Bucine è attraversato da due strade statali: quella di
Val d'Arno (n. 69) e quella di Valdambra (n. 540), che costituiscono la
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rete viaria principale, alla quale però si aggiungono alcune altre
arterie di importanza non secondaria, non solo per i collegamenti
locali, ma anche a maggiore distanza (ad esempio tra Siena ed
Arezzo): in particolare la strada provinciale Civitella Pergine Valdarno
(n. 18) verso la Valdichiana, la provinciale di Mercatale (n. 16) verso
Montevarchi e la provinciale Procacci (n. 19) verso Monte S. Savino. I
flussi di traffico sopportati da questa rete stradale non sono
realmente proporzionati alle sue caratteristiche, dovendo a volte
anche ricoprire un ruolo improprio a causa della mancata
realizzazione o del ritardo nel completamento di infrastrutture
principali quali la strada di grande comunicazione Siena‐ Bettolle.
La variante alla Statale 69 ormai realizzata sulla base del progetto
esecutivo curato dalla Provincia di Arezzo: essa consente di risolvere
l'attraversamento improprio del traffico all'interno di Levane sia
lungo la direttrice principale est‐ovest, sia nel collegamento con i
centri della valle dell'Ambra e con l'area senese.
Oltre alla rete primaria, esiste poi una fitta maglia di collegamenti
minori, strettamente congruenti alla morfologia delle differenti
parti, che testimonia una minuta organizzazione del territorio
costruita nel corso del tempo e tuttora fortunatamente ancora
conservata.
L'importanza di queste zone come canali di passaggio e di relazione
anche di ampio raggio ‐ non solo per quanto riguarda il Valdarno, ma
anche la Valdambra ‐ è ormai nota e la bibliografia sui percorsi
storici, grazie anche ai numerosi ritrovamenti archeologici, è ormai
molto estesa. Molti degli itinerari storici possiedono inoltre valori
paesistici significativi.
Il servizio ferroviario interessa Bucine sostanzialmente per quanto
riguarda i collegamenti locali intercomunali in Valdarno, tramite
treni regionali verso Firenze e verso Arezzo; complessivamente sono
disponibili circa venti "corse" nelle due direzioni, evidentemente
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concentrate nelle ore di punta per i lavoratori e gli studenti; la
posizione decentrata della stazione rispetto a molte frazioni rende
sicuramente meno appetibile l'utilizzo della ferrovia per spostamenti
a distanza breve o media, ma la disponibilità di questa risorsa può
essere sfruttata ‐ e valorizzata ‐ in un possibile scenario di
riconversione a metropolitana leggera.
LE AREE PRODUTTIVE
Dai più recenti dati ISTAT nell'industria risultano 381 unità locali, con
1.690 addetti; nel commercio le 172 unità presenti occupano 360
addetti (altri servizi ‐ 189 ‐ hanno complessivamente 500 addetti,
mentre alle istituzioni ‐ 60 ‐ corrispondono 233 addetti).
L'artigianato e l'industria a Bucine sono sempre stati principalmente
di tipo tradizionale e sono storicamente legati soprattutto alle
produzioni agricole locali, dalle quali le attività hanno preso avvio: in
particolare dunque la lavorazione del tabacco e dell'erica, oltre ai
settori del legno, del vetro, delle calzature, dell'abbigliamento e
della meccanica, e naturalmente quello dell'edilizia. Le attività
produttive sono diffuse lungo tutte le principali direttrici viarie, con
particolare peso a Levane ‐ sia in Comune di Bucine sia in Comune di
Montevarchi ‐ e ad Ambra, per la presenza della Toscana Tabacchi.
Oltre alle zone produttive pianificate o comunque spontaneamente
aggregate, è presente anche il fenomeno della dispersione di singoli
insediamenti a carattere produttivo su tutto il territorio comunale,
sia nei centri che nelle aree agricole che in collina, anche se nella
maggioranza dei casi si tratta di attività comunque legate a quelle
agricole.
Le cave di ghiaia e sabbia hanno avuto un rilevante ruolo nell'attività
produttiva di Bucine, soprattutto nelle aree a nord‐ovest del
capoluogo ed a nord di Perelli; l'attività di escavazione è attualmente
quasi esaurita ma l'impatto sul paesaggio ha determinato una totale
cancellazione delle caratteristiche originarie, senza opere di
ripristino anche nelle aree dismesse dalla cava.
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Bucine però appartiene anche ad un "distretto" importante quale
quello del Valdarno, al quale non si può non fare riferimento
affrontando il tema della produzione. Questo contesto, fra l'altro, ha
ormai una lunga e ricca storia di studi e di progetti, originata dalla
creazione del Comprensorio per l'associazione di 14 comuni nella
prima metà degli anni '70, riconosciuti come realtà omogenea sia dal
punto di vista socio‐economico sia dal punto di vista delle
infrastrutture e delle caratteristiche geografiche; con la creazione
delle Associazioni Intercomunali (LR 37/79) esso è stato suddiviso,
separando la parte aretina da quella fiorentina.
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MONITORAGGIO DELLE TRASFORMAZIONI 2008‐2013 E STATO DI
ATTUAZIONE:
L’analisi della valutazione dello stato di attuazione delle previsioni
contenute nel R.U. 2008 e gli effetti che tali previsioni hanno avuto
sull’intero territorio comunale sono condizione necessaria al fine di
individuare obiettivi significativi per una corretta redazione del Piano
Operativo.
La legge 65/2014 prevede che i comuni redigano una relazione di
monitoraggio degli effetti dei propri strumenti di pianificazione e dei
propri atti di governo del territorio, paesaggistici, territoriali,
economici, sociali e della salute umana. La verifica deve essere
finalizzata a tre obiettivi, tra loro complementari:
‐ ottenere informazioni sugli effetti prodotti dalle scelte
urbanistiche;
‐ prendere in considerazione i cambiamenti socio‐economici e
territoriali anche se non dipendenti dalle scelte di piano, possono
determinare gli orientamenti e le iniziative assunte
dall’amministrazione comunale;
‐ predisporre gli atti necessari per una revisione degli strumenti di
pianificazione territoriale.
Si riportano di seguito una serie di tabelle riepilogative che riportano
i dati forniti dai vari uffici comunali ognuno per le proprie
competenze al fine di ottenere un quadro delle dinamiche
urbanistiche e socio‐economiche quanto più dettagliato possibile:
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UTOE Dim Max residenza Slp Dim Max produzione Sc Dim Max commerciale
Dim Max attività
sportive Slp
mq min attrezzature di
interesse collettivo mq min verde pubblico parcheggi
Levane 26.200 12.000 5.000 0 1.352 14.396 2.604
Mercatale, Bucine, Pogi,
Capannole 43.600 32.500 0 8.000 5.652 7.947 2.203
Badia Agnano 8.100 2.400 0 0 0 0 0
Ambra, Pietraviva, Badia
a Ruoti 20.500 9.000 0 0 3.300 8.978 4.070
Chianti, San Pancrazio,
Montozzi 9.600 0 0 0 0 3.752 1.808
Dimensionamento massimo per UTOE previsto da Piano Strutturale
Figura 1: massimi inderogabili e vincolanti per il Regolamento Urbanistico indicati per ciascuna U.T.O.E. – Piano Strutturale 2005
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REGOLAMENTO URBANISTICO 2008 interventi diffusi e piani attuativi piani complessi di intervento
mq Slp Residenza
mq Slp Produzione
mq Slp Terziario
mq Slp Residenza
mq Slp Produzione
mq Slp Terziario
mq Slp Altro
UTOE Levane
Completamento (nuova edificazione) 1.500 750 mutamento destinazione d’uso di manufatti agricoli 500
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Attuativo 5.358 7.086 Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Complesso di Intervento 13.000 0 5.000 0
totale 7.358 7.836 0 13.000 0 5.000 0
UTOE Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole
Completamento (nuova edificazione) 3.664
mutamento destinazione d’uso di manufatti agricoli
900
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Attuativo 14.825
25.000
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Complesso di Intervento 2.400
4.000 0 3.000
totale
19.389 25.000 0 2.400
4.000 0 3.000
UTOE Badia
Agnano
Completamento (nuova edificazione) 1.100 200 mutamento destinazione d’uso di manufatti agricoli 350
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Attuativo 2.380 2.200
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Complesso di Intervento 0 0 0 0
totale 3.830 2.400 0 0 0 0 0
UTOE Ambra,
Pietraviva, Badia a ruoti
Completamento (nuova edificazione) 2.600 300
mutamento destinazione d’uso di manufatti agricoli 1.350
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Attuativo
12.099 4.609
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Complesso di Intervento 200 0 0 0
totale 16.049 4.909 0 200 0 0 0
UTOE Chianti,
San Pancrazio, Montozzi
Completamento (nuova edificazione) 200
mutamento destinazione d’uso di manufatti agricoli 1.000
Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Attuativo Aree di Trasformazione da attuare attraverso Piano Complesso di Intervento 500 0 0 0
totale 1.200 0 0 500 0 0 0
Figura 2: Nella tabella sopra riportata sono evidenziati i valori massimi ammissibili per gli interventi dimensionati sulla base del quadro previsionale strategico quinquennale e suddivisi per U.T.O.E. – R.U. 2008
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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STATO DI ATTUAZIONE
utilizzato
residuo
effettivo
* utilizzato
residuo
effettivo
* utilizzato
residuo
effettivo
*
PS RU PS PS PS RU PS PS PS RU PS PS PS RU
Levane 26.200 24.200 3.500 22.700 12.000 20.210 19.460 ‐7.460 5.000 5.000 0 5.000 0 0
Mercatale, Bucine, Pogi,
Capannole 43.600 36.145 23.655 19.945 32.500 25.000 13.500 19.000 0 0 0 0 8.000 8.000
Badia Agnano 8.100 2.830 1.100 7.000 2.400 2.000 200 2.200 0 0 0 0 0 0
Ambra, Pietraviva, Badia
a Ruoti 20.500 12.708 6.258 14.242 9.000 15.966 13.366 ‐4.366 0 0 0 0 0 0
Chianti, San Pancrazio,
Montozzi 9.600 1.200 200 9.400 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
TOTALE 108.000 77.083 34.713 73.287 55.900 63.176 46.526 9.374 5.000 5.000 0 5.000 8.000 8.000
UTOE
Verifica conformità PS ‐ art. 199 RU + NTA
Dim residenza Slp Dim produzione Sc Dim commerciale
Dim attività sportive
Slp
* Per residuo effettivo del dimensionamento PS si intende la quantità di superficie rimanente depurata dai piani di lottizzazione, lotti di completamento conclusi o in fase di ultimazione e le aree di trasformazione tuttora efficaci in quanto oggetto di specifiche varianti.
Figura 3: tabella di confronto tra le previsioni del PS e lo stato di attuazione
Denominazione Piano Attuativ UTOE Pubblicazione BURT Data firma convenzione Data Collaudo OOUU
piano in corso
di validità?
Atto di riferimento
acquisizione OOUU
Slp residenza
previsto
Slp produzione
previsto
Slp residenza
realizzato
Slp produzione
realizzato
ATPA 1 ‐ Levane C3 Comp. 6 Levane 20/11/2007 si / 5.200
AT PA2 ‐ Mercatale C3 comp. 3
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole n. 1 del 02/01/2008 09/07/2009 si / 1.606
AT PA3 ‐ Bucine C3 comp. 9
(Poggio di Bucine)
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 11/06/2004 30/12/2003 06/05/2009 no 5.317 4.774
AT PA4 ‐ Renoni
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole n. 34 del 13/08/2006 24/05/2007 si / 4.308
ATPA 5 ‐ Zona D1 ‐ Levane (Via
Terracini) Levane 01/08/2001 23/12/2011 no 2.000 8.343 2.000 8.434
ATPA 6 ‐ Zona C3 comp. 1 ‐
Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti n. 1 del 02/01/2008 29/07/2005 si 4.406
ATPA 7 ‐ Zona C3 comp. 4/a ‐
Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti n. 5 del 02/02/2005 20/01/2005 si 1.968
ATPA 8 ‐ Zona C6/b ‐ Ambra
(La Casina)
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti n. 1 del 02/01/2008 22/10/2008 si 890
ATPA 9 ‐ Zona D1 ‐ Levane
Palazzetto Levane n. 7 del 12/02/2003 23/12/2002 23/11/2010 no 4.537 4.537
ATPA 10 ‐ Zona D1 ‐ Levane Levane n. 11 del 14/03/2001 10/10/2002 29/11/2013 no 6.580 5.235 1.345
ATPA 11 ‐ Zona D5 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti n. 16 del 20/04/2005 12/04/2005 si 8.660
STATO DI ATTUAZIONE R.U. 2008
Piani Attuativi
Figura 4: Elenco dei piani di lottizzazione adottati o approvati in C.C. prima dell’entrata in vigore del RU 2008, stato di attuazione e analisi della Slp utilizzata e rimanente.
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Denominazione Piano Attuativo UTOE
Slp residenza
previsto
Slp produzione
previsto
Slp residenza
realizzato
Slp produzione
realizzato
AT PA 12 ‐ San Salvatore
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 3.040 0 0 0
AT PA13 ‐ Pogi
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 800 0 0 0
AT PA14 ‐ Badia Agnano
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 1.000 0 0 0
AT PA15 ‐ Badia Agnano
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 700 0 0 0
AT PA16 ‐ Badia Agnano
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 500 0 0 0
AT PA17 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 1.500 0 0 0
AT PA18 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 1.200 0 0 0
AT PA19 ‐ Ambra (La Casina)
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 2.600 0 0 0
AT PA20 ‐ Pietraviva
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 1.450 0 0 0
AT PA21 ‐ Badia Agnano Badia Agnano 180 1.800 0 0
AT PA22 ‐ Badia Agnano
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 600 2.660 0 0
AT PA23 ‐ Levane Levane 400 0 0
AT PA24 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 600 0 0 0
AT PA25 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 1.200 0 0 0
AT PA26 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 750 0 0 0
AT PA28 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 3.137 0 0
AT PA29 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 2.264 0 0
AT PA30 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 8.099 0 0
AT PA31 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 5.900 0 0
AT PA32 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 5.600 0 0
AT PA33 ‐ Badia a Ruoti
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 800 0 0 0
Figura 5: dimensionamento previsto per UTOE per le aree di trasformazione da attuarsi con piano attuativo (AT PA) – previsioni inserite nel R.U. 2008
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Denominazione Piano Complesso UTOE
Slp residenza
previsto
Slp attr. sport,
ricettivo
previsto
Slp
commerciale
previsto
Verde e
parcheggi
previsto
Slp produzione
previsto
Slp residenza
realizzato
Slp produzione
realizzato
AT PC 1 ‐ Levane Levane 14.000 0 0 8.000 0 0 0
AT PC 2 ‐ Levane Levane 2.500 0 0 1.200 0 0 0
AT PC 3 ‐ Levane Levane 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 4 ‐ Levane Levane 3.300 0 0 2.800 0 0 0
AT PC 5 ‐ Levane Levane 0 0 5.000 10.000 0 0 0
AT PC 6 ‐ Mercatale
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 2.800 0 0 7.250 0 0 0
AT PC 9 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 2.400 0 0 2.000 0 0 0
AT PC 11 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 13 ‐ Capannole
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 14 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 15 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 16 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 18 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 8.000 0 20.000 0 0 0
AT PC 19 ‐ Ambra
Ambra,
Pietraviva,
Badia a Ruoti 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 20 ‐ San Pancrazio
Chianti, San
Pancrazio,
Montozzi 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 21 ‐ Montebenichi
Chianti, San
Pancrazio,
Montozzi 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 22 ‐ Montebenichi
Chianti, San
Pancrazio,
Montozzi 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 23 ‐ Montebenichi
Chianti, San
Pancrazio,
Montozzi 0 0 0 0 0 0 0
AT PC 24 ‐ Bucine
Mercatale,
Bucine, Pogi,
Capannole 0 0 0 0 0 0 0
Figura 6: dimensionamento previsto per UTOE per le aree di trasformazione da attuarsi con piano complesso di intervento (AT PC) – previsioni inserite nel R.U. 2008
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VARIANTI APPORTATE
anno Denominazione variante UTOE Del. CC ADOZIONE n. Del. CC APPROVAZIONE n.
2008
2009
2010
Var n.1 al RU ‐ podere
Carnasciale
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 28 del 21/04/2009 21 del 25/05/2010
2010
Var n.2 al RU ‐ verde
attrezzato Capannole
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole 34 del 27/07/2010 51 del 28/10/2010
2010 Var n.3 al RU ‐ Iesolana
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 35 del 27/10/2010 52 del 28/10/2010
2011 Var n.4 al RU ‐ NTA 63 del 14/12/2010 41 del 14/06/2011
2011
Var n.5 al RU ‐ Gracina di
Sotto
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 39 del 14/06/2011 47 del 29/09/2011
2011
Var n.6 al RU ‐ Podere
Belvedere
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 40 del 14/06/2011 48 del 29/09/2011
2012
Var n.7 al RU ‐ Levane Il
Palazzetto Levane 05 del 31/01/2012 32 del 17/05/2012
2012
Var n.8 al RU ‐ viabilità
Pogi
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole 04 del 31/01/2012 33 del 17/05/2012
2012 Var n.9 al RU ‐ ATPA 27 Levane 59 del 10/11/2011 74 del 10/10/2012
2012
Var n.10 al RU ‐ Cimiteri
San Pancrazio e San
Leolino
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 03 del 31/01/2012 34 del 17/05/2012
2013
Var n.11 al RU ‐ riqual
urbana Badia Agnano Badia Agnano 73 del 05/12/2012 3 del 20/02/2013
2012
Var n.13 al RU ‐ modifica
della destinazione d’uso
di una porzione di
edificio ad Ambra
Ambra, Pietraviva,
Badia a Ruoti 12 del 08/03/2012 39 del 28/06/2012
2012
Var n.14 al RU ‐ area di
trasformazione ATPC 7 in
località “Pianacci”
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole 35 del 17/05/2012 75 del 01/10/2012
2012
Var n.15 al RU ‐ modifica
del perimetro dell’area
di trasformazione AT
PA23 Levane 38 del 28/06/2012 79 del 22/10/2012
2013 Var n.16 al RU ‐ NTA 19 del 05/06/2013 56 del 30/10/2013
2013
Var n.20 al RU ‐ modifica
del perimetro San
Leolino
Chianti, San
Pancrazio, Montozzi 20 del 05/06/2013 57 del 30/10/2013
2013
Var n.21 al RU ‐ modifica
del perimetro Pogi
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole 21 del 05/06/2013 55 del 30/10/2013
2013
Var n.23 al RU ‐ area di
trasformazione ATPC 8
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole 73 del 19/12/2013 22 del 02/04/2014
2013
Var n.25 al RU ‐ impianto
di stoccaggio e di
trattamento rifiuti non
pericolosi
Mercatale, Bucine,
Pogi, Capannole del gp n201 15/04/2013
2013
Var n.27 al RU ‐ area di
trasformazione AT PC17
Ambra, Pietraviva,
Badia a Ruoti 74 del 19/12/2013 23 del 02/04/2014
Varianti al Regolamento Urbanistico
Figura 7: Varianti al Regolamento Urbanistico apportate dal 2008
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
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DATI SOCIO‐ECONOMICI
N.
PROG. ATTIVITA' COMMERCIALISituazione al 1° gennaio
2008
Situazione al 1° gennaio
2009
Situazione al 1° gennaio
2010
Situazione al 1° gennaio
2011
Situazione al 1° gennaio
2012
Situazione al 1° gennaio
2013
Situazione al 1° gennaio
2014
1 AGENZIE D'AFFARI ‐ ART.115 T.U.LL.P.S. 15 13 13 12 12 11 13
2 ARTIGINATO DI SERV. ‐ ACCONCIATORI 11 8 9 9 8 9 9
3 ARTIGINATO DI SERV. ‐ ACCONCIATORI ‐ ESTETISTI 2 2 1 1 1 1 1
4 ARTIGINATO DI SERV. ‐ESTETISTA 7 7 7 8 9 9 9
5 ARTIGINATO DI SERV. ‐ PARRUCC. DONNA UOMO 6 6 5 5 5 5 5
6 ARTIGINATO DI SERV. ‐ PIZZA A TAGLIO 2 2 2 2 2 2 2
7 ATTIVITA' AGRITURISTICHE 34 34 36 40 41 45 45
8 ATTIVITA' RICETTIVE‐ AFFITTACAMERE 1 1 1 1 1 1 1
9 ATTIVITA' RICETTIVE‐ ALBERGHI 3 3 3 3 3 2 3
10 ATTIVITA' RICETTIVE ‐BED & BREAKFAST 9 9 11 11 12 12 11
11 ATTIVITA' RICETTIVE ‐CAMPEGGI 1 1 1 1 1 1 1
12 ATTIVITA' RICETTIVE ‐ CASA PER FERIE 1 2 2 1 2 2 2
13 ATTIVITA' RICETTIVE ‐ CASE E APPART. PER VACANZE 20 22 21 20 17 17 17
14 ATTIVITA' RICETTIVE ‐ CENTRO VACANZE PER MINORI 1
15 ATTIVITA' RICETTIVE ‐ RESIDENCE 1 1 1 1 1 1
16 ATTIVITA' RICETTIVE‐ RESIDENZE TURISTICO ALBERGHIERE 1 1
17 AUTORIMESSE 1 1 1 1 1 1 1
18 CIRCOLO PRIVATO ADERENTE 15 15 15 15 14 13 14
19 CIRCOLO PRIVATO NON ADERENTE 1 1 1 1 3 3 3
20 COMM. A MEZZO DISTRIBUTORI AUTOMATICI E SEMIAUTOMATICI 9 8 9 10 12 12 13
21 COMM. IN SEDE FISSA ‐ ALIMENTARE 36 38 37 37 37 36 34
22 COMM. IN SEDE FISSA ‐ ALIMENTARE ‐ MEDIA STRUTTURA 2 2 2 2 1 1 1
23 COMM. IN SEDE FISSA ‐ SPACCIO INTERNO‐ ALIMENTARE 1 1 1 1
24 COMM. IN SEDE FISSA‐ SPACCIO INTERNO‐ NON ALIMENTARE
25 COMM. IN SEDE FISSA‐ NON ALIMENTARE 74 72 74 78 81 73 72
26 COMM. IN SEDE FISSA‐ NON ALIMENTARE ‐MEDIA STRUTTURA 8 8 8 8 3 3 3
27 COMM. SU AREE PUBB. IN CONC. ‐ FESTE E FERIE 3 3 3 3 3 3 3
28 COMM. SU AREE PUBB. IN CONC. ‐ MERCATI 39 35 34 34 31 31 31
29 COMM. SU AREE PUBB. ITINERANTE 28 32 32 33 35 36 38
30 COMM. FORME SPECIALI DI VENDITA‐ COMMM. ELETTRONICO 1 1 2 3 3 3 6
31 EDICOLE 5 5 5 5 5
32 INSED. PRODUTTIVI ‐ AUTODEMOLITORI 1 1 2 2 2 2 2
33 INSED. PRODUTTIVI ‐ LAVANDERIE 5 5 4 4 4 4 4
34 NOLEGGIO CON CONDUCENTE ‐ ART. 86 T.U.LL.P.S. 15 15 15 14 14 14 14
35 NOLEGGIO DA RIMESSA‐ BUS‐ ART. 86 T.U.LL.P.S. 1 0 0 0 0 0 0
36 NOLEGGIO SENZA CONDUCENTE . ART.86 T.U.LL.P.S. 8 9 10 9 9 9 9
37 PANIFICATORI 6 6 5 6 6 6 6
38 POLIZIA AMM.VA (RACCOLTA SCOMMESSE) 1 1
39 PRODUTTORI AGRICOLI 22 22 22 22 23 24 24
40 PROFESSIONI TURISTICHE‐ AGENZIE VIAGGIO 1 1 2 1
41 PUBBLICI ESERCIZI‐ BAR 11 12 12 12 12 12 13
42 PUBBLICI ESERCIZI‐ RISTORANTI E PIZZERIE 18 18 18 18 19 17 17
43 PUBBLICI ESERCIZI ESCLUSI DA PROGR. ‐ SOMM. RISERVATA 10 12 10 12 11 11 9
44 SANITA'‐ FARMACIE 3 3 3 3 3 3 3
45 SANITA'‐ PROFESSIONI SANITARIE‐ STUDI PROFESSIONALI 10 11 11 11 11
46 STRUTTURE SPORTIVO RICREATIVE‐ SERVIZI ALL'INFAZIA (ASILO NIDO) 2 2 2 2 2 2 2
47 TATUAGGI E PIERCING 1 1
435 434 449 462 462 457 460TOTALE
Figura 8: monitoraggio attività commerciali
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Figura 9: trend crescita/decrescita attività commerciali periodo 2008‐2014
420
425
430
435
440
445
450
455
460
465
Situazione al 1°gennaio 2008
Situazione al 1°gennaio 2009
Situazione al 1°gennaio 2010
Situazione al 1°gennaio 2011
Situazione al 1°gennaio 2012
Situazione al 1°gennaio 2013
Situazione al 1°gennaio 2014
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STRUTTURE SCOLASTICHE
INFANZIA BUCINE Via Perelli ‐ Bucine N. 99 studenti
N. 14operatori (personale docente, sorveglianza, refezione )
INFANZIA AMBRA Via L. Da Vinci ‐ Ambra N.69 studenti
N. 12operatori (personale docente, sorveglianza, refezione)
INFANZIA BADIA AGNANO
Via San Pancrazio ‐ Badia Agnano N. 30studenti
N. 4operatori (personale docente, sorveglianza, refezione)
PRIMARIA E SECONDARIA I° BUCINE
Via XXV Aprile ‐ Bucine N. 340studenti
N. 40operatori(personale docente, sorveglianza, refezione)
PRIMARIA E SECONDARIA PRIMO GRADO AMBRA
Via Trieste – Ambra N. 147studenti
N. 25operatori (personale docente, sorveglianza, refezione)
Figura 10: monitoraggio strutture scolastiche
Statistiche AnagrafichePOPOLAZIONE RESIDENTE AL 31 DICEMBRE DI OGNI ANNO
Anno Frazione 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
AMBRA 1307 1317 1309 1323 1330 1322 1319 1323 1313 1310 1322 1332 1327 1345 1356 1392 1359 1362 1348 1373 1420 1427 1418 1409 1375
BADIA A RUOTI 303 302 298 301 300 287 287 288 286 275 275 275 269 275 273 272 299 300 302 307 312 304 313 328 323
BADIA AGNANO 799 806 794 804 825 829 845 829 833 845 841 858 873 861 866 879 875 859 869 886 884 898 890 886 878
BUCINE 2147 2129 2148 2178 2236 2252 2268 2269 2274 2296 2322 2337 2400 2422 2459 2500 2578 2613 2701 2736 2778 2804 2809 2836 2802
CAPANNOLE 194 191 196 194 206 205 197 196 195 188 182 184 189 195 183 176 173 175 178 181 176 172 170 168 174
CENNINA 61 65 60 63 45 44 45 46 42 41 44 44 45 47 48 43 40 45 41 42 45 47 45 48 48
DUDDOVA 60 56 54 55 44 45 54 60 65 67 61 52 42 42 39 34 33 37 39 38 38 40 38 40 37
LEVANE 1710 1717 1751 1729 1703 1743 1780 1803 1847 1865 1870 1906 1925 1976 1971 2005 2053 2043 2050 2085 2102 2137 2127 2137 2159
MERCATALE V.NO 840 851 850 860 585 593 595 609 618 612 634 638 656 683 700 728 750 758 738 735 739 728 747 745 729
MONTEBENICHI 96 97 93 92 94 92 87 86 84 74 74 79 89 89 100 100 92 93 83 82 78 79 77 71 69
PIETRAVIVA 347 348 342 347 352 357 353 350 358 368 359 351 351 350 357 357 340 333 334 337 336 332 331 326 320
POGI 280 276 292 293 297 300 302 300 297 299 299 294 296 296 296 301 309 319 318 329 336 335 322 331 326
RAPALE 55 51 53 56 54 57 54 55 53 58 56 56 55 54 53 47 51 54 52 51 50 52 57 54 52
SAN LEOLINO 206 211 220 221 219 228 224 225 223 214 214 218 215 223 229 224 215 221 217 218 220 225 229 226 230
SAN MARTINO 62 61 56 62 61 64 65 75 66 63 56 55 56 57 57 57 63 68 64 60 57 57 56 55 69
SAN PANCRAZIO 238 239 230 236 238 237 246 242 240 245 251 241 254 253 248 250 241 243 239 232 238 230 229 230 221
SOGNA 2 3 3 3 3 3 3 5 4 2 2 2 2 2 2 2 2 2 6
SOLATA 20 19 19 19 20 22 17 19 19 16 17 18 19 18 18 24 20 19 18 16 16
TORRE 294 300 313 317 307 299 283 312 309 319 311 308 304 295 314 318 319 312 314 303 297
T O T A L E 8705 8717 8746 8814 8903 8974 9055 9095 9124 9144 9163 9254 9373 9508 9567 9693 9796 9838 9907 10036 10150 10200 10192 10211 10131
Figura 11: dati relativi alla crescita divisi per frazioni (fonte: Ufficio Anagrafe)
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Figura 12: popolazione per centri abitati anni 2011‐2013
8705
8717
8746 88
14 8903 89
74 9055
9095
9124
9144
9163 92
54 9373 95
08 9567 96
93 9796
9838 99
07 1003
6
1015
0
1020
0
1019
2
1021
1
1013
1
7500
8000
8500
9000
9500
10000
10500
Figura 13: grafico della tendenza crescita della popolazione
14
18
31
3 89
0
28
09
17
0
45
38
21
27
74
7
77 3
31
32
2
57 22
9
56 22
9
2 18 3
14
10
19
2
14
09
32
8 88
6
28
36
16
8
48
40
21
37
74
5
71 3
26
33
1
54 22
6
55 23
0
2 16 3
03
10
21
1
13
75
32
3 87
8
28
02
17
4
48
37
21
59
72
9
69 3
20
32
6
52 23
0
69 22
1
6 16 2
97
10
13
1
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
ANDAMENTO POPOLAZIONE 2011 - 2013
2011
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2013
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-34
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6
0
-3
22
-16
-2 -6 -5
-2
4
14
-9
4 0
-6
-40
-30
-20
-10
0
10
20
30
AM
BR
A
BA
DIA
A R
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TI
BA
DIA
AG
NA
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BU
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CA
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AN
CR
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SO
GN
A
SO
LAT
A
TO
RR
E
Differenza Popolazione 2012 - 2013
FIGURA 14: incrementi e decrementi della popolazione nel periodo 2012‐2013 per frazione
Monitoraggio funzioni alla data di settembre 2014
UTOE
Laboratori per arti e mestieri
Attività Industriali
Negozi e botteghe
Uffici e studi
Attività Agrituristiche
Levane 44.997 23.772 2.440 1.149 0
Mercatale, Bucine, Pogi, Capannole 26.756 224 9.494 996 1.771
Badia Agnano 7.771 0 2.380 210 650
Ambra, Pietraviva, Badia a Ruoti 10.881 2.918 5.457 1.029 495
Chianti, San Pancrazio, Montozzi 1.513 0 1.176 0 27.510
TOTALE 91.918 26.914 20.947 3.384 30.426
* dati forniti da ufficio tributi sulla base delle classificazioni catastali
** dati forniti da ufficio tributi sulla base dei dati relativi al pagamento delle imposte
*** dati forniti da ufficio SUAP
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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L’analisi puntuale dei dati relativi al monitoraggio dello stato di
attuazione delle previsioni del RU 2008 ha evidenziato alcune
incongruenze tra il dimensionamento del PS e quello del RU stesso.
Sono state riscontrate inoltre inesattezze relativamente allo stato di
consistenza dei dati sulle attività ricettive alla data di approvazione
del PS.
Tali incongruenze, dovute sia ad una errata rilevazione dello stato di
fatto, sia alla mancata considerazione di piani di lottizzazione già in
corso di attuazione ha comportato conseguentemente una stima
sottodimensionata delle quantità ammissibili per il territorio
comunale.
L’entrata in vigore del DPGR 3/R/2007, le nuove disposizioni
normative regionali e la mutata condizione socio‐economica relativa
a tutto il territorio hanno reso necessario una revisione sostanziale
dei parametri dimensionali previsti nelle NTA del PS e di
conseguenza del quadro previsionale strategico quinquennale del
RU (ora Piano Operativo).
CONCLUSIONI
In base a quanto emerso dall’analisi dello stato di attuazione degli
strumenti urbanistici vigenti e dall’analisi delle modifiche socio
economiche intervenute nel territorio comunale, si procederà ad
una attenta analisi relativa alla conferma, modifica o eliminazione
delle previsioni che non hanno avuto attuazione anche in virtù di
quanto disposto dalle nuove disposizioni legislative regionali in
materia di urbanistica.
Il dimensionamento del Piano Strutturale verrà proposto in
conformità con quanto disposto del DPGR 3/R/2007, in
considerazione dei dati emersi dal monitoraggio.
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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Per maggiore chiarezza si riporta di seguito l’elenco completo degli
obiettivi generali attesi dalla revisione degli strumenti urbanistici:
1) non devono essere previsti incrementi di nuova edificazione
residenziale rispetto al RU 2008;
2) promuovere interventi di riqualificazione delle aree
urbanizzate con particolare attenzione rivolta alle aree
industriali e/o artigianali dismesse e alle aree degradate;
3) promuovere e favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili di
energia, del risparmio energetico e del corretto impiego delle
risorse;
4) favorire la valorizzazione del territorio agricolo e delle attività
ad esso connesse;
5) adeguare gli strumenti di pianificazione del territorio al Piano
di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana;
6) valorizzare il ruolo sociale ed ambientale delle aziende agricole
e dell’agricoltura tradizionale nella salvaguardia del suolo e del
paesaggio, nella costruzione dell’identità paesaggistica e
culturale del territorio, anche attraverso forme sostenibili di
multifunzionalità;
7) adeguare i criteri di valutazione del dimensionamento alle
disposizioni del regolamento regionale n. 3/R/2007;
8) valutare e correggere le incoerenze riscontrate nel rapporto tra
il dimensionamento del Piano strutturale e quello contenuto
nel Regolamento Urbanistico così come suddiviso nelle varie
UTOE;
9) Rivedere la disciplina delle trasformazioni degli assetti
insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio ai fini del
miglioramento delle condizioni attuative di riordino e
riqualificazione degli abitati e dei loro elementi qualitativi;
10) contenere il consumo di suolo agricolo in favore dell’utilizzo
delle aree urbane e della riqualificazione del tessuto edilizio
esistente e limitazione del fenomeno della dispersione urbana;
11) introdurre nuove previsioni insediative solo se giustificate
sotto il profilo urbanistico e della sostenibilità ambientale;
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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12) individuare le "zone di recupero" di cui alla Legge 457/'78;
13) eliminare o ridimensionare le ASI adeguando i
riferimenti puntuali alle tipologie di intervento
consentite dalla normativa regionale;
14) attualizzare le previsioni di capacità turistico
ricettiva del territorio;
15) attualizzare le previsioni di SLP per le diverse
destinazioni di uso, alle reali previsioni degli
strumenti di pianificazione territoriale (SLP
residenziale, produttiva, commerciale e sportiva per
le diverse UTOE;
16) abrogato;
17) seguire i l principio che in aree non urbanizzate
possono essere ipotizzati nuovi insediamenti
produttivi, ma non residenziali;
18) le nuove aree possono essere ipotizzate solo se non
sono presenti tessuti o morfotipi pregiati come
boschi, vigneti ed uliveti, aree prospicenti alvei di
torrenti o corsi d’acqua;
19) rivedere gli obiettivi delle Aree Strategiche di Intervento (ASI),
e delle Aree di Trasformazione soggette a Piano Attuativo o a
Piano Complesso di intervento (ATPA – ATPC);
20) individuare nuove aree produttive nell’area
industriale di Levane servita dalla variante
provinciale;
21) valutare nuova viabilità a Bucine tra le Poste e la
Coop per eliminare strada pericolosa(parte finale di
via XXV Aprile);
22) incentivare operazioni di trasferimento volumetrico
derivanti da demolizione di manufatti dimessi e/o
fortemente degradati, anche su UTOE diverse,
favorendo interventi di riqualificazione del territorio
urbanizzato;
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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23) non riproporre l ' istituto del piano complesso di
intervento in conformità con quanto disposto dalla
Regione Toscana con decisione della Giunta Regionale
n.43 del 26/4/2011;
24) esplicitare a seguito dell’entrata in vigore della
nuova legge regionale 65/2014 gli obiettivi relativi ad
“eventuali ipotesi di trasformazioni al di fuori del
perimetro del territorio urbanizzato”:
a) ATPC 18
‐ eliminare la previsione di attuazione attraverso lo strumento
del Piano Complesso di Intervento e prevedere
l’assoggettabilità a Piano Attuativo di iniziativa privata;
‐ prevedere una sostanziale riduzione del perimetro dell’area di
trasformazione e delle quantità edificabili circoscrivendo le
aree il più possibile prossime alla zona industriale di Levane;
‐ mantenere la destinazione d’uso ad attività per il tempo libero
e lo sport, compatibili con la vocazione dell'area;
‐ destinare ad uso agricolo le aree esterne al nuovo perimetro
b) ATPC 23
‐ eliminare la previsione di attuazione attraverso lo strumento
del Piano Complesso di Intervento e prevedere
l’assoggettabilità a Piano Attuativo di iniziativa privata;
‐ mantenere la destinazione d’uso ad attrezzature di interesse
collettivo per il tempo libero e lo sport;
‐ prevedere un ampliamento delle aree da destinare al gioco del
Polo;
‐ ammettere esclusivamente interventi di sostituzione edilizia e
trasferimenti di volumetrie esistenti funzionali all’attività
sportiva;
c) NUOVE AREE DI TRASFORMAZIONE DI TIPO INDUSTRIALE
ARTIGIANALE E PRODUTTIVO
‐ prevedere un potenziamento delle previsioni di sviluppo delle
attività industriali, artigianali e produttive attraverso
l’individuazione di nuove aree di trasformazione da localizzarsi
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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nella frazione di Levane, in prossimità delle aree industriali
esistenti;
d) prevedere nei pressi di Ambra, lungo via Dante Alighieri, la
realizzazione di una zona da destinare a spazio sportivo
scoperto con le relative strutture funzionali ad esso connesse.
Risultano comunque necessarie lievi modifiche per adeguare il
Piano Strutturale alle dinamiche territoriali avvenute negli ultimi
anni anche in conseguenza di quanto disposto dall’entrata in vigore
della normativa regionale in materia di urbanistica.
ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI AI QUALI SI RICHIEDE UN CONTRIBUTO TECNICO
E DETERMINAZIONE DEL TERMINE ENTRO IL QUALE DEVE PERVENIRE
Gli enti e gli organismi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici e
conoscitivi utili ad incrementare il quadro conoscitivo ai fini della
formazione del nuovo Piano Operativo sono:
la Regione Toscana;
le Province di Arezzo e di Siena;
la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici,
Storici, Artistici ed e Etnoantropologici per la provincia di
Arezzo;
l’A.N.A.S.;
l’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (ATO6) Toscana Sud;
l’Autorità Idrica Toscana ‐ Conferenza 4 ‐ Alto Valdarno;
l’Autorità di Bacino del Fiume Arno;
ARPAT;
Asl 8 Arezzo;
Terna;
Enel;
SNAM;
Soggetto gestore servizio idrico integrato (Publiacqua spa,
Nuoveacque spa);
Ferrovie dello Stato;
Consorzio di Bonifica N.23 VALDARNO;
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Comuni confinanti: Pergine V.no, Montevarchi, Civitella in Val di
Chiana, Castelnuovo della Berardenga, Gaiole in Chianti, Monte San
Savino;
Elenco degli Enti tenuti a rilasciare pareri, nulla‐osta o assensi
comunque denominati necessari ai fine dell’approvazione del piano:
la Regione Toscana;
la Provincia di Arezzo;
la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici,
Storici, Artistici ed e Etnoantropologici per la provincia di
Arezzo;
ARPAT;
Asl 8 Arezzo;
Genio Civile;
Il termine entro il quale devono pervenire all'Amministrazione
Comunale gli apporti tecnici e conoscitivi utili ad incrementare il
quadro conoscitivo per la redazione del nuovo Piano Operativo è
stabilito in 60 (sessanta) giorni dal ricevimento della comunicazione
di avvio del procedimento.
I termini entro i quali devono pervenire all'Amministrazione
Comunale gli atti di assenso comunque denominati da parte degli
Enti e organismi pubblici preposti ai sensi dell’art. 17 della L.R.
65/2014 sono quelli previsti dalle normative vigenti in materia.
PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E DI PARTECIPAZIONE DELLA
CITTADINANZA ALLA FORMAZIONE DEGLI STRUMENTI URBANISTICI
GLI OBIETTIVI
L'obiettivo generale è quello di rendere visibile e trasparente lo
svolgimento dell'attività dell'Amministrazione al fine di favorire la
partecipazione dei cittadini alle decisioni e alle scelte di governo del
territorio e di aumentare la trasparenza dell'azione amministrativa
comunale.
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In particolare, le singole azioni informative avranno lo scopo di:
• permettere ai soggetti destinatari delle nuove scelte urbanistiche di
intervenire nel processo di formazione della nuova disciplina;
• supportare ed orientare i cittadini durante l'iter di adozione dei nuovi
strumenti urbanistici e di presentazione delle osservazioni;
• promuovere nell'Amministrazione lo sviluppo della capacità di
recepire e rielaborare gli stimoli esterni, in un clima di ascolto/informazione
più favorevole che permetta una maggiore condivisione del lavoro;
• informare l'opinione pubblica in merito agli interventi e alle scelte
dell'Amministrazione;
• offrire un servizio pubblico di informazione e comunicazione
immediatamente fruibile a tutti i cittadini, alle altre Amministrazioni, alle
Associazioni di categoria, anche attraverso la predisposizione di appositi
strumenti di divulgazione e consultazione;
I DESTINATARI DELLA COMUNICAZIONE
I soggetti pubblici destinatari dell’attività di comunicazione possono essere
così sintetizzati:
cittadini, famiglie, mondo della scuola, associazionismo,
volontariato;
sistema delle imprese, mondo del lavoro, associazioni di
categoria, organizzazioni sindacali e professionali;
Enti Locali, USL, rete delle Agenzie di Protezione e Tutela
Ambientale, Enti regionali e provinciali;
Università, Centri di Studio e/o Ricerca, Banche Dati, Sistemi
Informativi, Professioni;
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Avvio del ProcedimentoP i a no S t ru t t u ra l e P i a no Ope ra t i vo
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LE ATTIVITÀ
Incontri/assemblee: incontri pubblici convocati dall’Amministrazione
comunale in date che saranno comunicate attraverso inviti, manifesti e
volantini.
Stampa – comunicati stampa per l’aggiornamento sull’iter
dell’approvazione tesi a stimolare la partecipazione dei cittadini.
Uffici comunali – I tecnici dell’Ufficio Pianificazione Territoriale saranno
disponibili a fornire informazioni più specifiche. Il Funzionario Responsabile
sarà disponibile, su appuntamento, per ulteriori approfondimenti.
Sito Internet – Saranno pubblicate sul sito del comune informazioni,
aggiornamenti, appuntamenti, scadenze, documentazioni, tavole,
procedure, normative, modulistica, curiosità, interventi e quant’altro verrà
prodotto.
Affissioni (manifesti/locandine‐inviti) utilizzazione di manifesti, locandine,
volantini da affiggere e/o da distribuire nelle sedi di volta in volta
interessate per comunicare appuntamenti, incontri, eventi.
Convegno (successivo all’adozione) ‐ rivolto a tecnici, cittadini, categorie
economiche, associazioni, … per la presentazione delle proposte di
aggiornamento degli strumenti urbanistici.
DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA VALUTAZIONE
AMBIENTALE STRATEGICA
In merito alla definizione dei contenuti di cui all’articolo 23 della LR
10/2010 si rimanda si rimanda alle analisi della VAS, il cui
documento preliminare è allegato alla presente relazione di avvio
del procedimento.
Comune di Bucine Provincia di Arezzo
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STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATI
Gli strumenti di pianificazione urbanistica sovraordinati ai quali si
deve fare riferimento per la revisione puntuale del Piano Strutturale
e del Piano Operativo sono:
- il Piano d’Indirizzo Territoriale (PIT), approvato dal Consiglio
Regionale con deliberazione n. 72 del 24/07/2007;
- la variante al PIT con valenza di Piano Paesaggistico
Regionale, adottata con deliberazione del Consiglio Regionale
n°58 del 01/07/2014;
- il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Arezzo (PTCP) approvato con deliberazione D.G.P n. 72 del 16
maggio 2000;
- il Piano di Bacino del Fiume Arno ‐ stralcio Assetto
Idrogeologico (PAI), adottato con deliberazione del Comitato
Istituzionale n° 185 del 11/11/2004 ed entrato in vigore con il
D.P.C.M. 06/05/2005;
- il Piano Strutturale, approvato con deliberazione del Consiglio
Comunale n. 52 del 07/11/2005;
- il Regolamento Urbanistico, approvato con deliberazione del
Consiglio Comunale n. 26 del 13/05/2008.
Bucine dicembre 2014