COMUNE DI TRENTO
PROVINCIA DI TRENTO
RELAZIONE GEOLOGICO-GEOTECNICA RELATIVA AI TERRENI INTERESSATI
DAL PROGETTO “PIANO GUIDA – COMPARTO C3, SETTORE A”, UBICATI SULLE
PP.FF. xxx DEL C.C. DI BASELGA.
TRENTO, marzo 2008
IL RELATORE:
COMUNE DI TRENTO
PROVINCIA DI TRENTO
RELAZIONE GEOLOGICO-GEOTECNICA RELATIVA AI TERRENI INTERESSATI
DAL PROGETTO “PIANO GUIDA – COMPARTO C3, SETTORE A”, UBICATI SULLE
PP.FF. xxx DEL C.C. DI BASELGA.
INDICE pag.
1 PREMESSA ................................................................................................................ 2
2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE ................................................................ 3
2.1 Inquadramento geografico .................................................................................. 3
2.2 Inquadramento geomorfologico ........................................................................... 8
2.3 Inquadramento stratigrafico ................................................................................ 8
2.4 Inquadramento idrologico ................................................................................... 9
2.5 Inquadramento sismico ....................................................................................... 9
2.6 Inquadramento urbanistico ................................................................................. 9
3 CONSIDERAZIONI GEOTECNICHE ED INDICAZIONI ESECUTIVE ................................ 10
3.1 Riporti e sbancamenti ....................................................................................... 10
3.2 Reti acque nere e bianche ................................................................................. 12
4 CONCLUSIONI ......................................................................................................... 14
Studio di Geologia e Geotecnica – geologo dott. Stefano Piccioni
Relazioni geologiche, geotecniche, nivologiche ed idrogeologiche pag. 2
1 PREMESSA
Per incarico del Committente, dott. ing. xxx, si è eseguita la relazione geologico-
geotecnica relativa ai terreni di cui in titolo.
L'indagine viene richiesta dall'Ufficio Tecnico del Comune di Trento, in base a quanto
previsto dal D.M. 11.03.1988 (e successive modifiche) e dalle specifiche Norme di applica-
zione, redatte dalla Provincia Autonoma di Trento.
Essa si prefigge lo scopo di verificare la fattibilità geologica dei semplici interventi di
lottizzazione in progetto e, in caso di un parere positivo, di indicare le modalità esecutive
più consone per la realizzazione delle opere in esame.
Gli intendimenti progettuali sono noti, nell’ambito del settore A del comparto C3 in
località San Martino di Baselga, si prevede di eseguire:
a) Una generale riprofilatura dell’area in esame disposta su una superficie complessiva di
6000 m2; con interventi di riporto (molto modesti dell’ordine del dm atti a realizzare una
superficie suborizzontale) e sbancamento (h max =3,5-4,0 m dal p.c.) per ospitare i fu-
turi fabbricati (l’ipotesi attuale prevede la realizzazione di 9 singole unità abitative con
un piano interrato debordante rispetto la sagoma fuori terra) e infine la realizzazione di
una strada di accesso con relativa area parcheggio, dove verranno allogati i principali
sottoservizi (rete acque reflue e acquedotto).
In questa fase l’analisi geologico-geotecnica, oltre a valutare la fattibilità della lottiz-
zazione in atto (singoli sbancamenti e riporti), analizzerà anche la possibilità di una futura
edificazione dell’area, lasciando comunque a delle specifiche relazioni geologico-geotecni-
che lo studio puntuale delle singole costruzioni dei fabbricati e delle relative iterazioni fon-
dazione-terreno.
Di seguito, dopo un inquadramento geologico generale della zona in esame, si e-
spongono le considerazioni geotecniche e le indicazioni esecutive che lo stato dei luoghi
lecita.
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2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE
In questo capitolo, che in pratica costituisce la sezione geologica della relazione, ver-
ranno elencate e descritte in singoli punti le principali caratteristiche geografiche, geomor-
fologiche, stratigrafiche, tettoniche ed idrologiche dell’area indagata.
Tali informazioni, utili a comprendere la natura del territorio in cui si andrà ad opera-
re e le possibili connessioni dell’ambiente con le opere in esame (verifica della fattibilità
geologica del progetto), permetteranno inoltre, in campo tecnico-applicativo, di avere gli
strumenti preliminari idonei a:
a) individuare l’approccio più consono ed oculato (tipo e quantità di eventuali indagini geo-
gnostiche) atto a ricavare i valori medi significativi dei principali parametri geotecnici dei
locali terreni (considerazioni geotecniche);
b) determinare gli interventi più appropriati, per una corretta esecuzione delle opere in e-
same, sia in fase di realizzazione che in quella di esercizio (indicazioni esecutive).
2.1 Inquadramento geografico
Il terreno in esame è mediamente ubicato a circa 560 m s.l.m a Baselga del Bondo-
ne, e risulta puntualmente localizzabile sugli estratti cartografici di seguito proposti:
1. Estratto: “Carta Topografica P.A.T.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
Ingrandita alla scala 1:5.000;
2. Estratto: “Carta Geologica”
Rilievo originale su cartografia P.A.T.
alla scala 1:5.000;
3. Estratto: “Carta di Sintesi Geologica del P.U.P.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
Ingrandita alla scala 1:5.000.
4. Estratto: “Carta del rischio idrogeologico del P.G.U.A.P.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
alla scala 1:5000.
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Estratto “CARTA TOPOGRAFICA P.A.T.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
alla scala 1:5.000
LEGENDA
Ubicazione dell’area in esame
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Estratto “CARTA GEOLOGICA” LEGENDA
Rilievo originale
alla scala 1:5.000
Deposito morenico (Olocene-Pleistocene)
Calcari e marne (Eocene)
Scaglia rossa e Biancone (Cretacico)
Ubicazione area in esame Calcari grigi (Lias-Retico)
Faglie
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Estratto “CARTA DI SINTESI GEOLOGICA
della P.A.T.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
alla scala 1:5.000
LEGENDA
Ubicazione dell’area in esame
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Estratto “CARTA DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL P.G.U.A.P.”
Sezione: “060090 – Baselga di Vezzano”
Ingrandito alla scala 1:5.000
LEGENDA
Rischio trascurabile (R0)
Ubicazione area Rischio moderato (R1)
Rischio medio (R2)
Rischio elevato (R3)
Rischio molto elevato (R4)
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2.2 Inquadramento geomorfologico
Dal punto di vista morfologico, la zona appartiene al versante NW del dosso della
Crosetta (715 m slm) in un settore praticamente subpianeggiante (terrazzamento glacia-
le), con leggere pendenze verso NW, anche se poi la morfologia locale presenta al contor-
no una configurazione maggiormente articolata per la presenza di strutture antropiche
(sede stradale, muretti, edifici ecc.).
L’intera area grava sulla depressione chiusa in parte occupata dal Lago di Terlago, un
piccolo bacino imbrifero cieco senza alcuno sbocco superficiale sui principali corsi d’acqua
locali, l’Adige verso Est e il Sarca verso Ovest.
2.3 Inquadramento stratigrafico
Il rilevamento geologico dell’area, ricavato da specifiche indagini geotecniche, da vi-
sione di affioramenti di terreni quaternari in zona, da correlazioni stratigrafiche, nonché
dalla locale bibliografia, ha permesso di stabilire la successione stratigrafica di seguito ri-
portata.
Dal punto di vista geologico, il terreno è rappresentato da un debole manto di terre-
no di suolo agrario, che difficilmente supera i 0,30 m e cela una copertura di natura glacia-
le, depositi morenici con spessori variabili (generalmente ovunque superiori ai 2-3 m dal
locale p.c.) costituiti da sabbia con limo e ghiaia medio grossolana.
In particolare da prove eseguite nei primi anni ‘90 in terreni limitrofi si può ipotizzare
un primo livello generalmente metrico di terreno medio fine poco addensato (SPT =3-5
colpi piede) che poi lascia posto ad un più ampio livello (1-2 m di spessore) più addensato
(SPT =5-10 colpi piede); al di sotto di tali spessori il materiale morenico è decisamente più
compatto e difficilmente si riescono ad ottenere dei valori di SPT diversi dal rifiuto, che,
dopo un breve strato frammisto a materiale roccioso alterato e fratturato, lasciano intuire
a poca distanza la presenza dell’ammasso roccioso locale.
Il substrato roccioso sottostante è probabilmente legato alla formazione cretacica
della Scaglia rossa (presente con ampi affioramenti sul versante a monte già sopra i 600 m
di quota slm), formata da calcari argillosi di colore variabile dal rossastri fino al rosa palli-
do, anche se non si esclude che una serie di eventi tettonici, possano aver fratturato, pie-
gato e/o tiltato le successioni locali e quindi aver fatto risalire localmente lembi delle più
giovani marne e calcari eocenici del tutto simili a quelli che affiorano più a valle.
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2.4 Inquadramento idrologico
Il materiale morenico, posto al di sotto dello scarso livello di suolo, possiede una
scarsa permeabilità tale da non consentire, in modo naturale, un drenaggio rapido;
l’ammasso roccioso, posto più in profondità con funzione di bedrock, è praticamente im-
permeabile e possiede solamente una permeabilità secondaria puntuale solamente per
carsismo e/o fessurazione.
Il substrato roccioso, dal punto di vista idrogeologico, presenta quindi un comporta-
mento abbastanza univoco, caratterizzandosi in generale per la sua impermeabilità; men-
tre il materiale sciolto superficiale possiede una medio-bassa permeabilità primaria, stima-
bile intorno ai 10-5 cm/s.
Poco a nord esiste un settore a drenaggio impedito in cui durante eventi meteorici
particolarmente intensi si formano zone di ristagno, mentre localmente tale fenomeno non
è presente e la falda freatica tende a scorrere lungo la fascia di passaggio tra il substrato
roccioso e il materiale sciolto.
2.5 Inquadramento sismico
Nell’attuale zonazione provinciale, definita secondo le prescrizioni della Carta di Sin-
tesi Geologica (DGP n. 2813 23-10-2003), il terreno di progetto (come tutto il territorio
comunale di Trento) ricade anche all’interno delle “Aree a controllo sismico a sismicità tra-
scurabile” (zona sismica 4).
In fase di relazione definitiva, quando si conoscerà con precisione il piano di fonda-
zione, si potranno analizzare in modo compiuto anche le caratteristiche sismiche legate al-
la categoria del sottosuolo.
2.6 Inquadramento urbanistico
Il terreno in esame nella Carta di Sintesi Geologica del P.U.P. viene classificato in
massima parte come: “Aree di controllo con penalità leggere”, interessando, nel settore di
SE, comunque anche delle “Aree di controllo con penalità medie e/o gravi”.
Nella zona in esame e nelle immediate vicinanze non si registrano né emergenze, né
aree di tutela, di rispetto o di protezione di opere idriche captate a scopi potabili.
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Inoltre, nell’attuale zonazione provinciale, definita secondo le prescrizioni della Carta
di Sintesi Geologica (DGP n. 2813 23-10-2003), il terreno di progetto ricade anche
all’interno delle “Aree a controllo sismico a sismicità trascurabile” (zona sismica 4).
Nella carta del rischio idrogeologico del P.G.U.A.P. i terreni in esame ricadono in
massima parte in aree a rischio trascurabile (R0 colore bianco) e, per una discreta fascia
del settore di SE, anche in aree a rischio medio (R2 colore verde); ci troviamo in una si-
tuazione in cui non si prevede un cambiamento delle classi di uso del suolo (già considera-
te ABI) e pertanto, anche in questo caso, senza alcuna pregiudiziale alla realizzazione di
interventi edificatori di qualsiasi natura.
3 CONSIDERAZIONI GEOTECNICHE ED INDICAZIONI ESECUTIVE
In questa fase di operazioni di lottizzazione e dello studio sulla fattibilità del progetto,
le considerazioni geotecniche si limitano alla corretta esecuzione di modesti riporti e sban-
camenti e necessari solamente alla modellazione del terreno e al corretto dimensionamen-
to della rete di acque bianche e drenaggi.
3.1 Riporti e sbancamenti
L’altezza massima dei riporti in progetto è stimabile in pochi decimetri, mentre per gli
sbancamenti si possono raggiungere i 3,5-4,0 dal p.c. nei tratti in cui verranno realizzati
dei piani interrati.
Date queste premesse, dove risulta arealmente possibile (praticamente ovunque), si
consiglia di realizzare i fronti di scavo con la tecnica dei singoli gradoni con i seguenti an-
goli di riposo (vedi tabella), mentre, nella remota ipotesi in cui in alcuni limitati settori, il
piano interrato debordante dovesse avvicinarsi a strutture esistenti (vista l’antropizzazione
dei luoghi con edifici e strade limitrofe nei settori di NW) si dovrà ricorrere alla tecnica dei
singoli elementi o a strutture di sostegno provvisorie.
Altezza complessiva
del singolo gradone
(metri)
Angolo di riposo
massimo suggeri-
to (gradi)
Ampiezza dello sbancamento al co-
ronamento, rispetto alla verticale a
tergo della fondazione (metri)
2,0 76° 0,50
3,0 62° 1,60
4,0 54° 2,91
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I valori suggeriti sono stati ricavati dalla Carta n°1 proposta da Hoek e Bray (allegata
di seguito), utilizzando i seguenti parametri:
Peso di volume = 18,63 kN/m3 ( 1,9 t/m3)
Angolo di resistenza al taglio = 31 gradi
Coesione c = 7,5 kPa ( 0,75 t/m2)
Coefficiente di sicurezza F = 1,3
Altezza complessiva
del gradone (metri) tanH
c
FH
c
F
tan
2,0 0,328 0,152 0,462
3,0 0,219 0,101 0,462
4,0 0,164 0,076 0,462
Le indicazioni enunciate partono dal presupposto che il terreno a tergo delle opere,
non presenti venute d'acqua significative, e che, in caso di precipitazioni meteoriche, si
possa ricoprire la scarpata e le porzioni del terreno a monte con teloni impermeabili.
Al fine di poter considerare gli effetti coesivi (utilizzabili con i valori suggeriti solo per
verifiche a breve termine), i fronti di scavo eseguiti con tale tecnica dovranno essere la-
sciati aperti solo per il tempo tecnico strettamente necessario alla messa in opera dei pa-
ramenti verticali interrati e dreni a tergo.
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Chiaramente il materiale sbancato dovrà essere depositato a valle degli scavi e co-
munque lontano dal coronamento delle relative scarpate al fine di non incrementare il va-
lore della componente destabilizzante delle forze rispetto a quella stabilizzante.
In caso di venute d’acqua importanti o in presenza di una falda più superficiale ri-
spetto a quella ipotizzata, si dovranno debitamente ridurre le pendenze dei fronti di scavo
o in alternativa ricorrere a opere di sostegno provvisorie.
3.2 Reti acque nere e bianche
La materia concernente gli scarichi di acque nere provenienti da insediamenti civili e
produttivi è disciplinata dagli artt. 13-30 del T.U.L.P. (approvato dal D.P.G.P. 26.01.1987
n°1-41/Legisl.) e successive modificazioni, oltre che dalle indicazioni e restrizioni previste
dal P.U.P. e relativi PRG comunali.
Nel nostro caso vista la presenza di strutture idonee nelle vicinanze, le acque nere
dovranno essere raccolte e allontanate nell’apposita rete comunale, in base a quanto le
leggi vigenti disciplinano in merito.
Le acque nere verranno quindi collegate direttamente all’esistente rete presente sulla
strada sottostante, mentre le acque bianche, in assenza di una specifica rete a cui allac-
ciarsi (previo passaggio in apposita vasca di laminazione), potranno essere rilasciate diret-
tamente nel sottosuolo limitrofo attraverso dimensionate opere disperdenti (pozzetti e/o
trincee).
In tal caso, il calcolo del dimensionamento delle opere disperdenti avverrà nelle rela-
tive relazioni geologico geotecniche dei singoli edifici, in base alle reali superfici rese im-
permeabili (pluviali, strade, aree a verde, ecc.) utilizzando gli appositi valori suggeriti
dall’Amministrazione Comunale riportati di seguito.
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4 CONCLUSIONI
Si è condotto lo studio geologico-geotecnico relativo ai terreni interessati dal progetto
“Piano Guida - Comparto C3, settore A, ubicati sulle pp.ff. xxx del C.C. di Baselga.
Le indagini effettuate non hanno riscontrato particolari problematiche geologiche; in-
fatti, l'area studiata e le sue immediate adiacenze sono morfologicamente stabili e con una
stratigrafia in grado, con opportuni suggerimenti, di permettere di edificare sia con fonda-
zioni superficiali o poste a debole profondità.
Il riscontro di penalità geologiche leggere nella Carta di Sintesi Geologica della P.A.T.
segnalate per gran parte dell’area in esame e quelle medio gravi nel tratto SE (legate so-
prattutto alla presenza di terreni prevalentemente sabbiosi, a tratti poco addensati, che ri-
chiedo specifiche scelte fondazionali durante la futura fase di costruzione), non costitui-
scono infatti alcuna pregiudiziale alla realizzazione del intervento previsto.
La presente relazione ottempera a quanto stabilito dal D.M. 11.03.88 e successive
modifiche, costituendo così un documento progettuale idoneo per il rilascio della conces-
sione alla realizzazione della lottizzazione in esame.
Per la realizzazione dei vari edifici, decisa la reale sagoma e ubicazione, servirà una
specifica relazione geologico-geotecnica che prenda in esame le reali tipologie abitative e il
tipo di fondazione utilizzato e quindi valutare le possibili iterazioni fondazione-terreno e la
stabilità globale dei luoghi e delle singole opere.
Trento, marzo 2008 IL RELATORE:
Relazione 011/08
Baselga03.doc