Bielorussia Un ponte tra Oriente e Occidente Analisi delle opportunità di internazionalizzazione delle PMI laziali
Sviluppo Lazio SpA Servizio Sviluppo Economico
INDICE Introduzione. La Repubblica di Bielorussia: un ponte tra Occidente e Oriente
p. 7
La metodologia dello studio p. 11 Scheda paese: la Bielorussia p. 14 Geografia p. 15 Popolazione p. 16 Religione p. 16 Ordinamento amministrativo p. 16 Cenni di storia recente p. 17 Le caratteristiche demografiche e socio-economiche della nazione p. 18 Il sistema-paese bielorusso: cifre e chiavi di lettura p. 24 L’organizzazione interna del mercato bielorusso p. 24 Ricchezza e potenzialità produttive p. 27
Le relazione economiche con l’estero: i rapporti commerciali con L’Italia e il confronto con i principali competitor globali
p. 32
Gli scambi con la regione Lazio p. 36 Premessa p. 36 Le tendenze di medio periodo p. 36 I dati su base provinciale p. 38 Il framework giuridico: politiche economiche, sistema tributario e agevolazioni allo spostamento dei capitali
p. 42
La presenza straniera nel mercato bielorusso: forme giuridiche, procedure e costi
p. 43
Gli investimenti stranieri: settori, agevolazioni e tutele p. 44 Il sistema tributario bielorusso p. 46 Vincoli e opportunità dell’internazionalizzazione d’impresa in Bielorussia: una Swot Analysis
p. 48
Le risposte dell’Amministrazione statale e due scenari d’investimento per le Pmi del Lazio
p. 52
Allegato 1 Gli scambi commerciali Italia-Bielorussia: il primo trimestre del 2007
p. 56
Allegato 2 Gli scambi Lazio-Bielorussia: 2003-2006
p. 61
Allegato 3 Aziende italiane presenti in Bielorussia
p. 63
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Introduzione La Repubblica di Bielorussia: un ponte
tra Occidente ed Oriente
Il 27 luglio 1990 è stata proclamata l’indipendenza dello Stato bielorusso. Da quel momento inizia per la neonata Repubblica un periodo di transizione ancora oggi in atto. Il cammino verso un’economia di libero scambio ha comportato radicali riforme istituzionali e un piano di ammodernamento del sistema economico e produttivo. Nell’arco di un decennio il Governo bielorusso ha avviato importanti iniziative ed interventi, a livello normativo, economico e sociale in direzione di una maggiore apertura verso gli investitori internazionali (soprattutto dell’Europa occidentale) attraverso riforme volte a stimolare un sistema economico concorrenziale e capace di attrarre investimenti esteri.
Questa profonda trasformazione della Repubblica di Belarus è stata orientata ad un approccio economico di tipo multi‐direzionale, coerente con una posizione geo‐politica del Paese che fa della Bielorussia una “terra di mezzo” tra occidente ed oriente. Un “ponte” che collega la vecchia Europa alle enormi potenzialità di sviluppo del mercato russo.
Tuttavia, se il pilastro orientale sembra essere alquanto robusto anche grazie alla costituzione nel 1997 tra Bielorussia e Russia di un’area comune di interscambio economico, il versante occidentale è, ad oggi, ancora in via di consolidamento. Difatti a livello macro‐economico l’Unione Europea ha avviato in Bielorussia una serie di iniziative di promozione socio‐economica e di collaborazione in programmi comuni di assistenza sanitaria e sociale1, ma si mostra ancora cauta nella realizzazione di politiche stabili di interscambio commerciale.
1 Cfr. COM (2003) 393, 1 luglio 2003.
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A frenare una piena collaborazione tra UE e Bielorussia, è soprattutto, la controversia sulle libertà democratiche2, che ha recentemente comportato la revoca temporanea dell’accesso alle agevolazioni tariffarie per le nazioni partner dell’UE3.
Tuttavia, segnali in direzione di una sempre più forte virata democratica del paese sono presenti. Le riforme intraprese negli anni Novanta soprattutto in ambito economico e di politica estera4 hanno comportato una maggiore presenza di investitori esteri, soprattutto dell’Europa occidentale (in primis, della Germania). In questo senso, negli ultimi dieci anni la presenza di partner commerciali provenienti da Ovest è andata, seppur lentamente, aumentando: un dato questo che potrebbe, nel medio periodo, favorire un’accelerazione nel processo di democratizzazione del paese di “mezzo”. Il cambiamento del tessuto sociale ed economico bielorusso già in corso sarà una leva efficace per la risoluzione di una serie di nodi che attualmente caratterizzano i rapporti tra Europa e Bielorussia
In dieci anni la popolazione bielorussa ha visto aumentare i propri salari, al contempo è diminuita drasticamente la disoccupazione e la tendenza inflazionistica, che ha connotato l’avvio della neonata Repubblica di Belarus, ha subito un’inversione di tendenza. Allo stesso tempo, la Bielorussia è riuscita ad evitare molti problemi della transizione post‐sovietica. Grazie ad una politica di Governo centrata sul mantenimento della coesione sociale e della stabilità, nonché ad un attivo contrasto della criminalità, sul territorio bielorussi, attualmente, non si registrano tensioni o rilevanti conflitti religiosi ed etnici, come invece accade in molte altre repubbliche ex societiche.
Inoltre la Bielorussia vanta uno dei livelli di corruzione più bassi tra i Paesi dell’Europa Centro‐Orientale e dell’Asia Centrale. Secondo i dati del Rapporto congiunto della Ebrd (European Bank for Reconstruction and Development) e della Banca Mondiale, su 27 Paesi con economia in transizione, i migliori risultati nella lotta alla corruzione sono stati
2 Cfr. Conveney (PPE/DE, IE) Relazione sulla relazione annuale sui diritti dellʹuomo nel mondo 2006
e sulla politica dellʹUE. 3 La relativa decisione è entrata in vigore il 21 giugno 2007 e condiziona il ripristino delle
agevolazioni al miglioramento della situazione nel campo dei diritti sindacali nel Paese. A tal fine la Bielorussia in consultazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha cominciato a predisporre una serie di misure a livello operativo e normativo. In particolare, attualmente, è in fase di elaborazione un disegno di Legge riguardanti i sindacati che sarà presentato prossimamente all’attenzione del Parlamento nazionale.
4 Istituzione di un regolamento statale dell’attività di commercio estero (1998), la legge sugli investimenti stranieri nel territorio bielorusso (1998), l’istituzione di zone economiche franche.
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conseguiti in Bielorussia, seguita da Bulgaria, Croazia, Georgia e Slovacchia5.
Inoltre, anche il sistema produttivo sembra assumere connotati più moderni: aumentano gli impieghi nei servizi e nel terziario avanzato. Cambiamenti questi che oltre ad evidenziare l’insorgere di un buon dinamismo economico, nascondono anche la volontà del paese di voltar pagina. Per tale motivo, la Bielorussia rappresenta per gli investitori stranieri, fra cui l’Italia (quinto paese per volumi di export verso la Bielorussia), un’importante opportunità non solo economica, ma anche e soprattutto sociale e democratica, per poter gettare le basi di un’area di interscambio stabile tra Ovest ed Est. In questo senso la Bielorussia è un ponte, un primo esperimento di coabitazione in un’Europa sempre più rivolta verso Est: le relazioni economiche possono costituire una prima base attraverso la quale avviare scambi che non riguardino solo merci e servizi ma anche culture, valori e idee.
In prospettiva di una collaborazione che non si arresti alla sfera economica, oggi la Bielorussia sembra poter schiudere prospettive estremamente interessanti per le PMI del Lazio. Come si vedrà nelle prossime pagine, sono possibili proficue sinergie con il tessuto produttivo bielorusso e la Regione Lazio può diventare una testa di ponte importante per tutto il sistema Italia.
Per tale motivo, uno studio sul sistema‐paese bielorusso diviene un elemento utile per comprendere opportunità e limiti di un territorio complesso e poco esplorato. Gettare una prima sonda che sappia non solo fotografare i principali trend socio‐economici, ma che abbia l’obiettivo di tratteggiare possibili scenari futuri, mettendo in luce le potenzialità ma anche i rischi imprenditoriali per l’investitore laziale. In questo senso, lo studio proposto in queste pagine in parte si discosta dalla normale metodologia di analisi macro‐economica, in quanto cerca di traguardare oltre l’attualità, offrendo una serie di indicazioni utili al sistema delle PMI laziali, per leggere il cambiamento sociale ed economico della Repubblica di Belarus.
In pratica, accanto ad una puntuale presentazione delle peculiarità nazionali, si cercherà di evidenziare quanto i fattori interni siano dipendenti dalle relazioni esterne che la Bielorussia intrattiene su scala locale e globale. In questo senso, il presente rapporto di ricerca suggerisce che le prospettive di internazionalizzazione delle PMI laziali non vanno considerate solo rispetto alle occasioni economiche bilaterali, ma vanno situate all’interno della rete di interdipendenze che attualmente interessa il
5 Cfr. Ebrd‐World Bank “Business Environment & Enterprise Performance Surveys (Beeps)” 2005, disponibile su http://web.worldbank.org.
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territorio bielorusso. Difatti, nelle varie sezioni che compongono questo lavoro, a più riprese, si fa riferimento al complesso, e sostanzialmente irrisolto, rapporto con la Russia: se le intense relazioni con Mosca rappresentano in molti casi un chiaro vantaggio competitivo; non si mancherà di evidenziare come questo legame possa anche rappresentare un ostacolo per uno sviluppo autonomo ed equilibrato della nazione bielorussa.
Comunque sia, considerare la terra di Bielorussia come una sorta di Eldorado da conquistare è rischioso. Pure in mezzo a contraddizioni e contrasti, la Bielorussia è già un player di rilievo nello scacchiere economico dell’Est europeo.
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La metodologia dello studio
Per determinare l’attrattività del sistema‐paese bielorusso è necessario studiarne l’organizzazione economica, sociale e istituzionale avvalendosi di informazioni eterogenee che restituiscano tutta la complessità di una nazione che rappresenta una delle “frontiere” più interessanti dell’Europa.
È quindi necessario disporre di dati e informazioni tali da fornire una fotografia esaustiva e dettagliata dell’attuale situazione della nazione. Allo stesso tempo, accanto alla lettura delle condizioni presenti, è decisivo tenere in considerazione l’evoluzione di medio periodo del sistema bielorusso, ovvero analizzare lungo l’asse temporale le tendenze interne6.
L’importanza di una duplice prospettiva (sincronica e diacronica) è data dall’esigenza di fornire alle PMI laziali strumenti che accanto alla capacità descrittiva forniscano anche elementi previsionali sulla base dei quali sviluppare modelli di business e internazionalizzazione sensibili al contesto nel quale saranno implementati.
Alla luce di queste esigenze l’impianto metodologico impiegato si articola rispetto ad un doppio livello d’analisi: un primo livello (fase sincronica) dedicato alla raccolta, sistematizzazione e analisi di un set di indicatori (economici, sociali e istituzionali) che aiutino a comprendere gli assetti attuali della Bielorussia; un secondo livello (fase diacronica) teso all’individuazione, sintesi e previsione delle occasioni e dei rischi implicati nel sistema‐paese bielorusso.
6 La gran parte dei dati statistici discussi nel corso dello studio sono presentati in forma
longitudinale; le serie storiche maggiormente usate sono 2001‐2006 e 1995‐2006.
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In dettaglio, al fine di descrivere la situazione economica della Bielorussia (fase sincronica) si è usato lo strumento della desk research su fonti statistiche e documentali7.
Tale opzione metodologica è funzionale ad un quadro d’analisi capace da un lato di restituire in modo efficace una fotografia il più possibile dettagliata dell’oggetto di studio, dall’altro di disporre di una base dati il più possibile omogenea per lo studio dei trend dei principali indicatori socio‐economici. In sintesi, la desk research offre indubbi vantaggi in quanto:
1. riduce notevolmente i costi sia in termini economici che di tempo della fase di raccolta delle informazioni;
2. i dati sono esaustivi nel senso che si riferiscono all’intera popolazione (si pensi, ad esempio, ai dati relativi ai censimenti, ai risultati elettorali, le statistiche giudiziarie, le statistiche sull’istruzione);
3. è possibile poi disporre degli stessi indicatori rispetto a diversi momenti temporali così da studiare l’evoluzione di alcuni fenomeni nel tempo (studi longitudinali).
Per quanto concerne la fase diacronica si è impiegato il metodo della
Swot analysis8. Tale processo di analisi consente sia di restituire un quadro sintetico dei risultati emersi durante la prima fase, sia di elaborare in chiave futura potenziali scenari di crescita o di frizione che occorre tener presente per l’ingresso delle PMI laziali all’interno del sistema produttivo bielorusso.
In breve, questo percorso d’analisi è stato svolto in due fasi operative:
1. Selezione e categorizzazione dei fattori: tra gli elementi emersi nel corso della desk research (fase sincronica) verranno selezionati una serie di fattori di pertinenza rispetto alla penetrazione di aziende straniere nel mercato bielorusso. Una volta selezionati i fattori rilevanti si procederà alla loro categorizzazione, ovvero verranno
7 Per desk research o analisi secondaria si intende qualsiasi tipo di studio condotto su materiale
statistico e/o documentale già disponibile grazie a rilevazioni, sondaggi, studi e rapporti condotti da enti e istituzioni terze.
8 La SWOT è una matrice divisa in quattro campi, dedicati rispettivamente ai punti di forza (Strenghts) e di debolezza (Weaknesses), alle opportunità (Opportunities) e alle minacce (Threats). Questo strumento d’analisi ha come presupposto che l’oggetto d’indagine (il sistema paese bielorusso) può essere considerato tanto da un punto di vista interno (punti di forza e di debolezza) quanto da un punto di vista esterno (minacce e opportunità).
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inseriti in uno dei quattro quadranti della SWOT: punti di forza e di debolezza, rischi e minacce.
2. Lettura trasversale dei fattori: una volta costruita la matrice si procederà alla lettura comparata e trasversale dei fattori, mettendo il luce i nodi irrisolti quanto i futuri margini operativi per le PMI laziali.
I risultati tanto della fase sincronica quanto di quella diacronica sono
stati elaborati e commentati nel presente report di ricerca. Un report questo che, in coerenza con la metodologia adottata, ha l’intenzione di costituire una “cassetta degli attrezzi” per gli imprenditori locali: difatti, si sono privilegiati gli elementi di sintesi piuttosto che quelli descrittivi e analitici. Diversamente da quanto proposto in altri studi‐paese, il report presentato in queste pagine si avvale di un’ottica interdisciplinare, che accanto all’analisi delle tendenze economiche non trascura la dimensione sociale e politica. L’augurio è che il presente studio possa rappresentare un valido strumento operativo, in grado di fornire agli investitori indicazioni utili su un mercato, quello bielorusso, che, come si avrà modo di vedere, guarda, decisamente, ad Ovest.
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Scheda paese: la Bielorussia
Informazioni generali
Nome completo: Repubblica di Bielorussia
Nome ufficiale: Рэспубліка Беларусь
Lingua ufficiale: bielorusso, russo
Capitale: Minsk (1.700.000 ab.)
Organizzazione politica
Governo: Repubblica presidenziale
Presidente: Aleksandr Lukašenko
Primo Ministro: Sergej Sidorski
Indipendenza: Dall'URSS il 27 luglio 1990
Ingresso all'ONU: 24 ottobre 1945
Superficie ed estensione
Totale: 207.600 km² (84°)
Popolazione
Totale (2002): 10.350.194 ab. (74°)
Densità: 50 ab./km²
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +2
Economia
Valuta: Rublo bielorusso
PIL (PPA) (2005): 75.217 milioni di $ (64°)
PIL procapite (PPA) (2005): 7.711 $ (79°)
ISU (2004): 0,794 (medio) (67°)
Energia: 0,38 kW/ab.
Varie
TLD: .by
Prefisso telefonico: +375
Sigla automobilistica: BY
Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)
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Geografia La Bielorussia, o Russia Bianca (in bielorusso: Белару́сь, in russo: Белору́ссия), si trova nellʹEuropa Orientale (fig. 1); confina a ovest con Polonia e Lituania, a est con la Russia, a sud con lʹUcraina e a nord con la Lettonia. Ha una superficie di 207.600 km² e, benché senza sbocco al mare, ha 11.000 laghi. Viene attraversata da tre fiumi principali: il Neman, il Pripjat, e il Dnepr (fig. 2). La Bielorussia è relativamente piatta e ricca di paludi. Il più grande territorio paludoso è la Polesia. Il suo punto più alto è la Dzyarzhynskaya Hara (Colle di Dzyarzhynsk), con 346 m, mentre il punto più basso sul fiume Neman a 90 m. Le risorse naturali della Bielorussia sono foreste, depositi di torba, piccole quantità di petrolio e gas naturale, granito, pietra calcarea, sale di potassio e acque minerali.
Fig. 1 - Posizione geografica Fig. 2 - Cartina
Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)
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Popolazione La maggioranza della popolazione bielorussa fa parte del gruppo etnico dei Bielorussi, che comprende lʹ81,2% del totale su una popolazione di 10.293.011 persone. I Russi sono il secondo gruppo etnico più grande (11,4%). I Polacchi e gli Ucraini seguono con, rispettivamente, il 3,9% e il 2,4%. Religione Come tanti stati ex URSS, la maggioranza della popolazione si dichiara atea (49%). Tuttavia, dalla caduta del regime comunista, le chiese cristiane hanno avuto una forte ripresa, e oggi il 31% dei bielorussi si dichiara ortodosso, il 18% cattolico e il 2% protestante. Ordinamento amministrativo Al più alto livello amministrativo (fig.3), la Bielorussia è divisa in 6 voblast e una municipalità (horad, ovvero, “città”); questʹultima è la capitale della Bielorussia. I voblast sono ulteriormente divisi in raion (normalmente tradotti come distretti).
Fig. 3 - Suddivisioni amministrative
Voblast (regioni) Centro amministrativo
1. Minsk (Horad) -
2. Voblast di Brest Brest
3. Voblast di Homyel Homiel'
4 Voblast di Hrodna Hrodna
5. Voblast di Mahiloŭ Mahiloŭ
6. Voblast di Minsk Minsk
7. Voblast di Vitebsk Vitebsk
Fonte: www.wikipedia.it (Luglio, 2007)
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Cenni di storia recente In italiano, la Bielorussia veniva solitamente indicata come Russia Bianca o Rutenia Bianca, una traduzione letterale del nome originario. Il nome “Bielorussia” (Беларусь) è considerato denigratorio da alcuni, ed è percepito come una reminiscenza dellʹimperialismo russo e sovietico e delle politiche di russificazione (il titolo completo dello zar russo era Imperatore di tutte le Russie, Grande, Piccola e Bianca). Per questo motivo viene a volte preferito il nome “Belarus”. Rusʹ fa riferimento alla popolazione che precedette Russi, Ucraini e Bielorussi9.
Nel 1919 sull’onda della rivoluzione di febbraio viene proclamata la Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa (RSSB). Nel 1921 i territori occidentali della Bielorussia passano alla Polonia. Nel 1922 avviene l’unione dei territori orientali con l’URSS. Nel 1939 i territori occidentali vengono, nuovamente, annessi alla Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa.
Nel 1941 la Bielorussia viene occupata dalla truppe tedesche. Nasce il movimento di lotta partigiana che coinvolge più di 400 mila persone. Nel luglio 1944 la Bielorussia viene liberata dall’occupazione nazista. Durante il conflitto sono state rase al suolo tutte le città medio‐grandi, è morto un terzo della popolazione e tutte le industrie sono state distrutte.
Nel 1986 a causa dell’incidente alla centrale atomica di Chernobyl, la voblast di Homyel, Mahilou, e parte di Brest, Minsk e Grodno vengono contaminate dalle radiazioni. Questo incidente ha danneggiato gravemente lʹeconomia della Bielorussia, causando gravi danni alle coltivazioni e allʹallevamento, oltre che un drastico calo nelle esportazioni.
La Bielorussia diviene indipendente dall’Urss il 27 luglio 1990. Il 15 marzo 1994 viene approvata la nuova costituzione. Il 10 luglio 1994 è eletto il primo presidente della repubblica, Alexander Lukashenko.
9 Esiste molta confusione sulla localizzazione del territorio, dovuta al fatto che si tratta di un
territorio pianeggiante i cui confini sono cambiati continuamente nel corso dei secoli Ne è prova il fatto che alcune mappe antiche segnano Rutenia Alba sul territorio della Moscovia, in una regione oggi comunemente identificata come il cuore della Grande Russia.
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Le caratteristiche demografiche e socio-economiche della nazione
L’analisi delle dinamiche socio‐demografiche che hanno interessato la Bielorussa negli ultimi anni offre alcuni segnali del cambiamento in atto nella struttura del paese.
Nel 2006 la Bielorussa contava 9,7 milioni di abitanti10, per oltre un terzo residenti nella regione di Minsk. In particolare, nella città di Minsk a partire dal 1995 si è registrata una costante crescita della popolazione, diversamente dalle altre sei regioni bielorusse che invece sono state caratterizzate da un leggero decremento della popolazione residente. La crescita della popolazione nella municipalità di Minsk City, in un quadro demografico regionale pressoché immutato è un segnale di come il dinamismo socio‐economico tenda a concentrarsi nella capitale, un’area questa fondamentale nei piani di sviluppo dell’economia del paese.
La popolazione in età da lavoro ammonta a 4 milioni 466mila persone pari al 46% del totale della popolazione attiva11: di questi oltre il 98,6% è occupato soprattutto nel settore industriale (26,5%) e nel commercio (14,1%). Più in dettaglio, nel corso degli ultimi dieci anni (graf. 1) sono aumentati gli occupati soprattutto nei servizi commerciali (+3,4%) e nelle costruzioni (+1,2%); al contrario, il settore agricolo segna un deciso decremento degli occupati (‐8,9%), mentre meno marcata è la perdita di lavoratori nell’industria (‐1,1%).
10 Il 47% sono uomini e il restante 53% donne. Inoltre la speranza di vita alla nascita nella
Repubblica di Belarus è di 68 anni, un dato questo tra i più elevati nel confronto con le nazioni ex CSI. 11 La popolazione attiva è considerata tale quando ha un’età compresa tra 15 e i 59 per gli uomini e
tra i 16 e i 54 anni per le donne. La percentuale della popolazione al di sotto dell’età lavorativa è del 16,2%, mentre le persone inattive sono il 21,4%.
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Graf. 1 - Distribuzione degli occupati per settore di attività (1995 - 2006)
19,1
27,6
6,9 7,0
10,7
6,5
9,5
12,7
10,2
26,5
8,1 7,6
14,1
7,5
10,3
15,7
0
5
10
15
20
25
30
Agricoltura Industria Costruzioni Trasporto ecomunicazioni
Servizicomemrciali
(vendita,ristorazione e
supportotecnologico)
Sanità Istruzione Altro
Settori
%
2006 1995
Fonte: Istituto statistico della Bielorussia
In generale, la diminuzione in settori tradizionali quali l’industria e, in special modo, l’agricoltura a favore del settore dei servizi e del terziario in genere rende evidente il cambiamento del tessuto produttivo del paese, in direzione di un sistema economico in linea con quelli dei paesi ad economia avanzata.
Nondimeno, altri dati confermano la progressiva trasformazione del sistema produttivo bielorusso, che fino a qualche decennio fa era sostanzialmente connotato dalle attività del settore primario e che oggi, invece, punta decisamente verso lo sviluppo e l’ammodernamento del settore terziario. In questo senso non stupisce che la quota di popolazione residente nelle città nel giro di dieci anni sia passata da 68,1% del 1995 a poco meno del 73% nel 2006 (graf. 2).
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Graf. 2 – Percentuale di popolazione urbana sul totale della popolazione (1995-2006)
68,1 68,4
68,8 69,3
69,7
70,2
70,771,1
71,5
72,0
72,8 72,4
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Fonte: Istituto statistico della Bielorussia
Dunque la Bielorussia si sta avviando verso un’economia di mercato, sorretta anche da un livello d’istruzione della popolazione alquanto elevato12: quasi due terzi (62%) della popolazione è diplomato o laureato13 [World Bank, 2005]. Oltre a ciò il paese può vantare un servizio sanitario moderno ed efficiente: il tasso di mortalità infantile – un indicatore che indirettamente misura l’efficienza della sanità pubblica – è tra i più bassi dell’Europa centro‐orientale: 9 decessi per mille nati.
Dunque la Bielorussia in poco più di un decennio ha dato avvio ad un processo di riforma radicale che ha coinvolto l’intero sistema‐paese: dall’economia all’istruzione, passando per la sanità. Questo processo ha influito positivamente sul benessere dei cittadini bielorussi: difatti (graf. 3), i redditi della popolazione hanno fatto registrare nei primi anni del terzo millennio un incremento esponenziale, passando da poco più di un milione di rubli nel 2001 a 4,8 milioni di rubli dello scorso anno.
12 In questo senso il Governo della Bielorussia ha investito nel 2005 circa un terzo (29,6%) nel PIL in
formazione e istruzione. 13 In prevalenza si tratta di lauree tecniche (ingegneria, biologia, medicina, ecc.).
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Graf. 3 - Reddito pro-capite (in migliaia di rubli. Anni 2001-2006)
4874
3951
3009
1154
1722
2309
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
2001 2002 2003 2004 2005 2006
anni
Fonte: Istituto statistico della Bielorussia Una performance questa dovuta in prevalenza all’aumento delle
esportazioni e al dinamismo del paese nell’attrarre, specie negli ultimi anni, investitori stranieri. Peraltro un dato che conferma tale vitalità economica è fornito dalla Banca Mondiale la quale ha registrato nel 2005 una crescita media del PIL pro‐capite pari al 9,8% (nel 2004 il valore si attestava al 12%). Ancora una volta è il settore dei servizi a contribuire maggiormente alla ricchezza nazionale (49,3%), con un incremento di circa quattro punti percentuali considerando come anno di riferimento il 1995 (45,6%).
L’investimento nell’alta formazione, lo sviluppo costante del commercio e dei servizi alle aziende e la costante crescita della popolazione urbana sono tutti fattori che caratterizzano oggi la transizione del paese verso un’economia moderna e di mercato. I risultati delle trasformazioni in atto
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sono evidenti soprattutto in termini di redditi e, in generale, di miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Non stupisce quindi che il tasso di disoccupazione in Bielorussia sia dal 2004 costantemente al disotto del 2%, consegnando un ritratto di un paese che rasenta la piena occupazione (graf. 4).
Graf. 4 - Tasso di disoccupazione (1995-2006)
2,9 2,8
2,3 2,1 2,1
2,3
3,1
1,9
1,5 1,2
4,0
3,0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
%
Fonte: Istituto statistico della Bielorussia
Il capitale umano della Bielorussia così come il tessuto economico e produttivo del paese si stanno allineando agli standard occidentali, offrendo agli investitori stranieri servizi, infrastrutture e know how in grado di realizzare piani di investimento di medio e lungo periodo. Del resto nei successivi paragrafi si avrà modo di osservare come le trasformazioni socio‐demografiche, sopra descritte, siano sostenute da una serie di fattori come, ad esempio, una legislazione favorevole alla costituzione di sinergie tra imprese locali e straniere.
Le recenti riforme promosse dal Governo bielorusso hanno recato benefici per la popolazione, almeno dal punto di vista socio‐economico, un segnale questo che dimostra come il paese intenda instradarsi verso una politica di scambio commerciale soprattutto con l’Occidente, fronte questo ancora inesplorato.
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Nel corso del presente lavoro si cercherà di illustrare altri aspetti connessi al sistema economico bielorusso di modo da fornire ulteriori elementi per comprendere le trasformazioni sociali e demografiche appena illustrate.
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Il sistema-paese bielorusso: cifre e chiavi di lettura
Nelle prossime pagine verranno descritte le principali caratteristiche del mercato bielorusso attraverso l’analisi dei principali indicatori macro‐economici. Inoltre, si valuterà il sistema di import/export del paese al fine di offrire alcune valutazioni sul sistema commerciale e produttivo utili per gli investitori laziali, che intendano instaurare legami commerciali con la Repubblica Bielorussa. Il percorso d’analisi proposto è, per così dire, ad imbuto: partendo dalle dimensioni generali che definiscono il Sistema economico‐sociale, si cercherà di scendere lungo un’ipotetica scala di generalità per arrivare ad individuare un complesso di indicatori utili alla definizione degli scenari. L’obiettivo del lavoro è ricostruire in modo analitico e particolareggiato gli aspetti rilevanti del Sistema‐Paese bielorusso.
L’organizzazione interna del mercato bielorusso
Come è noto la Bielorussia, essendo situata al confine con l’Ucraina, ad una distanza relativamente breve da Chernobyl, il 26 aprile del 1986 visse una catastrofe umanitaria, ambientale ed economica che ancora oggi incombe sul destino del Paese. Un disastro di vaste proporzioni che ha comportato uno sforzo ingente, per la messa in sicurezza e successivamente la bonifica di un’ampia porzione del territorio. Sul piano sanitario, è stato necessario elaborare ed implementare dei progetti di lotta alle malattie (soprattutto tumori), generate dall’esposizione alle radiazioni, che impegnano ancora oggi ingenti risorse umane ed economiche. Sul piano ambientale, è stata indispensabile un’operazione di bonifica, preceduta dal trasferimento di 160.000 persone verso i territori meno inquinati del Nord. Ovviamente, questi ed altri interventi di contenimento del danno hanno influito
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significativamente anche sugli equilibri economici del Paese: si stima che le ricadute sulle persone, sull’ambiente e sull’economia dovute al disastro di Chenobyl incidano per oltre un terzo sul bilancio dello Stato.
Vi è da aggiungere che dal 1986 ad oggi il Paese ha dovuto fronteggiare problemi estremamente complessi. Primo fra tutti il crollo dell’Unione Sovietica, che ha comportato, in un primo momento, la venuta meno di una serie di aiuti e agevolazioni che lo Stato russo garantiva alle repubbliche ex socialiste. Dal disastro nucleare ad oggi, dunque, la Bielorussia ha dovuto risalire la china quasi esclusivamente contando sulle proprie forze, affrontando diversi problemi di ordine politico, sociale, economico ed ambientale. Tra il 1990 e il 1995, infatti, la giovane Repubblica centro‐orientale è stata interessata da una crisi del sistema paese, caratterizzata da un tasso d’inflazione elevatissimo, dall’indebolimento della produzione e il conseguente accrescimento del tasso di disoccupazione14. Ciò nonostante, la repubblica di Belarus ha intrapreso, seppur lentamente, un processo di riforma e rilancio dell’economia nazionale, anche grazie alla rinnovata partnership con lo Stato russo15. Una ripresa questa che da pochi anni ha permesso al Paese di accrescere la capacità di attrarre imprese e capitale straniero.
Una tendenza questa che nel corso degli anni è andata via via incrementando (graf. 5), anche se si tratta ancora di una quota residuale rispetto alla composizione del mercato bielorusso (1,4% nel 2006).
La lenta salita della quota d’imprese straniere è connessa a fattori di diversa natura: un tessuto produttivo che, si è visto nel paragrafo precedente, è ancora in uno stato di transizione da una economia nazionalizzata ad una di libero mercato. D’altronde, tale passaggio comporta una serie di riforme legislative (in parte già realizzate16) e un ammodernamento degli impianti di produzione. D’altro canto il problema di questo rilancio implica una forte dipendenza dei mercati bielorussi dal Governo di Mosca, una dipendenza legata soprattutto al bilancio energetico del paese che vede arrivare dalla Russia oltre 80% di petrolio e gas naturale. Infine, un ulteriore elemento problematico è la diffidenza dell’Unione Europea dovuta ad una politica interna che numerosi osservatori internazionali considerano ambigua. Tuttavia, le riserve poste dall’UE nei confronti della Bielorussia non sono definitive: basti pensare
14 Dal 1994 in poi si è cercato di proteggere la neonata economia di mercato rafforzando la presenza
e i poteri dello stato. 15 La Russia per volumi d’affari è il principale partner dello Stato bielorusso: la Russia contribuisce
per il 37% dell’intero fatturato dovuto alle esportazioni di merci e servizi. Per comprendere tale dato si pensi che l’Olanda, seconda nazione in ordine di importanza per volumi di export, arriva ad una quota del 17,7%.
16 Cfr. par. 6.
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che l’Unione, il 21 novembre dello scorso anno, ha emesso un documento in cui afferma la volontà di attuare politiche di vicinato con la Bielorussia, con conseguenti vantaggi economici per il paese, qualora vengano sciolti i nodi sulle libertà democratiche.
Fonte: Istituto statistico della Bielorussia Tuttavia, al di là di questi fattori ostativi per lo sviluppo del commercio
estero, la Bielorussia è un paese dalle enormi potenzialità sia in termini di risorse naturali sia rispetto alla posizione geografica e politica che essa riveste in Europa orientale. Basti pensare che la Bielorussia è un mercato ancora poco sfruttato, che la stessa fa parte dell’unione doganale con la Federazione Russa e che ha al suo interno 6 aree di libero scambio, dove gli imprenditori possono usufruire di agevolazioni fiscali. Inoltre, la Repubblica di Belarus negli ultimi anni sta cercando di affermarsi anche sulla ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, attraverso un ingente impegno nell’investimento in formazione. Insomma, da questa prima panoramica emerge che il Paese sta cercando concretamente di far crescere la fiducia internazionale circa le possibilità di scambi commerciali.
Graf. 5 – Composizione del mercato bielorusso (1995-2006)
59,8 60,158 57,3 57,3 57,2 57,2
55,152,9 52,4 51,7 51,5
40,1 39,8 41,8 42,5 42,4 42,4 42,244
46,1 46,4 47,1 47,0
0,1 0,10,2 0,2
0,30,4
0,6
0,91,0
1,2
1,3 1,4
0
10
20
30
40
50
60
70
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
%
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
%
Stato Privati Stranieri
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Ricchezza e potenzialità produttive
Affinché il quadro fin qui delineato risulti ancor più chiaro occorre esaminare gli indicatori economici chiave (prodotto interno lordo, tasso di crescita reale, livello di inflazione, debito estero ecc.), osservandone gli andamenti (positivi e negativi) nel tempo. (tab 1).
Tab. 1 – Indicatori macro-economici di base
U.M. 2002 2003 2004 2005 2006
PIL prezzi correnti mln USD 14489 17622 23102 30194 36938
Cambio annuale del PIL in prezzi comparabili % 105 107 111 109,4 109,9
PIL procapite ai prezzi correnti (pop. 9714200) USD 1464 1789 2357 3100 3802
Origine del PIL
Agricoltura % 9,5 8 8,3 7,5 7,5
Industria % 25,4 26,1 28,8 27,4 27,6
Servizi % 45,5 44,7 43 42,8 42,9
Ripartizione del PIL
Uso privato % 58,3 54,9 53,1 50 50,2
Uso statale % 21,3 21,1 20,9 18,9 19,4
Investimenti % 17,2 19,5 21,6 23,2 24,3
Livello di inflazione % 34,8 25,4 14,4 8 6,6
Debiti esteri mln USD 770 746 741 784 838
Debiti esteri rispetto al PIL % 5,4 4,2 3,2 2,7 2,3
Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
Il PIL è un indicatore del livello del reddito nazionale tra i più utili per
valutare lo stato di salute di una nazione; molto importante, tra l’altro, è il suo andamento negli anni. Nella prima riga della tabella 1 è riportato l’ammontare annuo del prodotto interno lordo bielorusso (espresso in mln di dollari USA). Dal 2005 al 2006 l’ammontare della ricchezza prodotta è passato dal 9,4% al 9,9%. Peraltro, interessanti sono gli andamenti dei valori riguardanti le tre macro aree economiche: agricoltura, industria e servizi. Dal confronto delle serie storiche riportate nella tabella si osserva chiaramente che, seguendo le tendenze tuttora in atto nei maggiori paesi occidentali, l’incidenza del settore agricolo alla formazione del Prodotto Interno Lordo diminuisce di 2 punti percentuali durante il quinquennio 2002‐2006. Inoltre, nello stesso lasso di tempo, l’incidenza percentuale sul PIL del comparto industriale sale dal 25,4% al 27,6%. Infine, il settore dei
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servizi scende di 2,6 punti percentuali. Nonostante il calo, tuttavia, il terziario contribuisce fortemente alla creazione del Prodotto Interno Lordo: la quota di questo settore sul PIL non scende mai sotto il 40%. Secondo i dati ICE l’economia della Repubblica sembra aver intrapreso la strada della terziarizzazione, pur mantenendo i piedi ben saldi nel comparto industriale.
Continuando a scorrere la tabella 1 sono riportati i valori percentuali della ripartizione del PIL. Nel 2006 gli investimenti hanno assorbito il 24,3% del prodotto interno; questa quota dal 2000 è cresciuta del 7,1%. Nondimeno ad assorbire la quantità maggiore del PIL continua ad essere il settore privato (50,2% nel 2006), mentre il settore pubblico assorbe il 19,4%.
Da ultimo il livello di inflazione (ovvero l’incremento dei prezzi nel tempo): negli ultimi 5 anni è passato dal 34,8% del 2002 al 6,6% dello scorso anno. Il crollo dell’inflazione è un dato estremamente positivo e testimonia la volontà del Governo bielorusso di definire politiche vicine a quelle comunitarie, ovvero interventi che sappiano contenere le dinamiche inflazionistiche, tenendo allo stesso tempo sotto controllo il debito. Infatti, il il trend del debito mostra una progressiva diminuzione degli oneri del paese, l’incidenza dei debiti contratti sul PIL è, infatti, passata dal 5,4 del 2002 al 2,3% del 2006.
Il quadro sin qui descritto sembra essere piuttosto promettente. La Bielorussia nell’ultimo quinquennio ha puntato sulla normalizzazione del sistema‐paese, facendo forza su una politica economica che, stando agli indicatori, riesce nella quadratura del cerchio, associando al risanamento lo sviluppo.
Tenendo sullo sfondo questi segnali, le performance dell’economia bielorussa devono essere analizzate anche rispetto alla presenza sui mercati internazionali. In generale, anche in questo campo i risultati sono buoni: nel 2006 le esportazioni di prodotti e merci bielorusse sono aumentate del 23,5%. Occorre però scandagliare più approfonditamente questo aspetto, andando a considerare i livelli (settore per settore) delle esportazioni e delle importazioni. La tabella 2 mostra le principali esportazioni di prodotti bielorussi nel 2006.
A giudicare dai dati a disposizione, i prodotti minerali (38,8%) sono quelli maggiormente esportati dalla Repubblica di Belarus; in seconda posizione troviamo mezzi e materiali da trasporto (10,4%); in terza invece si posizionano le macchine ed apparecchi meccanici; seguono i prodotti per le industrie chimiche, i metalli e prodotti in metallo e i prodotti tessili, che
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rispettivamente conquistano l’8,1%, il 7,6% e il 5% delle quote relative alle esportazioni17.
Tab. 2 – Export 2006
Principali prodotti esportati (2006) Valori %
Prodotti minerali 38,8
Mezzi e materiali da trasporto 10,4
Macchine ed apparecchi meccanici 8,7
Prodotti delle industrie chimiche e connesse 8,1
Metalli e prodotti in metallo 7,6
Prodotti tessili 5,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
Come detto in precedenza, per completare questa prima panoramica occorre tenere conto anche delle tendenze delle importazioni (tab. 3). L’acquisto di prodotti minerali ha coperto, nel 2006, un terzo del totale (33,4%); mentre le macchine ed apparecchi meccanici superano di poco il 16%; i metalli e i prodotti metallici raggiungono quasi il 12%. Al di sotto del 10% troviamo: i prodotti delle industrie (7,1%), i mezzi e materiali da trasporto (6,5%) e i prodotti tessili con un valore percentuale che non supera i cinque punti (4,7%). Nel complesso le importazioni sono cresciute del 33,4%.
Tab. 3 – Import 2006
Principali prodotti importati (2006) Valori %
Prodotti minerali 33,4
Macchine ed apparecchi meccanici 16,1
Metalli e prodotti in metallo 11,7
Prodotti delle industrie chimiche e connesse 7,1
Mezzi e materiali da trasporto 6,5
Prodotti tessili 4,7 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
17 In generale nei primi mesi del 2007 le quote di export bielorusso hanno fatto segnare
un’inversione di tendenza nei flussi in uscita: i paesi dell’UE hanno fatto registrare un volume di export superiore a quello della Russia tradizionale partner commerciale della Bielorussia (43,5% paesi UE
contro 36,8% Russia).
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Completando il quadro occorre prestare attenzione alle importazioni di alcuni prodotti strategici per capire i fabbisogni di questa nazione. Ci riferiamo soprattutto al fabbisogno energetico; argomento questo che sempre più spesso viene portato alla ribalta come nodo cruciale per il modello di sviluppo occidentale. Da tempo la risoluzione del problema della dipendenza energetica fa parte dell’agenda politica del paese18. Anni fa, infatti, si parlava della costruzione di un impianto atomico per la produzione di energia elettrica, al fine di tagliare il cordone ombelicale con la Russia; paese quest’ultimo che forniva e fornisce gran parte del gas consumato dalla Repubblica di Belarus. La disputa con Mosca è tornata alla ribalta all’inizio del 2007: il Governo russo ha, infatti, accusato Minsk di bloccare volontariamente i rifornimenti petroliferi diretti in Polonia e in Germania. Al di là delle motivazioni sottostanti a queste polemiche, il fatto stesso che, ciclicamente, si ripropongano indica come l’approvigionamento energetico sia uno dei nervi scoperti del paese.
La tabella 4 illustra chiaramente i termini del problema.
Tab. 4 – Le fonti energetiche
Fabbisogno energetico U.M. 2000 2006 Variazioni import anni 2000-2006
Petrolio mln. t 11,9 20,9 9
Gas naturale bln. m³ 17,1 20,8 3,7
Elettricità bln. kWh 7,2 5,5 -1,7 Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia
L’importazione di petrolio dal 2000 al 2006 è passata da 11,9 mln. t. a
20,9 milioni di tonnellate; quella di Gas, nello stesso periodo di tempo, da 17,1 bln. a 20 bln m³. A scendere sembra essere soltanto il fabbisogno di elettricità che dai 7,2 bln di KWh scende a 5,5 bln. di KWh19. L’aumento del fabbisogno di energia è, comunque, un fenomeno in linea con un’economia in espansione. Non bisogna poi dimenticare che la diffusione del benessere in strati più ampi della popolazione implica stili di vita maggiormente dispendiosi anche in termini energetici (soprattutto nelle aree urbane).
Tornando alla situazione economica generale della Repubblica di Belarus si hanno segnali ambivalenti: se da una parte i maggiori indicatori economici mostrano tendenze positive; dall’altra, la dipendenza energetica
18 Si vedrà più avanti come nel programma di sviluppo 2007‐2010 redatto dal Governo sono state
inserite alcune azioni per attenuare la dipendenza energetica del paese e che potrebbe risultare anche un fattore di investimento per le Pmi laziali.
19 Peraltro, la società Gazprom ha raddoppiato nel 2006 il prezzo del gas naturale.
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potrebbe frenare la crescita, che pure segna trend moderatamente positivi. Tuttavia la dipendenza non è totale: esiste un settore dal quale la repubblica ex sovietica può trarre ingenti risorse.
La Bielorussia dispone di una superficie boschiva pari al 36% della sua superficie la quale produce una grande varietà di legname grazie alla presenza di pini, abeti, roveri, betulle, ontani, larice, tigli. L’elemento interessante sta nel fatto che a differenza dei paesi europei il livello di sfruttamento di tale ricchezza è ben al disotto della media. Nella tabella 5 è illustrata la composizione interna dell’industria del legno: il taglio copre quasi il 43% della produzione; gli imballaggi il 13,6%; la produzione dei fiammiferi il 12,7%. Tutti gli altri prodotti riportati nella tabella 5 si attestano al disotto del 10%. Quello che qui occorre sottolineare è che il taglio del legno e la produzione di prodotti annessi è poco sviluppato e potrebbe essere sfruttato di più, soprattutto per la produzione di semi‐lavorati e di segature.
Tab. 5 – L’industria della trasformazione del legno
Prodotti del legno %
Taglio dei tronchi 42,9
Imballaggi di carta e di cartone 13,6
Fiammiferi 12,7
Mobili 6,8
Prodotti chimici per il legno 6,7
Cellulosa carta e cartone 3,7
Pannelli 2,1
Altro 11,5
Totale 100,0 Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia
Ovviamente, le occasioni di tessere legami commerciali non si esauriscono con i comparti poc’anzi elencati, ma riguardano anche altri settori: la Bielorussia (tab. 6) produce ed esporta prodotti come pneumatici, fibre e filati sintetici, materiali ferrosi, ecc. Le aree di principale interesse commerciale sono connesse ai prodotti derivanti dal petrolio (pneumatici) che passano dai due milioni di pezzi prodotti nel 2000 ai due milioni e seicentomila del 2006. Oltre a ciò è oramai consolidata anche l’industria tessile (la produzione annua si attesta, lungo tutto il periodo considerato, attorno alle 150‐mila tonnellate), soprattutto del lino che risulta essere uno dei prodotti più esportati dal Paese. Ma è soprattutto la produzione di materiali ferrosi a crescere in maniera più consistente: se nel 2000 le fabbriche bielorusse esportavano 1.391.000 tonnellate di materiale lavorato,
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nel 2006, tale quota arriva 1.826.000 tonnellate. Infine, crescono anche le esportazioni annue di prodotti e macchinari (congelatori, televisioni, monitor, camion e trattori).
Tab. 6 – I settori trainanti l’export Maggiori prodotti esportati 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Pneumatici (in migliaia di unità) 2007 2152 1375 2335 2721 2333 2636
Fibre e filati sintetici (in migliaia di tonnellate) 150,1 157,7 163,5 158,2 155,5 141 153,1
Metalli ferrosi (in migliaia di tonnellate) 1391 1431 1453 1414 1498 1631 1826
Congelatori e surgelatori (in migliaia di unità) 610,7 654,5 721,3 790,2 848,9 890,1 969
TV, monitor e proiettori(in migliaia di unità) 373,5 480,2 454,8 544,3 739 814,8 477,4 Trattori, inclusi le motrici dei camion (in migliaia di unità) 21,7 23,5 25,7 30,2 36,4 41,4 49,9
Camion (in migliaia di unità) 10 12,4 10,6 11,9 12,3 13,2 13,2
Biciclette (in migliaia di unità) 483,6 679,5 720,3 705,7 730,4 381,2 283,5
Roulotte (unità) 8985 15712 18435 19331 28903 33951 31170Fonte: Ufficio statistico della Bielorussia
Le relazione economiche con l’estero: i rapporti commerciali con
l’Italia e il confronto con i principali competitor globali
L’economia contemporanea è spesso definita attraverso la metafora della rete, un complesso intrecciarsi di relazioni e scambi commerciali. La Bielorussia è essa stessa inserita nella rete globale degli scambi, come d’altronde l’Italia. In questa sezione del lavoro si esaminerà il network commerciale della Bielorussia. In altri termini, occorre comprendere i rapporti tra la giovane Repubblica di Belarus e il “sistema mondo”, approfondendo in particolare gli aspetti che riguardano direttamente l’Italia.
La tabella 7 mostra gli andamenti delle esportazioni della Repubblica di Belarus a seconda dei partner commerciali. Come si può notare, grazie al trattato di libera circolazione delle merci, il paese verso cui sono state spediti le maggiori quantità di prodotti, nel 2006, è la Russia (34,7%). A ben vedere, il rapporto privilegiato con questo paese non è una novità. Infatti, sin dal 2002 la Russia è il maggior partner commerciale di Minsk (quasi il 50% delle esportazioni). A seguire troviamo l’Olanda e la Gran Bretagna, che rispettivamente conquistano il 17,7% e 7,5% delle esportazioni totali della Bielorussia. Questo dato è molto interessante: infatti, dal 2002 al 2006, la Repubblica Bielorussa ha aumentato considerevolmente la merce inviata vero l’Olanda e l’Inghilterra, il saldo è pari a 3215,5 mln USD per l’Olanda e 981,2 mln USD per la Gran Bretagna. Considerando i valori percentuali
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relativi alle esportazioni del 2006, a seguire troviamo: l’Ucraina (6,3%); la Polonia (5,3%); la Germania (3,9%); la Lettonia (2,4%); gli Stati Uniti (2,3%); la Lituania (2,2%). Fanalino di coda è l’Italia, che nell’anno considerato non ha superato la soglia dell’1%.
Tab. 7 – I partner commerciali della Bielorussia (I)
Export bielorussia (mln Usd) 2002 2003 2004 2005 2006 % 2006
Russia 3977,1 4879,9 6485 5715,8 6849,6 34,7
Olanda 279 413,8 924,4 2408,3 3494,5 17,7
Gran Bretagna 493,7 938,3 1147,6 1120,4 1474,9 7,5
Ucraina 271,6 343,5 539,8 907,8 1234 6,3
Polonia 273,3 434,5 728,8 847,3 1032,8 5,3
Germania 347,9 421,2 516,3 708,5 752,6 3,9
Lettonia 520,1 344,2 310,7 322,6 462 2,4
USA 91,3 102,3 208,6 250,1 446,7 2,3
Lituania 256,7 265 284,8 351,8 432,7 2,2
Italia 130,1 135,2 142,9 159,7 177,2 0,9
Altri paesi 1380,1 1667,7 2484,8 3187 3381,5 16,8
Totale 8020,9 9945,6 13773,7 15979,3 19738,5 100,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
In generale, le merci in uscita dal territorio bielorusso passano attraverso il Nord‐Europa: dalla Germania, in Olanda, per poi giungere in Gran Bretagna. È interessante notare come la Bielorussia abbia le caratteristiche per configurarsi come intermediario negli scambi tra Russia e Europa del Nord: la sua posizione e i legami bi‐laterali già attivi possono favorire la costituzione di un corridoio che, in futuro, potrebbe congiungere Mosca con Londra.
Tornado ai dati, il rapporto privilegiato con Mosca emerge anche dalle cifre relative alle importazioni (tab. 8). Nel 2006, il 58,6% di tutti i prodotti stranieri che hanno varcato i confini bielorussi erano di origine russa. Al secondo posto di questa classifica, con il 7,5%, troviamo la Germania, al terzo l’Ucraina (5,5%), al quarto la Polonia (3,4%), al quinto la Cina (2,5%). In questo caso, l’Italia, con il 2,2%, è sesta, superando la Francia (1,3%), l’Olanda (1%) e il Brasile (0,9%).
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Tab. 8 – I partner commerciali della Bielorussia (II) Import Bielorussia in mln USD 2002 2003 2004 2005 2006 % 2006
Russia 5922,3 7601,9 11219,2 10118,1 13084,3 58,6
Germania 693,1 820,7 1081,7 1121,1 1669,9 7,5
Ucraina 290,7 362,1 545 893,9 1224,7 5,5
Polonia 219,6 348,5 475 578,9 765 3,4
Cina 45,7 70,5 157,1 284,1 548,6 2,5
Italia 215,2 284 300,5 393,5 496,9 2,2
USA 103,1 150,1 255,3 231,9 283,2 1,3
Francia 94,9 116,3 165,1 176,1 270,4 1,2
Olanda 84,1 93,4 118,7 161,3 220 1
Brasile 104,5 89,2 97 142,3 147,6 0,9
Altri paesi 1319,1 1621,3 2076,2 2606,9 3612,6 15,9
Totale 9092,3 11558 16490,8 16708,1 22323,2 100,0 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
A giudicare dai dati commentati precedentemente, l’Italia sembra
esportare in Bielorussia più di quanto non importi. Tale evidenza è confermata dalla tabella 9: la serie storica del saldo (terza colonna) mostra chiaramente che già a partire dal 1994 la quantità di merce italiana importata dalla Bielorussia supera quella esportata in Italia. Il trend, da questo punto di vista, lascia presagire aumenti delle quote di mercato in favore del nostro paese.
Tab. 9 – Gli scambi Bielorussia-Italia (in milioni di USD)
Anno Esportazioni Importazioni Saldo 1992 22,3 14 8,3 1993 26,9 20,2 6,7 1994 34,9 22,8 12,1 1995 60,8 82,7 -21,9 1996 57,4 111 -53,6 1997 64,2 157,9 -93,7 1998 73 179 -106 1999 64,8 167,9 -103,1 2000 76,1 162,6 -86,5 2001 85,4 164,1 -78,7 2002 130,1 215,2 -85,1 2003 135,2 284 -148,8 2004 142,9 300,5 -157,6 2005 159,7 393,5 -233,8 2006 172,2 496,9 -324,7 Fonte: Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE)
Dal confronto del primo trimestre del 2006 con quello del 2007, infatti, (vedi allegato 1) l’Italia ha aumentato di oltre il 100% l’esportazione di
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legno e prodotti per il legno (101,65%); pasta da carta, carta e prodotti di carta (305,28%); metallo e prodotti in metallo (106,23%); macchine ed apparecchi meccanici (102,14%). Sul lato delle importazioni il nostro paese ha fatto registrare incrementi considerevoli soprattutto di prodotti alimentari, bevande e tabacco (158,21%); di articoli in gomma e materie plastiche (278,72%); di mobili (342,44%); di altri prodotti dell’industria manifatturiera (332,13%).
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Gli scambi con la regione Lazio
Premessa Nelle pagine precedenti si è visto come negli ultimi cinque anni l’Italia abbia costantemente incrementato gli scambi economici con la Bielorussia sino a diventare il sesto partner commerciale del paese ex sovietico. Nell’ottica di approfondire le opportunità di internazionalizzazione delle imprese laziali, non ci si può, però, limitare all’interscambio su scala nazionale, bensì occorre fornire dati su base regionale in modo da far emergere le peculiarità territoriali e individuare i settori produttivi che, al momento, appaiono più promettenti. A riguardo, il database sul commercio estero dell’Istat (Coeweb) fornisce un sostegno imprescindibile: al suo interno sono archiviati i dati territoriali sugli interscambi economici delle regioni e province italiane con l’estero. In questa sezione si utilizzeranno le informazioni del Coeweb per descrivere, tanto su base longitudinale quanto rispetto al primo trimestre del 2007, gli scambi economici tra le province della regione Lazio e la Bielorussia. Le tendenze di medio periodo
Nel grafico 6 sono rappresentati gli interscambi economici posti in essere dal 1992 al 2005 tra le imprese della regione Lazio e la Repubblica di Belarus. In generale, dalle serie storiche riportate, si evince che le esportazioni sono state quasi sempre superiori alle importazioni (fatta eccezione al periodo compreso tra gli anni 2000 e 2002). Questa tendenza generale si precisa ulteriormente prendendo in considerazione i picchi di export registrati negli anni 1996 (6.862.000 euro) e 1999 (6.586.000 euro). Soprattutto nel 1996 si è registrata la migliore performance delle imprese laziali sul mercato bielorusso. Come si vede l’andamento dell’interscambio con la Bielorussia è tutt’altro che regolare: fino al 2000, periodi di crescita si alternano a bruschi cali. Passando alle evoluzioni più recenti, dal 2002 i volumi di export tornano ad aumentare mentre si riduce l’import: il 2003 è
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invece l’anno nel quale il tessuto produttivo laziale ha segnato differenziali tra export ed import significativi (import 1.107.000 euro contro un valore complessivo di esportazioni pari a 5.142.000 euro). Infine, negli ultimi due anni (2004 e 2005) l’export scende nuovamente, mentre l’import appare in leggerissima ripresa.
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
Dal punto di vista tendenziale, le relazioni commerciali e industriali con
la Bielorussia sembrano risentire in modo forte delle congiunture economiche. Non bisogna però dimenticare che dal punto di vista dimensionale, gli importi degli scambi sono alquanto contenuti: è sufficiente che un’azienda non rinnovi una commessa avuta nell’anno precedente per far sì che la tendenza generale si inverta. Comunque sia, l’analisi del grafico suggerisce che dopo un periodo di sviluppo (1992‐1999) si è entrati in una fase di calo sia per quel che riguarda l’import sia per l’export (2000‐2005).
Graf. 6 - Import-Export Lazio-Bielorussia 1992-2006(in migliaia di euro)
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 import export
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I dati su base provinciale
Dopo aver descritto gli stock annui, conviene passare ad analizzare la composizione degli stessi nel primo trimestre del 2007. Rimane, comunque, valida l’avvertenza proposta poco sopra: scomponendo su base provinciale importi di per sé bassi, bisogna porre attenzione alla lettura dei dati e concentrarsi sulle categorie merceologiche movimentate piuttosto che sui volumi complessivi20.
Al primo trimestre 2007 i flussi d’import/export tra Bielorussia e le imprese laziali sono indirizzati prevalentemente su due categorie di prodotti: agricoltura, caccia e silvicoltura e trasformati/manufatti (tab. 10). Tab. 10 – Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia
(Valori in euro - periodo riferimento: I trimestre 2007)
Viterbo Rieti Roma Frosinone Latina Tipologia di merce (CAPTECO21) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.
A – Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura
0 0 0 0 0 93.139 0 0 0 58.968
D - Prodotti trasformati e manufatti
19.022 86.989 0 0 109.064 11.031 18.868 9.067 21.702 208.529
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
In particolare, la direzione degli scambi produttivi tra i due soggetti
economici punta decisamente verso la Bielorussia: le esportazioni di prodotti laziali ammontano a circa 460mila euro; viceversa, il valore complessivo delle importazioni si attesta a circa 170mila euro. Dunque, per le imprese laziali la Bielorussia rappresenta un’occasione di proiezione esterna; tale strategia è perseguita soprattutto dalle aziende presenti nella provincia di Latina: le esportazioni delle imprese pontine in Bielorussia, ammontano a oltre 260mila euro (in prevalenza prodotti trasformati e
20 Per fornire una base informativa più ampia nell’allegato 2, posto al termine del documento, sono
riportati gli scambi per categoria merceologica delle province laziali negli anni che vanno dal 2003 al 2006. Per esigenze di sintesi, queste tavole non sono analizzate nel testo.
21 La classificazione economica delle merci stabilita a livello mondiale dal Comitato di Cooperazione Doganale è definita Sistema armonizzato (SH6). E’ costituita da raggruppamenti di merci in oltre 5.000 posizioni a sei cifre. Da essa deriva la classificazione economica delle merci adottata nelle rilevazioni del commercio estero dai paesi dell’UE (Nomenclatura combinata ‐ NC8); da questa ulteriore classificazione si origina un’altra nomenclatura combinata che raggruppa, sulla base delle attività economiche, i diversi prodotti. La Classificazione delle attività economiche ufficialmente adottata dallʹISTAT è l’ATECO2002 assimilabile, fino alla quarta cifra di dettaglio, alla classificazione ufficiale dellʹ Unione europea NACE rev.1.
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manufatti), coprendo una quota di mercato, rispetto al resto delle aziende laziali, del 57%. Il restante 43% delle esportazioni è appannaggio quasi esclusivo di due province: Roma (104mila euro, in particolare prodotti del settore primario) e Viterbo (poco meno di 87mila, in prevalenza manufatti). In posizione marginale con 9mila euro di export si posizionano le imprese ciociare, mentre le aziende reatine, nei primi mesi del 2007, non hanno avuto alcuno scambio con la Bielorussia sia in entrata che in uscita.
Per quanto riguarda l’import, la quota dei prodotti bielorussi in entrata (specialmente trasformati e manufatti) è assorbita prevalentemente dalla provincia di Roma (109mila euro); mentre, Viterbo, Latina e Frosinone si attestano su livelli di import compresi tra i 21mila euro della provincia di Latina e 18mila euro della provincia di Frosinone. Per quel riguarda i prodotti del settore primario, la totalità dell’export delle province di Roma e Latina riguarda le coltivazioni agricole, la produzione di ortaggi e fiori.
Come si vede gran parte degli scambi riguarda la categoria merceologica dei prodotti trasformati e dei manufatti. Si tratta di un insieme alquanto eterogeneo di prodotti: si va dai prodotti tessili alle materie plastiche, dalla meccanica ai composti chimici; per meglio comprendere la situazione laziale è quindi necessario mostrarne la composizione interna, sia in entrata che in uscita (tab. 11).
All’interno della macrocategoria “prodotti trasformati e manufatti”, le esportazioni riguardano principalmente quattro tipologie di merci: prodotti chimici e fibre sintetiche (167mila euro); macchine e apparecchi meccanici (146mila euro); articoli in gomma e materie plastiche (72mila euro); e, infine, con poco più di 60mila euro, legno e prodotti in legno.
A livello provinciale, sono soprattutto le imprese pontine operanti nei settori del chimico e della metalmeccanica ad essere più dinamiche nel mercato bielorusso. Spostandosi nella parte settentrionale della Regione, le aziende viterbesi esportano invece articoli in gomma e materie plastiche (72mila euro). Modesti risultano i volumi di export delle province di Roma e Frosinone.
Le importazioni di prodotti manufatti e trasformati vede le aziende della provincia di Roma protagoniste soprattutto nell’acquisto in Bielorussia di prodotti chimici e fibre sintetiche (94mila euro). Viceversa, Viterbo, Latina e Frosinone, pur registrando valori di import moderati, si riforniscono dalla Bielorussia soprattutto di legno e prodotti del legno.
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Tab 11 – Import-Export prodotti trasformati e manufatti Lazio-Bielorussia
(Valori in euro - periodo riferimento: I trimestre 2007)
Viterbo Roma Latina Frosinone MERCE
Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. DB - Prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento
0 0 10.483 7.131 0 0 0 0
DD - Legno e prodotti in legno
19.022 0 1.031 0 21.702 0 18.868 0
DG - Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali
0 5.857 94.380 0 0 67.529 0 0
DH - Articoli in gomma e materie plastiche
0 71.740 0 0 0 0 0 0
DI - Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
0 9.392 0 0 0 0 0 0
DK - Macchine ed apparecchi meccanici
0 0 0 0 0 141.000 0 5.289
DL - Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche
0 0 3.170 2.500 0 0 0 0
DN - Altri prodotti delle industrie manifatturiere
0 0 0 1.400 0 0 0 3.778
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
In generale, l’interscambio tra Bielorussia e Lazio è ancora limitato sia
dal punto di vista dei volumi complessivi sia per quel che riguarda la diversificazione dei prodotti. Come evidenziano i dati longitudinali presentati in apertura, si tratta di un corridoio commerciale che funziona ancora a singhiozzo. Tuttavia di recente sono presenti segnali che lasciano trasparire alcune linee di sviluppo. Innanzitutto, emerge con sufficiente chiarezza come Latina sia stata la provincia che in modo più dinamico ha iniziato il proprio posizionamento all’interno del mercato bielorusso. Al contrario, l’altro polo degli scambi Lazio‐Bielorussia è Roma, che con le proprie quote di importazione raccoglie buona parte delle merci in ingresso sul territorio laziale.
Attualmente, il Lazio non sembra avere legami strutturati con la Bielorussia, tuttavia esistono due canali (uno in entrata, Roma e uno in uscita, Latina) all’interno dei quali passa buona parte degli scambi. In prospettiva potrebbe essere utile avviare un rafforzamento dell’operatività economica, facendo leva sulle relazioni già esistenti e trasformando le due province laziali in connettori attraverso i quali sviluppare un interscambio
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più ampio che possa coinvolgere anche le province limitrofe. La strategia da mettere in campo dovrebbe comunque essere in grado di attivare delle catene nelle quali le aziende già presenti in Bielorussia fungano da testa di ponte per altre aziende. In questo senso, occorrerebbe lavorare sulle economie di filiera, magari costituendo dei consorzi che sappiano coprire un intero comparto produttivo: dalla trasformazione delle materie prime alla lavorazione avanzata del prodotto.
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Il framework giuridico: politiche economiche, sistema tributario e agevolazioni allo
spostamento dei capitali La Bielorussia è una nazione che, dopo un lungo periodo di economia controllata dallo Stato, sta accelerando il processo di apertura del proprio mercato agli investitori privati (nazionali, ma soprattutto esteri). È quasi scontato sottolineare che oltre alla vocazione produttiva e alle caratteristiche del mercato del lavoro, occorre tenere presente il quadro normativo e i meccanismi di tassazione: il sistema di regolazione della presenza straniera nel mercato interno è un fattore imprescindibile nella valutazione delle strategie di penetrazione economica in Bielorussia. Sarebbe difatti avventato suggerire strade per l’internazionalizzazione d’impresa, prescindendo da elementi come la governance economica e le politiche fiscali.
In questa sezione del lavoro, quindi, si sintetizzeranno le principali caratteristiche della normativa bielorussa in materia fiscale; inoltre, si descriveranno le figure giuridiche che è possibile costituire in Bielorussia e la legislazione che regola gli investimenti esteri.
Le informazioni riportate riflettono la situazione al 1 gennaio 2006. Le fonti, invece, sono il rapporto della società internazionale di consulenza Deloitte Touche Tohmatsu22 e il report elaborato congiuntamente dal Ministero dell’Economia bielorusso con la collaborazione degli esperti della società Ernst & Young23. È interessante notare come sia stato lo stesso governo locale a commissionare questi due studi; come a voler dire che la credibilità della nazione è certificata secondo standard internazionali: il marchio della Ernst & Young, la più importante società di consulenza al mondo, è in questo senso indicativo.
22 Cfr. Deloitte, The Rough Guide to Belarusian Taxation 2006; Minsk 2006. 23 Cfr. Ministry of Economy of Belarus and Ernst &Young, The Legal Framework Governing the
Activities of Foreign Investors in the Republic of Belarus, Minsk, February 2004.
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Al di là delle strategie di comunicazione pubblica, negli ultimi anni il Governo bielorusso ha dimostrato una notevole attenzione nei confronti degli investitori esteri; al punto da varare nel 2001 un apposito piano per l’attrazione degli investimenti dall’estero (The Investment Code of the Republic of Belarus, 22 giugno 2001). Il “codice degli investimenti” (CdI) offre notevoli vantaggi per quelle aziende che intendono stabilire un’unità produttiva o distributiva sul suolo bielorusso: in particolare, l’art. 77, riconosce il diritto per le aziende straniere di impiantare qualsiasi tipo di attività produttiva (senza restrizioni di capitale investito, figura giuridica o forma organizzativa)24 ricevendo da parte dello Stato Bielorusso il medesimo trattamento delle aziende locali. Si tratta di un principio di fondo di grande importanza poiché nega qualsiasi forma di protezionismo, inserendo, di fatto, il mercato bielorusso all’interno della rete globale degli scambi economici.
La presenza straniera nel mercato bielorusso: forme giuridiche, procedure e costi
Al di là del principio della parità tra investitore locale e investitore straniero, è opportuno riportare le forme giuridiche che può acquisire un investitore straniero in Bielorussia: ‐ Società per azioni modello aperto. Capitale minimo di costituzione:
12.500 euro; ‐ Società per azioni modello chiuso. Capitale minimo di costituzione:
3.000 euro; ‐ Società a responsabilità limitata. Capitale minimo di costituzione:
1.600 euro; ‐ Impresa individuale; ‐ Partnership semplice o accordo di attività congiunta (Joint Venture).
Dal punto di vista procedurale, per la registrazione di una società
bielorussa l’organo competente per l’espletazione degli obblighi di legge è il Comitato Esecutivo della regione oppure quello di Minsk.
Una società a partecipazione straniera può essere costituita ex novo o mediante l’acquisizione di quote di società preesistenti ma prive di partecipazioni straniere. È inoltre possibile rilevare completamente una società a totale partecipazione bielorussa. Dopo l’acquisizione di una quota
24 Le uniche restrizioni riguardano aziende operanti nel settore della difesa e degli armamenti e la
produzione di sostanze chimiche inquinanti.
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di partecipazione o dell’intero pacchetto azionario, la società deve nuovamente presentare i documenti costitutivi (che ovviamente dipendono dalla forma societaria precedente). La registrazione governativa di società aventi partecipazioni straniere viene effettuata presso il Ministero degli Affari Esteri, normalmente le varie procedure richiedono tra il mese e il mese e mezzo25. Per quel che riguarda i costi di questo iter si tratta di importi decisamente contenuti poiché, ad esempio, la registrazione di una nuova società richiede circa 60 euro.
Un discorso differente riguarda la costituzioni di succursali, filiali o sedi di rappresentanza di società straniere sul suolo bielorusso. Una filale consente di avere “occhi e orecchie” in territorio straniero e rappresenta, quindi, una buona strategia per presidiare un mercato, a fronte di un investimento abbastanza contenuto. In merito la legislazione bielorussa si presenta abbastanza elastica e semplice. I principali documenti da presentare sono: una richiesta, nella quale siano indicati scopo, data di costituzione e tipo di attività, una copia dello statuto societario, una copia dell’atto di registrazione della società, poteri dell’amministratore, statuto, ecc.
Tutti i documenti provenienti dall’estero devono essere presentati in traduzione giurata. Per quel che riguarda i costi, la tassa è di mille dollari americani per i primi due anni e cinquecento per gli anni successivi. Gli investimenti stranieri: settori, agevolazioni e tutele Una legislazione favorevole alla costituzione di imprese da parte di cittadini non bielorussi è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché il mercato bielorusso possa divenire attraente per gli investitori stranieri. In effetti, per favorire gli investimenti occorre anche stabilire delle regole in grado di tutelare i capitali. In sostanza all’imprenditore bisogna assicurare, non solo una forma giuridica, ma anche i soldi investiti. A ben vedere, la repubblica di Belarus ha emanato leggi e provvedimenti volti a regolare i rapporti con l’investitore straniero. In Bielorussia, infatti, non possono essere effettuati investimenti nei servizi e nel mercato dei terreni, fatte salve alcune eccezioni. Inoltre, per la maggior parte delle attività commerciali occorrono autorizzazioni degli organi politici competenti.
D’altro canto, dal 2005, sono state emesse alcune leggi che prevedono il mantenimento delle agevolazioni, anche a fronte di cambiamenti restrittivi e svantaggiosi per le imprese. Infatti, le agevolazioni ottenute non possono
25 Per ulteriori informazioni cfr. Informest, Business Guide. Bielorussia, 2005; Deloitte, cit., p. 7‐11.
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essere (sottratte in futuro). Da questo punto di vista, l’articolo 34 della legge n. 99‐3 del 03/02/98 garantisce la fruizione degli incentivi per un periodo non superiore ai 5 anni, qualora avvenissero delle modificazioni in senso negativo. Le facilitazioni economiche per le imprese, insomma, sono un vero e proprio punto di forza del paese; esse rappresentano la prima risorsa a disposizione degli investitori. Tant’è vero che in Bielorussia sono state costruite ad hoc sei zone franche: Brest, Minsk, Gomel‐Raton, Vitebsk, Moghiliov, Grodnoinvest. Inoltre, in tutto il paese sono applicate le seguenti facilitazioni: ‐ la partecipazione straniera superiore al 30% è esente dal pagamento
di imposte sugli utili derivanti dalla commercializzazione dei propri servizi e prodotti per un periodo di tre anni;
‐ le imprese possono esportare la propria produzione liberamente e altrettanto liberamente possono trasferire il ricavato delle esportazioni in valuta straniera all’estero;
‐ le imprese con capitale straniero possono importare beni e servizi necessari alla produzione senza licenza.
Sembra evidente, dunque, che, almeno dal punto di vista delle leggi
sugli investimenti, la giovane repubblica ex sovietica stia cercando di favorire l’afflusso di capitale straniero entro i suoi confini. Questo orientamento è confermato dai dati sulle imprese con capitale estero (tab. 12).
Tab. 12 – Imprese con investimenti esteri suddivisi per settori
Totale % totale Joint
ventures Imprese 100%
straniere
Commercio 944 31,9 412 532 Industria 1271 43 785 486 Alimentare 210 7,1 141 69 Legno 312 10,6 167 145 Ingegreria 268 9,1 169 99 Chimica 141 4,8 94 47 Trasporti e com. 130 4,4 89 41 Edilizia 146 4,9 93 53 Agricoltura 293 9,9 134 159 Servizi finanziari. 100 3,4 45 55 Altre attività commerciali 109 3,7 74 35 Istruzione 78 2,6 23 55 Sanità e servizi sociali 63 2,1 29 34 Altri servizi 49 1,7 32 17 Totale 2957 100 1575 1382 Fonte: Informest 2005
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In totale le imprese a capitale straniero sono 2957, di cui il 53% è costituito da Joint Ventures26. In particolare, l’industria, con 1271 aziende, rappresenta il 43% del totale, mentre, il 31,9% delle attività economiche presenti sul territorio sono a vocazione commerciale. L’industria del legno è molto sviluppata e rappresenta circa un decimo delle imprese. Tutte le altre imprese si attestano al di sotto di quest’ultima soglia: ingegneria, chimica, trasporti commerciali, edilizia ecc., singolarmente, non superano il 10% del totale delle imprese totalmente o parzialmente controllate da stranieri. Il sistema tributario bielorusso L’atteggiamento del Governo nei confronti della fiscalità tende ad avvicinare il sistema bielorusso a quello russo. Attualmente è in corso una revisione del sistema tributario. Nonostante lo scenario sia in continua evoluzione, è utile descrivere le linee guida del sistema tributario nazionale. Nel prospetto 1 sono riportate le principali norme tributarie riguardanti le persone giuridiche, con relative aliquote. Come è possibile dedurre dalle informazioni sintetizzate nel prospetto, il sistema di tassazione attivo in Bielorussia tende a prediligere i prelievi diretti sulla produzione di profitti, sull’acquisto e sulla proprietà di beni. Va notata la presenza di tasse di scopo (l’Imposta straordinaria per Chernobyl) e prelievi tesi a riequilibrare lo sfruttamento delle risorse naturali (qualora le risorse così reperite vengano adeguatamente reinvestite).
26 Soltanto 77 sono controllate parzialmente o totalmente da italiani; cfr. l’Allegato 3, al termine del
documento, dove sono riportate le principali aziende italiane presenti in Bielorussia.
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Prospetto 1 – Principali imposte applicabili a persone giuridiche27
Imposte sulle vendite Imposte incluse nei costi Imposte sui profitti
Iva Dallo 0 al 20%
Imposta straordinaria per Chernobyl e contributo al fondo occupazione
5% dei salari Imposta sul patrimonio immobiliare
Pari all’1% del costo ammortizzato delle attività fisse calcolato su base annua. Riguarda anche gli immobili in costruzione o non finiti
Contributi al fondo statale
2% del reddito derivato dalle vendite al netto dell’Iva
Contributi al fondo di protezione sociale
35% dei salari Imposta sui dividendi
15% del fatturato (ricavo lordo)
Contributi al fondo locale
2,5% del reddito derivato dalle vendite al netto dell’Iva
Imposta fondiaria
L’ammontare dipende dalla qualità e dalla posizione del lotto
Imposta sui profitti
24%. L’imposta è calcolata sulla base dei beni immobiliari posseduti (al netto dei profitti) e sul ricavo netto, tenendo conto di eventuali sgravi fiscali
Accise
Limiti nel valore o nelle quantità di beni importati
Imposta sulle risorse naturali o sull’ambiente
Si calcola sulla base del volume delle risorse usate e del volume di sostanze inquinanti prodotte
Imposta sull’acquisizione di mezzi di trasporto
5% del valore del mezzo
Imposta sui trasporti
5% dei profitti al netto dell’imposta sul patrimonio immobiliare e dell’imposta sui profitti
Imposte locali Non più del 5% dei profitti netti
Fonte: Informest, 2005.
27 Le informazioni presentate sono riferite al primo gennaio 2005.
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Vincoli e opportunità dell’internazionalizzazione d’impresa in
Bielorussia: una SWOT Analysis
L’attuale scenario socio‐economico Bielorusso si presta a diverse letture. Ad esempio, gli organismi economici internazionali ne enfatizzano la dinamicità produttiva mettendo in secondo piano i costi sociali dello sviluppo; mentre, le istituzioni europee evidenziano il deficit di cooperazione dello Stato Bielorusso dimenticando quanto sia complesso cancellare con un colpo di spugna il recente passato. Una cosa è certa, la Bielorussia contemporanea non è una nazione che rimanda a chi la osservi un’immagine perfettamente trasparente: tra bagliori e zone d’ombra, i segnali da decifrare sono molti e, per certi versi, contraddittori fra di loro. In particolare, è difficile trovare chiavi interpretative che sappiano, allo stesso tempo, rendere conto della vitalità interna alla nazione e della sua controversa reputazione internazionale.
Con l’intenzione di fornire elementi che possano portare ad una disamina più circostanziata della questione, si cercherà di tenere assieme tutti i fattori implicati in un giudizio che, sin d’ora, si intende come provvisorio e passibile di riesame.
Come anticipato nella sezione metodologica del report, lo strumento utilizzato per sintetizzare e interpretare quanto emerso dall’indagine è la Swot analysis. In buona sostanza si tratta di una modello che, sinteticamente, riconduce i principali elementi di un qualsiasi fenomeno a quattro categorie; due interne all’oggetto d’indagine; due, invece, esterne. Da una parte, per quel che riguarda i fattori interni, ci sono i punti di forza (strenght) e di debolezza (weaknesses); mentre, rispetto ai fattori esterni, occorre isolare rischi e opportunità legati al permanere (o al radicalizzarsi)
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dei fattori interni e all’intervento di elementi contestuali e di scenario28. Rispetto al panorama nazionale Bielorusso lo scopo della Swot presentata in figura 1 è evidenziare il contesto nel quale si trovano (o potrebbero trovarsi) le aziende intenzionate ad internazionalizzare le proprie attività in Bielorussia. Tecnicamente, non si tratta di una analisi che evidenzia solo i fattori che possono ostacolare o agevolare il “fare impresa” in Bielorussia; bensì si preferisce restituire la complessità delle interdipendenze che interessano la nazione bielorussa.
Fig. 1 – Matrice Swot per l’analisi del sistema‐paese Bielorussia
Strenght (punti di forza)
Weaknesses (punti di debolezza)
Fatt
ori
in
tern
i
Terziarizzazione dell’economia Investimento nella formazione
Benessere sociale sempre più diffuso Partnership commerciali consolidate Normativa agevolata per le imprese Abbondanza delle risorse naturali
rinnovabili
Eredità di Chernobyl
Dipendenza economica ed energetica dalla Russia
Ambiguità del rapporto con l’UE Scarsa differenziazione delle
partnership commerciali Limitato sviluppo dei consumi
Opportunities (opportunità)
Threaths (rischi)
Sviluppo a traino delle politiche di
vicinato Apertura di corridoi commerciali ad
alta intensità di traffico Delocalizzazione dei fattori produttivi Importazione di competenze e “saper
fare”
Sfruttamento indiscriminato delle
risorse naturali Transizione post-comunista
incompiuta Ingabbiamento in settori produttivi a
scarsa innovazione Isolamento geo-politico Completa statalizzazione
dell’economia
Fatto
ri este
rni
Andando ad analizzare nello specifico i quadranti della Swot, risulta
abbastanza agevole identificare i fattori propulsivi del sistema bielorusso. La strada dell’emancipazione da un’economia pianificata a livello statale è stata imboccata con decisione: gli ingenti investimenti nel sistema formativo sono, d’altronde, legati a doppio filo con una terziarizzazione che sebbene sia avviata da poco, è oramai difficile da arrestare. La principale conseguenza è, innanzitutto, un benessere sempre più diffuso nel tessuto sociale nazionale (soprattutto nelle aree urbane), trainato dalla capacità di esportazione attraverso reti commerciali orami consolidate (in
28 La prospettiva interna fa riferimento alla situazione presente di un dato fenomeno (sincronia),
mentre la prospettiva esterna si pone in un ottica previsionale (diacronia); cfr. “La metodologia dell’indagine”.
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direzione Russia e Europa del Nord) e dalla disponibilità di risorse naturali rinnovabili, con filiere produttive molto sviluppate. Se a ciò si aggiunge la normativa agevolata per la costituzione di aziende estere sul territorio nazionale, appare chiara la volontà della Bielorussia di diventare un soggetto economico operante su scala globale.
A far da contraltare a questi strenghts di tutto rilievo, c’è un’insieme di debolezze. In primis, il pesante lasciato della catastrofe ambientale di Chernobyl, un evento le cui conseguenze pesano ancora tanto sul bilancio quanto sulla memoria collettiva di tutta la nazione. In qualche modo legata al tragico fallimento di una prospettiva energetica trainata dal nucleare, c’è la quasi completa dipendenza energetica nei confronti della Russia: nonostante, le recenti “scaramucce” sui limiti d’esercizio della sovranità territoriale rispetto al passaggio delle pipeline, il gas russo è una risorsa imprescindibile per l’economia bielorussa. Conseguenza diretta di questa situazione è la dipendenza economica e commerciale dagli investimenti di Mosca: pensare al mercato bielorusso senza i capitali movimentati dalla Russia è impossibile. È quindi naturale che una delle maggiori debolezze sia rappresentata dalla scarsa differenziazione delle partnership commerciali: fatta eccezione per la Germania e l’Olanda, nessuno stato europeo può vantare volumi di scambio di un certo rilievo. L’isolamento della Bielorussia è, inoltre, aggravato dall’ambiguità dei rapporti con l’Ue: i richiami comunitari all’applicazione di standard minimi in termini di diritti sociali (libertà d’espressione, tutela degli organismi di rappresentanza e, in genere, qualità della vita democratica) non depongono a favore di un rapido sviluppo di rapporti di vicinato intensi e continuativi. Strettamente legati alle debolezze del sistema economico, sono i rischi
che (potenzialmente) possono caratterizzare lo scenario nazionale nel medio periodo. La dipendenza dal sistema russo potrebbe sfociare in un ingabbiamento delle attività produttive bielorusse all’interno di quei segmenti che risultano premianti in un’ottica di mantenimento delle quote di scambio con la Russia, ma che tuttavia non producono innovazione. Ciò significherebbe mettere in secondo piano il fatto che l’ammodernamento dell’industria nazionale è una priorità che non può essere differita. In generale, il rapporto privilegiato con la Russia può comportare ritardi nella transizione post‐comunista, soprattutto nel caso in cui lo Stato continui ad intervenire nell’economia nazionale. D’altronde, anche l’intensificazione degli scambi commerciali e delle partnership con l’estero potrebbe portare con sé dei problemi, come, ad esempio, un iper‐sfruttamento delle risorse naturali. Infine, dal punto di vista delle relazioni politiche, il rischio di un isolamento sempre marcato della Bielorussia è una prospettiva che potrebbe concretizzarsi già nel breve periodo: in particolar modo è
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l’incapacità di comunicare con le istituzioni europee a destare la maggiore apprensione.
A fronte di questi scenari tendenzialmente negativi, la Bielorussia ha la possibilità di cambiare marcia, avviando definitivamente il processo di modernizzazione politica, economica e sociale. Fattive politiche di vicinato con gli altri Stati dell’est Europeo e con l’Ue potrebbero, difatti, fungere da traino per lo sviluppo complessivo del Paese: grazie al sostegno dell’Europa la Bielorussia avrebbe l’opportunità di aprire (o rafforzare) importanti corridoi economici. Si pensi all’asse Nord‐Europeo che, attraverso la Polonia, collega la nazione ex sovietica alla Germania e di lì all’Olanda e alla Gran Bretagna. Allo stesso tempo, attraverso il rafforzamento di politiche che favoriscano sempre più l’impianto di attività produttive straniere sarebbe possibile aprire canali commerciali con l’Europa mediterranea. Certamente, questa opzione non può rappresentare un vantaggio solo per le nazioni estere; è necessario che la Bielorussia scambi la propria forza lavoro con il “saper fare” proveniente dalle aziende occidentali.
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Le risposte dell’amministrazione statale e
alcuni scenari di investimento per le PMI del Lazio
In quest’ultima parte dell’analisi si individueranno gli scenari d’investimento che, coerentemente alle caratteristiche del tessuto produttivo del Lazio, potrebbero rappresentare nei prossimi anni dei potenziali terreni di business per le PMI laziali.
Lo scopo è offrire agli imprenditori della Regione indicazioni utili per leggere l’evoluzione nel breve periodo delle politiche di sviluppo del Governo di Belarus, il quale ha recentemente varato il programma nazionale di innovazione e sviluppo del paese per il periodo 2007‐2010 [D.P. n. 384 del 12 Giugno 2006; D.P. n. 136 del 29 marzo 2007].
Peraltro, occorre precisare che gli scenari proposti non hanno la pretesa di definire puntualmente le strategia d’investimento delle PMI laziali, ma di offrire un primo orientamento per eventuali strategie d’impresa in Bielorussia.
Come anticipato il D.P. 136/2007 ha sostanzialmente individuato tre aree strategiche per lo sviluppo economico e sociale del paese: 1. Le condizioni di vita nelle zone rurali
Per il 2010 il Governo bielorusso intende varare un programma di riqualificazione delle zone agricole attraverso una serie di azioni volte a garantire alle famiglie rurali condizioni di vita migliori: ampliamento della rete idrica per uso domestico; costruzione di 186 centri ricreativi e di centri commerciali. Peraltro queste iniziative garantiranno la creazione di oltre 60mila posti di lavoro.
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2. Sviluppo ed innovazione
I programmi di sviluppo per 2007‐2010 prevedono una serie di azioni volte ad ammodernare il tessuto produttivo del paese attraverso un maggiore investimento in materiali e macchinari ad alta tecnologia. Un impegno che nel settore industriale è quantificabile in 1095 imprese nuove e modernizzate che dovrebbero accrescere il livello di competitività del paese nei mercati internazionali. Una strategia questa perseguibile anche attraverso un maggiore investimento nel settore R&S, fissando come obiettivo da raggiungere entro il 2010 un incremento pari al 18%‐20% della quota di prodotti innovativi.
3. La questione energetica
La Bielorussia sta varando un piano di ammodernamento e diversificazione delle fonti energetiche. Gli obiettivi fissati al 2020 dal Governo prevedono impianti esistenti più moderni e in grado di rendere più efficiente la rete di distribuzione dell’energia elettrica; inoltre sono previsti una serie di progetti per lo sviluppo di energia alternativa, con l’obiettivo di allentare il monopolio energetico derivante dall’uso di gas naturale. In particolare, la Bielorussia intende sfruttare dal punto di vista energetico le sue risorse boschive attraverso la costruzione di stazioni termiche a torba e scarti dì lavorazione del legno (“chip”). Oltre a ciò sono previsti investimenti in impianti di fonti rinnovabili: energia eolica, fotovoltaica, biogas ecc. Questa strategia ha come obiettivo di ridurre la dipendenza da forniture di gas naturale del 95% del 2006 al 49% nel 2020.
Nei prossimi anni dunque le parole d’ordine introdotte nel piano di
sviluppo sono: innovazione, diversificazione e ammodernamento. Tale strategia potrebbe aprire nuove opportunità per le imprese laziali e nazionali in generale. Non solo investimenti di capitali volti alla produzione di semi‐lavorati del legno e del tessile, settori questi tradizionali per le aziende italiane in Bielorussia, ma anche lo schiudersi di nuove opportunità economiche per le PMI laziali connesse all’esportazione di know how e competenze nella Repubblica di Belarus.
Date queste premesse, gli scenari di investimento delle PMI laziali nella Repubblica di Bielorus sono sostanzialmente due:
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Scenario 1 Un primo scenario prevede la possibilità di incrementare le quote di export, soprattutto rispetto ai trasformati e manufatti. Si è osservato infatti come specie le imprese pontine siano alquanto dinamiche negli interscambi con la Bielorussia, esportando soprattutto macchine ed apparecchi meccanici. Si tratta di uno scenario che ricalca quanto già intrapreso da altre aziende italiane, ma che nei prossimi anni dovrebbe essere maggiormente preformante, viste le intenzioni del Governo di Minsk di garantire una maggiore convenienza alle imprese che decidano di sviluppare i loro affari in Bielorussia. Nei prossimi anni sono previste ulteriori agevolazioni fiscali e doganali per le imprese straniere che investono in Bielorussia; inoltre, il maggiore investimento del governo bielorusso nell’innovazione dovrebbe garantire prodotti qualitativamente migliori e maggiormente appetibili nei mercati occidentali.
Scenario 2 Un secondo senario riguarda l’esportazione da parte delle PMI di competenze nel paese bielorusso. In questo caso si intravedono i maggiori vantaggi per un investimento a basso rischio imprenditoriale. Imprese laziali, soprattutto quelle ad alta innovatività presenti nella provincia di Roma, capaci di entrare in Bileorussia attraverso progetti e prodotti innovativi. Recentemente, il Ministro degli Esteri Sergei Martynov ha dichiarato la necessità della Bielorussia di attrarre produzioni innovative: “There is a need to attract innovative productions and foreign investments to this country” [Minsk 09/07/2007]. In altri termini, il piano di sviluppo della Bielorussia potrebbe attirare imprese laziali ad alto contenuto tecnologico (soprattutto nel settore energetico e della meccanica industriale) che potrebbero realizzare delle sinergie con imprese bielorusse per sviluppare e realizzare programmi di riqualificazione industriale e di progettazione e costruzione di impianti ad energia alternativa.
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A sostenere tali scenari vi è una quadro generale dell’economica del paese sostanzialmente positivo: popolazione con livelli d’istruzione medio‐alti; un progressivo miglioramento delle condizioni di vita e del benessere economico della popolazione (specie nelle aree urbane); livelli di crescita dell’economia costanti; una politica di controllo dell’inflazione e di riduzione del debito pubblico; una posizione geografica che permette di sfruttare le potenzialità del sistema russo.
In conclusione, la Bielorussia nel prossimo futuro realizzerà un programma di sviluppo su larga scala, tuttavia tale azione, seppur incisiva, dovrebbe essere assecondata da una politica interna che offra una maggiore impulso al processo di democratizzazione del paese. Una condizione, questa necessaria per avviare, da parte dell’Unione Europea, politiche di vicinato che se attuate darebbero maggiore impulso agli investimenti stranieri nel paese, trovando altresì condizioni socio‐economiche ideali per intraprendere una attività produttiva.
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Allegato 1 Gli scambi commerciali Italia-Bielorussia: il primo trimestre del 2007
Scambi Italia-Bielorussia per settori: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)
Esportazioni Importazioni Saldi Assoluti Normal. (%)
2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Settori Predefiniti
Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca 1.623 1.350 -16,82 977 742 -24,12 645 608 24,81 29,07 Prodotti delle miniere e delle cave 36 8 -78,03 . 1 . . 7 . 71,63 Prodotti alimentari, bevande e tabacco 921 1.307 41,93 306 790 158,21 615 517 50,12 24,66 Prodotti tessili 6.076 5.363 -11,74 1.994 1.418 -28,87 4.083 3.945 50,59 58,18 Articoli di abbigliamento e pellicce 1.699 1.860 9,45 2.773 825 -70,26 -1.074 1.035 -24,01 38,57 Cuoio e prodotti in cuoio (comprese le calzature di qualsiasi materiale 855 1.366 59,7 6.670 5.644 -15,39 -5.815 -4.278 -77,27 -61,02 Legno e prodotti in legno (escluso i mobili) 3.084 6.218 101,65 1.380 937 -32,16 1.703 5.282 38,15 73,82 Pasta da carta, carta e prodotti di carta; supporti registrati e stampa 300 1.215 305,28 62 . . 238 . 65,8 . Coke, prodotti petroliferi raffinati e combustili nucleari 16 8 -51,38 13.498 . . -13.481 . -99,76 . Prodotti chimici e fibre sintetiche artificiali (compresi i prodotti farmaceutici) 5.289 6.086 15,07 1.330 1.054 -20,77 3.958 5.032 59,8 70,48 Articoli in gomma e in materie plastiche 1.500 1.579 5,24 5 20 278,82 1.495 1.559 99,3 97,5 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (esclusi gli articoli in materie plastiche) 1.447 2.064 42,67 133 57 -57,38 1.314 2.007 83,17 94,66 Metallo e prodotti in metallo 3.223 6.646 106,23 7.384 12.197 65,19 -4.161 -5.551 -39,23 -29,46 Macchine ed apparecchi meccanici 15.392 31.114 102,14 137 91 -33,58 15.255 31.023 98,24 99,42 Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche e di precisione 6.679 7.268 8,82 916 1.497 63,37 5.762 5.771 75,87 65,84 Autoveicoli 1.679 2.626 56,41 . . . . . . . Altri mezzi di trasporto 17 15 -11,22 6 2 -67,87 11 13 47,07 76,95 Mobili 1.684 1.501 -10,85 51 224 342,44 1.633 1.278 94,17 74,07 Altri prodotti dell'industria manifatturiera (escl.mobili) 188 523 177,77 29 127 332,13 159 396 73,04 60,98 Energia elettrica, gas e acqua e altri prodotti 5 . . 1 10 948,08 4 . 67,7 .
Totale 51.713 78.117 51,06 37.653 25.634 -
31,92 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
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Principali prodotti scambiati tra Italia e Bielorussia: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)
Esportazioni Importazioni Saldi Graduatoria secondo le esportazioni Assoluti Normal. (%)
2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007 Attività Economiche - Gruppi
Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar 295 - Altre macchine per impieghi speciali 4.383 11.453 161,34 133 48 -64,17 4.250 11.406 94,11 99,17 292 - Altre macchine di impiego generale 3.382 10.989 224,97 3 18 488,16 3.379 10.971 99,82 99,67 203 - Prodotti di carpenteria in legno e di falegnameria per l'edilizia 2.916 6.089 108,79 327 298 -8,97 2.589 5.791 79,82 90,67 331 - Apparecchi medicali e chirurgici e apparecchi ortopedici 1.992 3.285 64,96 2 . . 1.989 . 99,76 . 291 - Macchine e apparecchi per la produzione e l'impiego di energia meccanica, 2.529 2.668 5,51 . 6 . . 2.662 . 99,56 287 - Altri prodotti in metallo 1.611 2.098 30,23 70 157 123,76 1.540 1.940 91,65 86,06 294 - Macchine utensili 3.024 2.087 -30,96 1 . . 3.023 . 99,95 . 293 - Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 1.147 2.081 81,53 . 19 . . 2.062 . 98,15 182 - Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle 1.663 1.839 10,55 2.773 819 -70,47 -1.110 1.020 -25,02 38,37 297 - Apparecchi per uso domestico 929 1.831 97,13 . . . . . . . 172 - Tessuti 3.095 1.722 -44,38 1.004 1.052 4,81 2.091 669 51,01 24,12 241 - Prodotti chimici di base 1.880 1.682 -10,51 335 282 -15,8 1.545 1.400 69,75 71,28 361 - Mobili 1.684 1.501 -10,85 51 224 342,44 1.633 1.278 94,17 74,07 011 - Prodotti dell'agricoltura, dell'orticoltura e della floricoltura 1.623 1.348 -16,92 8 . . 1.614 . 99,01 . 343 - Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 1.035 1.343 29,73 . . . . . . . 281 - Elementi da costruzione in metallo 43 1.318 2.980,15 . . . . . . . 341 - Autoveicoli 640 1.284 100,49 . . . . . . . 315 - Apparecchi di illuminazione e lampade elettriche 996 1.272 27,76 878 1.367 55,58 117 -94 6,26 -3,58 252 - Articoli in materie plastiche 1.235 1.271 2,96 . 20 . . 1.251 . 96,91 176 - Tessuti a maglia 1.407 1.271 -9,71 69 201 193,48 1.339 1.069 90,7 72,63
Totale 51.713 78.117 51,06 37.653 25.634 -
31,92 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
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Principali prodotti scambiati Italia – Bielorussia: Gennaio - Marzo 2007 (valori in migliaia di euro)
Importazioni Esportazioni Saldi Graduatoria secondo le importazioni
Assoluti Normal. (%) 2006 2007 2006 2007 2006 2007 2006 2007
Attività Economiche - Gruppi Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Var.% Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar Gen-Mar
271 - Prodotti della siderurgia 7.278 11.991 64,76 97 231 138,39 -7.181 -11.759 -97,37 -96,22 191 - Cuoio (esclusi indumenti) 6.670 5.644 -15,39 321 562 75,06 -6.349 -5.082 -90,81 -81,88 315 - Apparecchi di illuminazione e lampade elettriche 878 1.367 55,58 996 1.272 27,76 117 -94 6,26 -3,58 172 - Tessuti 1.004 1.052 4,81 3.095 1.722 -44,38 2.091 669 51,01 24,12 182 - Articoli di abbigliamento in tessuto e accessori (esclusi quelli in pelle) 2.773 819 -70,47 1.663 1.839 10,55 -1.110 1.020 -25,02 38,37 151 - Carni e prodotti a base di carne 149 790 431,66 . . . . . . . 247 - Fibre sintetiche e artificiali 956 769 -19,55 531 1.161 118,48 -425 392 -28,55 20,3 020 - Prodotti della silvicoltura 640 579 -9,56 . 2 . . -577 . -99,45 201 - Legno tagliato, piallato e/o trattato 772 421 -45,51 . 5 . . -416 . -97,72 203 - Prodotti di carpenteria in legno e di falegnameria per l'edilizia 327 298 -8,97 2.916 6.089 108,79 2.589 5.791 79,82 90,67 241 - Prodotti chimici di base 335 282 -15,8 1.880 1.682 -10,51 1.545 1.400 69,75 71,28 361 - Mobili 51 224 342,44 1.684 1.501 -10,85 1.633 1.278 94,17 74,07 176 - Tessuti a maglia 69 201 193,48 1.407 1.271 -9,71 1.339 1.069 90,7 72,63 012 - Animali vivi e prodotti di origine animale 329 163 -50,57 . . . . . . . 287 - Altri prodotti in metallo 70 157 123,76 1.611 2.098 30,23 1.540 1.940 91,65 86,06 171 - Filati di fibre tessili 52 151 187,45 438 378 -13,73 386 227 78,63 43 205 - Altri prodotti in legno, in sughero e materiali da intreccio 113 132 17,01 . 11 . . -121 . -84,06 366 - Manufatti vari n.c.a. . 75 . 152 416 173,29 . 341 . 69,52 334 - Strumenti ottici e attrezzature fotografiche 24 67 177,11 21 59 179,78 -3 -9 -7,27 -6,79 261 - Vetro e prodotti in vetro 133 52 -60,73 217 413 90,14 85 361 24,12 77,58
Totale 37.653 25.634 -
31,92 51.713 78.117 51,06 14.060 52.483 15,73 50,59 Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
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Flusso d’Importazioni: quote dell'Italia e dei principali concorrenti
(valori in milioni di dollari)
ANNI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Valori 8.686 6.674 8.492 8.311 9.107 11.558 15.591 16.653 Variazioni - -22,56 27,25 -2,28 9,67 27 34,46 7,3 Paesi/Aree UE 25 28,48 27,1 21,49 21,08 21,8 21,74 20,88 21,41 Germania 8,86 10,38 6,92 7,29 7,62 7,1 6,97 6,71 Polonia 3,31 3,18 2,54 2,44 2,44 3,02 3,07 3,47 Italia 2,09 2,52 1,91 1,98 2,39 2,46 1,94 2,36 Francia 1,23 1,14 0,94 1,05 1,04 1,01 1,06 1,05 Paesi Bassi 1,01 1,19 0,94 0,99 0,92 0,81 0,77 0,97 Regno Unito 1,37 1,2 1,25 0,74 0,74 0,69 0,83 0,86 Lituania 3,92 1,54 0,81 1,3 1,2 1,33 1,13 0,81 Belgio . 0,63 0,55 0,75 0,76 0,67 0,59 0,71 Ceca (Repubblica) 1,02 0,94 1,56 0,69 0,6 0,64 0,72 0,6 Lettonia 0,66 0,48 0,35 0,44 0,4 0,38 0,55 0,54 Svezia 0,51 0,42 0,41 0,73 1,1 0,85 0,64 0,53 Austria 0,72 0,62 0,65 0,56 0,5 0,56 0,46 0,49 Ungheria 0,62 0,56 0,5 0,34 0,31 0,33 0,36 0,48 EUROPA CENTRO ORIENTALE 64,58 63,8 70,14 69,76 69,13 69,62 73,28 66,56 Russia (Federazione di) 54,63 56,44 65,35 65,62 65,13 65,77 69,04 60,45 Ucraina 8,65 6,23 4,01 3,35 3,21 3,13 3,52 5,35 Moldavia 0,63 0,61 0,4 0,47 0,48 0,42 0,43 0,43 ALTRI PAESI EUROPEI 0,95 1,09 0,96 1,11 1,07 0,9 1,02 1,7 Svizzera 0,57 0,57 0,46 0,49 0,48 0,33 0,39 0,74 AFRICA SETTENTRIONALE 0,1 0,09 0,09 0,11 0,14 0,1 0,08 0,11 ALTRI PAESI AFRICANI 0,26 0,33 0,22 0,17 0,18 0,25 0,15 0,13 AMERICA SETTENTRIONALE 1,54 2,06 1,7 1,67 1,25 1,4 1,3 1,67 Stati Uniti 1,46 1,94 1,63 1,59 1,14 1,3 1,23 1,39 AMERICA CENTRO MERIDIONALE 1,52 1,64 1,54 2,11 1,75 1,2 0,99 1,32 Brasile 0,61 0,54 0,5 0,73 1,17 0,77 0,63 0,93 MEDIO ORIENTE 0,42 0,4 0,29 0,29 0,22 0,19 0,19 0,21 ASIA CENTRALE 1,36 1,15 1,27 0,62 0,62 0,54 0,56 0,37 ASIA ORIENTALE 2,28 2,31 2,25 1,61 1,45 1,58 2,19 3,15 Cina 0,49 0,57 0,56 0,5 0,51 0,62 1,02 1,7 OCEANIA .. .. .. .. .. .. .. .. MONDO 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE
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Flusso d’esportazioni: scambi: principali paesi partner (valori in milioni di dollari)
ANNI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Paesi Russia (Federazione di) 4.608 3.222 3.716 3.963 3.977 4.880 6.155 5.714 Paesi Bassi 109 55 130 126 279 414 924 2.408 Regno Unito 38 52 96 223 494 938 1.148 1.120 Ucraina 387 281 560 422 272 344 540 908 Polonia 185 208 277 248 273 434 729 847 Germania 200 215 232 241 348 421 503 708 Cina 100 169 136 143 217 162 301 431 Lituania 158 175 349 276 257 265 356 352 Lettonia 171 260 467 492 520 344 326 323 Francia 25 31 36 41 45 55 105 275 Svezia 8 9 13 20 27 65 137 263 Stati Uniti 103 80 99 77 91 102 163 250 Kazakistan 48 28 20 29 39 68 121 184 Brasile 59 68 66 77 89 113 146 167 Italia 77 65 76 85 130 135 143 160 Ungheria 51 44 62 75 71 105 137 135 Estonia 17 58 147 129 64 62 90 106 Moldavia 60 29 38 44 43 56 73 102 Belgio . 27 33 17 40 64 96 79 Danimarca 14 16 20 24 26 106 131 67 MONDO 7.070 5.909 7.331 7.451 8.021 9.946 13.399 15.977 Fonte: elaborazioni ICE su dati ONU-COMTRADE
Bielorussia. Un ponte tra Oriente e Occidente
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Allegato 2 Gli scambi Lazio-Bileorussia: 2003-2006
Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2006
(Valori in euro)
Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce (CAPTECO)
Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura
0 0 0 0 0 366.971 0 87.528 0 0
D - Prodotti trasformati e manufatti 43.945 127.603 0 14.810 785.487 1.193.543 463.996 802.581 0 37.135 O - Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali
0 0 0 0 621 0 0 0 0 0
R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie
0 0 0 0 0 5.000 0 0 0 0
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2005 (Valori in euro)
Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone
Tipologia di merce (CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.
A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura
0 0 0 0 0 67.560 0 63.542 0 0
C - Minerali energetici e non energetici 0 0 0 0 0 890 0 0 0 0 D - Prodotti trasformati e manufatti 42.688 69.635 0 1.652 322.198 965.672 147.484 1.079.072 0 20.576 O - Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali
0 0 0 0 0 10.884 0 0 0 0
R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie
0 0 0 0 869 0 0 0 0 0
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
Bielorussia. Un ponte tra Oriente e Occidente
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Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2004 (Valori in euro)
Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce
(CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura
0 0 0 0 3.200 57.995 0 0 0 0
D - Prodotti trasformati e manufatti
4.964 110.646 0 7.077 258.271 1.600.418 154.182 2.427.842 0 247.935
R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie
0 0 0 0 0 22.000 0 0 0 0
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
Flusso di import-export province del Lazio – Bielorussia 2003
(Valori in euro)
Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Tipologia di merce (CAPTECO) Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp. Imp. Exp.
A - Prodotti dell'agricoltura, della caccia e della silvicoltura
0 0 0 0 0 32.439 0 0 0 0
C - Minerali energetici e non energetici
0 0 0 0 0 12.150 0 0 0 0
D - Prodotti trasformati e manufatti
0 439.493 0 0 622.223 1.154.051 0 1.686.808 484.489 1.800.788
R - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e respinte, merci varie
0 0 0 0 0 16.000 0 0 0 0
Fonte: Coeweb (datawarehouse sul commercio estero)
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Allegato 3 Aziende italiane presenti in Bielorussia
AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI JV "Dinamo-Program"s.r.l., Grodno ul. Chaikinoi, 4 230027, Grodno, tel./fax (+375 152) 557997, 555288 e-mail:dinamo_ program @tut.by JV "Dinamo-Program Orscia"s.r.l., Orscia ul. Lepeshinskogo, 67 211030, Orsha tel./fax (02161)44018, 24593 JV “Dinamo Program Brest” s.r.l., Brest ul. K. Marksa, 88 224000, Brest tel. (+375 162)20473,200937 e-mail: [email protected]
Uniforms Program Spa. Cicagnolo (CR) Via Aldo Moro 1-3-5
JV “Dinamo Program Textile” s.r.l., Pinsk ul. Fedotova, 9 225710, Pinsk tel./fax (+375 165) 331667, 322604
- Produzione abbigliamento sportivo.
- Produzione in conto lavorazione.
- Colorificio tessuti
Si tratta del principale investimento italiano in Bielorussia. Il capitale sociale suddiviso nelle quattro società controllate è di 1,7 milioni di US$. Produzione abbigliamento dei marchi propri “Champion” e “Metha” e conto lavorazione per il marchio “Diesel”
Linea Val Spa Castelfranco Emilia (MO) Via Del Muniai 19-25
JV "Bell-Bimbo" ul. P.Brovki, 20 210029, Vitebsk tel./fax (+375 212) 230148, 260817 e-mail:val@bimbo. belpak.vitebsk.by
Produzione abbigliamento per i bambini
AGV Spa Alessandria, Via Spinetta Marengo, 5
JV "AGV Polspo" p/u KSTY, Polotsk Vitebskaja obl. tel. (+375 2144) 32632, fax (+375 2144) 30432, 35536
Produzione caschi per motociclisti, polizia, pompieri, esercito etc.
Creata presso la ditta "Steklovolokno" statale nel 1992. La prima ditta con capitale italiano in Bielorussia.
Bielorussia. Un ponte tra Oriente e Occidente
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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI
Giacomo Cora Piazza di Carmelle, 4 Milano
“Inter-Pet” s.r.l. ul. Kirova, 15 230025, Grodno tel. (+37 152) 721879 fax (+375 152) 721397 e-mail: [email protected]
Produzione di imballaggio plastico
Tanuchi PellicceriePellecerie di Tsapas Apostolos Via Capelli 53/55 35027 Novante Padova (PD)
“Pleyada” s.r.l. ul. Karbysheva, 13 230023, Grodno tel./fax (+37 152) 722483
Riparazione e produzione di articoli di pellicce
La ditta e al 100% con il capitale italiano. Il socio della ditta è Sig.Apostolos Lakis Tsapas (italiano di origine greca).
Favaro Bruno Camellini Germano Salusso Celestini
“Sital Belz” s.r.l. ul. Petrovskogo, 25 247210, Jlobin, Gomelskaia obl. tel./fax (+375 2334) 24487, 23202
Lavorazione legno, produzione casette per giardino, canili
20 impiegati. Tutto il prodotto viene esportato in Italia.
Desi, s.r.l. Via Morea – Zona Industriale 60043 Cerreto D’esi Ancona
Rean s.r.l. ul. Lunacharskogo, 97 247500, Rechitsa Gomelskaia obl. tel./fax (+375 2340) 32249 fax. (+375 2340) 34860 e-mail: [email protected]
Produzione mobili per cucina
Il 75% del prodotto viene esportato in Russia. Il capitale italiano ammonta al 67%.
B.F.C. Autotrasporti Spa Via Palladio, 21 35019 Tombolo PD
Societa’ a capitale straniero "Bitrans" ul. l-ta Riabceva, 110 224025, Brest tel./fax (+375 162) 455340
Trasporti internazionali Il capitale sociale ammonta a 70,9 mila USD
Pibeda s.r.l. Via Guglielmo Marconi 5 25045 Castagnato BS
Societa’ a capitale straniero “Belwood“ ul. Kirova, 78 222910, Starye Dorogi, Minskaia obl. tel./fax (+375 1792) 54481 e-mail: [email protected]
- Lavorazione di legno
- produzione di prodotti di legno
Ergon Sutramed Zona Industriale 67062 Magliano dei Marsi (AQ) 0863-515215
“Ergon Est” s.r.l. ul.Nemiga, 38-209 220004, Minsk tel./fax (+375 17) 2000979 0863-570070
Produzione suture chirurgiche
Nuova fabbrica, produttrice materiale chirurgico. Il capitale italiano ammonta al 98%. Registrazione 2004.
Belleggia Loris Andrea
Societa’ a capitale straniero “Loristrans” ul.Centralnaia, 29-104 220021, Minsk d.Ozerco tel./fax (+375 17) 5076153
Trasporti internazionali
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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI
B.I. Service Via S.Tommaso d'Aquino, 46-00136 Roma
Societa’ a capitale straniero “GreenTrans” s.r.l ul.Denisovskaia, 9 220006, Minsk tel. (+375 17) 2973359 tel./fax (+375 17) 2851098 e-mail:office @greentrans.net
Trasporti Internazionali La società esegue i trasporti internazionali al 99% verso l’Italia. Hanno in disposizione 17 camion (15 IVECO).
De Giorgi Giuseppe (Nettuno) Marra Vittorio (Lecce) Korco Vincenzo (Brindisi)
FE “BelPuglia” s.r.l pr.Pushkina, 39-1218 220092, Minsk tel./fax (+375 17) 2570494 e-mail: [email protected]
Import-export
Mattioli Quinto
FE “Mattioli” ul.Derjinskogo, 50 223034, Zaslavl, Minskaia obl. tel.(+375 17) 5445636 tel./fax (+375 17) 5445690 e-mail:mattioli @anitex.by
Produzione di borse e cinture in pelle
Il prodotto della ditta e’ molto conosciuto in Bielorussia, hanno una larga rete di distribuzione. La materia prima e gli accessori la società vengono acquistati in Italia (dalla “PI-Metal”).
Grossi Enzo (insieme a quattro soci italiani)
Societa’ a capitale straniero “Viterfood s.r.l.” pr.Gazety Izvestiia, 47-401 200116, Minsk tel./fax (+375 17) 2722121
Produzione mozzarella, caciotta, ricotta
La ditta (2004) produce formaggio maggiormente per le pizzerie in loco. Presso la ditta operano 15 dipendenti.
Iluna Group Spa Via Brescia 2024040 Ciserano/Zingonia (Bg) Tel. 0354-197511 Fax. 035-884398
JV “Milavitsa” S.p.A. ul. Novovilenskia, 28 220053, Minsk tel./fax (+375 17) 2880895, 2101335 fax (+375 17) 2101302 e-mail:sales @milavitsa.com.by
Produzione biancheria intima da donna
Il capitale della ditta italiana ammonta il 16% del capitale sociale. La società e tra le più grandi produttori europei in questo settore.
New Box Spa Via Industriale,11 36043 Camissano Vicentino (VI) Tel. 0444-419500
JV “Unibox” s.rl. ul. Selickogo, 9 220075, Minsk tel./fax (+375 17) 2996758, 2996756 Fax. 0444-410123
Produzione litografia (tappi per bottiglie etc.), scatole
La sede produttiva si trova nella zona industriale di Shabany (Zona Franca di Minsk). Nel 2004 la Unibox ha acquistato una azienda agricola vicino a Minsk, dove sono stati già investiti più 100 mila USD.
G.V.F., Spa Via Greco, 45 Milano
JV “Bielita” s.r.l. ul. Dekabristov, 29 a 220089, Minsk tel./fax (+375 17) 2229368, 2729196 e-mail: [email protected]
Produzione cosmetica
Tra prime società con capitale italiano in Bielorussia. E’il leader nel campo della produzione di cosmetici e prodotti per la cura dei capelli compresi i prodotti professionali per parrucchieri e saloni di bellezza. Il personale – più di 500 persone. Circa il 30% di produzione e’ venduta al mercato russo.
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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI
JV “Relouis-Bel” ul. Varvasheni, 77-422 220002, Minsk tel. (+375 17) 2347562 tel./fax (+375 17) 2893282
Produzione cosmetica La socetà e’ tra le più grandi produttrici di cosmetica decorativa in Bielorussia. Le marche sono Relouis, Dolly, Elite. Esporta maggiormente nei paesi della ex-Unione Sovietica. Fondata nel 1993
Alpe Adria Via Milano 5, 34132, Trieste, Italia,
FE “Fiorino” Per. Krasnozvezdnii 12 220071, Minsk te,/fax (+375 17) 2845196
Agenzia turistica Organizza i tour per l’Italia maggiormente del livello basso-medio
Anthony Grande
Societa’ a capitale straniero “Tina Vlati” Starovilenski trakt, 28/1 220053, Minsk tel./fax (+375 17) 2337011
Vendita mobili italiani, design
La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus. Il Sig. Grande (socio italiano) e’ il titolare della Genesis s.r.l. (Via Gasdotto, 8/b 36078 Vicentino (VI).
Pietro Grande
JV “Acquario” s.r.l. Ul. Uruchskaia 19 220056, Minsk tel./fax (+375 17) 2837910 e-mail: [email protected]
Vendita mobili italiani, design
La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus, collabora con la Kresos
Angelo Ricciardi
Società a capitale straniero “Domus” ul.Bogdanowicha, 108 220100, Minsk tel./fax (+375 17) 2325643
Vendita mobili italiani, design
La ditta e’ tra le più grandi importatrici e venditrici dei mobili italiani in Belarus. Collabora strettamente con la Acquario. Acquistano maggiormente dalla Kresos. Sono famosi per design.
Trasporti internazionali Ristorante “Piccola italia” Bruno Marzoli
Società a capitale straniero “Levante Bel” ul.B.Horujei, 29 220004, Minsk tel./fax (+375 17) 2832316 Salone di mobili italiani
Giuseppe Carlini
Società a capitale straniero “Air Grip” ul.Komsomolskaia, 18 220070, Minsk tel./fax (+375 17) 2013793
Ristorazione La società appartiene al 100% al Sig.Carlini. Registrazione 1998.
Rudolf Rufin
Belasoft International pr.Masherova, 17/1-512 220029, Minsk tel./fax (+375 17) 2394429
Produzione software
Fortrade Finansing, Spa via Mashceroni, 31 20145 Milano tel. (02) 4988341 fax (02) 4988345
Belinterfinans ul. Moskovskaia, 13 220007, Minsk tel. (+375 17) 2228263, fax (+375 17) 2228024
Commercio: Generi alimentari, macchine agricole
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AZIENDA PARTNER LOCALE SETTORE COMMENTI
CAGI Maglieria, Spa via Cassala, 46 Milano
DJIMIL ul. Novovilenskaia, 28 220053, Minsk tel. (+375 17) 2888498 tel./fax (+375 17) 2880704 e-mail: [email protected]
Produzione: biancheria intima
Eastern company, crl via Moretto, 21 25121 Brescia (BS) tel. (030) 2721635 fax (030) 2722178
Sekvoia ul. Kirova, 82 222910, Starye dorogi, Minskaia obl. tel./fax (+375 1792) 54481
Legname, lavorazione legno
Cogolo, Spa via R. Cogolo, 37 33050 Zugliano (VI)
AMIKO 223017, pos. Gatovo, Minski raion tel./fax (+375 17) 2367920, 2368555 e-mail: [email protected]
Produzione: cuoio
Company delle merci, srl via Berengario, 20 41012 Capri (MO) tel. 691033 fax (030) 642170
Italmoda ul. Babushkina, 64 220024, Minsk tel./fax (+375 17) 2918434
Produzione: maglieria
Castelplast, Spa via Morola, 21 24060 Castelli Calepio (BG) Tel./fax (035) 847576
BELCASTELPLAST ul. Fizkulturnaia, 26a 220028, Minsk tel./fax (+375 17) 2219225 2219700
Produzione di articoli da materie plastiche (bottoni, fibbie, ecc.)
Fonte: ICE (Istituto per il Commercio Estero)
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