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Oggetto
CAPITOLATO TECNICO PRESTAZIONALE
Timbri e firme
Proponente Revisione Data
00 Dicembre 2016
-INDICE -
IInnddiiccee
1 PREMESSA ............................................................................................................... 1
2 DISPOSIZIONI NORMATIVE E LEGISLATIVE ............................................................ 2
2.1 IMPIANTI TERMOMECCANICI E FRIGORIFERI, SICUREZZA E PREVENZIONE
INCENDI ................................................................................................................................... 2
2.2 IMPIANTI ELETTRICI ....................................................................................................... 4
3 DISCIPLINARE TECNICO PRESTAZIONALE ............................................................. 5
3.1 OPERE MECCANICHE ................................................................................................. 5
3.1.1 Tubazioni ............................................................................................................ 5
3.1.2 Isolamento di tubazioni .................................................................................. 17
3.1.3 Isolamento di pompe, valvole, dilatatori, filtri ............................................. 19
3.1.4 Finitura degli isolamenti .................................................................................. 20
3.1.5 Condizioni esecutive per l’installazione di isolamenti termici e delle
finiture 20
3.1.6 Condizioni esecutive per l’installazione di valvolame e simili .................... 22
3.1.7 Generatori di calore a biomassa .................................................................. 22
3.1.8 Condizioni esecutive per l’installazione di caldaie a biomassa ................ 23
3.1.9 Elettropompe .................................................................................................. 24
3.1.10 Condizioni esecutive per l’installazione di elettropompe .......................... 24
3.1.11 Scambiatori di calore a piastre ..................................................................... 25
3.1.12 Serbatoio di accumulo acqua calda .......................................................... 25
3.2 OPERE ELETTRICHE ..................................................................................................... 26
3.2.1 Quadri elettrici di bassa tensione di tipo ad armadio ................................ 26
3.2.2 Quadri elettrici di bassa tensione di tipo a cassetta .................................. 29
3.2.3 Piccoli quadri elettrici di distribuzione locale ............................................... 32
3.2.4 Apparecchiature di protezione .................................................................... 33
-INDICE -
3.2.5 Tubazioni protettive ........................................................................................ 39
3.2.6 Canali portacavi............................................................................................. 42
3.2.7 Cavi, conduttori .............................................................................................. 43
3.2.8 Cassette di derivazione ................................................................................. 46
3.2.9 Collegamenti equipotenziali ......................................................................... 47
3.2.10 Apparecchi illuminanti ................................................................................... 47
3.3 OPERE EDILI ................................................................................................................ 50
3.3.1 Acqua, calce, leganti idraulici, pozzolane, gesso ...................................... 50
3.3.2 Sabbia, ghiaia, pietrisco, argilla espansa, pomice ..................................... 53
3.3.3 Laterizi e simili .................................................................................................. 55
3.3.4 Demolizioni e rimozioni ................................................................................... 56
3.3.5 Colori e vernici ................................................................................................ 57
3.3.6 Pannelli sandwich ........................................................................................... 59
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1 PREMESSA
La presente documentazione relativa al “Capitolato Tecnico Prestazionale” è parte integrante del
Project Financing a servizio degli edifici del plesso sportivo del comune di Robbio.
I documenti progettuali che complessivamente compongono il presente Project Financing sono
elencati nella tabella sottostante:
N DENOMINAZIONE REVISIONE EMISSIONE
1 Indice Generale Della Documentazione 00 Dicembre 2016
2 Capitolato Servizi 00 Dicembre 2016
3 Capitolato Tecnico Prestazionale 00 Dicembre 2016
4 Bozza di Convenzione 00 Dicembre 2016
5 Piano Economico Finanziario 00 Dicembre 2016
6 Quadro Economico 00 Dicembre 2016
7 Prime indicazioni e misure finalizzate alla tutela della salute e
sicurezza dei luoghi di lavoro 00 Dicembre 2016
8 Relazione di Inquadramento Territoriale 00 Dicembre 2016
9 Relazione Tecnica Illustrativa 00 Dicembre 2016
L’Appalto consisterà nella conduzione e manutenzione ordinaria degli impianti di
climatizzazione invernale ed estiva del Comune di Robbio e nell’approvvigionamento delle fonti
energetiche (tipo pellet) per il costante funzionamento degli impianti di produzione di energia
termica. Unitamente al servizio canone energia/manutenzione saranno ricompresi una serie di
interventi di riqualificazione energetica atti alla riduzione del fabbisogno energetico degli edifici
ed alla riduzione delle emissioni in atmosfera.
Per tali interventi, le opere di tipo edile connesse alla realizzazione dei lavori, sono da
considerarsi a carico del Comune di Robbio.
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2 DISPOSIZIONI NORMATIVE E LEGISLATIVE
Gli impianti in oggetto rispetteranno integralmente, salvo esplicite deroghe, le disposizioni
legislative e normative di seguito richiamate, da considerarsi di riferimento anche per la
realizzazione degli interventi di adeguamento e riqualificazione proposti; dove esse appaiono
carenti si farà eventualmente riferimento alle normative vigenti negli stati membri della
Comunità Europea.
2.1 IMPIANTI TERMOMECCANICI E FRIGORIFERI, SICUREZZA E
PREVENZIONE INCENDI
D.Lgs. n. 81 del 9.04.2008 – Testo unico sulla sicurezza per cantieri temporanei e mobili;
D.M. n. 37 del 22.01.2008 – Norme per la sicurezza degli impianti;
D.M. del 12.04.96 – Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la
progettazione, costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili
gassosi;
L. n. 615 del 13.07.1966 come modificata dal D.P.R. n. 400 del 08.06.1982 e dal D.Lgs. n.
285 del 30.04.1992, nonché dal D.P.R. n. 1391 del 22.12.70, Regolamento per l'esecuzione
della L. 13.07.1966, n. 615, recante provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico,
limitatamente al settore degli impianti termici; oltre a D.P.C.M. del 8.03.2002, nonché al
D.Lgs. 152/2006, Codice ambiente “PARTE QUINTA NORME IN MATERIA DI TUTELA
DELL'ARIA E DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA” come modificato
dai D.Lgs. n. 128 del 29.06.2010 e D.Lgs. n. 205 del 09.11.2007;
Norme INAIL già ISPESL (ex ANCC) RACCOLTA “R 2009” - “Specificazioni tecniche
applicative del D.M. 1 Dicembre 1975 riguardante le norme di sicurezza per gli apparecchi
contenenti liquidi caldi sotto pressione”;
L. n. 1083 del 6.12.1971 – Norme per la sicurezza dell’impiego del gas combustibile;
UNI 8065:1989 – Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile;
UNI EN 1717:2000 e UNI EN 14367 - Protezione contro l’inquinamento dell’acqua potabile
negli impianti idraulici e requisiti generali dei dispositivi atti a prevenire l’inquinamento da
riflusso;
L. n. 10 del 9.01.1991, D.P.R. n. 412 del 26.08.1993 ed il successivo D.P.R. n. 551 del
21.12.1999 - Risparmio energetico, del sistema edificio impianto - per quanto non abrogato e
modificato dai D.Lgs. 192/2005 e D.Lgs. 311/2006;
D.Lgs. n. 192 del 19.08..2005 - Attuativo della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento
energetico in edilizia, come modificato ed integrato dal D.Lgs. n. 311 del 26 dicembre 2006
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"Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante
attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia";
D.P.R. n. 59 del 2.04.2009 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e
b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva
2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia;
UNI EN ISO 13790:2008 Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di
energia per il riscaldamento e il raffrescamento;
UNI EN 15316-1:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei
requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto - Parte 1: Generalità;
UNI EN 15316-2-1:2008 Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei
requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto - Parte 2-1: Sistemi di emissione del calore
negli ambienti;
UNI/TS 11300-2:2016 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del
fabbisogno; energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la
produzione di acqua calda sanitaria;
UNI 10349 del 30.04.94 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici;
UNI 10351 del 31.03.94 – Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al
vapore;
UNI/TS 11300-1:2016 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del
fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale;
UNI 8364-1:2007 – Impianti di riscaldamento - Parte 1: Esercizio;
UNI 8364-1:2007 – Impianti di riscaldamento - Parte 2: Conduzione;
UNI 8364-1:2007 – Impianti di riscaldamento - Parte 3: Controllo e manutenzione;
UNI EN 10216-1 del 1.11.2005 – Tubi senza saldatura di acciaio per impieghi a pressione –
Condizioni tecniche di fornitura;
UNI EN 15287-1:2010 - Camini - Progettazione, installazione e messa in servizio dei camini
- Parte 1: Camini per apparecchi di riscaldamento a tenuta non stagna;
UNI EN 1856-1:2009 - Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 1: Prodotti per sistemi
camino;
UNI EN 1856-2:2009 Camini - Requisiti per camini metallici - Parte 2: Condotti interni e
canali da fumo metallici;
UNI EN 13384-1:2008 - Camini - Metodi di calcolo termico e fluido dinamico - Parte 1:
Camini asserviti a un solo apparecchio;
UNI/TS 11278:2008 - Camini/ canali da fumo/condotti /canne fumarie metallici - Scelta e
corretto utilizzo in funzione del tipo di applicazione e relativa designazione del prodotto;
UNI EN 13216-1:2006 - Camini - Metodi di prova per sistemi di camini - Parte 1: Metodi di
prova generali;
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UNI EN 1443:2005 - Camini - Requisiti generali.
2.2 IMPIANTI ELETTRICI
D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 - Norme per la sicurezza degli impianti;
CEI del CT 11 - Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica - Linee
in cavo e dimensionamento degli impianti in relazione alle tensioni;
CEI dei CT 14; tutti i fascicoli applicabili, in particolare i fascicoli 14.4 e 14.8;
CEI EN 61439-1 (CEI 17-113) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per
bassa tensione (quadri BT) - Parte 1: Regole generali;
CEI EN 61439-2 (CEI 17-114) Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per
bassa tensione (quadri BT) - Parte 2: Quadri di potenza;
CEI del CT 20 (cavi per energia): tutti i fascicoli applicabili;
CEI EN 60079-10-2 (CEI 31-88) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la
presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI 31-56 - Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di polveri - guida
alla classificazione dei luoghi pericolosi;
CEI 64-8 - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V c.a. e
1500V c.c.;
CEI 64-12 (1998) - Guida per l’esecuzione degli impianti di terra negli edifici;
CEI 64-14 (2007) - Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori;
UNI 12464 - Illuminazione di interni con luce artificiale;
EMC Emissioni standard EN50081-1 e successive
EMC Immunità standard EN50082-1 e successive
Sicurezza elettrica IEC730-1 e direttive CE in vigore dal 01/01/1996
Low Voltage Directive direttiva 73/23/EEC con modifiche della 93/68/EEC
Construction Product Directive direttiva 89/106/EEC e direttiva 92/59/EEC
Ethernet IEEE802.3 e IEEE802.11 per WireLess.
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3 DISCIPLINARE TECNICO PRESTAZIONALE
3.1 OPERE MECCANICHE
3.1.1 Tubazioni
In relazione a quanto previsto negli elaborati di progetto, potranno essere usati i tipi di tubazioni
qui di seguito indicati.
3.1.1.1 Tubazioni in acciaio nero trafilato
Le tubazioni in acciaio nero per usi generici (riscaldamento, condizionamento, vapore, condensa,
ecc.) saranno del tipo senza saldatura longitudinale (Mannesmann) secondo UNI EN 10255 (tubi
gas filettabili serie leggera- diametri espressi in pollici) e UNI EN 10216-1/TR1 (tubi lisci
bollitori - diametri espressi in mm.); per i tubi gas filettabili serie leggera sarà ammesso anche
l’uso di tubi saldati, purché ed esclusivamente, con processo Fretz-Moon.
La raccorderia sarà di tipo unificato, con estremità a saldare per saldatura autogena all'arco
elettrico o al cannello ossiacetilenico. I tratti da saldare dovranno essere perfettamente allineati e
posti in asse e la saldatura dovrà avvenire in più passate (almeno due) previa preparazione dei
lembi con smusso a "V".
Tutte le variazioni di diametro dovranno essere realizzate con tronchi di raccordo conici, con
angolo di conicità non superiore a 15°. Per quanto riguarda le curve è ammesso di piegare
direttamente il tubo (con piega tubi idraulico o meccanico) solo per i diametri inferiori a 40 mm;
il tubo piegato non dovrà presentare corrugamenti o stiramenti altrimenti non sarà accettato.
Per collegamenti che debbano essere facilmente smontati (ad esempio tubazioni - serbatoi o
valvole di regolazione - tubazioni o simili) si useranno bocchettoni a tre pezzi (con tenuta
realizzata mediante guarnizione O.R. o metodo analogo) o giunti a flange.
Tutte le tubazioni nere saranno accuratamente protette con due mani di vernice antiruggine di
colore diverso, o con trattamento protettivo a base di resine epossidiche eseguito direttamente in
fabbrica, previa sabbiatura e pulitura delle superfici. La verniciatura protettiva dovrà essere
ripresa, dopo avvenuta la posa delle tubazioni, in corrispondenza delle saldature e in tutti i punti
in cui risulti danneggiata.
Le tubazioni da interrare saranno pre-protette con rivestimento di fabbrica in polietilene estruso
secondo UNI 9099, con ripresa della protezione in tutte le giunzioni eseguita in opera.
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I circuiti saranno realizzati in modo tale da rispettare i valori limite di velocità riportati, in
funzione dei diametri, nella tabella A. I circuiti saranno equilibrati inserendo, dove indicato sui
disegni o comunque necessario, valvole o diaframmi di taratura.
Le tubazioni si svilupperanno senza gomiti o curve a piccolo raggio, ne’ bruschi cambiamenti di
sezione; saranno posate con spaziature sufficienti a consentire lo smontaggio nonché la facile
esecuzione del rivestimento isolante e opportunamente sostenute con particolare riguardo ai
punti di connessione con pompe, batterie, valvole, ecc., in modo che il peso non gravi sulle
flange di collegamento.
Le tubazioni saranno montate in maniera tale da consentire il completo svuotamento dei circuiti
e l'eliminazione dell'aria; gli scarichi saranno accessibili per le ispezioni e la sostituzione degli
organi di intercettazione e muniti di tappo filettato con catenella. Gli sfoghi d'aria saranno
realizzati con barilotti di raccolta aria; le intercettazioni saranno in posizione accessibile e,
possibilmente, centralizzate.
Per impieghi di tipo particolare, quali ad esempio in impianti sprinkler o in impianti ad alta
pressione, dovranno essere utilizzate tubazioni in acciaio nero secondo UNI EN 10255 serie
media, esclusivamente senza saldatura.
In alternativa alle giunzioni e raccorderia a saldare precedentemente descritte, potranno usarsi
per i tubi fino a 4” (UNI EN 10255), raccorderia e giunzioni a vite-manicotto: la raccorderia sarà
in ghisa malleabile a cuore bianco, e la tenuta sarà realizzata con nastro di teflon oppure con
appositi mastici sigillanti.
In alternativa ancora saranno utilizzabili anche raccordi a pressione con guarnizione
“VICTAULIC” originali, che peraltro, per particolari applicazioni, potranno essere prescritti.
3.1.1.2 Tubazioni in acciaio con raccordi a bloccaggio meccanico
Tubazioni in acciaio con raccordi a bloccaggio meccanico (Tipo Mannesman Pressfitting)
realizzate a seconda di quanto richiesto in acciaio inox AISI 304, oppure AISI 316L, oppure
acciaio a basso tenore di carbonio, ricotto. Lo spessore della tubazione sarà da 1.0 mm a 2 mm a
seconda del diametro nominale (diametro massimo previsto DN 100).
3.1.1.3 Tubazioni in acciaio nero preisolate
Saranno della serie UNI 8863 e 7287, senza saldatura longitudinale. La raccorderia sarà di tipo
unificato, con estremità a saldare per saldatura autogena all'arco elettrico o al cannello
ossiacetilenico.
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I tratti da saldare dovranno essere perfettamente allineati e posti in asse e la saldatura dovrà
avvenire in più passate (almeno due) previa preparazione dei lembi con smusso a "V".
Tutte le variazioni di diametro dovranno essere realizzate con tronchi di raccordo conici, con
angolo di conicità non superiore a 15°C.
L'isolamento termico sarà realizzato in poliuretano espanso a cellule chiuse (conduttività termica
non superiore a 0,024 kcal/hm°C - spessori: 30 mm, per tubi fino a øe = 89 mm; 40 mm, fino a
øe = 219 mm; 50 mm, per øe superiori) rivestito esternamente con guaina di polietilene di
spessore non inferiore a 2,5 mm possibilmente estruso assieme all'isolante in modo continuo, o
comunque ben aggrappato all'isolante, e senza giunzioni longitudinali.
Tutte le giunzioni fra i vari tratti di tubazioni e/o raccordi saranno isolati con poliuretano
schiumato in loco entro gusci (muffole) in plastica a perfetta tenuta dell'acqua, o sistema
similare. I giunti di dilatazione saranno già preisolati e pre-tesi, pronti ad essere saldati ai tubi.
La posa in opera avverrà seguendo scrupolosamente le istruzioni della Ditta costruttrice,
soprattutto per quanto riguarda i punti fissi, i compensatori, le giunzioni e i raccordi.
In alternativa potranno essere usati, anziché tubi serie UNI come detto, tubi saldati conformi alle
Norme ISO R – 134 con saldatura longitudinale ad alta frequenza (conforme Norme DIN 17.000
e DIN 1626/3). Sempre in questo secondo caso sarà cura della Ditta ricalcolare tutte le reti sulla
base di queste tubazioni, (il cui diametro interno, e quindi la perdita di carico unitaria per metro
di lunghezza, è diversa dalle prime) ed adeguare le prevalenze delle pompe.
Se richiesto, sarà fornito anche un sistema di allarme elettronico per segnalare l'eventuale
presenza di umidità, costituito da conduttori metallici annegati nella massa isolante, facenti capo
a delle unità di allarme tali da segnalare esattamente la posizione dell'infiltrazione dell'acqua.
3.1.1.4 Tubazioni in acciaio ricotto per uso in impianti di riscaldamento
materiale: acciaio ricotto in tubo sottile, secondo DIN 2394 (materiale RST.34-2 n. 1.0034);
protezione esterna (su richiesta): guaina di polipropilene di densità 0.9 g/cmc e conduttività
0.22 W/mq K;
limite di snervamento: 230-270 N/mmq;
allungamento: min. 40%;
pressione massima di esercizio: 1.6 MPa;
temperatura massima di funzionamento: 110 °C;
pressione di cedimento del giunto: > 100bar.
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3.1.1.5 Tubazioni in polietilene per scarichi
Le tubazioni in polietilene ad alta densità per scarichi all’interno di edifici (in struttura o
interrate) saranno conformi alla norma UNI EN 1519-1 serie S16 (area di applicazione “B”),
colore nero. Quelle per scarichi interrati all’esterno di edifici saranno conformi alla normativa
UNI 7613.
Il materiale impiegato per la costruzione dei tubi sarà resistente agli urti, al gelo, all'acqua calda
fino a 100°C, alle aggressioni chimiche e alle acque leggermente radioattive.
La raccorderia e le giunzioni saranno del tipo a saldare; la saldatura potrà essere o del tipo a
specchio (eseguita con apposita attrezzatura, seguendo scrupolosamente le prescrizioni del
costruttore) o del tipo con manicotto a resistenza elettrica (anche per questo tipo di raccordo
saranno seguite scrupolosamente le prescrizioni del costruttore).
Sulle condotte principali od orizzontali potranno essere usate giunzioni a bicchiere, con
guarnizioni di tenuta ad O.R. o a lamelle multiple; tali giunti serviranno per consentire le
dilatazioni. Il collegamento ai singoli apparecchi sanitari avverrà con tronchi terminali speciali di
tubo in polietilene, con guarnizione a lamelle multiple in gomma.
Il collegamento a tubazioni di ghisa potrà avvenire con giunto a bicchiere sulla tubazione di
ghisa, con guarnizione in gomma a lamelle multiple o ad O.R.
Per questo tipo di collegamento sarà ammessa anche l'adozione di una delle seguenti soluzioni:
giunti a collare in gomma, con manicotto esterno metallico di serraggio a viti;
tappo di gomma (sul terminale della tubazione in ghisa) con fori a labbri profilati in modo
tale da infilarvi le tubazioni di polietilene, con garanzie di tenuta.
Per i collegamenti che dovranno essere facilmente smontati (sifoni, tratti di ispezione etc.), si
useranno giunti con tenuta ad anello in gomma O.R. e manicotto esterno avvitato.
Ove necessario e/o richiesto, verranno utilizzate tubazioni “silenziate”, ovvero costituite da un
materiale formato da una miscela di polietilene amalgamata con fibre minerali di appesantimento
e silenziamento; la raccorderia sarà dello stesso tipo.
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3.1.1.6 Saldature di tubazioni, flange e curve -norme particolari
Ambedue le estremità delle tubazioni da saldare, qualora non siano già preparate in ferriera,
dovranno essere tagliate e poi rifinite a mola secondo DIN 2559 e cioè:
spessore sino a 4 mm: sfacciatura piana, distanza fra le testate prima della saldatura 1,5÷4
mm;
spessore superiore a 4 mm: bisellatura conica a 30°, distanza fra le testate prima della
saldatura 1,5÷3 mm in modo da assicurare uno scostamento massimo di ±0,5 mm del lembo
da saldare dal profilo teorico c.s.d.
Le saldature dovranno essere eseguite a completa penetrazione.
Ogni saldatura dovrà essere punzonata, in posizione visibile, dall'esecutore. Non è ammessa la
rifinitura a scalpello dei margini del cordone di saldatura.
Si intende compreso negli oneri dell'Assuntore quanto segue:
prelievo, su richiesta del Committente, a mezzo cannello, di campioni di saldatura, in
quantità del 5%, che saranno controllati dal Committente;
ripristino del tratto di tubo asportato, con applicazione di elemento di pari curvatura,
naturalmente previa bisellatura c.s.d.
Il Committente farà eseguire a sua cura e spese, su ogni campione, il taglio e la spianatura per il
controllo radiografico.
In caso di insufficiente penetrazione o eccessivo disallineamento dei lembi, sarà imposto il
rifacimento della saldatura previa asportazione, con mola a disco, della saldatura difettosa. Se
anche una sola saldatura, compresa nel 5% s.d., risultasse difettosa, dovrà essere eseguito, a
totale carico dell'Assuntore, il controllo radiografico di un ulteriore 5% delle saldature eseguite,
oltre al rifacimento di quelle difettose.
3.1.1.7 Supporti, ancoraggi e intelaiature
I supporti devono essere preventivamente studiati da parte della Ditta, ed i relativi disegni
costruttivi devono essere sottoposti all'approvazione della Direzione lavori. Non saranno
accettate soluzioni improvvisate.
Il dimensionamento dei supporti deve essere effettuato in base a:
peso delle tubazioni, valvole, raccordi, isolamento ed in genere di tutti i componenti sospesi;
sollecitazione dovute a sisma, test idrostatici, colpo d'ariete o intervento di valvole di
sicurezza;
sollecitazioni derivanti da dilatazioni termiche.
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In ogni caso la Ditta deve sottoporre a preventivo benestare della Direzione lavori i disegni
esecutivi dettaglianti posizione e spinte relative ai punti fissi.
La posizione dei supporti deve essere scelta in base a dimensione dei tubi, configurazione dei
percorsi, presenza di carichi concentrati, strutture disponibili per l'ancoraggio, movimenti per
dilatazione termica.
I supporti devono essere ancorati alle strutture con uno dei seguenti dispositivi:
profilati ad omega;
tasselli di espansione a soffitto;
mensole alle pareti;
staffe e supporti apribili a collare.
In ogni caso i supporti devono essere previsti e realizzati in maniera tale da evitare la
trasmissione di rumori e vibrazioni dalle tubazioni alle strutture.
Le tubazioni metalliche in acciaio convoglianti fluidi caldi devono avere supporti che consentano
i movimenti dovuti alla dilatazione termica. In particolare:
supporti a pattino per diametri fino a DN 80;
supporti a rullo per diametri oltre DN 80.
Le tubazioni in acciaio nero ed in acciaio inossidabile in esercizio caldo e coibentate possono
essere sostenute da spezzoni di profilati (normalmente a T, dello stesso materiale della tubazione,
saldati lungo la generatrice inferiore della tubazione) di appoggio diretto alle mensole o ai rulli di
scorrimento , di tipo approvato e scelti in relazione al carico; i profilati dovranno avere altezza
maggiore dello spessore dell'isolamento termico.
Per le tubazioni in esercizio caldo l'attraversamento dell'isolamento da parte del supporto a T
deve essere realizzato in maniera tale da avere superfici rifinite e da evitare danneggiamenti
dell'isolamento per movimenti di dilatazione termica della tubazione.
Gli spezzoni di profilato devono avere lunghezza tale da assicurare un appoggio sicuro
sull’eventuale rullo sottostante, sia a caldo che a freddo.
L'attacco del rullo alla mensola porterà due appendici ad angolo che abbracceranno il profilato a
T, impedendo spostamenti laterali e ribaltamenti del tubo, ove tali spostamenti laterali non
contrastino le dilatazioni termiche.
Le tubazioni convoglianti fluidi freddi coibentate devono essere sostenute in maniera da evitare
la formazione di condensa e gocciolamenti. Non è ammessa alcuna soluzione di continuità
dell'isolamento e si dovranno prevedere gusci semicircolari in lamiera zincata, posti all'esterno
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della tubazione isolata (vedi tabella D) e sostenuti con profilati a T realizzati in maniera analoga
a quanto precedentemente descritto, con le seguenti differenze: l’eventuale rullo di scorrimento
rispetto al supporto sarà in PTFE e il profilato a T non sarà saldato al tubo, ma al semiguscio
(sella) che, con un altro semiguscio abbraccerà il tubo già isolato (fissaggio con bulloni laterali).
Per le tubazioni singole, supporti, staffaggi e mensolame saranno preferibilmente in acciaio
zincato, del tipo modulare, componibile, prefabbricato con collari regolabili del tipo a cerniera
con vite di tensione o altri tipi di supporti, sempre previa approvazione della D.L.: fra collare e
tubo sarà interposto una strato di materiale isolante, sia per consentire piccoli movimenti
reciproci dei due elementi, che per evitare trasmissioni di vibrazioni, che infine (per tubi
convoglianti fluidi freddi) per evitare sul collare formazione di condensa e/o gocciolamenti.
Per i supporti, non rappresentati in dettaglio nei disegni di progetto e per i punti fissi, la Ditta
dovrà redigere i disegni particolareggiati che, prima dell'esecuzione, dovranno essere sottoposti
all'approvazione della D.L.
I disegni della Ditta dovranno comprendere anche il sistema di ancoraggio alle strutture.
In ogni caso i supporti dovranno essere realizzati in modo da consentire l'esatto posizionamento
dei tubi in quota, le dilatazioni ed il bloccaggio in corrispondenza dei punti fissi, nonché per
sopportarne il peso previsto; particolare cura dovrà essere posta nei supporti delle tubazioni
d'acqua fredda e refrigerata, onde evitare condensa e gocciolamenti.
Essi saranno posti con una spaziatura non superiore a quella indicata nella tabella B, si dovrà
inoltre prevedere un supporto a non più di 50 cm, da ogni cambio di direzione, se non
espressamente indicato nei disegni o in altra sezione del presente capitolato.
Per il fissaggio di più tubazioni parallele saranno posti profilati in ferro a U di adeguata sezione,
eventualmente provvisti di supporti laterali, qualora le tubazioni siano poste su un piano
verticale.
In nessun caso saranno accettati sostegni di ferro piatto saldato al tubo o catene.
Gli ancoraggi dei tubi ai supporti e dei supporti alle strutture saranno eseguiti nella maniera più
adatta a far fronte a tutte le spinte ed i carichi cui sono soggetti.
Tutto il mensolame dovrà essere fissato alle strutture dell'edificio a mezzo di sistemi facilmente
smontabili; gli staffaggi alle strutture in legno o in metallo saranno fissati con incravattature
imbullonate; quelli alle strutture in murature mediante viti e tasselli ad espansione, o sistemi
equivalenti, che dovranno comunque ricevere la preventiva approvazione della D.L. e/o S.A.
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Nessun ancoraggio sarà ammesso in posizione tale da poter provocare danni al fabbricato.
Tutte le parti di supporti e staffaggi in ferro nero saranno verniciate con due mani di antiruggine
di tinta diversa. Il costo dei supporti ed ancoraggi delle tubazioni dovrà essere compreso nel
prezzo unitario del tubo in opera.
TAB. A PRESCRIZIONI RIGUARDANTI LA VELOCITA` MASSIMA ALL'INTERNO
DELLE TUBAZIONI
DIAMETRO NOMINALE
DELLA TUBAZIONE (DN)
VELOCITA` MASSIMA CONSENTITA (M/S)
CIRCUITI CHIUSI CIRCUITI APERTI
fino a DN 20 0.50 1.0
fino a DN 40 0.8 1.1
fino a DN 65 1.25 1.6
fino a DN 80 1.8 2.5
fino a DN 200 2.0 3.0
fino a DN 250 2.2 3.0
fino a DN 300 2.4 3.0
fino a DN 350 2.5 3.0
superiore a DN 350 2.6 3.0
TAB. B - DISTANZA MASSIMA AMMISSIBILE TRA I SUPPORTI
DIAMETRO NOMINALE
DELLA TUBAZIONE (DN)
DISTANZA ORIZZONTALE (M) DISTANZA VERTICALE (M)
fino a DN 20 1.5 1.6
fino a DN 40 2.0 2.4
fino a DN 65 2.5 3.0
fino a DN 80 3.0 4.5
fino a DN 125 4.2 5.7
superiore a DN 125 5.1 8.5
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TAB. C - DIMENSIONI DEI TIRANTI FILETTATI
DIAMETRO NOMINALE DELLA TUBAZIONE
(DN)
DIAMETRO BARRA FILETTATA (MM)
da DN 125 a DN 200 16
da DN 250 a DN 300 20
da DN 350 a DN 400 24
DN 450 30
da DN 125 a DN 200 16
da DN 250 a DN 300 20
TAB. D - DIMENSIONI MINIME DEI GUSCI DI SOSTEGNO PER TUBAZIONI FREDDE
COIBENTATE
DIAMETRO NOMINALE
DELLA TUBAZIONE (DN)
LUNGHEZZA (MM) SPESSORE (MM)
sino a DN 80 300 1.3
DN 100 300 1.6
DN 125 380 1.6
DN 150 450 1.6
DN 200 600 2
3.1.1.8 Giunti di dilatazione e antivibranti
Nelle distribuzioni e nel collegamento dei tubi metallici ai supporti ed ancoraggi si dovrà tenere
conto delle dilatazioni e contrazioni delle tubazioni. Ove possibile, tali movimenti saranno
assorbiti dalle curve e dal tracciato dei tubi, ed i supporti dovranno essere previsti in tal senso;
sempre che non si vengano a creare spinte eccessive non compatibili con le strutture portanti o
con le apparecchiature collegate. Ove necessario, saranno installati dei compensatori di
dilatazione lineare, di tipo assiale o angolari, secondo le specifiche del progetto, plurilamellari in
acciaio inox AISI 304, con estremità a saldare o flangiate per tubazioni in acciaio nero o inox e
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filettate o flangiate per tubazioni zincate (per i giunti a flangia la bulloneria dovrà essere
esclusivamente in acciaio zincato).
Per il calcolo dell'allungamento delle tubazioni in acciaio, si dovrà considerare un valore di
0.012 mm per metro lineare e per grado centigrado di differenza fra temperatura del fluido e
temperatura ambientale al momento dell'installazione. Per tubazioni di acqua calda è da
considerare la massima temperatura (di mandata) anche per le tubazioni di ritorno.
Per tubazioni di acqua fredda e refrigerata, se richiesto, potranno essere usati compensatori in
neoprene.
La pressione nominale dei compensatori non sarà mai inferiore a PN 10, e sarà comunque
adeguata alle condizioni di temperatura e pressione del fluido. Per l'installazione saranno previsti
opportuni punti fissi, guide e rulli di scorrimento delle tubazioni, il tutto compreso nel prezzo
unitario in opera delle tubazioni.
In corrispondenza dei giunti strutturali dell’edificio, saranno utilizzati giunti flessibili, in acciaio
o gomma con pressione nominale (PN) adeguata, da installare in corrispondenza dei giunti
strutturali dell’edificio; per gli edifici posti in zone sismiche le tubazioni dovranno essere inoltre
dotate di supporti elastici alle strutture e di giunzioni flessibili adeguati, in modo da consentire i
movimenti delle strutture edili senza che ciò causi deformazioni permanenti agli impianti.
Tali prescrizioni assumono particolare valenza per le reti idriche antincendio e per quelle
convoglianti gas, nel rispetto delle vigenti normative in materia.
I vari tipi di giunti e la posizione degli stessi dovranno essere sottoposti a preventiva
approvazione della D.L.
Tutte le tubazioni e i condotti collegati a macchine con elementi in movimento, e quindi sorgenti
di vibrazioni, saranno corredati di giunti antivibranti in adeguata gomma sintetica.
3.1.1.9 Installazione delle condotte – attraversamento di strutture
I diametri, i raccordi, le pendenze delle tubazioni in genere devono essere tali da garantire il
libero deflusso dei fluidi in esse contenuti, senza dare luogo ad ostruzioni o comunque a depositi
che possano, col tempo, comprometterne la funzione.
Nei punti alti delle distribuzioni a circuito chiuso saranno previsti sistemi di sfogo aria, costruiti
da barilotti e da valvoline di sfiato e nei punti bassi di tutti i circuiti un sistema di scarico
dell'acqua (con imbutino di raccolta acqua, il tutto con collegamento alla fognatura).
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Quando le tubazioni passano attraverso i muri o pavimenti, saranno protette da manicotti in ferro
nero dello spessore di 2 mm. fino alle superfici esterne, per permettere la dilatazione e
l'assestamento, oppure con fasciatura di 5 cm di lana minerale e guaina di protezione, per evitare
rotture ai muri in conseguenza delle dilatazioni.
Gli spazi liberi attorno alle tubazioni attraversanti compartimenti antincendio dovranno essere
chiusi con materiali tagliafuoco aventi resistenza al fuoco REI certificata pari a quella della
struttura edile attraversata. Tali materiali tagliafuoco e la loro posa in opera si intende compresa
nel prezzo unitario in opera delle tubazioni.
Per le tubazioni in materia plastica (polietilene, polipropilene o PVC) per fluidi in pressione o
per scarichi, negli attraversamenti di strutture “tagliafuoco” verranno usati collari con funzione
tagliafuoco, contenenti materiali espandenti che, in presenza di alta temperatura, si espandono e,
sfruttando il rammollimento termico della tubazione, ne schiaccino le pareti formando un vero e
proprio tappo antifuoco. Tali collari dovranno essere omologati - certificati REI 120 oppure 180,
secondo quanto richiesto e/o necessario. I collari dovranno essere fissati alla struttura muraria
con tasselli a pressione. I tubi saranno posti in opera senza svergolarli o sformarli e saranno a
dovuta distanza dalle finestre, porte ed altre aperture.
Non sono permessi tagli eccessivi ed indebolimenti delle strutture onde facilitarne la posa in
opera dei tubi.
Tutte le sbavature saranno eliminate dai tubi prima della posa in opera; dovrà anche essere
effettuata accurata soffiatura in modo da eliminare all'interno qualsiasi ostruzione o deposito.
Sarà permessa la piegatura dei tubi a freddo fino a 40 mm, di diametro purché si usi un piegatubi
idraulico o meccanico.
I tubi piegati che presentano pieghe, rughe ed altre deformazioni non saranno accettati.
Le estremità delle tubazioni saranno ben chiuse o tappate subito dopo la messa in opera onde
evitare che la sporcizia od altre sostanze estranee penetrino nell'impianto.
Lo stesso dicasi per aperture delle apparecchiature.
Tutti gli attraversamenti di pareti e pavimenti devono avvenire in manicotti in acciaio zincato,
forniti dalla Ditta: essi devono essere installati e sigillati nei relativi fori prima della posa delle
tubazioni.
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Il diametro dei manicotti deve essere di 1 grandezza superiore a quella dei tubi passanti, oppure
al loro isolamento. Le estremità devono sporgere dal filo esterno di pareti e solette di almeno 25
mm.
I manicotti passanti attraverso le solette devono essere posati prima nel getto di calcestruzzo ed
otturati in modo da impedire eventuali penetrazioni.
Lo spazio libero tra tubo e manicotto deve essere riempito con lana di roccia od altro materiale
incombustibile; l'estremità deve essere sigillata con mastice non indurente.
Dovendosi fissare più manicotti, che debbano essere disposti affiancati, si userà un supporto
comune, per mantenere lo scarto ed il parallelismo dei manicotti.
Nel caso di attraversamento dei giunti di dilatazione dell'edificio, si dovranno prevedere dei
manicotti distinti da un lato e dall'altro del giunto, o comunque dei giunti flessibili con gioco
sufficiente a compensare i movimenti relativi.
Le tubazioni saranno infine dotate di fascette colorate per l'individuazione dei fluidi (da applicare
sopra il coibente, ove previsto) e frecce indicatrici di flusso. Il tutto sarà compreso nel prezzo
unitario in opera delle tubazioni.
3.1.1.10 Protezioni delle tubazioni
Tutte le tubazioni nere (ad eccezione di quelle preisolate), le carpenterie ed in genere i manufatti
in ferro nero saranno protetti da due mani di vernice antiruggine di diverso colore (grigio e
rosso). Per le tubazioni nere potrà, in alternativa, essere usato un trattamento protettivo a base di
resine epossidiche, come descritto nel paragrafo riguardante le “Tubazioni in acciaio nero
trafilate”.
I materiali da verniciare saranno preventivamente spazzolati fino ad eliminare ogni traccia di
ossidazione superficiale e sgrassati.
Tutte le apparecchiature verniciate, i manufatti le tubazioni, etc, la cui verniciatura sia stata
intaccata prima della consegna dell'impianto, dovranno essere ritoccate o rifatte, con vernice
c.s.d.
Il costo della verniciatura antiruggine delle tubazioni e delle carpenterie e manufatti sarà
compreso nel costo unitario della tubazione ed apparecchiature in opera.
Durante l’esecuzione dei lavori l’interno delle tubazioni dovrà essere protetto contro l’ingresso
di polvere o corpi estranei usando tappi provvisori, fasciature o provvedimenti similari.
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3.1.1.11 Prova delle condutture
Tutte le tubazioni, al termine del montaggio, e prima del completamento delle opere murarie
nonché dell'esecuzione dei rivestimenti coibenti, devono essere sottoposte a prova di pressione
idraulica.
Tranne casi speciali per cui si rimanda alle prescrizioni UNI vigenti, per pressioni d'esercizio
inferiori a 10 bar la pressione di prova deve essere 1,5 volte la pressione stessa d'esercizio.
Per pressioni maggiori la prova idraulica deve essere eseguita ad una pressione superiore di 5 bar
rispetto a quella d'esercizio.
Il sistema deve essere mantenuto in pressione per 12 ore; durante tale periodo deve essere
eseguita una ricognizione allo scopo di identificare eventuali perdite.
La prova si considera superata se il manometro di controllo non rivela cadute di pressione per
tutto il tempo stabilito.
Dopo la prova idraulica e prima della messa in esercizio degli impianti, le tubazioni devono
essere accuratamente lavate; il lavaggio deve essere effettuato scaricando acqua dagli opportuni
drenaggi sino a che essa non esca pulita, dopo di che le tubazioni dovranno essere soffiate allo
scopo di eliminare corpi estranei, etc.
Il riempimento dell'impianto deve essere effettuato immediatamente dopo le operazioni di
lavaggio.
3.1.2 Isolamento di tubazioni
Per le tubazioni, a seconda di quanto richiesto e/o necessario, in funzione anche del tipo di fluido
convogliato, della sua temperatura e degli ambienti attraversati, si useranno i seguenti tipi di
isolamento:
coppelle semirigide di lana di vetro (classe 0-1) apprettata con resine termoindurenti, con
temperatura limite di esercizio 400°C, densità non inferiore a 60 kg/mc e conduttività termica
non superiore a 0,04 W/mK a 40 °C, poste in opera opportunamente legate con filo di ferro
e/o rete zincata e rivestite con carta KRAFT sigillate con nastro adesivo ai giunti
longitudinali. Sono ammesse anche coppelle già rivestite all'origine con carta KRAFT (in
questo caso senza legatura). E' ammesso che per alcune parti di tubazioni non rettilinee (quali
curve, Te, valvole, dilatatori o simili) le coppelle vengano integrate o parzialmente sostituite
da materassino, nello stesso materiale e dello stesso spessore, posto in opera con le stesse
modalità;
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guaina (lastra per i diametri più elevati) di schiuma elastomerica (caucciù o neoprene)
espansa, a celle chiuse e con pellicola superficiale impermeabile, autoestinguente (classe1)
adatta a temperature di esercizio comprese fra -50°C e +100°C, con conduttività termica non
superiore a 0,045 W/mK a 40°C. Il fattore di resistenza alla diffusione del vapore dovrà
essere superiore a 4000 (da documentare). Il prodotto non dovrà contenere CFC, HCFC,
PVC o alogeni (cloro, fluoro, bromo). Il materiale sarà posto in opera incollato al tubo alle
testate (per una lunghezza di almeno 50 mm) incollato lungo le giunzioni e sigillato lungo
queste ultime con nastro adesivo (spessore circa 3 mm) in neoprene oppure costituito da
impasto di prodotti catramosi e sughero, posto in opera senza stiramenti e previa accurata
pulitura delle superfici. Non è ammesso l'uso di nastro adesivo normale (in carta, tela o
P.V.C.). Sia il collante che il nastro dovranno essere della stessa casa produttrice
dell'isolante. Non saranno accettati isolamenti nei quali il nastro di sigillatura tenda a
sollevarsi o staccarsi. Se necessario, per raggiungere gli spessori richiesti, l'isolamento sarà in
doppio strato, a giunti sfalsati;
guaina (lastra per i diametri più elevati) di schiuma elastomerica (caucciù o neoprene) come
descritto al punto precedente, ma finita all’origine dalla stessa casa costruttrice, con una
camicia esterna autoavvolgente in polipropilene (o analogo polimero) e alluminio, con bordo
adesivizzato di sovrapposizione e giunzione. Le modalità di posa in opera sono le stesse già
descritte. I pezzi speciali saranno finiti con pezzi preformati in lamina del materiale sopra
descritto; le giunzioni saranno finite con nastro adesivo dello stesso materiale. Il prodotto
finale si presenterà in maniera paragonabile ad una finitura “tradizionale” in lamierino di
alluminio da 6/10 mm .
guaina di polietilene espanso estruso a celle chiuse, con superficie esterna ricoperta da
rivestimento protettivo antigraffio in PVC; conduttività termica non superiore a 0,045 W/mK
a 40°C; autoestinguente (max classe 1); adatto a temperature di esercizio fra -40°C e +
100°C; fattore di resistenza alla diffusione del vapore superiore a 4000 (da documentare);
esente da CFC, HCFC. Sarà usato in genere per tubazioni di piccoli diametri, e verrà posti in
opera infilandolo sulla tubazione, incollandolo sulle giunzioni di testa con apposito collante
fornito dalla stessa casa costruttrice e sigillandolo infine (previa accurata pulizia) con il
proprio nastro adesivo isolante di spessore circa 3 mm, nello stessa materiale.
coppelle di polistirene estruso autoestinguente (classe 1), con conduttività termica non
superiore a 0,040 W/mK a 40°C e densità non inferiore a 20 kg/mc; adatto a temperature di
esercizio comprese fra -50°C e +100 °C. Le coppelle saranno poste in opera incollate lungo
le giunzioni con apposito mastice bituminoso o simile e sigillate lungo le giunzioni stesse,
all'esterno, mediante spalmatura dello stesso mastice. La barriera al vapore, ove richiesta
(d'obbligo per acqua refrigerata o fredda), sarà eseguita con due mani abbondanti di vernice
bituminosa (la seconda mano da dare dopo che la prima sia ben asciugata e comunque a
distanza non inferiore a 24 ore) e benda mussolona;
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coppelle di poliuretano espanso autoestinguente (classe1), con conduttività termica non
superiore a 0,035 W/mK a 40°C e densità non inferiore a 30-32 kg/mc, adatto a temperature
di esercizio fra -50°C e +130°C. Le coppelle saranno poste in opera con le stesse modalità su
esposte. Lo stesso dicasi per la barriera al vapore (ove richiesta). Il poliuretano dovrà essere a
cellule chiuse, esente da CFC, HCFC,PVC e alogeni.
3.1.3 Isolamento di pompe, valvole, dilatatori, filtri
In linea di massima e salvo specifiche indicazioni diverse, lungo tutte le tubazioni isolate
(convoglianti tanto fluidi caldi, quanto freddi o refrigerati) saranno coibentati anche il
valvolame, compensatori, giunti, filtri ad Y, etc. In particolare per l'acqua refrigerata saranno
isolati anche i corpi pompa. Il materiale isolante in linea di massima sarà lo stesso delle tubazioni
rispettive.
Potranno venire impiegati gusci prestampati, costituiti dallo stesso materiale isolante delle
tubazioni. Per l’acqua refrigerata, i gusci dovranno essere accuratamente incollati lungo le
giunzioni e (salvo che per i gusci in caucciù o neoprene espanso) trattati con barriera al vapore
esterna, eseguita nello stesso modo che per l’isolamento delle tubazioni. Nel caso d’impiego di
caucciù o neoprene espanso, l’isolamento del valvolame (o simili) potrà anche essere eseguito
con misto dello stesso materiale, autoadesivo, dello spessore di circa 3 mm oppure con costituito
da impasto di prodotto bituminoso e graniglia di sughero: in ogni caso il nastro andrà posto in
opera dopo aver ben pulito le superfici del componente, senza stirarlo ed avvolgendolo in più
strati, fino a raggiungere uno spessore di almeno 15 mm. Non è comunque ammesso per
l’isolamento di componenti convoglianti acqua refrigerata, l’impiego di lana di vetro o di roccia.
La finitura esterna dell'isolamento sarà dello stesso tipo di quella delle relative tubazioni,
realizzata in modo da poter essere facilmente smontata senza distruggerla (gusci chiusi con clips,
nel caso di lamierino di alluminio).
In alternativa e a pari prezzo la D.L. si riserva di accettare o meno (a propria insindacabile
giudizio) per l’isolamento di componenti per acqua refrigerata, l’impiego di poliuretano
schiumato in loco entro i gusci di alluminio, previa oliatura della superficie interna degli stessi
(perché il poliuretano non “attacchi”.
In ogni caso l'isolamento (e la relativa finitura) di valvolame, filtri, etc, dovrà essere realizzato
ovunque sussistano pericoli di condensa (acqua fredda e/o refrigerata) e nel caso di
apparecchiature soggette a pioggia o a gocciolamenti, in modo da essere assolutamente stagno,
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impermeabile all'acqua ed al vapore, ricorrendo esclusivamente all'uso di sigillanti siliconici o
poliuretanici in tutti i punti ove ciò sia necessario.
Si rammenta che l'isolamento termico di compensatori o giunti e la relativa finitura esterna (ove
vi sia) dovranno consentire gli spostamenti dei compensatori o giunti stessi.
3.1.4 Finitura degli isolamenti
Nelle zone con installazione degli impianti a vista (tubazioni, canalizzazioni, serbatoi,
scambiatori, valvolame etc.) è prevista generalmente (salvo specifiche indicazioni diverse la
finitura degli isolamenti termici mediante rivestimento in lamierino metallico o guaina
semirigida in P.V.C. a seconda di quanto richiesto. Le finiture dovranno rispondere ai seguenti
requisiti:
rivestimento con guaina di materiale plastico (P.V.C.), sigillato lungo le giunzioni con
apposito collante o nastro adesivo fornito dalla stessa casa costruttrice (oppure con il bordo
da sovrapporre, già adesivo all'origine). Il materiale dovrà essere omologato in classe 1 di
resistenza al fuoco (da documentare).Tutte le curve, T. etc. dovranno essere rivestite con i
pezzi speciali già disponibili in commercio, posti in opera con le stesse modalità . I prezzi
racchiudenti dilatatori, giunti, valvolame o simili dovranno essere smontabili facilmente,
senza danneggiarli. Nelle testate saranno usati collarini di alluminio, perfettamente sigillati.
In ogni caso particolare cura dovrà essere posta nella sigillatura dei giunti nel caso di
tubazioni, canalizzazioni o serbatoi posti all’esterno, per evitare infiltrazioni d’acqua.
3.1.5 Condizioni esecutive per l’installazione di isolamenti termici e delle finiture
3.1.5.1 Generalita’
Tutti gli isolamenti relativi a fluidi caldi dovranno essere realizzati in conformità delle vigenti
normative sul contenimento dei consumi energetici (D.P.R. 412/93).
Qualora la conduttività termica dei materiali impiegati sia diversa da quella necessaria per gli
spessori di Legge, sarà onere e cura della Ditta adeguare gli spessori a proprie spese, senza
aumento di prezzo alcuno.
Gli spessori si intenderanno e saranno sempre misurati in opera.
Le conduttività termiche dovranno essere documentate da certificati di Istituti autorizzati, e
valutate (salvo specifiche indicazioni diverse) a 50°C.
Tutti i materiali ed i manufatti isolanti dovranno essere ininfiammabili (Classe Zero), o, al più,
essere omologati su tutta la gamma con reazione al fuoco di classe 1 (documentata): non saranno
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ammessi materiali o manufatti con classe superiore ad 1. Lo stesso dicasi per le relative finiture
esterne. Dovrà essere fornita la certificazione di conformità del materiale impiegato ai campioni
omologati.
Tutti gli isolamenti dovranno essere eseguiti in conformità alla norma UNI 10376, a perfetta
regola d'arte, senza lasciare scoperta alcuna parte di superfici calde o fredde. Particolare cura
dovrà essere posta nell'isolamento di superfici fredde, che dovrà garantire la massima tenuta alla
migrazione di vapore ed impedire nel modo più assoluto la formazione di condensazione sia
sulla superficie del componente isolato che sulla superficie dell'isolamento che infine al suo
interno. Non saranno accettati sistemi di ancoraggio-supporto di tubazioni e/o isolamenti che
possono consentire formazione di condensa e/o gocciolamenti. Sarà in ogni caso rifiutato
l’impiego di lana di vetro o di roccia per l’isolamento di tubazioni o altri componenti
convoglianti acqua fredda o refrigerata.
La Ditta è tenuta, su semplice richiesta della D.L., ad eseguire campionature dei tipi e sistemi di
isolamento: nessun compenso particolare o supplementare è dovuto al riguardo alla Ditta, mentre
invece la Direzione Lavori potrà rifiutare i campioni che non risultino (per qualsiasi motivo)
conformi al contratto, o non eseguiti secondo le regole dell'arte o non diano garanzia di ottimo
risultato.
La Direzione Lavori potrà rifiutare quegli isolamenti che, pur se già eseguiti, non risultino
conformi ai campioni approvati, o che, comunque (anche se conformi a campioni approvati), non
siano eseguiti secondo contratto o secondo le buone regole dell'arte o non diano garanzia di
ottimo risultato. La Ditta è obbligata, in tal caso, alla demolizione degli isolamenti rifiutati ed al
loro completo rifacimento nel modo corretto, il tutto a sua cura e spese, senza alcun onere per la
Committente.
E` obbligo della Ditta proteggere da danneggiamenti di qualsiasi tipo gli isolamenti già posti in
opera (ad esempio per tubazioni a pavimento) in quanto non saranno accettati rappezzi o simili.
Quindi la Ditta dovrà adottare tutti gli accorgimenti del caso (protezioni con teli di nylon, oppure
con tavolati provvisori, o con malta a seconda dei casi).
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3.1.6 Condizioni esecutive per l’installazione di valvolame e simili
Il valvolame dovrà essere installato secondo le modalità e con la dotazione degli accessori qui di
seguito precisate:
Quando il diametro delle valvole (o simile: giunto antivibrante o altro) sia diverso da quello
della tubazione o dell’attacco dell’apparecchiatura collegata, dovrà essere usato un tratto di
raccordo di tubazione tronco-conico con occupato di conicità non superiore a 15°;
Il valvolame (o simile) flangiato verrà sempre fornito corredato di controflange, bulloni e
guarnizioni; la bulloneria sarà generalmente in acciaio zincato (inox per valvolame e/o
tubazioni inox);
Il valvolame (o simile) di tipo “wafer”, cioè da montare fra flange, dovrà essere tale da poter
smontare, una volta chiusa la valvola, il componente intercettato;
Dovrà essere accuratamente evitato e non sarà accettato che le tubazioni collegate alle
valvole gravino con il proprio peso sulle valvole stesse, quindi le tubazioni in questione
dovranno essere adeguatamente supportate in modo indipendente dal valvolame;
In caso di possibilità di gocciolamenti sopra il valvolame di tubazioni coibentate (ad esempio
montate all’aperto), le valvole dovranno avere il volantino o la leva di manovra posizionati in
modo tale che in corrispondenza di essi non si infiltri acqua entro la coibentazione (ad
esempio il montaggio potrà avvenire con la leva o il volantino posizionati lateralmente o, se
ciò comporta problemi di manovrabilità, inferiormente);
Sui collettori le valvole dovranno essere installate in modo ordinato, con tutti gli assi di
manovra allineati;
Le valvole servocomandate dovranno essere montate in posizione tale che non vi sia rischio
di gocciolamenti sopra il servocomando o i collegamenti elettrici.
3.1.7 Generatori di calore a biomassa
Generatore di calore a biomassa, alimentato a pellet di legna, con sistema di estrazione da fondo
silo a coclea costruito in acciaio ed avente le seguenti caratteristiche:
Generatore a tre giri di fumo, con ampie superfici di scambio termico disposte tutte in senso
verticale;
Scambiatore costituito da fasci tubieri verticali, circondati da acqua e dotati di turbolatori che
rallentano i fumi e migliorano la resa;
Sistema motorizzato muove i turbolatori compiendo la pulizia automatica degli scambiatori
di calore;
Sistema di alimentazione del combustibile e impianto antincendio;
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Bruciatore a griglia mobile idoneo a bruciare sia il pellet sia il cippato, la griglia mobile è
costituita da una speciale lega di acciaio in grado di resistere in modo ottimale anche alle
elevate temperature generate dalla combustione del pellet;
Sistema di estrazione della cenere totalmente automatico a doppia coclea parallela. Le coclee
prelevano la cenere da sotto la camera di combustione e da sotto lo scambiatore di calore
della caldaia trasferendola in due contenitori asportabili in cui viene compattata;
Caldaia gestita e regolata da un sistema di controllo elettronico di ultima generazione che
come unica interfaccia ha un pannello touch screen a colori e multilingua con dimensioni 125
x 70 mm che gestisce e regola anche i principali componenti e circuiti idraulici presenti in
centrale termica e, con i moduli di espansione, può arrivare a gestire totalmente impianti
molto complessi ed articolati.
Potenza massima 499,0 kW;
Potenza minima 104,7 kW
3.1.8 Condizioni esecutive per l’installazione di caldaie a biomassa
Le caldaie ad acqua con alimentazione a biomassa dovranno essere installate secondo le modalità
e con le dotazioni di accessori qui di seguito precisate:
La caldaia sarà corredate di contenitore intermedio con dispositivo di controllo precarico ad
infrarossi e coclea laterale per il caricamento biomassa, il dispositivo di protezione dal
ritorno di fiamma, la centralina di controllo e regolazione impianto, il dispositivo per
accensione automatico, la griglia mobile, la camera di combustione a due zone, lo
scambiatore di calore a tubi verticali con turbolatori, la sonda di controllo automatico dei gas
di scarico e della combustione, l’estrattore fumi con regolatore dei giri e controllo per un
funzionamento in totale sicurezza, la coclea scarico cenere con box.
La caldaia sarà corredate di ventilatore fumi e canale da fumo fino all’imbocco della canna
fumaria (raccordo al camino) realizzato in robusta lamiera di acciaio inox opportunamente
coibentato con materassino di lana minerale da almeno 25/50 mm e con finitura in lamierino
di alluminio; l’imbocco nella canna fumaria avverrà con un angolo di 135° rispetto alla
verticale;
La caldaia verrà fornite complete di tutti gli accessori, ivi compresi – quando richiesti e/o
comunque necessari – la/e valvola/e di sicurezza omologata, la valvola di scarico termico, il
pressostato di blocco, il pressostato di minima, il pozzetto porta termometro campione ed il
manometro (con scala adeguata) con rubinetto e flangia per il manometro di prova;
Il collegamento ai vasi d’espansione dovrà essere realizzato con tubazione in acciaio avente
diametro interno maggiore di 18 mm e raccordati con curve ad ampio raggio;
L’attacco del vaso d’espansione deve essere uguale al diametro della tubazione. In caso
contrario dovranno essere installati maggiori vasi d’espansione aventi la somma delle sezioni
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interne maggiore di quella prescritta ed una capacità che la somma sia maggiore o uguale alla
capacità indicata;
Gli scarichi delle valvole di sicurezza e di valvole di scarico termico saranno visibili e
convogliati sino a terra nella fognatura.
Dovrà essere accuratamente evitato e non sarà accettato che le tubazioni collegate alle
caldaie gravino con il proprio peso sulle caldaie stesse: quindi le tubazioni in questione
dovranno essere adeguatamente supportate in modo indipendente dalle caldaie.
Le caldaie dovranno essere montate in modo che ne risulti agevole l’accesso a tutte le parti
per manutenzione.
3.1.9 Elettropompe
Le pompe per acqua calda ad uso riscaldamento sono del tipo centrifugo ad uno stadio.
Gli attacchi sono a flangia, PN16 fino al DN 200, PN 10 per DN superiori.
Le pompe, sia del tipo direttamente accoppiate, sia accoppiate a giunto, vengono sempre fornite
complete di motore.
Questo deve essere, salvo se diversamente specificato, di tipo chiuso, ventilato esternamente,
protezione IP55, isolamento classe F (B fino a 3 Kw), tensione 380 V, 50 Hz, velocità di
rotazione 1400 giri/1', avviamento in corto circuito.
3.1.9.1 Pompe a velocità variabile
Hanno bocca aspirante e premente in linea. Sono fornite monoblocco, direttamente accoppiate al
motore. Sono del tipo a rotore bagnato, senza tenuta sull'albero con tubo separatore per garantire
l'ermeticità della zona avvolgimenti.
Albero, girante, tubo separatore e rivestimento rotore sono in acciaio inox; il corpo è in ghisa, i
cuscinetti in ceramica.
Il motore è a tre velocità commutabili manualmente con isolamento classe F.
Quando esplicitamente richiesto vengono fornite in costruzione gemellare o singola.
3.1.10 Condizioni esecutive per l’installazione di elettropompe
Le elettropompe (o circolatori) dovranno essere installate secondo le modalità e con la dotazione
di accessori qui di seguito precisate.
Quando il diametro delle bocche della pompa sia diverso dal quello della valvola di
intercettazione o di ritegno (o altro accessorio), dovrà essere interposto un tratto di raccordo
di tubazione tronco-conico con angolo di conicità non superiore a 15 °;
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Per le elettropompe flangiate la bulloneria dovrà essere generalmente in acciaio zincato (inox
per pompe e/o tubazioni inox);
Le elettropompe filettate dovranno essere sempre installate con l’uso di bocchettoni che ne
consentano lo smontaggio;
Dovrà essere accuratamente evitato e non sarà accettato che le tubazioni collegate alle pompe
gravino con il proprio peso sulle pompe stesse: quindi le tubazioni in questione dovranno
essere adeguatamente supportate in modo indipendente dalle pompe;
Le elettropompe dovranno essere sempre installate in modo da non trasmettere direttamente
vibrazioni alle strutture murarie di ancoraggio, potendosi ciò ottenere con l’interposizione di
supporti o materiali antivibranti;
Quando installate in batteria, le elettropompe dovranno essere ben ordinate ed allineate;
In ogni caso il montaggio dovrà essere effettuato in modo da evitare qualsiasi rischio di
gocciolamento sulle morsettiere dei motori e/o di altri componenti elettrici.
3.1.11 Scambiatori di calore a piastre
Scambiatori di calore del tipo a piastre corrugate adatti per circuiti acqua calda, refrigerata.
Saranno costituiti da piastre metalliche corrugate in acciaio inox AISI 316L con guarnizioni in
elastomero NBR EPDM tipo clip-on non incollate, il tutto racchiuso da un fusto in acciaio al
carbonio verniciato epossidico.
Si riportano si seguito le principali caratteristiche tecniche degli scambiatori previsti nel
progetto:
Pressione di progetto: 16 bar;
Temperature primario: 70-85°C;
Temperature secondario: 75-65°C;
Perdite di carico massime al secondario: 3 m c.a.
3.1.12 Serbatoio di accumulo acqua calda
Il serbatoio d’accumulo per acqua calda è realizzato con corpo in acciaio zincato anticorrosione
capacità pari a 2.000 litri.
Conformità alle norme:
collaudo a norme ISPESL (quando richiesto e/o specificato);
Direttiva 97/23/CE;
D.M. 21/03/73 e DPR 777/82 con successivi aggiornamenti;
D.M. 108 25/01/92 con successivi aggiornamenti;
UNI EN ISO 1461 (per la zincatura a caldo).
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Caratteristiche costruttive e di installazione:
recipiente per produzione-accumulo di acqua calda di riscaldamento e funzionamento con
liquidi in pressione, di tipo verticale e forma cilindrica, con fondi bombati e piedi di
appoggio, realizzato internamente in acciaio vetrificato adatto secondo le normative vigenti
per consentire l'idoneità allo stoccaggio di acqua calda.
Il serbatoio, inoltre, sarà corredato di:
attacchi filettati o flangiati, secondo quanto richiesto e/o specificato, per ingressi ed uscite
acqua, nonché manicotti per tutti gli strumenti e le sonde necessarie;
scarico di fondo con rubinetto a sfera;
termometro a gas inerte, in acciaio inox, della massima precisione (classe 1) e manometro a
quadrante con rubinetto di fermo;
valvola di sfiato aria sulla sommità;
isolamento termico, eseguito (salvo esplicite prescrizioni diverse) in materassino ad alta
densità di lana di vetro e spessore non inferiore a 60 mm avente conduttività termica alla
temperatura di +40 °C, non superiore a 0.040 W/mK (valore certificato da laboratorio
universitario) e certificati di reazione al fuoco in classe "1". L'isolamento sarà completato
con finitura esterna in lamierino di alluminio non inferiore a 6/10 mm.
Caratteristiche tecniche e materiali accessori:
serbatoio costruito per una pressione superiore del 20% a quella massima di esercizio reale
del serbatoio e comunque non inferiore a PN 6 (bar); serpentino PN12.
accessori vari di completamento;
collegamenti idraulici;
materiali di sostegno ed ancoraggio;
minori di consumo.
3.2 OPERE ELETTRICHE
3.2.1 Quadri elettrici di bassa tensione di tipo ad armadio
Tali quadri saranno rispondenti alle vigenti prescrizioni di legge, nonché conformi alla norma
CEI 17-113 (norma europea EN 60439-1).
Saranno costituiti da scomparti modulari componibili divisi in più colonne modulari, saldamente
collegate tra loro in modo da formare delle unità trasportabili. Golfari in numero adeguato
dovranno consentire di sollevamento delle unità trasportabili con gru o mezzi simili.
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Ciascun scomparto avrà larghezza non superiore a 0,9 m e sarà costituito da una ro-busta
intelaiatura metallica in profilati di acciaio con spessore minimo di 2 mm, o in lamiera metallica
piegata ed irrigidita con spessore di almeno 2 mm.
I quadri saranno dotati di uno zoccolo di sostegno ottenuto con profilato ad U di altezza minima
100 mm. I pannelli laterali saranno fissati all'intelaiatura con viti, quelli anteriori e posteriori
saranno apribili a cerniera su un lato verticale e dotati di sistema di chiusura a chiave e mani-glie
isolanti, o con viti. Adeguati irrigidimenti dovranno essere previsti per evitare deforma-zioni dei
pannelli apribili.
Sui pannelli di chiusura costituenti l'involucro potranno essere montati solo apparecchi di
comando e segnalazione (selettori, commutatori, indicatori luminosi, ecc.) appartenenti a circuiti
ausiliari o strumenti di misura; apparecchi per il cui collegamento non siano necessari conduttori
di sezione superiore a 1,5 mm².
Tutte le parti in acciaio dovranno essere accuratamente verniciate a forno con smalti a base di
resine epossidiche, previo trattamento protettivo (sgrassatura, fosfatazione e due mani di
antiruggine). Le parti non verniciate, ed in particolare la bulloneria, dovranno viceversa essere
state sottoposte a trattamenti di protezione superficiali (zincatura, zincocromatura, ecc.).
Tutti i materiali isolanti impiegati nell'esecuzione dei quadri saranno di tipo incombustibile o
non propagante la fiamma.
Tutti gli interruttori (sia quelli posti sulle linee in arrivo, che quelli posti sulle linee in partenza)
dovranno essere collegati ai sistemi di sbarre del quadro.
Le sbarre saranno in rame elettrolitico ricotto. Le sezioni del sistema principale dovranno
garantire una portata non inferiore alla corrente nominale dell'interruttore da cui sono derivate
con una sovratemperatura massima di esercizio non superiore a 20 °C rispetto alla temperatura
ambiente di 40 °C.
I supporti di sostegno ed ancoraggio delle sbarre saranno di tipo a pettine in resine poliesteri
rinforzate; essi avranno dimensioni ed interdistanze tali da sopportare le massime correnti di
corto circuito previste e comunque non inferiori a quelle indicate sugli schemi elettrici allegati.
Sui disegni di progetto sono indicati il numero, il tipo e le caratteristiche necessarie per definire
gli interruttori previsti. Essi dovranno interrompere tutti i conduttori (sia le fasi che il neutro)
della linea su cui sono inseriti, e dovranno essere conformi alla tabella di cui all'articolo 473.3.2
delle norme CEI 64-8/4 per quanto riguarda la protezione del neutro.
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Gli interruttori installati saranno del tipo scatolato (conformi alle norme CEI 17-5) per posa fissa
con attacchi posteriori, per realizzare una completa segregazione tra il vano inter-ruttore ed il
vano sbarre, potranno essere dotati di contatti ausiliari, bobine di sgancio ed altri accessori a
seconda delle necessità impiantistiche.
Per quanto possibile dovrà essere realizzata una protezione selettiva che limiti l'intervento agli
interruttori più prossimi al punto di guasto.
Nella parte alta dei quadri saranno montati, se indicati nei disegni di progetto, gli strumenti di
misura. La loro altezza di installazione sempre riferita all'asse dello strumento ed al piano di
calpestio non dovrà essere superiore a 2 metri.
I pannelli di supporto degli strumenti dovranno essere apribili a cerniera lateralmente. Gli
strumenti indicatori, salvo diversa indicazione, saranno del tipo digitale e classe 1,5.
Oltre che di tutti gli apparecchi riportati sui disegni di progetto, il quadro dovrà esse-re completo
di ogni accessorio, anche se non espressamente indicato, necessario ad assicurare il perfetto
funzionamento.
L'esecuzione dovrà essere conforme alle prescrizioni seguenti:
i cablaggi dei circuiti ausiliari dovranno essere eseguiti con conduttori flessibili isolati in
gomma (cavo N07G9-K) aventi sezioni non inferiori a 1,5 mm², dotati di capicorda a
compressione isolati e di collari di identificazione. Essi verranno disposti in maniera ordinata
e, per quanto possibile, simmetrica entro canalette in PVC munite di coperchio e ampiamente
dimensionate. Le canalette dovranno essere fissate al pannello di fondo mediante viti auto-
filettanti, o con dado, o rivetti. Non è ammesso l'impiego di canalette autoadesive;
i conduttori per il collegamento degli eventuali apparecchi montati su pannelli di chiusura
frontali dovranno essere raccolti in fasci, protetti con guaina o spirale in plastica ed avere
lunghezza sufficiente ad evitare sollecitazioni di trazioni o strappi a pannello completa-mente
aperto;
tutti i conduttori di neutro e di protezione o di terra saranno chiaramente contraddistinti fra
loro e dagli altri conduttori per mezzo di colorazioni diverse (blu chiaro per il neutro e giallo-
verde per i conduttori di terra);
tutti i conduttori in arrivo e/o in partenza dal quadro e di sezione minore o uguale a 16 mm²
dovranno essere attestati su morsetti di adeguata sezione di tipo isolato, componibili, montati
su guida profilata unificata e numerati o contrassegnati; quelli aventi sezioni superiore a 16
mm² saranno provvisti di adatto capicorda a compressione e collegati diretta mente agli
interruttori ed ancorati all'intelaiatura per non sollecitare gli interruttori stessi;
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tutti i conduttori di terra o di protezione in arrivo e/o in partenza dovranno essere attestati su
una sbarra di terra di rame. I conduttori dovranno essere collegati singolarmente mediante
viti con dado e capicorda ad occhiello;
tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a terra. Il collegamento di
quelle mobili o asportabili sarà eseguito con cavo flessibile (cavo N07G9-K) di colore giallo-
verde o con treccia di rame stagnato di sezione non inferiore a 16 mm², muniti alle estremità
di capicorda a compressione di tipo ad occhiello;
sui pannelli frontali verranno riportate, incise con pantografo su targhette in trafolite, tutte le
scritte necessarie ad individuare chiaramente i vari apparecchi di comando, manovra,
segnalazione, ecc.;
per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri dovranno essere pro-dotte
dalla stessa casa costruttrice.
N.B.: salvo diversa indicazione riportata su altri elaborati di progetto, il grado di protezione dei
contenitori dovrà essere, con la porta chiusa, non inferiore a IP40; particolare cura sarà posta
nell'adottare adeguati sistemi di tenuta nei punti di ingresso e di uscita dei cavi affinché tali gradi
di protezione non risultino abbassati.
3.2.2 Quadri elettrici di bassa tensione di tipo a cassetta
I quadri saranno di tipo sporgente o ad incasso, adatti all'installazione all'interno a parete, o a
pavimento a seconda delle dimensioni, nella posizione indicata sulle piante.
Essi saranno rispondenti alle prescrizioni di legge, nonché conformi alla norma CEI 17-113/1
(norma europea EN 60439-1) e saranno costituiti da:
un contenitore (o eventualmente più contenitori accostati e collegati fra loro) in resina
autoestinguente o in lamiera di acciaio di spessore non inferiore a 1,2 mm, saldata ed
accuratamente verniciata a forno internamente ed esternamente con smalti a base di resine
epossidiche, previo trattamento preventivo antiruggine. Per consentire l'ingresso dei cavi, il
contenitore sarà dotato, sui lati inferiore e superiore, di aperture chiuse con coperchio fissato
con viti, o di fori pretranciati. Contenitori di tipo diverso da quanto sopra descritto potranno
essere adottati solo se esplicitamente indicato sui disegni o nel computo metrico;
pannelli di fondo oppure intelaiatura per consentire il fissaggio degli apparecchi o delle guide
profilate di tipo unificato. Il pannello di fondo sarà in lamiera di acciaio verniciata a forno o
zincata e passivata, e dovrà essere regolabile in profondità. L'intelaiatura sarà, in-vece, in
lamiera zincata e passivata o in alluminio anodizzato, ed oltre alla regolazione in profondità
dovrà consentire anche di variare in senso verticale la posizione di apparecchi e/o guide
profilate;
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pannelli di chiusura frontali in materiale plastico autoestinguente o in lamiera di acciaio di
spessore minimo 1,2 mm, ribordata e verniciata internamente ed esternamente come de-
scritto per i contenitori. I pannelli saranno modulari in modo da costituire una chiusura a
settori del quadro. Saranno ciechi se destinati a chiudere settori non utilizzati del quadro, o
settori contenenti morsettiere, o altri apparecchi su cui non sia normalmente necessario agire;
oppure dotati di finestrature che consentono di affacciare la parte anteriore degli apparecchi
fissati sulle guide o sui pannelli di fondo. Le finestrature per gli apparecchi modulari avranno
tutte la medesima lunghezza, e le parti non occupate dovranno essere chiuse con placche
copriforo in materiale plastico inserite a scatto. Le dimensioni dei quadri dovranno essere tali
da consentire l'installazione di un numero di eventuali apparecchi futuri pari ad almeno il
20% di quelli previsti. Sui pannelli di chiusura potranno essere fissati solo apparecchi di
comando e segnalazione (selettori, commutatori, indicatori luminosi, ecc.) appartenenti a
circuiti ausiliari o strumenti di misura; apparecchi per il cui collegamento non siano necessari
conduttori di sezione superiore a 1,5 mm², in questo caso, i pannelli dovranno essere apribili
a cerniera su un lato verticale e fissati con viti sull'altro. Con tutti i pannelli inseriti, non sarà
possibile il contatto con le parti in tensione; il fronte del quadro dovrà presentare un grado di
protezione non inferiore a IP 20;
porte anteriori in resina autoestinguente o in lamiera di acciaio saldata ribordata ed irrigidita,
e protetta con lo stesso trattamento superficiale sopra descritto. A seconda delle necessità di
installazione, le porte saranno di tipo cieco o con vetro temperato. Esse dovranno essere
dotate di maniglie in materiale isolante e di serrature con chiave.
In generale, oltre a quanto sopra specificato, tutte le parti in acciaio dovranno essere
accuratamente verniciate a forno con smalti a base di resine epossidiche, previo trattamento
protettivo (sgrassatura, fosfatazione e due mani di antiruggine). Le parti non verniciate, ed in
particolare la bulloneria, dovranno viceversa essere state sottoposte a trattamenti di protezione
superficiali (zincatura, zincocromatura, ecc.).
Tutti i materiali isolanti impiegati nell'esecuzione dei quadri saranno di tipo incombustibile o
non propagante la fiamma. Sui disegni di progetto sono indicati il numero, il tipo e le
caratteristiche necessarie per definire gli interruttori previsti. Essi provvederanno ad inter-
rompere tutti i conduttori (sia le fasi che il neutro) della linea su cui sono inseriti, e saranno
conformi alla tabella di cui all'articolo 473.3.2 delle norme CEI 64-8/4 per quanto riguarda la
protezione del neutro.
Oltre che di tutti gli apparecchi riportati sui disegni di progetto e/o descritti nel computo metrico,
il quadro dovrà essere completo di ogni accessorio, anche se non espressamente indicato,
necessario ad assicurare il perfetto funzionamento.
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L'esecuzione dovrà essere conforme alle prescrizioni seguenti:
i cablaggi dei circuiti ausiliari dovranno essere eseguiti con conduttori flessibili isolati in
PVC (cavo N07G9-K) aventi sezioni non inferiori a 1,5 mm², dotati di capicorda a
compressione isolati e di collari di identificazione. Essi verranno disposti in maniera ordinata
e, per quanto possibile, simmetrica entro canalette in PVC munite di coperchio e ampiamente
dimensionate. Le canalette dovranno essere fissate al pannello di fondo mediante viti
autofilettanti, o con dado, o rivetti. Non è ammesso l'impiego di canalette autoadesive;
i conduttori per il collegamento degli eventuali apparecchi montati su pannelli di chiusura
frontali dovranno essere raccolti in fasci, protetti con guaina o spirale in plastica ed avere
lunghezza sufficiente ad evitare sollecitazioni di trazioni o strappi a pannello completa-mente
aperto;
tutti i conduttori di neutro e di protezione o di terra saranno chiaramente contraddistinti fra
loro e dagli altri conduttori per mezzo di colorazioni diverse (blu chiaro per il neutro e giallo-
verde per i conduttori di terra);
tutti i conduttori in arrivo e/o in partenza dal quadro e di sezione minore o uguale a 16 mm²
dovranno essere attestati su morsetti di adeguata sezione di tipo isolato, componibili, montati
su guida profilata unificata e numerati o contrassegnati; quelli aventi sezioni superiore a 16
mm² saranno provvisti di adatto capicorda a compressione e collegati diretta-mente agli
interruttori ed ancorati all'intelaiatura per non sollecitare gli interruttori stessi;
tutti i conduttori di terra o di protezione in arrivo e/o in partenza dovranno essere attestati su
una sbarra di terra di rame. I conduttori dovranno essere collegati singolarmente mediante
viti con dado e capicorda ad occhiello;
tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a terra. Il collegamento di
quelle mobili o asportabili sarà eseguito con cavo flessibile (cavo N07G9-K) di colore giallo-
verde o con treccia di rame stagnato di sezione non inferiore a 16 mm², muniti alle estremità
di capicorda a compressione di tipo ad occhiello.
Sui pannelli frontali verranno riportate, incise con pantografo su targhette in trafolite, tutte le
scritte necessarie ad individuare chiaramente i vari apparecchi di comando, manovra,
segnalazione, ecc. Per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri dovranno
essere prodotte dalla stessa casa costruttrice.
N.B.: salvo diversa indicazione riportata su altri elaborati di progetto, il grado di protezione dei
contenitori dovrà essere, con la porta chiusa, non inferiore a IP 40 particolare cura sarà posta
nell'adottare adeguati sistemi di tenuta nei punti di ingresso e di uscita dei cavi affinché tali gradi
di protezione non risultino abbassati.
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3.2.3 Piccoli quadri elettrici di distribuzione locale
Le caratteristiche costruttive essenziali dei quadri, e così pure lo schema unifilare so-no riportati
sui disegni di progetto.
I quadri dovranno essere di tipo sporgente od incassato, adatti all'installazione all'in-terno a
parete, nella posizione indicata sulle piante.
Essi saranno rispondenti alle prescrizioni tecniche di legge, nonché conformi alla norma CEI 17-
113/1 (norma europea EN 60439-1), alla norma CEI 23-51, qualora le caratteristiche del quadro
lo consentano, e costituiti da:
un contenitore in materiale termoplastico autoestinguente completo di cassetta per l'incasso a
parete. Per consentire l'ingresso dei cavi il contenitore è dotato, sui lati inferiore e superiore,
di fori pretranciati;
intelaiatura per consentire il fissaggio degli apparecchi alle guide profilate DIN di tipo
unificato, in lamiera zincata e passivata, che consente la regolazione in profondità degli
apparecchi;
pannello di chiusura frontale in materiale termoplastico autoestinguente. Il pannello è dotato
di finestrature che consentono di affacciare la parte anteriore degli apparecchi fissati sulle
guide. Le finestrature per gli apparecchi modulari presentano tutte la medesima lunghezza, e
le parti non occupate sono chiuse con placche copriforo in materiale plastico inserite a scatto.
Con il pannello inserito, non è possibile il contatto con le parti in tensione, il fronte del
quadro presenta un grado di protezione non inferiore a IP 20.
Tutti i materiali isolanti impiegati nell'esecuzione del quadro saranno di tipo incombustibile o
non propagante la fiamma. Sui disegni di progetto sono indicati il numero, il tipo e le
caratteristiche necessarie per definire gli interruttori previsti. Essi provvederanno ad inter-
rompere tutti i conduttori (sia le fasi che il neutro) della linea su cui sono inseriti, e saranno
conformi alla tabella di cui all'articolo 473.3.2 delle norme CEI 64-8/4 per quanto riguarda la
protezione del neutro. Oltre che di tutti gli apparecchi riportati sui disegni di progetto, i quadri
saranno completi di ogni accessorio, anche se non espressamente indicato, necessario ad
assicurare il perfetto funzionamento.
L'esecuzione dei quadri dovrà essere inoltre conforme alle prescrizioni seguenti:
i cablaggi dei circuiti ausiliari dovranno essere eseguiti con conduttori flessibili isolati in
PVC (cavo N07G9-K) aventi sezioni non inferiori a 1,5 mm²;
tutti i conduttori di neutro e di protezione o di terra saranno chiaramente contraddistinti fra
loro e dagli altri conduttori per mezzo di colorazioni diverse (blu chiaro per il neutro e giallo-
verde per i conduttori di terra);
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tutti i conduttori di terra o di protezione in arrivo e/o in partenza si attesteranno su un
morsetto avente funzione di collettore equipotenziale di terra;
sui pannelli frontali dovranno essere riportate, su targhette autoadesive, tutte le scritte
necessarie ad individuare chiaramente i vari apparecchi di comando, manovra, segnalazione,
ecc.;
per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri dovranno essere prodotte
dalla stessa casa costruttrice.
N.B.: Il grado di protezione dei contenitori dovrà essere, con la porta chiusa, non inferiore a IP
40 particolare cura sarà posta nell'adottare adeguati sistemi di tenuta nei punti di ingresso e di
uscita dei cavi affinché tali grado di protezione non risulti abbassato.
3.2.4 Apparecchiature di protezione
3.2.4.1 Fusibili
In caso di installazione di fusibili dovrà essere realizzato il coordinamento delle protezioni
secondo quanto previsto dalle tabelle UNEL e dalle norme CEI.
I fusibili saranno sempre del tipo con fusione in camera chiusa. Per livelli di guasto superiori a
10 kA e portate di entità superiori a 50 A verranno impiegati fusibili ad alta capacità di rottura,
per tarature inferiori è consentito impiegare fusibili "a cartuccia".
3.2.4.2 Interruttori magnetotermici
Gli interruttori previsti interromperanno tutti i conduttori (fasi e neutro) della linea su cui sono
inseriti e saranno conformi alle norme CEI 64-8 per quanto riguarda la protezione del neutro.
Per correnti nominali fino a 63 A saranno normalmente del tipo modulare (compatibilmente alle
correnti di corto circuito previste) in scatola isolante modulare (conformi alle norme CEI 23-3).
Avranno caratteristiche di intervento scelte fra quelle previste in modo tale da copiare in ogni
occasione la caratteristica termica dei cavi e dei circuiti nei quali sono inseriti. Avranno, inoltre,
un potere di interruzione minimo di 6000 A e comunque compatibile con il valore della corrente
di corto circuito massima prevista nel punto di installazione.
Gli interruttori con corrente nominale superiore a 63 A saranno di tipo scatolato non modulare. I
dispositivi garantiranno l'intervento selettivo fra gli interruttori posti in arrivo e sulle partenze
delle linee. Il comando avverrà con manovra manuale in apertura ed in chiusura.
Altre caratteristiche degli apparecchi non espressamente descritte, saranno conformi a quanto
stabilito dalle norme CEI 17-5 per quanto riguarda la parte costruttiva, ed alle norme CEI 64-8
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(terza edizione) per quanto riguarda il potere di interruzione e le caratteristiche per la protezione
delle linee in cavo.
3.2.4.3 Interruttori differenziali
Gli interruttori differenziali sono dispositivi amperometrici di protezione che inter-vengono solo
quando l'impianto ha un guasto di corrente verso terra.
Questi dispositivi, sensibili alla corrente omopolare eseguono in continuazione la somma
vettoriale delle correnti di linea del sistema monofase o trifase con neutro a terra e, finché questa
somma è uguale a zero, consente l'alimentazione elettrica dell'utenza, mentre la interrompe
rapidamente quando la risultante supera il valore nominale di sensibilità dell'apparecchio.
Gli interruttori differenziali possono essere di tipo modulare in scatola isolante abbi-nati ad un
interruttore magnetotermico, per realizzare contemporaneamente sia la protezione per i guasti
verso terra, che la protezione contro i sovraccarichi ed i corto circuiti; oppure "puri" cioè
sensibili solo alla corrente di guasto verso terra.
Per gli interruttori di tipo scatolato, invece, verranno utilizzati dei relè differenziali che vengono
installati separatamente sui quadri e che consentono la regolazione sia della soglia che del ritardo
di intervento.
Gli interruttori differenziali saranno scelti in modo da realizzare una efficace protezione contro i
contatti indiretti seguendo le prescrizioni delle norme CEI 64-8/4.
3.2.4.4 Apparecchiature accessorie
Teleruttori
I teleruttori da impiegarsi dovranno avere le seguenti caratteristiche:
esecuzione compatta su guida DIN grado protezione morsetti IP 20;
tensione di alimentazione bobina come da circuiti aux di comando;
tensione di isolamento 660 V;
categoria di impiego AC2 - AC3;
categoria di impiego contatti ausiliari AC11.
Relè ausiliari
I relè ausiliari da impiegarsi dovranno avere le seguenti caratteristiche:
tensione di isolamento 660 V;
categoria di impiego AC11;
esecuzione su zoccolo per guida DIN grado protezione morsetti IP 20;
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tensione di alimentazione bobina come da circuiti aux di comando.
Per i relè, le correnti nominali di impiego (Ie) si intendono riferite ad un servizio a carico di 120
cicli ora; se non diversamente indicato la classe di durata meccanica sarà 1 (in milioni di cicli di
manovra a vuoto).
Salvamotori
Si dovranno impiegare idonei salvamotori con sganciatori termici ritardati, uno per ogni fase, del
tipo regolabile e sganciatori elettromagnetici fissi istantanei. Il comando sarà del tipo a pulsante
fino ad una corrente di impiego di 12 A, del tipo a levetta
per correnti superiori.
Dovranno inoltre rispondere ai seguenti requisiti:
tensione di isolamento 660 V;
tensione nominale 660 V;
temperatura ammissibile -20 °C +55 °C;
potere di interruzione minimo senza fusibili 10 KA;
Tutti i salvamotori, infine, dovranno essere dotati di contatti ausiliari.
Scaricatori di corrente da fulmine
tensione di esercizio max ammissibile 255 V - 50/60 Hz;
prova di corrente da fulmine (10/350) 75 kA;
livello di protezione <= 3.5 kV;
tempo di intervento <= 100 ns;
grado di protezione IP 20;
fusibili di protezione 3x250 A tipo gG;
provato secondo E DIN VDE 0675, parte 6/11.89 e 6/A1/03.96;
montaggio su guida DIN;
classe “B”.
Strumenti indicatori
Dovranno avere dimensioni massime di mm 96 x 96 e rispondere a quanto sancito dalle Norme
CEI 13 - 6 ed alle norme DIN 43700/43718. La tensione di prova dovrà risultare di 2 kV x 1 sec.
a 50 Hz; la classe di precisione sarà 1,5; la sovraccaricabilità sarà 10 In per 1’ e 1,2 In a tempo
permanente.
Le custodie dovranno essere in materiale termoplastico del tipo a fiamma ritardata e tali da
garantire un grado di protezione all’interno dello strumento pari a IP 54.
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Tutti gli strumenti da montare sul fronte del quadro saranno i tipo da incasso, con attacchi
posteriori aventi grado di protezione IP 2X; avranno custodia preferibilmente quadrata o
rettangolare e con possibilità di applicazione di sigilli ove necessario; saranno provvisti di
azzeramento dall’esterno.
In generale gli amperometri e voltmetri avranno una deviazione, al valore nominale, di circa il 75
% del valore di fondo scala. Gli amperometri dei motori avranno una deviazione a fondo scala
pari a 5 volte la corrente nominale. Gli strumenti a zero appresso avranno la scala duplicata
attorno al valore nominale; l’eventuale costante di ciascun strumento sarà chiaramente indicata.
Trasformatori di tensione per circuiti BT
I trasformatori di tensione per il comando degli ausiliari dovranno avere le seguenti
caratteristiche:
a) Comando apparecchiature ausiliarie in genere
- tensione primaria 220/380 V;
- tensione secondaria 12-0-12 V oppure 55-0-55 V;
- isolamento conduttori classe B;
- tensione di prova 4 kV per 1 sec.;
- isolamento con resina poliestere.
I trasformatori di alimentazione di più circuiti, saranno dimensionati in modo che con il
contatore o interruttore a più elevato assorbimento, in chiusura, con tutti gli altri contatori o
interruttori chiusi e le relative lampade di segnalazione accese. La tensione disponibile sul
secondario non sia inferiore al 95 % della tensione nominale. Nei casi particolari in cui sia
prevista la richiusura contemporanea di più circuiti, saranno considerati in chiusura tutti i
contatori o interruttori del gruppo di circuiti più gravoso.
I trasformatori monofasi saranno previsti per l’allacciamento primario tra fase e fase.
b) Alimentazione apparecchiature con necessità integrale di isolamento dal restante impianto.
Caratteristiche analoghe a quelle precedentemente descritte eccezion fatta per la tensione
secondaria, che dovrà essere uguale a quella normalizzata per gli utensili elettrici in uso nei
reparti di lavorazione (comunque inferiore ai 50V) e i due avvolgimenti dovranno essere
comunque separati elettricamente da una parte metallica connessa all’impianto di terra, che in
caso di guasto impedisca il loro collegamento.
Nel caso a) la presa di 0 V, centro dell’avvolgimento secondario, dovrà essere messa a terra.
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Nel caso b) dovrà essere collegato a terra lo schermo metallico interposto tra i due avvolgimenti;
qualora nel caso b) trattasi di trasformatori non omologati come trasformatori di sicurezza, anche
in tale caso una presa dell’avvolgimento secondario dovrà essere collegata a terra.
Detti trasformatori saranno del tipo ad avvolgimento separato, il grado minimo di protezione sarà
IP20.
Manipolatori, selettori e pulsanti
Tutti i manipolatori, i pulsanti e le spie di segnalazione dovranno essere del tipo modulare, adatti
per il posizionamento ed il fissaggio su guida DIN; le categorie di impiego dei manipolatori e dei
pulsanti è AC11 con tensione di isolamento 230 V c.a..
Le correnti nominali di impiego (Ie) saranno almeno di 1 A a 120 V c.c. o 5 A a 220 V c.a. e
comunque adatti alle caratteristiche di impiego; i pulsanti saranno posizionati e colorati in
relazione alla loro funzione.
Salvo diversamente indicato di volta in volta o nelle norme di riferimento, saranno usati i
seguenti colori in conformità con la pubblicazione IEC 73:
ROSSO: arresto normale o arresto di emergenza in questo secondo caso con bottone a fungo.
VERDE: marcia o chiusura.
I colori grigio e nero potranno essere usati per altri scopi. Le lampade di segnalazione dovranno
funzionare con tensione di alimentazione pari a quella utilizzata per i circuiti ausiliari di
comando, ma la loro tensione nominale dovrà essere superiore onde allungarne notevolmente la
durata di funzionamento.
Tutte le lampade di segnalazione di un quadro saranno in un unico tipo e caratteristiche. Salvo
diversamente indicato di volta in volta o nelle norme di riferimento, saranno usati i seguenti
colori in conformità con la Pubblicazione IEC 73. Nel caso di impiego di segnalazioni luminose
realizzate con diodi LED, i colori dovranno essere il più possibile riconducibili a quelli qui di
seguito elencati:
lampada BIANCA: interruttore o contattore chiuso (in posizione di servizio);
lampada ROSSA: interruttore o contattore aperto per intervento protezioni e bloccato;
lampada VERDE: interruttore o contatore aperto pronto per la chiusura utilizzabile anche per
indicare condizioni normali di esercizio);
lampada GIALLA: preallarme od indicazione anormale di funzionamento;
lampada BLU: richiesta intervento operatore.
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La lampada rossa sarà azionata dai relè di protezione o dai relè di blocco che, quando ripristinati,
faranno spegnere la lampada rossa ed accendere quella verde.
Morsetti di giunzione
Tutti i morsetti combinabili dovranno possedere le seguenti caratteristiche:
tipo con attacchi a vite su entrambi i lati;
provvisti di identificazione alfanumerica del circuito asservito;
adatti per il fissaggio su barre DIN 35-45277;
serraggio con piastrina serrafilo;
viti di serraggio accessibili solo con cacciavite;
corpo isolante in melanina od altro materiale avente medesimi requisiti d’isolamento;
corpo conduttore in lega rame-zinco con trattamento di nichelatura;
tensione nominale 750 V;
tensione di prova 3000 V.
I morsetti di connessione sia principali che ausiliari saranno adatti per il tipo ed il materiale dei
conduttori previsti. I morsetti non facenti parte delle singole apparecchiature, saranno di tipo ad
elementi componibili montati su profilati standard e raggruppati in morsettiere identificate con
un codice riportato su una apposita targhetta.
La composizione delle morsettiere per le connessioni esterne sarà studiata in relazione alla
funzione dei collegamenti ed in modo da realizzare connessioni il più possibile adiacenti dei
conduttori di uno stesso cavo. L’isolante dei morsetti sarà in melamina od altra plastica ad alta
densità. La massa di stampaggio non conterrà sostanze organiche.
Le morsettiere saranno ubicate in modo da garantire un sufficiente spazio per l’esecuzione delle
terminazioni dei cavi e del loro fissaggio, un facile accesso alle terminazioni ed una agevole
lettura dei collari di identificazione. Saranno previsti morsetti di riserva nelle morsettiere per le
connessioni esterne, nella quantità di almeno il 10%.
Tutti i morsetti relativi ai circuiti di comando e segnalazione saranno singolarmente numerati con
numeri progressivi; i morsetti di potenza, quelli per le voltmetriche e le amperometri che saranno
contrassegnati come previsto nelle norme di riferimento.
Pulsanti di emergenza
Tutti i pulsanti di emergenza dislocati nell’edificio dovranno essere costituiti da:
cassetta in materiale ferroso o policarbonato resistente agli urti accidentali;
sportello in vetro frangibile con chiusura a chiave e cerniera;
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martelletto per rottura vetro;
pulsante con tasto operazionale di colore rosso;
spia luminosa per segnalazione efficienza circuito di sicurezza.
Prese protette
Le prese protette dovranno essere, nel caso di montaggio per esterno, in resina autoestinguente
antiurto o in alluminio pressofuso verniciato, del tipo normalizzato e con fusibili a tappo o
interruttore automatico magnetotermico onnipolare dove necessario.
Nel caso di prese monofase da 10 o 16 A, la protezione sarà costituita da interruttore automatico
magnetotermico bipolare; nel caso di prese con fusibili, queste dovranno essere provviste di
fusibili di scorta in numero di almeno tre.
In caso di necessità di sostituzione degli stessi, aprendo gli involucri dovrà essere impossibile il
contatto con i conduttori di arrivo linea per evitare pericoli di folgorazione.
3.2.5 Tubazioni protettive
3.2.5.1 Generalità
La posa sarà eseguita in modo ordinato secondo percorsi orizzontali o verticali, paralleli o
perpendicolari a parete e/o soffitto, senza tratti obliqui ed evitando incroci o accavalla-menti non
necessari. Saranno evitate le giunzioni su tubi di tipo corrugato, o di tipo flessibile, o di diametro
diverso.
Per le giunzioni fra tubazioni rigide e tubazioni flessibili verranno impiegati gli adatti raccordi
previsti allo scopo dal costruttore. In mancanza di indicazioni o prescrizioni diverse, nei locali
umidi o bagnati, canalette e tubazioni saranno in materiale isolante. Negli impianti a vista
(generalmente stagni) l'ingresso di tubi in cassette, contenitori e canalette avverrà tramite adatto
pressatubo senza abbassare il grado di protezione previsto. Per consentire l'agevole infilaggio e
sfilaggio dei conduttori, il rapporto tra il diametro del tubo protettivo ed il diametro del fascio di
cavi contenuti dovrà essere almeno pari a:
1,4 per le linee luce, F.M. e simili;
1,6 per le linee telefoniche;
1,5 per i cavi coassiali di impianti elettronici e di segnale.
Sempre allo scopo di facilitare l'infilaggio non saranno eseguite più di due curve, o comunque
curve per più di 180° sulle tubazioni protettive senza l'interposizione di una cassetta di transito.
Analogamente nei tratti rettilinei non sarà superata la lunghezza di 10 m senza l'interposizione di
una cassetta rompitratta.
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3.2.5.2 Tubo rigido in PVC
Sarà della serie pesante conforme alle tabelle CEI-UNEL ed alle norme CEI 23-8 e provvisto di
marchio italiano di qualità IMQ. Potrà essere impiegato per la posa a pavimento (annegato nel
massetto e ricoperto da almeno 15 mm di malta di cemento) oppure in vista (a parete, a soffitto e
nel controsoffitto). Non è ammessa la posa interrata (anche se protetta da manto di calcestruzzo)
o in vista in posizioni dove possa essere soggetto a urti, danneggia-menti, ecc.
Le giunzioni ed i cambiamenti di direzione dei tubi potranno essere ottenuti impiegando
manicotti e curve con estremità a bicchiere conformi alle citate norme e tabelle, nonché provvisti
di marchio IMQ.
Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi non sarà superiore a 1 m, in
ogni caso i tubi devono essere fissati in prossimità di ogni giunzione e sia prima che dopo ogni
cambiamento di direzione.
In questo tipo di posa, per il fissaggio saranno impiegati collari in acciaio zincato con serraggio
mediante viti; oppure collari singoli in plastica a scatto.
3.2.5.3 Cavidotto in PVC rigido
Sarà della serie pesante (1250 N) in materiale termoplastico autoestinguente conforme alle
norme CEI 23-29 e provvisto di marchio italiano di qualità IMQ, di colore nero con stri-scia
elicoidale gialla di segnalazione.
La posa dovrà eseguita in modo ordinato secondo percorsi paralleli, evitando incroci o
accavallamenti non necessari. Dovranno essere evitate le giunzioni su tubi di tipo flessibile o di
diametro diverso.
I cambiamenti di direzione dei tubi potranno essere ottenuti impiegando curve con estremità a
bicchiere conformi alle citate norme e tabelle, nonché provvisti di marchio IMQ.
Le tubazioni interrate saranno rispondenti alle seguenti caratteristiche costruttive e di posa (salvo
diversa prescrizione di progetto):
avere i giunti di tipo a bicchiere sigillati con apposito collante, o di tipo filettato per evitare lo
sfilamento e le infiltrazioni d'acqua;
essere posate a non meno di 0,5 m di profondità, sopra uno strato di sabbia di circa 10 cm di
spessore;
dovranno essere previsti pozzetti di ispezione in corrispondenza ai cambiamenti di dire-zione
e ad intervalli non superiori a 20 m nei tratti rettilinei;
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i tratti rettilinei orizzontali dovranno essere posati con pendenza verso un pozzetto per evitare
il ristagno dell'acqua;
il tratto entrante nel fabbricato sarà posato con pendenza verso l'esterno, per evitare l'ingresso
di acqua;
tutti i pozzetti dovranno essere senza fondo, o comunque con fori adeguati ad evitare il
ristagno dell'acqua.
3.2.5.4 Tubo flessibile in PVC serie pesante
Sarà conforme alle norme CEI 23-14 ed alle tabelle CEI-UNEL, in materiale autoestinguente,
provvisto di marchio italiano di qualità IMQ. Sarà impiegato esclusivamente per la posa
sottotraccia a pavimento, a parete o a soffitto curando che in tutti i punti risulti ricoperto da
almeno 20 mm di intonaco, oppure entro pareti prefabbricate del tipo a sandwich.
Non verrà impiegato nella posa in vista, o interrata (anche se protetto da manto di calcestruzzo) e
così pure non verranno eseguite giunzioni, se non in corrispondenza di scatole o di cassette di
derivazione.
I cambiamenti di direzione saranno eseguiti con curve ampie (raggio di curvatura compreso fra 3
e 6 volte il diametro nominale del tubo).
3.2.5.5 Tubo flessibile con spirale rigida in PVC
Sarà in materiale autoestinguente e costituito da un tubo in plastica morbida, internamente liscio,
rinforzato da una spirale di sostegno in PVC. La spirale avrà caratteristiche (passo dell'elica,
rigidezza, ecc.) tali da garantire l'inalterabilità della sezione anche per il raggio minimo di
curvatura (due volte il diametro interno) ed il ritorno alla sezione originale in caso di
schiacciamento. Il campo di temperatura di impiego si estende da -10 °C a +60 °C.
Per il collegamento a tubi di altro tipo, canalette, cassette di derivazione o di morsettiere dei
motori dovranno essere impiegati esclusivamente raccordi previsti allo scopo dal costruttore e
costituiti da: corpo (del raccordo), anello di tenuta, ghiera filettata di serraggio, controdado o
manicotto filettato a seconda se il collegamento è con cassette, canalette o con-tenitori oppure
con tubi filettati. Le estremità dei tubi flessibili non potranno essere bloccate con raccordi del
tipo a clips serrate con viti.
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3.2.6 Canali portacavi
3.2.6.1 Canale in acciaio zincato di tipo aperto
Sarà forato (asolato) e ottenuto da lamiera di acciaio protetta con zincatura a fuoco. I fianchi
avranno un'altezza di almeno 50 mm e lo spessore non sarà inferiore a 1,5 mm. Per la
sospensione saranno impiegate, per quanto possibile, mensole ancorate sia a profilati fissati a
soffitto, sia con tasselli direttamente a parete in modo da avere sempre un lato libero.
La distanza tra due sostegni non sarà superiore a 2 m e comunque tale che la freccia di
inflessione non risulti superiore a 5 mm. La distanza del canale dal soffitto o da un altro
sovrapposto sarà di almeno 20 cm.
Il collegamento fra due tratti avverrà mediante giunti di tipo telescopico o ad incastro in modo da
ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l'abrasione durante la
posa, oppure giunti ad angolo interni.
Per eseguire i cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc., dovranno essere
impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore in modo da ridurre al minimo, e per
dimostrata necessità, gli interventi quali tagli, piegature, ecc. In ogni caso gli spigoli che possono
danneggiare i cavi dovranno essere protetti con piastre terminali coprifilo.
Per il collegamento delle varie parti dovranno essere impiegati non meno di quattro bulloni in
acciaio zincato di tipo con testa tonda e larga posta all'interno del canale e muniti di rondella.
Nel caso fosse necessario il coperchio, si farà in modo che sia asportabile per tutta la lunghezza
del canale, anche in corrispondenza degli attraversamenti di pareti.
3.2.6.2 Canale in acciaio zincato di tipo chiuso
Vale, in generale, quanto descritto per la canalina di tipo aperto. Il canale sarà dotato di
coperchio fissato o a scatto, o mediante moschettoni e asportabile per tutta la lunghezza anche in
corrispondenza degli attraversamenti di pareti.
Con il coperchio inserito, il canale presenterà un grado di protezione non inferiore a IP 40.
Particolare cura dovrà essere posta affinché tale grado di protezione non risulti abbassato in
corrispondenza di giunzioni, collegamenti con tubi eventualmente derivati, cassette di
derivazione, ecc.
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3.2.7 Cavi, conduttori
3.2.7.1 Generalità
I cavi, i conduttori e le sbarre blindate dovranno essere progettati, costruiti e collaudati in
conformità con le norme CEI/UNEL applicabili in vigore, ed in particolare con le seguenti:
Per i cavi non propaganti l'incendio:
Norme CEI 20-11;
Norme CEI 20-14;
Norme CEI 20-20;
Norme CEI 20-22.
Per i cavi non propaganti l'incendio ed a bassa emissione di gas tossici e corrosivi:
Norme CEI 20-38.
Tutte le condutture dovranno essere protette dalle sovracorrenti conformemente a quanto
disposto dalle norme CEI 64-8. Dovranno anche essere considerate ed applicate tutte le
normative inerenti i componenti ed i materiali utilizzati, nonché le regolamentazioni e le
normative previste dalla Legislazione Italiana per la prevenzione degli infortuni.
Tutti i cavi installati dovranno essere dotati del Marchio Italiano di Qualità (IMQ) o di
contrassegno equivalente. La Ditta installatrice dovrà inoltre, a richiesta della D.L., fornire i
certificati delle prove eseguite dagli enti riconosciuti, nonché dati tecnici e dimensionali che
potranno essere richiesti.
3.2.7.2 Dati tecnici dei cavi elettrici di bassa tensione
I cavi utilizzati dovranno avere le seguenti caratteristiche tecniche:
Cavi multipolari ed unipolari con guaina:
tensione nominale 0,6/1 kV;
grado di isolamento 4 kV.
Cavi multipolari ed unipolari con guaina:
tensione nominale 450/750 V;
grado di isolamento 2,5 kV.
Conduttori unipolari senza guaina:
tensione nominale 450/750 V;
grado di isolamento 2,5 kV.
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I cavi saranno dimensionati in modo tale che nessun di essi si trovi a convogliare una corrente
superiore a quella corrispondente alla sua portata, determinata tenendo conto anche delle
effettive condizioni di posa e della temperatura ambiente, garantendo inoltre che la caduta di
tensione totale, tra l'inizio della rete a bassa tensione e gli utilizzatori finali, non superi il 4%
della tensione nominale.
Non è consentito l'impiego di conduttori isolati singolarmente o facenti parte di cavi multipolari
con sezione inferiore a:
2,5 mm² per i conduttori di potenza alimentanti macchine, motori o prese, indipendente-
mente dalla potenza di questi, e per dorsali dell'impianto di illuminazione generale e di
sicurezza;
1,5 mm² per tutti gli altri conduttori degli impianti di illuminazione, comandi, segnalazione
ed altri impianti a tensione ridotta, esclusi i soli i soli cavi degli impianti telefonici e speciali.
3.2.7.3 Caratteristiche costruttive dei cavi elettrici di bassa tensione
I cavi impiegati per l'installazione dovranno avere le seguenti caratteristiche:
1. cavi di potenza ed ausiliari di tipo multipolare senza schermatura:
non propaganti l'incendio ed a senza emissione di gas corrosivi (norme CEI 20-13, 20-22/3)
tipo FG7OM1/0,6-1 kV formazione con conduttori flessibili.
2. cavi di potenza ed ausiliari di tipo unipolare senza schermatura:
non propaganti l'incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi (norme CEI 20-37/1) tipo
FG7M1/0,6-1 kV formazione con conduttori flessibili.
3. conduttori unipolari senza guaina e schermatura, grado di isolamento 2,5 kV:
non propaganti l'incendio e senza emissione gas tossici e corrosivi (norme CEI 20-19/13, 20-
22/2, 20-38/2) tipo N07G9-K e N07V-K conduttori di tipo flessibile.
3.2.7.4 Modalità di posa dei cavi elettrici di bassa tensione
I cavi dovranno essere posati senza alcuna giunzione intermedia. Nei casi in cui le tratte senza
interruzione superassero le pezzature allestite dai Costruttori, le giunzioni e le derivazioni
dovranno essere eseguite in cassette con morsetti di sezione adeguata (esclusi i cavi per media
tensione), tali cassette dovranno essere sempre ubicate in luoghi facilmente accessi-bili.
L'ingresso dei cavi nelle cassette di transito e di derivazione dovrà essere sempre eseguito a
mezzo di appositi raccordi pressacavo, oppure passacavo.
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In prossimità di ogni ingresso di cavo in una cassetta, o all'interno della stessa, dovranno essere
apposti anelli di identificazione del cavo, coincidenti con le indicazioni dei documenti di
progetto per l'identificazione del circuito e del servizio al quale il cavo appartiene.
Particolari raccomandazioni di posa dettate dal Costruttore dovranno essere sempre rispettate (ad
esempio: temperature di posa, raggi di curvatura, tiri di infilaggio, ecc.).
I cavi appartenenti a circuiti con tensioni nominali diverse dovranno essere tenuti fisicamente
separati lungo tutto il percorso. Qualora ciò non fosse materialmente possibile, tutti i cavi in
contatto tra loro dovranno avere il grado di isolamento di quello fra essi a tensione più elevata.
In relazione al tipo di posa prescelto dovranno essere, inoltre, rispettate le seguenti prescrizioni:
a) Posa direttamente interrata
posa su un letto di sabbia in trincea scavata nel terreno con l'apposizione di una fila di
mattoni di protezione sopra il cavo, con interposto stato di sabbia; il tutto ricoperto con la
stessa terra della trincea. Per questo tipo di posa i cavi dovranno essere provvisti di arma-
tura. In alternativa, posa entro un manufatto di cemento aperto da chiudere con coperchio
dopo la posa dei cavi.
b) Posa in cunicolo
in relazione alle dimensioni del cunicolo, i cavi potranno essere posati direttamente sul
fondo, aggraffati a parete o posati su passerelle predisposte. in ogni caso la posa dovrà es-
sere ordinata e consentire il reperimento dei cavi e la loro agevole posa e rimozione.
c) Posa sospesa alle murature od alle strutture dei fabbricati (solo per cavi B.T.)
i cavi dovranno essere sostenuti da appositi collari in materiale plastico. I sostegni dovranno
essere applicati alle murature mediante l'infissione di chiodi a sparo o tasselli ad espansione a
corpo completamente metallico. Tali sostegni dovranno inoltre essere sistemati a distanza tra
loro dipendente dalle dimensioni e dalla flessibilità dei cavi impiegati e tale comunque da
evitare la formazione di anse.
d) Posa su canali portacavi metallici orizzontali, verticali od inclinati
i cavi posati sui canali portacavi in tratti verticali od obliqui, dovranno essere fissati a queste
mediante legature che mantengano fissi i cavi nella loro posizione ed adatte a sostenere il
peso dei cavi stessi;
i cavi dovranno essere disposti il più possibile rettilinei evitando accavallamenti non
necessari;
i cavi unipolari facenti parte della stessa linea dovranno essere posati ravvicinati, in modo da
ridurre la reattanza;
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cavi di bassa tensione e cavi di media tensione dovranno essere sistemati su passerelle
separate; di norma le passerelle contenenti cavi di M.T. devono essere provviste di coperchio
sull'intero percorso.
e) Posa entro tubazioni o cavidotti
i cavi dovranno essere infilati in modo da non danneggiare l'isolamento. Un filo pilota dovrà
essere infilato entro ogni tubazione vuota o nella quale si prevede l'infilaggio futuro di altri
cavi;
non è ammessa la posa di conduttori senza guaina protettiva entro tubazioni in acciaio
zincato.
3.2.8 Cassette di derivazione
Saranno utilizzate esclusivamente cassette di derivazione in materiale isolante autoestinguente
dotate di coperchio fissato con viti, o con il sistema a 1/4 di giro.
Saranno poste in opera in posizione tale da essere facilmente apribili ed ispezionabili curando in
modo particolare che risultino allineate fra loro e parallele a pareti, soffitti e spigoli dei locali.
Per quanto possibile, si cercherà di unificare i tipi e le dimensioni.
Tutte le tubazioni protettive entreranno dai fianchi o dal fondo delle cassette. L'ingresso avverrà
esclusivamente attraverso i fori o gli indebolimenti sfondabili previsti dal costruttore e senza
praticare allargamenti o produrre rotture sulle pareti. Il numero delle tubazioni entranti o uscenti
da ciascuna cassetta non sarà, pertanto, superiore a quello dei fori o degli indebolimenti previsti.
Nelle cassette stagne il raccordo tubo-scatola dovrà essere eseguito con gli appositi accessori in
modo che non risulti abbassato il grado di protezione.
Tutte le derivazioni e le giunzioni sui conduttori verranno eseguite entro le cassette; non è
ammesso pertanto di eseguirle nelle scatole di contenimento di prese, interruttori, ecc. oppure
entro le tubazioni protettive.
Le derivazioni saranno effettuate mediante morsettiere fisse oppure di tipo componibile montate
su guida DIN; è ammesso l'utilizzo di morsetti volanti del tipo ad isolamento totale, per sezioni
di condutture pari o inferiori a 6 mm² negli impianti luce e prese di servizio.
Non sono ammessi collegamenti eseguiti con nastrature o con morsetti di tipo non
completamente isolato (mammouth).
Tutte le cassette di derivazione dovranno essere contrassegnate in modo chiaro con le sigle
riportate nella tabella in fondo al presente capitolo. Le sigle dovranno essere poste sia sulla
superficie interna, che su quella esterna del coperchio di ciascuna cassetta.
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3.2.9 Collegamenti equipotenziali
Saranno eseguiti per ottenere l'equalizzazione del potenziale di tutti gli apparecchi e di tutte le
tubazioni di adduzione e scarico di fluidi (acqua, impianto idrico e termico, aria compressa,
fluidi, ecc.). Il computo dei collegamenti sarà fatto conteggiando il numero di tubazioni e di
apparecchi collegati tra loro e a terra e comprendendo, oltre al morsetto, la quota parte di cavo,
tubo protettivo e accessori.
I collegamenti saranno eseguiti secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-8 e dalla guida CEI
64-12 e con le seguenti modalità:
CAVO, saranno impiegati i seguenti:
il cavo impiegato sarà del tipo flessibile in rame isolato in PVC (cavo N07G9-K) di colore
giallo-verde e sezione 16 mm² per i collegamenti equipotenziali principali (tubazioni
principali dell'acqua e delle centrali tecnologiche), mentre sarà di 4 mm² per i collegamenti
equipotenziali secondari. Sarà posato entro tubazioni di PVC flessibile pesante (con diametro
minimo di 20 mm) se incassate sottotraccia, o di tubo rigido negli altri casi. Il cavo verrà
portato fino alla più prossima cassetta di derivazione senza che su di esso siano fatte
giunzioni, ma semplicemente asportando l'isolante ove necessario eseguire il collegamento.
In corrispondenza dei collegamenti, se necessario (ad esempio se l'organo di connessione è
sprovvisto di morsetto), saranno previsti capicorda a compressione di tipo adatto.
ORGANI DI CONNESSIONE, saranno impiegati i seguenti:
morsetti in lega pressofusa per tubi fino a circa 2" costituiti da due parti apribili e serra-te
sulla tubazione con due bulloni in acciaio zincato, provvisti di morsetto a vite per il
conduttore equipotenziale;
morsetti in acciaio zincato o cadmiato per tubazioni fino a circa 6" serrate mediante fascetta
in nastro di acciaio zincato, provvisti di morsetto a vite per il conduttore equipotenziale.
I morsetti saranno posti in opera in modo che staccando il rosone che di norma copre l'entrata del
tubo nel muro, sia possibile ispezionare la connessione conduttore equipotenziale-morsetto
oppure in altro modo equivalente. Le zone sottostanti i morsetti o i bulloni dovranno essere
accuratamente pulite.
3.2.10 Apparecchi illuminanti
3.2.10.1 Generalità
Per la fornitura di apparecchi illuminanti oggetto delle presenti specifiche tecniche si dovranno
preferire tipi di normale costruzione, inseriti nei normali cataloghi commerciali della Case
Costruttrici.
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3.2.10.2 Caratteristiche meccaniche
La lamiera impiegata deve essere in acciaio di qualità, spessore minimo 8/10 adatta a tutti i cicli
di lavorazione come stampaggio, piegatura, di spessore adeguato e tale da assicurare agli
apparecchi illuminanti la necessaria robustezza e rigidità. Le lamiere devono essere fosfatate e
verniciate con trattamento antiruggine ed essiccate al forno a 180 °C.
La verniciatura dovrà permanere nel tempo e dovrà sopportare gli urti che potranno essere
prodotti in fase di trasporto, montaggio e manutenzione. Gli apparecchi illuminanti da incassare
nei controsoffitti saranno completi di staffette per appoggio all'orditura dei controsoffitti stessi.
La foggia e la struttura degli apparecchi illuminanti dovrà essere tale da garantire lo smaltimento
del calore sviluppato all'interno senza che si raggiungano temperature pregiudizievoli per le
apparecchiature contenute. Particolare cura dovrà essere posta allo smaltimento del calore negli
apparecchi illuminanti contenenti, eventualmente le apparecchiature per l'alimentazione di
emergenza in conseguenza delle limitative condizioni di buon funzionamento.
Dove saranno previsti apparecchi illuminanti con schermi, dovrà essere garantita la facile
rimozione e la pulizia.
Gli schermi chiusi non devono lasciare intravedere la lampada e devono essere appoggiati
all'armatura tramite guarnizione realizzata in modo che sia garantito il grado di protezione
richiesto.
L'accessibilità degli apparecchi illuminanti dovrà essere tale per cui, negli stessi, si avrà
l'equipaggiamento ed i conduttori di collegamento montati su unica basetta in lamiera.
3.2.10.3 Manutenzione
In tutti i tipi di apparecchi sono richieste, per esigenze di manutenzione, le seguenti possibilità:
rimozione dello schermo nel modo più agevole con possibilità di sospensione;
accessibilità all'equipaggio elettrico previa rimozione o meno delle lampade e delle parabole
riflettenti, sbloccaggio con galletto o sistema equivalente, ancoraggio della piastra porta
componenti a mezzo pendinatura in plastica anticaduta (eventuali viti impiegate saranno di
tipo asportabile);
eventuale rimozione della basetta, dopo avere sganciato un apposito moschettone.
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3.2.10.4 Caratteristiche elettriche
Gli apparecchi illuminanti dovranno risultare collegati alla rete di terra dell'edificio. A tale scopo
devono essere dotati di bullone saldato alla lamiera, dado, conduttore isolato colore giallo-verde
da 2,5 mm² collegato al bullone e alla morsettiera della basetta.
Alla morsettiera sarà portato il conduttore di terra con lo stesso cavo di alimentazione
dell'apparecchio. Gli apparecchi illuminanti dovranno essere realizzati nel rispetto delle vigenti
norme CEI, ISPESL, UNI, ecc.
In particolare dovrà essere rispettato il Decreto Ministeriale 9/10/1980, Gazzetta Ufficiale n. 296
e le direttive CEE 76-890 del 4/11/76. Se non sono raggiunte le prestazioni stabilite nelle
direttive citate, dovranno essere inseriti all'interno degli apparecchi gli opportuni filtri.
Gli apparecchi illuminanti offerti dovranno avere il Marchio Italiano di Qualità oppure essere
dotati di un certificato che ne attesti il grado di protezione dichiarato.
I cablaggi interni saranno realizzati con conduttore in rame di sezione adeguata non inferiore a 1
mm². Tutte le connessioni faranno capo a morsetti fissi (del tipo con vite premente tramite
lamina mobile) ed i conduttori flessibili saranno muniti di terminali a pressione. Potranno essere
impiegati altresì morsetti a presa rapida purché consentano più manovre di inserimento senza
alterazioni in efficienza. Tutti i conduttori saranno raccolti in fasci e fissati alla piastra di
montaggio. E' fatto divieto di impiegare nastro isolante per le fasciature dei conduttori, ma
dovranno essere impiegati gli opportuni collari.
Gli alimentatori saranno 230 V - 50 Hz, con fusibile volante di protezione per ciascun reattore.
Per gli altri tipi di apparecchi illuminanti vale quanto descritto nella descrizione del computo
metrico allegato.
3.2.10.5 Prestazioni
I rendimenti degli apparecchi illuminanti previsti saranno garantiti e riferiti ai rendimenti che
dovranno essere indicati nell'offerta con una tolleranza del 5%.
3.2.10.6 Collegamenti
Sull'apparecchio illuminante non deve essere attuato l'entra-esci della linea di alimentazione:
utilizzare una cassetta di derivazione esterna. Sugli apparecchi stagni l'entrata del cavo deve
avvenire tramite pressacavo. La connessione a ciascun apparecchio illuminante da interno, sia
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diretta che con interposta presa a spina, va eseguita con breve tratto di cavetto flessibile 2x1,5
mm² + T.
3.2.10.7 Collaudi
Collaudo effettuato nello stabilimento di produzione e consistente nelle prove di routine previste
nelle norme CEI.
In cantiere attuare le seguenti prove e verifiche:
verifica qualitativa e quantitativa dei materiali;
prove in tensione dei circuiti e dei comandi;
misure delle cadute di tensione;
misure dei livelli di illuminamento.
Le prove di accertamento saranno eseguite presso il laboratorio del Fornitore a cura e spese
dell'appaltatore alla presenza di tecnici della Committente.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di effettuare eventualmente a sua cura e spese, prove di
rendimento presso il laboratorio di un Ente scelto di comune accordo.
Qualora i rendimenti riscontrati risultassero inferiori al limite di tolleranza sopra previsto,
l'Appaltatore provvederà a sua cura e spese e riportarli nei limiti previsti. In caso contrario la
Committente provvederà a detrarre una somma pari all'1% del costo dei corpi illuminanti
interessati dalla suddetta prova eseguita per campioni per ogni punto inferiore ai valori previsti.
3.3 OPERE EDILI
3.3.1 Acqua, calce, leganti idraulici, pozzolane, gesso
3.3.1.1 Acqua
L’acqua per l’impasto con leganti idraulici dovrà essere limpida, priva di sostanze organiche o
grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere
aggressiva per il conglomerato risultante.
L’acqua necessaria per i conglomerati cementizi armati potrà contenere al massimo 0,1 g/L di
cloruri mentre per i calcestruzzi potrà contenere al massimo 1 g/L di solfati.
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3.3.1.2 Calce
Le calci aeree ed idrauliche, dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui al Regio
Decreto 16/11/1939, n. 2231; le calci idrauliche dovranno altresì rispondere alle prescrizioni
contenute nella Legge 26/5/1965, n. 595 nonché ai requisiti di accettazione contenuti nel Decreto
Ministeriale 31/8/1972.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme
cottura, non bruciata né vitrea né pigra ad idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la
sola quantità di acqua dolce necessaria all’estinzione, si trasformi completamente in una pasta
soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5 per cento dovuti a parti non
bene decarburate, silicose od altrimenti inerti.
La calce viva in zolle al momento dell’estinzione dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata
quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò l’approvvigionamento dovrà essere effettuato in
funzione del fabbisogno e la calce stessa dovrà essere conservata in luoghi asciutti e ben riparati
dall’umidità.
Dopo l’estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o
di muratura, mantenendola coperta con uno strato di sabbia. La calce grassa destinata agli
intonaci dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell’impiego, quella destinata alle murature
da almeno 15 giorni.
La calce idrata in polvere, confezionata in sacchi, dovrà essere sempre, sia all’atto della fornitura
che al momento dell’impiego, asciutta ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno
essere riportati il nominativo del produttore, il peso del prodotto e la indicazione se trattasi di
fiore di calce o calce idrata da costruzione.
3.3.1.3 Cementi e agglomerati cementizi
I cementi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge 26/5/1965, n. 595 e
nel Decreto Ministeriale 3/6/1968 e successive modifiche.
Gli agglomerati cementizi dovranno rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella Legge
26/5/1965, n. 595 e nel Decreto Ministeriale 31/8/1972.
A norma di quanto previsto dal Decreto del Ministero dell’industria del 12/7/1999, n. 314, i
cementi di cui all’art. 1, lettera a), della Legge 26/5/ 1965, n. 595 (e cioè i cementi normali e ad
alta resistenza portland, pozzolanico e d’altoforno), se utilizzati per confezionare il conglomerato
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cementizio normale, armato e precompresso, devono essere certificati presso i laboratori di cui
all’art. 6 della Legge 26/5/1965, n. 595 e all’art. 20 della Legge 5/11/1971, n. 1086 .
Per i cementi di importazione, la procedura di controllo e di certificazione potrà essere svolta nei
luoghi di produzione da analoghi laboratori esteri di analisi.
I cementi e gli agglomerati dovranno essere conservati in magazzini coperti, ben riparati
dall’umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell’impiego.
Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o
da parti inerti: qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal
Regio Decreto 16/11/1939, n. 2230 .
3.3.1.4 Leganti idraulici
I cementi dovranno avere i requisiti di cui alla Legge 26/5/1965 n. 595 ed al Decreto Ministeriale
3/6/1968 così come modificato dal Decreto Ministeriale 20/11/1984 ed alle prescrizioni
contenute nel presente capitolato speciale e l’Appaltatore sarà responsabile sia della qualità sia
della buona conservazione del cemento.
I cementi, se in sacchi, dovranno essere conservati in magazzini coperti, perfettamente asciutti e
senza correnti d’aria ed i sacchi dovranno essere conservati sopra tavolati di legno sollevati dal
suolo e ricoperti di cartonfeltri bitumati cilindrati o fogli di polietilene.
La fornitura del cemento dovrà essere effettuata con l’osservanza delle condizioni e modalità di
cui all’art. 3 della Legge 26/5/1965, n. 595.
Qualora il cemento venga trasportato sfuso dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di
trasporto: in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di
silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti ed i
contenitori per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall’umidità e
dovrà essere evitata la miscelazione tra i tipi e le classi di cemento.
Per i cementi forniti in sacchi dovranno essere riportati sugli stessi il nominativo del produttore,
il peso e la qualità del prodotto, la quantità di acqua per malte normali e la resistenza minima a
compressione ed a trazione a 28 giorni di stagionatura, mentre per quelli forniti sfusi dovranno
essere opposti cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi che degli orifizi di scarico;
su questi cartellini saranno riportate le indicazioni del citato art. 3 della Legge 26/5/1965, n. 595.
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L’introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori
e dal registro dei getti. Le qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante
prelievo di campioni come stabilito all’art. 4 della legge sopra ricordata.
I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all’impiego e verranno rifiutati qualora
presentassero manomissioni.
Il cemento che all’atto dell’impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere allontanato
subito dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi oppure
sui cartellini, il Direttore dei lavori potrà far eseguire sul cemento approvvigionato, ed a spese
dell’Appaltatore, le prove prescritte.
3.3.1.5 Gesso
II gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da
non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie
eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea, dovrà essere conforme alla norma UNI
6782-73 e dovrà essere di prima qualità per gli intonaci e di seconda qualità per i muri.
Il gesso, confezionato in sacchi, dovrà essere sempre, sia all’atto della fornitura che al momento
dell’impiego, asciutto ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno essere riportati il
nominativo del produttore, la qualità ed il peso del prodotto e dovrà essere conservato in locali
coperti e ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti.
3.3.2 Sabbia, ghiaia, pietrisco, argilla espansa, pomice
3.3.2.1 Sabbia
La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi potrà essere naturale od artificiale ma dovrà
essere, in ordine di preferenza, silicea, quarzosa, granitica o calcarea ed in ogni caso dovrà essere
ricavata da rocce con alta resistenza alla compressione; dovrà essere scevra da materie terrose,
argillose, limacciose e pulverulente e comunque la prova di decantazione in acqua non deve dare
una perdita di peso superiore al 2 per cento.
La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con
maglie circolari del diametro di 2 mm per murature in genere e del diametro di 1 mm per gli
intonaci e le murature di paramento od in pietra da taglio.
L’accettabilità della sabbia da impiegare nei conglomerati cementizi verrà definita con i criteri
indicati nell’allegato 7 del Decreto Ministeriale 3/6/1968 e nell’allegato 1, punto 2 del Decreto
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Ministeriale 9/1/1996 e la distribuzione granulometrica dovrà essere assortita e comunque
adeguata alle condizioni di posa in opera.
3.3.2.2 Ghiaia - Pietrisco
Le ghiaie dovranno essere costituite da elementi omogenei, inalterabili all’aria, all’acqua ed al
gelo, pulitissimi ed esenti da materie terrose, argillose e limacciose e dovranno provenire da
rocce compatte, non gessose e marnose ad alta resistenza a compressione.
I pietrischi dovranno provenire dalla frantumazione di rocce silicee, quarzose, granitiche o
calcaree e dovranno essere a spigoli vivi, esenti da materie terrose, argillose e limacciose e
avranno la granulometria che sarà indicata dalla Direzione dei lavori in funzione delle opere da
eseguire.
Le ghiaie ed i pietrischi da impiegare nei conglomerati cementizi dovranno avere i requisiti
prescritti nell’allegato 1, punto 2 del Decreto Ministeriale 9/1/1996.
Per quanto riguarda le dimensioni delle ghiaie e dei pietrischi, gli elementi dovranno avere la
granulometria indicata dalla Direzione dei lavori in base alla particolare destinazione dei getti ed
alle modalità di posa in opera precisando che la dimensione massima degli elementi stessi dovrà
essere tale da non superare il 60-70 per cento dell’interferro ed il 25 per cento della dimensione
minima della struttura.
Per le ghiaie e pietrischi per piazzali e viali, di norma, dovranno usarsi le seguenti pezzature:
pietrisco da 40 a 71 mm per la costruzione di massicciate cilindrate;
pietrisco da 25 a 40 mm per l’esecuzione di ricarichi di massicciate;
pietrischetto da 15 a 25 mm per l’esecuzione di ricarichi di massicciate, per conglomerati
bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
pietrischetto da 10 a 15 mm per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni e
pietrischetti bitumati;
graniglia da 5 a 10 mm per trattamenti superficiali, tappeti bitumati, conglomerati
bituminosi;
graniglia da 2 a 5 mm di impiego eccezionale, e con consenso del Direttore dei lavori, per
trattamenti superficiali e conglomerati bituminosi.
3.3.2.3 Argilla espansa - Pomice
Gli inerti leggeri di argilla espansa dovranno essere formati da granuli a struttura interna
cellulare clinkerizzata con una dura e resistente scorza esterna.
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Ogni granulo, di colore bruno, dovrà avere forma rotondeggiante ed essere scevro da sostanze
organiche, polvere od altri elementi estranei, non dovrà essere attaccabile da acidi, dovrà
conservare le sue qualità in un largo intervallo di temperatura, dovrà avere la granulometria
prescritta e dovrà galleggiare sull’acqua senza assorbirla.
Gli inerti leggeri di pomice dovranno essere formati da granuli di pomice asciutti e scevri da
sostanze organiche, polvere od altri elementi estranei, dovranno essere la granulometria
prescritta e per gli impieghi strutturali dovranno possedere una resistenza meccanica granulare
non inferiore a 15 N/mm2 (150 kgf/cm2).
3.3.3 Laterizi e simili
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in
calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta,
calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle
prescrizioni contenute nel Decreto Ministeriale 20/11/1987. Nel caso di murature non portanti le
suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI
8942-2.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle
prescrizioni del succitato Decreto Ministeriale 20/11/1987.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni
contenenti i risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di
produzione, con le modalità previste nel decreto ministeriale di cui sopra.
E in facoltà del Direttore dei lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di
accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
I laterizi da impiegare per lavori di qualsiasi genere (laterizi per murature, tavelle e tavelloni,
elementi di laterizio per solai, ecc.) dovranno comunque essere conformi alle norme di cui al
Regio Decreto 16/11/1939, n. 2233, alle norme UNI vigenti ed all’allegato 7 del Decreto
Ministeriale 9/1/1996.
I mattoni forati, pieni e semipieni dovranno essere della categoria indicata dalla Direzione dei
lavori e dovranno avere una resistenza a rottura a compressione non inferiore a quella indicata,
per la categoria adottata, nelle norme UNI vigenti (UNI 5632-65, 5967-67, 5630-65, 5628-65,
5629-65).
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I mattoni pieni o semipieni da paramento dovranno presentare regolarità di forma, dovranno
avere la superficie perfettamente integra e di colorazione uniforme per l’intera partita e non
dovranno essere di categoria inferiore alla terza.
Le tavelle ed i tavelloni dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti (UNI 2105, 2106,
2107).
Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une
sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme; dovranno essere, altresì, conformi alle
norme UNI vigenti (UNI 2619, 2620, 2621); le tegole piane non devono presentare difetto
alcuno nel nasello..
Le pianelle potranno essere trafilate o pressate a scelta della Direzione dei lavori e dovranno
essere conformi alle norme UNI vigenti (UNI 2622).
I laterizi da impiegarsi nelle opere in cemento armato normale e precompresso e per strutture
metalliche dovranno rispondere alle caratteristiche previste dalle Norme tecniche di cui all’art.
21 della Legge 5/11/1971, n. 1086.
3.3.4 Demolizioni e rimozioni
Le demolizioni di murature, calcestruzzi ecc., sia in breccia che parziali o complete, devono
essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le
residue murature, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi e
disturbo.
Rimane pertanto vietato di gettare dall’alto i materiali in genere, che invece devono essere
trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, pertanto sia le murature che i materiali di
risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni o rimozioni l’Appaltatore deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie
puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i
materiali risultanti riutilizzabili, sotto pena di rivalsa di danni a favore della Stazione Appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte.
Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre
parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell’Appaltatore, senza alcun
compenso, ricostruite e rimesse in pristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori, devono essere
opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che
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verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nello
scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel loro assestamento e per evitarne la dispersione.
Detti materiali, ove non diversamente specificato, restano tutti di proprietà della Stazione
Appaltante, la quale potrà ordinare all’Appaltatore di impiegarli in tutto o in parte nei lavori
appaltati, ai sensi dell’art. 36 del vigente Capitolato generale dei lavori pubblici D.M. 19/4/2000,
n. 145, con i prezzi indicati in elenco.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre essere trasportati
dall’Appaltatore fuori del cantiere, nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
3.3.5 Colori e vernici
Le idropitture, le pitture, le vernici e gli smalti dovranno essere di recente produzione e dovranno
essere approvigionati in cantiere in recipienti sigillati con l’indicazione della ditta produttrice ed
il tipo, la qualità, le modalità d’uso e di conservazione del prodotto e l’eventuale data di
scadenza; i recipienti dovranno essere aperti al momento dell’impiego, alla presenza della
Direzione dei lavori ed i prodotti negli stessi contenuti non dovranno presentare fenomeni di
sedimentazione o di addensamento, peli, gelatinizzazioni od altri degradi.
Tutti i prodotti dovranno essere pronti all’uso salvo le diluizioni previste dalle ditte produttrici
nei rapporti dalle stesse indicate e dovranno conferire alle superfici l’aspetto previsto e
mantenerlo nel tempo.
Le idropitture, le pitture, le vernici e gli smalti dovranno essere conformi alle norme UNI ed
UNICHIM vigenti e dovranno avere, a seconda del tipo, i seguenti requisiti.
3.3.5.1 Minio di piombo e di alluminio
Il minio di piombo (sesquiossido di piombo) dovrà presentarsi come polvere finissima
impalpabile, pesante, insolubile in acqua ed in acido cloridrico diluito. Dovrà avere colore rosso
brillante o rosso arancione ed essere esente da qualsiasi colorazione artificiale; non dovrà essere
sofisticato con solfato di bario, argilla, creta, gesso, colori a base di ossido di ferro, colori del
catrame, ecc..
Il minio d’alluminio (ossido di alluminio) dovrà essere costituito da polvere finissima e non
contenere colori derivati dall’anilina, né oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario ecc.).
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3.3.5.2 Vernici
Le vernici dovranno essere perfettamente trasparenti e potranno essere composte da resine o
gomme naturali di piante esotiche (flatting) o da resine sintetiche con assoluta esclusione di
gomme prodotte dalla distillazione.
Le vernici sintetiche dovranno avere ottima adesività, uniforme applicabilità, assenza di grumi,
rapidità d’essicazione, resistenza all’abrasione ed alle macchie, inalterabilità all’acqua ed agli
agenti atmosferici e dovranno essere rispondenti alle caratteristiche d’impiego e di qualità
richieste.
Le vernici speciali eventualmente prescritte dalla Direzione lavori dovranno essere fornite nei
loro recipienti originali chiusi.
3.3.5.3 Pitture antiruggine ed anticorrosive
Le pitture antiruggine ed anticorrosive dovranno essere rapportate al tipo di materiale da
proteggere ed alle condizioni ambientali.
legante ed il 32% massimo di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto del 50%
minimo di cromato di zinco, il legante del 100% di resina alchidica lungolio.
L’antiruggine ad olio al minio di piombo sarà preparata con 1’80% minimo di pigmento, il 13%
minimo di legante ed il 5% massimo di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto dal
60% minimo di minio al 32,5% di piombo e da non oltre il 40% di barite, silicati di magnesio, di
alluminio, grafite ed amido di ferro, il legante del 100% di olio di lino cotto.
L’antiruggine oleosintetica al minio di piombo sarà preparata con il 70% minimo di pigmento, il
15% minimo di legante ed il 15% massimo di solvente e mentre il pigmento dovrà essere
composto come quello dell’antiruggine ad olio al minio di piombo, il legante dal 100% di resina
alchidica lungolio modificata con oli e standoli, con un contenuto di olio minimo del 70% .
3.3.5.4 Smalti
Gli smalti potranno essere composti da resine naturali o sintetiche, pigmenti, cariche minerali ed
ossidi vari e dovranno possedere alto potere coprente, facilità di applicazione, luminosità e
resistenza agli urti.
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3.3.5.5 Pitture ad olio ed oleosintetiche
Le pitture ad olio ed oleosintetiche potranno essere composte da oli, resine sintetiche, pigmenti e
sostanze coloranti e dovranno possedere uno spiccato potere coprente e risultare resistenti
all’azione degradante delle piogge acide e dei raggi ultravioletti.
3.3.5.6 Idropitture
Le idropitture sono caratterizzate dal fatto di avere l’acqua come elemento solvente e/o diluente.
Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi
si potrà aggiungere la quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra.
La tempera sarà preparata con sospensioni acquose di pigmenti e leganti a base di colle naturali o
sintetiche, dovrà avere buon potere coprente e sarà ritinteggiabile.
La pittura cementizia sarà preparata con cemento bianco, pigmenti bianchi o coloranti in misura
massima del 10% ed eventuali additivi chimici in polvere in piccoli quantitativi secondo le
indicazioni della ditta produttrice e dovrà essere ultimata entro 30 minuti dalla preparazione ed
una volta indurita è espressamente fatto divieto di diluirla in acqua per una eventuale
riutilizzazione.
Le idropitture a base di resine sintetiche non dovranno mai essere applicate su preesistenti strati
di tinteggiatura, pittura o vernice non perfettamente aderenti al supporto.
Gli intonaci su cui andranno applicate le idropitture dovranno essere preventivamente ed
idoneamente preparati.
L’applicazione dell’idropittura dovrà essere effettuata secondo le norme specifiche della ditta
produttrice. Le idropitture dovranno risultare confezionate con resine sintetiche disperse in
acqua, e con l’impiego di idonei pigmenti; resta escluso nel modo più assoluto l’impiego di
caseina, calce, colle animali e simili. L’applicazione delle mani successive non dovrà essere
eseguita se non siano trascorse almeno 12 ore da quella precedente.
3.3.6 Pannelli sandwich
Pannelli metallici autoportanti con supporto esterno ed interno dogato o nervato ed interposto
strato di coibentazione in poliuretano espanso densità 38 kg/m3, con giunti impermeabili dotati
di guarnizione anticondensa, fissati a vite sulla retrostante struttura, con supporto in: acciaio
preverniciato con vernice poliestere, spessore 0,4 mm: spessore pannello 100 mm