1
Capitolo 1: Modelli normativi e politica economica
• Il significato del modello di politica economica e la struttura della teoria
• L'ipotesi di razionalità in politica economica • L'ideologia esterna: il positivismo e il pluralismo metodologico
• L'ideologia interna: ordinamento sociale diretto e indiretto
INTRODUZIONE: Gli elementi costitutivi della politica economica
2
POLITICA ECONOMICA
Può presentarsi sotto molti aspetti:
• come disciplina teorica ==> analisi economica normativa
• come disciplina applicata
• come disciplina storica
In questo corso si svilupperà il primo aspetto
3
Se:le discipline si distinguono a: - contenuto positivo, che hanno come fine fornire schemi per l'interpretazionedei fenomeni;- contenuto normativo, che hanno come fine fornire norme di comportamento
anche l’Economia ha un:- contenuto positivo = Economia politica => “ciò che è”- contenuto normativo = Politica economica => “ciò che si desidererebbe fosse”
Definizione della politica economica:
Si definisce politica economica il corpo di principi dell’azione (agenda) o dell’inazione (non agenda) del governo rispetto alle attività economiche (Robbins, 1935)
Si definisce politica economica quella disciplina che ricerca le regole di condotta tendenti a influire sui fenomeni economici in vista di orientarli nel modo desiderato (Caffè, 1981)
4
Il modello di politica economica:•il modello economico di riferimento•l’indicazione dell’obiettivo da conseguire
Il modello di politica economicaben formulato richiedel'indicazione di ciò che èdesiderato & ciò che è fattibile
PROGRAMMA: Parte prima: Come la società sceglie gli obiettiviParte seconda: I modelli della politica economica Parte terza: I metodi con cui si ottengono i programmi.
Modello dieconomia politica
Modello normativo
Obiettivo
Modello di politica economica
Parte positiva
Parte normativa
5
L’analisi economica normativa
Riguarda le scelte (problem solving)
DECISORE
Privato, colui che compie scelte/azioniche ricadono su se stesso
Pubblico, colui che compie scelte/azioniche ricadono su una collettività di agenti
La politica economica tratta prevalentementedei programmi dei decisori pubblici(governi, sindacati, confederazioni, associazioni, ecc.)
6
I preliminari della politica economica
• Tipologia degli obiettivi• L’ideologia nella politica economica• La razionalità nella politica economica
7
OBIETTIVI
Obiettivi fissi
• vengono trasmessi tramite l’individuazione di una specifica e unica alternativa da realizzare
esempio: indica il modo per ottenere questo risultato!
Obiettivi flessibili
• non si trasmette l’alternativa, ma si indicano le preferenze su tutti gli esiti possibili
esempio: indica come soddisfare, nel modo migliore, le mie preferenze!
8
ESEMPIO 1: Le lettere rappresentano le alternative da scegliere come obiettivo
a,b,c,d,e,f
Il decisore politico sceglie d(OBIETTIVI FISSO)
a, b,c,d,e, f
Il decisore politico indica lasequenza: d > a > e > c > b > f(OBIETTIVO FLESSIBILE)
9
ESEMPIO 2: Gli stati del mondo sono due variabili continue A, B
• le alternative possibili sono nel piano OCC’, quelleanche efficienti sulla curva CC’• le funzione di preferenza è W(A, B)
P
E
OC’
C
W1
W2
W3
10
Motivi per la diversità strategicadei due obiettivi
• La delega del decisore sociale al policy maker:a) con l’obiettivo fisso, la delega è limitata all’esecuzione di un dato stato del
mondo indicato a priori come migliore;b) con l’obiettivo flessibile, la delega è ampia e rinvia la selezione a posteriori
del migliore stato del mondo possibile.
• La flessibilità dell’ordine del decisore sociale al policy maker:a) con l’obiettivo fisso, la delega invecchia con ogni mutamento e l’ordinedeve essere rinnovato;b) con l’obiettivo flessibile, la delega è confermata fino all’indicazione di un mutamento nelle preferenze.
LA DELEGA LIMITATA COMPORTA MINORI RISCHI (contratti incompleti) MA MAGGIORI COSTI DI ORGANIZZAZIONE
11
CONCLUSIONE: Poiché i due obiettivi fissi hanno diversi vantaggi e svantaggi, non vi è una soluzione dominata ed essi hanno pari dignità
economica => la scelta è una questione di strategia politica!
• obiettivi fissi => first best
• obiettivi flessibili => second best
il decisore sociale indicherà sempre un obiettivo fisso; se questo non è raggiungibile indicherà le sue preferenze circa le perdite cui è costretto
gli obiettivi flessibili sono una strategia di ripiego quando la strada maestra degli obiettivi fissi non è percorribile
(Preston e Pagan)
• obiettivi flessibili => first best• obiettivi fissi => second best
il decisore indicherà sempre una funzione di preferenza completa, ma se questa non è esplicitabile ricorrerà all’indicazione di un singolo obiettivo
gli obiettivi fissi sono una strategia di ripiego quando non si è capaci d’indicare tutte le preferenze
(Tinbergen)
12
Il modello economico di riferimento => ideologia esternaDefinizione degli obiettivi => ideologia interna
Ideologiainterna
Ideologia esterna
Molti modelli di politica economica & molti programmi
di conservazione
di riforma
destra sinistra
Politica della sinistra
Politica della destra
Politica del gattopardo
I 2
centro
Politica delleriforme
13
La razionalità in economia politica
uomo economiaRagione
(oggettiva/soggettiva)
Razionalità
razionalità
Razionalità sostanziale (illimitata, perfetta, olimpica) La scelta deriva dalle preferenze e dai ”vincoli esterni” al soggetto
Razionalità limitata Subisce anche “vincoli interni” al soggetto: la sua capacità limitata di informazione & la sua capacità limitata di calcolo
14
La razionalità in politica economicaPer colui che compie scelte per una collettività (decisore pubblico o policy maker) è irrazionale immaginare un comportamento non razionale => ragione e razionalità sono implicate
Ragione Soggettiva, data l’esistenza contemporanea di molti programmi
Razionalità Sostanziale o limitata?
Individuo (e organizzazione) = secondo Simon => la razionalità è
limitata Governo: investe risorse (lavoro e capitale) per allentare i vincoli interni di informazione e di calcolo
La razionalità sostanziale deve essere studiata in politica economicapoiché è un punto di arrivo (tendenziale) del policy maker
15
Un’ulteriore distinzione:
Razionalità
Individuale o parametrica: l’unico comportamento variabile è quello del policy maker mentre quello degli altri agenti è un dato
Strategica: il policy maker interagisce razionalmentecon altri soggetti privati o con altri policy maker
AVVERTENZA: Il risultato complessivo di comportamenti razionali collettivi non è necessariamente razionale, incontreremo molti esempi di esiti confusi (teoria delle scelte sociali, aggregazione delle preferenze) e di esiti inefficienti (teoria dei giochi, dilemma del prigioniero)
16
Spostando l’attenzione dai limiti interni alla razionalitàal processo che coinvolge il problem solving
razionalità proceduraleprocedura per risolvere problemi complessi
Simon studia la razionalità procedurale per individui e organizzazioni; si proponeil seguente problem solving per la politica economica:
Decisore pubblicoComitato Policy maker Policy adviser
Detta gli obiettivieseleziona i modelli
Responsabile delmodello di politica economica
Ha capacità tecniche di informazione ecalcolo
ControllabilitàProgramma(appendici)
Esempio: il parlamento, il governo (o i ministri), i consiglieri
17
Comportamenti diversi dall’approccio optimizing:
A) Ottimizzazione approssimata, si introducono semplificazioni essenzialinel programma (nelle funzioni e/o negli ordinamenti)
B) Approccio satisficing, non si cerca la migliore alternativa possibile, maci si accontenta di raggiungere almeno specifici, accettabili, risultati
C) Regole empiriche, si cercano risultati conseguibili con semplici regolepratiche di comportamento (in situazioni complesse o di routine) (Mosley)
D) Quasi razionalità, è un comportamento di inerzia per cui le scelte nonvengono modificate se i mutamenti osservati non superano una certa soglia(Akerlof e Yellen)
DUE OSSERVAZIONI SU QUESTE IPOTESI DI COMPORTAMENTO
18
PRIMA OSSERVAZIONE: Gli approcci A,B,C sono differenti, ma possono
essere ricondotti all’approccio optimizing (O):
Esempio: scelta del prezzo p di un bene q, in vista del profitto , dati i costi C(q) e la funzione di domanda q = f(p)
O: max = pq - C(q) => p = C’(q)/(1 - ) (formula di Lerner)
B: p = mc , con c = C(q)/q dove m = mark up, margine di profitto soddisfacente
C: p = 2c , regola empirica di raddoppiare il costo unitario
Si dimostra che:
B O se C(q) = cq (es. di approccio A), e = cost = h => m = h/(1 - h)
C O se m = 2 => h = 2/3
19
SECONDA OSSERVAZIONE: Un comportamento di inerzia di un agente (D) può provocare una piccola perdita individuale ma più rilevante perdita collettiva
Offerta del monopolista che subisce uno shock dei costi da c a c’
Q0: produzione ottima (O) prima dello shock e dopo se il comportamento è D
Q1 : produzione ottima dopo lo shock (O)
A = Perdita del profitto per D (area)
Q = Q1 - Q0 A => la perdita per l'impresa è trascurabile rispetto a quella imposta al mercato
c
c’
Q0 Q1 Produzione
Prezzo
20
IDEOLOGIA ESTERNA: Rivalità dei modelliPositivismo => un’economia di modelli veri, ma relativamente falsi
Pluralismo => senza pretesa di distinzione tra vero/falso
Positivismo => Robustezza dei programmi
Pluralismo => Pluralità dei programmi
E
E’
E’’
B
A
Vero/falso
VeroPr. robusto vs
Pr. A
Pr. BPr. C
Ecc.
Robustezza => Condivisione
21
La sensibilità del programma all’ideologia esterna Primo esempio: politica microeconomica del governo
Obiettivo: sostenere l’autoimprenditorialità
Modello di Walras
Modello di Knight
Modello di Schumpeter
Modello di Kalecki
Pr. di interventi di formazione professionale
Pr. di interventi sul sistema informativo
Pr. di interventi sull’ambiente sociale
Pr. di interventi a livello del credito
CONCLUSIONE: l’ideologia esterna ha un ruolo importante nel modello di politica economica.
22
La sensibilità del programma all’ideologia esternaSecondo esempio: politica macroeconomia del sindacato
Obiettivo: la piena occupazione
Modello di KeynesX = 73,4747 L0,47
Y = p XC = 0.6 YI = 2436 ‑ 10‑4 i + GY = C + pIp = 34,5331‑1 w L0,53
= w/pw = w°
Strategia del salario w°< 0 NOStrategia della spesa G> 0 SI
Modello di Kalecki:X = 6,4 LY = pXCw = w L , Ck = 0,2 = Ck + II = I* + GY = Cw + pCk + pIp = (1 + Q)w/6,4 = w/p , w = w°
Strategia del salario w°< 0 NOStrategia della spesa G>0 SIStrategia dei margini Q<0 SI!
23
IDEOLOGIA INTERNA: Le preferenze di uno nessuno centomila
Determinazione di un ordinamento sociale sugli stati del mondo
a,b,c,d,e a > b > c > d > e
Ordinamento diretto: la graduatoria è introdotta dall’esterno
Ordinamento indiretto: la graduatoria deriva dalle preferenze individuali dei soggetti che formano la collettività
Società elitarie:gli obiettivi sono portatori degli interessi e dei valori dell’élite
Società liberali: che si rifanno ai principi dell’individualismo etico e dell’individualismo metodologico
24
GLI OBIETTIVI NELLE SOCIETA’ DI INDIVIDUI
Società elitarie
“il potere pubblico non è sensibile alla richiesta del popolo, ma lo è verso i valori e gli interessi dell’élite”
Ideologia interna
Società democratiche: “il potere pubblico è l’aggregazione delle preferenze individuali”
Coincide conquella della élite (capo carismatico,capo politico, ecc.)
Interesse di tutti
Interesse delgruppo più numeroso
Interesse di uno: il dittatore
Ideologia interna
Teoria delle scelte sociali
25
La sensibilità del programma all’ideologia internaIl piano della produzione: due settori (burro & esercito)
Funzioni di produzione: del burro: Q = 20Lq ; dell’esercito E = Le
Funzioni di preferenza degli agenti: UA= aE , UB = bQ
Q
E
Lq + Le = 100
Max W = UA + (1 ) UB
Q* = f()se = 1 (dittatore A) => E = Le = 100• se = 0 (dittatore B) => Lq = 100• se 0 < < 1 nessun dittatore, ma la struttura del piano dipende dal peso politico•caso particolare in letteratura = 1/2
L’obiettivo è determinante nella politica e nel programma!