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Il Carducciano Giornalino degli studenti del Liceo “Giosuè Carducci” di Bolzano. Stampato con mezzi propri. Diffusione gratuita e interna all’istituto.
Novembre 2014
IN QUESTO NUMERO:
In copertina e retro Foto di Martina Catizone
La Buona Scuola: la cambieremo? A pagina 3
Editoriale
Gli editoriali sono noiosi, piuttosto leggete il Carducciano.
Chi rappresenta il Carducci A pagina 5
Autogestione: le nuove regole A pagina 7
Entre dos culturas A pagina 21
FlashBeing: il Social bolzanino A pagina 15
REPORTAGE ISIS: IL NEMICO Tutti i fatti a pagina 9 Sfida a Obama a pagina 12
Il Fumetto: la nona arte A pagina 27
Bolt a tutta birra! A pagina 22
Fare lo Youtuber è un lavoro? A pagina 19
Raccontare significa rischiare A pagina 14
House of Cards: il potere è tutto A pagina 23
Carpe Diem! L’attimo fuggente A pagina 25
Sezione Arte: a pagina 29
Si, no forse. La Grande Guerra A pagina 17
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scuola
La Buona Scuola
Vogliamo cambiare. Adesso! Dal lavoro tra luglio e agosto 2014 del Premier Matteo Renzi e del Ministro Stefania Giannini nasce la riforma de “La Buona Scuola”, che si può vedere sintetizzata in 12 punti:
Mai più precari nella scuola: il Governo farà in modo che a settembre 2015 verranno assunti 150mila docenti);
Dal 2016 si entra solo per concorso: verranno abolite le liste d'attesa;
Basta supplenze: verrà assunto un team stabile di supplenti per coprire le cattedre vacanti;
La scuola fa carriera: qualità, valutazione e merito: alle scuole verrà richiesto di presentare il proprio Rapporto di Autovalutazione, per potersi sempre migliorare;
La scuola si aggiorna: formazione e innovazione;
Scuola di vetro: dati e profili degli insegnanti verranno messi online;
Sblocca scuola: abolire le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola;
La scuola digitale: banda larga veloce e wifi;
Cultura in corpore sano: più ore di Musica e Sport alla scuola primaria e più Storia dell'Arte alla secondaria;
Le nuove alfabetizzazioni: rafforzamento dello studio di lingue straniere;
Fondata sul lavoro: minimo 200 ore l'anno di lavoro nel triennio di scuola tecniche e professionali;
La scuola per tutti, tutti per la scuola: attrarre anche risorse private.
Noi alto-atesini viviamo una situazione privilegiata, lo sappiamo bene, ma ritengo che ci si possa sempre migliorare. Ognuno di questi punti è importante, ma ciò che a me preme molto è che la scuola concordi con la vita che ci attende fuori. Per questo la mia proposta sarebbe di potenziare le lingue e l'uso del computer, poiché è questo quello che ci chiede il mondo al di fuori degli istituti scolastici. Non dico di scombinare l'orario, fare meno materie classiche e più materie
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tecniche (anche perchè se così fosse, dovrei cambiare scuola), ma chiederei di creare più progetti in questi ambiti e di proporre ai ragazzi opportunità tipo corsi di lingua organizzati dagli stessi docenti (come il professor Zarske propone il corso di russo) e lezioni di computer per i più interessati. Credo che con l'assunzione di un team di supplenti e la riduzione di spese inutili (individuabili grazie ad una maggiore trasparenza della scuola) questo sarebbe possibile. Io una mia proposta, anche se ancora poco elaborata, ve l'ho esposta. Ora tocca a voi! Entro il 15 novembre è possibile inviare una propria proposta o votarne una già esistente: basta andare sul sito www.labuonascuola.gov.it e ingegnarsi per il futuro. E ricordate: “Per fare la Buona Scuola non basta solo un Governo. Ci vuole un paese intero”.
scuola
SE VUOI DIVENTARE MEMBRO
DEL CARDUCCIANO CONTATTACI! [email protected] o un membro della redazione
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scuola
Ecco chi vi rappresenta al
Carducci! Ci sono diverse ruoli di rappresentanza
nella scuola, inizio a parlare della
consulta. La consulta provinciale
degli studenti è un organo istituzionale
chiamato CPS, hanno una sede
propriamente attrezzata e dispongono di
fondi propri che sono utilizzabili solo
dagli studenti che la compongono, che
sono due rappresentanti per ogni istituto
superiore. Le funzioni della consulta
sono assicurare il più ampio confronto
fra gli studenti di tutte le scuole
superiori; ottimizzare ed integrare in
rete le attività extracurricolari;
formulare proposte che superino la
dimensione dei singolo istituto; stipulare
accordi con gli Enti Locali, la Regione e
le Associazioni, le Organizzazioni del
mondo dei lavoro; formulare proposte
ed esprimere pareri al CSA, agli Enti
Locali competenti e agli organi collegiali
territoriali; istituire uno sportello informativo per gli studenti, con particolare riferimento alle attività integrative, all 'orientamento e all'attuazione dello Statuto delle studentesse e degli studenti; progettare, organizzare e realizzare attività anche a carattere transnazionale; designare due studenti all'interno dell'organo provinciale di garanzia istituito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti, e soprattutto si discute di vari problemi di ogni scuola. Da noi sono Alice Bevilacqua e Isabel Palmarin. -I rappresentanti d’ istituto, che sono Domenico Nunziata, Giulia Andolfato e Francesco Trevisan , insieme al presidente del comitato studentesco, che è Kethrin Nexhipi, si occupano di risolvere i problemi che sorgono all’interno della scuola, organizzano le assemblee d’istituto per informare gli studenti su varie attività
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scuola
previste o per discutere su varie problematiche, e sono molto disposti a risolvere qualsiasi problema parlando anche con il preside. -I rappresentanti del pof garantiscono che il suddetto venga rispettato e se qualcuno ha bisogno di chiedere qualcosa chiedono a loro in modo da poter avere delle risposte. -Le rappresentanti del festival sono tre e si occupano di dare le direttive generali e organizzare tutti gli incontri per quanto riguarda il festival studentesco e si occupano delle selezione per ogni categoria.
-Le rappresentanti del teatro
mantengono i contatti con il teatro
comunale per gli spettacoli previsti
durante l’anno scolastico.
di Alice Bevilacqua
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scuola
Autogestione Cos’è e quali sono le nuove regole
Per i giovani padawan che sono in prima
spiegherò in breve cos’è l’Autogestione.
Sono tre giornate in cui gli studenti
insegnano ad altri studenti: alcuni
organizzano dei corsi (devono essere
minimo trenta) e quest’anno inoltre non
si potrà cambiare corso durante lo
svolgimento delle giornate ufficiali
di autogestione per dei problemi tecnici
e di amministrazione.
Forniremo noi i moduli per le
assenze direttamente ai relatori ed
entro le vacanze di Natale verrà fatta
un’assemblea con tutti gli studenti
in cui i relatori presentano i loro
corsi così, sapendo precisamente di
cosa si tratti, sarà quindi inutile
cambiare corso.
Queste sono le novità che saranno
introdotte quest’anno e ci sarà forse
anche la possibilità di organizzarla negli
stessi giorni con altre scuole.
L’Autogestione dimostra che noi
studenti possiamo organizzarci da soli,
dimostra che noi possiamo essere
responsabili, valicando ogni pregiudizio
che potrebbe esserci nei nostri confronti.
Dimostra che noi crediamo in noi stessi,
nelle nostre capacità e non abbiamo
paura di metterci in gioco.
Quindi sia i relatori che i frequentatori
dei corsi sono tutti eroi che possono far
capire che la gioventù bruciata non
esiste o che è sempre esistita.
I Rappresentanti d’Istituto
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Attenzione! C o m i n c i a t e a proporre corsi per l’Autogestione e/o proposte di riforma della scuola! E’ importante che tutti partecipino, la scuola siamo noi.
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Reportage Isis: il nemico
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attualità
Tutti i fatti Dal 2011 ad oggi
15 marzo 2011: con l’espandersi dei
movimenti della “primavera araba” i
giovani siriani scendono in piazza per
reclamare i propri diritti, molti dei quali
calpestati del regime di Bashar al-Assad
che impone la LEGGE MARZIALE (no
libertà di stampa, di associazione etc… )
Il governo risponde con la forza ma i
giovani continuano a protestare
pacificamente.
Nel luglio del 2011 si forma l’ELS
(esercito libero siriano) gruppo di
oppos iz ione armato , forma to
principalmente da disertori dell’esercito
di Bashar, cioè l’esercito ( regolare) del
governo.
2012 quella in Siria viene
dichiarata una GUERRA CIVILE
che vede contrapporsi i RIBELLI contro
l’esercito di Bashar.
Di questa situazione di disordine
iniziano ad approfittare gruppi di
jihadisti. Questi prendono parte agli
scontri, inizialmente confondendosi tra
le fila dei ribelli, per imporre la Sharia
(legge che coincide con i dettami del
Corano) abbattendo il regime alawita
(= minoranza sciita dell’islam).
Fine 2012- inizio 2013
i fondamentalisti jihadisti conducono
a z io n i in d ipe nd e n t i da l l ’ EL S ,
conquistando anche basi militari nel
territorio settentrionale del paese (base
militare di Taftanaz). Le file dei gruppi
fondamentalisti si arricchiscono anche
di numerosi volontari stranieri che
raggiungono la Siria dai Paesi del
Medio Oriente o da quelli Occidentali
per unirsi alla jihad. A febbraio 2013
vengono stimati in più' di 6.000.
Iniziano gli scontri anche tra ribelli e
fondamentalisti, in seguito ad
islamizzazioni di città conquistate e di
violenze sulla popolazione che non ne
accetta le condizioni.
Giugno/agosto 2013 l’ELS inizia a
sgretolarsi, mentre si rafforzano
sempre più i gruppi fondamentalisti, a
quelli siriani si affianca infatti anche
una formazione ancor più violenta e
composta prevalentemente da miliziani
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attualità
fare finta di niente: la questione ci riguarda ormai ancor più da vicino. L’ultimo messaggio audio inviato dall’Isis è infatti indirizzato a noi :
“ Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne». di Elisabetta Simoncioni
non siriani: lo Stato Islamico dell'Iraq e
del Levante (ISIL).
Giugno 2014 : Ass ad v iene
riconfermato presidente, Abu Bakr al-
Baghdadi annuncia l'instaurazione
del califfato nei territori controllati tra
Siria e Iraq e chiede a tutti i musulmani
di aderirvi
19 agosto: il giornalista americano
freelance James Foley viene decapitato
da un fondamentalista del gruppo Isis. Il
video include un messaggio diretto
all’America: se questa interviene con
bombardamenti e azioni militari
verranno uccisi altri cittadini americani.
Lo stesso avviene il 2 settembre: il
reporter Americano Steven Sotloff viene
anch’esso decapitato da uno jihadista
dell’Isis
14 settembre: viene decapitato lo
scozzese David Haines
24 settembre: viene rapita e uccisa una
guida alpina di Nizza: Hervè Gourdel, da
un gruppo fondamentalista affiliato
all’Isis. Infatti i Mirage francesi, come
promesso dal presidente Francois
Hollande, sono già entrati in azione in
Iraq, unendosi ai raid dei caccia Usa.
5 ottobre: viene decapitato l’inglese
Alan Henning.
Le minacce sono tutte indirizzate
all’Occidente. Non si può dunque più
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reportage
Sfida a Obama
Un altro decapitato
Sono queste le parole che risaltano, in neretto, sulle prime pagine dei giornali di inizio settembre. Il clima è come quello che si respirava dopo l’attentato del 2011. Un “nuovo uomo più pericoloso al mondo”, nuove iniziative per suscitare sgomento e terrore. Solo che oggi al posto di un aereo dirottato nel mezzo di una delle città-simbolo di rilevanza mondiale, è un video caricato su YouTube a provocare lo schianto. Oggi, infatti, non serve più entrare in un paese con un mezzo pesante per attirare l’attenzione e far sentire l’America vulnerabile. Con i nuovi mezzi è come se un aereo riuscisse a piombare in ogni casa, sotto ogni sguardo, provocando il medesimo effetto. Eppure si rimane ancora increduli davanti a tutta questa barbarie, che però appare ancor più irreale nell’essere mostrata in un video su internet. Sono passati solo tredici anni e di nuovo, a inizio settembre, realizziamo che la guerra è la stessa, la paura è la stessa, l’uomo è lo stesso L’uomo, infatti, sembra non riuscire a cambiare. È la sete di potere, mascherata sotto sentimenti
religiosi, che porta i fondamentalisti a fare ciò che stiamo vedendo. Ed è la stessa sete di potere che portava gli antichi Persiani, Romani, Egizi, a lottare contro i propri nemici, proprio come ora il nuovo califfato sta facendo in territorio iracheno e siriano. Eppure l’uomo non cambia mai neanche per la sua curiosità, per la capacità di fare del bene, di lottare per il bene. Non perde la sua umanità, la voglia di cambiare, di capire. Proprio come tutti quei giornalisti che, animati dai propri propositi, non esitano ad entrare nei conflitti per tentare di informare noi, che stiamo seduti dietro uno schermo, o chinati su fogli di carta inchiostrata, comunque seduti sulle
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attualità
nostre poltrone. Ma davanti alla notizia della decapitazione di un nuovo giornalista innocente, non può che sorgere spontanea questa domanda: “Ma cos’è che li fa dire che vale davvero la pena di rischiare la propria vita? Cos’è che ancora regge alla vista di un coltello che sai ti trancerà la vita? Solo quest’anno nelle zone di guerra
sono stati uccisi più di 44 giornalisti,
eppure ce ne sono sempre di nuovi che si
propongono come inviati di guerra per
redazioni e televisioni. Un amico del
secondo giornalista decapitato, Steven
Sotloff, racconta: “Ci diceva sempre: è
spaventoso. E poi ripartiva per la
guerra.” Ma cos’è che faceva ripartire
Foley e Sotloff per la guerra? Cos’è che
spinge tutti i giornalisti, fotografi e
cameraman, ad essere disposti a dare la
vita per la loro missione?
di Elisabetta Simoncioni
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attualità
Raccontare significa Rischiare
Roberto Saviano è un giornalista e scrittore che ha raccontato con molto coraggio le crudeltà fatte dalla Camorra, ma a causa dei suoi libri e articoli oggi è costretto a vivere sotto scorta, perché ha ricevuto minacce di morte proprio per quello che aveva denunciato con la sua attività giornalistica. Vivere sotto scorta non è facile, poiché si viene privati delle propria libertà e autonomia. Saviano ha sacrificato la sua vita e la sua libertà per poter rivelare i crimini commessi dalle cosche camorriste. Riassumendo la sua travagliata esperienza dice: << Raccontare significa rischiare >>. Recentemente un altro giovane
giornalista, l' americano James Foley,
ha dimostrato al mondo quanto il lavoro
del reporter sia rischioso. Foley è stato
decapitato nel deserto siriano dai
guerriglieri dell'Isis. Era stato rapito due
anni fa, mentre si trovava sul fronte di guerra per documentare le atrocità del conflitto siriano. Molti altri giovani giornalisti per fare al meglio il loro lavoro vanno vicino a ciò che vogliono raccontare, si avvicinano agli avvenimenti di cui vogliono essere testimoni: si addentrano nei villaggi, affrontano pericoli spesso mortali per documentare la verità delle situazioni difficili di guerra e le pesanti conseguenze per la popolazione indifesa. I reporter di guerra sono veri e propri
eroi silenziosi, passano inosservati, ma
d a n n o u n e v i d e n t i s s i m o e
fondamentale contributo alla società,
per il fatto che mettono al corrente il
mondo di ciò che accade nei luoghi
disagiati e di guerra e i cittadini sulle
crudeltà e sul degrado del mondo.
di Michele Modesto
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attualità
FlashBeing Il Real Network
Facebook, Twitter, Instagram e l’odiato
Google+ sono ormai i classici social
network che noi tutti usiamo per le cose
piu disparate: dal postare video di
gattini ai selfie con i gattini e gattini con
i gattini.
Recentemente Matteo Biasi, 19 anni,
bolzanino e il suo staff hanno presentato
il loro social network. O meglio il loro
Real Network, infatti FlashBeing
dovrebbe facilitare l’uso della
navigazione nel web raggruppando in un
solo portale tutte le funzioni a cui siamo
abituati: ricerca, chat, condivisione,
notizie, pagine, video eccetera.
L’idea è partita tre anni fa più o meno
quando si chiamava MBblog poi
diventato Mbsocial. Allora era una
piattaforma dove si potevano creare
blog, avviare una chat e aggiungere url di
siti per seguire tutte le notizie che ci
interessano in un posto solo. Insomma
era un aggregatore di notizie dove potevi
chattare.
Ora FlashBeing è qualcosa di molto
diverso, ha subito una notevole
mutazione che l’ha portato ad essere un
valido modo di approcciarsi ad internet.
Durante la presentazione in stile Apple
all’Eurac sono state illustrate le
principali funzionalità: come il poter
fare un ordine al ristorante dallo
smartphone, chiedere quanti ristoranti
che vendono babà ci siano a Bolzano e
tanto altro. E’ un aggregatore di notizie,
sulla bacheca ci sono i post degli amici ,
si possono sincronizzare gli account di
Facebook, Twitter e Instagram (povero
Google+).
Semplicemente scrivendo “play” più il
nome di una canzone questa verrà
riprodotta in automatico e si può
ritornare sulla home con la canzone che
continua ad essere eseguita in
background. Così anche per i video.
Inoltre si può controllare il meteo di
oggi, cercare definizioni, fare calcoli o
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informarsi sulle ultime notizie.
Il resto lo farò scoprire a voi.
Quello che mi preme dirvi è che nel
nostro Paese si puà innovare, nonostante
i soliti disfattisti che vedono solo il lato
negativo delle cose innalzando cori come
‘ i cervelli fuggono’ ‘l’Italia è perduta’ ‘si
stava meglio quando si stava peggio o
l’immancabile ‘non ci sono più le mezze
stagioni’
L’Italia è un paese ricco di menti geniali
che vanno a rappresentarci all’estero e
farsi onore, una produzione artistica più
che invidiabile e consentitemi, nessuno
meglio di noi è capace di rialzarsi e
sorridere trasformando una crisi in una
festa.
Ovviamente queste mie parole non
vogliono essere buoniste ma vorrei che il
pensiero di vivere nel Paese più strano e
meraviglioso del pianeta diventi proprio
di ogni italiano. Dobbiamo esserne
orgogliosi e non vergognarcene come
alcuni amici europei vorrebbero.
L’esempio di FlashBeing dimostra che in
Italia si può lasciare spazio ai giovani,
guardare verso il futuro ma sbirciando il
passato con la coda dell’occhio.
Ma il fatto di dire che si può innovare
non deve essere visto come qualcosa di
possibile ma solo poche volte
realizzabile , perché i fatti dimostrano
l’esatto contrario!
Infatti esistono numerose eccellenze, di
giovani imprenditori che riescono a
realizzare i propri sogni e portare
bellezza e lustro a un Paese che a volte
attualità
sembra essersi dimenticato dellla sua
grandezza.
Comunque, dopo questa enorme
digressione posso dire che dopo più di un mese di utilizzo sono soddisfatto dei servizi che offre la piattaforma, sta ancora evolvendosi, con l’aiuto degli utenti che segnalano i bug in un gruppo apposito per rendere l’esperienza d’uso quanto più piacevole possibile.
di Domenico Nunziata, 3A
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attualità
Si, no, forse Un referendum di 10 mesi
25 Settembre 2014
Bolzano. Presso il Liceo Pedagogico G
Pascoli, si è tenuta “Si, no, forse. Un
referendum di 10 mesi” presieduta dal
Prof. Mario Isvenghi, docente presso
l’Università di Venezia.
L’incontro è stato il primo di altri cinque
il cui sfondo comune è il centenario dallo
scoppio della 1° Guerra Mondiale.
Tema del convegno: la questione degli
interventisti e dei neutralisti, questione
che ha portato il nostro Paese ad entrare
in guerra 10 mesi dopo le altre potenze
europee.
Insenghi ha inizialmente illustrato il
quadro storico italiano antecedente al
conflitto: il nostro Paese era parte della
Triplice Alleanza, che la rendeva alleata
di Germania ed Austria-Ungheria.
Allo scoppio della guerra, l’Italia non era
stata interpellata dall’Austria e, alle
parole di Francia e Gran Bretagna che
promettevano l’annessione della terra
irredente se il Paese si fosse schierato
con loro, l’Italia decise di entrare a far
parte della Triplice Intesa (Francia, Gran
Bretagna e Russia).
Questa scelta, spiegava Isvenghi, non fu
rapida come per le altre potenze
europee, ma ebbe bisogno di 10 mesi
prima di prendere forma.
Infatti, il Paese si divise in due fra
inteventisti, a favore, e neutralisti,
contro l’entrata in guerra.
Per i neutralisti Isvenghi ha fatto un
discotso generale, dicendo che ne
facevano parte la maggioranza del
popolo e alcuni politici come Giolitti, da
poco ex Presidente del Consiglio.
Riguardo gli interventisti il professore è
stato più specifico: erano pochi, ma
tutti molto influenti. Si trattava infatti
di politici e uomini potenti, come il
comproprietario del Corriere della
Sera: Alberini.
Furono proprio costoro, nella persona
del Presidente del Consiglio Salandra, a
decretare l’entrata in guerra dell’Italia.
Altro fattore decisivo fu la firma del
P a t t o d i L o n d r a d a p a r t e
dell ’ambasciatore italiano, che
impegnava il nostro Paese ad entrare in
guerra entro un mese, non si poteva più
tornare indietro.
Questa decisione, illustrava Isvenghi, fu
molto poco discussa in Parlamento, che
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votò il 20 maggio, quattro giorni prima
dell’effettiva presa parte al conflitto.
Il professore, infine, ha anche parlato
della questione Stato-Chiesa: l’entrata in
guerra fu appoggiata da alcuni clericali
che credevano, per mezzo della guerra,
di ptoter rientrare in contatto con l’Italia
e riavere un Paese confessionale e non
più laico.
Isvenghi è stato al contempo
interessante e divertente, in quanto non
ha risparmiato battute né pratici
esempi , dimostrando un’invidiabile
vivacità e giovinezza di spirito.
di Fabian Giuriato
attualità
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attualità
YouTube E’ un lavoro in Italia?
Fare lo "Youtuber" é considerato un lavoro inteso come mestiere? La risposta é sì, ma soltanto all'estero. In Italia non ci sono leggi che dicono esplicitamente che lo Youtuber sia un mestiere. Certo, in giro per Internet si trovano sempre offerte di lavoro per guadagnare con Youtube, infatti le sedi dove si può lavorare "ufficialmente" sono negli Stati Uniti (New York, Los Angeles, San Bruno, Mountain View), in America Latina (Mexico City, San Paolo), in Cina (Singapore), in India (Mumbai), in Giappone (Tokyo) ed in Europa (Londra, Parigi, Amsterdam, Zurigo). In Italia però non si può aggiungere nel proprio curriculum vitae "Youtuber o Comico di Youtube": non é un titolo professionale! In Italia si può parlare di Youtuber come un mestiere solo in tre casi: -Se sei un Social Media Manager (SMM), ossia gestore di uno o più domini web di programmi TV/società e se ti pagano uno stipendio per farlo. -Se sei un videomaker professionista, quindi lavori per la produzione di un cinema, di spot o per la tv. -Se sei un dipendente Google.
Ottenere un posto di lavoro all'interno di
Youtube (sempre all'estero) significa
essere infatti dipendenti di Google (che oltretutto é una delle aziende migliori in cui lavorare perché offrente di tantissimi benefits). Per essere assunto devi avere capacità creativa in breve tempo, molta immaginazione, capacità di stabilire una cadenza fissa alla pubblicazione dei tuoi eventuali nuovi video e soprattutto capacità espressiva, per rendere gli spettatori attivi e non passivi. Insomma, vuoi lavorare in Youtube? Fallo all'estero! La community di Youtubers in Italia é ancora molto giovane e posso fare una classifica di chi ha più iscritti: -1. CutiePieMarzia-4.366.072 iscritti. Lei é Marzia Bisognin, fidanzata con il famosissimo Youtuber PewDiePie, il quale ha 31.292.398 iscritti. -2. FavijTV- 1.205.688 iscritti. -3. Frank Matano- 962.726 iscritti. Egli
ha anche un secondo canale chiamato
FRANK MATANO Games, che ha
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Il Carducciano
Redazione
Responsabile -
Grafica e impaginazione Domenico Nunziata
Responsabili versione
online Jacopo Nardi
Tommaso DiGenio
Copertina Martina Catizone
Hanno contruibuito a
questo numero Tommaso DiGenio
Martina Rauzi Virna Casagrande Michele Modesto Riccardo Beccaro Eduardo Beccaro
Elisabetta Simoncioni Fabian Giuriato
Stefanie Sagnella Alice Bevilacqua
Grazie al Preside Andrea Pedevilla, il personale docente e
non
attualità
708.826 iscritti. -4. yotobi- 735.786 iscritti. -5. iPantellas- 726.743 iscritti. -6. willwoosh- 607.353 iscritti. -7. Daniele Doesn't Matter- 584.753 is-critti. -8. Johnny Creek- 474.312 iscritti. Questi sono solo alcuni degli Youtubers italiani. Vanno dai 15 ai 30 anni. Alcuni ironizzano sulla vita quotidiana, sulla vita giovanile: con loro le risate sono assicurate! Altri sono specializzati nei video di gaming (videogiochi) che riscuotono sempre un gran successo. Youtube é il terzo sito più cliccato al mondo, preceduto da Google e da Facebook, ed é una fonte importante (non essenziale) di comunicazione e a volte anche di istruzione. Si possono imparare molte cose in video che presentano, per esempio, particolari regole grammaticali spiegate da professori universitari, storia, musica, lingue e altro. Youtube é pieno anche di video musicali
e di intrattenimento. Si può concludere
dicendo che senza Youtube, fonte
indiscutibile di comunicazione da una
parte all'altra del pianeta, non so se
riusciremmo a produrre o ad consumare
molti contenuti a cui oggi siamo abituati.
di Riccardo Beccaro
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attualità
Entre dos culturas
Muchas veces me preguntan, qué se siente al ser medio italiano y medio es-pañol. Y yo siempre contesto que es realmente algo interesante, ya que de este modo poseo dos culturas diferentes. En España vive, por supuesto, una parte de mi familia, y voy a verles una o dos veces al año. Cuando vuelvo a Bolzano, mis amigos me piden que les explique algo sobre el modo de vivir en España, y también tienen curiosidad por aprender alguna palabra en español. Sin embargo, cuando mi hermano y yo vamos a Bilbao, que es donde vive la familia de mi ma-dre, a todos les gusta saber cosas sobre Italia. Lo que sí es cierto, es que españoles e italianos se caen bien: cuando se juntan, hay una simpatía recíproca y empiezan a reírse. Aunque cada uno hable su idio-ma, se entienden igualmente. Ahora he de hablar de otro tema: el idio-ma italiano y español. Popularmente se cree que se parecen, pero no es así. Hay algo, por cierto, que los italianos piensan del español, y al re-vés, los españoles del italiano: creen que son dos idiomas fáciles de hablar porque se parecen mucho, pero en realidad hay que estudiar mucho la gramática de los
dos, para saberlos hablar correctamente y para poder leer libros. Son dos idiomas distintos, cada uno con sus propios di-chos y con su propio vocabulario. Sim-plemente hay algunas palabras que se parecen, y nada más, cómo pasa también con otros idiomas. Os voy a hablar ahora de algunas cos-tumbres y estereotipos. Los españoles adoran a los italianos: siempre que dices que eres italiano, quieren estar contigo y descubrirlo todo sobre tu país; casi te envidian por vivir en un país lleno de obras de arte, por la moda italiana, por la cocina, etc… Al contrario, los italianos aman al pueblo español por sus tradiciones, sus horarios y su forma de vida siempre alegre y so-ciable. Los españoles siempre llegan tarde a las citas y suelen desayunar, comer y cenar muy tarde, y no muy temprano como lo suelen hacer los italianos. Así que estos ven a los españoles como personas mar-chosas y muy (a veces demasiado) ale-gres. Con todo esto quiero decir que estoy muy orgulloso de ser medio italiano y medio español y así poder disfrutar de estos dos países maravillosos. por Eduardo Beccaro
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cultura
Bolt A tutta birra!
D’Wiesn, Monaco di Baviera, parzialmente nuvoloso, 1600 camerieri, 7 milioni litri di birra… Usain Bolt. Dopo il successo nella staffetta 4x100 della Giamaica ai Giochi del Commonwealth lo scorso agosto svoltisi in una Scozia ancora indecisa riguardo al referendum sull’indipendenza dal Regno Unito (era il primo maggio del 1707 quando fu firmato l’Act of Union con l’Inghilterra) tutti si aspettavano di vedere Bolt intento ad allenarsi con una serie di ripetute da 250m per tornare di nuovo al top in vista del 2015 in cui si svolgeranno nel mese di agosto i Campionati del mondo di atletica leggera a Pechino, dove 7 anni prima il velocista giamaicano aveva trionfato nei Giochi olimpici conquistando tre ori nella staffetta, nei 100 e nei 200, invece lo troviamo all’Oktoberfest vestito wie a echte Tiroler con Lederhosen a “sorseggiare” un litro di birra Löwenbräu servita all'Hofbräuhaus del capoluogo bavarese fondata nel 1589 (tra l’altro 3 anni fa ho avuto l’onore di entrarci e di essermi gustato un favoloso piatto di Reiberknödel mit Breze) e a fare la mossa del fulmine celebre in tutto il mondo! D'altronde non capita a tutti di dover staccare per un po’ dall’allenamento e non pensare ad altro tranne che a
divertirsi? Da Monaco Bolt riparte per tornare più in forma che mai e lo vedremo sicuramente agli appuntamenti della grande atletica più in forma che mai! Dopo tutto a Rio 2016 non manca ancora tanto... E ora in alto i boccali e eyn pro sit! O'zapft is! di Tommaso di Genio
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recensioni
House of Cards
Il potere è tutto Se dovessimo stilare un elenco delle
migliori serie tv (oltre a Breaking Bad e
Doctor Who) in cima alla classifica ci
sarebbe sicuramente House of Cards.
La serie tv è nata per Netflix che,
dannata Rai, non sarà disponibile
prossimamente in Italia. Così noi
possiamo vederlo solo su Sky...certo
Billy, tu lo vedi su Sky come tutte le
persone oneste.
Tra cinema, teatro ed Internet House of
Cards riesce a coinvolgere il
telespettatore come poche serie sono
capaci di fare. Con un cast eccellente e
una recitazione impeccabile è da non
perdere.
Politica, sesso, dipendenze, stampa,
omicidi. In House of Cards si traducono
con un’unica parola: potere. Frank
Underwood, il protagonista della serie
dice esplicitamente che anche la
generosità è una forma di potere e se
riflettiamo bene è anche una delle più
forti.
Una delle caratteristiche più interessanti è che Frank riesce ad infrangere la Quarta Parete, ovvero di tanto in tanto parlerà rivolgendosi direttamente al pubblico. Certo, potrebbe sembrare inquietante ma in realtà quando vi ci sarete abituati rimpiagerete quei magici momenti. La serie è tratta da una trilogia di libri di Michael Dobbs, ex parlamentare conservatore britannico da cui è stata tratta anche una miniserie tv. Americani che dire, stavolta non siete riusciti a rovinare una serie BBC, bravi. La trama è incentrata sull’ascesa politica di Frank Underwood, capo della
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recensioni
maggioranza del Congresso a cui era stata promessa la carica di Segretario di Stato, successivamente negatagli. In tal modo insieme all’aiuto della sua bellissima e pericolosa moglie riusciranno a risalire la china. Diventerete subito dei fan, garantito. di Domenico Nunziata
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recensioni
Carpe diem! L’Attimo fuggente
"Oh capitano, mio capitano"
Una frase che rimarrà impressa nella
s t o r i a d e l c i n e m a .
Un film, che nonostante all'apparenza
possa sembrare come molti altri - il
banale e oramai scontato film dove si
parla di adolescenti e della loro
ribellione verso le istituzioni e i genitori
- resterà sempre nelle menti di chi l'ha
v i s t o .
Autunno 1959, un professore di
letteratura, il professor Keating, viene
mandato a insegnare in un severo
istituto maschile dove regnano Onore,
Disciplina, Tradizione. Con la classe che
gli viene assegnata, assume un
atteggiamento per il preside e i genitori
pericoloso verso quello in cui credono: fa
strappare agli alunni l'introduzione del
libro, perché non d'accordo con
l'opinione dello scrittore; invita gli
alunni a salire sui banchi per
confrontarsi. Un professore agli occhi di un alunno non perfettamente sano di mente. Per alcuni persino un cialtrone. Per Neil Perry , alunno brillante e intelligente, e altri, un personaggio curioso e da scoprire. Dalla sua curiosità di Neil nasce la storia. Con la "Società Dei Poeti Estinti" (Dead Poets Society) di cui il professor Keating faceva parte da giovane. Perry decide di istituire nuovamente questa società, gruppo, insieme ai suoi amici. Di notte quindi si trovano in una grotta, fuggendo allo stretto controllo che regna nell'istituto, e leggono poesie di grandi autori o scritte da loro stessi, confrontandosi e imparando a pensare da soli. Ma i metodi del professor Keating e le azioni dei suoi allievi si scontrano con il conformismo e la serietà che sempre hanno regnato nell'istituto e si scontrano soprattutto con il preside e i genitori di Perry. Nonostante l'esito non proprio felice del film, il professor Keating, attraverso questo suo modo di insegnare e di raffrontarsi con i ragazzi, arriverà al suo scopo: insegnare attraverso la poesia l'anticonformismo e la forza creativa della libertà. Amato dal pubblico,
Titolo originale: Dead Poets Society Anno: 1989 Regia: Peter Weir Attori principali: Robin Williams (John Keating), Robert S. Leonard (Neil Perry)
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soprattutto giovanile, e valutato a voti
quasi pieni dalla critica è un film che
regge fino all'ultimo e che strappa
riflessioni e analisi.
Il titolo italiano "L'Attimo Fuggente"
vuole insegnare ai giovani che è proprio
alla loro età che bisogna essere pronti a
cogliere le opportunità che la vita offre.
È alla loro età che si può ancora decidere
d i c a m b i a r e .
La scena finale del film è la più potente.
"Capitano, mio capitano" frase ripetuta
in coro dalla classe. Un omaggio. Un
saluto. Un ringraziamento.Fa
commuovere. I ragazzi hanno trovato nel
professor Keating un maestro, qualcuno
che ha creduto in loro e che li ha aiutati a
c r e s c e r e .
Oggi, dopo che Robin Williams ci ha
tragicamente lasciato, viene naturale
ripensare al professor Keating e a quanto
abbia insegnato ai suoi alunni e a chi ha
visto il film
di Virna Casagrande
cultura
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cultura
Il Fumetto La nona arte
Non abbiate paura nel dire che il
fumetto è la storia. Se non vi piace la
parola fumetto perché lo ritenete quasi
da bambini, chiamatela Arte Sequenziale
come Will Eisner ci insegna.
Molti ritengono che il fumetto sia una
cosa infantile, futile e ho sentito definirlo
con la parola ‘stupido’.
Queste parole provengono dalla bocca di
persone completamente ignoranti in
questo ambito e che non si dovrebbero
neppure permettere di parlare.
Perché allora un libro è considerato
qualcosa di intelletualmente superiore?
Il fumetto può esserlo anch’esso ed
inoltre ha persino un valore aggiunto: le
illustrazioni. Qui sotto potete ammirare uno dei personaggi di albi a fumetto italiani più famosi di sempre: Rat Man. Disegnato, inchiostrato e ideato da Leo(nardo) Ortolani, il quale è considerato uno dei più bravi sceneggiatori degli ultimi venti anni e legittimo erede del grande Jack “The King” Kirby, che insieme a Stan Lee ha partorito dalla sua mente geniale i Fantastici Quattro, fra i più gradi eroi Marvel della storia. Vi sembrerà strano associare I F4 a Rat Man ma dovete pensare che il secondo è un fumetto parodistico. Parodia dei supereroi, dell’umanità intera e della vita. Se voleste approcciarvi al mondo del
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fumetto non c’è modo migliore che
iniziare con il Ratto.
Molti italiani sono ancora restii ad
accettare come arte il fumetto, proprio
qui, dove abbiamo visto nascere Tex e
Dylan Dog, due dei fumetti più venduti
di sempre. E quando dicono che sono
cose da bambini devono capire che non
sono disegnati da bambini ma da
persone con un bagaglio culturale
invidiabile, che sanno reinterpretare la
realtà portandola talvolta agli estremi,
talvolta descrivendola fin troppo bene...
Per fare vera parodia tanto da poter
inserire citazioni e allusioni da ogni
campo dello scibile di certo non si deve
essere degli ignoranti.
Attraverso il fumetto, cosi come nei libri
o guardando un film (compresi quelli
d’animazione) possiamo scoprire nuovi
mondi le cui leggi della fisica
provengono dalla mente di un povero
pazzo, viaggiare con gli amici più fidati,
incontrare personaggi che resteranno
per sempre scolpiti nella nostra
memoria e intraprendere avventure che
vanno oltre i nostri sogni più audaci.
Ma il fumetto può portare speranza,
come lo fece Captain America durante il
confilitto mondiale, può aiutarci a
superare momenti difficili distraendoci
oppure soffrire con noi attraverso i
personaggi che sono nelle nostre stesse
situazioni.
Il fumetto è la realtà, il fumetto è arte.
di Domenico Nunziata
cultura
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Arte
30 di Carlotta Lauro
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di Stefanie Sagnella
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35 di Domenico Nunziata
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