clinicCasi Clinici Internazionali
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DOTT. LeanDrO Pereira Restauri estetici diretti nel settore frontale .................................................................... 04PrOf. SimOne GranDini e DOTT. GiuLiO PavOLucci Il riattacco del frammento ................................. 07PrOf. Jean-Pierre aTTaL “Maskage” di una lesione in smalto ................................................................................... 09DOTT. GianLuca PLOTinO Cementazione di corone in disilicato di litio .................................................................. 10DOTT. GianLuca PLOTinO Cementazione di intarsio in disilicato di litio ................................................................ 11DOTT. TheODOrOS TaSOPOuLOS Rifacimento “chair-side” di protesi incongrua ......................................... 12DOTT. aLeSSiO caSucci e ODT. rODOLfO cOLOGneSi Riabilitazione del paziente edentulo .......... 14DOTT. JOrDi manauTa Onlay soluzione indiretta chairside ............................................................................................... 18DOTT. JOrDi manauTa Chiusura di diastema - Effetto con maggiore traslucenza .......................................... 19DOTT. STefanO Serra Chiusura di diastema - Effetto con minor traslucenza ................................................. 22DOTT. enGin TaviLOğLu Ripristino e restauro di frattura su denti anteriori ......................................................... 23DOTT. maurO BeLLuz Caso clinico riabilitato con Asteria .................................................................................................. 24DOTT. carSTen STOckLeBen Faccette dirette da 13 a 23 ............................................................................................ 26 DOTT. GianfrancO POLiTanO Revisione di sigillature preventive incongrue ................................................... 29DOTT. LOrenzO Graiff Coronoplastica additiva e Maryland metal-free .............................................................. 30DOTT. DOmenicO LafOrnara Riabilitazione estetico-morfologica dell’arcata superiore ...................... 32DOTT. anDrea faBianeLLi Restauro diretto di II classe con Estelite Asteria ..................................................... 34 DOTT. GiOrGiO aTzeri Ripristino estetico e morfologico nei settori latero-posteriori ................................... 36 DOTT. anGeLO SOnaGLia Terapia minimamente invasiva in giovane paziente ................................................. 37marcO BamBace Riabilitazione estetica degli incisivi superiori a seguito di trauma sportivo ............... 38
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Tutti i casi clinici su
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È con grande piacere che noi di Tokuyama Dental vogliamo dire un caloroso Grazie a tutti i nostri ‘amici’, professionisti internazionali che hanno voluto, con slancio, condividere con noi le loro esperienze cliniche con i nostri materiali.Questo ci ha spinto a realizzare questa piccola raccolta per metterla a disposizione della nutrita Tokuyama Community di dentisti che potrà approfondire come i materiali Tokuyama possano aiutarli nella pratica clinica quotidiana.Augurandovi una buona lettura e visione, ci auspichiamo che sempre più professionisti vorranno testimoniare il piacere di mettersi in gioco!
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Un giorno senza un sorriso è un giorno perso. Charlie Chaplin
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Restauri estetici diretti nel settore frontaleUn approccio Bio-Emulation™
DOTT. LeanDrO Pereira Libero professionista in São Luís
Figg. 4-5 La selezione del colore è stata effettuata usando incrementi di composito che dovrebbero essere fotopolimerizzati e successivamente verificati utilizzando foto “cromo calibrate” con e senza filtro “polarizzato” Polar eyes.
Questa giovane paziente aveva avuto un incidente che le aveva causato la frattura degli incisivi centrali superiori. È inoltre possibile rilevare la presenza di carie palatalmente. Sono stati effettuati restauri con resina composita per rafforzare gli elementi interessati e ripristinare un bel sorriso.
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Figg. 1-3 foto della situazione iniziale, che evidenziano dettagli come l’entità dell’esposizione dentale con le labbra a riposo, la profondità delle fratture e la presenza di carie, facilmente rilevabile tramite l’uso di filtro Polar eyes di emulation.
Figg. 6-8 Dopo aver bisellato i margini incisali dei due elementi centrali, è stata effettuata una “micro-sabbiatura” con particelle di ossido di alluminio da 25 micron. È stata poi effettuata la mordenzatura con acido fosforico e sono state eseguite le corrette procedure di adesione, seguite dall’applicazione di uno strato di smalto palatale- Oce di estelite asteria. È stata usata la tinta OPa2 di estelite Σ Quick come strato dentinale opaco interno e i mammelloni sono stati invece ricreati con la tinta a3,5 Body di estelite asteria.
Figg. 9-11 Dopo l’applicazione di un composito fluido trasparente incisale, è possibile caratterizzare ulteriormente i restauri con i colori estelite color, come ad esempio il colore WhiTe. È stato poi applicato uno strato sottile di a1 di estelite Σ Quick , a cui è seguita la fotopolimerizzazione. La stratificazione finale è stata eseguita con la tinta smalto Oce di estelite asteria.
Figg. 12-14 Le faccette sui laterali sono state eseguite con uno strato sottile di smalto Oce e, dopo la rifinitura con dischi grossi, è possibile aprire la diga di gomma per facilitare le procedure di “contouring e texturing”.
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Situazione iniziale
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Figg. 18-21 immagini finali una settimana dopo il trattamento, che evidenziano le eccellenti proprietà ottiche e di superficie sia di estelite asteria che di estelite Σ Quick, di Tokuyama Dental.
Figg. 15-17 Tutte le superfici vengono quindi lucidate fino a conseguire una lucentezza elevata, usando pasta lucidante sia diamantata che in ossido di alluminio.
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Il riattacco del frammento
Una procedura minimamente invasiva per ripristinare estetica e funzione
PrOf. SimOne GranDiniDOTT. GiuLiO PavOLucci università di Siena
Vengono proposte diverse tecniche per il ripristino dei denti anteriori traumatizzati, molte delle quali richiedono stratificazioni particolarmente complesse che alle volte risultano complicare il lavoro del professionista. Oggi è possibile utilizzare un approccio semplificato con un materiale che richiede solo due masse nella stratificazione (dentina e smalto), come è stato per il caso di seguito descritto.
il paziente, Y. di 9 anni, si è presentato in urgenza alla nostra osservazione in seguito ad un trauma. una volta accertato che si trattasse di un semplice incidente (il bambino stava giocando con gli amici ed è caduto), è stata effettuata la visita. all’esame obiettivo il paziente presentava una frattura traumatica di iii classe di ellis (con esposizione pulpare) a carico dell’elemento 1.1, mobilità fisiologica dell’ 1.1 e degli altri elementi, una lieve tumefazione nella parte interna del labbro superiore, lieve dolorabilità e scarso controllo della placca (Figure 1-2). il paziente aveva con sé parte del frammento fratturato che è stato immediatamente immerso in soluzione fisiologica.
L’esposizione pulpare era piccola e non sanguinante, per cui si è deciso di procedere con il riattacco del frammento e la ricostruzione diretta della parte mancante.Dopo aver effettuato anestesia locale con articaina, si è proceduto con l’isolamento del campo operatorio; il montaggio della diga di gomma è stato abbastanza difficile a causa della dentizione mista. e’ stata effettuata una lieve pulizia delle superfici con uno spazzolino da profilassi, dopodiché è stato applicato il sistema adesivo Tokuyama ee-Bond (7a generazione con mordenzatura dello smalto) sia sul dente che sul frammento; quest’ultimo è stato riposizionato con l’interposizione di un sottilissimo strato di composito
l paziente, Y. di 9 anni, si è
presentato in urgenza alla nostra
osservazione in seguito ad un
trauma.
Una volta accertato che si trattasse
di un semplice incidente (il bambino
stava giocando con gli amici ed è
caduto), è stata effettuata la visita.
All'esame obiettivo il paziente
presentava una frattura traumatica
di III classe di Ellis (con esposizione
pulpare) a carico dell'elemento 1.1,
mobilità fisiologica dell' 1.1 e degli
altri elementi, una lieve tumefazione
nella parte interna del labbro
superiore, lieve dolorabilità e scarso
controllo della placca. Figure 1-2
Il paziente aveva con sé parte del
frammento fratturato che è stato
immediatamente immerso in
soluzione fisiologica.
L'esposizione pulpare era piccola e
non sanguinante, per cui si è deciso
di procedere con il riattacco del
frammento e la ricostruzione diretta
della parte mancante.
Dopo aver effettuato anestesia
locale con articaina, si è proceduto
con
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Prof. Simone Grandini [email protected]
Dr. Giulio Pavolucci [email protected]
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l paziente, Y. di 9 anni, si è
presentato in urgenza alla nostra
osservazione in seguito ad un
trauma.
Una volta accertato che si trattasse
di un semplice incidente (il bambino
stava giocando con gli amici ed è
caduto), è stata effettuata la visita.
All'esame obiettivo il paziente
presentava una frattura traumatica
di III classe di Ellis (con esposizione
pulpare) a carico dell'elemento 1.1,
mobilità fisiologica dell' 1.1 e degli
altri elementi, una lieve tumefazione
nella parte interna del labbro
superiore, lieve dolorabilità e scarso
controllo della placca. Figure 1-2
Il paziente aveva con sé parte del
frammento fratturato che è stato
immediatamente immerso in
soluzione fisiologica.
L'esposizione pulpare era piccola e
non sanguinante, per cui si è deciso
di procedere con il riattacco del
frammento e la ricostruzione diretta
della parte mancante.
Dopo aver effettuato anestesia
locale con articaina, si è proceduto
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l paziente, Y. di 9 anni, si è
presentato in urgenza alla nostra
osservazione in seguito ad un
trauma.
Una volta accertato che si trattasse
di un semplice incidente (il bambino
stava giocando con gli amici ed è
caduto), è stata effettuata la visita.
All'esame obiettivo il paziente
presentava una frattura traumatica
di III classe di Ellis (con esposizione
pulpare) a carico dell'elemento 1.1,
mobilità fisiologica dell' 1.1 e degli
altri elementi, una lieve tumefazione
nella parte interna del labbro
superiore, lieve dolorabilità e scarso
controllo della placca. Figure 1-2
Il paziente aveva con sé parte del
frammento fratturato che è stato
immediatamente immerso in
soluzione fisiologica.
L'esposizione pulpare era piccola e
non sanguinante, per cui si è deciso
di procedere con il riattacco del
frammento e la ricostruzione diretta
della parte mancante.
Dopo aver effettuato anestesia
locale con articaina, si è proceduto
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presentato in urgenza alla nostra
osservazione in seguito ad un
trauma.
Una volta accertato che si trattasse
di un semplice incidente (il bambino
stava giocando con gli amici ed è
caduto), è stata effettuata la visita.
All'esame obiettivo il paziente
presentava una frattura traumatica
di III classe di Ellis (con esposizione
pulpare) a carico dell'elemento 1.1,
mobilità fisiologica dell' 1.1 e degli
altri elementi, una lieve tumefazione
nella parte interna del labbro
superiore, lieve dolorabilità e scarso
controllo della placca. Figure 1-2
Il paziente aveva con sé parte del
frammento fratturato che è stato
immediatamente immerso in
soluzione fisiologica.
L'esposizione pulpare era piccola e
non sanguinante, per cui si è deciso
di procedere con il riattacco del
frammento e la ricostruzione diretta
della parte mancante.
Dopo aver effettuato anestesia
locale con articaina, si è proceduto
con
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con l'isolamento del campo
operatorio; il montaggio della diga di
gomma è stato abbastanza difficile a
causa della dentizione mista.
E' stata effettuata una lieve pulizia
delle superfici con uno spazzolino da
profilassi, dopodiché è stato
applicato il sistema adesivo
Tokuyama EE-Bond (7^ generazione
con mordenzatura dello smalto) sia
sul dente che sul frammento;
quest'ultimo è stato riposizionato
con l'interposizione di un sottilissimo
strato di composito flowable. Figure
3-4-5
Dopo la polimerizzazione Figura 6, è
stato creato un doppio bisello
vestibolare e palatino lungo la rima
di frattura per aumentare la forza di
adesione del frammento Figure 8-9;
nello stesso momento sono stati
regolarizzati i margini, ed è stato
fatto un piccolo bisello di
preparazione per la ricostruzione
diretta della parte mancante.
E' stato applicato nuovamente il
sistema adesivo Figura 10, ed è stata
impostata una stratificazione
semplificata a mano libera. Figura 11
L’analisi estetica fatta inizialmente
aveva evidenziato la presenza di una
m
Prof. Simone Grandini [email protected]
Dr. Giulio Pavolucci [email protected]
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con l'isolamento del campo
operatorio; il montaggio della diga di
gomma è stato abbastanza difficile a
causa della dentizione mista.
E' stata effettuata una lieve pulizia
delle superfici con uno spazzolino da
profilassi, dopodiché è stato
applicato il sistema adesivo
Tokuyama EE-Bond (7^ generazione
con mordenzatura dello smalto) sia
sul dente che sul frammento;
quest'ultimo è stato riposizionato
con l'interposizione di un sottilissimo
strato di composito flowable. Figure
3-4-5
Dopo la polimerizzazione Figura 6, è
stato creato un doppio bisello
vestibolare e palatino lungo la rima
di frattura per aumentare la forza di
adesione del frammento Figure 8-9;
nello stesso momento sono stati
regolarizzati i margini, ed è stato
fatto un piccolo bisello di
preparazione per la ricostruzione
diretta della parte mancante.
E' stato applicato nuovamente il
sistema adesivo Figura 10, ed è stata
impostata una stratificazione
semplificata a mano libera. Figura 11
L’analisi estetica fatta inizialmente
aveva evidenziato la presenza di una
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marcata zona di traslucenza incisale
e una netta areola sul bordo. Come
primo strato è stato applicato uno
smalto NE (Estelite Asteria), seguito
da un incremento di dentina A2.
Secondo le indicazioni del
produttore, la dentina è stata
portata in superficie nel 1/3 medio,
mentre è stato lasciato spazio per un
sottile strato di smalto NE nel 1/3
incisale. Figura 12
Per ricreare le traslucenze è stato
utilizzato lo smalto TE tra i
mammelloni, mentre l'areola è stata
riprodotta con la dentina A2. Figura
13
Dopo la rifinitura Figura 14 e la
lucidatura Figura 15 il paziente è
stato dimesso e ricontattato
periodicamente nei giorni successivi
per avere notizie sull'eventuale
sintomatologia pulpare.
Nella foto di controllo a 7 giorni
Figura 16 si può apprezzare l'ottima
integrazione del restauro; la
mimeticità del composito utilizzato e
la sua semplicità di stratificazione, ci
hanno permesso di ottenere un
ottimo risultato senza la necessità di
re intervenire.
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marcata zona di traslucenza incisale
e una netta areola sul bordo. Come
primo strato è stato applicato uno
smalto NE (Estelite Asteria), seguito
da un incremento di dentina A2.
Secondo le indicazioni del
produttore, la dentina è stata
portata in superficie nel 1/3 medio,
mentre è stato lasciato spazio per un
sottile strato di smalto NE nel 1/3
incisale. Figura 12
Per ricreare le traslucenze è stato
utilizzato lo smalto TE tra i
mammelloni, mentre l'areola è stata
riprodotta con la dentina A2. Figura
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Dopo la rifinitura Figura 14 e la
lucidatura Figura 15 il paziente è
stato dimesso e ricontattato
periodicamente nei giorni successivi
per avere notizie sull'eventuale
sintomatologia pulpare.
Nella foto di controllo a 7 giorni
Figura 16 si può apprezzare l'ottima
integrazione del restauro; la
mimeticità del composito utilizzato e
la sua semplicità di stratificazione, ci
hanno permesso di ottenere un
ottimo risultato senza la necessità di
re intervenire.
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marcata zona di traslucenza incisale
e una netta areola sul bordo. Come
primo strato è stato applicato uno
smalto NE (Estelite Asteria), seguito
da un incremento di dentina A2.
Secondo le indicazioni del
produttore, la dentina è stata
portata in superficie nel 1/3 medio,
mentre è stato lasciato spazio per un
sottile strato di smalto NE nel 1/3
incisale. Figura 12
Per ricreare le traslucenze è stato
utilizzato lo smalto TE tra i
mammelloni, mentre l'areola è stata
riprodotta con la dentina A2. Figura
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Dopo la rifinitura Figura 14 e la
lucidatura Figura 15 il paziente è
stato dimesso e ricontattato
periodicamente nei giorni successivi
per avere notizie sull'eventuale
sintomatologia pulpare.
Nella foto di controllo a 7 giorni
Figura 16 si può apprezzare l'ottima
integrazione del restauro; la
mimeticità del composito utilizzato e
la sua semplicità di stratificazione, ci
hanno permesso di ottenere un
ottimo risultato senza la necessità di
re intervenire.
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La massa dentina ha mascherato alla perfezione la linea di passaggio tra dente e
restauro, mentre lo smalto NE ed il traslucente TE hanno creato una zona incisale
dall'aspetto del tutto naturale.
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flowable (Figure 3-4-5). Dopo la polimerizzazione, è stato creato un doppio bisello vestibolare e palatino lungo la rima di frattura per aumentare la forza di adesione del frammento (Figure 6-7); nello stesso momento sono stati regolarizzati i margini, ed è stato fatto un piccolo bisello di preparazione per la ricostruzione diretta della parte mancante. e’ stato applicato nuovamente il sistema adesivo (Figura 8), ed è stata impostata una stratificazione semplificata a mano libera (Figura 9). L’analisi estetica fatta inizialmente aveva evidenziato la presenza di una marcata zona di traslucenza incisale e una netta aureola sul bordo. come primo strato è stato applicato uno smalto ne (estelite asteria), seguito da un incremento di dentina a2. Secondo le indicazioni del produttore, la dentina è stata portata in superficie nel 1/3 medio, mentre è stato lasciato spazio
per un sottile strato di smalto ne nel 1/3 incisale (Figura 10). Per ricreare le traslucenze è stato utilizzato lo smalto Te tra i mammelloni, mentre l’areola è stata riprodotta con la dentina a2 (Figura 11). Dopo la rifinitura (Figura 12) e la lucidatura (Figura 13) il paziente è stato dimesso e ricontattato periodicamente nei giorni successivi per avere notizie sull’eventuale sintomatologia pulpare. nella foto di controllo a 7 giorni (Figura 14) si può apprezzare l’ottima integrazione del restauro. La mimeticità del composito utilizzato e la sua semplicità di stratificazione, ci hanno permesso di ottenere un ottimo risultato senza la necessità di re intervenire.La massa dentina ha mascherato alla perfezione la linea di passaggio tra dente e restauro, mentre lo smalto ne ed il traslucente Te hanno creato una zona incisale dall’aspetto del tutto naturale.
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operatorio; il montaggio della diga di
gomma è stato abbastanza difficile a
causa della dentizione mista.
E' stata effettuata una lieve pulizia
delle superfici con uno spazzolino da
profilassi, dopodiché è stato
applicato il sistema adesivo
Tokuyama EE-Bond (7^ generazione
con mordenzatura dello smalto) sia
sul dente che sul frammento;
quest'ultimo è stato riposizionato
con l'interposizione di un sottilissimo
strato di composito flowable. Figure
3-4-5
Dopo la polimerizzazione Figura 6, è
stato creato un doppio bisello
vestibolare e palatino lungo la rima
di frattura per aumentare la forza di
adesione del frammento Figure 8-9;
nello stesso momento sono stati
regolarizzati i margini, ed è stato
fatto un piccolo bisello di
preparazione per la ricostruzione
diretta della parte mancante.
E' stato applicato nuovamente il
sistema adesivo Figura 10, ed è stata
impostata una stratificazione
semplificata a mano libera. Figura 11
L’analisi estetica fatta inizialmente
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marcata zona di traslucenza incisale
e una netta areola sul bordo. Come
primo strato è stato applicato uno
smalto NE (Estelite Asteria), seguito
da un incremento di dentina A2.
Secondo le indicazioni del
produttore, la dentina è stata
portata in superficie nel 1/3 medio,
mentre è stato lasciato spazio per un
sottile strato di smalto NE nel 1/3
incisale. Figura 12
Per ricreare le traslucenze è stato
utilizzato lo smalto TE tra i
mammelloni, mentre l'areola è stata
riprodotta con la dentina A2. Figura
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Dopo la rifinitura Figura 14 e la
lucidatura Figura 15 il paziente è
stato dimesso e ricontattato
periodicamente nei giorni successivi
per avere notizie sull'eventuale
sintomatologia pulpare.
Nella foto di controllo a 7 giorni
Figura 16 si può apprezzare l'ottima
integrazione del restauro; la
mimeticità del composito utilizzato e
la sua semplicità di stratificazione, ci
hanno permesso di ottenere un
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primo strato è stato applicato uno
smalto NE (Estelite Asteria), seguito
da un incremento di dentina A2.
Secondo le indicazioni del
produttore, la dentina è stata
portata in superficie nel 1/3 medio,
mentre è stato lasciato spazio per un
sottile strato di smalto NE nel 1/3
incisale. Figura 12
Per ricreare le traslucenze è stato
utilizzato lo smalto TE tra i
mammelloni, mentre l'areola è stata
riprodotta con la dentina A2. Figura
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Dopo la rifinitura Figura 14 e la
lucidatura Figura 15 il paziente è
stato dimesso e ricontattato
periodicamente nei giorni successivi
per avere notizie sull'eventuale
sintomatologia pulpare.
Nella foto di controllo a 7 giorni
Figura 16 si può apprezzare l'ottima
integrazione del restauro; la
mimeticità del composito utilizzato e
la sua semplicità di stratificazione, ci
hanno permesso di ottenere un
ottimo risultato senza la necessità di
re intervenire.
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presentato in urgenza alla nostra
osservazione in seguito ad un
trauma.
Una volta accertato che si trattasse
di un semplice incidente (il bambino
stava giocando con gli amici ed è
caduto), è stata effettuata la visita.
All'esame obiettivo il paziente
presentava una frattura traumatica
di III classe di Ellis (con esposizione
pulpare) a carico dell'elemento 1.1,
mobilità fisiologica dell' 1.1 e degli
altri elementi, una lieve tumefazione
nella parte interna del labbro
superiore, lieve dolorabilità e scarso
controllo della placca. Figure 1-2
Il paziente aveva con sé parte del
frammento fratturato che è stato
immediatamente immerso in
soluzione fisiologica.
L'esposizione pulpare era piccola e
non sanguinante, per cui si è deciso
di procedere con il riattacco del
frammento e la ricostruzione diretta
della parte mancante.
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locale con articaina, si è proceduto
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Ref .1 Attal J-P, Atlan A, Denis M, Vennat E, Tirlet G. White spots on enamel: Treatment protocol by superficial or deep infiltration (part 2). Int Orthod. 3 févr 2014.
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“Maskage” di una lesione in smalto
Infiltrazione profonda associata con una piccola ricostruzione utilizzando
un composito estetico SupraNano Sferico
PrOf. Jean-Pierre aTTaLuniversità di Paris Descartes (Paris 5)
Fig. 1 un incisivo centrale con lesione bianca e marrone. Fig. 2 Dopo infiltrazione in profondità, con l’ausilio di una resina a bassa viscosità (vedasi ref. 1), la lesione bianca è scomparsa ed è necessario otturare la piccola perdita di sostanza dentale.
Fig. 3 viene applicato un piccolo quantitativo di asteria (Tokuyama Dental) nella tinta a2B.
Fig. 4 Dopo la lucidatura, l’effetto mimetico di asteria è evidente.
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Cementazione di corone in disilicato di litio DOTT. GianLuca PLOTinO
Libero professionista in roma
Fig. 1 Situazione preoperatoria con due corone incongrue dal punto di vista estetico sugli elementi 11 e 21.
Fig. 2a immagini intraoperatorie dei monconi preparati e sbiancati.
Fig. 2b immagini intraoperatorie dei monconi preparati e sbiancati. Fig. 3 Le corone in disilicato di litio stratificato (Odt. fabrizio Loreti) cementate con estecem una settimana dopo la cementazione. La facile ed efficace rimozione degli eccessi di cemento dal solco garantisce una rapida guarigione dei tessuti.
Fig. 4 controllo a 6 mesi del caso finito.
Fig. 5 radiografia di controllo a 6 mesi.
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Cementazione di intarsio in
disilicato di litioDOTT. GianLuca PLOTinOLibero professionista in roma
Fig. 1 cavità preparata ed isolata per la cementazione.
Fig. 2 Prova dell’intarsio in disilicato di litio. Fig. 3 estelink Bond da applicare in cavità.
Fig. 4 cavità dopo le fasi adesive. Fig. 5 universal Primer da applicare sul manufatto da cementare.
Fig. 6 estecem universal applicato in cavità.
Fig. 7 estecem universal applicato sul manufatto da cementare.
Fig. 8 Le fasi di cementazione dell’intarsio. Fig. 9 L’intarsio appena dopo la cementazione (Odt. fabrizio Loreti).
Fig. 6 estecem universal utilizzato per la cementazione.
Il Dott. Gianluca Plotino è stato uno dei primi dentisti italiani ad avere l’opportunità di provare questo nuovo cemento.
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Sof
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S/M
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Rifacimento “chair-side” di protesi incongruaCon l’utilizzo di ribasanti morbidi.
DOTT. TheODOrOS TaSOPOuLOSLibero professionista in atene
Sofreliner Tough S (Soft)/M (Medium) di Tokuyama è indicato come materiale per la ribasatura morbida auto polimerizzante a lungo termine per protesi per applicazioni post-implantare e post-estrattiva. Può costituire un’ utile opzione di trattamento offrendo una riproduzione facile e diretta dei tessuti orali nelle basi protesiche, evitando il periodo temporaneo di edentulia che caratterizza le ribasature in laboratorio.
In questo caso, il paziente (sesso maschile, 65 anni, bruxista) si è presentato nella nostra clinica privata lamentando una protesi mascellare poco aderente e relativo dolore e fastidio. Il paziente lamentava inoltre difficoltà di fonazione, cattiva masticazione e trauma dei tessuti a contatto con la mascella.
Fig. 1 Sono stati rimossi circa 1-2 mm di resina acrilica dalla superficie della base della protesi.
Fig. 2 Le flange della protesi sono state fresate con una preparazione a spalla (90°). La protesi è stata accuratamente detersa con alcol etilico e fatta asciugare.
Fig. 3 È stato applicato uno strato sottile di primer adesivo sulla superficie da improntare e sui bordi periferici della protesi con un brush asciutto e pulito. È stato lasciato asciugare per almeno 1 minuto.
Fig. 4 La pasta Tokuyama Sofreliner Tough m/S è stata dispensata direttamente sulla superficie “adesivizzata” della protesi. il tempo di lavoro è 1,5-2 minuti, alla temperatura ambiente di 23°c (73°f).
Fig. 5 La protesi è stata posizionata intraoralmente e lasciata per almeno 5 minuti (tempo di assestamento) in occlusione. allo scopo di regolare il bordo dell’area vestibolare nella bocca del paziente, sono stati fatti eseguire movimenti delle guance e delle labbra.
Fig. 6 con un bisturi è stato rimosso il materiale in eccesso.
Fig. 7 Tramite la fresa grigia (cOarSe POinT) utilizzata con velocità di rotazione inferiore a 15.000 rPm è stato rifinito l’eccesso di Tokuyama Sofreliner Tough m/S.
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Fig. 8 Per ottenere una rifinitura più omogenea, la superficie della protesi è stata lucidata con la fresa di finitura applicando una leggera pressione non superiore a 8.000 rPm.
Fig. 9 La protesi è stata così ribasata con successo e consegnata al paziente.
* Dettaglio d’utilizzo di Sofreliner Tough S primer.
14 15clinic clinic
inTrODuziOneLa condizione di edentulia ha importanti conseguenze nella funzione masticatoria, nella fonetica e nella vita di relazione dei pazienti. La riabilitazione con la protesi totale permette il loro ripristino funzionale. È stato dimostrato in molti studi come la soddisfazione 1 del portatore di protesi totale sia principalmente legata alla sua capacità di adattamento ai manufatti protesici ed in minima parte alla loro qualità 2-3. Tuttavia il rispetto dei principi base della protesi totale è essenziale per poterne garantire un adeguato funzionamento e per ridurre i disagi più frequenti come ulcerazioni e instabilità. La corretta copertura delle aree di supporto ed il loro adattamento ai tessuti sono elementi di provata importanza per garantire
stabilità e ritenzione dei corpi protesici durante la funzione. Il posizionamento di impianti osteointegrati, soprattutto nella mandibola, ha notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti edentuli 4. Tuttavia l’utilizzo della protesi totale rimane un passaggio obbligatorio durante i periodi di guarigione dopo le estrazioni o nel periodo di osteointegrazione degli impianti. Inoltre è sempre mediante i principi base della protesi totale che è possibile pianificare correttamente anche le riabilitazioni implanto-supportate 5. L’impiego di materiali ribasanti per tecniche dirette ed indirette possono essere oggi un ausilio molto efficace sia nel miglioramento dell’adattamento di protesi esistenti incongrue, sia per la gestione dei periodi di guarigione post chirurgici 6. È inoltre utile tener presente
come spesso questi materiali permettano di migliorare la soddisfazione di pazienti che si trovano nell’impossibilità di sostenere trattamenti definitivi a supporto mucoso o implantare.7
Riabilitazione del paziente edentuloCon ripristino di protesi esistenti
DOTT. aLeSSiO caSucciODT. rODOLfO cOLOGneSi
Libero professionista in montelpulciano (Si) Odt libero professionista in rovigo
L’edentulia è una condizione che influenza in modo determinante non solo la funzione masticatoria ma anche importanti aspetti della di vita di relazione dei pazienti. La riabilitazione dell’edentulo può essere affrontata oggi con diverse soluzioni protesiche, gli impianti da questo punto di vista costituiscono uno strumento molto efficace, tuttavia il percorso riabilitativo implantare è spesso articolato e richiede risorse economiche non sostenibili da tutti i pazienti. A tal proposito i condizionatori tissutali possono essere utili al clinico per poter migliorare le condizioni di adattamento alle protesi preesistenti durante i percorsi riabilitativi più lunghi o per il loro ripristino funzionale ovviando temporaneamente alla costruzione di nuove riabilitazioni. Nel case report presentato vengono descritti i passaggi clinici e di laboratorio eseguiti per il ripristino funzionale di un paziente edentulo portatore di due riabilitazioni protesiche totali incongrue.
Fig. 3 Valutazione centrica o piano occlusaleLa protesi superiore non aveva un contatto uniforme sulla mucosa e mancava di sigillo periferico; la protesi inferiore, ribasata precedentemente con un materiale morbido, lasciava scoperte importanti zone di supporto.
Fig. 4 Valutazione dell’adattamento della protesi superiore ed inferiorein prima seduta sono state registrate delle impronte preliminari panoramiche che consentiranno di estendere i bordi delle protesi.
Fig. 5 Registrazione delle impronte preliminariuna volta realizzati i modelli preliminari con gesso di terza classe è stato eseguito un tracciato andando a coprire adeguatamente le aree di supporto.
Fig. 6a Confezionamento dei modelli preliminari
Fig. 6b Esecuzione del tracciatoPer la protesi superiore si evidenziava un’insufficiente copertura del palato e delle zone necessarie al sigillo periferico, sia il frenulo anteriore che quelli laterali necessitavano invece di essere scaricati per poterne consentire la mobilità. La protesi inferiore risultava sottoestesa sia sul lato vestibolare che linguale.
Fig. 7 Valutazione estensione delle protesiutilizzando i modelli preliminari si procede all’adeguamento dei bordi con resina autopolimerizzabile a freddo al fine di coprire correttamente le aree di supporto.
Fig. 8 Allungamento protesi con resina a freddoLa lunghezza e gli spessori della protesi vengono verificati in bocca chiedendo al paziente di eseguire alcuni movimenti funzionali.
Fig. 1a foto frontale - prima. Fig. 1b foto frontale - dopo. Fig. 2 arcate edentule.
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1 Berg E. Acceptance of full dentures. Review. Int Dent J. 1993; 43 (Suppl 1):299–306
2 Mericske-Stern R: Clinical evaluation of overdenture restorations supported by osseointegrated titanium implants: A retrospective study. Int J Oral Maxillofac Implants 1990; 5:375-383
3 Langer A, Michman J, Seifert I: Factors influencing satisfaction with complete dentures in geriatric patients. J Prosthet Dent 1961;11:1019-1031
4 Heydecke G, Locker D, Awad MA, Lund JP, Feine JS. Oral and general health-related quality of life with conventional and implant dentures. Community Dent Oral Epidemiol. 2003;31(3):161-168.
5 Misch CE. Treatment options for mandibular implant overdenture: An organized approach. In: Contemporary implant dentistry, 2nd ed. St. Louis: Mosby; 1998. p. 175-92.
6 Pisani, M.X.; de Luna Malheiros-Segundo, A.; Balbino, K.L.; de Freitas Souza, R.; de Freitas Oliveira Paranhos, H.; da Silva, C.H.L. Oral health related quality of life of edentulous patients after denture relining with a silicone-based soft liner. Gerodontology 2011, 29, 474–480.
7 Kimoto, S.; Kimoto, K.; Gunji, A.; Kawai, Y.; Murakami, H.; Tanaka, K.; Syu, K.; Aoki, H.; Toyoda, M.; Kobayashi, K. Clinical effects of acrylic resilient denture liners applied to mandibular complete dentures on the alveolar ridge. J. Oral Rehabil. 2007, 34, 862–869
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caSO cLinicOUn paziente di 74 anni edentulo in entrambe le arcate si è presentato alla nostra attenzione evidenziando numerose difficoltà nella gestione delle protesi realizzate circa 8 anni prima. Al colloquio effettuato in prima visita ha lamentato la necessità di dover utilizzare le protesi con ingenti quantità di adesivo, senza per altro ottenere una soddisfacente stabilità. Il paziente ha escluso la possibilità di inserire impianti, per motivi economici e di salute generale poiché affetto da diabete ed ipertensione. Il piano di trattamento provvedeva di ripristinare le vecchie protesi in modo da ridare la funzionalità al paziente in breve tempo.Alla visita il piano occlusale risultava parallelo al piano bipupillare ed al piano di Camper, le protesi in occlusione mantenevano una posizione stabile e ripetibile in centrica, anche se erano presenti alcuni contatti anteriori.
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Fig. 9 Controllo lunghezza e adattamento delle basi in cavo oralePer eliminare contatti anteriori preesistenti ed alcune interferenze è stato effettuato un molaggio selettivo. Dopo le opportune verifiche le protesi sono state ribasate con una tecnica diretta utilizzando Tokuyama rebase ii (Tokuyama Dental corporation Tokyo Japan) al fine di migliorare l’adattamento delle basi ai tessuti. una volta applicato l’adesivo, si è miscelata la resina rispettando scrupolosamente le indicazioni del fabbricante e quest’ultima è stata posizionata all’interno delle protesi durante la fase plastica. a questo punto viene chiesto al paziente di chiudere più volte i denti in modo da centrare le basi sulle aree di supporto ed il bordo periferico è stato modellato con movimenti funzionali invitando il paziente a parlare e deglutire. infine, ad indurimento quasi completo del materiale, è stato effettuato un leggero trimming dei frenuli evidenziandone l’attività. Dopo la polimerizzazione in acqua la resina in eccesso è stata rifinita e lucidata.
Fig. 10 Procedure step by step eseguite per la ribasatura con resina rigida delle due arcate Le protesi sono state riposizionare in bocca ed è stato valutato che non fossero presenti punti di pressione o interferenze occlusali. a questo punto è stato deciso di ribasare le protesi con un materiale morbido per facilitare l’adattamento del paziente alla nuova situazione. È stato eseguito un bisello di circa 1 mm sul bordo periferico esterno. Si è poi provveduto ad applicare l’adesivo sui bordi e su tutta la superficie della base protesica per facilitare il legame tra il materiale morbido e la resina.
Fig. 11 Rifinitura degli eccessi di resina e preparazione bisello bordo periferico il materiale Sofreliner Tough® S (Soft) (Tokuyama Dental corporation Tokyo Japan) è stato quindi distribuito uniformemente all’interno della protesi.
Fig. 12 Applicazione adesivo e materiale morbido
Fig. 13 Fasi della ribasatura morbidaLe protesi, una volta ribasate e opportunamente rifinite, sono state consegnate al paziente che le ha utilizzate per alcune settimane con un buon adattamento.
Fig. 14 Consegna protesi ribasatevisto il riscontro positivo ottenuto in questa fase si è deciso di eseguire una ribasatura indiretta delle protesi per offrire una soluzione più stabile e duratura al paziente. Si rilevano due impronte utilizzando le protesi, si registrano la relazione centrica e l’arco facciale di trasferimento.
Fig. 15 Rilevazione dati per il laboratorioRibasatura indiretta: i modelli sono stati sviluppati con gesso di quarta classe e montati in articolatore e prima di rimuovere le protesi vengono posizionati sul verticolatore per mantenere l’esatta posizione del corpo protesico.
Fig. 16 Preparazione modelli e montaggio articolatoreLe protesi dopo essere state rimosse dai modelli sono state preparate per la ribasatura indiretta, ripulendo la superficie delle basi dai materiali precedentemente usati, in questo modo è stato creato lo spazio per il nuovo materiale che verrà iniettato. Quindi dopo aver riposizionato le protesi sul verticolatore si procede a sigillarle sul modello con cera in modo da mantenerne l’esatta posizione.
Fig. 17 Fasi di preparazione alla ribasatura indirettai modelli sono stati posizionati sulla muffola Trasformer (Pagnacco italia) bloccando stampo e controstampo con il silicone consigliato. Sono stati utilizzati differenti controstampi a seconda dell’ampiezza delle arcate.
Fig. 18 Posizionamento dei modelli in muffolaDopo aver rimosso la protesi inferiore dal modello, è stata ripulita dalla cera e sgrassata, quindi sono stati preparati nel controstampo i canali di entrata ed uscita per la tecnica di iniezione. il modello è stato isolato e contestualmente la superficie della base protesica è stata trattata con l’apposito adesivo, è stata chiusa la muffola ed è stato iniettato il Sofreliner Tough® m (medium) (Tokuyama Dental corporation hard Tokyo Japan).
Fig. 19a-19b Fasi di iniezione della resina per la protesi inferioreLa stessa metodica è stata usata per la protesi superiore con l’accorgimento di predisporre due ulteriori canali di sfogo poiché, data l’ampiezza della superficie, venisse consentita un’adeguata distribuzione del materiale durante l’iniezione.
Fig. 20a-20b Fasi di iniezione della resina per la protesi superioreuna volta che il silicone ha completato la fase d’indurimento le protesi sono state riposizionate in articolatore per un controllo occlusale, rifinite con il kit fornito dal fabbricante e quindi consegnate.
Fig. 21 Controllo occlusale in articolatore e rifinitura protesi
Fig. 22 Consegna
cOncLuSiOni Come è stato descritto nel caso proposto, l’utilizzo di materiali specifici per tecniche di ribasatura diretta ed indiretta sono un valido aiuto in situazioni di inadeguato supporto ed adattamento delle basi protesiche. Inoltre risultano di sicura efficacia anche nella gestione di protesi post estrazioni o dopo la chirurgia implantare. Queste metodiche possono permettere al paziente con ridotte disponibilità economiche di migliorare la funzionalità delle proprie protesi senza dover affrontare nell’immediato un nuovo percorso riabilitativo.
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Onlay soluzione indiretta chairsideTecnica di realizzazione in studio DOTT. JOrDi manauTa
Libero professionista in Sestri Levante (Ge)
Dente 46 dopo il trattamento endodontico. Per l’esecuzione di un Onlay, l’accesso alla camera pulpare è stato ricostruito e preparato con estelite asteria a3B.
È stata presa un’impronta in alginato (hydrogum 5, zhermack), facendo attenzione che la superficie dell’impronta fosse priva di bolle.
Dente 46 dopo il trattamento
endodontico. Per l’esecuzione di un
Onlay, l’accesso alla camera pulpare è
stato ricostruito e preparato con
Estelite Asteria A3B.
Figura 1
È stata presa un’impronta in alginato
(Hydrogum 5, Zhermack), facendo
attenzione che la superficie
dell’impronta fosse priva di bolle.
Figura 2
2 minuti più tardi, è stata sviluppata
l’impronta con un silicone fluido extra
duro 85/90 Shore-A (Die rapida, Bisco).
Figura 3
È stata modellata la struttura del dente
con due masse, A3B per riprodurre la
dentina e OcE per lo smalto. La tecnica
sezionale prevede la realizzazione della
cresta marginale prima, con
stratificazione anatomica verso il centro
a completamento.
Figura 4
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Tecnica di realizzazione in Studio
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endodontico. Per l’esecuzione di un
Onlay, l’accesso alla camera pulpare è
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Figura 1
È stata presa un’impronta in alginato
(Hydrogum 5, Zhermack), facendo
attenzione che la superficie
dell’impronta fosse priva di bolle.
Figura 2
2 minuti più tardi, è stata sviluppata
l’impronta con un silicone fluido extra
duro 85/90 Shore-A (Die rapida, Bisco).
Figura 3
È stata modellata la struttura del dente
con due masse, A3B per riprodurre la
dentina e OcE per lo smalto. La tecnica
sezionale prevede la realizzazione della
cresta marginale prima, con
stratificazione anatomica verso il centro
a completamento.
Figura 4
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I solchi occlusali sono stati caratterizzati
con Estelite Color Dark Brown. Il
manufatto è stato rifinito e lucidato in
situ sul modello siliconico per ottenere
un adattamento marginale ottimale e un
punto di contatto preciso dell’Onlay.
Figura 5
Per la cementazione è stato utilizzato lo
stesso composito utilizzato per la
realizzazione del manufatto protesico,
leggermente riscaldato per migliorarne
la scorrevolezza.
Figura 6
Il restauro è stato premuto in situ in
modo lento e costante fino al completo
assestamento. Gli eccessi sono stati
successivamente rimossi.
Figura 7
A cementazione terminata, il restauro si
è presentato con un’integrazione
eccellente, che verrà maggiormente
apprezzata una volta idratato il dente.
Figura 8
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È stata presa un’impronta in alginato
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attenzione che la superficie
dell’impronta fosse priva di bolle.
Figura 2
2 minuti più tardi, è stata sviluppata
l’impronta con un silicone fluido extra
duro 85/90 Shore-A (Die rapida, Bisco).
Figura 3
È stata modellata la struttura del dente
con due masse, A3B per riprodurre la
dentina e OcE per lo smalto. La tecnica
sezionale prevede la realizzazione della
cresta marginale prima, con
stratificazione anatomica verso il centro
a completamento.
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manufatto è stato rifinito e lucidato in
situ sul modello siliconico per ottenere
un adattamento marginale ottimale e un
punto di contatto preciso dell’Onlay.
Figura 5
Per la cementazione è stato utilizzato lo
stesso composito utilizzato per la
realizzazione del manufatto protesico,
leggermente riscaldato per migliorarne
la scorrevolezza.
Figura 6
Il restauro è stato premuto in situ in
modo lento e costante fino al completo
assestamento. Gli eccessi sono stati
successivamente rimossi.
Figura 7
A cementazione terminata, il restauro si
è presentato con un’integrazione
eccellente, che verrà maggiormente
apprezzata una volta idratato il dente.
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punto di contatto preciso dell’Onlay.
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Per la cementazione è stato utilizzato lo
stesso composito utilizzato per la
realizzazione del manufatto protesico,
leggermente riscaldato per migliorarne
la scorrevolezza.
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modo lento e costante fino al completo
assestamento. Gli eccessi sono stati
successivamente rimossi.
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A cementazione terminata, il restauro si
è presentato con un’integrazione
eccellente, che verrà maggiormente
apprezzata una volta idratato il dente.
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Figura 1
È stata presa un’impronta in alginato
(Hydrogum 5, Zhermack), facendo
attenzione che la superficie
dell’impronta fosse priva di bolle.
Figura 2
2 minuti più tardi, è stata sviluppata
l’impronta con un silicone fluido extra
duro 85/90 Shore-A (Die rapida, Bisco).
Figura 3
È stata modellata la struttura del dente
con due masse, A3B per riprodurre la
dentina e OcE per lo smalto. La tecnica
sezionale prevede la realizzazione della
cresta marginale prima, con
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con Estelite Color Dark Brown. Il
manufatto è stato rifinito e lucidato in
situ sul modello siliconico per ottenere
un adattamento marginale ottimale e un
punto di contatto preciso dell’Onlay.
Figura 5
Per la cementazione è stato utilizzato lo
stesso composito utilizzato per la
realizzazione del manufatto protesico,
leggermente riscaldato per migliorarne
la scorrevolezza.
Figura 6
Il restauro è stato premuto in situ in
modo lento e costante fino al completo
assestamento. Gli eccessi sono stati
successivamente rimossi.
Figura 7
A cementazione terminata, il restauro si
è presentato con un’integrazione
eccellente, che verrà maggiormente
apprezzata una volta idratato il dente.
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È stata presa un’impronta in alginato (hydrogum 5, zhermack), facendo attenzione che la superficie dell’impronta fosse priva di bolle.
È stata modellata la struttura del dente con due masse, a3B per riprodurre la dentina e Oce per lo smalto. La tecnica sezionale prevede la realizzazione della cresta marginale prima, con stratificazione anatomica verso il centro a completamento.
Dopo il risciacquo del gel mordenzante abbiamo asciugato bene la zona e si è proceduto a ibridizzare la stessa utilizzando un adesivo Self-etching (Tokuyama Bond-force).
Dopo aver eseguito le fasi adesive e dopo aver polimerizzato per 1 minuto l’adesivo, potremo procedere alla stratificazione. Dovremo ricostruire prima la parte apicale del diastema, in questo caso la modellazione a “mano libera” è la soluzione, ed è facile eseguirla in considerazione del fatto che avremo un campo visivo ampio grazie al diastema. in questo caso abbiamo utilizzato asteria a3B.
Dopo aver ricostruito l’area apicale del diastema, ci proietteremo su quale sarà il contorno finale. in questo modo potremo fare una “curva” immaginaria che dovrebbe arrivare al punto di contatto certo.
i solchi occlusali sono stati caratterizzati con estelite color Dark Brown. il manufatto è stato rifinito e lucidato in situ sul modello siliconico per ottenere un adattamento marginale ottimale e un punto di contatto preciso dell’Onlay.
Per la cementazione è stato utilizzato lo stesso composito utilizzato per la realizzazione del manufatto protesico, leggermente riscaldato per migliorarne la scorrevolezza.
il restauro è stato premuto in situ in modo lento e costante fino al completo assestamento. Gli eccessi sono stati successivamente rimossi.
a cementazione terminata, il restauro si è presentato con un’integrazione eccellente, che verrà maggiormente apprezzata una volta idratato il dente.
restauro ultimato.
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Chiusura di diastema
Effetto con maggiore traslucenza DOTT. JOrDi manauTaLibero professionista in Sestri Levante (Ge)
nella situazione iniziale possiamo apprezzare un diastema di 3 mm e l’usura del margine incisale su entrambi gli incisivi centrali. Subito dopo la valutazione del colore, la diga di gomma è posizionata al fine di ottenere un campo operatorio asciutto e pulito.
una mordenzatura acida selettiva dello smalto (Selective etching Technique) è stata eseguita per 15 secondi e risciacquata immediatamente.
Questo caso clinico vuole evidenziare alcuni “trucchi e suggerimenti” al fine di realizzare la chiusura di un ampio diastema con soluzione alla portata di tutti, trattando al tempo stesso delle lesioni cervicali e l’usura sul margine incisale. Il principale vantaggio di questa tecnica risiede nell’uso razionale di una “tecnica a singola tonalità”, concentrandosi maggiormente nella fase di build-up, nella modellazione di ogni singolo incremento piuttosto che focalizzare l’attenzione sul colore ottenuto sull’area del margine, che con l’uso di un materiale come Asteria nelle tonalità “body” è, il più delle volte, poco appariscente.
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La situazione iniziale evidenzia il diastema, l’usura incisale e la sostanza cervicale perduta.
L’immagine finale evidenzia la chiusura del diastema, il restauro del bordo incisale e della zona cervicale, il tutto eseguito utilizzando una singola massa in più incrementi e tempi differenti. Questa dimostra come una tecnica di stratificazione con una “massa singola”, quando razionalmente pianificata e con l’ausilio di materiali di alta qualità, possa essere fattibile, realizzabile e predicibile.
Delle matrici sezionali per i settori posteriori sono state posizionate verticalmente, e sono state contemporaneamente bloccate con un cuneo. Questo tipo di soluzione permette di appoggiarsi al build up precedente e provvede ad ottenere un’ottima forma in ogni dimensione, grazie alla “curvatura/bombatura” delle matrici che imita quella del dente naturale.
Dopo aver posizionato l’uncino ed avere compiutamente osservato sia i difetti della modellazione che dell’intera area cervicale, utilizzeremo una fresa diamantata a granulometria grossa a bassa velocità e correggeremo gli eccessi di composito così come rimuoveremo lo smalto colorato difettoso.
La perdita di struttura smaltea a causa dei precedent difetti è adesso selettivamente ricostruita con la stessa tonalità di composito.
Dopo la chiusura della porzione mesiale del 1.1, con una pinzetta chirurgica rimuoveremo la matrice e procederemo a ripristinare l’altra porzione mesiale del 2.1 del nostro diastema. Dopo la polimerizzazione rimuoveremo la seconda matrice.
Dopo questa correzione, mordenzeremo in maniera selettiva le pareti smaltee al fine di ripetere gli step di adesione. Si noti come le aree di dentina non sono mordenzate in considerazione del fatto che stiamo utilizzando un sistema adesivo self-etching.
una volta che il difetto mesiale è stato corretto e che la regione cervicale è stata restaurata, potremo concentrarci sul bordo incisale dove il principale “trucco” starà sempre nella ricostruzione con una singola massa. Se stiamo progettando di utilizzare per non più di 1 mm la tinta body, che è molto differente in opacità paragonata con lo smalto naturale presente nella zona incisale, creeremo l’effetto di un alone opaco incisale, rendendo il dente con un effetto naturale. Se invece stiamo progettando di ricostruire più di 1 mm, le scelte di colore, il materiale da restauro e la preparazione saranno differenti.
È importante prestare attenzione ai sovracontorni nelle parti apicali del diastema che, inevitabilmente, potremo avere in ricostruzioni così estese. abbiamo sempre sottolineato il fatto che più volte una riduzione supplementare è necessaria per rifinire queste zone delicate così come per i difetti cervicali. a tale scopo utilizzeremo un uncino 212. così scopriremo i difetti che ci aspettavamo potessero emergere, come il sovracontorno mesiale, e potremo ora iniziare a trattare le lesioni cervicali.
Possiamo apprezzare la forma subito dopo la rimozione della diga di gomma, dove possiamo notare una buonissima integrazione nell’area del diastema ed una corretta integrazione nell’area incisale. e’ obbligatorio non fare alcuna correzione o considerazione in merito al colore subito dopo il restauro. Dobbiamo attendere per la completa reidratazione del dente e la guarigione dei tessuti molli. nell’immagine di controllo possiamo vedere come l’integrazione nell’area del diastema è corretta e nel bordo incisale l’integrazione è migliorata e l’effetto alone è ora più evidente. Sebbene alcune correzioni nella forma potrebbero migliorare il “micro” aspetto del restauro al momento non sono necessarie, in un prossimo futuro potremo facilmente intervenire aggiungendo o sottraendo materiale o anche entrambe le cose.
Subito dopo l’applicazione dell’adesivo, siamo in grado di continuare con la stratificazione, in questa imagine possiamo apprezzare come il sovracontorno mesiale è compensato aggiungendo del composito per ricostruire il corretto profilo d’emergenza ed evitando di avere un difetto nella porzione mesiale. il sovracontorno dell’elemento 1.1 sarà trattato esattamente con la stessa operatività, una volta completato l’elemento in esame potremo posizionare l’uncino nell’altra zona.
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Chiusura di diastema Effetto con minor traslucenza DOTT. STefanO Serra
Libero professionista in Sassari
L’analisi degli elementi dentari ha evidenziato una minor traslucenza ed una maggiore cromaticità degli stessi, per questo è stato necessario bilanciare le tonalità in fase di ricostruzione e chiusura del diastema; pertanto utilizzando più tinta Body e minor quantità di tinta enamel.
nella chiave in silicone (mascherina) è evidente la quantità di composito necessario per finalizzare la ricostruzione estetica degli elementi.
Si apprezzino la completa armonia ed il risultato estetico ottenuti. Prima e dopo il restauro.
risultato al termine del restauro. L’integrazione estetica prima e dopo il restauro.
caSO cLinicOUna giovane paziente di 10 anni si è presentata alla mia osservazione con la frattura dei 2 incisivi centrali dovuta ad un trauma. Il restauro è stato effettuato in una seduta con l’ausilio di una mascherina in silicone, utilizzando il nuovo composito Estelite Asteria nella massa body A2B, e la massa smalto WE per l’aggiunta di qualche sfumatura bianca. È possibile valutare il valore e la buona corrispondenza cromatica attraverso la foto polarizzata.
caSO cLinicOLa paziente si era presentata alla mia osservazione con un diastema molto marcato e con la richiesta di migliorare il suo aspetto estetico e l’armonia del volto, si è così deciso di eseguire la chiusura del diastema utilizzando la tecnica diretta.
Ripristino e restauro di frattura
su denti anterioriDOTT. enGin TaviLOğLuLibero professionista in istanbul
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Ho avuto l’opportunità di essere il primo dentista in Turchia a poter testare “con mano” il nuovo composito di Tokuyama, Asteria e sono stato
piacevolmente sorpreso nello scoprire le interessanti caratteristiche che ha. Le mie prime impressioni sono state che è un materiale molto facile da utilizzare nelle procedure di stratificazione, ha una semplice e comprensibile gamma colori ed è facile da modellare. Inoltre, questo composito ha un’eccellente corrispondenza cromatica finale, ed elevate performance di brillantezza e lucentezza, e questo è importante per ottenere un ottimo risultato estetico nella nostra pratica clinica quotidiana. Dott. Engin Taviloğlu
E n g i n T a v i l o ğ l u e-kompozit
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Caso clinicoriabilitato con AsteriaGiovane paziente con lesione cariosa profonda a carico dell’elemento 1.6
DOTT. maurO BeLLuz Libero professionista in milano
EE
Bon
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isolamento del campo operativo.
applicazione di ee Bond (Tokuyama Dental).
il restauro completato alla rimozione della diga e dopo il controllo occlusale.
La cavità d’accesso al termine della terapia endodontica.
Stratificazione dentinale della masse di dentina a3B (estelite asteria) con modellazione anticipata delle cuspidi e caratterizzazione dei solchi con estelite color Dark Brown.
il quadrante con i restauri completati a carico di 17-16 e 15.
mordenzatura selettiva dello smalto con Tokuy-ama etching Gel hv.
il restauro completato dopo la stratificazione di smalto Oce (estelite asteria).
Ho iniziato da poco il mio training clinico con Asteria, ma sin dal primo caso effettuato con questo materiale composito ho potuto
apprezzare il suo handling eccellente anche in caso di ricostruzioni complesse, l’estrema semplicità nella valutazione del colore da utilizzare grazie alla possibilità della personalizzazione della scala colori con la Custom Shade Guide e la corrispondenza tra quanto ottenuto con i campioni colore ed il risultato finale del restauro, nonché la ridotta necessità di stratificazione per ottenere risultati eccellenti in ogni situazione clinica. Dott. Mauro Belluz
caSO cLinicOIl caso clinico presentato è quello di un giovane paziente con lesione cariosa profonda a carico dell’elemento 1.6. L’elemento risulta leggermente dolente agli stimoli termici. La rimozione della lesione cariosa porta alla esposizione del cornetto pulpare ed alla successiva necessità di trattamento endodontico dell’elemento.
Primafoto iniziale della zona interessata.
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Faccette dirette da 13 a 23Con Estelite Σ Quick DOTT. carSTen STOckLeBen
Libero professionista in hannover
I moderni compositi dentali sono materiali ad elevate prestazioni con una vasta gamma di applicazioni cliniche. Dopo oltre 50 anni questi materiali hanno raggiunto un livello sorprendente di qualità, ma c’è ancora spazio di miglioramento, poiché le esigenze sono in continua evoluzione. Le esigenze richieste ad un buon composito per le aree principali sono le seguenti:
Estetica Buona corrispondenza cromatica, uniformità e brillantezza della superficie di lunga durata.
DurabilitàResistenza all’abrasione senza danni al dente antagonista, bassa contrazione.
Lavorabilità Semplicità e praticità nelle proprietà di handling del materiale.
Da non dimenticareOggigiorno si richiede una soluzione che faccia risparmiare tempo, possibilmente senza ridurre la qualità. Tokuyama, una riconosciuta società giapponese nel campo dentale, ha ulteriormente migliorato il suo composito Estelite Σ. Come indica l’aggiunta di “QUICK” nel nome Estelite Σ Quick, il tempo di polimerizzazione è stato notevolmente ridotto grazie ad un’interessante modifica del fotoiniziatore, mentre il tempo di lavoro è stato esteso del 40%. Con i compositi tradizionali la fotopolimerizzazione viene avviata dal camforchinone (CQ) e dall’ammina, processo in cui il CQ viene consumato. Più CQ è disponibile, più breve è il tempo di fotopolimerizzazione. Lo svantaggio più rilevante di un’elevata percentuale di CQ nel composito è che anche la polimerizzazione avviene molto velocemente alla luce ambientale, riducendo così il tempo di lavoro. Con il sistema CQ/ammina è sempre necessario trovare un compromesso tra il tempo di polimerizzazione e quello di lavoro.Il problema è stato risolto sviluppando l’iniziatore RAP (Radical Amplified Photo-polymerisation) in sostituzione dell’ammina. Con questo sistema la polimerizzazione può essere avviata con un piccolo quantitativo di CQ perché il CQ, attivato dalla luce, viene rigenerato e la reazione fotochimica viene intensificata dagli iniziatori RAP. Dal punto di vista pratico questo sviluppo permette di estendere il tempo di lavoro per il dentista e allo stesso tempo ridurre il tempo di polimerizzazione. Invece di 55 secondi, con luce ambiente di 10.000 lux, per l’applicazione sono disponibili almeno 90 secondi. Questa finestra di tempo ulteriore è molto utile se devono essere effettuate diverse otturazioni in parallelo o se è necessario effettuare una modellazione estetica complessa. Inoltre il materiale può essere polimerizzato con una lampada alogena potente in 10 secondi invece che 30 secondi come in precedenza, con un risparmio di tempo prezioso in caso di tecniche di stratificazione complesse e maggiore comfort del paziente, non dovendo quest’ultimo tenere aperta la bocca per così tanto tempo. La differenza veramente significativa tra Estelite Σ Quick ed altri compositi è costituita dalla dimensione e forma dei filler. Invece di “frantumare” un blocco grezzo, come avviene di solito, ed ottenere così riempitivi di varie dimensioni, generalmente di forma non omogenea, Tokuyama adotta un approccio tecnico completamente diverso ottenendo così proprietà eccezionali dei materiali. Usando il metodo SOL-GEL, vengono sviluppate in soluzione particelle sferiche di 0,2μm SiO2-ZrO2 (silicio e zirconia). Questo permette di ottenere un riempitivo di dimensione e forma omogenee, con un contenuto di filler dell’82% in peso. Grazie all’omogeneità del riempitivo Estelite Σ Quick vanta ora eccellenti proprietà estetiche e fisiche:
Effetto camaleonteL’elevata diffusione e trasmissione della luce incidente permette la corrispondenza cromatica. Il materiale è eccezionale grazie alla sua corrispondenza cromatica estremamente elevata con il tessuto dentale da trattare, tanto che in molti casi non è necessario effettuare dei biselli sul margine per i restauri anteriori.
Riflesso della superficie e brillantezza di lunga durataLa superficie lucidata e molto liscia di Estelite Σ Quick riflette i raggi di luce incidente in modo molto simile allo smalto naturale, secondo il principio fisico “l’angolo di incidenza è uguale all’angolo di riflessione”. Anche dopo un lungo periodo di tempo questa brillantezza rimane invariata perché, anche dopo la perdita parziale delle particelle di riempitivo minuscole ed uniformemente distribuite, permane una superficie liscia. I riempitivi asferici di dimensioni diverse invece, spargono la luce diffusamente rendendo più difficile ottenere una superficie naturale. Dopo un lungo periodo di utilizzo la brillantezza scompare perché la perdita di tali riempitivi di dimensioni e forme non omogenee aumenta l’asperità della superficie e di conseguenza la luce incidente viene riflessa in modo ancora più diffuso.
Resistenza all’abrasioneUn materiale riempitivo ideale dovrebbe innanzitutto subire una bassa abrasione durante l’uso e inoltre causare meno danni possibili all’antagonista. Estelite Σ Quick è in grado di conseguire questo equilibrio grazie alla superficie liscia e all’uniformità dei suoi riempitivi Supra Nano Sferici. Questo prodotto è estremamente resistente all’usura e causa un’abrasione limitata all’antagonista.
Bassa contrazioneL’elevata percentuale di riempitivi omogenei permette una bassa contrazione lineare di solo il 1,3%. Il rischio di fratture dello smalto/dentina o di fratture coesive che causano discromia marginale ed ipersensibilità postoperatoria viene quindi ridotto.
Lavorabilità e range di applicazione Estelite Σ Quick è caratterizzato da estrema facilità di lavorabilità e buona stabilità. Inoltre si presta ottimamente alla modellazione. Ciò rende possibile effettuare agevolmente ricostruzioni estetiche anteriori e ottenere contour anatomici di una certa complessità nei settori posteriori. Grazie alla sua gamma cromatica e ai diversi gradi di opacità non è solo un eccellente materiale per i restauri estetici più complessi con diverse masse, ma è anche ideale per i restauri semplici monomassa delle classi da I a V.
Uso clinico Il passo più importante per ottenere un restauro estetico di successo è senza dubbio la determinazione del “colore giusto”. A questo segue l’analisi della distribuzione del colore, gli effetti ottici e l’anatomia del dente, senza dimenticare il suo ambiente naturale. “Se il colore non è quello giusto”, non importa quanto siano perfetti la stratificazione del colore e la modellazione, perché il restauro sarà sempre evidente, anche ad un occhio inesperto.
Estelite Σ Quick soddisfa molti di questi requisiti grazie alle sue eccezionali proprietà già descritte. Sono necessari però degli accorgimenti per compensare le discrepanze tra tessuto dentale e composito. In generale, è consigliabile “riprodurre” la struttura anatomica esistente della massa dentinale e lo strato esterno sottile dello smalto. I colori OA sono ideali per la massa dentinale perché sono abbastanza traslucenti per fornire un buon effetto camaleontico, ma allo stesso tempo sono abbastanza opalescenti da imitare il nucleo più scuro e nascondere una lieve discromia. Lo spessore della massa dentinale diminuisce costantemente dal margine cervicale al bordo incisale. Ciò dovrebbe essere subito preso in considerazione durante il processo di stratificazione, di modellazione tridimensionale e di caratterizzazione della superficie dentinale. La successiva applicazione dello smalto, ossia i colori molto traslucidi A, B e C di Estelite Σ Quick, può quindi essere usata per conseguire effetti molto belli di profondità e tonalità. Nell’area del bordo incisale il colore completamente traslucente CE (Clear Enamel) può conferire effetti di trasparenza molto belli. Per ottenere un buon risultato, è importante rimanere nella corretta stratificazione anatomica fin dall’inizio. Può capitare facilmente di eccedere con il “sovracontorno”, quindi una volta finita la procedura il materiale deve essere rimosso con strumenti rotanti per conferire un buon contorno al restauro o alla faccetta diretta. In alcune circostanze potrebbe andare distrutto tutto il sistema di tonalità perdendo così l‘effetto estetico. Ciò è spesso causato da una massa dentinale eccessivamente voluminosa avente lo scopo di contrapporsi agli effetti di traslucenza della parte più scura del cavo orale, causando l’effetto di “restauri grigi”. In tali casi può essere utile utilizzare un accorgimento: invece di stratificare la superficie palatale della ricostruzione nella tonalità di smalto traslucido A, usare la tonalità OPA2, che ha un livello elevato di opacità. In questo modo si blocca l’oscurità del cavo orale. OPA2 è inoltre abbastanza intenso da coprire lo scolorimento, relativamente brutto, del substrato dentale caratteristico per esempio dei denti devitalizzati. OPA2 non è però abbastanza opaco da coprire il metallo. In tali casi è necessario intensificare con cautela l’opacità con colori più coprenti.
caSO cLinicOUna paziente di 47 anni voleva migliorare il proprio sorriso. Era già stata trattata con chirurgia orale e terapia ortodontica alla fine degli anni novanta; gli elementi 12, 11 e 22 erano già stati otturati con composito e l’elemento devitalizzato 21, a cui era già stata applicata un corona, nel 2001 è stato finalizzato con una corona “metal-free”. In una prima visita era stata condotta un’analisi estetica e si erano analizzati i parametri di trattamento. È apparso chiaro che la paziente preferiva una terapia non invasiva. I restauri esistenti,
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tra cui la corona sul 21, dovevano rimanere e la simmetria lungo la linea gengivale non le dava fastidio data la lunghezza del labbro superiore. l denti dovevano diventare più brillanti ed armoniosi, leggermente più lunghi ed avere una migliore guida dentale. Con queste informazioni è stato effettuato un wax-up in laboratorio e nell’appuntamento successivo è stato posizionato nella bocca della paziente il mock-up, sul quale si basava. La paziente ha gradito il risultato, e si è parlato di alcune lievi modifiche in relazione alla fase di implementazione finale. In alternativa alla modellazione con tecnica diretta, si è parlato nuovamente di faccette indirette sottilissime e di una nuova corona, ma è stato deciso di continuare con l’approccio non invasivo. Sul wax-up è stata creata una mascherina palatale in silicone come guida per rendere la modellazione più semplice.
PrOceDura• Detersione delle superfici dentali • abrasione e riduzione dei restauri in composito esistenti e corona 21• modellazione di prova dei colori e stratificazione del colore in punti di interesse strategico, polimerizzando il materiale.
Le tonalità scelte erano OPa2, Oa2, a2, a1, ce e We• rimozione del wax-up di prova e ulteriore detersione delle superfici dentali • Procedura convenzionale della tecnica di adesione per smalto/dentina e ceramica• modellazione delle parti palatali dei bordi incisali con l’aiuto della mascherina in silicone usando la tonalità Oa2• copertura della porzione grigia sull’elemento 21 e parti profonde in composito con OPa2• modellazione dei nuclei dentinali in Oa2• modellazione dalle zone cervicali, affusolate verso il centro, in a2• modellazione delle porzioni smaltee centrali ed incisali in a1• modellazione delle aree incisali e prossimali adiacenti con ce e We• Levigatura accurata con frese di finitura in acciaio • Lucidatura con dischi di lucidatura e gommini in silicone
cOncLuSiOniEstelite Σ Quick è un sistema di composito versatile con eccezionali proprietà, sia per le ricostruzioni estetiche difficili che per i restaurii semplici delle classi I-V. Tra le caratteristiche più rilevanti possiamo annoverare l’eccellente effetto camaleontico, la brillantezza di lunga durata, un tempo di lavoro esteso e un tempo ridotto di polimerizzazione. In poche parole: è un piacere usare Estelite Σ Quick!
Fig. 1 Situazione iniziale di una ricostruzione estetica anteriore con estelite Σ Quick.Fig. 2 Situazione iniziale dopo chirurgia orale/terapia ortodontica combinate. Le ricostruzioni in composito esistenti sono in situ da 9 anni. Per la paziente l’asimmetria nell’area gengivale non costituisce un problema, data la lunghezza del labbro superiore, e quindi non è da correggere. L’elemento 21 è devitalizzato, molto discromico e presenta una corona “metal-free”. Dopo un approfondito colloquio, la richiesta esplicita della paziente è stata quella di modificare l’aspetto dei denti anteriori in modo meno invasivo possibile. Le ricostruzioni esistenti dovevano rimanere intatte.Fig. 3 Primo piano della situazione iniziale.
Fig. 1 caso iniziale: giovane paziente con presenza di vecchie sigillature incongrue con margini frastagliati, pigmentati ed infiltrati a carico degli elementi 35 36 37.
Fig. 2 isolamento e preparazione: dopo aver isolato gli elementi da trattare si procede alla rimozione delle vecchie sigillature ed alla preparazione cavitaria. nonostante l’approccio alla preparazione sia ispirato ai principi di odontoiatria minimamente invasiva, utilizzando la fresa diamantata (801 006 100mn) piu’ piccola che il mercato ci mette a disposizione il costo biologico pagato dal paziente in questo tipo di revisioni rimane molto alto, sopratutto tenendo in considerazione il fatto che si sta revisionando una terapia preventodontica eseguita in maniera incongrua.
Fig. 4 al termine della stratificazione, i restauri vengono lucidati tramite gommini siliconici a coppa ed a minipunta e brillantati tramite l’utilizzo a secco di uno spazzolino a setole sintetiche da profilassi. avere a disposizione un composito come l’estelite Σ Quick, dalle eccellenti doti di lucidabilità e brillantezza, ci da l’opportunita’ di ridurre drasticamente i tempi operativi da dedicare a questa importante fase del restauro adesivo diretto.
Fig. 5 alla rimozione della diga si può iniziare a percepire l’ottimo mimetismo del composito e l’aspetto naturale dei restauri eseguiti in una tempistica clinica reale e sostenibile.
Fig. 3 Si decide di eseguire restauri adesivi diretti. il restauro viene eseguito utilizzando una tecnica di stratificazione ultra semplificata chiamata monolaminar-technique (Politano/Bazos in pubblicazione). Le preparazioni rimangono nel 95% della superficie trattata nello spessore dello smalto. La dentina naturale sottostante è capace di trasmettere cromaticità al restauro, a patto di utilizzare una massa a media traslucenza come Tokuyama estelite Σ Quick nel colore a2 capace di emulare il comportamento ottico dello smalto rimosso durante la preparazione cavitaria e di mediare la trasmissione del croma proveniente dalle dentine. Si decide di eseguire il restauro utilizzando solo la massa a2 ed un supercolore brown.
Fig. 4 risultato finale con faccette dirette sugli elementi da 13 a 23. Fig. 5 condizione subito dopo aver completato 6 faccette con estelite Σ Quick. Fig. 6 Primo piano della situazione finale.
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Revisione di sigillature
preventive incongrue
Con restauri adesivi diretti
DOTT. GianfrancO POLiTanOLibero professionista in roma
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Guarigione a 1 settimana dalla
plastica gengivale.
Figura 5
Montaggio della diga di
gomma e particolare della
forma degli elementi 11 e 12
prima dell'intervento di
coronoplastica.
Figura 6
Mordenzatura con acido
ortofosforico al 39%
(Tokuyama Etching Gel HV) e
protezione degli elementi 21 e
13 con matrici trasparenti.
Figura 7
Fase della coronoplastica
addittiva sull'elemento 12.
Figura 8
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Guarigione a 1 settimana dalla
plastica gengivale.
Figura 5
Montaggio della diga di
gomma e particolare della
forma degli elementi 11 e 12
prima dell'intervento di
coronoplastica.
Figura 6
Mordenzatura con acido
ortofosforico al 39%
(Tokuyama Etching Gel HV) e
protezione degli elementi 21 e
13 con matrici trasparenti.
Figura 7
Fase della coronoplastica
addittiva sull'elemento 12.
Figura 8
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Paziente femmina di 53 anni:
OPT all’inizio della
terapia(endo-orto-implanto-
protesica).
Figura 1
Fase ortodontica di
riallineamento del gruppo
frontale superiore.
Figura 2
Plastica gengivale per
condizionare la forma
dell’emergenza dell’elemento
22 provvisorio.
Figura 3
Elemento 22 provvisorio
ribasato e inserito nel
sezionale.
Figura 4
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Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
Coronoplasticaadditiva e Maryland metal-free DOTT. LOrenzO Graiff
Libero professionista in Padova
“Le caratteristiche camaleontiche di Estelite Asteria hanno permesso di ottenere un
ottimo mimetismo della plastica additiva dei due incisivi; l'ottimale passaggio cromatico
è stato raggiunto infatti con l'impiego prevalente di un'unica massa body.
L'utilizzo poi di piccole quantità di massa smalto hanno consentito di rendere più
naturale ed estetico il margine incisale ricostruito degli elementi 11 e 12.
Anche per la cementazione del ponte Maryland in E-max è stata impiegata una massa
smalto (Estelite Asteria NE): il nuovo composito Tokuyama presenta infatti anche
un'ottimale consistenza per essere impiegato nella cementazione adesiva di restauri
indiretti in composito o ceramica senza la necessità di essere preriscaldato.”
Dr. Lorenzo Graiff
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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“Le caratteristiche camaleontiche di Estelite Asteria hanno permesso di ottenere un
ottimo mimetismo della plastica additiva dei due incisivi; l'ottimale passaggio cromatico
è stato raggiunto infatti con l'impiego prevalente di un'unica massa body.
L'utilizzo poi di piccole quantità di massa smalto hanno consentito di rendere più
naturale ed estetico il margine incisale ricostruito degli elementi 11 e 12.
Anche per la cementazione del ponte Maryland in E-max è stata impiegata una massa
smalto (Estelite Asteria NE): il nuovo composito Tokuyama presenta infatti anche
un'ottimale consistenza per essere impiegato nella cementazione adesiva di restauri
indiretti in composito o ceramica senza la necessità di essere preriscaldato.”
Dr. Lorenzo Graiff
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Before
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Paziente femmina di 53 anni:
OPT all’inizio della
terapia(endo-orto-implanto-
protesica).
Figura 1
Fase ortodontica di
riallineamento del gruppo
frontale superiore.
Figura 2
Plastica gengivale per
condizionare la forma
dell’emergenza dell’elemento
22 provvisorio.
Figura 3
Elemento 22 provvisorio
ribasato e inserito nel
sezionale.
Figura 4
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Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
Coronoplastica additiva
terminata ( sono state
utilizzate due masse Estelite
Asteria, A2B e YE).
Figura 9
Visione palatale durante la
fase di cementazione del
ponte Maryland in e.max-CAD.
Figura 10
Visione vestibolare del ponte
Maryland appena cementato.
Figura 11
La visione frontale del caso
ultimato: coronoplastica
addittiva di 11 e 12 (Estelite
Asteria A2B e YE) e ponte
Maryland in e.max-CAD,
eseguito da Odt. Alfredo
Rizzati Portomaggiore (FE)
Figura 12
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Coronoplastica additiva
terminata ( sono state
utilizzate due masse Estelite
Asteria, A2B e YE).
Figura 9
Visione palatale durante la
fase di cementazione del
ponte Maryland in e.max-CAD.
Figura 10
Visione vestibolare del ponte
Maryland appena cementato.
Figura 11
La visione frontale del caso
ultimato: coronoplastica
addittiva di 11 e 12 (Estelite
Asteria A2B e YE) e ponte
Maryland in e.max-CAD,
eseguito da Odt. Alfredo
Rizzati Portomaggiore (FE)
Figura 12
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Coronoplastica additiva
terminata ( sono state
utilizzate due masse Estelite
Asteria, A2B e YE).
Figura 9
Visione palatale durante la
fase di cementazione del
ponte Maryland in e.max-CAD.
Figura 10
Visione vestibolare del ponte
Maryland appena cementato.
Figura 11
La visione frontale del caso
ultimato: coronoplastica
addittiva di 11 e 12 (Estelite
Asteria A2B e YE) e ponte
Maryland in e.max-CAD,
eseguito da Odt. Alfredo
Rizzati Portomaggiore (FE)
Figura 12
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Paziente femmina di 53 anni:
OPT all’inizio della
terapia(endo-orto-implanto-
protesica).
Figura 1
Fase ortodontica di
riallineamento del gruppo
frontale superiore.
Figura 2
Plastica gengivale per
condizionare la forma
dell’emergenza dell’elemento
22 provvisorio.
Figura 3
Elemento 22 provvisorio
ribasato e inserito nel
sezionale.
Figura 4
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Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
Paziente femmina di 53 anni:
OPT all’inizio della
terapia(endo-orto-implanto-
protesica).
Figura 1
Fase ortodontica di
riallineamento del gruppo
frontale superiore.
Figura 2
Plastica gengivale per
condizionare la forma
dell’emergenza dell’elemento
22 provvisorio.
Figura 3
Elemento 22 provvisorio
ribasato e inserito nel
sezionale.
Figura 4
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Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
Paziente femmina di 53 anni: OPT all’inizio della terapia (endo-orto-implantoprotesica).
visione palatale durante la fase di cementazione del ponte maryland in e.max-caD.
fase ortodontica di riallineamento del gruppofrontale superiore.
visione vestibolare del ponte maryland appena cementato.
Plastica gengivale per condizionare la forma dell’emergenza dell’elemento 22 provvisorio.
elemento 22 provvisorio ribasato e inserito nel sezionale.
Guarigione a 1 settimana dalla plastica gengivale.
montaggio della diga di gomma e particolare della forma degli elementi 11 e 12 prima dell’intervento di coronoplastica.
Coronoplastica additiva
terminata ( sono state
utilizzate due masse Estelite
Asteria, A2B e YE).
Figura 9
Visione palatale durante la
fase di cementazione del
ponte Maryland in e.max-CAD.
Figura 10
Visione vestibolare del ponte
Maryland appena cementato.
Figura 11
La visione frontale del caso
ultimato: coronoplastica
addittiva di 11 e 12 (Estelite
Asteria A2B e YE) e ponte
Maryland in e.max-CAD,
eseguito da Odt. Alfredo
Rizzati Portomaggiore (FE)
Figura 12
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Guarigione a 1 settimana dalla
plastica gengivale.
Figura 5
Montaggio della diga di
gomma e particolare della
forma degli elementi 11 e 12
prima dell'intervento di
coronoplastica.
Figura 6
Mordenzatura con acido
ortofosforico al 39%
(Tokuyama Etching Gel HV) e
protezione degli elementi 21 e
13 con matrici trasparenti.
Figura 7
Fase della coronoplastica
addittiva sull'elemento 12.
Figura 8
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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Guarigione a 1 settimana dalla
plastica gengivale.
Figura 5
Montaggio della diga di
gomma e particolare della
forma degli elementi 11 e 12
prima dell'intervento di
coronoplastica.
Figura 6
Mordenzatura con acido
ortofosforico al 39%
(Tokuyama Etching Gel HV) e
protezione degli elementi 21 e
13 con matrici trasparenti.
Figura 7
Fase della coronoplastica
addittiva sull'elemento 12.
Figura 8
Dr. Lorenzo Graiff . [email protected] .
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8mordenzatura con acido ortofosforico al 39% (Tokuyama etching Gel hv) e protezione degli elementi 21 e 13 con matrici trasparenti.
fase della coronoplastica addittiva sull’elemento 12.
coronoplastica additiva terminata (sono state utilizzate due masse estelite asteria, a2B e Ye).
La visione frontale del caso ultimato: coronoplastica additiva di 11 e 12 (estelite asteria a2B e Ye) e ponte maryland in e.max-caD, eseguito da Odt. alfredo rizzati Portomaggiore (fe).
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Le caratteristiche camaleontiche di Estelite Asteria hanno permesso di ottenere un ottimo mimetismo della plastica additiva dei due incisivi;
l’ottimale passaggio cromatico è stato raggiunto infatti con l’impiego prevalente di un’unica massa body. L’utilizzo poi di piccole quantità di massa smalto hanno consentito di rendere più naturale ed estetico il margine incisale ricostruito degli elementi 11 e 12. Anche per la cementazione del ponte Maryland in E-max è stata impiegata una massa smalto (Estelite Asteria NE): il nuovo composito Tokuyama presenta infatti anche un’ottimale consistenza per essere impiegato nella cementazione adesiva di restauri indiretti in composito o ceramica senza la necessità di essere preriscaldato. Dott. Lorenzo Graiff
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32 33clinic clinic
Riabilitazione estetico-morfologica Dell’arcata superiore DOTT. DOmenicO LafOrnara
Libero professionista in martina franca (Ta)
Dopo aver valutato insieme al paziente le possibilità terapeutiche, e facendo seguito alla sua richiesta, ho optato per un ripristino estetico
e morfologico dell’arcata interessata utilizzando la tecnica diretta, al fine di preservare e conservare il più possibile la sostanza dentale naturale. Dott. Domenico Lafornara
L’uso imprescindibile della diga di gomma per la fase adesiva e prima della pulizia con pomice.
Si procede alla mordenzatura acida dello smalto presente.
Stratificazione delle masse di estelite asteria.
Prima del trattamento.
Dopo il restauro si possono apprezzare un’eccellente integrazione cromatica ed una buona tessitura.
Si procede alla selezione della forma e colore. condivisione con il paziente.
Situazione iniziale
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Restauro direttodi II classe con Estelite Asteria DOTT. anDrea faBianeLLi
Libero professionista in cortona (ar)
caSO cLinicOUna giovane paziente si presenta alla nostra osservazione per un check up di routine. All’esame clinico e con transilluminazione vengono rilevate aree discromiche distali agli elementi 14 e 15. Il successivo accertamento radiologico evidenzia due lesioni cariose distali a carico degli elementi predetti. Dopo l’applicazione di diga di gomma, un’attenta escavazione dei tessuti infetti e l’applicazione di adesivo smalto-dentinale, vengono applicate matrici sezionali e si
inizia la ricostruzione degli elementi con un primo strato di 0.5 mm di composito fluido (Estelite Flow Quick High Flow). Successivamente viene ricostruita la parete interprossimale con uno smalto Estelite Asteria WE, e la cavità che residua con strati orizzontali del body Estelite Asteria colore A3B. L’ultimo mezzo millimetro occlusale viene ricostruito con smalti Estelite Asteria NE e WE, e vengono inseriti degli stains per simulare pigmentazioni nei solchi. Il restauro viene lucidato e la diga rimossa.
Le caratteristiche del composito Asteria rendono la lucidatura veloce e brillante, con una estetica e un mimetismo eccellente.
Dott. Andrea Fabianelli
ll’esame clinico si notano
due aree discromiche distali agli
elementi 14 e 15 che al
successivo esame radiografico si
confermano essere due lesioni
cariose grado D2 di Lutz.
Figura 1
La visione laterale lascia intuire
la presenza di una lesione
cariosa più estesa a carico del 15.
Figura 2
Viene applicata la diga.
Figura 3
Si effettua l’accesso alle lesioni
cariose inizialmente per via
occlusale, proteggendo i denti
adiacenti con dei pezzetti di
matrice metallica durante
l’eliminazione delle pareti
interprossimali residue.
Figura 4
Con delle rosette in zirconia si
rimuove la dentina infetta e
rammollita, a bassa velocità e
con raffreddamento effettuato
tramite getto d’aria.
Figura 5
con
A
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
1
2
3
4
5
ll’esame clinico si notano
due aree discromiche distali agli
elementi 14 e 15 che al
successivo esame radiografico si
confermano essere due lesioni
cariose grado D2 di Lutz.
Figura 1
La visione laterale lascia intuire
la presenza di una lesione
cariosa più estesa a carico del 15.
Figura 2
Viene applicata la diga.
Figura 3
Si effettua l’accesso alle lesioni
cariose inizialmente per via
occlusale, proteggendo i denti
adiacenti con dei pezzetti di
matrice metallica durante
l’eliminazione delle pareti
interprossimali residue.
Figura 4
Con delle rosette in zirconia si
rimuove la dentina infetta e
rammollita, a bassa velocità e
con raffreddamento effettuato
tramite getto d’aria.
Figura 5
con
A
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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ll’esame clinico si notano
due aree discromiche distali agli
elementi 14 e 15 che al
successivo esame radiografico si
confermano essere due lesioni
cariose grado D2 di Lutz.
Figura 1
La visione laterale lascia intuire
la presenza di una lesione
cariosa più estesa a carico del 15.
Figura 2
Viene applicata la diga.
Figura 3
Si effettua l’accesso alle lesioni
cariose inizialmente per via
occlusale, proteggendo i denti
adiacenti con dei pezzetti di
matrice metallica durante
l’eliminazione delle pareti
interprossimali residue.
Figura 4
Con delle rosette in zirconia si
rimuove la dentina infetta e
rammollita, a bassa velocità e
con raffreddamento effettuato
tramite getto d’aria.
Figura 5
con
A
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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5
ll’esame clinico si notano
due aree discromiche distali agli
elementi 14 e 15 che al
successivo esame radiografico si
confermano essere due lesioni
cariose grado D2 di Lutz.
Figura 1
La visione laterale lascia intuire
la presenza di una lesione
cariosa più estesa a carico del 15.
Figura 2
Viene applicata la diga.
Figura 3
Si effettua l’accesso alle lesioni
cariose inizialmente per via
occlusale, proteggendo i denti
adiacenti con dei pezzetti di
matrice metallica durante
l’eliminazione delle pareti
interprossimali residue.
Figura 4
Con delle rosette in zirconia si
rimuove la dentina infetta e
rammollita, a bassa velocità e
con raffreddamento effettuato
tramite getto d’aria.
Figura 5
con
A
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
1
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5
La dentina infetta è stata
completamente rimossa e ad un
controllo con escavatore a mano
i tessuti residui sono duri.
Figura 6
Si elimina lo smalto sottominato
con delle frese ad anello rosso su
contrangolo moltiplicatore.
Figura 7
Con delle punte diamantate
montate su strumento subsonico
si rifiniscono i margini
interprossimali ed il gradino
cervicale.
Figura 8
Le cavità sono finalmente
preparate e pronte per essere
restaurate.
Figura 9
Si applica della diga liquida su
una piccola comunicazione
vicino all’uncino per avere la
certezza dell’isolamento durante
le fasi della adesione e della
ricostruzione.
Figura 10
m
6
7
8
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0 1
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
La dentina infetta è stata
completamente rimossa e ad un
controllo con escavatore a mano
i tessuti residui sono duri.
Figura 6
Si elimina lo smalto sottominato
con delle frese ad anello rosso su
contrangolo moltiplicatore.
Figura 7
Con delle punte diamantate
montate su strumento subsonico
si rifiniscono i margini
interprossimali ed il gradino
cervicale.
Figura 8
Le cavità sono finalmente
preparate e pronte per essere
restaurate.
Figura 9
Si applica della diga liquida su
una piccola comunicazione
vicino all’uncino per avere la
certezza dell’isolamento durante
le fasi della adesione e della
ricostruzione.
Figura 10
m
6
7
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0 1
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
Vengono messe delle matrici
sezionali con degli anelli
separatori e dei cunei.
Figura 11
Si applica l’adesivo prescelto
secondo le indicazioni del
produttore.
Figura 12
L’adesivo viene polimerizzato
con lampada ad alta potenza.
Figura 13
Si applica un primo sottile strato
di composito flowable (Estelite
Quick High Flow) al fine di
ridurre l’infiltrazione marginale e
per migliorare l’adattamento del
materiale da restauro stesso al
gradino cervicale.
Figura 14
Si modellano le pareti
interprossimali con uno smalto
Asteria WE trasformando la
seconda classe in una prima
classe. Il peggioramento del
fattore cavitario viene
compensato dalla flessibilità
della parete stessa, molto sottile.
Figura 15
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
1 1
5 1
3 1 2 1
4 1
Vengono messe delle matrici
sezionali con degli anelli
separatori e dei cunei.
Figura 11
Si applica l’adesivo prescelto
secondo le indicazioni del
produttore.
Figura 12
L’adesivo viene polimerizzato
con lampada ad alta potenza.
Figura 13
Si applica un primo sottile strato
di composito flowable (Estelite
Quick High Flow) al fine di
ridurre l’infiltrazione marginale e
per migliorare l’adattamento del
materiale da restauro stesso al
gradino cervicale.
Figura 14
Si modellano le pareti
interprossimali con uno smalto
Asteria WE trasformando la
seconda classe in una prima
classe. Il peggioramento del
fattore cavitario viene
compensato dalla flessibilità
della parete stessa, molto sottile.
Figura 15
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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ll’esame clinico si notano
due aree discromiche distali agli
elementi 14 e 15 che al
successivo esame radiografico si
confermano essere due lesioni
cariose grado D2 di Lutz.
Figura 1
La visione laterale lascia intuire
la presenza di una lesione
cariosa più estesa a carico del 15.
Figura 2
Viene applicata la diga.
Figura 3
Si effettua l’accesso alle lesioni
cariose inizialmente per via
occlusale, proteggendo i denti
adiacenti con dei pezzetti di
matrice metallica durante
l’eliminazione delle pareti
interprossimali residue.
Figura 4
Con delle rosette in zirconia si
rimuove la dentina infetta e
rammollita, a bassa velocità e
con raffreddamento effettuato
tramite getto d’aria.
Figura 5
con
A
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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4
5
La dentina infetta è stata
completamente rimossa e ad un
controllo con escavatore a mano
i tessuti residui sono duri.
Figura 6
Si elimina lo smalto sottominato
con delle frese ad anello rosso su
contrangolo moltiplicatore.
Figura 7
Con delle punte diamantate
montate su strumento subsonico
si rifiniscono i margini
interprossimali ed il gradino
cervicale.
Figura 8
Le cavità sono finalmente
preparate e pronte per essere
restaurate.
Figura 9
Si applica della diga liquida su
una piccola comunicazione
vicino all’uncino per avere la
certezza dell’isolamento durante
le fasi della adesione e della
ricostruzione.
Figura 10
m
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7
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Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
La dentina infetta è stata
completamente rimossa e ad un
controllo con escavatore a mano
i tessuti residui sono duri.
Figura 6
Si elimina lo smalto sottominato
con delle frese ad anello rosso su
contrangolo moltiplicatore.
Figura 7
Con delle punte diamantate
montate su strumento subsonico
si rifiniscono i margini
interprossimali ed il gradino
cervicale.
Figura 8
Le cavità sono finalmente
preparate e pronte per essere
restaurate.
Figura 9
Si applica della diga liquida su
una piccola comunicazione
vicino all’uncino per avere la
certezza dell’isolamento durante
le fasi della adesione e della
ricostruzione.
Figura 10
m
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Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
La dentina infetta è stata
completamente rimossa e ad un
controllo con escavatore a mano
i tessuti residui sono duri.
Figura 6
Si elimina lo smalto sottominato
con delle frese ad anello rosso su
contrangolo moltiplicatore.
Figura 7
Con delle punte diamantate
montate su strumento subsonico
si rifiniscono i margini
interprossimali ed il gradino
cervicale.
Figura 8
Le cavità sono finalmente
preparate e pronte per essere
restaurate.
Figura 9
Si applica della diga liquida su
una piccola comunicazione
vicino all’uncino per avere la
certezza dell’isolamento durante
le fasi della adesione e della
ricostruzione.
Figura 10
m
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Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
Si completano i restauri
stratificando con masse dentina
(Estelite Asteria, tinta Body,
colore A3B) e con degli smalti
occlusali (Estelite Asteria, tinte
Smalto, colori NE e WE).
Figura 16
Si lucidano i restauri con dischi
abrasivi, punte e coppette
siliconiche.
Figura 17
Visione laterale del restauro.
Figura 18
I restauri vengono brillantati con
feltrini e paste lucidanti.
Figura 19
Visione laterale dei restauri
ultimati.
Figura 20
I restauri ultimati dopo la
rimozione della diga e controllo
occlusale.
Figura 21
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
7 1 8 1 9 1 0 2
6 1
Si completano i restauri
stratificando con masse dentina
(Estelite Asteria, tinta Body,
colore A3B) e con degli smalti
occlusali (Estelite Asteria, tinte
Smalto, colori NE e WE).
Figura 16
Si lucidano i restauri con dischi
abrasivi, punte e coppette
siliconiche.
Figura 17
Visione laterale del restauro.
Figura 18
I restauri vengono brillantati con
feltrini e paste lucidanti.
Figura 19
Visione laterale dei restauri
ultimati.
Figura 20
I restauri ultimati dopo la
rimozione della diga e controllo
occlusale.
Figura 21
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
7 1 8 1 9 1 0 2
6 1
Si completano i restauri
stratificando con masse dentina
(Estelite Asteria, tinta Body,
colore A3B) e con degli smalti
occlusali (Estelite Asteria, tinte
Smalto, colori NE e WE).
Figura 16
Si lucidano i restauri con dischi
abrasivi, punte e coppette
siliconiche.
Figura 17
Visione laterale del restauro.
Figura 18
I restauri vengono brillantati con
feltrini e paste lucidanti.
Figura 19
Visione laterale dei restauri
ultimati.
Figura 20
I restauri ultimati dopo la
rimozione della diga e controllo
occlusale.
Figura 21
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
7 1 8 1 9 1 0 2
6 1
Si completano i restauri
stratificando con masse dentina
(Estelite Asteria, tinta Body,
colore A3B) e con degli smalti
occlusali (Estelite Asteria, tinte
Smalto, colori NE e WE).
Figura 16
Si lucidano i restauri con dischi
abrasivi, punte e coppette
siliconiche.
Figura 17
Visione laterale del restauro.
Figura 18
I restauri vengono brillantati con
feltrini e paste lucidanti.
Figura 19
Visione laterale dei restauri
ultimati.
Figura 20
I restauri ultimati dopo la
rimozione della diga e controllo
occlusale.
Figura 21
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
7 1 8 1 9 1 0 2
6 1
“Le caratteristiche del composito Asteria rendono la lucidatura veloce e brillante,
con una estetica e un mimetismo eccellente.”
Dr. Andrea Fabianelli
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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“Le caratteristiche del composito Asteria rendono la lucidatura veloce e brillante,
con una estetica e un mimetismo eccellente.”
Dr. Andrea Fabianelli
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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all’esame clinico si notano due aree discromiche distali agli elementi 14 e 15 che al successivo esame radiografico si confermano essere due lesioni cariose grado D2 di Lutz.
Le cavità sono finalmente preparate e pronte per essere restaurate.
Si lucidano i restauri con dischi abrasivi, punte e coppette siliconiche.
con delle rosette in zirconia si rimuove la dentina infetta e rammollita, a bassa velocità e con raffreddamento effettuato tramite getto d’aria.
La visione laterale lascia intuire la presenza di una lesione cariosa più estesa a carico del 15.
Si applica della diga liquida su una piccola comunicazione vicino all’uncino per avere la certezza dell’isolamento durante le fasi della adesione e della ricostruzione.
visione laterale del restauro.
La dentina infetta è stata completamente rimossa e ad un controllo con escavatore a mano i tessuti residui sono duri.
viene applicata la diga.
vengono messe delle matrici sezionali con degli anelli separatori e dei cunei.
i restauri vengono brillantati con feltrini e paste lucidanti.
Si elimina lo smalto sottominato con delle frese ad anello rosso su contrangolo moltiplicatore.
Si effettua l’accesso alle lesioni cariose inizialmente per via occlusale, proteggendo i denti adiacenti con dei pezzetti di matrice metallica durante l’eliminazione delle pareti interprossimali residue.
Si applica l’adesivo prescelto secondo le indicazioni del produttore.
visione laterale dei restauri ultimati.
Vengono messe delle matrici
sezionali con degli anelli
separatori e dei cunei.
Figura 11
Si applica l’adesivo prescelto
secondo le indicazioni del
produttore.
Figura 12
L’adesivo viene polimerizzato
con lampada ad alta potenza.
Figura 13
Si applica un primo sottile strato
di composito flowable (Estelite
Quick High Flow) al fine di
ridurre l’infiltrazione marginale e
per migliorare l’adattamento del
materiale da restauro stesso al
gradino cervicale.
Figura 14
Si modellano le pareti
interprossimali con uno smalto
Asteria WE trasformando la
seconda classe in una prima
classe. Il peggioramento del
fattore cavitario viene
compensato dalla flessibilità
della parete stessa, molto sottile.
Figura 15
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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3 1 2 1
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Vengono messe delle matrici
sezionali con degli anelli
separatori e dei cunei.
Figura 11
Si applica l’adesivo prescelto
secondo le indicazioni del
produttore.
Figura 12
L’adesivo viene polimerizzato
con lampada ad alta potenza.
Figura 13
Si applica un primo sottile strato
di composito flowable (Estelite
Quick High Flow) al fine di
ridurre l’infiltrazione marginale e
per migliorare l’adattamento del
materiale da restauro stesso al
gradino cervicale.
Figura 14
Si modellano le pareti
interprossimali con uno smalto
Asteria WE trasformando la
seconda classe in una prima
classe. Il peggioramento del
fattore cavitario viene
compensato dalla flessibilità
della parete stessa, molto sottile.
Figura 15
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
1 1
5 1
3 1 2 1
4 1
Vengono messe delle matrici
sezionali con degli anelli
separatori e dei cunei.
Figura 11
Si applica l’adesivo prescelto
secondo le indicazioni del
produttore.
Figura 12
L’adesivo viene polimerizzato
con lampada ad alta potenza.
Figura 13
Si applica un primo sottile strato
di composito flowable (Estelite
Quick High Flow) al fine di
ridurre l’infiltrazione marginale e
per migliorare l’adattamento del
materiale da restauro stesso al
gradino cervicale.
Figura 14
Si modellano le pareti
interprossimali con uno smalto
Asteria WE trasformando la
seconda classe in una prima
classe. Il peggioramento del
fattore cavitario viene
compensato dalla flessibilità
della parete stessa, molto sottile.
Figura 15
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
1 1
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3 1 2 1
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Si completano i restauri
stratificando con masse dentina
(Estelite Asteria, tinta Body,
colore A3B) e con degli smalti
occlusali (Estelite Asteria, tinte
Smalto, colori NE e WE).
Figura 16
Si lucidano i restauri con dischi
abrasivi, punte e coppette
siliconiche.
Figura 17
Visione laterale del restauro.
Figura 18
I restauri vengono brillantati con
feltrini e paste lucidanti.
Figura 19
Visione laterale dei restauri
ultimati.
Figura 20
I restauri ultimati dopo la
rimozione della diga e controllo
occlusale.
Figura 21
Dr. Andrea Fabianelli . [email protected] .
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6 1 13 14 15 16
L’adesivo viene polimerizzato con lampada ad alta potenza.
Si applica un primo sottile strato di composito flowable (estelite Quick high flow) al fine di ridurre l’infiltrazione marginale e per migliorare l’adattamento del materiale da restauro stesso al gradino cervicale.
Si modellano le pareti interprossimali con uno smalto asteria We trasformando la seconda classe in una prima classe. il peggioramento del fattore cavitario viene compensato dalla flessibilità della parete stessa, molto sottile.
Si completano i restauri stratificando con masse dentina (estelite asteria, tinta Body, colore a3B) e con degli smalti occlusali (estelite asteria, tinte Smalto, colori ne e We).
con delle punte diamantate montate su strumento subsonico si rifiniscono i margini interprossimali ed il gradino cervicale.
Prima Dopoi restauri ultimati dopo la rimozione della diga e controllo occlusale.
Est
elite
Ast
eria
Est
elite
Ast
eria
36 37clinic clinic
Ripristino estetico e morfologico nei settori latero-posteriori
DOTT. GiOrGiO aTzeri Libero professionista in Olbia
restauro ultimato, si noti l’eccellente grado di integrazione con il dente naturale.
Grazie all’estrema lavorabilità del materiale è semplice ottenere una “reale” morfologia anatomica del restauro.
Lesione cariosa profonda di ii classe nell’elemento 1.6. il primo molare presenta anche carie secondaria.
Preparazione cavitaria dell’elemento, si noti profonda discromia nel fondo della cavità.
restauro eseguito mediante stratificazione di estelite asteria, si noti come non sia più evidente la discromia riportata nella precedente foto.
frattura di 2 classe di ellis del 22.
Stratificazione della massa smalto.
isolamento del campo operatorio e rimozione dei prismi di smalto non sostenuti e regolarizzazione della cavità.
Posizionamento della massa dentina e realizzazione dell’aureola incisale.
Prova della chiave in silicone.
ultimo strato di dentina.
Terapia minimamente
invasivaIn giovane paziente
DOTT. anGeLO SOnaGLiaLibero professionista in frascati (roma)
Stratificazione della massa smalto vestibolare. rifinitura e lucidatura con gommini e feltrini. restauro appena ultimato e controllo a sette giorni di distanza.
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caSO cLinicOAlla mia osservazione si è presentato un giovane paziente di 8 anni, M.G., con dentizione mista per il ripristino dell’elemento 22.
La versatilità del composito Asteria che grazie al suo mimetismo ed all’elevato grado di integrazione cromatica, permette di mascherare delle discromie ed ottenere risultati estetici elevati anche nei settori latero-posteriori.
Est
elite
Ast
eria
Est
elite
Ast
eria
38 39clinic clinic
EE
Bon
d
Riabilitazione estetica degli incisivi superiori A seguito di trauma sportivo
marcO BamBace Stud. 5 anno università di Padova
insegnamento di odontoiatria conservativaTitolare Prof. marco calabrese
il paziente si presenta alla nostra osservazione in seguito ad un trauma sportivo che ha provocato la frattura coronale parziale dell’elemento 2.1 e pressoché totale dell’elemento 2.2 senza peraltro arrivare all’ esposizione pulpare. Dopo test di vitalità pulpare (che ha dato esito positivo) si procede al rilevamento dell’impronta, alla realizzazione di una ceratura diagnostica ed al confezionamento di una mascherina guida in silicone.
isolamento del campo operatorio mediante l’utilizzo della diga di gomma.
Stratificazione della massa estelite asteria a2B con cui viene interamente coperto il bisello della preparazione.
Stratificazione dell’ultimo strato di composito estelite asteria We utilizzando un pennello per composito in setola naturale.
rifinitura del restauro con fresa multilama montata su manipolo contrangolo anello rosso.
Lucidatura con gommino per composito. Brillantatura con spazzolino in carburo di silicio e pasta diamantata.
controllo a distanza di 15 giorni. Si osservino la perfetta integrazione ed il mimetismo dei restauri.*
Dopo aver risciacquato il gel per 15 secondi con getto d’acqua sotto aspirazione, le superfici vengono asciugate con un leggero getto d’aria e viene applicato il sistema adesivo Tokuyama ee-Bond con tecnica “brushing motion” per almeno 10 secondi. Dopo un’attesa di altri 10 secondi, l’adesivo viene asciugato per 10 secondi di cui i primi 5 in modo diretto per fare evaporare il solvente, e di seguito con getto d’aria moderato per altri 5 secondi per uniformarne lo spessore.L’adesivo viene poi polimerizzato per 10 secondi.
Stratificazione di un sottile strato di estelite asteria We utilizzando la mascherina guida in silicone (riproduzione della porzione palatale del restauro).
Stratificazione della massa estelite asteria We per realizzare la parete prossimale ed il punto di contatto.
Preparazione e rifinitura del bisello con frese diamantate da 40 micron.
mordenzatura acida selettiva dei soli margini di smalto con Tokuyama etching Gel hv ed attesa di 15 secondi.
visione incisale della mordenzatura selettiva.
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Prima e dopo Prima e dopo
* I denti verranno seguiti nel tempo al fine di valutarne la vitalità.
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