Conferenza dei servizi Costruiamo il cambiamento …….
L’ORGANIZZAZIONE PER AREE FUNZIONALI OMOGENEE
ASSISTENZIALI PER COMPLESSITÀ ASSISTENZIALE ED
INTENSITA’ DI CURA
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NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI
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PIANO SANITARIO Regionale 2010-2012 definisce UN RIASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’ATTIVITA’ ASSISTENZIALE
CHE PREVEDE AL CENTRO
ATTORNO AL PAZIENTE RUOTANO LE DIVERSE SPECIALITA’ SECONDO UN APPROCCIO INTEGRATO
E MULTISCIPLINARE
• GESTIONE CONDIVISA DELLA CURA • MAGGIORE APPROPRIATEZZA DEI SERVIZI
EROGATI• ELEVATO LIVELLO DI UMANIZZAZIONE
IL PAZIENTE
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Il Piano di rientro dalla spesa sanitaria della Regione Lazio prevede
“Razionalizzazione delle risorse e contenimento della spesa per il personale.”
(Decreto del Commissario ad Acta n.49 del 31/05/2010 punto B)
Il sistema operativo ospedaliero è chiamato a riconfigurarsi per dare risposte adeguate ai Decreti
Regionali che prevedono l’accorpamento di UU.OO. in conseguenza alla riorganizzazione delle
strutture e delle attività.
Da vincoli da rispettare ad opportunità
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AREE FUNZIONALI OMOGENEE ASSISTENZIALI
ORGANIZZAZIONI INTEGRATE DI UNITA’ OPERATIVE AFFINI ED OMOGENEE
BASATE SULLA COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE E SULL’INTENSITA’ DI
CURA AL FINE DI OTTIMIZZARE L’IMPIEGO DELLE RISORSE UMANE E
MATERIALI
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Consentono:• il superamento della logica dei reparti e la gestione
unitaria delle risorse economiche, umane e strumentali;
• la conseguente riduzione della duplicazione dei servizi e la razionalizzazione nell’utilizzo dei fattori produttivi;
• una gestione quanto più coerente e sinergica degli aspetti assistenziali, diagnostici, terapeutici e riabilitativi;
• il perseguimento del livello più elevato di appropriatezza delle cure;
• la necessaria multidisciplinarietà dell’assistenza e la presa in carico multiprofessionale.
Sono costituite per l’integrazione e l’ottimizzazione degli interventi assistenziali
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Aree Funzionali Omogenee Assistenziali: Obiettivi
• sperimentare una modalità assistenziale articolata in aree omogenee, in base al livello di complessità assistenziale e alla gravità del caso clinico;
• organizzare il lavoro infermieristico per settori di complessità superando la frammentazione dell’assistenza;
• attivare percorsi formativi per incentivare modelli di assistenza personalizzata ed implementare gli strumenti operativi.
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• revisionare l’organizzazione del lavoro, ottimizzando e condividendo la gestione delle risorse infermieristiche, di supporto ed ausiliarie;
• rimodulare gli spazi a garanzia della funzionalità dell’area;
• razionalizzare le voci di spesa nella gestione delle risorse.
Aree Funzionali Omogenee Assistenziali: Obiettivi
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Ogni modifica organizzativa nei servizi sanitari richiede di essere “metabolizzata”:
• genera resistenze;
• solleva difficoltà di integrazione tra gruppi di lavoro allargati;
• richiede adeguamenti culturali.
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L’evoluzione
Da ………….. strutture progettate e organizzate intorno alle Unità Specialistiche
A ………..settori organizzati per Aree Funzionali Omogenee Assistenziali sulla base della Complessità Assistenziale e dell’Intensità di cura
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COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE
Per complessità assistenziale si intende l’insieme di interventi che si
riferiscono alle diverse dimensioni dell’assistenza infermieristica espressi in termini di intensità di impegno e quantità di lavoro dell’infermiere.
Atti Congresso IPASVI 2002M.C. Rossi, S. Viarengo, G. Sacco
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“Il livello di cura richiesto dal singolo caso conseguente ad una valutazione
di instabilità clinica, associata a determinate alterazioni dei parametri
fisiologici”.
INTENSITA’ DI CURA
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• A medesime specialità cliniche corrispondono differenti profili di complessità infermieristica.
• I profili di complessità di Assistenza Infermieristica variano con un andamento autonomo rispetto all’intensità clinica.
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Pazienti classificati a bassa intensità di cura possono presentare
condizioni di alta complessità assistenziale
Pazienti classificati ad alta intensità di cura possono
presentare condizioni di bassa complessità assistenziale
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• L’intensità di cura è determinata sulla base della patologia e di specifiche alterazioni di parametri fisiologici.
• La complessità assistenziale è orientata ai bisogni e all’autonomia del paziente piuttosto che alla patologia.
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Una corretta valutazione della domanda assistenziale, intesa come adeguamento delle prestazioni infermieristiche alle necessità del
paziente, non può prescindere dall’utilizzo di strumenti e metodi mirati alla rilevazione dell’impegno infermieristico correlato alla
complessità delle situazioni assistenziali
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MODELLO DELLE PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE
DI MARISA CANTARELLI
AD OGNI BISOGNO CORRISPONDE UNA
PRESTAZIONE INFERMIERISTICA
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concetti fondamentali:concetti fondamentali:
soddisfaresoddisfare un un bisognobisogno specifico; specifico;
un complesso di un complesso di attività coordinateattività coordinate ; ;
un un risultatorisultato..
PRESTAZIONE INFERMIERISTICA
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Nell'ambito di ciascuna prestazione, l'infermiere mette in atto delle azioni, che hanno la finalità di:• indirizzare• guidare• sostenere• compensare• sostituire
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Il Modello delle Prestazioni Infermieristiche Cantarelli, costituisce una delle pietre miliari del panorama italiano per quanto riguarda la valutazione della complessità assistenziale e prevede che:
“Le prestazioni di competenza infermieristica siano inversamente
proporzionali all’autonomia del paziente”.
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Livello di complessità assistenziale (LCA)
LCA 1LCA 1 Livello di complessità intensiva
LCA 2LCA 2 Livello di complessità alto
LCA 3LCA 3 Livello di complessità medio
LCA 4LCA 4 Livello di complessità bassoSchede di Rilevazione
Livelli di complessità
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Servizio Assistenza Infermieristica e Ostetrica
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Assistenza intensiva
>61 LCA 1LCA 1
Alta complessità 36-60 LCA 2LCA 2
Media complessità
21-35 LCA 3LCA 3
Bassa complessità < 20 LCA 4
Il punteggio totale della scheda di rilevazionepermette di assegnare il livello di complessità
assistenziale
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E’ necessario ….
…costruire un percorso metodologico per definire standard di riferimento aziendali al fine di determinare il
fabbisogno infermieristico.
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Rapporto Infermiere Paziente Ospedaliero collegato al livello di complessità per
garantire un’assistenza adeguata R.I.P.O.
LCA 1LCA 1
LCA 2LCA 2
LCA 3LCA 3
LCA 4LCA 4
RIPO 1/2
RIPO 1/4
RIPO 1/9
RIPO 1/14
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Obiettivi RIPO
• allocare il personale infermieristico in funzione della complessità assistenziale;
• documentare l’impiego della risorsa infermieristica;
• contribuire al monitoraggio e alla determinazione dei costi dell’assistenza infermieristica;
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NUOVI STRUMENTI OPERATIVI
Introduzione di un Sistema informatizzato di verifica e controllo integrato
per un confronto sistematico tra:
PRESENZA
RISORSE INFERMIERISTICH
E
ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE
al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse in relazione alla
complessità assistenziale.
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CAMBIAMENTO CULTURALE
E’ necessario superare la logica di una gestione delle risorse rigida basata sulla
TRADIZIONE DEI TURNI e passare ad una OTTIMIZZAZIONE
dell’impiego delle risorse umane collegato alle ATTIVITA’ ASSISTENZIALI
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NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI
La degenza a gestione infermieristica
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Le motivazioni• Invecchiamento progressivo della popolazione
• Aumento di soggetti affetti da patologie cronico degenerative: “long term care”
• Non piena autosufficienza
• Costante incremento di spesa
• Diminuzione dei posti letto e chiusura di piccoli ospedali
• Fragilità dell'attuale struttura familiare
• Aumento di bisogni socio-assistenziali
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La necessità
• Riorganizzare il sistema dell’offerta con nuove forme assistenziali, attivando modelli innovativi in risposta ai nuovi bisogni che permettano:
• La qualità e l’appropriatezza della risposta ai nuovi bisogni dell’utenza
• Il controllo dei costi
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Come …..Attraverso la realizzazione di strutture in grado di fornire risposte sociosanitarie basate sulla:
• centralità dell’utente;• continuità delle cure;• personalizzazione e umanizzazione
dell’assistenza
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PSR: 2009/2011
“Obiettivo delle Az. Sanitarie sarà la Sperimentazione di nuovi Modelli Organizzativi e di cura per la gestione delle cronicità. La presa in carico di soggetti affetti da patologie cronico-degenerative, spesso portatori di bisogni socio-assistenziali correlati alla non piena autosufficienza, deve avvenire all’interno di Team Multidisciplinari, il cui stile di lavoro sia caratterizzato dall’Interdisciplinarietà, dall’integrazione e dall’operare non gerarchico dei singoli professionisti, in un piano di pari dignità”.
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I vincoli della Regione Lazio e del Piano di Rientro impongono:
• l’appropriato utilizzo dei posti letto per acuti;
• l’appropriato utilizzo dei servizi ad alto impegno tecnologico;
• la riconversione di alcune piccole strutture per acuti;
• la riqualificazione dell’assistenza extraospedaliera.
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Inoltre ………
vi è la necessità di dare risposta al “vuoto assistenziale” presente tra:
• la dimissione ospedaliera
• la presa in carico da parte dei servizi territoriali
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Pertanto È necessario adottare soluzioni a
garanzia:
della continuità delle cure dell’integrazione dell’assistenza della flessibilità della personalizzazione degli interventi
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Una possibile risposta: UU.OO. di Degenza a gestione Infermieristica
La degenza infermieristica rappresenta la struttura intermedia che garantisce l’assistenza in regime residenziale di soggetti che, avendo superato la fase diagnostico -terapeutica, non necessitano di cure intensive o di diagnostica ad elevata tecnologia ma che non possono essere adeguatamente trattati a domicilio per motivi di natura clinica - sociale.
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Finalità
Attivare un modello a garanzia della continuità assistenziale, che
favorisca l’integrazione tra ospedale e
territorio
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OBIETTIVI1. Ridurre i ricoveri ospedalieri inappropriati
fornendo un’alternativa di cura e assistenza per pazienti post acuti o per soggetti con patologie cronico-degenerative in fase di riacutizzazione.
2. Ridurre giornate di degenza ospedaliera inappropriate, attraverso il monitoraggio dello stato clinico generale dei pazienti con patologie cronico-degenerative e consolidando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto ospedaliero per acuti, prevenire le complicanze e favorire il recupero dell’autonomia, in un’ottica di rientro a domicilio, o di ricorso a forme assistenziali territoriali.
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3. Limitare gli ingressi a carattere definitivo in strutture residenziali, legati all’insorgenza di difficoltà familiari e sociali o alle difficoltà di gestione delle mutate condizioni fisiche e funzionali dell’anziano dopo
un’evenienza acuta.
4. Favorire l’integrazione tra strutture ospedaliere e territoriali e la condivisione di
risorse umane e tecnologiche.
OBIETTIVI
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OBIETTIVI SPECIFICI
• Ridurre il disagio ambientale, il pendolarismo dei familiari, e la spersonalizzazione causata dal ricovero;
• Favorire l'accesso e la collaborazione dei familiari (Care Giver) e del volontariato;
• Valorizzare i professionisti nell'ambito delle Cure Primarie (MMG/PLS/Infermieri);
• Introdurre la figura del Case Manager.
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Figure professionali coinvolte
• Infermiere Dirigente• Infermiere Coordinatore• Equipe Infermieristica• Responsabile del caso clinico
(MMG/PLS/Medico Specialista ….)• Case Manager• ……….
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Provenienza degli utenti
I pazienti presi in carico clinicamente inquadrati e stabilizzati sono inviati da:
• U.O. Ospedaliere (anche DH e DS)• MMG• ADI/CAD• Specialisti Ambulatoriali• Pronto Soccorso• PPI
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La persona accolta nella struttura deve essere dimessa entro il 15° giorno, salvo casi motivati in cui la degenza può protrarsi fino a 20 giorni. Tale periodo è da ritenersi normalmente congruo e sufficiente per:
- il rientro al proprio domicilio,- inserendo il paziente in un percorso ADI, - prevedendo il suo accoglimento in strutture residenziali.
Non è comunque consentita la permanenza nella struttura oltre il ventesimo giorno.
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Caratteristiche• Elevata complessità assistenziale
• Bassa intensità clinica
• La responsabilità del piano assistenziale è a carico del personale infermieristico
• La responsabilità clinica affidata al Medico responsabile del caso
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Rete assistenzialeRete assistenziale
U.O.DEGENZA INFERMIERISTICA
P.A.Inf
RSALUNGODEG.
UU.OO/SERV.
FAMIGLIA
DISTRETTIDIPARTIMENTI
PUA/UVM
ADI/CAD
ENTI LOCALI
MMG/PLS
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DOVE?Presso le strutture ospedaliere da riconvertire
• P.O. ACQUAPENDENTE• STABILIMENTO DI MONTEFIASCONE• STABILIMENTO DI RONCIGLIONE• …………….
Strutture già pronte per accogliere tale tipologia di ricovero con possibilità di valorizzare le risorse
strutturali
48
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Si sente troppo spesso dire: "era meglio prima" ma il mondo va in avanti mai
indietro; sta a noi far sì che questo progredire sia
un reale miglioramento.
-- Anonimo