Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Andrea Cerase
a.a. 2017-2018
Comunicazione e processi di modernizzazione
Modernità e comunicazione
Sociologia della Comunicazione
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I rapporti tra gli individui e la comunicazione prima dell’avvento
della modernità erano legati a tre aspetti fondamentali:
C’era una volta la pre-modernità
natura circoscritta dei flussi
comunicativi
carattere meccanico delle
interazioni
prevalenza della fonte sul
ricevente
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C’era una volta la pre-modernità
La natura circoscritta delle relazioni è dovuta alla ristrettezza dei
circuiti di scambio
Oggettiva povertà delle tecnologie disponibili
Scarsità di fonti comunicative autorevoli
Assenza del concetto di opinione pubblica: il potere è
concentrato nelle mani dei sovrani, dei sacerdoti e di una
cerchia ridotta di professionisti della scienza
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C’era una volta la pre-modernità
Il carattere automatico delle pratiche comunicative è dato dalla
forte rigidità della struttura sociale:
Assenza della mobilità di ruoli e status
Linearità dei processi, mancanza di feedback
Prescrittività del messaggio
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C’era una volta la pre-modernità
La prevalenza della fonte deriva da una legittimazione a priori
della comunicazione:
I messaggi vengono costruiti all’esterno
Assenza di forme di scambio e interpretazione del senso
Presupposta autorevolezza delle fonti
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Le uniche forme di aggregazione sono le
riunioni nei mercati, nelle piazze, nei villaggi,
davanti ai totem religiosi, originando forme di
interazione circoscritte e legate alle variabili
spaziali e temporali del contesto che le accoglie
E. Rosengren, Introduzione allo studio della comunicazione, 2001
C’era una volta la pre-modernità
Ristrettezza
Le fonti comunicative ritenute autorevoli sono in numero
esiguo
In un’organizzazione sociale fortemente gerarchizzata, non
si può parlare di opinione pubblica
Le tecnologie sono estremamente povere, e in mano a una
ristretta cerchia di “professionisti” (dimensione esoterica)
Rigidità
Una struttura sociale rigida privilegia processi di scivolamento
verso il basso, senza ritorni o momenti di verifica
Garanzia dall’esterno
La comunicazione non acquista una propria legittimazione
autonoma nel corso del processo, ma a priori: la
fondatezza dei messaggi nasce:
• dall’autorevolezza delle fonti (es:
Aristotele, la Bibbia, etc.);
• dall’elaborazione dei messaggi
attraverso precisi criteri ed
obblighi
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Predeterminazione
Netta prevalenza della fonte
Rigida codificazione dei ruoli comunicativi
Importanza “politica” della dimensione pubblica della
comunicazione
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Discipline della comunicazione nella società pre-moderna
Filosofia del linguaggio
Retorica
Critica letteraria
Logica
Epistemologia
La comunicazione pre-moderna
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Le discipline della comunicazione
nell’era pre-moderna L’interesse è circoscritto a ristrette élite intellettuali ed è legato a
determinati usi «funzionali al mantenimento dello status quo
Filosofia del linguaggio: rilevanza del linguaggio quale
elemento di comprensione delle strutture sociali e della storia in
termini di comunicazione (afferrare il legame tra parole e cose)
Retorica: strumento volto ad ottenere sia l’ assenso razionale
che il consenso emotivo = tecnica intesa a trascinare l’oratore e
a convincere il pubblico
Critica letteraria
Logica
Epistemologia
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Le discipline della comunicazione
nell’era pre-moderna L’interesse è circoscritto a ristrette élite intellettuali ed è legato a
determinati usi «funzionali al mantenimento dello status quo
Filosofia del linguaggio
Retorica
Critica letteraria: il lavoro dei critici consiste nella produzione
di commenti che riguardano soprattutto gli stilemi, i modelli e
le regole stilistiche da adottare per adattare un’opera al gusto
Logica: studio delle dottrine e delle regole che presiedono al
corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di
stabilire la verità o la falsità di un argomento
Epistemologia: studia gli aspetti logici e metodologici del
sapere scientifico, le regole per legare teoria e realtà empirica
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L’avvento della modernità
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«Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi.
Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno dato povertà, la
scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e
spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di
macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza
abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita
sarà violenta e tutto andrà perduto.»
(C. Chaplin, Il grande dittatore, 1940)
percorso di sviluppo storico
scenario sociale e culturale
cambiamenti sul piano
collettivo e individuale
innovazioni scientifiche o
tecnologiche avvenute nel
corso dei secoli
Il termine modernità riassume in sé più valenze:
Il concetto di modernità
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L’etimologia di “modernità”
Il termine 'modernità' deriva dall'aggettivo 'moderno', con il quale si
può intendere: un'epoca della storia; un tipo di società; una forma
dell'esperienza estetica. Un'epoca della storia. Etimologicamente,
'moderno' significa semplicemente 'ciò che appartiene al presente'
(analogamente a 'odierno') ed è in questa accezione che compare
per la prima volta nelle Epistulae pontificum di Gelasio, alla fine del
5°secolo (Treccani)
L’interesse per le trasformazioni che caratterizzano la modernità
(secolarizzazione, industrializzazione, urbanizzazione,
individualizzazione) ha dato origine delle scienze sociali.
In particolare, la sociologia ha tentato di dare risposte alle nuove
istanze sociali indotte dalla trasformazione dei modi di produzione e
dall’affermazione della razionalità strumentale come metro (unico) di
valutazione per l’economia, la scienza, l’organizzazione sociale.
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Il concetto di modernità
L’aggettivo moderno è la traduzione dal tardo latino dotto
modernum = attuale, recente
derivante a sua volta dall’avverbio
modum = ora, adesso
Indica ciò che è recente, presente:
moderno VS antico
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La rivoluzione moderna
Il processo di modernizzazione è iniziato molti secoli prima
della Rivoluzione Industriale, che ne segna la piena
realizzazione
E un processo rivoluzionario perché modifica in modo radicale
e irreversibile tutti gli ambiti della vita sociale, ridefinendo in
profondità l’idea stessa di potere e di sapere (e le relazioni tra
di loro)
L’avvento della modernità è la più radicale trasformazione che
abbia interessato l’umanità dopo il Neolitico
Le caratteristiche della modernità tendono ad essere date per
scontate, rendendosi meno evidenti all’osservazione critica
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Aspetti macrosociali
Sviluppo della scienza e della tecnologia
Processo di industrializzazione
Formazione di un mercato capitalistico su scala globale (colonialismo)
Differenziazione e specializzazione delle organizzazioni
Radicale trasformazione delle classi sociali e affermazione della borghesia come classe egemone
Urbanizzazione
Affermazione del paradigma costituzionale (principi, diritti, garanzie e power balances)
Secolarizzazione = politica e cultura diventano più autonomi rispetto alla religione e alla Chiesa
Sviluppo dei mezzi di comunicazione (anche su scala globale)
Sviluppo della cultura di massa
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Aspetti microsociali
Affermazione di nuovi valori (individualismo, utilitarismo,
atteggiamento razionale)
Mutamento demografico
Centralità dell’individuo
Passaggio dai ruoli ascritti ai ruoli conseguiti
Ridefinizione radicale del rapporto tra pubblico e privato
Privatizzazione della vita familiare
Autocontrollo
Democratizzazione dell’accesso all’istruzione
Aumento della mobilità (migrazioni, spostamenti, turismo)
Compressione di tempo e spazio
Radicale modificazione della percezione del tempo e dello
spazio oltre il «qui ed ora»
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I segnali anticipatori
L’avvento della modernità è stato preceduto da alcuni eventi
storici che ne anticipano le caratteristiche distintive e segnalano
la direzione del cambiamento
1215: promulgazione della Magna Carta (limita i poteri del
Sovrano e introduce alcuni importanti diritti dell’individuo)
XII – XIV secolo: si sviluppano i commerci su scala globale
XIII – XV secolo: nascono i primi istituti di credito e le prime
polizze assicurative sulle navi mercantili
Umanesimo e Rinascimento determinano una forte cesura
epistemologica rispetto al Medioevo
Galilei pone le basi del moderno metodo scientifico
Cartesio (1637) proceduralizza la conoscenza per distinguere
la “vera” conoscenza dalla conoscenza fallace
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La modernità come problema
sociologico Le scienze sociali e in particolare la sociologia nascono in
risposta ai nuovi problemi posti dalla modernità facendosi
carico degli aspetti problematici
L’obiettivo principale di molte analisi è capire come le
trasformazioni nell’organizzazione del lavoro, nella politica,
nella cultura abbiano trasformato l’esperienza dei moderni e
quali processi abbiano favorito / ostacolato le trasformazioni
Per Habermas la modernità è un «progetto incompleto» che,
iniziato con l’Illuminismo e con la rivendicazione di principi
come la ragione critica, il progresso, l’emancipazione
universale, ha portato all’affermazione della razionalità
strumentale
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Il legame invisibile
tra modernità e comunicazione
Comunicazione
come fattore influente
sulla modernità
Modernità come
fattore influente sulla
comunicazione
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Il soggetto moderno
da un lato ha
aumentato gli sforzi
scientifici e tecnologici
per potenziare le
proprie capacità
comunicative, dall’altro
gli strumenti e i
significati prodotti
hanno influenzato il
suo modo di vivere
Il legame invisibile
tra modernità e comunicazione
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A partire dal
Settecento si verifica
una frattura
paradigmatica che
segna una netta
discontinuità con il
passato: l’avvento
della modernità
La svolta della modernità
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Comunicazione e modernità
Nel passaggio alla Modernità
Nasce il discorso sulla comunicazione (metadiscorso)
Emancipazione e autonomizzazione di apparati e professioni
comunicative
Nuove forme di visibilità sono possibili grazie ai mass media
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La comunicazione moderna
Caratteristiche:
Principio di causa-effetto
Metodo positivistico
Fede in un universo
ordinato con al centro
l’individuo (individualismo)
Secolarizzazione
Grandi narrazioni
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La comunicazione moderna
1. Contrazione spazio-
temporale
2. Aumento della
competenza dei
soggetti
3. Comparsa della masse come
nuovo soggetto sociale
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L’ascesa della borghesia
Il processo di modernizzazione si caratterizza, soprattutto in
Europa, per l’ascesa della borghesia mercantile e
manufatturiera come “nuova” classe egemone
Dal punto di vista funzionale, l’ascesa della borghesia si
accompagna ad una sempre maggiore circolazione di
conoscenze, idee e notizie
Aristocrazia e clero cercano in ogni modo di ostacolare questo
processo, allo scopo di mantenere lo status quo e quindi, la
preesistente struttura di potere (e le loro rendite di posizione)
La secolarizzazione, l’individualizzazione e l’autonomia
dell’individuo sono le conseguenze culturali più visibili di un
processo di emancipazione attraverso il sapere
La comunicazione ridefinisce bisogni e mete sociali
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La nascita della sfera pubblica
Tra il XVI e il XVII secolo iniziano a diffondersi i primi fogli
d’informazione e gazzette, con notizie d’interesse commerciale
Alla fine del XVIII secolo si è già consolidato un sistema dei media
d’informazione, diventati luogo di scambio e di dibattito critico di
idee e programmi politici
Dopo Gutenberg cresce l’insofferenza nei confronti dei tentativi di
controllare la circolazione delle idee
La produzione, la distribuzione e la lettura dei quotidiani diventano
socialmente rilevanti
Il consolidarsi del sistema porta alla nascita della sfera pubblica,
luogo “intermedio” tra Stato e società civile (Habermas, 1971)
La libertà d’informazione e pensiero diventano principi Costituzionali
con le rivoluzioni in Francia (1789) e negli Stati Uniti (1791)
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La sfera pubblica borghese
“La sfera pubblica borghese può essere concepita in un primo momento come la sfera dei privati riuniti come pubblico; costoro rivendicano subito contro lo stesso potere pubblico la regolamentazione della sfera pubblica da parte dell’autorità per concordare con questa le regole generali del commercio nella sfera fondamentalmente privatizzata, ma pubblicamente rilevante, dello scambio di merci e del lavoro sociale. Peculiare e storicamente senza precedenti è il tramite di questo confronto politico: la pubblica argomentazione razionale […] L’arte del pubblico argomentare è appresa dall’avanguardia borghese del ceto medio in comunicazione con il «mondo elegante», con una società aristocratico-cortigiana che indubbiamente tende a staccarsi a sua volta sempre più dalla corte e a costruire un contrappeso nella città. La «città» non è soltanto centro di vita economica della società civile; in antitesi politico-culturale alla «corte», essa caratterizza una primitiva sfera pubblica letteraria che trova le sue istituzioni nelle coffee-houses, nei salons e nei sodalizi conviviali”. (Habermas, 1999: 41-44).
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