+ All Categories
Transcript
  • lezza dellimpossibilit di salvare tutto,affidando un ruolo importante ai pro-gettisti nella ricerca di un programmache i vecchimuri di mattoni potesseroaccogliere e nella scelta della metodolo-gia da seguire. proprio in questa faseche, nel progetto, si sono introdotti tregiovani architetti belgi uniti sotto ilnome in codice 51N4E, forgiato sullecoordinate geografiche di Bruxelles,dove essi hanno stabilito la loro base ,pronti a confrontarsi con il primo archi-tetto del progetto e a sostenere i propriconcetti e programmi relativi allinter-vento.La vecchia birreria,altrimenti de-stinata a scomparire, ha ripreso vita tro-vando un suo nuovo ruolo nel quartierepure rinnovato. Addizione, densifica-zione, sovrapposizione sono alcunedelle possibilit compositive, ma anchesottrazione, erosione, destrutturazionepossono essere prese in considerazione.Nel progetto per Lamot, stato ritenutonecessario un forte taglio sul corpo delcomplesso per generare la figura rinno-vata e, tramite essa, consentire la lettura o almeno suggerire delle corrispon-denze tra la storia delledificio ed il suoprogramma di trasformazione,tra formae contenuto, tra la parte ed il tutto.Del resto,salvare un edificio condannatoalla distruzione come un intervento dichirurgia fatto di amputazioni, trapianti,protesi, suture. Unoperazione simile aquella che si pratica sui grandi feriti stata applicata allantica birreria Lamot,edificio altrimenti indecifrabile conglo-merato di volumi e costruzioni minori,frutto dei continui processi di demoli-zione ed estensione che gi nel Nove-cento il complesso aveva subto. Ma seoccorre portare i ferri in profondit,cos bisogna anche saper chiudere le fe-rite con cura; rendere accettabili, se noninvisibili, le suture. Questa larte delgrande chirurgo e pure il talento e lasensibilit dellarchitetto che intervienesullesistente.Per la birreria, rifiutata la soluzionepasse-partout di un museo di arte con-temporanea i 51N4E chiariscono es-sere luogo morto, frequentato solo nei

    Nella citt di Mechelen, meglio notacon il toponimo francese di Malines,Fiandre meridionali, provincia di An-versa, non stato sempre il filtrodellarcheologia ad essere applicato alpatrimonio edilizio esistente, ovveroquellatteggiamento conoscitivo chepermette di riqualificare gli ambiti mar-ginali della citt, cogliendo le virtualitnascoste anche nelle strutture produttivedismesse, vestigia del suo passato piprossimo. Pochi anni orsono, il volumeormai in disuso della birreria Lamot fa-ceva parte di un programma di rinno-vamento urbano che un imprenditorelocale conduceva alquanto brutalmente

    scegliendo, per esempio, di non lasciaretraccia di altre costruzioni art-dco diqualit della zona. Ci stupisce inquanto pare evidente(1) quanto lereditindustriale sia da tempo nellorbita dellepolitiche di tutela delle istituzioni ed noto come anche ai reperti del passatoindustriale sia riconosciuto il valore dibeni culturali.Eppure,proprio in Bel-gio, rischiava di verificarsi una profondalacerazione sul passato se non fosse in-tervenuto il Bouwmeister della RegioneFiandre a modificare il piano generaledella citt e imporre il riscatto delledi-ficio della birreria.E ci anche nel com-promesso, talvolta necessario,di interve-nire in modo non proprio leggeroperil suo rinnovo e rifunzionalizzazione.Aseconda di come lo si interpreti, il recu-pero implica, infatti, destinazioni dusodiverse e diverse modalit di intervento:in questo caso,ha giocato la consapevo-

    26 C I L 1 2 1

    Veronica Dal Buono

    51n4e architecten& architektenkooperatief

    Riconversione dellabirreria Lamot,Mechelen, Belgio

    Pro

    gett

    i

    FOTOGRAFIE 51N4E Architecten

    Contestualizzazione della birreria Lamotin Mechelen: planimetria generale.

    _ _ _

  • P R O G E T T I27

    Laccesso al complesso multifunzionale dalla piazza antistante, sotto lanfiteatro.

    Maquette del progetto: fronte principale e fronte fiume.

    _ _ _

  • 28 C I L 1 2 1

    giorni dellinaugurazione,si cercatodi stabilire un programma misto, capacedi animare continuativamente il nuovoimpianto,giungendo alla conclusione diconiugare cultura ed attivit commer-ciali. Inventariando gli spazi mancanti aMalines, emersa infatti la necessit diun auditorium composto di grandi saleneutre, capaci di ricevere ogni tipo dimanifestazione, comprese esposizionidarte, ma anche un ristorante ed altriesercizi commerciali.Con mano ferma,i giovani architetti hanno imposto unintervento forte e preciso sul complesso.Per il lato della costruzione lungofiume: svuotamento dellangolo per in-stallare lauditorium e la hall di ingresso,ovvero il cubo di vetro aperto sullo spa-zio pubblico, verso il canale ed il pano-rama di Malines, cos diverso dalla mas-siccia presenza delledificio originario.Lardita concezione della struttura in ce-mento lo fa apparire come sospeso al disopra del vuoto della hall.Sui tre restantilati, il taglio nel vivo del muro di mat-toni del primo piano offre al foyer del-lauditorium una vista panottica sul quar-tiere e porta alla luce loriginaria strut-tura in cemento armato. Al di sopra delfoyer, vengono sovrapposte due grandisale: una nera completamente chiusa,laltra bianca illuminata da lunghe fascezenitali; la parte delle vasche una dellequali stata conservata come le pia-strelle di ceramica sui muri trasfor-mata in ristorante; i vecchi silos dellematerie prime vengono parzialmentesezionati per accogliere il servizio diconservazione del patrimonio dellacitt.Ogni spazio,ogni vuoto, recupe-rato per moltiplicare le sale riunioni.Il taglio vivo del primo piano, le spar-tane grandi sale del secondo e terzopiano, il mantenimento dellaspettobruto di numerose strutture esistenti,sono tutti elementi conformi alle inten-zioni dei giovani architetti che,per mo-strare alla citt il progetto,hanno allestitonumerosi fotomontaggi scenografici emaquettes. Il tutto per difendere un can-tiere difficile, terreno di battaglia tra duedifferenti ideologie, la prima propen-

    Rappresentazione del significativo taglio sulledificio esistente.

    Planimetria del complesso multifunzionale a livello dellingresso stradale.

    Prospetto laterale del complesso a taglio eseguito. I diversi caratteri della facciata evidenziano leterogeneoinsieme di volumi che costituiva la birreria Lamot.

    _ _ _

  • P R O G E T T I29

    Lultimo piano del complesso polifunzionale.Planimetria a quota auditorium.

    Il segno sulla facciata prosegue anche sul prospetto lungo fiume.

    _ _ _

  • 30 C I L 1 2 1

    dente alla destrutturazione incontrol-lata, la seconda, invece, basata su una ac-curata,preventiva diagnosi,poi su un ra-dicale intervento.Il singolare paradosso che ne ha fatto se-guito stato che, aprendo ledificio to-talmente sulla citt, laccento si postosulle parti conservate, valorizzando lasua originaria, rude bellezza e la sem-plice corposit che promana dalla spessamuratura portante intessuta di rossi e ru-gosi mattoni locali dei primi del Nove-cento, ora forzatamente evidente.

    Nota1. Il tema dellarcheologia industriale stato ap-profondito dalla rivista Costruire in Laterizionel numero 106 del 2005.

    Scheda tecnicaProgetto: 51N4E Architecten

    & ArchitektenkooperatiefCollaboratori: Johan Anrys, Freek Persyn, Peter

    Swinnen, Nele Stragier, Bob DeWispelaere

    Consulenti: Heidi De Nijn, Bart De Baere,Wouter Davidts (programmaculturale), Meertens-Steffens(amministrazione), Laurent Ney(strutture), Bob Van Reeth

    Committente: citt di MechelenDimensioni: 1.340 m2 lotto

    6.600 m2 superficie costruitaCronologia: 2000, inizio progetto;

    2005, chiusura lavori

    Scene da Lamot. Montaggio di vedute che illustranola vasta gamma di funzioni organizzate allinternodel complesso.

    Il taglio sulla muratura rende evidente la strutturaoriginaria.

    Qui e nella pagina a fianco:sezioni longitudinale e trasversale sullampia saladellauditorium.

    _ _ _

  • P R O G E T T I31

    Vista del prospetto laterale del complesso osservato dallaltro lato del fiume.

    _ _ _


Top Related