EDIZIONE N° LXVIII
ANNO 2017
GIORNATA 21 MARZO
Ricordo delle vittime della Mafia
Il giorno 21 marzo è stato scelto dallo Stato per
ricordare le vittime delle mafie.
In occasione di questa manifestazione la classe 1B ha
approfondito l’argomento creando un cartellone e
svolgendo ricerche sulla mafia e in particolare su tre
vittime: Barbara Rizzo, Serafino Famà, Elio Di Mella.
Abbiamo presentato il nostro progetto alla classe 1C.
Dopo l’introduzione tre nostri compagni hanno esposto
le ricerche riguardanti le tre vittime.
A sorpresa, sono state lette tre lettere che i figli delle
tre vittime hanno scritto appositamente per la 1B.
La giornata si è conclusa con l’ascolto della canzone
Pensa di Fabrizio Moro che tratta proprio questo
argomento.
Per noi è stata una giornata molto istruttiva e ci ha fatto
aprire gli occhi su una realtà che conoscevamo a
malapena.
Matteo Adrian Patrichi e Filippo Marzola 1B
segue a pag. 2
A LEZIONE DI TEATRO
Quest’anno la scuola media Tasso ha offerto la
possibilità agli alunni delle classi prime di partecipare
ad un corso di recitazione organizzato dal Comune e
dal prof. Michalis Traitsis. Le lezioni si svolgono ogni
martedì dalle 15:30 alle 17:30 presso la scuola Tasso.
Abbiamo scelto di frequentare questo corso perché ci
entusiasmava l’idea di poter recitare davanti ad un
pubblico e di far parte di uno spettacolo. Oltre a
divertirci, abbiamo fatto tante amicizie e, secondo noi,
è la cosa più importante per realizzare uno spettacolo
emozionante. Il professore ci insegna le regole del
teatro attraverso dei giochi. Il nostro gioco preferito è
quello del “quadro”: consiste nel creare una scena a
piacere utilizzando i nostri compagni di lavoro facendo
loro assumere posizioni a nostro piacimento. L’unica
parte che non ci piace proprio è quando Michalis inizia
a spiegare un argomento e non si ferma più; però noi
cerchiamo di non distrarci e di rimanere attente, perché
ci servirà per quando faremo lo spettacolo. Questo
corso è molto impegnativo perché ci assegnano tanti
compiti, ma noi non molliamo alle prime difficoltà e
riusciamo comunque ad essere presenti il più possibile.
Siamo molto contente di poter partecipare a questo
corso e non vediamo l’ora di poterci esibire.
Sara Veizi e Fiammetta Randazzo I C
E-TWINNING ALLA TASSO
La scuola media Tasso ha partecipato al progetto
Etwinning “Había una vez…” con la I e la II B.
segue a pag.16
GLI EBREI A FERRARA
Nel secondo quadrimestre la mia classe ha svolto un
percorso legato alla presenza ebraica a Ferrara con le
nostre insegnanti. Le attività sono state diverse e molto
coinvolgenti. La prima si è svolta in classe con la prof.
Graziani, che ci ha esposto un meraviglioso
powerpoint sugli ebrei ferraresi nell’età moderna. Nel
1492 gli ebrei sefarditi vennero cacciati dalla Spagna e
tanti di essi si trasferirono in Italia e anche nella città
di Ferrara, governata in quel periodo dal Duca Ercole I
d’Este che li accolse molto volentieri, in quanto la
maggior parte di loro erano molto ricchi. Nel
powerpoint viene spiegato che, quando nel 1598
l’ultimo duca estense muore senza eredi maschi,
Ferrara torna sotto il dominio del Pontefice. Lo Stato
della Chiesa era purtroppo molto intollerante nei
confronti degli ebrei, tanto che nel 1624 viene istituito
in città il ghetto all’interno del quale sono costretti ad
abitare e vivere tutti gli ebrei di Ferrara. E a proposito
del ghetto, una delle attività che abbiamo svolto è stato
proprio visitare i luoghi dell’antico ghetto. Anche
quella mattina la nostra guida è stata la prof. Graziani
che ci ha spiegato benissimo e nei minimi dettagli la
storia di alcuni palazzi affittati agli ebrei e alcuni
aspetti della vita nel ghetto. Il momento che ho
preferito di questa uscita è stato quando, con
l’intervento della prof. Carosella, abbiamo realizzato
dal vivo il disegno di un portone, perché non capita
tutti i giorni di disegnare all’aperto. Questa attività l’ho
trovata molto utile sia dal punto di vista storico e
didattico perché ci ha arricchito di nuove conoscenze,
sia dal punto di vista dello “stare insieme” che ha
funzionato molto bene. Antonio Palumbo II B
INTERVISTA ALLA PROFESSORESSA
LAURA GRAZIANI
Gentile professoressa, colpiti dalle sue approfondite
conoscenze sugli ebrei ferraresi del ‘500 e ‘600, ci
siamo fatti diverse domande e speriamo possa qui
soddisfare le nostre curiosità… II B
segue a pag. 7
IL VIOLINO:
UNO STRUMENTO
MERAVIGLIOSO
Ho scelto di imparare a
suonare il violino
perché è uno strumento
dalle dolci note e dalla
forma antica e
particolare. Sin dalla
mia tenera età sono
stato affascinato dalla buona musica, antica o moderna,
ma soprattutto dalla musica classica, grazie all’ interesse
trasmessomi da mio nonno. Poi sono stato attratto da
diversi strumenti: chitarra, flauto, pianoforte. E tra questi
il più bello di tutti: il violino. Mi ha affascinato il suo
suono così sinuoso e coinvolgente che ti fa capire il vero
senso della musica: essa è qualcosa che non si può né
possedere né rubare. La puoi solo ascoltare e sentirti
libero. Una cosa davvero coinvolgente. Alle elementari
non ho avuto possibilità di studiare questo strumento,
perché nell’Istituto non c’era l’insegnamento del violino.
Poi, una volta arrivato alle medie, ho scoperto la
possibilità di entrare in contatto con questo strumento
magnifico. Prima di decidere definitivamente, ci ho
pensato un attimo per paura che dopo mi sarei stancato
di suonarlo. Poi ho deciso. E ora sono molto felice di
suonare il violino. Finalmente sono riuscito a suonare
anche dei veri e propri brani musicali. Ho avuto anche la
possibilità di esibirmi in pubblico, durante lo spettacolo
MusIncanto per mostrare ciò che ho imparato. Anche se
ho ancora molto da imparare, spero di continuare a
suonare questo strumento armonioso e straordinario. Lo
strumento che mi ha fatto sognare e immaginare un
mondo fatto solo di musica.
Michele Tugnoli I C
Cari amici, ho 13 anni, frequento la terza media e sono un ragazzo
felice. Sono dislessico, discalculico e disgrafico. Tante
persone non conoscono questi termini e non sanno che
influenza possano avere nella mia vita. Io sì, ma sono
felice di avere una madre che mi aiuta nella vita, che mi
è vicina nello studio, nelle amicizie che ho e nelle
passioni che coltivo.
Mi dispiace che mio padre viva lontano dalla mia città,
ma appena può mi viene a trovare.
Spesso sembro timido perché non parlo, lo faccio solo
per paura di sbagliare la pronuncia di una parola e per
questo temo di essere preso in giro dai miei compagni di
scuola. Sono sicuro che ci siano tanti ragazzi come me e
che, se ci scriveremo, ci aiuteremo a superare le nostre
paure.
Francesco Delvecchio III C
DISCORSO PER L’INCONTRO CON L’ASSESSORE FELLETTI
Gentile assessore, volevamo dirle che siamo molto contenti per come la scuola è stata impreziosita quest’anno. Mia sorella, che ha frequentato questo istituto prima di me, mi ha raccontato delle difficoltà di quando non c’erano
l’ascensore e la rampa per i disabili; se, ad esempio, uno studente si rompeva una gamba e arrivava a scuola con le
stampelle o con la sedia a rotelle, la sua classe doveva trasferirsi al piano terra ed un’altra, invece, era costretta a
spostarsi ai piani superiori. Inoltre, senza rampa i bidelli dovevano aiutarli a salire e a scendere gli scalini all’ingresso.
E’ importante ai giorni d’oggi che le scuole non abbiano barriere architettoniche! Per non parlare del fatto che, da
quest’anno, in ogni classe abbiamo una LIM! Siccome imparare divertendosi è più facile, la LIM ci consente di
approfondire gli argomenti in maniera interattiva, rendendo le lezioni più divertenti ed interessanti. Noi amiamo la
nostra scuola e speriamo che ci possano essere, negli anni futuri, altre iniziative per migliorarla. Le auguriamo buon lavoro!
Cecilia Capecchi I C
Scuola Secondaria di 1° grado
Torquato Tasso
Viale Cavour, 75 Ferrara
Istituto Comprensivo C. Govoni
http://www.comune.fe.it/tasso
NELLE PAGINE INTERNE
PAGINE APERTE pag. 3
DAI NOSTRI INVIATI pag. 7
CRONACHE SCOLASTICHE pag. 8
RECENSIONI pag. 11
POESIE pag. 12
RACCONTI pag. 16
RICETTE pag. 19
DIVERTIAMOCI CON … pag. 19
segue dalla prima pagina
Il giorno 21 Marzo 2017 insieme alla classe 1C siamo andati nell’aula di arte per raccontare la storia di tre vittime colpite dalla mafia. Le vittime di cui abbiamo scelto di
parlare sono Serafino Famà, Elio di Mella e Barbara Rizzo. Il nostro obbiettivo fin dall’inizio era comprendere che cos’è questo fenomeno e perché esiste. Prima di incontrare la classe 1C ci siamo preparati: abbiamo studiato questo
fenomeno, abbiamo visto dov’era diffuso e abbiamo svolto le ricerche sulle vittime.
Serafino Famà era un noto avvocato penalista, ucciso all'età di 57 anni nella città di Catania. Serafino Famà venne ucciso la sera del 1995 mentre usciva dallo studio con il
suo collega vengono esplosi sei colpi di pistola. L’altra vittima fu Elio di Mella, un carabiniere ucciso il 7 ottobre 1982 sull'autostrada Napoli-Bari, un commando di otto
uomini su tre auto blocca il furgone Peugeot blindato nel quale era custodito Mario Cuomo, pregiudicato della Nuova Camorra. Il detenuto, da quattro mesi nel carcere di
Campobasso, stava per essere trasportato ad Avellino dove sarebbe dovuto comparire davanti ai giudici. Cinque uomini costrinsero due carabinieri, minacciando con pistole
e fucili, a cedere le armi, a scendere dal mezzo e a distendersi a terra. Un colpo di pistola venne esploso nella parte posteriore del blindato contro lo sportello destro, dove
Elio Di Mella, accanto al detenuto ne manteneva le catene. Il carabiniere non si lasciò intimorire e, colpito con il calcio di una pistola, continuò a trattenere Cuomo fino a
quando, un uomo del commando lo colpì mortalmente con un proiettile alla testa. Elio Di Mella lasciò la giovane moglie ed un figlio di soli tre anni. Infine abbiamo studiato
la storia di Barbara Rizzo, che è stata assassinata nella Strage di Pizzolungo, mentre accompagnava poco dopo le 8:35 del mattino, a scuola i suoi piccoli gemelli, Salvatore
e Giuseppe, di soli sei anni uccisi anch'essi da un'autobomba destinata a colpire il magistrato Carlo Palermo. Dopo esserci preparati ci siamo recati in aula di arte per celebrare e non dimenticare questa giornata. La classe 1C ci aspettava entusiasta. Un nostro compagno ha presentato
l’argomento poi altri tre compagni hanno raccontato le storie delle vittime. La nostra professoressa filmò la nostra relazione sulla Mafia e ci fece una sorpresa: ci portò le lettere scritte dai familiari delle vittime che alcuni compagni hanno letto. Ci è piaciuta tanto questa giornata. Abbiamo capito cosa vuol dire perdere una persona uccisa da criminali. Questa giornata non la dimenticheremo mai. L’argomento che abbiamo trattato è di grande attualità perché la mafia è ancora presente in gran parte dell’Italia, dal sud al nord e per questo la scuola, i giornali cercano di
informare ed educare le nuove generazioni ad essere cittadini onesti e liberi. Maddalena Piovan e Ivan Tiogo I B
Cari ragazzi,
sono molto felice che abbiate scelto di approfondire la storia di mio papà. E' davvero bello ed importante che ognuno di noi faccia qualcosa per ricordare chi è stato
ucciso solo perché era onesto e coraggioso e amava tanto il suo lavoro.
Spero che possiate ricordarvi di quanto è bello essere liberi, onesti e coraggiosi in ogni cosa che fate e che da grandi seguirete la strada di chi si è battuto per
l'uguaglianza di tutti davanti alla legge, come ha fatto mio papà.
Siete la speranza di un futuro diverso, siete la possibilità di cambiare il presente per costruire tutti insieme un futuro libero dalle
mafie.
Vi abbraccio tutti.
A presto e ancora grazie.
Flavia Famà
La dignità è come un pugno di farina: se la getti nel vento non la recuperi più.
Cara Flavia, sono stata molto contenta di fare la sua conoscenza e di aver avuto la possibilità
attraverso lei di capire meglio il grande sacrificio del suo papà. Lui è stato onesto e
coraggioso nel combattere la mafia come ognuno di noi deve esserlo nell'eseguire
il proprio lavoro e nei comportamenti di ogni giorno. È un esempio grande anche
per noi bambini: ci insegna l'onestà e il coraggio che fin da piccoli dobbiamo avere
per cambiare in meglio tante cose intorno a noi. Ho trovato bellissima la frase in
fondo alla sua lettera: La dignità è come un pugno di farina, se la getti nel vento
non la recuperi più. La ricorderò per metterla in pratica sempre. Ricambio il suo abbraccio.
Sara Cazzola I B
Cara Flavia Famà,
intanto mi dispiace moltissimo per il suo caro papà. Dalla ricerca che la nostra
professoressa ci ha chiesto di svolgere, mi è sembrato fin dal primo momento un
uomo molto intelligente e pieno di serenità. Quando abbiamo letto la sua lettera
indirizzata alla mia classe, mi ha colpito moltissimo l'ultima frase. Sono sicura che
il suo papà è lassù in cielo che la guarda da quando si sveglia a quando va a letto,
ma soprattutto le vuole bene ed è estremamente contento di quello che sta facendo:
la sua bambina è una donna adulta onesta e speranzosa in un futuro migliore.
Un abbraccio da
Giulia Orsini I B
“Erano le 8 e 30 del 2 aprile 1985. L’auto azzurra di mia madre Barbara aveva appena superato
l’hotel Tirreno. Dai finestrini i miei fratelli Giuseppe e salvatore guardavano il mare. Dietro di loro,
all’improvviso due macchine di una scorta a protezione del giudice Carlo Palermo, a Trapani da
quaranta giorni. Dietro la curva, a ridosso di un muro, l’autobomba. Non uomini, né bestie ma
mafiosi. Non esitarono un attimo e azionarono il telecomando che doveva uccidere Palermo e gli
uomini della sua scorta. Non si fermarono davanti ad una madre con i suoi bambini. Loro saltarono per aria e salvarono quel “signore”, il giudice”. Mia madre non l’ho vista morta, la mafia me l’ha disintegrata. Dei miei fratelli mi sono rimaste le
fotografie di carnevale, i quaderni di prima elementare e l’immagine ricorrente di una macchia di
sangue sul muro bianco di una villetta, forse era Giuseppe. Avevo dieci anni, allora non avevo idea
di che cosa significasse vivere in un Paese dove la mafia comanda, decide, uccide. Non sapevo ancora che la giustizia si sarebbe fermata prima del tempo. Non sapevo che da quel giorno, davanti alle tombe di mia madre e dei miei fratelli, iniziava il tempo
difficile del dolore e della perdita. Tutto questo l’ho dovuto scoprire con il tempo e la sofferenza. Poi
ho capito e ho detto: “il dolore è un fatto personale ma la mafia no”. Ecco che allora la mia tragedia si è trasformata in un momento di riscatto. Ho fatto della mia storia testimonianza. Racconto la mia vita di bambina a cui è stata rubata la vita
di una madre e dei fratelli perché anche la mia sofferenza divenga un contributo a costruire un mondo
migliore e la mafia un nemico da combattere da un esercito sempre più numeroso. Un esercito fatto di persone che non hanno subito la violenza mafiosa come è successo a me ma che
dedicano il loro tempo ad organizzare, proporre e progettare, mettono a disposizione il loro tempo
e tutta la loro passione. Quando li vedo mi chiedo perché lo fanno e non se ne stanno al caldo delle loro case, chiusi nei loro
interessi personali. Io lo so perché, anche se non gli ho mai chiesto niente. Lo fanno perché di fronte
al dolore altrui e all’ingiustizia, davanti alla violenza dei mafiosi, gli uomini e le donne che credono
nei valori di una società giusta e consapevole rispondono con l’impegno. La società civile ha nomi e cognomi e tanto tempo dedicato alle battaglie e agli ideali. Battaglie portate avanti attraverso diverse azioni e con varie forme. Il giudice Caponnetto diceva che “La mafia teme la scuola più della giustizia, l'istruzione toglie
l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa”. La conoscenza consente, infatti, di creare una coscienza che ti permetterà di decidere da che parte
stare: dalla parte dei diritti e non dei favori; dalla parte della libertà e non dell’oppressione, dalla
parte del merito e non delle raccomandazioni; dalla parte della diversità e non della disuguaglianza. Puntare quindi su una rivoluzione culturale per sconfiggere le mafie è sicuramente importante. Oggi quella bambina è una donna di 42 anni. Mi alzo la mattina e il mio pensiero torna sempre a
mia madre e i miei fratelli. Barbara, Giuseppe e Salvatore sono vivi accanto a noi pronti a battersi
nelle battaglie quotidiane. Sulla stele che ricorda mia madre ed i miei fratelli c’è scritto “rassegnati alla morte non
all’ingiustizia le vittime del 2 aprile attendono il riscatto dei siciliani dal servaggio della mafia”. Non facciamoli attendere ancora. Tutti insieme possiamo riscattare il nostro paese perché le mafie hanno il loro nemico invisibile: il
nostro coraggio e la forza di non arrenderci mai!
Margherita Asta
Carissima Margherita, mi presento: mi chiamo Beatrice e vivo a Ferrara. A scuola ci
hanno consegnato tre lettere scritte dai famigliari di tre vittime
innocenti della mafia, in occasione della giornata del 21 marzo,
istituita proprio in loro memoria. Sono rimasta fortemente colpita dalla sua storia. Non voglio
neppure immaginare il dolore che l’ha accompagnata dalla sua
infanzia ad oggi. Perdere una mamma e dei fratellini deve essere
stato agghiacciante ed inimmaginabile la rabbia di aver subito tale
ingiustizia. Condivido appieno il fatto che tutti noi abbiamo il diritto di vivere
in libertà, serenità e non nella paura della mafia che vuole
comandare, usando la violenza e le minacce. È assurdo che ad oggi
non sia ancora stata sconfitta. LA mafia non può decidere chi deve
morire e chi deve vivere. La vita è un bene prezioso. È bello sapere
che ci sono tante persone che ogni giorno lottano contro questo
fenomeno. Io sono una bambina e spero, quando sarò grande, di
poter dare il mio aiuto, perché odio la violenza. Lei è da ammirare
per la grande forza e il coraggio che ha avuto e che tuttora dimostra.
Le fa grande onore essere la donna che è. Le mando i miei più sentiti complimenti ed un grande abbraccio.
Beatrice Meletti I B
Cara Margherita, sono Paula un’alunna della Tasso e oggi a scuola abbiamo parlato
della mafia. Abbiamo organizzato questa giornata per ricordare le vittime della
mafia italiana. Le classi IB e IC si sono riunite nella aula di arte dove abbiamo
letto tre lettere molto tristi di persone che hanno perso i propri
famigliari per la colpa della mafia. Io un po' conoscevo la mafia ma oggi ho imparato cose che mi
hanno colpito molto. Grazie per la tua lettera e ti volevo dire che mi dispiace per i tuoi
famigliari.
Paula Ivanova I B
Salve ragazzi, scrivo in qualita di orfano di un Appuntato dell'Arma dei Carabinieri, Elio Di Mella, in servizio presso il Comando provinciale Carabinieri di Campobasso,
il quale mentre stava effettuando il servizio di traduzione di un pericolosissimo esponente della Nuova Camorra Organizzata dal carcere del capoluogo molisano a quello di
Avellino, nello strenuo tentativo di impedirne la fuga veniva mortalmente colpito, a trent'anni, con un colpo di arma da fuoco lasciando una moglie giovanissima e un figlio
di soli due anni e mezzo. Il messaggio che desidero farvi pervenire in un giorno cosI importante qual e il 21 Marzo, finalmente riconosciuto dalla legge "Giornata della
memoria di Vittime di Mafia", e quello che in una realta come questa di oggi cosI invasa da fattori negativi tali da generare una grave crisi di identita sociale la quale
puntualmente si manifesta sotto ogni forma, sarebbe di vitale linfa perseguire, attraverso lo studio, quei principi di legalita che tanto sono stati inseguiti e difesi da. mio
padre, dai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e da tutte le oltre novecento vittime che oggi purtroppo ricordiamo. Per compiere tutto cio queste persone sono andate
anche contro colui che dovrebbe essere e speriamo che un giorno lo diventera nella totalita delle sue funzioni, il garante di tale principio, ossia lo Stato. Con l'auspicio che cio possa concretizzarsi stringo voi tutti in un forte abbraccio.
Luca Di Mella
Caro Luca,
abbiamo ricevuto la tua lettera nel giorno del ricordo per le vittime della mafia. Abbiamo letto con attenzione le tue parole e ci ha molto toccato il lutto che ha colpito la tua
famiglia per la perdita di tuo padre. Abbiamo approfondito questo problema e abbiamo capito che la mafia e una piaga che da molto tempo affligge l’Italia nei posti in cui
manca lo stato perchè c’e tanta disoccupazione, politici poco seri e poche forze dell’ordine. Purtroppo pare che sia molto difficile sconfiggere questo problema che sta
rovinando lo sviluppo economico e sociale di molte zone d’Italia.
Il senso del dovere di tuo padre ha dato un esempio di come ci si deve comportare di fronte a questo fenomeno negativo.
Noi della futura generazione ci impegneremo a costruire una mentalita piu onesta e libera per sconfiggere tutte le mafie.
Cari saluti. Francesco Piovan I B
PAGINE APERTE
LETTERA DA UN PAESE IN GUERRA AL PRESIDENTE DELL’ONU
Egregio Presidente,
questa è una lettera dalla guerra, ma io non sono un soldato, sono orfano, i miei
genitori sono stati portati via dai nemici e poi uccisi.
Sono vittima in questo film dell'orrore, in quest'incubo che viene acceso e colorato
dalle fiamme delle bombe nemiche, riempito dai suoni dei fucili e dalle grida della
gente che piange perché i propri familiari vengono portati via.
Detto così, sicuramente nessuno vorrebbe avere un incubo del genere, ma io ho
sognato tante volte che fosse solo in un sogno crudele, che la mattina seguente,
svegliandomi, riuscissi a vedere il mio paese libero, in pace, non sentire più i colpi
dei fucili e non vedere più le fiamme delle bombe, con i mei genitori vicino a me
che mi dicono:" Tranquillo, era solo un incubo". Vedere solo i fuochi d'artificio
che splendono nel cielo stellato.
Ma questo sogno non si realizzerà mai senza un aiuto, un aiuto per fermare i
bombardamenti, per salvare i propri familiari, per darci il cibo, l'alimentazione
giusta per crescere, per costruire i parchi per divertirci e incontrarci con gli amici.
Sono in un film che desidero e non desidero esserci allo stesso tempo, perché
voglio far capire al mondo quale sbaglio sta commettendo e dirgli di fermarsi e
non iniziare mai più a girare. E ora, dopo aver letto la mia lettera, signor
Presidente, le chiedo: che senso ha ascoltare e non cambiare? Perché non
cambiare la vita delle persone vittime della guerra?
Regalatemi la pace che sogno da tanto tempo, ne ho bisogno, il mio paese ne ha
bisogno!
Annalisa Chen II A
LETTERA DA UN PAESE IN GUERRA: UNA PARTITA DI CALCIO
Caro signor Presidente,
ho alcune domande da farle a nome di tutti i ragazzi di Aleppo. Lei sa che cosa vuol dire avere un amico di fianco a sé e tre secondi dopo vederlo per
terra agonizzante? Lei sa che cosa vuol dire vedere la casa di fronte alla propria crollare con decine di
persone dentro? Lei sa che cosa vuol dire andare in parrocchia per giocare e non tornare mai piú? Lei sa che cosa vuol dire vedere un parente morire con i propri di occhi? E vedere soldati da entrambe le parti morire come mosche sapendo che un giorno saró
uno di loro? Non uscire mai di casa per il terrore dei soldati, combattere senza neanche sapere il
motivo del combattimento? Rimanere senza denti a 7 anni? Mangiare una volta ogni due giorni? Cosa vuol dire bere acqua così sporca da essere marrone? In sostanza, Lei sa che cosa vuol dire avere PAURA? Signor Presidente, ora che le ho posto tutte queste domande non mi aspetto una risposta
ma un po' di aiuto. Noi di Aleppo non vogliamo parole di compatimento ma un po' di cibo sano, un po' di
acqua pulita e, se non si può ottenere la pace, anche solo una tregua, giusto per fare una
partita a calcio con i militari. Ecco, signor Presidente, ci basta una partita a calcio, solo una partita a calcio.
Umberto Rossi III A
I CONFLITTI ECONOMICI, ETNICI, RELIGIOSI DI OGGI
Nei conflitti di oggi, più del novanta per cento delle vittime sono civili: migliaia
di donne, bambini, uomini inermi vengono uccisi ogni anno e molti altri feriti e
mutilati; inoltre molti bambini vengono rapiti alle loro famiglie e costretti a “fare
i soldati”. Un’altra caratteristica delle guerre di oggi è data dall’importanza
dell’effetto mediatico, cioè dall’impressione che suscitano nell’opinione pubblica
grazie ai mass media. Per catturare la solidarietà dell’opinione pubblica, talvolta
vengono attuate azioni provocatorie, per suscitare la reazione violenta degli
avversari. I mass media danno risalto a queste ultime violenze, inducendo
l’opinione pubblica a condannarle severamente (dimenticando la provocazione di
chi le ha suscitate). Secondo me tutto quello che fanno i Governi è sbagliato.
Prendere di mira persone civili indifese (donne, bambini, uomini inermi e anziani)
è da vigliacchi e scorretto. Dovrebbero essere leali e combattere contro chi è dello
stesso livello, armato e in grado di reagire. Un’altra azione scorretta è rapire i
bambini, che hanno diritto a una vita normale, all’istruzione e al divertimento, per
costringerli a “fare i soldati”. Non mi piace il fatto che compiono azioni
provocatorie solo per avere una reazione violenta degli avversari. Non capisco
proprio cosa ci sia di divertente o di bello nel fare la guerra. Io, se potessi, fermerei
la vendita delle armi, ma ciò peggiorerebbe l’economia di chi le vende, e farei
smettere ai mass media di “pubblicare” o diffondere le provocazioni, in modo tale
che non ci siano più reazioni violente e inutili. Le guerre sono INUTILI,
“servono” solo per uccidere persone che, magari, stavano vivendo per bene e per
mandare in rovina la loro vite. Una delle motivazioni per fare la guerra è la
religione, che dovrebbe rimanere una scelta assolutamente libera in ognuno di noi.
Sofia Ni III B
LE RACISME EXPLIQUÉ PAR LES ADOS
Pendant nos cours de Fle nous avons lu des extraits du livre par Tahar Ben Jelloun 'Le
racisme expliqué à ma fille' où l'auteur dit que les racistes sont des gens qui pensent
que tout ce qui est différent de leur réalité menace leur tranquillité. Toutefois une
personne raciste peut aimer et apprendre beaucoup de langues, qu'il utilise pour son
travail ou ses loisirs. L'écrivain dit 'On ne naît pas raciste, on le devient', par exemple
à cause d'une mauvaise éducation.
À notre avis l’auteur du livre dit la vérité sur le racisme. Le racisme est un sentiment
de “peur” envers l’étranger, ou pour ce qu’on ne connaît pas. Le racisme naît également
des généralisations car si quelqu’un dit que les noirs sont méchants c’est un préjugé
parce qu'ils ne sont pas tous méchants. Le racisme se base aussi sur la méfiance à l'égard
de tous ceux qui sont différents de nous, mais la diversitè est une chance et une richesse
que nous devrions apprecier. On peut changer un raciste, si on lui fait comprendre que
ceux qui sont différents de lui ne sont pas une menace mais il faut apprécier la diversité
pour améliorer les relations entre les peuples. Cristina Kulchyk e Zandrick Jugal III A
NON BISOGNA DIMENTICARE !!!
Io con la mia classe sono andato a vedere un film sulle persecuzioni degli ebrei. Mentre
lo guardavo, pensavo che era ingiusto che delle persone che non avevano fatto nulla
venissero uccise nei modi più brutti che ci possano essere, perché nel mondo siamo
tutti uguali! Non bisogna fare guerre perché portano solo distruzione e odio e non
bisognerà commettere mai più una brutalità come quella della Shoa: ecco perché
bisogna sempre ricordare. Mi ha colpito molto il coraggio di quelle persone “giuste”
che misero a rischio la loro vita pur di salvare quella di tanti innocenti. NON BISOGNA
DIMENTICARE !!!
Giorgio Gessi I C
LA CONQUISTA DEI DIRITTI DELLE DONNE
Nel corso della Storia la donna raramente è riuscita ad affermare i propri diritti all’interno della società, in quanto era considerata inferiore rispetto all’uomo e doveva allevare
i propri figli e custodire la casa. Il Risorgimento è il primo periodo della storia italiana nel quale la partecipazione femminile sia apertamente ricercata e riconosciuta. Nella
prima metà del XIX secolo, alcuni dei salotti più influenti in cui i patrioti, rivoluzionari e intellettuali italiani si incontrano, sono condotti da donne, come ad esempio Bianca
Milesi, Metilde Viscontini, Dembowski, Teresa Casati, e Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Particolarmente rilevante è la presenza femminile nel movimento mazziniano, da
Sara Levi Nathan a Antonietta De Pace e Giuditta Bellerio Sidoli. Alcune donne si distinguono anche sui campi di battaglia, da Luisa Battistotti Sassi (combattente nelle
Cinque giornate di Milano) a Colomba Antonietti (caduta nella difesa della Repubblica romana), da Anita Garibaldi (la moglie di Giuseppe Garibaldi) a Rosalia Montmasson
(che partecipa alla Spedizione dei Mille come infermiera) a Antonia Masaniello e Giuseppa Bolognara Calcagno (che si uniscono ai combattenti garibaldini come soldatesse).
TUTTI UGUALI
Siamo pedine nella scacchiera della società.
La diversità non è ammessa.
Valeria Soloperto III C
Il nuovo Stato unitario esalta ed idealizza le madri e le spose del Risorgimento (prima fra tutte Adelaide Cairoli), ma non concede alcun diritto politico alle donne. Il voto
(anche amministrativo) è precluso. Il diritto di famiglia, disciplinato dal 1865 dal Codice Pisanelli, è improntato sulla supremazia maschile e preclude alla donna, attraverso
la richiesta dell'autorizzazione maritale, ogni decisione di natura giuridica o commerciale. L'articolo 486 del Codice Penale del 1859 del Regno di Sardegna, esteso ora a tutta
Italia, prevedeva una pena detentiva da tre mesi a due anni per la donna adultera. Nell’ambito dell'Istruzione, le donne ottengono nel 1874 l'accesso ai licei e alle università,
anche se in realtà molte scuole continuarono a respingere le iscrizioni femminili. Ernestina Paper, una ebrea, di origine russa, trasferitasi in Italia, è nel 1877 la prima donna
a laurearsi in Italia in medicina. Dopo di lei e fino al 1890 le donne che in Italia conseguirono una laurea saranno una ventina appena; molte delle professioni rimangono
comunque maschili. I cambiamenti legislativi sono molto lenti. I progressi maggiori sono ottenuti laddove lo sfruttamento era più grande ma anche la concentrazione
femminile più significativa, ovvero nei campi e nelle fabbriche. Nuove opportunità si aprono anche alle donne che abbracciano la vita religiosa. Nel 1904 viene formato il
Consiglio delle Donne Italiane (CNDI), aderente all'International Council of Women; la presidente è Gabriella Rasponi Spalletti. Il CNDI organizza a Roma, in Campidoglio,
nel 1908 il primo Congresso delle Donne Italiane, inaugurato dalla Regina Elena e dove erano presenti molte nobildonne. L'obiettivo era quello di estendere il diritto di voto
alle donne delle classi più elevate. Con la prima guerra mondiale i posti di lavoro persi dagli uomini richiamati al fronte vennero occupati dalle donne, nei campi, nelle
fabbriche e nella pubblica amministrazione, che in alcuni settori raggiungono anche l'80% degli addetti. Con l'instaurazione del regime fascista, i diritti delle donne subiscono
una radicale battuta d'arresto; l'ideologia fascista vede nella procreazione il dovere primario della donna. L'attività fisica delle giovani è vista come un complemento alla loro
femminilità e promuovendo la prima partecipazione femminile dell’Italia ai Giochi Olimpici del 1928, conquistando la medaglia d'argento. Tuttavia, c’è il timore che la
donna attraverso lo sport possa acquisire troppa indipendenza e libertà, pertanto anche su “pressione” del Vaticano, nessun’atleta è stata inviata a rappresentare l'Italia ai
Giochi Olimpici del 1932. La fine della seconda guerra mondiale in Italia, il 25 aprile 1945, segna un momento di svolta nella condizione femminile italiana. Alla vigilia
delle elezioni amministrative, le prime alle quali le donne erano chiamate a votare. La festa dell'8 marzo 1946 fu celebrata in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo
simbolo, la mimosa. Alla fine degli anni ‘60, sulla spinta anche degli avvenimenti europei e mondiali, nascono anche in Italia gruppi femministi, i quali non solo rivendicano
l'applicazione dei principi costituzionali di eguaglianza ma mettono l'accento anche su temi di diritto specificamente femminili, quali il divorzio, l'aborto, la contraccezione,
la lotta al maschilismo. Nel 1976 Tina Anselmi diventa la prima donna ministro dal 1979 al 1992; Nilde Iotti ricopre la carica di Presidente della Camera dei Deputati. Nel
1982 Camilla Ravera è la prima donna ad essere nominata senatrice a vita dal Presidente Sandro Pertini. Il 12 giugno 1984, in concomitanza con gli altri paesi europei, viene
istituita la Commissione Nazionale per la parità e la pari opportunità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio. Nel 2016, l'approvazione della legge sulle Unioni
Civili, di cui è relatrice la senatrice Monica Cirinnà, non solo aumenta i diritti delle donne conviventi al fuori dell'istituto matrimoniale ma regola anche i rapporti di
convivenza tra due donne. Paolo Stumbo, Lorenzo Parolini, Marianna Guccione, Enrico Miceli, Arias Gianluca, Catalin Comisarov, Sara Nechifor, Marcello Fornasiero II C
TEN WOMEN WHO MADE A DIFFERENCE
HYPATIA (scientist and philosopher)
Hypatia of Alexandria was a
mathematician, astronomer
and philosopher. Unlike most
girls of her day, Hypatia did
not stay home with female
relatives. She read a lot and
listened to her father discuss
ideas with other scholars. Her
father taught her Mathematics,
Science,Literature, Philosophy
and Art. She became a scholar like her father and worked to
preserve ancient Greek teachings. She taught Philosophy
and Astronomy and it is believed that she perfected the
astrolab, an instrument used to calculate the position of the
Sun, the Moon and the Stars.
She is still the symbol of freedom of thought.
Paolo Samorani e Alessandro Zaccarini III C
_______
AMELIA EARHART(aviator)
Amelia Earhart (Kansas, USA
24 th July 1897 - ? 1937) was
the first woman to fly over the
Atalantic and the Pacific
Ocean.
In 1937 she disappeared while
trying to circumnavigate the
globe from the equator. She
was declared legally dead in
1939.
Amelia dedicated great part of
her life to prove that, like
men, women could excel in their professions, and that they
could have equal value.
Martina Smolari III C
________
ANNE FRANK (diarist)
Anne Frank was born in Germany in 1929, but she moved
to the Netherlands in 1933. When Germany occupied
Amsterdam Anne and her family had to hide in secret rooms
where they remained for two years, from 1942 to 1944.
During these two years of solitary
confinement Anna wrote a diary.
Anne died in the Bergen-Belsen
concentration camp in 1945.
Her diary, “Diary of a young girl” was
pubblished thanks to her father, the
only member of the family who
survived.
The diary is not only a historical account of the Holocaust
but it tells of Anne’s impressions, feelings and insights on
the war and humanity.
Oumaima Makaoussi III C
KATE SHEPPARD (activist)
Born in Liverpool,
England, in 1847, Kate
Sheppard moved to New
Zeland in the late 1860s
where in 1885 she
founded the Women’s
Christian Temperance
Union. Two years later
she became the leader of
its suffrage campaign.
Thanks to Kate, on 19th
September 1893, New Zeland became the first
country where women gained the right to vote.
F. Del Vecchio, D. Racovita, I. Tsynda III C
_________
VALENTINA TEREŠKOVA (cosmonaut)
She was born in Russia in
1937 and she was the first
woman who flew in space.
She was chosen to pilot
Vistok 6 in 1963 when she
was 26. She remained in
space three days and she
went around the Earth 48
times.
Gianmarco Mazzoni e Gabriele Sorbello III C
____________
ROSA PARKS (activist)
On December 1st 1955
Rosa Parks said a brave
NO!
At the time Rosa was
living in the racially
segregated Montgomery,
Alabama, where balck
people and white people
went to different schools, churches, theatres, shops
and drank from different fountains. They could ride
the same buses, but they had to sit separately: black
people had to sit at the back.
One day, on December 1st 1955, Rosa refused to
give her seat to a white person. The bus was
crowded and there weren’t enough seats for white
passengers in the front section, so the driver asked
Rosa to give up her seat. She said NO! She was
arrested and spent the night in jail.
Led by MLK, the members of the African-American
community boycotted the buses until the law was
changed. The boycott lasted 381 days. It ended
when segregation on buses was declared
unconstitutional by the Supreme Court.
Elisabetta Martina III C
EMMELINE PANKHURST (activist)
Emmeline Goulden
(Manchester, 14th July
1858 - London 14th
June 1928), known as
Emmeline Pankhurst
was a political activist
and leader of the
British Suffragette
Movement. Supported
by her husband,
Richard Pankhurst (married in 1879), a lawyer
who believed in equality for women, in 1889 she
founded the Women’s Franchise League. In 1903,
after her husband’s death, she founded the
Women’s Social and Political Union (WSPU)
which focused on voting rights for women. She
was arrested several times. Finally in 1918, after
WWI, some women over 30 received the right to
vote. On July 2nd 1928 all women over 21 were
given the right to vote. Unfortunately Emmeline
didn’t live to see it: she died three weeks earlier.
Anna Ajmone e Maria Vittoria Pedace III C
_________
RITA LEVI MONTALCINI (scientist)
Rita Levi Montalcini was one of the greatest Italian
scientists.
She decided to
devote her entire
life to science,
choosing not to
get married.
In 1986 she won
the Nobel Prize
for Medicine for
her work in the
area of neurobiology. In 1992 she founded a
Foundation to support the training of young people
Anastasia Mihanescu III C
___________
COCO CHANEL (fashion designer)
Gabrielle Bonheur Chanel, known as Coco Chanel,
spent part of her childhood
and adolescence in an
orphanage run by nuns.
She started her fashion
career by designing hats
and in 1910 she opened a
hat shop. Three years later
she started to sell casual
clothes suitable for sport
and leisure. She was very successful because society
women loved her simple wardrobe. She banned
corsets and other uncomfortable garnments. Her
designs revolutionised the fashion industry: the most
successful was her classic “little black dress”.
Mariachiara Bussola e Veronica Cirelli III C
MALALA YOUSAFZAI (activist)
Malala Yosafzai was born on July 12th 1997 in Pakistan. When she was eleven she wrote a blog for
BBC and she told about life during the Taliban occupation.
On October 9th 2012, while she was going back home from school, a Taliban got on the school bus
and shot her in the head. Even if she was only 15 years old, the Taliban thought she was guilty
because she told the world about her desire to go to school, study and read.
Luckily, she survived the attack and was flown from Pakistan to Birmingham, in England, for
surgery.
Her family moved to Birmingham and they still live there.
On July 12th 2013, on her 16th birthday, Malala gave an important speech at the United Nations. She
spoke about wanting all girls to get education and about the importance of education for everyone:
“Education is neither eastern or western. Education is the right of every human being”.
In 2014 Malala received the Nobel Peace Prize and became the youngest recipient in the history of
the prize.
In 2016 her autobiography, I am Malala, was published.
Leonardo Berveglieri III C
FAMOUS QUOTES
Women must try to do things as men have tried. When they fail their failure must be but a challenge to others. Amelia Earhart I am very resourceful, as any woman would be. Valentina Tereškova
I would rather be a rebel than a slave. Emmeline Pankhurst
All that separates, whether race, class, creed or sex, is inhuman, and must be overcome. Kate Sheppard
Be less curious about people and more curious about ideas. Marie Curie
Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di “mostrare” nulla, se non la loro intelligenza. Rita Levi Montalcini
I believe there is only one race-the human race. Rosa Parks
Reserve your right to think, for even to think wrongly is better than not to think at all. Hypatia
Luxury must be comfortable, otherwise it is not luxury. Coco Chanel
No one has ever become poor by giving. Anne Frank
IL LINGUAGGIO DELLE BUONE MANIERE
“Per favore, grazie, Permette? scusi. “In fondo sono poche le parole delle buone maniere e non bisogna avere paura di usarle troppo spesso. Non capita quasi mai di trovare
qualcuno esageratamente educato, mentre, sempre più spesso si incontrano persone che sembrano ignorare queste parole, come se non le conoscessero o non facessero parte
del loro vocabolario. Non c’è nessun motivo per cercare di ottenere con arroganza qualcosa da qualcuno, quando glielo si può chiedere gentilmente. Basta dire “per favore”. Se lo faremo,
scopriremo che è più facile ottenere quello che chiediamo. Infatti, è difficile rifiutare qualcosa a una persona educata; al contrario è facilissimo irrigidirsi di fronte a una
persona arrogante. Quando uno ha ottenuto ciò che ha chiesto è doveroso rispondere con un “grazie”, una parola che deve ricorrere con grande frequenza nel nostro linguaggio. Per una buona educazione bisognerebbe ricorrere al “Galateo”. Il Galateo è un libro scritto nel’500 che definisce le norme comportamentali con cui si identifica la buona
educazione sociale. Il nome “galateo” deriva da Galeazzo Florimonte, vescovo della diocesi Sessa Aurunca, che corrisponde alla forma latina di galatheus. In generale il
galateo è un codice non scritto, anche se in alcuni casi può dar luogo a codificazioni scritte. La buona educazione dovrebbe essere maggiormente presente nella società di oggi e molti esperti nell'ambito sociale stanno cercando di sensibilizzare i giovani all'uso delle
buone maniere. P. Stumbo, L. Parolini, M. Guccione, E. Miceli, G. Arias Zambrano, C. Comisarov, C.S. Nechifor, M. Fornasiero II C
COME ASTOLFO ...
Penso che, di mio, sulla Luna ci siano molte cose smarrite ma, se devo pensare a
quella più importante mi viene in mente la felicità, o almeno in parte … Sicuramente l’ho persa quando ho dovuto affrontare il trasloco. E' stato un duro colpo
per me, sono passato ad una realtà diversa. A Milano uscivo sempre e trovavo il tempo per fare i compiti, ma comunque giocavo,
mi divertivo molto con i miei amici: mi sentivo a casa. Invece a Ferrara era tutto diverso: non conoscevo nessuno e non potevo uscire con
nessuno, l'unica cosa che rimaneva era chiudermi su me stesso, giocando con giochi
elettronici. Non ci stavo! Ma come è successo ad Orlando, anch'io ho avuto un “Astolfo “: in questo caso sono
stati i miei compagni ed i miei professori. Mi hanno aiutato ad integrarmi, così sono riuscito a divertirmi, ad uscire e a giocare
ancora come una volta. All'inizio avevo molta paura ma non avrei mai pensato di trovare delle belle persone
e, soprattutto, degli AMICI. Ora la felicità è tornata e anche Ferrara è casa mia.
Andrea Casagrande III A
_______
Ho perso molte cose sulla luna. A partire dalla più importante che è la fiducia in me
stessa. Non mi ricordo neanche quando la ho persa m la voglio indietro a tutti i costi,
perché la fiducia è molto importante, soprattutto quella in se stessi. Senza di quella
non riesco a fare niente quindi, se potessi, vorrei tanto riaverla o semplicemente
averla. La seconda cosa che vorrei riavere è una parte della mia felicità. L’ho persa
3 anni fa, quando sono partita per l’Italia. La rivoglio per poter essere completamente
felice. La terza è la fiducia dei miei genitori, l’ho persa 3 anni fa quando sono arrivata
in Italia, più precisamente nel corso dei 3 anni. Ho fatto quasi sempre di testa mia e
senza considerare le conseguenze dei miei gesti. È solo che non mi piace seguire gli
ordini. Ho la piena fiducia dei miei nonni che mi ripetono sempre che devo ascoltare
i miei genitori, ma li deludo quasi sempre. Quindi voglio riavere la loro fiducia, così
non saranno più tanto arrabbiati con me. Se sulla luna ci fossero veramente tutte le cose perse da una persona, non perderei
neanche un secondo e volerei lassù per riprendermi tutte le cose da me perdute. Annalisa Chen III A
L’AMICIZIA TRA I BANCHI DI SCUOLA Noi ci conosciamo da tanto tempo e siamo molto amiche. Ci chiamiamo Giulia,
Vanessa e Francesca. Frequentiamo la scuola secondaria da soli 5 mesi e già siamo
diventati un bellissimo gruppo di amici. In questa scuola ci troviamo molto bene…
eccetto i troppi COMPITI!!! Nella nostra classe ci stanno simpatici tutti: professori,
bidelli e compagni. I momenti della giornata che ci piacciono di più sono la
ricreazione e l’uscita da scuola!!! In classe siamo 24, molti li conoscevamo molto
bene perché venivano alle elementari con noi. Però siamo diventati molto amici
anche con il resto della classe. Noi ridiamo in continuazione, soprattutto quando
facciamo delle facce strane… molto strane! Alcuni hanno alcuni hobby in comune,
altri praticano lo stesso sport…ma alla fine è bello stare tutti insieme, aiutandoci
nel momento del bisogno e sostenendoci l’un l’altro: SIAMO UNA CLASSE
STUPENDA!!!
G. Sarzi Amadè, V. Cirelli, F. Testoni I C
SULL’AMICIZIA
Tradimento. Una parola che tutti avranno usato o sentito almeno una volta e per noi
è una parola come le altre, finché viene qualcuno e le dà un significato. Io ho
incontrato tante persone. Alcune persone sono rimaste, altre, invece, sono andate.
Avevo circa 6 anni quando ho perso una mia amica, che solo io ritenevo amica,
perché avevo scoperto quello che lei pensava. Ovviamente, quella volta, non avevo
preso seriamente quel fatto. Dopo ho incontrato tante persone che alla fine non
avevano fatto altro che usarmi o tradirmi. Mi ero chiusa in un guscio. Un giorno,
finalmente, avevo trovato il tesoro! Una persona che mi ha accettato come sono e
con cui potevo essere me stessa. La persona a cui voglio tanto bene, Nicole. Ci siamo
incontrate alle elementari per la prima volta. All’inizio stavamo a distanza. Poi, pian
piano, siamo diventate amiche e poi migliori amiche. Un’amicizia che vivrà per
sempre, se anche siamo lontane e non ci vediamo spesso. L’unica promessa che ci
siamo fatte è che staremo sempre in contatto, anche se io sono in un’altra parte del
mondo e lei in un’altra. Lei mi ha tirato fuori dal guscio e le sarò sempre grata per
questo!
True friendship isn’t about being inseparable, it’s being separated and nothing
changes. La vera amicizia non è essere inseparabili, ma è essere separate e non cambia nulla.
Momina Tanveer II A
IL MIO MITO È …
Il mio mito è la mia mamma, una persona molto
gentile e buona. Io l‘aiuto in casa, a fare le pulizie
domestiche, sparecchiare e apparecchiare la tavola. Lei
mi aiuta a fare i compiti quando sono in difficoltà. É
molto alta, porta gli occhiali, ha i capelli e gli occhi
castani; per camminare usa scarpe con i tacchi. Al
sabato pomeriggio fa yoga Ogni sera, prima di dormire,
mi coccola con tanto amore. Qualche volta la mamma
si arrabbia con me e con mio fratello. Lei si preoccupa
sempre per noi. Sta a casa con me il lunedì e il giovedì:
qualche volta insieme facciamo i compiti, mi porta a
pallacanestro per fare allenamento; insieme amiamo
camminare e giocare a carte. Secondo me, è la mamma
più bella di tutto il mondo. Francesco Rossi 1C
Il mio mito è mio nonno materno di nome Enzo. Lui
è una persona affettuosa e buona con tutti i suoi nipoti
e figli ed è anche molto scherzoso. Mio nonno ha
novant’ anni e nella sua vita ha studiato e lavorato
molto. È un ingegnere e, impegnandosi nel lavoro, è
diventato una persona molto importante. Ha studiato
tanto e infatti, quando gli faccio delle domande, lui mi
dà sempre una risposta e anche in maniera molto chiara.
Nonostante la sua età, è sempre aggiornato sulla
politica e anche sull’ attualità e sa tutto sulla storia e
sulla geografia: quando ho un dubbio, vado a casa sua
e gli chiedo informazioni e chiarimenti. Il nonno Enzo
è il mio mito perché vorrei essere come lui: vorrei
studiare e avere un lavoro importante come il suo,
vorrei avere una risposta a ogni domanda proprio come
lui. Ma, soprattutto, vorrei anch’io superare i
novant’anni!!!
Giorgio Gessi 1 C
Il mio mito è mio fratello! Lui mi aiuta in tutto: studio,
lavori domestici e tanto altro...Lui si prende cura di me.
Quando ero piccola, lui era il mio baby-sitter: mi
preparava da mangiare, mi aiutava cambiava il
pannolino e c’era sempre quando avevo bisogno.
Aveva solo 10 anni e faceva tutto questo per me. Ora
ha 19 anni, è molto più grande, ma continua a prendersi
cura di me. Quest'anno è molto impegnato con la
maturità e noi gli diamo tutto il nostro appoggio. Gli
voglio molto bene e non potrei immaginare come
sarebbe la mia vita senza di lui. Anche noi, come tutti i
fratelli, litighiamo e ogni tanto non andiamo d'accordo,
ma comunque ci vogliamo molto bene. Questi sono
motivi perché, secondo me, mio fratello Erghi è il mio
mito e lo sarà per sempre. Sara Veizi I C
L’INVIDIA
La volta in cui sono stata invidiosa di qualcuno è stato
circa 2 anni fa quando è nata la mia sorellina Giada. Ero
molto invidiosa perché prima del suo arrivo ero io la
preferita di casa. Infatti ero sempre viziata con tutto
quello che volevo. Quando Giada è nata mamma e papà
avevano occhi solo per lei e si preoccupavano sempre
tantissimo ogni volta che piangeva o faceva qualsiasi
cosa. Visto che piangeva sempre, anche di notte, i miei
genitori dovevano alzarsi per farla smettere. E per
questo motivo non avevano mai tempo o erano sempre
troppi stanchi per giocare con me. Anche quando sono
venute a trovarci i miei zii per salutare la bambina le
hanno portato tantissimi regali tra cui vestiti e
giocattoli. Invece a me non avevano portato niente. Quella sera ero molto invidiosa di Giada, infatti mi
sono messa a piangere per il resto della serata, poi la
mamma mi ha spiegato che se stava sempre con Giada
era perché aveva più bisogna di me di attenzioni e cure.
Alla fine ho capito che la mamma vuole bene anche a
me allo stesso modo e non sono più stata invidiosa. Yafei Lin II A
LA MARTENITZA
La Martenitza è un ornamento o
braccialetto rosso o bianco.
Secondo la tradizione bulgara
questo mese segna l’inizio della
primavera. Dunque il 1 marzo è
simbolo associato al saluto
dell’inverno e al benvenuto della primavera.
Scambiarsi la martenitza durante la prima settimana di
Marzo è un gesto che risale al IX secolo ed è una delle
più popolari usanze bulgare che si è mantenuta nel
corso dei secoli.
Il MIO FUTURO…
Il mio futuro lo desidero così…beh, non ho un’idea
precisa su come potrebbe essere il mio futuro ma ho fatto
sogni ad occhi aperti e ho sognato di viaggiare in tutto in
mondo e, come lavoro, mi piacerebbe fare la
criminologa, anche se è un lavoro difficile e richiede
molto studio. Voglio divertirmi e trascorrere ogni
secondo della mia vita al meglio, senza sprecarne un
minuto; certo, farò degli sbagli in scelte importanti, ma
sono quegli errori a rendere la tua vita speciale e con lei
il tuo futuro. Tutti sicuramente immaginano come
potrebbe essere il proprio futuro e probabilmente lo
vedono “rose e fiori”, ma forse non è sempre così. Forse
fai dei sogni ad occhi aperti e…anche io ne ho fatti, lo
ammetto. Alcune volte, forse, questi sogni si avverano,
ma altre volte purtroppo no. Possono essere stupidaggini
come desiderare che il ragazzo che ti piace si accorga
che esisti, ma anche cose più difficili. Nel tuo futuro ci
sono anche speranze e io…ho sperato molto, anzi
troppo! Io infatti spero di andare via, di vivere a Londra
o in America, poi non so…La vita è difficile, ma il futuro
è più un’avventura. Un’ avventura che puoi fare con
qualcuno o anche da solo, ma sei tu il padrone del tuo
futuro. Il tuo futuro si realizza solo se tu vuoi che si
realizzi. Martina Pivari III C
LA SCUOLA
La scuola è un luogo istruttivo, dove i ragazzi imparano
a leggere e a scrivere. Per molti ragazzi la voglia di
andare a scuola è poca, invece per altri è un luogo di
divertimento. Nella scuola i ragazzi, crescono, si
conoscono creando nuove relazioni tra di loro. Tempo fa l’obbligo scolastico era solo fino alla quinta
elementare, pochi i ragazzi riuscivano a continuare gli
studi, in quanto dovevano lavorare per aiutare
economicamente la famiglia. Ora invece l’obbligo scolastico è fino al secondo anno
della scuola superiore di secondo grado. Prima la scuola era molto rigida: non c’era libertà di
scelta per i vestiti, perché era d’obbligo indossare il
grembiule: bianco per le femmine e blu per i maschi e
con il fiocco tricolore. Inoltre gli insegnanti avevano una
bacchetta con la quale punivano gli alunni: dando le
cosiddette “Bacchettate nelle mani”, un’altra punizione
era mettere gli alunni in ginocchio sui chicchi di mais
dietro la lavagna. Inoltre nella scuola non c’era la
tecnologia (Lim e computer) per questo se si doveva fare
una ricerca si usavano le enciclopedie e se non si
avevano si andava in biblioteca. I compiti erano
eccessivi e difficili, altro che i compiti di adesso !!!!! I ragazzi si impegnavano molto a prendere voti
eccellenti, altrimenti ne pagavano le conseguenze. I
telefoni ancora non c’erano e quindi i compagni non
potevano aiutarsi a vicenda, mentre ora è possibile farlo
tramite messaggi. I genitori, nella vita scolastica non erano molto presenti,
specialmente durante lo svolgimento dei compiti a casa,
al contrario di oggi. Si facevano le gite, ma poche!!!! I libri di un tempo erano
complicati, perché vi erano poche immagini, il loro
linguaggio era molto difficile. Poi la scuola era divisa tra
maschi e femmine; col passare del tempo le classi sono
diventate miste. Invece, oggi attraverso schemi ed
esercizi semplici la vita dello studente è resa più
semplice. Per scrivere era obbligatorio adoperare la
penna con il calamaio, nel quale la penna veniva intinta
nell’inchiostro, combinando molto spesso dei guai!!! In caso di errori occorreva tirare una riga e scrivere la
parola corretta a fianco, perché non esisteva la cancellina
La scuola del passato era fondata sull’ascolto, imposto
dall’autorità dell’insegnante, sul silenzio,
sull’apprendimento mnemonico, mentre questa attuale
sulle attività che favoriscono la collaborazione tra
insegnante e scolaro e tra scolaro e scolaro. C. Apicel, S. Cotti, A. Marchesini, G. Boccafogli,
A. Cimbiri, F. Greci II C
_______
Rappresenta anche i colori della natura: il bianco della
neve e il rosso per le guance e la vecchiaia.
Fondamentalmente è un talismano per la buona salute e
la lunga vita. Esistono diversi tipi di martenitza: semplici
fili rossi e bianchi, bracciali o bambole di stoffa di lana
o di cotone. La martenitza è fondamentalmente un
talismano per la buona salute e la lunga vita. Rappresenta
anche i colori della natura: il bianco della neve e il rosso
per le guance e la vecchiaia.
Paula Ivanova e Beatrice Meletti I B
LA MIA MIGLIORE AMICA
La mia amica è alta e robusta. I suoi occhi hanno delle
sfumature di grigio, marrone e verde. Il suo viso ha
una forma particolare, con le sue lunghe ciglia folte,
le guance rosse, un naso aquilino, delle labbra piccole
piccole e le sopracciglia piuttosto folte. Ha delle
orecchie di media dimensione, i capelli mori, la pelle
bianca, pallida come la neve. Le sue spalle sono
larghe e robuste. Il suo viso esprime varie emozioni
ad esempio: la serenità, la tranquillità, un poco di
saggezza e molta responsabilità. Riguardo al suo
carattere è molto socievole ma direi che gli scherzi
non fanno proprio per lei. Quando le sto accanto, mi
fa sentire a mio agio anche se spesso litighiamo e
perciò si creano momenti di imbarazzo. Lei cerca
sempre un modo per farci riappacificare o di farmi
ridere e tornare a conversare ed essere amiche. Lei ha
più pregi che difetti anche se, i difetti, non sono da
prendere alla leggera. Il suo pregio più grande è il
seguente: se un suo amico o una sua amica è in
difficoltà cerca sempre un modo per dargli una mano
ad esempio se non ha la merenda. Il suo difetto più
grande, invece, consiste nel fatto che va in panico per
tutto. Quando c’è una verifica, o una interrogazione o
devono comunicare i voti, va in panico e comincia a
preoccuparsi, quindi io sono costretta a rassicurarla
ogni volta. Resta il fatto che le voglio tanto bene.
Essere come lei? Non ci penso proprio, preferisco
rimanere così come sono, sennò chi potrò mai
rassicurare? Con chi potrò confrontarmi su qualche
personaggio televisivo? Con chi canterò a
squarciagola durante una gita? Certo, queste cose
potrei farle anche con qualcun altro, ma quando sto
con lei sento che qualsiasi cosa facciamo diventa
unica. Se dovessi paragonarla ad un animale sarebbe
una farfalla tigrata, leggera e femminile ma con un
carattere forte. Invece, se fosse un oggetto, sarebbe
una delle sculture di fimo, per quanto ne è
appassionata. Per il bene che le voglio, non la
venderei nemmeno a peso d’oro!!
Losy Taty II A
IL MIGLIORE AMICO
Io non pensavo di trovare un vero amico, poi sono
diventato amico di Niccolò. Appena è arrivato in
classe da noi non l'avevo trovato molto simpatico,
soprattutto quando dava i calci alla mia sedia. Per
vendicarmi gli incollato tutto il diario, però dopo
abbiamo iniziato ad invitarci uno a casa dell'altro così
siamo diventati amici. Abbiamo anche iniziato a fare
lavori scolastici insieme. Quando viene a casa nostra
giochiamo ai videogiochi e usciamo, invece quando
andiamo a casa sua alcune volte facciamo i compiti,
però la prima volta che ci siamo andati abbiamo
ascoltato quello che ci diceva sui minerali e li
abbiamo visti anche dal vivo! Con lui mi trovo bene
perché ci incoraggiamo prima delle verifiche. Tra le
tante cose che ci uniscono, la nostra preferita è la saga
di “Guerre Stellari”.
Luca Pasquali II A
L’INVIDIA
Secondo me, l’invidia è un sentimento negativo che
ci porta a pensare e a volere ciò che non possediamo,
di conseguenza ci impedisce di concentrarci sulle
nostre abilità e sui nostri potenziali, ciò che
caratterizza ognuno di noi e che lo rende unico. Con l’invidia non potremo mai sviluppare le nostre
capacità ma ci sforzeremo sempre di diventare simili
agli altri o semplicemente immaginare di esserlo,
senza poterci rendere conto di ciò che realmente
siamo e ci differenzia dagli altri.
Io ho spesso provato invidia per qualcun altro, poi
però ho capito che tutti siamo diversi e che quel
“qualcuno” può non avere capacità che io invece ho.
È questa emozione che rovina gli esseri umani,
facendo voler loro diventare come persone che invece
non sono, illudendoli che non possiedano alcuna
abilità utile e sprecando ciò che potrebbero essere
capaci di fare. Luca Pieri II A
CERCAVO TE Cercavo una piccola cosa
in un mondo infinito,
e invece ho trovato te:
una cosa infinita…
in un piccolo mondo!
Francesco Tranca III D
DAI NOSTRI INVIATI
INTERVISTA ALLA PROF. SSA LAURA GRAZIANI (continua dalla prima pagina)
Come mai ha scelto di specializzarsi proprio questo argomento? La mia prima abitazione fu una casa del ghetto in via Vignatagliata e spesso giocavo a casa di un’amica che
aveva una finestra su un cortiletto piccolo e chiuso che mi faceva paura…credo che questo ricordo della mia
infanzia abbia avuto un ruolo importante nella passione per questa parte della città… Quanti anni ha studiato per diventare un’esperta in questo campo e dove ha trovato tutte queste
informazioni? Dopo aver frequentato il liceo classico Ariosto di Ferrara, mi sono iscritta nel 1976 alla facoltà di
Architettura a Venezia e durante la tesi di laurea, mi ha molto incuriosita l'area abitata dagli ebrei. Dopo la
laurea ho continuato a studiare all'Archivio di Stato di Ferrara. Perché ha scelto di diventare un’insegnante di tecnologia piuttosto che una guida turistica o
un’insegnante di storia? Mi piaceva molto l'architettura e volevo dedicarmi allo studio degli edifici, ma quando decisi di avere un
figlio, sapevo che da architetto non avrei percepito uno stipendio durante la maternità, quindi ho iniziato a
fare supplenze in varie scuole. In seguito ho partecipato a un concorso per diventare insegnante e l’ho
vinto…e quindi adesso sono un’insegnante di tecnologia. Prof, Lei per caso è di religione ebraica o hai mai pensato di convertirsi a questa religione? No, io non sono di religione ebraica e non ho mai pensato di convertirmi ad essa. Cosa la affascina di più della storia ebraica? Mi affascina la grandissima forza di questo popolo così legato alla propria cultura, alle proprie tradizioni e
alle proprie regole: ne hanno ben 613 e le rispettano severamente al contrario di noi cristiani che, pur avendo
le nostre, non siamo così rigorosi nel rispettarle. Lei è appassionata solo alla storia o anche alla cultura ebraica? Mi sono appassionata anche alla cultura perché dopo aver studiato la storia di questo popolo era inevitabile
appassionarsi anche ad essa perché è molto ricca e la apprezzo soprattutto in campo letterario. Conosce personalmente persone ebree ferraresi? Si distinguono per qualcosa da noi? Sì, ne conosco alcuni. Non si distinguono da noi fisicamente, ma solo per la religione, che gli impone certi
usi: per esempio, in generale non gli è consentito di mangiare la carne di maiale e il sabato in particolare
non possono percorrere più di mille passi, né usare mezzi di trasporto, né fare acquisti e neppure usare la
penna! Se con una macchina del tempo potesse tornare al tempo in cui a Ferrara c’era il ghetto ebraico, tra il
1624 e 1859, vorrebbe vivere dentro o fuori il ghetto, ovvero da ebrea o da cristiana? Se potessi andare e poi tornare indietro mi piacerebbe provare a vivere dentro il ghetto da ebrea, ma se
potessi soltanto andare vorrei vivere da cristiana, perché secondo me gli ebrei vivevano malissimo e
soffrivano molto la reclusione a cui erano costretti e io ho un carattere che ama muoversi e non sopporto le
costrizioni. Se invece fosse vissuta nel periodo della 2 guerra mondiale, come avrebbe reagito all’emanazione delle
leggi razziali? Sinceramente non posso sapere come avrei reagito all’emanazione delle leggi razziali perché se fossi vissuta
a quei tempi, sarei stata figlia di quei tempi, avrei ricevuto un’educazione diversa a scuola e i giornali e la
radio di allora erano sotto il controllo della censura e quindi diramavano solo notizie positive: nessuno
sapeva esattamente cosa capitava agli ebrei… Ha mai conosciuto ebrei che hanno vissuto il dramma della seconda guerra mondiale? Le hanno
raccontato qualcosa di quello che hanno vissuto? Sì, ho conosciuto personalmente Franco Schoenheit che a 17 anni fu deportato ad Auschwitz dove fu recluso
con il padre e separato dalla madre, che la rivide solo dopo la Liberazione. Franco mi ha raccontato che
incoraggiava il padre quando cadeva in momenti di depressione e tristezza nel campo di concentramento.
Questa famiglia fu l'unica a tornare a Ferrara sana e salva interamente. Il sig. Franco ricorda sempre ai
giovani di non dire mai: “Ho fame”, perché solo chi è stato deportato ed è stato costretto a mangiare fili
d’erba per nutrirsi, conosce veramente il significato di questa parola… È mai andata in Israele o le piacerebbe andarci? Se sì, in quali città è stata e quali sono i luoghi più
significativi che ha visitato? Non ci sono mai andata in Israele ma mi piacerebbe molto visitare il Muro Del Pianto e i luoghi dove ha
camminato Gesù. Conosce anche la cucina ebraica? E c’è un piatto particolare che apprezza più di altri? Sì conosco la cucina ebraica, che è molto varia a seconda che si tratti di cucina ebraica di tradizione
sefardita, che è molto saporita, oppure di tradizione askenazita o italiana, ma non ho un piatto che preferisco
più degli altri. Lei, Prof, ritiene importante che noi giovani conosciamo questa parte della storia della nostra città
…può spiegarci in breve perché? Io ritengo importante che voi conosciate questa parte di storia perché gli ebrei hanno contribuito allo sviluppo
della città, sia nell’aspetto architettonico che nell’aspetto culturale. E prima che fosse istituito il ghetto ebrei
e cristiani convivevano pacificamente. Attraverso questo progetto abbiamo compreso che anche la nostra città ha conosciuto l’intolleranza
religiosa attraverso le discriminazioni contro gli ebrei e la loro segregazione nel ghetto. Per lei la
tolleranza è un valore importante nella società di oggi? E Lei si considera una persona tollerante? Io penso che ci sia molta intolleranza nel mondo di oggi e lo confermano purtroppo i numerosi attentati
religiosi e le manifestazioni di razzismo. La tolleranza è un valore importantissimo, che ognuno deve fare
proprio, soprattutto nella società di oggi sempre più multietnica…Personalmente mi ritengo una persona
tollerante, ma devo ancora lavorare su di me: non tollero molte cose, per esempio le persone che masticano le
gomme davanti a te e con la bocca aperta.
Classe II B
Grazie PROF!
G
LA SPAL
Per scrivere l’articolo sulla SPAL, abbiamo pensato di
intervistare un giornalista che da sempre tifa questa squadra
e che tuttora si occupa di seguire la SPAL per il Resto del
Carlino. La scelta di intervistare Mauro Malaguti è stata
ancora più “azzeccata”, perché il giornalista ci ha subito
confidato di avere scritto il suo primo articolo proprio sulla
SPAL nel giornalino della scuola che, guarda caso, era
proprio la scuola media Torquato Tasso. Mauro è stato il
primo telecronista della televisione locale “Telestense” e poi
si è dedicato alla carta stampata, lavorando per anni come
giornalista sportivo della città e poi a tempo pieno alla SPAL. Cosa significa SPAL?
“SPAL vuol dire Società Polisportiva Ars et Labor. Si chiama
così perché deriva dalle parole ora et labora dei monaci
benedettini, infatti, la Spal è nata in un oratorio dei monaci
benedettini che era situato in via Coperta, tra il 1907 e il
1913.” Quali sono i giocatori della squadra attuale più
importanti? “Sono Bonifazi, Meret, Mora, Schiattarella, Giani, Lazzari,
Zigoni, Antenucci, Floccari.” Come si chiamano il Direttore Sportivo e il proprietario
della SPAL? “Il Direttore Sportivo si chiama Davide Ragnati, il
Presidente della squadra è Walter Mattioli mentre i
proprietari sono i membri della famiglia Colombarini.” Quale è stato il miglior piazzamento della SPAL nell’arco
della sua lunga storia? “E’ stato il quinto posto in serie A, nell’anno 1959-60,
quando è arrivata dietro ai campioni della Juventus, il Milan,
l’Inter e la Fiorentina. Era in serie A dal 1951 ed è rimasta
fino al campionato 1963-1964. Retrocessa, è rimasta in serie
B un solo campionato per poi tornare nella massima serie
fino al campionato 1968-69, dove non è più tornata. Ma nel
1961 la Spal ha anche giocato la finale della Coppa Italia
perdendo contro il Napoli 2-1” Chi è stato il giocatore più forte della SPAL? “Oscar Massei argentino che ha giocato anche in nazionale” Chi è l’allenatore della SPAL? “L’allenatore della SPAL è Leonardo Semplici. Nato nel
1967 a Firenze, ha giocato a calcio sempre in squadre minori
e prima di allenare la SPAL ha sempre allenato squadre di
categorie inferiori, a parte le giovanili della Fiorentina”. Chi è stato il miglior presidente della SPAL? “Il miglior presidente della SPAL è stato Paolo Mazza”. Parliamo dello stadio, si trova in centro città, è un po’
scomodo e anche piccolo ora che la SPAL è in serie B. “Qualche anno fa si era pensato di cambiare lo stadio perché
questo è effettivamente un po’ piccolo, ma i tifosi non hanno
voluto, sono affezionati a questo vecchio stadio perché è
sempre stato considerato” lo stadio della SPAL”. Una volta
si chiamava semplicemente stadio Comunale ma alla morte
di Paolo Mazza che era stato il miglior presidente della
squadra da sempre, la società ha deciso di intitolare questo
stadio a lui”. Ora che la SPAL è in serie B i costi di gestione sono
aumentati. Quali sono gli sponsor della SPAL? “Il principale sponsor è la Vetroresina, che è di proprietà
della famiglia Colombarini che possiede altre 2 fabbriche di
vetroresina in Brasile e negli Stati Uniti”. Mauro, cosa apprezzi maggiormente di questa nuova
squadra? “La cosa che mi piace di più nella conduzione della nuova
società è che si sta aprendo alla città attraverso
manifestazioni che avvicinano la squadra alla gente e
attraverso iniziative nelle scuole che possono essere uno
stimolo per i ragazzi a dedicarsi ad attività sportive”. Anche noi siamo appassionati di calcio e lo pratichiamo,
saremo sempre tifosi della SPAL e ogni volta che possiamo,
andiamo a vederla insieme. Andrea Leonardi e Filippo Ticchiati 1 D
VISITA DEI GIOCATORI DELLA BONDI
Venerdì 10 Marzo sono venuti alla Scuola Poledrelli i giocatori della Bondi, un'importante squadra di pallacanestro della nostra città, per pubblicizzare questo sport. La
settimana precedente la maestra di Motoria ci aveva avvisato che sarebbero venuti alcuni giocatori per visitare tutte le classi. Finalmente è arrivato il giorno dell'incontro.
Prima che giungessero, la maestra ci ha mostrato alla LIM alcune foto della squadra, con giocatori, allenatori, sponsor e il campo da gioco. A un tratto ha bussato alla porta
della nostra aula un allenatore per comunicarci che stavano per arrivare i giocatori. Dopo un po' sono giunti nella nostre classe soltanto due giocatori. Ci siamo subito stupiti
per la loro altezza. Uno era biondo con gli occhi azzurri, l'altro moro con gli occhiali; entrambi erano molto alti, con piedi molto grandi e indossavano la divisa della loro
squadra. I giocatori ci hanno proposto di indovinare la loro altezza. Un nostro compagno ha detto 2 metri e 95, un altro 1 metro e 94, ma poiché nessuno indovinava il
giocatore moro ha svelato la sua altezza a uno di noi: 2 metri e 4 centimetri!
Dopo siamo scesi in palestra con alcuni alunni delle classi 5A e 3A, i quali frequentano già le lezioni di basket tenute da questa squadra nella nostra scuola. Poi i giocatori si
sono trasformati in allenatori e ci hanno detto di dividerci in due squadre mescolate per giocare una partita. I nostri “allenatori” ci hanno insegnato dei trucchi per centrare il
canestro. Al termine abbiamo fatto una foto tutti insieme e infine i giocatori ci hanno salutato e ci hanno proposto di iscriverci a un corso di basket. È stata davvero una
mattinata diversa dal solito, divertente, interessante, anche se la cosa che ci ha lasciati maggiormente senza parole è stato certamente giocare accanto a dei “giganti”.
Classe V B “Poledrelli”
INTERVIEW
Today, we are in this outstanding Conference Hall with Mrs Emmeline Pankhurst,
leader of the Suffragettes movement and we will ask her the reasons why she is fighting
for the women’s rights.
Journalists: Good morning Mrs Emmeline Golden Pankhurst.
Emmeline: Good morning, young journalists.
Journalists: We are happy to be here with you and have the chance to interview a person
as famous as you.
Emmeline: So do I.
Journalists: Can we ask you some questions?
Emmeline: Yes, of course.
Journalists: When were you born?
Emmeline: I was born on 15th July 1858 in Manchester.
Journalists: Why did you start the Movement of the Suffragettes?
Emmeline: Because all the people should have the same rights.
Journalists: When did you get married?
Emmeline: In 1879, I got married with Richard Pankhurst.
Journalists: Has your husband ever helped you during your battle for women?
Emmeline: Yes, he has, he has always supported me.
Journalists: Has your husband ever told you about the risks of this important fight?
Emmeline: Yes, but he has constantly helped me until the day of his death in 1898.
Journalists: After your husband’s death have you thought to stop fighting for women’s
rights?
Emmeline: No, never. I’ve even been more determined to fight and to reach my goal, it is
thanks to my daughters that I started in 1903 the “Women’s Social and Political Union”.
Journalists: Which event do you remember most?
Emmeline: It is when in 1905 we chained to Buckingham Palace which cost me one of my
12th times in prison.
Journalists: What do you think of the desperate act done by your friend, Emily Davison?
Emmeline: I’ve been very sad for her loss but also proud because it takes courage to run
against a horse.
Journalists: Are you satisfied of your great but hard work?
Emmeline: Yes, very much and I hope that one day all women will have the same human
and political rights as men all over the world.
Journalists: Thanks a lot for this interview and I hope to see you again.
Emmeline: My pleasure.
Tommaso Vissoli, Roman Costantin, Isede Monica, Jana Mae Escanes III D
LA SCOPERTA DEI SETTE PIANETI
Poco meno di un anno fa, il piccolo
telescopio TRAPPIST (60 cm di
diametro) situato in Cile, ha
scoperto una stella nana rossa a 40
anni luce da noi (1 anno luce = 9461
miliardi di km), attorno a questa
stella sono stati osservati anche tre pianeti con caratteristiche simili alla Terra. Nana
rossa significa che ha il raggio più piccolo di quello del sole e temperatura
superficiale inferiore a quella solare. La stella è stata battezzata con il nome del
telescopio che l’ha scoperta: TRAPPIST-1. Pochi giorni fa, usando i grandi telescopi
europei e il telescopio spaziale Spitzer della Nasa, la stellina “trappista” rivela di
avere intorno un totale di sette pianeti, che girano su orbite ben allineate nello stesso
piano, proprio come fanno i pianeti del nostro Sistema solare. Gli astronomi hanno
scoperto questi esopianeti perchè il disco luminoso di TRAPPIST-1 veniva
periodicamente oscurato dal passaggio di questi sette corpi celesti. È un sistema
planetario piccolo rispetto al nostro Sistema solare: i periodi delle orbite dei pianeti
variano da uno a venti giorni (ricordiamo che la Terra impiega 365 giorni per fare
un giro completo attorno al Sole). Questi pianeti hanno però dimensioni e
composizione simili a quelle della Terra. La notizia sensazionale è che tre di queste
“sette sorelle” sono collocati nella cosiddetta “fascia abitabile”: una piccola parte di
spazio né troppo distante e né troppo vicina alla stella, ideale cioè per avere acqua
allo stato liquido e, dunque, per l’eventuale sviluppo di batteri o organismi
primordiali. Mancano ancora molti elementi per una comprensione completa della
situazione (es.: presenza di atmosfera, effettiva distanza dalla stella, sarà dunque
compito dei nuovi e potentissimi telescopi come il James Webb, su satellite, o
l’EXTREMELY LARGE TELESCOPE, sulle Ande, dare risposte riguardo questo
nuovo orizzonte galattico. La scoperta dei sette esopianeti è stata pubblicata sulla
rivista “Natura” e annunciata dalla Nasa nel corso di una conferenza stampa è
un’ottima notizia non solo per la parte dell’astronomia che si occupa di pianeti
all’esterno del sistema solare, ma anche per la ricerca di forme di vita che si sono
formate sui corpi celesti diversi dalla terra. Anna Bondanelli, Dalia Cassetti, Elisa Maestri, Emanuele Parmeggiani,
Ettore Cavicchi, Emanuele Barcaro I D
Cari lettori del giornalino,
scrivo per sapere cosa pensate dell’adolescenza.
Tutti dicono che l’adolescenza è un’età felice e spensierata, ma per me non è così. A volte mi alzo al mattino già arrabbiato e l’idea di andare a scuola mi mette ansia. Dal primo piano sento
le urla di mia madre che mi dice di muovermi perché è stanca di aspettarmi. Alle 8:00 iniziano già le nostre prime discussioni, mi ripete che sono lento in tutto, poco organizzato, poi inizia
il solito disco: - Stai attento a scuola! Non disturbare! Non fare il maleducato! Hai studiato?
A volte mi riprende perché mi vede pensieroso e mi chiede se voglio andare a lavorare al suo posto. Lei non capisce: per me la scuola è ogni giorno una prova. Forse un giorno mi pentirò
di questo mio pensiero, dal momento che i miei genitori mi ripetono che questa è l’età più bella e la scuola mi regala momenti di vita divertenti che porterò per sempre con me. La scuola
occupa troppo tempo e, tra i compiti e il basket, ho troppo poco tempo per gli amici. Il fine settimana sono più contento, perché tutto va a rilento e ho più tempo da dedicare a quello che più
mi piace: uscire con gli amici, giocare con la play, andare in piazza. Quando parlo con i miei coetanei, condividono gli stessi miei pensieri: una vita piena di regole e di doveri, siamo stanchi
di fare sempre le stesse cose. L’adolescenza è un’età intermedia perché non siamo bambini ma nemmeno adulti, quindi non siamo ancora in grado di scegliere da soli certe cose.
Ma voi cosa pensate dell’adolescenza e di questi cambiamenti d’umore? Io ne ho spesso: a volte sono felice e a volte mi annoio. Rimpiango quando andavo all’asilo e tutto era un gioco,
nessuna responsabilità e tutto andava bene. Leonardo Berveglieri III C
CRONACHE SCOLASTICHE
UNA GIORNATA AL CARCERE FEMMINILE DELLA GIUDECCA (Venezia)
La mattina del1°Giugno 2016 il regista Michalis Traitsis ed il suo “scombinato” gruppo di maldestri attori adolescenti, accompagnati da Martina Monti (leggiadra fanciulla
che con il suo violino porta la magia nelle rappresentazioni teatrali)si trovavano alla stazione di Ferrara, per prendere il treno che, dopo un veloce cambio a Bologna, li
avrebbe condotti in una nuova avventura: portare il loro lavoro teatrale “Voci e suoni da un’avventura leggendaria” al Carcere Femminile della Giudecca, a Venezia.
Durante il viaggio la tensione era davvero palpabile, un misto di paura ed ansia da prestazione: in fin dei conti nessuno dei ragazzi aveva mai visto da vicino un carcere e
le domande, che nessuno osava pronunciare ad alta voce, affollavano le loro testoline: “Che avranno fatto mai per essere recluse tutte quelle donne?”, “Ci faranno del
male?”, “Chissà se qualcuna di loro ha figli e chissà se ne ha nostalgia”, “Sarà spaventoso il carcere? … per esorcizzare tali paure e pensieri in treno i ragazzi fecero tanti
giochi e parlarono molto, ma non di ciò che li preoccupava, cercavano semplicemente di distrarsi e rilassarsi. Arrivati a Venezia le emozioni si intensificarono, un po`
perché si avvicinava sempre di più il grande momento dell’ingresso al carcere, un po` perché per raggiungerlo bisognava utilizzare un mezzo di trasporto assolutamente
non convenzionale per dei Ferraresi: il vaporetto … Un’esperienza divertente, che però terminò presto approdando al porticciolo dell’isola Giudecca appunto. Scesi dal
vaporetto i ragazzi si rifocillarono con una merenda al sacco, poi si incamminarono per le viuzze strette e spoglie dell’isola e dopo poco si trovarono di fronte un grande
edificio bianco, con un grande portone verde spalancato ed in attesa di essere varcato dai loro passi esitanti. Ad accoglierli il loro maestro Michalis, la loro guida in questo
viaggio all’interno di loro stessi, che li introdusse al carcere ed alle sue abitanti. I ragazzi conobbero Nawal e Samira, che accompagnarono lo spettacolo con i loro canti.
Lo spettacolo, per chi non lo sapesse, prevedeva che gli attori bendassero il pubblico, quindi, come di consueto, i ragazzi si accinsero a bendare ogni detenuta e diedero
inizio alla performance, circa novanta minuti di intenso lavoro volarono via con la rapidità di una folata di vento, sia per gli attori che per le spettatrici. Dopo l’esibizione
fu il momento delle domande che le detenute avevano in serbo per i ragazzi: la cosa che le aveva colpite maggiormente fu il fatto di aver assistito ad uno spettacolo teatrale
senza averlo visto, quindi qualcuna ne chiese le ragioni, mentre qualcun'altra volle esprimere le emozioni che questo “nuovo modo di vedere le cose” le aveva fatto provare.
Al termine di questo interessante confronto le detenute coccolarono gli attori con una lauta merenda preparata con le loro mani durante la quale scherzi e risate si
mescolarono alla nostalgia un po`amara di coloro che a casa raccontarono di avere figli dell’età dei protagonisti di questa avventura. Il pomeriggio velocemente divenne
sera ed il momento di ripartire arrivò in un lampo, con la certezza di esser cresciuti un po` di più e con nel cuore il ricordo di un posto che difficilmente abbandonerà la
loro memoria, i nostri attori ripartirono per tornare alla loro vita quotidiana.
Leonardo Molinari III A
LA PAZZIA DI ORLANDO
Il giorno 6 dicembre la nostra classe è uscita con le
altre prime per andare a vedere al Teatro Comunale “la
Pazzia di Orlando”, uno spettacolo con i pupi siciliani,
marionette mosse da un burattinaio; rappresentato
dalla compagnia “Figli d’Arte/Opera dei Pupi”,
adattamento scenico e regia di Mimmo Cuticchio. La
fonte di ispirazione di questo spettacolo è stata
l’Orlando Furioso. Alle ore 9:00 siamo partiti dalla
scuola, anche se lo spettacolo iniziava alle 10:00,
perché abbiamo fatto il tragitto a piedi, che ci ha dato
anche l’occasione di ammirare Ferrara ed i suoi
monumenti, come il Castello degli Estensi. Quando
siamo arrivati sotto i portici, dove c’era l’entrata del
teatro, il professor Abate e la professoressa Cappiello,
ci hanno consegnato i nostri biglietti e siccome noi non
UNA MATTINA CON GIORGIO BASSANI
Mercoledì 22 Febbraio, accompagnati dalla nostra
professoressa di lettere, ci siamo recati alla biblioteca
Ariostea, ed abbiamo avuto il piacere di incontrare la
dott.ssa Angela Ammirati, che ci ha spiegato in modo
più approfondito la vita e le opere di Giorgio Bassani,
di cui è stato da poco celebrato il centenario della sua
nascita. Egli, pur essendo nato a Bologna il 4 marzo
del 1916, è considerato da tutti uno scrittore ferrarese.
Esordisce nel 1940 con i racconti “Una città di
pianura”, pubblicati con lo pseudonimo di Giacomo
Marchi (usò il cognome della nonna perché era
cattolica) per non incorrere nella censura, poiché in
Italia erano state varate nel 1938 le leggi razziali. Le
sue storie sono tutte ambientate a Ferrara. Nel 1962
venne pubblicato “Il giardino dei Finzi-Contini”: fu
LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Il 2 febbraio 2017 tutte le classi della scuola Tasso si
sono recate al teatro Boldini, per assistere ad un film
che trattava le vicende di Giorgio Perlasca.
Quest’uomo e soprattutto la sua bontà mi hanno
colpito profondamente. Alla fine del film abbiamo
visto un’intervista proprio a Perlasca e per
l’espressione del suo volto e le parole che ha detto,
pareva quasi un angelo.
Non capisco come una persona temprata da tutti quegli
avvenimenti, possa rimanere così gentile e generosa
verso il prossimo. Mi ha davvero stupito anche come
sapevamo con chi dovevamo sederci, giravamo qua e
là per scoprirlo. Eravamo molto felici per due motivi:
per essere insieme alle nostre amiche e soprattutto
perché la nostra classe non era in platea ma sui
palchetti, quindi eravamo “in altissimo”. Prima di
entrare nel teatro una donna ha attirato la nostra
attenzione: portava scarpe nere verniciate estive con
tacco 12! Era una signora proprio strana! Ecco
finalmente che entriamo, prendiamo posto e comincia
lo spettacolo: suona un’orchestra e poi inizia con una
specie di proemio da parte di un burattinaio. Questo
attore, era il figlio di un famoso regista che mette in
scena spettacoli di pupi della Sicilia, per questo
recitava solo in dialetto siciliano e noi non capivamo
nulla, però cercavamo di interpretare le sue parole. La
storia di Orlando è molto semplice da raccontare. Un
giorno, Orlando diventò pazzo per amore di una
donna, chiamata Angelica, lei però non ricambiava il
suo amore, perché si era innamorata di un saraceno, di
nome Medoro. Angelica e Medoro si fidanzarono e
dopo aver scritto i propri nomi e i loro sentimenti sui
tronchi degli alberi di un bosco, fuggirono insieme.
Orlando, arrivato in quel bosco, quando lesse sui
tronchi quelle scritte d’amore impazzì. Il paladino
Astolfo, si preoccupò molto per lui, così dopo aver
ammaestrato un Ippogrifo volò sulla Luna, dove trovò
in un’ampolla il senno perduto di Orlando. Pertanto
decise di portare quell’ampolla ad Orlando, il quale
dopo averla annusata tornò in sé. I burattinai erano
quattro, ma solo uno raccontava la storia e dava voce
a tutti i personaggi, però non si riusciva a capire molto
bene quale personaggio parlasse nei vari momenti,
però al di là di questo, lo spettacolo è stato divertente.
Le parti dello spettacolo che ci sono piaciute di più
sono state quelle dei duelli fra Paladini e Saraceni, i
burattinai erano bravissimi a muovere i fili. Inoltre,
durante i due duelli i due burattinai battevano i piedi
per far sembrare più violenta la lotta. Mentre
l’orchestra ha suonato solo in alcuni momenti dello
spettacolo: durante alcuni duelli e quando Astolfo è
andato sulla Luna con l’Ippogrifo. Secondo noi,
l’accompagnamento musicale ha reso la scena più
completa e maggiormente emozionante. Lo spettacolo
è durato circa un po' più di un’ora e dopo siamo andati
in un piccolo piazzale, davanti al teatro “Comunale”,
per fare merenda, il professore ci ha fatto una foto di
gruppo per ricordare quella giornata, poi siamo tornati
a scuola.
Anna Bondanelli ed Elisa Maestri I D
AMICI DI PENNA
Quest’anno tutte le classi prime della scuola Tasso
partecipano al Progetto epistolare: noi abbiamo i nostri
“amici di penna” nella quinta A del Doro. Questo
progetto consiste nello scriversi a vicenda delle lettere.
Quando abbiamo mandato la nostra lettera ai bambini
della scuola primaria, ci siamo presentati ed abbiamo
fatto capire i nostri interessi. Loro, con l’aiuto delle
loro insegnanti, hanno scelto il ragazzo o la ragazza a
cui scrivere. Le cose che ci piacciono di più di questa
attività sono: il momento dell’attesa, perché aspetti
con ansia la loro risposta; quando riusciamo a
conoscere meglio il nostro amico di penna; la
possibilità di fare nuove amicizie. Questo progetto ci
piace molto perché riusciamo a stare in sintonia con
dei ragazzi e a fare amicizia con loro. Nella lettera i
ragazzi ci scrivono delle cose su se stessi, per esempio
che sport praticano, i loro hobby, gli sport praticati e
tanto altro. In più ci fanno molte domande sui
professori, sulle verifiche, sulle difficoltà che si
incontrano quando si arriva alla scuola media. Noi
consideriamo il progetto molto importante perché ci
aiuta a essere meno timidi ed è anche un modo per
esercitarsi con la scrittura.
Lara Ranieri, Cecilia Capecchi I C
VISITA ALLA SCUOLA SECONDARIA TASSO
IL LABORATORIO DI SCIENZE
Il 17 novembre 2016 le classi 5A e 5B della Scuola
Primaria Poledrelli si sono recate a piedi alla Scuola
Secondaria Tasso. Abbiamo suonato il campanello, le
bidelle hanno aperto la porta e gentilmente ci hanno
indicato dove era il laboratorio di Scienze. Arrivati
all’ultimo piano abbiamo aspettato la Professoressa
Cascella. Quando è arrivata ci ha fatto accomodare nel
laboratorio di Scienze e sedere attorno a dei tavoli.
Nell’aula c’erano dodici tavoli con cinque bambini
ciascuno, in uno solo ve ne erano quattro. Su ogni
tavolo c’erano una pipetta, una provetta, un porta-
provetta e quattro bicchieri che contenevano
un successo enorme per Bassani, anche perché era
uno dei primi romanzi che raccontava delle leggi
razziali e venne tradotto in molte lingue. Attraverso
la vita di un gruppo di giovani ebrei che, essendo stati
allontanati dalle scuole, dall’università e dai circoli
sportivi, si ritrovano a trascorrere le giornate ospiti
nel parco della famiglia Finzi-Contini, si racconta la
storia dell’Italia sotto il regime fascista. Tutti i
personaggi moriranno dopo la deportazione tranne
Alberto, il fratello di Micol (la ragazza di cui il
protagonista, Giorgio, era innamorato) che morì
prima a causa di una malattia. L’ambientazione del
libro è ispirata a un parco, una zona di Ferrara nei
pressi del cimitero ebraico. Parte di quello spazio
verde è ancora esistente, nella zona di via delle Erbe,
mentre va ricordato che l’autore per molti anni visse
a Roma, dove amava recarsi particolarmente nello
splendido Orto botanico o essere ospite dell’Oasi di
Ninfa, presso Latina. È verosimile che anche da
questo giardino abbia tratto ispirazione per il suo
romanzo. Scrisse anche “Le cinque storie ferraresi” e
“Gli occhiali d’oro”. In classe abbiamo visto il film
“Il giardino dei Finzi-Contini”: mi è piaciuto molto
vedere la città in cui vivo e riconoscere alcuni luoghi,
ma mi ha rattristato vedere le immagini in cui gli ebrei
venivano ammassati e rinchiusi nelle stanze prima di
essere portati nei campi di concentramento da cui non
avrebbero più fatto ritorno.
Anastasia Mihaeschu III C
FEELING BETTER WITHOUT SMOKING
Today a teacher with three students from Liceo
Carducci came to my school to explain us the harmful
effects of smoking on people’s health. They asked us
if we knew the reasons why young people begin to
smoke.
They showed us a power point presentation about
what causes addiction in people and we saw shocking
pictures about the terrible effects of smoking. They
told us that smoking ten cigarettes a day, for one year,
is like drinking a cup of tar. They explained that
inside the cigarettes, there is ammonia that strengthen
the bond between nicotine and neurons and cause
addiction. Smoking is very dangerous for our health
because we can die from cancer or other terrible
diseases.
Licia Della Monica II A
INTERVENTO DELLA POLIZIA POSTALE
Le classi prime della
nostra scuola “T. Tasso”
sono state coinvolte in un
progetto importante per la
conoscenza e l’utilizzo corretto di internet. Per questo
è venuto un ufficiale della polizia postale che ci ha
messo in guardia dei pericoli del web e su come
affrontarli. Tutti a casa disponiamo di un computer:
tramite questo strumento moderno possiamo accedere
a internet e acquisire tante informazioni e servizi di
ogni tipo in poco tempo. Possiamo cercare un
indirizzo, leggere un giornale, conoscere notizie da
tutto il mondo, ascoltare musica e fruire di video.
Internet però nasconde molte insidie, in quanto alcuni
siti sono gestiti da malintenzionati che usano foto o
dati personali per guadagnare soldi in modo
disonesto. L’ufficiale di polizia ci ha mostrato
diapositive e filmati che mostravano i volti di persone
riprese a loro insaputa e in situazioni anche molto
delicate che non andrebbero fatte vedere a tutti.
Capita troppo spesso che per far togliere quelle
immagini indesiderate le persone coinvolte siano
minacciate e costrette a pagare somme di denaro
molto alte. Inoltre ci è stato spiegato che lasciare sui
siti dati personali non solo può causare perdita di
denaro ma si può entrare in contatto con persone
pericolose. Queste persone si fingono molto gentili
soprattutto con i minori e cercano incontri che
sfociano poi in violenze. Purtroppo nei filmati della
Polizia abbiamo visto anche casi di cyber bullismo
ovvero ragazzi mostrati in rete mentre vengono
maltrattati e derisi da alcuni coetanei o incolpati
ingiustamente di azioni gravi e che vengono
minacciati se raccontano tutto alla famiglia.
L’ufficiale di polizia ha consigliato a noi studenti di
usare una password sul nostro cellulare per evitare
che qualcuno prelevi informazioni o immagini senza
il nostro permesso. Da questo incontro abbiamo
capito che occorre usare internet in modo corretto,
prudente e con senso critico per non trovarsi coinvolti
in situazioni pericolose.
. Maddalena Piovan I B
la sua generosità fosse venuta a galla più di
cinquant’anni dopo. Oltre alla bontà di questo uomo,
nel film mi ha anche colpito come i tedeschi trattassero
i bambini ebrei. Come si può trattare un bambino di
cinque o sei anni, picchiandolo, sfruttandolo e più in
generale maltrattandolo? Un’altra cosa che mi chiedo
è: com’è possibile che tutte quelle persone (fascisti e
nazisti) potessero approvare un’idea e un concetto così
stupido, quando anche molti secoli prima, gli
illuministi avevano capito che le persone erano tutte
uguali? A questo proposito voglio portare una
citazione di Albert Einstein:
“Esistono due cose infinite: l’universo e la stupidità
umana, ma della prima non sono del tutto sicuro”.
Niccolò Cuoghi II A
PERLASCA UN EROE ITALIANO
Il giorno 2 febbraio 2017 la classe I C insieme con tutte
le altre classi della scuola media Tasso, accompagnata
dai professori, si è recata presso la Sala Boldini di
Ferrara per assistere alla proiezione del film intitolato
“Perlasca, un eroe italiano”. L’iniziativa è stata
organizzata dai professori dell’Istituto per ricordare le
vittime dell’Olocausto. Il film narra la storia di un
uomo che con il suo coraggio e la sua astuzia è riuscito
a spacciarsi per un console spagnolo al fine di salvare
più di cinquemila Ebrei dalle persecuzioni naziste e
fasciste. Questo film mi è piaciuto molto e mi ha fatto
riflettere a lungo sulle condizioni di vita degli
Ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. In
particolare, mi ha colpito molto vedere che persone
senza scrupoli siano arrivate a massacrare e ad
uccidere altri esseri umani, che nulla avevano fatto se
non professare la loro religione. Mi chiedo come tutto
questo sia potuto accadere veramente. Ho pianto anche
nel vedere le scene in cui i bambini, strappati
all’amore della famiglia, erano costretti a lavorare. La
parte di questo film che più mi è piaciuta è stata
quando una povera bambina ebrea ha ritrovato il suo
papà che all’inizio era stato fatto prigioniero dai
Tedeschi. Anche se ormai sono trascorsi molti anni
dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e molte cose
sono ormai cambiate, non dobbiamo mai dimenticarci
che molte persone hanno veramente vissuto
quell’inferno, come ci ha testimoniato la professoressa
Sacerdoti che, subito dopo la proiezione del film, ci ha
raccontato la sua esperienza di sopravvissuta.
Pertanto, solo se riusciremo a tenere vivo il ricordo di
questi eventi terribili, potremo sperare di costruire un
futuro migliore per noi ragazzi.
Fiammetta Randazzo I C
L’ESPERIENZA DI PENNABILI
Noi, del gruppo teatrale di Michalis Traitsis, della
Scuola Tasso siamo stati invitati dai rappresentanti
della città di Pennabilli a fare il nostro spettacolo nel
loro teatro.
Siamo andati la con le nostre auto fino al piccolo
paesino e, una volta arrivati, abbiamo preso una
camera in un bellissimo albergo con la piscina. Quel
giorno lì abbiamo pensato solo a divertirci in piscina
poiché tutto il resto del gruppo non c'era ancora
(eravamo partiti prima io, mio padre, Margherita e suo
padre). Il giorno dopo, verso le 9, sono arrivati tutti gli
altri: Filippo, Fausto, Leonardo, Helin, Monica,
Catalina e Michalis. Verso le 10 abbiamo cominciato
a provare poiché alle 12 avevamo lo spettacolo. Il
teatro di Pennabilli era molto bello: era piccolino ma
molto alto, aveva dei bellissimi affreschi sul soffitto
ed un bel palco molto grande. Noi non abbiamo usato
il palco né i palchetti ma solo la platea, a cui abbiamo
tolto le sedie poiché ci serviva solo un cerchio di sedie.
Quindi verso le 12 abbiamo fatto lo spettacolo: ci
siamo vestiti di bianco e ci siamo messi in ordine
sparso tra le sedie messe a cerchio. Dopodiché gli
spettatori sono entrati, si sono seduti e, con loro grande
stupore, sono stati bendati poiché il nostro spettacolo
si basa su luci, suoni e soprattutto emozioni.
Poi abbiamo cominciato: Ulisse, mentre cerca di
tornare ad Itaca, sbarca nell’isola dei Ciclopi e trova
rifugio in una caverna enorme che sembra
abbandonata. Scopre solo quando è troppo tardi che in
realtà è la casa di Polifemo, il capo dei Ciclopi, un
gigante enorme, grosso e con un occhio solo che
intrappola lui ed i suoi compagni e comincia a
mangiarseli. Stese la mano, agguantò un compagno di
Odisseo, lo sfracellò contro il suolo, lo fece a pezzi e
lo divorò senza lasciarne nulla. Mentre Polifemo si mangia i suoi compagni Odisseo
ha un idea: prenderà un grosso tronco, lo appuntirà, lo
rispettivamente alcol, acqua, olio e detersivo per
lavare i piatti.
Per prima cosa la professoressa ci ha chiesto se,
secondo noi, i liquidi unendoli si sarebbero mescolati.
Poi ci ha detto di mettere con la pipetta un millilitro di
detersivo, ma poi si è accorta che un ml era troppo
poco, quindi ha suggerito di metterne due, poi 2 ml di
acqua, un altro di olio e infine l’alcol. Poi ci ha detto
di controllare se i liquidi si erano mescolati, ma ciò
non era successo. Noi eravamo tutti stupiti. Quindi la
professoressa ha dato ad ogni gruppo una scheda da
compilare con la maestra. Alla fine ci ha spiegato
cos’è la densità e perché i liquidi non si erano
mescolati, ma solo stratificati. È stata un’esperienza
molto bella, in modo particolare mi è piaciuto vedere
come si sono stratificati i liquidi.
L. N. Megne V B “Poledrelli”
LA SICUREZZA NEL WEB
Il giorno 26 gennaio 2017 è venuto a scuola un
poliziotto a parlarci dei social network e come usarli
in maniera sicura e
consapevole. L’ incontro con la
polizia postale è stato molto
interessante perché ci ha
insegnato e chiarito i pericoli
dei social-network e del web e
ci ha spiegato come potremo
utilizzare queste informazioni
in futuro ed insegnarle ad altri bambini, ragazzi e
adulti. L’ufficiale di polizia ci ha, inoltre, dato dei
suggerimenti importanti da seguire: mettere password
sicure che contengano lettere e numeri; tenere due e-
mail (una per iscriversi ai social e l’altra per
comunicare con le persone); mettere gli account
privati e accettare come amici solo nostri conoscenti;
non fidarsi mai di nessuno perché potrebbero essere
persone con cattive intenzioni; non avere un account
prima dei 14 anni oppure farsi fare l’account dai
genitori; ma soprattutto rispettare la privacy e non
postare foto intime. Bisogna stare molto attenti!
Speriamo che certi episodi di cyber-bullismo
smettano di accadere e che la gente allerti subito al
polizia postale al primo segnale di pericolo. D.Gogoase, L.Panzetta, J.Cappelli, L.Ranieri,
C.Capecchi e M.Tugnoli I C
metterà nella brace e poi lo infilerà nell'occhio del
gigante. Prima però offre al gigante un enorme botte
di vino, il quale se la beve tutta e poi chiede ad Odisseo
qual è il suo nome per ringraziarlo. Odisseo si presenta
come Nessuno, che in greco antico era simile al suo
nome, dopodiché il gigante cade per terra,
addormentato. Odisseo allora applica il suo piano ed
acceca il gigante, il quale urla così forte da svegliare
tutti gli altri ciclopi che accorrono e che gli chiedono
che cosa sia successo. Lui, confuso e dolorante, urla: -
NESSUNOOOO!! È STATO NESSUNOOOO!!!- Gli
altri Ciclopi, assonnati ed infastiditi, lo scherniscono
un po’ e poi tornano alle loro caverne per dormire,
mentre Polifemo continua ad urlare per tutta la notte.
Il giorno dopo egli, mentre faceva uscire il suo gregge
lascia scappare, poiché non li vede, Odisseo e i suoi
compagni rimasti che riescono a tornare in barca ed a
rubare tutte le sue pecore. Lo spettacolo finisce con
Odisseo ed i suoi che mangiano e con la canzone
“Itaca” di Lucio Dalla. Finito lo spettacolo, abbiamo
festeggiato pranzando tutti insieme in una piccola
tavola calda lì vicino e poi sono tornati tutti indietro, a
casa mentre noi (io, mio padre, Margherita e suo
padre) siamo rimasti lì fino a sera, poi siamo rientrati
anche noi. È stata un esperienza meravigliosa, che
avrei ripetuto ancora molto volentieri ma che,
purtroppo, non è stato possibile rifare.
Umberto Rossi III A
I VULNERABILI
I Vulnerabili è uno spettacolo teatrale al quale abbiamo assistito, che ha come tema principale la sicurezza stradale. Lo scopo è quello di insegnare ai ragazzi la sicurezza
stradale in modo da farli diventare più prudenti. Lo spettacolo è particolarmente coinvolgente poichè ragazzi e insegnanti vengono chiamati sul palco per interagire e
dialogare con gli attori, sperimentando le conseguenze di comportamenti sbagliati alla guida. Ad esempio un ragazzo è salito sul palco e l'hanno fatto entrare in una finta
auto e gli mostravano dei colori, quando vedeva un determinato colore dove frenare… questo per verificare il suo tempo di reazione. Sono stati affrontati diversi argomenti:
prima di tutto la velocità in auto che è una delle prime cause di incidenti, a volte anche mortali. Poi l'importanza di avere macchine più sicure che "divertenti", cioè spesso
nelle pubblicità ci fanno vedere i vari optional dell'auto come l'mp3, il lettore messaggi ecc. ma quando si acquista un'auto bisognerebbe prima di tutto valutarne la
sicurezza. Un altro tema affrontato riguardava i fattori di rischio che possono essere l'alcool o la droga assunti prima di guidare o anche una guida particolarmente distratta,
l'uso del telefonino o la stanchezza che fanno diminuire il livello di attenzione. I vulnerabili sono gli utenti esposti agli incidenti che, pur non essendo a bordo della vettura
come pedoni e ciclisti, spesso sono vittime di incidenti mortali, causati dalla disattenzione degli autisti. Trovo che affrontare un tema così importante come la sicurezza
stradale in un modo così innovativo e semplice da capire anche per utenti giovani come noi possa far riflettere sui rischi che si corrono e possa servire a farci
"responsabilizzare". Alessio Bittini III A
UNA GIORNATA A TEATRO
Con la mia classe il 17 marzo sono andato al teatro Boldini, dove ho visto uno spettacolo molto interessante dal titolo “Miti di meraviglia”. Alla maggior parte dei miei
compagni non è piaciuto perché l’hanno trovato noioso, io al contrario l’ho trovato ricco di significato e ben interpretato. La compagnia si chiama “Teatro dell’orsa” e nel
2003 ha ricevuto anche il premio Ustica per il teatro d’ impegno sociale e civile. Lo spettacolo era accompagnato da un bravissimo musicista di nome Luciano Bosi che
suonava strumenti molto antichi, sacri e rituali, come il Rombo: questo strumento è presente da più di 2 milioni di anni in tutte le culture del mondo e se fatto ruotare
velocemente produce un suono molto particolare. Secondo la tradizione i bambini e le donne non possono vederlo nè toccarlo perché simboleggia la morte. Lo spettacolo
metteva in scena tre miti collegati tra loro dal legame, troppo o poco forte, tra genitore e figlio. Il mito che mi è piaciuto molto è stato quello di Efesto che Era aveva
concepito da sola per dimostrare di essere potente quanto Zeus. Il figlio era bravissimo nel fondere, modellare e forgiare il metallo ma era molto brutto e sua madre lo
disprezzava così tanto che un giorno, quando era ancora piccolo, lo gettò giù dall’ Olimpo e due ninfe dell’acqua lo crebbero. Efesto, dopo essere tornato sull’ Olimpo,
costruì un trono d’ oro per la madre che ci rimase attaccata per un sortilegio. Un giorno incontrò Afrodite, i due si innamorarono e dal loro amore nacque Arte, bella e
abile. Questo mito, che non conoscevo, mi è piaciuto molto perché mi ha fatto capire che tutti abbiamo non solo dei difetti, ma anche dei talenti. Rocco Davi I B
TEN CIGARETTES A DAY KEEP YOUR HEALTH FAR AWAY
Today we had a surprise: a science project! We were going to start the English lesson but suddenly a middle-aged woman entered our classroom and told us about the
project we were going to do. It was about the risks of smoking. The woman was a high school teacher from the “Giosuè Carducci” Secondary school and with her there
was another teacher called Nava and the co-presenters and helpers were three students of the same school: Gaia, Ludovica and Margherita. First they presented their school to us and then we did an experiment about smoking where we put three different types of water into three containers, each of them was
connected with a cigarette through a straw. Then they lighted the cigarette and waited to see what would happen to the water. After a while the water changed its colour:
it became darker. Then we saw a PowerPoint presentation on cigarettes, smoking and its consequences. And to conclude everything, I, with some of my classmates, did
a short roleplay about the risks of smoking meanwhile the rest of the class was making some posters. We had a great time and the posters were fantastic!
Momina Tanwer II A
NO AL TABAGISMO
Il 20 marzo 2017 abbiamo assistito nel laboratorio di scienze ad una lezione sul tabagismo, tenuta da tre studenti e una prof.ssa del liceo Carducci del corso di Scienze Umane.
Lo scopo della lezione era farci comprendere i danni provocati dal fumo. Attraverso immagini e scritte proiettate sulla parete, ci hanno illustrato le principali
conseguenze sulla salute tra cui: infarto, ictus, invecchiamento precoce, scarso rendimento fisico, tumori. I principali tumori provocati dal fumo sono quelli
alla vescica e all’apparato respiratorio.
L'OMS (ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ) evidenzia i danni del fumo in gravidanza che portano ad un basso peso del neonato,
parto prematuro e ad aborti spontanei. Alcune immagini mi hanno stupito, come per esempio quella dei POLMONI NERI: non avrei mai immaginato
che potessero diventare così. Ci hanno anche chiesto perché secondo noi un ragazzo della nostra età incomincia a fumare. Secondo me lo fa perché
influenzato dai ragazzi più grandi e perché si crede già adulto.
La parte più interessante per me è stata quando ci hanno mostrato un esperimento per vedere l'effetto del fumo nei polmoni: accendendo una sigaretta
e facendo entrare il fumo in tre contenitori con tre diversi liquidi, questi cambiavano colore e con ciò si dimostrava cosa succede al nostro fisico quando assorbe del fumo.
Questa attività per me è stata molto interessante ed educativa.
Gaia D'Iapico II B
LA RICETTA DELL’AMICIZIA Benvenuti a una nuova puntata di “Amici ai Fornelli!!!” La ricetta di oggi è: l’amicizia. Ci serviranno un po’ di ingredienti ma partiamo dal primo: la sincerità. Di questa consiglierei una
dose a piacere perché, ogni tanto, si può anche dire una bugia a fin di bene, affinché un’amicizia sia duratura. Comunque prendetela e mettetela da parte: deve lievitare.
Ora prendete “l’ascolto”. Per ascolto intendo saper ascoltare e capire i propri amici, quando si sfogano. Ora mettete a soffriggere l’ascolto e infilatelo in mezzo alla sincerità. Il prossimo
ingrediente è “l’aiuto”. Con questo intendo l’aiutare un amico in difficoltà. Grattugiate quindi l’aiuto e mettetene una manciata in mezzo al composto, precedentemente preparato. Ora
prendete abbastanza gioia, fatela sciogliere in una padella e quando sarà sufficientemente densa, mischiatela al resto. Se siete ragazze, prendete una dose piuttosto sostanziosa di “gossip”,
più o meno come ve ne darebbe vostra nonna, tritatelo alla julienne e sarà un ottimo contorno. Se invece siete maschietti, come me, prendete un po’ di sport, macinatelo e mettetelo nel
composto. Ultimo consiglio, se siete francesi, per favore, non metteteci aglio, potrebbe non giovare alla vostra amicizia.
…Ora…
Voce registrata: “Un ultim’ora, è crollata l’amicizia tra Trump e Berlusconi, perché questo non si è messo della cipria arancione. Chef Cuoghi, abbiamo bisogno di lei in America e ci deve
preparare questa ricetta!”. Ma come?! Siamo nel mezzo del programma! Comunque ora basta infornare e voilà! L’amicizia è pronta!
Voce registrata: “muoviti! Trump è diventato amico di Herdogan e se non ti sbrighi i test nucleari li fanno in Italia!” Ho capito! Scusate ma c’è qui l’elicottero che mi aspetta e sono di
fretta”. Comunque, alla prossima puntata di “Amici ai Fornelli”. Niccolò Cuoghi II A
LA SCUOLA
Se alla Tasso tu andrai ,
ti divertirai.
Vieni presto insieme a noi ,
fa prima che puoi.
Se alla Tasso tu verrai ,
a studiare insieme a noi ,
tante prof. incontrerai
lungo i corridoi. Francesca Testoni I C
RECENSIONI
IL GRANDE TOTÓ
Antonio De Curtis nasce a Napoli il 15 febbraio 1898
e fin da piccolo viene chiamato affettuosamente Totò.
La mamma, Anna Clemente, è una ragazza madre e
per questo viene registrato all’anagrafe come Antonio
Clemente,
figlio di N.N.
Solo nel 1921
Antonio verrà
riconosciuto
come un De
Curtis, dopo il
matrimonio
della madre
con Giuseppe
De Curtis. Durante la difficile giovinezza, un pugno
gli provoca una notevole deviazione del setto nasale
determinando anche la parziale atrofia che si
manifesterà nella sua tipica asimmetria facciale. Sin da bambino, in Totò è viva la passione per il teatro
e per i personaggi comici in particolare. Dalle recite
familiari al palcoscenico il passo è breve: già a 15 anni
debutta in uno dei tanti teatrini napoletani con lo
pseudonimo di Clerment. Durante la Prima Guerra
Mondiale, Totò conosce le durezze e la stupidità della
vita in caserma e fin da allora nasce in lui l’avversione
per i cosiddetti “caporali”, persone senza arte né parte
che, con la forza della propria posizione, cercano di
imporsi meschinamente sugli altri. Nel 1918, torna a
Napoli e comincia a recitare in piccoli teatri con un
repertorio di imitazioni. Dopo 4 anni, un clamoroso
fiasco lo porta a lasciare la sua città natale per trasferirsi
a Roma, dove diventa famoso interpretando la
marionetta disarticolata che verrà successivamente da
lui riproposta anche in alcuni film. Qui nasce il
personaggio Totò, con la tipica bombetta logora e il
tight troppo largo, sempre alle prese con la povertà e il
suo aspetto peggiore: la fame. Con il successo arrivano anche le donne. Il legame con
Liliana Castagnola si risolve addirittura tragicamente,
con lei che si toglie la vita dopo un litigio, lasciando
Totò molto scosso e addolorato. Nel 1932 sposa poi la
giovane Diana Rogliani dalla quale ha la figlia che
chiamerà proprio Liliana. Il matrimonio viene
annullato già nel 1940, ma la coppia rimane insieme
nell’apparenza fino al 1950, per il bene della figlia.
Quando l’ex moglie lo lascia definitivamente per un
altro uomo, Totò scriverà di getto il suo capolavoro
“Malafemmina”. Intanto con gli anni cresce anche il
successo di Totò, con rappresentazioni teatrali e
produzioni cinematografiche. Negli anni ’50 scoppia
una vera e propria Totò-mania. Nel 1952, grazie ad un
giornale, conosce Franca Faldini, la compagna di 33
anni più giovane con la quale vivrà fino alla morte. Di
successo in successo, Totò lavora con gli attori più
grandi del periodo: Eduardo De Filippo, Peppino,
Aldo Fabrizi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Walter
Chiari, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Vianello,
Fernandel, Macario, Mastroianni, Nino Manfredi e
molti altri. Infine, l’importante incontro col regista Pier
Paolo Pasolini gli permette di farsi scoprire dal
pubblico come attore di gran sensibilità e intelligenza,
in ruoli che incarnano una gran capacità di sarcasmo
intersecati a momenti di profonda commozione. Lavora
senza posa anche quando è quasi cieco a causa di una
malattia virale. Il superlavoro e una vita tutt’altro che
salutare e caratterizzata da un centinaio di sigarette al
giorno inframmezzate da decine di caffè, gli danno il
colpo di grazia: Totò muore a Roma il 15 aprile 1967
in seguito a tre infarti consecutivi. Il funerale a Napoli
vede una città in ginocchio, oltre duecentomila persone
daranno il loro saluto a questo artista che è stato
senz’altro il più grande comico italiano di tutti i tempi.
Quest’anno si festeggiano i cinquant’anni dalla sua
morte e mi piace ricordarlo con la sua più celebre
poesia, LA LIVELLA, che invito tutti a leggere.
Luca Marchetti II C
IL RICHIAMO DELLA FORESTA
“Il richiamo della foresta” è un libro di Jack London
pubblicato nel 1904 e fa parte del genere di avventura.
È lo pseudonimo di John Griffith Chaney, scrittore
statunitense nato a San Francisco, il 12 Gennaio 1876.
Era un gran divoratore di libri di ogni genere. I suoi
romanzi si ispirano al naturalismo di Zola e alle teorie
scientifiche di Darwin, privilegiando i temi della lotta
per la sopravvivenza e del passaggio dalla civiltà allo
stato primitivo, che sono particolarmente presenti nel
libro “Il richiamo della foresta”. Il romanzo è ambientato inizialmente in California,
nel1897. Il cane Buck vive nella fattoria del giudice
Miller. Inizia la “Corsa all'oro del Klondike”: aumenta
la richiesta dei cani da slitta e Buck viene venduto dal
giardiniere del suo padrone a un trafficante, il quale lo
maltratta, lo rinchiude in una cassa perché sia
trasportato per una nave tra i ghiacci del Klondike.
Affidato a un brutale addestratore Buck viene
picchiato e costretto a diventare cane da slitta. Buck
imparerà a difendersi dagli altri cani. In seguito cambia
padroni ma non diminuiscono i maltrattamenti. Dopo
essere stato al servizio di tre cercatori d'oro litigiosi e
incapaci, Buck sta per essere ucciso, ma viene salvato
dal cercatore d'oro John Thornton. Scoppia l'amore di
Buck per il suo salvatore che gli fa vincere una grossa
somma in una scommessa, tirando da solo una slitta
con un carico di mille libbre. La vincita consente a
Thornton di recarsi a Est, alla ricerca di una miniera
abbandonata ai margini di una foresta. Qui Buck inizia
a sentire “il richiamo della foresta” e vi si addentra.
Quando ritorna all'accampamento scopre che Thornton
e i compagni sono stati uccisi dagli indiani. Buck li
vendica scagliandosi contro gli indiani, ma il richiamo
della foresta si fa sempre più irresistibile dentro di lui.
Buck decide allora di vivere nella foresta insieme a un
branco di lupi di cui diventerà il capo. Lorenzo Parolini II C
“SCUOLA MEDIA,
GLI ANNI PEGGIORI DELLA MIA VITA”
Il libro “Scuola media, gli anni peggiori della mia vita”
è stato scritto da J. Patterson di origine statunitense ed
è considerato uno degli autori di thriller più importante
del nostro tempo. Patterson è famoso a livello
internazionale a partire dal 1993 grazie alla
pubblicazione di “Ricorda Maggie Rose”. Il libro
“Scuola media gli anni peggiori”, è la storia di Rafe,
che frequenta la prima media, ragazzino introverso, ma
dotato di grande immaginazione. Non è sicuramente
cattivo, ma agli occhi degli adulti si comporta da
ragazzaccio. Al lettore piace scoprire la parte buona
sotto l’aria cattiva e Rafe è un protagonista abbastanza
trasgressivo da essere interessante, ma “sotto sotto” è
abbastanza buono ed intelligente, perché ha chiara la
differenza tra giusto e sbagliato. La storia inizia con il
discorso di apertura dell’anno scolastico del preside,
dove viene distribuito a tutti gli alunni un libretto con
un codice di comportamento, una lista di 112 regole.
Rafe ha l’idea di trasgredire tutte le regole: una per
una. Inizia così l’operazione R.A.F.E. (regole assurde
finirete ed eliminate). Questa sarà la sua grande
impresa che gli permetterà di staccarsi dal mondo dei
piccoli e farsi largo tra bulli, perfide insegnanti e
ragazzine irraggiungibili. Leggendo questo racconto si
scoprirà come Rafe porterà a termine la missione tra
avventure non solo descritte ma anche illustrate. Il
racconto può essere tra i libri da portare in vacanza
anche per un adulto: sono le stesse cose che hanno
vissuto anche loro in passato, perché in ogni classe c’è
sempre stato un Rafe……… Simone Fogli II C
IL BERRETTO A SONAGLI
Giovedì 24 novembre, alle ore 21.00, presso il Teatro
Comunale, io, la mia classe, alcune professoresse e
alcuni genitori abbiamo assistito allo spettacolo teatrale
“Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. In
precedenza, con la nostra insegnante di lettere,
avevamo letto la trama dello spettacolo per poi capirne
meglio la visione. Pirandello, intitolando lo spettacolo
“Il berretto a sonagli”, fa riferimento alle tre corde di
un cappello, come il meccanismo di un orologio, che
portiamo in testa: quella civile che serve per vivere
nella società, quella seria che serve per dire le proprie
ragioni e chiarire le situazioni e, se poi non si riesce
nell’intento, si usa quella della follia, che ti fa perdere
il lume della ragione. Verso le 21:00 le luci si sono
spente, il sipario si è aperto e in primo piano c’era la
protagonista, la donna tradita, che sta piangendo. La
storia parla di questa donna, Beatrice Fiorica, sposata,
che viene tradita dal marito con la moglie di Ciampa.
Beatrice vuole cogliere di sorpresa i due amanti e poi
denunciarli, infatti chiama il delegato Spanò e lì
scoppia lo scandalo. Ciampa, però, non volendo passare
per la parte dell’uomo tradito e per difendere il proprio
onore, fa credere agli altri che Beatrice è pazza: pazza
perché ha semplicemente detto la verità, una verità
scomoda, ma pur sempre la verità. Lo spettacolo si
conclude dichiarando apertamente la pazzia di Beatrice
che, successivamente, viene rinchiusa in manicomio.
Lo spettacolo mi è piaciuto in parte: ho apprezzato il
significato delle tre corde che sono alla base delle
regole sociali. Ho avuto qualche difficoltà, invece,
perché gli attori hanno recitato in dialetto siciliano
rispettando il testo pirandelliano e, in alcune parti, non
capivo molto bene.
Bussola Mariachiara III C
FRANKENSTEIN
Victor Frankenstein è
uno scienziato che vive
a Ginevra, di ottima
famiglia, che ha un
particolare amore per
lo studio di filosofi
antichi come Cornelio
Agrippa e Paracelso,
da cui apprende da autodidatta, fin da bambino. Ad un
certo punto della sua vita si trasferisce a Ingolstadt,
dove un professore gli dice di orientare i suoi studi
verso la filosofia della natura e la chimica in
particolare, che diventano la sua sola occupazione.
Grazie a questi studi, riesce a creare un nuovo essere,
formato da diverse parti del corpo di alcuni cadaveri,
che avrebbe dovuto avere una forza e una bellezza
superiori a quelle dell’essere umano .La “creatura” non
ha delle sembianze piacevoli: è di statura enorme e il
suo aspetto è completamente deforme e abominevole
.La sua condizione di solitudine e sofferenza, causata
dagli uomini che lo respingono con disgusto e terrore,
lo inducono ad uccidere tutti i componenti della
famiglia del suo creatore (Victor), anche perché costui
si rifiuta di creargli una compagna simile a lui, per poter
capire cosa significhi essere amato .Dopo aver
trascorso tutta la vita nel tentativo di distruggere quello
che aveva creato e che aveva seminato morte e dolore,
Victor muore di malattia. La “creatura”, si dimostra
pentita degli omicidi commessi e, per togliere un peso
dal cuore del suo creatore e dal proprio, si suicida .Il
libro, che consiglierei di leggere a lettori molto esperti,
mi è piaciuto moltissimo perché mi ha fatto riflettere
soprattutto sulla natura umana della “creatura” che, pur
avendo subito molte ingiustizie e grandi delusioni da
parte degli uomini, è rimasto interiormente sensibile,
perché ammette di aver sofferto nel compiere crudeltà
verso il genere umano, che all’inizio ammirava ed
amava sconfinatamente. Cercando compagnia e
consolazione ma sempre respinto, si è
vendicato, accecato dall’ira e dal dolore. Licia Della Monica II A
READY PLAYER ONE
Siamo nel 2045, il mondo è ormai diventato un posto inquinato e sovrappopolato. Wade Owen Watts, ha diciotto anni e trascorre le sue giornate in un universo virtuale
chiamato OASIS, dove si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale (compreso combattere), oppresso da guerre, carestie, sovrappopolamento e inquinamento. Ad
OASIS si può accedere facilmente in modo gratuito, usando dei guanti “aptici” (dei guanti speciali) e un visore (una maschera). Un giorno però James Halliday, geniale
creatore di OASIS, muore senza eredi, lasciando il suo mondo virtuale e tutto il suo patrimonio (che vale precisamente 135 miliardi di dollari), alla prima persona che fosse
riuscita a risolvere una serie di indovinelli e giochi di intelligenza sparsi nell'universo di OASIS: milioni di persone (soprannominati Gunter, ossia egg hunter) decidono di
cimentarsi nell'impresa, e fra questi appunto Wade.Il motivo per cui Wade è così preparato rispetto a molti Gunter è che è cresciuto nel mito di Halliday; conosce tutto della
sua vita e dei suoi gusti personali, e questo potrebbe rappresentare un notevole vantaggio per la risoluzione degli intricati enigmi. L'opportunità però di mettere le mani su
REALTÀ
Si vuole la pace
Si utilizza la guerra
In questo mondo idealista
Quanta incoerenza.
Valeria Soloperto III C
OASIS ha attirato anche la IOI (Innovative online industries), una potenza multinazionale pronta a tutto pur di vincere la sfida, usando un “esercito” virtuale imponente.
Questo libro ci è molto piaciuto, perchè anche a noi, come a Wade piacciono i videogiochi sia contemporanei che “retrò”; come il protagonista siamo molto appassionati della
cultura anni ’80: canzoni, film ecc. Francesco Bottoni e Elena Ricci II D
LOGAN –THE WOLVERINE
Logan-The Wolverine, is a drama, action, fantasy film.
It came out on March 1st 2017. It is the third and last
film of the series. Hugh Jackman stars as Logan, Dafne
Keen plays the role of Laura and Patrick Stewart plays
the role of Professor Xavier.
Logan-The Wolverine is about three mutants:
Wolverine, Professor Xavier and Laura (X-23).
The film is set in North-America in 2029. It tells the
adventures of Logan (Wolverine) and Professor X that
have to bring Laura, an 11-year-old girl to a place
called Eden (North Dakota) where there are other
mutants. We like the main characters very much and
we can’t tell which is our favourite. We like Logan
because he’s cool and he isn’t like most of Marvel’s
superheroes. He doesn’t like dressing up or being at
the centre of the attention. We also like Professor X
because he teaches young mutants how to use their
powers. We love Laura because she is very cute and
brave and because she makes Logan become human.
We think this film has a very important message: even
the strongest people who can appear undefeatable and
that fight for their entire life, one day can become weak
and decide to live in a different way.
S. Ni, F. La Malfa, C. Bocsaneanu III B
Il DIARIO DI ANNE FRANK
Questo libro parla di una ragazza ebrea, Anne Frank,
alla quale viene regalato per il suo compleanno un
diario. Quest’ultimo lo chiama Kitty, e fa finta che sia
la sua migliore amica, quella che non ha mai avuto,
confidandole ogni cosa per più di due anni.
Inizialmente viveva in una bella casa con i suoi genitori
e la sorella Margot, ma poi, con l’arrivo della seconda
guerra mondiale, furono costretti a trasferirsi in un
nascondiglio segreto: un piccolo appartamento la cui
porta era nascosta da una libreria, sopra la fabbrica del
padre, ad Amsterdam. Con loro visse anche la famiglia
Van Daan, cari amici della famiglia Frank. Restarono
nascosti per più di un anno, fino a quando furono
scoperti e deportati nei campi di concentramento. Anne
Frank fu deportata ad Auschwitz, per poi morire il 5
maggio del 1945 nel campo di concentramento di
Bergen-Belsen, in Germania, appena 3 giorni prima
della sorella Margot. Il libro mi è piaciuto molto,
perché oltre alla sua storia, nel libro emergono anche i
suoi stati d’animo, i momenti di paura e di gioia vissuti
in clandestinità. Il libro non è facile, ma soprattutto va
capito, per questo ne consiglio la lettura solo ai lettori
“esperti”. Il padre di Anne, Otto Frank, fu l’unico
sopravvissuto, e dopo aver trovato il diario della figlia,
lo pubblicò, per far conoscere a tutti cosa aveva passato
la sua famiglia, come quasi tutti gli ebrei di quel tempo.
Silvia Guidetti II A
RELAZIONE SUL DOCUMENTARIO
“II PUNTO DI NON RITORNO”
Nei giorni scorsi la Professoressa di Scienze ci ha fatto
vedere un documentario sul riscaldamento globale e
l’effetto serra. La scelta dell’argomento non è stata
casuale, ma è dipesa dal fatto che, nelle ultime
settimane, abbiamo studiato l’atmosfera, gli strati che
la compongono e la sua pressione. Abbiamo così
appreso quanto sia importante preservare il nostro
pianeta da ogni forma di inquinamento. Il
documentario, prodotto e interpretato dall’attore
Leonardo Di Caprio, mette in luce un grave pericolo
che minaccia la Terra. L’attore, infatti, ci ha
chiaramente spiegato che l’atmosfera è costantemente
minacciata dall’inquinamento causato dai processi di
combustione, che riversano nell’aria che respiriamo,
dei gas estremamente nocivi, tanto per l’uomo quanto
per ogni altro organismo vivente. Quello fornitoci
dall’attore non è, però, solo un punto di vista
personale, ma è una conclusione a cui sono giunti gli
scienziati i quali ci avvertono che, se la temperatura
dovesse continuare a salire ancora, in pochi decenni, il
nostro pianeta potrebbe essere compromesso
irrimediabilmente. Questa è la ragione per cui il titolo
del documentario è “Punto di non ritorno”: l’attore,
che è da anni un convinto ambientalista, ci vuol far
capire che ci troviamo in una situazione limite,
superata la quale, non si potrà più tornare indietro. Il
documentario, certamente interessante, mi ha fornito
diversi spunti di riflessione che, a dire il vero, mi
hanno causato anche un po’ d’ansia, perché la
prospettiva di una fine del mondo abbastanza vicina mi
terrorizza. Per quanto poco possa sembrare, io cerco di
stare attenta a preservare l’ambiente, evitando di
lasciare sotto carica il cellulare o il computer più del
dovuto, chiudendo il rubinetto dell’acqua tutte le volte
che mi insapono le mani o mi lavo i denti, spegnendo
la luce ogni volta che esco da una stanza e,
naturalmente, differenziando i rifiuti nel modo
corretto. Di certo da sola non salverò l’ambiente, ma
perlomeno potrò dire ai miei figli di aver contribuito a
tutelarlo, sperando che basti. Fiammetta Randazzo I C
ORLANDO FURIOSO
L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto è un poema
cavalleresco composto da 46 canti e pubblicato per la
prima volta nel 1532. Si presenta come la
continuazione dell'Orlando Innamorato di M.Boiardo
(rimasto incompiuto). Il poema si può suddividerlo in
tre nuclei narrativi principali: la guerra tra cristiani e
saraceni; la fuga di Angelica e la pazzia di Orlando;
l’amore tra la cristiana Bradamante e il saraceno
Ruggero. La prima storia inizia con l’assedio di Parigi
da parte di Agramante, re saraceno, che dopo alcune
vittorie viene ucciso da Orlando e di conseguenza la
battaglia si conclude con la vittoria dei cristiani. La
seconda vicenda racconta di Orlando, il più valoroso
dei paladini di Francia, che si innamora di Angelica,
donna bellissima, principessa del Catai. Angelica fugge
dall'accampamento di Carlo Magno e Orlando la
insegue, dimenticando tutti i suoi doveri di soldato.
Intanto Angelica incontra un guerriero saraceno,
Medoro, di cui si innamora. I due innamorati incidono
su di un albero i loro nomi e, quando Orlando arriva nel
luogo e li scopre, rimane sconvolto e impazzisce. Nel
frattempo il guerriero Astolfo, dopo aver
domato l'ippogrifo, un cavallo alato, vola sulla luna per
recuperare il senno di Orlando. Il paladino dopo aver
riacquistato la ragione, guarisce anche dall’amore per
Angelica e ritorna a combattere contro i saraceni. La
terza vicenda parla dell’amore contrastato tra
Bradamante, guerriera cristiana, e Ruggero, guerriero
saraceno. Alla fine i due si sposano, in quanto Ruggero
si converte al cristianesimo. I due personaggi saranno
i capostipiti della famiglia d’Este. Pertanto L. Ariosto
ha voluto celebrare la gloriosa casata degli Estensi di
Ferrara, per la quale aveva svolto incarichi e servizi. In
occasione del cinquecentenario della pubblicazione
dell’ “Orlando Furioso", Ferrara, la città che ha ospitato
L. Ariosto, il grande letterato del Cinquecento alla corte
degli Estensi, gli ha dedicato una serie di iniziative
artistiche come: una mostra al Palazzo dei Diamanti e
un libro per bambini. La Mostra è iniziata il 24
settembre 2016 e terminata il 29 gennaio 2017, che ha
tentato di interpretare: cosa vedeva Ludovico Ariosto
quando chiudeva gli occhi, quali immagini affollavano
la sua mente mentre componeva il poema che ha
segnato il Rinascimento italiano e quali opere d’arte
alimentarono il suo immaginario. La Mostra si è
rivelata non una ricostruzione documentaria, ma
l’esposizione di uno straordinario viaggio
appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e
tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi,
utilizzando i capolavori dei più grandi artisti del
periodo. L’Orlando Furioso è stato celebrato anche
attraverso il racconto di Luigi dal Cin. I principali
personaggi del poema ariostesco sono di nuovo
convocati nel magico palazzo di Atlante, luogo
dell’illusione, giostra vorticosa in cui cavalieri e dame
ripetono all’infinito gli stessi percorsi e gli stessi gesti,
labirinto affollato e deserto allo stesso tempo, il palazzo
è lo scenario in cui sono ambientate le meravigliose
vicende dei personaggi dell’Orlando Furioso.
Accompagnano il testo, e ne amplificano l’effetto di
meraviglia, le tavole di Pia Valentinis che, di volta in
volta, interpretano i toni della narrazione con vivace
originalità per avvicinare l’immaginario di Ariosto al
cuore dei bambini di oggi.
Simone Fogli II C
POESIE
IL SIGNORE DI FERRARA
C’era un signore di Ferrara
che beveva birra amara
nella stalla del castello
insieme ad un mite agnello
quello strano signore di Ferrara.
Zyrone e Pietro I A
IL VECCHIO DI ENNA
C’era un vecchio di Enna
che disegnava sull’antenna
usando solo una penna,
pensando ad una renna.
Quello strambo vecchio di Enna.
A.Luppi e C. Leon I A
UN SIGNORE DI BOLOGNA
Conoscevo un signore di Bologna
Che portava a guinzaglio una cicogna
Un giorno la cicogna se ne andò
E il disperato signore di Bologna si
ammazzò.
Essadqui Naval I A
UN BAMBINO DI RAVENNA
Un bambino di Ravenna
adorava cavalcare la renna
un giorno la renna stette male
e il bambino si comprò un maiale
quell’astuto bambino di Ravenna.
Alessandro Succi I A
IL CONTADINO DI LUCCA
Il contadino di Lucca
Un giorno infastidì una mucca
La mucca si arrabbiò
E con tutto il suo peso lo schiacciò.
C. Danu A. Birzeanu I A
IL VECCHIO SENZA SALONE
Un vecchio di Riccione
Abitava in una casa senza salone
E non poteva mai ricevere persone
Perché aveva paura di fare un figurone
Quel vecchio fannullone di Riccione.
M. Kostic e I. Hendali I A
UN GIOVANE DI FIRENZE
C’era una volta un giovane di Firenze
che stava facendo scienze
diceva che era adolescente
però voleva diventare un agente
quel confuso giovane di Firenze.
Rusu Alin I A
L’ ARCOBALENO
Mi piace l’arcobaleno perché è di mille colori,
gioca con il cielo e con l’aria.
Salta la corda con le sue amiche nuvole,
ed è sempre in compagnia.
C’è nostalgia nell’andar via, ma ci si rincontra
quando conta.
Sara Cazzola I B
FILASTROCCA
Sul tagliere l’aglio taglia
non tagliare la tovaglia
la tovaglia non è aglio
se la tagli fai uno sbaglio.
Alessandro Succi I A
LA NEVE La neve che cade,
sugli occhi,
rinfresca,
e libera il pensiero,
e ci trasporta,
in un mare di speranza.
Paolo Trombini III D
AUSCHWITZ
Quante volte
immaginavo il cielo,
oltre quei fili spinosi.
Era azzurro!
Così limpido,
pulito e senza fumo.
Quante volte
speravo di vedere
il mondo,
oltre questo posto…
Senza grida,
pianti e disperazione…
Ormai è troppo tardi,
tutto è finito…
anche la mia ultima speranza
è spenta,
tra questa solitudine
e il lago sanguinoso
della mia persona più cara.
Liumei Ye III D
LA LIBERTÀ NON È SOLO UNA PAROLA La libertà non è correre a perdifiato,
non è neanche essere spensierato:
la libertà non è un prato fiorito
non è neanche guardare l’infinito.
La libertà è poter dire quel che vuoi
senza badare al contenuto
è poter prendere per mano
anche uno sconosciuto.
La libertà è tenere aperta la tua porta
tanto lo sai: chi entra è un amico
e il resto non importa.
Francesco Ranaudo III D
IL MALE Il male è presente
in ognuno di noi
Tutti sanno da dove
proviene
ma non tutti sanno
affrontarlo.
E nessuno sa perché
esiste…
C. Roman III D
MURO
13.08.1961
Si innalza e ci separa.
09.11.1989
Ci ricongiungiamo
alla sua caduta.
Mai stato giorno più
felice!
V. Soloperto III C
SINTOMI D’ADOLESCENZA Ridevi.... fino a quel giorno,
giocavi tranquillo,
scherzavi sereno,
correvi
e saltavi di gioia
per ogni minima cosa
ti emozionavi, ti confidavi.
Ormai quel tempo è passato:
non ridi,
non giochi,
non scherzi,
non corri,
non salti.
Sei affetto da strani sintomi:
una malattia che si chiama
adolescenza!
Monica Isede III D
NAPOLEONE Inganna i suoi nemici
con grande astuzia.
La sua arma era
il cervello.
Generale,
Primo Console,
Imperatore:
L’uomo più grande d’Europa.
L. Sgarzi II D
VERIFICA Le rose sono rosse
le viole sono blu
mi dia un quattro
e non se ne parla
più!
G. Mazzoni III C
PRIMAVERA Nidi di rondini
sotto i tetti, voli di
uccelli cinguettanti, tutto
ha toni perfetti,
nel paesaggio che ti appare davanti.
Primavera è … meraviglia estasiante,
è la natura che si risveglia,
all’arrivo della stagione
che fra le altre fa eccezione
perché è sublime per eccellenza
e di lei non si potrebbe fare senza,
perché con il suo tocco di magia rosa
abbellisce ogni cosa.
Primavera è un uccellino appena nato,
è un fiore ora sbocciato.
Questa è la primavera.
Chiara Corda IID
L’UNIVERSO
L’universo mi avvolge
L’universo è immenso
L’universo gioca a calcio
Con le meteoriti
E salta i pianeti
Come se fossero ostacoli
L’universo si diverte
A rendere oscuro il cielo
L’universo piange
Alle grida della terra
L’universo è buio
L’universo è un immenso mistero
Maddalena Piovan I B
TU SEI… Tu sei bella come il sole
Hai i capelli lunghi e ondulati come le
onde del mare, gli occhi neri come la
notte stellata, la voce bella e calda
come il vento d'estate e il tuo cuore
d'oro che ti rappresenta.
Infine sei semplicemente...una ragazza
che vuole vivere la sua vita.
Edoardo Marchetti I C
LA MIA VITA Mi sveglio…
È mattina…
Latte e cioccolata…
Sorrido…
I miei occhi
Scoprono un nuovo giorno…
Sono felice della vita!
Yuriy Filipyev III D
L’AUTOSTRADA
L'autostrada é una dritta via
che collega Napoli a Pavia.
Molto lontano lei ti porta
ma di benzina devi avere la scorta.
Vanessa Cirelli I C
LA SCUOLA
La scuola è un dolore
sembra un film dell’orrore.
La scuola è noiosa perché è odiosa.
Emma Mujullari I C
IL PARCO DELL'AMICIZIA Un prato fiorito è come un bosco riempito,
di aiuole e di fiori con l'erba piena di colori,
I bambini son felici corrono giocondi,
riscoprendo mille mondi magari anche andando in bici.
Ma poi il sol tramonta la notte si stende sul prato.
Alle sette canta il gallo e il cacciator va sul cavallo.
Arriva in un prato che sembra scolpito
e vede un uccello purtroppo ferito.
Si ferma e lo aiuta lo fascia e lo scruta.
Lo porta a casa e gli compra una gabbietta
lo guarisce e lo nutre finché un giorno non cinguetta.
Tra un cacciatore e un uccello c'è molta differenza
ma l'amicizia è un sentimento che sfugge all'apparenza.
Karoui Alessandro II D
IL MIO UNIVERSO E… in un attimo, assurdo!
Mi fermo a pensare
alla vastità dell'universo.
Più in là dell'atmosfera,
più lontano dei raggi del
sole,
più in là delle galassie
che puoi immaginare.
Una sensazione di vuoto,
lo stomaco sobbalza,
la confusione mi pervade.
Torno alla normalità
e al presente
J. Maria Simonato III D
L’UNIVERSO DI OGGI
Mi sono perso è un labirinto infinito,
senza uscita, pieno di pareti.
Cosa c’è oltre quella parete?
Cosa c’è in fondo a questo tunnel
e a tutto questo? Dove sono?
Mi confondo tra i miei pensieri,
sto annegando in questa immensità
come una lacrima fa in un lago.
Mi fermo, ragiono e… capisco che
questo è l’universo come lo è ora.
Simone Bottarelli, III D
LE STAGIONI L’alternarsi delle stagioni
alla testa manda sensate ragioni.
L’anno inizia con l’inverno
c’è tanto freddo che sembra l’inferno.
Arriva poi la primavera
e tutto il mondo ritorna com’era:
via i maglioni riecco i colori
di nuovo le teste dai cappelli fuori.
E poi l’estate, la scuola è finita,
vediamo in cielo volare una matita.
E urlo a più non posso
Giugno, Luglio, Agosto.
Ed ecco che comincia l’autunno, l’anno sta per finire,
e ricominciamo a dormire.
Purtroppo si torna a scuola
e per gasarci tutti beviamo Coca cola.
Ricomincia il giro in tutta fretta
come una corsa in bicicletta.
Anna Bondanelli, Elisa Maestri, Dalia Cassetti I D
AMORE SENZA DOLORE
Noi ci abbracciamo per ore e ore
ma ci si spezza il cuore a pensare ai bambini
che hanno perso i familiari
basterebbe un abbraccio per risollevarli,
per trasformare la terra in un posto migliore.
Basta un abbraccio senza dolore
e gli emarginati scappati
ci riconoscono per averli aiutati e ospitati.
C’è tanta gente che ha bisogno di comprensione,
ci si abbraccia per ricostruire l’umanità e per avere più
parità quel sentimento avvolge i nostri cuori e farà
crescere nuovi amori.
Matteo, Yassin, Giulia, Daniele V A “Poledrelli”
OCEANO E VITA Nell’oceano
La vita è facile…
Nuoti dove vuoi…
Ma all’improvviso
Vedi uno squalo e
Tutte le cose belle
Diventano brutte.
Vuoi andartene
Ma non puoi!
Così è la vita:
A volte è stupenda…
A volte è atroce!
M. Boychuk III D
LA TORTA MASCHERINA
Se tu mangi ogni mattina
questa torta zuccherina,
poi ti trovi una sera
che sei grassa come una sfera .
Ma la torta mascherina
è una grande biricchina
e se un morso le darai,
prima o poi ci tornerai
Fiammetta Randazzo I C
L’IRA L’ira è pazzia
che colpisce anche
animi nobili
dai grandi cuori
e animi poveri
dai piccoli cuori di
pietra.
Michele Sollazzo III D
L’AMICIZIA L’amicizia è un dono
inalienabile
Che non può essere
comprato
Bensì bisogna coltivarlo
Con pazienza e fiducia
Ed è come il sole
Che sorge ogni mattina
Anche dopo la notte
Più lunga e buia.
Filippo Boari II D
CUORE Non lasciare persone che ami
per altri amici.
Fai che il tuo cuore faccia il
suo…
Il suo amore,
Le sue emozioni,
I suoi viaggi,
Le sue amicizie.
Andrea Garbellini IID
IL TRAMONTO
Il tramonto verso sera gioca con i colori
durante il giorno sta tutto il tempo fuori
passeggia per il mondo e lancia l'allegria
che poi svanisce, quando lui va via
il tramonto dipinge le nuvole di cuori e
alla sua prima spennellata, si addormentano i fiori
e appena anche lui va a riposare i
grilli si mettono a cantare
Viola Maini I B
LE STELLE
Le stelle sono un elemento
naturale
dell’Universo
che fan brillare la terra di notte
e noi possiamo esprimere un
desiderio
per ognuna di loro che
vediamo cadere.
E le stelle mi danno la voglia
di splendere come loro
e di scomparire da un giorno
all'altro.
Lina C. Fotso I B
LE STELLE CADENTI Le stelle cadenti
sono lucenti
E percorrono il sentiero
della Libertà.
Non si guardano mai alle spalle
Viaggiando per anni e anni
Nell’universo infinito.
Salutano le stelle al loro
passaggio,
illuminano la luna
e i vari pianeti.
Con un cuore d’oro
Che batte molto veloce
Belle e luminose come il viso
Della ragazza dei tuoi sogni
Marco Di Lorenzo I B
LA MIA VITA
Accarezzo la luna,
tocco le stelle,
con i miei sogni
e i miei desideri.
Volo in alto,
verso il cielo,
gioco ogni giorno
e nelle mia vita
ho toccato il fondo.
Però io spero,
in un bel mondo.
Marta S. Kiszela II D
TOTALITARISMO
Nulla è mio
Nulla è tuo
Tutto dello stato
E nessuna libertà.
Valeria Soloperto III C
MI SENTO COME … Mi sento come un aquilone, che vola sopra tutto e sopra tutti,
accarezzato dal vento.
Mi sento come un aquilone che corre,
che corre senza una destinazione.
Linda Ranzani III D
L’ERBA
L’erba danza sulle note del vento
E sta sempre in compagnia di amici e parenti
E intanto racconta di suole di scarpe
Di zampe di animali e di bruchi che la vogliono mangiare.
Rocco Davi I B
LOVE POEMS ♥
Love is in your heart
not to stay but to be shared.
Lorenzo Minguzzi II C
♥ _______
Roses are pink
giant or small.
cup cakes are sweet
and so are you!!!
G. Boccafogli II C
L’ AMICIZIA Non ti devi mai
dimenticare
dei tuoi amici,
nella vita
devi aver tempo
per quel che ami,
l’amicizia è
un sentimento
magico…
Artem Koval II D
SAINT VALENTINE DAY Valentine gives us emotions and songs.
We share love and fear.
We enjoy moments in which we do not lie.
This is all I know.
Giorgia Artosi I B
GRAZIE
Sei un appoggio
quando non c'è nessuno,
sei la luce in un giorno buio, sei
un sorriso
fra le lacrime,
il tuo aiuto è prezioso per me e
il mio pensiero
è sempre rivolto verso di te.
Ora sei volata via
ma non mi hai dimenticata
cara nonna mia.
Alice Miani III D
MATITA NERA Nero come la mia pelle, come le parole
che mi scagliano contro
e le mani che mi afferrano.
Le grida urlano potere e mi stringono il corpo,
il bianco mi circonda
ed ora non vedo più niente.
Nell’oscurità le voci mi torturano,
mi cancellano lentamente,
come si fa con il segno di matita su un foglio bianco.
Marta Proner II D
LA MATTINA Ogni mattina svegliarsi è un’impresa
Scendo dal letto mi serve una presa
Devo piastrare di corsa i capelli
Sembro una strega con i pipistrelli.
Inzuppo il biscotto nella tazza del latte
È così tardi e sono ancora in ciabatte
Mi lavo i denti le mani e la faccia
E come merenda una bella focaccia.
Prendo la bici e inizio a pedalare
Questa giornata sta per cominciare…
Davanti alla scuola ci sono i miei amici
Con la catena lego la bici.
La campana la sento suonare
Forza ragazzi corriamo a studiare.
Simona Bertacchini II D
IL GELATO
Quando penso ad un gelato vedo il mondo al cioccolato.
Se lo mangio alla nocciola faccio poi una capriola.
Se poi è alla stracciatella o cremino alla nutella,
la vita è ancor più bella.
Se lo mangio all'amarena, mi passa il mal di schiena.
Nella coppetta o nel cono, è sempre molto buono.
Se un gelato mangerai, passeranno tutti i guai!!!
Giulia Sarzi Amadè I C
LA SCUOLA
Vado a scuola e mi piace studiare
Lì ho degli amici con cui giocare
Con i professori s’impara tanto
Loro sono buoni e felici di noi ogni tanto
Anastasia Nawal I A
IL CELLULARE Una delle cose che più usiamo
è il cellulare,
infatti, siamo tristi,
se viene a mancare.
Alle foto ed ai messaggi
ci appassioniamo
come fossero gialli.
Queste cose
ci fanno “dannare”
e con la salute, ahimè,
dobbiamo pagare.
Più di tanto non dovremmo usarli:
bisognerebbe… buttarli!!!
Con gli amici vedersi,
in un bar sedersi e parlarsi
anziché chiamarsi.
La tecnologia… che invenzione…
ma non abusarne… attenzione!!!
Stefano Vitalini Sacconi II D
NEL FUTURO (A ME) Spero che tu sia te stessa,
Spero che tu abbia una bella famiglia,
Spero che tu abbia un lavoro,
Spero che tu sia in salute,
Spero che tu abbia l’amore,
Ma soprattutto, spero che tu sia felice.
Anna Chieregato II D
LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI Con il tuo sorriso,
illumini il tuo viso,
ti fan da contorno
gli angeli tutti intorno;
pieno di fiori è il tuo vestito,
se ben con il tempo un po’ arrugginito.
Un bel vestito di fiorellini,
grandi, belli e piccolini.
Passa il tempo, ma la tua bellezza,
sempre esprime molta dolcezza.....
In questo universo tutto rotondo,
eri, sei e rimarrai la più bella del mondo.
Maria Chiara Cavallina II C
IL CALCIO Il calcio non è uno sport,
è una passione.
Il calcio è rincorrere un pallone,
esultare con i compagni,
è ridere e scherzare in spogliatoio,
stringere la mano agli avversari.
Ma non è sempre così;
intorno al calcio gira troppo denaro,
alcuni giocatori hanno perso la passione,
vengono venduti neanche fossero oggetti.
Ci si dovrebbe ricordare sempre
cos’è il calcio per i bambini:
un gioco bellissimo tra amici.
Andrea Rosso II D
CANZONE: “LA COSTITUZIONE NEL BLU” Penso che una Costituzione così non ritorni mai più
Non mi sporcavo le mani scrivendo di più.
Poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a pensare sotto un cielo infinito.
Pensare oh oh cantare oh oh oh oh
Nel blu dipinto di blu felice di pensare di più.
E pensavo, studiavo felice ancora di più,
mentre la democrazia avanzava pian piano nel blu.
Una scuola insegnava diritti e doveri anche a me
Piano piano avanzavo con te
Pensare oh oh Cantare oh oh oh oh
Nel blu dipinto blu
Felice di pensare di più.
Mi esprimo e tu mi spremi imprimi la tua legge
nella mente di qualcuno che ancora è fuorilegge.
Costituzione dei miei giorni compagna dei miei
viaggi tramuti i diritti in doveri che lasciano
messaggi.
Pensare oh oh Cantare oh oh oh oh
nel blu dipinto di blu felice di pensare di più
e pensavo scrivevo ancora di più
mentre la democrazia si affermava in Italia dal nord
al sud.
Una scuola insegnava diritti anche a me
pian piano studiavo, crescevo e imparavo con te.
Nel blu dipinto di blu
felice di pensare di più
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di studiare di più con te.
V A “ Poledrelli”
LA POESIA
La poesia è come una nave
che trasporta immagini, emozioni e ricordi,
e solca il mare:
a volte quieto, altre volte in burrasca,
cercando la meta.
F. Piovan I B
NON DIMENTICARE
QUELLO CHE TI PIACE Bisogna seguire
Quel che vuoi,
Soprattutto i sogni.
Quando ami qualcosa,
O qualcuno
Non lasciartelo
Portare via.
Un giorno te ne dimenticherai
Ma …
Quando te ne ricorderai;
Potrebbe non esserci più…
Maria Bagieva II D
LA SCUOLA
Uffa, sempre andare a
scuola, che fatica che si fa,
sono stanco di studiare
voglio correre e giocare,
ma andando avanti capirai
l'importanza dello studio e
ti ci abituerai
non devi diventare come un
secchione,
ma neanche essere un
burlone,
a scuola si viene per
imparare, e capire cosa è meglio fare,
ma non certo per giocare.
Ehi!! scolaro un po’ pigrone
prova a chiedere un'opinione
a chi a scuola non ci va!
D. Calarasan, M. Trufin I D
ANNA Lei è Anna, la nostra miglior bidella.
Ha sgridato tutti per la rottura della tapparella
e ci sgrida tutti se offendiamo una ragazza bella.
Non ci sgrida se facciam confusione
ed è sempre lei a salutarci fuori dal portone,
insieme a Gianpietro, quel gran simpaticone.
Grazie a lei la classe è pulita come una corte,
ma son contento perché non sa che son la volpe.
Dumitru Racovita IIIC
LA MIA MAMMA Tu sei come una margherita nel prato di primavera,
come l’arcobaleno dopo la pioggia,
come una ballerina che balla sulle punte.
Tu sei una carotina dolce, come una torta di fragole con la panna,
tu sei come un cristallo di mille colori,
come una principessa,
anche se qualche volta sei arrabbiata.
Tu sei la migliore amica,
tu sei la mia mamma.
Francesco Rossi I C
MIO FRATELLO
Mio fratello è scatenato
un po’ rompi e disordinato,
ma gli voglio un bene sconfinato.
I fratelli sono come un manto
ti stanno accanto,
ti consolano, ti proteggono
e asciugano il tuo pianto.
Mio fratello è permaloso,
in più anche goloso,
ma è il prezzo da pagare
se lo si vuole amare!
Lorenzo Minguzzi II C
INVERNO
L’inverno sembra eterno
e quest’anno ha fatto terno.
Freddo, neve, pioggia in quantità
quando mai finirà?
Aspetto l’estate che non arriva mai..
e nel frattempo tu cosa fai?
Scii, leggi vai un po’ qui e un po’ là,
ma in fondo nulla si fa,
perché l’inverno prima o poi finirà ...
di questo io sono sicuro …si sa!!!
Luca Marchetti II C
LA NATURA
In questo cielo infinito
e nella mente mia
c’è una poesia.
È come il canto degli
uccelli, è come il vento
che muove gli alberi,
é l’erba verde…
è una forza del pensiero
che abbandona la mia
mente.
La mente è zitta
ma il cuore batte.
C. Valchuk III D
LA PIOGGIA
Mi piace la pioggia
perché mi fa pensare
ad un secchio di latta
pieno d’ acqua
Mi piace la pioggia
perché mi da sicurezza
come il mio letto
Mi piace la pioggia
perché è divertente
come una gita
con i miei amici
Mi piace la pioggia
perché m’ immagino
qualcuno che sopra
alle nuvole
piange dal ridere
raccontandosi barzellette.
Rocco Davi I B
LA COTOLETTA
A me piace la cotoletta
quella che fa "croc"
sotto la forchetta.
Morbida dentro, sopra
croccante, me ne
mangio una di forma
gigante.
Ma solo una volta a
settimana per una dieta
un po' più sana.
Leonardo Ughi I C
HALLOWEEN Hey
Are you scared?
Look at the sky
Listen carefully
Our monsters are coming!
Watch out!
Eat treats
Endless night
Nightmares go away!
FESTIVALS ACROSTICS
CHRISTMAS
Come here to celebrate
Have you heard the sound?
Reindeer are flying
In the sky
Santa Claus is coming
Try to be good
Merry Xmas, everybody!
Are you ready to celebrate
Share this moment with
friends!
EASTER
Eggs and chicks
Are you ready to play Egg hunt?
Search for eggs
Try this chocolate egg
Easter brings happiness
Rabbits hop in the garden I A e I D
COME UN POETA ERMETICO…
DI GHIACCIO LA VITA COME UN LIBRO Siamo fatti di ghiaccio Si muore Siamo come un libro
Ma esiste il fuoco Per vivere. Più ci sfogliano
Che ci scioglie il cuore. Più ci conosciamo.
LA VITA A.Mihaescu III C SOGNO La vita
Arrivo a casa è come un libro…
Sono solo merita di essere letto.
Faccio quello che voglio. M. Bussola III C
G. Romanini III C
IL QUADRO
Prima sei pianta, poi diventi tela
nelle mani dell’artista tu sei al sicuro.
Pian piano il bianco ora è colore
l’anima prende forma
e lascia il posto alla luce degli occhi
che ti stanno a guardare
Eugenio Guidoboni III D
LA SCUOLA
La scuola non è bella
come il barattolo della nutella.
A scuola non si può parlare
ecco perché non è bello studiare!
Eleonora Cujba I C
GRAZIE Sei un appoggio
quando non c'è nessuno,
sei la luce in un giorno buio, sei un sorriso
fra le lacrime,
il tuo aiuto è prezioso per me e il
mio pensiero
è sempre rivolto verso di te.
Ora sei volata via
ma non mi hai dimenticata
cara nonna mia.
Alice Miani III D
PRESA DI MIRA Le lacrime mi rigano il volto,
sono piena di lividi,
e sono debole.
Mi sento male,
ho un occhio nero,
e sono a terra.
Da ogni parte vedo gente,
che mi vuole picchiare,
hanno facce cattive.
E idee orribili,
voglio andare via,
da questo mondo.
Adesso penso,
che la morte sia,
preferibile alla vita.
Sono presa di mira,
e non so neanche il perché,
forse dovrei chiedere aiuto.
Ginevra Guaraldi II D
LA NONNA
Ecco qui la nonna Pierina,
così chiamata perché piccolina
e non ha gambe slanciate come una ballerina.
La sua voce sembra quella di un generale
quando ti ordina di comprarle il giornale.
A volte sa essere dolce come una caramella
e ai miei occhi appare più bella.
Le racconto spesso i miei segreti
che lei custodisce come preziosi amuleti.
Leonardo Ughi I C
FILASTROCCA DELLA S.P.A.L.
Questa filastrocca è della SPAL
Una squadra fenomenal.
Ci sono Meret e Marchegiani
Che lottan come dei Romani
In difesa c’è il capitano Giani
Che aiuta i veterani
Ci sono Vicari e Gasparetto
Che non fan passare neanche un folletto
Insieme a Cremonesi e Bonifazi
Che sembrano i più pazzi
Infine ci sono Del Grosso e Costa
Che corrono senza sosta
A centrocampo ci son Arini e Schiattarella
Che degli avversari si fanno una pappardella
Poi ci sono Lazzari e Castagneti
Che fanno molte reti
Ci sono Mora e Pontisso
Che hanno sempre il posto fisso
Poi Floccari e Zigoni
Che in rete scagliano tanti palloni
Infine ci sono Finotto e Antenucci
Che del popolo spallino sono i reucci
Questa è la filastrocca della SPAL
Che rimarrà sempre, almeno per noi, fenomenal
A.Leonardi e F. Ticchiati I D
ANGELO CUSTODE Tu che ora conosci il cielo,
Tu che ora sei in pace,
Tu che ora sei accanto alla
nonna….
Non disperarti più,
non arrabbiarti più,
non avere più paura.
Io le sento tutte le tue
carezze,
io li vedo tutti i tuoi sorrisi,
io ascolto la tua voce ……
Io sarò sempre accanto a te
e tu…farai lo stesso con
me: grazie Nonno!
Tommaso Vissoli III D
LA MAMMA
Tu sei come foglio e penna
Dove posso esprimere i miei
pensieri
Tu sei come un fiore
Che mi legge il cuore
Tu sei la mia stella polare
Che mi riesce a guidare
Tu hai la mia stessa passione
Che portiamo nel cuore!
Lara Ranieri IC
CORRERE VIA Girarsi indietro,
e sapere di essere già lontano
lontano da tutti
lontano da te stesso.
Chiudi gli occhi,
immagina di volare ,
tra le soffici nuvole,
e quando li riaprirai,
ti sarai già fermato.
Claudia Leccese II D
LA MIA STORIA D’AMORE Quando ero piccolo feci un grande sbaglio,
E presi un grande abbaglio,
M’innamorai di una bambina,
E quando ero vicino a lei mi saliva l’adrenalina,
Ero molto innamorato,
Le ho detto quello che provavo però lei mi ha
rifiutato,
Ma io testardo continuavo,
E con lei scherzavo,
Ma alla fine ho capito,
Che il mio amore non era ben gradito,
Con il tempo il mio amore diminuì,
E piano piano svanì.
Libero ora mi sento,
E di questa scelta non mi pento.
In futuro ci saranno molte occasioni,
Per provare altre emozioni,
Tante sorprese ci regala la vita,
Che può essere povera o arricchita,
Ma un detto rimarrà vero assai:
Il primo amore non si scorda mai.
Alberto Vuocolo II D
L’ AMICIZIA L’amicizia è un sentimento,
che non ti dà tormento;
anzi è la cosa più bella al mondo;
ti fa volare sulle ali della fantasia,
per girare in tondo
e portarti via.
Dura fin che vuoi,
e si trova negli amici tuoi!
Non lasciare che l’odio
prenda il suo posto,
l’amicizia non ha costo!
Non ha colore
perché la puoi vivere a tutte le ore!
L’amicizia ti stringe e non ti lascia andare,
perché senza di te non ci sa stare.
Arianna Menegatti II D
IL CINEMA Quando mi siedo sulla poltrona
so che avrò una sorpresona!
Se la luce appare mi sembra di sognare,
se l’immagine continua ad andare
mi vorrei immedesimare…
Se la luce scompare
ho ancora voglia di restare.
Quando vado via per quello che ho visto
mi verrà una mania!
Questo posto non ha un importanza minima:
questo posto è il cinema!
Filippo Nanni II D
LA PRIMAVERA
I colori accesi della primavera
risvegliano in me una gioia vera.
Uccellini canterini
suonano musica per tutti i bambini.
Pace e amore porta il vento
e ogni animo sarà contento.
Profumi nuovi ogni giorno,
fanno i fiori un bel contorno.
Frutti dolci stanno nascendo
e i grandi freddi stan finendo.
Oh primavera, che porti allegria
coinvolgi noi tutti in questa magia!
Vanessa Cirelli I C
W IL MINESTRONE Io adoro la verdura,
che agli altri fa paura.
Mi piacciono le melanzane,
come anche le banane.
Vorrei sempre il minestrone
Che non piace al mio fratellone.
Ho un debole per le zucchine
E amo i carciofi senza spine.
E se mi date un mandarino,
Io in cambio vi do un bacino.
Francesco Rossi I C
ESISTE O NON ESISTE È un caso… vedere le foglie volare spinte dal vento,
È un caso…vedere un frutto cadere al suolo,
È un caso…piantare un seme e scoprire che nascerà un
albero,
È un caso…se le correnti marine si infrangono sugli scogli,
È un caso…che il sole sorga ogni mattina,
È un caso…pensare ad una rosa rossa
come simbolo di amore e affetto,
È un caso…incontrarti e pensarti intensamente,
È un caso…vederti e conoscerti da sempre,
È un caso…averti in mente continuamente,
È un caso, solo un caso.
Marco Danieli III D
5 CERCHI PARAOLIMPICI Perfetto è il cerchio, ma ancora di più se i cerchi sono cinque.
Di cinque i colori: Blu libertà, Nero limite, Rosso passione,
Giallo vittoria, Verde natura.
Cinque cerchi che parlano di tempi lontani,
di fatiche sempre uguali, di emozioni da vivere
e sogni da conquistare.
Ad ognuno il suo sport per riuscire a volare.
Ma ancor di più l’emozione
Quando vedo gareggiare Bebe e Alex
Che con grande forza ci fanno sognare
E ci danno la spinta per poter migliorare.
Mantovani Caterina II D
LA FORESTA
Lo sguardo saetta tra le fronde della foresta,
mille sensazioni affollano la testa.
Il cuore batte come il martello sull' incudine,
mentre sale l’ inquietudine.
All' improvviso una voce roca
interrompe il mio respiro
e una luce fioca sorpreso ammiro.
Due spari di fucile sento frastuonare
e la voce ostile continua a gridare.
Corro verso la luce senza mai voltarmi,
con la paura feroce che potessero spararmi.
Mi ritrovo davanti a un fiume
ormai fuori dalla foresta,
mi butto all' impazzata
altro non mi resta.
Giovanni Boccafogli II C
CARA AMICA MIA Cara amica mia, usciremo con la pioggia,
con i tuoni che spaccano l’asfalto,
tu ed io, tenendoci sotto braccio
e correndo velocemente
per non bagnarci.
Staremo chiuse in macchina,
ad ascoltare la musica a tutto volume
e a cantare a squarciagola come due pazze…
E cammineremo per le vie più sconosciute,
di notte, senza avere paura,
perché io difenderò te e tu difenderai me…
Saremo amiche per sempre,
anche quando la vita ci porterà lontano…
Basterà un ricordo condiviso
e per noi sarà già…casa…
Giulia Felisati II D
IL MARE Rumoroso e silenzioso, poetico ed armonioso. Ostinato a vincere contro tutti, contro belli e contro brutti; pur arrestandosi contro gli scogli riesce a nutrire i suoi germogli. E’ un confine tra nazioni, un traghetto di forti emozioni! Molto affollato d’estate, ti vien voglia di restarci intere giornate. Di un azzurro luccicante il mare si tinge e il sol calante tutti attinge! A.Bondanelli E.Maestri D.Calarasan I D
GRAZIE A LUI (DIO) Noi abbiamo la fortuna di vivere sul più bel pianeta!
Ringraziamo Lui, per tutto:
per la luce, per il fulmine, per il vento,
per le persone vicine a noi,
perché ritorneremo a casa,
per il sole che splende tanto,
ma soprattutto… per l’amore! Vladyslav Bilyi III D
INFINITO Staremo sempre
l’una accanto all’altra,
gireremo in piazza
cantando a squarciagola,
ci faremo acconciature pazze,
ci confideremo i nostri pensieri
più profondi e casuali,
ci faremo tante foto
per ricordare i momenti più belli,
sceglieremo il nostro futuro
senza far notare che a entrambe spaventa,
seguiremo insieme un sogno,
ci sopporteremo sempre
anche nei momenti di pazzia,
ci scambieremo sogni, idee e sentimenti
senza mai nasconderci nulla.
E anche nei momenti di difficoltà
ci prenderemo per mano
sapendo che tutto questo… è infinito.
Martina Mirella II D
TU SEI
Tu sei come una piuma al vento
mentre monti soave e leggiadra
in te c'è un arcobaleno di emozioni
che si mischia alla tua voglia di insegnare
sempre allegra e sorridente.
Tu sei come una stella luminosa e splendente
per me sei un esempio di vita da seguire,
come un gregge fa con il suo pastore.
Francesca Testoni I C
I BAMBINI I bambini vanno a scuola
Senza dire una parola
Con la cartella ed il cappello
Quando piove, con l’ombrello.
Poi si siedono sui banchi,
Sempre tristi, sempre stanchi
Quando suona la campana,
la giornata è lontana,
gridan tutti è finita,
e corron tutti all’uscita.
A. Kryscenytska I A
LA BIANCA CASCATA La bianca cascata dalla maestosa vetta si dispiega, la gelida e bianca coperta smette la sua muta danza e scopre abbastanza il ruvido fianco. Le vitree sculture riflettono come bagliori cristallini. Ora la generosa madre frena l’improvvisa furia. Dalla bianca coperta restituisce la vita alla terrena mano
salvatrice! Francesca Gennari II C
LA POESIA
La Poesia è una casa di
emozioni che non avrà
mai porte, per chiunque
vorrà assaporare questa
grande avventura
sentimentale.
Aurora Avoni I B
LA PRIMA VOLTA Orecchie tagliate,
sguardo diffidente,
unghie scheggiate,
sguardo pungente,
coda dritta quasi paralizzata,
sembravi davvero una cucciola mai amata:
occhi neri vuoti e tristi
che sembravano non essere mai stati visti.
È bastata una carezza e una ciotola piena
per conquistare la tua anima in pena.
Adesso ti guardo,
lo sguardo è mutato:
sembra più dolce e più ricambiato.
Ora sento tutto, anche quando hai dolore
e il nostro legame non sarà altro che amore.
Emma Trombetta II D
IL LAMPONE
Oh mio caro buon lampone,
tu sei un frutto d'eccezione
e tutti ti mangiano in ogni occasione
Ti si trova in montagna
con accanto la castagna.
Hai un sapore delicato,
da tanti apprezzato
e sei sempre ben accettato
Francesca Testoni I C
.
RACCONTI
DA [email protected] PER [email protected]
Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando io ti inviai un WhatsApp? Forse tu non porgesti gli orecchi al suon della mia voce nel messaggio vocale?
Probabilmente, adesso, all'opre femminili siedi assai contenta mentre i tuoi occhi ridenti e fuggitivi leggono codesta mail. Non volevo disturbarti in questo maggio odoroso,
ma io avevo bisogno di una pausa dagli studi leggiadri, lasciando le sudate carte per dirti una cosa importante. Ogni dì, d'in sù i veroni del paterno ostello, porgea gli orecchi
al suon della tua voce. Molte volte io volevo invitarti ad uscire ma il mio paterno genitore non mi permette mai di uscire e mi fa stare sempre chinato sui miei studi, invece
madre mia non si cura della mia vita, ma solo dei suoi stupidi giochi da nobile con cui spera di far tornare la nostra famiglia importante. Mentre studio non penso al latino, alla
matematica ed alle scienze ma penso alla tua man veloce che percorre la faticosa tela e mentre penso a te il mio cuor sobbalza. Aspetto sempre che tu carichi una tua foto su
Instagram per vedere gli occhi tuoi che di beltà splendono. Quello che ti volevo dire senza tanti giri di parole è che io ti amo, ti amo e ti ho sempre amata, spero che tu ricambi
questi sentimenti e spero che inizi a seguirmi su Facebook dove mi chiamo: GiacomoLeopardi98. P.S. Oggi non posso vederti perché sono “imprigionato” nel paterno ostello a studiare ): Giacomo Leopardi.
Serse Mecca III A
I 6 ARTISTI
Giotto, la sua bella arte del gotico,
a sera prende sempre l’antibiotico.
Piero della Francesca, il suo grande rinascimento,
che di bellezza si fece un trattamento.
Leonardo da Vinci, le sue arti e le sue scienze,
interrotte da belliche emergenze.
Michelangelo e il suo primato nella scultura,
ha reso più bella la sepoltura.
Raffaello, l’arte nelle sue corti, chissà cosa in paradiso ti porti.
Monet e il suo impressionismo, un’altra forma di illusionismo.
6 artisti, con cui ho scherzato,
un esagono che ho adorato.
Giacomo Sgarzi II C
RACCONTI
Un libro è come un aeroplano di nome Fantasia che ti porta oltre le nuvole per toccare le stelle!
Stella Luongo II B
L’INGREDIENTE SEGRETO
Se non dormo otto ore sono un uomo finito, e dovevo
alzarmi alle sette… Erano le due di notte, e non se ne
andavano, sprofondati nelle poltrone, felici e beati.
Purtroppo non avevo potuto fare a meno di invitarli a
cena. E parlavano, e straparlavano, a ruota libera, a
cascata; scambiandosi battute, parlando a vanvera su
cose di nessun interesse. D’un tratto, a uno di loro saltò
in mente che, un po’ più tardi, avremmo potuto farci
una zuppa all’aglio. Io non ce la facevo più. Erano le
due di notte, e non davano il minimo segno di volersene
andare. Inoltre di quello che dicevano non mi
importava niente, un bel niente. Certo avrei potuto
comportarmi da villano e dir loro in qualche modo di
andarsene. Ma non è nel mio stile…
Pensavo a come avrei potuto sbarazzarmi di loro. Non
ce la facevo più. Il sonno mi stava uccidendo. Così
cominciai a fingere di stare poco bene. Loro però non
si arresero, erano un tormento e mi chiesero se avevo
bisogno di qualcosa. Risposi che avevo bisogno di
dormire. Così si alterarono e mi chiesero di nuovo di
cosa necessitavo. Mi irritai, cominciai a diventare
violento: stavo innervosendomi e mi alzai di scatto
dalla poltrona. Erano le tre e quindici minuti, il sonno
mi stava annebbiando la mente. Decisi quindi di
preparare la zuppa all’aglio. Ero rinchiuso in quel posto
da troppo tempo, stavo per impazzire. La zuppa era
pronta ed io avevo il compito di preparare i piatti.
Ovviamente feci attenzione e tenni il mio da parte
perché avevo in mente di aggiungere una piccola
quantità di cianuro nel loro piatto, infatti così feci. Una
volta finito di mangiare, il cianuro era in procinto di
agire. In pochi minuti morirono tutti ed io potei
finalmente andare a letto intorno alle quattro. La
mattina seguente mi svegliai, come di norma alle sette,
per andare al lavoro. I miei colleghi notarono la mia
espressione stanca, ma non stetti a spiegargli il motivo.
Quelle persone mi avevano tormentato. Loro mi
avevano tolto il sonno, io la vita…
Valentina Vaccaro II A
UNO STRANO ARTICOLO
Tom White era un famoso reporter del Times di
Londra. Un giorno, mentre cercava un documento
nell'archivio del suo giornale, s’imbatté in un antico
articolo con un titolo che lo incuriosì molto: “2099, LA
SCOMPARSA DELL'UOMO”. Tom, incuriosito,
iniziò a leggere. Si parlava della presenza di un
meteorite nell'universo, che negli anni tra il 2099 e il
2100 avrebbe colpito la terra, causando l'estinzione
dell'uomo. Gli venne un lampo di genio: la macchina
che si trovava nel suo seminterrato gli sarebbe stata
utile. Lui voleva andare avanti nel tempo e scoprire se
la predizione fosse reale oppure falsa; quindi scese
nella cantina di casa sua e tolse il lenzuolo che copriva
l’enorme macchina, tirò fuori il manuale delle
istruzioni e iniziò a leggere. Entrò dentro la macchina
e digitò la data 2099…La macchina partì, gli sembrò di
trovarsi in una realtà virtuale, stava viaggiando nel
tempo. In quei pochi minuti il giornalista iniziò a
pensare a cosa avrebbe potuto trovare, temette che non
ci sarebbe forse stato più l’uomo sulla terra, e invece… La macchina si fermò, Tom scese e si ritrovò davanti a
un’enorme zona deserta e un silenzio soprannaturale;
pensò che la profezia si fosse avverata e invece...Si girò
e vide milioni di essere viventi che lo fissavano: esseri
a due braccia, dieci occhi, una gamba, teste enormi…Il
giornalista, sbalordito, indietreggiò, ma sbatté contro
altri mutanti dietro di lui. Tom era molto spaventato, i
mutanti si stavano avvicinando a lui, fino a che non si
sentì un rumore: BIP…BIP…BIP…! Tom si svegliò di soprassalto, realizzò che era solo un
semplice sogno e che niente era mai accaduto.
Mariachiara Bussola III C
ETWINNING ALLA TASSO
La scuola media Tasso ha partecipato al progetto Etwinning “Había una vez…” con la I e la II B. Si tratta di un
progetto di gemellaggio elettronico tra 3 scuole europee: Istituto Comprensivo Erodoto di Corigliano Calabro,
SEK-Atlántico di Pontevedra (Spagna) e Istituto comprensivo Govoni – SMS T.Tasso. Nel modulo di riferimento,
abbiamo studiato e lavorato su un monumento/edificio storico comune alle tre città coinvolte. Ci siamo focalizzati
sulla Basilica di San Francesco di Ferrara, il Monasterio de San Francisco di Pontevedra e la Chiesa di San
Francesco di Paola in provincia di Cosenza. Abbiamo analizzato periodi storici, movimenti artistici, circostanze
storiche e socio culturali relative ai tre monumenti grazie ai quali abbiamo compreso l’importanza di conoscere
tanto il nostro territorio quanto l’Europa intera. In seguito, in collaborazione con gli studenti del SEK - Atlantico
di Pontevedra, abbiamo scritto un racconto in lingua spagnola.
Francisco o la historia de un cambio Había una vez, un chico muy joven que se llamaba Francisco. Él tenía 22 años. Tenía barba y ojos azules. Era
rubio. Era musculoso.Era muy guapo e inteligente. Francisco vivía en una casa muy bella y grande cerca de la Plaza Ariostea en Ferrara. Cerca de allí se encuentra
el Parque Massari. Él pertenecía a una familia bastante rica, era un descendiente de los Estenses, antiguos pobladores y fundadores
de Ferrara y territorio cercano. Francisco es un jugador de fútbol. Pertenece al equipo Spal de la ciudad de Ferrara. Y aquí tenemos un problema:
cuando Francisco juega al fútbol es agresivo, muy serio y aveces maleducado. Por eso, suele tener problemas
durante el juego. Él es un gran admirador de los grandes futbolistas españoles o que juegan en el fútbol de España, como por
ejemplo, Iniesta, Alonso,Ramos, Piqué, Messi y Ronaldo. Un día, Francisco se encuentra con Lionel Messi , un jugador de fútbol del Barcelona. Lo encuentra en la Basílica
de San Francisco en Ferrara. Él está muy emocionado y muy feliz. -¡Hola! Me llamo Francisco, y tú ¿cómo te llamas? -¡Hola! Yo soy Lionel Messi -¿Qué haces aquí, Lionel?- pregunta Francisco -Vengo a visitar a la familia que vive aquí en Italia, justamente en Ferrara.- responde - ¡Qué bien! También mi familia es de Ferrara. ¡es más! Mi familia pertenece a la familia fundadora de este
territorio: los estenses o la familia de Este. -¿en serio?¡Qué guay! ¿Me cuentas?- pregunta con mucha curiosidad Lionel Messi -Sí, claro- responde muy contento Francisco. Y comienza su relato: “Yo me llamo como mis antenatos. Francisco. Hubo 5 hombres en mi familia que se llamaron así. El último
descendiente vivió en el siglo XVII. Mi familia está compuesta por mi madre que se llama María Beatriz, como
su tatara tatara tatara abuela; mi padre que se llama Fernando como su tatara tatara tatara tío-abuelo y mi hermano
que se llama Hércules, como uno de los más importantes señores de Este. Debes saber que esta familia vivió aquí
por muchos siglos, y fue quien creó todo el esplendor urbanístico y cultural del territorio de Ferrara y alrededores,
hasta llegar a Modena.” Antes de jugar, Francisco va a la basílica de San Francisco a rezar y pide de ser bueno en el campo. Cada vez que
reza termina tocando el retablo de piedra que está en la basílica. Un día, llega la noticia que el equipo Spal tiene que jugar un partido con el equipo de Pontevedra, en Galicia en
el norte de España. Los jugadores están muy felices por el partido al exterior pero están nerviosos. El entrenador
de la Spal está preocupado porque Francisco no se comporta muy bien en el campo. Pero finalmente, deciden viajar... Francisco y su equipo llegan a Pontevedra. El primer día van a entrenar en el Estadio de Pasarón, donde van a
jugar contra el Pontevedra, allí se encuentran con sus próximos rivales y se desean suerte. Francisco está
extrañamente alegre y tranquilo, nunca había sido tan amable con sus rivales. El equipo fue a dar un paseo turístico por Pontevedra y… llegan a una Iglesia que se llama San Francisco, igual
que la que tienen ellos en su ciudad. Esta Iglesia está en una bonita plaza que se llama Plaza de la Herrería. Se
llama así porque en la Edad Media en Pontevedra se celebraba una importante feria que se llamaba Feira Franca,
y en esa plaza es donde ponían sus puestos los herreros. Decidieron entrar, para ver si las iglesias tenían algo en común, allí dentro se encontró con un fraile un poco
extraño. El fraile le enseño toda la iglesia, por dentro y por fuera. A Francisco le llamó la atención su rosetón y
las ventanas, y el fraile le dijo que había sido restaurado después de un incendio, por eso sus colores cambiaban
un poco. También le enseñaron el comedor de los pobres, para que vieran la importancia de ser solidarios. Francisco le dijo al fraile que en Ferrara las ventanas eran más bajas, y la fachada un poco distinta. El monje le
explico que a lo largo de la historia los franciscanos crearon distintos monasterios e iglesias por toda Europa,
siempre distintos, pero con algo parecido, como pasa con las tradiciones y culturas. Francisco se quedó solo dentro
de la iglesia, y de nuevo, se sintió bien y tranquilo. Y oyó una voz, que sonaba un poco extraña, como de otro
mundo. Esa voz le decía que tenía que intentar ser más noble en el deporte, que hay que ser competitivo, pero sin dejar de
ser deportivo. Le contó que así se sentiría mejor, y que al igual que los franciscanos en la Edad Media, el deporte
puede ser bueno para lograr hacernos todos amigos, y evitar los conflictos del mundo actual. Además nos ayuda
a trabajar en equipo y tener buenos valores. Vemos que todos somos distintos, pero compartimos antepasados
comunes, y realmente no somos diferentes: todos somos humanos, da igual la raza, piel, religión o país. Por eso es tan importante convivir juntos y compartir los valores de la Unión Europea y hacer que esos valores se
extiendan por todo el mundo y logramos una Unión Mundial. Francisco se fue tranquilo, jugaron el partido y
empataron. Todos quedaron contentos, y Francisco decidió invitar a sus nuevos amigos a Ferrara.
AMIGOS PARA SIEMPRE… LOS VALORES DE LA UNIÓN EUROPEA
LA DISCENDENZA
Che nottata da lupi! Il vento ululava, le finestre vibravano, e come se non bastasse, ero solo in casa. Erano le due
di notte, la mia stanza si illuminava alla luce dei lampi per qualche secondo, poi ricadeva il buio più totale. Ero
seduto sul letto, quando sentii dei colpi decisi sul vetro della finestra dietro di me. Mi girai pietrificato: era un
uomo. Un lampo illuminò il suo viso, e la prima cosa che notai furono gli occhi: trasparenti, come quelli di un
morto. Impallidii, e l’uomo mi fece segno di aprire la finestra. Aprii lentamente, e mi chiese: “Sei tu John?”, io
risposi di sì, e lui, con aria superba, disse: “Il tuo avo John Cesar, aveva fatto un patto con me, e da quel momento
ogni suo discendente che portasse il suo stesso nome doveva morire.”. Avrei voluto scappare a gambe levate, ma
non feci in tempo… le prime gocce di sangue iniziarono a cadere dal mio corpo…
Silvia Guidetti II A
L’AMICIZIA Un sentimento cosi profondo
Che non si sa se esiste al mondo,
Ma grazie a te amica mia
Ho la certezza che tu sia
La mia più grande fonte di confidenza
Ti voglio bene!
Anna Vitale II D
UN ORRIBILE NEONATO
Tutte le gioie e tutte le speranze del signor Lùtkens si
tramutarono in un amaro dolore quando sua moglie,
invece del bel maschietto atteso, mise alla luce un
orribile mostriciattolo, il quale era tutto quanto di color
verde, aveva due corna, dei grandi occhi sporgenti,
senza naso, una grande bocca con la lingua bianca
rovesciata, e senza collo. Il corpo era tutto rugoso e
gonfio, delle braccia gli partivano dai fianchi e aveva
cosce lunghe e sottili. Aveva fatto un vero e proprio
mostro il signor Lùtkens! Rimase sconvolto e anche
perplesso di come fosse potuto accadere; lui desiderava
soltanto un bambino, un semplice bambino… niente di
tutto questo! Anche la moglie era sconvolta: il
mostriciattolo fissava Lùtkens e la moglie con uno
sguardo freddo e oscuro…all’inizio era tranquillo ma
poi…Ad un certo punto sembrava impazzito, saltò
addosso a Lùtkens, voleva sangue, era un vero e
proprio mostro. Cercò di morderlo, ma Lùtkens riuscì
a liberarsi; però il mostriciattolo aggredì sua moglie
ancora sdraiata sul lettino. La donna iniziò ad urlare
dalla paura e dal dolore; lui la morse proprio sul collo:
si vedeva la pelle che si strappava e il sangue che
scendeva e che sporcava tutte le pareti. Lùtkens era
disperato, cercò di aiutarla, ma era troppo tardi. Spinse
fuori dalla porta l’infermiera per cercare di salvarla, e
nel frattempo alle sue spalle si sentirono dei versi: sua
moglie stava diventando come il mostro. Non era più
lei, era una specie di mutante. La donna gli corse
addosso, voleva fargli del male; Lùtkens la spinse
contro la parete e uscì dalla stanza, chiuse la porta a
chiave, in tempo prima che il mostro mordesse pure lui.
Il mostro e la donna spingevano sulla porta per uscire,
emettevano versi strani ed urla. Lùtkens prese
l’infermiera per il braccio e scesero di corsa le scale;
erano sporchi di sangue. Arrivarono al piano terra e si
sedettero per dieci secondi sulla sedia. Erano
sconvolti: non potevano credere a quello che era
successo. Ci furono dieci minuti di calma e silenzio
tombale, ma poi si vide una porta volare giù dalle scale.
Erano tutti nel panico: il mostro e la donna erano
riusciti a liberarsi e tutte le persone che intralciavano la
loro strada venivano morse e nessuno aveva scampo.
L’ospedale era diventato un bagno di sangue. Diverse
persone erano state morse e stavano mutando: era come
una malattia, ma questi erano mortali, assassini.
Volevano sangue vivo. Lùtkens si precipitò verso la
porta, ma davanti ad essa c’erano questi mostri mutanti.
Vide che per terra c’era una pistola, la raccolse e iniziò
a sparare contro i mostri che erano davanti la porta,
sparò alla testa e il sangue schizzò sul muro: c’erano
ovunque corpi ricoperti di sangue. Lùtkens e Sofì,
l’infermiera, si precipitarono alla porta e uscirono; la
situazione stava peggiorando: i mostri che sembravano
zombie stavano aumentando. Corsero nel parcheggio e
presero una macchina, salirono e partirono per andare
in città. Quando arrivarono, la città era deserta. Non
dovevano fare rumore perché avrebbero attirato
l’attenzione. Mentre passavano, Sofì vide dal finestrino
un ammasso di corpi ricoperti di sangue e le case
distrutte. Le urla li perseguitavano, erano sempre nella
loro mente, purtroppo, come un sottofondo continuo.
Scesero dalla macchina, Lùtkens andò in casa sua e
dietro di lui c’era Sofì. Stava per aprire la porta, quando
alle sue spalle sentì un piccolo urlo e poi niente:
Lùtkens si girò, aveva paura: Sofì era stata morsa dal
“suo” mostriciattolo, le stava lacerando la pelle e,
quando alzò lo sguardo per guardare Lùtkens, aveva la
bocca tutta sporca di rosso sangue. Lùtkens rimase
immobile, ma nel frattempo cercò di prendere la pistola
per sparargli. -Non farlo Lùtkens, non farlo…- lo
implorò sua moglie. Lùtkens sparò a sua moglie e al
mostriciattolo; entrò velocemente in casa e chiuse la
porta a chiave, chiuse e sbarrò tutte le finestre e rimase
chiuso in casa per dieci lunghissimi anni, durante i
quali pensò a moltissime cose e a come fosse potuto
succedere tutto questo. Cercò di rispondere alle sue
domande, ma non ci riuscì. ORE 8:30, DIECI ANNI
DOPO. Lùtkens non vide la luce per ben dieci anni e
decise che era arrivato il momento di uscire di casa;
sempre con la pistola nei pantaloni aprì la porta di casa,
che fece un cigolio, molto lentamente. Varcò la soglia
ed era tutto tranquillo, non era preoccupato perché
aveva ucciso il mostriciattolo e quindi non doveva
preoccuparsi, ma ad un certo punto…sentì lo stesso
verso che aveva sentito dieci anni prima
all’ospedale…Si guardò intorno molto lentamente e
con la coda dell’occhio vide il mostriciattolo. Non ci
poteva credere: lo aveva aspettato per ben dieci anni.
Cercò di tirare fuori la pistola, ma si era incastrata nei
pantaloni. Il mostriciattolo gli saltò addosso, lui cercò
CAPPUCETTO ROSSO ... Al CONTRARIO
C'era una volta, in aperta campagna, Cappuccetto
Rosso, una bambina cattiva, egoista e presuntuosa. Un
giorno andò nel bosco a cercare cibo per la nonna
“pazza” ed incontrò un gentile e premuroso lupo.
"Ciao, bambina! Cosa ci fai in questo bosco?" chiese
il lupo. "Raccolgo un po' di cibo, e fatti gli affari tuoi!"
disse arrabbiata Cappuccetto Rosso. Il lupo, arrabbiato
dalla maleducazione della bambina, le andò incontro e
disse: "Senti bambina, cerca di essere più
gentile…altrimenti mi arrabbio!". "Taci! Che...se
voglio ti prendo e ti porto a casa come cena!" Allora il
lupo spaventato corse via. Giorni dopo il lupo scoprì
dove viveva Cappuccetto Rosso. Bussò alla porta e...
"Mi scusi, signora, è lei la nonna della bambina?!" Ma
la “vecchia pazza” andò in cucina, prese una padella e
gliela sbattè sulla testa. A quel punto il lupo denunciò
la nonna. "Ho chiamato la polizia e saranno qui a
momenti!" disse il lupo, però lui non sapeva che al
telefono la polizia aveva sentito un lupo ululare.
Quando arrivarono le guardie, arrestarono il lupo
pensando che fosse lui l'aggressore.Questa storia ci
insegna che: A farsi sempre gli affari altrui…si finisce
male! Samuele Menegatti I C
Il BELL’ADDORMENTATO NEL BOSCO
In un regno molto lontano, un re e una regina persero
tutte le loro ricchezze in poco tempo. Quando decisero
di battezzare la loro piccola Aurora, non avendo soldi
per il rinfresco, chiamarono a corte tre fatine per farle
da madrina. Speravano, in cuor loro, che loro, essendo
buone, li avrebbero aiutati a pagare il rinfresco per gli
invitati e che avrebbero donato ad Aurora tanto denaro.
Sfortunatamente le "fate" erano tre streghette. Si
chiamavano Bruttura, Cattiveria e Antipatia. Appena
arrivate, fecero un sortilegio ad Aurora e la poverina si
trasformò in una "cosa" orrenda: una strega in
miniatura, talmente antipatica da mettere in fuga
qualsiasi principe. Il re e la regina, disperati,
chiamarono a corte Benefica, una strega diventata
buona nel corso del tempo, e chiesero aiuto a lei.
Quest' ultima fece un incantesimo ad Aurora, ma lo
sbagliò e la trasformò in un piccione. Nel frattempo
Cattiveria si procurò un fuso avvelenato per mettere
fine in modo definitivo alla vita di Aurora “Picciona”.
Benefica, però, scoprì il sortilegio e si concentrò per
risolvere la situazione una volta per tutte; trasformò il
potere del fuso da mortale a sonnifero e punse il naso
di tutte e tre le streghette. Esse si addormentarono per
vent'anni. Quindi Benefica ebbe tutto il tempo per
aiutare la povera Aurora “Picciona”. Benefica riuscì a
trasformarla da piccione in bellissima ragazza e le fece
incontrare un bellissimo principe che la sposò. Col
passare degli anni, il principe era diventato
insopportabile e quindi rendeva infelice Aurora. Quest'
ultima chiese aiuto a Benefica per l'ennesima volta. La
fata, stremata, l'accontentò; punse il naso del principe
con il fuso, l'addormentò per vent'anni e lo abbandonò
nel bosco. Nel frattempo le tre streghette si
svegliarono e miracolosamente divennero buone. Un
giorno andarono a trovare Aurora per scusarsi con lei
e insieme presero un caffè. Divennero presto amiche e
insieme a Benefica organizzarono una mega-festa nel
bosco. La musica era talmente alta che svegliò il
principe, il quale pur di non sentire cantare le tre
streghette, Benefica ed Aurora, stonate come tante
campane, si procurò il fuso e si punse il naso da solo
per riaddormentarsi nuovamente. Tra risate e scherzi
vari, le cinque amiche danzarono per anni felici e
contente, intorno al "Bell'Addormentato nel bosco".
Giulia Sarzi Amadei I C
LA GOCCIA D’ACQUA
Mi sveglio: il pavimento soffice è scuro, e questo
significa pioggia, ovvero caduta. Mi preparo la
colazione mentre penso a come andrà: dopo i tre mesi
estivi nella mia casetta è un po’ triste lasciarla. D'un
tratto comincia a tremare tutto: il primo tuono. Un
lampo mi acceca... dopo aver riacquistato la vista
metto a fuoco dove mi trovo: sto per cadere dalla mia
nuvola. Ancora uno sforzo. Ecco. Mi sono staccata
dalla mia casa, dalla mia famiglia. Malgrado mi
dispiaccia lasciare tutto, così d'improvviso, adoro la
sensazione che si prova a cadere nel vuoto, a metri e
metri dal suolo. La posso descrivere benissimo poiché
la sto provando ora. Ti senti libero, non sai cosa
accadrà dopo ma sei felice, perché anche se ti
aspettasse la morte, moriresti con un ricordo
meraviglioso: la libertà. Comincio a prendere velocità
e il vento, che soffia forte mentre precipito contro
A SCUOLA DI MAGIA
Una sera mi arrivò una e-mail di un certo folletto di
nome Giam-Petrus. La sua e-mail diceva che ero stata
ammessa alla scuola più importante del mondo fatato,
la Tasso di Stregolandia. La mattina seguente apparve
dietro la mia porta lo stesso folletto, vestito con una
camicia a scacchi e un enorme farfallino. Giam-Petrus
mi portò con una grandissima macchina in un posto per
me del tutto sconosciuto. Appena scesa dalla macchina,
vidi un enorme castello che mi parve infestato dai
fantasmi. Era grande e vecchio, pieno di ragnatele e di
topi. Entrata attraverso un cancello di ferro arrugginito,
vidi un tabellone con su scritte le materie di ogni
giorno, come Musica incantata, Storia degli
incantesimi, Matematica delle formule magiche,
Geografia dei regni fatati, Scienze dei sortilegi e Storia
dell’arte della stregoneria. In questa scuola gli
insegnanti erano solo due: entrambi erano brutti,
antipatici e sempre di cattivo umore. Al suono della
seconda campanella, io sarei dovuta andare in classe,
ma il problema era che non avevo la più pallida idea di
dove fossero le aule. Per fortuna tra i corridoi che
sembravano delle oscure grotte, incontrai una mia
coetanea che mi indicò la via da seguire. La ragazza si
chiamava Giulia, ma tutti la chiamavano la
“mangiona”, infatti “in meno di meno di un minuto”
riusciva a divorare un’intera dispensa, rimanendo
sempre snella. Più tardi feci la conoscenza di Ercole,
meglio conosciuto come “l’Anti-cimici”, perché
riusciva a disintegrare con lo sguardo tutte le cimici che
gli stavano intorno e, un po’ per volta, feci la
conoscenza di tutti i miei compagni di classe, che erano
tipi un pò strani ma molto divertenti. La mia aula era
immensa, piena di fumo e strani rumori; sulla porta
c’erano scritte tutte le regole da seguire, ma quella più
importante obbligava gli studenti a portare, almeno due
volte alla settimana, tre chilogrammi di cassata
siciliana alla Direttrice Sicarus, la persona più golosa
di Stregolandia. Quella scuola fu molto importante per
me, e gli anni che vi trascorsi tra fate, folletti, maghi e
stregoni volarono via in un baleno, lasciando in me un
ricordo indelebile. Fiammetta Randazzo I C
IL MONDO FANTASTICO
C’era una volta una città di nome Dolcelandia che era
molto bella; fontane da dove usciva del cioccolato e
vulcani che eruttavano arcobaleni. Case a forma di
biscotti, con porte a barretta di cioccolato, le finestre di
frutta candita, le tegole di crema pasticcera, la lampada
di chupa-chupa, il divano di marsh melow, i mobili di
fiori colorati e il letto a forma di cono. Le nuvole di
zucchero filato, il sole e la luna a caramella, gli alberi
di liquirizia e gli abitanti erano orsetti gommosi. C’era
un orsetto supereroe di nome Jack, che combatteva
con tutti i cattivi che volevano distruggere Dolcelandia.
All’improvviso venne un mostro chiamato Gribdon che
disse: “ho tanta fame! Potrei mangiare questa città!”,
rispose l’orsetto: “Anche se hai tanta fame non puoi
mangiare questa città! non puoi mangiare tutti questi
dolci, al massimo mangia frutta e verdura, oppure puoi
andare al negozio del tuo paese!” Il mostro cominciò
ad attaccare la città, ma l’orsetto chiamò pure i soldati
che sconfissero il mostro e salvarono la città, allora il
mostro disse: - Da ora in poi mangerò solo frutta e
verdura! - E così vissero tutti felici e contenti. Ion, Daria, Ziqi, Jessica V A “Poledrelli”
AVVENTURA IN MONTAGNA
Un giorno Marco con la sua famiglia è andato in
vacanza in montagna, in un posto che non conosceva.
Marco ha chiesto alla sua famiglia se poteva andare a
sciare. Allora la sua famiglia gli ha risposto: - Sì, puoi
andare! Ma mentre sciava, Marco è andato fuori pista,
perché distratto da un animale apparso all’improvviso.
Poi è arrivata una valanga e Marco è rimasto bloccato
dalla neve. Appena ripreso fiato, ha gridato: - Aiuto,
aiuto, tiratemi fuori da qui! - Dopo un po' la sua
famiglia ha riconosciuto la voce di Marco ed è andata a
cercarlo. Per fortuna la famiglia lo ha trovato e subito
lo ha sgridato. Ma poi visto che era intrappolato nella
neve e non riuscivano a liberarlo, lo hanno consolato
dicendo: -Marco non preoccuparti chiamiamo i
soccorsi. Quando finalmente è arrivato un elicottero del
soccorso Alpino un soccorritore ha aiutato Marco e lo
ha liberato dalla neve. Così Marco viene soccorso e
riscaldato da una bella cioccolata calda.
Alla fine Marco e la sua famiglia ritornano a casa tutti
felici.
Clark Vergara V B “Poledrelli”
di liberarsi ma…il mostriciattolo lo morse sulla spalla;
Lùtkens urlò dal dolore e perse i sensi. Ancora adesso
il mostriciattolo di notte si aggira per le strade della
città, alla ricerca di qualcosa da mangiare: ha bisogno
di sangue.
Martina Pivari III C
UNA CENA PERTICOLARE…
Se non dormo otto ore sono un uomo finito, e dovevo
alzarmi alle sette...Erano le due di notte, e non se ne
andavano, sprofondati nelle poltrone, felici e beati.
Purtroppo non avevo potuto fare a meno di invitarli a
cena. E parlavano, e straparlavano, a ruota libera, a
cascata: scambiandosi battute, parlando a vanvera su
cose di nessun interesse. Certo, avrei potuto
comportarmi da villano e dir loro in qualche modo di
andarsene. Ma non è nel mio stile…Bisognava
comunque trovare un modo per risolvere il problema:
dovevano andarsene, perchè alle h 8.00 circa avevo un
appuntamento con un mio finanziatore per un
investimento molto importante. Mi venne un’idea: dissi
loro che avrei preparato la mia famosa zuppa all’aglio,
da loro tanto desiderata. Mi recai subito in cucina,
cominciai subito a prepararla usando un ingrediente in
più: avrei aggiunto del sonnifero che mi aveva
prescritto il medico, per farli addormentare e potere
finalmente andare a distendermi sul mio desiderato
letto! Organizzai tutto, portai la zuppa in tavola, ma
senza assaggiarla, essendo consapevole del sonnifero.
Finalmente si addormentarono buttati sui divani del
mio salotto. Andai subito a dormire. La mattina dopo
dormivano ancora tutti profondamente…Avevo
esagerato col sonnifero??O con l’aglio??Ma credo che
nessuno me lo dirà mai….
Tancredi Di Giorgio II A
corrente, comincia a rompermi. Tutte le microgocce
che si staccano dal mio corpo mi fanno sentire più
leggera, più libera. Oramai manca poco prima di
schiantarmi al suolo. Quando atterro mi sgorga un
urlo. E ora sono qui. Nello stesso ma diverso mondo,
che guardo le altre gocce lasciare la loro solita vita. Sto
qui ad ascoltare le loro urla di libertà. Sto qui a
pensare. Non so quando tornerò in cielo. Non so dove
andare. Non so che fare. Devo solo sperare. Sperare
che arrivi al più presto il sole in modo da tornare in
cielo. Nel mio mondo. Nel mio bellissimo, stesso, ma
diverso mondo.
Margherita Bertieri III A
IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Mi ricordo ancora quando avevo sei anni, la mattina
del primo settembre: appena apro gli occhi, vedo mia
nonna, mio nonno, mia mamma, mio papà e anche mia
zia. Avevo tanta paura: sono subito andato a fare la
doccia e la colazione, mentre i miei genitori mi
avevano già preparato i vestiti e i fiori per la maestra e
mi hanno scattato un paio di foto. Ho cominciato a
camminare con uno zaino piccolino sulle spalle, il mio
cuore saltava come un coniglio. Quando sono arrivato,
il giardino della scuola era pieno di ragazzi un po'
infelici...mi sono messo vicino alla mia classe di cui
conoscevo solo tre persone; due dell'asilo e uno era il
mio vicino di casa. Hanno fatto l'appello e tutti siamo
andati in classe, ci siamo fatti una foto e la maestra,
piena di fiori, ha cominciato a spiegare. Abbiamo
parlato, riso e in pochi minuti ho conosciuto tutta la
mia classe (molto simpatica) e non me ne volevo più
andare. Purtroppo alle 14:30 sono rientrato a casa
come tutti gli altri, ma la giornata non era ancora finita.
Sono andato in un parco divertimenti e sono salito su
tante giostre. Poi ho visto uno spettacolo di danza di
break-dance che a quei tempi mi piaceva tantissimo,
infatti lo praticavo e mi piaceva anche guardarlo: lo
spettacolo durava una mezzoretta ed era
divertentissimo, perciò ho ringraziato tanto i miei
genitori. I parenti mi hanno regalato un braccialetto
d'oro che era bello anzi bellissimo, poi mi hanno
portato a vedere la piazza di notte che era stupenda e
romantica. Arrivati a casa, abbiamo guardato anche un
film in TV e abbiamo tanto parlato, riso, giocato e alla
fine mi sono addormentato... era davvero tardi e i miei
genitori, i nonni e la zia erano stanchi morti e sono
andati a dormire anche loro. Così è finita questa
indimenticabile giornata piena di emozioni e
avventure...
Bodhan Rukavetz II B
I DUE GEMELLI DISPETTOSI
C’era una volta un uomo che aveva due figli gemelli,
molto ma molto dispettosi. Un giorno il papà conobbe
una donna e se ne innamorò. Lei era dolce e gentile e
sbrigava in maniera corretta le faccende di casa, ma ai
due gemelli non piaceva. Un giorno vollero fare uno
scherzo alla loro matrigna e le chiesero di
accompagnarli a fare una passeggiata nel bosco
difronte casa loro. Mentre passeggiavano nel bosco,
videro delle farfalle bellissime e variopinte e, siccome
alla matrigna piacevano tanto, si fermò a guardarle così
i gemelli scapparono verso casa. Appena la donna si
voltò, non trovò nessuno; allora, spaventata, iniziò a
cercarli ovunque. Camminando trovò difronte a sé una
casa enorme fatta da tanto cibo salato. Lei, stupita,
bussò in cerca di aiuto e le aprì una vecchietta molto
gentile ed ospitale. La donna le chiese se la poteva
ospitare fino al mattino seguente e se la poteva aiutare
a ritrovare la strada di casa. La vecchietta accettò.I due
gemelli erano a casa da soli da un bel po’, quando
qualcuno bussò alla porta. Loro pensavano che fosse la
matrigna, ma aprendo la porta, videro il loro papà.
Spaventati, raccontarono tutta la verità e lui li mise in
punizione facendoli dormire al buio per terra e senza
cena. La mattina dopo la matrigna, con l’aiuto della
vecchietta, riuscì ad arrivare a casa. Bussò alla porta e
i gemelli corsero ad aprire, nel vederla si scusarono e si
pentirono di quello che le avevano fatto. Lei, vedendoli
così infreddoliti, li abbracciò e preparò loro del latte
caldo. Loro avevano imparato la lezione e da quel
giorno non le fecero più dispetti.
Lara Ranieri I C
TUFFO NEL PASSATO...
Di quando ero piccola ricordo molte esperienze ma una è impressa particolarmente. Avevo due anni, ero molto piccola, ma lo ricordo come se fosse ieri: era una giornata
come tutte le altre, fuori splendeva un sole accecante e soffiava un lieve venticello. Mi svegliai alle otto di mattina ma, come sempre, rimasi stesa un'altra ora intera; non
avevo né caldo né freddo, stavo bene ed ero tranquilla. Finalmente mi decisi a scendere dal letto e, con un po' di spinta, andai a fare colazione. Poco dopo mi accorsi che mia
mamma non era in casa; ma c'era papà, così andai da lui e lo svegliai: si alzò e io gli chiesi dov'era mamma, lui mi rispose che era andata a prendere l'automobile nuova e
che sarebbe tornata nel primo pomeriggio. Dopo pranzo rimasi alla porta per vedere quando ritornava e dopo qualche minuto sentii il rumore della macchina, così urlai: È
tornata la mamma! Papà venne da me e aprì la porta, io le corsi incontro e lei mi sollevò dandomi un bacio; mia sorella la peste, invece, quando vide la macchina nuova disse
che non le piaceva per niente e tornò in casa. Dopo una mezz' oretta mamma mi portò a letto per fare un riposino e io mi addormentai subito...ad un tratto però sentii un
rumore assordante che mi fece sobbalzare sulle sponde del letto tanto da romperle e cadere a terra, avevo i brividi e vedevo tutto sfocato: non capivo cosa stava succedendo.
La luce del sole passava attraverso i fori delle persiane e mi accarezzava il viso, dopo qualche minuto immobilizzata, sentii le grida di mia mamma che venivano da fuori:
Anna! Ma sei matta? Così trovai la forza di scendere le scale, anche se sembravo ubriaca: andavo in qua e in là e mi sembrava di vedere le stelle, infatti raggiunta la rampa
di scale feci il primo gradino poi però scivolai facendo una capriola sui gradini. Quando, rotolando, arrivai alla fine della rampa iniziai a piangere e mi girava la testa. Poi
per mia fortuna avvistai una figura entrare dalla porta: era mamma che, vedendomi per terra, capì tutto e venne da me chiedendomi cos'era successo, io le raccontai l'episodio,
poi le porsi la stessa domanda e lei mi disse che Anna, con i suoi rastrellini, aveva rigato tutta la macchina nuova compreso il vetro...Ecco il rumore che avevo sentito! Poi
arrivò anche papà con una nuova notizia: mia sorella aveva fatto così tanto rumore perché aveva usato un vero rastrello e non quello giocattolo. Io ero sudata e ancora
immobilizzata, papà mi prese in braccio e mi addormentò: questo è tutto quello che ricordo di quella strana giornata che non dimenticherò mai.
Francesca Dall' Acqua II B
LETTERA D’AMORE Hai un nome meraviglioso per una persona ancora piú meravigliosa (che in italiano
è sbagliato ma con te non è ancora abbastanza per descriverti).
Una persona in grado di far tornare il sorriso a chiunque.
Una ragazza meravigliosa anche esteriormente.
Anche se non lo vuole ammettere.
Ultimamente mi accorgo sempre di più quanto è grande il mio amore per te.
Perché sei il mio sorriso.
Sei la mia luce.
Sei la mia vita.
Sei la mia principessa.
Sei per me come le ali per gli uccelli.
Come l'acqua per i pesci.
Senza di te non potrei volare con la
fantasia.
Non potrei nuotare nel mare dei sogni.
Ti amo tanto.
E lo farò sempre.
U.R. III A
LETTERA D’AMORE Cara migliore amica, sorella e amore,
c'è sempre un modo di te che fa mi sorridere e da sempre mi chiedi chi voglio nella
mia classe: io voglio te.
Ho pensato che sarebbe potuto essere un grosso problema, ma non è stato così
perchè ora siamo ancora amici.
Dal primo momento in cui ti ho incontrato, non ho fatto altro che pensare belle cose
su di te.
Nel mio cuore ci sarà sempre un posto per dire il tuo nome. Il mio giorno comincia
con te e finisce con te, perchè tu sei il mio mondo.
Non so cosa ho mai fatto per ricevere un regalo così dolce, sei tu il mio dono più
prezioso, più bello, e sicuramente più importante. Tu sei la migliore, la più dolce e
la più amorevole.
Voglio svegliarmi di fianco a te, fare colazione con te, giocare alla play-station con
te, mandarti messaggi carini, cucinare per te, baciarti, abbracciarti e amarti fino in
fondo.
Forever,
Z.J. III A
FILASTROCCA DEI FIORI
I fiori sono belli
come dei gioielli.
Sono profumati
e da tutti amati.
Su di loro la farfalla si posa.
Il più amato di tutti è la rosa.
Assaoui Narjiss I A
LA FILASTROCCA DI CARNEVALE
Carnevale in filastrocca, maschera sulla bocca,
maschera sugli occhi, toppe sui ginocchi.
Poi c’è Arlecchino un arcobaleno
Poi Colombina la dolce ragazzina
anche molto carina.
E a carnevale ogni scherzo vale.
C. Danu e A. Birzeanu I A
RICETTE
LA PAELLA
Vamos a proponer la receta de un famoso plato español: la
Paella. Los ingredientes para cuatro personas son:
150 gramos de calamares.
150 gramos de sepia.
4 cigalas.
8 gambas.
Una cucharada de pimentón dulce.
300 ml. de aceite de oliva.
8 cucharadas de tomate triturado.
Azafrán.
600 gramos de arroz.
2 - 3 dientes de ajo.
Caldo de pescado, aproximadamente, el doble de caldo
que de arroz.
Para prepararla hay que seguir los siguientes pasos:
1. Trocea la sepia y los calamares en cuadrados de unos
dos cm.
2. Pon el aceite a calentar y cuando humee, saltea las
gambas y las cigalas durante 1 minuto, saca y pon a parte.
3. Incorpora la sepia y los calamares y sofríe hasta que
empiecen a tomar un ligero color dorado.
4. En ese instante, añade el tomate y dos ajos picados muy
finos y sofríe bien, hasta que empiece a oscurecer.
5. Después pon el pimentón dulce, remueve todo y echa
el arroz.
6. A continuación, añade el caldo hirviendo, medio ajo
picado muy fino, y deja cocer el conjunto a fuego vivo.
7. A los 10 minutos de cocción, coloca las gambas y las
cigalas por encima y deja cocer otros cinco minutos más,
hasta que el caldo se evapore por completo.
Classe II C
CHURROS CASEROS
Los ingredientes para preparar los churros caseros para diez
personas son:
300 gramos de harina de trigo. 440 ml. de agua.
1 cucharada de sal.
Azúcar.
Aceite de oliva suave para freír.
Sirve también papel absorbente
de cocina y una manga pastelera
con boca fina.
Para preparar los churros caseros hay que seguir estos
pasos:
1. Pon la harina en un bol amplio.
2. En una cazuela calienta el agua con la sal. Cuando
empiece a hervir viértela directamente y de una sola vez
sobre la harina. Con una cuchara de madera integra la
harina con el agua. Quedará una masa muy pegajosa y
bastante compacta.
3. Emplea una manga pastelera con una boquilla en forma
de estrella. Las mangas pasteleras pueden ser de plástico
desechable.
4. Haz las porciones de churros con la masa cruda sobre un
paño de cocina. Pon al fuego una sartén con abundante
aceite. Cuando esté caliente introduce las porciones de
masa para freír. Cocina a fuego medio para evitar que los
churros se queden crudos por dentro.
5. Una vez fritos retira a una bandeja con papel de cocina
para absorber el exceso de aceite.
6. Sirve espolvoreados de azúcar. Classe II C
BACALAO A LA GALLEGA
Los ingredientes para el bacalao a la gallega son:
4 lomos de bacalao desalado.
6 patatas medianas.
100 ml. de aceite de oliva virgen extra.
2 dientes de ajo.
1 cucharada de pimentón dulce.
Sal.
Para preparar el bacalao a la gallega hay que seguir estos
pasos.
Antes de la preparación:
1. Desala los lomos de bacalao.
2. Introduce los lomos en agua de manera que queden bien
cubiertos. Manten el pescado en el frigorífico para evitar
que fermente.
Preparación:
1. Pela las patatas y córtalas en trozos para cocer.
2. Pon las patatas peladas y cortadas a la mitad a cocer en
la cazuela. Cuece durante diez – quince minutos. Es
importante que no lleguen a romperse.
3. Unos ocho – diez minutos antes del final de la cocción
de las patatas añade el bacalao y deja que cueza. Mientras
que el pescado y las patatas se cocinan prepara la ajada.
4. Calienta el aceite de oliva en una sartén profunda.
5. Cuando el aceite esté bien caliente, incorpora las cabezas
de ajo cortadas en láminas. Deja que el ajo se dore
ligermente y aparta del fuego para que baje la temperatura
del aceite. Agrega el pimentón, remueve y deja reposar, así
el pimentón se va para el fondo y la ajada queda limpia y
sin posos.
6. Una vez cocido, retira las patatas y el bacalao de la olla,
escurre bien y coloca en una fuente. Por encima riega con
la ajada. Pon la restante en la mesa en una salsera.
7. Emplata poniendo las patatas y los lomos de bacalao en
un plato y salsea por encima con la ajada. Sirve bien
caliente.
Classe II C
DIVERTIAMOCI CON LE LINGUE
TECNO RAP
Your account on Facebook
reminds me the hand of captain hook
Give your number on Whatsapp
And I will make you a nice back up
I see you in Instagram
Without losing a kilogramme
When I’m inside of my account in Twitter
I’d like to eat my favourite fritter
Look at your Messenger
There is a message of your manager
My music is techno hip hop
But my disco is a big flop
I have Xbox, Nintendo and PS4
When I win a game I make a big roar
FIFA, GTA, it’s like a call of duty
Baby, I love your beauty
I’m connected to the internet
Twenty-four hours
Wireless network
Like a bed of flowers
Instagram, Snapchat
Facebook, Whatsapp
Come and give me a high five
Because we listen to Spotify
M. Tanveer, G. Pasquali e L. Pasquali II A
HEALTHY FOOD RAP
Healthy food, healthy food
that’s all my parents eat
salad, peach and strawberries
and then a bag of peas
They don’t like burgers
and they don’t like fries
They think hot dogs are disgusting
but they love strawberries and rice
They won’t eat chocolate cake
and they won’t eat chips
Sugar is like poison for them because it
makes them feel sick
They do like potatoes
They always eat rice
They really love tomatoes
and aubergines are very nice!
They can eat grapes
They like all kind of fruits
Plums and strawberries they eat a lot
And they carry them in the car boot
Classe II A
FAT FOOD RAP
Fat food, fat food.
That’s all my sister eats,
sausages and hot-dog are very good.
And then big amount of meats
She doesn’t like pears
and she doesn’t like cheese.
She thinks mushrooms are disgusting
and she is not fond of peas.
She won’t eat strawberries
and she won’t eat rice.
Salad makes her say things
That aren’t very nice!
Fat food, fat food.
That’s all my sister eats,
sausages and hot-dog are very good.
And then big amount of meats.
She doesn’t like potatoes.
She only eats ice-cream.
She really hates tomatoes.
And broccoli make her scream!
She can’t stand blueberries.
She doesn’t like pears
She won’t eat cherries for delight
And veggie are her despair
Fat food, fat food.
That’s all my sister eats,
sausages and hot-dog are very good.
And then big amount of meat.
Arianna Menegatti II D
FAST FOOD RAP
Fast food, fast food
Here’s what teenagers eat
Burger King and Mac Donald
cook hamburgers and big amount of meats.
They don’t like salad
And they don’t like beans
They think broccoli is disgusting
And they’re fond of ice-cream.
They won’t eat apple,
And they won’t eat rice
Salad make them say things
That aren’t very nice!
Fast food, fast food
Here’s what teenagers eat
Burger King and Mac Donald
cook hamburger and big amount of meats.
They don’t like tomatoes
They never eat beans
They really hate cabbage
And they will eat croissant and cream.
They can’t stand apples,
They don’t like plums
The only fruit they ever have
is strawberry chewing gum!
Fast food, Fast food
Here’s what teenagers eat
Burger King and Mac Donald
cook hamburger and big amounts of meats.
Emanuele Caso II D
ES WAR EINMAL IN APFELONIA
Es war einmal ein Apfel, der Leute kultivierte. Die Leute sind sehr berühmte Früchte
in Apfelonia. Der Kopf des Apfels ist eine Ananas und sie schenk dem Apfel eine
Kreuzfahrt auf einen berühmten Schiff names Timanic. Auf dieser Kreuzfahrt kennt
der Apfel eine schöne Birne und verliebt sich in ihr. Leider das Schiff sinkt und das
Obst versucht sich zu retten, aber in diesem Ozean schwimmen vegetarische Haie
und sie fressen das ganze Obst, aber sie essen die Leute nicht. Ende.
Constantin Roman, III D
Zwischen alten Damen: “Wie heisst der deutsche Kerl, der mich aus dem Konzept
bringen konnte?”
“Alzheimer!”
Sprichwörter
Ein heute ist besser als zehn morgen.
Henke nicht alles auf einen Nagel.
Heute muss dem Morgen nichts borgen. Tommaso Vissoli III D
Das ist der Gipfel!
Ein Stummer sagt dem Tauber: “Guck mal, gibt es einen Blinder den uns spioniert!”
Emanuele Parmeggiani I D
RIDDLES WITH RHYMES
a. In the morning it gets white
b. When you open them they are bright and nice
c. It lives in a cellar of your house d. You do it when you ride your bike in spring e. It’s something where you don’t want to be late
f. It surronds the city of Ferrara and it’s tall g. You put it up when you pose
h. It hops in the garden at Easter and it’s funny
i. You give it to a beautiful miss j. It’s colorful and it flies in the sky
k. Because of him when we are in love we are stupid
l. It’s something sweet and handy m. It swims in the blue ocean and it’s dark
n. A colour that doesn’t bring good luck
o. You eat at school during your break
p. They are scary and silly in my posters I A
ANSWERS:
monsters
snack
black
shark
candy
Cupid
butterfly
kiss
bunny
nose
wall
date
ring
mouse
eyes
light
MOTS CROISÉS
Mots à placer dans la grille horizontalement: étranger, paix, embrasser,
voir, immigré, race, voyage.
Définitions
1. Avoir les yeux sur quelqu’un ou quelque chose.
2. Acte de voyager d’un endroit à un autre.
3. Division de l’espèce humaine.
4. État de pays qui ne sont pas en guerre.
5. Serrer dans ses bras.
6. Étranger qui s’est établi dans le pays d’accueil.
7. Qui vient d’un autre pays.
Margherita Bertieri, Alessio Bittini, Umberto Rossi III A
_______________________
In each group of words there is an odd one out. Underline its first letter. At the end
you’ll discover the hidden word.
DIARY – GARDEN – FELT TIP
EYE – TOMATO – CHEESE
CAT – DOG – ORANGE
GERMANY – BOOK – RUBBER
MARTHA – ROSE – SOPHIA
CHIPS – SALAD – ADDRESS
PIZZA – BIRD – FROG
SOFA – HAT – CHAIR
EAR – MOUTH – YEAR
___________
SCARF – BOOK – RULER
HORSE – PARTY – PIG
APPLE – BANANA – ART
NINE – MORNING – EVENING
ICE-CREAM – SHOWER – TOILET
BROTHER – SON – SISTER
RED – YELLOW - HAND
F. Bindini e V. Maini I B
FINGER – CARROT – HEAD – FOOT
SOFA – CARPET – HAND –WINDOW
KING – QUEEN – OFFICE – PRINCESS
ACTOR – STAGE – CALENDAR - RED CARPET
LONDON – OXFORD – PARIS – MADRID
DAY – WEEK – LATE – MONTH
FATHER- UNCLE – BROTHER - AUNT
TEA – APPLE – STRAWBERRY - BANANA
LIKE – LOVE – HATE – EAT
Classe I C
FEBRUARY - RUN - MAY
OXFORD - RULER - PEN
FOOTBALL - TENNIS - ANIMAL
LION - DINNER - LUNCH
ONE - DAD - NINE
DANNY - SUMMER - SPRING
EUROPE - ALBANIA - AMERICA
SOPHIE - JACOB - HOTEL
LAPTOP - KITCHEN - BEDROOM
L. Di Marco e F. Piovan I B
CROSSWORDS ROALD DAHL
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HOMER
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15
Down:
1.The owner of the chocolate
factory in Charlie and the
Chocolate Factory.
2. Name of the protagonist
of The Big Friendly Giant.
3.Veruca’s surname in
Charlie and the Chocolate
Factory.
4. Name of the boy who falls
in the chocolate river in
Charlie and the Chocolate
Factory.
8. Big Friendly Giant (GGG
in Italian).
9. Name of champion gum-
chewer in Charlie and the
Chocolate Factory.
10. Where was Roald Dahl
born?
13. Who is the television-
loving boy in Charlie and
the Chocolate Factory?
14. How many grandparents
has Charlie got?
Across:
2. The director of the film The
Big Friendly Giant (name and
surname).
5. Another word for elevator.
6. Title of Roald Dahl’s
autobiography.
11. The clever girl who gives
her name to one of Dahl’s
stories.
12. Charlie and the Great …..
Elevator (missing word).
15. Charlie finds one in a
chocolate bar.
16. Charlie’s surname.
Classe 1B
Down:
1. The Cyclope’s name in Homer’s Odyssey.
2. Menelaus’ brother’s name.
3. Who has the inspiration for the Trojan
horse?
7. Where does Odysseus come from?
8. Odysseus’ faithful dog’s name.
9. Who does Paris kidnap?
Across:
4. Achilles’ weak point.
5. Who kills Achilles?
6. Who is Hector’s dad?
10. Priam is the king of ….. .
11. Odysseus’ wife.
12. How many years does the Trojan war last?
13. Who is the goddess of love?
14. Where do the gods live?
15. Achilles’ mum.
Classe 1C