RELAZIONE PAESAGGISTICA
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005Codice dei beni culturali e del paesaggio.
(GU n. 25 del 31‐1‐2006)
La presente relazione paesaggistica è allegata al progetto di “Variante al Piano Particolareggiato
del Centro Matrice dell'Isolato n° 65”. Il Piano Particolareggiato è stato approvato
definitivamente con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del 31/05/2016.
Successivamente, con Determinazione n° 688 del 26/04/2017, il Piano Particolareggiato veniva
approvato dall'Ufficio di Tutela Paesaggistica, dettando le prescrizioni da seguire negli interventi
su determinate Unità Edilizie.
Col progetto di Variante si prevede la modifica delle tipologie di intervento di alcune Unità Edilizie
(2‐7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65. Tale necessità nasce dal fatto che l'isolato è costituito
prevalentemente da piccole Unità Edilizie di proprietà privata, una volta edificate e adesso del
tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le coperture e buona parte delle porzioni murarie e si
trovano perciò in grave stato di abbandono. Dalla condizione descritta scaturiscono alcune
problematiche che fanno capo a questioni di sicurezza e di igiene pubblica. Nello specifico le
problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla
precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica
risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere
fonte di focolai infettivi. Infine anche il decoro dell’intero quartiere appare visibilmente
compromesso dal persistere della situazione analizzata.
E' intenzione quindi, da parte dell'Amministrazione Pubblica, porre rimedio a tale situazione, sino
ad arrivare all'acquisizione delle aree degradate in modo da poter poi redigere un progetto di
iniziativa pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico all'aperto senza costruzioni
di volumi. Con la Variante infatti saranno annullate tutte le volumetrie concesse alle Unità Edilizie
in considerazione (2‐7‐8‐9‐10), in modo che una volta acquisite possano essere bonificate e
riqualificate con un progetto unitario di iniziativa pubblica.
II presente allegato va ad integrare la "Relazione paesaggistica" che correda il Piano
Particolareggiato del Centro Matrice del Comune di Orani. I contenuti della relazione qui definiti
costituiscono per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la verifica
della compatibilità paesaggistica degli interventi che dovranno essere eseguiti all'interno
dell'Isolato 65 e nello specifico per quanto riguarda le Unità Edilizie 2‐7‐8‐9‐10.
1 ANALISI DELLO STATO ATTUALE E DI PROGETTO
1.1 Descrizione generale dei caratteri paesaggistici
Il territorio del Comune di ORANI si colloca nell’area centrale della provincia di Nuoro, ad alcuni
Km ad ovest del capoluogo. Confina ad Est con i territori comunali di Nuoro e Mamoiada, a Sud
con quelli di Sarule ed Ottana, ad Ovest con Bolotana ed a Nord con Illorai, Orotelli, Oniferi e
Benetutti. Si tratta di una porzione di territorio collinare di circa 130 Kmq, di forma irregolare,
costituita fondamentalmente da due settori principali: il settore meridionale, allungato in senso
Est‐Ovest, si estende per circa 14 Km, per una larghezza media di circa 4 Km; il settore orientale
invece risulta allungato in senso Nord‐Sud per circa 10 Km, per una larghezza media di circa 4 Km.
Dal punto di vista fisiografico il territorio costituisce la zona di raccordo tra il settore orientale della
Piana di Ottana e l’altopiano granitico di Orotelli, con altitudine crescente che va dai circa 165
metri s.l.m. ad Ovest, in prossimità del fiume Tirso, fino a 1.083 metri s.l.m. del Monte Gonare
verso Est.
Inquadramento territoriale su foto aerea
Inquadramento urbano su foto aerea
Piano Regolatore Generale in vigore ‐ anno 1982 ‐
Il Centro Matrice del Comune di Orani si estende per poco meno di 10 000 mq, in posizione a
mezza costa e parallelamente alla vallata dove storicamente confluiva un corso d’acqua, affluente
del più importante Rio Liscoi.
L’impianto urbano è caratterizzato da un nucleo abitativo storico, delimitato e in parte
attraversato dalla S.S. 128 sui lati Nord‐Ovest‐Sud e dalla via Repubblica sul lato Est, e comprende
al suo interno il perimetro del centro matrice di prima e antica formazione che risulta essere
inferiore rispetto all’estensione della zona A così come individuata dal vigente P.R.G..
Le particolari condizioni orografiche, caratterizzate da un dislivello tra la zona alta (strada per
Oniferi) e la zona bassa (strada per Sarule) di circa 120 metri, hanno condizionato lo sviluppo
urbanistico e favorito l’articolazione di una rete viaria stretta e tortuosa sulla quale sono stati
costruiti edifici a più piani, realizzati prevalentemente su piccole aree.
L’espansione residenziale si è invece sviluppata a Nord, al disopra del corso Italia, a Est, tra la via
Repubblica e la circonvallazione, e a Ovest, tra le vie San Paolo, P. Borrotzu e Sardegna.
Inquadramento centro matrice su foto aerea
Planimetria Catastale di primo impianto ‐ 1926
Planimetria Catastale Attuale
L’orografia collinare differenzia il centro abitato di Orani dalle peculiarità tipiche di quasi tutti i
centri della Barbagia, collocati in suoli con acclività molto più accentuata, e tale elemento
morfologico ha altresì condizionato lo sviluppo dei tipi edilizi e costruttivi nel centro abitato,
attestatosi nei secoli lungo le direttrici delle curve di livello del terreno.
Il villaggio di Orani manifesta, nella propria struttura insediativa, nel sistema dei tracciati viari,
nelle tipologie costruttive, e in vari esempi di particolari architettonici, una certa opulenza e
importanza storica; a testimonianza si riporta la descrizione dell’Angius ‐ Casalis: “…l’aspetto del
paese, posto su piano inclinato, con strade piuttosto regolari, con alcuni edifici meno meschini che
è solito vedere né i paesi, con frequenti fasci di alberi e di pergole, è piacevole allo sguardo…” .
I numerosi edifici di culto posti ai margini del nucleo storico, costituiscono una sorta di cortina
fortificata di difesa del centro urbano rispetto alla campagna circostante, e ancor oggi rafforzano il
rango che il villaggio storicamente ebbe.
I principali percorsi matrice che percorrono il centro storico, le attuali Corso Garibaldi, Via
Lamarmora e Via Giovanni Maria Angioi, viaggiano parallelamente alle curve di livello e fungono
da assi di connessione tra gli edifici di culto, il sistema delle piazze e i percorsi rituali consolidatisi
nel tempo.
Le unità edilizie si presentano a tessitura compatta, con prevalente sviluppo in altezza; la densità
edilizia risulta essere molto alta, sfiorando un indice di 6 mc/mq.
Planimetria Generale del Centro Matrice Edifici di culto presenti all'interno del Centro Matrice
Chiese attuali, piazze e percorsi storici interni al Centro Matrice
1.1.1 Descrizione sintetica dell’area d’intervento:
Il progetto di Variante prevede la modifica delle tipologie di intervento di alcune Unità Edilizie (2‐
7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65 situato nel centro matrice in prossimità della via Tola. Tale
necessità nasce dal fatto che l'isolato è costituito prevalentemente da piccole Unità Edilizie di
proprietà privata, una volta edificate e adesso del tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le
coperture e buona parte delle porzioni murarie e si trovano perciò in grave stato di abbandono.
La condizione di abbandono e la conseguente avanzata ruderizzazione dell’isolato 65 hanno
portato ad una notevole sedimentazione di detriti all’interno di questi spazi, ormai del tutto a
cielo aperto. Di conseguenza la zona è divenuta deposito di materiali di discarica, anche di tipo
organico, che talvolta sono causa di esalazioni maleodoranti. La vegetazione ruderale e infestante
ha, inoltre, invaso gran parte delle superfici scoperte. Dalla condizione descritta scaturiscono
alcune problematiche che fanno capo a questioni di sicurezza e di igiene pubblica. Nello specifico
le problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla
precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica
risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere
fonte di focolai infettivi. Infine anche il decoro dell’intero quartiere appare visibilmente
compromesso dal persistere della situazione analizzata.
Inquadramento territoriale Isolato 65 (tavola P.P.)
Inquadramento con foto aeree Isolato 65 (tavola P.P.)
1.2 Vincolo paesaggistico:
tipologia di vincolo D. lgs. 42/04 caratteristiche del vincolo
articolo 136 Norme di attuazione PPR l’art. 52 del PianoPaesaggistico Regionale D.M.
articolo 142 lettera
1.3 Aree Naturali protette:
All’interno del territorio di Orani, seppur non all’interno del Centro Matrice, sono presenti:
tipologia caratteristiche vincolo paesaggistico
parchi nazionali Parco Geominerario Storicoe Ambientale della Sardegna
monumenti naturali
parchi regionali L.R. 31/89
Riserve regionali L.R. 31/89
Vincolo idrogeologico
siti interesse comunitario SIC Monte Gonare (cod. ITB021156)
zone a protezione speciali
Inquadramento territoriale del Parco Geominerario ‐ area 2 ‐ Orani
Area SIC Monte Gonare
Le due aree non subiranno nessun impatto dalle azioni conseguenti alla Variante al PianoParticolareggiato essendo quest’ultimo, uno strumento attuativo di dettaglio relativo aun’area già urbanizzata e infrastrutturata che non entra in contrasto con la normativacomunitaria del settore ambientale.
1.4 Descrizione dei caratteri paesaggistici:
1.4.1 Configurazioni e caratteri geomorfologici:
1.4.2 Appartenenza a sistemi naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi):
1.4.3 Paesaggi agrari (assetti culturali tipici, sistemi tipologici rurali quali cascine, masserie, baite, ecc.):
1.4.4 Tessiture territoriali storiche (centuriazioni, viabilità storica):
1.4.5 Appartenenza a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovralocale (sistema delle cascine a corte chiusa, sistema delle ville, uso sistematico della pietra, o del legno, o del laterizio a vista, ambiti a cromatismo prevalente):
1.4.6 Appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici:
1.4.7 Appartenenza ad ambiti a forte valenza simbolica (in rapporto visivo diretto con luoghi celebrati dalla devozione popolare, dalle guide turistiche, dalle rappresentazioni pittoriche o letterarie):
1.4.8 Analisi storica:
Il territorio di Orani conserva notevoli segni della presenza umana già in epoche antichissime. È
presente il neolitico nella sua fase più recente, datato attorno all’inizio del terzo millennio a.C., e
denominato “cultura di San Michele di Ozieri”, testimoniato dal complesso di tombe ipogeiche in
regione Nurdole, costituito da 14 domus de janas, alcune delle quali con impianto planimetrico
complesso pluricellulare. Tale tipologia costruttiva testimonia un grande interesse per
l’architettura funeraria ipogea, probabilmente il fenomeno di maggior rilievo della cultura pre e
protonuragica.
Il notevole numero di domus de janas, dolmen, menhir, allées couverts, muraglie protonuragiche,
ed insediamenti nuragici, è indice di una presenza umana stanziale, sin dalla preistoria, in questa
regione della Sardegna, ricca di corsi d’acqua, boschi e terreni fertili.
La particolare ricchezza di testimonianze di tutti i periodi della preistoria e della protostoria in
questo territorio, è dovuta anche alla presenza degli unici giacimenti di steatite della Sardegna, il
cui sfruttamento ha incrementato notevolmente i rapporti di scambio con tutte le altre
popolazioni dell’isola.
In epoca giudicale Orani è una villa del giudicato di Torres, o Logudoro, appartenente all’antica
curatoria di Dore e alla diocesi di Ottana, paese che, finchè non ha una sede adeguata, deve
condividere la sede del vescovado col villaggio di Orotelli.
La figura più eminente del giudicato di Torres risulta essere quella del giudice Gonario II, al potere
dal 1127 al 1153, al quale la tradizione orale attribuisce la costruzione di una chiesa dedicata alla
Madonna sulla cima del Monte Gonare, nucleo primitivo del santuario attuale, la cui struttura
risale ai primi decenni del XVII secolo.
Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento le curatorie di Dore e del Goceano si trovano sotto
la giurisdizione del regno di Arborea, in espansione nei territori degli altri tre giudicati ormai
decaduti. Tra il 1330 e il 1340, in epoca aragonese, questi due dipartimenti amministrativi
vengono uniti a formare la Contea del Goceano, che il re Alfonso III il Benigno dona a Mariano di
Arborea, il futuro giudice Mariano IV.
La cultura catalana, sotto tutti i suoi aspetti, ha dunque la possibilità di penetrare qui molto più
precocemente rispetto ad altre contrade dell’isola, che vi entreranno in contatto solo dopo la
definitiva conquista dei catalano‐aragonesi nel 1478.
E’ difficile valutare quali siano stati gli effettivi apporti culturali iberici in questo primo periodo, ma
è presumibile che non siano stati notevoli, giacché Mariano IV, giudice dal 1346, da fedele alleato
di Alfonso III diverrà il suo principale nemico, il protagonista dell’inizio della secolare lotta contro i
catalano‐aragonesi, sconfitti nella battaglia del 1368.
Nell’ambito delle vicende riguardanti il trattato di pace del 1388, concordato tra Eleonora,
principessa‐reggente dell’Arborea, e Giovanni I il Cacciatore, si svolge ad Orani, il 12 gennaio
dell’anno in questione, un’assemblea degli abitanti di tutta la curatoria, davanti alla chiesa di San
Pietro, oggi di Santa Croce, al fine di verificare l’adesione al suddetto trattato e consegnare ai
funzionari giudicali un documento, ratificato da un notaio, con le firme di assenso dei majorales
locali in rappresentanza di tutti i cittadini. Questo fatto storico testimonia l’importanza del paese
di Orani all’interno della propria circoscrizione amministrativa, di cui a un certo punto viene
nominata capoluogo, in virtù sia della vastità del territorio comunale, sia della ricchezza e del
potere di alcune famiglie della villa come i Carta, gli Angioj, i Siotto, molto influenti e possessori di
terreni sconfinati.
Il giudicato d’Arborea finisce di fatto nel 1410; gran parte del territorio giudicale viene inglobato in
un nuovo feudo, il Marchesato di Oristano, di cui fa parte la contea del Goceano, incluso il paese
di Orani, e viene affidato a Leonardo Cubello.
Estinti i Cubello, nel 1470 il grande feudo passa nelle mani di Leonardo Alagon, il più illustre
rappresentante del marchesato, erede del titolo per parte di madre, che guida la rivolta
marchionale contro gli aragonesi, culminante con la battaglia di Macomer nel 1478, dalla quale i
rivoltosi escono sconfitti. Il feudo gli verrà confiscato per fellonia.
In seguito a questi fatti il marchesato di Oristano viene smembrato in più parti e i territori di Dore
e Bitti vengono assegnati a Nicolò Carroz, viceré dal 1460 al 1478, come feudi privati, in qualità di
discendente da Giovanni d’Arborea.
Nel 1479 muore Nicolò Carroz e il feudo passa alla figlia Beatrice e a suo marito Pietro II Maza de
Licana, nobile valenzano nominato viceré di Sardegna nel 1484. Il figlio Pietro III eredita il feudo
nel 1499.
Il suo successore è Giovanni Maza Cascant, poi Pietro IV Maza, che lo avvicenda nel 1543.
Alla sua morte, senza eredi né testamento, segue una lunga controversia tra Brianda Maza de
Licana, sorella maggiore di Pietro III, e Giovanni Cascant, zio materno di Pietro IV.
Brianda si impadronisce del feudo e cede i suoi diritti al marito Raimondo Ladron de Villanova, al
quale, nel 1548, la reale udienza affida il feudo.
Alla sua morte subentra il fratello Baldassarre Ladron.
Il vasto feudo passa ai Portugal e poi nelle mani dei De Silva per via del matrimonio di Anna
Portugal con Rodrigo De Silva y Mendoza, principe di Melito.
Anna ottiene da Filippo III di Spagna, l’8 marzo 1617, il titolo di marchesa di Orani; i suoi
discendenti, Diego e Isidoro De Silva riuniscono, nel febbraio del 1630, i territori feudali sotto
un’unica amministrazione con sede a Orani, dove risiede il regidor del marchesato, che governa
anche la Gallura Gemini e il Taras; la giustizia viene amministrata in due tribunali, uno a Orani per
Dore e Bitti, uno a Tempio per le contrade galluresi.
È interessante rilevare che i feudatari non hanno mai dimorato nei loro territori, amministrati da
regidores locali. L’amministrazione feudale e il gettito fiscale risultano a tutto vantaggio di
funzionari senza scrupoli, che mirano ad ottenere il massimo del profitto a spese di una
popolazione non certo agiata.
Una descrizione della vita nel marchesato la si trova nella relazione redatta da viceré Des Hayes, in
seguito alla sua visita in Sardegna nel 1770, in cui i funzionari regi interrogano la cittadinanza a
proposito di questioni amministrative ed economiche, circa la presenza di malviventi, faide, furti
di bestiame o altro. Si passano inoltre in rassegna i beni e le possibilità economiche della villa; il
Monte Granatico possiede 129 starelli di grano e 115 d’orzo; si trova ogni sorta di bestiame, con
pascoli sufficienti; gli abitanti sono più inclini alla pastorizia che all’agricoltura; vi è una notevole
quantità di olivi selvatici nei territori del paese. Altre attività lavorative presenti sono l’artigianato,
con muratori, falegnami, fabbri, conciatori di pelli.
Nel documento viene citata la carica di sindaco e quella del censore, il quale ha il compito di
promuovere l’agricoltura e amministra il Monte Granatico.
Nel 1771 un editto del re Carlo Emanuele III promulga la nascita dei Consigli Comunitativi,
composti da un numero di membri variabile in base alla popolazione delle ville, istituzioni
obbedienti alle decisioni del governo centrale, il cui fine è quello di arginare l’eccessivo potere dei
feudatari; al momento della visita del viceré Des Hayes, Orani conta oltre 2000 abitanti, dunque il
consiglio di questa villa è costituito da sette membri, rappresentanti dei tre ceti sociali in cui è
suddivisa la popolazione: maggiorenti, pastori e contadini, poveri.
Nel 1830 il feudo viene confiscato per debiti, giacché spesso i vassalli si rifiutano di pagare i tributi
agli esattori, arrivando persino all’uso delle armi. Nel 1838 Carlo Alberto decide di abolire la
feudalità e viene istituita una delegazione regia per il riscatto dei feudi. L’ultimo marchese di Orani
risulta essere Giuseppe Raffaele Federico Fernandez de Silva y Portugal.
TABELLA RIASSUNTIVA SULLE VICENDE STORICHE DEL PAESE DI ORANI
EPOCA STORICA CIRCOSCRIZIONE TERRITORIALE REGNANTI E FEUDATARI
XI SECOLO- 1257 GIUDICATO DI TORRES GIUDICI DI TORRES
1257-1330 CONTEA DEL GOCEANO NEL REGNO D'ARBOREA GIUDICI D'ARBOREA
1330-1340 CONTEA DEL GOCEANO NEL REGNO D'ARBOREA MARIANO D'ARBOREA
141O-1470 MARCHESATO DI ORISTANO LEONARDO CUBELLO
1470-1478 MARCHESATO DI ORISTANO LEONARDO DE ALAGON
1478-1479 SIGNORIA DI ORANI NICOLO' CARROZ
1479-1481 SIGNORIA DI ORANI PIETRO II MAZA DE LICANA
1481-1500 SIGNORIA DI ORANI PIETRO III MAZA DE LICANA
1500-1548 SIGNORIA DI ORANI (allodio dal 1503) PIETRO IV MAZA DE LICANA (GIOVANNI MAZA CASCANT)
1548-1553 SIGNORIA DI ORANI RAIMONDO LADRON DE VILLANOVA
1553-1558 SIGNORIA DI ORANI BALDASSARRE LADRON
1558-1571 SIGNORIA DI ORANI PIETRO LADRON
1571-1584 SIGNORIA DI ORANI FEDERICO PORTUGAL-FRANCESCO PORTUGAL
1584-1617 SIGNORIA DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ
1617 MARCHESATO DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ
1617-1630 MARCHESATO DI ORANI ANNA PORTUGAL IN DE SILVA FERNANDEZ
1631-1640 MARCHESATO DI ORANI DIEGO DE SILVA FERNANDEZ
1640-1697 MARCHESATO DI ORANI EREDI DE SILVA FERNANDEZ
1697-1699 MARCHESATO DI ORANI FEDERICO DE SILVA FERNANDEZ
1745 MARCHESATO DI ORANI ISIDORO MARIA GAETANO DE SILVA FERNANDEZ
1754-1765 MARCHESATO DI ORANI PUDENZIANA PORTOCARRERO-FERDINANDO
1765 MARCHESATO DI ORANI PIETRO TELLEZ GIRON D'ALCANTARA
1838 RISCATTO DEI FEUDI
infl. pisana infl. arborense infl. aragonese infl. savoia
La storia recente del paese di Orani vede l’avvio dell’industria mineraria ed estrattiva,
un’importante passaggio sia dal punto di vista economico che sociale, che ha condizionato in
modo importante anche la cultura abitativa e lo sviluppo urbano dell’abitato.
I giacimenti di talco‐steatite in area di Orani sono noti sin dall’antichità; a partire dal Neolitico, la
ricchezza delle miniere di steatite, ha favorito la produzione di monili e oggetti di culto, ma anche
di strumenti di lavoro utili per le pratiche estrattive.
L’estrazione di talco‐steatite inizia subito dopo la prima guerra mondiale, con l’estrazione in
sottosuolo.
I giacimenti sono localizzati in diverse aree; Sa Matta (la più consistente), Lasasai, San Francesco,
S’Arenargiu sono le più importanti, ma alcuni affioramenti secondari si trovano presso Su Venosu,
Monte Nule, Istellai, Fonte Sa Craba, Sa Menta.
L’estrazione in sottosuolo avviene sino agli anni ’50, mentre dagli anni ’60 in poi si avvia
l’estrazione a cielo aperto, con un notevole incremento della produzione.
Negli anni ’50 si inizia una politica abitativa a favore degli operai delle miniere, attraverso la
realizzazione dei primi complessi di case popolari sia nella parte alta del paese, in regione “Istolo”,
sia a valle, lungo il tracciato dell’attuale Viale Sardegna.
I primi segnali di crisi dell’economia locale legata all’estrazione mineraria si ha dall’inizio degli
anni ’80 e il tracollo della produzione continua inesorabile sino ai nostri giorni.
Oggi i vecchi giacimenti di talco‐steatite sono ormai quasi totalmente inutilizzati e fanno parte
integrante del sistema del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, avviato dalla
RAS, di concerto con gli Enti Locali.
L’intento era quello di recuperare l’immenso patrimonio umano, storico e culturale che la grande
tradizione industriale mineraria della Sardegna ha creato, in particolare negli ultimi 150 anni,
attraverso un processo di riconversione produttiva e di valorizzazione integrata delle risorse
presenti nei territori storicamente interessati dalle passate attività minerarie.
In data 30 luglio 1998, l’Unesco ha sottoscritto a Parigi l’atto ufficiale del riconoscimento del Parco
Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.
1.4.9 Caratteri da salvaguardare:
Nell'isolato 65, oltre alle Unità Edilizie del tutto diroccate e oggetto di Variante (2‐7‐8‐9‐10), sono
presenti alcuni fabbricati ancora integri (3‐4), anche se disabitati, che presentano delle
caratteristiche da salvaguardare e che non sono oggetto di Variante. Nello specifico l'Unità Edilizia
n° 4 è stata censita nelle schede di Piano Particolareggiato con “Classe‐0: Conservazione
Integrale” in quanto ritenuta appartenente agli “Organismi edilizi di valore storico architettonico
con conservazione dei caratteri originari”, per questo motivo la prescrizione da parte dell'ufficio
Tutela del Paesaggio per tale U.E. (prot. 0015875 del 26/04/2017) dice testualmente che “Deve
essere previsto solo un intervento di restauro” (tipo di intervento: RRC ‐ Restauro e Risanamento
Conservativo).
L'Unità Edilizia n° 3 invece, è stata censita con “Classe‐1: Bassa trasformabilità” in quanto
ritenuta appartenente agli “Organismi edilizi di valore storico tradizionale o parzialmente
modificati con conservazione dei caratteri originari” e perciò nella scheda di progetto del P.P. è
stato previsto il tipo di intervento: RE1 – Ristrutturazione edilizia semplice o parziale.
Fanno sempre parte dell'Isolato 65 altre quattro Unità Edilizie (1‐5‐6‐11), anche loro non oggetto
di Variante.
Le U.E. 1‐5 risultano completamente allo stato di rudere e per questo motivo sono state censite
con “Classe‐3: Alta trasformabilità”, ovvero “Organismi edilizi sostituiti in completo contrasto con
il tessuto storico tradizionale, ruderi e corpi di fabbrica nuovi”. Nel caso specifico è possibile che in
tali U.E. si possano ricostruire le volumetrie crollate senza modificarne la tipologia architettonica,
pertanto nella scheda di progetto del P.P. è stato previsto il tipo di intervento: Nuova Costruzione
‐ Sostituzione edilizia con ripristino tipologico (ST), nel quale si consente il “ripristino o incremento
di volume con riferimento allo schema tipologico corrispondente”.
La U.E. 6 risulta essere un edificio completamente crollato per la quale è prevista una nuova
edificazione secondo il tipo di intervento: Nuova Costruzione – Edificazione secondo abaco
tipologico (EAT), nel quale si consente il “ripristino e incremento di volume con riferimento allo
schema tipologico corrispondente”.
La U.E. 11 invece è stata censita con “Classe‐2: Media trasformabilità” in quanto ritenuta
appartenente agli “Organismi edilizi parzialmente o totalmente sostituiti, tipologicamente
compatibili con il tessuto storico tradizionale” e perciò nella scheda di progetto del P.P. è stato
previsto il tipo di intervento: Nuova Costruzione ‐ Sostituzione edilizia con ripristino tipologico
(ST), nel quale si consente “incremento di volume con riferimento allo schema tipologico
corrispondente”.
1.4.10 Caratteri di degrado:
Come già ampiamente descritto, l'Isolato 65 è costituito prevalentemente da piccole Unità Edilizie
di proprietà privata, una volta edificate e adesso del tutto diroccate, in cui sono ormai crollate le
coperture e buona parte delle porzioni murarie e si trovano perciò in grave stato di abbandono. La
condizione di abbandono e la conseguente avanzata ruderizzazione dell’isolato hanno portato ad
una notevole sedimentazione di detriti all’interno di questi spazi, ormai del tutto a cielo aperto. Di
conseguenza la zona è divenuta deposito di materiali di discarica, anche di tipo organico, che
talvolta sono causa di esalazioni maleodoranti. La vegetazione ruderale e infestante ha, inoltre,
invaso gran parte delle superfici scoperte. Dalla condizione descritta scaturiscono alcune
problematiche che fanno capo a questioni di sicurezza e di igiene pubblica. Nello specifico le
problematiche connesse alla sicurezza sono dovute, sia alla facile accessibilità dell’area, sia alla
precarietà statica di alcune porzioni murarie che ad altre condizioni di pericolo. L’igiene pubblica
risulta invece compromessa dalla presenza di detriti e rifiuti di ogni genere, che possono essere
fonte di focolai infettivi. Infine anche il decoro dell’intero quartiere appare visibilmente
compromesso dal persistere della situazione analizzata.
1.4.11 Visibilità e intervisibilità dell’intervento:
Le modifiche che apporterà la Variante in oggetto non andranno ad alterare in alcun modo
l'impatto visivo dell'Isolato 65. Anzi, il fatto che le modifiche riguarderanno l'annullamento di
tutte le volumetrie delle Unità Edilizie 2‐7‐8‐9‐10, comporterà sia una diminuzione del carico
volumetrico, sia un alleggerimento dell'impatto visivo rispetto a quanto stabilito col Piano
Particolareggiato approvato con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e
Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.
Con il progetto di Variante, è intenzione da parte dell'Amministrazione Pubblica arrivare
all'acquisizione delle aree degradate in modo da poter poi redigere un progetto di iniziativa
pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico all'aperto senza nessun incremento di
volumetria.
1.4.12 Beni culturali tutelati dalla Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio:
Non è presente nessun bene tutelato nell'arco dei 100 m.
1.5 Analisi norme di tutela
Norme ammesso/non ammesso
zona P.P.R.
previsioni norme di attuazione P.P.R.
leggi nazionali
leggi regionali
circolari
1.6 Documentazione Fotografica
1.6.1 Rappresentazione fotografica dello stato attuale dell'area d'intervento e del contesto paesaggistico, ripresi da luoghi di normale accessibilità e da punti e percorsi panoramici, dai quali sia possibile cogliere con completezza le fisionomie fondamentali del territorio.
Planimetria foto aerea con punti di scatto da terra
Vista 1
Vista 2
Vista 3
FOTO AEREE REGIONE SARDEGNA 2009
Vista da est
Vista da sud
Vista da ovest
Vista da nord
1.6.2 Rappresentazione dei prospetti e degli skylines estesi anche agli edifici contermini, perun'area più o meno vasta, secondo le principali prospettive visuali da cui l'intervento èvisibile. Descrizione dell’area vasta e delle visuali utilizzate:
Prospetti come da progetto approvato P.P.
Prospetti come da progetto di Variante al P.P.
1.7 Integrazione paesaggistica delle opere
Nell'allegato progetto di Variante non è prevista nessuna realizzazione di volumi nelle Unità
Edilizie interessate (2‐7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65. E' comunque intenzione da parte
dell'Amministrazione Pubblica arrivare all'acquisizione di queste U.E. in modo da poter poi
redigere un progetto di iniziativa pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico
all'aperto.
1.8 punti di particolare visibilità (pendio, lungo mare, lungo fiume, ecc.):
1.8.1 studio dei colori:
Nell'allegato progetto di Variante non è prevista nessuna realizzazione di volumi nelle Unità
Edilizie interessate (2‐7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65. E' comunque intenzione da parte
dell'Amministrazione Pubblica arrivare all'acquisizione di queste U.E. in modo da poter poi
redigere un progetto di iniziativa pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico
all'aperto.
Per le restanti Unità Edilizie (1‐3‐4‐5‐6‐11) dell'isolato 65 valgono le indicazioni prescritte dal
Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del
31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.
1.8.2 studio dei materiali esistenti e prevalenti dalle zone più visibili:
Nell'allegato progetto di Variante non è prevista nessuna realizzazione di volumi nelle Unità
Edilizie interessate (2‐7‐8‐9‐10) all'interno dell'Isolato 65. E' comunque intenzione da parte
dell'Amministrazione Pubblica arrivare all'acquisizione di queste U.E. in modo da poter poi
redigere un progetto di iniziativa pubblica in cui tali aree saranno destinate a spazio pubblico
all'aperto.
Per le restanti Unità Edilizie (1‐3‐4‐5‐6‐11) dell'isolato 65 valgono le indicazioni prescritte dal
Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del
31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.
1.8.3 foto inserimento:
per ogni unità edilizia è prevista una scheda con i dati tecnici e le modalità d’intervento
1.9 edifici e manufatti esistenti:
Per le Unità Edilizie oggetto della variante (2‐7‐8‐9‐10) i corpi di fabbrica sono allo stato di rudere,
se non completamente crollati e pertanto non possono essere più conservati o recuperati.
Per le restanti Unità Edilizie (1‐3‐4‐5‐6‐11) dell'isolato 65 valgono le indicazioni prescritte dal Piano
Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario Straordinario n° 20 del
31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di Tutela Paesaggistica.
1.9.1 studio stato di fatto:
Come al punto precedente
1.9.2 documentazione storica edificio:
Come al punto precedente
1.9.3 documentazione storica intorno:
Come al punto precedente
1.9.4 ricerca soluzione architettonica:
Come punto precedente
2 ELEMENTI PER LA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ PAESAGGISTICA.
2.1 Simulazione dettagliata dello stato dei luoghi a seguito della realizzazione del progettoresa mediante foto modellazione realistica (rendering computerizzato o manuale), estesaall’intera area di interferenza visiva:
2.1.1 Commento sugli effetti dell’inserimento delle opere nel contesto paesaggistico, el’adeguatezza delle soluzioni adottate per forme, rapporti volumetrici, colori, materiali:
La variante prevede la sistemazione dell’area senza apportare modifiche dal punto di vista visivo,
in quanto si prevede di utilizzare gli spazi per servizi pubblici all’aperto che verranno definiti nel
dettaglio con un progetto di iniziativa pubblica.
Per le restanti parti dell'isolato che non sono oggetto della variante valgono le indicazioni
prescritte dal Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario
Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di
Tutela Paesaggistica.
2.1.2 Relazione degli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, ovesignificative, dirette e indotte, reversibili e irreversibili, a breve e medio termine,nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime:
La variante prevede la sistemazione dell’area senza apportare modifiche dal punto di vista visivo,
in quanto si prevede di utilizzare gli spazi per servizi pubblici all’aperto che verranno definiti nel
dettaglio con un progetto di iniziativa pubblica.
Per le restanti parti dell'isolato che non sono oggetto della variante valgono le indicazioni
prescritte dal Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario
Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di
Tutela Paesaggistica.
2.2 Elaborati relativi alle diverse soluzioni progettuali analizzate con la scelta di quella che determina i minori problemi di compatibilità paesaggistica:
2.2.1 Relazione che analizza i casi di studio:
Nel caso specifico, l’idea di sistemare l’area senza realizzare nuovi volumi si considera quella che
crea un minor impatto ambientale.
2.3 Elaborati relativi alle opere di mitigazione sia visive che ambientali previste:
2.3.1 Relazione dettagliata delle opere:
Con uno studio di maggior dettaglio, da effettuarsi con un progetto di iniziativa pubblica,
verranno definiti i materiali da utilizzare, i rapporti tra i pieni e vuoti dell’isolato e quanto occorre
per equilibrare la parte costruita e la parte che rimarrà non costruita.
Per le restanti parti dell'isolato che non sono oggetto della variante valgono le indicazioni
prescritte dal Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario
Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di
Tutela Paesaggistica.
2.4 Elaborati relativi ad eventuali opere che determinino effetti negativi che non possano essere evitati o mitigati:
2.4.1 Valutazione degli effetti negativi e dell’ammissibilità dell’intervento
Nel caso specifico, l’idea di sistemare l’area senza realizzare nuovi volumi si considera quella che
crea un minor impatto ambientale.
Per le restanti parti dell'isolato che non sono oggetto della variante valgono le indicazioni
prescritte dal Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario
Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di
Tutela Paesaggistica.
2.4.2 Opere di compensazione degli effetti negativi dell’intervento:
Con uno studio di maggior dettaglio, da effettuarsi con un progetto di iniziativa pubblica,
verranno definiti i materiali da utilizzare, i rapporti tra i pieni e vuoti dell’isolato e quanto occorre
per equilibrare la parte costruita e la parte che rimarrà non costruita.
Per le restanti parti dell'isolato che non sono oggetto della variante valgono le indicazioni
prescritte dal Piano Particolareggiato vigente approvato con Delibera del Commissario
Straordinario n° 20 del 31/05/2016 e Determina n° 688 del 26/04/2017 da parte dell'Ufficio di
Tutela Paesaggistica.