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FEDERAZIONE ORDINI DEIFARMACISTI
Rassegna Stampa del 04/10/2015
INDICE
IN PRIMO PIANO
04/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Rimini
La galleria del centro commerciale torna a vivere6
04/10/2015 Gazzetta del Sud - Catanzaro
Una legge speciale per il capoluogo7
04/10/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale
La crisi delle farmacie: più laureati ma sempre meno occupati al Sud8
SANITÀ NAZIONALE
04/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Rsa, Ra e tante altre sigle Ma per quale assistenza?10
04/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Più socialità per l'Alzheimer12
04/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale
I pannoloni a carico di chi sono?14
04/10/2015 Il Sole 24 Ore
Più dati nella precompilata 201615
04/10/2015 La Stampa - Nazionale
"I fondi previsti dal governo non bastano Così sarà difficile rientrare dei debiti"16
04/10/2015 La Stampa - Nazionale
Sanità, torna a correre la spesa delle Regioni17
04/10/2015 Libero - Nazionale
Il laser che tiene insieme sesso e prostata19
04/10/2015 Libero - Nazionale
Novità per la terapia di seno, polmone, vescica e melanoma20
04/10/2015 Libero - Nazionale
Tumore di rene e tiroide Lenvatinib funziona bene21
04/10/2015 Libero - Nazionale
UN NUOVO FARMACO PER LO SCOMPENSO CARDIACO22
04/10/2015 Il Fatto Quotidiano
I politici che tagliano la sanità hanno tutti gli esami gratis23
04/10/2015 Il Fatto Quotidiano
" Fra le corsie solo medici e pazienti, altro che miliziani "25
04/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Ecco la pillola stagionale Così il ciclo cambia ritmo26
04/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
Farmacisti a lezione per ampliare gli orizzonti E anche trovare lavoro27
04/10/2015 QN - Il Giorno - Nazionale
Farmacisti a lezione per ampliare gli orizzonti E anche trovare lavoro28
04/10/2015 Il Tempo - Nazionale
Zingaretti inaugura il nuovo magazzino Cef29
VITA IN FARMACIA
04/10/2015 Corriere della Sera - Roma
Il magazzino dei medicinali «Migliorerà la rete farmacie»31
04/10/2015 La Repubblica - Milano
Armato di un coltello rapina una farmacia32
04/10/2015 La Repubblica - Bari
Il manager sanità? Imputato al Mose33
04/10/2015 La Repubblica - Firenze
Basta con il ricovero la Ru486 sarà data in ambulatorio allo Iot35
04/10/2015 La Stampa - Torino
Sanità, i paletti dei presìdi religiosi "Siamo una risorsa per il pubblico"36
04/10/2015 La Stampa - Asti
Cinque farmacie in più nell'Astigiano37
04/10/2015 La Stampa - Biella
Quelle nuove farmacie che non vuole nessuno38
04/10/2015 La Stampa - Biella
A Riva Valdobbia arriva la farmacia E il paese festeggia39
04/10/2015 La Stampa - Cuneo
I farmacisti ricorrono contro Cuneo40
04/10/2015 La Stampa - Novara
Un container provvisorio sede della quinta farmacia mette d'accordo Trecate41
04/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Le farmacie sono una garanzia42
04/10/2015 QN - Il Giorno - Milano
Rapina col coltello in una farmacia dell'Isola Ladro d'auto arrestato allo Scalo Farini43
04/10/2015 QN - La Nazione - Pistoia Montecatini
Doppio assalto allo sportello Bancoposta Ladri beffati dall'inchiostro antifurto44
04/10/2015 Il Secolo XIX - Genova
Sanità , rivoluzione ferma al patto con Maroni45
PROFESSIONI
04/10/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Farmaceutico, made in Italy record, export a quota 72%47
PERSONAGGI
04/10/2015 La Prealpina - Lombardia Oggi
Influenza in arrivo al riparo coi vaccini49
IN PRIMO PIANO
3 articoli
ALLA «PERLA VERDE» ARRIVA UN BAR-PIZZERIA DOPO LA PALESTRA La galleria del centro commerciale torna a vivere DOPO la chiusure di alcuni negozi che avevano in parte oscurato la galleria, nel centro commerciale Perla
Verde, in viale Berlinguer, si alzano nuove serrande. Ha aperto il ristorante, pizzeria bar 'Pappapizza', che
dovrebbe fungere da volano per l'apertura di altre attività. E' infatti il primo locale affittato dalla proprietà
Angelini. Di trattative in corso ce ne sono altre, si parlava pure di un supermercato di casalinghi, ma per ora
nessuna firma. Sta di fatto che dopo l'arrivo della palestra, il centro sembra aver ripreso quota. Conta sui suoi
clienti, ma anche su quelli della coop e dell'Ausl, il titolare del nuovo ristorante, Claudio Giarelli, arrivato da
Parma. «Quello che manca ora è la farmacia -sottolinea l'imprenditore Riccardo Angelini -. Se n'era parlato
tanto, ma non è più arrivata. Considerato che la torretta ospita tanti servizi dell'Ausl, punto di riferimento
anche per gli utenti di altri comuni, sarebbe utile averla». Di fatto la Regione a Riccione ha previsto l'apertura
di due nuove farmacie, di cui una a Villaggio Papini, ma ancora non sono state assegnate. Le domande, circa
5.700, hanno richiesto un gran lavoro che ora pare ultimato. Come conferma Giulio Mignani, presidente dell'
ordine dei farmacisti di Rimini «a metà ottobre potrebbero essere fatte le assegnazioni». Chi si aggiudicherà
la farmacia, deciderà se aprire nel centro commerciale o altrove.
04/10/2015Pag. 17 Ed. Rimini
diffusione:165207tiratura:206221
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IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/10/2015 6
L ' obiettivo del sindaco. Avviati una serie di incontri con gli ordini professionali Una legge speciale per il capoluogo Dovrà contenere impegni precisi a tutela delle funzioni della città I professionisti Portare al più presto all ' atten zione del governo regionale la proposta di una legge speciale per Catanzaro
Capoluogo, passando dalle enunciazioni ai fatti e, quindi, alla stesura concreta di un atto legislativo che deve
contenere impegni precisi a tutela e salvaguardia delle funzioni della città. È questo l ' obiettivo condiviso dal
sindaco Sergio Abramo in occasione del primo di una serie di incontri promossi con i rappresentanti
provinciali e regionali degli Ordini professionali al fine di avviare un confronto su una programmazione
concertata attraverso cui rilanciare il ruolo di Catanzaro alla luce dei tanti cantieri aperti che vedranno presto
trasformare il volto del capoluogo. L ' obiettivo del sindaco, totalmente accolto dagli Ordini presenti, è quello
di realizzare una consultazione permanente tra Amministrazione e rappresentanti delle professioni. Il primo
punto fondamentale riguarda il riconoscimento pieno e assoluto del ruolo di Catanzaro al servizio di tutta la
regione e, quindi, il relativo ampliamento delle funzioni amministrative al fine di tutelare il capoluogo dalle
continue spoliazioni e blindarlo come sede unica di tutte le funzioni dello Stato e della Regione, ad eccezione
del Consiglio Regionale. Altri possibili interventi riguarderebbero lo stanziamento di somme aggiuntive
rispetto a quelle ordinarie, per consentire di irrobustire il sistema infrastrutturale e direzionale del capoluogo,
e il riconoscimento di una misura straordinaria nella programmazione comunitaria l Per discutere di queste
tematiche, il sindaco a Palazzo De Nobili ha accolto Francesca Savari (Ordine degli architetti), Giuseppe
Soluri (Ordine dei giornalisti), Ferdinando Chillà (Collegio dei geometri), Vitaliano Corapi (Ordine dei
farmacisti), Vincenzo Defilippo e Antonio Perri (Federfarma), avviando la discussione sulle priorità da porre al
centro della proposta di una legge speciale. Nei prossimi giorni il confronto proseguirà anche con i delegati
degli Ordini degli avvocati, dei medici e degli ingegneri. 2014-2020, aggiuntivo rispetto al cosiddetto " asse
città " . Infine, l ' istituzione della Conferenza per Catanzaro Capoluogo, con il compito di individuare gli assi
strategici di intervento per rafforzare l ' impianto infrastrutturale di Catanzaro e del suo hinterland e di
monitorare i successivi step. Il primo cittadino ha anche illustrato lo stato di attuazione del suo programma,
soffermandosi sul risanamento delle finanze comunali e delle società partecipate, sull ' imponen te
programma di opere pubbliche e sugli interventi strutturali. Dai presidenti degli Ordini sono venuti
suggerimenti e un ' in dicazione unanime: la valorizzazione di Lido e del polo direzionale di Germaneto, oltre
a politiche di riequilibrio verso il centro storico.
Foto: L ' incontro. I rappresentanti degli ordini professionali con il sindaco Sergio Abramo
04/10/2015Pag. 29 Ed. Catanzaro
diffusione:49872tiratura:67738
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IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/10/2015 7
CENSIS L' ORDINE HA PRESENTATO L'INDAGINE A BARI. VIA ALLA PIATTAFORMA «FORMALAVORO» La crisi delle farmacie: più laureati ma sempre meno occupati al Sud l La crisi economica morde anche nel settore delle professioni sanitarie e, in particolare, quella dei farmacisti
e dei laureati in chimica e tecnologie farmaceutiche. L'86,5% dei giovani farmacisti, infatti, ritiene, a ragione,
che vi sia un problema di collocazione professionale: un dato doppio rispetto a quello rilevato nel 2006. La
percezione è confermata dai numeri: diminuisce il numero di occupati e cresce, però, del 163%, il numero di
laureati che, in 5 anni passano da 1.613 nel 2008 a 4.243 nel 2014. Ma, soprattutto, anche il comparto del
farmaco paga il divario che continua a separare in modo consistente il Nord dal Sud: qui aumenta
decisamente la porzione di precari e non occupati che risulta pari al 41,0%, rispetto all11,2 del Nord e del
24,2 del Centro e, di pari passo, diminuisce la porzione di lavoratori della farmacia e parafarmacia. È questo,
in sintesi, il quadro dipinto dalla ricerca del Censis commissionata dalla Federazione degli Ordini dei
Farmacisti italiani e presentata ierinell'ambito di un convegno organizzato dall'O rd i n e interprovinciale dei
Farmacisti di Bari e Bat. Passando da Nord a Sud si riduce la quota di chi ha un contratto a tempo
indeterminato (71,1% a Nord, 62,4% al Centro e 51,0% al Sud e Isole) e full time (72,7% a Nord, 65,4% al
Centro e 61,1% a Sud e Isole). Il 6,3% dei farmacisti intervistati, poi, al Sud lavora senza avere alcun
contratto: un dato sopra le righe rispetto alla situazione contrattuale dei colleghi del Nord (0,6%) e Centro
(3,5%). «Parliamo di un territorio quasi privo di opportunità alternative rispetto al lavoro tradizionale della
farmacia. È anche su questo presupposto e per rispondere alle richieste dei giovani farmacisti - dice Luigi
D'Am brosio Lettieri , presidente dell'Ordine Farmacisti Bari e Bat - che nasce Farma Lavoro, una piattaforma
web che la Federazione, con il supporto della Fondazione Cannavò, ha messo in campo a beneficio
dell'estesa platea degli iscritti per migliorare domanda e offerta».
04/10/2015Pag. 10
diffusione:48275tiratura:63756
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IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 04/10/2015 8
SANITÀ NAZIONALE
16 articoli
Inchiesta L'offerta dei «ricoveri» per anziani (e non solo) si articola in modo molto complesso, con fortidifferenze territoriali e modelli organizzativi diversi. Di conseguenza, le famiglie incontrano non pochedifficoltà a orientarsi. E spesso scoprono lunghe liste d'attesa Rsa, Ra e tante altre sigle Ma per quale assistenza? Una giungla di nomi Centri che danno lo stesso sostegno hanno denominazioni differenti e a volte a sigleuguali non corrisponde la stessa prestazione Permessi I criteri di accreditamento delle strutture cambiano dauna Regione all'altra: in alcune il processo è rigoroso, in altre è più blando Maria Giovanna Faiella Con il progressivo invecchiamento della popolazione sono sempre di più le persone che hanno bisogno non
solo di cure sanitarie, ma anche di assistenza socio-assistenziale, perché non sono in grado di svolgere atti
necessari alla vita quotidiana come lavarsi, vestirsi, fare la spesa o mangiare da soli, a causa dell'età, di
disabilità, di malattie cronico-degenerative. In questi casi se non è possibile essere assistiti a casa, il Servizio
sanitario prevede la possibilità di ospitarle, per un periodo temporaneo o a lungo termine, in strutture
residenziali diverse dagli ospedali, in genere denominate Rsa-Residenze sanitarie assistenziali. L'assistenza
socio-sanitaria residenziale è inserita nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti i cittadini
(Decreto presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001).
Ma come si articola l'offerta di assistenza residenziale? E, soprattutto, risponde davvero alle necessità della
popolazione? «I dati sono frammentati, difficili da paragonare, e non consentono di valutare l'efficacia e
l'efficienza del livello assistenziale» esordisce Giorgia Pastorelli, autrice del capitolo sull'assistenza
residenziale all'interno del "Rapporto Sanità 2015", curato dal CREA (Consorzio per la Ricerca Economica
Applicata in Sanità) dell'Università Tor Vergata di Roma, che sarà presentato il 29 ottobre.
Una ricognizione è stata fornita dall'Istat con l'indagine sui "Presidi residenziali socio-assistenziali e socio-
sanitari" del dicembre 2014, che ha rilevato le "unità di servizio" presenti nelle strutture residenziali nel 2012.
«I presidi - spiega infatti Alessandro Solipaca, ricercatore dell'Istituto nazionale di statistica - possono
accogliere diverse tipologie di persone: per esempio, ospitano in un piano anziani e in un altro minori.
Abbiamo censito quasi 8 mila unità di servizio, che sono risultate prevalentemente per anziani, autosufficienti
e non, con l'81% dei posti disponibili; gli altri sono risultati dedicati a persone con disabilità (9%), con problemi
di salute mentale (6%), a minori, tossicodipendenti, adulti con disagio sociale, immigrati».
«Dal Rapporto CREA, comunque, emerge che in tutto il settore c'è una progressiva "privatizzazione" -
anticipa Pastorelli -. Le strutture private accreditate (già numerose) sono quasi raddoppiate dal 2002 al 2012,
mentre quelle pubbliche sono cresciute solo di un 50%» (si veda la tabella). Altro dato certo, il solito divario
tra Nord e Sud: secondo l'Istat, nel Settentrione la disponibilità di posti letto a carattere socio-sanitario è di 8
ogni 1.000 residenti, nel Meridione è di meno di 2. «In alcune Regioni, soprattutto del Nord, si è sviluppata
una rete di strutture con un sistema misto pubblico-privato, a volte integrato tra sanitario e sociale -
commenta il presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria, Nicola Ferrara -. Al Sud è prevalsa la
logica cash for care : è soprattutto la famiglia a gestire la non autosufficienza avvalendosi di contributi
economici, come, per esempio, indennità di accompagnamento o pensione di invalidità civile».
L'offerta residenziale, quindi, cambia da una Regione all'altra, persino nei nomi. «Strutture che danno gli
stessi servizi hanno denominazioni diverse, e non sempre alla medesima "sigla" corrisponde la stessa
prestazione residenziale. Così, la denominazione più diffusa, Rsa, ha significati diversi» spiega Carlos Chiatti,
uno degli autori del 4° Rapporto sulla non autosufficienza, promosso dall'Inrca, Istituto di ricovero e cura a
carattere scientifico per anziani, in collaborazione con il network sulla Non autosufficienza.
«Anche i criteri di accreditamento delle strutture cambiano da una Regione all'altra: in alcune il processo è
molto chiaro, preciso e con controlli anche rigorosi, in altre è più blando - aggiunge Giovanni Lamura,
responsabile del Centro di ricerche socio-economiche sull'invecchiamento dell'Inrca -. E varia molto la
percentuale della retta "alberghiera" a carico dell'assistito: può dipendere dal reddito o dall'intensità
04/10/2015Pag. 52
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 10
dell'assistenza richiesta; può decorrere dal primo giorno di ricovero come accade nella maggior parte delle
Regioni, o dopo i primi 30 giorni e perfino dopo i primi due mesi, come accade in altre». Insomma, alle
famiglie tocca districarsi tra criteri organizzativi disparati. Per esempio, l'offerta può essere articolata per
intensità assistenziale, o distinguere tra ricoveri temporanei e permanenti o, ancora, per la presenza o meno
di nuclei specifici per persone con demenza. «Le procedure stesse per accedere a una Rsa non sono
uniformi - afferma Angelo Del Favero, presidente di Federsanità-ANCI (Ass. Naz. Comuni Italiani) -. Al Sud la
ricerca del posto letto è più complessa e spesso è il cittadino che deve trovarselo».
Infine, bisogna aspettare. Da un'indagine dell'Auser, associazione per il volontariato tra gli anziani, svolta tra il
2007 e il 2012, risulta che, secondo i responsabili di Rsa intervistati, i tempi d'attesa oscillano in media dai 90
ai 180 giorni. «Nella maggior parte dei casi le liste di attesa sono gestite dalla struttura e a volte si accede
anche per via informale», fa notare Carlos Chiatti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Fonte: Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, Ministero della Salute 2015
(dati 2012); Istat 2014 QUANTO SONO AUMENTATE LE STRUTTURE DAL 2009 AL 2012 PER GLI
ANZIANI strutture sanitarie private accreditate strutture sanitarie pubbliche Le strutture socio-sanitarie per
l'assistenza residenziale, pubbliche e accreditate (Residenze sanitarie assistenziali, case protette, hospice e
in generale strutture che svolgono attività di tipo residenziale) 4.240 1.475 1.513 1.499 1.518 Anni 2009 2010
2011 2012 4.640 4.884 5.008 3.098 le strutture residenziali dedicate agli over 65 180.604 i posti letto
disponibili 6.526 5.008 (pari al 76,7%) strutture private accreditate 1.518 (pari al 23,3%) strutture pubbliche In
percentuale +5,7% +1% Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole ITALIA 40 35 30 25 20 15 10 5 0
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DEGLI ANZIANI Maschi e femmine autosufficienti e non autosufficienti (tassi
per 1.000 anziani residenti) maschi autosufficienti femmine autosufficienti maschi non autosufficienti femmine
non autosufficienti 267.771 gli assistiti 25% uomini 75% donne 205.000 non autosufficienti 62.771
autosufficienti
Foto: Rapporto sanità 2015, a cura del CREA; rapporto Istat sui presidi residenziali http/www.
creasanita.it; www.istat.it
04/10/2015Pag. 52
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 11
Inchiesta Più socialità per l'Alzheimer Nella gestione di chi è affetto da demenza senile si stanno affermando modalità che privilegiano l'aspettoumano rispetto a quello medico Il modello Hogewey in Olanda è l'esempio «limite» più famoso e anche piùstrano al mondo Cliniche-ospedali In molti contesti la «sanitarizzazione» è diventata l'unica strada percorsa InLombardia Ci sono esperimenti in cui le persone stanno a casa e le Rsa danno servizi e interventi Michele Farina Molti in Italia, dalla periferia di Roma al varesotto, vorrebbero copiarla: Hogewey è forse la Rsa (il suo
corrispettivo olandese) più famosa e più strana del mondo.
Centinaia di tv e di giornali (compreso il Corriere Salute) l'hanno raccontata. Hogewey sta a pochi chilometri
fuori Amsterdam. In inglese lo chiamano "dementia village".
Un villaggio per persone con uno stadio medio di demenza. Un quartiere protetto, che simula il più possibile il
mondo "di fuori". Il negozio della parrucchiera con il poster di Marilyn, un supermercato dove gli ospiti fanno
la spesa senza preoccuparsi dei soldi o della memoria ballerina, il fornaio dove gli operatori "recitano" la parte
dei panettieri...
Non sembra un ospedale, quanto piuttosto una sorta di residence fatto di villette dove gli anziani vengono
collocati a seconda dei loro precedenti stili di vita. La parola d'ordine è: normalità.
Hogewey è una "struttura" assai poco normale (non solo per gli standard italiani) e assai "di moda".
Un miraggio, un ghetto dorato, un esperimento troppo costoso per essere replicato?
Lo psicologo Bere Miesen, inventore degli Alzheimer Caffè, me ne ha parlato come di un modello ideale, un
unicum non riproducibile su vasta scala sul territorio.
Certo la sua sbandierata ricerca di "norm alità" è la stella polare (se non altro) nell'attuale dibattito sulle
residenze per anziani anche nel nostro Paese. Residenze che sono, è bene ricordarlo, abitate in
maggioranza da persone con un livello più o meno avanzato di degrado cognitivo.
Secondo le stime più accreditate, il 65-70 per cento degli ospiti di Rsa in Italia portano con sé una qualche
forma di demenza (spesso non diagnosticata).
Solo una minoranza di queste strutture offre un nucleo "specifico" per chi soffre di Alzheimer (o di patologie
affini), dove vengono ricoverati i pazienti con maggiori difficoltà.
Questo significa che la demenza è di casa nelle strutture per anziani. Non l'eccezione. È importante tenerlo
presente.
Come vivono le persone con Alzheimer (per indicare la demenza più diffusa) nelle Residenze sanitarie
assistenziali? Raccogliendo materiale per il libro "Quando andiamo a casa?" (edito dalla Bur) ho frequentato
decine di queste strutture dall'Alto Adige al Sud Italia, parlando con ospiti, familiari, operatori. Il ventaglio di
situazioni (e di giudizi) è molto ampio. Ma si può dire che la meta della "normalità di vita" non sia sempre una
priorità o un obiettivo raggiunto. In molti contesti la "sanitarizzazione" diventa l'unico sinonimo e l'unica strada
per la "cura" delle persone con disturbi cognitivi: Rsa come cliniche-ospedali o, nei peggiori dei casi, come
cronicari di fine-vita senza dignità.
D'altra parte esistono molti esempi di strutture che mettono al centro della loro organizzazione "il benessere"
degli ospiti, magari a fronte di situazioni familiari che renderebbero la permanenza nella propria abitazione
simile a quella di detenuti in isolamento.
Casa non è sempre sinonimo di benessere. O di libertà. Uno studio choc ha dimostrato che in Gran Bretagna
la maggioranza delle persone con demenza (comprese quelle che vivono al proprio domicilio) non esce mai
(pur non avendo impedimenti fisici di sorta).
Il dilemma che molte famiglie (compresa la mia) si trovano o si sono trovate ad affrontare: tenere a casa il
proprio caro o "portarlo" in una struttura? Se, anche nella cura delle persone con demenza, l'obiettivo è quello
di disegnare un percorso il più possibile "su misura" (tailored, come un vestito fatto dal sarto) tenendo conto
delle storie individuali e del grado di malattia, allora per nessuno dovrebbe essere così straziante quel
04/10/2015Pag. 56
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 12
dilemma familiare (psicologico, economico etc).
Casa o ricovero? In questa luce tutte le Rsa dovrebbero garantire un livello accettabile di "normalità di vita".
Se l'olandese Hogewey è un miraggio alla moda irrealizzabile, o comunque irriproducibile su larga scala, i
modelli di "residenzialità leggera" e di "Rsa aperte" costituiscono già oggi e qui una realtà concreta da
diffondere e sperimentare.
Cos'è la residenzialità leggera? Non pensate a Psa (palafitte sanitarie assistenziali) ma a realtà abitative in
cui persone con demenza lieve-moderata possono vivere in un ambiente molto poco ospedaliero, con costi
minori rispetto alle Rsa tradizionali e con superiore normalità di vita.
Solo a titolo di esempio (vuol dire che si può!) possiamo citare la residenza Sinergy creata dalla cooperativa Il
Melo nel centro di Cardano Al Campo o da quella del Gabbiano (Casa Garda) nel centro di Leno (provincia di
Brescia). Non è un caso che entrambi siano stati realizzati nel cuore dei rispettivi paesi. Assistenza "leggera",
servizi comunque. Ma attenzione concentrata sull'aspetto "relazionale" più che sanitario del concetto di cura.
Anche dove le Rsa rimangono residenze "pesanti", non è detto che non possano aprirsi per "alleggerire" il
carico sulle famiglie. È il modello delle cosiddette "Rsa aperte" sperimentato in Lombardia. Le persone con
demenza rimangono a casa loro, e le Rsa forniscono servizi e interventi (ancora troppo pochi) a sostegno
della domiciliarità. Ritardando così il momento in cui per le famiglie di presenterà il dilemma: casa o
struttura?A volte ci vuole poco, per cambiare l'aria in una Rsa.
Entrare nella camera di un ospite chiedendo permesso, per esempio, lo fa sentire meno ospite, più
indipendente. "Giorni normali" è un documentario girato da Stefano Forlani in alcune Rsa lombarde per conto
dell'associazione Al Confine.
È un lavoro interessante, che il Corriere mette a disposizione sul Canale Salute. Non può e non deve essere
normalità, per esempio, che una persona con demenza debba essere vestita dagli operatori (per quanto
dedicati) in maniera meccanica, senza una parola, un avvertimento, come fosse un manichino. Sono pezzetti
essenziali di capitale umano, di buona vita. La signora Maria, seduta su una sedia a rotelle legata con una
cintura al termosifone, in una camerata di una cosiddetta Rsa di Roma un giorno mi ha detto: "Mi chiamo
Maria, è un po' che ho questo nome. Qui si sta bene, ma ci vuole calma e profumo".
@mikele_farina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Federazione Alzheimer Italia; Istituto Superiore di Sanità Corriere della Sera In Italia 1.241.000 Le
persone con demenze 269.000 I nuovi casi nel 2015 37,6 miliardi di euro I costi annui per l'assistenza 3
milioni Le persone coinvolte nell'assistenza dei malati 2.000 Gli operatori sanitari e socio-sanitari impegnati
nell'assistenza 1.989 I servizi per le persone con demenze 691 523 775 Unità di Valutazione Alzheimer
Centri diurni Strutture residenziali
L'esperto risponde alle domande dei lettori
sui temi
della salute dell'anziano http://forum.
corriere.it/
geriatria
04/10/2015Pag. 56
diffusione:619980tiratura:779916
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 13
Spese «extra» I pannoloni a carico di chi sono? Valeria Fava Mio padre è ospite in una Rsa convenzionata con la Asl. Ogni mese mi viene richiesto di coprire spese
"extra" relative a medicinali e ausili vari: soprattutto pannoloni, perché quelli che vengono forniti gratuitamente
dalla Asl non coprono neppure la metà del fabbisogno. Ma le spese sanitarie non dovrebbe essere a carico
totale della Asl? Oltre a una parte della quota alberghiera che già pago, possono farmi altre richieste?
La Rsa, sia pubblica sia privata convenzionata, è tenuta a erogare i farmaci di fascia A gratuitamente, senza
aggiunta di ticket. Differente il discorso dei farmaci di fascia C per i quali il cittadino è comunque chiamato a
sostenere integralmente il costo, anche se ricoverato in struttura sanitaria-assistenziale. Per quanto riguarda
l'erogazione dei pannoloni, che resta di competenza della Asl di riferimento, sappiamo che risulta spesso
insufficiente: lo standard è di 120 pezzi per paziente al mese. Spetta dunque alla struttura, pubblica o
convenzionata, soddisfare la richiesta di ulteriori ausili per coprire i bisogni fisiologici primari del paziente.
Vicedirettore
Pit salute Cittadinanzattiva www.cittadinanzattiva.it
04/10/2015Pag. 59
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 14
Allo studio. Si lavora per aggiungere anche altre spese oltre a quelle sanitarie Più dati nella precompilata 2016 I PROBLEMI APERTI I medici chiedono di unificare gli invii per spesometro e tessera sanitaria Resta damigliorare la qualità delle informazioni trasmesse Fr. Mi. G.Par. ROMA Non solo le spese sanitarie. Nel 730 precompilato del 2016 potrebbero entrare anche altri sconti fiscali
non inseriti quest'anno. Per oraè solo un progetto ma intanto si lavora per verificarne prima la fattibilitàe poi
l'eventuale attuazione. Rette universitarie, spese funebri, quote versate per la pensione integrativa ma anche
spese sostenute per le ristrutturazioni della casa, per l'arredamento e gli elettrodomestici e per il risparmio
energetico fin dal periodo d'imposta in cui è stato sostenuto l'esborso (nella precompilata 2015 c'erano solo
dal secondo anno in poi). Sono queste le uscite che danno dirittoa detrazionioa deduzioni in cima alla lista
della potenziale estensione. Mettere in piedi un'operazione del genere in pochi mesi potrebbe non essere
semplice anche perché bisogna coinvolgere le fonti da cui devono arrivare. In realtà, sulle spese per le
ristrutturazioni e il risparmio energetico la tracciabilità imposta per fruire del bonus (si pa gano solo con
bonifico «parlante» e tra l'altro viene applicata una ritenuta d'acconto dell'8%) potrebbe consentire di ottenere
le informazioni dagli intermediari finanziari che, del resto, già trasmettonoi dati sugli interessi passivi sui
mutui. Naturalmente, poi, tutto dovrà esserea misura di privacy. Così come già delineato per le spese
mediche, che arriveranno nel 2016. L'attenzione degli operatori è già tutta rivoltaa questa nuova tappa.A
testimoniarloè il direttore nazionale dei Caf Acli, Paolo Conti: «Già guardiamo alla fase successiva, quella che
permetterà di non dover inserirea mano le spese sanitarie». Anche per le spese mediche comunque all'inizio
sarà una sperimentazione: «Ci aspettiamo che non tuttii dati saranno trasmessi in automatico, perché non
tutte le farmacie si adegueranno fin da subito, ma l'importanteè partire. Poi negli anni successivi la procedura
sarà perfezionatae completata». I problemi, però, non mancano. Già nel luglio scorso le Entrate avevano
dettato le istruzioni tecniche di utilizzo dei dati delle spese sanitarie e nelle scorse settimane c'è stato un
primo incontro con la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. «Abbiamo
espresso il timore di un aumento della buro crazia- racconta Giuseppe Renzo, presidente della commissione
Albo odontoiatri - visto che di fatto l'invio dei dati relativi alle prestazioni mediche duplica lo spesometro; dal
ministero sono arrivate rassicurazioni e adesso aspettiamo in tempi brevi un chiarimento definitivo». La
richiesta dei medici è di inglobare un adempimento nell'altro: spesometro o trasmissione dei dati sulla tessera
sanitaria del paziente. Poi c'è il nodo sanzioni:i medici chiedono rassicurazioni sul fatto che non ci saranno
penalità per i professionisti che non trasmettono le informazioni dei pazienti che non hanno concesso
l'autorizzazione al trattamento dei propri dati. Alla questione quantità si aggiunge anche quella non meno
rilevante di aumentare la qualità. Nei giorni scorsi anche l'Ad di Sogei, Cristiano Cannarsa, in audizione
davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull'Anagrafe tributaria ha posto l'accento sul punto: «Si
sta già lavorando per sensibilizzare le fonti esterne quali banche e assicurazioni - ha affermato per migliorare
la qualità e tempestività delle loro forniture e incrementare i dati a disposizione» relativi agli oneri che danno
dirittoa bonus fiscali.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 15
Intervista "I fondi previsti dal governo non bastano Così sarà difficile rientrare deidebiti" Chiamparino, presidente del Piemonte: ci sono costi in aumento per farmaci , ospedali e contratti che devonoessere coperti ALESSANDRO MONDO Il rimpallo dei numeri non risolve: esiste una serie di ragioni, di cui anche il governo è consapevole, che ci fa
ritenere insufficiente l'aumento di un miliardo previsto per la Sanità nel 2016». Sulla base di queste ragioni
Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, attende la convocazione
dell'incontro chiesto alministro Lorenzin. Il problema dei numeri è che non tornano: ancora ieri Renzi ha
sostenuto che i fondi per la Sanità aumentano costantemente. «Dipende di cosa stiamo parlando ».
Centoseimiliardinel2013,109 nel 2014, 110 quest'anno, 111 il prossimo: così ha ricordato il premier. «Io
invece ricordo i numeri previsti dall'accordo con il governo: 109,9miliardi nel 2014, 112,3 quest'anno, 115,3
nel 2016, 117 nel 2017. Se per l'anno prossimo il governo calcola 111 miliardi significa che qualcosa non
torna». Cioè? «Non ricordare, ad esempio, che quest'anno le risorse per la Sanità dovevano aumentare di
due miliardi: incremento al quale le Regioni hanno rinunciato, responsabilmente ma giocoforza, per
minimizzare l'impatto dei 4 miliardi di tagli previsti complessivamente da Roma. Nessuna volontà di aprire un
braccio di ferro con il governo, ma ripeto: un miliardo di aumento per il 2016 non basta». Perché? «Perché si
tratta di raggiungere una serie di obiettivi ai quali tende lo stesso governo e perché molte Regioni, soggette al
piano di rientro del debito, si troverebbero in difficoltà: i conti erano stati fatti sulla base degli impegni presi».
Regioni in piano di rientro come il Piemonte, che a fine anno dovrebbe uscirne: ieri il ministro si è
complimentato con lei e con l'assessore Saitta per le riforme della Sanità piemontese. «Lo apprezzo, ma
questo non cambia la sostanza. Primo: i risparmi derivanti dalle riforme sanitarie, adottate da tutte le Regioni,
devono essere reinvestiti nel settore. Secondo: se non vogliamo compromettere il circuito virtuoso che si è
messo in moto, servono risorse adeguate. Si spieghi meglio. «Sull'appropriatezza, cioè il ricorso non
ridondante ad esami e farmaci, la sintonia con il governo è totale: la razionalizzazione del sistema sanitario è
un obiettivo che le Regioni hanno posto per prime. Idem per la riduzione del numero delle Asl e la
centralizzazione degli acquisti. Ma questa è solo una gamba sulla quale deve viaggiare la Sanità riveduta e
corretta: l'altra sono fondi adeguati, senza i quali viene meno il senso delle riforme e la spinta di quanti sono
chiamati a realizzarle». Sta dicendo che non si possono fare le nozze con i fichi secchi? «Dico che dai
farmaci salva-vita di ultima generazione all'avvento delle nuove tecnologie, passando per la necessità di
rimettere mano all'edilizia sanitaria, sovente obsoleta, ci sono voci di spesa in aumento che devono essere
coperte. Ma il discorso è ancora più complesso, chiama in causa altri fattori». Ad esempio? «C'è una
componente economica: la domanda pubblica, sulla base di risorse adeguate, è un sostegno anche per
l'industria farmaceutica, tra le poche che in questo Paese fanno ricerca. C'è il rinnovo dei contratti,
cominciando da quello dei medici di base. Vogliamo parlare della revisione dei Lea?». ... con riferimento alle
nuove prestazioni? «Esatto. L'inserimento della fecondazione eterologa o di prestazioni che si intrecciano con
le politiche sociali, ad esempio l'assistenza domiciliare, comporta ulteriori costi a carico delle Regioni. Per
questo mi aspetto che il governo accetti il confronto, non sulla base di vuote rivendicazioni da parte nostra ma
di esigenze reali: il consolidamento o meno delle riforme, già avviate sui territori, passa dalla capacità di dare
risposta a queste esigenze».
Le voci di spesa crescono e l'aumento di un miliardo previsto per la Sanità nel 2016 è troppo pocoSergio Chiamparino Presidente del Piemonte e della Conferenza Regioni
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 16
CONTI PUBBLICI Sanità , torna a correre la spesa delle Regioni I costi aumentano di un miliardo. Con i tagli tutti i bilanci a rischio PAOLO RUSSO Mentre Renzi starebbe pensando di fare a meno del decreto contro gli esami clinici inappropriati, il taglio di
2,4 miliardi che si profila per la sanità rischia di mandare in rosso i conti di quasi tutte le Regioni. E ciò
imporrebbe piani di rientro a suon di aumenti delle addizionali Irpef ed Irap. A rilevarlo è il rapporto sulla
spesa dell'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali. Dopo sei anni di flessione la spesa di Asl e
ospedali sale per la prima volta di un miliardo. E questo nonostante le entrate dei ticket siano aumentate in
sei anni del 26%. Più spese per Lombardia, Abruzzo e Campania Ad aver aperto di più i rubinetti sarebbero
Abruzzo (+2,56%), Lombardia (+ 2,30%) e Campania (2,16%). Ma il problema è che oramai anche le Regioni
storicamente più virtuose, come la stessa Lombardia, la Toscana e l'Emilia Romagna, galleggiano sulla linea
del pareggio, mentre i conti della Liguria già si tingono di rosso per 64 milioni. Questo prima del taglio da 2,3
miliardi imposto per quest'anno, in barba all'aumento sottoscritto da governo e Regioni con il Patto per la
salute. Sforbiciata alla quale se ne andrebbe ad aggiungere un'altra di analoga entità per il 2016. Un doppio
colpo che porterebbe larga parte dei bilanci regionali a tingersi di rosso, rischiando di entrare nel cono
d'ombra dei piani di rientro, che significano più tasse per i contribuenti. «Il fondo sanitario del 2016 salirà a
111 miliardi contro i 110 di quest'anno», ha assicurato alla Camera il premier. Peccato che la stessa nota di
aggiornamento del Def indicasse a quota 113,3 lo stanziamento per la sanità. Come dire che si dovrà fare a
meno di altri 2,3 miliardi. Soldi che al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, servono come il pane. Intanto
per finanziare i nuovi Lea, i livelli essenziali di assistenza, che dovrebbero ricomprendere 100 nuove malattie
rare (valore 900 milioni); altrettanti soldi occorrono per stabilizzare i circa 14mila precari della sanità; poi oltre
un miliardo è necessario per garantire i farmaci innovativi (quelli oncologici in testa). Infine altri 400 milioni
servono per lo sblocco del turn over, che da tempo costringe medici e infermieri a turni massacranti. «Con
nuovi tagli le prestazioni verranno erogate sempre più col contagocce finendo per allungare le liste d'attesa e
costringendo sempre più assistiti a spendere nel privato o a rinunciare alle cure», mette in guardia Tonino
Aceti, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato. Mentre per Costantino Troise, leader del sindacato dei
medici ospedalieri Anaao, «fissare il fondo a 111 miliardi significherebbe congelare il finanziamento al livello
di 5 anni fa». Una prospettiva «che rende sempre più probabile lo sciopero della categoria». Per scongiurarlo,
ma soprattutto per evitare che l'assistenza vada in tilt, Lorenzin tratta per limitare i danni. E alla fine la
sforbiciata potrebbe fermarsi a 1,5, massimo 2 miliardi. I dubbi sul decreto contro gli esami inappropriati A far
cassa potrebbe però non contribuire più il decreto che per 208 accertamenti diagnostici e di laboratorio
prevede sanzioni ai medici e nessuna rimborsabilità per gli assistiti in caso di prescrizioni «inappropriate». Lo
stop potrebbe arrivare proprio da Renzi, che lo giudica ad alto tasso di impopolarità e basso beneficio
economico, visto che il risparmio sarebbe di soli 106 milioni.
I numeri secondo il rapporto Agenas
779 mila euro Le consulenze sanitarie delle Regioni sono cresciute del 2,5% nel 2014
8,9 milioni Il costo dei prodotti farmaceutici è aumentato del 7% l'anno scorso
1,2 milioni I dispositivi diagnostici hanno registrato una forte crescita (+5,7%)
8,4 milioni L'assistenza ospedaliera come prestazione da privato è cresciuta del 2,5%
La spesa sanitaria in Italia Valle d'Aosta 260.785 -4,35% Molise 661.353 +1,30% - LA STAMPA Lombardia
18.870.104 +2,30% Piemonte 8.257.614 -0,13% Toscana 7.260.237 +1,81% Umbria 1.645.404 -0,31%
Sardegna 3.266.518 +1,03% Liguria 3.168.488 +1,04% Lazio 10.682.689 -0,18% Campania 9.716.016
+2,16% Sicilia 8.579.301 +0,14% DIFFERENZA 2013-2014 Calabria 3.360.408 +1,92% Veneto 8.788.140
+0,05% Abruzzo 2.348.869 +2,56% Basilicata 1.037.458 +0,90% Puglia 7.151.521 +1,84% Fonte:
elaborazione Agenas su dati modelli Ce consuntivi 2013-2014 ITALIA 112.672.629 (+1 miliardo rispetto al
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 17
2013) +0,89% Chi ha ridotto i costi Emilia Romagna 8.768.698 +0,28% Marche 2.768.653 +0,90% Chi li ha
aumentati Dati in migliaia di euro Prov. Aut. di Trento 1.153.187 +0,22% Prov. Aut. di Bolzano 1.141.812 -
1,59% Friuli Venezia Giulia 2.385.568 -3,65%
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 18
Scoperta rivoluzionaria in medicina Il laser che tiene insieme sesso e prostata ALESSANDRO DELL'ORTO È un laser totalmente Made in Italy, e già questa è un mezza magia. Quello che incanta però - e ha del
miracoloso - è ciò che riesce a fare e, cari uomini, prendete appunti che non si sa mai. Già, perché qui c'è di
mezzo la salute e un problema esclusivamente maschile che ogni anno colpisce oltre 40 mila italiani: (...)
segue a pagina 16 segue dalla prima (...) l'iperplastia prostatica benigna (ingrossamento benigno della
ghiandola prostatica), un disturbo che accomuna un uomo su due sui 50 anni e addirittura il 75% degli over
80.E che,quasi sempre, richiede un intervento chirurgico con una serie di conseguenza tra cui la più
fastidiosa che manda in crisi - quella che coinvolge la sfera sessuale. Sì, insomma, si diventa meno pronti e
potenti a letto. Non ce la si fa più... Ma eccola, ora, la magia che tutti aspettavano. Questa rivoluzionaria
tecnica (ThuLEP,che sfrutta la precisione del laser al Tullio creato da Quanta System, azienda italiana leader
nella tecnologia laser) che proprio ieri è stata mostrata al Congresso Mondiale diEndourologia di Londra dal
professore Luca C arm ign an i, primario di Urologia al IRCCS Policlinico San Donato e professore associato
presso l'Università degliStudidi Milano. E che - udite udite - manda in pensione il Viagra, per la gioia di
vecchietti e nonni che non intendono attaccare al chiodo la passione per la gnocca . Lo dimostrano i numeri e
le statistiche dello studio effettuato dall'equipe medica guidata dal professor Carmignani. Ebbene, i pazienti
con un'età media di 67 anni sono stati valutati prima dell' intervento e successivamente a 3-6 mesi: dai dati è
emerso che i sintomi urinari postoperatori sono migliorati e non sono state osservate differenze significative
nella funzione erettile, che è rimasta la medesima prima e dopo l'operazione. Di più. La percentuale di
pazienti che hanno mantenuto l'eiaculazione è aumentata del 52,7% rispetto alla chirurgia convenzionale,
utilizzata nei casi di iperplasia prostatica benigna. «Sono soddisfatto del successo seguito alla nostra
sperimentazione di questa nuova tecnologia - ha spiegato Carmignani - Grazie a essa è possibile regalare
benessere ad una ampia fascia della popolazione maschile, che ora potrà vivere una rassicurante continuità
della propria attività sessuale. L'utilizzo del laser rappresenta un'innovazione di grande impatto sotto il profilo
medico e anche sociale. Fino a due decenni fa chi aveva problemi alla prostata si sentiva un "vecchio
precoce", ora invece è possibile risolvere questa patologia con efficacia, senza complicanze e con una
degenza minima. Va infatti tenuto conto che i 60enni di oggi sono più attivi rispetto ai coetanei di una volta,
quindi un intervento laser rappresenta un beneficio non indifferente». Sesso, ma non solo. Oltre ai vantaggi
relativi alla funzionalità là sotto, questa tecnologia innovativa rappresenta un ulteriore passo avanti nell'ottica
del risparmio per il sistema sanitario nazionale, visto che l'enucleazione (asportazione) della prostata con il
laser al Tullio si può effettuare in day surgery (contrariamente ai cinque giorni di ricovero abituali) e poi si è
subito liberi di tornare a casa. Pronti per ributtarsi - in gran forma- sotto le lenzuola...
::: LA SCHEDA LA PROSTATA La prostata è una ghiandola dell'apparato genitale maschile. La sua funzione
principale è quella di produrre ed emettere il liquido seminale, che contiene gli elementi necessari a nutrire e
veicolare gli spermatozoi. La prostata dell'uomo può essere palpata mediante esame rettale, essendo
collocata circa 5 cm anteriormente al retto e all'ano. LASER AL TULLIO Il Laser al Tullio (ThuLEP) è una
fonte di energia laser versatile che, rispetto ad altri laser, consente un "mix" di taglio e coagulazione
riducendo al minimo le perdite ematiche. Tra le sue caratteristiche vi è anche la superficialità, che consente
un approccio chirurgico preciso e rispettoso delle altre funzioni corporee. La sonda laser viene inserita
attraverso il pene mediante uno strumento chiamato "resettoscopio". Il laser asporta la parte di prostata
aumentata: questa viene ridotta in piccoli frammenti, che vengono poi aspirati.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 19
I dati delle ricerche su quattro farmaci della Roche Novità per la terapia di seno, polmone, vescica e melanoma EUGENIA SERMONTI Moltissime le novità presentate per alcuni tipi di tumore, quali in particolare quello del seno, della vescica, del
polmone e il melanoma. Tumore del seno. Il Comitato per i Medicinali per uso Umano (CHMP) 'spinge' per
l'approvazione di pertuzumab in combinazione con trastuzumab e chemioterapia per il trattamento
neoadiuvante (uso prima dell'intervento chirurgico) delle pazienti adulte con carcinoma mammario HER2-
positivo, infiammatorio, localmente avanzato, o in stadio precoce ad alto rischio di recidiva. Melanoma. i
risultati dello studio registrativo di fase III, CoBRIM hanno confermato quanto riportato dalle analisi
precedenti, che mostrano come i pazienti trattati con la combinazione cobimetinib e vemurafenib abbiamo
vissuto oltre un anno senza peggioramento della malattia. Tumore del polmone. Risultati positivi riguardano
l'immunoterapico oncologico sperimentale atezolizumab nel carcinoma polmonare non a piccole cellule
(NSCLC) in stadio avanzato. Lo studio randomizzato di fase II, POPLAR ha raggiunto l'endpoint primario e ha
evidenziato una significativa riduzione del rischio di mortalità nei pazienti il cui tumore esprime medi e alti
livelli di PD-L1, portando la sopravvivenza a 7,7 mesi in più rispetto al trattamento con la sola chemioterapia a
base di docetaxel. Tumore della vescica. I risultati dello studio registrativo di fase II IMvigor 210
sull'immunoterapico atezolizumab (MPDL 3280A; anti-PDL1) dimostrano che ha ridotto le dimensioni del
tumore nel 27% dei pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico (mUC), la cui
malattia presentava alti o medi livelli di PD-L1 ed era andata in progressione dopo il trattamento iniziale.
Inoltre, nel momento del cut-off dei dati (momento di raccolta dei dati da analizzare) il 92% dei pazienti stava
continuando a rispondere ad atezolizumab.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 20
Presentati i risultati della terapia orale EISAI Tumore di rene e tiroide Lenvatinib funziona bene Nuovi dati sul lenvantinib di EISAI per la terapia sia del tumore della tiroide che per il carcinoma renale sono
stati presentati in una conferenza stampa da Hans Gelderblom (Leiden University Medical Centre in Olanda),
John Crown (Consultant Medical Oncologist del St Vincent's University Hospital in Irlanda), Jaume Capdevila
(Vall d'Hebron University Hospital in Spagna) e Petra Rietschel (direttore Oncology Global Medical Affairs di
Eisai). Gli studi dimostrano un miglioramento significativo della sopravvivenza globale rispetto al placebo nei
pazienti con carcinoma tiroideo differenziato progressivo (RAI refrattario-DTC) refrattario allo iodio radioattivo
(HR = 0.53; 95% CI: 0,34, 0,82, p nominale = 0,0051). E la sopravvivenza libera da progressione della
malattia (PFS) è rimasta pressoché identica tra i pazienti 'responders' dall'inizio e quelli 'responders'
successivamente. «Si tratta di risultati molto incoraggianti - ha commentato Lori J. Wirth MD, Assistant
Professor di Medicina presso l'Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital, autore
dell'abstract presentato al Congresso che confermano l'efficacia di lenvatinib nel trattamento di pazienti di
norma assai difficili da trattare». Gli fa eco Gary Hendler, Presidente e CEO EMEA Eisai e Presidente di Eisai
Oncology Globale Business Unit: «Questi nuovi dati mostrano il reale beneficio di lenvatinib, in termini di
sopravvivenza globale, in questo tipo di tumore raro». Una nuova analisi condotta su lenvatinib nel carcinoma
a cellule renali metastatico (MRCC) in fase II ha studiato sia questo farmaco in combinazione con everolimus
che le due terapie separatamente. I dati mostrano che in entrambi i sottogruppi di persone in trattamento per
mRCC, sia con-2 angiopoietina ad alti o bassi livelli basali (ANG2), la combinazione di lenvatinib e everolimus
prolunga la sopravvivenza libera da malattia (PFS), rispetto a everolimus da solo .
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 21
UN NUOVO FARMACO PER LO SCOMPENSO CARDIACO Una buona notizia viene dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP, Committee for Medicinal
Products for Human Use) che nei giorni scorsi ha adottato un parere positivo per LCZ696
(sacubitril/valsartan). «Si tratta di una decisione che rappresenta un importante passo avanti verso la
disponibilità del medicinale nell'Unione Europea - ha dichiarato David Epstein, Division Head, Novartis
Pharmaceuticals - In attesa dell'approvazione definitiva da parte della Commissione Europea, LCZ696 sarà
reso disponibile per il trattamento di pazienti adulti con scompenso cardiaco cronico sintomatico e a frazione
di eiezione ridotta». (P. MON.)
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 22
ALLA SALUTE L ' assistenza parallela dei parlamentari costa 17 milioni l ' anno I politici che tagliano la sanità hanno tutti gli esami gratis TOMMASO RODANO p Per la loro " cassa mutu a " versano ciascuno 550 euro al mese, rimborsi per tutto: ricoveri, fisioterapia,
occhiali, psicoterapia, cure termali. E di sforbiciare dalla propria parte loro non ci pensano per niente
RODANO A PAG. 4 Non abbiamo bisogno di dare altre garanzie ai parlamentari, ma di farli diventare sempre
più normali " . Firmato Matteo Renzi, il 14 febbraio 2013: era ancora rottamatore (e sindaco di Firenze). È
passata un po ' di acqua sotto i ponti: il giovane rampante che contestava i privilegi di deputati e senatori si è
fatto largo a spallate fino a Palazzo Chigi. Ma i parlamentari, nel frattempo, non sono diventati " più normali "
di prima. Nei giorni in cui lo stesso Renzi, da presidente del Consiglio, annuncia altri due miliardi di tagli al
servizio sanitario nazionale, da aggiungere ai 2,3 pattuiti a luglio, può essere utile ricordare quanto sia
profonda la differenza tra l ' accesso alle cure di un cittadino comune e quello di un onorevole. A votare sulla
dieta della sanità pubblica, infatti, sono le stesse persone che godono di un sistema di assistenza sanitaria
integrativa. Una sorta di " mutua privata " , costosa, efficiente e molto distante dalle esperienze di chi
frequenta gli ospedali pubblici. A scanso di equivoci: il discorso potrebbe essere esteso a diverse categorie
professionali che godono dello stesso beneficio, a cominciare dai giornalisti. Un privilegio resta un privilegio.
Diventa meno sopportabile, però, quando riguarda le persone che decidono le politiche pubbliche. Cure per
tutti: anche conviventi gay Funziona così: una parte del corposo stipendio dei parlamentari serve a coprire l '
iscrizione all ' Asi. La quota è proporzionale all ' in de nni tà degli onorevoli. È molto alta, quindi: 526,66 euro
al mese per i deputati e 540,27 per i senatori. In compenso, il piccolo sacrificio - rispetto alla busta paga, che
tra le varie voci è vicina agli 11 mila euro - consente di farsi rimborsare quasi per intero (il 90 per cento)
qualsiasi tipo di prestazione, dal ricovero ospedaliero fino alle lenti a contatto. Deputati e senatori sono iscritti
d ' ufficio al fondo integrativo (per ri nu nc ia re devono fare richiesta) e possono estendere la copertura a
coniugi, figli e semplici conviventi con un sovrapprezzo di 50 euro al mese. La legge sulle unioni civili viene
rimandata di continuo, le coppie gay per lo Stato italiano non esistono, ma in Parlamento - e solo in
Parlamento - quest ' i n g i u s t izia è sanata: dal 2013 gli onorevoli omosessuali possono mettere al riparo i
propri compagni dalle incertezze della sanità pubblica. Il fondo riguarda anche e soprattutto gli ex
parlamentari: quelli cessati dal mandato (insieme ai familiari), fanno come al solito la parte del leone. Oltre a
loro, la sanità integrativa spetta a giudici della Corte costituzionale, giudici emeriti e famiglie a carico. A
differenza dei costi delle prestazioni sanitarie, che continuano a crescere, la quota associativa è la stessa da
quasi 10 anni, come si legge nel rendiconto della Camera per l ' anno 2014: " Il calcolo delle quote di
contribuzione è basato sulla misura de ll ' indennità parlamentare vigente nell ' anno 2006 e non più
aggiornato " . I rimborsi, nel 2014, sono costati 11 milioni e 150 mila euro per la Camera e 6 milioni e 100 mila
euro per il Senato. In tutto fanno oltre 17 milioni di euro di prestazioni sanitarie in un solo anno, da dividere
per circa 5.600 iscritti, tra parlamentari ed ex. Le casse delle Asi, in ogni caso, sono in equilibrio: le quote
versate coprono i costi per intero. L ' assistenza integrativa copre davvero qualsiasi tipo di intervento medico:
ricovero, parto, prestazioni odontoiatriche, protesi e apparecchiature, accertamenti diagnostici, sedute
psicoterapeutiche e persino cure termali (che però, almeno, sono rimborsate solo a chi soffre di cardiopatia o
ha subito lesioni fisiche o cerebrali). Gesso, lenti, elettroshock Il tariffario è completo Ogni voce ha una tariffa
rimborsabile: occhiali da vista e lenti a contatto arrivano fino a 350 euro l ' anno, per l ' i mpianto di un dente si
ha diritto a 387,34 euro, per l '" a b l azione del tartaro " fino a 51,65. Il deputato che non chiude occhio può
farsi rimborsare una " cura del sonno " da 516 euro e addirittura l '" elettroshock con narcosi " , fino a 154
euro. Per farsi togliere il gesso, si possono riavere indietro 51,65 euro. Le spese per le cure, oltre ad essere
rimborsate, a fine anno possono essere portate in detrazione sui redditi. La sanità degli onorevoli, insomma,
non è gratis, ma conviene. Ed è privata. Lo stato di quella pubblica, invece, è ben descritto ne ll ' ultimo
rapporto di C itt a di n a n z at t i v a (2014): " Le ultime manovre economiche hanno portato a:
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 23
ridimensionamento degli attuali livelli di finanziamento dell ' as sistenza sanitaria; introduzione di ulteriori
ticket; tagli drastici nei trasferimenti alle Regioni ed alle municipalità dei fondi sulla disabilità, l ' infanzia, gli
immigrati (...). La diminuzione dell ' o f f er t a pubblica obbliga il cittadino a scegliere tra due opzioni: rivolgere
la domanda di assistenza insoddisfatta al settore privato o attendere un tempo più lungo per la prestazione
nel settore pubblico, accettando il rischio implicito di peggioramento delle proprie condizioni di sa lu te " . L '
im po ve ri me nt o, insomma, induce a non curarsi, curarsi tardi o curarsi male. Ma chi fa le leggi può
continuare ad ignorarlo.
C a me ra ch iu s a Le spese me d iche di deputati ed ex, nel 2014, sono cost ate 11,1 milioni Ansa
I NUMERI 3 50 Euro all ' anno rimborsabili per l ' acquisto di occhiali 387, 34 Euro all ' anno rimborsabili per la
pulizia dei denti 5 16 Euro all ' anno rimborsabili per la cura del sonno 154 Euro all ' anno rimborsabili per l '
elettroshock con narcosi
I PU N T I 1L ' assistenza sanitaria integrativa, a fronte di una quota versata ogni mese, consente a senatori,
deputati ed ex parlamentari di farsi rimborsare fino al 90 per cento di ogni prestazione medica, dal ricovero
fino alle lenti a contatto 2Hanno accesso all ' Asi parenti, coniugi e conviventi, anche dello stesso sesso, degli
o n o revo l i 3Nel 2014 i deputati hanno ottenuto rimborsi per 11,1 milioni, i senatori per 6,1
04/10/2015Pag. 1 tiratura:100000
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 24
L ' INTERVISTA Gabriele Eminente " Fra le corsie solo medici e pazienti, altro che miliziani " I posti letto erano 95, li avevamo aumentati fino a 140 a causa degli scontri scoppiati dopo l'ingresso in cittàdei guerriglieri Il centro ortopedico non è più operativo ed era l ' unico nell ' a rea Abbiamo altri 4 centri ma lecose peggiorano e potremmo andare via ROBERTA ZUNINI Stavano ancora operando i chirurghi di Medici senza frontiere l ' altra notte verso le due e trenta, quando le
bombe scaricate dagli aerei statunitensi hanno colpito l ' ospedale ortopedico di Kunduz, allestito anni fa dall '
organizzazione umanitaria internazionale nella strategica città dell ' Afghanistan settentrionale. Abbiamo
chiesto al direttore generale del dipartimento italiano, Gabriele Eminente, in contatto con gli operatori sul
posto, di spiegarci cosa è accaduto. " La situazione è ancora confusa, ma di due cose siamo certi. La prima è
che i responsabili del centro ortopedico avevano comunicato le coordinate geografiche sia ai comandi militari
Usa sia agli afgani. La seconda è che, nonostante li avessero subito avvertiti che era in corso un
bombardamento anche sull ' ospedale, questi hanno continuato a sganciare ordigni nell ' area per altri 30
minuti. hanno colpito noi in modo preciso, perchè gli altri edifici intorno sono stati risparmiati " . Secondo le
dichiarazioni delle forze armate afgane, nell ' o s p edale si nascondevano alcuni guerriglieri talebani che
combattevano facendosi scudo con la struttura stessa. Se anche fosse vero, ma non ci risulta, si tratterebbe
comunque di una violazione del diritto umanitario internazionale, incardinato nella convenzione di Ginevra
che proibisce il bombardamento delle strutture sanitarie. Sottolineo inoltre che i nostri medici non fanno,
come è previsto peraltro dal codice deontologico, distinzioni tra pazienti. Tutti hanno il diritto di essere curati,
indipendentemente dalle idee politiche, militanza e partecipazione nei conflitti. Insomma, sarebbe un alibi
creato per giustificare l ' a ccad u to? Per quanto ne so, potrebbe esserlo. Quanti erano i membri del vostro
staff a Kunduz e quanti posti letto c ' e ran o? Premesso che è un centro specializzato, dove si fa solo
chirurgia ortopedica, abbiamo 80 operatori, tra medici, paramedici e personale che si occupa dell '
amministrazione e della logistica. I posti letto sono ufficialmente 95 ma durante la settimana li avevamo
aumentati fino a 140 a causa degli scontri che erano scoppiati in città dopo l ' ingresso dei talebani. Da
quanto è emerso ci sono molte vittime civili, nonostante sia i talebani sia l ' esercito afgano neghino che i
cittadini siano intrappolati negli scontri. Considerato che negli ultimi giorni al centro erano stati ricoverati
anche molti bambini feriti, la realtà è che molti civili sono rimasti coinvolti. Cosa farete ora? Il centro
ortopedico di Kunduz, l ' unico ancora operativo nell ' area, ora non è più agibile. Pertanto da oggi i civili non
potranno più essere curati. Alcuni feriti sono stati portati in un ospedale di Puli Khmri, a due ore di auto e nel
nostro ospedale (generale) di Kabul. Intanto abbiamo denunciato questo massacro e chiesto alle autorità di
aprire un ' inchiesta indipendente. Resta il fatto che nel paese la sit u a z i o n e , p e r quanto riguarda la
sicurezza, si sta deteriorando di giorno in giorno. State valutando di chiudere tutte le vostre strutture sanitarie
e lasciare l ' Af g h a nistan ? Abbiamo altri 4 centri, di cui due a Kabul. Per ora non lo prevediamo, ma,
ripeto, gli sviluppi potrebbero indurci a farlo per non mettere in pericolo le vite dei nostri operatori, che sono in
parte stranieri, in parte locali.
Foto: L ' ospedale e Gabriele Eminente Re u te rs
04/10/2015Pag. 17 tiratura:100000
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 25
Ecco la pillola stagionale Così il ciclo cambia ritmo Solo quattro mestruazioni distribuite in un anno Fiammetta Trallo ANCHE in Italia le donne possono finalmente scegliere il proprio ritmo mestruale. La nuova pillola
anticoncezionale pensata per avere solo quattro cicli mestruali in un anno, uno ogni tre mesi, è una vera e
propria innovazione nel campo della contraccezione ormonale. Presentata la scorsa primavera al congresso
nazionale della società italiana della Contraccezione, la pillola stagionale è disponibile in farmacia già da
alcuni mesi, ma è ancora poco conosciuta dalle donne. Ogni confezione contiene 91 compresse per tre mesi
di assunzione. Più precisamente sono 84 compresse rosa di ormoni anticoncezionali a dosaggio pieno (pari a
28 compresse al mese per tre mesi) più sette compresse bianche con basso dosaggio ormonale
corrispondenti alla settimana di pausa durante la quale si verifica la mestruazione. A prima vista potrebbe
sembrare un assemblaggio di tre scatole di comuni pillole. In realtà il nuovo preparato è stato concepito come
«contraccettivo ormonale a regime esteso o continuativo» che oltre al vantaggio di avere il ciclo ogni tre mesi,
garantisce una maggiore efficacia in caso di dimenticanza. LE COMPRESSE bianche non sono un placebo
come quelle bianche dei preparati 24+4 finora usati poiché contengono una quota ormonale più bassa di solo
etinilestradiolo, una combinazione pensata per garantire il ciclo (ogni tre mesi per un totale di quattro volte
l'anno) e allo stesso tempo per ridurre gli effetti indesiderati della contraccezione ormonale che si
manifestano nella pausa, cefalea da sospensione in primis. Il costo è più basso di molte «pillole alla moda».
Si abbassa ancora se sottraiamo i costi di assorbenti e tamponi, le spese di lavanderia per indumenti
macchiati e quelle per l'acquisto degli analgesici per i dolori mestruali. Mestruazioni più brevi e più leggere e
soprattutto meno frequenti, come quelle di un regime contraccettico continuativo, sono funzionali in tutte le
donne con anemia da carenza di ferro e nelle donne che soffrono di dolori pelvici, endometriosi e sindrome
premestruale. La soppressione della funzione ovarica senza pausa per tre mesi rappresenta inoltre una
valida terapia per le cisti ovariche benigne. E comunque garantisce una migliore gestione della propria igiene
in particolare in donne con problemi di disabilità. Anche se le mestruazioni con cadenza di ventotto giorni in
sintonia con il ciclo lunare sono in molti contesti culturali considerate un simbolo di femminilità e di capacità
riproduttiva, questi fastidiosi appuntamenti mensili sono sempre poco graditi per gli inevitabili disagi che
comportano. Per non dire inopportuni quando interferiscono sull'attività lavorativa, sportivo-agonistica e sulla
vita sociale quotidiana condizionando abbigliamento, vita sessuale, vacanze ed anche matrimoni e viaggi di
nozze.
Disponibile in ItaliaIl contraccettivo è arrivato nelle farmacie da alcuni mesi ma è ancora poco diffuso
In dettaglio
Le caratteristicheLa nuova pillola anticoncezionale è stata pensata per avere solo quattro cicli mestruali in un anno; ogni
confezione contiene 91 compresse per tre mesi di assunzione
I vantaggi
Le sette pillole bianche con etinilestradiolo a basso dosaggio attenuano gli effetti collaterali come la cefalea e
consentono un maggior controllo dell'anemia da carenza di ferro
A chi è utile
Il nuovo contraccettivo è particolarmente utile alla donne che soffrono di dolori pelvici, endometriosi e
sindrome premestruale e rappresenta una valida terapia per le cisti ovariche benigne
04/10/2015Pag. 38
diffusione:165207tiratura:206221
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 26
Farmacisti a lezione per ampliare gli orizzonti E anche trovare lavoro Francesca Franceschi Tommaso Strambi GLI ORIZZONTI del mondo farmaceutico si espandono. Così
come, del resto, crescono e si modificano le richieste dei pazienti. Le nuove farmacie devono infatti adeguarsi
alle peculiari necessità dei clienti e devono saper rispondere alle sempre più raffinate esigenze delle persone.
Sull'onda della novità, sul passa parola dell'amica o, semplicemente, per pura curiosità, sono ormai in molti
ad avvicinarsi al proprio farmacista per chiedere qualcosa che non sia un semplice farmaco per l'emicrania.
Gocce omeopatiche per combattere l'insonnia, cosmetici naturali, fitofarmaci per gestire l'ansia sono solo
alcuni dei prodotti che, ogni giorno, vengono domandati. Ma non tutti i farmacisti possiedono mirate
competenze dei vari settori. Ed ecco che a Pisa nasce «La nuova farmacia tra salute e benessere». Un
master di secondo livello che garantisce la costruzione di un profilo professionale rispondente ai mutamenti di
questo ambito sanitario ed una preparazione specifica che vada ad affiancare, quella squisitamente tecnica,
di un farmacista. Incontriamo il professor Federico Da Settimo, vice direttore del dipartimento di Farmacia
dell'università di Pisa e direttore del Master. Professore, perché un laureato in farmacia dovrebbe frequentare
questo master? «I nostri studenti hanno una preparazione molto buona e, una volta laureati, riescono a
trovare lavoro in tempi accettabili. Però, per come è strutturato il corso di studi, ci sono una serie di tematiche
che non vengono affrontate o, se accade, si dà solo un accenno che merita di essere approfondito». Ci faccia
qualche esempio... «Durante il corso di studi provvediamo a dare una solida formazione in materie chimiche
e biologiche. Non riusciamo ad approfondire aspetti che puntualmente vengono richiesti in una farmacia. L'
omeopatia riusciamo solo ad accennarla perché a lezione facciamo farmacologia classica. E ancora non
affrontiamo la fitofarmacia, la medicina complementare, la cosmesi e i profili di marketing e comunicazione
che si rivelano necessari. Il master si propone di fornire conoscenze approfondite per facilitare l'ingresso nel
mondo del lavoro o, magari, per far fare un salto di qualità a chi intende migliorare la propria posizione».
Cosa offre inoltre questo percorso di studi? «Ci saranno moduli tenuti da docenti, ma anche da esperti del
mondo del lavoro. Gli allievi verranno a contatto con aziende farmaceutiche, amplieranno i contatti e faranno
uno tirocinio di 350 ore in strutture dislocate su tutto il territorio nazionale. Il loro curriculum sarà più
completo».
04/10/2015Pag. 39
diffusione:165207tiratura:206221
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 27
Farmacisti a lezione per ampliare gli orizzonti E anche trovare lavoro Francesca Franceschi Tommaso Strambi GLI ORIZZONTI del mondo farmaceutico si espandono. Così
come, del resto, crescono e si modificano le richieste dei pazienti. Le nuove farmacie devono infatti adeguarsi
alle peculiari necessità dei clienti e devono saper rispondere alle sempre più raffinate esigenze delle persone.
Sull'onda della novità, sul passa parola dell'amica o, semplicemente, per pura curiosità, sono ormai in molti
ad avvicinarsi al proprio farmacista per chiedere qualcosa che non sia un semplice farmaco per l'emicrania.
Gocce omeopatiche per combattere l'insonnia, cosmetici naturali, fitofarmaci per gestire l'ansia sono solo
alcuni dei prodotti che, ogni giorno, vengono domandati. Ma non tutti i farmacisti possiedono mirate
competenze dei vari settori. Ed ecco che a Pisa nasce «La nuova farmacia tra salute e benessere». Un
master di secondo livello che garantisce la costruzione di un profilo professionale rispondente ai mutamenti di
questo ambito sanitario ed una preparazione specifica che vada ad affiancare, quella squisitamente tecnica,
di un farmacista. Incontriamo il professor Federico Da Settimo, vice direttore del dipartimento di Farmacia
dell'università di Pisa e direttore del Master. Professore, perché un laureato in farmacia dovrebbe frequentare
questo master? «I nostri studenti hanno una preparazione molto buona e, una volta laureati, riescono a
trovare lavoro in tempi accettabili. Però, per come è strutturato il corso di studi, ci sono una serie di tematiche
che non vengono affrontate o, se accade, si dà solo un accenno che merita di essere approfondito». Ci faccia
qualche esempio... «Durante il corso di studi provvediamo a dare una solida formazione in materie chimiche
e biologiche. Non riusciamo ad approfondire aspetti che puntualmente vengono richiesti in una farmacia. L'
omeopatia riusciamo solo ad accennarla perché a lezione facciamo farmacologia classica. E ancora non
affrontiamo la fitofarmacia, la medicina complementare, la cosmesi e i profili di marketing e comunicazione
che si rivelano necessari. Il master si propone di fornire conoscenze approfondite per facilitare l'ingresso nel
mondo del lavoro o, magari, per far fare un salto di qualità a chi intende migliorare la propria posizione».
Cosa offre inoltre questo percorso di studi? «Ci saranno moduli tenuti da docenti, ma anche da esperti del
mondo del lavoro. Gli allievi verranno a contatto con aziende farmaceutiche, amplieranno i contatti e faranno
uno tirocinio di 350 ore in strutture dislocate su tutto il territorio nazionale. Il loro curriculum sarà più
completo».
04/10/2015Pag. 39
diffusione:69063tiratura:107480
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 28
COLLATINA Zingaretti inaugura il nuovo magazzino Cef Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha inaugurato il nuovo magazzino di stoccaggio della
Cooperativa Esercenti Farmacia, sulla via Collatina. Nella struttura, oltre 22 mila mq, vengono stoccati i
farmaci e poi inviati alle farmacie aderenti alla cooperativa (350 nel Lazio), che riceve gli ordini almeno due
volte al giorno. Con un vantaggio per la farmacia perché lo stoccaggio non avviene più nei magazzini delle
farmacie. C'è poi un vantaggio di sistema perché grazie alla dimensione così ampia della struttura la trattativa
per l'acquisto del farmaco presso la casa farmaceutica consente una riduzione dei prezzi. «Dietro la
consegna di un farmaco a un paziente in farmacia - ha spiegato Vittorino Losio presidente Cef - ci sono
strutture, un'organizzazione, persone che lavorano. Noi serviamo tutte le farmacie anche se lavoriamo in
perdita per l'alto valore sociale che queste farmacie rappresentano in territori in cui a volte è l'unico presidio
aperto h24».
04/10/2015Pag. 17
diffusione:50651tiratura:76264
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 04/10/2015 29
VITA IN FARMACIA
14 articoli
Inaugurazione Il magazzino dei medicinali «Migliorerà la rete farmacie » Inaugurazione ieri sulla Collatina di un nuovo magazzino per rifornire la rete cooperativa di farmacie. «Un
salto in avanti della qualità dell'offerta del servizio che aiuterà l' efficientamento e il rafforzamento della rete
delle farmacie sul nostro territorio - ha dichiarato il presidente della Regione Nicola Zingaretti - che spesso
sono presidi territoriali fondamentali per la tenuta anche dello stesso sistema sanitario». Zingaretti ha poi
voluto sintetizzare i passi avanti che sta compiendo l'amministrazione «per offrire a questi attori del sistema
socio-sanitario una Regione "normale", senza debiti, che paga puntualmente, che sta rimettendo sotto
controllo i conti, che sta scommettendo sull'innovazione del sistema aprendo alla sanità di territorio e
domiciliare. Credo che in questo campo - ha proseguito - si possano sperimentare con la rete delle farmacie
anche nuove forme molto avanzate di collaborazione. Il rapporto fino ad ora è stato molto positivo: sal 1
ottobre c'è stata anche nel Lazio l'introduzione della ricetta digitale, che dimostra che attori diversi, istituzioni
pubbliche e in questo caso farmacie, insieme riescano a produrre servizi migliori per i cittadini»
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04/10/2015Pag. 2 Ed. Roma
diffusione:619980tiratura:779916
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 31
PORRO LAMBERTENGHI Armato di un coltello rapina una farmacia È entrato nella farmaciaCastoldi, in viaPorro Lambertenghi, qualche minuto prima delle quattro e un quarto di
ieri pomeriggio con in testa un casco da motociclista e una sciarpa. In un momento in cui pare non vi fossero
clienti all'interno, si è avvicinato al bancone, ha tirato fuori un coltello e con quell'armahaminacciato
l'unicadipendente che si trovava in quel momento all'interno, una 29enne, ordinandole di consegnargli tutti i
soldi che c'erano in cassa. Ha preso i 150 euro e si è allontanato. È l'ennesima rapina in farmacia a Milano,
un altro casoche vaadaggiungersi all'archivio del Keycrime, software in uso alla questura chehapermesso di
sventarne alcune.
04/10/2015Pag. 8 Ed. Milano
diffusione:556325tiratura:710716
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 32
IL RETROSCENA Il manager sanità ? Imputato al Mose GIULIANO FOSCHINI TRA I NOMI DEI SUPER manager inviati dal Governatore, Michele Emiliano, al capo dell'Anticorruzione,
Raffaele Cantone, ce n'è uno che sta sollevando un piccolo caso.
E' quello di Giancarlo Ruscitti, già alto dirigente in Veneto, dato dalle cronache giornalistiche in pole position
per il ruolo di super manager dell'aria più delicata, quella della Sanità.
< PAGINA RUSCITTI È IMPUTATO NEL l'inchiesta Mose a Venezia. E per lui la procura di Venezia - che ne
aveva addirittura chiesto l'arresto lo scorso anno, respinta poi però dal gip che ritenne non ci fossero le
esigenze cautelari - il 27 luglio scorso ha chiesto il rinvio a giudizio. La prima udienza preliminare si terrà il 22
ottobre, con Ruscitti insieme ad altre dieci persone (tra cui l'ex sindaco Orsoni) alla sbarra.
L'ex segretario generale della sanità del presidente Galan è accusato di concorso in frode fiscale.
A lui la Guardia di finanza dedica un'informativa specifica di 81 pagine nella quale racconta i contatti del
manager con il presidente e con una serie di politici di primo livello, soprattutto del centrodestro. Oggetto
dell'indagine è una consulenza che Giovanni Mazzacurati, il presidente del Consorzio venezia nuova e al
centro dello scandalo Mose, aveva concesso a Ruscitti, all'epoca potente collaboratore di Galan per la
realizzazione dell'ospedale di Padova. «Mazzacurati ha dato la consulenza a Ruscitti - scriva il pm nella
richiesta di misura cautelare - al fine di cercare il consenso da parte delle autorità politiche regionali,
provinciali e nazionali nonché dei referenti degli enti pubblici interessati per promuovere la costruzione del
nuovo ospedale di Padova piuttosto che la ristrutturazione del vecchio già esistente. Per non fare apparire
l'origine delle risorse finanziarie, attesa la completa estraneità al piano generale degli interventi affidato in
concessione dallo Stato al Consorzio venezia nuova, Mazzacurati ha interposto il Coveco, che si è prestato a
stipulare un primo contratto annuale di lavoro a progetto per il periodo 2010-2011 per un compenso annuale
di 200mila euro».
Ed effettivamente Ruscitti si mette a disposizione di Mazzacurati: «Lavoro sotto traccia», «è una questione
importante», «lui mi ascolta», gli dice al telefono riferendosi all'allora governatore Galan.
Il progetto poi però salta perché il nuovo sindaco di Padova sceglie di ristrutturare il vecchio ospedale e non
di realizzarne uno nuovo, ma tanto basta ai magistrati di Venezia per chiedere il processo per Ruscitti. Una
situazione che, evidentemente, però non disturba più di tanto Emiliano. Anche perché il nome della sanità
veneta, che il Governatore ha incontrato insieme con altri burocrati nel corso di questi mesi, gli sarebbe stato
caldeggiato direttamente da Roma.
In questo momento una delle persone che sicuramente ha più voce in capitolo nella sanità pugliese è Renato
Botti, potentissimo direttore generale del Ministero, braccio destro della Lorenzin. Botti è ex manager del San
Raffaele, ancora prima alla sanità lombarda, uomo vicino a Comunione liberazione e in particolare all'ex
governatore Roberto Formigoni e al ministro Maurizio Lupi. Lo ha confessato lo stesso Emiliano nelle scorse
settimane in un'intervista quando si era parlato di una sua richiesta di dimissioni del ministro Lorenzin: «Mai
detto - tenne a precisare Emiliano - Anzi, voglio dire che nei confronti del ministro io ho una grande
gratitudine per il modo in cui, anche il direttore generale del ministero, Renato Botti, ha curato le prime
settimane di lavoro del nuovo presidente della Regione Puglia che mantiene anche la delega alla Sanità». Il
nome di Ruscitti sarebbe venuto fuori proprio dagli ambienti del ministero. Che in queste settimane stanno
spaventando non poco il Governatore con lo spettro del commissariamento: i conti non sono in ordine, nei
primi sei mesi dell'anno hanno chiuso con 80 milioni di deficit. La proiezione parla di una possibile chiusura
con un rosso intorno ai 200 milioni. Avere un uomo gradito a Roma sarebbe un buon passo in avanti. Anche
se il commissariamento non dipende dalla Sanità. Ma dal Ministero delle economie e finanze dove da
settimane storcono il naso per tutta questa agitazione.
04/10/2015Pag. 1 Ed. Bari
diffusione:556325tiratura:710716
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 33
Foto: IN CORSA Giancarlo Ruscitti sembra ormai sicuro di diventare il nuovo supermanager della sanità. Ma
la sua nomina è appesa al giudizio che dev'essere espresso dall'Autorità nazionale anticorruzione. Solo
dopo, Emiliano potrà formalizzare la designazione
04/10/2015Pag. 1 Ed. Bari
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 34
La salute LA DECISIONE Basta con il ricovero la Ru486 sarà data in ambulatorio allo Iot Pillola abortiva, nuove modalità di somministrazione mentre aumentano i servizi sulla contraccezione Dopol'assunzione del farmaco le donne potranno andare a casa e tornare dopo 2 giorni MICHELE BOCCI LA RU486 arriva in ambulatorio. La pillola abortiva sarà dispensata all'Iot senza bisogno del ricovero. A oltre
un anno dalla presa di posizione del Consiglio sanitario toscano, che ha aperto a un utilizzo fuori dai reparti di
ginecologia, Firenze è sul punto di avviare un servizio unico in Italia. Altrove, nelle regioni dove il
mifepristone, questo il nome del principio attivo, viene usato maggiormente come il Piemonte, la Val D'Aosta,
l'Emilia e la Liguria, di solito si apre almeno una scheda di day hospital. Spesso invece si fa un ricovero
ordinario e poi la donna firma per tornare a casa.
La Asl di Firenze sta organizzando il servizio e si prevede la presenza di un ginecologo per 20 ore in più alla
settimana. In realtà tutto il percorso dell'interruzione di gravidanza viene pontenziato all'Iot. Per tre giorni sarà
aperto un nuovo ambulatorio per le urgenze, al quale si accederà tramite Cup o dai pronto soccorso, per fare
certificazione di ivg oppure per mettere gratuitamente i contraccettivi sottocutanei. Si tratta di uno strumento
per prevenire la gravidanza piuttosto recente, che si mette sotto pelle ed è efficace fino a tre anni.
Viene proposto alle donne che hanno abortito ma offerto anche ad altre che ne facciano richiesta. Il martedì
e il giovedì all'Iot si potrà andare non solo per aprire le cartelle cliniche delle donne che fanno l'aborto
chirurgico, come avviene adesso, ma anche per prendere la Ru486. Il progetto è della responsabile della
ginecologia del Palagi e del territorio fiorentino, Valeria Dubini, e l'idea è di partire entro l'anno, se va tutto
bene a novembre. Cambia molto dal punto di vista del servizio per le donne, la nuova organizzazione farà sì
che chi prende la pillola abortiva non debba spostarsi tra le varie strutture, in particolare gli ospedali. In più ci
sarà un punto di riferimento attivo tutti i giorni per chi deve affrontare un aborto. Al di là della definizione del
servizio, ambulatoriale anziché in day hospital, cambia in modo significativo l'organizzazione del percorso
dell'Ivg a Firenze.
Le donne che vengono ammesse all'uso della Ru486 prendono la pillola e poi possono tornare a casa
propria. Devono ripresentarsi dopo due giorni per prendere un'altra compressa e poi dopo 15 giorni a fare il
controllo dell'avvenuta espulsione. La Ru486 è entrata proprio iniziando dalla Toscana e dal Piemonte nel
servizio sanitario nazionale, nel 2009. E da subito stata al centro di molte polemiche politiche che ne hanno
ridotto l'utilizzo. Adesso in Italia rappresenta circa l'8,5% del totale degli aborti. La Toscana è un po' sopra alla
media, soprattutto grazie a Pontedera, il centro che ne somministra di più.
Proprio dall'ospedale di questa città, il primario Massimo Srebot ha iniziato a introdurre in Italia il mifepristone
acquistandolo in Francia caso per caso, ovviamente in accordo con la Regione Toscana. Insieme
all'esperienza di Torino, dove invece si è puntato su una sperimentazione, quella di Pontedera ha fatto sì che
cambiasse la normativa nazionale in questo campo. A Firenze la Ru486 viene usata una cinquantina di volte
all'anno, e il rapporto con il totale degli aborti è simile a quello nazionale.
Alla fine del 2014 il Consiglio sanitario toscano, dopo aver interpellato una commissione di esperti, ha aperto
all'utilizzo fuori dall'ospedale della Ru486, e anche in questo caso si è trattata della prima volta in Italia che un
organismo medico scientifico regionale si esprimeva in questo senso. Il punto di partenza è la stessa legge
194, che a suo tempo aveva previsto la possibilità di introdurre metodiche nuove oltre alla chirurgia se
"rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza". È
proprio questo passaggio ad essere citato all'inizio del parere della commissione di esperti chiamati in causa
dal Consiglio. Teoricamente i poliambulatori possono ospitare anche consultori, come ha spiegato il
vicepresidente del Consiglio sanitario, Antonio Panti. A Firenze si è optato per usare un ospedale come l'Iot.
Foto: IN CULLA Un bimbo di 2 mesi è stato trovato morto in culla in casa a San Casciano: sospetta Sids
04/10/2015Pag. 2 Ed. Firenze
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 35
L'appello della Pastorale della Salute Sanità , i paletti dei presìdi religiosi "Siamo una risorsa per il pubblico" alessandro mondo Quello che è fatto, è fatto. Ma dalla Consulta regionale Pastorale della Salute, coordinata a livello regionale
da don Marco Brunetti e ieri presieduta da monsignor Guido Fiandino, sono arrivati messaggi chiari alla
Regio ne per il prossimo futuro: il riflesso della preoccupazione della Sanità cattolica convenzionata con il
sistema pubblico (Gradenigo, Cottolengo, San Camillo, Fatebenefratelli, Koelliker, Istituto Don Gnocchi) a
seguito di riforme realizzate o avviate dalla Regione in tempi di per sè difficili, dove la necessità di far
quadrare i conti si accompagna alla capacità di interpretare le esigenze della Sanità moderna. Di fatto, lo
spartiacque tra un passato talora secolare e un presente pieno di incognite, che in Piemonte e in Italia
ipoteca il futuro di diverse strutture. Le difficoltà
La vendita del Gradenigo al Gruppo Humanitas, insieme alle voci che da ultimo hanno lambito il Koelliker e
persino il Cottolengo, rendono l'idea di un mondo preso in contropiede da trasformazioni più rapide del
previsto e costretto ad aggiornarsi per evitare di finire in pasto ai colossi privati del settore, pronti a fiutare
l'affare delle vendite (e magari delle svendite): un quadro delineato con nettezza da Mariella Enoc,
procuratrice dell'ospedale Cottolengo, durante la presentazione del bilancio sociale 2014. Concetto ieri
ribadito dall'assessore Antonio Saitta, presente alla Pastorale, convinto che la sostenibilità della Sanità
cattolica passi dalla progressiva riconversione dalla medicina alla continuità assistenziale (in pratica, la
lungodegenza). I tagli
Va da sè che a questo affanno, nel panorama nazionale e locale, contribuiscono le sforbiciate dei
trasferimenti statali alle Regioni e quelle che le Regioni, più esigenti del passato, applicano al sistema
pubblico come al privato accreditato: «Tagli per liberare risorse e mantenere i i servizi - ricorda l'assessore -.
Nel 2016 non ce ne saranno altri». Tagli e riconversioni dei posti-letto, uniti alla riduzione di discipline e
specialità che finora nessuno si era sognato di mettere in discussione. I paletti
Da qui, e al netto delle obiezioni dell'Aris (l'associazione di riferimento delle strutture religiose), i primi paletti
posti alla Regione, preludio di un dialogo destinato a farsi più serrato. «Abbiamo chiesto all'assessore
l'integrazione effettiva, sostanziale e non solo formale, dei presidi cattolici nella rete ospedaliera - spiega don
Brunetti -. Con una premessa: non parliamo di strutture pubbliche ma nemmeno di case di cura a tutti gli
effetti private, bensì di realtà no-profit». In altri termini: «Non è corretto mettere tutti sullo stesso piano», ci
sono storie e vocazioni «che vanno pesate in maniera diversa».
Fari puntati anche sui servizi psichiatrici, ai quali la Regione sta rimettendo mano. Il primo invito, che
rimanda essenzialmente ai gruppi di appartamento, è «a non pesare eccessivamente sulle famiglie dei
malati» (con riferimento alla prospettiva di una compartecipazione delle tariffe in base al reddito). Il secondo,
conclude don Brunetti, punta «ad un maggior inserimento nei servizi di psicologi oltre che di psichiatri...
magari per evitare quello che è accaduto quest'estate». Il rimando è all'esito drammatico del Tfr su Andrea
Soldi: «Penso sia la punta di un iceberg». Della serie: il recupero di un malato passa innanzitutto
dall'attenzione alla sua dimensione umana.
04/10/2015Pag. 45 Ed. Torino
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 36
autorizzate dalla regione Cinque farmacie in più nell'Astigiano valentina fassio Il Piemonte avrà 70 nuove farmacie, 5 nell'Astigiano: sul sito internet della Regione è stata pubblicata la
comunicazione con i candidati vincitori del concorso straordinario per l'assegnazione delle nuove sedi
farmaceutiche nei Comuni piemontesi. Il numero più consistente nel Torinese (34), seguito dalle province di
Novara (12) e Cuneo (10). Dopo Asti, le province di Alessandria (3), Biella, Vercelli e Verbano Cusio Ossola
(2 per ciascuna provincia). Nell'Astigiano
Delle 5 nuove sedi, 3 sono in città: strada Fortino, al Torrazzo e a Portacomaro Stazione (con referenti
Giancarlo Corona, Francesca Dalcielo, Luca Scagliola); a queste si aggiungono le due di San Damiano
(referente Ettore Bottero) e Boglietto di Costigliole (Silvia Mannino). «Al momento ad Asti le farmacie sono
18, compreso Quarto, diventeranno 21 con le nuove aperture - commenta Michele Maggiora, presidente
Associazione titolari di Farmacia - Le nuove zone per il bando erano state definite dal Comune, con
attenzione ai quartieri periferici e meno serviti: la scelta corrisponde. Portacomaro Stazione, ad esempio, non
ha farmacia».
Attualmente sono oltre 60 le farmacie nei Comuni astigiani, con i centri più grandi dove si contano diverse
sedi: è il caso di Nizza (4), Canelli e Moncalvo (3). Il bando
Il concorso per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche era stato bandito a fine 2012. L'elenco delle nuove
farmacie è disponibile sul sito della Regione (www.regione.piemonte.it), dove sono elencate le sedi
assegnate ai candidati vincitori, ma anche quelle «non abbinate, non accettate e rifiutate». Un esito che
riguarda anche l'Astigiano: come risultata dall'elenco on line, non sono «andate a buon fine» due sedi in Asti
e due in provincia (Maranzana e Villanova).
04/10/2015Pag. 39 Ed. Asti
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 37
Quelle nuove farmacie che non vuole nessuno francesca fossati La Regione ha assegnato 70 sedi di farmacia in Piemonte, ma nell'elenco ce n'è solo una biellese: quella di
Cossato. Le altre in lizza paiono poco appetibili: sono nei piccoli comuni di Camburzano, Campiglia Cervo,
Castelletto Cervo e Magnano e la Regione non è riuscita ad abbinarle a nessuno dei candidati in graduatoria.
La sesta è in sospeso: è quella di Vigliano sulla quale pende il ricorso al Tar (la sentenza a fine novembre)
delle due farmacie del paese dove non ci sarebbero più i requisiti per ospitare la terza. Pur senza ritirare la
delibera con cui si individuava la zona di Amosso per la nuova farmacia, il Comune ha comunicato alla
Regione il calo del numero di abitanti ed è forse su questo dato che i funzionari regionali stanno facendo delle
valutazioni. Via libera
L'assegnazione della quinta farmacia di Cossato, da aprire alla Spolina, è stata accettata da Marcella Pavan.
Anche in questo caso c'è un ricorso al Tar fatto da un farmacista, ma nessuna comunicazione comunale.
«Quando la Regione ci chiese di individuare una zona per un'altra farmacia indicammo in delibera l'area al di
là della ferrovia - dice il sindaco Claudio Corradino -. Per me 4 farmacie in paese bastano, e forse non ci sono
più i numeri per la quinta, ma la decisione spetta alla Regione: l'importante è che si rispetti la legge». Senza
titolare
A non trovare un titolare sono 4 farmacie. La Regione ha provato ad accoppiarle con giovani farmacisti
vincitori del concorso, ma quelli assegnati a Magnano e a Castelletto hanno rifiutato, quello abbinato a
Campiglia non ha risposto, quello destinato a Camburzano non ha pagato la tassa, quindi l'accettazione è
decaduta. «Qualcuno è venuto a vedere - dice il sindaco di Castelletto, Renzo Selva -, ma è stato scoraggiato
dal fatto di dover pagare l'avviamento alla ex titolare. Peccato perché sistemeremo l'edificio comunale dove
c'era la pizzeria proprio per ospitare nuovi negozi e la farmacia. Vorrà dire che lì trasferiremo il dispensario
gestito dal farmacista di Mottalciata». Selva spera che prima o poi l'avviamento scada, in modo che la
farmacia del paese da 861 abitanti (chiusa a ottobre del 2012) diventi appetibile. Renzo Friolotto, presidente
di Federfarma Biella e Vercelli: «Oggi per tenere in piedi una farmacia serve un bacino di almeno 1500
abitanti: i margini non sono più quelli di una volta».
04/10/2015Pag. 41 Ed. Biella
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 38
servizio pronto entro l'inverno A Riva Valdobbia arriva la farmacia E il paese festeggia maria cuscela L'apertura di una nuova farmacia in una città può quasi passare inosservata, ma in un piccolo centro di
montagna può essere un evento in grado di migliorare la vita dei residenti e accontentare un ampio bacino
turistico. E così a Riva Valdobbia si festeggia: la Regione ha comunicato i vincitori del concorso straordinario
per l'assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche nei Comuni piemontesi, e il centro valsesiano figura tra le
due accettate nel Vercellese (l'altra a Gattinara con Mariarosaria Castiglione) sulle 70 assegnate. I nuovi
arrivati
Ad aprire la nuova Farmacia Alta Valsesia nel centro di Riva Valdobbia, in via Nicolao Sottile, saranno
Massimo Gabbio (sindaco del paese) e Chiara Canetta, già titolari di parafarmacie ad Alagna e Gattinara: «Io
e Chiara, uniti da amicizia e dall'essere colleghi, abbiamo partecipato al concorso bandito nel 2012 dal
governo Monti per favorire i giovani farmacisti - spiega Gabbio -. In settimana creeremo la società mentre
sono in corso i lavori di ristrutturazione nello stabile che ospiterà la farmacia. Contiamo di inaugurare entro
Natale ed essere pronti per l'inverno, quando arriveranno i turisti legati allo sci». Servizi
Oltre alla vendita di medicinali, i servizi a disposizione dei clienti saranno diversi e importanti per un piccolo
centro turistico di montagna: elettrocardiogramma, moc (che misura la densità minerale ossea), holter
cardiaco (elettrocardiogramma dinamico) e pressorio (monitoraggio della pressione arteriosa per 24 ore) ed
esami del sangue. Buon momento
«Un'opportunità quasi fondamentale considerati i tempi di attesa negli ospedali - conclude Gabbio -. Una
rivoluzione per Riva Valdobbia e Alagna (dove continuerà a essere attiva la parafarmacia). E dire che in
passato i farmaci arrivavano con i bus. Apriamo in un periodo importante in cui si sta puntando
all'ampliamento degli impianti di risalita alagnesi. L'importanza dell'apertura tiene conto del fatto che molti
sciatori arrivano nelle nostre zone per pernottare muovendosi spesso in taxi e quindi con una mobilità ridotta
in auto, con la difficoltà evidente di arrivare fino a Scopello, dove c'è attualmente l'ultima farmacia lungo la
strada».
04/10/2015Pag. 44 Ed. Biella
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 39
I farmacisti ricorrono contro Cuneo L'associazione titolari di farmacia ha presentato ricorso straordinario al presidente della Repubblica contro il
Comune di Cuneo. Il motivo: il municipio vuole aprire due nuove sedi (attraverso la sua società pubblica «
Farmacie comunali», che gestisce già 3 esercizi in città) al Movicentro e al centro commerciale Auchan.
Secondo l'associazione non sarebbero stati rispettati i parametri di legge. [l. b.]
04/10/2015Pag. 41 Ed. Cuneo
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 40
a giorni l'incontro decisivo Un container provvisorio sede della quinta farmacia mette d'accordoTrecate La quinta farmacia potrebbe essere collocata in un container provvisorio: la soluzione proposta dal gruppo di
cinque farmacisti che ha ottenuto la concessione per aprire una nuova attività nella zona del quartiere San
Bernardo va bene anche all'amministrazione comunale, che è pronta a valutare il progetto. Ed eventualmente
anche a concedere una proroga per consentirne la realizzazione. «La collocazione suggerita - spiega il
sindaco Enrico Ruggerone - rientra nell'area indicata dalla delibera comunale, e dunque non ci sono problemi
a riguardo». Sindaco e funzionari
Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra le due parti: «Per valutare questa ipotesi - aggiunge il primo
cittadino - in rappresentanza del Comune ci saranno anche alcuni funzionari che potranno dare un parere
sulla fattibilità del progetto anche dal punto di vista tecnico».
Questa della sede temporanea, da collocarsi in piazzale Rimembranze, non lontano dal cimitero, è stata
messa in campo dai professionisti come ipotesi estrema, ultima risorsa per tentare di non perdere la
concessione. Il tutto nell'attesa di trasferirsi in uno spazio adeguato, e non precario. Entro il 23 dicembre,
salvo proroghe, infatti la farmacia dovrebbe diventare operativa: «Noi speriamo si possa trovare un accordo
con il Comune - sottolinea uno dei farmacisti, Issam Lababidi - anche con altre modalità, in modo da non
dover ricorrere all'utilizzo dei container». La questione verrà affrontata in sede amministrativa poiché in pochi
giorni sono state raccolte oltre 750 firme, a supporto della richiesta dei farmacisti che vorrebbero trovare una
sede in un'area esterna alla zona decisa dal Comune: i farmacisti chiedevano di aprire 24 ore al giorno in un
angolo di via Mazzini, mentre l'Amministrazione puntava a collocarla oltre la ferrovia. Questa soluzione
potrebbe mettere d'accordo tutti, sebbene i farmacisti sperino ancora in una soluzione migliore. [S.M.]
04/10/2015Pag. 43 Ed. Novara
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 41
Le farmacie sono una garanzia Caro Carlino, SCRIVIAMO questa nota di chiarimenti per rispondere alla lettera del 27 settembre scorso e
apparsa su questa pagina a proposito dell'acquisto di alimenti senza glutine da parte di persone celiache. La
legge già prevede la possibilità che altre strutture, oltre le farmacie, possano accreditarsi e distribuire in
convenzione tali prodotti. In effetti esistono molti negozi specializzati in prodotti «gluten free» che erogano in
convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Per avere l'autorizzazione però si devono accettare le regole
di tracciatura dei consumi che le farmacie e altri negozi garantiscono, questo nel rispetto dei tetti di spesa che
i cittadini marchigiani, tutti, sono chiamati a ripagare. Provi a chiedere al suo supermarket perché non ha fatto
ancora richiesta ... La distribuzione capillare delle farmacie sul territorio permette ad ogni cittadino, anche
quello più decentrato, di poter usufruire del servizio. Federfarma Pesaro e Urbino *** Ringraziamo
Federfarma per la pronta e precisa risposta di chiarimenti. E' sempre bene che le persone interessate
abbiano qualcuno che fa chiarezza sul modo di muoversi e di comportarsi. Peraltro il lettore aveva fatto
rilevare che non tutte le farmacie, per lo meno quelle da lui contattate fino al momento di rivolgersi al giornale,
non avevano subito a disposizione tutto quello che gli serviva
04/10/2015Pag. 25 Ed. Pesaro
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 42
Rapina col coltello in una farmacia dell'Isola Ladro d'auto arrestato alloScalo Farini UN UOMO è entrato con un coltello in una farmacia di via Porro Lambertenghi, all'Isola, e l'ha rapinata. Ieri
nel pieno pomeriggio, erano le 16.15. Il bandito ha minacciato la dipendente alla cassa, di 29 anni, si è fatto
consegnare 150 euro in contanti ed è scappato. Non ci sono stati feriti, la ragazza ha chiamato la polizia. E
SEMPRE le volanti, nella notte, sono riuscite a sventare il furto di una macchina in via dell'Aprica. Gli agenti
durante un giro di controllo hanno notato un giovane in atteggiamento sospetto nei pressi di una Peugeot
parcheggiata lungo la strada, che costeggia lo Scalo Farini. Si sono fermati e hanno scoperto che
dall'atteggiamento sospetto era già scaturita la forzatura della portiera anteriore sinistra, con un paio di forbici
da elettricista. Così hanno arrestato per tentato furto d'auto il giovane - risultato ai terminali un pregiudicato
romeno di 27 anni.
04/10/2015Pag. 12 Ed. Milano
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 43
Doppio assalto allo sportello Bancoposta Ladri beffati dall'inchiostroantifurto LA NOTTE prima hanno svaligiato la farmacia comunale di Bonelle utilizzando la fiamma ossidrica per
sventrare la cassaforte e poi fuggire con l'incasso e tanti medicinali di ogni tipo. C'è una banda in azione nella
piana e nella immediata periferia? Una domanda legittima se si pensa che circa ventiquattr'ore dopo, nella
notte fra venerdì e sabato, gli ignoti malvimenti hanno cercato, senza riuscirci, di svaligiare gli sportelli
Bancoposta di Casalguidi e di Pontelungo. Non è chiaro ancora come ci abbiano provato: se con un semplice
tentativo di scasso, utilizzando attrezzi, oppure con la stessa fiamma ossidrica utilizzata a Bonelle. ERANO
comunque organizzati perchè si sono preoccupati, almeno a Pontelungo, di sradicare la telecamera esterna
che era puntata sullo sportello ed evitare così che venissero filmate immagini su cui gli inquirenti avrebbero
potuto lavorare. A Bonelle, come si ricorderà, avevano manomesso il sistema di allarme della farmacia
collegato con la vigilanza, azione che ha consentito ai ladri di muoversi con una certa tranquillità. Al
Bancoposta di Casalguidi si potrebbe essere trattato di un tentativo di scasso, anche se sul posto i carabinieri
non hanno ritrovato alcun attrezzo. Sono stati gli impiegati, al momento dell'apertura degli uffici ad accorgersi
che qualcosa non andava perchè sentivano un rumore strano provenire dal congegno dello sportello
elettronico. E' così che hanno visto delle macchie di inchiostro e hanno capito che provenivano dalla
mazzetta civetta, quella che automaticamente macchia (rendendole inutilizzabili) tutte le banconote inserite
nel rullo di distribuzione. Un sistema antifurto molto efficace utilizzato anche dalle banche. Le banconote
«macchiate» erano pari a circa 60mila euro. Sull'esterno dello sportello i carabinieri hanno rilevato tracce di
manomissione. NEL CORSO della stessa nottata la banda ha colpito in via del Rondinino, dove si trovano gli
uffici postali di Spazzavento. In un primo momento, si pensava che il malviventi, in questo secondo caso,
avessero utilizzato la fiamma ossidrica per forzare lo sportello Postamat. Questo perchè, al momento
dell'apertura degli uffici, i dipendenti hanno avvertito un odore acre che poteva far pensare a un'azione del
genere tant'è vero che, per un sopralluogo di sicurezza, è stato chiesto l'intervento dei Vigili del fuoco. Ma,
anche in questo caso, quell'odore proveniva dalla microesplosione dell'inchiostro del mistema di macchiatura
delle banconote. Una volta aperto lo sportello automatico del Bancoposta, impiegati e carabinieri hanno
potuto verificare che si trattava, ancora una volta, del tentativo andato a vuoto di saccheggio grazie al
sistema antifurto. I LADRI sono fuggiti a mani vuote. Sui due episodi sono in corso gli accertamenti da parte
dei carabinieri, sia di tipo scientifico, per verificare se siano state lasciate impronte utili, che elettronico, alla
ricerca di eventuali immagini riprese dalle videocamere delle zone vicine ai due sportelli presi di mira. l.a.
04/10/2015Pag. 2 Ed. Pistoia Montecatini
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 44
DA VERIFICARE SUL CAMPO L'ACCORDO CON LA LOMBARDIA. LE SCELTE DIFFICILI SUI MANAGERASL IL CASO Sanità , rivoluzione ferma al patto con Maroni Prossima scadenza (promessa da Viale) a dicembre: la riduzione dei tempi di attesa per gli esami Scottante ilcasoSavona, dove il manager Neirotti è indagato per l'appalto alla Gsl GUIDO FILIPPI I L PATTO con la Lombardia, tre nomine, una manciata di impegni e alcuni proclami. La giunta Toti non ha
ancora inciso, nè lasciato il segno sulla sanità. La rivoluzione è rimasta annunciata e finora l'unico atto
concreto, peraltro contestato dal centrosinistra e dalla maggior parte dei sindacati, è stato l'accordo con la
Lombardia per uno scambio di servizi sanitari: i liguri andranno (seguiti e controllati) negli ospedali milanesi e
lombardi per alcuni interventi chirurgici al sistema neurologico e alla schiena, e per i trapianti di fegato. Nel
pacchetto anche una collaborazione con il soccorso per l'emergenza: durante l'estate, il sistema ligure dei
soccorsi è andato più volte in crisi soprattutto nelle due riviere e allora si è già iniziato a discutere su eventuali
rinforzi del servizio di elisoccorso lombardo. E la Liguria cosa porta in dote? La Lombardia è da anni in grossa
difficoltà sull'assistenza pediatrica e ha chiesto un collegamento diretto con il Gaslini, soprattutto con alcuni
specialisti, a partire dal primario neurochirurgo Armando Cama. Nell'intesa, formalizzata a Milano c'è la
dialisi: nei centri liguri, oltre a professionisti di grande esperienza, c'è il clima che i nostri vicini ci invidiano da
sempre. Sul fronte liste d'attesa l'assessore Viale ha promesso che entro dicembre alcuni poliambulatori
genovesi (Fiumara, Struppa, Via Assarotti e via Bainsizza) resteranno aperti il sabato e alcuni giorni anche di
sera. A ruota toccherà alle altre Asl liguri. Nel frattempo la Asl 3 genovese è pronta a partire con il primo
intervento per ridurre le code per visite specialistiche ed esami di diagnostica: entro venerd ì 30 ottobre
funzionerà il sistema "recall" già applicato in altre città del Nord e del Centro con risultati sorprendenti e a
costi ridotti (le persone impegnate nelle telefonate): si riducono al minimo gli appuntamenti saltati e si
accontentano altre persone in attesa. Il progetto dovrebbe essere presto allargato, alle altre quattro Asl liguri.
Nei primi tre mesi di governo azzurro-verde, è stata rinnovata la squadra dei manager. Il direttore generale
della sanità ligure è, dopo i rifiuti di alcuni manager lombardi, l'imperiese Francesco Quaglia che negli ultimi
anni ha guidato l'Agenzia regionale sanitaria. Al timone della Asl 3 è tornato, dopo dieci anni, Luciano Grasso
(ex Galliera) che l'assessore Viale conosceva fin dai tempi in cui dirigeva la Asl 1 imperiese. Il manager
(nominato commissario straordinario) avrebbe dovuto guidare anche la Asl 4 chiavarese, in vista della fusione
con la Asl 3, ma alla fine ha vinto la linea di Matteo Rosso (Fratelli d'Italia e presidente della commissione
regionale Salute) ed è stato confermato Paolo Cavagnaro, stimato anche negli ambienti di Comunione e
Liberazione. Nelle ultime settimana i rapporti tra Viale e Rosso sono quantomeno conflittuali. Oltre a Grasso,
è un fedelissimo dell'assessore anche il nuovo commissario dell'istituto Brignole: l'avvocato Pietro Piciocchi al
posto di Enzo Sorvino, chiamato da Burlando. La giunta Toti ha sfiduciato il manager della Asl 2 Flavio
Neirotti, sotto inchiesta per l'appalto ai privati (il gruppo savonese Gls) dell'ortopedia di Albenga: vorrebbe
mandarlo a casa, ma teme una richiesta danni. La rivoluzione sulla sanità può attendere: «Il protocollo
d'intesa con la Lombardia - commenta Viale - è fondamentale. Mi auguro di trovare un'intesa anche con il
Piemonte. In questi giorni sto incontrando le conferenze dei sindaci delle province liguri, poi valuterò dove e
come intervenire. Bisogna cambiare, ma non possiamo sbagliare».
Foto: Finora un sei meno meno La giunta Toti non ha ancora lasciato il segno sulla sanit à . L'unico atto
concreto, messo sotto accusa dal centrosinistra e dai sindacati, è stato l'accordo siglato con la Lombardia per
un reciproco scambio di servizi sanitari. Sulla diagnostica, entro venerd ì 30 ottobre funzioner à il sistema "
recall " per ridurre il numero degli appuntamenti saltati
04/10/2015Pag. 18 Ed. Genova
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 04/10/2015 45
PROFESSIONI
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Farmindustria Farmaceutico , made in Italy record, export a quota 72% ROMA Il 2014 è stato un anno estremamente positivo per il settore farmaceutico in Italia (174 stabilimenti e
63.000 addetti). La produzione è aumentata del 4,5% raggiungendo 28,7 miliardi di euro e l'export ha toccato
il massimo storico, con 21 miliardi di euro(72% della produzione) . Risultati che completano un percorso, dal
2010 al 2014, che ha visto l'Italia prima al mondo per crescita in valore dell'export di farmaci e vaccini. Il
quadro è stato tracciato nel corso del roadshow itinerante di Farmindustria «Innovazione e Produzione di
Valore».
L' Italia del farmaco - rileva l'associazione delle imprese guidata dal presidente Massimo Scaccabarozzi (foto)
- ha potuto consolidare in Europa la seconda posizione dopo la Germania tra le nazioni produttrici di
medicinali. E dopo anni di calo, l'occupazione, anche grazie anche al Jobs Act, è tornata a salire: 5.000
nuove assunzioni, la metà under 30. «Un trend in aumento - continua Farmindustria - che si conferma nel
2015, con l'occupazione nelle grandi imprese che a giugno è stata superiore dell' 1% rispetto a dicembre,
soprattutto per gli addetti alla produzione (+8%). Crescita dovuta all' incremento degli investimenti in ricerca
(di circa il 10% nel 2015 secondo le prime stime) e della produzione (+6% rispetto a +1% del totale industria),
ancora una volta trainata dall' export (+8%)».
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04/10/2015Pag. 37
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PROFESSIONI - Rassegna Stampa 04/10/2015 47
PERSONAGGI
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Terza età Influenza in arrivo al riparo coi vaccini Conto alla rovescia per l ' a rrivo del nuovo vaccino anti influenzale in farmacie e ospedali. L ' obiettivo è
quello di dimenticare la stagione passata, «anno orribile» della prevenzione quando la notizia di un lotto
potenzialmente pericoloso causò un crollo delle vaccinazioni ma anche un aumento delle morti per
complicanze legate al virus. A giorni, ha confermato la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, comincerà
la distribuzione nelle quasi 17mila farmacie di tutta Italia. «Non si deve avere paura delle vaccinazioni» ha
detto Racca, ricordandone l ' i m p o rtanza e per le persone fragili e croniche. Da settimane il ministero della
Salute ha inviato una circolare con le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo della diffusione dell '
epidemia. Accanto al vaccino, l ' altra arma, è un semplice gesto quotidiano: lavarsi spesso le mani. Il ceppo
principale che ci accompagnerà nell ' inverno 2015-2016 è l ' H1N1, protagonista già delle passate stagioni. Il
nuovo appello a vaccinarsi contro quello che viene definito «un problema di sanità pubblica» che provoca
ogni anno circa 40.000 morti nell ' Unione Europea, soprattutto tra gli anziani, è accompagnato da dati
epidemiologici. Il virus A H1N1, pur se isolato già nel 2009, si è dimostrato, lo scorso anno, ancora
aggressivo. La stagione influenzale 2014-2015 è stata caratterizzata da un ' incidenza medio-alta, con 108
ammalati ogni 1.000 assistiti. Basterebbe vaccinare un terzo degli adulti contro l ' influenza per diminuire del
20% la malattia negli anziani, tra i gruppi più a rischio di sviluppare complicazioni gravi. Lo ha scoperto uno
studio della Cleveland Clinic pubblicato da Clinical Infectious Diseaes. L ' analisi si basa sull ' osservazione di
una platea di 3 milioni di persone in Ohio seguite per 8 stagioni influenzali. Nelle contee dove c ' era almeno il
31% della popolazione tra 18 e 64 anni vaccinata contro l ' influenza gli anziani hanno un rischio inferiore del
21% di ricevere una diagnosi di malattie collegate al virus. Ogni anno negli Usa tra l ' 80 e il 90% delle morti
sono causate dall ' i nfluenza e più di metà dei ricoveri avvengono negli anziani sopra i 65 anni.
04/10/2015Pag. 22 La Prealpina - Lombardia Oggi
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PERSONAGGI - Rassegna Stampa 04/10/2015 49