GIORNATE DI FORMAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
BRESCIA, 10, 17, 24 NOVEMBRE 2014
Il Piano di prevenzione della corruzione
Il Programma della trasparenza
Alberto Domenicali
Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza
Le radici della questione
Il rapporto sul primo anno di attuazione della legge n. 190/2012 dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) rappresenta una situazione preoccupante della corruzione politico-amministrativa in Italia:
• a partire da metà anni ’70;
• crescente fino a metà anni ’90;
• l’Italia si colloca su posizioni analoghe a quelle dei paesi dell’Asia e America Latina in quanto a corruzione percepita;
• l’Italia è anomala rispetto agli altri paesi europei con grande varianza interna.
Le radici della questione
Misurare la corruzione è molto complesso e difficile.
Come fare?
Possibili indicatori:
• Numero di denunce
• Numero di arresti e condanne per reati di corruzione e concussione
• Effettuare un’analisi territoriale del fenomeno
La CIVIT ora ANAC ha svolto queste indagini partendo dalla posizione di osservatore privilegiato in quanto aveva il ruolo di misurazione della performance della PA.
Le radici della questione
Con la legge 190/2012 il legislatore affida alla CIVIT, anche la funzione di anticorruzione.
• linea di continuità rispetto alle finalità del d.lgs 150/2009; (trasparenza e integrità);
• indipendenza della CIVIT;
• patrimonio informativo disponibile grazie alla misurazione della performance;
• scelta di un modello di prevenzione della corruzione amministrativa.
Le radici della questione
La prevenzione della corruzione poggia su quattro strumenti:
Al centro della strategia nazionale è posto il PNA - Piano Nazionale Anticorruzione.
Le radici della questione
Gli attori coinvolti sono sostituiti da: A livello di sistema • Comitato interministeriale • Governo • Dipartimento Funzione Pubblica • ANAC • Corte dei Conti • Prefetti All’interno di ogni PA • Responsabile della prevenzione della corruzione • Organismo indipendente di valutazione (OIV) • Responsabili all’interno delle singole Amministrazioni
Le radici della questione
Il PNA dà attuazione al disegno contenuto nella legge 190/2012 e costituisce la premessa in base alla quale le singole PA redigono il proprio Piano di prevenzione.
• costituisce un quadro unitario strategico di programmazione; delle attività di prevenzione e contrasto della corruzione;
• ingloba tutte le misure di prevenzione obbligatorie per legge e quelle ulteriori coordinando gli interventi;
• è strutturato come strumento programmatico a scorrimento con aggiornamento annuale.
Le radici della questione
Il PNA definisce corruzione con un’accezione ampia come:
«tutte quelle situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati»
E’ una definizione più ampia di quella penalistica comprensiva anche delle situazioni di malfunzionamento dell’azione amministrativa.
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Il Piano Nazionale Struttura
Prima sezione – La strategia di prevenzione a livello nazionale
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Il Piano Nazionale
Seconda sezione – La strategia di prevenzione a livello decentrato –
Azioni e misure per la prevenzione – I Piani Triennali di Prevenzione
della Corruzione (P.T.P.C.)
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Il Piano Nazionale
Soggetti istituzionali coinvolti nella prevenzione della corruzione
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Il Piano Nazionale
Il responsabile della prevenzione della corruzione
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Il Piano Nazionale
Seconda sezione – La strategia di prevenzione a livello decentrato –
Azioni e misure per la prevenzione
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Il Piano Nazionale
Seconda sezione – La strategia di prevenzione a livello decentrato –
Azioni e misure per la prevenzione
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Il Piano Nazionale
Seconda sezione – La strategia di prevenzione a livello decentrato –
Azioni e misure per la prevenzione
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Il Piano Nazionale
Terza sezione – Coordinamento, raccolta e analisi dei dati
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Il Piano Nazionale
La gestione del rischio
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Il Piano Nazionale
Mappatura dei processi attuati dall’amministrazione
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Il Piano Nazionale
La valutazione del rischio
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Il Piano Nazionale
Trattamento e neutralizzazione del rischio
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Il Piano Nazionale
La radici della questione
Il PNA definisce rischio «l’effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico, quindi sull’obiettivo istituzionale dell’ente dovuto alla possibilità che si verifichi un dato evento»
Il Piano di prevenzione UNIBS Si tratta del Piano triennale 2014-2016, reperibile nella sezione Amministrazione Trasparente e accessibile dalla home page di ateneo.
Il Piano di prevenzione UNIBS
Il Piano di prevenzione UNIBS
INDICE
Premessa Oggetto e finalità Responsabile della prevenzione della corruzione Individuazione delle attività con più elevato rischio di corruzione Formazione, controllo e prevenzione del rischio Obblighi informativi Obblighi di trasparenza Rotazione degli incarichi Relazione dell’attività svolta Pianificazione triennale
Il Piano di prevenzione UNIBS
PREMESSA
• Descrive l’ambito normativo e regolamentare del Piano;
• Descrive il contesto interno, con riferimento a elementi di tipo organizzativo, contenzioso in atto, regolamenti connessi, provvedimenti disciplinari assunti.
Il Piano di prevenzione UNIBS
OGGETTO E FINALITA’
• Definizione di corruzione amministrativa; • Riferimenti e legami al PNA; • Collegamento con Programma della trasparenza; • Destinatari del Piano; • Conseguenze per l’inosservanza o violazione delle
disposizioni.
Il Piano di prevenzione UNIBS RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC) • Il RPC è individuato nel Dirigente del Settore risorse economiche • Il RPC deve:
elaborare la proposta di PTPC entro il 31 gennaio di ogni anno; definire procedure per selezionare e formare dipendenti
destinati ad operare in settori esposti a rischio corruzione; verificare l’efficace attuazione del piano e la sua idoneità; proporre modifiche al PTPC; verificare l’effettiva rotazione degli incarichi; individuare il personale da inserire nei percorsi formativi; curare la diffusione del codice di comportamento e la sua
attuazione; trasmettere il PPC al Dipartimento Funzione Pubblica e lo
pubblica; • Responsabilità dirigenziale in caso di mancata predisposizione del
PTPC e mancata selezione del personale da formare; • Generale responsabilità dirigenziale, disciplinare e amministrativa
qualora si verifichi nell’Ateneo un caso di reato di corruzione accertato con sentenza di condanna definitiva salvo che non si provi di aver attuato tutte le misure di prevenzione prescritte.
Il Piano di prevenzione UNIBS ATTIVITA’ CON ELEVATO RISCHIO DI CORRUZIONE
• Il Piano Unibs identifica il rischio principalmente in alcune aree coerenti con le indicazioni della legge 190 e della circolare DFP (nonché con il PNA);
• In linea di principio sono tutti gli ambiti dove il margine di discrezionalità (amministrativa) risulta più elevato e meno regolamentato da procedure specifiche;
• Soggetti – coloro che intervengono con poteri decisionali in ambiti di gestione delle risorse, assegnazione compiti e incarichi, processi di valutazione, ecc…;
• Il livello del rischio è valutato in base all’allegato 5 del PNA come:
Il Piano di prevenzione UNIBS ATTIVITA’ CON ELEVATO RISCHIO DI CORRUZIONE
Oggettivamente sono le procedure che riguardano:
• Pagamenti di forniture, emolumenti, compensi;
• Appalti per forniture di beni, servizi, lavori (Settore Acquisti, Dipartimenti, SBA);
• Procedure selettive delle RU, assegnazione benefit e provvidenze, compensi accessori, concessione nulla osta e permessi (già emanate disposizioni alle strutture), orari servizio;
• Valutazione delle prestazioni del personale;
• Assegnazione benefici agli studenti (compensi, borse studio, premi, tutorato, esenzione tasse, ecc…);
• Registrazione atti carriera studenti, convalida attività formative;
• Attività accademiche che coinvolgono gli studenti (valutazioni, esami, prove, ecc…).
Il Piano di prevenzione UNIBS FORMAZIONE, CONTROLLO E PREVENZIONE DEL RISCHIO • Il Dirigente o Responsabile di servizio segnala i dipendenti addetti ad
attività classificate a rischio per partecipare a programma di formazione;
• Il RPC può inoltre: chiedere informazioni scritte a coloro che hanno assunto
provvedimenti finali circa le circostanze di fatto e le ragioni giuridiche che lo giustificano;
chiedere informazioni scritte e verbali a tutti i dipendenti su comportamenti che possono integrare anche solo potenzialmente corruzione e illegalità;
ordinare, con l’ausilio di funzionari interni, ispezioni e verifiche presso ciascun ufficio dell’ateneo per verificare la correttezza e legittimità dei procedimenti in corso o conclusi (con modalità analoghe alle ispezioni ministeriali e dell’ANAC);
• Di conseguenza: a tutti i dipendenti in servizio e ai neo assunti data
comunicazione dell’esistenza del Piano; la violazione delle prescrizioni del Piano costituisce violazione
degli obblighi di comportamento; l’inosservanza del Piano è fonte di responsabilità dirigenziale
con ripercussioni sul sistema di valutazione della performance individuale
Il Piano di prevenzione UNIBS OBBLIGHI INFORMATIVI E VERIFICHE • I responsabili di Settore e Servizio debbono comunicare almeno
semestralmente in forma scritta al responsabile anticorruzione l’andamento dei procedimenti amministrativi adottati, in corso e dei provvedimenti finali assunti, nonché del responsabile di ciascun procedimento e dei tempi di conclusione;
• Il Responsabile anticorruzione vigila presso i responsabili di Settore/Servizio circa i tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi;
• L’informativa ha lo scopo di verificare anche la legittimità degli atti adottati e i rapporti con i soggetti con cui si stipulano atti di autorizzazione, concessione e erogazione vantaggi economici (rapporti di parentela, affinità, rapporti di società, ecc…);
• Si fa presente inoltre che le disposizioni del D.L n. 69/2013 del 21/06/13, convertito in Legge 98/2013 (G.U. n.194 del 20/08/13) prevedono all’art. 28 un indennizzo da ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi ad istanza di parte a favore dell’interessato correlato all’estensione temporale dello stesso (per il momento solo per gli atti di rilascio concessione);
Il Piano di prevenzione UNIBS OBBLIGHI DI TRASPARENZA • l’art. 1, comma 1 del d.lgs 33/2013, la trasparenza è intesa come
accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche;
• monitoraggio tempi procedimentali e tempi dei pagamenti con relativa pubblicazione;
• la legge 190/2012 prevede che l’organizzazione amministrativa sia resa trasparente, con evidenza delle responsabilità per procedimento, processo e prodotto. Inoltre la legge prevede che nell’ambito del piano di prevenzione della corruzione siano individuati “specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge”.
Il Piano di prevenzione UNIBS ROTAZIONE INCARICHI • Il PNA prevede la rotazione degli incarichi quale strumento efficace
per allontanare il privilegio e la consuetudine; • Si tratta di un potere datoriale con obbligo d’informativa sindacale; • Tenuto conto del livello di professionalità connesso al ruolo ricoperto
l’Ateneo pertanto: conferisce incarichi con durata non superiore a 3 anni, tenuto
conto anche dell’analisi del rischio. Eventuali rinnovi vengono motivati;
incentiva la rotazione dei ruoli rafforzando la possibilità di mutare il profilo professionale di inquadramento del dipendente (profili di competenze).
Il Piano di prevenzione UNIBS RELAZIONE ATTIVITA’ SVOLTA • Il RPC redige ogni anno una relazione sull’attività svolta e sul grado
di attuazione delle misure del Piano e la presenta entro il 15 dicembre all’Organo di indirizzo politico;
• E’ stata emanata una direttiva anticorruzione nel corso del 2014 pubblicata sul sito internet di ateneo:
http://www.unibs.it/amministrazione-trasparente/altri-contenuti/corruzione/piano-triennale-la-prevenzione-della-corruzione
Il Piano di prevenzione UNIBS PIANIFICAZIONE TRIENNALE
Competenza Attività da implementare
realizzare un censimento di tutta l’Area di propria competenza, in particolare
attraverso una verifica delle risorse umane disponibili degli incarichi e delle
responsabilità dei singoli progetti affidati, dei processi che coinvolgono i
poteri di spesa e quelli di acquisizione delle entrate e delle vertenze in corso.
alla luce di quanto sopra, proporre misure idonee a prevenire e contrastare i
fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto;
fornire al RESPONSABILE le informazioni necessarie e
le proposte adeguate per l’adozione di misure nei settori in cui è più elevato il
rischio corruzione;
qualora emergesse un effettivo e concreto rischio di corruzione, avanzare
proposte per la rotazione del personale soggetto a procedimenti penali e/o
disciplinari per condotta di natura corruttiva;
segnalare al Responsabile della corruzione (art. 1, comma 9, lettera c, Legge
190/2012) ogni evento o dati utili per l’espletamento delle proprie funzioni.
adempimenti di cui ai paragrafi 3 e 4
obblighi di trasparenza di cui al paragrafo 7
Stipula convenzioni con altre pubbliche amministrazioni per l’accesso alle
banche dati istituzionali contenente informazioni, dati relativi a stati, ecc… ai
sensi dell’art. 58 d.lgs 82/2005
prosecuzione del piano di formazione di cui al paragrafo 5
nuova direttiva a tutte le Strutture amministrative interne in cui siano
richiamati i termini per la conclusione dei procedimenti e in cui sia attivato un
processo di verifica nel rispetto dei medesimi (art. 1, comma 9, lettera d,
Legge 190/2012) e i cui risultati saranno consultabili sul sito web istituzionale
(comma 28, Legge 190/2012)
avvio, d’intesa con i responsabili dei settori/Servizi di cui al paragrafo 4 di un
processo che consenta di monitorare rigorosamente i rapporti tra l’Ateneo e i
soggetti con cui vengono stipulati i contratti o con i quali è attivo un rapporto
di scambi economici, con la previsione di vincoli a tutela della prevenzione:
rapporti di parentela, coinvolgimenti affini (ex art. 1, comma 9, lettera e,
Legge 190/2012).
consolidare i contatti con l’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia per
l’individuazione di aree comuni di intervento relativamente alle attività
assistenziali svolte dai dipendenti dell’Ateneo che operano in regime di
convenzione.
adozione e monitoraggio applicazione Codice di comportamento dei
dipendenti dell’Ateneo
Line guida per attività di audit amministrativo e contabile nell’ambito del
Settore risorse economiche
Prevenzione/Controllo
Prevenzione/Controllo
Controllo
RESPONSABILE PREVENZIONE
CORRUZIONE
Formazione
Prevenzione/Controllo
Controllo
Prevenzione/Controllo
2014
Ambito
Dirigenti/Responsabili di
Servizio
Prevenzione
Prevenzione
Controllo
Prevenzione
Controllo
Prevenzione/Controllo
Controllo
Il Piano di prevenzione UNIBS PIANIFICAZIONE TRIENNALE
Prevenzione
elaborazione di un regolamento (ai sensi del comma 46) riguardante:
- la formazione di commissioni sia di selezione sia di gara;
- l’assegnazione agli uffici di cui al comma 46, lettera b.
Prevenzione emanazione di un Regolamento a tutela del Dipendente pubblico che segnala illeciti, ai sensi del comma 51.
Controlloobblighi immediati per le procedure di appalto ai sensi del Codice dei contratti per acquisizione di beni e
servizi (comma 32).
Prevenzionerevisione e riscrittura di un “Regolamento sulle compatibilità, cumulo degli impieghi e incarichi” ai sensi del
comma 42.
2016
Ambito Attività da implemetare
Prevenzionelinee guida sulla mobilità degli incarichi sulle Aree e nei Servizi a rischio reati corruzione come previsto al
paragrafo 6;
Prevenzioneattivazione di un protocollo per la lotta all’infiltrazione mafiosa e criminalità organizzata, ai sensi della Legge
antimafia;
Controlloobbligo di rendere accessibili le informazioni sui provvedimenti e procedimenti amministrativi in itinere
(comma 30);
2015
Ambito Attività da implemetare
Controlloesame e verifica efficace delle azioni messe in atto nel 2014 (comma 10, lettera e,Legge 190/2012), da parte
del Responsabile, d’intesa con i soggetti interessati alla materia;
Il Programma trasparenzaUNIBS ORIGINE
• Il Programma della trasparenza trova origine dal d.lgs 27 ottobre 2009, n. 150 (c.d. decreto Brunetta);
• E’ stato oggetto di varie delibere dell’ex CiVIT (ora ANAC): nn. 105/2010, 2/2012, 23/2013, 50/2013;
• E’ stato ripreso dalla legge n. 190/2012 e dal d.lgs 33/2013.
Il Programma trasparenzaUNIBS Il CONCETTO DI TRASPARENZA
«La trasparenza, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d'ufficio, di segreto statistico e di protezione dei dati personali, concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino»
• La trasparenza assume, quindi, in questo contesto una connotazione differente, più estesa rispetto alla legge 241/1990, dove la nozione è circoscritta al diritto di accesso agli atti da parte di chi sia portatore di un interesse e tale diritto è sottoposto a specifici requisiti e limiti.
Il Programma trasparenzaUNIBS INDICE La delibera n. 50/2013 della ex CiVIT determina la struttura del Programma della Trasparenza (PT) e individua le informazioni da pubblicare nella sezione «Amministrazione Trasparente»
INTRODUZIONE ................................................................................................................................................................... 1
ORGANIZZAZIONE E FUNZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE .............................................................................................. 2
PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE E ADOZIONE DEL PROGRAMMA ................................................................................ 4
OBIETTIVI STRATEGICI IN MATERIA DI TRASPARENZA POSTI DAGLI ORGANI DI VERTICE NEGLI ATTI DI INDIRIZZO ...... 4
COLLEGAMENTI CON IL PIANO DELLA PERFORMANCE ................................................................................................... 5
INDICAZIONE DEGLI UFFICI E DEI DIRIGENTI COINVOLTI PER L’INDIVIDUAZIONE DEI CONTENUTI DEL PROGRAMMA . 5
MODALITA’ DI COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDERS E RISULTATI .......................................................................... 5
TERMINI E MODALITA’ DI ADOZIONE DEL PROGRAMMA DA PARTE DEGLI ORGANI DI VERTICE ................................... 5
INIZIATIVE DI COMUNICAZIONE DELLA TRASPARENZA ....................................................................................................... 6
INIZIATIVE E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE PER LA DIFFUSIONE DEI CONTENUTI DEL PROGRAMMA E DEI DATI
PUBBLICATI ...................................................................................................................................................................... 6
ORGANIZZAZIONE E RISULTATI ATTESI DALLE GIORNATE DELLA TRASPARENZA ............................................................ 8
PROCESSO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA ................................................................................................................ 10
INDIVIDUAZIONE DEI DIRIGENTI RESPONSABILI DELLA PUBBLICAZIONE E DELL’AGGIORNAMENTO DEI DATI ............ 10
MISURE ORGANIZZATIVE VOLTE AD ASSICURARE LA REGOLARITA’ E TEMPESTIVITA’ DEI FLUSSI INFORMATIVI......... 11
SISTEMA DI MONITORAGGIO CON L’INDIVIDUAZIONE DEI DIRIGENTI RESPONSABILI ................................................. 12
STRUMENTI E TECNICHE DI RILEVAZIONE DELL’EFFETTIVO UTILIZZO DEI DATI DA PARTE DEGLI UTENTI DELLA
SEZIONE “AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE” ............................................................................................................. 12
ULTERIORI DATI ................................................................................................................................................................. 13
Il Programma trasparenzaUNIBS • Nel PT viene individuato il Responsabile della Trasparenza.
• Tutte le informazioni previste dal d.lgs 33/2013 e dall’allegato 1 alla
delibera 50/2’13 vengono pubblicate e tenute aggiornate nella sezione Amministrazione trasparente.
• La nota prot. N. 15603 del 23/07/2013 ha individuato gli obblighi di pubblicazione e le rispettive competenze e responsabilità.
Il Programma trasparenzaUNIBS ELABORAZIONE ED ADOZIONE DEL PT • Dal 2014 il PT è un allegato del PPC per favorirne l’integrazione e la
massima diffusione; • Viene approvato dall’Organo di indirizzo politico entro il 31 gennaio
di ogni anno sentito il parere dell’OIV (Nucleo di valutazione); • Costituisce un collegamento con il Piano della performance e con il
documento di programmazione strategica nonché con il bilancio unico;
• Prevede l’organizzazione di giornate della trasparenza per la diffusione dei risultati delle attività svolte con il coinvolgimento di stakeholder;
• Prevede le modalità organizzative finalizzate ad assicurare la qualità nella pubblicazione delle informazioni e la tempestività dei flussi informativi.
Il Programma trasparenzaUNIBS I DATI DA PUBBLICARE La pubblicazione delle informazioni deve seguire alcune regole fondamentali stabilite nel d.lgs 33/2013 nonché limiti previsti dal Garante per la protezione dati personali.
• Limite generale alla trasparenza per quanto riguarda:
Pubblicazione dati personali;
Divieto assoluto di pubblicazione dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale;
Massima attenzione nella selezione dei dati idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche, le opinioni politiche, le adesioni a partiti o sindacati, informazioni del casellario giudiziale, ecc…;
Adottare le misure per evitare l’indicizzazione e rintracciabilità tramite motori di ricerca e web.
Il Programma trasparenzaUNIBS I DATI DA PUBBLICARE
• La pubblicazioni di dati non obbligatori può essere effettuata anonimizzando i nominativi eventualmente presenti;
• Deve essere garantita la qualità delle informazioni pubblicate ai sensi dell’art. 6 d.lgs 33/2013 e pertanto le PA dovranno mettere a disposizione solo dati personali esatti, aggiornati e contestualizzati;
• I dati vanno pubblicati in formato di tipo aperto (txt, pdf, xml, art. 68 Codice Amministrazione Digitale) e sono riutilizzabili con obbligo di citazione della fonte e dell’integrità;
• Limiti al riutilizzo dei dati personali secondo il principio di finalità;
• Durata obbligo pubblicazione in generale per 5 anni a partire dal 1° gennaio anno successivo a quello in cui decorre l’obbligo. Sono previste deroghe se producono effetti oltre tale periodo, nel caso dei dati di cui all’art. 14 e 15 (3 anni oltre la scadenza del mandato o incarico) o in caso di termini diversi previsti per legge.
• Attenzione alla pubblicazione dei CV (pertinenza, eccedenza, aggiornamento).