GRAMMATICA ITALIANAClasse seconda elementare
Realizzato da: Nuccia Noto
L’ALFABETO
come in matematica ci serviamo delle cifre per contare e svolgere operazioni aritmetiche
così una lingua, è composta da lettere singole, le quali, messe assieme con senso logico, compongono tutte le parole di senso compiuto di un linguaggio.
Come in musica abbiamo le note per comporre una melodia
L’ALFABETO L’alfabeto è formato da: 16 lettere (consonanti) 5 vocali ( A – E –I-O– U )
5 lettere straniere Y – K- W – X – Y Totale 26 lettere
A - B – C – D – E F –G - H – I – J - KL – M – N - O – P Q – R – S – T – U V – W- X – Y - Z
L’ UNIONE DI CONSONANTE
B C D F G L M N P Q R S T V Z+
VOCALE
A E I O U FORMANO LE
SILLABE
LE SILLABE
B BA BI BO
BE
BU
AEIOU
B
LE SILLABE
C CA CI CO
CE
CU
AEIOU
C
LE SILLABE
D
DA DI DO
DE
DU
AEIOU
D
LE SILLABE
F FA
FI FO
FE
FU
AEIOU
F
LE SILLABE
G
GA GI GO
GE
GU
AEIOU
G
LE SILLABE
L LA
LI LO
LE
LU
AEIOU
L
LE SILLABE
M MA
MI MO
ME
MU
AEIOU
M
LE SILLABE
N NA NI NO
NE
NU
AEIOU
N
LE SILLABE
P PA PI PO
PE
PU
AEIOU
P
LE SILLABE
R RA RI RO
RE
RU
AEIOU
R
LE SILLABE
S SA SI SO
SE
SU
AEIOU
S
LE SILLABE
T TA TI TO
TE
TU
AEIOU
T
LE SILLABE
V VA VI VO
VE
VU
AEIOU
V
LE SILLABE
Z ZA ZI ZO
ZE
ZU
AEIOU
Z
LA PAROLALa parola è una espressione scritta o parlata con la quale si esprime un concetto, cioè una certa idea.
Di seguito vediamo come si forma la parola scritta.
Le parti della singola parola
1) LE LETTERELa parola si compone di un insieme di lettere del nostro alfabeto.Maiuscole e minuscoleLa maiuscola si usa:- per scrivere l’iniziale dei nomi propri;- all’inizio della frase;- dopo il punto fermo, il punto interrogativo ed il punto esclamativo
REGOLE DI ITALIANO
2) LE SILLABE
3. la consonante S sta sempre con le consonanti
che vengono dopo di lei.
1. le consonanti doppie si separano sempre;2. le consonanti L, M, N, R si staccano dalle consonanti che vengono dopo. Nella divisione in sillabe, CQU si divide in C-QU: ac-qua-rio. Nella divisione in sillabe mp-mb si dividono: bam-bi-no; cam-pa-na;
Le tre regole fondamentali della divisione in sillabe sono queste:
Le difficoltà ortografiche Le difficoltà ortografiche sono delle sillabe che si scrivono in modo un po’particolare e non sempre facile da capire senza vederle scritte.
CE/CIE - GE/GIE
1 - Se “cia” e “gia” sono precedute da vocale il plurale è “cie” e “gie”. Ad esempio: farmacia-farmacie; ciliegia-ciliegie.
2 - Se “cia” e “gia” sono precedute da consonante, il plurale si forma in“ce” e “ge”.Ad esempio: provincia-province; frangia-frange.
DIFFICOLTA’ORTOGRAFICHE
SCE / SCIE
SCE non vuole la I.
CU/QU - CCU/QQUDopo QU c’è sempre una vocale: quaderno, aquilone, quiete…
Soqquadro (= disordine)
è l’unica parola che si scrive con “QQ”, cioè con la doppia “Q”
Dopo CUCU c’è quasi sempre una consonanteconsonante: culla, cuscino, custode,..
Ma fanno eccezione le PAROLE CAPRICCIOSEPAROLE CAPRICCIOSE, che si chiamano così proprio perché in esse dopo CUCU c’è una vocalevocale:
cuoco = persona che cucinacuore = organo che fa circolare il sangue nel corposcuola = luogo dove bambini e ragazzi vengono istruiticuoio = pelle di mucca lavorata ed essiccatascuotere = agitare, scrollarepercuotere = colpire, picchiareriscuotere = incassarecuocere = cucinareinnocuo= inoffensivocircuito = pistataccuino = blocco, agenda
CQUTutte le parole della famiglia di ACQUAACQUA si scrivono con CQUCQU
acquario,acquaio,acquedotto,acquerelli,acquirente,
acquerugiola,acquazzone,subacqueo,acquitrinio
Ricordiamo che nella divisione in sillabe, CQU si divide in C-QU:
AC – QUA - RIO.ACQUARIO =
GLI/LI
GL è sempre seguito da I e si pronuncia con un suono dolce, come nella parola “bottiglia”:
GLIA -
GLIE -
bottigliastoviglie
GLI - sbadigli
GLIO - coniglio
Invece, quando GL non è seguito dalla lettera I, ma da un’altra vocale, ha sempre un suono duro, come in queste parole:
globo
inglesesigla
glucosio agglomerato
glaciale
gladiatore
gagliardetto glutineglassa
GN – NILe sillabe GNA, GNE, GNO e GNU non vogliono mai non vogliono mai la I.
castagna pigne cigno gnu
L’unica eccezione è la parola compacompagniagnia si scrive con la i, per distinguerla dalla parola compacompagnagna, che ha un significato diverso.
MP – MB
Davanti alla lettera P e alla lettera B ci vuole la lettera M, mai la NN.
campo
ambulanzatamburo imbuto ombrello
Nella divisione in sillabe mp-mb si dividonosi dividono: bam-bi-no; cam-pa-na
HO, HAI, HA, HANNO
Si scrivono con HH quando sono una voce del verbo avereverbo avere.
Giovanni ha paura del buio (sente, prova)
Io ho mal di denti (sento, provo)Tu hai mangiato una mela (= hai fatto l’azione di….)
Mamma e papà hanno gli occhiali nuovi (possiedono)
Ad esempio:
NOMI
- LuoghiLuoghi (città, montagna, paese…)
- SentimentiSentimenti (amicizia, amore, odio…)
- Parti del corpo Parti del corpo (bocca, braccia..)
- Fenomeni atmosfericiFenomeni atmosferici (pioggia, vento..)
Possono indicare, ad esempio:
Ad esempio: il canecane è un animale.
Ad esempioAd esempio: La maestra SimonettaSimonetta insegna danza all’allieva MargheritaMargherita.
Nomi maschili e nomi femminili
il lo i gliil lo i gli un un unouno(ad esempio: ilil gattogatto unun pulcinopulcino)
(ad esempio: lala gattagatta unauna pulcinapulcina)
Alcuni nominomi passando dal maschilemaschile al femminilefemminile e viceversa cambiano del cambiano del tuttotutto:madre padremarito
moglie
ilil nipote lala nipoteUnUn
farmacistaUnaUna farmacista
Nomi al singolare e nomi al plurale
I bambiniI bambiniI caniI caniI I gattigatti
Ad esempio: Ad esempio:
Ad esempio: Ad esempio:
Il caneIl caneil il gattogatto
il bambinoil bambino
2) AGGETTIVI
donna sorridentesorridente
cane fedelefedele
Ad es
empio
:
Ad es
empio
:
3) VERBI
I verbi sono parole che descrivono una azione; dicono cioè CHE COSA CHE COSA FA FA la persona, l’animale o la cosa di cui si sta parlando.
Per individuarloindividuarlo in una frase,basta chiedersi:
Ad esempio:
Ad esempio:
Ad es
empio
:
Ad es
empio
:
Che cosa fa il bambino?
Il bambino mangia la mela.
è il verbo che indica l’azione di mangiare che fa il bambino.
cioè compie l’azione di mangiare.“Mangia”
Tempo dei VERBI
Le azioni si possono svolgere al passatopassato, al presentepresente o al futurofuturo.
Ad es
empio
:
Ad es
empio
:
ieriieri mangiavo le caramelle (azione al passatopassato)
oggi oggi corro veloce (azione al presentepresente)
domanidomani andrò a passeggio (azione al futurofuturo)
PASSATOPASSATO
PRESENTEPRESENTE
FUTUROFUTURO
da piccolo io ero ero così
Oggi io sonosono così
Da grande io saròsarò così
FUTUROFUTUROPRESENTEPRESENTEPASSATOPASSATOIo sonoTu seiEgli èNoi siamoVoi sieteEssi sono
Io eroTu eriEgli eraNoi eravamoVoi eravateEssi erano
Io saròTu saraiEgli saràNoi saremoVoi sareteEssi saranno
Il verbo essere
Il verbo avere
PASSATOPASSATO
PRESENTEPRESENTE
FUTUROFUTURO
da piccola avevoavevo il triciclo
Oggi io hoho la bicicletta
Da grande avròavrò l’automobile
FUTUROFUTUROPRESENTEPRESENTEPASSATOPASSATOIo hoTu haiEgli haNoi abbiamoVoi aveteEssi hanno
Io avevoTu aveviEgli avevaNoi avevamoVoi avevateEssi avevano
Io avròTu avraiEgli avràNoi avremoVoi avrete Essi avranno
4) ARTICOLI
Gli articoli determinativi articoli determinativi si chiamano così perché indicano qualcosa di precisoqualcosa di preciso:
il libro
cioè quel libro preciso quel libro preciso e non un libro qualsiasi.
IL – LO – LA IL – LO – LA I – GLI – LEI – GLI – LE LO e LA LO e LA diventano L’ L’ davanti ai nomi che iniziano per vocalevocale
Gli articoli indeterminativi articoli indeterminativi indicano invece una cosa cosa qualsiasiqualsiasi:
un librouna pallauna matita a colori
UN – UNO – UNA – UN – UNO – UNA – UN’UN’UnaUna diventa UN’UN’ solo davanti ai nomi FEMMINILI FEMMINILI che iniziano per vocalevocale.
Un’Un’amica, un’un’oca, un’un’isola…
LoLo e lala vogliono l’apostrofol’apostrofo(’’)davanti ai nomi che iniziano per vocale.
UnUn senza l’apostrofo si mette invece davanti a tutti i nomi maschilimaschili.
lo elefante diventa l’elefante
la isola diventa l’isola
Un’ Un’ sta per “una” e quindi si mette con l’apostrofo solo davanti ai nomi femminilifemminili che iniziano per vocale.
un’un’ape (che sta per “una ape”).
Ad esempio: unun imbuto
5) ACCENTO
Ci sono, però, alcune eccezioni, parole cioè dove l’accento l’accento non si scrivenon si scrive anche se esso cade sull’ultima lettera della parola.
Nel parlare a voce, in ogni parola c’è una sillaba che si sente più forte delle altre, perché sulla vocale di quella sillaba cade l’accento: quella è la sillaba accentatasillaba accentata
Ad Ad esempio: esempio:
se dico “finestra” “finestra”
la sillaba che si sente più forte è “ne” ed in fatti io dico “finèèstra”Secondo la regola generale regola generale l’accento si scrive solo quando cade sull’ultima lettera della parola, che ovviamente è una vocalevocale. Ad esempioAd esempio: : già, giù, più, può, ciògià, giù, più, può, ciò
fu, su, so,sa, sto, sta, no, re, tra, va, qui, quafu, su, so,sa, sto, sta, no, re, tra, va, qui, qua…esempiesempio: o:
6) IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE
Due parole si dicono tra loro sinonimisinonimi quando hanno lo stesso significatolo stesso significatogioia, felicità, contentezza, allegria gioia, felicità, contentezza, allegria sono tutte parole che esprimono uno stesso significato stesso significato e quindi possono essere usate l’una al posto dell’altra
““provo molta provo molta gioiagioia””oppure oppure
““provo molta provo molta felicitàfelicità””
io posso dire indifferentemente io posso dire indifferentemente
Sono parole che significano l’unal’una il contrariocontrario dell’altradell’altra allegriaallegria e tristezzatristezza
“sono tristetriste” è il contrariocontrario di “sono allegroallegro”
io chiesi a Margherita cosa volessevolesse da mangiare e lei mi rispose cheche avrebbeavrebbe gradito le lasagne.
Di solito viene scritto tra le virgolette “”Di solito viene scritto tra le virgolette “”
io dissi: io dissi: “Che cosa vuoi da “Che cosa vuoi da mangiare?”mangiare?”Margherita rispose: “Vorrei le “Vorrei le lasagne”lasagne”Le due frasi tra virgolette sono un discorso Le due frasi tra virgolette sono un discorso
diretto. diretto.
Sono quei segni grafici segni grafici che indicano a chi legge che bisogna fare una pausa nella lettura ed aiutano a capire meglio il senso il senso della frase.della frase.
(si scrive con un semplice puntino “.”) si mette alla fine della frase, quando cioè la frase è la frase è finitafinita.
(Il punto interrogativo (si scrive così “??”)
si mette alla fine di una domanda e serve proprio per indicare che quella è una domandauna domanda.
Il punto esclamativo(si scrive così “!!”) si mette alla fine di una frase urlata, cioè che va letta a voce voce ben altaben alta
La virgola (si scrive così “,”) si mette tra le varie parti di una stessa frase, per indicare che bisogna fare una piccola pausa piccola pausa nella lettura
Idue punti(si scrivono così “::”) si mettono all’inizio di un elencoelenco, oppure quando viene spiegato meglio un concetto già detto prima (discordo discordo direttodiretto).