La città di Hyele (ELEA-VELIA oggi)
Il QUARTIERE MERIDIONALE
La linea ferroviaria costruita agli inizi del '900 segna, grosso modo, la linea
di costa antica. . Il quartiere era quindi prospiciente il mare ed era
racchiuso dalle mura (1) costruite in blocchi di arenaria, con porte,
postierle e torri di controllo.
Nell'area antistante le mura, rimangono alcuni monumenti funerari di una
necropoli di età romana solo parzialmente scavata (2).
L'ingresso alla città avviene, ancora oggi, attraverso Porta Marina Sud (3)
fiancheggiata da un tratto delle mura, con una torre quadrata a controllo
del passaggio; l'impianto si data già alla fine del V sec. a.c. ed ha avuto
successivi rifacimenti nel corso del IV e del lIi sec. a.c.
Entrati in città si percorre un'ampia strada lastricata (4) con larghi
marciapiedi sulla quale si affacciano i quartieri di abitazioni dell'Insula I (5)
ed il grande edificio di età augustea che occupa interamente l'Insula II (6).
L'edificio si compone di un triportico con al centro un altare e di un
criptoportico a forma di U. Nei pressi di questo edificio sono state
recuperate le statue dei medici eleati e l'erma ritratto di Parmenide, copia
da un originale greco realizzata in età augustea.
Ritornando lungo la strada lastricata (4), si incontra un monumentale
edificio termale (7) costruito nel II sec.d.C., conservato in tutti i suoi
elementi, con un pavimento in mosaico a soggetto marino in uno degli
ambienti, il frigidarium (8); una ristrutturazione di età cristiana lo
trasformò in fonte battesimale.
Continuando la salita, a mezza costa, sul lato destro, si incontra un
complesso monumentale caratterizzato da portici e fontane, dedicato,
molto probabilmente, al culto di Asklepios (9), dio guaritore, protettore
della medicina. Una ripida salita conduce al punto più stretto della gola che
consente il passaggio al quartiere settentrionale (10), attualmente non
visitabile; il valico è reso monumentale dalla costruzione della splendida
Porta Rosa (11), una struttura a volta, a tutto sesto, in pietra, datata alla
fine del IV sec. a.c.
L’ACROPOLI
Le terrazze meridionali sono occupate dalle fondazioni dell'insediamento
più antico (VIV sec. a.C.) (12) con case costruite con uno zoccolo di mura
tura a blocchetti di arenaria tagliati a forma di poligoni (poligonale a
giunture curve) che si dispongono lungo una strada che scende verso la
spiaggia dove doveva essere ubicato l'approdo.
Questo abitato (12) viene rimosso ed abbandonato nel corso del V sec. a.c.
quando gli abitanti della città decidono di destinare a sole funzioni
pubbliche e sacre tutta la collina dell'acropoli; l'abitato viene in parte
spostato e ricostruito nel quartiere ai Vignali (13).
Il teatro (14) occupa la terrazza a monte ed è stato costruito già nel corso
del IV sec. a.c. L'edificio attualmente in luce è il risultato di un rifacimento di età romana (Il sec. d.C.) e poteva contenere circa 2000 spettatori; ancora in funzione nel V sec. d.C., viene distrutto dall'impianto del fossato medievale. L'ingresso monumentale
(Propylon) (15) , posto dietro la cavea del teatro segna il passaggio alla terrazza più alta destinata al culto; la Cappella Palatina (16), costruita nel XII sec., si impianta sopra e copre anche la strada lastricata che conduceva al santuario. Nella Cappella è sistemato,
attualmente, il lapidario con la raccolta di iscrizioni greche e latine. Il tempio (17) è stato in parte inglobato nella grande torre circolare (18) della fortificazione medievale; dedicato alla principale divinità della città - forse Atena - rimane il grande basamento
(stereobate) con i muri della cella. Ancora problematica la cronologia del monumento che tuttavia ha coperto e distrutto precedenti monumenti destinati al culto, di cui rimane un chiaro indizio in un tratto di muro in tecnica poligonale a giunture dritte (19)
probabilmente pertinente ad una prima delimitazione (Temenos) del santuario più arcaico (VI-V sec. a.c.). Scendendo dalla terrazza del tempio si visita la Chiesa di S. Maria di porto Salvo (20) costruita alla fine del '700 con l'annessa Canonica (21), oggi sedi
museali. Ritornando verso il teatro si incontra un lungo edificio rettangolare (22); era coperto da un tetto ad unico spiovente ed era destinato ad accogliere i pellegrini. Lungo il viottolo che riporta all'uscita principale del parco archeologico, si incontrano, sulla
sinistra, i resti di una splendida Casa c.d. degli affreschi (23), ancora in corso di scavo, costruita agli inizi del II sec. a.c. e crollata alla fine del I sec. d.C. .
Ricostruzione assonometrica di Hyele al V sec. d. C. su disegno di Francesco Corini
"Questi Focei ebbero una tale sorte: quelli di loro fuggiti a Reggio, di là si procurarono una città nella terra degli Enotri, la città che oggi si chiama Hyele"
Erodoto (V sec.a.C.), Le Storie, libro I, 167
PROFILO STORICO
540 - 535 a. C.
I Focei, navigatori e mercanti di origine greca, provengono dalle coste dell' attuale Turchia. Quando i Petsiani occupano la loro città,
Focea, preferiscono fuggire pur di non sottomettersi al dominio dello straniero e cadere in schiavitù. Dopo lunghe peregrinazioni
nel Mediter· raneo occidentale, le cui rotte erano già a loro ben note, còmprano un territorio tra Punta Licosa ed il promontorio di
Palinuro dove impiantano la loro nuovapatria che chiamano Hyele dal nome locale della sorgente che zampilla alle spalle del
promontorio.
V sec. a. C.
La città acquista presto grande fama per la prosperità dei commerci, la bellezza dei luoghi, le sue buone leggi, la presenza di una
scuola filosofica con forti connotazioni mediche, fondata da Parmenide e Zenone.
IV sec. a. C. Resiste vittoriosamente alla pressione dei Lucani, genti italiche di stirpe sannita, che avevano già occupato la vicina Poseidonia ed
entra nella lega delle città greche dell'Italia Meridionale che tentano di ostacolare l'avanzata dei Lucani.
III - Il sec. a. C.
In ottimi rapporti con Roma, fornisce navi nel corso delle guerre con Cartagine; fanciulle dell'aristocrazia vengono inviate come
sacerdotesse per il culto di Demetra (Cerere) a Roma. Diventa luogo di soggiorno e villeggiamra; Emilio Paolo, il conquistatore della
Grecia ( II sec. a.c.),ammalato, si ritira a Velia per curarsi, in una villa sul mare.
I sec. a. C.
Diventa Municipio Romano (88 a.C.) e viene ascritta con il nome di Velia alla tribù Romilia. Conserva il diritto di mantenere la
lingua greca e di battere moneta propria. Bruto (44 a.c.) ed Ottaviano (38 a.c.) ne fanno una loro base navale.
I sec. d. C. In età augustea è città prospera; si costruiscono edifici pubblici e complessi termali e, nel territorio, sorgono numerose ville
rustiche e piccoli insediamenti rurali.
Il - III sec. d.C.
Inizia un progressivo impoverimento causato dall'insabbiamento dei porti e dalla costruzione della Via Popilia, asse princi~ale di
collegamento tra Roma ed il Sud che sfrutta le vie interne ed il Vallo di Diano, tagliando completamente fuori le città costiere, tra
cui Velia. E' tuttavia ancora città vitale con imponenti edifici pubblici tta i quali, ancora una volta, notevoli complessi termali.
IV - VI sec. d.C.
A partire dalla tarda età imperiale il progressivo insabbiamento dei porti e la palude che si forma nella parte bassa costringe gli .
ultimi abitanti a rifugiarsi sull'Acropoli dove la vita continua per tutto il Medioevo; il nome riportato dai codici è Castellamare della
Bruca.
XV - XVII sec. 1 d.C.
La borgata diventa feudo dei Sanseverino nel 1420 che lo doneranno ben presto alla casa dell'Annunziata di Napoli; è solo alla fine
del '600 che non viene registrata, nei censimenti, più alcuna vita sulla collina. I resti della di Elea/Velia sono sono invasi dalla
palude e lentamente si perde anche la memoria storica della sua esatta collocazione geografica.
ORGANIZZAZIONE DELLA CITTA’
La città era organizzata per quartieri a Nord ed a Sud di un promontorio e sfruttava scenogiaficamente le terrazze naturali della
collina. Sull'estremità del promontorio, in posizione sovrastante è l'acropoli, oggi dominata dai resti del Castello Medievale, sede,
in antico, delle funzioni pubbliche e religiose. Il promontorio era lambito tutt'intorno dal mare ed una serie di isolette fungevano
da barriera naturale per le correnti, sul lato Nord. La sistemazione urbanistica della città era distribuita su terrazze e pendii con
l'ampio circuito delle mura urbiche che si estendevano per circa 4,5 km..
Da Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Archeologica
per le province di Salerno, Avellino e Benevento
STORIA EVOLUZIONE DI HYELE (ELE_ELEA greca) e VELIA (romana).
L'antica città di Elea (Hyele) fu fondata da coloni greci provenienti da Focea come base di supporto nel Tirreno per gli intensi scambi commerciali che questi intrattenevano con le popolazioni italiche e i più
lontani abitanti delle coste del Mar Egeo. Nel periodo di formazione delle colonie della Magna Grecia,
Elea assunse le caratteristiche di una città autonoma ed in forte espansione, fino a raggiungere il
grado di civiltà che avrebbe dato i natali ai filosofi Parmenide e Zenone. Fu sede di una prestigiosa
scuola medica le cui tradizioni e conoscenze sono da molti considerate le radici della Scuola Medica
Salernitana.
In Età Romana, mutato il nome in Velia, prese parte alle guerre puniche: visti i meriti della flotta
navale velina, i Romani riconobbero i privilegi e l'autonomia della città, quale quello di coniare
moneta. Cicerone, Orazio e altre illustri personalità trovarono a Velia un clima mite e accogliente, la
meta ideale per le loro villeggiature.
Il declino di Velia giunse con il progressivo insabbiamento dei porti e successive ondate alluvionali,
ovvero la fine degli scambi commerciali e della ricchezza economica che questi avevano significato.
Con l'avvento del cristianesimo divenne sede vescovile fino al definitivo impoverimento del nucleo
abitativo in seguito alle incursioni saracene. In posizione privilegiata sul promontorio in epoca
normanna fu costruita la torre ancora visibile a baluardo e per l'avvistamento degli incursori dal mare.
Gli Scavi, cui si accede dalla Marina di Ascea, iniziarono nel 1921 ad opera di Amedeo Maiuri ed hanno
riportato alla luce gran parte dell'antica città, facendone ricostruire completamente la pianta. La
struttura urbanistica dell’antica Velia risulta articolata in tre nuclei: il quartiere meridionale, il
quartiere settentrionale e l’acropoli.
La visita all'antica città di Velia inizia dal quartiere meridionale. Qui è la Velia fondata dai Focei, dove
troviamo la Diga Foranea che doveva costituire un molo costruito a 50 metri dalla linea della spiaggia.
Questa zona a causa di una grossa alluvione nonché del progressivo e lento ritirarsi della linea di
costa, si insabbiò e pertanto venne strappata al mare con la costruzione di mura ed urbanizzata. Al
termine del muro vi è una torre circolare poggiante su uno scoglio che probabilmente era adibita a
faro. A questo punto iniziano le mura più arcaiche del VI secolo a.C. fino a giungere a Porta Marina
Sud che costituiva con la cinta muraria adiacente la delimitazione della città verso il mare. Superando
la porta si entra nella città dove troviamo due insulae e abitazioni di età ellenistica.
Imboccando la strada che conduce verso Porta Rosa sulla sinistra troviamo le Terme Imperiali. La
costruzione è databile alla prima metà del II secolo a.C. Più avanti abbiamo l’Agorà, zona
monumentale costituita da una piazza rettangolare delimitata per tre lati da muri porticati e con il
fronte colonnato. Lasciata l’Agorà ci si rimette sulla via di Porta Rosa, ma guardando prima, all’inizio,
sulla sinistra vi sono i resti di una porta situata proprio a fianco della seconda delle due torri.
Proseguendo a salire verso Porta Rosa, si incontra sulla destra una spianata nella quale è stato messo
in luce un impianto termale ellenistico risalente al III sec. a.C. Si tratta di un complesso importante
poiché costituisce un "unicum" in Magna Grecia.
Via via che si sale si ammira l’imponenza della strada, la quale ad un certo momento piega
leggermente sulla sinistra, offrendo alla vista la visione della Porta Arcaica e di Porta Rosa. Porta
Arcaica segna il confine tra i Quartieri meridionale e Settentrionale. Essa fu costruita dai Focei, verso
la fine del VI secolo a.C. Alle spalle della Porta Arcaica troviamo la Porta Rosa, prestigioso monumento civile della Magna Grascia che svolgeva la duplice funzione di collegamento dei due quartieri della Città, e
di viadotto congiungente le due parti del colle. La Porta Rosa comprende l’unico arco greco di età classica che ci sia pervenuto in perfetto stato di conservazione. La costruzione dell’arco è ottenuta con un
perfetto studio geometrico (due circonferenze di uguale diametro sono perfettamente tangenti dalla volta al piano di terra).
Retrocedendo di pochi metri, si inizia la salita verso l'Acropoli. Poco prima di arrivare alla sommità, si notano i resti dell'insediamento abitativo più antico della città (540-535 a.C.). Appena giunti sull'Acropoli si
notano subito i resti del piccolo teatro risalente al IV secolo a.C., ancor'oggi scena di spettacoli teatrali. Poco oltre è un edificio a pianta rettangolare; era in effetti la stoà dell’Area Sacra. Sulla terrazza
superiore è il tempio ionico in parte distrutto dalla grande torre del castello normanno. Qui troviamo l’area ove si svolgeva la vita pubblica e religiosa della città, ossia l’Acropoli. Dall'Acropoli si può seguire un
tratto delle mura, giungendo ad una prima terrazza dov'era un'area sacra a Poseidon. Proseguendo si giunge ad una seconda terrazza dov'era un'altra area sacra ove è conservato un altare monumentale
(cosiddetto Santuario di Zeus). Più avanti è il Castelluccio punto culminante del sistema difensivo di Velia.