NEAFIDI – SOCIETÀ COOPERATIVA DI GARANZIA COLLETTIVA FIDI
Sede Legale: Piazza Del Castello, 30 – Vicenza
Codice Fiscale e n. di iscrizione al Reg. Imprese di Vicenza 80003250240
Partita IVA 00770610244
n. di iscrizione Albo Cooperative A120798
n. di iscrizione Albo ex art. 106 T.U.B. 118 - Codice ABI 19537.0
III PILASTRO
Informativa al pubblico al 31.12.2016
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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INDICE
Premessa 3
Tavola 1: obiettivi e politiche di gestione del rischio 4
Tavola 2: ambito di applicazione 16
Tavola 3: fondi propri 16
Tavola 4: requisiti patrimoniali 25
Tavola 5: esposizione al rischio di controparte 28
Tavola 6: rettifiche di valore su crediti 28
Tavola 7: uso delle ECAI 36
Tavola 8: rischio operativo 38
Tavola 9: esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione 38
Tavola 10: esposizioni al rischio di tasso di interesse non incluse nel portafoglio di negoziazione 39
Tavola 11: posizioni verso la cartolarizzazione 40
Tavola 12: politica di remunerazione 40
Tavola 13: uso di tecniche di attenuazione del rischio 40
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PREMESSA
Le vigenti disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari (Circolare della Banca d’Italia n. 288/2015),
al fine di rafforzare la disciplina di mercato, prescrivono per i medesimi intermediari specifici obblighi
informativi in grado di rappresentare esaurientemente al mercato stesso il loro livello di adeguatezza
patrimoniale, il loro profilo di rischio e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo. Le
informazioni da pubblicare sono di carattere sia qualitativo sia quantitativo. Secondo il principio di
proporzionalità, la ricchezza e il grado di dettaglio delle informative sono calibrati sulla complessità
organizzativa e sul tipo di operatività del Confidi. I citati obblighi informativi configurano anche una
condizione necessaria per il riconoscimento a fini prudenziali (requisiti informativi di idoneità) dell’uso delle
tecniche di attenuazione del rischio di credito.
Nel rispetto delle linee guida dell’EBA del 23.12.2014 in materia di rilevanza, esclusività, riservatezza e
frequenza delle informazioni da pubblicare è possibile omettere la pubblicazione:
i) di informazioni giudicate non rilevanti, ossia di informazioni la cui omissione o errata indicazione non è
suscettibile di modificare o di influenzare il giudizio o le decisioni degli utilizzatori che su di esse fanno
affidamento per l’adozione di decisioni economiche, ad esclusione di quelle che costituiscono i sopra
richiamati requisiti informativi di idoneità o che riguardano la politica adottata per la selezione dei
membri del consiglio di amministrazione, i fondi propri, e la politica di remunerazione;
ii) in casi eccezionali, di informazioni giudicate esclusive, ossia di informazioni che, se divulgate al
pubblico, intaccherebbero la posizione competitiva del Confidi1, comprese quelle che configurano
requisiti informativi di idoneità, ma ad esclusione di quelle concernenti i fondi propri e la politica di
remunerazione;
iii) in casi eccezionali, di informazioni giudicate riservate, ossia di informazioni soggette a obblighi di
riservatezza concernenti i rapporti con la clientela o altre controparti, comprese quelle che configurano
requisiti informativi di idoneità, ma ad esclusione di quelle concernenti i fondi propri e la politica di
remunerazione.
Negli anzidetti casi di omessa pubblicazione di informazioni, occorre comunque rendere note quali sono le
informazioni non pubblicate, dichiarare le ragioni dell’omissione e, in sostituzione delle informazioni non
pubblicate perché esclusive (precedente caso ii) o riservate (precedente caso iii), è necessario fornire
informazioni di carattere più generale sul medesimo argomento.
Le informazioni di tipo qualitativo e quantitativo da pubblicare sono organizzate in appositi quadri sinottici,
ciascuno dei quali riguarda una determinata area informativa e permettono di soddisfare le esigenze di
omogeneità, di comparabilità e di trasparenza dei dati. In ogni caso, non sono pubblicati i quadri sinottici
totalmente privi di informazioni. I quadri sinottici, nel loro insieme, costituiscono il presente documento
informativo.
1 Possono essere considerate esclusive, fra l’altro, le informazioni su prodotti o sistemi che, se rese note alla concorrenza,
diminuirebbero il valore degli investimenti della Società
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TAVOLA 1: OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO
Informativa qualitativa
Il modello di governo dei rischi, ossia l’insieme dei dispositivi di governo societario e dei meccanismi di
gestione e controllo finalizzati a fronteggiare i rischi cui è esposta la Società, si inserisce nel più ampio
quadro del sistema aziendale dei controlli interni, definito in coerenza con le disposizioni di vigilanza per
gli intermediari finanziari (Circolare della Banca d’Italia n.288/2015).
Modello organizzativo
Al fine di gestire il rischio di non conformità alle norme e di conseguire gli obiettivi del sistema dei controlli
interni, quali la verifica dell’adeguatezza, dell’efficacia e dell’efficienza dei processi, il modello
organizzativo della Società è strutturato in processi.
L’insieme dei processi tra loro connessi costituiscono un sistema. I diversi sistemi aziendali, previsti dalle
stesse disposizioni di vigilanza, sono i seguenti:
a) sistema organizzativo e di governo societario (processo organizzativo di conformità, processi di
governo societario, processo decisionale, processo informativo-direzionale);
b) sistema gestionale (processi amministrativi, operativi e produttivi);
c) sistema di misurazione e valutazione dei rischi (processi per la misurazione/valutazione dei rischi
di primo e di secondo pilastro in ottica attuale, prospettica ed in ipotesi di stress);
d) sistema per l’autovalutazione dell’adeguatezza del capitale (processo per la misurazione del
capitale complessivo e della relativa adeguatezza).
Su tutti i processi aziendali vengono svolti i controlli previsti dalle disposizioni di vigilanza, che nel loro
insieme compongono il sistema dei controlli interni (controlli di linea, controlli di conformità, controlli sulla
gestione dei rischi, attività di revisione interna). In particolare:
- i controlli di linea sono controlli di primo livello eseguiti dalle singole unità operative;
- controlli di II livello, che riportano direttamente al Consiglio di Amministrazione sono così ripartiti:
a) Funzione Compliance: esternalizzata a società terza specializzata nello svolgimento di questi
servizi. È stato individuato un referente interno, membro del Consiglio di Amministrazione e
privo di deleghe operative quale referente interno;
b) Funzione Risk Management: esternalizzata a società terza specializzata nello svolgimento di
questi servizi. È stato individuato un referente interno, membro del Consiglio di
Amministrazione e privo di deleghe operative quale referente interno;
c) Funzione Antiriciclaggio: attribuita a Responsabile dell’Area Legale e Contenzioso;
- controlli di III livello: Funzione Revisione Interna che riporta direttamente al Consiglio di
Amministrazione. La Funzione è stata esternalizzata a società terza specializzata nello
svolgimento di questi servizi. È stato individuato un referente interno, membro del Consiglio di
Amministrazione e privo di deleghe operative quale referente interno.
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La Società attualmente è in fase di implementazione del Modello Organizzativo ai disciplinato dal D. Lgs
231/2001 in materia di prevenzione dei reati e di responsabilità amministrativa societaria.
Obiettivi e politiche di gestione dei rischi
La Società annualmente procede a rivedere la propria mappatura dei rischi, determinando in particolar
modo la rilevanza che gli stessi assumono nella situazione complessiva.
La mappatura dei rischi adottata in sede di ultima rendicontazione ICAAP è la seguente:
Rischio Pilastro Rilevanza Modalità di
gestione
Modalità di
misurazione
Figura
responsabile
Rischio di credito I pilastro Medio Alta Quantitativa Metodo
standardizzato Risk Management
Rischio di mercato I pilastro Non applicabile N.a. N.a. N.a.
Rischio operativo I pilastro Media Quantitativa Metodo Base Risk Management
Rischio di
concentrazione II pilastro Medio Bassa Quantitativa Allegato B, 288 Risk Management
Rischio di tasso di
interesse II pilastro Medio Alta Quantitativa Allegato C, 288 Risk Management
Rischio residuo II pilastro Medio Alta Quantitativa
Stima perdita
attesa
((inefficacia)
Risk Management
Rischio di liquidità II pilastro Bassa Qualitativa Maturaty ledder Risk Management
Rischio
reputazionale II pilastro Medio Bassa Qualitativa
Valutazioni
interne Compliance
Rischio strategico II pilastro Medio Alta Qualitativa Valutazioni
interne Direttore Generale
Rischio paese II pilastro Non applicabile N.a. N.a. N.a.
Rischio di
trasferimento II pilastro Non applicabile N.a. N.a. N.a.
Rischio base II pilastro Non applicabile N.a. N.a. N.a.
Rischio leva II pilastro Non applicabile N.a. N.a. N.a.
Ciò premesso, la Società:
misura i rischi quantificabili secondo la seguente metodologia:
a. rischio di credito: tramite Metodo Standardizzato;
b. rischio operativo: tramite Metodo Base (BIA – Basic Indicator Approach);
c. rischio di concentrazione single name: utilizzando gli algoritmi semplificati proposti nell’allegato B
(Circ. 288 del 3 aprile 2015, Titolo IV, Capitolo 14) applicando tali algoritmi al portafoglio garantito
nei confronti delle esposizioni corporate;
d. rischio di tasso di interesse: utilizzando gli algoritmi semplificati proposti nell’allegato C (Circ.288
del 3 aprile 2015, Titolo IV, Capitolo 14);
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e. rischio residuo: si specifica che la Società ha utilizzato il tasso di inefficacia storica delle
controgaranzie ricevute già in sede di determinazione delle rettifiche di valore. Di conseguenza la
quantificazione di tale rischio è già compresa nella gestione e determinazione del rischio di
credito ed è stata oggetto di specifica voce di costo nel risultato d’esercizio;
valuta il rischio strategico, il rischio di reputazione, ed il rischio residuo. Tale valutazione viene
effettuata:
a. per il rischio strategico, attraverso la verifica del rischio organizzativo di non conformità e
dell’adeguatezza delle procedure di pianificazione strategica;
b. per il rischio di reputazione, tramite la verifica della conformità operativa delle attività svolte
rispetto alle norme cogenti;
c. per il rischio residuo, attraverso la verifica dell’adeguatezza e conformità degli strumenti e delle
procedure interne adottati per la gestione della mitigazione del rischio di credito.
Di seguito e con riferimento ai principali rischi ai quali è esposta la Società sono illustrati i processi per la
gestione, misurazione e attenuazione degli stessi.
1. Rischio di credito
Le operazioni potenzialmente esposte al rischio di credito (fonti del rischio di credito) sono rappresentate
da tutte le esposizioni, compresi gli strumenti finanziari, presenti nel portafoglio immobilizzato, con il
quale si intende “il complesso delle posizioni non appartenenti al portafoglio di negoziazione definito ai
fini di vigilanza”. Tale esclusione si basa sull’assunzione che il portafoglio di negoziazione non sia di fatto
presente, ovvero che lo stesso non sia di dimensioni tali da giustificarne il computo, ai fini della
quantificazione del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di mercato (fatta eccezione per il solo rischio
di cambio). In particolare, si considerano fonti del rischio di credito:
- le esposizioni per cassa;
- gli elementi fuori bilancio.
In particolare, con riferimento agli “elementi fuori bilancio”, occorre inoltre rilevare la categoria di rischio di
appartenenza ai fini della corretta attribuzione degli stessi elementi alle pertinenti classi definite in sede
regolamentare (rischio pieno; rischio medio; rischio medio-basso; rischio basso), le quali sono assegnate
in funzione della maggiore o minore probabilità che le garanzie rilasciate o gli impegni a erogare fondi
possano trasformarsi in una esposizione per cassa. Relativamente a ciascuna delle suddette forme
tecniche, occorre quindi rilevare gli attributi anagrafici, la durata originaria, la durata residua e la valuta.
Inoltre, occorre evidenziare le eventuali coperture presenti a supporto delle posizioni di rischio come
sopra esposte, le quali attengono alle garanzie ricevute – garanzie di tipo reale e di tipo personale – e
riconosciute ai fini di Vigilanza nell’ambito delle tecniche di mitigazione del rischio di credito utilizzate a
beneficio del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio stesso.
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Di ciascuna esposizione deve essere accertato lo status, al fine di determinare la qualità creditizia delle
esposizioni, le quali possono figurarsi come “in bonis” oppure “deteriorate” (sofferenze, inadempienze
probabili, scadute).
Ai fini del computo del requisito patrimoniale sul rischio di credito la Società nell’ambito del cosiddetto
ICAAP (“Internal Capital Adequacy Assessment Process”) ha adottato, in particolare, il “regolamento del
processo per la misurazione del rischio di credito”. In base a tale regolamento il requisito patrimoniale
anzidetto viene calcolato secondo la “metodologia standardizzata” contemplata dalle pertinenti
disposizioni di vigilanza. E’ tra l’altro in corso di approvazione uno specifico Regolamento di processo
delle tecniche di mitigazione del rischio di credito, nell’ambito della complessiva mappatura dei processi
aziendali recentemente deliberata dal Consiglio di Amministrazione.
Le tecniche di riduzione del rischio di credito utilizzate dalla Società si sostanziano prevalentemente
nell’acquisizione di contro - garanzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI e dal Fondo FRIE.
2. Rischio operativo
Il rischio operativo si configura come il “rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla
disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni”. A differenza degli
altri rischi di primo pilastro – per i quali ci si basa su una scelta consapevole di assumere posizioni
creditizie o finanziarie che consentano di raggiungere un determinato profilo di rischio/rendimento
desiderato – i rischi operativi sono assunti implicitamente nel momento stesso in cui si decide di
intraprendere un’attività di impresa e, quindi, sottesi allo svolgimento dell’intera operatività interna.
Nel sistema ICAAP la Società ha adottato il “regolamento dei processi per la misurazione e valutazione
dei rischi”. Secondo tale regolamento il requisito patrimoniale sul rischio operativo viene calcolato con il
“metodo base” contemplato dalle pertinenti disposizioni di vigilanza prudenziale. Tale metodologia
prevede che il requisito patrimoniale sia pari al prodotto tra un unico coefficiente di rischio (15%) e la
media triennale dell’indicatore rilevante.
3. Rischio di liquidità
Per rischio di liquidità si intende il rischio che la Società non sia in grado di adempiere alle proprie
obbligazioni alla loro scadenza; più in dettaglio, il rischio di liquidità può includere le seguenti componenti:
liquidity mismatch risk: rischio di non conformità tra gli importi e/o le tempistiche dei flussi
finanziari in entrata e in uscita;
liquidity contingecy risk: rischio che eventi futuri inattesi possano richiedere un ammontare di
liquidità maggiore di quello previsto in uno scenario "going concern";
market liquidity risk: rischio che la società possa incorrere in perdite per liquidare assets ritenuti
liquidi in condizioni normali di mercato e che sia costretta a mantenerli in assenza del mercato
stesso;
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operational liquidity risk: rischio di inadempimento degli impegni di pagamento per errori,
violazioni, interruzioni o danni dovuti a processi interni, persone, sistemi o eventi esterni, pur
rimanendo solventi;
funding risk: rischio di un potenziale aumento del costo del finanziamento a causa del
cambiamento del rating (fattore interno) e/o allargamento dei credits spreads (fattore esterno).
Al fine di delineare e valutare correttamente il rischio di liquidità in seno alla Società, la stessa ha
predisposto la c.d. maturity ladder.
Le disposizioni interne e la gestione della tesoreria garantiscono alla Società un sistema di sorveglianza
della posizione finanziaria netta mediante il monitoraggio della struttura delle scadenze (maturity ladder),
che, come illustrato, consente di valutare l’equilibrio dei flussi di cassa attesi, contrapponendo i flussi in
entrata ai flussi in uscita attesi.
In particolare, la Società mantiene una giacenza di liquidità prontamente disponibile (conti correnti e titoli
di stato nella piena disponibilità) costantemente superiore al fabbisogno di liquidità annuale per la
gestione e la liquidazione delle perdite attese.
4. Rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario
Il rischio di tasso di interesse strutturale si configura come “il rischio di subire una riduzione del valore
economico aziendale derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse”.
Le esposizioni al rischio di tasso (fonti del rischio) sono rappresentate dagli elementi dell’attivo e del
passivo sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
Le disposizioni di vigilanza pongono quale soglia di attenzione una percentuale di incidenza del rischio
tasso di almeno il 20% sui fondi propri.
Il requisito del rischio di tasso, pur risultando quello più rilevante per la Società al 31.12.2016, si
posiziona comunque ben al di sotto della citata soglia di attenzione. La Società è in ogni caso
consapevole che la gestione finanziaria, e di conseguenza la remunerazione degli attivi, risulta essere un
elemento fondamentale per l’equilibrio societario e per il raggiungimento dei propri obiettivi in termini
reddituali.
Il Consiglio di Amministrazione nel corso dell’ultimo esercizio ha ampiamente trattato tale rischio e rivisto
le modalità di gestione delle proprie risorse finanziare valutando, tra l’altro, il ricorso alle gestioni
patrimoniali e ha implementato specifiche attività di monitoraggio, al fine di ottimizzare il processo
finanziario.
5. Rischio di concentrazione
Il rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi (“single name”) si configura
come il “rischio legato alla possibilità che l’insolvenza di un solo grande prenditore di credito o di diversi
prenditori tra loro collegati possa determinare perdite tali da compromettere la stabilità dell’intermediario”.
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Le operazioni potenzialmente esposte al rischio di concentrazione (fonti del rischio di concentrazione)
sono rappresentate dall’insieme delle classi di attività ricomprese all’interno delle “esposizioni verso
imprese”.
La Società ha da tempo adottato policy in materia di concentrazione dei rischi tali da mitigare ed evitare
esposizioni rilevanti all’interno del proprio portafoglio, al 31.12.2016 non vi sono esposizioni che superano
la soglia dei cosìddetti grandi rischi e cioè esposizioni complessive superiori al 10% dei fondi propri.
6. Rischio residuo
Il rischio residuo rappresenta il rischio che risultino meno efficaci del previsto le tecniche riconosciute per
l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla Società.
Ai fini dell’individuazione dei fattori potenziali del rischio residuo (fonti del rischio), occorre considerare:
- la rilevanza delle diverse tipologie di strumenti di attenuazione del rischio di credito (CRM) in termini
di riduzione del requisito patrimoniale ottenuto grazie al loro utilizzo distinguendo per classi
regolamentari di attività e per tipologie di esposizioni coperte (in bonis e deteriorate);
- la conformità (normativa ed operativa) e l’adeguatezza del processo delle tecniche di mitigazione del
rischio di credito;
- l’efficacia delle tecniche di attenuazione del rischio di credito.
Il rischio residuo è stato considerato in sede di definizione degli accantonamenti sulle esposizioni relative
al portafoglio, in bonis e deteriorate, e non si è pertanto provveduto a stimare ulteriori assorbimenti di
capitale.
7. Rischio strategico
Il rischio strategico è inteso come “il rischio derivante da cambiamenti del contesto operativo o da
decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto
competitivo.
Per la gestione e mitigazione di tale rischio la Società ha previsto i seguenti presidi organizzativi:
• il processo di pianificazione pluriennale eseguito su base triennale;
• il processo di budget eseguito annualmente;
• il sistema di controllo di gestione.
Le scelte strategiche sono valutate e approvate dal Consiglio di Amministrazione.
La Direzione Generale, in collaborazione con l’Area Amministrazione, formalizza le scelte di
pianificazione strategica decise dal Consiglio di Amministrazione nella redazione e formalizzazione del
piano di Budget annuale. Il Consiglio di Amministrazione approva annualmente il Piano di Budget.
8. Rischio reputazionale
Il rischio reputazionale è inteso come “il rischio derivante da una percezione negativa dell’immagine
dell’azienda da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza”.
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La gestione del rischio di reputazione si realizza attraverso una politica di credito volta ad una prudente
gestione delle relazioni con i diversi stakeholder al fine di minimizzare il verificarsi di eventi che la
espongano al rischio di reputazione.
Il rischio di reputazione rappresenta un rischio "secondario", essendo scatenato da fattori di rischio
originari ascrivibili al rischio operativo (in particolare legale) e al rischio strategico. Pur essendo un rischio
"secondario", le perdite associate al rischio reputazionale possono essere molto più alte rispetto a quelle
imputabili all'evento di rischio originario.
°°°°°
Il Consiglio di Amministrazione ha formulato un giudizio di adeguatezza in merito alla gestione dei rischi
nei suoi diversi profili (politica dei rischi coerente con il modello di "business", assunzione dei rischi nei
limiti predeterminati, misurazione e valutazione dei rischi di primo e di secondo pilastro, controllo dei
rischi).
Di seguito si riporta un quadro d’insieme delle misure di cui al Resoconto ICAAP 2016:
RISCHI MISURABILI ATTUALE PROSPETTICOIPOTESI DI STRESS
SU VALORI ATTUALI
IPOTESI DI STRESS
SU VALORI
PROSPETTICI
1. Rischio di credito e di controparte 2.995.751 3.375.228 3.755.024 4.281.272
2. Rischio operativo 853.973 604.459 853.973 604.459
3. Capitale interno (rischio di primo pilastro) (1+2) 3.849.724 3.979.687 4.608.997 4.885.731
4. Rischio di concentrazione 161.552 161.552 167.769 167.769
5. Rischio di tasso di interesse 5.629.821 5.629.821 8.444.732 8.444.732
6. Capitale interno (rischio di secondo pilastro) (4+5) 5.791.373 5.791.373 8.612.501 8.612.501
7. CAPITALE INTERNO COMPLESSIVO (3+6) 9.641.097 9.771.060 13.221.498 13.498.232
8. Fondi propri 61.113.785 61.113.785 61.113.785 61.113.785
9. Eccedenza dei fondi propri rispetto ai requisiti obbligatori (8-3) 57.264.061 57.134.098 56.504.788 56.228.054
10. Eccedenza dei fondi proprio rispetto ai requisiti complessivi (8-7) 51.472.688 51.342.725 47.892.287 47.615.553
11. Cet 1 ratio (8/(3/6%)) 95,25% 92,14% 79,56% 75,05%
12. Total capital ratio (8/(7/6%)) 38,03% 37,53% 27,73% 27,17%
Sistema di reporting dei rischi
Il sistema interno di “reporting” dei rischi adottato dalla Società prevede che i risultati della misurazione
dei rischi di primo e di secondo pilastro in ottica attuale (capitale interno dei singoli rischi e capitale
interno complessivo dei rischi considerati nel loro insieme), nonché i risultati della misurazione del
capitale complessivo (somma delle componenti patrimoniali) vengano rappresentati periodicamente agli
organi aziendali, anche per l’assunzione delle eventuali azioni correttive, da parte delle rispettive unità
deputate alla misurazione stessa e per il tramite dell’unità deputata al controllo rischi. I risultati della
misurazione dei rischi di primo e di secondo pilastro anche in ottica prospettica e in ipotesi di stress
vengono rappresentate agli organi aziendali in sede di predisposizione del resoconto ICAAP.
In particolare, le unità deputate alla misurazione dei rischi e del capitale predispongono specifici modelli
di analisi, al fine di consentire agli organi aziendali di prendere conoscenza e consapevolezza dei rischi in
essere e trasmettono tali modelli all’unità deputata al controllo rischi. Quest’ultima provvede a predisporre
i modelli di analisi relativi ai complessivi rischi e la relativa relazione (da trasmettere anche alla revisione
interna) per gli organi aziendali. Le citate unità predispongono inoltre specifiche relazioni di commento ai
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risultati rappresentati nei modelli, allo scopo di evidenziare gli aspetti più significativi che hanno
influenzato i livelli di rischio rilevati.
Le metodologie adottate per la realizzazione delle prove di stress sono calibrate sulla natura di ciascun
rischio rilevante per l’attività della Società e risultano coerenti con i vari metodi utilizzati per la
misurazione attuale e prospettica dei predetti rischi. Per quantificare il capitale interno a fronte dei singoli
rischi in ipotesi di stress, la Società fa riferimento, come indicato in precedenza, ai valori attuali e a quelli
prospetti-ci delle fattispecie esposte a detti rischi.
Per quanto attiene lo stress testing sono state implementate analisi di sensibilità relative ai seguenti tre
fattori di rischio: credito, concentrazione e tasso di interesse. Si tratta di analisi tese a verificare l’impatto
sulla situazione patrimoniale della Società di variazioni “estreme”, ma comunque plausibili, di un fattore di
rischio singolarmente valutato:
a) la Società ha effettuato le prove di stress con riferimento ai rischi maggiormente rilevanti. In
particolare: per la misurazione del capitale interno a fronte dei rischi di credito in ipotesi di
stress la Società ha ipotizzato una migrazione del portafoglio lordo verso imprese e verso imprese al
dettaglio del 20%. Di conseguenza in ipotesi di stress sono diminuiti i requisiti prudenziali su questi
due portafogli regolamentari (garanzie in bonis corporate e retail) a fronte di un aumento del
portafoglio verso esposizioni scadute. Si sottolinea che, affinchè lo scenario di stress avesse effetti sul
requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito sono stati considerati importi lordi altrimenti si
sarebbe trasferito l’effetto sull’importo totale dei fondi propri, diminuendoli per effetto delle svalutazioni
a conto economico;
b) per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione in ipotesi di
stress, lo stress test adottato dalla Società definisce uno scenario avverso ipotizzando, a parità di
portafoglio in essere di garanzie verso esposizioni corporate una maggiore concentrazione su una
popolazione ridotta del 20%;
c) per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse, la Società ha
verificato, in coerenza con la metodologia semplificata di calcolo utilizzata, la capacità di fronteggiare
deflussi imprevisti nell’ipotesi di uno scenario particolarmente avverso, costituito dall’incremento del
50% dello shock della curva dei tassi pari a 200 punti base, che quindi diventano 300 punti base.
Sistema di “governance”
Gli assetti organizzativi e di governo societario della Società risultano disciplinati dagli articoli dello
Statuto Sociale.
Consiglio di Amministrazione
Lo Statuto sociale prevede che lo stesso sia amministrato da un Consiglio di Amministrazione composto
da 11 membri.
Il Consiglio di Amministrazione della Società coerentemente con quanto previsto dalle disposizioni di
vigilanza è composto da un numero di membri tale da garantire adeguata dialettica interna
nell’assunzione delle decisioni, assicurando, secondo criteri di proporzionalità, una equilibrata ripartizione
tra componenti esecutivi e non esecutivi. La composizione dell’organo è inoltre ispirata a principi di
funzionalità, evitando un numero pletorico di componenti.
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Di seguito si riporta l’elenco dei componenti del Consiglio di Amministrazione alla data del 31.12.2016
con l’indicazione del numero e della tipologia di incarichi detenuti da ciascuno in altre società o enti.
Cognome e Nome Carica sociale Numero di
altri incarichi
Società/Ente Tipologia
Bocchese
Alessandro
Presidente Consiglio di Amministrazione
6 DENTAL CARE SRL
FBS SRL – SOC. UNIPERSONALE
GOLF CLUB ASIAGO SPA
I.G.I. SCARL
MAGLIFICIO MILES SPA
MILES SPA
Amm.re Unico
Consigliere
Consigliere
Consigliere
Amm.re Delegato
Amm.re Delegato
Crosara Carlo Vice Presidente Consiglio di Amministrazione
1 CREDIT AGRICOLE LEASING ITALIA SRL
Consigliere
Arnaboldi Riccardo Consigliere 2 HIP – MITSU SRL MITSU SRL
Presidente CdA Amm.re Unico
Ballin Franco Consigliere 7 ACRIB SERVIZI SRL
B.Z. MODA SRL
BALLIN FRANCO E C. SRL
CANAL GRANDE SRL
MAESTRI CALZATURIERI DEL BRENTA
POLITECNICO CALZATURIERO SCARL
SIVE FORMAZIONE SRL
Consigliere
Amm.re Unico
Amm.re Unico
Amm.re Unico
Consigliere
Presidente CdA
Consigliere
Barbini Luca Consigliere 9 DOLOMITI DERIVAZIONI SRL
FEINAR E.D.O. SRL
FI.VE. FINANZIARIA VENETA SRL
GATTINONI LICENSING SRL
LGM S.S. DI LUCA BARBINI & C.
PIAVE MAITEX SRL
REVIVISCAR SRL
I.M.I.S.A. SPA
ZENITH SPA IN LIQUIDAZIONE
Consigliere
Presidente CdA
Presidente CdA
Amm.re Unico
Socio Amm.re
Presidente CdA
Presidente CdA
Sindaco effettivo
Sindaco effettivo
Busin Tiziano Consigliere 17 2045 TECH SRL
ASSINDUSTRIA SERVIZI SRL
BIO – HOLDING SRL
BIOVALLEY INVESTMENTS SPA
DOLOMITI SRL
FANTIC MOTOR SRL
G.T.A. MODA SPA
HELIV GROUP SRL
HIZEDFIN SRL
HORENTEK SRL
M31 SPA
SARTORIA PADOVANA SRL
VBB HOLDING SRL
VEMETAL SRL
Consigliere Del.
Presidente CdA
Amm.re Unico
Consigliere
Amm.re Unico
Presidente CdA
Consigliere Del.
Consigliere
Amm.re Unico
Consigliere
Consigliere
Amm.re Unico
Presidente CdA
Presidente CdA
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
13
VENETRONIC SRL
VENETWORK SPA
VENICE BY BOAT SRL
Presidente CdA
Consigliere Del.
Presidente CdA
De Franceschi
Onorio
Consigliere 1 IMPRESA DE FRANCESCHI SRL DI GEOM. ONORIO & MATTEO
Presidente CdA
Faggion Alberto Consigliere 17 BANCA SAN BIAGIO DEL VENETO ORIENTALE
CA’ DEL BOSCO SRL – SOC. AGRICOLA
EUROCOSTRUZIONI 2000 SRL
FONDAZIONE MARZOTTO
LA VECCHIA SCARL
MULTITECNO SRL
S.M.T. SRL –SOC. AGRICOLA
SANTA MARGHERITA SPA
TENUTE SANTA MARGHERITA SRL –SOC. AGRICOLA
VILLANOVA ENERGIA SRL
VILLANOVA SERVIZI SRL
ZIGNAGO HOLDING SPA
ZIGNAGO IMMOBILIARE SRL
ZIGNAGO POWER SRL
ZIGNAGO SERVIZI SRL
ZIGNAGO VETRO SPA
VETRECO SRL
Consigliere
Procuratore Amm.re Unico
Consigliere
Presidente CdA
Consigliere
Procuratore
Consigliere Del.
Consigliere
Consigliere Del.
Consigliere Del.
Consigliere Del.
Consigliere Del.
Consigliere
Procuratore ad negotia
Procuratore
Presidente Coll. Sindacale
Ferrarini Giorgio Consigliere 5 ABES SRL
ICMQ SPA
IDEAEFFE SRL
ISTITUTO CERTIFICAZIONE E MARCHIO QUALITA’
FERRARINI SRL IN LIQUIDAZIONE
Amm.re Unico
Consigliere
Amm.re Delegato
Consigliere
Liquidatore
Malacart Andrea Consigliere 3 ASSOSERVIZI SRL
INTEMA SRL
SEDICIDODICI SRL
Consigliere
Presidente CdA
Consigliere
Vendraminelli
Antonio
Consigliere 9 ADAPTICA SRL
DV SRL
ITACA SRL
SC&T SRL
SINFONIE TECNOLOGICHE SRL
SOCIETA’ AGRICOLA IL NOCE S.S.
VECOM SRL
ZONA NORD SRL
VENDRAMINELLI ANTONIO E FIGLI DI VENDRAMINELLI AIFO E UMBERTO SAS
Consigliere
Amm.re Delegato
Amm.re Unico
Presidente CdA
Presidente CdA
Socio Amm.re
Presidente CdA
Amm.re Unico
Socio Accomandatario
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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Politica di selezione dei membri del Consiglio di Amministrazione e loro effettive conoscenze,
competenze ed esperienze
L’Assemblea dei soci ha approvato un “Regolamento nomina Amministratori” che, tra l’altro, prevede
quanto segue:
la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste presentate:
a) dal Consiglio di Amministrazione uscente;
b) da tanti soci che rappresentino almeno il 10% del numero dei soci aventi diritto a partecipare
all’assemblea e che risultino iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci.
Confindustria Veneto e Unione Industriali di Pordenone, che hanno promosso e sostenuto la nascita
e lo sviluppo della Società, hanno la facoltà di proporre cinque nominativi;
la maggioranza dei candidati di ciascuna lista è scelta tra i soci o le persone indicate dalle persone
giuridiche socie. I candidati devono essere l’espressione di tutte le province del Veneto e di
Pordenone e rappresentare un’ampia gamma di settori economici del territorio;
la maggioranza degli amministratori è scelta tra i soci o le persone indicate dalle persone giuridiche
socie;
i candidati devono essere in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità, e qualora
applicabili, di indipendenza di cui al D.Lgs. 1° settembre 1993 n. 385 e relativi regolamenti applicativi,
non devono rivestire cariche incompatibili ai sensi dell’art 36 del decreto legge 6 dicembre 2011, n.
201 convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. (c.d. “divieto di interlocking”)
e devono essere in possesso degli ulteriori requisiti stabiliti da altre disposizioni normative applicabili;
i candidati devono altresì essere dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire, esprimere
adeguata conoscenza dell’attività di un confidi, delle dinamiche del sistema economico-finanziario,
della regolamentazione della finanza e, soprattutto, della metodologia di gestione e controllo dei rischi;
i candidati dovranno, una volta eletti, dedicare tempo e risorse adeguate all’assolvimento dell’incarico.
Pertanto gli amministratori sono scelti in base ad esperienza, professionalità e conoscenza; il Consiglio di
Amministrazione, pertanto, accerta il possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità, previsti dall’art.
26 TUB, di tutti i suoi membri e l’insussistenza delle cause di incompatibilità e decadenza.
Flussi informativi sui rischi diretti al Consiglio di Amministrazione
Il Responsabile dell’Area competente provvede a redigere, almeno trimestralmente, i seguenti documenti
e report per il Consiglio di Amministrazione:
- il flusso delle garanzie concesse nel periodo di riferimento rispetto ai volumi programmati per linee di
prodotto;
- la rappresentazione del portafoglio garanzie disaggregato per status (bonis e deteriorato), nonché
per forma tecnica, per banca convenzionata, per provincia e per settore merceologico;
- la migrazione delle componenti del portafoglio garanzie;
- la situazione della tesoreria e componenti del portafoglio titoli per scadenza e tipo di tasso;
- la consistenza dei fondi propri;
- il bilancio e situazione contabile comparata al budget;
- e, semestralmente, il resoconto dei principali rischi di primo e secondo pilastro e dell’autovalutazione
dell’adeguatezza patrimoniale.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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E’ peraltro in corso di predisposizione uno schema delle informazioni relative alle diverse “aree” aziendali,
che verranno considerate ai fini della predisposizione di un c.d. “cruscotto” informativo trimestrale:
- la redditività finanziaria
giacenza di conto corrente, situazione investimenti in titoli e suddivisione degli stessi per
scadenza;
andamento della redditività degli attivi, incluse eventuali Gestioni Patrimoniali;
variazioni riserva AFS;
- le commissioni attive (analisi sullo stock e sui flussi delle garanzie)
- il monitoraggio del portafoglio in bonis
- le rettifiche/riprese di valore (flussi di ingresso a sofferenza e ad inadempienza probabile)
- le controgaranzie richieste, quelle escusse/incassate e quelle divenute inefficaci o decadute
- il livello di adeguatezza patrimoniale calcolato secondo le regole adottate per la predisposizione del
Resoconto ICAAP.
Tali informazioni di carattere “quantitativo” verranno integrate da un aggiornamento relativo a:
analisi delle garanzie concesse per profilo di rischio ai fini Antiriciclaggio;
reclami pervenuti;
cause legali insorte;
resoconto delle attività delegate (riferite al singolo Organo deliberante),
e saranno sinteticamente commentate dai Responsabili d’Area.
Per quanto riguarda le Funzioni di Controllo, la reportistica verso gli organi societari è costituita
principalmente:
- dai Piani delle Attività;
- dalle relazioni periodiche, almeno semestrali;
- dalla Relazione ICAAP;
- dall’Informativa al Pubblico.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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TAVOLA 2: AMBITO DI APPLICAZIONE
Informativa qualitativa
I dati illustrati sono le risultanze e le evidenze del Bilancio di Esercizio al 31 dicembre 2016 di Neafidi
scpa nonché dei flussi segnaletici oggetto di trasmissione a Banca d’Italia.
La Società non è oggetto di consolidamento e non consolida nessuna entità.
TAVOLA 3: FONDI PROPRI
Informativa qualitativa
Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina armonizzata per gli intermediari finanziari
contenuta nel Regolamento (UE) 26.06.2013 n. 575 (CRR – Capital Requirements Regulation) e nella
Direttiva (UE) 26.06.2013 n. 36 (CRD IV – Capital Requirements Directive) che traspongono negli stati
dell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. Basilea 3).
Con l’iscrizione della Società all’Albo Unico di cui all’articolo 106 del TUB, anche gli intermediari finanziari
iscritti, devono rispettare le disposizioni contenute nelle precedenti circolari secondo quanto descritto
nella Circolare della Banca d’Italia 288/2015.
I coefficienti patrimoniali minimi da rispettare per il Confidi, ai sensi dell’art. 92 CRR, risultano essere i
seguenti:
- coefficiente di capitale primario di classe 1 pari al 4,5% (CET1 ratio);
- coefficiente di capitale totale pari al 6% (Total capital ratio).
I fondi propri sono composti dalle seguenti componenti:
1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET 1)
Il Capitale primario di classe 1 della Società è composto, in particolare, dai seguenti elementi positivi e
negativi:
a. il capitale;
b. le riserve;
c. le riserve da valutazione presenti nel prospetto della redditività complessiva (OCI);
d. l’utile di esercizio.
Vi rientrano anche gli impatti generati dal “regime transitorio” sulle voci che compongono il CET1.
2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)
Non sono presenti strumenti di AT1.
3. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)
Il Capitale di classe 2 è composto da eventuali impatti positivi e negativi dovuti all’applicazione del
“regime transitorio”.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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Informativa quantitativa
TAVOLA 3 - I FONDI PROPRI
Voci/valoriImporto
31/12/2016
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione
dei filtri prudenziali61.406.026
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie
B. Filtri prudenziali del CET 1 (+/-) (49.367)
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A+/- B) 61.356.659
D. Elementi da dedurre dal CET1 (8.975)
E. Regime transitorio - impatto su CET1 (+/-) (471.873)
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (C-D+/-E) 60.875.811
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi
da dedurre e degli effetti del regime transitorio
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie
H. Elementi da dedurre dall'AT1 4.074
I. Regime transitorio - impatto su AT1 (+/-) (4.074)
L. Totale Capitale aggiuntivo classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/-I)
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti
del regime transitorio
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie
N. Elementi da dedurre dal T2
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-) 237.974
P. Totale capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) (M-N+/-O) 237.974
Q. Totale fondi propri (F+L+P) 61.113.785
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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TAVOLA 3.1 - RICONCILIAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE - PROSPETTO ANALITICO
Capitale Primario
di classe 1
Capitale
aggiuntivo di
classe 1
Capitale di classe 2
10. Cassa e disponibilità liquide 192
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 82.278.582
60. Crediti 33.632.011
90. Partecipazioni
100. Attività materiali 28.438
110. Attività immateriali 4.900 (4.900)
120. Attività fiscali:
a) correnti 73.974
140. Altre attività 195.166
Totale Attivo 116.213.263 (4.900)
Voci del Passivo e del Patrimonio Netto
10. Debiti 13.122.389
70. Passività fiscali:
a) correnti 46.553
90. Altre passività 29.326.511
100. Trattamento di fine rapporto del personale 1.065.300
110. Fondi per rischi e oneri:
b) altri fondi
120. Capitale 18.618.300 17.718.300
160. Riserve 52.933.481 42.589.354
170. Riserve da valutazione 1.028.640 554.410 237.974
180. Utile (Perdita) d'esercizio 72.089 72.089
Totale Passivo e Patrimonio Netto 116.213.263 60.934.153 237.974
Elementi non individuabili nello stato patrimoniale
Rettifiche regolamentari al CET1 (53.441)
A. Rettifiche di valore supplementari (49.367)
F.Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano il
capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente(4.074)
Rettifiche regolamentari all'AT1
G.Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano il
capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente
Rettifiche regolamentari al T2
H.
Totale 60.875.812 237.974
Valori di bilancio al
31/12/2016Voci dell'Attivo
Importi ricondotti nei fondi propri del confidi
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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TAVOLA 3.2 - INFORMAZIONI SUI FONDI PROPRI NEL REGIME TRANSITORI
Indice Capitale primario di classe 1: strumenti e riserveImporto alla data
dell'informativa
Importi soggetti al
trattamento pre-
Regolamento CRR o
importo residuo
prescritto dal
Regolamento CRR
1 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
1a di cui: azioni ordinarie 17.718.300
1b di cui: riserve sovrapprezzo azioni ordinarie
1c di cui: azioni privilegiate
1d di cui: riserve sovrapprezzo azioni privilegiate
2 Utili non distribuiti 21.067.212
3Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre
riserve)22.548.425
3a Fondi per rischi bancari generali
4
Importo degli elementi ammissibili di cui all'art.484, paragrafo 3, e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva
dal capitale primario di classe 1
4aConferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1 gennaio 2018
5Interessi di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe
1 consolidato)
5aUtili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o
dividendi prevedibili72.089
6 Capitale primario di classe 1 prima delle rettifiche regolamentari 61.406.026
Capitale primario di classe 1: rettifiche regolamentari
7 Rettifiche di valore supplementari (importo negativo) (49.367)
8Attività immateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo
negativo)(4.900)
10
Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura, escluse
quelle derivanti da differenze temporanee (al netto delle relative passività
fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38 par.
3) (importo negativo)
11Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla
copertura dei flussi di cassa
12 Importi negativi risultanti dal calcolo degli importi delle perdite attese
13Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività cartolarizzate
(importo negativo)
14Gli utili o le perdite su passività valutati al valore equo dovuti
all'evoluzione del merito di credito
15 Attività dei fondi pensione a prestazioni definite (importo negativo)
16Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente
direttamente o indirettamente (importo negativo)
17
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente
una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare
artificialmente i fondi propri dell'ente (importo negativo)
18
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente
non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore
alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo
negativo)
19
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o
sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali
soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni
corte ammissibili) (importo negativo)
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
20
20a
Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che possiedono i
requisiti per ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1250%,
quando l'ente opta per la deduzione
20bdi cui: partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario (importo
negativo)
20c di cui: posizioni verso la cartolarizzazione (importo negativo)
20d di cui: operazioni con regolamento non contestuale (importo negativo)
21
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo
superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le
quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3)
(importo negativo)
22 Importo che supera la soglia del 15% (importo negativo)
23
di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente
ha un investimento significativo in tali soggetti
25 di cui: attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee
25a Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo)
25bTributi prevedibili relativi agli elementi del capitale primario di classe 1
(importo negativo)
26Rettifiche regolamentari applicate al capitale primario di classe 1 in
relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR
26aRettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzati ai
sensi degli articoli 467 e 468
26a.1 di cui: plus o minusvalenze su titoli di debito (475.948)
26a.2 di cui: plus o minusvalenze su titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 4.074
26a.3di cui: plusvalenze attività materiali ad uso funzionale rilevate in base al
criterio del valore rivalutato
26a.4di cui: plusvalenze attività immateriali rilevate in base al criterio del valore
rivalutato
26a.5 di cui: plusvalenze cumulate su investimenti immobiliari
26a.6 di cui: plus o minusvalenze su partecipazioni valutate al patrimonio netto
26a.7 di cui: plus o minusvalenze su differenze di cambio
26a.8 di cui: plus o minusvalenze su coperture di investimenti esteri
26a.9 di cui: plus o minusvalenze su attività non correnti in via di dismissione
26b
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale primario di classe 1
in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-
CRR
26b.1 di cui: sterilizzazione utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti
27Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano il
capitale aggiuntivo di classe 1 dell'ente (importo negativo)(4.074)
28Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1
(CET1)(530.215)
29 Capitale primario di classe 1 (CET1) 60.875.811
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti
30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
31di cui: classificati come patrimonio netto ai sensi della disciplina
contabile applicabile
32di cui: classificati come passività ai sensi della disciplina contabile
applicabile
33
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 4, e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva
del capitale aggiuntivo di classe 1
33aConferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1° gennaio 2018
34
Capitale di classe 1 ammissibile incluso nel capitale aggiuntivo di
classe 1 consolidato (compresi gli interessi di minoranza non inclusi
nella riga 5) emesso da filiazioni e detenuto da terzi
35 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva
36Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche
regolamentari
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
21
Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari
37Strumenti propri di capitale aggiuntivo di classe 1 detenuti dall'ente
direttamente o indirettamente (importo negativo)
38
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente
una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare
artificialmente i fondi propri dell'ente (importo negativo)
39
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti direttamente o indirettamente , quando l'ente non ha
un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia
del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
40
Strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente
ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla
soglia del 10% al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
41
Rettifiche regolamentari applicate al capitale aggiuntivo di classe 1 in
relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti
transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolamento
(UE) n. 575/2013 (ossia importi residui CRR)
41a
Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla
deduzione dal capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio
ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) n. 575/2013
41a.1
Quota deducibile delle partecipazioni significative in soggetti del settore
finanziario detenute direttamente da dedurre dall'AT 1 del confidi, ai sensi
dell'art. 472, par. 11
41a.2
Quota deducibile delle partecipazioni non significative in soggetti del
settore finanziario detenute direttamente da dedurre dall'AT 1 del confidi,
ai sensi dell'art. 472, par. 10
41a.3 Quota deducibile delle perdite significative relative all'esercizio in corso
41b
Importi residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla
deduzione dal capitale di classe 2 durante il periodo transitorio ai sensi
dell'articolo 475 del regolamento (UE) n. 575/2013
Di cui voci da dettagliare linea per linea, ad es. partecipazioni incrociate
reciproche in strumenti di capitale di classe 2, investimenti non
significativi detenuti direttamente nel capitale di altri soggetti del settore
finanziario , ecc.
41c
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale aggiuntivo di classe 1
in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-
CRR
41c.1 di cui: filtro perdite non realizzate su titoli di debito
41c.2 di cui: filtro perdite non realizzate su titoli di capitale e quote di O.I.C.R.
41c.3
di cui: filtro pregresso su saldo positivo delle plusvalenze e minusvalenze
cumulate su immobili da investimento al "fair value" e delle minusvalenze
cumulate sugli immobili ad uso funzionale al "fair value"
42Deduzioni ammissibili dal capitale di classe 2 che superano il capitale di
classe 2 dell'ente (importo negativo)
43Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe 1
(AT1)
44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)
45 Capitale di classe 1 (T1 = CET1 + AT1) 60.875.811
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
22
Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti
46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni
47
Importo degli elementi ammissibili di cui all'articolo 484, paragrafo 5, e le
relative riserve sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva
dal capitale di classe 2
47aConferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di
grandfathering fino al 1° gennaio 2018
48
Strumenti di fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2
consolidato (compresi gli interessi di minoranza e strumenti di capitale
aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella 34) emessi da
filiazioni e detenuti da terzi
49 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva
50 Rettifiche di valore su crediti
51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari
Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari
52Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o
indirettamente e prestiti subordinati (importo negativo)
53
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con
l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare
artificialmente i fondi propri dell'ente (importo negativo)
54
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti direttamente o indirettamente, quando l'ente
non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore
alal soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo
negativo)
54a di cui: nuove partecipazioni non soggette alle disposizioni transitorie
54bdi cui: partecipazioni esistenti prima del 1° gennaio 2013 e soggette alle
disposizioni transitorie
55
Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del
settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente ,
quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (al netto di
posizioni corte ammissibili) (importo negativo)
56
Rettifiche regolamentari applicate al capitale di classe 2 in relazione agli
importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori , soggetti a
eliminazione progressiva ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013
(ossia importi residui CRR)
56a
Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione
dal capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi
dell'articolo 472 del regolamento (UE) n. 575/2013
56a.1
Quota deducibile delle partecipazioni significative in soggetti del settore
finanziario detenute direttamente da dedurre dal T 2 del confidi, ai sensi
dell'art. 472, par. 11
56a.2
Quota deducibile delle partecipazioni non significative in soggetti del
settore finanziario detenute direttamente da dedurre dal T 2 del confidi, ai
sensi dell'art. 472, par. 10
56b
Importi residui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione
dal capitale aggiuntivo di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi
dell'articolo 475 del regolamento (UE) n. 575/2013
56b.1
Quota deducibile degli strumenti di AT 1 emessi da soggetti del settore
finanziario nei quali il confidi ha partecipazioni significative detenuti
direttamente, da dedurre dal T 2 del confidi, ai sensi dell'art. 475, par. 4
56b.2
Quota deducibile degli strumenti di AT 1 emessi da soggetti del settore
finanziario nei quali il confidi non ha partecipazioni significative detenuti
direttamente, da dedurre dal T 2 del confidi, ai sensi dell'art. 475, par. 4
56c
Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale di classe 2 in
relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-
CRR
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
23
56c.1 di cui: filtro utili non realizzati su titoli di debito 237.974
56c.2 di cui: utili non realizzati su titoli di capitale e quote di O.I.C.R.
56c.3
di cui: filtro pregresso su saldo positivo delle plusvalenze e minusvalenze
cumulate su immobili da investimento al "fair value" e delle minusvalenze
cumulate sugli immobili ad uso funzionale al "fair value"
56c.4di cui: filtro pregresso sul saldo positivo delle plusvalenze cumulate sugli
immobili ad uso funzionale valutati al "fair value"
57 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 237.974
58 Capitale di classe 2 (T2) 237.974
59 Capitale totale (TC = T1 + T2) 61.113.785
59a
Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a
trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione
progressiva ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013 (ossia importi
residui CRR)
59a.1
di cui: ... elementi non dedotti dal capitale primario di classe 1
(regolamento (UE) n. 575/2013 importi residui) (voci da dettagliare linea
per linea, ad es. attività fiscali differite che si basano sulla redditività
futura al netto delle relative passività fiscali, strumenti propri di capitale
primario di classe 1 detenuti indirettamente , ecc.)
59a.1.1di cui: partecipazioni significative in soggetti del settore finanziario
detenute indirettamente e sinteticamente
59a.1.2di cui: partecipazioni non significative in soggetti del settore finanziario
detenute indirettamente e sinteticamente
59a.1.3di cui: attività fiscali differite basate sulla redditività futura e non rivenienti
da differenze termporanee
59a.1.4di cui: attività fiscali differite basate sulla redditività futura e rivenienti da
differenze temporanee
59a.2
di cui: ... elementi non dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1
(regolamento (UE) n. 575/2013 importi residui) (voci da dettagliare linea
per linea, ad es. partecipazioni incrociate reciproche in strumenti di
capitale di classe 2, investimenti non significativi detenuti direttamente
nel capitale di altri soggetti del settore finanziario , ecc.)
59a.2.1
di cui: strumenti di AT 1 emessi da soggetti del settore finanziario nei
confronti dei quali il confidi detiene partecipazioni significative, detenuti
indirettamente o sinteticamente
59a.2.2
di cui: strumenti di AT 1 emessi da soggetti del settore finanziario nei
confronti dei quali il confidi non detiene partecipazioni significative,
detenuti indirettamente o sinteticamente
59a.3Elementi non dedotti dagli elementi di capitale di classe 2 (regolamento
(UE) n. 575/2013 importi residui)
(voci da dettagliare linea per linea, ad es. strumenti propri di capitale di
classe 2 detenuti indirettamente , investimenti non significativi nel
capitale di altri soggetti del settore finanziario detenuti indirettamente ,
investimenti significativi nel capitale di altri soggetti del settore finanziario
detenuti indirettamente, ecc.)
60 Totale delle attività ponderate per il rischio 64.164.924
Coefficienti e riserve di capitale
61Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo
dell'esposizione al rischio)94,87%
62Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al
rischio)94,87%
63 Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 95,24%
64
Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al
capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92, paragrafo 1, lettera
a), requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di
capitale anticiclica, della riserva di capitale a fronte del rischio sistemico,
della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (riserva di capitale
degli G-Sll o O-SII), in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio)
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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65 di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale
66 di cui: requisito della riserva di capitale anticiclica
67 di cui: requisito della riserva a fronte del rischio sistemico
68
di cui: Riserva di capitale dei Global Systemically lmportant lnstitutions
(G-Sll - enti a rilevanza sistemica a livello globale) o degli Other
Systemical/y lmportant Institutions (O-SII - enti a rilevanza sistemica)
69Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale
dell'importo dell'esposizione al rischio)
Coefficienti e riserve di capitale
72
Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o
indirettamente , quando l'ente non ha un investimento significativo in tali
soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte
ammissibili)
73
Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore
finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente
ha un investimento significativo in tali soggetti (importo inferiore alla
soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili)
75
Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo
inferiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le
quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3)
Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di
classe 2
76
Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione
alle esposizioni soggette al metodo standardizzato (prima
dell'applicazione del massimale)
77Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di
classe 2 nel quadro del metodo standardizzato
78
Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di classe 2 in relazione
alle esposizioni soggette al metodo basato sui rating interni (prima
dell'applicazione del massimale)
79Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di
classe 2 nel quadro del metodo basato sui rating interni
Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile
soltanto tra Il 1° gennaio 2013 e Il 1° gennaio 2022)
80Attuale massimale sugli strumenti di capitale primario di classe 1
soggetti a eliminazione progressiva
81Importo escluso dal capitale primario di classe 1 in ragione del
massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
82Attuale massimale sugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1
soggetti a eliminazione progressiva
83Importo escluso dal capitale aggiuntivo di classe 1 in ragione del
massimale (superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
84Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a
eliminazione progressiva
85Importo escluso dal capitale di classe 2 in ragione del massimale
(superamento del massimale dopo i rimborsi e le scadenze)
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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TAVOLA 4: REQUISITI PATRIMONIALI
Informativa qualitativa
La misurazione dei rischi in ottica attuale, prospettica ed in ipotesi di stress (cosiddetto capitale interno
relativo ai singoli rischi e capitale interno complessivo) e del capitale complessivo deve avvenire nel
rispetto delle regole al riguardo deliberate dagli Organi competenti.
In tale contesto, l’unità deputata al controllo rischi provvede, sulla base delle informazioni fornite dalle
unità responsabili dei processi per la misurazione dei rischi, a verificare l’effettiva misurazione dei rischi e
le metodologie adottate rispetto a quelle disciplinate nei regolamenti dei processi per la
misurazione/valutazione dei rischi stessi.
In sintesi, per l’applicazione dei predetti criteri occorre svolgere le seguenti attività:
a. verifica della misurazione dei rischi di primo pilastro nelle diverse ottiche (attuale, prospettico ed in
ipotesi di stress);
b. verifica della misurazione/valutazione dei rischi di secondo pilastro nelle diverse ottiche (attuale,
prospettico ed in ipotesi di stress);
c. verifica della misurazione del capitale (attuale, prospettico).
La valutazione dei rischi non misurabili previsti nel processo ICAAP è svolta con modalità valutative e
tramite attività di gestione e mitigazione dei rischi stessi.
Per la valutazione dell’adeguatezza attuale viene presa in esame la situazione economico-finanziaria
della Società alla data di riferimento. Mentre, al fine di garantire una valutazione del profilo di rischio e di
adeguatezza patrimoniale nella sostanza coerente con l’evoluzione strategica pianificata, i calcoli
prospettici ai fini ICAAP sono sviluppati sulla base delle assunzioni e delle previsioni definite nel Piano
Strategico in corso di validità o nel Budget.
Per la valutazione dell’adeguatezza in “ipotesi di stress” la Società ha effettuato le prove di stress con
riferimento ai rischi maggiormente rilevanti:
1. per la misurazione del capitale interno a fronte dei rischi di credito in ipotesi di stress la
Società ha ipotizzato una migrazione del 20% del portafoglio lordo in bonis (imprese e dettaglio)
al portafoglio deteriorato. Di conseguenza, in ipotesi di stress, sono diminuiti i requisiti prudenziali
sui due portafogli regolamentari, a fronte di un aumento delle esposizioni deteriorate. Si
sottolinea che, affinchè lo scenario di stress producesse i suoi effetti sul requisito patrimoniale,
sono state considerate le esposizioni lorde;
2. per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione in ipotesi di
stress, lo stress test adottato dalla Società ha definito uno scenario avverso ipotizzando, a parità
di ammontare del portafoglio di esposizioni verso imprese, di ridurre del 20% la popolazione delle
imprese garantite;
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
26
3. per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse, la Società
ha verificato, in coerenza con la metodologia semplificata di calcolo utilizzata, la capacità di
fronteggiare deflussi imprevisti nell’ipotesi di uno scenario particolarmente avverso, costituito
dall’incremento del 50% dello shock della curva dei tassi pari a 200 punti base che quindi
diventano 300 punti base.
L’autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale è realizzata tenendo conto dei risultati distintamente
ottenuti con riferimento alla misurazione dei rischi e del capitale in ottica attuale, prospettica e in ipotesi di
stress su valori attuali e prospettici.
L’esito dell’autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale è sintetizzato in un giudizio qualitativo (in
seguito anche “giudizio di adeguatezza”) con riferimento alla situazione aziendale relativa alla fine
dell’ultimo esercizio chiuso e alla fine dell’esercizio in corso (ottica attuale e prospettica).
La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale e la formulazione del relativo giudizio si basano sui
seguenti indicatori:
a) Coefficiente di Capitale di Classe 1 (Tier 1 Capital Ratio) in rapporto ai requisiti patrimoniali
obbligatori;
b) Coefficiente di Capitale Totale (Total Capital Ratio) in rapporto ai requisiti patrimoniali obbligatori.
Per ciascun indicatore, sulla base dei valori assunti in ottica attuale e prospettica e delle soglie di
valutazione definite, viene formulato uno specifico “giudizio di adeguatezza” come di seguito articolato:
adeguato, parzialmente adeguato, in prevalenza adeguato, inadeguato.
Informativa quantitativa
Si riporta in questa sezione il valore dei requisiti patrimoniali regolamentari determinati a fronte del rischio
di credito e di controparte e del rischio operativo nonché le risorse patrimoniali a copertura dei rischi
indicati. Inoltre vengono riportati i coefficienti patrimoniali rappresentati dal “CET 1 capital ratio e dal
“Total capital ratio”.
Con riferimento al rischio di credito e di controparte, nella tavola sottostante viene riportato il requisito
patrimoniale di ciascuna classe regolamentare di attività secondo quanto previsto per la metodologia
standardizzata.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
27
TAVOLA 4. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE - METODOLOGIA STANDARDIZZATA
Portafogli Regolamentari
Requisito
patrimoniale
rischio di credito
31/12/2016
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 6.342
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali
Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico 10.027
Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo
Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 507.420
Esposizioni verso o garantite da imprese 285.983
Esposizioni al dettaglio 1.037.736
Esposizioni in stato di default 866.796
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 29.389
Esposizioni in strumenti di capitale 238.642
Altre esposizioni 13.416
Totale requisito 2.995.751
I requisiti patrimoniali determinati a fronte del rischio operativo sono:
TAVOLA 4.1. RISCHIO OPERATIVO
Descrizione Anno Importo
Indicatore rilevante 2014 7.909.054
Indicatore rilevante 2015 5.320.342
Indicatore rilevante 2016 3.850.069
Media indicatore rilevante triennio 2014/2016 5.693.155
Requisito patrimoniale regolamentare 853.973
RISCHIO OPERATIVO
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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TAVOLA 4.2. REQUISITI PATRIMONIALI: RIEPILOGO
Importi non
ponderati
Importi
ponderati/requisiti
Importo 31/12/2016 Importo 31/12/2016
A. ATTIVITÀ DI RISCHIO 194.712.113 49.929.190
A.1 Rischio di credito e di controparte
1. Metodologia standardizzata 194.712.113 49.929.190
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base
2.2 Avanzata
3. Cartolarizzazioni
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
B.1 Rischio di credito e di controparte 2.995.751
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito
B.3 Rischio di regolamento
B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard
2. Modelli interni
3. Rischio di concentrazione
B.5 Rischio operativo 853.973
1. Metodo base 853.973
2. Metodo standardizzato
3. Metodo avanzato
B.6 Altri requisiti prudenziali
B.7 Altri elementi del calcolo
B.8 Totale requisiti prudenziali 3.849.724
64.164.924
64.164.924
94,87%
C.3 Capitale di classe 1 / Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 94,87%
95,24%C.4 Totale fondi propri / Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
Categorie/Valori
C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate
C.2 Capitale primario di classe 1 / Attività di rischio ponderate (CET 1 capital ratio)
TAVOLA 5: ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE
Informativa qualitativa
Il rischio di controparte configura una particolare tipologia di rischio creditizio che insiste, in particolare,
sugli strumenti derivati finanziari e creditizi e sulle operazioni attive e passive di pronti contro termine e di
prestito di titoli.
Attualmente la Società non risulta esposto al rischio anzidetto.
TAVOLA 6: RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI
Informativa qualitativa
A partire dal 1° gennaio 2015 sono state riviste le definizioni delle categorie di crediti deteriorati da parte
della Banca d’Italia.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
29
Tale revisione si è resa necessaria al fine di adeguare le classi di rischio precedentemente in vigore alla
definizione di “Non Performing Exposure” (NPE), introdotta dall’Autorità Bancaria Europea (“EBA”) con
l’emissione dell’Implementing Technical Standards (“ITS”), EBA/ITS /2013/03/rev1, del 24 luglio 2014.
Nella determinazione delle rettifiche di valore la società adotta le seguenti metodologie:
a) Crediti
Ad ogni chiusura di bilancio i crediti in portafoglio sono sottoposti ad impairment test, per verificare se
ricorrono evidenze sintomatiche dello stato di deterioramento della solvibilità dei debitori.
L’impairment test sui crediti si articola in valutazioni specifiche, finalizzate all’individuazione dei singoli
crediti deteriorati (impaired) ed alla determinazione delle relative perdite di valore.
I crediti sottoposti a valutazione analitica secondo la normativa di vigilanza si suddividono nelle seguenti
categorie:
- sofferenze: crediti verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente
equiparabili;
- inadempienze probabili: crediti verso soggetti per i quali si giudica improbabile l’adempimento
integrale delle proprie obbligazioni creditizie, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione di
garanzie;
- esposizioni scadute deteriorate: esposizioni scadute da oltre 90 giorni.
I criteri per la determinazione del valore recuperabile dei crediti si basano sull’attualizzazione dei flussi
finanziari attesi per capitale ed interessi, al netto degli oneri di recupero e di eventuali anticipi ricevuti; ai
fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati
dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da
applicare. In assenza di modelli per il calcolo del tasso di rendimento interno, il tasso di attualizzazione
utilizzato è l’IRS (Interest rate swap), considerato a scadenze coerenti con le previsioni temporali di
recupero.
Tutti i crediti problematici sono rivisti ed analizzati ad ogni chiusura periodica di bilancio. Ogni
cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una
variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di
Conto Economico 100 a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie”.
Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza di recupero
dello stesso, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di
Conto Economico una ripresa di valore.
La svalutazione per perdite su crediti è iscritta come una riduzione del valore contabile del credito.
b) Garanzie
Le garanzie rilasciate sono classificate nelle seguenti classi in base alla qualità creditizia e alle condizioni
di solvibilità dei relativi debitori:
- esposizioni “in bonis”: esposizioni verso soggetti che non evidenziano stati di irregolarità;
- esposizioni scadute deteriorate: esposizioni scadute da oltre 90 giorni e non riconducibili in
nessuna delle precedenti categorie di esposizioni deteriorate;
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 ____________________________
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- inadempienze probabili: esposizioni verso soggetti per i quali si giudica improbabile
l’adempimento integrale delle proprie obbligazioni creditizie, senza il ricorso ad azioni quali
l’escussione di garanzie;
- sofferenze: esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente
equiparabili.
Per ogni classificazione si procede ad una valutazione collettiva o analitica, per porre in evidenza
eventuali perdite di valore e, di conseguenza, dare luogo a rettifiche/riprese di valore da imputare a Conto
Economico.
Le esposizioni “in bonis” e “scadute deteriorate” sono sottoposte alla valutazione di una perdita di valore
collettiva. Le percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi
osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente per tale
categoria di garanzie. Tali esposizioni vengono iscritte al maggiore tra l’importo determinato secondo
quanto previsto dallo IAS 37 e il loro fair value, corrispondente alle commissioni riscosse anticipatamente,
di competenza degli esercizi successivi, determinata con il metodo del pro rata temporis (IAS18). Se
quest’ultimo importo, incrementato di eventuali rettifiche di valore rilevate in passato, risulta inferiore al
primo (perdite attese), si provvede ad integrare l’importo contabilizzando una rettifica di valore pari alla
differenza dei due importi; in caso contrario non si rilevano rettifiche di valore o si registrano riprese di
valore nel limite delle rettifiche effettuate in precedenza ed ancora contabilizzate.
Le “inadempienze probabili” e le esposizioni a “sofferenza” vengono valutate in modo analitico: tale
valutazione rappresenta di fatto la migliore stima di perdita per adempiere all’obbligazione, come previsto
dallo IAS 37. Essa tiene conto di considerazioni sulla probabilità di mancato recupero del credito
conseguente all’escussione della garanzia.
Le rettifiche di valore complessive, registrate nel tempo ed ancora in essere, sono allocate nella voce 90
“Altre passività”.
Le perdite di valore da “impairment” o le eventuali riprese di valore delle garanzie rilasciate sono riflesse
nel Conto Economico alla voce 100 “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre
operazioni finanziarie”, in contropartita a passività iscritte nella voce 90 “Altre passività” dello Stato
Patrimoniale.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 _______________________________________________________________________
31
Informativa qualitativa
TAVOLA 6.1. DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO PER PORTAFOGLI REGOLAMENTARI E TIPOLOGIA DI
ESPOSIZIONI
Portafogli Regolamentari/Tipologie di esposizioniAttività di rischio per
cassa
Garanzie
rilasciate ed
impegni
Totale Media
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 72.501.403 24.517.142 97.018.545 102.517.386
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali 44.216 622.206 666.422 829.053
Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico 167.131 167.131 154.499
Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo 109.376 109.376 2.387.780
Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 19.110.591 19.110.591 20.024.136
Esposizioni verso o garantite da imprese 3.184.334 2.179.573 5.363.907 27.656.953
Esposizioni al dettaglio 40.483.741 40.483.741 23.197.859
Esposizioni in stato di default 5.007.175 13.835.640 18.842.815 26.100.599
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 489.814 489.814 372.453
Esposizioni in strumenti di capitale 3.977.374 3.977.374 994.343
Altre esposizioni 11.616.949 11.616.949 8.382.905
Totale esposizioni 116.208.363 81.638.302 197.846.665 212.617.966
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TAVOLA 6.2. DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI
BILANCIO RIPARTITE PER TIPOLOGIA DI ESPOSIZIONI
Portafogli Regolamentari/Tipologie di
esposizioni
Attività di rischio
per cassa
Garanzie
rilasciate ed
impegni
Totale
Italia 111.838.664 81.631.924 193.470.588
Altri paesi europei 3.873.149 6.378 3.879.527
Resto del mondo 496.550 496.550
Totale esposizioni 116.208.363 81.638.302 197.846.665
TAVOLAN 6.3. DISTRIBUZIONE PER SETTORE ECONOMICO DELLA CONTROPARTE DELLE
ESPOSIZIONI DETERIORATE ED IN BONIS
di cui PMI di cui PMI
Attività di rischio per cassa 72.316.482 24.730.247 17.973.083 1.831.755 1.188.551 116.208.363
Garanzie rilasciate ed impegni 33.333 81.014.967 72.842.653 590.002 559.718 81.638.302
Totale esposizioni 72.316.482 24.763.580 98.988.050 74.674.408 1.778.553 559.718 197.846.665
Totale
Imprese
Esposizioni/controparti
Ammnistrazioni
pubbliche e Banche
centrali
Intermediari vigilati e
Banche multilaterali di
sviluppo
Altri soggetti
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33
TAVOLA 6.4. DISTRIBUZIONE TEMPORALE PER DURATA RESIDUA CONTRATTUALE DELLE ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE
A v
ista
Da
olt
re 1
gio
rno
a 7
gio
rni
Da
olt
re 7
gio
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15
gio
rni
Da
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15
gio
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Da
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Da
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no
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5 a
nn
i
Olt
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an
ni
Du
rata
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ete
rmi
na
ta
A.1 Titoli di Stato 1.395 388.614 10.436.848 16.068.392 16.856.000 5.874.000 21.662.735
A.2 Altri Titoli di debito 489.814 9.818 330.815 367.267 110.547 858.399 2.220.056 6.263.380
A.3 Finanziamenti 17.343.487 958.840 1.505.643 2.897.447 6.610.964 4.651.707
A.4 Altre attività 471.263
Passività per cassa
B.1 Debiti verso:
- Banche
- Enti finanziari
- Clientela 13.122.389
B.2 Titoli di debito
B.3 Altre passività
Operazioni "fuori bilancio"
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 386.991 3.662.078 49.908 6.235.352 12.583.431 5.765.535 3.578.898
C.6 Garanzie finanziarie ricevute 3.846.807 2.927.736 2.879.019
Voci/Scaglioni temporali
Attività per cassa
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 _______________________________
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TAVOLA 6.5. ESPOSIZIONI CREDITIZIE VERSO CLIENTELA: VALORI LORDI E NETTI (2016)
Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
Da oltre 6 mesi
fino a 1 annoOltre 1 anno
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze 1.280.343 2.456.370 28.370.321 (15.551.543) 16.555.491- di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
b) Inadempienze probabili- di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
c) Esposizioni scadute deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
d) Esposizioni scadute non deteriorate- di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
e) Altre esposizioni non deteriorate 74.878.511 74.878.511 - di cui: esposizioni oggetto di
concessioni
Totale A 1.280.343 2.456.370 28.370.321 74.878.511 (15.551.543) 91.434.002
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate 26.454.005 (17.829.718) 8.624.287
b) Non deteriorate 62.454.049 (2.985.278) 59.468.771
Totale B 26.454.005 62.454.049 (17.829.718) (2.985.278) 68.093.058
Totale (A + B) 27.734.348 2.456.370 28.370.321 137.332.560 (33.381.261) (2.985.278) 159.527.060
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lordaRettifiche di
valore
specifiche
Rettifiche di
valore di
portafoglio
Esposizione
nettaAttivita' deteriorate
Attività non
deteriorate
TAVOLA 6.6. ESPOSIZIONI CREDITIZIE VERSO BANCHE ED ENTI FINANZIARI: VALORI LORDI E
NETTI (2016)
Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
Da oltre 6 mesi
fino a 1 annoOltre 1 anno
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
b) Inadempienze probabili
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
c) Esposizioni scadute deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
d) Esposizioni scadute non deteriorate
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
e) Altre esposizioni non deteriorate 24.695.007 (738.230) 23.956.777
- di cui: esposizioni oggetto di concessioni
Totale A 24.695.007 (738.230) 23.956.777
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate
b) Non deteriorate
Totale B
Totale (A + B) 24.695.007 (738.230) 23.956.777
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lordaRettifiche di
valore
specifiche
Rettifiche di
valore di
portafoglio
Esposizione
nettaAttivita' deteriorate
Attività non
deteriorate
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TAVOLA 6.7. DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE PER CASSA E FUORI BILANCIO PER SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA DELLA
CONTROPARTE
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
Esposizione
lorda
Rettifiche di
valore
complessive
Esposizione
netta
A. ESPOSIZIONI PER CASSA
a) Sofferenze 31.969.132 (15.415.269) 16.553.863 137.902 (136.274) 1.628
b) Indadempienze probabili
c) Esposizioni scadute deteriorate
d) Esposizioni scadute non deteriorate
e) Altre esposizioni non deteriorate 72.483.613 72.483.613 24.695.007 (738.230) 23.956.777 2.394.898 2.394.898
Totale A 72.483.613 72.483.613 24.695.007 (738.230) 23.956.777 34.364.030 (15.415.269) 18.948.761 137.902 (136.274) 1.628
B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Sofferenze 23.353.590 (16.379.774) 6.973.816 74.351 (74.351)
b) Indadempienze probabili 2.898.246 (1.314.285) 1.583.961 118.476 (60.532) 57.944
c) Esposizioni scadute deteriorate 9.341 (776) 8.565
d) Esposizioni scadute non deteriorate
d) Non deteriorate 61.919.996 (2.949.764) 58.970.232 534.053 (35.513) 498.540
Totale B 88.181.173 (20.644.599) 67.536.574 726.880 (170.396) 556.484
Totale (A + B) 72.483.613 72.483.613 24.695.007 (738.230) 23.956.777 122.545.203 (36.059.868) 86.485.335 864.782 (306.670) 558.112
Esposizionie controparte
Amministrazioni pubbliche, Banche centrali, Enti
senza scopo di lucro
Intermediari vigilati e Banche multilaterali di
sviluppoImprese Famiglie
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TAVOLA 6.8. DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO PER AREA
GEOGRAFICA DELLA CONTROPARTE
La Società opera quasi esclusivamente nel Nord-est, prioritariamente in Veneto e nella provincia di
Pordenone.
TAVOLA 6.9. ESPOSIZIONI CREDITIZIE PER CASSA E FUORI BILANCIO DETERIORATE:
DINAMICA DELLE RETTIFICHE DI VALORE COMPLESSIVE
Causali/Categorie
1. Rettifiche complessive iniziali 14.104.452 19.317.912 31.252
2. Variazioni in aumento 5.128.661 3.829.294 127.379
2.1 Rettifiche di valore 974.285 3.692.532 127.379
2.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 136.762
2.3 Altre variazioni in aumento 4.154.376
3. Variazioni in diminuzione (3.681.571) (5.318.264) (157.856)
3.1 Riprese di valore da valutazione (554.141) (1.709.631) (90.465)
3.2 Riprese di valore da incasso
3.3 Cancellazioni (3.120.228)
3.2 Trasferimenti a altre categorie di esposizioni deteriorate (3.608.633) (60.557)
3.4 Altre variazioni in diminuzione (7.201) (6.834)
4. Rettifiche complessive finali 15.551.543 17.828.942 776
Esposizioni
deteriorate
per cassa
Esposizioni
deteriorate
per firma
Esposizioni
scadute deteriorate
per firma
TAVOLA 7: USO DELLE ECAI
Informativa qualitativa
Le disposizioni di vigilanza prudenziale relative al computo del requisito patrimoniale sui rischi di credito e
di controparte secondo la “metodologia standardizzata” consentono di determinare i fattori di pondera-
zione previsti da tale metodologia sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie di
rating (“External Credit Assessment Institutions - ECAI”) o da agenzie per il credito all’esportazione
(“Export Credit Agencies - ECA”) riconosciute dalle competenti autorità di vigilanza.
Le suddette valutazioni esterne del merito creditizio rilevano anche per identificare, nell’ambito delle
tecniche di mitigazione del rischio di credito, le garanzie reali e personali ammissibili per il computo del
requisito patrimoniale sul medesimo rischio. Pertanto, conformemente a quanto prescritto dalle richiama-
te disposizioni, la Società ha deciso, con riferimento ai “portafogli regolamentari” di esposizioni creditizie
indicati nella seguente tabella, di far ricorso all’utilizzo di valutazioni esterne del merito creditizio delle
agenzie riconosciute a fianco degli stessi riportate.
Portafoglio regolamentare ECAI/ECA Caratteristiche del rating
Amministrazioni centrali e banche centrali Fitch ratings Unsolicited
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Informativa quantitativa
TAVOLA 7.1. VALORE DELLE ESPOSIZIONI PRIMA DELL'APPLICAZIONE DELLE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO (CRM)
0% 20% 50% 75% 100% 150%
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 72.346.240 72.346.240
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali 44.216 44.216
Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico 167.131 167.131
Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo 109.376 109.376
Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 19.110.591 13.129.480 300.030 5.681.081
Esposizioni verso o garantite da imprese 6.050.032 306.271 5.743.761
Esposizioni al dettaglio 61.048.687 7.273.892 53.774.795
Esposizioni in stato di default 31.144.858 5.965.080 12.002.791 13.176.987
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 489.814 489.814
Esposizioni in strumenti di capitale 3.977.374 3.977.374
Altre esposizioni 223.796 192 223.604
Totale esposizioni 194.712.115 99.130.531 44.216 300.030 53.774.795 28.285.556 13.176.987
Portafogli Regolamentari/Tipologie di esposizioni TotaleFattore di Ponderazione
TAVOLA 7.2. VALORE DELLE ESPOSIZIONI DOPO L'APPLICAZIONE DELLE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO (CRM)
0% 20% 50% 75% 100% 150%
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 97.018.545 97.018.545
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali 666.422 666.422
Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico 167.131 167.131
Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo 109.376 109.376
Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 19.110.591 13.129.480 300.030 5.681.081
Esposizioni verso o garantite da imprese 5.171.707 306.271 4.865.436
Esposizioni al dettaglio 37.541.391 7.273.892 30.267.499
Esposizioni in stato di default 18.842.815 5.965.080 9.740.020 3.137.715
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 489.814 489.814
Esposizioni in strumenti di capitale 3.977.374 3.977.374
Altre esposizioni 11.616.949 11.393.344 223.605
Totale esposizioni 194.712.115 122.066.508 13.795.902 300.030 30.267.499 25.144.461 3.137.715
Portafogli Regolamentari/Tipologie di esposizioni TotaleFattore di Ponderazione
La Società non ha esposizioni dedotte dai fondi propri.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 __________________________
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TAVOLA 8: RISCHIO OPERATIVO
Informativa qualitativa
Per la misurazione del requisito patrimoniale sul rischio operativo la Società ha adottato il metodo base
(“Basic Indicator Approach” - BIA).
Tale metodologia prevede che il requisito patrimoniale sia calcolato applicando un coefficiente
regolamentare (15%) al margine di intermediazione.
Con riferimento al 31.12.2016 il requisito per il rischio operativo è commisurato a 854 mila euro.
Informativa quantitativa
TAVOLA 8.1. RISCHIO OPERATIVO
Descrizione Anno Importo
Indicatore rilevante 2014 7.909.054
Indicatore rilevante 2015 5.320.342
Indicatore rilevante 2016 3.850.069
Media indicatore rilevante triennio 2014/2016 5.693.155
Coefficiente di ponderazione 15%
Requisito patrimoniale regolamentare 853.973
RISCHIO OPERATIVO
TAVOLA 9: ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI
NEGOZIAZIONE
Informativa qualitativa e quantitativa
Gli strumenti di capitale detenuti dalla Società non si configurano come partecipazioni di controllo né di
collegamento. Al 31.12.2016 tali strumenti risultano pari a 30 mila euro e rappresentano esposizioni non
quotate su un mercato attivo. In particolare sono rappresentati da:
- una quota pari al 12% nel capitale di Intergaranzia Italia Società Consortile a responsabilità
limitata (i.G.I. Scrl);
- una quota dell’1% nel capitale di EU.RA Europe Rating Spa;
- una quota inferiore all’1% nel capitale di VE.GA – Parco Scientifico Tecnologico di Venezia
S.c.ar.l.
In aggiunta la Società detiene quote di OICR per 489 mila euro.
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 __________________________
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TAVOLA 10: ESPOSIZIONI AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE NON INCLUSE NEL
PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE
Informativa qualitativa
Il rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario si configura come il rischio di incorrere in perdite
nelle posizioni allocate in tale portafoglio dovute alle avverse fluttuazioni dei tassi interesse di mercato.
Esso si riferisce ai vari strumenti finanziari dell’attivo e del passivo, diversi da quelli del portafoglio di
negoziazione, sensibili alle variazioni dei tassi di interesse (titoli di debito dei portafogli delle "attività
finanziarie disponibili per la vendita" e delle "attività finanziarie detenute sino alla scadenza", crediti e
raccolta).
Per la misurazione del rischio di tasso di interesse insito nelle attività e passività del portafoglio bancario
è stata adottata, nell’ambito dell’ICAAP, la “metodologia semplificata” prevista dalle vigenti disposizioni di
vigilanza in materia.
L’esposizione dalla Società al rischio di tasso d’interesse e il relativo indice di rischiosità vengono
calcolati con frequenza annuale.
Informativa quantitativa
TAVOLA 10.1. CAPITALE INTERNO E INDICE DI RISCHIOSITA’
Vita residua Attività Passività Posizione NettaFattore di
ponderazione
Importo
ponderato
a vista e/o a revoca 16.990.589 13.122.389 3.868.200 0,00
fino a un mese 1.575.099 1.575.099 0,08 1.260
da oltre 1 mese a 3 mesi 8.781.971 8.781.971 0,32 28.102
da oltre 3 mesi a 6 mesi 30.898.394 30.898.394 0,72 222.468
da oltre 6 mesi a 1 anno 4.081.025 4.081.025 1,43 58.359
da oltre 1 anno a 2 anni 5.275.266 5.275.266 2,77 146.125
da oltre 2 anni a 3 anni 14.019.893 14.019.893 4,49 629.493
da oltre 3 anni a 4 anni 3.880.875 3.880.875 6,14 238.286
da oltre 4 anni a 5 anni 3.627.986 3.627.986 7,71 279.718
da oltre 5 anni a 7 anni 2.442.502 2.442.502 10,15 247.914
da oltre 7 anni a 10 anni 17.007.923 17.007.923 13,26 2.255.251
da oltre 10 anni a 15 anni 97.402 97.402 17,84 17.377
da oltre 15 anni a 20 anni 6.711.854 6.711.854 22,43 1.505.469
oltre 20 anni 26,03
115.390.779 13.122.389 102.268.390 113,37 5.629.821
A. Totale capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse 5.629.821
61.113.785
9,21%
B. Fondi propri
C. Indice di rischiosita' (A/B)
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 __________________________
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TAVOLA 11: POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE
Informativa qualitativa
Si tratta, ai fini prudenziali, di operazioni che riguardano una o più attività per le quali si realizzi la
segmentazione (tranching) del profilo di rischio di credito in una o più parti (tranches), le quali hanno un
differente grado di subordinazione nel sopportare le perdite sulle attività cartolarizzate.
Le operazioni alle quali la Società ha preso parte rientrano nella categoria delle cosiddette
“cartolarizzazioni sintetiche”, nelle quali il trasferimento del rischio avviene senza la cessione delle attività
(garanzie), attraverso forme di protezione del credito (fondo monetario), isolando in tal modo la
componente del rischio di credito.
Il perfezionamento di tali operazioni avviene mediante accordi contrattuali che disciplinano specifiche
convenzioni con le Banche beneficiarie delle garanzie, i cui contenuti sono esaminati e validati dal punto di
vista legale e sostanziale dalle funzioni interne e dagli Organi competenti.
Informativa quantitativa
La Società non ha assunto in nessun caso la figura di cedente di crediti cartolarizzati (originator).
TAVOLA 12: POLITICA DI REMUNERAZIONE
Informativa qualitativa
La Società applica il CCNL per i dipendenti delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi per
quanto attiene alla parte cd economico – normativa, con esclusione della parte obbligatoria dello stesso.
Attualmente non sono presenti specifiche policy in materia di remunerazione anche se è in corso di
adozione un sistema di valutazione ed incentivazione del personale dipendente.
Informativa quantitativa
L'informativa richiesta ai sensi dell'art. 450, lett. i) non viene fornita in quanto non sono presenti soggetti
che beneficiano di retribuzione annua pari o superiore ad 1 mln di euro.
L’Assemblea dei Soci, nella riunione del 9 maggio 2016, ha deliberato un compenso spettante ai
componenti del Consiglio di Amministrazione pari a 30.000 euro, delegando allo stesso Consiglio la
ripartizione dell’importo complessivo tra i propri componenti oltre al rimborso delle spese sostenute dagli
stessi nell’espletamento delle loro funzioni.
Il compenso complessivo per il “personale rilevante” per l’esercizio 2016 ammonta a 262.000 euro.
TAVOLA 13: USO DI TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO
Informativa qualitativa
Le vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale permettono di riconoscere, ai fini del calcolo del
requisito patrimoniale sul rischio di credito e di controparte, determinate forme tipiche di tecniche di
III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2016 __________________________
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mitigazione del rischio di credito (CRM). E’ in fase di adozione il “regolamento del processo delle
mitigazione del rischio di credito”.
Le tecniche di CRM riconosciute sono suddivise in due categorie: la protezione del credito di tipo reale
e la protezione del credito di tipo personale. Conformemente agli obiettivi e alle politiche creditizie
definite dalla Società, le tecniche di riduzione del rischio di credito dallo stesso utilizzate sono
rappresentate dalle controgaranzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI e dal Fondo FRIE.
Informativa quantitativa
TAVOLA 13.1. AMMONTARE PROTETTO
Garanzie
PersonaliGaranzie Reali
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 72.346.240
Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali 44.216
Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico 167.131
Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo 109.376
Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 19.110.591
Esposizioni verso o garantite da imprese 6.050.032 878.325 878.325
Esposizioni al dettaglio 61.048.687 23.507.296 23.507.296
Esposizioni in stato di default 31.144.858 908.890 11.393.153 12.302.043
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 489.814
Esposizioni in strumenti di capitale 3.977.374
Altre esposizioni 223.796
Totale esposizioni 194.712.115 25.294.511 11.393.153 36.687.664
Portafogli Regolamentari/Tipologie di esposizioni
Valore
dell'esposzione
ante applicazione
delle CRM
Amontare protetto
Totale