1
Il Bite Funzionale – Valutazione strumentale Riassunto
Le placche o bites occlusali utilizzate da tempo nel trattamento dei disturbi temporo-mandibolari,
hanno fondamentalmente il ruolo di ottenere una posizione mandibolare che sia in armonia
funzionale con il sistema artro-muscolare stomatognatico. Lo studio delle correlazioni occluso-
posturali ha allargato ulteriormente le loro indicazioni quali strumenti di riprogrammazione
posturale generale.
Sebbene in letteratura ne siano state descritte diverse tipologie, nessuna scuola gnatologica ha
sufficientemente considerato nella realizzazione di tali dispositivi, l’influenza che i tessuti molli,
lingua, labbra e guance, esercitano sulla postura e sulla dinamica mandibolare.
Scopo di questo lavoro è quello di valutare attraverso analisi strumentale gli effetti della modifica
della postura linguale sulla posizione mandibolare, sulla distribuzione dei contatti occlusali su
placca gnatologica superiore e inferiore e sulla postura corporea generale. La procedura viene descritta attraverso l’illustrazione di un case report.
Parole chiave Placca occlusale
Pedana posturo-stabilometrica T-scan III
Stimolazioni propriocettive
Summary
Interocclusal devices used since log time in the treatment of temporo-mandibular disorders, have
basically the duty of getting a mandibular position which is in functional harmony with the artro-
muscolar stomatognatic system.
The study of correlations between posture and occlusion further enlarged their indications as
instruments of general postural re-planning.
Although in literature different typologies have been illustrated, no gnatologic school has fairly considered in the realisation of such systems, the influence that soft tissues, tongue, lips and cheeks
exercise on posture and on the mandibular dynamic.
Aim of this work is evaluating though instrumental analysis, effects of the lingual posture’s
modification on the mandibular position, on the occlusal contacts distribution of the gnatologic
superior and inferior splint and on the general body posture.
Practice is described thorough a case report illustration
Key words
Occlusal splint
Posturo-stabilometric platform
T-scan III
Proprioceptive stimulations
2
Introduzione
Le placche occlusali rappresentano ancora oggi il presidio terapeutico più utilizzato nel trattamento
dei disturbi temporo-mandibolari (DTM). In letteratura ne sono descritti diverse tipologie ed i vari
autori ,di volta in volta, attribuisco loro significati ed obbiettivi specifici ( di rilassamento, di
stabilizzazione, ortotiche, di riposizionamento, di decompressione etc. etc. ). Fondamentalmente,
tuttavia, il ruolo primario di qualsiasi dispositivo interocclusale è, o dovrebbe essere, quello di
favorire una posizione e una funzione mandibolare che sia in armonia con il sistema artro-
muscolare stomatognatico. Lo studio delle correlazioni occluso-posturali ha allargato ulteriormente
le loro indicazioni quali strumenti di riprogrammazione posturale generale.
Classicamente si cerca di raggiungere tale obbiettivo attraverso la determinazione di un’ideale
dimensione verticale, di una uniforme e simmetrica distribuzione di contatti occlusali centrici e al ripristino di guide funzionali eccentriche equilibrate.
Allo stato attuale nessun autore o scuola di pensiero ha considerato, nella realizzazione di tali dispositivi, l’influenza che i tessuti molli, lingua, labbra, guance, esercitano sulla postura e sulla
dinamica mandibolare. Numerosi studi hanno approfondito le correlazioni esistenti tra osso ioide, lingua, attività neuro-
muscolare, movimenti mandibolari e funzionalità respiratoria durante la deglutizione . A quest’ultima funzione viene attribuita particolare importanza in relazione al fatto che avviene
sempre in maniera istintiva ed involontaria, mentre la fonetica, la masticazione e la posizione di
riposo mandibolare sono attività neuro-muscolari apprese secondariamente, in relazione
all’acquisizione della postura mandibolare, labiale, faringea, a loro volta funzioni della postura
linguale.
I denti erompono all’interno di un corridoio muscolare formato dalla lingua e dalla muscolatura di
guance e labbra. La loro posizione dipende dal rapporto spaziale con queste strutture ed è il risultato
delle forze antagoniste cui sono sottoposti alla ricerca di un costante equilibrio tra forma e funzione.
Teniamo presente che in deglutizione, secondo Profitt, la pressione linguale è di circa 500 grammi/
cm2, una forza notevole che deve essere controbilanciata da una muscolatura periorale equilibrata.
(1)
La lingua, in particolare, assume un importante ruolo morfogenetico in fase di crescita e un
altrettanto importante ruolo compensatore in fase adulta.
Essa è un volume tridimensionale immodificabile e come tale soggetta alla legge fisica della norma volumetrica. Il concetto di norma volumetrica è applicabile a qualsiasi volume tridimensionale ed
esige che il rapporto tra i parametri euclidei di verticalità, lateralità e antero-posteriorità sia uguale a 1; la variazione di un parametro porta inevitabilmente alla variazione degli altri due.
Alla fine dell’accrescimento craniofacciale la lingua non può che adattarsi alla forma del contenitore che l’accoglie, vale a dire le arcate dentali. I suoi limiti di funzione sono rappresentati
all’equatore dentale, cioè al punto coronale corrispondente alla profondità delle fosse dal quale riceve informazioni propriocettive. (2)
In situazioni patologiche, non lavorando a livello dei suoi limiti fisiologici di funzione, sarà
costretta a deviare la sua postura per assumere un ruolo compensatore e colmare eventuali spazi di
verticalità, anteriorità e lateralità fra le arcate dentali. Ben si conosce ad esempio la sua funzione di
“ bite naturale” nei casi di deficit di dimensione verticale quando s’interpone in deglutizione e non permette alle arcate di raggiungere il rapporto di massima intercuspidazione.
Dunque la lingua rileva la postura dentale e la sua posizione nel cavo orale è rilevata dai denti; si comprende bene come malposizioni dentali possano fornire informazioni sensoriali scorrette, in
disaccordo con quelle provenienti dagli altri recettori del sistema posturale, determinando modifiche nell’informazione di rientro con relativa rielaborazione dei patterns posturo-motori.
Scopo di questo lavoro è quello di valutare attraverso analisi strumentale gli effetti della modifica
della postura linguale sulla posizione mandibolare, sulla distribuzione dei contatti occlusali su
placca gnatologica superiore e inferiore e sulla postura corporea generale.
3
Materiali e Metodi
Le attrezzature utilizzate sono una pedana posturo- stabilometrica ( Correkta, DLMedica Milano )
e un sistema di analisi computerizzata dell’occlusione ( T-scan III, Tek-scan Corporation, Boston )
L’attrezzatura posturo-stabilometrica è costituita da un sistema che offre la possibilità di rilevare ed
elaborare una serie di dati per lo studio delle condizioni posturali e di equilibrio del soggetto, ossia
il rilievo dei carichi sui pilastri di appoggio dei piedi e più precisamente, delle linee di forza che dal
corpo arrivano ai piedi e al suolo.(3,4,5)
E’ possibile indagare due importanti funzioni del corpo che si integrano fra di loro:
1) Le strategie posturali: analizzano la distribuzione dei carichi sui pilastri d’appoggio ed il
loro significato funzionale ( POSTUROMETRIA). In postura ideale, la ripartizione del peso
avviene in eguale misura tra i due piedi. La ripartizione del peso tra i pilastri posteriore,
anteriore e laterale, avviene diversamente in relazione alle abitudini di vita e alle caratteristiche tipologiche del soggetto. (FIG. 1 )
FIG. 1: Posturometria
2) Le condizioni d’equilibrio, localizzando la proiezione al suolo del Baricentro generale e dei
Baricentri dei due piedi e valutando, in un tempo prestabilito ( per convenzione 51,2 sec. ), i modi e i tempi di spostamento degli stessi ( STABILOMETRIA ) (FIG. 2 ). Si analizza:
- Posizione della proiezione al suolo del Baricentro generale: Distanza x-y - Lunghezza delle oscillazioni, Velocità e Superficie occupata ( Statokinesigramma )
- Rappresentazione nel tempo e caratteristiche delle oscillazioni (Stabilogramma)
FIG. 2: Statokinesigramma
E’ importante sottolineare che, con la pedana posturo-stabilometrica, i dati relativi ai carichi sui pilastri di appoggio dei piedi sono derivati in modo esatto, attraverso un modello matematico del
piede e che pure la metodologia d’appoggio dei piedi sulla semi-piattaforma deriva da un calcolo
ingegneristico-matematico
4
Nell’interpretazione dei dati risultanti da questi esami ( e questo vale per tutte le metodiche
strumentali) non è tanto importante la comparazione con i dati statistici rilevati in modo
randomizzato da campioni medi di popolazione considerati normali ( e le apparecchiature non
possono fare altrimenti), quanto le variazioni degli stessi ottenibili in seguito all’introduzione di
inputs recettoriali specifici.
L’analisi occlusale computerizzata si effettua tramite un dispositivo che rileva ed analizza i contatti
occlusali utilizzando dei sensori particolarmente sottili (60 micron) contenenti, tra due fogli di
poliestere giustapposti, uno speciale inchiostro che risponde alla pressione diminuendo la resistenza
elettrica tra fili conduttori di argento incorporati nel sensore. Tale sensore, applicato sull’apposita
forcella del cavo di collegamento, invia i dati ricavati all’unità centrale che li elabora mediante il
proprio software. Esso permette di:
- Registrare i contatti occlusali - Visualizzare i contatti e associarli a denti specifici
- Analizzare i dati, con relazione di forza e tempo dei contatti occlusali visualizzata come immagini con contorni colorati che mostrano:
Massima intercuspidazione (MIC) istantanea Centro di forze
Traiettoria del centro di forze
Le emissioni dei sensori sono registrati del programma e rappresentati sotto forma di tracciati di
aspetto diversificato, in forma bidimensionale ( contorni ) e tridimensionale ( picchi o colonne ) ove
le differenze di colore indicano l’intensità dei contatti, dal più debole (blu) al più forte (rosso).
Il Centro di Forza (COF) indica la posizione della somma dei momenti di forza antero-posteriore e
medio-laterale dei contatti occlusali.
Esso è mostrato in relazione a un doppio bersaglio ellittico il quale rappresenta la posizione ideale
del COF per qualsiasi chiusura in massima intercuspidazione (MIC). L’ellisse interna mostra l’area
entro la quale si trova il COF del 68% della popolazione normale e l’ellisse esterna mostra l’area
dentro la quale si trova il COF del 95% della popolazione normale.
Il centro del bersaglio si trova a circa 31 mm dal piano incisale (6,7,8,9,10)(FIG.3)
FIG.3 : Analisi computerizzata occlusale
L’indiscutibile vantaggio della registrazione dei contatti occlusali attraverso questa apparecchiatura,
rispetto al tradizionale rilevamento ottenibile con l’utilizzo di carte o cere di articolazione, è che
permette di valutare l’intensità dei contatti e soprattutto la loro sequenza temporale in statica ( MIC
o RC ) e in dinamica ( lateralità e protrusiva). Ciò risulta essere estremamente importante nel caso
di dover eseguire un riequilibrio occlusale per sottrazione o addizione.
5
Praticamente l’apparecchiatura esamina l’equilibrio occlusale nello stesso modo in cui la pedana
stabilometrica esamina l’equilibrio posturale generale. Entrambi registrano dei valori statici di
carico ( posturometria e rapporti occlusali in MIC) e le oscillazioni del centro di gravità ( gomitolo
stabilometrico e traiettoria del COF).
In uno dei libri dell’Autore (2) si dimostra come i valori di carico o di oscillazione occlusali e
podalici si compensino vicendevolmente in quanto le variazioni di inputs recettoriali determinano
risposte opposte.
Case report
La paziente è un soggetto femmina di 30 anni affetta da DTM e scoliosi vertebrale.
Viene applicata una placca superiore costituita da una semplice doccia in PVC termostampata e
resina autopolimerizzabile. Si procede quindi alla sua equilibratura con l’ausilio della
strumentazione fino ad ottenere una buona distribuzione dei contatti occlusali delle sole cuspide centriche inferiori. La placca deve essere di tipo “permissive split “ descritto da Dawson (11), cioè a
superficie liscia, non cuspidata, al fine di permettere lo spostamento della mandibola. La FIG. 4 illustra l’analisi T-scan con un ottima distribuzione dei contatti nelle due emiarcate e
conseguente buona posizione del COF, a cui corrisponde a livello posturale, una simmetrizzazione dei carichi podalici con una posizione posteriorizzata del baricentro corporeo.
FIG. 4
L’applicazione di uno spessore in cera di circa 2 mm in regione vestibolare anteriore esteso fino ai
canini determina una posteriorizzazione del COF occlusale e un’anteriorizzazione di quello
posturale ( FIG. 5 )
FIG. 5
In sequenza si vedano le figure con didascalie degli ulteriori esami effettuati.
6
FIG. 6: Bite superiore con spessore vestibolare laterale sinistro. Posteriorizzazione COF occlusale a destra, anteriorizzazione del
baricentro settoriale del piede sinistro
FIG. 7: Bite superiore con spessore
vestibolare laterale destro. Posteriorizzazione COF occlusale a sinistra, lateroflessione destra
corporea
FIG. 8: Bite superiore con spessore palatale mediano. La lingua sente lo stimolo propriocettivo, si abbassa e anteriorizza il COF
occlusale, con precontatti incisivo-canini sinistri . Il baricentro posturale si posteriorizza con conseguente pronazione dei piedi
7
FIG.9: Bite superiore con
spessore palatale laterale destro. La mandibola segue la lingua che si abbassa a destra con
spostamento del COF omolateralmente. Buono l’equilibrio posturale che però mantiene la torsione
basale
FIG. 10: Bite superiore con spessore palatale laterale sinistro. Spostamento COF occlusale a sinistra e in basso, l’equilibrio
posturale esprime la tendenza alla detorsione verso sinistra
FIG.11: Bite superiore associando uno spessore laterale palatale destro e vestibolare sinistro. Stabilizzazione del COF
occlusale e di quello posturale con riduzione della torsione e conseguente aumento delle oscillazioni
verso la correzione.
Si applica quindi un bite inferiore e si procede alla sua equilibratura occlusale. Innanzitutto si nota
(FIG.12) che pur ottenendo una buona distribuzione dei contatti occlusali il COF si situa
posteriormente mentre il baricentro corporeo risulta maggiormente anteriore rispetto alle registrazioni basali effettuate con il bite superiore.
8
FIG. 12
Le figure e didascalie successive illustrano le registrazioni ottenute con le stimolazioni
propriocettive.
FIG. 13. Bite inferiore con spessore
linguale mediano. Spostamento in basso e a sinistra del COF occlusale. Inversione del senso di
torsione e discreto equilibrio posturale
FIG. 14. Bite inferiore con spessore
linguale laterale destro. Decentratamento verso destra del carico occlusale e nuova inversione della torsione posturale.
9
FIG. 15. Bite inferiore con spessore
linguale laterale sinistro. COF decentrato in basso e a sinistra. Tendenza di detorsione posturale con
buon equilibrio.
FIG. 16. Bite inferiore con spessore
vestibolare mediano. COF ancora più decentrato in basso a sinistra e scomparsa della torsione
posturale.
FIG.17. Bite inferiore con spessore
vestibolare laterale destro. Il COF si mantiene in basso a sinistra ma l’equilibrio posturale è
estremamente simmetrico e bilanciato
10
FIG. 18. Bite inferiore con spessore
vestibolare laterale sinistro. Il COF tende a ricentrare ma l’equilibrio posturale si posteriorizza.
Risultati
I risultati delle registrazioni strumentali effettuate su questa paziente possono essere così riassunti:
Bite superiore
� Uno spessore mediano vestibolare posteriorizza la mandibola e anteriorizza la postura
� Uno spessore laterale vestibolare posteriorizza e lateralizza la mandibola controlateralmente
mentre anteriorizza la postura ( baricentro settoriale del piede ) omolateralmente
� Uno spessore mediano palatale anteriorizza la mandibola e posteriorizza la postura
� Uno spessore palatale laterale lateralizza la mandibola e la postura omolateralmente con
pronazione del piede omologo
Bite inferiore
� Uno spessore linguale mediano posteriorizza la mandibola e anteriorizza la postura
� Uno spessore linguale laterale sposta la mandibola omolateralmente e anteriorizza la postura
( baricentro settoriale ) controlateralmente � Lo spessore vestibolare mediano anteriorizza la mandibola e posteriorizza la postura
� Lo spessore laterale vestibolare lateralizza la mandibola controlateralmente e anteriorizza la postura ( baricentro settoriale ) omolateralmente
Discussione e Conclusioni
Il primo dato che emerge dallo studio è che l’utilizzo di una placca applicata nell’arcata superiore piuttosto che nell’inferiore non è indifferente in quanto i loro effetti sull’equilibrio occlusale e
posturale corporeo sono sensibilmente diversi anche in condizioni basali, cioè senza stimolazioni
propriocettive.
L’aggiunte delle stesse in posizione vestibolare e/o palatale-linguale conduce poi a risposte diverse,
talora opposte, sulla postura mandibolare e corporea. Ad esempio un incremento di spessore della
placca in regione vestibolare superiore posteriorizza la mandibola e anteriorizza la postura. La
stessa cosa applicata nella placca inferiore sortisce l’effetto contrario.
Ad ulteriore esempio se si volesse favorire un avanzamento ( nelle Classi 2 o nelle dislocazioni
condilari posteriori ) e un ricentramento mandibolare ( deviazione laterale o torsione ) utilizzando
una placca superiore, dovremmo incrementare il suo spessore nei settori mediano palatale,
vestibolare omolaterale e/o palatale controlaterale al lato di deviazione mandibolare. L’effetto che
ci dobbiamo aspettare a livello posturale è una detorsione con avanzamento del baricentro del piede
dal lato di deviazione mandibolare e arretramento di quello controlaterale.
Se, nella stessa situazione, dovessimo invece utilizzare una placca inferiore, incrementeremmo lo spessore nei settori vestibolare mediano, linguale omolaterale e vestibolare controlaterale al lato di
deviazione mandibolare. E’ importante precisare che l’obbiettivo di questo lavoro non è quello di fornire dati standard di
riferimento che abbiano un valore assoluto. Purtroppo in campo gnato-posturale non esiste niente di
11
assoluto e molte sono le variabili in grado di modificare i risultati di un esame. La paziente
esaminata presentava un’importante scoliosi vertebrale, in altri casi potrebbero esserci dei blocchi
rachidei e/o articolari, disturbi recettoriali visivi, vestibolari, podalici, disequilibri neurovegetativi,
tutte disfunzioni in grado di far assumere al paziente delle posture ( mandibolari e corporee )
compensatorie diverse.
Appare evidente la necessità di una precisa diagnosi preliminare, tuttavia l’utilizzo della
apparecchiature descritte è in grado di fornirci in ogni momento, il riscontro obbiettivo degli effetti
delle stimolazioni propriocettive introdotte e quindi di poter realizzare la placca gnatologica che
meglio ristabilisce l’equilibrio occluso-posturale del paziente.
Secondo gli stessi criteri, l’Autore ritiene che tale procedura diagnostica e terapeutica possa essere
vantaggiosamente applicabile anche in campo protesico rimovibile nel momento in cui si debba
stabilire un adeguato spessore delle flange protesiche. Tale argomento è tuttora in fase di studio e sarà oggetto di una prossima pubblicazione.
Bibliografia
1)Stefanelli,G.: Sistema Stomatognatico nel Contesto posturale. Ed. EdiErmes, Milano 2003 2)Stefanelli,G.: Ortognatodonzia Sistemica. Ed. EdiErmes, Milano 2006
3)Lazzari,E.:I meccanismi di regolazione posturale:correlazione funzionale.Atti AISP,19-21/6, Venezia,1992
4)Lazzari,E.: I meccanismi di regolazione posturale:correlazione funzionale.Atti AISP,25-27/6,
Abano terme,1993
5)Guidetti,G.: Stabilometria clinica.CRS Amplifon Ed.,Milano,1989
6)Maness,W.L.;Benjamin,M.,Podoloff,R.,Bobbick,A.,Golden,R.:Computerized Analysis; a new
technology.Quintessence Intern.,Vol.18,287-292,1987
7)Maness,W.L.,Podoloff,R.: Distribution of occlusal contacs in maximum
intercuspation.J.Prosth.Dent. Vol.62,238-242,1989
8)Maness,W.L.:The future of diagnostic workstations.Computers in clinical dentistry.Proceedings
of the first international conference.Quintessence,204-215,1993
9)Maness,W.L.: Force movie.A time and force view of occlusion.Compendium 1989:10;404-408
10)Mizui,M.,Nabeshima,F.,Tosa,J.,Tanaka,M.,Kawazoe,T.: Quantitative analysis of occlusal
balance in intercuspal position using the T-scan System.J.Prosth.Dent.,Vol.7,62-71,1994
11)Dawson, P.E.: Functional Occlusion: From TMJ to smile design: Mosby Elsevier Inc. 2007
Corrispondenza Autore Dr. Giuseppe Stefanelli
Via C. Cantù 22, Rovato (BS) Tel./Fax 030723083
Web site: www.osstefanelli.com E-mail: [email protected]
Curriculum
Dr. Giuseppe Stefanelli. Laurea in Medicina e Chirurgia presso Università Statale di Milano nel
1978. Esercita la professione odontoiatrica dal 1980 con particolare attività in campo ortognatodontico e posturale. Relatore nazionale ed internazionale e docente di corsi di
perfezionamento in varie università italiane e straniere . Oltre a varie pubblicazioni su riviste odontoiatriche e fisiatriche è autore dei libri “Sistema
Stomatognatico nel Contesto Posturale” e “ Ortognatodonzia Sistemica “ Edizioni EdiErmes Milano. Esercita la libera professione in Brescia e Rovato