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FRIEDRICH A. HAYEK
IL CAPIT ALISMO
E GLI STOR IeI
PRESENTAZIONE DI ROSARIO ROMEO
BONACCI EDITORE ROMA
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r
Questo tes to viene qui pubblicato su autorizzazione
del Centro di ricerca e documentazione 'Luigi Einaudi '
di Torino, edi tore, ins iemc con la Sansoni ,
della versione originale italiana: It cap it a li smo e g l i s t o ri c i,
Firenze, 1967.
PRESENTAZIONE
© Bonacci Editore, Roma 1991
ISBN 88·75n231-0
I temi discussi nei saggi raccolti in questo volume si riferi-
scono a un problema che assai probabil rnente sara. a I centro del
pensiero polit ico negli anni avvenire, in misura assai maggiore di
quanto non sia mal avvenuto in passato: ilproblema, doe, del la
influenza che gli intell ettuali , in quanta ce to speciali zza to nel-
l'uso e nel controllo dei grandi strumenti di formazione della
opinione pubblica, sono des tinati a eserdtare in misura crescen-
te nel la vit a polit ic a del la socie ta contemporanea, Tutta una se-
r ie di problemi andra aff rontata con spregiudicatezza e indipen-
denza di criteri, su un terreno in cui si afferma vieppiii ildomi-
nio del conformismo e del pregiudizio, se si vorra porta re Ia no-
s tra vis ione del problema degli intel lettuali a l ivel lo del le nuove
dimensioni della sociera tecnologica: e la via da percorrere e
quella indicata per esempio da Bertrand de Jouvenel in uno dei
saggi qui ristarnpa ti, che, sull a sc ia aperta da Pareto, e, in tempi
pili recenti , da Schumpeter (in pagine non dimenti cate di Capi -
talismo, socialzsmo, democraziai, cercadi ripercorrere Ie tappe
at trave rso Ie qual i la moderna inte lligenza laica e venuta a pren-
dere ilposto della cultura chiesast ica per poi schierars i, in buona
par te , su pos izioni polemiche nei confronti del la societa contem-
poranea. Non che Ie soluzioni proposte da jouvene l siano tut te
attuali e persuasive: la idenri ficazione dei motivi di contra sto
fra ceto inell ettuale e capi tal ismo con ilcontras to del le scale di
valor i accet tate r ispett ivamente da intel lettuali e uornini d 'affa-ri , e legate l'una a lla superiori ta dell e posizioni di minoranza,
l 'altra aH'ossequio di fronte ai des ider i e ai bisogni del la maggio-
ranza (<<11liente ha sempre ragione») , puo appar ire inadeguata
a ile esperienze maturate negl i ultimi anni . GIi inte lle ttua li han-
no mostrato infatti una capacita crescente di imporre ipropri
punti di vis ta , in forma volgarizzata, alia maggioranza; mentre Ia
'I'itolo originale: Cap it a li sm and Hi s to r ian s
Traduzione di Mario Deaglio
© Routledge &Kegan Paul Limited 1954
IIsaggio di R. M. Hartwell:
T h e R i si ng S ta n da r d o f L iv in g i n E n gl an d , 1 8 00 -1 8 50 ,
e apparso in «Economic Review», XIII (1%1)
© per I 'I ta li a - Cent ro Luigi Einaudi , Tor ino 1967
Edizione su licenza del Centro Luigi Einaudi di Torino
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contrapposizrone denunciata dail'autore, in pagine scritte una
quindicina d'anni fa, tra ceto capitalistico e mondo intellettua-
le, e che riflette esperienze di capitale importanza maturate nel
ventennio tra la grande crisi e la guerra fredda, in tempi pili re-
centi si e venuta attenuando 0 e venuta assumendo forme nuove,
almeno in una cospicua frazione della cultura moderna. E tutta-
via, nulla sarebbe piu errato che ritenere ilproblema ormai av-
viato a soluzione. La «protests» intellettuale, se per certi aspetti
e potuta sembrare ormai inquadrata negli schemi della societaindustriale di massa, rappresenta tuttora un elemento di instabi-lid sociale di primaria importanza, specie nella misura in cui alle
antiche virtu liberatrici essa sostituisce assai spesso uno sterile
rifiuto che si sovrappone aIle esigenze autentiche dei pili, sino a
bloccare i normali canali di espressione previsti dalle istituzioni
di una moderna democrazia. Insomma, il problema degli intel-
lettuali, se ha radicie dimensioni sociologiche, ha tuttavia un si-
gnificato che e soprattutto politico e morale: e in questo senso il
filone di pensiero a cui si riallaccia ilsaggio di Jouvenel andra ri-
preso e approfondito, di contro alla sostanziale elusivita e alpre-
sunto «neutralisrno» di tanta sociologia contemporanea.
Se si eccettua tuttavia il saggio di Jouvenel, gli studi raccolti
nel volume sono dedicati, come sottolinea Hayek nella sua intro-
duzione, alIa questione, assai pili particolare e specifica, del giu-
dizio che per lunge tempo la storiografia ha dato della rivoluzio-
ne industriale in Inghilterra sino al 1840 circa. In effetti , poche
volte una impostazione intellettuale ha avuto riflessi COS1 larghi
sulla opinione comune come la rappresentazione drammatica
che per oltre un secolo gli studiosi hanno data delle conseguenze
della industrializzazione sulle condizioni di vita degli operai in-
glesi. L'immagine dell'immens~ sfruttamento degli operai, degli
orari estenuanti di lavoro, dell'impiego notturno delle donne e
dei fanciulli, della irreggimentazione nella fabbrica del nuovo
esercito di salariati , strappati all 'aria salubre delle campagne e
ammassati negli slums sovraffollati e antigienici delle citra indu-striali, e tuttora inseparabile, nella mente dei pili, daila nozione
della rivoluzione industriale, che in Inghilterra per la prima vol-
ta realizzo la nuova societa fondata sul macchinismo, rna vide
anche la formazione di antagonismi sociali gravissimi, e forieri
di gravi tempeste per ilmondo intero.
E in effet ti quella immagine r if let te il giudizio che fu gia di
molti contemporanei osservatori inglesi, e che dall'Inghilterrasi
diffuse poi negli ambienti colti d'Europa e d'America. Per uo-
mini come Malthus, McCulloch, John Stuart Mill, era indubbio
che 1 a rivoluzione tecnica dei processi produttivi operava in sen-
so dannoso al benessere della maggior parte di coloro che ad essi
partecipavano; e icontrari giudizi che pur non rnancarono, e che
furono piiJ numerosi che di solito non si creda, di uomini come
John Wesley, George Chalmers e Edwin Chadwick, non valsero
a bilanciare efficacemente la visione pessirnistica, che e rimastanella opinione comune come uno degli argomenti fondamentali
nella polemica contro il capitalisrno, e ha contribuito in modo
determinante all 'orientamento politico di molti suoi avversari.
Solo la crisi del 1929, con la disoccupazione di massa, la sovra-produzione unita alla miseria, la distruzione di beni avidamente
richiesti da masse di consumatori indigeni, ha contribuito alla
impopolarita del capitalismo e dell'industrialismo moderno in
misura paragonabile alla visione pessimistica degli effetti della
rivoluzione industriale.
A determinare il tr ionfo di questa visione contr ibuirono in
misura rilevante i numerosi rapporti delle commissioni parla-
mentari di inchiesta e degli ispettori reali sulle condizioni delle
classi lavoratrici in Inghilterra, ai quali si deve una massa ingen-
tissima di informazioni; e soprattutto contribul I'utilizzazione
che di questa materiale fecero ifondatori del materialismo stori-
co. Le descrizioni date da Engels nel volume sulle condizioni
della classe lavoratrice in Inghilterra, e da Marx nel primo libro
del Capitale , rimasero per decenni alla base dell'opinione «scien-
tifica» e «accademica» su questi problemi; e anche studiosi assai
influenti, come quelli della scuola storica tedesca dell'economia,
assai strettamente legati al «socialismo della cattedra», adottaro-
no questi punti di vista. Ripresi da Sidneye Beatrice Webb, essi
ricevettero nuova consacrazione, nel periodo antecedente ana
prima guerra mondiale e nell'imrnediato dopoguerra, dalle ricer-
che dei coniugi Hammond, che si sforzarono di fornire una nuo-va e pili rigorosa documentazione della tesi ormai da tempo do-
minante.
Nel periodo fra le due guerre, questa visione ormai secolare
degli effetti sociali della rivoluzione industriale venne perc radi-
calmente recepita e criticata dalla piu autorevole storiografia
economica, soprattutto Inglese: e se gli ecru di questo nuovo in-
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dirizzo della storiografia specializzata non sono stati £inora mol-
to grandi nel la storiografia generale, p ili nota al pubblico colto,
cia si deve in parte alia influenza degli orientamenti politici di
ispirazione socia lis ta sulla opinione media; e in parte al divario,
talora di molti decenni, che solitamente si crea tra ilraggiungi-
mento di ta luni r isulta ti in sede speciali stica dalia loro diHusio-
ne e volgarizzazione.
Un riesame approfondito di tutto ilproblema e delle fonti,
sostenuto da una rigorosa anal is i teorica, ha condotto studiosi diprimo range, come J . Clapham e T. S. Ashton, a una visione so-
stanzialmente opposta a quella dei vecchi «pessimisti», Anche se
le entrate di alcuni gruppi della classe operaia, Iegati a settori
della produzione caratterizzati da un minore dinamismo - spe-
cia lmente lavoratori agricoli e tessitori a mano - continuarono
ad essere assorbi te per gran parte dall 'acquisto di beni necessari
aIle pili elernentari esigenze (derrate alimentari in primo luogo),
i cui prezzi r imasero comparativamente alt i, in a ltr i set tori s i eb-
be invece un sostanziale miglioramento . I prezzi dei tessuti s i r i-
dussero in rnisura notevole, provocando una radicale diminuzio-
ne nell'ammontare della spesa per 1'abbigliamento; le scarpe pre-
seroilposto degl i zoccol i, e i cappel li quello dei berrett i: orolo-gi , oggett i di ornamento, fazzole tti ent rarono nell 'uso comune,
mentre diminuzioni sostanzia li di prezzi s i ebbero, a partire dal
terzo decennio dell'Ottocento, per cia che riguarda ilte, il caffe
e 1 0 zucchero, il cui consumo crebbe notevolmente.
Anche la classica vis ione marxiana della origine del prole ta-
riato industriale e stata radicalmente rinnovata. In realta, l'eser-
c ito dei nuovi operai dell' indust ria provenne non tanto dalle file
dei contadini vittime delle «enclosures» 0 degli antichi artigiani
indipendenti, spietatamente espropriati dei loro mezzi di produ-
zione, quanto dal le nuove generazioni che nel quadro del la eco-
nomia preindustr ia le non sarebbero riuscite a sopravvivere, e di
cui invece Ia accresciuta produzione e le migl iori condizioni di
vita dovute a lIa rivo luzione tecnologica resero possibile la esi-stenza: S I che in tal modo ilproblema si riporta essenzialmente a
quel lo del grandioso accrescimento demografico iniziatosi col
secolo XVIII.
Come si spiega, allora ilpessimismo della maggior parte dei
contemporanei? In parte esso derive dal la scarsa inforrnazione
degli ambienti londinesi - che furono i pili vigorosi propagan-
10
disti della tesi pessimistica - sulle real i condiz ioni esistent i nei
dis tretti industr iali dell 'Inghilterra set tent rionale; e in parte an-
che maggiore dalla tendenziosita politica dei rapporti famosi
delle cornmissioni rea li di inchiesta uti lizza ti da Marx (e in que-
sto senso il lavoro di Hutt che qui si ristampa ebbe un significa-
to anticipatore): che erano soprattut to ispirati alla polemica dei
proprietari terrieri del partito tory - ancora dominanti nella
Camera dei Comuni.- centro il nuovo ceto industr iale e mani-
fatturiero, che in quello stesso periodo conduceva la grande bat-taglia contro la protezione granaria, e che in tal modo i conser-
vator! cercavano di schiacciare sotto il peso della avversione
popolare.
I Clapham e gli Ashton (seguiti da Hayek) hanno poi dato
una rilevante importanza anche al divorzio che per un secolo ha
separato gli s tudi di storia economic a da quelli dedicat i alla ana-
lisi teorica; S 1 che si e preteso di costruire una coerente interpre-
tazione storiografica senza alcun valido appoggio in sede teorica,
che non poteva condurre se non a risultati erronei e deludenti,
in un settore dove nulla e pili pericoloso che l'affidarsi al mero
buon senso; ovvero si e fatto ricorso a una teoria economica co-
me quel la marxiana che, benche abbia ispirato l 'opera d i sroric icome Sombart e, in qualche misura, Schumpeter, e in realta ina-
deguata alle esigenze della moderna analisi economica. E questo
un problema assai delicate, in particolare per cia che riguarda i
rapporti fra ricerca storica e un tipo di analisi economic a che, a
differenza di quell a marxista (designata, si puo dire, fin dall'ori-
gine come strumento di interpretazione storica), tende alla mi-
surazione della economicita dei sistemi produttivi al di fuori -
e p ou r ca use - di ogni condiz ionamento storico; mentre la que-
stione dei rapporti tra storia e teoria dello svi luppo e tutt'altroche risolta sul piano metodologico (e si veda , su questi problemi
di metodo, il recente dibat tito t ra storici economici ed economi-
sti riportato in «Quaderni storici delle Marche», n. 4, gennaio
1967). Ma anche restando al problema particolare della rivolu-zione industriale e evidente l' importanza di queste nuove pro-
spettive sul piano della ideologia e della cultura polit ica; e 1 0 Ha-
yek nella sua introduzione le ha vigorosamente sottolineate,
Tutto do spiega l 'importanza che questa raccolta di saggi ha
avuto nella storia del dibattito sul1a rivoluzione industriale, e
che non sembra sia stata adeguatamente regist rata nella cul tura
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i taliana. A partite dalia pubblicazione del volume in lingua in-
glese, nel 1956, esso ha provocato, sui maggiori periodici scien-
tifici del mondo anglosassone, una vivace ripresa delle discussio-
ni sul problema. A documentare questi sviluppi successivi si einserito, nella presente edizione italiana, un saggio in certo mo-
do riassuntivo di R. M. Hartwell, direttore della «Economic Hi-
story Review» (nella quale 10 scritto e apparso nel 1961), che ha
dato il maggiore contributo alla conferma e alIo sviluppo delle
tesi del Clapham e dell'Ashton, di contro alia vivace reazione distudiosi marxisti come l'Hobsbawn e, pili di recente, il Thom-
pson, nel suo volume sulle origini dena classe operaia inglese. La
questione, percio, si puo ritenere tuttora aperta: ma certo non epiu lecito, negli anni sessanta, continuare a vedere la rivoluzione
indusrriale, come molti fanno, specialmente da noi, nei termini
dei Marx, dei Webb e degli Hammond, gia invecchiati negli an-
niventi del nostro secolo.
ROSARIO ROMEO
12
IL CAPITALISMO E GLI STORICI •
I primi tre saggi di questa volume furono presentati ad un
convegno di un gruppo internazionale di economisti, storici e
studiosi di scienze sociali che da alcuni anni siriuniscono per di-
scutere come salvaguardare dalia minaccia del totalitarismo una
societa libera. Uno degli argomenti discussi al convegno della
Mont Pelerin Society, tenutosi a Beauvallon in Francia nel set-
tembre del 1951 fu l 'interpretazione che gli storici danno del ca-
pitalismo. Dei quattro saggi che servirono di base alIa discussio-
ne, quello del prof . M. Silberschrnidt di Zurigo non e purtroppodisponibile in forma scritta e non si ha neppure iltesto del viva-
ce dibattito che ne segui. I partecipanti alia discussione furono
dell'opinione che si dovessero pubblicare irimanenti tre saggi; esi ritenne utile includere in questa pubblicazione alcuni prece-
denti scrirt i di membri della Societa, strettamente connessi al
tema discusso. Siccome sono stato incaricato di dare attuazione
a questo progetto, ho tentato, in un'introduzione che S 1 basa in
gran parte su quanto penso di aver appreso nel corso della di-
scussione, di spiegare il significato del problema trattato nelle
pagine successive. II secondo dei saggi del prof. Ashton, inclusi
in questo volume, venne originariamente pubblicato nel «Jour-
nal of Economic History», supplemento IX, 1949, ed il saggio
del prof. Hutt su «Economia» del marzo 1926. Ringrazio i diret-
tor i e gli editor i di entrambe le r iviste per avermi autorizzato a
ristampare questi articoli,
F. A. HAYEK
. Prefazione alIa prima edizione Inglese Capital ism and the His torians,
Routledge &Kcgan, Londra 1954.
..i
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STORIA E POLITICA
di F. A. HAYEK
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Opinioni pelitiche e interpretazioni degli eventi storid sono
sernpre state e saranno sempre strettamente connesse. L'espe-
rienza passata e ilfondamento principale delle nostre opinioni
sui vantaggi delle diverse pelitiche ed istituzioni, e d'altra parte
le nostre attuali opinioni politiche inevitabilmente influenza no
e coloriscono Ia nostra interpretazione del passato. Tuttavia, se
e troppo pessimistico pensare che l'uomo non irnpari nulla dalla
stor ia, ci si puo ben chiedere se quello che impara sia sempre Ia
verita. Mentre gli avvenimenti del passato sono la fonte dell'e-
sperienza umana, le opinioni degli uomini sono determinate non
dai fatti obiettivi ma dai documenti e dalle interpretazioni a cui
hanno essi accesso. E diHici le negare che le nostre idee sulla
bonta a meno delle diverse istituzioni sono in gran parte deter-
minate da quelli che noi riteniamo esser stati i lora eHetti nel
passato COS1 come vi sono ben pochi r icordi storici che non ser-
vano come simbolo di un qualche obiettivo politico. Tuttavia, le
interpretazioni stor iche che ci guidano nel presente non sono
sempre compatibili con i fatti, anzi esse sana talvolta effetti
piuttosto che cause delle opinioni polit iche. I miti della stor ia
hanno avuto probabilmente un peso quasi uguale a queUo dei
fat ti stor id nel determinare le opinioni politiche. Eppure ben
difficilmente si puo sperate di approfittare dell'esperienza del
passato se i fatti da cui si traggono le conclusioni non sono esatti.
L'inf luenza che gli scr it tor i di storia eserci tano in questo
modo sulI'opinione pubblica e probabilmente pili immediata e
pili vasta di quella dei teorid della politica che landano [enuove
idee. Sembra anche che queste nuove idee raggiungano cerchiepil i larghe di persone non nella Ioro forma astratta ma come in-
terpretazione di eventi particolari. Lo storico e , almena da que-
sta punta di vista, pili vicino di un passo aII'in£luenza diretta
sull'opinione pubblica che non 1 0 stesso teorico. E malta prima
che 10 storico di professione cominci a scrivere, [e polerniche
correnti sui fatti recenti avranno creato un'opinione definita,.o
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forse numerose e diverse opinioni su questi fat ti, che influenze-
ranno le discussioni dei contemporanei tanto quanta ogni diver-
sits d'idee sulla validita di nuove ricerche.
Questa profonda influenza che le idee correnti sulla storia
hanno sulle opinioni politiche e oggi forse meno compresa di
quanto non fosse in passato. La cosa si spiega, probabilmente,
con la pretesa di mold storici moderni di essere soltanto «scien-
tif ici» e completamente liberi da ogni pregiudizio pol itico. Cer-
to non puo esservi a lcun dubbio che questo sia un dovere irnpre-sdndibi le del lo studioso, per cio che riguarda 1 a ricerca storica,
doe l'accertamento dei fatti. Non vi sono certo fondati motivi
per cui, nel r ispondere a quesiti obiettivi, stor ici di differenti
opinioni pol itiche non possano trovarsi d'accordo . Ma fin daIl'i -
niz io, nel decidere quali domande valga la pena di porsi , inter-
vengono necessariamente giudizi individuali di valore. Ed e as-
sai dubbio che si possa scrivere coerentemente la storia di un pe-
riodo 0di una serie d i avvenimenti senza che quest i vengano in-
terpretat i non solo alla luce di teorie su lle interrelazioni dei pro-
cessi sociali , rna anche senza determinati valori - 0 almeno e as-
sai dubbio che una tale storia meriti di essere Ietta. La storiogra-
fia, in quanto distinta dalia ricerca storie a, non solo e almeno
tanto arte quanto scienza, rna per di piu 1 0 scrit tore che si dedi-
chi a lia ricerca senza esser consapevole che il suo compito e di
interpretare i fatti aIla luce di determinati valori, riuscira sol-
tanto ad ingannare se stesso, e diverra vi tt ima del suoi inconsci
pregiudizi.
Forse i l miglior esempio di come I 'intera etica poli tica di una
nazione per piu di un secolo, e quella della maggior parte del
mondo occidenta le per un periodo piu breve, s ia sta ta modellata
dagli scrit ti di un gruppo di storiei, e l 'influenza esercitata dal-
l 'inglese «interpretazione whig della storia», Probabilmente non
si esagera dicendo che per ogni persona che ebbe diretta cono-
scenza delle opere dei filosofi polit ici che fondarono Ia tradizio-
ne liberale, ve ne furono cinquanta 0 cento che l 'avevano assor-bi ta dagl i scrit ti d i uomini come Hal ian 0Macaulay 0Grote 0
Lord Acton. E significative che 1 0 storico Inglese moderno che
pi li di ogni al tro ha tentato di scredi tare la tradizione «whig» eb-
be poi a scrivere che «chi , forse per un fuorviato assolut ismo gio-
vanile, vuole scacciare questa interpretazione 'whig', sta cercan-
do di sgombrare una stanza che, umanamente parlando , non puo
18
~-
. : : : . ,
. . . . :
;[
restare vuota a lungo. Sta aprendo le porte a sette demoni che
pro~rio per.che s~no del nuovi ve?ut~, saranno certamente peg-
giort del pnmo» . E sebbene continui ad affermare che la storia
«whig» e una storia «sbagl iata», sot tol inea che «fa parte del no-
stro patr irnonio» e che «ebbe una meravigliosa influenza sullapoli tica inglese» 2.
Se la storia «whig» sia realrnente sbagliata e un argomento
suI quale l 'ult ima parola non e stata probabilmente ancora detta
rna che qui non possiamo discutere. II suo benefice effetto nel
creare l'atmosfera fondamentalmente liberaIe del XIX secolo efuori di dubbio, e non fu dovuto certamente ad alcuna errata
presentazione dei fatt i. Si trattava soprat tut to di s toria poli tica
e ifatti piu importanti su cui essa si basava erano conosciuti e
fuori discussione. Forse essa non regge i l confronto generale con
la qual ita della moderna rieerca storica, rna certamente ha dato
aIle generazioni ad essa educate un vero senso del vaIore della l i-
berra politica che gli avi avevano conquistato per loro ed e ser-
vita loro comeguida nel salvaguardare quella conquista.'
L 'interpretazione «whig» della storia e passa ta di moda con
il declino delliberalismo. Ma e assai dubbio se la storia che ora
pretende di essere pili scient if ica, s ia diventa ta una guida pin fi-data e sicura in quei campi dove ha eserdtato una maggiore in-
fluenza sulle opinioni pelitiche. E vero che Ia storia politic a ha
perso molto del potere e del faseino che aveva nel XIX secolo e
non credo che alcuna opera storiea del nostro tempo abbia avuto
una diffusione ed un'in£luenza paragonabili per esempio a quella
della Storia d'Inghilterra del Macaulay; tuttavia la misura in cui
le ~os:re at:uaIi opinioni polit iche sono influenzate da interpre-
~azlOm ~tor~che non e certo dirninuita. Con 1 0 spostamento degli
interessr dai problemi costituzionali a quelli sociali ed economi-
c i, le in terpretazioni s toriehe che agiscono come forze-guida so-
no ora principalmente interpretazioni della storia economics. Eprobabilmente legittirno parlare di un'interpretazione socialista
del la storia che ha di retto i l pensiero poli tico del le ul time due 0
tre generazioni, e che consiste principalmente in una particolare
visione della storia economica. L'aspetto sorprendente di questa
. ' H~RBERT BUT~ERFIELD, The Engli shman and His His tory , Cambridge Uni-versr ry Press , Cambr idge, 1944, p. 3.
, Ibidem, p. 7.
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rinterpretazione e che si e dimostrato da gran tempo come la
maggior parte delle affermazioni, aIle quali essa ha data la digni -
ta di fatti universalmente noti, non siano affatto avvenimenti
storic i; oppure fuori della cerchia degli special is t! di s toria eco-
nomica, continuano ancora ad essere quasi universalmente ac-
cettati come base di valutazione dell'attuale sistema economico.
La maggior parte della gente, quando si sente dire che le sue
convinzioni polit iche sono state influenzate da particolari inter-
pretazioni del la storia economica, r isponde che non si e mai in-teressata di questa materia e che non ha mai letto un libro sul-
l 'a rgomento. Cio non signif ica pero che non ritenga dimostrate
molte delle Ieggende che inizialmente sono messe in circolazione
da scrit tori di storia economica. Benche 1 0 storico occupi una
posizione chiave nell' indiretto e tortuoso processo attraverso cui
le nuove idee pol it iche raggiungono la pubbl ica opinione, tutta-
via ancl i' egl i opera principalmente att raverso numerosi a lt ri ca-
nali.Solo dopo diversi passaggi Ia sua concezione viene a cono-
scenza del pubbl ico; at traverso i romanzi , i giornal i, il c inema e
le discussioni poli tiche , e infine attraverso la scuola e la normale
conversazione l 'uomo medio acquisisce quella particolare conce-
zione della storia. Ma alla fine anche chi non ha mai letto un li-bra e magari non ha mai neppure sentito ilnome degli storici
dalle cui idee e state influenzato, arriva a vedere ilpassato attra-
verso le loro interpretazioni, Alcune opin ioni , per esempio, su l-
l ' evoluzione e gli effet ti dei s indacati, sul preteso progressivo
sviluppo del monopolio , sul la deliberata dist ruzione di stocks di
merci come conseguenza della concorrenza (avvenimento questo
che, ogni qualvolta si e verificato, e sernpre state conseguenza
del monopolio, e normalmente di un monopolio organizzato dai
governi), sull'eliminazione di invenzioni benefiche, sulle cause e
gli effetti dell' «irnperialismo», sulla parte avuta dalle industrie
belliche 0 dai «capita li st i» in genere nel lo scoppio delle guerre,
sono diventate parte delle idee popolari del nostro tempo. La
maggioranza della gente sarebbe assai sorpresa nell' apprendereche quasi tutte le sue opinioni su tali questioni non sono sicura-
mente provate, rna che si tratta invece di miti lanciati per moti-
vi pol itici e divulgati in buona fede da persone aIle cui concezio-
ni essi s i confacevano. Sarebbero necessari parecchi libri come
questa per d imost rare che la maggior parte del le opinioni cornu-
ni su questi argomenti, non dei radicali soltanto, rna anche di
20
molti conservatori, non sono storia rna leggende polit iche. Tutto
d o che possiamo fare e di indicare aI let tore alcune opere che 1 0
possano met tere al corrente del la sta to presente del le conoscen-
ze intorno aipili importanti di questi argomenti 3.
Vi e tuttavia un mito supremo che pili di ogni altro e servitoa screditare i l s is tema economico a cui dabbiamo la nost ra at tua-
le civilta, e all 'esame del quale ilpresente volume e dedicate: e laleggenda che la condizione delle classi lavoratrici sia peggiorata
in conseguenza del sorgere del «capitalismo» {della «manifattu-ra» a del «sis tema industr iale»). Chi non ha senti to parlare degli
«orrori del primo capitali smo», chi non ha avuto l 'impressione
che l 'avvento di questo sistema abbia arrecato nuove indicibili
sofferenze a vaste c lassi social i che prima erano passabilmente
soddisfat te e godevana di un discrete benessere? Potremmo giu-
stamente disprezzare un sistema al quale si puo rimproverare di
aver fatta peggiorare, sia pure solo per un certo periodo, le con-
diz ioni degli st rat i pili poveri e numerosi del la popolazione. La
diffusa avversione emotiva al capitalismo e strettamente con-
nessaall 'opinione che I'innegabile aurnento di ricchezza 'prodot-
to dal regime della concorrenza sia stato ottenuto a prezzo di un
abbassamento dellivello di vita del ceto pili indigente della societa,Che le case stessero in questo modo era una vol ta largamente
insegnato dagli storic i economici . Un pi li at tento esarne dei fat ti
ha perc condotta ad una completa confutazione di questa tesi,
Tuttavia, a distanza di una generazione dalla soluzione della
controversia, l 'opinione corrente non e mutata, come se l 'antica
convinziane fosse vera. Come questopinione possa mai esser
sorta e perche continui a determinate Ie idee del pubblico rnolto
) Cfr. M. DOROTHY GEORGE Nuove considerazioni sulle Combination Laws,
in Economic History ( suppl, a ll '<<Economic Iournal») , I , maggio 1927, pp. 214·
28; W. H . H UT T, The Tbeory of Collective Bargaining, P. S. King & Sons, Lon-
dra, 1930, e The Economist s and the Public, J. Cape, Londra, 1936; L. C. ROB-
BINS, The Economic Basis of Class Confl ic t, Macmillan & Co., Londra, 1939, eThe Economi c Causes of War, J. Cape, Londra, 1939; WALTER SULZBACH, Capi-
talistic Warmongers: A Modern Superstit ion ( "Publ ic Poli cy Pamph let s» , n. 35,
Chicago, Univers ity of Chicago Press , 1942) ; G. ]. STIGLER, Competition in the
United States, in Five Lectures on Economic Problems, Longmans, Green & Co.,
Londra e New York, 1949; G. WARREN Nurreu, The Extent of Enterprise Mono-
poly in the United States, 1899-1930, Chicago, 1951; su mold di quest i problerni
c fr . anche g li s cr it ti d i LUDWIG VON MISES, inparticolare i1 Suo Socialism, J. Ca-pe, Londra, 1936.
21
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tempo dopo la sua confutazione, ecco due problemi che men-
tano un attento esame.
Affermazioni di questo genere si possono trovare spesso non
soltanto nella letteratura politica ostile al capitalismo, rna anche
in opere che in genere hanno un orientamento favorevole alla
tradizione politica del XIX secolo, Un esempio significative vie-
ne dal seguente passo della giustamente apprezzata S to ri a d el l i-
b e ra li smo europeo, di G. De Ruggiero:
Avviene cosl. che, proprio r iel per iodo dell'espansione industr iale, la
condizione dell' operaio peggiora: eresee a dismisura il numero delle ore
di lavoro; l 'impiego di [anciu lli e donne nelle fabbriche rinvi li see i sa la-
ri ; l a grande concorrenza t ra gI i s tess i opera i, non p ili v incola ti a lla loro
parrocch ia , rna l iberi di dr eolare e d i aff lui re nei luoghi del la maggiore
r ichiesra, abbassa ancora ill ivello della mercede; Ie numerose e frequen-
t i cri si , immancabi li in un ' e ta di crescenza, quando la produzione e il
consumo non r iescono ad equi libr ars i, creano vol ta a vo lta una larga d i-
soccupazione - una specie di ri serva dell 'eserc ito del la f ame " ,
Una tale asserzione non era scusabile neppure un quarto di
seco lo fa, quando fu fatta. Un anno dopo l a p rima edizione di
quest' opera, il pili eminente studioso di stotia economica mo-
derna, Sir John Clapham, giustamente lamentava:
La leggenda che tutto sia peggiorato per illavoratore fino ad una
certa data non specificate nel periodo compreso tra l'abbozzo della
«People 's Charter» e l '«Espos iz ione Universale» • e dura a mori re . nfatto che dopo la caduta dei prezzi del 1820-21 il potere d'acquisto del
salari in generale - anche se naturalmente non di tutti isalari - fosse
decisamente p ili a lto di quanto non fosse mai s ta to prima delle guerre r i-
voluzionarie e napoleoniche, s i adatta cos l. male alla t radizione ehe emolto raramente menzionato , e gli studi degli statistici sui salad e sui
prezzi sono costanternente traseurati dagli storici sociali 5.
4 GUIlJODE RUGGJE~O,t o ri a d e l l ib e ra l ism o e u rop eo ; Bari, 1925. E inte-ressante notate che ilDe Ruggiero sembra desumere ifatti di cui parla daIIeopere di un altro storieo che puo esser chiamato liberale, EHe Halevy, rna chequesto non 11 esponemal in maniera COSl cruda.
. La "People's Charter» e un documento redatto nel 1835; esso e ilmani-festo de! «carrismo», rnovimento per la riforma del parlamento inglese, volto a
dare maggiore influenza alia classe lavoratrice (1835A9). L'Esposizione Uni-
versale a cui si allude e la «Great Exhibition», tenutasi in Hyde Park, Londra,nel1851 (N.d.T.).
, J. H. CLAPHAM,n Economic History of Modem Britain, Cambridge,1926, I, p. 7.
22
-I
I
Al giorno d' oggi non si puo dire ehe l'opinione corrente ab-
b ia fa tto progressi , sebbene ifatti siano stati ammessi anche dal-
la maggior parte di coloro che erano stati i principali divulgatori
della tesi contraria. Pochi autori hanno contribuito pili dei co-
niugi Hammond a creare l'opinione che 1'inizio del XIX secolo
sia stato un periodo in cui la situazione dei Iavoratori era dive-
nuta oltremodo critica; i loro libri sono spesso citati per illustra-
re questa tesi, Ma, verso ilt ermine del la loro esistenza, essi am-
misero , con tut to candore , che:
Gli s ta ti st ic i c i dicono che,in segui to all 'e laborazione dei dati che es ta to loro possibi le raccogl iere , essi hanno la certezza che isalar i au-
mentarono e che la maggior parte degl i uomini e delle donne fossero me-
no poveri in quell'epoca, in cui ilmalcontento era espresso a gran voce,
di quanto non 1 0 Iossero stati nel grigio declinare del diciottesimo seco-
1 0 , da cui non si leva una sola voce di protesta. La doeumentazione, na-
turalmente, e scar sa , e non e troppo semplice intenderla bene, rna I 'in-
terpretazione generale e probabilmente esatta nelle sue grandi linee ' .
Questo riconoscimento contribui ben poco a modificare l'ef-
fetto complessivo che iloro scritti avevano avuto sull'opinionepubblica. In uno dei pili recenti e sed studi sulla storia della tra-
dizione politica occidentale, per esempio, si Iegge ancora che
«come tut ti igrandi esperimenti sociali, l'invenzione del mere a-
to del lavoro coste cara . Essa comporto in una prima fase un ra-
pido e forte abbassamento dellivello materiale di vita delle clas-
si lavoratrici» 7.
Stavo per aggiungere che quest'opinione e ormai quasi esclu-
sivamente espressa neIle opere di divulgazione, quando mi e ca-pitato tra Ie mani l'ultimo libro di Bertrand Russell, nel quale
egli asserisce placidamente:
La rivoluzione industr iale cause indicibile miser ia sia in Inghilterra
che in America . Penso che nessuno s tudioso d i storia economic a possa
mettere in dubbio che in Inghilterra ai primi del XIX secolo la gente
, ]. L. e BARBARAAMMOND,he Bleak Age, 1934; ediz. riveduta, PelicanBooks, Londra, 1947, p. 15.
t FREDERICK WATKINS, The Po liti cal Tradit ion o f the Wes t, Harvard Uni-versity Press, Cambridge,Mass., 1948, p. 213.
23
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sia stata in media meno felice di cent' anni prima e che do sia dovuto
quasi interarnente alia tecnica scientifica ' .
Eben diffidle rimproverare al profano intelligente di crede-
re che un' affermazione COSl categorica da parte di uno scrittore
di tale livello sia neeessariamente vera. Se un Bertrand Russell
presta fede a queste idee non ci si deve meravigliare ehe le ver-
sioni tascabili dena storia econornica , oggi diffuse in cendnaia
di migl iaia d i eopie, s ianogeneralmente del t ipo che e servito adivulgare questa vecchio mi to. Anzi, un romanzo storico ehe ri-
nunci al toceo drammat ico della descrizione dell' improvviso
peggioramento della condizione di numerosi gruppi di lavorato-
ri, costituisee ancora una rara eccezione.
II fatto accerta to, che noi ora sappiamo essersi verif ica to,
cioe ilento ed irregolare progresso della classe lavoratrice, e peril pro£ano poco sensazionale e piuttosto privo di interesse. E
semplicemente quello che egli ha imparato ad attendersi come
normale stato di cose. Diffici lmente 10 sHora l' idea ehe questa
progresso non e affatto inevitabile, e che e stato preeeduto da
secoli nei quali la eondizione dei pili poveri rimase virtualmente
statica, e ehe noi siamo giunti ad aspettarei un miglioramentocont inuo solo grazie a i buoni risul tat i, sperimentat i da molte ge-
nerazioni, del funzionamento di quel sistema, ehe il profane
considera aneora causa delle sofferenze dei poveri.
Le discussioni sulle conseguenze per la classe lavoratriee del-
10 sviluppo deIl' industria moderna fanno riferimento quasi sem-
pre alie condizioni esistenti in Inghilterra nella prima meta del
secolo XIX; tuttavia ilgrande mutamento cui accennano era
cominciato molto tempo prima e a quell'epoea aveva gia una
lunga storia e si era diffuse molto oltre i confini dell'Inghilterra.
La liberta d'iniziativa economica che in Inghilterra si era di-
mostrata COS1 propiz ia al rap ido aumento del la ricchezza fu pro-
babilmente in un prime tempo un risultato secondario e quasicasuale del le limi tazioni imposte ai poteri governadvi dalla ri-
voluzione del XVIII secolo; e solo dopo che i suoi benefici erano
stati largamente avverti ti , gli economisti incominciarono a spie-
S BERTRAND RUSSELL, Th e Im pac t o f Science on Society, Columbia Universi-
ty Press , New York, 1951, pp. 19-20.
24
garne i nessi e ad argomentare in favore dell'abolizione dei re-
sidui vincoli alIa liberta del cornmercio.
_I'<:_;;_g1"!9Jlloltispetti ingannevole parlare del. «capitalismo;-
come di u~-sIStema - n U Q V O - i; - co-mpletamentecl1veiio;-natoI~-
p~;~;;i~~mente-verso1a .H n e a e r X V n r s e c - o l o ; q u r ~ d ; : ; p ~ d ; ~ ~ ." - . - _ . - _ _.............................. ..[
'~o.u..·.n.e.~.o.0.".·~•.; ; 1 . j ; , • . •~.. :.~:.C.a.h..··.'.i.';.'.··.. \ . ' · . ; . ·.L.li.t.:.m.ef.: . H ~ . ~. .~m.·~.·.c.',~:i.!:~c.·~..·.:d.n.i~.~.'~::rnn-·granp-arte una creaZione proprio diquei1'interpretazioneso-~
dalista della sroriaeconomica di cui si diceva. II tej .n:l inep~oin-~durre . in errore spedalmente quando, come-spesso accade, 1 0 si
collega all' idea del sorgere d 'un prole tariato privo di mezzi , che,
attraverso un qualche oscuro processo, e stato privato della giu-
sta proprieta dei suoi strurnenti di lavoro.
La vera storia del rapporto tra capitali smo e ascesa del prole-
tariato e quasi l'opposto di quell a suggerita da queste teorie sul-
I 'espropriaz ione delle masse. In verita per la maggior parte della
storia , per la maggioranza degli uomini ilpossesso degli stru-
menti di lavoro fu condizione essenziale per la sopravvivenza 0
almeno per ilmantenimento di una famiglia. IInumero di coloro
ehe potevano mantenersi lavorando per altri senza possedere essi
stessi l' att rezzatura necessaria , era limi tato ad una piccola parte
della popolazione. La quantita di ter reno arabile e di utensili
trasrnessi da una generazione al Ia successive Iimitava i l numero
complessivo di co loro che potevano sopravvivere. Ri rnanerne
pr ivi significava in mold casi la morte per fame 0 per 10 meno
l'Impossibilita di mettere al mondo dei figli. Vi erano scarsi in-
centivi e scarse possibili ta per una generazione ad accumulare gli
utensili addizionali che avrebbero reso possibile la sopravviven-
za di un maggior numero di persone nella generazione successi-
va , f intanto che i i vantaggio delI 'impiego di una maggiore quan-
tita di manodopera era generalmente limitato a quei casi in cui
la divisione dei compiti aumentava la produttivita del lavoro del
proprietario degli strumenti, Solo quando imaggiori guadagni
derivant i da ll' impiego di macchinario procurarono sia imezzisia la possibilita di investiment i, ba ienarono possibili ta di so-
pravvivenza per un numero sernpre maggiore di quanti in passa-
to rappresentavano un ricorrente eccesso di popolazione con-
dannata a morte prematura. La popolazione, che era rimasta pra-
ticamente staz ionaria per mold secol i, cornincio ad aumentare
rapidarnente. II proietariato che si puo dire sia stato una «crea-........ -~~-·--~----------··~--~~·--~_c_
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zione» del capi tal ismonon eradunque una parte di popolazione
' C n e - s a r e b b e · e s i S i i i a ~senza:aresso oecheil·~~iRttiili$rii6a veva .de-
°Bi~4itciaq:~~livello Inferlo~e;er~ i~~ec~ una popolazione addi-
zionale all~ quale venlva d~ta la pos~ibilidlodi cresceregrazi~aIle
-n~oveopportuhitadiimpieg016rriitedalcapit?lislllo. Se e veracnekrsviluppo del capitale resepossibilel'apparizione del prole-
tariato, 1 0 e nel senso che aumento la produttivita dellavoro, co-
sicche un numero maggiore di coloro i quali non erano stati for-
niti dai loro genitor! dei necessari st rumenti di produzione furo-no posti in condiz ione di mantenersi con i l solo lavoro; ma prima
si dovette fornire il capitale a coloro che poi reclamarono il di-
ritto ad averne una parte in proprieta, affinche fossero post i in
grado di sopravvivere. Sebbene cia non avvenisse certo per spiri-
to al truistico, tut tavia fu questa la prima vol ta nel la storia in cui
un gruppo di persone trove vantaggioso usare su larga scala ipro-
pri reddit i per procurare nuovi strument i di produzione dest ina-
t i ad essere adoperat i da persone che senza di essi non avrebbero
potuto provvedere al proprio sostentamento.
Le stati stiche offrono una chiara immagine degli effe tti che
1 1sorgere della industria moderns ebbe sull'aumento della popo-
lazione, Cia basta a contraddire nettamente I'opinione che dal
sorgere del sistema industriale siano derivati per le grandi masse
effet ti dannosi; ma non e questo il problema che ora ci interessa.
Basta soltanto menzionare il fatto che, fino a quando l 'aumento
numerico di coloro Ia cui produzione raggiungeva un certo livel-
Io, comporto un corrispondente aumento della popolazione, i ll i- "
vella dei cet i pil i poveri non pote migliorare sensib ilmente, per
quanto il livel lo medio potesse innalzarsi. Va subito posto in ri-
lievo che questa aumento di popolazione, e specialmente della
popolazione industriale, si era verificato in Inghilterra per alme-
no due 0 tre generazioni prima del periodo in cui, a quanta si easserito, la popolazione dei lavoratori avrebbe subito un grave
peggioramento.
Questa periodo e anche quello in.cui il problema delle condi-zioni della classe lavoratrice divenne per la prima vOltaC!ili1re=-
~ ~ ;- ;] _e er e- op in iom d la rc um c o nl: el TI pO ta ne no n o -in ve to "o
-
1-;;--principarr~fonH~aelie~attualil:(jhvinzr5iiCLa~prlma' °aomariaa
che ~id-;;;,rem~o'porre··a:ovral;ercT6··essere perche tale idea, con-
traria ai fatti, abbia potuto diffondersi largamente tra la gente
di allora.
Una delle ragioni principali della sua diffusione fu evidente-
mente la crescente consapevolezza di fat ti che prima sarebbero
passati inosservati. Lo stesso aumento della ricchezza e del be-
nessere, che era state conseguito, eleva sia il metro di giudizio
che le aspirazioni. La situazione che per lungo tempo era sem- .
brat a naturale ed inevitabile, 0anche rnigliore rispetto al passa-
to, non veniva pi li considerata confacente al le possibil ita che la
i~~~~i~i!~~~~~~".yenutoprima. M a ~ C 1 ~ "~na:turai.men.t"enol1.p;~va'ch~f; gente, il
cui destino cominciava a destare indignazione e allarme, stesse
peggio dei suoi genitori e dei suoi nonni: mentre vi sono molte-
pl ic i prove del l' es is tenza di una grande miseria , non ve ri'e alcu-
na che dimostr i che essa fosse maggiore 0 anche solo altrettanto
grande che nell'epoca precedente, Gli agglomerati di abitazioni
a buon mercato per i lavoratori dell'industria erano probabil-
mente assai pili brutti dei pittoreschi «cottages» nei quali alcuni
lavoratori agricoli e domestici erano vissuti ed erano certamente
una fonte di preoccupazioni maggiori per il proprietario terriero
o per il patrizio cittadino di quanta non 1 0 fossero ipoveri sparsi
per la campagna. Ma per colora iqual i si erano t rasferiti dalla
campagna alia citra essi rappresentarono un miglioramento; e
anche se ilrapido sviluppo dei centri industriali creo dei proble-
mi sanitari che solo lentamente e a costo di sacrifici si sarebbe
imparato a fronteggiare, le statistiche non lasciano dubbi sul
fatto che la salute pubblica ne trasse nel complesso pi li giova-
mento che danno 9.
Per spiegare ilpassaggio dal giudizio ottimistico sugli effetti
dell'industrializzazione al giudizio pessimistico, vi e tuttavia un
data pil i importante di questa risvegl io di coscienza socia le ; ed eprobabilmente il fatto che questo mutamento di opinione sem-
bra essersi prodotto inizialmente non gia nelle zone industrializ-
za te, dove si aveva la conoscenza diretta di cia che andava acca-dendo, ma nel d ibat ti to pol it ico del la rnetropol i Inglese la quale
era alquanto lontana dar nuovo processo di sviluppo e vi partec i-
pava in misura limitata. E evidente che verso il 1830 e il 1840
, Cfr. M. C. BUER, Health , Weal th and Popu lat ion i n the Earl y Days of t he
Industrial Revolution, G. Routledge &Sons, Londra, 1926.
27
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l'opinione che le popolazioni industr iali dei Midlands e del nord
dell'Inghilterra si trovassero in condizioni «tremende» era larga-
mente diffusa nelle classi alte di Londra e del rneridione. Fu
questa una del leprincipali argomentazioni con cui la c lasse del
proprie tari terr ieri contrattacco gli industr ia li per opporsi al ia
loro campagna per il libero scambio e contro [e leggi sui grano, E
fu da queste argomentazioni della .~~am"'paconservatrice che gli
!ntellet~~!LLa_Ql~i!!i~L..9£~!.'p~riodQ,_J!Y~DQQ~_cJ;l,tsafQp.j)s.£enza
( ~~~~~;~~~!i~~~~¥~~:~~~~r;n1;~~~t~~~~-~~~~?~-~~-a_=-<, '~--Quesia~posizloiie~li~q~;J~~p;~s~~~~i~ondurSI altresl gran
parte delle odierne opinioni circa le conseguenze per ilavoratori
del sorgere del l' in~l ls tr ia,eheneil1~rata in una lettera che una
signora londinese,' ..Mrs. CookeTayI~r,.}crisse it:ltq;DC)~.1843,
dopo av.~rvisi tato per ·liiprimayolfa .alcunezone· industriali-del.,
Lancashire: La sua telazione sulle condizioni da lei riscontrate epiecedufada'alcune osservazioni su quanto generalmente si ere-
deva aliora a Londra:
Non e necessaria che vi ricordi quanta aHermano igiornalisti sullemisetande condizioni degli operai e sulla tirannia dei lora padroni; ne
era rimasta talmente impressionata che solo can riluttanza accettai diandare nel Lancashire. In realta questi travisamenti dei fatti sana cornu-nissimi, e la gente liaccetta senza sapere i lcome a ilperche. Per esem-
pia: poco prima di partite partecipai ad un grande pranzo nel West Enddove mi accadde di sedere vicino ad un signore che e considerate uomo
malta abile ed intelligente. Nel corso della conversazione dissi che stavo
per andare nel Lancashire. Mi guardo emi chiese che mai poteva con-durmi 13;disse che avrebbe preferito andare a St. Giles" e che ilLanca-
shire era un bruttissimo posto, pieno di fabbrlche, dove la gente a causadella fame, dell'oppressione e del superlavoro aveva quasi perduto l'a-spetto umano; e affermo inoltre che i padroni delle filande erano una
razza tronfia e viziosa che sfruttava i bisogni vitali della gente. Gli ri o
sposi che questa era un trernendo sta to di case e gli chiesi dove avesse
vista una simile abbiezione. Egli ribatte che non l'aveva mai vista, rna
• «Andarc a St . Gi les» e una tip ica espressione londinese. Fino al 1845 il
percorso che conduceva icondannati a morte alla Iorca di Tyburn paSS3Va per
St. Giles' High Street, dove e appunto la bella e antica chiesa di St. Giles. Da-
vant i a questa chiesa , e preci sarnentc davant i ad una por ta det ta «porta del la
resurrczionc» pcrche sui suo tirnpano e scolpito un «Giudizio Universale», i
condannati a morrc r icevevano l 'u lr imo baccate di birra. «Andare a St. Giles»
signifies percio andare a vcderc un condannato a morte (N.d.1'.).
28
,:
che gli era stato detto che csisteva; e che personalmcnte n on e ra m ai s ta to
nelle regioni industriali, e che mai ci sarebbe andato. Questa signore erauno del mold che diHondono notizie senza preoccuparsi di indagare sesiano vere a false 10.
- .- - ~ .:::c ~
La dettagliata descrizione di I'fi.1rs.Cooke Taylo~ sul soddi-
sfacente stato di cose che con su'i-sDrpresa.·trovo;·-termina con
l'osservazione: «ora che ho visto gli operai a l loro lavoro, nel le
lor~. <:asette.e...nell~loro-·sEu?I~~:iioh·¥i¥stcrprgpr~2Tspi~g;;;~iI1d~~ore siille 10ro condizloni. Sono megnov~stiti,meglio- nutrlt1
e meglio tratta tidi ffii:iltealtre classidi lavora tori» 11.
·····.Ma,aricheseliifesichefripiutardI adottafiidagli storici era
allora a gran voce sostenuta da uno dei partiti del tempo, resta
da spiegare perche il punto di vis ta di un solo gruppo pol it ico di
al iora, e non queUo radicale 0 dei liberali, rna quello dei «To-
ries», sia diventato il punta di vista quasi unanime degli storic i Cdell'economia durante la seconda meta del secolo. La ragione )Y/
sernbra ?a ricercarsi nel fatto che il_nuovointeresseperIastoria f . · . . ' t : ~ "ceconOffilcaeraesso stesso strettall1~l1.te.~91.kK~.£.,all'im~E~~se .. j '.·"'V
perlrso·cTaIisrrio;e·(J;:e·ln-prln~IpI~-~na larga parte di coloro.She . e(;O(AP(..U< (I
·sIC!eaicarono··allo··sfi.iaioaenastorI~·~~;;n;;ITii~·~-~";;;p~nd~;~·· perl. ' . . . . . . . . . . . . _ ~ . • _ . . . . _ _ • • . . . . . . _ • • • . . • J 2 _ ~ " _ . . • . - , ~
irsoc"iiilismb~·ei:(n1:oriIu 5 6 1 6 dovuto aIgrande impulse che l 'dn-terpretailo-r;:-e'materialistica della storia» di Karl Marx indubbia-
mente diede allo studio del la storia economic a; s i puo dire che I
:~~:~=~~:f~~~!~ll~~~~~~{"~;:~:t~:~od~:~~;fse~!=~~~~~~?~~~~'J
nomldle--eT'inevli:abll~su~c~d~~si~~i'~~rnpo d ( lln~l~tema e c o = ino-ifi:ico"'iU'iilt o : .Tilt te - f e n f av a h O a i p r ov a re c n 'e 'i ls ii it e m a 'a a es - 'seamn:caro; il"sis tema della proprie ta privata dei mezzi di pro-
duzione, rappresentava la degradazione di un precedente e piu
naturale sistema di proprieta comune; e poiche essi partivano
dal postulato che i l sorgere del capitalismo doveva essere stato di
danno al Ie classi lavoratr ici, non sorprende che abbiano t rovato
do che cercavano.
Tuttavia non soltanto chi faceva coscientemente dello stu-
10 La lettera e citata da «Reuben», A Brie] Hist01Y of t he R is e a nd P ro gr es s
o f the Anti -Com Law League, Londra, 1845. Mrs. Cooke Taylor, sicurarnente
mogl ie de l radicale dot t. Cooke Taylor, aveva visi tato la Iabbrica ill Henry
Ashworth a Tur ton, presso Bolton; si trattava aHora di una provincia agr icola,
e percio probabilmente rneno squallida di alcune aree industriali urbane.
11 Ibidem.
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dio della storia economica uno strumento di agitaz ione polit ica
- come e vera in mold casi, da Marx a Engels, a Werner Sorn-
bart, a Sidney e Beatrice Webb - rna anche mold degli studiosi
che credevano sincerarnente di accostarsi ai fatti senza pregiudi-
zi, arrivavano a conclusioni che erano altrettanto poco imparzia-
li. Cia era in parte dovuto al fatto che proprio II «punto di vista
storico» da essi adottato era stato proclamato in contrapposizio-
ne all 'analisi teorica dell'economia classica, II cui verdetto sui ri-
medi «popolari» ai mali generalmente lamentati era stato spessonegative l2. E non a caso la scuola storica tedesca , che cornpren-
de il pili numeroso ed influente gruppo di studiosi di storia eco-
nomica nei sessant 'anni precedent i la prima guerra mondia le , si
Ireg io anche del nome di «socia li st i de lla cat tedra» (Kathederso-
zialisteni; e i suoi eredi spirituali, gli «isti tuzionalisti» americani
sono stati per 1 0 pili di tendenze socialiste. L'atmosfera generale
di queste scuole era tale che un giovane studioso, per non soc-
combere alle pressioni dell'opinione accademica, avrebbe dovu-
to avere un 'eccezionale indipendenza di spi rito, Nessun difetto
.<?E~211),,!:.~uto0pili fatale ~1YE~.~~~E.i~~.~.~~~ademka~·~~equenodie-s-sere l l i i ' - « a p o l o g e t a ; ; ~ a ~ iapitalismo, e, a~cIle~se~uno-stUaro-
-~~~~~r~~~~~~~~~~~~'~~I~~~~~1~~§'~~~~'~~~':~~l~~IT~~f~~i J n e ~ d o s i : ~ 1 . I ~ . · · g ~ r i ~ E ~ E · . · c o ~ 4 ~ r i h a · a ~ T · ~ i s t ~ ~ a•~~pltaIis'ta'u:'Trat-tare'l'ordine economko~sistent~sof~'~~-~~"~<fase-~t~;i~~)} ed es-
ser capaci di predi re l'avvento di un sistema migliore, partendo
dalle «leggi dello sviluppo storico» divenne il contrassegno di cia
che era allora considerate come I'espressione di uno spirito vera-
mente scientifico.
Buona parte dei rravisamenti dei primi storic i econornici de-
rivava in verita e1irettamente da un sincero sforzo di guardare a
questi fatt i senza alcun preconcetto teorico. L 'idea che si possa-
" S i puo c it ar e a scopo pura rnente es empl if ic ativo del l' a tt eggiament o ge-
ne ral e d i ques ta s euo la , una caratteristica affennazione di uno dei suoi espo-
nen ti p ili nori , Adolf He ld . Secondo lu i nell e man i di Davi d Ricardo «l' econo-mia ortodossa divenne la docile schiava degli interessi egoistici del capitale Ii-
nanzia ri o», e la sua t eor ia de lla r end it a « fu s emplic ernent e detta ta da ll ' odi o de l
capital is ta I inanziar io per il proprietario terriero», ( Zw ei B u ec he r z ur s oz ia le nGeschich te Englands, Duncker eH umboldt, Lipsia, 1881, p. 178). .
IJ Una buona desc ri zi one del l' atmosf er a poli tic a genera le che p reval eva
t ra gli economist i del la scuola s torica tedesca e dat a da LUDWIG POHLE in D ie g e-
genwae rt ige Kr i s e in de rdeu t s chen Volk swi l -t s chal t sl e hre , Lipsia, 1911.
30
no individuare i rapporti causali tra gli avvenimenti senza im-
piegare una teoria, 0 che tale teoria possa emergere automatica-
mente dall'accumulazione di un sufficiente numero di fatti, enaturalmente pura illusione. La complessita degli eventi sociali ,
in particolare, e tale che, senza gli strumenti di analisi che una
teoria sistematica fornisce, si e quasi necessariamente porta ti a
interpretarli in modo erra to, e coloro che evi tano l'uso cosciente
di un'esplicita e controllata costruzione logica, di solito diventa-
no solo vitt ime delle credenze popolari del tempo. IIbuon sensoe in questa campo una guida ingannevole e quelle che sembrano
spiegazioni «ovvie» spesso non sono che superstizioni cornune- Il
~;~~~~;~~: ;~ '~~~~~~~~~:';:':.:'~;~t~ir:#ru;;~;il;:£~;~l~i a n d o n ~ 'gli ; i t rCrfat tCn; ;n 'd~'nn~"~rcur;" '~onf~~t ; ;~ 'q~~~tap o ~tes.Ctuft'avrachiunque la ritenga vera riesce probabilmente a
trovare elementi che sembrano confermare le sue affermazioni.
E abbastanza facile trovare ai primi del XIX secolo esempi di
estrema poverta e trarre la conclusione che questa deve essere
sta te il r isul ta to deIl'introduzione del le macchine , senza chie-
dersi se le condizioni d i prima fossero rnig liori 0 non piuttosto
peggiori, Oppure .si puo credere che un aumento e li produzione
debba portare al l' impossibil ita di vendere tu tto il prodotto, e
quando poi si riscontra un ristagno nelle vendite, si pensa che
questa sia la conferma di quanto immaginato, benche vi siano
molte spiegazioni pili plausibili che non una «sovrapproduzione»
o un «sottoconsumo» generale.
Certamente mold di questi travisamenti furono compiuti in
buona fede e non v'e ragione per non rispettare i motivi addotti
da alcuni di coloro che, per destare la coscienza pubblica, dipin-
sero la miseria dei poveri con i colori pili neri. Siarno debitori a
movimenti di questo genere, che costr insero ad aprire g li occhisu una realta sgradevole, di a lcune del le pil i nobil i inizia tive po-
lit iche, dall'abolizione della schiavitu all 'abolizione delle tasse
sull' importazione dei generi alimentari e alia distruzione e li mol-
d radica ti rnonopoli ed abusi. E quindi pi li che giusti ficato ri-
cordate quanto povera fosse la maggioranza della popolazione
ancora cento 0 centocinquanta anni fa; rna, trascorso ormai mol-
o
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to tempo, non dobbiamo permet tere che una distorsione dei fat-
ti, anche se comrnessa per zelo umanitario, in£luisca sulle nostre
'C P 0 ' ; f,{U:l' i"D,.ddeein rnerito a cio che dobbiamo ad un sistema che per la prima
,,_volta nella storia ha resogli uomini consapevolrcrerTattocne:Ia
I ~mlseria~plio-es-sere-'evitafa:-Eproprlo~re-'-rivenaicazloIil"e-h:nispi-l raziofiideUeclIiss'flitvotilttici furono e sono il risultato dell'enor-
me miglioramento nella loro posizione, determinatodal capitali-
smo. Senza dubbio, it progresso della Iibera iniziativa elimino
molti privilegi, e la possibilidl-p~~- moltidi--;~si~;;~rsi ullbuon' t e a a it o - - im p e a eM o ' a g l n i 1 t t id T I a r e megIioC1t' per-cui essi erano
pigatC-vrpos;i'ono--;~~~r~-moltealtie-:ragl0firper Cilnosvuuppo
deTI 'li ldustr ia moderna puo essere deplorato da taluni, Alcuni
valori este tici e moral i a i quali le c lassi alte e privilegiate davano
grande importanza furono certo rnessi in pericolo da tale svilup-
po. Qualcuno potrebbe anche porte in dubbio che il rapido au-
mento della popolazione 0, in altre parole, la diminuzione della
mortalira infantile sia stata un vantaggio. Ma, se e nella misura
in cui si prende come criterio di giudizio l'effetto suI tenore di
vita della maggior parte della classe lavoratrice, e quasi certo che
per effetto dell' industria vi sia stata una grande tendenza al
miglioramento.
Perche questo fatto venisse riconosciuto dagli studiosi, si
dovette attendere i l sorgere di una nuova generazione di storic i
economici che non si considerassero pili antagonisti dell' econo-
mia, intend a provare che gli economisti avevano avuto torto,
rna che fossero essi s tessi provett i econornist i, esperti nello stu-
dio dell'evoluzione economica. Tuttavia irisultati che la moder-
na storia economica ha largamente accerta ti ormai da una gene-
razione hanno ancora avuto scarso riconoscimento al di fuori dei
circoli di esperti. Il processo attraverso il quale i risultati della
ricerca divengono di dominio pubblico si e dimostrato in que-
st' occasione anche pili lento del solito 14. In questo caso irisulta-
ti non sono stati del tipo di quelli che in genere vengono avida-
mente raccolt i dagli inte lle ttuali perche si adattano faci lmenteai loro pregiudizi generali, ma, al contrario, sono di un genere
che e in conflitto con le loro idee fondamental i. Tuttavia, se ab-
biamo avuto ragione nell' individuare l 'importanza che ipunti di
" SU questa argomento cfr . it mio saggio, Gli intellettuali e it socialismo, in«University of Chicago Law Review», vol, XVI, 1949.
3 2
vista erronei hanno avuto nel formare l 'opinione politics, e orache la verita finalmente elimini la leggenda che ha COS1 a lunge
dominate le credenze popolari. La convinzione che questa revi-
sione fosse da tempo necessaria, fece sf che questa argomento
venisse inserito nel programma del Convegno, durante ilquale i
primi t re dei saggi seguenti furono originariamente presenta ti, e
che si g iungesse alla decis ione di renderli accessib ili a un pi li va-
sto pubblico,
II riconoscimento del fatto che i lavoratori nel complessohanno tratto beneficia dal sorgere dell' industria moderna, e na-turalmente del tut to compatibile can Ia circostanza che alcuni
individui 0 gruppi della classe Iavoratrice 0 di altre classi possa-
no per un certo tempo aver sofferto per i suoi risultati. II nuovo
ordine porto con se un'accelerazione nel ritmo dei cambiamenti ,
e il rapido aumento di ricchezza fu in gran parte ilrisultato della
maggiore celerita di adattamento ai mutamenti che 1 0 avevano
reso possibile. In quei settori dove la rnobilita di un mercato al-
tamente competitive divenne effettiva, la maggior gamma di
possibili ta compenso largamente la maggiore instabili ta dei sin-
goli impieghi. Ma Ia diffusione del nuovo ordine avvenne lenta-
mente e in modo disuguale ; r imasero, e rimangono anche al gior-
no d'oggi, settori che, mentre sono completamente esposti alle
vicissitudini dei mercati per iloro prodotti, restano troppo 1S0-
l ati per benefic ia te delle opportunita che i l rnercato ha aperto al-
trove. I vari esernpi del declino degli antichi mestieri che sono
stati sosti tuit i da processi meccanici, furono largamente illustra-
ti al pubblico (il destino dei tessitori a mana e ilclassico esem-
pia, sempre citato). Ma anche in quel caso e rnol to incerto se la
somma del le pene sia paragonabi le a quella che una serie di catt i-
vi raccol ti in qualche regione avrebbe arrecato prima che ilcapi-
talismo avesse notevolmente aumentato la mobilita dei beni e
del capitale. Gli effetti su un piccolo gruppo, in una comunita
Iiorente, sana probabilmente sent iti come un'ingiustizia e una
sfida pili di quanta non 1 0 fosse in epoca precedente la miseriagenerale, considerata come un destino immutabile.
La cornprensione dei veri motivi delle rivendicazioni e ancor
pi li del modo di porvi r imedio, per quanto possibile presuppone
una conoscenza del funzionamento del sistema di mercato mi-
gliore di quel la posseduta da mol ti dei primi storici. Molto di cio
che e stato rimproverato al sistema capitalista e in etfetti dovuto"' __ ~' _ ~ ~ -- " = ~ '. == -. ~~ ._ ~ _ ~' _~ ~_ . ' >< __ _ - Y~ ' c ~, ~_ ~~._~"",,,,,.~,_~~·._"",,,·.~="<~~~,~.~_c·,_~_..·~·_.~_ ~··.~~>-<,~.,--~~"~--"""_--
---
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1
a residui 0reviviscenze di caratteri precapitalistici, ad elementi
t
·~~~:~~~~i~~~~ :~~'e~~;~;! ,.~;~t:tf~,~~i~~~~~i~~~'~e~~~~~£~~c o m p r e n s l o n e - O e T T i i f f o c n e ' p e i 'otienere-un"emCIente'f;;nzi~na"menI6-'-d~1l1Icconcorrenza'-si' --tithiedt:va'uu'-apptopriafO """quiidro
liiliiizloniile:Abbiamcj"giafilHo ' i: l f e r Im e n t o "'aaarcunecaraiteri-st iche e tenderize che si rimproverano di sol ito al capital isrno e
che sono invece imputabili a 1 fat to che al suo fondamentale mec-
canismo non si pe rmett e di funziona re appieno. In modo parti-colare ilproblema delle ragioni e del la misura in cui i l monopolio
abbia interferi to nel la benef ica azione del capital ismo e troppo
vasto per par larne oltre in questa sede.
Questa introduzione intende solo indicare i l quadro generale
entro ilquale s i col loca l'analisi pil i scientifica contenuta negli
scrit ti che seguono. 10 spero che questi studi part icolari correg-
gano, mediante la tra ttazione pili comple ta dei problemi da essi
aff rontat i, la naturale tendenza di questo manoscr it to ad incor-
rere in generalizzaz ioni. Essi trat tano sol tanto part e dell a pili
ampia questione, perche illoro scopo era di fornire una base di
fatti per la discussione che intendevano avviare. Delle tre do-
mande tra loro connesse: quali furono ifatti?, come Iipresenta-
rono gl i stori ci>, percher, essi rispondono principalmente alIa
prima e solo in modo implicito ali a seconda . Solt anto 10 studio
del De Jouvenel, che proprio per questo ha un cara tte re alquanto
diverse, si indirizza soprattutto alla terza domanda; e, cost fa-
cendo, solleva problemi che vanno anche al di la del complesso
di questioni che sono qui state abbozzate.
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LA TRATTAZIONE STORIOGRAFICADEL CAPITALISMO
di T. S. ASHTON
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II fatto di occupare una cat tedra di s toria economica all'uni -
versita di Londra signif ica che, invece di poter dedicare le pro-
prie vacanze a ritemprare ilcorpo e 10 spirito 0 a darsi a erudite
ricerche, s i e costretti a passarne gran parte nella lettura dei
compiti d 'esame, frutto della Fatica non solo dei propri studenti,
rna anche di diverse centinaia di altri giovanotti e signorine di
ogni parte della Gran Bretagna, perfino delle pili lontane regioni
del mondo. La situazione non e invidiabile, Ma almeno da la
possibil ita di parIare con conoscenza di causa ci rca le idee sul1a
storia economica condivise dai giovani che 5 1 avviano a costitui-
re i nuovi quadri dirigenti dell'industria, del commercio, del
giornali smc, della poli tic a e delI 'amministrazione pubblica, e
che avranno percio gran peso nella formazione di cio che chia-
miamo «opinione pubblica»._
E evidente che le idee pel itiche ed econorniche sono deter-minate tanto dalle esperienze della generazione precedente
quanto dai bisogni di quella attuale. Quando Lionel Robbins"
domando quale fosse per loro il problema pili importante del
giorno d'oggi, 1a rnaggior parte degli student i d i una classe della
London School of Economics rispose senza esitazione: «Mante-·
nere 1apiena occupazione». Dopo un decennio di plena occupa-
z ione e di sovraoccupazione (in Inghilterra), l 'ombra degl i anni
t renta nasconde alla v is ta di un gran numero di persone iproble-
mi rea li del l' Inghil terra del dopoguerra ; rna c'e anche un 'ombra
pili lunga che si frappone davanti alla realta e oscura il quadro.
Si tratta di un'ombra proiettata dai torti, veri 0 presunti, subiti
da lavoratori che vissero e morirono un secolo fa. Secondo un
gran numero dei compit i che mi e toccata di leggere, i l corso del-la storia Inglese all 'inci rca dall ' anno 1760 fino alla is tituz ione
del welfare state nel 1945, fu caratterizzato quasi esclusivamente
da fat ica , sudore ed oppressione. Risulterebbe che Ie forze eco-
• Noto economista Inglese contemporaneo (1898-1984) , d iretrore della
London School of Economics (N .d. T . ) .
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flj:"j
norniche sono malevole per loro stessa natura. Ogni invenzione
che ha portato ad econornizzare sul lavoro avrebbe condotto ad
un decl ino della specia lizzazione e ad un aumento del la disoccu-
pazione. Non e forse ben noto che, quando i prezzi salgono, isa-
lari salgono di meno ed illivello di vita dei lavoratori diminui-
see? Ma che succede se a calare sono i prezzi> Non e forse altret-
tanto ben noto che ilrisultato e una crisi nel comrnercio e nel-
l 'industr ia, una caduta dei sa lari e dell 'occupazione, cosicche,
ancora una volta, i l l ivello di vita dei lavoratori scende?La gioventu moderna e incline alia malinconia; come Rache-
le, rifiuta ogni conforto. Tuttavia ritengo che ci sia qualcosa di
pili del pessimismo giovanile alI'Srigine dl queste oplllioiil-cosl~
alffuse:·GHstudend·"vanricrt{;lezfbne:e:fe:gg6h;;-rnbrTdrt~;t~~"'~d
TquesIione di buon senso che noi prestiamo un po' di a ttenzione
a quanto essi sentono e leggono. Una buona parte - troppo, per
la verita - di quanto appare nei compiti e la riproduzione Iette-
rale di quanto e stato detto 0 scrit to, quindi la parte di gran lun-
ga maggiore della responsabilita devono avercela coloro che eser-
citano la professione di storici economici.
Lo studioso della storia economica Inglese ha la fortuna di
disporre delle relaz ioni di una lunga serie di Commissioni Reali
e di Comita ti d' Inchiesta, che iniz iano nel dic iot tesimo secolo,
rna che raggiungono illoro massimo negli anni trenta , quaranta e
cinquanta del diciannovesimo secolo. Queste relazioni sono una
del le glorie del la prima parte dell' era vi ttoriana. Esse documen-
tano un ravvivarsi del la coscienza sociale e una sensibil ita per la
miseria che non si erano manifesta ti in alcun al tro periodo 0 in
alcun al tro paese. Una quanti ta di ponderose carte lle forni rono
una prova statistics e verbale che molte cose non andavano bene
per gran parte della popolazione dell'Inghilterra, e richiamarono
l 'a ttenzione dei legislatori e della parte col ta del pubblico sulla
necessita di una riforma. eli storici econornici delle generazioni
successive non poterono fare null' altro che attingere alle loro
conclusioni e la r icerca storica ne trasse beneficio non meno chela societa, Ma do comporto inconvenienti e svantaggi: una vi -
s ione del s is tema economico che sia basata sui «Libri Elm>sulle
ingiustizie social i e non sui normali processi dello svi luppo eco-
nomico e necessariamente unilaterale.
Proprio una ta le immagine del la prima societa vi tto riana si ef issata nella mente degli scrittori al ia moda e si r i£let te nei miei
38
compit i. Per la verita, un'at tenta le ttura delle relazioni condur-
rebbe alla conclusione che cia che non andava bene era per 1 0 pili
ilrisultato di leggi, costumi, abitudini e forme di organizzazione
che erano sta te eredi tate da periodi precedenti e stavano rapida-
mente diventando antiquate; avrebbe chiarito che iguadagni
erano pi li bassi non t ra g li operai rna t ra i lavoratori domestic i, le
cui tradizioni e metodi di lavoro erano quelli del diciottesimo
secolo. Avrebbe forni to la prova che le condizioni di lavoro era-
no peggiorate non nei grandi stabilimenti che si servivano delvapore rna nelle officine situate in soffitta 0 in cantina. Avrebbe
portato a concludere che ~t~~io~L~l~~1i1:t!~r..a~l2.~rsonale ~ i '1
mali deriva~ti dal pagatrlento in natura erall ( ) . }lillm~rcifi~rion )
~~e~ij~::-!?~i!;~~~i ••~~:~d~~d~il~~P~e~ :J:a~:t~~~::ib~nLtll~ [
~~tIlpagn~;1Ita P~~Pl~lJl?et9J~pazi(:nza di esatn.lnar~ con c~i'a·e !"ffiTnuziiquegH' sp~ssi volumi, Er~ltanto pili facile scegliere le pili I~~n;aiionalr·h:.sHmoniirl.Zedi disagio e costrui re in base a queste J
una drammatica storia di sfruttamento. Di conseguenza, una ge"
nerazione che ebbe l' iniziativa e Ia dil igenza di raccogl iere i fat-
ti, lonesta di rivelarli e I'energia di accingersi al compito della
riforma
esta ta segnata a dito come l'au tr ice non dei «Libri BIu»,
rna dei mali in essi denunciati. Le condizioni rielle fabbriche e
nelle citta industriali erano cosl. trist i, che necessariamente sem-
brava che ci dovesse essere state un deterioramento; e siccome
questo supposto deterioramento si era verif ica to contempora-
neamente all' aumentato uso del le macchine , le macchine ed i1 0 "
ro proprietari dovevano esserne stati responsabili,
Al tempo stesso jLr. i~x~gJjRh,J;9~~.11t,~~.?,,~l1. . !~!;.~~~~.~.~,,~~l1.?~-ceva ad una visione idillica della vita present~ ..~ld~~c~~!.ll:gn.
colt:ilhiiiia l'uruta"iitfiviHCnatlifiilitesiillifiire p ~ rg n e ~ s e tIumanislE i n a n te n i li ae d " ir iV e r O · " s i 'e e s t e sa s e tJ J: p re " p l l' l, . " n d . p e rI o do i ncui un'n~mero' ; ~m p r e.maggIore ai~()i. e sfuggito alia lllale?izio-
r l e - - d i A d a f i i o · · O c om e s i · u s a d i i e ·coll proiiss a frase ,«si e separ~.!?
d~l"s~olo» ..Un"anno a l l ' es~rne' un ·c~ndidato-ossei.-V5-acutamentec~he~~in.secoli precedenti I'agricoltura era molto di£fusa in In-
ghil terra», rna aggiunse, pieno di tr is tezza, «oggi essa e limitataalle provincie agricole». C'era una analoga idealizzazione del la
condizione del Iavoratore dornestico , che nella separazione di
cui sopra aveva compiuto solo ilprimo passo. Segui temi con pa-
zienza nel la lettura di alcuni brani con cui Friedrich Engels (che
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viene normalmente lodato per i1 suo realismo) apre Ia sua descri-
zione della «eondizione della classe lavoratriee in Inghilter ra nel
1844». Si basa naturalmente sugli scri tt i del rev. Phil ip Gaskell
la cui sincerita ed onesta non sono in dubbio, rna la cui mente
non era stata infIuenzata da alcuna preparazione s torica. Ilibro
d.ell '~ngels s~apre con l 'affermazione che: «la s toria del proleta-
nato in Inghil terra ha iniz io can l'invenz ione de l motore a vapo-
re e dell e macchine per l a l avoraz ione del cotone». Prima di quel
tempo, egli prosegue «i l avoratori conducevano un'esi st enzan.o~osa.mapassabilmente sicura, vivendo in maniera onesta e pa-
cifica, ill grande devoz ione e probita , e la Ioro condizione mate-
rial e era molt a migliore di que lla de i loro successori. Non aveva-
no bisogno di lavorare fino alIo stremo, non lavoravano pili di
quanto decidevano di Iavorare e tutt avia guadagnavano quanta
lora bas tava. Avevano tempo libero per i l lavoro salutare nel Ioro
giardino 0nel loro campo, lavoro che in se stesso e ra per lora una
ric reaz ione , e potevano inoltre pa rtec ipare ali a ricreazione ed a i
giochi dei loro vicini, e tutti questi giochi ~ le bocce, ilcricket
ilcalcio - cont ribuivano a lIa Ioro salute ed alloro vigore fi si co.
Erano in maggioranza gente forte e robusta, l a cui costi tuzione
f isica non presentava che poca 0 nessuna dif ferenza da quella del
loro vicini contadini . I lora figli crescevano a ll'ari a fresca de lla
campagna e, se talvolta accadeva che aiutassero i loro genitori
ne l Iavoro, cio avveniva solo di quando in quando; mentre pe r lo-
ra una giornata Iavorativa d i ot to 0dodic i are e ra fuori discus-sione» ' .
E dif fici le dire se s i allontani di pil i dai fat ti questo r it ratto
o la I~vidapresenta~ione ?el la vita dei nipoti di queste persone,
descntta piu avann nel libro. Engels non aveva dubbio alcuno
sulla causa del peggiorameruo della condizione del Iavoratori. «I I
proletariato» egli ripete «deve Ia sua esistenza all'introduzione
delle macchine». «Le conseguenze del miglioramento delle mac-
~Lon?~a, 189~. En~els continua: «Si trattava di genre rispeuabile, dibuoni manti e b~om padri che conducevano vita modgerata perche non avevu-
no alc~na tenrazione di essere immorali, non essendoci nelle v icinanze alcuna
casu di tolleranza, e perche l 'oste, nella cui oster ia talvolta Ienivano Ia Ioro se-
te, era eglipure un uomo rispettab ile, normalmente un grosso aff it tuario agr i-
colo: orgoglioso del buon ordine e della buona bir ra della sua oster ia, e del fat-
to di cruudere presto Lasera. Ioro I ig li erauo a casa zutto ilgiorno, ed essi n al-
levav~no, nell:obbe.dienza e nel timor di Dio... I giovani crescevano in idillica
sernplicita e dimestlchezza con ilora cornpagni di gioco finchc si sposavano», ecc.
40
chine sulle nostre attuali condizioni sociali» egli asserisce «sono "~ )y
' "per ~ lavoratore unicamente negative : s~es~o a~sai op~rimenti. f v S ( ; C / -Ognl nU2~i!1lZ;!m~n.t.Q_.Q92:!~."E9J:l.~&.9.~! IUn.uZlQn~.gl ,.Qf£\JP~zione, poverta e sofferenzas"
~ n g e T S h a · " a : ; ~ t · ; ; - · · ~ o r t iiscepoli, anche tra colo ro che non ac-
eettano ilmater ialismo storieo di Marx, al quale s i r ifanno gene-
ralmente queste vedute. L'os ti li ta verso le macchine e eonnessaall'ostilita verso i loro prodoti:l~~aiiz(~vefso'quals"iasr1iihbVazio-
n:~·n~I·~ons~mr:·Unoderrisultafi"pi.li"ri1evatiti··delliiii.iova'eta'in"d~;1:aate"~r;"eae nel grande aumento della quantita e del la var ie-
ta di tessuti offer ti suI mercato. Tuttavia imutamenti neI vesti-
re sono considerati una prova dell' aumento della pover ta: «II ve-
s tiar io dei lavorator i» dichiara Engels « e nella maggior par te dei
casi in pessime condizioni. La stoffa usata non e la pil i adatta.La lana e ilino sono pressoche spari ti dal guardaroba di entram-
bi i sessi, e sono stati sostituiti dal cotone. Le gonne sono fatte
di te ssut i d i eotone bianchi 0 colora ti, e le sottovesti di lana S 1
vedono raramente tra la biancheria stesa». Per Ia verita non si
erano mai vis ti molto tra la biancheria stesa, perche s i res tr ingo-
no can Iacilita. I lavoratori di epoehe precedenti dovevano far
durare iloro abiti (anche se molti di questi erano di seconda0
te rza mano), e 1'acqua e ilsapone erano dannosi per l a durata de-
gli indumenti. I nuovi tipi di tessuti a buon mereato non erano
forse cos l res is tent i come ilpanno fino, rna erano di sponibili in
quantita maggiore ed 1 1 tatto che non fossero danneggiati daI la-
vaggio e ra importante se non per la loro dura ta, almeno per la vi -
ta di colora che lindossavano.
La s tessa ost il ita S 1 rivolge al le innovazion i nei eibi e neUe
bevande . Generazioni di seri ttori hanno imitate William Cob-
bett ' nella sua avversione al teo Si sarebbe potuto pens are ehe
l'enorme aumento del consumo t ra l 'i nizio del diciotte simo e Ia
meta del dic iannovesimo seeolo fosse uno degli a spe tti de ll'au-
mentato tenore di vit a; rna ancora poehi anni fa, ilprof. Parkin-
son assert che era «1'aumento de lla poverta» che rendeva il te
sempre pil i indi spensabil e all e c lassi pili povere, dal momenta
che non si potevano pili permettere Ia birra, che era diventata
troppo cara 2. (E questo, aggiungerei , s ignificava ehe erano di-
, Giornalista e uomo politico radicale inglese del primo Ottocento (N.d. n ., C. N. PARKINSON, T rad e i n t he E a st er n S e as , Cambridge, 1937, p. 94.
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sgraziatamente costretti a consumare dello zucchero, e si deve
supporre che anche questa abitudine abbia porta to ad una dimi-
nuzione nel livello di vi ta). Del pari ildott. Salaman ci ha recen-
temente assicurato che I'introduzione della patata nella dieta
dei lavoratori a quel tempo fu un fattore dannoso aUa salute e
che permise ai datori di l avoro di abbassare ill ive llo del salari ~
ilquale, come ben si sa, e sernpre determinato daUa quantita mi-
nima di cibo richiesta per rimanere in vita 3.
Malta gradatamente colora che avevano queste opinioni costnere sul le conseguenze dei mutamenti pravocat i dall 'industr ia
sana stat i costretti a modificare Ie lora idee. Le ricerche di ligen-
ti e l i B.?~!~Y_~_W5?2q_h~pp~().ll1?stratohe perla Iilaggi~r part; di
qUeS ta e del successivo perl~doTsatairrealtebbefo ' tenaeriz~tacr-aumentare:·Per··ruc,iill"s·ettoTi'deI1iclasse····lavoraiiiCelaco'sa'~n;;;;'
e r'~ ~erta~ente vera. Nella prima meta del diciannovesimo seco-
}~ la popolazione deTI'Ing1ill1:err~r-aumeniava;'ln~parttq)efYau_
-;:f~~~~!~,;~~~~~~l;~;~~~··'~:~;~:~,I~:~~:;;~~~;~~produtrivita marginale, e per conseguenza i guadagni , r imasero
bassi. Una gran parte dei loro reddit i era spesa soprattutto in ge-
neri a limentari, bevande e abi taz ioni , beni ilcui costa non era
stato quasi in£ luenzato dagl i svi luppi del la tecnica. Ecco la ra-
gione per cui tanti economisti, come McCul loch e Mill , avevano
essi s tessi dei dubbi sulla natura benefica del s is tema indust ria-
le. Vi erano, tuttavia, vasti e crescenti settori di lavoratori spe-
cializzati e meglio pagati, icui redditi monetari andavano au-
mentando, a i quali restava un nqtevole margine per acquistare i
prodotti delle industrie il cui coste stava progressivamente ab-
bassandosi. La questione controversa e in realta quale dei due
gruppi aumentasse di pil i. Ora generalmente si r iconosce che per
la maggioranza vi fu un aumento sostanziale del salario reale.
Ma questo non pone fine aUa polemica. Puo darsi che i gua-
j~~ni reali siano aumentati, si diceva , rna eio - c h ~ - p ' i l Y c o n t a - e ~ i l
~!P'?,,:<i~~!!~i~y?-di·viEtenon·la·(fu~fitita··.·derbenTconsiiiriati:"Inparticolare siadd;~~;~n~ ~~me·provaaerpeggioramento nella
vita dei lavoratori ilcattivo stato delle abirazioni e Ie condizioni
insalubri delle citra: «Tutto cio che qui fa nascere un senso d'or-
J R. N. SALAMAN, The His tory and Social Inf luence of the Potato, Cambrid-ge,1949.
42
rore e di indignazione», scrisse Engels a praposi to di Manche-
ster nel 1844, « e di origine recente, e frutto dell' era industria-
le», e si lascia al lettore la conclusione che Ie condizioni ugual-
mente repellenti di citta come Dublino ed Edimburgo, non toc-
cate daUa nuova industria, erano in un modo 0nell'altro an-
ch'esse conseguenza delle macchine. Questa leggenda s'e diffusa
nel mondo ed ha determinato l'atteggiamento di milioni di per-
sone nei confronti dei le macchine , che permettono di economiz-
zare sulla manodopera, e nei confront i di colora che ne sono pro-prietari. Indiani e cinesi, egiziani e negri, per i cui compatrioti
di oggi Ie abitazioni degli inglesi della meta del secolo dicianno-
vesirno sarebbero un gran lusso, affermano solennemente, nei
compiti che devo leggere, che gl i operai inglesi vivevano in con-
dizioni indegne di animali. Scrivono indignati dell'inefficacia
delle a tt rezzature igieniche edell ' assenza di servizi pubblici,
mentre la stessa natura di questi e ancora sconosciuta ai lavora-
tori che vivono nelle citta di una gran parte del globo,
Orbene, nessuno che abbia letto Ie re1azioni del Comitato
sul le candizioni sani tarie del le classi operaie del 1842 0 quelle
della «comrnissione per la salute neile citta» del 1844 puo mette-
re in dubbio che la situazione fosse deplorevole dal punto di vi-
s ta della civil ita occidentale moderna. Ma, al tempo stesso, nes-
suno che abbia let to la descriz ione di Dorothy George sulle con-
d izioni di vi ta a Londra nel diciottesimo secolo pUOaffermare
can sicurezza che esse siano peggiorate 4. La dott. George dal
canto suo ritiene che Ie condizioni fossero migliorate e Clapham
dichiaro che Ie cit ra inglesi a lIa meta del secolo erano «meno so-
vraffollate delle grandi citta di altri paesi e, in generale non pili
malsane» 5. II problema che voglio sollevare, tuttavia, e quello
della responsabili ta . Engels, come abbiamo visto, at tr ibui tut ta
la colpa aIle macchine; altri affermano in termini altrettanto
esplicit i che essa va att ribui ta aila rivoluzione industr iale, i l che
e prat icamente la stessa cosa, Non mi risul ta che aleuno storieo
abbia esaminato ilproblema ponendosi al posto di coloro cheavevano ilcompito di costruire e amministrare le citta.
Due erano gli aspetti principali del loro problema: l 'armoniz-
, M. DOROTHY GEORGE, London L ite i n t he Eight eenth Cen tu ry, London,K Paul, Trubner; NewYork,A A. Knopf, 1926.
'J. HCLAPHAM, An Economi c His tQIY of Modern Bri ta in , Cambridge,
1926,I, p. 548.
4 3
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- ..------1 • .• . . .
zazione dell'offerta di case alIa domanda, e la soluzione delle
quest ioni tecniche relat ive aIle fognature, aIle condizioni igieni-
che ed alIa ventilazione. Ai primi del diciannoves imo secolo, se-
condo uno dei rniei compiti d 'esame, «1lavoratori erano accalca-
ti in case attaccate l 'una all' altra come sardine in una tana di co-
nigl io», Molte di queste case erano certamente poco solide e an-
tiigeniche, e la colpa di cio s i fa normalmente r icadere sul l'indu-
striale che Ie aveva tirate su, un uomo comunemente chiamato
jerry-builder (costruttore di for tuna). Mi sana spesso domandatoche tipo d'uomo fosse . Quando era giovane ilparroco della mia
chiesa una volta fece una predica su «Jerry», che, affermo can
piena convinzione, in quell 'istante s tesso s tava bruciando all 'in-
ferno per Ie sue colpe. Ho cercato traccia di lui nei documenti,
ma invano. Dal Dizionario Etimologico dell'Inglese Moderno del
Weekley, r isul ta che jerry e una corruzione di jury, un termine di
origine marina ra che si riferiva a qua lsiasi parte dell a nave , pro-
ge tt ata per usa temporaneo, per esempio jury mast e jury rig, ed
estesosi ad altri oggetti , per esernpio jury leg per «gamba di le-
gno». «Jerry» quindi signif ica temporaneo, 0 inferiore, a im-
provvisato; e certamente verranno in mente altri usi del la paroIa
per indicare un aggeggio impravvi sa to in caso di emergenza. Se-
condo ilDizionario della «slang» e dell'inglese non convenzionale
del Part ridge, II Termine venne usa to la prima volt a a Liverpool
intorno al 1830. IIluogo e l 'epoca sono significativi. Liverpool
era i l por to del Lancashire sud-occidentale, un'area industriale
che andava rapidamente sviluppandosi ; era la princ ipale porta
per cui entrava in Inghil terra 1 0 stuolo degli emigrati irlandesi.
Qui probabiImente la press ione della popolazione sull 'offer ta di
abitazioni raggiungeva le punte massime. Le case venivano in-
nalzate rapidamente e molte erano cos truzioni sot ti li , icui muri
esterni avevano uno spessore di sale 4 '/ 2 inches. I I 5 dicembre
1822 alcune di esse, come rnolti edi fici in alt re loca li ta, furono
spazza te via in un grande uragano che infurio sul le isole bri tan-
niche; e nel febbraio del 1823 il gran giurt di Liverpool richia-mava l 'a ttenzione dei magis trat i sui «terr ibil i effet ti del l'u lt imo
uragano . .. in conseguenza della scarsa s icurezza delle moderne
tecniche costruttive», Un anno dopo il medesimo organa di nuo-
vo accennava al «modo inadeguato e per icoloso nella cos truzione
di case di abitazioni ora seguito in questa citra e nei dintorni» e
ri chiedeva misure «per ott enere la promulgazione di un provve-
44
dimento conferente ad un appos ito funzionar io ilpotere di esa-
minare con cura ogni edificio che si costruira in futuro, e di far
eliminate il pericolo, in caso di insicurezza» 6.
II crollo improvviso di edifici non era una novita, Nel 1738
Samuel Johnson aveva scritto che Londra era un posto dove «il
rumore del le case che crollano vi rimbomba in testa»; e , pe r da re
un esernpio specifico, nel 1796 due case crollarono, seppellendo
sedici persone, in Houghton Street, dove oggi si innalzano gli
edi fici in cemento a rmata dell a London School of Economics 7.
I I difet to principale sembra esser s tato l 'uso di mater iale scaden-
te, come cenere e spazzatura, nel la fabbr icazione dei mattoni ,. e
la scarsa solidita de i muri in tutt i icasi in cui il t erreno era a ffit-
tato solo per un breve periodo di tempo '. Dall'esernpio di L i-
verpool sembrerebbe tut tavia che le case [cssero peggiorate all 'i -
nizio degli anni venti; e lamentele per la scadente qualita delle
costruzioni provenienti da altre par ti raf forzano questa convin-
zione. Non e dif fici le cercare una spiegazione: l 'inizio degli anni
venti vide una rinascita dell'edilizia dopo un lungo periodo di
interruzione, a al massirno di sca rsa a ttivita , durante quasi un
quarto di secolo di guerre; questa rinascita si verifico in un pe-
riado in cui i costi di costruzione si erano elevati ad a ltezzesmisurate.
Bisogna tener conto dell'organizzazione dell' industria edili -
zia. II costruttore t ipico era persona di scarsi mezz i, era un mu-
ratore 0 un carpentiere ilquale comprava un piccolo lotto di ter-
reno, eseguiva egli ste sso un'unica operazione , come la posa dei
mattoni, e clava l'appalto ad artigiani per gli altri processi co-
struttivi. E vero che verso la meta del diciannovesimo secolo
grandi imprese stavano sorgendo, cont roll ate da uomini come
Thomas Cubbi t ma si limitavano agli edifi ci 0 ai pa lazzi, e non
cos truivano Ie case dei pover i. Ierry builders non erano capitali-
sti , ne ll'accez ione normale del te rmine, bensi l avoratori. Cost
afferma il Rapporto Chadwick de11842:
«Nelle provincie agr icole le peggior i t ra le nuove cos truzioni
6 Sir JAMES A. PICTON City of Liverpool Archives and R e co r ds , Liverpool,G. G. Walmsley, 1886, pp. 467-68. Ri ngrazio ildott. W. H. Chaloner per Ie
sue informazioni sull'etimologia di jerry.
, GEORGE, op. cit., p, 73. .
, «La so lidi ra de ll 'e di fi cio si m is ura da ll a d urat a d el l'u lf it to d el t er re no ,
come la [unghezza del la scarpa si misur a da quel la del piede», aff ermo G R O -
SLEY, ibidem, p . 76.
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sono quelle costruite direttamente dai Iavoratori sui confini dei
co,"!mons: .~el le aree indust riaIi , i casamenti cost ruiti da coope-
rattve edilizie e da lavorator i e piccoli impresari sono frequente-
mente oggetto di l amenteIe in quanto si tratta delle costruzioni
meno sol ide e maggiormente mancanti di sisternazioni adatte.
r
/ . . < GIi unici esempi notevoli di miglioramenti edilizi sono nelle
f~~~~i:~~~~~~~~~~t;'a;~r~~~\1i~~tl~ir~~~f~~:!e~~~~~I::~~r;
I nelle aree inaustriaIrqueIli·cosi:riiiti""'aa·i:rcc1iI~inausirlarlpera:r:-·l l~a1»":t\~----"'- -..-- --- -- ..~-. ------ -.---.- ..
~-.--l-=~~r:IVerpoori ;~;truttori delle cosidette s lo p h ou se s ., erano
di soli to Gallesi , in gran par te cavator i provenienti dal Caernar-
vonshi re. Erano sostenut i da intermediari, che avevano terreni
da dare in concessione rna non intendevano divenire cos trut tori
essi stessi. Compravano rnateriali, di tipo scadente e a buon
merca to, con pagamento a t re mesi, Tendevano ad impiegare un
gran numero di apprendisti , e cost, si diceva, il Iavoro e ra di bas-
sa qualita '0 . Essi abbisognavano di credi to ad ogni passe: pe r ot-
t enere la licenza di cost ruzione , pe r l'acqui sto dei mate rial i, per
far Ironte aIle richieste dei falegnami, degli imbianchini, dei
conciatet ti , degli s tagnari , dei decorator i, ecc., iquali avevanocompit i part icolari come l 'appalto e il sub-appa lto. II prezzo de l
denaro e ra un ele rnento importante nei costi di costruzione. Sot -
to l 'impero delle leggi contro l 'usura era i llegale offrire 0 richie-
dere pitt del cinque per cento, e cio significava che in periodi in
cui 1 0 state offriva il4 '/ 2 0 pi tt pe r cento, era del tut to irnpossi-
bile per icos trut tori ottenere del prest it i, Lasciando aumentare
il tasso di int eresse sul debi to pubblico al 4 '/2 0 al 5 per cento e
non permettendo agli industriali di offrire di pili, 1 0 stato era
riuscito a scoraggiare l'attivita dei costruttori per pili di ven-
t'anni, ed aveva cosl fatto affluire a se le risorse umane e mate-
ri ali necessari e pe r Ia continuazione dell a guerra cent ro Napo-
. : Repor t on the San ita ry Conditi ons 0 / the Labouring Populat ion of Great
Britain, Londra, 1842, p. 233. «Un enorme numero del le casette abi tate dal la
p~, rt e pi ii povera de ll a popolazion e ne i so hborghi d i Manche st er so no de l t ipo
p tu s ca den te ; so no co st ru lt e. d a mernbr i d i c oop erat iv e ed il izi e e da a lt re pe rs o-
ne, e Ie nuove casett e sono mnal zate con una r apidir a che stupi sce chi non sia a
cono~cenza delia loro esile struttura» (Ibidem, p. 284).
. . Con que5t ~ nom~ s~ i ndicavano l e case, cosrr uite alia megl io e con mezzid i fortuna , d i certt qua rtre rr opera i. ( N. d . T . )
W «Morn ing Chron ic le», 16se ttembre 1850.
46
leone. Dope il 1815 il tasso d'interesse diminul Ientamente ma
non fu che all'Inizio degli anni venti che icos trut tori furono in
grado di riprendere l'at tivi ta. Essi si t rovarono di fronte ad una
domanda che si e ra enormernente gonfia ta a seguito di un note-
vole aumento di popolaz ione, che ora comprendeva un numero
eccezionale di giovani aduIti alIaricerca di una casa propria.
Si trovarono anche a fronteggiare un enorrne aumento del
cost i. Nel 1821, secondo l'indice del Silberling, iprezzi alI'in-
grosso in generale erano di c irca il vent i per cento superiori al li -vel lo del 1788. Nel lo stesso periodo il prezzo de l materia li da co-
struzione era aumentato assai di pil i: ilprezzo dei mattoni e dei
r ives ti rnenti era raddoppiato; quello del le plance d 'abete era au-
mentato del 60%, e quello del piornbo del 58%. I salari di ope-
ra i e manovali erano aumentati da lI'ottanta a l cento per cento. II
cos to di un gran numero di operazioni specifiche veniva indicato
annualmente nel Bu il de r s' P r ic e Book, pubblicato a Londra. Esso
mostra un aumento del 120 per cento nel costo della muratura
semplice. II prezzo del l egno di querela da costruz ione era sa lito
del 150% e que llo dell 'abete nientemeno che del 237%. II costo
del la comune decorazione era raddoppiato e quello del la menta-
tura di vetri in cristal lo era saI ito del 140% 11.
In generale il produttore dei materiali non ne aveva colpa.
Durante la guerra le imposte st ata li su mattoni , tegole , pierre,
ardes ia e tappezzeria erano aumentate a disrnisura. In quell 'epo-
ca i l costo del Iegname era l'elemento principale del cos ta totale
dei mater iali da costruzione, ed ammontava, secondo una s tima,
ad una buona meta del totale. Dazi ad altezze quasi proibitive
erano s tati impos ti sul legname e sulle plance di abeti provenien-
ti dal Ba lti co, e icostruttor i di case per lavorator i dovevano usa-
re quell i che generahnente erano considerati legnami infer iori ,
t raspor tati a caro prezzo dal Canada, att raverso l'Atlantico. jo-
" I mater ia li i n u so n el l' in dus tr ia ed il iz ia non a vevano mol to r is en ti to d ei
mutament i d el la t ec ni ca indust ri al e. I I p re zz o d i al cuni p ro dot ti metal li ci er a, eveto, aurnentato so lo d i po co . I«chiodi da due penni es», che costavano uno
scell ino e otto pennies al migli ai o nel 1788, potevano esser e acquistati a uno
scell ino e nove nel 1821. Le last re di pi ombo er ano sali te di prezzo solo da 22
scell ini a 34 scel lini per cwt. e la l ega per saldat ur e da 9 pennies a 12 pennnies
al la l ibbr a, Ma i «mat toni di prima quali tax er ano aumentati da £. 9. 1 2s . al
«rod» a £ . 18. 5s., il «l egno di quer el a piall at o di pr ima scel ta» da Zs. a 55. pel'
piede cubi co e la «I or ni tura di vetr i di Newcastl e di seconda scelt a» da 1/ 6d a
3/6d alpiede.
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seph Hume dichiaro nel 1850 che se i dazi sui mattoni e sul le-
gname fossero stati rirnossi, una casetta il cui costa di costruzio-
ne era di 60 sterline avrebbe potuto esser costruita con 40 12.
Tutti questi costi dovevano esser recuperati con gli affitti.
Ma sull'occupante di una casa gravavano alt ri pesi, imposti dal lo
stato. Una tassa sulle £inestre esisteva dai tempi di Guglielmo
III (1696). Prima dello scoppio del le guerre con la Francia, tut te
Ie case pagavano un canone £isso di sei scell ini , e quel le con set te
o pili £inestre una irnposta addizionale, proporzionale al numerodelle finestre. Per evitare la tassa , molte luci furono mutate, e
COS1 il numero di case sogget te al l' imposta era inferiore nel 1798
che nel1750. Restavano pero escluse dall 'imposta le case dei po-
veriss imi e quel le con meno di otto finest re £urono esentate dal -
l' imposta nel 1825, rna queste concessioni non portarono alcuno
sgravio per ipoveri di c itta come Londra, Newcastle, Edimbur-
bo e Glasgow, dove mold operai vivevano in grandi caseggiati,
che rimanevano soggetti all 'imposta. In aggiunta v'era ilgrave
onere delle imposte locali . Nel caso di abi taz ioni popolari Ieim-
peste erano a carico del proprietario del la casa rna venivano ad-
dossate all 'inquilino in aggiunta all 'affit to. Anche qui veramen-
te v'erano esenzioni : era in facol ta del giudic i di pace di esonera-
re dalle imposte gli inquilini che venissero ritenuti troppo poveri
per pagarle, Verso la meta del secolo circa un terzo delle case
delle contee rural i del Suffolk e dello Hampshi re e un settirno di
quelle nella parte industr ia le del Lancashire (dove la poverta era
rneno acuta) erano state esenta te dal pagamento del le imposte ",
Ma v'era chi r ibat teva, con una certa giusti ficazione, che l'esen-
zione arrecava poco sollievo ai poveri dal momento che met teva
iproprietari nella condizione di peter chiedere un affi tto supe-
riore a quanto avrebbero normalmente richiesto. Cia provoco un
aumento delle aliquote sulle case non esenti, e per questo motive
si diceva che «i contribuenti avevano avversione per icostrutto-
ri di casette, e lir itenevano nemici del pubblico». II biasimo ge-
nerale si appuntava su «Jerry».Negli anni successivi alla lunga guerra, quindi, icostruttori
ebbero ilcompito di compensare ilr itardo nelle costruzioni e di
soddisfare i bisogni di una popolazione in rapido aumento, rna
" HANSARD, CVIII, 1850, p. 479.
nIbidem, p. 470 (P. SCROPE).
48
furono ostacolati dai costi, una Iarga componente dei quali deri-
vava dal la pressione fisca le. La spesa di abi taz ione era gravata da
pesanti oneri locali, e quindi si riduceva l'affitto netto che 1a
maggior parte degl i operai era in condizione di pagare. In questa
si tuazione, se colora che erano relativamente poveri dovevano
essere in qualche modo alloggiati, necessariamente gli edifici do-
vevano esser pil i piccoli , meno solidi e rneno forni ti di servizi di
quanta sarebbe state auspicabile 1~. Non si poteva assolutamente
dar 1acolpa alla rivoluzione industriale, alle macchine e neppureal muratore 0 al carpentiere che costruivano per speculazione.
Sembra che pochi costruttori s iano diventati r icchi, e l' Inciden-
za dei fall imenti era a lta. II problema fondamenta le era la penu-
ria di case. Coloro che danno la colpa al jerry builder fanno veni-
re in mente quel prete, citato da Edwin Cannan, che era solito
rimproverare iFedeli riunit iper le funzioni , per 1 0 scarso nume-
to di persone che venivano in chiesa,
Molti scr ittori hanno giustamente posto in enfasi l'inade-
guatezza dei provvediment i per salvaguardare 1a popolazione
dalI'eccesso di costruzioni di case sorgenti in zone limitate. Ma
Londra, Manchester e alt re grandi c it ra avevano regolamenti
edilizi da generazioni 15, e nessuno che abbia esaminato Builders '
P r ic e Books puo in eHet ti r itenere che i londinesi abbiano avuto
a soffrire per una carenza di regolarnenti. Anzi, Mr. John Sum-
merson ha avanzato I 'ipotesi che Ia deprimente monotonia delle
nuove strade della capitale fosse il risultato diretto non, come
spesso si r itiene, del la libera iniz iat iva , rna del disposti di quel1a
che i costruttori chiarnarono 1a «legge nera» del 1774 - un
provvedimento della lunghezza di ci rca 35.000 parole " . E veto
che la principale preoccupazione degli ideatori di queste norrne
J.\ Si calcolava che it costo di una casa per operai a Liverpool, presumibil-
mente includendo anehe il costo de l terr eno, va riasse ne l 1850 t ra 100 e 120
sterl ine , e che una casa di que! gener e cos tas se 12 s terl ine di a ffi tto all'anno(<<MorningChronicle», 16 sertetnlue 1850). Un l'eddito del 10 0 12 pel' cento
puo sembrare alto, rna doveva coprire icosti d i r iscossione c ilrischio che per
parte del suo periodo di esistcnza la casa rimancsse sfitta.
rs La prima Iegge per la pavirnentazione eli Westminster fu promulgata nel
1762; a Manchester ci fu una «Legge per ilmiglioramentos nel 1776, ed un re-
golamcnto di polizia nel 1792. (AWiHUR RHIlFORD, A History of Local GOVel'-
nment in Manchester, Lundra e New York, Longmans Green & Co., 1939·'40).
I «Liverpool Improvement Acts» sana del 1785 e 1825.
" JOHN N. SUMMERSON, Georgian London, Londra, Pleiades Books, 1945,
p.108.
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era la prevenzione degli incident i. Ma alcuni scrittori quali i
Webb (come Redford ha dimostrato) 1'I non hanno reso plena
giustizia all 'att ivit ll dei prirni organi dell'amministrazione locale
nell'a£frontare problemi come la pavimentazione, I'i llurninaaio-
ne e la nettezza del le strade. Se non si fece di piu, Ia colpa non
fu dei costruttori. Thomas Cubbit affermo alIa Camera dei Co-
muni che in nessun posto avrebbe permesso la costruzione di
una casa, se non si fosse dimostrato che la fognatura era buona e
v'era un effic iente sis tema di scarico del l' acqua. «Penso che un
pubblico funzionario, pagato daIlo Stato, dovrebbe assumerne la
responsabil ita». Se le citra erano infestate dal le malat tie , alme-
no una parte della respcnsabilira era dei legislatori che, impo-
nendo una tassa sulle finestre, esigevano un prezzo per la Iuce e
per I 'aria e, tassando mat toni e tegole, scoraggiavano Ia costru-
zione di scarichi e fognature. Coloro che 5 1 soffermano sugli or-
rori che sorsero daI fatto che i prodotti delle fognature spesso si
mescolavano all 'acqua potabile e 10 ascrivono, come tutt i gl i al -
tri orrori, alla RivoIuziane Industriale, dovrebbero tener presen-
te Ia circostanza ovvia che senza i tubi in ferro, che erano uno
dei prodotti di quella rivoluzione, ilproblema di porre la gente
in condizione di vivere igienicamente insieme in citra non
avrebbe mai potuto essere risolto 18.
Se la mia prima critics alle tesi correnti sullo sviluppo econo-
mico del diciannovesimo secolo riguarda illoro pessimismo, la
mia seconda e che queste tesi non sono illuminate da aleun bar-
lume di sensibili ta economica. Nella generazione di Adam Smi-
th e del suoi irnmediat i successori si pubblicarono rnolt i t rattati
d i s toria del commercio, dell ' industr ia, della moneta , delle en-
trate pubbliche, della popolazione e della poverta, Coloro che Ii
scrissero - uomini come Anderson, Macpherson, Chalmers,
Colquhoun, Lord Liverpool, Sincla ir , Eden, Mal thus e Tooke _
erano essi stessi degIi econornisti 0 alrneno erano interessati agli
s tessi problerni di Adam Smith, Ricardo e Mill . C'erano, e vero,molri che, a dest ra e a sinis tra, s i t ibel lavano aIle teorie avanzate
dagli economisti; rna si da il caso che pochi di costoro avessero
inclinazione per Ia storia . Non v'era percio alcuna netta frat tura
" REDFORD, op. cit.
" John Wilkinson forniva tubi in fer ro all'acquedotto di Par igi nel 1781,
r na durante la guer ra , i ns ie rne con g il al tr i pad roni di fe rr ie ra , cos tr ui va canno -ni e non tubi. Tubi di legno d'olrno crane ancora posri in opera nel181 o .
50
= ._ ., c . .. - _ ~ . ~ _ _ " ~ _ ~ .~ .. ,
tra la storia e [a teoria. Nel la seconda meta del secolo dicianno-
vesimo, tuttavia, si venne a creare un soleo profondo. Quante
do fosse dovuto all'in£luenza di Marx e di Engels, quanto al sor-
gere della scuola storica dell' economia in Germania, e quanto al
fat to che gli s torici econornic i inglesi , sulle orme del Toynbee,
erano in primo luogo dei riformatori sociali , non voglio soffer-
rnarrni a discutere. Tuttavia non vi puo essere dubbio che vi fos-
se la tendenza a scrivere la storia in termini diversi da quelli eco-
nomici. Un'intera serie di frasi fatte fu inventata per indicate J \quelle che venivano considerate Ie. caratteristiche dorninanti ~i r ,0 i, ~
periodi storici successivi, e la maggl~r parte aveva u~, sapore piu ' - 7 ~ 'politico che economico. _!..aespresslOn_,=-_~heeb~~ plU~._u_<:_,c. :~ .so,'." \«Rivoluzione Industriale», tu coniata, come MISS Bezans0E.:_?a
f . , · } . 1 . r . .~ o ; . i . : . f ~ . ~ . , l , ' c . j . l l . : . ~ . { . ~ . : . r . ~• ." " ' ~ ',~. : . , j...t...~.•. i . ' . ~. ,. , '. , ~ ~.~ , t , I . ' t.. . o . ~ . ~ . r . ~ . - . i.t . _ e . i. . ;. ~ . . ~ . •. ', ~. ~ . . ; ." ,~ .• .~ ; . ~ : . ' £. ~ , . ~ . : . : . ' ~ -elssene-tmp_~_sI~~iffft~£1~e :\~r:()id.Toy~bee la uso come titolo
'2ler·si.io]avor~dapi()J1i~_t;~~,. Ci sf puo chiedeie5e n o n sia:durata,_.
pih~T;~g~"diq;~~to non fosse utile, perch€: h.a avuto.la .tenden-
za a suffragare l'opinione che I 'Introduzione di rnetodi d i produ-
zione su Iarga scala abbia avuto effetti catastrofici invece che
benefici. Anche piu infelice, insisterei, e stata I'intrusione nella
storia econornica di un'a ltra espressione, avente scopi pol itici ,
della stessa origine, rna risalente ad un periodo ancora precede~-
teo II professor Macgregor ha fatto risalire iltermine la issez [aire
a11755, quando fu usato per la prima volta da l marchese d'Ar-
genson, per indicare un principio al tempo stesso p.olitico ed e~o-
nomico 2 " . Egli ha ricostruito la sua curiosa evoluzione dal peno-
do in cui indicava non interferenza nel l' indust ria, a ll 'uso che ne
fece Alfred Marshall nel 1907 quando voleva dire «lasciate che
1 0 stato sia vigile e attivo», In considerazione deIl' incertezza sul
suo signi fica te non c' e forse da meravi~l iarsi del fat to. c~e esso
sia stato collegato da alcuni ad un periodo della storia inglese
che al tr i indicano come I'Eta delle Riforme, espressione anchequesta tratta dalla politica e non dalI'economia. Non si puo
" ANNE BEZANSON, The Ear ly Use of t he Term «Indust ri al Revo lu tion» ,
«Quarterly Journal of Economics», XXXVI, n. 2, febb~aio 1922,~. 343. .
. Allusione a Lectures on the Industrial Revolution del sociologo e storrco
Inglese Arnold Toynbee sr. , apparsa nel1884.
zu D. H. MACGREGOR, Economic Tboughtand Policy, Londra, 1949.
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quindi esser t roppo severi con quel lo studente che dichiaro che
«inte rne al 1900 gl i uomini abbandonarono H l a is sez f a ire e co-
minciarono a far Ie cose da soli». II titolo di un Iibro scritto da
Fisher Unwin nel 1904 ha appioppato al decennio che vide i1
boom del le ferrovie e l'abrogazione dell e leggi sul grano i l nome
infamante di «anni de lla fame», e 5010 poco tempo fa una rivista
chiamata «Womanfare» chiamava «anni del la fame» i1 decennio
precedente l 'ul tima guerra . Sta nascendo la leggenda che gli an-
ni da l 1930 al 1939 siano stat i carat terizzat i daI la miser ia . Forsenel la pross ima generazione gli anni trenta saranno comunernente
definiti «anni della fame».
Per due generazioni gli storici economici hanno evitato i
problemi econornici 0 lihanno trattat i in maniera superficiale.
Non hanno mai preso una pos izione precisa su quest ioni COS! ele-
mentari come quella se si debba r icercare l 'abbondanza 0 la scar-
sita, ma in genere sono favorevoli ai regimi di restrizioni. Gli
sforzi che si compirono nel Lanchashire per mett ere del le coto-
nate a buon mercato a disposizione di gente che prima andava
seminuda sono riconosciuti con una sola frase che dice che de
ossa de i te ssi tori di cotone imbiancavano Ie piume de ll' India».
Nel medesimo libro di t esto per le elementa ri si informa illetto-
re che la tassa sul le importazioni di grano porto poverra e mise -
ria nel la prima parte del dici annovesimo secolo e che l' a ssenza di
questa tassa, che agiva a mo' di diga contro ilflusso di grano a
buon mercaro che giungeva attraverso l'Atlantico, fu la causa
principale del la pover ta e del la miseria dei successivi decenni del
secolo - quel periodo che e COS] i nfel icemen te no to come Ia
Grande Depressione. Alcuni storic i economici hanno sc rit to in-
ter i capitol i che hanno 1 0 scopo di ri spondere a domande come
queste; se ilcommercio tragga origine daIl'industria 0 l'industria
dal commercio, se si ano i mezz i di tra spo rto a favori re 1 0 svilup-
po dei mercati 0 1 0 sviluppo dei merca ti a far aumenta re itra-
sporti. Si sono preoccupati di indagare sul l' origine di quella do-
manda che rende possibil e Ia produz ione. Ogniqualvolta si in-cont ra un vero prob lema, questo viene messo da parte con osse r-
vazioni del t ipo «si ver if ico una crisi» 0 «si diffuse la speculazio-
ne», sebbene ne sia st ato raramente messo in rili evo ilperche 0
Ia natura. E quando scendono nei part icolari, Ia logica va spesso
a farsi benedire. Nello spiegare la depress ione francese del 1846
ilprof. Clough dichiara che «la r iduzione della produzione agr i-
5 2
cola fece diminuire il potere d' a cquisto dei contadini, e l' a lto
costo della vita impedi alIa popolazione indus tr iale di comprare
un gran che ol tre a Ile de rrate a limentari», Questo e certamente
un caso di scel ta del la peggiore alternativa possibi le . S i e soventeaffermato, almeno prima di Keynes, che i l teor ico dell'economia
S1 muove in un mondo di astrazioni e che non ha nulla di valido
da offrire a llo storico. Ma se gli storic i si fossero solamente sof-
fermati un pochino a s tudiare l 'analisi marginalist ica, sarebbero
andati immuni da affermazioni cosl stupide come quella che ilcommerc io puo sorgere solo quando vi sia un surplus 0 quell a che
l'investimento al l' e ste ro si verifi ca solo dopo la saturaz ione del
merca to interno dei capit ali . L 'ignoranza dell e basi del la t eori a
econornica fece si che gli stori ci desse ro interpre taz ioni pol iti -
che al favorevole andamento economico. In decine di Iibri ilmi-
glioramento delle condizioni dei lavorator i nel didannovesimo
secolo e stato considerate un effetto della Iegislazione industria-
[e, ma quasi nessuno pone in evidenza che l'aumento della pro-
duttivi ta del lavoro maschile aveva un qualche nesso con il decli-
no del numero di fanciu lli sfrut tat i nel le fabbriche 0 di donne
cost rett e a lavori degradant i nel le miniere. Fino al momento, nel
1948, in cui i l professor Ros tow scr isse ilsuo libro sull'economia
britannica del diciannovesimo secolo, gli stori ci non avevano
pressoche mai discusso il problema de ll a re lazione tra investi -
mend e guadagni.
Nessuno pil i del Sombart ha posto I'accento sul la necessi ta
di un'impostazione teori ca nel lo scrive re la stori a. «I fatt i sono
come delle perle», egli a££erma; « e necessario un f ilo che l i tenga
assieme ... Senza teorie non si fa la storia», Peccato che egli ab-
bia trovato L a sua impostazione teorica non negli sc ritt i degli
economist i suoi contemporanei ma in quell i di Karl Marx; in fat-
ti , sebbene in seguito egl i abbia violenternene reagito contro le
interpretazioni di Marx, le sue opere hanno portato un gran nu-
mero di storic i in Germania, in Gran Bretagna e neg li Sta ti Uni-
ti a usare un Ii lo marx ista per tenere assierne i loro fatti. In par-t icolare tut to cia che e accaduto dal primo medioevo e spiegatoin termini di cap ita lismo , un te rmine che , sebbene non coniato
da l Marx, fu da lui ampiamente di ffuso. Marx na turalmente 1 0
associava allo sfruttamento. Sombart 1 0 usa pet indicate un si-
stema di produzione diverso dal sistema artigianale perche i
mezzi di produzione sono di proprieta di una classe sociale di-
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versa da quel la dei l avoratori, una c lasse che ha per scopo iI pro-
fit to e che agi sce con metodi razionali , al1'opposto dei metodi
tradizionali degli art igiani. Sopra ttut to egli pose in risal to 10
spiri to capital is ta . Altri elementi come ilfat to che Ie innovazio-
ni ne l si st ema sono porrate a termine con denaro preso a prestito
o con credito sono stati aggiunti da scrittori posteriori come
Schumpeter. Ma quasi tutti sono d'accordo che il capitalismo
implica l 'esistenza di una tecnica razionale, di un proletariato
che vende ilpropr io lavoro (enon il prodotto del propr io lavoro)e di una classe di capitalisti che mira a profitti senza limiti. Si
presume che in un certo stadio della storia umana - forse nel-
l'undicesimo secolo dopo Cri sto - gli uomini siano divenuti per
la prima volta raziona li e deside rosi di guadagno, Lo sforzo mag-
giore degl i storic i che vennero dopo Sombart fu di andare al Ia ri -
cerca delle origini del la razionali ta e del desiderio di guadagno.
Fu questo che ess i chiamarono il«modo generico» di affrontare
ilproblema del capitalismo.
Mille anni sono un periodo troppo lungo per una presenra-
zione unitaria e quindi ilcapitalismo dovette esser presentato
come una seri e di Tappe : rispett ivamente le epoche del primo ca-
pital ismo, del l' apogeo del capital ismo, e del tardo capital ismo,
oppure del capital ismo mercantile, del capital ismo industriale,
del capit ali smo finanzia rio e di quel lo di stato. Naturalmente
colore che si se rvono di queste ca tegoric ammettono che iperio-
di in parte si sovrappongono, e che iltarde periodo di un'epoca eilprimo 0, come essi 10chiarnano, il«periodo emergente» dell'e-
poca successiva. Ma insegnare la s toria economica in questo mo-
do - affermare che ilcommercio, l' industria, la finanza ed il
cont rollo stat ale siano forze che hanno dominato l'una di segui-
to all'altra - significa, secondo me, nascondere agli studenti
I'interazione e l'interdipendenza di tutte queste forze in ogni
periodo, ed e una cattiva impostazione economica.
Colore che scrivono in questo senso tendono a forzare ifatti.
Fa par te del la leggenda il fat to che la fabbr ica, forma principaledi organizzaz ione ai t empi del capit al ismo industria le, si a sort a
non per la domanda del la gente normale rna per que lla dei ri cchi
e dei govern ant i. Lasc iatemi qu i c ita re ilprofessor Nussbaum.
«In termini di persone - egli dice - fu l'interesse dei principi
(1 0 stato) e deg li indust ria li; in t ermini impersona li Ia guerra ed
il lusso favorirono - si pot rehbe anche di re: causa rono -10 svi-
54
luppo del sistema dell a Iabbrica». Per sostenere questa t esi rno-
s truosa egli fornisce una I is ta del le industrie capital is tiche intor-
no al 1800. Essa comprende indus tr ie del lo zucchero, del ciocco-
Iato, del pizzo, dei merlett i, d i chincaglieria, tappezzerie, spec-
chi, porcel1ane, gioielleria, orologi e stamperia 21. Tutto que! che
posso dire e che, a parte 1 0 zucchero, non so trovare un solo
esempio in cui uno di questi beni fosse prodotto in una fabbrica
Inglese di quel tempo 22. Nussbaum ammette che i tessuti di co-
tone «erano un campo dove si r iscontrava quasi esclusivamente
l'organizzazione capitalistica», rna dice che la ragione e che que-sti te ssuti furono «iniz ialmente e per lungo tempo generi di lus-
so». A quanto pare egli ritiene che Arkwright e compagni fab-
bricassero raffinate mussole e bati st e per l e cort i dei re e non dei
cal ico per operai inglesi e contadini indiani . Ma questa Ieggenda
sul1a guerra ed illusso e troppo assurda per aver bisogno di con-
futazione da parte di chi si sia scomodato a dare un'occhiata ai
doc.urn.e .n ti dell a prima generaziane degli indust rial i inglesi. ._\
La verita e , come ha detto ilprofessor Koebner, che ne Marx )
ne So~bar t avevano un' idea a :e II ar er ue -n a tu ta al qu e l1 a ch e ii O I- - /cl;larru:a~mo-rivoluzio-ne~induS:tr@e:·IJavano····tr6ppa·1niporfanza· ;'
alruCi1o'oella:-sCienza-enonconcepivano un sistema economica"</
in svi luppo spontaneo, senza l 'a iu to s ia del lo s tato s ia dei f iloso-
fi. E tut tavia l 'importanza attribuita allo spir ito del capital is rno
che ha recato, a mio giudizio, ildanno pil i grave. Infat ti, da 1 0 -
cuz ione espressiva di uno sta te d'animo menta le ed emotivo, es-
so si e tra sformato in una forza impersonale e sovrumana . Non
sono pili uomini e donne che, eserdtando la loro Iibera scelta,
mettono in atto imutamenti , rna ilcapitalisrno e 1 0 spirito del
capital ismo, «II capital ismo», dice Schumpeter, «sviluppa la ra-
zionali ta», «II capital ismo da importanza alIa moneta». «ITcapi-
tal ismo ha prodotto l'a tti tudine mentale dell a sc ienza moder-
na», «II pacifismo, la moralita internazionale, ilfemminismo dei
nostri tempi sono prodo tti de l capita li smo». Tutto questo, qua-
lunque cosa sia, non e storia economica, ma ha introdotto un
z r FREDERICK L. NUSSBAllM, A History 0 / the Economic Institution 0/ Modem
Europe, New York, F . S. C rof ts &Co. , 1933, p. 334.
21 Come e se rn pio.di un modo di r agion are, q ues to puo fare i l p a io c on [ 'a f-
Iermazione del NUSSBAUM t op . cit., p. 251) che Ia scar si ta di m iner al e e di com-
bus ti bi le n el di ciot te simo se colo «por to t ip icamen te ad a lt i c ost i d i p ro duz io ne
e per ci o ad un r estr ingersi del mercat o, e qui ndi a costi ancora maggi or i e in ge·
nerale ad un severo limitarsi dello svilupo dell'organizzazione capitalistica».
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nuovo mistici smo nella narrazione di semplici fat ti . Come deb-
b? c?mportarmi con un candidato che pretende di spiegare Ie ra-
giom del sorgere delle socie ta anoni rne in Ingrulterra intorno al
1850 con Ie seguent i parole che cito direttamente dal suo elabo-
rato: «L'individualismo fu costretto a cedere il passo aI laissez
[aire perche 1 0 svi luppo del capita li smo trovo che 1 0 stadio ini-
zia le ed emergente del capita li smo imprenditoria le era un osta-
colo a quello sviluppo espansivo razionale che e l'etica stessa delcapitalismo»?
Sombart, Schumpeter ed i Ioro seguaci s i preoccupano delle
cause ultirne piuttosto che di quelle efficienti. Eppure anche
uno storico ,:osl austero come il professor Pares ne e rimasto
contagia to. «E il capitali smo stesso», egl i scrive, «che causa in
u.na .cert~ misura la produzione di raccolti commercial i, perche
richiede ilpagamento in una valuta che puo essere rea lizzata nel-
la madrepatria» 23. Si tratta d i una concezione ex-post e non ex -
ante . ~uI «modo genetico» di affrontare la storia il professor
Gras dice bene: «Esso pone i fat ti fuori del loro quadro. Nel por-
re l 'accento sulla genesi 0 sull'evoluzione esso presuppone un im-
pulso orig inale che, dopo i I suo inizio, cont inua fino al la fine».
In al tre parole le cose avvengono perche i l capita li smo le obbliga
ad avvernre, anche - si puo aggiungere - per un fine che non eancora stato raggiunto. «Una forma socialista della societa erner-
gera inevitabilmente dall' altrettanto inevitabile decomposizio-
ne della societa capitalisra», scrisse Schumpeter. PUo essere. Ma
non mi piace veder la storia scritta come se Ia sua funzione fosse
semplicemente di most rare la gradualira dell'inevitabiIe.
Non voglio dare l'impressione di mancar di rispetto a Som-
?art. ed ~ Schumpeter. Confrontato con ilora massicci apporti,
II mto piccolo contributo alla storia economica deve dar 1' idea
della goffaggine di un dilettante; rna e mia ferma convinzione
che il futuro della nostra materia stia in una pili stretta collabo-
razione con gl i econornis ti e che quelle espressioni, che forse eb-
bero uno scopo una generazione fa, debbono ora essere abbando-nate. Una delle migl iori difese storiche della c ivi lta economics
americana e stata scrirta, seguendo Ie Iinee direttive del Som-
bart, dal professor Hacker. Non posso fare a meno di pensare
. " BERNARD PA.RES, The Economic Factor in the His tory of the Empire, «Eco.norruc HIstory ReVIew», VII, n. 2, maggio 1927.
che quell 'esposizione avrebbe perso ben poco 0 nulla dalla pro-
pria lucidita e sarebbe stata ugualmente convincente se fosse
stata presentata interamente con le chiare parole del professor
Hacker . Soprattutto non credo che nei secoli non vi sia state al-
tro che crudelta e sfruttamento. Credo, con George Unwin, che
il progresso - per usare un termine anacronistico - sgorga dal-
Ie azioni spontanee e dal ie scelte della gente comune e che non evero che tut to scorra verso un fine predeterminato, spinto dal la
dinamica (qualunque cosa cio significhi] di una forza impersona-Ie chiamata capitalismo. Credo che irisultati creativi dello state
siano stati sopravvalutati di molto, e che per usare le parole di
Calvin Coolidge 2\ «dove e ilpopolo che governa, questo non si
libera dei suoi fardeIli cercando di scaricarli suI governo», Guar-
dandomi attorno mi pare che gli uornini stiano imparando per
amara esperienza la verita d i queste parole . Un tempo mi abban-
donavo alla speranza che 10 studio della storia ci avrebbe potuto
saIvare da! dover apprendere in questo modo. Se ho posto l'ac-
cento su quelle che mi sembrano le tendenze i llogiche ed il libe-
rali di alcuni dei mid colleghi devo terminare dicendo che mi
conforta Ia notizia che alia London School of Economies ed in
al tre parti della Gran Bretagna e dell 'America v'e un gruppo ere-
scente di giovani insegnant i che non si pongono in posiz ione an-
tagonista ai modi del pensare economico ed aile idee liberali.
Non credo che quelle che io considero le cittadelle dell'errore
cederanno ad un attacco frontale, rna e mia ferma convinzione
che vi siano, s ia nel campo del la ricerca , s ia nel mondo dell 'azio-
ne, delle forze in moto che recano in seIa promessa di cose migliori.
24 Uorno pol it ico s tatuni tense; presidente degli Stati Uniti dal 1923 al
1929. (Nd.D
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I PREGIUDIZI ANTICAPITALISTI
DEGLI STORICI AMERICANI
di L.M. HACKER
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Trat tero dello stesso a rgomento di cui si e occupato ilprofes-
sor Ashton. Nel la prima parte de lla mia relazione esprimero lamia opinione suI significate generale delle idee da lui prese in
esame; nel la seconda par te esaminero l 'a tteggiamento degli s to-
rici americani nei confronti del capitalismo.
1.
L'introduz ione di Ashton ha que ll'acutezza di pensiero che
abbiamo imparato ad a tt enderc i da lui, perche egli ha la quali ta ,
rara in uno storieo economico, di sape r vedere chiaramente sia le
parti che il tutto. Nessuno ci ha dato una serie di descrizioni
del lo svi luppo settor iale del l' impresa indus tr iale in Gran Breta-
gna p ili chia re del le sue cos! come nessuno e riuscito COS1 felice-mente a presentarci una visione fi losofica globa le del ca rat tere e
del s ignificate del diciannoves imo secolo in termini economici,
0, per essere pi li preci si , in te rmini d i economia poli tica. E dimoda oggi (oggi anche di p ili che una generaz ione fa , quando
l'autori ta dei Webb e degl i Hammond era indi scussa ) parla r ma-
le del diciannovesimo secolo 1. n secolo diciannovesimo si
preoccupo di arr icchire (con beni a basso prezzo naturalmente,
rna anche l'espress ione «a basso prezzos acquista un suono s ini-
stro), rna perse di vi st a i valori piu profondi che si ri tiene abbia-
no dato ad epoche precedenti una guida e un signifi cato interio-
re 2. I I diciannovesimo secolo non aveva sensa di responsabilita,e nell a sua ri cerca de i beni materia li, rese mate ria listi co e volga -
re il modo di pensare cornune. Non solo al nostro mondo fa di-
1 A. CHARLES, MARY R. BEARD, The Rise of American Civilisation, 2 voll.,Macmillan, New York, 1927; America in Midpassage, Macmillan, New York,1939; The Ameri can Sp il 'it : A S tudy of the I dea of Civ il iz at ion i n t he Uni ted St a-
tes, Macmillan, NewYork, 1947., EDWARD H. CARR, Condit ions of Peace, Macmillan, New York, 1942;
The Soviet Impact on the Westem World, Macmillan, New York, 1947.
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fetto I'unita, rna anche gl i manca uno scopo, gli manca fiducia ,
ment:-e si presume che ilsecolo diciottesimo li possedesse, e che
non sia troppo tardi per il ventesimo di riconquistarli,
Ha ben ragione Ashton a comba tte re i t enta tivi che vengono
correnternente fat ti d i coior ire di un'aura romantica I'epoca pre-
cedente all 'avvento dell' industria, COS!come Boissonade J ha
stroncato aile fondamenta ogni tentativo di chi pretendeva di
idea lizzare il mondo del medioevo. 10 stesso ho cercato di met -
t ere in guardia contro la supposizione che nell 'Europa preindu-stri ale esistessero scrupol i moral i verso le classi Iavorat rici 4.
;- ~.ra ...p.ro.p....o...il c.0.ntra. r...o.: .s... p.ri~a del dici.an._!IQ...ve.si.xn.0.. s _ e . c c l Q . . . la
r~YI~ll_d_~~a maggioranza dena gente era breve, sgradevole, abbru-
L-ti~~jsia rutempi -del' si"si:ema~fe~dai~sla-ln-quellrdefl~~~--r~-a~ do-
I micilio o.della schiavitu nelle piantagioni americane), _ciodipen~
I [ d ~~mp"o" ".0._'.n.o.s.t.~.te. l. ...p._.t.et.e.a saIv~..u.~E . ~ ~ ~._o.f.ert_~.d.alIa con-i., aIzlone__:_;<:I<:_!_1l1~~_9~U~_tra_9!~10ne,ill assenza dl un Iri teresse al
~igIi,~r~1!1:~gt.()·_}ionc'e atteggi;~-;;~t~- drmaggl0re~sHaucia~-
--- so la natura umana di quello che t raspare dagli scrit ti de i moral i-
sri de l d iciotte simo secolo (voglio dtare Defoe e Mandevil le) .
essi consideravano gli uomini incapaci di raggiungere la propr ia
salvezza ~,1'uomo aveva bisogno di una autorita superiore - la
tradizione, la legge, Ia punizione - per mantenere quel mecca-
nis rno che garantiva i l suo equil ibrio interno. Oggi a quell 'auto-
rita si da il nome di «pianif icazione sociale», ma entrambi gli at-
teggiamenti mostrano una fondamentale s fiducia nel la capacita
dell'uomo di esercitare Ia propia intel ligenza per vivere una vitaequilibra ta.
__: '_~~sa che comunemente s i fa al secolo diciannovesimo di
esse£__stlltClJ1isliiii~!t?~::::-: :~:-perthe-~-~q~~~ta~:Eil1~rpre1:az ion:e:¢or-
r~~l1tedella poIitic:a d e U a i s s e z 7 a i r ~ , none ver?? --:-.sarebbe calun-
_~i,a~iinisin:Qn:fqf>~_~..cQ~tgrQ$sQi_~n~:-Nn1~~~__t:r~:gei{;~p_i:g'jilE_
J P. BOISSONADE, Lif e and Work i n Med ieval Europe A A. Knopf , New
York,1927. ' .. ' ~. M_ HACKER, Shaping of the American Tradi tion, 2 vol l. , Columbia
Umve ts lt y P res s, New York, 1 974; Eng land and Ameri ca - The T ies That B ind:An Inaugural' Lecture, "Clarendon P re ss » Oxford 1948_
. '51 veda I' ecceilente analisi d1 questo punto i n The Position 0 / the LaborerIn a SYftem ?! Nationfdism ill E. S. FURNlSS, Houghton Miffl in & Co., Boston,
1920. E c ur ros o ch e 11pod eroso l avoro d i Hecks ch er s u Keynes e i l mercan ti li -
s~o, c ht ; s egue mol to s tr et tamen te l a su a t rac ci a, e vi ti ill trattare Ie Implicazio-IIImorali della dottrina mercantilista,
putazione sono . ..g:ossolanamente falsi(ii"dicianno~esirno __!2£()JQ,
· · ' · ~ ~ : . l r.pl:~m6~Jid_ipitQgg_i;te.·Tiiia-.·e~mtica.·.ffi~1iI~s:u..J~~g~••.~~~.p~r.l~..sanita e I' istruzione pubblicaq[i1dicianno~esilTIo secob". sfornaq-,
d o p r - ~ C l o f t T"ahlSS~pr~z:;~,' e ' s e .possir,ik l a s ~ - ; E ~ ~ t l ~ ~ n t < e~~~~§adeisalar_CrealrnelIe"econ~~i~' indust~ializz;te( I T ' diciannovesi-mosetolo;'--p-errn~ttehd6··irtr~#~!1fl1~Jj!Q.aI· .• g ~ n t r : q u a n H i : r - " c n -capitale;aiscnil_lse:?rosp~Etiv<:_5F.s.YilgpP9_(::.clLpn~ql!;<;!.Qn~,.~lJ:in-
(~~i1_o:'(l~i_-:e:!~$i:~fi:eiritI_JN~:nisogna dimenticare, infatti, che
gli inves timenti del le imprese cornmercial i prima del dicianno-vesimo secolo di rado venivano compiuti al di la delle zone co-
stiere. Iprimi investiment i non portarono ad un apprezzabi le
miglioramento del capitale: il mantenimento di staz ioni com-
mercial i non servi molto a migliorare ilsistema di produz ione 0
quello di trasporto delle popolazioni che ne venivano a contatto,
e quindi ad aumentare la produtt ivi ta marginale del loro lavo ro.
L ' esperi enza brit annica in America ed in India prima del dician-
novesimo secolo e chiara su questo punto, come 10 e quella fran-cese. S i puo r ilevare uri 'eccezione, e s i t ratta del caso dei prodot-
t i del le piantagioni del le Indie Occidental i. Ma e certamente pa-
cifico che ilcapitale bri tannico 0 francese non ando ad invetirsi
in misura rilevante in paesi oltremare, nei settori bancario, in-
dustriale e dei trasporti interni, fino al diciannovesimo secolo.
Ashton ha mostrato le ragioni pet cui nella prima meta del
diciannovesimo secolo, a lmeno in Gran Bre tagna, v'e rano osta-
col i ad un progresso maggiore di que llo che in effe tti si veri fico.
Lo straordinario sviluppo delle citta era una del le caratteristiche
dell' industrial izzazione: era dif fici le per gli inves timenti privati
tenere ilpasso con la domanda di abitazione. Ecco l'origine di
que i t erribi li «slums» e di quell e case mal costrui te, che irifor-
ma tori socia li hanno denunc ia to in modo cOSIeloquente. Ashton
ha posto in evidenza che i tassi di interesse mantenuti forzosa-
mente e una polit ica f iscale fal lace ostacolavano ilcapitale di r i-
schio. Non dobbiamo dimenti car e, inoltre , che Ia grande espan-
sione dell e cit ra fu favorita dal la ripresa de lle recinz ioni " dal la
• Con quesro termine (in Inglese «enclosure») si indica il movimento, ini-
ziarosi in Inghi lt er ra f in d al 1 500, e c he raggiun se 11suo mass imo nel S et te ce n-
to e nel primo Ottoce nto, med ia nt e 11quale igrossi proprietari terrieri si appro-
priavano, in vari modi, di terreni cornuni, liberamenre sfruttabili ed accessibili
da tut ti gli abit anti del loro vil laggi, e Ii«recingevano» , generalmente per a llc-
yare Ie pecore, (N_d. T . )
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massiccia immigrazione i rlandese e dal decline del tasso di mor-
talita, E chiaro che nessuna di queste cause portava ilmarchio
sinis tro del lo sfrut tamento che icritici del sistema industriale
erano pronti a scorgervi, E questo che voglio dire quando elogio
Ashton per il suo grande acume nel far uso di quelli che possono
sembrare dettagli senza importanza: la tassa sulle f inestre in-
Iluenzo il carattere delle abitazioni urbane a pili appartamenti, i
dazi sui materia li da costruzione fecero salire icost i. Le abita-
zioni cittadine scadenti non stavano ad indicare il rif iuto di ob-
blighi morali da parte della nuova classe di industr iali , rna erano
ilrisultato delle forze naturali dell' immigrazione, dei movimen-
ti interni di popolazione e di una cattiva polit ica fiscale.
A questo punto Ashton assesta un duro colpo al ia teoria dello
sfruttamento dei marxisti e dei fabiani, ed e animato da altret-
tan to spi rito rea li st ico nel t rattare criticamente l 'ampia inter-
pretazione genetica dei marxisti e dei sombartiani. Egli teme
che un'anali si teorica dello svi luppo economico in termini capi -
ta li st ic i s i r ivel i di scarsa util ita 0 che sia addirit tura dannosa.
Va ricordato che per scopi dia le ttici Marx ed Engels t rovarono
indispensabile d ividere la storia economica dell 'umani ta in una
serie di fasi , tut te collegate t ra lora dal la Iegge del la dia let tica.
Attraverso l 'azione di principi dialett ici irnmutabili la schiavitl ide ll 'e ra c lassica si trasforrno in servitu della gleba e questa a sua
volta nello sfruttamento di fabbrica. Ciascuna di queste fasi fu
in un primo tempo apporta tr ice di progresso (rna come spiegare
al lora la scienza e la filosofia greca, il dir itto romano e l'ar te me-
dievale?) , e c iascuna si trasformo in epoca di sfru ttamento e ori-
gino ed alimento isemi della propria distruzione. Scoppio 1a ri-
voluzione ~ attraverso la negazione della negazione ~ e la so-
ciera divenne pronta ad un al tro incerto passo avanti verso 1 a li-
berra e 1aluce. Tutte queste tappe erano preliminari a lia lo tta fi-
nale per 1arealizzazione del socialismo, ma dovettero succedersi
in maniera ordinata. In questo senso Marx ed Engels erano se-
guaci di Newton ed Hegel . Darwin diede un pericoloso scrol lone
all'ordine rneccanico del Ioro universo.
Nell ' anal is i marxis t a queste Iorze e queste sfide ~ test, anti -
tesi e sintesi ~ erano totalmente materiali e trovavano manife-
stazione nei rapporti di produzione. Tutte Ie altre manifestazio-
ni sociali, la moralita, il diritto, l'arte e i rapporti sociali erano
«sovrastrutture», E 1a moralita, il diritto e l'arte non potevano
64
Ii
1:\
i
I
avere una vita autonoma ed una loro propria indipendente ra-
gion d'essere. C'era un al tro di fetto nell' in terpretazione marxi -
s ta della storia: il feudalesimo si trasformo in capi ta lismo (doe
nel capitalisrno industriale) mediante un mutamento dialett ico.
Ma che dire della grande epoca commerciale dell'Europa occi-
denta le , che S 1 ando evolvendo dal dodicesimo al diciottesimo
secolo simultaneamente nel le ci tta ital iane , nella Germania me-
ridionale, nelle Fiandre e in Francia? Si trattava di «capitale
mercantile» 0 «capi ta le d'usura», che non era produtt ivo, e , perusare 1a frase di Marx, viveva parassitariamente negl i interst iz i .
di una societa prod~ttiva. Una delle c~se pi? .~~~sto~e CheJl \
~a~x abbia s.cr.t.t.~.~. 1.l._!.._~o..~.p.u.:. ..C.O.l..o.......gll ebrel,.In cul sp~.~._.g....2...~)!~li~i!~~~~_t~e .~:,:~.~~:_~!_}.,,~l'ftlse_~_!l~lll?~.c.?~il .fatto _che __~ J /ebrei erano .capl~iiIisl~~1!~l,ltam~~<m~.\.~(l,ntl1n>.-_.,.5~rA~hi:~n'h;'agione: non solo l'analisi «genetica» 0per fa-
s i di Marx e errata , rna ha arrecato al mondo sofferenze incalco-
labill. Bisogna mettere in evidenza che I 'errore d ipende dal i'u-
nione di una teoria graduali st ica con la dialett ica e la teoria delle
sovrastrutture. E questo che rende determinist ica e fatal is tica
questa concezione dello sviluppo.
Ashton e ugualmente nel giusto quando respinge la concezio-
ne di Sombart. Sombart tento di super are le insufficienze e ill
colmare le grandi lacune di Marx, e concept delle tappe nello svi -
1uppo capitalista: capitalisrno mercantile, capitalismo industria-
Ie, capitalismo finanziario a alto capitalismo, capitalismo di sta-
to 0 tardo capitali smo, II capitali srno era carat terizzato dal suo
spirito, razionalistico, desideroso ill guadagno e pianificatore.
Con il declino dello spirito capitalista, il capitali smo passe ad
un'altra fase, per effetto di una nuova razionalita. Quindi, a
causa del fabbisogno di oggett i di 1usso e del le necessi ta dell 'in-
dustria bellica - i due grandi sostegni e interessi delle monar-
chie assolute del diciassettesimo e diciottesimo secolo - il capi -
ta le mercant ile s i t rasferi a ll' industr ia. Sombart, ne lle sue opere
di storia economic a e nella sua abiura di Marx non r inuncio al-l 'hegelismo, come rivelano Ie edizioni successive della sua opera
11socialismo e it movimento soeiale net diciannooesimo secoto,
Egli respinse il materialismo dialett ico, non l 'idealismo dialett i-
co. Se 1 0 spirito doveva dominare l'universo con 1egge dialettica,
e se il nazismo annundava una rinascita dello spi rito teu tonico
- ora che ilcapitalismo finanziario aveva fatto ilsuo tempo -
65
..-------------------~-·'I
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allora i l nazismo aveva la giust if icazione della stor ia dal la sua. E
cOSIcome I 'anal isi marxista ci por to inevitabi lmente verso i l co-
munismo, Ia teoria sombarti ana de lle fasi c i porto al te rzo Reiched ai suoi mil le anni di gloria.
Ashton sarebbe ilprimo a convenire che Marx e Sombart
diedero importanti contributi alIa storia economica, ed io sarei
il primo a convenire che le loro fi losofie del la storia er ano un in-
s ieme di assurdi ta sbagliate e per icolose. Tuttavia un'analisi del
mutamento economico per fasi ha la sua ut ili ta, come del resto lasua soverchia semplificazione presenta mold inganni: sappiamo
che nel periodo in cu i il si stema feudale imperava nel le campa-
gne ed imercanti i ta liani s tavano alIacdando relazioni commer-
ciali con ilmondo bizantino e musulmano, icapitalisti tedeschi
stavano gettando Ie basi dell'industria mineraria - con inote-
voli esborsi di capitale che una s imile iniziat iva r ichiedeva. Ecco
qui , pe r usare la terminologia dell e fasi, feudalesimo, capi tal i-
smo mercantile e capital ismo indus triale l'uno accanto all' altro.
Sappiamo che quando ne l dic iasset tesimo secolo in Gran Breta-
gna prosperavano Ie grandi socie ra commercia li, mo lti piccoli
produttori - che non potevano fruire dei benefici delle societa
per azioni - gia stavano dando vita all'industria mineraria e
rneta llurgica , a que lla de i ma teri ali da costruz ione e ad al tre ini-zi at ive indust rial i. Sappiamo che in America ai primi del vente-
simo secolo, quando apparentemente icapitalisti finanziari, doe
gente come iMorgan, iRockefeller e simili dominavano Ie ini-
ziative in campo indusrriale, la grande industria dell'automobile
s i s tava sviluppando mediante gli esper imenti , irischi e gli in-
success i di centinaia , let teralmente centinaia , di piccoli impren-ditori.
Pur tuttavia un'anal is i per fas i puo davvero - come ho soste-
nuto nel mio lavoro, II trionjo de l cap it a li sm a americana 6, e in
opere successive - fa r luce sui rnutarnen ti econornici , Ma un'a-
na lisi di questo genere non deve esser ne dia Iett ica 0 determini-
st ica (in te rmin i marxi sti) ne diale tt ica
°razionalist ica ( in ter-
mini sombartiani), Per esernpio, considerando la storia degli
Sta ti Uniri , una ricerca dell e cause del la rivoluzione americana
che trascurasse la teoria deI1' impero e la teoria giuridica svi lup-
patesi nell 'Amer ica coloniale , sa rebbe mal condott a. La rivolu-
• S imon and Schu st er , New York, 1940.
66
z ione americana non si puo spiegare comple tamente in te rmini
di r ifiuto del sistema mercant il ista. Analogamente ne ll'esame
de ll a guerra civi le americana sa reb~e ": : rr?re dec isivo t rascu-
rare la parte importante avuta dall abohz1?mS~0, che fece con-
sidera re Ia schiavitu come una forma soc la !e immora le . , I I ,con-
fl it to tra il capi tal ismo agrario del sud e 1opposto cap~tahsmo
industriale del nord fornisce una spiegazione soltanto pa~zlale.
Ma uri 'analisi basata sul le fas i contr ibuisce anche, m grande
misura, a spiegare i mutamenti nell'atteggiamento ,del pote~i
pubblici: ed io affermo che la s toria economica, pur r ipetendcsi ,
non giu~ge al ia completezza se non quando ~edica una cos:ante
attenzione al ruolo delle s tate come fat tore di progresso 0 ~1sta-
si . In questa misura ilconcetto di laissez-jaire e pur.a.fantasla. ,L~
state infat ti con un comportamen to negat ive - ,1'1 flUta~docioe
di adottare certe politiche - puo influenzare gli eventi econo-
mid in rnanie ra alt rett anto deci siva che quando i l s~o inte rve~-
to si verifi ca . Ashton stesso ne da un esempio: sapp l~mo, che In
Gran Bretagna l'indust ria de ll a l ana, almeno dal se~l.ces1~o se -
colo (sebben~ 10Statute af Labourers' trovi l~ sua o:l~m~ tn epo-
ca medievalel e ra oppressa da mol te e pesanti re stnziom. La co-
rona non estese queste res tr izioni all 'indus tt :ia.del, coto,n~ : nonfu a caso che il grande progresso del l'industna 51 verifico cost
presto in questo settore. Del pari , in A~er ica , d~ ,1836 a l1923
ilgoverno centrale smise di interessarsi d~lla politica delle ba~-
che centra li e questo a tteggiamento negatrvo ebbe profonde n-
percussioni sullo sviluppo econo~c~ america?o. " .
Ma voglio aggiungere altro ill difesa del l ~nallSl per f~s l, n~l-
l'accezione che io do al termine. Penso che Sl ammetter~ che l~
dete rminati momenti de llo svi luppo stori co di una naz~one .gli
interessi di questo 0 di quel gruppo diven~ono p:edOml?a.nt~ e
chiari. E allora che prende forma, con elfetti bu~m 0 cattrvi, 1a-
zione dei pote ri pubbl ici . In Gran ~retagna, _pnma de l venten-
. 1830-1850 l'interesse econonuco dominance era quellonlO, all'i dcommerciale 0 mercantile, in quanto opposto mteresse m, u-
s tr iale . L'azione dei pubblici poter i, per conseguenza, era,o ,s ti le ,
o al massimo indifferente, ai bisogni degli imprenditori indu-
d 1 1 . I d1351 dopo che nel 1384 ]a• Legge approvata a par amenro mg ese n .' . .. hi d dideci I laai n Essa proibiva di nc ie ere e Ipeste new), aveva ectmato a popo, aZI.o e. ,. .
concedere salari superiori a quelli pagatl prima dell epidemia, (N.d.7)
67
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striali che aHora stavano sorgendo. E non a caso nel periodo dal
1~30 al 1850 molti relitti del vecchio sistema sono stati spazzati
VIa,man mana che gli industriali facevano sentire pili fortemen-te illoro potere.
IIR.e~ormAct, l'abrogazione delle leggi suI grano, la definiti-
va ab~lizlOne ?elle leggi sul commercia e la navigazione, la radi-
cale nforma fiscale che termino can il trionfo di Gladstone il
riordina~e~to della struttura bancariade1 paese, la nuova le~ge
sulle secreta, Ia nuova legge organica sui possedimenti d'oltre-
mare - si puo forse affermare che tutto cio non dia la misura
della rnaturita conquistata dalla classe dei capitalisti britannici?
Ashton rileva c~e gli economisti di quel periodo si occupavano
co.st~nte~~n.te di froblemi pubblici, che erano cioe degli econo-
misn politici, E CIanon fa meraviglia se si considerano inuovi
com~it~ straordinari che si richiedevano alIo stato in un'epoca ditransizione.
Oppure si prenda un altro esempio dalIa storia americana:
~~gh anni trenta f~no al 1860 era dominante negli Stati Uniri
I 1llteresse econonuco del gruppo agrario-cap1talista-schiavista
del sud, IIperdurare della sua struttura economica S1basava suI
~bero commercia, su i bassi costi dei trasporti marittimi, suI fa-
cile accesso al credito, 0 sull'assenza di una banca centrale e suuna bassa tassazione. '
Q~e~to gruppo si opponeva a tariffe protettive, a sussidi go-
vernatlVl per trasporti oceanici a per le ferrovie, al controllo fe-
derale sulle banche, ad una politica di facile immigrazione. Ma
colora che miravano alIa trasformazine dell'economia americana
in economia industr iale necessitavano del sostegno statale in
tutti questi campi, e non a caso il par tito repubbl icano fece vo-
tare Ieggi contenenti tutte queste disposizioni t ra il 1861 e il
1865, mentre infuriava la guerra civile. In alt ri termini una de-
scrizione deII'economia americana durante gli anni tra il1830 e
1~60 ~ termini ~i antagonismo tra i proprietari delle piantagio-
illed 1Ioro alleati rnercanti da un lata, e i giovani industriali dal-
I 'altro, serve ad illuminare i tentativi di continuare a di mutare
drasticamente una certa politica dei poteri pubblici,
. La storia ~conomica, per conseguenza, deve essere composta
di molte parti. Deve mostrare maggior sensibilira alI'influenza
delle teor.ie ~o1itich~ (di Locke, Harrington, Montesquieu), del-
le concezionr rnorali (di Wilberforce e degli abolizionisti ameri-
68
cani) , e della politica f iscale sui mutamenti nella produzione e
nel consumo. Giungerei perfino ad affermare che i suoi proble-
mi pili importanti sono l'esarne della politica fiscale e delI'assun-
zione dei rischi, e che i due prob1emi sono COS1 strettamente cal-
legati in tanti punti importanti, che sarebbe inutile ed ir reale
volerli separare. Penso inoltre che il termine «capitalisrno» sia
un termine importante, non soltanto da conservare, ma anche da
difendere. Dobbiamo disperdere i detriti che si sono accumulati
su questa antica cittadella dai tempi in cui scrivevano Marx, En-gels e Sombart. Come per gli scavi di Troia, soltanto 1apazienza
e la dedizione ci permetteranno di trionfare alla fine. E questi
detriti sana assai pesanti: rivoluzione dialettica, spirito raziona-
listico, sfruttamento dell'uomo, cupidigia personale - tutte le
banalita, tutta la collera, tutti isentirnentalismi distorti di un
centinaio d'anni. Vale la pena che dedichiamo i nostri sforzi alIo
scavo perche al fondo troveremo un sistema ed un complesso di
atteggiamenti che hanna reso possibile il progresso materiale e
l 'alleviamento della sofferenza delI'uomo. A questo sistema ed a
questi atteggiamenti possiamo ben dare il nome di «capital i-
smo» e se 10definiamo, ai fini dell' analisi storica, come la fun-
zion: di assunzione di rischio da parte dei singoli individui (che,
se hanno successo, creano c031del capitale) e come 1 0 sviluppo e
ilmantenimento di una valida politica fiscale da parte della sta-
to, e mia opinione che riusciremo a salvare questa parola dalle
recriminazioni alle quali e sottoposta.
II.
Qui termina la mia analisi generale. Qual'e l 'attuale posizio-
ne degli storici americani riguardo al ruolo del capitalismo nello
sviluppo del Ioro paese? In genera1e si puo dire che vi sia un no-
tevole pregiudizio anticapitalista. Ma a1meno negli Stati Uniti,
11pregiudizio anticapitalista di molti storici non e necessaria-mente dovuto ad influenze marxiste. Le idee di Marx hanna
avuto una parte, ma la loro influenza e stata breve e di poca im-
por tanza, Quando dico Ie idee «marxiste», dovrei fare una di-
stinzione tra i due aspett i della dottr ina - quello che fu f iltrate
attraverso gli atteggiamenti non rivoIuzionari del fabianesimo 0
della socialdemocrazia, e quello che pervenne daIl'analisi pili ra-
69
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dicale 0 rivoluzionaria di Lenin. AIcuni giovani americani ap-
passionati di storia si convertirono al marxismo per opera di
L'imperialismo e eli Stato e riuoluzione e per conseguenza impara-
rono a pens a re in termini dialertici. Ma di questo parlero pili
avanti.
Si puo dire che in genere la lettura stories americana fino al-
Ia second a meta degli anni venti abbia dato poco al1'economia in
senso teorico. Non solo non vi fu alcun tentativo di interpret are
gli avvenirnenti stor ici in un ampio contesto economico (Weber,
Sombart , See e Pirenne erano sconosciut i, 0, quando venivano
let t! e commentat i, c ia avveniva soltanto nella let teratura socio-
logica); non c'era interesse e non si comprendeva Ia parte che
avevano avuto le banche centrali , i movimenti e la formazione
del capitale nello sviluppo del paese. Quando si citavano dati
econornici, come nella Storia del popolo americano del McMa-
ster , essi facevano par te del la s toria civile, del le innovazioni 0
dei mutamenti istituzionali, Questi storiei esaminarono S 1 ime-
todi di trasporto, l'avvento del le fabbriche, le condizioni degl i
operai e del contadini 'rna sfiorarono solo l 'argomento. La ragio-
ne e che gli storici americani avevano un vivo interesse per la
stori a polit ica e mili tare e descrissero 1 0 svi luppo della s toria
americana quasi unicamente in termini nazionali sti , doe isola -
zionisti. Vi erano alcuni temi grandiosi, del tutto esclusivi del-
l'America, che inevitabilmente attirarono il loro interesse: la
conquista di un continenre vergine e l 'effet to del la f rontiera sul-
Ie ist ituzioni poli tiche e sulle abitudini sociali ; i l f lusso ininter-
rotto - fino al 1920 - di europci che in America cercavano
scarnpo dalle ineguaglianze del vecchio mondo; la lot ta r icorren-
te tra le idee jeffersoniane e queIle hamiltoniane (cioe circa Ia
creazione ed il mantenimento e li uri'autorita cent rale debole 0
for te; l 'inser irsi eli problemi moral i nei pubblici dibatt it i americ
eani: la schiavi tu , i diri tt i femminili , i l proibizionismo) . Quest i
temi non furono mai trattati da un punto di vista generale, 0 di
economia universale, onel le loro relazioni con l'Europa . Anzi,raramente fu posto in dubbio quello che S 1 rit eneva fosse il ca-
rat tere essenziale della s toria americana, che doe essa s tava ver i-
ficandosi isolatamente.
Illibro di Charles A. Beard, L'origine della civilta americana,
uscito nel 1927, esercito una potente inf luenza sui giovani scr it -
tor i, in ispecie dopo 1 'inizio del la grande depressione. L'origine
70
della civilta americana i n effet ti rappresenta i l rrasferimento su
di un piu vasto piano dell e idee che Beard stava e laborando. fin
dal 1913. In quell' anno Beard aveva scritto una Interpretaztone
economica della costiuaione americana; in questa tour de force
Beard dimostrava di non conoscere gli s torici economici euro-
pel , a cominciare da Marx; infatt i egli affermo ripe tuta~ent:
che una lettura del decimo saggio del Federalista del Madison
era stata sufficiente a fornirgli le basi ideologiche per la sua ana-
lisi, E, in un certo senso, Beard era nel giusto. Egli non av:vapregiudizi determinist i causat i da una let tura eli ~pere marX1st~
o sombartiane ma era pronto a riconoscere semphcemente che 1
diret ti interessi f inanziar i della gente abbiano effetd immediat i
sulle decis ioni polit ic he che ess i contribuiscono a ?etermin~re.
Per esempio, gran par te dei membri del la conven~lOne costItu~
z iona le del 1787 erano possidenti: commerciant l, specula tor!
terrieri, 0 possessor i eli t itol i del debito pubblico, percio era na-
turale che cercassero nella creazione di un for te governo centrale
Ia salvaguardia dei loro diri tt i e li propr ieta . Beard non volle es~-
minare le implicazioni economiche di una simile posizione, :d.m
modo particolare Ie conseguenze di una politics ave~t~ ~?sI~efondamento in relazione a Il a creaz ione ed aIle possibi lita di so-
pravvivenza e li una nazione nuova, non volle ne~p~re prender
posizione pro 0 contro l'accensione eli debiti pubblicI, pro 0 con-
tro la creazione di un si stema bancario centrale, pro 0 contro Ia
protezione all e industrie nascenti. Si puo suppor~e ~e f?~se im-
pegnato in un' analisi stor ica obiett iva e non 1 0 sfioro mal ildub-
bio roe la sua opera avesse un elifetto fondamentale: anche te-
nendo conto della ricchezza di alcuni dei partecipanti all a con-
venzione cost ituzionale, era un errore capitale dare per scontato
(e tacere 5U questo punto), che la politic a dei poteri pubblici in-
sieme alloro privato interesse, non stesse molto a cuore anche a
loro. . .Ne L'origine della civilta american~ emersero 1~~nt1 esse?-
ziali della concezione di Beard, su di una trama pru vasta, .I?quanto Beard stava ora scrivendo la s~oria. degli Stati Uniti.
Beard vide l 'influenza di forze economlche in almeno tre mo-
, James Madison (1751·1836), uorno politico ameri.cano, .elaboratore del
progetto eli Costituzione degli S.tati Uniti ,ap~rovato a Filadclfia nel 1789, se-
gretario eli Stato e poi quarto presklenrc dell Unione (1809·17). (N.d.T)
71
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~ ..
mend dell a storia americana: nell a rivol ta americana contro gli
inglesi , nel la contesa sul problema della schiavi tu che condusse
aIla ,guerra civile, e nel trionfo del par ti to repubblicano negli an-
ni dal 1865 aI1896. E quando giunse al termine, alia stesura del
quattordicesimo emendamento, aIla redazione della legislazione
tar if faria, al «saccheggim> delle r isorse natural i del paese ed alIa
sconf it ta polit ic a ed economica delle organizzazioni dei col tiva-
tori, Beard emise i l proprio verde tto morale. L' «epoca d' o ro» 0
la «grande festa» era s tato ilte rribil e prezzo che gl i Stat i Unit ierano chiamati a pagare per la vittoria de l part ito repubbl icano e
del gruppo emergente di capit ali st i industria li d i cui esso era l'e-
spressione: e ilprezzo si pagava in termini di sfruttamento e
s trat if icazione in class i, nel l' accumularsi di enormi for tune con
s is terni disonest i, nel volgarizzarsi del gus to . Questa fu Ia svolta
decisiva dell'America, e, nonostante ilsuo crescente potere eco-
nomico, nonostante la sua sempre pil i pressan te richiesta d i un
r iconoscimenro della sua importanza nella polit ica mondiale, es-
sa volto Ie spaIle al suo patrimonio morale ed aIle sue promesse.
NelI'u lt imo dei suoi quattro volumi, Beard esarnino ilsigni-
fi cato de ll 'i dea di c ivil ta in America, e giunse alIa conclusione
che l'eta d' o ro per l'America non era stat a quell a del la concor-
dia , del trascendental ist i, degli abolizionist i, dei primi sos teni-to ri de i dirit ti femmini li, ma que lla del l'ill uminismo del XVIII
secolo, un per iodo di ordine, luce e giust izia astratta. L 'immagi-
ne complessiva che eg li dava de l «fi losofi americani» de l XVIII
secolo era come ilMose di Michelangelo: pil i grande del naturale
pili divina che umaria, immutabile e perfetta. Ed il suo eroe
idea le , un e legante Je fferson in cui si fondono tutt e Ie qua lit a di
Montesquieu e di Condorcet , si muoveva in un mondo rarefa tto
di pensieri el eva ti su astra tti diri tti ; in questo cerimonioso gia r-
dino de ll'Eden, le meschinita , il compromesso poli tico, e gli a f-
farl del mercato non Iacevano mai delle volgari intrusioni.
Mi soffe rmo alquanto a parlare di Charles A. Beard perche 10
considero una de ll e cornponenti pil i importanti di cui bisognatener conto per spiegare il pregiudiz io ant icapit ali sra che si ri -
trova in molta recente produz ione storica americana. In e ffett i
Beard fece suoi ipregiudizi agrari contro i processi capitalistici,
assorbit i durante la sua adolescenza nell ' Indiana, e solo quando
fu avanti negli anni t rovo una remota e meccanica giusti ficazio-
ne per 1'avversione che provava. Non mostro mal interesse a
72
quest i process i capital is tici in quanto tal i, 0 alle loro conseguen-
ze economiche, ma respinse sia gli uni che le altre per motivi
morali piu che per ragioni di dasse, di ideologia 0 dialettica.
Nelle sue opere ed in queUe in cui si risente la sua influenza non
v 'e quindi alcun tentativo di analizzare 0 comprendere il contri-
buto de l capit al ismo aIlo strao rdinario sviluppo del l' America.
Piuttosto simile a quell a di Beard, doe ad una condanna per
motivi morali, era la posizione di Gustavus Myers, la cui Stona
d e ll e g r and i f o rt u ne d 'Ame r ic a usd nel1909. Myers era un social-democratico, nel la tradizione di Berns tein , Jaures e dei fabiani .
Egli predicava l' a vvento di una comunita socialista, ma non in
termini rivoluzionari 0 dialettici. IIcapita li smo era perve rso, e
doveva venit sos ti tu ito, mediante elezioni, dal social ismo demo-
cratico. Per conseguenza la sua opera principale e una mescolan-
za di aneddoti, racconti, s torie semi-vere e resoconti giudiziar i,
esaminati senza discernimento cri tico , del le rapine e dell' autoe-
saltazione di colore che fecero le grandi fortune agrarie, com-
mercial i e ferroviar ie d 'America. I loro strumenti furono in larga
misura il peculato, la frode e ilfurto; Ie loro fortune erano gua-
dagni il lec iti e una societa che avesse disereda to gli eredi avreb-
be compiuto un atto di giustizia storica. Myers era un classico
della letteratura socialist a e come tale note solo ad una piccola
schiera di ele tt i; ma ne l1934, con la pubb licazione di Baroni fa-
dr i del Josephson 7 (quasi inte ramente basa to sul Myers), l a sua
inf luenza s i dif fuse largamente. Quest i in par ticolare sono gli at-
teggiamenti che si possono far risalire all'influenza di Myers e
Josephson, 0 ad un insieme del pensiero di Beard e di Myers: 1)
che le grandi fortune di America fosse ro stat e accumula te con la
frode; 2) che COS1 facendo S1 fossero saccheggiate le risorse natu-
rali del paese, e 3) che le conseguenze sociali della proprieta e
della ricchezza privata fossero state infelid, in quanta fecero
sorgere le class i e passare in sot tordine l'agricoltura, crearono gli
s lums, ecc.
Queste influenze anti capi tal isti che non erano leniniste doedialett iche. Un piccolo gruppo di s torici americani , apertamente
affiliato al partito comunista, 0 simpa tizzante pe r esso, prese a
scrivere, a parti te dagl i ann i trenta, la storia americana in termi -
7 MATTHEW JOSEPHSON, The Robber Barons, Harcourt, Brace & Co. , NewYork, 1934.
73
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ni dialett ici •. Seguendo l'esernpio di Lenin, essi videro il capi-
talismo in agonia, e i suoi spasmi finali erano rivelati daIla mi-
naccia inquieta di una guerra mondiale e dali'ostinazione in un
atteggiamento coloniaIista. Si adopero il classico modello lenini-
sta, di un societa capitalism che diventa piu rigid a a causa della
concentrazione monopolit istica, delle sfruttamento della classe
lavoratrice, dell'appesantirsi del ciclo economico. Ne risulto che
tut ta la storia americana era una preparazione dell 'u ltimo gran-
de atto, quando la rivoluzione avrebbe distrut to una societa gia
corrotta nel suo intimo, ed avrebbe permesso al prole tariate, do-
po che avesse raggiunto una coscienza di dasse, di conquistare ilpotere.
Queste eserci tazioni curiose e spesso divertent i, erano scrit -
te nel duro gergo leninista, uti lizzando una serie di s trument i di
analisi COS1 estranea al vocabolario ed al modo di pensare ameri-
cano che pochi aI di fuori del partito comunista lessero queste
opere. Si puo dire che, a differenza di quanto accadde per la let-
teratura creat iva , l' influenza comunista sulle opere storiche sia
sta ta scarsa. In poche parole , cio che voglio di re e che ipregiudi-
zi anticapita li st i nel le opere storiche arnericane non derivano da
fonti comuniste, doe dialettiche.
La descrizione degli effetti del pensiero di Beard e di Myesnon esaurisce il racconto. L'ant icapital ismo di una gran parte
del le opere storiche arnericane ha Ia sua vera base in una discus-
sione poli tic a che ha un fascino perenne per gli scrittori america-
ni di s toria . Sempli ficando la cosa - certamente semplif icando-
Ia troppo - questo fascino ruota attorno alla lotta tra hamilto-
nianesimo e jeffersonianesimo. Che gli arnericani si riferiscano
sernpre a questo argomento non dovrebbe sorprendere gli euro-
pei: anche nelle loro letterature storiche ci sono tradizioni che
hanno un fascino che non sembra aver mai fine: in Francia c'e il
giacobinismo, in Gran Bretagna ilprotestantesimo di sinistra,
II confli tto t ra l 'hami ltonismo e iljeffersonismo non deve es-
sere esaminato t roppo ingenuamente; e pi ll di una disputa sullastrut tura del lo sta to (governo centrale con ampi 0 con Iimitati
poteri) e pil i di una diversi ta di opinioni su l problema del l' inter-
, Un interessante esernpio di questo genere di scrirti e History of the La-bor Movement in the United States di P. S. FONER, International PublishersNew York, 1947. '
74
vento dello stato (tutto 0 niente). Parte del problema e di vederea vantaggio di chi e a quale scopo si fa l 'intervento. In quasi ogni
caso in cui ilproblema si affaccia, esso e affrontto dal punta di
vista putamente politico: cioe si tirana in ballo questioni di ca-
rattere morale. Qui ovviamente si fa distinzione tra la politica
da un lato e l 'economia polit ic a daIl' altro.
Negli ultimi anni, si puo dire che ipregiudizi anticapitalisti
degl i s torid americani derivino daIl'aver abbracciato le idee jef-
fersoniane in opposiz ione aile teorie hamiltoniane. Questa e unfenomeno comune; in effet ti f ino a circa vent 'anni fa l' interesse
per Jefferson era scarso. Egli e emerso da questa relativa oscurita
per un insieme di ragioni, tutte connesse all'interrogativo a cui
gli americani cercano oggi di dare una risposta . Jefferson, cam-
pione dei di rit ti na turali (oggi per «natural i» si legga «diritti de l-
l 'uomo»), Jefferson portavoce dell'egualitarismo, Jefferson ne-
mico di una religione uffic ia le, Jefferson, soprat tut to, I 'uomo
che cerco di sfidare i«monopoli» ~ ecco ilmaestro di cui oggi si
evocano le parole (e non i fat ti ). E siccome i suoi avversari a ine-
mid delle sue idee (0 delle loro implicazioni) erano spesso iden-
tificati con istituzioni 0 can pel it iche capita li ste, g li s torici che
cercano l' Ispirazione in Jefferson a nel jeffersonismo sono anti -
capitalisti , Si notino anche le vaste implicazioni dell'attacco diJefferson ai «monopoli»; solo nella larga diffusione della proprie-
ta o (doe della ricchezza) si poteva trovare stab ili ta socia le e pro-
gresso economico.
Ci sono almeno cinque punt i, negl i s tudi s torici degli ultimi
anni, in cui Jefferson a isuoi seguaci sana preferiti a coloro che
avevano idee opposte. Esaminiamoli brevemente.
1. In un riesame della storia del la fondazione del la repubbl i-
ca, c ioe degli anni immediatamente seguenti la rivoluzione ame-
ricana , gl i s torici s tanno cercando di dimost rare che itentativi
di cost ituire un governo centrale forte nel periodo 1787-89 non
tennero canto del r isultati gia positiv i raggiunti da i t redici s tati
sovrani per create condiz ioni di s tabil ita. Erano all'opera delleforze che avrebbero superato il caos iniziale, e ne sarebbe ernersa
una federazione funzionante in grado di risolvere i problemi ur-
genti del commercia, iproblemi monetari e quelli delle relazioni
internazionali, Ma ilfederalismo, cioe Ie idee hamiltoniane, vin-
se la partita, in parte con la violenza e Ia frode, e le conseguenze
furono disastrose, La costruzione di una corte suprema per an-
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nul.l~e 1~~~lontil. legislativa, e l'accettazione del concetto di po-
t:~l .1mph~ltl nel governo centrale furono alcuni dei risultati po-
Iit ici. E siccorne ifederalisti (cioe gli hamiltoniani) si agitavano
per ottenere un governo centrale, tutta la loro opera viene con-
dannata in blocco. Un sol ido sistema monetario, una banca cen-
trale, la solvibili ta della nuova repubblica, ilsostegno per Ie in-
dustr ie nascenti - ilnueleo essenziale del programma polit ico-
economico di Hamilton - tutto questo dev'essere respinto in-
sieme CO?Ie idee antidemocrat iche ed antiplurali st iche di Ha-
milton. E interessante osservare ehe 1'aspetto economico del-
l'hami lton ianesimo - cioe ilcorso che i poteri pubblici doveva-
no seguire in un paese nuovo e sottosviluppato in un mondo sot-
to la costante minaccia delle grandi potenze, Francia, Spagna e
Gran Bretagna - non viene mai esaminato in quanto tale. Per
questi s torici ugual itar i l'hamil tonismo era un male dal punto di
vista politico; e per la stessa ragione si da un giudizio morale e
non economico sui suoi straordinari successi 9.
2. La stessa metodologia e seguita nel r iscrivere la storia del
periodo jacksoniano. Jackson, egli stesso possidente e proprieta-
rio di schiavi, divenne un «egualitarista» jeffersioniano; cerco di
parlare per l'uomo della strada , sfidando in specia l modo il pote-
re del governo centrale. I suoi avversari polit ici, i whigs, rifacen-dosi ancora una volta alle idee di Hamilton, speravano di fare
del governo centrale 1 0 strumento per l'attuazione di un pro-
gra~ma eeonomico-polit ico comprendente tariffe protett ive ,
pol itica bancaria centralizzata , ed aiuto pubbl ico per i migliora-
mend interni, Jackson scateno ilgrido di «monopolio», e vinse: i
whigs vennero rovinosamente sgominat i ed il lo ro programma
sconfit to. I polit ici invece 4 1 occuparsi dei problemi economici
che avrebbero interessato la generazione successiva, videro nel-
l'espansionismo una via d'uscita. II problema della schiaviti i co-
vav~ ~otto la cenere e infine esplose nel 1860. Basta dire che gli
st~t1Cl che vedono Jackson con favore erano anche anticapirali-
sti . Che una tariffa protezionistica, un solido sistema monetarioed un piano governativo di opere pubbliche .avrebbero potu to
accelerare l'industrializzazione, e percio porre automaticamente
, Vedi MERRIL JENSEN, The New Nat ion: A His to ry of t he Un it ed S ta tes du-
ring the Confederation, 1781-1785, A A. Knopf, New York 1950' DUMAS MA.
LONE, Je/ferson and the Rights of Man, Little, Brown &Co., Bos~on,1951.
76
fine ana schiavitii, e considerate un discorso non pertinente, I
whigs erano antiegualitari e favorevoli ad un governo forte; e
quindi le loro idee devono essere respinte 10 .
3. La recente difesa del sistema schiavistico come societa
morale (G. J. Randal prende apertamente questa posiz ione e su
questo punto 1 0 seguono quasi tutti gli storici americani contem-
poranei che si occupano delle cause che condussero alla guerra
civile) e sfocia ta in una carnpagna di calunnie cont ro i suoi oppo-
sitori. I nemici del sud costi tuivano un gruppo composi to: alcunierano abolizionisti , altri erano egualitaristi , altri erano il gruppo
di giovani indust ria li in ascesa che videro in una rinasci ta delle
idee di Hamilton la salvezza della repubblica, Siccome isosteni-
tori dello schiavisrno erano anche sostenitori del diritti degli
stati (gli unici residui rimasti del jeffersonismo), ilora odierni
difensori sono pronti a eondannare le eoneezioni eeonomiche 0 1 -
tre alia dottrina polit ic a dei repubblicani radicali. E strano ehe
il programma di ricostruzione degli abol izionis ti, per l'ugua-
glianza polit ic a e sociale dei negri , sia respinto, come anche e re-spinto ilIoro piano economico. Nell'hamiltonismo, nelle dottri-
ne whig e nel repubblicanesimo si trovano gli stessi motivi di
fondo: intervento governativo per assicurare stabili ta monetaria
e progresso economico: sistema tariffario protezionista, pro-gramma bancario nazionale, sussidi governativ i al le ferrovie,
concessioni di terre ai eontadini, Iacilitazioni all'immigrazione
- era solo nei dettagli ehe i fondatori del partito repubblicano
differivano dai federalisti e da whigs 11.
4. Le organizzazioni contadine sfidarono i nuovi industriali
nella generazione sueeessiva alla guerra civile. Gli agrieoltori ea-
richi di debi ti e di fronte al ia prospett iva di un ribasso dei prezzi
(sebbene il prezzo dei prodotti agricoli non ribassasse eOS1forte-
mente come quell i de lI 'acc ia io, dei prodott i petrol iferi e dei tes-
sili), si misero a osteggiare con forza il partito repubblicano e
tut ta la sua azione. Essi adot tarono g11slogan del la « terra del po-
polo», del «denaro del popolo» , dei «mezzi di t rasporto del popo-
mVedi A. M. SCHLESINGER jr., The Age of Jackson, Little, Brown & Cp.,
Boston, 1945. .n Vedi J G. RANDALL, The Civil War and Reconstruction, D. C. Heath &
Cc., Boston, 1937; Lincoln the President, 2 voll. , Dodd, Mead & Co., NewYork 1945; Lincoln the Liberal Statesman, Dodd, Mead & Co., New York.,
1947. A. O. CRAVEN, The Repressible Conflict, Lousiana State University Press,1939; The Coming of the Civil War, C. Scribner's Sons, New York, 1942.
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!
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lo». Con il primo essi chiedevano l 'esproprio dei grandi appezza-
mend da pascolo di proprieta straniera e la confisca dei terreni
non regis trati delle £errovie in concessione (Ia maggior parte dei
qual i erano proprieta estere) . Con il secondo volevano una poli -
tica di denaro facile e la fine delle banche nazional i, con ilterzo
esigevano la nazionalizzazione delle ferrovie. La causa dei conta-
dini divenne una crociata morale, s i r iteneva che essi fossero vit-
time degli stessi monopolist] che avevano attirato gli strali di
Jefferson e di Jackson. Ed i loro odierni sosteni tori condannano
ifrutti dell' industrializzazione perche, a loro parere, gli agricol-
tori americani ne furono le vittime. Ecco un altro esempio di un
pregiudizio anricapi ta lis tico basato non sui motiv i economici,ma su ragioni polit iche e morali 12.
5. Franklin D. Roosevelt vestl ipanni di Jefferson e di Jac-
kson come egualitario e di£ensore dei dirit ti dell'uorno. Cioe egli
s i ident if ico socialmente e moralmente ma non poli ticamente
con il jefferscnismo. Infatti Roosevelt i~voco l 'intervento stata~
le su larga scala per ottenere isuoi risultati : i l «grande state»,
che Jefferson e Jackson avevano temuto e cornbattuto, fu sua
creazione. Ma, siccome parlava un Iinguaggio alIa Jefferson, i
suoi sostenitori si sono rivolti contro le concezioni econorniche
delle forze anti-rooseveltiane. II capitalismo e stagnante e domi-nato dai monopolisti ; senza intervento statale il ciclo economico
non puo essere neutralizzaro, Ie ingiustizie sociali lenite, isalari
aumentati . Ancora una vol ta , l 'anticapita li smo degl i arrefic i del
New Deal e poli tico e morale; perche certo non si e istruito a1cun
serio processo a carico del capitalismo in quanto tale H
Non vorrei esser fra inteso. Non voglio condannare il fatto
che gl i s torici arnericani diana importanza a idee moral i e pol iti -
che . Cio che mi preoccupa e la facilita con cui si accetta Ia tesi
che soltanto un interesse egualitarista (che in America si deve
approssimativamente identificare con il jeffersonismo-jacksoni-
smo-populismo] puo fondare una grandiosa polit ic a pubblica per
attuare ilbenessere, La causa del conservatorismo in America
non e abbastanza sovente avanzata in termini morali anzi la
sua voce e molto flebile. Burke, Coleridge, Tocqueville ~d Ac~on
12 J. C. RANSOM et al., I 'l l Take My Stand: The South and the Agrarian Tradi-t~on. By Twelve Soutbeners, Harper & Bros., New YOl'k, 1930; Who Owns Ame-rica>, ed. H. Agar eA. Ta te , Hought on Mi ff li n, Co ., New York , 1936 .
I) Vedi] . N. FRANK, Save America First, Harper &Bros. , New York, 1938.
78
non hanno in America seguaci e persone a loro corrispondenti,
ed e anche pili grave che la causa del capitalismo manchi di di-
fensori d i r ilievo, Adam Smith riusct a stab ili re I 'identi ta t ra l i-
bera iniziativa e progresso, e la stessa cosa , e interessante nota-
re, Ieee Hamil ton, che aveva le tto at tentamente Ie opere di Smi-
th e ne aveva accettato i principi l ibertari ol tre aile impostazioni
economiche,
La causa del capi ta li srno americano, considerate come feno-
rneno storico, se £osse presentata corre ttamente , conterrebbemolt i important i insegnament i pet ilrnondo d'oggi. Non dob-
biamo dimenticare che isuoi problemi iniz ia li furono quell i di
un paese nuovo e sottosviluppato e che i suoi sforzi di creare la
stabili ta e ifondamenti di un ordinate progresso economico al -
I'interno erano connessi al bisogno supremo di affermare la sol-
vibilita della nazione, In una simile storia del capitalisrno ameri-
cano le lotte sui problemi del le banche cent rali , del le tariffe do-
ganal i, de ll' aiuto statale per migliorament i interni e di una libe-ra polit ica agraria hanno un ruolo importante. E questa la sfera
dei poteri pubbl ici ; quale e quella dell' impresa privata? La vo-
Ionra e la capaci ta di assurnersi r ischi per impegnarsi nella crea-
zione di capitale (con i fallimenti, oltre che con isuccessi regi-strati) e il nocciolo del problema. Tra parentesi , bisogna porre in
rilievo che il numero dei fallimenti commerciali nel le prime in-
dustr ie telegrafiche, di canal i, ferroviarie, rninerarie e automo-
bi li st iche in America fu grandissimo. Una solida polit ica mone-
taria e creditizia, come funzione pubblica, e l' a ssunzone di ri-
schi come funzione privata, ecco in compendia la storia del capi-
talismo. Solo dopo che una simile base e stata sicuramente po-
sta, la sovrastrut tura del successo puo essere innalzata . E qui mi
riferisco alla straordinaria ascesa dei salari reali (senza interven-
to statale) nei paesi industrializzati a partite daila meta del di-
c iannovesimo secolo e a tutt i quei benefici ausiliar i in materia d i
salute e ist ruzione pubblica, che possono derivare unicamente
dagli aumenti del reddito nazionale.
Si possono fare due osservazioni a margine: se Engels e Marx
avessero atteso a scrivere un alt ro decennio , quando isegni del
progresso econornico e I 'impressionante aumento dei sa lari era-
no evidenti ovunque, possiamo supporre che Le condizioni della
classe lauoratrice in Ingbilterra net 1844 e ilManifesto dei comu-
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1 fnisti, che vedono iprofitti come sinonimo d i sfruttamento, nonsarebbero mai stati scritti,
La mia seconda osservazione a margine riguarda ilconcetto
di profitto. 11capitalisrno e stato chiamato ilsistema del profitto
e Marx 1 0 rese sinonimo d i sfruttamento. 1 0 affermo che gl i sto-
rici economici sono stat i parzia lmente responsabi li del perpe-
tuarsi di questa calunnia, Essi hanno registrato iprofitti singoIi
del le imprese di successo senza preoccuparsi d i contrapporvi Ie
perdi te dovute ai fal limenti. Hanno peccato di t rascuratezza nel-
I'ottenere di esaminare I'errata contabilira delle prime imprese
industr ial i che, nel caso di imprese individual i, tendevano a sot-
tovalutare ilvalore reale, e nel caso delle societa per azioni non
tenevano in debito conto ildeprezzamento e I'esaurimento. Un
divertente esempio d i sottocapitalizzazione fu ilcaso della Car-
negie Steel Company che fu valutata nel1892 a $ 25.000.000 e
nel1900 a $ 320.000.000. E ovvio che basare i profirt i della pro-
duzione dell'acciaio sui valori contabili registrati per gli anni in-
torno a1 1870 e al 1880 e una stupidaggine; Carnegie infatti diproposi to tenne bassi i va lori di capitalizzazione per mantenere
una posizione di vantaggio sui suoi soci effettivi. Nel 1900,
quando Carnegie era pronto a rit irarsi dal mondo del l' acc ia io ~
e dopo che si era liberato del suo importuno socio H. C. Frick --:-perrnise che si facesse una gius t a valutazione dell' attivo dellasocieta.
Percio quando gl i srorici impareranno ad analizzare con mag-
gior avvedutezza le loro fond ed a fare correzioni sui conti indi -
cati, le concezioni normalmente accettate circa i profitti come
sfruttamento saranno sottoposte ad una drastica revisione.
80
GLI INTELLETTUALIDEL CONTINENTE EUROPEO
ElL CAPITALISMO
di BERTRAND DE JOUVENEL
.- __ --------------------------------------------------- -- .................................c ___~--~
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Noi osserviarno con grave preoccupazione l 'atteggiamento
del l' «inte ll ighentsia» occidenta le nei confront i della societa di
cui fa parte. L'uomo possiede immagini mentali , rappresentazio-ni su scala progressiva dell'universo, degli oggetti e delle forze in
esso present i, di se stesso in rapporto a quest i ogget ti ed a queste
forze: queste immagini possono essere approssimativamente pa-
ragonate ad ant iche carte geografiche, adorne di piccole figure.
Agi te razionalmente signi fica, in un certo senso, orientarsi con
l 'aiuto del le carte , per quanto inesatte , che ciascun individuo ha
a disposizione, L'arnpiezza, la ricchezza di particolari e Ia preci-
s ione di queste carte 0 rappresentazioni dipendono daIla comu-
nicazione tra individui, L'istruzione consiste nella comunicazio-
ne di un certo numero di queste immagini, e nell' incoraggiamen-
to della naturale facolta di produrne altre. In qualsiasi gruppo
socia le scelto a caso si puo osservare che non tutt i i componentisono ugualmente attivi nel comunicare queste rappresentazioni;
in una societa organizzata a noi nota, una parte del membri si
occupa spedalmente di queste rappresentazioni . La loro impor-
tanza per la societa e molto grande: I'azione «razionale», indivi-
duale 0 collett iva, deve essere intrapresa sulla base di cio che e«noto», delle imrnagini della realta aIle quali e stata data di ffu-
sione, Queste immagini possono essere ingannevoli , e allora l 'a-
zione «razionale» che si basi su «carte» mal disegnate e assurda e
puo rivelarsi dannosa alle luce di una conoscenza migliore; 1 0
studio delle societa primitive fornisce gran copia diesempi.
Dal punto di vista soggettivo e razionale combattere contro i
mulini a vento, se si e fermamente convinti che sono dei giganti
malvagi e pericolosi che tengono prigioniere del le belle princi-
pesse. E comunque un giudizio pill valido considerarli come con-
gegni , non molto effic ien ti, per imprigionare, a llo scopo di ma-
dnare del cereal i, una forma di energia che si mani festa in modo
irregolare, P U O darsi che non abbiamo simpatia per ilmugnaio,
che puo essere un cattivo, ma e fantasia poetica, nel migliore dei
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casi, vedere in lui uno che danneggia la campagna spiegando Ie
sue malvagie all . Non mancano nell'eintellighentsiaz occidenta-
le allucinazioni di questo genere, derivanti dali'innesto di un
forte sentire su di un debole tronco di conoscenza positiva.
La conoscenza positiva e un modo di intendere Ie cose intor-
no a noi, che ci permette di procedere per la via migliore verso la
nostra meta . Cosl una certa cornprensione delle forze operand
nelI'ambiente che ci circonda ci ha permesso di farle agire per i
nostr i scopi ed e un fatto comprovato dall ' esperienza che si puomutare la disposizione degli uomini (cioe della societal, come 1a
disposizione delle cose (cioe della natura). Come nell' esempio di
prima, c io richiede conoscenza: a ll' ignorante 1 meccanismi so-
ciali sembreranno inutilmente complicati, cosi come inutilmen-
te c?mpl ica ta gli pare una macchina. In verita, come sappiamo,
ogru struttura organica e molto pil i complessa di una st ruttura
inorganica, ma gli uomini sono molto pi li r iluttanti ad ammet te-
re la propria ignoranza in questioni socia li che non a proposito di
fenomeni fisici: «de re mea agitur». Si aggiunga che nel campo
della societa umana il criterio di giudizio e duplice.Gli uomini esprimono giudizi di valore, alcuni dei quali sono
etici e si rifanno a1 «bonum honestum»; questi ultimi non sono
mai riferit i a forze 0 ad entita che si sappiano esser prive dell' in-telligenza. Un bambino 0un selvaggio condott i a vedere un for-
no siderurgico possono esser terrorizza ti daI rombo e chiamarlo
«cattivo». Essi abbandoneranno quest 'idea non appena capitan-
no che Ia fornace non ha anima. Nessuno che abbia in materia
conoscenze fondate pensera che la fornace e cattiva solo perche
e di un rosso intenso, emette talvolta torrenti di lava incande-
scente , e si nutre di ghiaiosi rottami di ferro e di carbone, che enero. Si tratta sempl icemente di un congegno, buono in quanto
st rumento, perche porta a lla produzione di strumenti e macchi-
ne che servono agli scopi dell'uomo. Nessuna persona ragionevo-
Ie fara colpa alla £ornace per la malvagi ta di certi scopi per cui Ie
rnacchine sono usate dal l'uomo (come una guerra di aggressio-ne), rna tutti capiscono che la macchina e un buon servitore e
che solo gl i uomini sono responsabili de l catt ivo uso che ne fan-
no; a uno scolaro che si ostini in una concezione animistica il
maest ro mostrera che questa e superstizione, Eppure ilmedesi-
mo maest ro considera forse il«capitalismo» allo stesso modo incui 1 0 scolaro superstizioso e ignorante considera 1a £ornace , e
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vede in esso un mostro malvagio, artefice di torti e di offese, e
non uno strumento, ut ile quanto la fornace, per la produzione dibeni strumentali.
E perfe ttamente vero che le considerazioni moral i hanno la
loro importanza nel valutare icongegni sociali ; mentre non sono
adatte a lia valutazione dei congegni meccanici , Questo avviene
perche nei congegni sociali intervengono fattori morali, e questi
congegni si prestano quindi ad un duplice criterio di valutazio-
ne: l'efficienza e Ia moralita. Una discussione generale sulle
cornpatibilita di questi criteri ci porta al campo della metafisica,
rna noi cercheremo di rimanere su di un piano meno elevato.
Sic come l'attributo di buono e di cattivo (da un punto di vista
morale) si riferisce solo aIle coscienze, uno strumento puo essere
cattivo solo indirettamente. E chiaramente da condannare uno
strumento che renda gli uomini peggiori; tale e ilcriterio su cui
Pla tone si base nel definite «cat tiva» la poli tics di Peric le . Aleu-
ni tra ipi li grandi pensatori dell'umanita hanno sostenuto che
l'uomo diventa peggiore sviluppando i suoi bisogni, e diventa
migliore reprimendoli: gli stoici sottolinearono che diventiamo
schiavi del nostri desideri, icinici aggiunsero che ogni rinuncia
ad un desiderio rappresenta la conquista di un grado di Iiberta, i
primi Padri della Chiesa insegnarono che l'interesse per i benimateriali c i pone sotto ildominio del «principe di questo mon-
do», e in epoca a noi pili vicina Rousseau riprese questa tema
con affascinante eloquenza. Se si adotta questa punto di vista
sono realmente «cat tivi» quegli s trumenti che ten tano, in qua-
lunque modo, di allargare la sfera del nostri bisogni soddisfacen-
doli 1'uno dopo l'altro, e facendo balenare la speranza di poter
soddisfare quals iasi nuovo bisogno, Quello st rumento sodale
che e ilcapitalismo e allora «cattivo», rna, usando 1 0 stesso metro
di giudizio, 10 sono anche i congegni meccanici dell' industria;
quest 'opinione, pero, non e ammessa dai contemporanei, i quali
anzi desiderano ardentemente che iIoro bisogni trovino sempre
maggiore soddisfazione. Per questo sembra che le prediche con-
tro «il denaro» non abbiano senso: se gli uomini desiderano dei
«beni» non possono non desiderare ildenaro che e il denomina-tore comune di questi beni, la porta che da accesso ad essi, ed il
«potere del denaro» non e altro che la materializzazione del po-
tere di questi beni sui desideri umani.
Additare agli uomini Ia pochezza di alcuni oggetti dei loro
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~I
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desideri, e cornpito dei maestri spirituali e moraIi. ITdivieto del-
I 'autorita temporale di acquistare questi beni spinge a compiere
violazioni della legge ed a create un insieme di interessi crimina-
li. Questi sono fra gli esempi pili chiari delI'effetto deteriorante
che gli strumenti sociali possono avere suI carattere dell'uomo.
II mondo civile si e stupito dell'esistenza di una societa crimina-
le potentemente organizzata dietro la facciata della vita ameri-
cana; il suo rapidissimo sviluppo fu causato dalla messa al bando
delle bevande alcooliche e nuove prospettive di vita le sana state
dischiuse dalIa messa al banda del gioco d'azzardo. Questi feno-
meni ci arnmoniscono che si puo otten ere un risultato contrario
alIe intenzioni quando si usino strumenti sociali per innaIzare il
livello morale del cornportamento urnano, E inoltre hen nota
che ogni tentativo di modificare Ie azioni umane can mezzi di-
versi da un'educazione della spirito deIl'uomo e in genere vano,
e comunque non rappresenta un progresso morale.
II capitalismo come strumento sociale offre un quadro spia-
cevole alI'intellettuaie. Perche> Per usare il suo vocabolario, per-
che ci si t rova in presenza di egoisti in cerca di esaltazione per-
sonale. In che modo avviene cio? Mediante Ia fornitura ai consu-
matori di quanto essi desiderano 0 possono essere indotti a desi-
derate. Lascia perplessi ilfatto che 1 0 stesso intellettuale non S 1scandalizzi di fronte al funzionamento della democrazia edoni-
stica: anche qui uomini che pensano solo a se stessi realizzano la
propria esaltazione mediante la promessa ad altri uomini di
quanto questi vogliono 0 possono esser indotti a chiedere. La
differenza sembra consistere principalmente nel fatto che il ca-
pitalista mantiene le promesse e che in tutto il mondo occiden-
tale l'adernpimento delle promesse pelitiche sembra dipendere
dai successi del capitalismo. Un altro aspetto del capitalisrno che
1 0 rende sgradito agli intellettuali e la «degradazione dei lavora-
tori alIa condizione di puri strurnenti». Per dirla con le parole diKant, e sempre immorale trattare altri uomini come mezzi e non
come fine. L'esper ienza pero ci insegna che questa non e un
comportamento insolito necaratteristico del capitalismo. Rous-
seau ritiene che questo modo di fare sia irnplicito in una societa
civile, in cui si moltipIicano icontatti occasionali, basad sull'u-
tilita piuttosto che sull'af fetto, e che esso divenga sempre pi li
esteso, via via che i contatti aumentano e gli interessi si sovrap-
pongono. I I punto di vista di Marx e meno filosofico e maggior-
86
mente basato sulle vicende storiche. Al suo sorgere, il capitaIi-
sta, egli dice, trove gia a portata di mana una popolazione che
~ra stata trat tata come strumento da precedenti sf rut tator i pr i-
ma che se ne impadronisse ilborghese intraprendente, e l'esi-
stenza di un proletariato che poteva esser trattato in questo mo-
do trovava Ia sua origine nell'espropriazione dei contadini. Ecco
ilmotive che costrinse i lavoratori, privati dei lora strumenti di
produzione, a Iavorare per altr i che invece ne disponevano. Se
questa teoria (che chiaramente si ispira alla recinzione delle ter-
re) , fosse vera, il capitalismo avrebbe incontrato Ie difficolta
maggiori ad imporre «salari da fame» nei paesi in cui la terra era
di pili facile acquisto, doe negli Stati Uniti.
Non e da escludere che la rappresentazione mentale del capi-
talismo abbia risentito d'una dicotomia che gli econornisti clas-
sici trovarono necessaria a Iini logici: Ia distinzione tra consu-
matore e lavoratore. L'irnprenditore era rappresentato nell'atto
di servire ilconsumatore e di servirsi dellavoratore. Una tale di-
stinzione puo farsi anche nel caso di Robinson Crusoe: Si posso-
no rappresentare le sue risorse fisiche (cil Iavoratore»} nell'atto
di esser sfruttate per soddisfare isuoi bisogni (<<iIconsumato-
re»), Questa rnaterializzazione di due aspetti del pubbIico era in-
tellettualmente sostenibile all 'inizio di quella che va sotto il no-me di era capitalista. Fino a quel momento, infatti , ilpubblico
consumatore composto dagli industriali era stato nettamente di-
stinto dal pubblico Iavoratore composto dagli artigiani, impe-
gnati principalmente nella produzione di beni di lusso consuma-
ti dai ricchi, i quali vivevano di introiti non guadagnati prove-
nienti daI prodotto del campi. Ma proprio nell 'eta capitalista co-
lui che produce beni di consumo industriali dietro pagamento di
un salatio, e colui che compra sul mercato tali beni si sono anda-
ri identificando sempre pili. Una straordinaria illustrazione del-
l'evoluzione sociale potrebbe esser fatta determinando quale
parte dei beni di consumo prodotti industrialmente sia andata ai
salariati occupati nella Ioro produzione. Questa parte e andata
costantemente aumentando con il capitalismo, cosicche la di-
stinzione e divenuta sempre pili un concerto teorico. E quasi
inutile' far notate che questa distinzione e intellettualmente uti-
le in ogni economia in cui prevale la divisione del lavoro; ~
stes so mocl_?jU~yg!i!tQt.e.!,Qyi!C,!tf9.Y!~Q~:;(g(?.P<=~!lt<?.pe1".r;ryir~ il. consuffiat-ore sovietico, Ia diff~l:.t,;n;';!!H1!.l].t;Lbtt.Q.cb_(":JQ.s.i.,llq.g-
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r pera pil i spieta tamente come Iavoratore e gIi s i da di meno come\ 'consumatore.
~an parte degli intellettuali occidentali contemporanei
s i cost ruisce e diHonde un' immagine distorta del le nost re is ti tu-
zioni economiche. Si tratta di un fat to pericoloso perche tende a
distrarre da cornpiti realizzabili e costruttivi un salutare stimolo
alia riforma e a volgerlo verso compiti irrealizzabili e distruttivi .
La parte avuta dallo storieo nel distorcerne l 'immagine e gia sta-ta presa in esame in special modo per quanto coneerne finter-
pretazione della «rivoluzione industr iale», Non ho molto da ag-
giungere. Gli storici , deserivendo le miserevoli eondizioni soda-
li di cui hanno trovato ampia testimonianza, hanno eompiuto
quello ehe era evidentemente illoro dovere, tuttavia si sono di-
mostrati straordinariamente incauti nell'intepretazione dei fat-
ti. In primo Iuogo, sembra che abbiano dato per ammesso che un
brusco aumento di consapevolezza socia le e di indignazione per
la miseria , s ia un sicuro indiz io di un aumento dell 'indigenza;
pare che non abbiano pensato molto alia possibilita che questo
aumento di consapevoIezza dipendesse anche da nuovi mezzi di
espressione (dovuti in parte a lia concenrrazione dei Iavoratori
in parte ad una maggiore l iberta d i parcial, da una crescente sen-
sibili ta f ilant ropica (come testimonia Ia bat ragl ia per la riformadelle leggi penali), e da una nuova consapevolezza del potere del-
I'uomo di mutare Ie cose, cusata dalia rivoluzione industriale
stessa. In secondo Iuogo non pare che essi abbiano compiuto una
suffidente d is tinzione t ra le sofferenze che accompagnano ogni
grande rnigrazione (e ci fu una migrazione verso la cit ta) , e quel-
Ie causate daI sis tema di fabbrica . Infine non sembra che abbia-
no attribuito sufficiente importanza alia rivoIuzione demografi-
ca. Se avessero usato il metodo comparativo , avrebbero forse
scoperto che un forte afflusso verso le citra, e 1 0 squal lore e la
~overta da esso causate, si verif icarono anche in paesi non tocca-
n dalla rivoluzione industriale, dove fecero sorgere schiere di
mendicant i invece che Iavoratori mal pagati . A parita di pressio-
ne demografica, sarebbero sta te migl iori Ie condizioni senza 1 0
sviluppo capitalista? La risposta e implicit a nelle condizioni dei
paesi sovrappopolati e sot tosviIuppat i '. Svis te di carat tere me-
. ' N.on s i v;de for se ~he quest i p aesi ~anno dispera to bisogno di capi ta le
per unpregare 1eccesso di manodopera cmrgraro dalla campagna? Si noti che
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todologico di questo tipo divengono tuttavia insignif icanti se
paragonate agli errori di concetto.
Il grande miglioramento neUe condizioni dei lavoratori, con-
segui to nel corso degli ul timi cento anni , e da molti attribuito
alia pressione sindacale ed a buone Ieggi che hanno corretto un
sistema cattivo. D'altra par te ci si puo domandare se questa mi-
glioramento si sarebbe verificaro senza isuccessi e li questo catti-
vo sis tema, e se 1'azione poli tica non abbia unicamente fat to ca-
dere dalI'albero ilfrut to che esso aveva prodot to. La ricerca del-
la causa vera non e un'indagine senza importanza, dal momento
che un' errata attribuzione del merito puo condurre alia convin-
zione che ilfru tto siproduca scuotendo l'albero. Infine ci s i puo
domandare se i«tempi duri» ricordati con tanto rancore, e per i
quali S 1 chiama in causa il capitalismo, fossero una caratteristica
specifica dello sviluppo capitalista, 0 se non siano invece un
aspetto del lo svi luppo indust ria le (senza aiut i esterni ) che si r i-
trovano ugualmente in un sistema sociale diverso. Forse che la
Magnitogorsk degli anni a ttorno a11930 esce poi tanto vittorio-
sada un confronto con IaManchester nel periodo de11830?
E cosa singolare che 1 0 storieo non riesca a «perdonare» gli
orrori di un processo che ha avuto una parte evidente in do che
egli chiama «progresso», proprio in un'epoca malata di «storici -smo», quando si t rovano comunernente delle scuse per gl i orrori
che S 1 veriticano oggi, g iusti ficandol i con l'affermazione che
condurrano a qualcosa di buono, affermazione per ora impossi-
bi le a provarsi , Certo 1'indignazione sarebbe meglio rivol ta a doche sta capitando oggi, ad eventi su cui possiamo sperare di aver
una influenza, piuttosto che verso cio a cui non si puo pili por te
rimedio. Eppure vengono con Iaci li ta a lla mente esempi di scrit-
tori che hanno posto l'accento suile privazioni della classe lavo-
questa manodopera puo essere occupata a eondizioni che a noi sembrano uma-
ne solo se ilsuo prodotto serve a mereati s tranier i p ili r icchi. Ma, f intanto che
la produzione e rivolta al mercato interno, l'orario deve esser lungo e ilsaladobasso perche ilprodotto sia alla por tata della popolazione povera. Anzi, le pri-
me fabbr iche, che cercano i loro clienti in un ampio strato della popolazione lo-
cale, non possonc fare a meno di dar lavoro ai propr i operai a condizioni molto
peggiori di quelle che essi potevano in precedenza ottenere quando faeevano gli
artig iani e producevano soltanto per un mercato r isrretto ill ricchi proprietariterrieri. Percio la rivoluzione industriale e logicarnente accompagnata all'Inisio
da una cadu ta ne i salad real i, s e si pa ragona - anche se i lp ar agone e alquantoingiustificato - la precedente rernunerazionc dell'artigiano eon l'attuale remu-
nerazione dell'opetaio.
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--ratrice britannica del diciannovesimo secolo, mentre non trova-
no nulla da dire sul violento inserimento dei contadini russi nel
kolkhoz. Qui ilpregiudizio e sfacciato,Si possono trovare delle ragioni specifiche per il pregiudizio
dello storico? Non credo. L'atteggiamento delle storico presen-
terebbe un problema speciale solo se si potesse dimostrare che
egli per prime mise in luce imali del capitalismo, passati in pre-
cedenza inosservati agli altri intellettuali, facendo cosl mutare il
loro punta di vista; rna non e andata cost. Concezioni negativedel capitalismo, interi sistemi di pensiero diretti contro di esso,
prevalevano in larga parte del mondo intellettuaIe prima che gli
storici esponessero iterti passati del capitalismo, e anche prima
che corninciassero ad accorgersi dell'esistenza della storia soda-
le. II pili grande successo di Marx e probabilmente, di aver dato
origine a questa ricerca, che nacque e crebbe in un clima antica-
pitalista. Lo storico non ricerca fatti senza uno scopo; la sua at-
tenzione si rivolge a certe questioni sotto I'influenza dei proble-
mi suoi 0di alrri problerni correnti connessi con l'epoca sua, e
questi 1 0 inducono ad andare alia r icerca di dati che forse sono
stati scartati da precedenti generazioni di storici perche ritenuti
di scarsa importanza; egli li esamina, facendo uso di schemi di
pensiero e di giudizi di valore che condivide con almeno alcunidei pensatori suoi contemporanei. Lo studio del passato reca co-
si sempre l 'impronta delle opinioni del presente. La scienza sto-
r ica muta con il tempo ed e soggetta al processo storico. Nessuna
filosofia della storia e possibile se non applicando la filosofia alIa
storia. Riassumendo, l'atteggiamento delle storico riflette un at-
teggiamento diffuso tra gli intellettuali in genere. E percio al-
l'atteggiamento degli intellettuali che dobbiamo rivolgere la no-
stra attenzione.
L~ sociologia e la storia sociale sono discipline molto in auge
oggi e dobbiamo guardare ad esse per un aiuto. Iloro cultori,
purtroppo, hanno dedicato poca 0 punta attenzione ai problemi
incentrati sull'intellettuale. Qual e , equal e stato il suo posto
nella societa> A-quali tensioni da esso luogo? Quali sono ilad ca-
ratteristici dell'attivita dell'intellettuale, e quali complessi ten-
de essa a create? Come si sono evoluti gli atteggiamenti dell'in-
tellettuale verso Ia societa, e quali sono ifattori in questa evolu-
zione? Tutti questi e molti altri problemi dovrebbero essere al-
lettanti per gli studiosi di scienze sociali; la loro importanza e
9 0
stata segnaIata dai maggiori pensatori (come Pareto, Sorel, Mi-
chels, Schumpeter e, primo fra tutti , Jean-Jacques Rousseau),
rna la «fanteria della scienza», per COS1 dire, non li ha seguiti, ed
ha lasciato inesplorato questo vasto e fruttuoso terreno di stu-
dio. Dobbiamo percio accontentard degli scarsi dati in nostro
possesso e ci si vorra perdonare 1'inesperienza e Ia confusione del
nostro tentativo di ricerca, intrapreso senza imezzi adatti.
La storia degli intellettuali occidentali nel corso degli ultimi
died secoli si puo facilmente dividere in tre parti. Nel pr imo pe-riodo l'«intellighentsia» fu levitica: gli unici intellettuali furono
quelli chiamati ed.ordinati al servizio di Dio; essi erano i custodi
e gli interpreti del verbo divino. Ne1 secondo periodo assistiamo
al sorgere dell'intellettualita laica, e iconsiglieri legali dei re ne
furono iprimi rappresentanti; 1 0 sviluppo della professione lega-
le forni per un lungo periodo il numero maggiore di intellettuali
laici; un' altra fonte fu que1la dei giullari di cor te che poco alla
volta allargarono i propri interessi, ma si tratto di una fonte nu-
mericamente molto poco importante. Questa <<intellettualita»
laica aumento lentamente di numero ma rapidamente in influen-
za e condusse una grande battaglia contro gli intellettuali eccle-
si~stici, che vennero poco alla volta sostituiti nelle fun~ioni
prindpali dalla classe intellettuale. Quindi, in un terzo periodo,
che coincide con la rivoluzione industriale, ci si trova di £ronte
ad una straordinaria proliferazione degli intellettuali laid, favo-
rita dalla generalizzazione dell' educazione laica e dal fatto che Ia
stampa (e per ultimo la radio), grunge alio stadio di grande indu-
stria (anche questo un effetto della rivoluzione industriale) .
Questa «intellighentsia» laica e da questo momento di gran lun-
ga quella pili influente e forma l'oggetto della nostra indagine.
Gli intellettuali occidentali, in grandissima maggioranza,
mostrano e -prodamano la propria ostilita verso le istituzioni
economiche e sociali della societa; istitnzioni a cui danno iI no-
me complessivo di capitalismo. Interrogati sui motivi della loro
ostilita, essi forniranno delle ragioni affettive, quali l'Interesse
per «il lavoratore», I 'antipatia per «il capitalista», e ragioni mo-
rali quali «la crudelta e I 'ingiustizia del sistema», Questo atteg-
giamento mostra unasingolare somiglianza. superficiale C O ?queUo «dell'inrellighentsia» clericale del Medioevo (e uno strt-
dente contrasto, come vedremo, con quello dell' «intellighen-
tsiax laica fino al didottesimo secolo), Centro dell' attenzione e
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dell 'a ttivita dell a Chiesa medieva le e rano gl i infeli ci; e ssa era la
protettrice dei poveri e attendeva a tutte le funzioni che ora so-
no passate al «welfa re sta te»: nutri re gl i indigent i, cura re gl i am-
malad, educare ilpopolo. Tutt i quest i se rviz i e rano gra tuit i, i n
quanto vi si provvedeva att ingendo alia . ricchezza che der ivava
al ia Chiesa da li e ta sse ecclesia st iche e dall e vaste donaz ioni,
energicamente soll eci tat e. La Chiesa, non solo metteva sempre
la condizione dei poveri dinanzi agli occhi dei ri ceh i, rna l i rim-
proverava sempre, e questo suo atteggiamento non va considera-
to come un semplice tenta tivo di addoldre il euore dei ri cchi per
ilIoro miglioramento morale, a rnateriale vantaggio dei pover i.
Non solo si esortavano i ri cchi a dare , rna anche ad astene rsi dal
perseguire la r icchezza. Conseguenza, perfettamente logica, del-
l'ideale dell'Imitazione di Cristo. La ricerca di beni ter reni , ecce-
denti 1 0 stretto necessar io , era considerata dedsamente «catt i-
va»: «rna avendo c ibi e vest irnenti, di questi ci contente remo.
Ma que lli che vogliono arri cchi re, cadono ne lla t entazione e nel
laccio del diavolo, e concepiscono mold deside ri stol ti e danno-
si, che sommergono gl i uomini nell a rovina e nel la pe rdizione.
Giacche radice di tut ti imali e l 'amor del denaro . .. » (1 . Tim. 6:
8-10). E chiaro che una fede che met teva g Ii uomini in guardia
contro i beni ter reni (<<Nonvogliate amare ilmondo ne Ie coseche son del rnondo», l 'Iet te ra di San Giovanni, 2-15), non pote -
va che considerate ipi li appassionati e fortunati ri cercatori di
tal i beni come un'avanguardia che trasdnava ipropr i seguaci al-
la distruzione spiri tuale, I moderni, d'a ltra pa rte, hanno una vi-
s ione assai pit t pos it iva dei beni di questo mondo: l 'aumento del-
Ia r icchezza sembra Ioro una buoniss ima cosa, e Ia stessa logica Ii
dovrebbe condurre a considerate quegli s tess i uomini come un' a-
vanguardia che conduce chi la segue all ' aumento delle r icchezze
materiali.
Nella si tuazione mater iale del Medioevo quest 'u lt ima conce-
zione sarebbe s tata assai poco realist ica. Fintanto che la r icchez-
za proveniva dal la te rra, sulIa quale non venivano cornpiuti mi-
glioramenti , e f in tanto che i r icchi non compivano invest imenti
produtt ivi, a lia molti tudine non derivava a ltro che svantaggio
dall' es is tenza dei r icchi (sebbene questa esistenza facesse sorge-
re Ie industrie art igianali , da cui, mal ta tempo dopa, si sviluppa-
rona le industrie, che producevano per le masse; inoltre Ia loro
esistenza servi alio sviluppo della cultural. E forse un fatto de-
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gno di nota che l'uso moderno del profitto, l'espansione deri-
vante da guadagni trattenuti, sorse e venne eretta a sistema nei
rnonasteri; isanti uomini che li dirigevano non videro nulla di
male ne ll' e st endere le loro proprie ta e nel met tere nuove terre a
coltura, nel cos truire edifici miglior i, nel l' impiegare un numero
sempre maggiore di persone. Essi sana il prime vero esempio del
t ipo del capital ismo ascet ico e non consumatore. Berdjaev ha be-
ne osservato che l 'ascet ismo crist iano ebbe una par te fondamen-
tal e ne lla svi luppo de l capi tal ismo; esso e una delle condizioni
perche si abbia ileinvestimento.
E a lie ttante far presente che gli intell ettuali moderni consi -
derano con favore l'accumulazione di r icchezza da par te di orga-
nismi che hanno ilsuggello dello Stato (imprese nazionalizzate),
a cui non manca una certa somiglianza can le imprese monasti-
che . Essi non comprendono tut tavia che ilfenomeno e 1 0 stesso
anche quando manca ilsuggello statale.L 'intel le ttua le si riti ene un al leato na turale del lavoratore .
Questa alleanza e concepita , almeno in Europa, come un'al lean-
za in arrni . Nella mente del l' in tellet tuale e radicata l'immagine
del l'uomo da i cape ll i lunghi e dell 'uomo in tuta blu, in piedi sul-
le ba rrica te, l 'uno accanto all 'a ltro. Sembra che questa imrnagi -
ne trovasse la sua origine nell a Rivoluz ione francese de11830, eche incontrasse ilfavore generale in quella del 1848. L'i rnmagi-
ne fu allora proiettata all'indietro nella storia. Si diede per di-
mostrat a 1'all eanza permanente t ra la minoranza de l pensatori e
la mass a de i l avoratori, e l a poesia romantic a espresse e diffuse
questa concezione. Tuttavia 1 0 s torico non trova aleuna traccia
di questa alleanza nel caso dell'intel lettualira laica. Senza dub-
bio il cl ero e ra impegnato a cura re e conforta re ipoveri e gli in-
feli ci ed anzi l e sue fil e erano continuamente colmate da perso-
ne provenienti dai cet i pil i bassi ; l'«intellighentsia» ecclesiastica
era quindi la via per la quale ipover i di genio potevano giungere
a dominare principi ere. Ma l'(<inte1lighentsia» laica, allonta-
nandosi nel suo sviluppo dalla sua origine clericale, sembra aver
vol tato le spa lle all e preoccupazioni del la Chiesa . Le prove de l
suo interessamento per quella che i l secolo diciannoves imo chia-
mo «quest ione sociale» sono, f ino a quel secolo, s ingolarmente
scarse. Vi e invece ampia documentazione della lot ta del l' in tel-
[et tual ita laica contro le ist ituzioni previdenziali del la loro epo-
ca, amministrate dalla Chiesa. Nel Medioevo la Chiesa aveva
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ammassato un'immensa ricchezza con iregali dei devoti e le fon-
dazioni a scopo benefice. Dal Rinascimento al secolo diciottesi-
mo queste ricchezze furono restituite alIa proprieta privata me-
diante estese confische, ed in questo movimento gli intelletuali
ebbero un ruolo di primo piano. Siccome erano al servizio del
potere temporale, essi cominciarono a constatare ilsemplice fat-
to che i beni ecclesiastici erano i pili difficilmente assoggettabili
a tassazione, e per gradi giunsero alI 'idea che la proprieta Fosse
pili produttiva in mana ai privati, e quindi che l 'impresa privata
fosse quella che rneglio serviva aIle casse del tesoro del principe;
infine divenne una verita lapalissiana che il principe perdeva Ie
sue rendite ed il suddito le sue opportunira a causa dell' accurnu-
larsi della ricchezza in mani perpetue (si veda la relazione di
D'Aguesseau sulle fondazioni perpetue) 2.
Gli intellettuali laici tenevano in poco canto i bisogni sociali
a cui soddisfacevano le istituzioni che essi tentavano di distrug-
gere: si sarebbe dovuto fare una retata di mendicanti da con-
durre ai lavori forzati, ecco il gran rimedio, in netto contrasto
con I'atteggiamento medievale. Non e fuori posto 11paragone fra
l 'atteggiamento degli intellettuali laici e quello dei pili violenti
oppositori dei servizi sociali dei nostri giorni, se non che essi an-
darono molto al di la, prendendo un at teggiamento che forse r i-
spuntera nella nostra epoca, tra qualche generazione, seiservizi
sociali per caso assorbiranno gran parte della ricchezza nazionale
di un' economia povera.
In netta contraddizione con i f rati, che dovevano vivere in
poverta insieme con i poveri, gli intellettuali laici furono dappri-
ma compagni e servitori dei potenti. Possono esser chiamati
amid dell'uomo comune net senso che combatterono le distin-
zioni dovute alla nascita e videro con favore l 'ascesa dei plebei,
in modo par ticolare dei mereanti }. C'era un naturale legame di
z Questa relazione, che forma la pre faz ione a ll 'Edi tto Reale Francese
dell'agosto 1749~ stabili~c~ ,ilprincipio che l'accumulazione el i proprieta fon-
diarie IIImana el i colletrivita che non cedono mai ilora beni, rende diff icile la
disponibilita de! capitale al singolo, al quale dovrebbe esscr possibile ottenere e
C(;>ntrollareun dOl_ldo di ricc~ez~a», a cui rivolgere la propria energia. I lettori
di ques to e el i altn documenti el i Stato saranno forse d'accordo nel considerate
de idee della Rivoluzione Irancese uguali a quelle che isp irarono iministridiLuigi XV» .
. ) n mercante, naturall_l1ente, era anche un promotore dell'attivita indu-
striale, dal momenta che ordinava all'artigiano i beni che offriva invendita.
94
simpatia tra ilmercante e il funzionario, perche l'importanza di
entrambi stava aumentando, rna entrambi erano ancora trattati
come inferiori. C'era una somiglianza naturale nel senso che am-
bedue erano calcolatori, soppesatori «razionali», C'era infine
una naturale alleanza tra gli interessi dei principi e quelli dei
mercanti. La forza del pr incipe dipendeva dalla ricchezza del
paese, e 1a ricchezza del paese dipendenva dall'iniziativa indivi-
duale; questi rapporti furono intuiti ed espressi fin dall'inizio
del quattordicesimo seco1o dai consiglieri laid di Filippo il Bello
di Francia. I legali alservizio dei principi tendevano a liberare la
proprieta dalle pastoie medievali per stimolare un' economia in
espansione, a benefido delle finanze pubbliche (si tratta di ter-
mini fuori delloto tempo, ma non rappresentano male la policita
di allora).
L'ostilita verso chi fa denaro, verso l'homme d'argent e un at-Jteggiamento recente .den-'In.fenettua:IItii·T.uca~Qualsiasrsto~ia
derEilctterafura'europe~Cnoii~'pu(l-Eireii'iiienodi citare inomi dinumerosi personaggi, abili nel far denaro, che protessero degli
intellettuali e, a quanta sembra, si conquistarono l 'af fetto ed il
rispetto dei loro protetti; COS! il coraggio dimostrato dagli uomi-
ni di let tere che difesero Fouquet (dopo l' imprigionamento di
questa finanziere e ministro delle Finanze di Luigi XIV) dirno-stra 1a profondita del sentimenti che egli aveva ispirato. I nomi
di Helvetius e di D'Holbach devono necessariamente comparire
in qualsiasi storia del pensiero prima della Rivoluzione francese:
questi due hommes d'argent erano molto ammirati dalla loro cer-
chia, mentre il personaggio pili popolare tra gli intellettuali fran-
cesi al tempo della Rivoluzione era ilbanchiere Necker; nella Ri-
voluzione del 1830 un altro banchiere, ilLafitte, e il personag-gio di pr imo piano. Ma da questo momento in poi le vie si sepa-
rano: nei periodi successivi gli intellettuali cessano di accettare
l'amicizia di capitalisti, iquali, a loro volta, cessano di essere
delle possibili figure ispira trici, come era stato Necker 4.
E piuttosto strano che la perdita di popolarita di chi fa dena-
ro coincida con un aumento della sua utilita sociale, I r icchi che
gli intellettuali francesi del diciassettesimo e diciottesimo secolo
avevano tanto ammirato erano in gran parte appaltatori dimpo-
ste. II fondamento economico dell'appalto delle imposte e sem-
, Uno degli ultimi esempi e, naturalmente, quello di Engels.
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plice: Ie societa appaltatrici prendevano in affit to il privilegio diesigere una certa tassa pagando una data somma di denaro al fi-
seo, e badavano che molto pil i del l' ammontare ufficiale andasse
a riempire le [oro casse: Ia di fferenza cost itu iva il loro uti le lor-
do: sottraendo da questo it costo delI'esazione, si otteneva il
profitto netto. Questo modo di procedere merit a certamente il
nome di «sfruttamento» molto piu che non una qualsiasi forma
modern a di profitto. Per di pili questi profitti venivano solo ra-
ramente usati per investiment i produttivi per il paese; gli appal-
tatori d'imposte erano famosi per 1 a pompa dei loro consumi.
Siceome i l Ioro privi leg io era prezioso, essi s i accat tivavano le
persone influent i della corte a iutandole, «in caso di difficolta»,con grande generosita, In questo modo l'appaltatore d 'imposte
riassurneva in se tutti icaratteri comunemente atrribuiti al <Kat-
t ivo capitali sts», senza alcuni dei t ratt i che riscat tano quest'uI-
t imo; non produceva nul la, i suoi profitti erano in proporzione
alia durezza del suoi agenti e manteneva il suo privilegio con la
eorruzione. E veramente un paradosso che questa t ipo di uomoche fa denaro fosse ammirato dal l' intel let tua le del suo tempo, e
che l' Impopolarita s ia divenuta Ia sua sorte quando Ia sua forma
principale di far denaro divenne Ia produzione di beni per uso
popolare!Fin verso il termine del diciottesimo seeolo l'«intellighen-
tsia» laica non era nurnerosa; il suo livello intellettuale rnedio era
percio alto. Per di piu i suoi componenti erano educati in scuole
ecclesiastiche, dove ricevevano una solida preparazione nella 1 0 -
gica, preparazione che l'«istruzione scientifica» del nostri giorni
sembra incapace di sostituire. Percio Ia loro mente era portata
alla coerenza; e notevole quanto eomune nel le loro opere, se con-
front a te con quelle del nost ri contemporanei, fosse i l pregio del -
la coerenza del ragionamento, Per intellett i COSt educati , fin tan-
to che, e nella rnisura in cui essi isolavano le preoccupazioni diquesto mondo dalle ver ita spirituali, il criteria per definire un
bene terreno era necessariamente quel lo che noi chiamiamo effi-
cienza . Se, seguendo l 'esempio di Cartesio, i sol iamo quello che
succede nella spazio, e viene da noi direttamente percepito, pos-
siamo legitrimamente affermare che un rnovimento e maggiore 0
minore di un altro, e legi tt imamente definire maggiore 0minore
Ia «forza» che 1 0 causa. Se gli avvenirnenti sociali sono conside-
rati movimenti , alcuni del quali desiderabili, allora e «bene» che
96
questi vengano generati e le forze che tendono a generarli sono
«buone», e i mezzi che tendono a farle sorgere, e ad appl icarle al-
1 0 scopo sono migliori 0 peggiori in proporzione al ia loro effi -
cienza. E convinzione ingenua di molti intellettuali europei che
l' « efficienza» sia un feticcio americano istaurato da poco. AI
contrario: in qualsiasi cosa si consideri ins trumentali ter come una
Iorza per la produzione di un' al tra cosa, si deve tenere conto del -
la maggiore 0 minore efficacia del la forza, e Cartesio parlo piu
volte in questo senso del la maggiore 0 minore virtus della forza.
Sembra chiaro che, quanto pili si incl ina verso una concezione
rnonista dell'universo che fissa come risul ta to da raggiungere Ia
ricchezza della societa, tanto pili bisogna tendere a far coincide-
re l'efficienza al serviz io di bisogni e desideri con ilbene sociale.
E piuttosto strano, tuttavia, che una simile evoluzione del giudi-
zio intellettuale non si sia verificata negli ultimi centocinquan-
t 'anni, di pari passo can l 'evoluzione verso il monismo materiali-
sta. Giudizi morali , d isastrosamente separati dal la loro base me-
tafis ica, scatui rono in disordinata crescita a pone degli ostacol i
ali'azione temporale.
Sembra per 1 0 meno plausibile cercare qualche relazione tra
questo mutato at teggiamento e l 'ondata di romantici srno che si
abbatte sugli intellettuali occidentali . I costruttori di fabbrichecalpestarono le bellezze della natura proprio quando queste veni-
vano scoperte; I'esodo dalie campagne coincise con una ammira-
zione del tutto nuova per Ia vita del campi. Un brusco cambia-
mento di ambiente separo l'uomo dai costumi antichi proprio
quando icostumi antichi venivano di moda; infine Ia vi ta nel le
c itra divenne una vita in mezzo ad est ranei , proprio nel momen-
to in cui s i proclamava che la societa c ivi le era insufficiente per
i l benessere dell 'uomo e si sottol ineava Ia necessi ta di un sent i-
mente e di un legame comunitario. Tutti questi temi 5 1 possono
t rovare in Rousseau. Questo grande filosofo era ben consdo che
i valori che amava erano in opposizione al progresso della societa
occidentale; egli percio non voleva affatto questo progresso: non
voleva la successiva accelerazione di nuovi bisogni, ilmostruoso
gonfiarsi delle citra, la volgarizzazione del sapere, e cosl via.
Egli era coerente , ma gli inteUettuali dell 'occidente non potero-
no essere distolt i dalloro entusiasmo per ilprogresso, Quindi es-
si pensarono contemporaneamente aUo sviluppo industriale, co-
me ad un grande dispiegarsi delle a li del l'uomo, rna a tutt i isuoi
97
~ -
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aspetti che erano in netto contrasto con ivalori «bucolici», come
a deplorevoli difetti . Senza dubbio questi difetti dipendevano
dall'avidita, ma ne dipendeva anche ilprocesso dello sviluppo
industriale! C 'e una naturale omogeneita tra gli atteggiamenti
che siriferiscono ad un certo processo generale.
L'atteggiamento dell'intellettuale nei riguardi del generale
processo economico e in realta duplice. Da un lato egli e orgo-
glioso dei risultati della tecnica, e si rallegra che gli uomini ot-
tengano un maggior numero di «beni» desiderati. D'altra parte
egli sente che l 'esercito vittorioso dell'industria distrugge dei
valori, e che la sua disciplina e dura. Questi due atteggiamenti
vengono convenientemente conciliati attribuendo alIa «forza»
del «progresso» tutti gli aspetti del progresso che piacciono, e al-
Ia «forza» del «capitalismo» tutto do che non piace.
Bisogna forse notare che proprio 1 0 stesso errore che si fa a
proposito di creazione economica si fa ad un Hvello metafisico a
proposito della Creazione, dal momenta che Ia mente umana ha
solo capacita limitate e le manca Ia varied, anche negli error i.
L'attribuzione a forze essenzialmente diverse di quanto si consi-
dera buono e di quanto si considera cattivo nel processo stretta-
mente collegato di sviluppo economico, fa naturalmente venire
alia mente ilmanicheismo, Questo tipo di errore non e dissipa-to, rna tende ad essere reso pili grave, da repliche sul tipo di
quelle di Pope che tutto e bene e che ogni aspetto spiacevole e lacondizione per un qualche bene.
Non ci deve sorprendere che la discussione del problema del
male nella societa tenda a seguire 1 0 schema della piu antica e va-
sta discussione del problema del male nell'universo, una questio-
ne su cui si e applicata una concentrazione intellettuale di gran
lunga maggiore che quella dedicata alla piu limitata versione mo-
derna. Troviamo che l'«intellighentsia» laica emette dei giudizi
sull'organizzazione temporale, non considerando la sua adegua-
tezza al fine proposto, rna da un punto di vista «etio» (sebbene i
principi morali chiamati in causa non vengano rnai chiaramente
enunciati, 0 forse neppure concepiti) . Si sente affermare dagli
studenti occident ali che ilbenessere dei lavoratori deve essere 10
scopo dei responsabili dell'economia; e che, sebbene questa sco-
po sia raggiunto negli Stati Uniti e non raggiunto neI'URSS, es-
so e il motive ispiratore dei responsabili dell'economia sovietica
rna non di quelli occidentali (0 a1meno COS1 dicono gli studenti);
98
e quindi quelli sono da ammirare, questi da condannare. Ci si
trova molto chiaramente in caso di giurisdizione in temporalia,
ra t ione peccat i . L'inteliettuaIe Iaico in questa caso non giudica i
meccanismi sociali come meccanisrni (e ilmeccanismo che rag-
giunge il bene dei lavoratori con I'indifferenza dei responsabili ecertamente, ex hypothesi, un eccellente congegno se confrontato
con quello che non produce il bene dei lavoratori malgrado la
premura dei responsabilil), ma veste i panni di guida spirituale
senza forse avere una preparazione sufficiente,Per offrire una veloce panoramica degli atteggiamenti sue-
cessivamente adottati dagli intellettuali laid dell'Occidente di-
remo che l'«intellighentsia» laica ebbe inizio come reazione alla
giurisdizione spirituale dell' «intellighentsia» del clero, al servi-
zio del potere temporale e si preoccupo di por tare un elemento
di razionalita nell'organizzazione dei fini terreni, che venivano
considerati come dei dati. Nei secoli I'«intellighentsia» logoro il
potere della Chiesa e I 'autorita della Rivelazione, dando percio
in questa maniera libero corso a1 potere temporale. II potere
temporale prende le due forme fondamentali della spada e della
borsa. L'«intellighentsia» favorl il potere della borsa e, dopo
aver liquidato ilpotere socia1e della Chiesa, diresse la propria
azione contra Ie classi della spada, specialmente contro i1sovra-
no politico, principale portatore di spada. II venit meno del po-
tere ecclesiastico e di quello militare diedero natural mente plena
I iber ta al potere del denaro. Ma ecco che gil intellettuali com-
piano un' altra svo1tae proclamano una crociata spirituale contro
i responsabili dell' economia della societa moderna. Succede que-
sto forse perche l'«intellighentsia» deve essere in contrasto con
qualsiasi gruppo dominante? 0vi sono cause speciali che deter-
minano l'ostilita nei confronti dei dirigenti economici?
L'intellettuale esercita un tipo di autorita, chiamato persua-
sione, e questa gli sembra l 'unica forma buona di autorita, E I'u-
nica arnmessa dagli intellettuali nelle loro «utopie», dove si fa a
meno degli incentivi e della dissuasione rappresentati dalla ri-compensa materiale e dalla punizione. Nelle societa reali, tutta-
via le persuasione da sola e inadeguata a produrre l'ordinata
cooperazione di molti individui. E troppo sperare che ogni par-
tecipante ad un vasto processo adempia alle proprie funzioni,
perche condivide esattamente le concezioni del promo tore 0del-
l'organizzatore. E questa I'ipotesi della «Volonta Generale» ap-
9 9
I
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plicata ad ogni benche minima parte del «corpo economico», e
va fino allimite estrerno dell' improbabilita. E necessario che i
capi della societa abbiano in mane qualche pot e re meno flut-
tuante di quello che si ottiene con Ia persuasione; tuttavia I'In-
te llettuale non ama queste forme pill dure di auto rita e non ama
coloro che le esercitano. Egli mostra disprezzo per 1 a moderna
forma di autorita derivante dalI'ammassarsi di capitale nelle rna-
ni dei «re degli affari» e inorridisce di fronte alla rozza forma di
autorita derivante dalI'ammassarsi di poteri di polizia nelle manidi govern ant i tota litar i. Quelli che dispongono di ta li mezzi gli
sembrano incal li ti dalloro uso, ed egli sospetta ehe considerino
gli uomini completamente asservibili ai loro scopi. Lo sforzo del-
l' in tel let tua le di r idurre I 'uso delle a lternat ive alIa persuasione e
naturalmente fat tore di progresso , ma, se spinto troppo innanzi,
puo anche portare la societa alia scelta tra anarchia e tirannia,
Anzi, e noto che l 'intel le ttua le si e rivolto alia ti rannia per soste-
nere i suoi piani.
L'ostil ita dell' intellettuale verso l 'uomo d'affari non presen-
ta alcun mistero, dal momenta che idue hanno, per la loro fun-
zione, due diversi criteri di valore, cosicche Ia normale condotta
dell 'uomo d'affari appare biasimevole se giudicata con il metro
valido per la condotta dell'intellettuale. Questo giudizio potreb-be essere evitato in una societa divisa, apertamente fraz ionata in
classi avent i ruoli diversi e impegnate a rispet tare d iversi codic i
d' onore. Ma questo non e il caso della nostra societa , della quale
le idee e la legge corrente postulano ehe fermi un campo unitario
ed omogeneo. In questo campo l 'uomo d'affari e l 'intellettuale S 1
muovono l'uno di fianco all'altro. L'uomo d'affari offre al pub-
blico dei «beni», definiti come «qualsiasi cosa che il pubblico vo-
glia comprare»; l 'intelletuale cerca di insegnare cio che e «bene»,
e per lui alcuni dei beni offerti sono cose di nessun valore ehe il
pubblico dovrebbe essere dissuaso dal desiderare. II mondo degli
affari e per l' intel let tua le un mondo dai valori erra ti, dai motivi
bassi , dalIe ricompense male indirizzate. Una facile via d'acces-so all'intimo della mentalita dell'intellettuale e data dalla sua
preferenza per i «deficit». Si e osservato che egl i ha simpat ia per
le is ti tuz ioni che chiudono in perdita, per Ie industr ie .naziona-
lizza te sostenute dal Tesoro, per icollegi universitari che dipen-
dono da sussidi e donazioni , per igiornali che sono sempre passi-
vi. Perche? Perche egli sa per esperienza personale che ogni qual-
10 0
volta egli agisce nella maniera in cui pensa di dover agire c'e un
divario tra ilsuo sforzo e ilmodo in cui viene accolto : per espri-
n : :erci in l~~guaggio eco~o~co, il valore di mercato della R ! Q _ ~ U - 1~lOne dellmtellet tuale e di gran lunga inferiore a quello dei fat-
tori impiegati: ·Questcipe~c.liCri~D:egn:o.::de1bntelletto.:una ..cosa
verai1I~iiI~~~1l_~rla,':~~g~::~9S.11.~h~.,~()I()p(Jsh~J~2S,~()P(J.ti~Qn9.S.~~t~
come buona. Siccorne ilcompito dell'intellettuale e di far c;m-_p"ren:aeFe~alla~gente che sono vere e buone delle cose che prima
non riconoscevano come tali, egli trova una fortissima resistenza
alia vendita del proprio prodotto e lavora in perdita. Quando il
suo successo e faci le ed immediato, eg li sa che quasi certamente
non ha bene adempiuto la sua funzione. Ragionando sulla base
della sua esperienza, l 'intellettuale sospetta che qualsiasi cosa la-
sci un margine di guadagno sia stata fatta non per convinzione e
devozione per quell' oggetto, ma perche si e potuto trovare un
numero di persone che desideravano quel l'ogget to, sufficiente
per rendere profit tevole l' impresa. Potete discutere con I 'intel-
lettuale e convincerlo che la gran parte delle cose vanno fatte in
questa modo, ma aneora egli sentira che questo modo di proce-
dere non fa per lui. La sua filosofia dei profitti e delle perdite
puo essere riassunta nella maniera seguente: per lui una perdita e
ilnaturale risultato della devozione a qualcosa che deve esserfatto, mentre il profitto d'altra parte e il risultato naturale del
rimettersi alle opinioni della gente.
La fondamentale differenza di atteggiamento tra l'uomo
d'affari e l 'intellettuale puo essere puntualizzata facendo ricorso
ad una formula trita. L'uomo d'affari deve dire: «II cliente ha
sempre ragione», L 'inte lle ttuale non puo accet tare questo modo
di pensare. La stessa massima: «Date al pubblico quello che vuo-
le», che ci da un ottimo uomo d'affari, ci da un pessimo scritto-
reo L'uomo d'affari agisce all'Interno di un sistema di gusti e di
giudizi di valore che l' inte llettuale deve sempre cercar di muta-
reo L'att ivita suprema deIl' intellettuale e quell a del missionario,
che offre il Vangelo a nazioni pagane; offrir loro degli alcoolici eatt ivi ra meno pericolosa e pi ll reddit iz ia. C'e un net to cont rasto
tra l'offrire a i consumatori cio che dovebbero avere, ma non vo-
gliono, e offrir loro quello che accettano avidamente ma non
dovrebbero avere. II mercante che non si indirizzi verso il pro-
dotto pill vendibile e considerato stolto, ma i l missionario che si
indirizzasse verso di esso sarebbe considerato un farabutto.
10 1
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Siccome noi intellettuali abbiamo per nostra funzione quella
di insegnare la verita, siamo inclini a prendere nei riguardi del-
l'uomo d'affari 1 0 stesso atteggiamento di superiorita morale del
Fariseo verso il Pubblicano, condannato da Gesu, Dovrebbe ser-
virci da lezione il fatto che il pover'uomo che giaceva sul bordo
della strada fu soccorso da un mercante (il samaritano) e non dal -
l'intellettuale (il Ievita) . Abbiamo forse i l coraggio di affermare
che l 'immenso miglioramento che ha avuto luogo nella condizio-
ne della massa del lavoratori non sia eminentemente opera degli
uomini d'affari?PUOrallegrarci i l fatto chenoi serviamo ibisogni pili elevati
dell'urnanita, rna dobbiamo onestamente aver paura di questa
responsabi lita, Dei «beni» offerti per profitto, quanti possiamo
defini re decisamente dannosi? Non sono forse mol to pi li nume-
rose le idee dannose che noi esponiamo, non vi sono forse idee
dannose per ilfunzionamento dei rneccanismi e delle istituzioni
che assicurano il progresso e la felicita delle cornunita? E signifi-
cativo che tutti gli intellettuali concordino circa l'esistenza di
queste idee, anche se non tutti sono d' accordo su quali idee sia-
no nocive, E, cosa molto peggiore, non ci sono forse idee che
fanno sorgere l 'ira nel cuore degli uomini? La nostra responsabi-
lita e aumenta ta dal fat to che la diffusione di idee, che possonoessere dannose , non puo e non dovrebbe essere resa impossibile
dall' impiego dell'autorita temporale, rnentre la vendita di ogget-
ti dannosi puo essere impedita in questa maniera.
E un po' un mistero - e si tratta di campo di indagini che
promette buoni frutti per storici e sociologi - che la comunita
intellettuale sia diventata pili severa nel suo giudizio sulla cornu-
nita degli aHari, proprio quando Ia comunita degli affari stava
migliorando in maniera impressionante le condizioni delle mas-
se, migliorando l 'etica del proprio comportamento e aurnentan-
do Ia propria coscienza civica, Giudicando dai suoi risul ta ti so-
cial i, da i suoi costumi, dal suo spi rito, ilcapitalismo odierno e
incommensurabilmente pili meritorio che quello di periodi pre-
cedenti, quando era denunciate in termini molto meno amari.Se II mutamento di atteggiamento dell 'eintel ligents ia» non puo
esser sp iegato da un peggiorarnento del la si tuazione che essa de-
ve valu tare, non puo al lora esser spiegato con un mutamento nel -
l'«intellighentsia» stessa?
Questo problema apre un grande campo d' indagine . Si e per
102
lunge tempo ritenuto che il grande problema del ventesimo se-
colo fosse i1posto del lavoratore industr iale nella socie ta, e si eposta poca attenzione al sorgere di una vasta classe di intellet-
tual i, i l cui posto nella socie ta puo rivelarsi ilproblema pili im-
portan te. Gli inte llet tual i sono sta ti imaggiori artefici della di-
s truzione dell 'antica st ruttura del la civil ta occidentale, che pre-
vedeva tre diversi tipi di istituzioni per gli intellettuali, i guer-
r ieri, i produttori. Essi s i sono sforzat i di rendere il campo socia-
le omogeneo e uniforme; su di esso spirano con maggior l iberta i
venti dei desideri del s ingoli; l' apprezzamento dei s ingol i e ilcriterio di giudizio di ogni sforzo. E naturale che questa costitu-
z ione della societa conceda un premio ai «beni» che sono pil i de-
siderat i, e porti in primo piano coloro che sono all' avanguardia
nella produzione dei «beni», L'eintell ighentsia» ha allora perso,
nei confronti di questa classe «dirigenziale», ilprimato che go-
deva quando era in posizione privilegiata, II suo attuale atteggia-
mento puo esser in certa rnisura spiegato daI complesso di infe-
riorita che ha acquisito. Non solo la condizione degli intellettua-
li e in complesso meno lodata , ma per di p ili , i l r iconoscimento
individuale tende ad esser determinato da criteri di atteggia-
mento soggett ivo da parte del pubblico, che gli intellet tua li per
pr incipio r ifiutano: di qui la ten~nza contrapposta di esaltarequegli intellettuali che sono tali soe9 per gli intellettuali.
Non abbiamo Ia presunzione di forni re spiegazioni , e le pre-
cedenti considerazioni non sono alt ro che tenui suggerimenti .
Nostra ambizione e solo di so ttol ineare che vi e qualcosa da spie-
gare e che sembra giunta l'ora di intraprendere uno studio del
conflit ti che stanno sorgendo tra gli intellettuali e la societa.
103
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IL LIVELLO DI VITA
DEI LAVORATORI IN INGHILTERRA
DAL 1790 AL 1830
di T. S. ASHTON
'----------- . _ . _ .. . .. _ ...._.
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1.
~l~¥Ji1&]~i!~~~~!dellafabbrica-ebbeeffettil5enefl~r 0- -~~a;r~u:n~;;;~~tori? Si ,1 \
trattidlduedomancle"distinte;·-anche··seTonnesse-l'una· all' altra_-~
E infat ti possibi le che I 'occupazione nelle fabbr iche abbia con-
dotto ad un aumento dei salad reali, ma che Ia tendenza sia stata
pil i che controbilanciata da altri inf luss i, come ilrapido aumen-
to della popolazione, l 'immigrazione irlandese, le dis truzioni di
r icchezza dovute a Iunghi anni di guerra, Ie infel ici tar if fe doga-
nali, ilfal limento delle misure per sollevare Ia miser ia . Entrambi
i problemi hanno ilIoro peso in alcune polemiche econornico-po-
litiche dei nostri giorni, e cio rende difficile considerarli can
completa obiettivita, Si dice che uno studioso americano un
tempo abbia scritto un libro dar titolo S ta ri a i m pa rz ia le d el la
g ue rr a c iv ile d al p un to d i v is ta d e! S ud 1. Se mi sforzo di emulate
Ia sua imparziali ta, dovrei anche mi rare ad uguaglia re il suo can-
dore; mi si la sc i pe rcio confessa re, fin dal l'iniz io, che io sono
uno di coloro che credono che, tuttq__§Ol!!_!12;!j;Q,_k£Q_t_l~~ei
lav~rator i si liho-undate migiiorand;;' a lmeno dopo il1820, e che
L1 dlffusionedelle -fiihbiiclie-a015iif-avut6iina-patteflbhplccola:in q ue sf () "r ru g ll~ ra m ~ n to :- -- -- - -- -- . - -- - -- .. ..- - ..- - -. ' - -' ----"Bisogna ammettere che vi sono autorevoli opinioni contra-
tie. La gran parte degli economisti vissuti in quel periodo di ra-
pidi mutamenti economici s i feee un'idea alquanto pessimist ica
del l' ef fetto di quest i mutamenti sui lavorator i. «L'aumento del-
la ricchezza del paese», scrisse Thomas Malthus nel 1798, «ha
avuto poca 0 nessuna tendenza a migl iorare le condizioni dei la-
vorator i pover i, Non credo che ess i possano disporre in quantita
I Citato da THOMAS JUNES in Rhymney Memories, Welsh Outlook, 1939,p. 142_
107
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maggiore di quanto e indispensabile 0conveniente alla vita; una
part e molto maggiore che non a i tempi de lla Rivoluzione • e oc-cupata in fabbriche e pigiata in camere chiuse e malsane» 2.
Due generazioni pili tardi, ]. R. McCulloch dichiaro che «in
complesso sembra vi siano pochi dubbi sul fatto che il sistema
dell a fabbrica abbia conseguenze sfavorevol i per l a massa di co-
loro che sono in essa occupat i» 3. E nel 1848 John Stuart Mill
scr isse parole che, mentre o££rivano qualche bar lume di speran-
za , erano tuttavia assai cri ti che nei rigua rdi del la soc ieta da cui i
mutamenti tecnologici avevano avuto origine. «Fino a questo
memento», egl i af fermo, « e discutibi le che tut te Ie invenzioni
meccaniche sin qui reali zza te abbiano a ll eggeri to la fa tica gior-
na lie ra di un qual si asi e sse re umano. Hanno reso possibile ad un
numero maggiore di pe rsone di vivere la medesima vi ta di ingra -
to lavoro e di reclusione, e ad un numero maggiore di industriali
e ill altri di accumulare delle fortune. Hanno aumentato il be-
nessere delle classi medie , ma finora non hanno cominciato a
rea lizza re quei grandi mutamenti nel destine umano che e nellaloro natura e sara loro sorte futura di effettuare» 4. Fiance a
fianco degl i economisti c' e ra un miscuglio di poet i, fi losofi e de-
magoghi, di pre ti , dei st i ed infede li, di conserva tori , di radica li
e rivo luzionari, di uomini che avevano idee assa i diverse su que-stioni fondamentali, ma che erano uniti nelloro odio per le fab-
bri che e nell a loro convinzione che imutamenti econornici aves-
sero condotto alla degradazione dellavoro.
Nel campo opposto c'erano de i pubbl ic isti le cui idee non 50-
no meno degne di rispet to e il cui disinteresse e zelo ri formatore
ben difficilmente puo esser posto in dubbio - uomini come Sir
Frederic Eden, John Wesley, George Chalmers, Patrick Col-
quhoun, John Rickman e Edwin Chadwick. Per controbilancia-
re la citazione di Mill, citero ora due brani di Chadwick, che si-
curamente conosceva meglio di ogni altro 1 0 squallore e la pover-
ta di vasti stra ti d i popolazione urbana negl i anni quaranta. Egl i
. Allllsione alla rivoluzione inglese del 1688-89. (N .d. T . )
, TnoMA s MALTHu s , First Essay on Population, 1798, Macmi l l an & Co.,
London, 1 926 , p p. 312-13 .
. ' J . R. MCCULLOCH, Treat ises and Essays on Money, Exchange, Interes t, the
Lettmg of Land, Absenteeism, the History of Commerce Manufacture etcEdimburgo, 1859, pp. 454-55 " .,
; JOHN STUART MILL, Principles of Pol it ical Economy, a cura di W.].
Ashley; Longmans, Green &Co. , Londra - New York, 1 909 , p. 7 51 .
108
scriveva nel 1842: «E un Iatto che, fino a questa momento, in
Inghilterra i salari, 0i mezzi di ottenere quanto e necessario per
la vita, sono aumentati per ilcomplesso de i lavoratori, e i beni
economici alla por tata del le class i lavoratrici sono aumentati con
l'ultimo aumento di popolazione ... Vi sono segni di questa mi-
glioramento anche in molte dell e province industria li, che ora si
trovano in stato di grave depressione» 5.
Se 8 1 fosse potu to fare un sondaggio d 'opinione, e probabile
che le persone del primo gruppo sarebbero r isultate pil i numero-se di quel le de l secondo. Ma non S 1 tratta di una questione che si
possa risolve re per alzata di rnano. Si e de tto che le persone ori-
gina rie dell a contea na tiva di Herbert Heaton amano di re la ve-
ri ta... specie se spiacevole ; e questa avvincente carat teri st ica
non e propria solamente dei nativi del lo Yorkshire. Rickman,
scrivendo a Southey nel1816, osservava: «Se si presta orecchio a
quanta comunemente si dice, tutto, in quest'Inghilterra che
borbotta , va di male in peggio» 6 ; e in una Ie tte ra successiva , in-
dirizzata ad un francese, in cui additava il modo in cui ipoveri
avevano tratto beneficio dall' assistenza pubblica e dal basso
prezzo dei generi alimentari, Rickman aggiunse prudentemente:
«...ma queste argomentazioni, in Inghilter ra , sarebbero contro-
batture, 7. La]!pascita, ro.!p~I!_ti(:~in IetteratLI!'_ll;1""fb~~_(:9Ll!g.)e-\·
' :? E _ U . .p~rii49~deli~:'ii;-~1~ziolle .in~~"~!rr~~::;gl!lel_~~~~~".~i!araumentare ilpessimismo. Scr it tori popolar i come William Cob-
~~1:~,.,?~s~rEss.?~.{)~~~1_l~?il~~::~.~.~i','se,c,6li.Rr~c-~~~§fi.IE'}pol~t~~-.9T~:'legn contadim 0 (II robus tl piccoli propr ietart , d ivorator i di bi- j
ste~c?e~~be~itori'arbirfa,.pr2~iiS:.S.9iii:~,:~·}_~~~:·P~~'-t~~~s~{)~!~~~l~.,.l '~ p o c a " d r I5 i :Y d e n ' '' a v e v a n o evocato la vis ione di una patagoniaJ
popola1:lt"di"'iionili'selvaggl:Ma:'" n 6 T ~ ' s p o f i t a n ~ o - p e s s i f f i i s h i ( n r efantlSiorlclsmo'romanttco'sono sufficienti in se stessi a spiegare
ilprevalere del la convinzione di un peggioramento della condi-
zione dei l avora tori. Parte del mio assunto e che ~o-)
stenevano questa tesi rivolgevano la loro attenzione ad una se- .
-zIoiie 'soItan1oaelle 'ctassnavOrafifcr-~~-~'~---'~" '~'~' {
, E DW IN CHADW ICK , Report on the San it ary Condit ion o f the Labouring Po-
pulation of Great Britain, Londra, 1843, p . 188 ., Citato da M. DOROTHY GEORGE, England in Transition, George Routled-
ge &Son s L td ., Londra, 1 931 , p. 1 04.
r Ibidem, p. 137.
109
'\.:{:>"'1 "I. ' ' 'T ' '' ' ,c.,l,ll ..fJ , l. . . ; ) ,l,~c-" :; r'" \ _ > \_ ' \
-----
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I I .
Puo essere utile iniziare con un rapido sguardo generale al
panorama economico e demografico. Nei prirni decenni del di-
I ciannovesimo secolo la popolazione stava rapidamente aurnen-
, ( / : :/ 1 \ , ,/ ) / 0 . . ) tand~ '. S,e sia cosa buon!l_2_(;~!E.'-'~che _pl~~,~serLI.lmanLp!9Y!!Jo:l.JUQZ la fehclta e le sofferenze, le speranze e Ie ansieta le ambizioni e
\ ;:rRQ/h {)JjQ,lefrustraiioiii~aetlavita;'-e'uiiproblemaI~'''~~;rd~mmazI~n~
\ p ?:~ ss er~ la sc iat~ ~[@o so f~ 'c;a rte olo go :'M i 'Y a umen t;'d ~IT apo-"~
/,~()l~~~~-~~.~~~u.~!~~?)1~.J?::_~~:_I!?~!~n;.:E;~~~;oi natalita,'t. b~<~.~_~t;Na~",91~E:?Zlone del tasso, d l mortaTIta, e si potrebbe".." _.. h , .'.-. :::1 ', ." ' • .• . ' ,. ., ,. .. . . . -" : '·· ''-'', -, • . ,~ •. ~ w •• ,_~ .
l2.:~~~e c, " e quest~Sla.lnOlce.(h condizlofil"clt vita qualitativa-
~ente "1rlIgIiorr:-«II benesseredell'U'61i1o)}"""snisse"Rickiiian"ndla
' s u a letteraa'S;uthey, «deve essere val~tato secondo il metro
dell'umana salute, e questa secondo la lunghezza della v ita uma-
na . .. Dal 1780 la durata della vita ando sensibilmente aumen-
tando e i poveri erano una parte troppo grande della societa per
restate esclusi da questo fenomeno generale; anzi, ne furono Ia
causa principale, perche Ie classi alte avevano cibo e pulizia in
abbondanza gia prima» 8. Una tale argomentazione era difficile
da confutare; rna Gaskell tento di controbatterla dichiarando
senz 'alt ro che non c'era a lcuna di ret ta connessione tra la morta-lid e il henessere: invoco il caso del nobile se lvaggio, e affermo
che per lui la vita era «godimento fisico», e la malattia «rapida
morte», rnentre per il lavoratore di una citta industriale la vita
era «una lunga malat tia» e la morte «i l risultato dell'esaurimentofisico».
Se solo l 'avesse saputo, Gaskel l avrebbe potu to rispondere a
Rickman con una secca smenti ta, Infatti gli s ta tis tici ora riten-
gono che la diminuzione nel Tasso di mortalita lorda sia stata
conseguenza di un mutamento nella dis tr ibuzione della popola-
zione per classi d'eta, e che non ci sia state in effetti alcun pro-
lungamento della vi ta media. (Le morti per mi lle abi tant i dimi-
nuirono semplicemente perche imutarnenri di popolazione nel-
l'ultima parte del diciottesimo secolo avevano dato origine ad
una societa in cui i l numero di adul ti giovani era anormalmente
alto). Ma anche se la speranza di vita non aumento, si puo riba-
dire che la diminuzione del Tasso di mortalita condusse in una
, Ibidem, pp. 104-5.
110
certa misura ad un pili alto Iivello di vita. Infatt i ~~e"::"""\
!i~~~!~·-T ':. iumento del la popolazione, e , in particolare, l' aumento
del numero di persone in eta Iavotat iva puo ben aver avuto come
conseguenza una diminuzione di salari, rna si verifico aIlo stesso
tempo un aumento nell 'o fferta di al tr i fattori della produzione.
Le stime del reddito nazionale di questa periodo sono poche e
scarsamente attendibili ; rna tutti idati statistici sulla produzio- ,> dorIA,)ne, la spesa e il consumo, indicano che per ilperiodo, consideraJ+to nel suo complesso, il reddito aumento alquanto pili rapida-
t;Ile.tlt,~della po£g!g~.Qpe.· V i e forse-motIvodfrltenere Chela pr~-
porzione 'diqLlesto aumenta to reddito che andava ai lavoratori
sia dirninuita, e che altre classi ne abbiano ottenuto una parte
maggiore? Si tratta di una domanda alla quale non e possibile
dare una risposta sicura; tutto cio che si puo fare e una stima
delle probabili ta, e, nell' accingersi a cio, e importante distingue-
re tra il periodo della guerra, ilperiodo di definizione e di riasse-stamento, e il successivo periodo di espansione economica,
Durante la guerra I 'ingente spesa governat iva , d i carat rere
improdut tivo , causa un al to Iivello d'occupazione, rna un basso
grado di benessere. La diffico lta di procurarsi generi alimentari
dal l' es tero porto ad un' estensione delle col tivazioni marginaIl e
ad un aumento dei profitti degli agricoltori e delle rendite del
proprietari terrieri 10. La scarsita di legname, mattoni, vetro ed
altri materiaIi , dovuta alla guerra, pose un [reno alia costruzione
di abitazioni; gli elevati tassi di interesse ed una gravosa imposta
sulla proprie ta immobil iare ridussero l' incent ivo a costruire. A
causa dell ' aumento del la popolazione edell' aumentata propor-
zione di persone in eta da matrimonio, la domanda di abi taz ione
crebbe; sal irono gli aff it ti nel le c it ta, come Ie rendite in campa-
" DAVID DAVIES, The Case of Labourers in Husbandry, Bath, 1795, pp. 23-27.
m Tra il 1809 e il 1815 gil aff it ti agrar i nelle contee dell'es t e nel Galles
settentrionale aumentarono del 40 per cento. Vedi R. ] . Tnosn-so», An Inquiry
i nt o the Ren ts o f Agr icul tu ral Land in Eng land and Wales dur ing t he Ni ne te ent h
Centmy, in ' < J o u r n a l of the Royal Statistical Society», LXX, 1907, pp. 587-616.
111
I
I
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gna. L 'espansione del debi to pubbHco canso un incremento nel
numero di possessori di titoli a reddito fisso. L'alto tasso a cui i
presti ti e rano emessi gonfio i reddi ti de l rentier e, siccome ilsi-
stema fiscale era altamente regressivo, ilsuo guadagno avvenne
eminenternente a spese dei poveri, Iprezzi in generale sa1irono,
e, sebbene anche i salari aumentassero, si tratto d i un movimen-
to pi li lento. Questo, come ha osservato Earl Hamil ton 1l,mise a
disposizione dell' imprenditore delle risorse addizionali , e la ten-
denza fu rinforzata da altri fattori, di carattere istituzionale.
L'impegno di pagamento del commerciante 0dell'industriale, la
«paga lunga» 0 dilazionata, e ilsistema di pagamento in natura
esistevano gia in epoche precedenti, rna e probabile che la caren-
za di monete, che si fece acuta durante ilperiodo dell'inflazio-
ne, abbia condot to ad un aumento di questo e di al tr i espedienti ,
ilcui effetto era di trasferire parte del potere d' acquisto dai la-
voratori a i Ioro datori di lavoro. Quindi durante la guerra siveri-
fico una serie di trasferimenti di reddito - a proprietari terrie-
r i, agricol tori, proprietari di abitazioni, detentori di ti toli a red-
di to fisso , imprendi tori - che quasi certamente peggioro la con-
dizione economic a dei lavoratori.
Icinque 0 sei anni che seguirono la fine della guerra portaro-
no poco sollievo. Iproprietari terrieri ottennero disposizioni le-gislative che permisero loro di perpetuare i loro guadagni con-
giunturali, Gli affit ti delle abitazioni rimasero elevati; iltasso di
interesse diminui so ltanto di poco 12. E, sebbene isalari fossero
meno sensib ili de i profit ti, l a r iduzione del la spesa pubbl ica, la
contrazione monetaria, i cracks bancari , e una generale riluttan-
za ad intraprendere investiment i a lungo termine, r idussero i l Ii-
vello d'at tivi ta . Gli eventuali guadagni derivanti da un ritardo
nella diminuzione dei sa lari r ispet to al la diminuzione dei prezzi
furono probabilmente neutralizza ti dal l' al to l ivello d i disoccu-
pazione. Ben difficilmente si puo credere che questi anni di de-
flaz ione e di pubbl id disordini vedessero alcun netto migl iora-
mento nella condizione dei salariati.
Dopo il 1821 pero il gioco delle forze economiche si riper-
" EARl . HAMILTON, Prices, Wages and the Industrial Revolution, in WESLEY
C. MITCHEN e altri, Studies in Economics and Industrial Relations, University ofPennsylvania Press, Filadelfia, 1941.
'2 11rendimento dei titolo del debito pubblico consolidate eta del 4,9%nel 1814 e del 4 ,5% ne l 1815. Ne l 1820 e ta anco ra a li anotevo le a lte zza di4,4%.
112
cosse con minor durezza sui lavoratori. Si r itorno al gold stan-
dard, e una rnaggior quantita di monete d'argento e di rame di-
venne disponib ile per il pagamento dei salari. Erano in corso ri-
forme del sis tema fiscale. Una serie di conversioni r idusse il peso
del debito pubbHco e nel 1824 il Tasso di interesse sui titoli di
Stato era sceso al I ivel lo anteguerra del 3,3%. Le scarsita del pe-
riodo bell ico erano venute meno. Un'offerta pi li ampia di mat to-
ni e di legname, uni tarnente a faci li taz ioni monetarie, st imolo Ia
costruzione di fabbriche e di abitazioni. All'inizio degli anni
trenta, almeno nel nord, gli affitti erano diminuiti di circa il
10%, e, nonostante diverse notizie preoccupanti sulle condizio-
ni nelle citra, e abbastanza chiaro che ill ivello qualitativo delle
abitazioni s tava migl iorando. La diminuzione dei prezzi, meno
marcata che negl i anni dell 'immediato dopoguerra, era ora ilri-
sultato non di una depressione rna di una riduzione di costi real i.
Tutto sommato, I'orizzonte economico si era schiarito ed era
possibile per ilavoratori aspettarsi in futuro migliori condizioni
di vita e di lavoro.
III.
Fin qui si e posta attenzione unicamente alle forze che agiva-
no alI'inteJ:_nodell'economia. Che dire di quelle che agivano dal-
I 'es terno? E sta to det to che per la maggior parte di questa perio-
do il potere d i scambio delle esportazioni britanniche rispet to a i
beni provenienti dall'esterno fu in diminuzione e che l'anda-
mento sfavorevole della ragione di scambio in termini real i deve
aver causato 0una di rninuzione di reddi ti monetari degli occu-
pati 0un aumento dei costi dei beni importati. Quindi, a parita
di altre condizioni, deve aver causato una diminuzione nel1ivel-
1 0 di vita dei lavoratori.
Idi fet ti de lle prime stat is tiche cornmercial i britanniche so-
no ben noti. Dal memento che, sia Ie importazioni, sia le espor-
tazioni erano ufficialmente misurate secondo una scala di prezzi
che S 1 era venuta standardizzando nella prima meta del diciotte-
simo secolo, ilmovimento delle c ifre da un anno al l' al tro rappre-
senta mutament i nel volume e non nel valore del commercio con
l'estero. E vero che a partire dar 1798 vi sono cifre annuali sul
valore delle esportazioni, desunte dalle dichiarazioni degli
113
_ _ _
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esportatori; rna fino ad epoca recente non vi sono state stime
corri spondenti del va lore del le importazioni per gl i anni prima
del 1854. Questa lacuna e stata ora colmata da Schlote e da
Imlah 13. Sono lie to di quest'occasione per rendere omaggio al la
diligenza e all' a bilita di rieerea di Imlah; a lui deve andare la
grati tudine di tut ti gli studiosi de lla stori a del commercio inte r-
nazionaIe. Mi sono azzardato ad usare Ie cifre da lui fornite per
cos truire numeri indice grezzi: a) del valore delle esportazioni
britanniche, b) dei prezzi del le espor tazioni e del le importazioni
" al netto delle riesportazioni, e c) della ragione di scambio dal
)j(PJ'l'i' 1798 al1836 (vedasi la,;ql2e{,la1) 1 4... . .
~lj'/"t~/iJ-fu,~:~i~~~tl~?;~~~~-~~~~~~~l:t~elfffJ:.~~~\!~I~~~~~C r !\'" ' liiii6ne l11meno costai1~~:c:l.l3,LJ§'Q~iilla12vUumnQampie£11Jt-
. tuazi;ill-se~~~-si~~~andameJ:lto, rna dal1814fino al1821vifu
~ l 1 a 'n~tt~ dinun~~'i~~~,TI~~~'~e~ntuat-a~i;~~g~t;;:L;;~~gionedrs·cambio·anaO·evolvenaosrTnfoite·sravoreaeTI~ Gran Breta-
gna durante la seconda fase della guerra e con andamento meno
fort e, rna aneora notevolmente sfavorevole, dal 1816 al la meta
degli anni trenta, Tuttavia, prima di concludere affrettatamente
che ci si trova in presenza di un fattore che esercitava una forte
pressione sui lavoratori britannici, si puo ben considerare lacomposizione dell'indice dei prezzi all'esportazione. La tabella 2
fornisce l 'indice dei prezzi per alcuni import ant i beni d 'espor ta-
" WERNER SCI ILOTE, Entwicklung und Strukturwandlungen des engli schen
Aussenbaidels von 1700 bis zur Gegenwart, in Probleme der Weltwirtschaft, J ena,1938, sp ec ia lmen te l 'ap pendice, t ab el la 1 7. S i v ed a a nch e AI-BERT H. IMLAH,
Real Values in Britisb Foreign Trade, «[oumal of Economic Histor y», VII I, no-
vembre 1948, pp. 135-52.
" I nurneri i ndici dei pr ezzi sono stati ott enuti dividendo l 'i ndi ce dei va-
loti dichlarati 0 calco la ti per que llo dei valori u fHcial i s is nel caso delle esporta -
zioni che i n quell o del le importazioni, n metodo presta il fianco alle critiche,
perche ilmodo i n cui si sono appli cati i pesi e curioso. IIgrade di importanzaassegnat o a ciascun pr odotto di pende dal rasso a cui una unit a del bene eta sr a-
ta sott opost a dal l'ispet tore gener al e in un tempo di gr an l unga pr ecedente a
quello a cui l'indice si riferisce, Dipende an che d al la qu ant it a d el b en e impo r-
tato 0esportato, e questa signi fi ca che i pesi mutano da un anno al l'al tr o. IImio cerve llo non matematico, tut tavia, e por ta to a cred ere ch e qu est a p ar ti co -
Iarita non dis rrugga cornp le ta rnenre il va lo re de ll e c if re . Infat ti l 'i nd ic e eli
SchIo te del ia rag ione eli scambio dal 1814 [ot tenuto dividendo un i ndice dei
prezz i del le esportazion i indus tt ia li per un ind ice dei prezz i complessivo di tnt-te Ie importazioni) e costr ui to in base a met odi simil i r na pil i raff inat i, e, se r i-
po rt ato al lo st es so a nno ba se , mos tr a, a lrne no f in o al 1832, movimenti singolar-
mente conforrni a quelli della serie qui presentata.
114
TABELLA 1
Indice dellaragione di
s c amb io i n
terminidi reddito
INDICE DEI PREZZI DELLE ESPORTAZIONI E DELLE IMPORTAZIONI
BRITANNICHE E DELLA RAGIONE 01SCAMBIO
( 1829 ~ 100)
Anno
lndice del Indice dei
ualore delle prezzi delle
esportazioni esportazioni
Indicedei Indicedella. d It ragione di
,rrezzt e e. scambio in
importazioni termini reali
1798
1799
1800
1801
1802
1803
1804
1805
1806
1807
1808
1809
1810
1811
18121813
1814
1815
1816
1817
1818
1819
1820
1821
1822
1823
1824
1825
1826
18271828
18291830
1831
1832
1833
1834
1 8 3 5
1836
90
103
105
1 1 3
12 8
10 3
107
106
114
104
104
132
13592
116
12 7
144
1 1 6
117
130
98
10 2
103
10 3
99
107
109
88
104
1 0 3
1001 0 7
10 4
10 2
111
1 1 6
132
149
264
252
253
255
280
28 1
262,5
255
24 7
24 8
237,5
22 0
22 1
22 7
220
208
187,5
18 3
. . 6 2 , 5
170
16 4
14 8
14 1
131
12 7
1 2 3
12 8
12 0
1 1 1
109
10 098
95
8 7 , 5
89
87,5
94
98
17 6
183
18 3
18 9
150
164
17 2
178
164
16 7
159
193
188
1 5 5
17 3
194
172
148
160
178
148
136
12 0
119
118
112
137
108
107
103
10 098
10 2
9610 4
10 7
114
12 0
150
13 8
138
135
18 7
1 7 1
153
143
1 5 1
148
149
114
118
146
12 7
107
109
12 4
102
96111
109
117,5
110
108
110
93111
10 4
106
100100
93
91
8582
82
8 2
51
56
5760
85
63
62
60
70
62
65
68
72
59
67
64
84
78
73
73
6 6
75
86
87
84
96
80
81
97
100
100109
102
10 6
107
108
116
12 4
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zione per gli anni dal 1814 al 1829 15. Si osservera che i prezzi
del filato e dei tessuti di cotone diminuirono molto pili rapida-
mente di queIl i dei prodotti dell' industr ia del lino, della lana e
dell'acciaio, Durante la guerra iprodotti dell'industria cotonie-
ra avevano preso il posto di quelli dell' industria Ianiera come vo-
ce principale delle esportazioni britanniche e durante tutta la
prima meta del diciannovesimo secolo ildistacco tra questa e gl i
altri beni esportati si accrebbe. Causa dell'andamento avverso
del la regione di scarnbio fu Ia caduta del prezzo del f ilato e del
tessuto di cotone; iprezzi delle esportazioni, esclusi iprodotti
dell'industria cotoniera, declinarono meno rapidamente di quel-
Ii delle importazioni.
La ragione di questa straordinaria caduta e semplice. Invecedi produrre mussole, percal li ed altr i beni di alta quali ta per i
mercati europeo e degli Stati Uniti, le fabbriche del Lancashire
si dedicavano sempre di pili aicalico a buon prezzo per i mercati
indiano ed estremo-orientale; gran parte della caduta dei prezzi
si spiega con il mutamento della natura del prodotto dell'indu-
stria. L'altra ragione hi una riduzione dei cost! causata dal pro-
gresso tecnico ed economico. I nuovi opifici del dopoguerra era-
no azionati dal vapore invece che dall'acqua; da un anno all 'altro
si facevano dei miglioramenti nei telai e nei filatoi; il telaio mec-canico prendeva sempre pili ilposto del meno efficiente telaio a
mano; la diminuzione del saggio d'interesse ridusse i costi di ca-
pitale e, con Ie innovazioni nel trasposto e nel commercio, le
spese di distr ibuzione e di vendita del prodotti diminuirono.
Quindi la caduta dei prezzi del filato e del tessuto di cotone non
fu il r isultato di alcuna f lessione della domanda estera, rna r i-
specchio una riduzione nei costi reali. E sebbene 1 a componente
lavoro nel costa di una libbra di filato 0 di una yarda di calico di-
minuisse inmodo spettacolare, non vi iu alcuna corrispondente
diminuzione nei guadagni dei lavoratori. L'andamento sfavore-
vole della ragione di scambio non rappresento un peggioramento
della situazione economica ne per 1 a nazione nel suo complesso
ne per quella parte della nazione che traeva dai salari il suo
sostentamento.
15 I prezzi si sana ottenuti d iv idendo ilvalore delle esportazioni di ciascun
prodotto per la qualita esportata, come rilevata dal Porter.
116
" fABELLA 2
INOICE DEI PREZZI ALL'ESPORTAZIONE 01PROOOTTI
INDUSTRIALI 01 FABBRICAZIONE INTERNA
( 18 14 ~ 1 00 )Totale
C on le z io n i d i Totaleesporta-
Anno Fila tid iFerro delle
zion!cotone
esportazioniesclusi
Cotone Lino Lana [ilati
e cotoni
1814 100 100 100 100 100 100 10 0
1815 83 80 86 101 106 90,6 99
1816 77 77 85 107 98 87,8 95
1817 71 67 79 97 93 78,5 90
1818 74 63 82 99 94 81,9 91
1819 64 70 81 101 92 79,6 88
1820 56 64 77 99 89 71,4 83
1821 49 62 77 87 80 67,6 79
1822 47 57 76 81 71 62,9 76
1823 44 55 71 76 70 60,7 73
1824 42 54 67 73 72 59,3 711825 45 54 71 77 90 62,0 78
1826 38 47 65 73 79 57,9 721827 36 46 60 65 72 53,6 69
Le cif re che sembrano indicare mutamenti nella ragione di
scambio sono di dubbio valore per studi di lunge periodo; e sol-tanto per brevi serie di anni, quando la natura dei beni che costi-
tuiscono il commercio e 1 0 stato dei processi tecnici non mutano
molto, che si possono trarre dal Ioro esarne conclusioni di una
qualche sicurezza. Invero anche nel breve periodo si e lungi dal-l'esser sicuri che un abbassamento deIl'indice debba esser consi-
derato un segno di avversita, Secondo la tabella 1, 1aragione di
scambio diminul bruscamente nei periodi 1809-'10, 1812-'15,
1817-'18 e 1825 ~ periodi tutti in cui il volume degli scambi
toccava sempre nuovi massimi. Salt bruscamente negli anni1811 1816 1819 e 1826 ~ anni tutti caratterizzati da scambi
commerciali indiminuzione 0 stagnanti. La spiegazione natural-
mente sta nel fatto che iprezzi delle esportazioni britanniche
aumentavano in periodi di prosperita e diminuivano inperiodi
di depressione meno bruscamente dei prezzi delle importazioni,
117
i
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perche le materie prime ed igeneri alimentari che 1aGran Breta-
gna impor tava erano a domanda ed offerta anelastica. Sarebbe
tuttavia assurdo supporre che il benessere dei lavoratori dimi-
nuisse quando il cornmercio era vivace e aurnentasse quando di-
minuivano gli scarnbi.
Un congegno che registri solamente i prezzi e chiaramente
inadeguato a misurare i mutament i nei benefici che derivano dal
commercio internazionale . Non solo i l costo della vita, ma anche
Ia possibilita di guadagno determinano il grado di benessere. I
reddi ti guadagnat i con l'esportazione creano posti di lavoro e ge-
nerano alt ri reddi ti , Quanta parte di quest i reddit i s ia impiegata
nelI'acquisto di beni esteri dipende daI prezzo delle importazio-
nl. Alia 1ucedi questa modo di ragionare il mio collega Dorrance
ha recentemente avanzato l 'ipotesi che un migliore strumento di
misura degli effetti sociali del commercio internazionale puo ot-
tenersi dividendo gli indici dei ualori delle esportazioni per quel-
lidei prezzi delle importazioni 16. Ho applicato questa formula
alle statistiche del commercio di quel periodo, facendo anche
questa volta uso delle c ifre di Imlah, I r isul tat i appaiono nel l'ul-
tima colonna della tabella 1, sotto l'intestazione, non del tutto
soddisfacente di «ragione di scambio in termini di reddito». Ci
troviamo di fronte ad una serie di cifre prive dei paradossi diquelle della colonna precedente,
Sia l'andamento che imutamenti da un anna all' a ltro sono
conformi a quanto, dal l' esame di a lt re fonti, c'era da aspet tarsi :
l' indice mostra scarsi mutament i durante la guerra, ha un rapido
aumento nel 1815 rna diminuisce dal 1816 al 1819. In questi
quattro anni di bassi investimenti e di disoccupazione le forze
che agivano dall'estero, apparentemente fecero aumentare la mi-
seria, Ma a partire dal1820 c'e un marcato movimento al rialzo,
interrotto solo dal le depressioni del 1825-'26 e del 1831. Negli
anni venti e tren ta iredditi dal commercio con l 'es tero aumen-
tavano e questi reddi ti avevano un porere d'acquisto superiore
nei confronti dei beni provenienti dall'estero. I l commercio
esercitava un'influenza sempre pili benefica sulla vita economi-
ca britannica, e, considerando il fatto che larga parte dell'Impor-
taz ione era costi tui ta da beni come te, caffe , zucchero e materie
" G. S. DORRANCE, T he I nc om e T er ms o f T ra de , «Review of Economic Stu-
dies», XVI, n, 39, 1948· '49, pp. 50-56.
118
I
Iprime per l'industda, e difficile credere ehe ai 1avoratori non an-
dasse una parte di questo beneficio.
IV.
E tempo di abbandonare le conget ture e di d ire qualcosa sul-
Ie cifre in nostro possesso relative ai sa lad ed al costo della vi ta.
II contributo pili r ilevante alla nostra conoscenza dei sa lari si eb-
be quaranta e pili anni fa ad opera di A. L. Bowley e G. H.
Wood. E basato principalmente su documenti a stampa, ma eimprobabile che ulteriori ricerche possano seriamente inficiarlo.
Si deve tut tavia esprimere la speranza che esso possa venir inte-
grato con idat i desunti da i libri paga che, nonostante i bombar-
dament i e l' inv io della carta al macero, ancora esistono in rnolte
fabbriche sparse su e giu per I 'Inghi lterra. Nelle mani di at tent i
s tudiosi queste fonti possono fornire molte notiz ie relat ive non
solo a1pagamento, ma anche a salad effet tivi e ta lvol ta sulle ore
di lavoro e gli affi tt i delle case operaie. Finche questo lavoro non
sia state compiuto, cont iunera ad esser impossibi le parlare con
sicurezza dell' argomento nel quale , con grande temerarieta, mi
sono avventurato in questo articolo.Le informazioni sul costo del la vi ta sono frut to quasi intera-
mente dell' opera di studiosi americani. Se alcune delle mie se-
guent i osservazioni avranno un' intonazione crit ica, vorrei ag-
g iungere che sono colmo di vergogna per ilfatto che gli s toric i
economici inglesi abbiano fatto cost poco in questo campo, e di
arnmirazione per 1atenacia e la perizia con cui g li s tati stic i arne-
ricani si sono messi all'opera.
Nessun contribute singolo allo studio della rivoluzione indu-
str ia le in Inghil terra supera in importanza quello di Norman J.Silberling, la cui immatura morte ha privato sia la storia econo-
mica che 1 a statistica di un esponente di pr imo piano. II suo nu-
mere indice dei prezzi all 'ingrosso e destinato a rimanere uno
strumento indispensabi le per quanta avanti possiamo guardare
nel futuro. E un peccato che, secondo me, non si possa dire 1 0
stesso del prodotto secondario delle sue fatiche, I'indice annuale
del costa della vita dal 1799 a11850. Questo, non ho bisogno di
.ricordarvelo, e basato sui prezzi di quindici beni seelti per Ia 10-
ro supposta importanza per i consumatori . Tuttavia iprezzi sono
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principalmente quel li de l mercato all 'ingrosao, non al minuto;
I'indice e val ido solo se si ammette che iprezzi al minuto si s iano
mossi nel la stessa di rez ione ed all' incirca al medesimo tempo dei
prezzi all 'ingrosso, e che il divario tra idue sia rimasto pressoche
costante. Ora, e vero che la struttura dei prezzi a l consumo sern-
bra esser stata molto meno rigid a di quanto non sia oggi. II bot-
tegaio non aveva ancora completamente assunto la sua funzione
di ammortizzatore tra iI commerciante al l' ingrosso ed il consu-
matore, e il prezzo di una pagnotta di pane 0di una libbra di
manzo poteva raddoppiare 0 dimezzarsi nel giro di pochi mesi 0
persino di sett imane. Molt i dei beni usat i nel l' indice, perc, non
sono affa tto beni di consumo, ma sol tanto materie prime per be-
ni di consumo. I miei antenati di allora non si nutrivano sgra-
nocchiando frumento e avena, e non si coprivano di lana greg-
gia, cotone e canapa; non erano letteralmente «calzat i di cuoio» .
Secondo Silberling questo fatto element are e di poca importan-za. d ' ; ; cosa ben nota», scrisse, «nel caso delle cotonate, che i
prezzi si livellavano con una certa rapidi ta suI prezzo del cotone
greggio». Quando perc iprezzi di entrambi sono posti a con-
fronto, si trova, come la maggior parte di noi si aspetterebbe di
t rovare, una ampiezza di flut tuazioni considerevolmente mag-
giore nelle cifre per ilcotone greggio che in quelle per itessuti dicotone. Non e certo realistico supporre che iprezzi dei generi
al imentari, di abbig liamento e delle ca lza ture si t rovino fedel -
mente riflessi in quelli delle materie prime di cui eran fatti,
Inoltre iprezzi usat i da Si lberling sono stat i corrett i mediante
I'eliminazione dei dazi doganali. In realta questi dazi costituiva-
no una notevole proporzione di quasi tut to cia che si i~portava
nel paese, proporzione inol tre che (come Imlah ha mostrato] au-
mente costantemente fino agli anni quaranta.
Ma questo non e tutto. L'uomo Ie cui scelte di spesa si con-
formavano a quelle compilate da Silberling soffriva di parecchie
idiosincrasie. Non occupava una casa, 0 almeno non gli si chie-
deva di pagare l'affi tto ; s i concedeva solo una piccola quanti ta
di pane e pochissimo porridge e non toccava mai Ie patate 0 ili-
quori, D' al tra parte consumava quanti ta abbastanza notevoli di
manzo e di montane e aveva una passione per il burro. Forse ave-
va il diabete. Per l 'inglese medio del diciottesimo secolo avrebbe
costi tui to un enigma, perche 1'inglese medio di aUora, come il
suo discendente del 1949, era un animale granivoro e non carni-
voro. La base della sua dieta era il pane 0, nell'Inghilterra del
nord, la farina d'avena; la carne per lui era un lusso, che sipassa-
va una volta 0 al massimo due aIla settimana. L'essere inventato
da Siberling, che spegneva la propria sete soltanto con del te e
del caffe (con 1 0 zucchero, ma senza latte), gli sarebbe sembrato
un uomo da nulla. Perche, sebbene I'inglese medio possa esser
sta te sobrio per quanto riguarda la carne e molt i al tr i c ibi , beve-
va birra leggera ad ogni pasto principale nei giorni lavorativi, e
birra forte, in quantita non piccola, tutte le volte che aveva oc-
casione di far festa.
II ritratto che baIza fuori dalle dotte pagine di Elizabeth
Gilboy ha caratteri alquanto diversi 17. Nel suo indice i cereali
hanna un peso del 50 per cento suI totale , contro iltrentadue per
cento che Silber1ing assegnava loro, e ai prodot ti d i origine ani -
male si assegna giustamente un rango inferiore. Ma iprezzi da
lei presi in considerazione erano quelli pagati da ospedali, scuole
e uffid governativi e non da lavoratori individuali. Inolt re erano
per 1 0 pill prezzi praticati a Londra. Una delle principali caratte-
r is tiche del la vita inglese era ed e tu ttora la varie ta regionale , I
prezzi dei generi a limentari variavano assai tra una parte e l'altra
del paese, e non era raro avere condiz ioni che si avvic inavano ad
una carest ia locale in una zona, nel lo stesso momento in cui v'e-ra relativa abbondanza a circa cento miglia di distanza. Con il
miglioramento dei trasporti su strada, per canali e per fiurni, i
prezzi nelle province mostrarono la tendenza ad aIlinearsi a
quelli della metropoli. «Tutte le persone di buon sense» , scrisse
Arthur Young nel 1769, «attribuivano i prezzi elevati del loro
paese aIle st rade a pedaggio e ilragionamento conferma la verita
della Ioro opinione.i. Imponete ilpedaggio su una sola strada
nella loro regione e i bassi prezzi spariscono subito», Ma anche
cinquant'anni e pill dopo c'erano molte zone dell'Inghilterra
senza strade a pedaggio. In queste zone ilprezzo dei generi a li-
mentari poteva essere 0inferiore 0superiore a quello di Londra,
ma certamente era soggetto a maggiori fluttuazioni.
Nessuno ha fatto pill di Mrs. Gilboy per informarci sulle va-
riazioni local i del prezzo del lavoro, ma ella non ha tenuto nella
dovuta considerazione Ie possibili ta di una simile variaz ione dei
nEUZMETH w. G1LHOY, The Cost of L iv ing and Rea l Wages i n Eight eenth
Century Engiand, «Review of Econornic Statistics», XVIII, 1936, pp. 134-43.
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prezzi al minuto 0 di caratteristiche locali nell'alimentazione.
La farina d'avena rimase l 'alimento base dei poveri nel nord, ed
il pane di segala nelle Midlands, molto tempo dopo che iI pane
fatto con far ina di grano era entrato nell'uso comune a Londra e
nel sud. Applicare iprezzi di contratti conclusi nell'area metro-
politana, ed un sistema di pes! basato sulle abitudini della me-
tropoli, ai guadagni dei Iavoratori delle province e davvero un
procedimento azzardato. Quelli che quaIcuno ha scortesemente
chiamati i«mutator! di Mrs. Gilboy, vestiti da blecoat boys» .,
sarebbero difficilrnente stati riconosciuti come fratelli dai rnina-
tori del Northumberland 0 dai tessitori del Lancashire 0 del
Somerset.
Ma, se la composizione della spesa variava da una localita al-
l 'altra, essa variava anche da un periodo di tempo al successive.
Rufus T. Tucker, ilcui coraggioso tentativo di rieostruire l'an-
damento dei salari reali degli artigiani londinesi per due secoli
non puo non suscitate ammirazione, si mostra consapevole di
questa difficolta. Quando qualche nuovo bene sembra diventare
importante nel bilancio de1lavoratore, gli si trova un posto, e si
correggono ipesi attribuiti agli altri beni. Tucker ha diviso le ci-
fre nel suo indice dei salari (per il nostro periodo i salari di quat-
tro tipi di lavoratori edili a Greenwich e Chelsea) per ilsuo indi-ce a catena dei prezzi, al fine di determinare «la possibilita per
un tipico artigiano londinese, regolarmente occupato, di riacqui-
stare beni del tipo che gliartigiani normalmente acquistavano».
Questo tipico ar tigiano londinese non era un personaggio
statico. Dapprima il suo consumo era limitato a pochi beni, t ra
cui alcuni cereali di tipo inferiore. In seguito distribul Ia propria
spesa su una serie pili ampia di prodotti, alcuni dei quali relati-
vamente cari (i «beni del tipo che g1i artigiani acquistano nor-
malmente» erano mutati). Si sarebbe potuto ritenere che questa
scelta pili ampia, che ora gli era aperta, fosse un indizio di un au-
mento dellivello di vita. E invece no. Colin Clark ha usato le ci-
f re di Tucker a sostegno della sua tesi che ilreddito medic reale
diminut «da un livello abbastanza elevato nel diciassettesimo se-
colo ad un livello asiatico alI'inizio del diciannovesimo», Questo
livello asiatico, mi sia dato osservare di sfuggita, comprendeva il
• Con questa nome ai indic avano gli ass is ti ri del Chr is t' s Hospi ta l, un ist i-
tuto bene fico londinese per I 'istruzione dei Ianciulli poveri. (N.d. T.)
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te e 1 0 zucchero ed altri minori prodotti dell' Asia pressoche sco-
nosciuti all 'artigiano Iondinese del diciassettesimo secolo,
Avrebbe l'uomo del diciannovesimo secolo realmente gradito il
ritorno alIa dieta dei suo! avi? L'accoglienza che fece ad alcuni
tentativi, animati da buone intenzioni, per indurlo ad usare, per
il suo pane, segala invece di grano non lasciano dubbi sulla rispo-
sta. Come ilavoranti del Nottinghamshire, egli rispose che ave-
va perduto i suoi «denti della segala» ".
Un'altra caratteristica rendeva peculiare I 'artigiano di Tuc-
ker. Qualunque fosse ilsuo reddito, egli ne spendeva sempre un
sesto per l 'affitto, oppure un quinto per affitto e servizi insieme.
E questa una proporzione molto pili alta di tutte quelle che ho
potuto trovare in altre zone, rna certamente [e abitazioni erano
care a Londra. Quello che e strano e I'immutabilita dell'abitudi-
ne. Tucker afferma che ilsuo indice «cerca di misurare la possi-
bilita dellavoratore di pagare l 'affitto di un'abitazione». Ma se
e vero che illavoratore spendeva sempre una proporzione fissa
del suo reddito per l'abitazione, non basterebbero le cif re dei
suoi salar i a misurare questa sua capacita? In effetti, gli aff itti
sono iprezzi pili difficili da introdurre in un numero indice. Po-
chi beni di consumo sono completamente standardizzati. Una
pagnotta di pane in un dato tempo ed in un dato luogo puo esse-
re un bene molto diverse da una pagnotta di pane in un altro
tempo e Iuogo. «La carne di vitello che ora si vende COS! a buon
prezzo in alcune Iontane contee», scrisse Malthus, «ha ben poco,
oltre ilnome, in comune con quella che si compra a Londra» 19.
Ma questa variazione nella qualita e specialmente marcata nel
caso delle abitazioni. Una casetta con una stanza di soggiorno ed
un'unica camera da letto e un bene diver so da un'altra, con
quattro camere ed annesso lavatoio 0 ripostiglio per il telaio.
Una casetta prossima ad una fabbrica avrebbe reso di solito un
aff itto pi li alto di una molto distante; per l 'inquilino la pr ima
non solo evitava un lunge tragitto a piedi per andare e tornare
dal lavoro, rna gli permetteva, se 1 0 desiderava, di aumentare il
suo reddito con il lavoro straordinario senza ridurre indebita-mente Iesue ore di sonnoi 20.
" Si veda C. R. FAY, The Com Laws and Social England, Cambridge Uni-
versity Press, Cambridge, 1932, p. 4.
" Op. cit.,p. 317.zo Quest' opinione e sost enuta i n una t es i i ned it a ill WALTER LAZENBY, The
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La verita e che e impossibile mettere a confronto il benessere
di due gruppi di pe rsone molto di st anti ne llo spaz io e nel tempo.
Non possia rno fare i l paragone tra Ia soddisfaz ione che deriva da
una dieta che comprende pane, patate, te, zucchero e carne con
quell a che deriva da una dieta che consiste princ ipa lmente di fa-
rina d'avena, latte, formaggio e birra. Nei primi decenni, ed in
quel li di mezzo, del diciot tesimo secolo v' e ra solo una limitata
serie di prodott i su cui poteva riversarsi I'eccedenza di reddito
del lavora tore. Ecco perche (a sconforto de ll'osse rvatore bene-
s tante) ogni soll ievo nella condizione dei pover i prendeva la for-
ma di piu bevande a lcool iche e maggior tempo libe ro, 0 «ozio e
dlssolutczza», come di soli to 1 0 descriveva l'osservatore distac-
cato che di tempo libero ne aveva in abbondanza. Piu avanti nel
secolo la gamma di prodott i disponibil i divento piu ampia, e do-
po le guerre contro la Francia si aprirono nuove occasioni di
viaggi e di i st ruzione . Nessun numero indice puo tenere in corn-
pleto conto questi avvenimenti.
Non ho espresso queste cri tiche e avanzato quest i interroga-
t iv i per amore di cavil li : ilmio scopo e sernplicemente di far ve-
dere le diffi colt a di una rni sura ari tmeti ca dei mutamenti nel li-
ve lla di vit a. Ipionieri, come spesso succede, hanno cercato di
fa r troppo. Dobbiamo ridurre Ie nostre ambizioni, renderci con-to dei l irni ti dei nos tr i art if ici, ed astenerci da generaHzzazioni.
Non possiamo misurare imutamenti nei salar i reali servendoci
di un indice di prezz i al l'ingrosso a di prezzi prat ica ti al le isti tu-
zioni. Non possiamo cornbinare idati sui prezzi in una zona can
idati sui salad in un' altra zona. Non possiamo con sicurezza
compila re una tabel la pe r una lunga se rie di anni durante iquali
possono essere avvenuti dei mutamenti non solo nella natura e
nella varieta dei prodotti consumati ma anche nei bisogni e nei
desideri umani. Non ci serve un singolo indice, ce ne servono
molti , c iascuno der ivato dai prezzi al minuto, ciascuno limitato
a un breve volgere di anni, ci ascuno relative ad una singola zona ,
forse persino ad un s ingolo gruppo sociale a profess ionale all 'in-
terno di ogni zona 21.
Soci a l a 1 Jd I ndu s tr ia l H i st o ry o f S t y al , 1 7 50 - 1850 , Universira di Manchester, 1949.
.u E questa l'opinione sostenuta da un illustre statistico. «Non credo che i
numeri indice possano servire per periodi molto Iunghi. Se si usa 1 0 stesso sche-
ma per tutto il per iodo, la d if fico lta d i mutamenti nella "cur ta delle preferen-
ze" e insuperabile. Se I'indice e ottenuto unendo diversi schemi, allora ci s ide-
124
Non posso a questo punto sperate di soddisfare a questi re-
quisit i. Tutto quanto posso offri re sono t re brevi tabell e che mo-
strano irnutamenti nel costa di prodotti base dell'alimentazione
nella zona di cui sovente si parla come della «culla del sistema
della fabbr ica», I l loro eventuale pregio der iva dal fat to che sono
basat i sui prezzi al dettagl io registrati dal la gente del tempo. I
primi si riferi scono ad Oldham, un cent ro del l' i ndust ria tessil e a
cinque 0 sei miglia da Manchester. Le cifre sono tratte da un
manoscritto inedito inritolato L a Cr ono l og i a, 0 gli A nn ali d i O l-
dham, di William Rowbottom 22, e mi sento molto obbligato
verso una mia col lega di un tempo, Miss Frances Coll ier dell 'U-
niversit a di Manchester, per l a fat ica che ha fatto per ricavarl e,
Come al tri anna listi del t empo, Rowbottom comincio can la de -
sc rizione degli avvenimenti pil i sensazionali , come assassinii e
furti, che si verificarono in quella localita. Per il 1787 ed i tre
anni successivi vi e poco ne l manoscri tto che abbia inte resse
economico, ma nel 1791 egli inizio a tener conto dei prezzi ri-
chiesti dai bottegai di Oldham, e can l'andar del tempo il campo
del le sue osservazioni si a lla rgo e la loro registrazione divenne
piu sistemat ica . Vi sono mol ti mesi ed alcuni anni per iquali non
viene data quasi nessuna informazione sui prezz i; e vi sono molt i
prodott i, come 1 0 zucchero, la melassa, i1 malto, il carbone e Iecandele, icui prezzi sono citati con cod scarsa frequenza che eimpossibile includerli nell'indice.
Quando Rowbottom comincio a tenere Ie sue note, la mag-
gioranza dei suoi conci ttadini erano ancora Iavo ranti a domici-
lio, occupati a tessere fustagno, calico e tessuti a scacchi, 0 a
confezionare cappell i, La base della loro alimentazione era cos ti-
tui ta da pane, porridge di farina d'avena, patate ed un po' di car-
ne di manzo e di montone. Per conseguenza nellacompilazione
dell'indice ho data un peso di 4 ciascuno alla farina d' avena ed a
quella di grano, di 2 aIle patate e di 1 alla carne di manzo e di
montone, al bacon, al burro ed aI formaggio. Si noted che iprez-
zi dei primi tre pradotti hanno oscillato piu ampiamente degli
ve aspet tar e un pregiudizio, pregiudizio che tende ad essere ampl ifica to ne l
tempo. In generale i numeri indice devono essere limitati a paragon~ nel breve
periodo». R. G. D. ALLEN, T h e E co n om ic T h eO JY o f I nd ex N um be rs , ill «Econo-
mica», XVI, n. 63, agosto 1949, pp. 197-203.
" Copiat o da GILES SHAW,ora nella biblioteca pubblica di consultazione
diManchester.
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altr i. La parte pil i povera del la popolazione, che viveva princi -
palmente di farina d'avena e di patate, ebbe molto a soffrire nel
1795 e fu r idotta allo stremo nel 1800"1801. In questi due anni
di carest ia Rowbottom regist ra che nuove varieta di cereal i, era-
no in vendita come la farina d'orzo e Ia 'farina americana' (pre-
sumibilmente di grano). I poveri raccoglievano romici, g re en s au -
ce e crescioni per sost ituire le patate , e le ortiche erano in vendi-
ta ad Oldham a due pennies alIalibbra.
La stessa situazione di ampie fluttuazi~ni nel costo di una
alimentazione tipo e rivelata dalle cifre per gli anni 1810-19 (siveda la tabella 4). Essi sono tratti da una tabella che da notizie
particolareggiate sui salari, suI prezzo delle provviste, e sulla
spese per l'assistenza ai bisognosi, pubblicata nel «Manchester
Mercury» del 18 gennaio 1820. Essi si r iferiscono a «Manche-
ster e le altre sedi principali dell'industria cotoniera», e, sebbene
non sia citata la fonte, s i aHerma che iprezzi sono «i prezzi medi
a l minuto di ciscun anno, s tando aIle informazioni pi li esa tte che
ci e r iuscito di ottenere». Anche qui e chiaro che i lprezzo dei c i-
bi a base di cere ali, e delle patate, erano pili instabili di quelli
della carne, del bacon, del burro e del formaggio. La tabella indi-
ca che il costo dell' alimentazione tipo diminui di poco 0 nulla
nei quattro anni di depressione e di poverta che seguirono alIa
fine della guerra.
Le cifre nella tabella 5 si r iferiscono a Manchester . Esse deri-
vano da una stima del costa at minuto dei generi alimentari ef-
fettuata dalIa Camera di Commercio di Manchester e pubblicata
in appendice a «Manchester Merchants and Foreign Trade», di
Arthur Redford 23. Essi indicano che nel corso degli anni venti it
costo della dicta-base aumento invece che dirninuire.
Ho resistito al Ia tentazione di mettere insieme queste t re ta-
bel le in modo da presentare un singolo indice del costo dei gene-
ri alimentari dal179l a l1831, in parte a causa delle lievi di ffe-
renze nella zona e nella gamma dei prodotti, ma soprattutto per-
che idati non provengono da una fonte comune. Le linee gene-
rali , tuttavia, sono chiare. Dopo una caduta a seguito del la care~stia del 1800-1801,.il movimeritCi'-ascenSIonale' der'prezii~_9ptl- '
i i u C ; fIno'i-roccare un massimoneli812:"Ii1-'segwto rp~e~~i dei
geneiTalimentari "diriiihliiroii6 fino verso ' ilT82U;mi aumenta-, . • " . _ • _ _ , • " . c - " •
2J Manchester University Press, Manchester, 1934.
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~ : D ~~~~~;.~c~~!~-r~mic§~~~~~n~~t~~~~·~~~~~~ ~~~t~~~~~~~;;ll~~22J~r.·Cosl··sta-iid61e-d_ise;··s·embf(~febbe·cheqtialSia:Sifuig:lfora-
rriento nel livello el iv ita deve esser derivate, 0 da un aumento
- dei salari in termini monetari, oppure da una diminuzione nei
prezzi dei beni non compresi in quesro indice, Uno degli aspet ti
singolari della produzione a domicilio era l 'ampiezza delle varia-
zioni del prezzo del Iavoro. NeI dicernbre 1793, secondo Ro-
wbottom, itessitori d i percall ina a righe di Oldham ricevevano
died scel lini per capo; nell 'aprile 1794 venivano pagat i 19 scel li -ni , e nell 'agosto del lo stesso anno, 24 sceIlini e 4 pence. Durante
1 0 stesso periodo il prezzo per Ia tessitura dell'anchina • salt da
16 a 26 scellini al pezzo. In generale, per ragioni addotte da
Adam Smith, il prezzo del lavoro aumentava quando eliminuiva
il costa dei generi al imentari e gli anni di scarsita erano di so lito
anni e li bassi sa lari. In queste c ircostanze il livello d i vita del Ia-
voratore era soggetto a fluttuazioni violente, JJno_gei meriti del
Ik I sistema della faJ_)Q!ic:a_ra_&.offrire,e.richiedere,- ..regolarita
. - - - 1 ; ' \ + d!~pIeg(J-5:--q~i~4i~~~~iore.stabi1ita di consumo. Durante il
periodo 1790-1830 la pr()duzione- delle-fabbricheaiimento rapi-
damente. Una proporzione maggiore del la gente venne a benefi-
ciare da questo sia in quanto produttori che in quanto consuma-
tori. La caduta nei prezzi dei tessu ti r idusse ilprezzo dell'abbi-
gliamento. I contratti governativi per le uniformi e gli stivali
mi li tar i Iecero sorgere nuove industr ie, e, dopo Ia guerra, iloro
prcdotti trovarono un mercato tra gli ar tigiani meglio pagati.
Gli s tival i cominciarono a sostiuire gli zoccol i, ed icappelli pre-
sero, alrneno alIa domenica, ilposto degli scialli , Prodotti vari,
24 La prima d i c ia scun gruppo del le c if re seguen ti e ilprezzo di Oldham
nel 1791, 1 a seconds quel la di Manchest er nel 1831 ; fa ri na non d i f rumento (a l
sacco) 19d, 18d; far ina el i grano (al s acco) 24d , 30d ; pata te ( al «l oad») 6s 6d, 6s
3d; manzo (alIa libbra) 5d, 6d; carne di mai al e (a ll a I ibbr a) 5d, 5 1/ 2d; bacon(a ll a li bbr a) 8d, 7d; f ormagg io ( al la li bb ra) 5d 8d. Il cost a dell 'a liment az ione
nel 1810 era apparentemente superiore del 5% a quello del 1809, e del 60% a
quello del 1791. Per confr ont ar le con Ie ci fr e del la tabella J, l e cif re del la tabel-
la 4 dovrebbe ro es ser e aument at e de l 60%. Tra il1819 e il1821 ci fu una sen-s ibile r iduzione nel prezzo del la maggior par te dei prodott i compres i nel l' indi -
ceo I l costo del i' al imentazione nel 1821 e ra p re ss 'a poco ilmedesimo del 1791,
e le cif re nel la tabella 5 sono all 'incirca del lo s tesso ordine di grandezza di quel-le nella tabella 3. II «paniere el i beni» di campione costava all 'incirca il 15% in
pil i nel1831 che nel 1791.
• Tela di cotone, di colore giallastro, COS1chiarnata perche proveniente
dalla citta cinese di Nanchino. (N.d. T.)
130
I
J
11
'I' . " I
;1
che andavano dagli orologi ai fazzolett i da tasca, cominciarono a
~~~d;~~.c.~~;_~L~:~~s_~~1l!Lo sviluppo dei s indacati , del le societa di mututo soccorso, delle"
casse di r isparmio , del g iornali e degl i opuscol i a larga di f£usio-
ne, del le scuole, del templ i non conformisti , tut to cio sta a testi -
moniare I'esistenza di una cIasse numerosa ilcui livel lo di vi ta
era ben aldi sopra della pura e semplice sussistenza :>5.
C'era, tut tav ia, un gran numero di lavoratori non specializ-
zati 0 con scarsa specializzazione - lavoratori occupati s tag io-nalmente nell'agrkoltura e tessitori a mano in particolare - i
cui redditi erano quasi totalmente assorbiti dal pagamento dei
beni che servivano aIle necessita essenzia li del la vi ta, i cui prez-
zi, come abbiarno visto, restavano elevati . La mia ipotesi e che il
numero di coloro che furono in grado di avere parte nei vantaggi
del progresso economico fu maggiore del numero eli coloro che
furono esclusi da questi vantaggi , e che questo numero ando co-
stantemente aumentando. Ma bisogna riconoscere 1'esistenza di
due gruppi a lI 'interno del la classe lavoratr ice . Forse in questo ri-
siede la sp iegazione delle differenze d'opinione sulle quali ho ri-
chiamato l'attenzione all'inizio di questa saggio. John Stuart
Mill ed i suoi co lleghi economisti si r iferivano ad un gruppo,
Rickman e Chadwick avevano appuntato il loro sguardo sull'altro.
"c .NeL183} 9.BeI~,~3 8,~:::~~:; : ; )m~cchiiL..d_i_.otta?t~sette aJ_lni,
nato ne! 1760, '!p-1\D1£esto:~g-;E.(_i:S<:JIIlP_Ol:!e~t~d..~g~.1!y."'rl2.C:()[§Eat!s_t1.~~lOCIetyle._sue_impressk)t1js.ll.LIl1~t!lI_ll~!lti cheavevano avuto l uogo da i temp! della - suagiovinezza ad Aldbrough (Holderness); «C'e s ta to un g randi ss imo aumento nel
consume eli ca rne , pane fa tto con fa ri na el i grano, poll ame, te e zucchero , Ma
non si e esreso ai pili poveri, fatta eccezione per il te, 10 zucchero e ilpal le di
farina, I poveri non mangiano bene come prima, rna sono meglio vestiti ed al-
loggiat i, con miglior i suppellet ti li , e meglio curat i in caso di malat ti a 0 disgra-
zia, Quindi ci hanno guadagna ro. Quest a, a m io pa rer e, e una sernplice analisi
di tutta la situazionc». Ap!,?posito dei meccaIIicie,clegU.~rtWc.i(:!ri,,~gli,.9ice; c '"« L . . .a..q.u~s.i . 1 . 9 .t..u. t .l . . . . I.....i. s.......arLe.andata'ailioeii:ia~dojn ..modo.plu.,taPido. ,d .elI'.au- j . 1mento deL cost{)del!@., vita» ....AIla. domanda.. < i ll . au.m~.tl!g_J:.j!I.trllig!':.t1?,g._I.klle .~i~1~s,si~iu!'(l'.'=r"'?'~J:JmQ~~;<{I_~_gll.1l1.?A?'E~ce.tl{)E~_~!:)r.:ce?el1tj,>:........... <,. z!
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IL SISTEMA DELLA FABBRICANEL PRIMO OTTOCENTO
di V. H. HUTT
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Si puo dire che il pr imo sistema di fabbr ica Inglese abbia~-\
[~~~~~~::~~~~~~~~!f,-:!~!';J
striale, igiudizi su di esso determinano in larga misura l 'atteg-
giamento nei confronti del sistema industriale moderno.
V' e ragione di credere che la forma che 1 0 sviluppo della fab-
brica assunse in altri paesi sia stata dovuta in misura non picco-
la, all'imitazione, diretta 0indiretta, della Gran Bretagna, e che
la legislazione industriale di tutto il mondo sia stata concepita
secondo il modello br itannico. Vi sono ancora delle par ti del
mondo in cui Ie condizioni industriali sembrano assomigliare a
quelle che esistevano quivi un secolo fa, ed un recente articolo
sulle condizioni in Cina suona in alcune parti esattamente come
una citazione da uno dei I ibr i di stor ia che descr ivono il pr imo
sistema industriale Inglese 1. Sorge ilsospetto che la somiglian-
za sia 'in parte dovuta aIfatto che l'autore avesse letto questi mo-
derni libri di storia, rn a indubbiamente esiste una situazione piu
o meno analoga.
Nel corso di una ricerca in un altro campo, l 'autore di questo
articolo fu por tato a studiare una raccolta del voluminosi rap-
porti par lamentari e degli altr i scritti del pr ime Ottocento r i-
Ier intisi alle condizioni dei lavoratori. Lo colpi il fatto che Ie
impressioni ehe queste pubblicazioni gli suscitavano erano mol-
to diverse da quelle ehe aveva provato leggendo eerte opere mo-
derne sul primo sistema industriale, e precisamente, La storia
della legislazione di fabbrica, di Hutchins e Harrison, L'operaio
delle citta e Lord Shaftesbury, di J. L. e Barbara Hammond. Sic-
come si trattava delle opere moderne ehe praticamente fannotesta sull'argomento, egli penso ehe fosse necessario un esame
critico delle principali fonti e delle discussioni piu import anti
I Labour Conditions in China, «In te rnat iona l Labour Review», d iccmbre
1924.
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in materia. Questo articolo rappresenta un tentativo eli com-
piere tale esame.
Forse una spiegazione del punto eli vis ta degl i s tudiosi or ora
ci ta ti s i puo t rovare nel l' importanza che essi danno alle deposi-
zioni ricevute nel 1832 da quello che fu poi nota sotto il nome di
«Comitate Sadler» 2. La relazione di questo Comitato ci da un
quadro cupo della crudel ta, dell' infelicita, delle malat tie e delle
deforrnita che si potevano osservare tra ifanciulli occupati nelle
fabbriche, e questo quadro e generalmente accet ta to come au-
tentico. Gli Hammond parlano della relazione come di un «do-cumento classico». Essi soggiungono: « E una del le fonti princi-
pali delle nostre conoscenze delle condizioni della vita di fabbri-
ca di quel tempo. Le sue pagine fanno rivivere davanti allet tore,
nella vivace forma del dialogo, il tipo eli vita che conducevano le
vitt ime del nuovo sis tema» '. Hutchins e Harrison 1 0 considera-
no come «una delle pi li preziose raccolte in nost ro posses sodi te-
stimonianze sulle condizioni industriali» 4.
Che cosa sappiamo di questa Comitato? Sadler s tava facen-
do sforzi disperati per far approvare dal Parlamento il suo «Pro-
getto di legge per le dieci ore lavorative». Quando si giunse alIa
discussione in aula , la Camera decise che si dovesse costituire un
comitato per indagare sulle notizie di grossolana brutal ita neUe
fabbriche, che egli aveva descritto in dettaglio e con molta elo-
quenza. Esso fu presieduto dallo stesso Sadler, e £ u deciso, per
ragioni e li economia e el i convenienza ,' che egli avrebbe prima
fatto veni re i suoi test irnoni, dopodiche gl i avversari del proget -
to di legge avrebbero esposto le loro ragioni. Egli impiego la pil i
grande energia per completare ilsuo caso per la fine del la sessio-
ne parlamentare, e quindi, ignorando Ie domande della giustizia,
pubbl ico immeelia tamente le test imonianze «e diede al mondo
una tale massa di dichiarazioni uni laterali e di grosso lane falsi ta
e calunnie . .. quale probabi lmente non si era mai trovata in alcun
documento ufficiale» j. La questione in effetti era diventata un
a£fare di partito, e una discussione serena era impossibile 6.
, Report of Select Committee on Factory Children's Labour, 1831· 'J2
, J. 1. e BARBARAHAMMOND,Lord Shaftesbury, Constable , Londra, 1923,
p.16.4 B. 1.HUTCHINSe A. HARRISON,A History of Factory Legislation, Londra,
1903,p.34, R. H. GREG, The Factory Question, A. Cobbet, Londra, 1837.
• Si veda i1 discorso di WILSONPATTENalia Camera dei Comuni, in «Han-
136
Dire che questa relazione e unilaterale, per quanto riguarda
Ie testimonianze in essa contenute, sarebbe una critica benevo-
lao Essa consis te principalmente eli casi s ingoli scel ti con cura.
Inoltre, Sadler aveva fatto uso eli un efficace artificio propagan-
distico, presentando testimonianze su quanto era accaduto in
periodi precedenti, e mostrandole in modo da implicate che gli
stessi abusi si verificassero ancora 7. Questo era particolarmen-
te ingiusto perche iprecedenti trent 'anni erano stati accompa-
gnati da un considerevole miglioramento materiale, e da pro-
gressi s ia al I'interno sia a ll 'esterno del le fabbriche , e questi mu-tamenti erano stati seguit i da correzioni nei l ivel li socia li. Un
grave difetto delle testimonianze, e che non venivano lomite sat-
to giuramento. Se si den conto del sent imento religiose dell 'epo-
ca, l 'importanza di questo dev'esser chiara: dei tre test imoni che
venivano da Manchester S , soltanto uno pete essere indotto a ri-
petere la sua testimonianza davanti alIa Commisione successiva,
e anche allora non volle farlo sotto giuramento. La Commissione
trove che la sua testimonianza era «assolutamente falsa».
E queste non sono semplicemente accuse fat te da industr iali
interessati . La natura insodelisfacente del «rapporro» Sadler era
ammessa senza difficolta dalla maggior parte degli avversari del
s is tema industr iale che non fossero coinvol ti nelle posizioni deipartiti, Perfino Engels, ilcompagno prindpale di Karl Marx,
descrive cosl il «rapporto»: «La sua relaz ione era net tamente di
parte , stesa per scopi di partite da nemici d ichiarati del s is tema
industr ia le . .. Sadler si lascio t radi re dal suo nobi le entusiasmo e
rese dich iarazioni falsate e completamente errate» 9. Un altro,
seppur meno acceso, opposi tore del s is tema indust ria le cosl de-
sard», XVII, 1833, p. 79.
, FIELDENsi valse del lo s tesso art if ic io in The Curse of the Factory Sys tem,
1836. Probabi1mente , anche nei primi giorni del s is tema del la fabbr iea, quando
g li appr endis ti del le o ffic ine cost it ui vano l a maggi or parte della mana d ' oper a
infantile, i1 quadro d 'or ro ri d ip int o da Sa lder e F iel den non er a s ta to af fa tt o ti -
p ieo. Pers ino Rober t Owen ammise che, quando acqu ist o il suo cotonif ic io nel
1799, i£anci ul li che v i l avo ravano da apprendi st i er ano «ben nut ri ti, vest it i edalloggiar i e , per un osservatore superficiale, sani d 'aspet to». (Report of Select
Commit ee on t he St ate o f t he Chi ld ren Employed in the Manu fac to rie s o f the Un i-
ted Kigdom, «Comitate Peel», 1816).
, E solo tr e Iu rono chia rnati, s ebbene l' inchie st a si ri so lve ss e pr at ic amen-
te in un'indaginc sui cotonificil
, Fnmnmcn ENGELS, Condit ions of t he Worki ng Class es in 1844, Londra,
1892, p. 170.
137
~-- ..-.------------p------
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scrive Ia situazione : «Tutt a Ia faccenda assunse a quel tempo il
carattere di una questione politica di partito, con i Tories, a cui
in genere doleva la sconfi tta sul la questione dell a ri forma, che
andavano volentier i alla r icerca di quals iasi cosa si potesse por ta-
re a galla per mettere in cattiva Iuce, agli occhi del pubblico, la
classe media industriales 10.
C'e da stupi rci dell a st izza degl i indust ria li pe r le manovre di
Sadle r e del la loro ri chiesta di uri'ult eriore inchiesta? Tutto cia
che Hutchins e Harrison c i dicono in proposi to e che, sebbenegli interess i degli indus tr iali «fossero s tati ben rappresentat i nel
Comitato Sadler, essi erano scontenti dei risultati e facevano
ora pressioni per un'ulter iore inchies ta , da tenersi all 'istante» 11.
II dott. Slater afferma che I'ira degli industriali era rivolta al-
I 'dnsolito comportamento del Comitato nel r icevere depos izio-
ni del le vit ti me stesse» [2. Perche questa continua ant ipat ia per
gli industriali?
Nei rapporti compilati da lla Commissione successiva 13 si
possono trovare del le eff icaci r ispos te a tut te le accuse formulate
davanti al Comitato, rna questa e una cosa che pochi sc rittori ri -
cordano; la maggior part e prosegue ne lla t ratt azione, come se Ie
storie esamina te dal Comita to fosse ro stat e confermate [4. E
possibi le renders i conto della dif ferenza ner carat tere del le tes ti -monianze osservando che R. H. Greg, un critico accanito del
Comitato Sadler, pote nondimeno accennare alle tes timonianze
pubblicate dalIa Commissione sul le fabbriche come a «un com-
plesso di t estimonianze uffic iai e ed autenti co, di fronte ai quale
tut ti dobbiamo inchinarci», In pa rti cola re si dimost ro che I'ac-
cusa di crudelta s is tematica verso i bambini era completarnente
10 E. VON PLENIER, Engl i sh Fac tory Legi sla t ion , Londra, 1 873 , p . 1 0.
" HUTCH[NS HARRISON, op. c i t. , p . 35.12 GILBERT SLATER,T he M akin g o f M od ern E ng la nd , Constable, Londra,
1913, p . 122 .
IJ F it'st a nd S ec on d R ep or ts o f th e C om missio n o n th e E mp lo ym en t o f C hil-d r en i n Fac to r ie s (1833) e Supplementar y Repor t (1834)
'·1 WING in ef fe tt i a ff ermo, in modo conc lu sivo , ch e qu est e r el az io ni c on-Iermavano pienamente le tes timonianze rese avanti ilComitato Sadler (Evils 0 /t he Fac to .r ySys t em , La~dra, 1837, p. XIX). H. DE B. GIBBINS ded ica tre pag ine
del suo lib ra , Industry In England , ad una ana lisi del le tes timonianze rese avanti
qu es to Comit ato, rna nul la di ce c ir ca l a Cornmis sion e su cc ess iv a. L a su a de scr i-
zion e de l s is tema del la I abhr ic a s embra e sse r st at a ba sat a qua si i nt er arncn rc s u
un 'ac cet ta zion e s up in a de gl i sc ri tt i, n et tamente d i p ar te, di WHATLEYCOOKETAYl.OR e SAMUELYDD.
138
infondara , e non pensiamo che a lcun at tento studioso che legga
queste relazioni possa avere dei dubbi sul fat to che Ie premedita-
te crudelta che in effet ti esistevano erano inf li tte ai bambini da-
gli operai stessi, contro la volonta dei padroni e senza che costo-
ro 1 0 sapesse ro. I padroni e rano nel complesso, come molt i de i
loro avversari ammettevano, «uomini di grande umanita».
Nonostante la grande massa di materiale in nostro possesso,
e dif fici le per noi ottenere una chiara vis ione delle condizioni fi-
siche e morali de i fanciulli che Iavoravano in fabbrica. Gran par-
te , e forse Ia pil i preziosa, dell e nost re informazioni provieneda lle testimonianze di medici, rna ne gli Hammond ne Hutchins
e Harrison fanno alcun tentativo di valutare le loro tes ti rnonian-
ze. Non e cosa faci le a fa rsi , anche se rit eniamo che idottori sia-
no andati esenti da pregiudizi par ticolari . Vi sono due dif ficolta
principali. Prima, l'attitudine mentale di mold di quelli che si
accingono ad esaminare 1 0 state di salute di un par ticolare grup-
po di pe rsone , fa nasce re l'idea del mala to immagina rio; secon-
da, 1 0 sta to de lle conoscenze mediche era tale che le opinioni me-
cliche, in quanto dist in te dalIe osseruazioni, non hanno alcun va-
lore. I I «salasso» era ancora i l r imedio pil i in auge per 1amaggior
parte delle malattie [5. Tuttavia imedici erano almeno degli os-
se rvatori at tend, e , mentre le loro esperienze sono illuminanti , Ie
loro t eor i e a s tra tt e non ci sono affat to di aiuto . S i potrebbe quasi
pensare che gl i Hammond e Hutchins e Harri son siano conv inti
del cont rario: si a gli uni che gli alt ri acce tt ano Ie test imonianze
rnediche fornite avanti il Comitato Peel nel 1816 16, che erano
favorevoli al punto di vista dei r iformatori , rna r if iu tano, perche
vizia te da pregiudizi, quel le fornit e avanti i l Comitato dei Lor-
ds [7 due anni pil i tardi , che erano favorevoli alia pos izione degli
industriali.
Proviamo a rnettere a confronto Ie deposizioni dei medici
contenute nell e re laz ioni di quest i due corni tat i. I nove dot tori
chiamati avanti il Comitato Peel non espressero pra ticamente
a lt ro che un insie rne di opinioni astrat te. Sei di essi ammisero di
non saper p roprio nulla dell e «manifat ture», ecce tto che per sen -
" A lcuni med ic i p ens arono a il e qu al ir a pu ri fi ca tr ic i de l fumo del g as , d el le
cmanaz io ni , ec c. (Cf r. PIIILI1 GAsKaL, T he M a nu fa ct Ul in g P op ul at io n o f E n-
gland, Londra, 1833, p . 265).
" Op. cit.17 eft. Lord 's Se s sionalPape r s , vol . IX, 1818.
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~ _ _ _ - - - - - - - - - - - - ~ -
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tito dire; uno aveva avuto esperienza di una fabbrica «quando
era molto giovane»; uno confesso d' e ssere amico personale di
Nathanie l Gould, e l'al tro (Kinder Wood), nonostante fosse te-
s timone a favore, contraddisse largamente le depos izioni dei col-
leghi, Le dornande che venivano loro poste erano del tipo se-
guente: «Supponiamo che fanciul li in giovane eta . .. » Essi rispo-
se ro fornendo Ia Ioro opinione su c io che pot eva (0 doveva) acca-
dere in quel le ci rcostanze, senza aver mai in effet ti osservato dei
fanciulli in quelle condizioni.
Consideriamo ora il Corni tato dei Lords del 1818. Gli Ham-mond cercano di screditar lo , osservando che esso «scopri dei me-
dici di buona reputazione pronti a giurare che la vi ta di fabbrica
era molto sa luta re per i fanciul li, e che e ra dubbio che facesse 10 -
ro male lavorare venti tre ore su ventiquat tro» 18. A questa non
aggiungono nulla , per cui si deve pensare che la £rase intendesse
esprimere Ie loro impressioni . Hutchins e Harrison dicono: «A1-
cune del le deposizioni dei medici avanti i l Comi tato dei Lords
fanno pens are che uno 0due dei medic i chiamati a deporre fos-
sero Iet tera1mente corrott i dai padroni , tanto sono straordinari i
l oro sot terfugi e le loro scappa toie per evi ta re di rispondere a Ile
domande che venivano loro pes te» 19. Entrambe queste osserva-
zioni hanno scarsa giustificazione.
I medici chiamati a testimoniare in questo caso avevano
uri 'esper ienza pratica del le «manifatture» e avevano osseruato i
fanciul li in esse occupati, e le loro depos izioni , in generale, dan-
no I 'impressione ehe, qualunque fosse I 'effet tivo orario di lavoro
de i fanciul li ne Ile fabbriehe a que l t empo, l a Ioro salute era a lme-
no altrettanto buona di quell a dei fanciulli non occupati nelle
fabbriehe. GIi uniei «sotte rfugi e scappatoie» ehe troviamo era-
no semplieemente tentativi, sotto il fuoeo delle controinterroga-
zioni di Sa rjeant Pel l, che aveva ricevuto i st ruzioni a questo seo-
po, di astene rsi dal l'esprimere opinioni astra tte che fosse ro pri -
ve di un'effettiva base d'osservazione, A uno dei medici (E.
Hulme) fu chiesto: «Lei, quindi, in quanto medico non e i n gra-
do di esprimere un' opinione, indipendentemente dai risult atidell e osse rvazioni ci rca i l numero di ore per cui un fandullo sia 0
' " Cfr . I-IAMMOND e HAMMOND, Lord Sha ft e sbU lY , p. 11; si conf ront i anche
T he T ow n L ab ou re r, Longmans Green & Co., Londra e New York, 1917, p. 167_
" Op. cit., p . 26.
140
non sia in grado di lavorare, senza pregiudizio per la sua salu-
te?». La risposta fu: «No, non sono in grade». Si tratta forse di
una r ispos ta basata sul sot terfugio 0 sulla seappatoia? Piu volte
incontri amo, ne i lavori di questo Comita te, l'affermazione che
era irnpossibile un'opinione astratta, 0 fondata soltanto su moti-
vi astratt i, c irca ilnumero di ore che ilfanciullo poteva lavorare
senza danno. Per il lustrare la fut ili ta di ogni tentat ive di dete r-
mina re un l imi te teori co basa to sul le sole congetture, Hulme ri -
spose COS1: «Se si verifi casse i l fa tto anormale ehe una persona
resistesse a lavorare ventit re ore , e se risult asse che non ne ha ri -
senti to , io.af fermerei che la cosa non e incompatibi le con la eo-
s ti tuzione I is ica del la persona in questione», I I confronto di que-
sto brano con la dese rizione dell 'accaduto soprac ita to che ne
danno gli Hammond puo servi re a fa rsi un'idea di quanto poco
sdentif ico sia illoro atteggiamento 20. Come Hulme spiego: «La
rnia risposta voleva soltanto dire che non ero in grado di asse-
gnare alcun limite» 21.
II cont ribute piir interessante da part e dei medic i ost ili al si-
stema industri ale provenne da l dott. Turner Thackrah, con ilti-
tolo G l i e f/ et ti d e ll e p ri nc ip a ls a rt i, me st ie ri e p r oi es si on i s ul la s al u-
te e su lla longeu ita (1831). Questo libro divenne quasi sacro per
Oastler e Sadler, e fu largamente citato da una lunga serie di ri-formatori . Tuttavia non e in alcun senso un' opera di parte, ed il
suo autore non era sta to att ratto a far part e d i alcun movimento
poli tico di part ito. La stampa conse rvatri ce di Londra deve esse r
stata molto indecisa sul l' aecoglienza da fargl i, perche egli r icer-
do agl i edi tori che, mentre sostenevano Sadler nell a sua campa-
gna per le «dieci ore», i loro stessi dipendenti venivano fat ti la -
vorare «da quindici a diciassette ore al giorno, cost mi si di-
eel» 22. Thaekrah si propose di esaminare scienti ficamente e di
mettere a confronto 1 a salute degli occupati in tut te le principal i
attivita lavorative del tempo, e fu solo mediante dtazioni par-
ziali che ir iformator i r iuscirono a servirs i cos t largamente del la
sua opera. Cer to egli avverso con notevole calore i l lavoro infan-
til e (sia dentro che fuori de lle fabbriche ) e giustifi co questa suaposizione a ffe rmando che «il pe riodo de llo svi luppo fi si co non
aoForse s i sono basad mila versione d is to rta di WHATELY COOKE TAYLOR in
Modem Factory System, Londra, 1891.
" Lads' Sessional Papers, IX, 1 818, p. 2 2-eaCfr. E ff e ct s o f t h e Pr i nci pa l Ar t s, ecc., p_ 222.
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dovrebbe essere un periodo di sforzo fis ico» 2\ rna non riusd a
mostrare che Ia salute degli operai che avevano lavorato da fan-
ciul li fosse per nulla peggiore di quel la della maggior parte degli
alt ri s trat i social i, anche delle classi pil i r icche. Si mostro al tret-
tanto indignato nei confronti delle scuole che ifigli dei ricchi
erano, cost ret ti a frequentare, che delle condiz ioni nelle fabbri-
che. E sorprendente che non ci si sia resi conto, in tutto il suo
valore, dell'importanza della sua testimonianza. Hutchins e
Harrison recano una citazione dal suo libro, rna trascurano com-
pletamente le sue conclusioni generali 24.
I l contributo di un alt ro medico, Gaskel l 2\ e prezioso per Ia
stessa ragione per cui 1 0 e quello di Thackrah, e, cioe, che egli
~ra nemico dichiarato del sistema della fabbrica 26. La sua opera
e molto nota, rna pare aver esercitato un'influenza cost scarsa
sulla maggior parte delle discussioni in materia, che sembra desi-
derabile compiere qui una qualche disamina delle sue opinioni.
Egli non diede alcun sostegno alIa tesi che 1'avvento delle
fabbriche avesse coinciso con la degradazione economica dei Ia-
voratori. Al contrario affermo chiara mente che, a prescindere
dall' ef fetto sui tessitori a mano, esso aveva avuto come conse-
guenza un vasto progresso materiale, e che i salari degIi operai
dell' industria cotoniera, «con Ia giusta economia e previdenza, Iiporrebbero in grado di vivere comodamente , anzi , in un relativo
lussos 27. Era la degradazione morale del lavoratore quella che
preoccupava Gaskel l. Egl i condannava Ie fabbriche per il oizio
che a suo parere esse avevano cont ribuito a produrre , provocan-
do la perdi ta del l' «indipendenza» dei lavoratori 28. I fanciulli
2) Ibidem, p. 45.
'·1 Essi par lano del dott. Turner Thackrah come «dott. Thackrah Turner»
errore ehe e r ipe~uto nelI 'i~diee. Apparenternente non si accorscro mai di que:
s t? errore, pere~e esso fu ~lpetuto nella seconda edizione della Ioro Storia, pub-blicata dopo unmtervallo di otto anni.
as Op . cit.
>~ Si ~teneva ut_ile, in un' argornentazione in difcsa del prime sistema di
f~bbne~, .eHare pnnclpaI~ente da fonti di avversari, rna gli argomenri piu con-
vmcenn tn suo favore st t rovano negl i s cr it ti di pa rt i interessa te Baines ildot t. .Ure ~ R. ~ . ~reg. C'e ~na .massa di mate riale COS! voluminosa' proveni~n-
te dal va~l Com~tatl ~ Comrnissioni che sarebbe possibile sostenere, in base a
document~, quasI. ?gm ~~fermazione scegliendo appropriatamente le citazioni;
ma, seletti con spmto cnnco, essi scno illuminanti.
" O p. cit., p. 216.
" «Per.dita. d'.indipende~za,> e un' espressione vaga, molto usata ed abusa-
tao Uno del principali effetti sociali del reg ime di fabbr ica sembra esser stata
142
erano costret ti a trascorrere gli anni in cui erano pil i impressio-
nabili in un ambiente della massima imrnoralita e degradazione,
di cui dipinse un quadro veramente spaventoso.
Chi scrive rit iene profondamente significative it fatto che
Gaskell, nonostan te sostenesse queste opinioni, e nonostan te
considerasse ilIavoro di fabbrica in generale «estremamente ina-
datto per fanciull i», non potesse risolversi ad invocate l 'aboli -
zione del lavoro infanti le, «L'impiego di bambini nel le fabbri-
che», egli scrisse, «non dovrebbe esser considerato un male, f in-
che gl i a ttuali costumi morali e fami liari del la popolazione nonsaranno completarnente mutati . Finche non sara lora possibi le
ricevere un'educazione in casa, e f inche saranno lasciati a con-
durre vita illselvaggi, essi s i trovano per un certo verso in una si-
tuazione migl iore quando sono impegnat i in un lavoro leggero, e
il lavoro che tocca loro cornpiere e generalmente Ieggero» 29. La
vi ta dei fanciuIli nelle lora case prima del lora ingresso nel le fab-
briche era la causa principaIe della degenerazione fisica che allo-
ra esis teva, e Gaskel l pose l'accento su questa tesi , «Questa con-
dizione, bisogna sempre tener presente, non ha nulla a che vede-
re con illavoro - fino a quel momenta il fanciullo non ne ha an-
cora intrapreso alcuno» 30.
E possibile stabilire fino ache punto l 'impressionante immo-
ralita che Gaskell rite neva esistesse ai suoi giorni era dovuta al
nuovo regime industriale? E certo che egli abbia esagerato di
mol to la di ffusione del viz io e della degradazione. Una cornmis-
sione costituita ax sensi della «Poor Law» . alcuni anni prima
l 'evoluzione dell' idea di un contratto in base a salar io, che p rese ilposto del-
[ 'antica idea di servitu . Nel Second Report of the Factory Commission (1834) si
notano le parole «indipendenza» 0 «indipendente», usate ripetutamente da da-
tor i d i !avoro chiamati a testirnoniare, i quali v ivevano in tutte le par ti del pae-
se (piiJ di cinqueceuto testimonianze], che le ritenevano essere pili evidcnti per
descrivere I'atteggiamento degli operai. Le parole venivano usate di solito in rio
sposta a una domanda circa queste intimidazioni daparte dei padroni.
" GASKELL, op. cit., 1 1 . 20 9 .
m Ibidem, p. 198. E interessante notare che Gaske ll non condivideva la
eomune canvinzione che 13 vita di fabbrica arrestasse 1 0 sviluppo delle falcolta
intellettuali; egli riteneva che avesse I'dfetto opposto. Egli respinse anche l'ac-cusa, f requente, che la temperatura e la composizione dell' atmosfera in cui la-
voravano ifanciulli fose dannosa allasalute.
, Con il nome di "poor laws» si designana diverse Ieggi, l 'u lt irna e pili im-
porrante delle quali fu approvata dal parlamento inglese nel 1601. Esse mirava-
no a istituire una forma di assis tenza pubblica pet g li indigenti. Nel testa ci si
r ifer isce alla nuova "Poor Law», approvata dal par lamento inglese ne! 1934.
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aveva fornito una descrizione a t inte mol to fosche, e sembra che
egli abbia accettato senza indagare le accuse formulate dagli av-
versari del s is tema ", Intorno al 1830 era sorto improvvisamen-
te un intero filone di scritti che lamentava 10 scadimento morale
della popoIazione, e puo forse servirci di chiarificazione l 'esame
di un saggio dal titolo I n ch i es ta s u ll e c ond i zi o ni d e ll a popol a zi o ne
industriale, che porta la data del 1831, e che, anche se uscito
anonimo, sembra aver influenzato e forse ispirato mold degli
scrittori successivi che la pensavano a quel modo n. Non solo
Gaskell ne subi I'influenza, ma il dott. ]. P. Kay, nel suo saggioLe condizioni fisiche e morali delle c lass i lavora t r ic i (1832), vi a t-
tinse largamente, ed un gran numero di opere del tempo ne con-
tengono dtazioni. Per questo possiamo ragionevolmente ritene-
re che il seguente cornplimento ad una potenza straniera esprima
un punto di vista non raro tra lec lassi educate di quel tempo.
«La Spagna, il pil i ignorante, arretrato e meno dedito ai com-
merci tra tutt i ipaesi che voglion dirsi civili, e , per quanto ri-
guarda i rea ti contro la proprie ta , t re u o lt e meno disonesto della
Francia, e piu d i s ett e u ol te meno disonesto dell' Inghi lterra. Si
tratta di un fatto terribile e pili eloquente di interi volumi. Tra
I'elenco dei crimini cornmessi, 1 a Spagna annovera il cannibali-
smo, ma le rapine sono rare, ed i piccoli furti anche menu fr equen ti» .
Di questo si dava la colpa aile fabbriche. L' importanza da at -tribuirsi a queste opinioni puo giudicarsi da un'ulteriore citazio-
~ V > C : ; ~ ~ ~ ~~~;;~~~4~~r~~~~11~~~~~!~~!~":~·~~_~~~~na-
- «In ogni drcostanza sconsiglierernmo I 'uso t roppo frequente
di te debole, in quanto e estremamente debilitante per 10 stoma-
COj rna questa abitudine e additit tura fatale per la costituzione
di chiunque sia dedito a lavori pesanti . .. esso fornisce un tempo-
raneo sollievo a spese di una successiva reazione, Ia quale, a sua
volta, richiede un altro e pili forte stimolo». Questo portava al-
l'abitud ine di mescoIare i l gin aI te , abitudine di ffusa «in manie-
ra incredibile t ra la nost ra popolazione indust ria le». Non si cer-
J! Un membro del la Commiss ione, ' I'ufnell , scr isse che «il complesso della
atruali t es timonianze serve a provare che Ie accuse di immoral it a nei cotonif ic isono calunnie». iRelasione aggiuntiva, D. 2, 1934) .
sa L'autore era W. R. GRHG, ilquale , sebbene Iosse un fecondo pubbl ic i-
st a, non r ivendico ma i La pa te rn ita di quest 'opera . Essa e segna ta al ia voce
«Enqu iry» ne! cat al ogo de l Bri ti sh Museum . Eg li ben pr es to mut o compl et a-mente opinione, Si veda ilsuo art icolo nel l' «Edinburgh Review» del 1949, p. 497.
1 4 4
ca qui di mettere IIIridicolo un brano scelto con cura e scrit to da
un eccentrico. Si trattava invece di un'opinione comune. II _' , rdott.]. P. Kay (che pili tardi doveva diventar famoso sotto il no- HA } . . i , \ ) 1 . ~ - ( ~ < k 9 .
me di Sir] ames Kay-Shuttleworth) disse esattamente la stessa '
cosa, usando quasi le stesse parole, nell' anno successivo ~~.
E questo solo un esempio del tipo di argomentazioni che si
trovano costantemente, volte a dimostrare che la degradazione
morale era deriYi.lta...dalle..Jabbriche".e..cor:redatada:-e8empi__chc: a
noi c:c;n-nm;Ta~aitapotrebb.e~.(),suggerireprogresso economico
esociare."Thacliah·~¥£J~r~Y~jJJ,~.ti.q·:di~, .... h im Q i n I . ..D9.h,ji:~~~··~o1ifentassei(}~pIila~i';cibiseml?lici»!Illa volessero ..le .«leccor-@ e > ; i ' 9 ": " "T r r e v : - - C : s::stilf la~~~ta~;:~h~)e ~aga~zea~~~serola
.·lenaenzaa compraregr~zi~sl- abitTEittlnei - n e g o z i , . . .nvecediIrrseU-dli-sole;percne'questaabitlidfne"leiendeva"poco'adaHe··a
«diventareiJuDm:lmmti~':-Pe:rG:iskelr·I'-iiso· deItabaccoerauiisegn;(:.H"d~caaenza:'<l)gni giorno si possono vedere centinaia di
uomini cI1e-aspi ranoi fumi di questa strana pianta» >6. Anche
nello sviluppo delle associazioni dei lavoratori egli vide un decli-
no morale: gli uornini non erano pili «rispettosi e solleciti» verso
iloro «superiori» ".
La risposta pi li frequente degli indust ria li a ll ' accusa di im-
moralita r ivol ta cont ro gli operai era che, per quel tanto che essa
era fondata, Ia causa era da ricercarsi nell'ir religiosita. Ma eraquesta un modo di pensare di ffuso dappertut to. Gaskel llamen-
tava la frequente assenza di una fede «in uno sta te di r icompen-
sa 0 punizione futura . .. Essendo la mente umana cost priva delle
caratteris tiche che pil i la nobil itano, che rneravigl ia che sia ri-
dotta ad un selvaggio deserto?» 38.
Delle cause speci fiche avanzate per spiegare l'apparente de-
cadenza, ce ne sono due che sembrano aver una certa plausibi li-
ta o La prima e rappresentata dagli alt i guadagni degli operai, che
Ii portavano ad intemperanze. Sia Thackrah che Gaskell , consi-
derano questa una cosa assiomatica, «I lavoratori che producono
libri tascabili godono di alt i salari e non sonG tenut i a rispet tare
I
j
I!
) ) J . P. KAy, The Moral and Physical Condi tion of the Working Classes , Lon-
dra 1832.J-I Testimonianza Thackrah avanti ilComitato Sadler, o p . c it , p. 514.
" SADLER, Report, p. 423.
" GASKELL, o p . c i t. p. 110.)] GASKHLL, Artisans and machinery, Londra, 1836, p. 22.
" GASKELL, Manufacturing Population, pp. 282-83.
1 4 5
-·--
i
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un orario. Percio sono molto depravati» "'. «Gli alti salari con-
cessi in alcuni reparti portano all 'ubriachezza ed all 'irnpreviden-
za» 40. «Inoltre, g li alt i salar i molto spesso, se non nella general i-
ta dei casi, inducono l'uomo all'internperanza» 41.
La seconda causa avanzata che sembra contenere qualche
elemento di verita e che la degradaz ione morale fosse dovuta a l
£lusso di immigrant i irl andesi che vennero a prendere il posto di
quei fandulli che erano estromessi dall'industria dai Factory
Acts. Isalari dei fanciulli, che di rado ammontavano a pili di
quattro 0dnque scell in i aIla sett imana, erano tut tavia un grande
incent ive per gente povera come gl i i rlandesi, Engels era de l pa -
rere che la continuazione dell' espansione dell' indus tr ia inglese
non avrebbe mai potuto avvenire se non fosse stata di spon ibil e
questa riserva 42. Li si descriveva come «razza incivile» e puo
darsi che la loro inferiore t radizione soc ia le abbia reagito sul re-
sto della popolazione, Siccome presero i1 posto dei fandull i, l 'ef-
fetto sui sa lari non fu probabilmente molto notevole. Iredditi
del le famigl ie ne devono aver ri sentito, pa rti cola rmente dove i
Ianciul li estromess i non r iuscirono a trovar lavoro nelle miniere
o nell'agricoltura. L'ipotesi di Dobb, che l'afflusso di irlandesi
abbia avuto l 'e ffetto di ridu rre i sa lari «ad un Hvel lo bruta lmen-
te basso» 43 non e cer tamente comprovata dal le stat ist iche a no-fit stra disposizione 44.
g{J(O'lwv:::r~.;"!!A·tapi li impressionante del le accuse mosse al primo sistema diI ~~.-~.~ .--.-.~--.-~.--~-- ....._~ __·__~__·.~····oo._... _--...•..-.._•....- .._-
!--..~bc~1~0~~1ei;~~~tt~i~:;~i·t~J~~iil:riQI~~~!j~~~~t!itf~! Ie imperfezioni erano pi li frequenti tra ilavorator i diJ~g.~~.~<: : .~! nra-ch<,:d~'caiIseg'li " f o s s e f 6 s c 6 n o s c i U f E U nglorrioa-p··p·r~se da un!L. a r i iI c o « c o n 6 f f o f (: ; > cne'quesfeJefori ii iia eran dovute a lla loro
vita nell e fabbriche; egli rimase «profondamente colpi to da do
che aveva udito» ed ilmattino seguente si sedette a scrivere la
sua famosa lettera al «Leeds Mercury» sulla «schiavitu nello
" TIlACKRAH, p. c i t. , p, 24., . I b id em , p. 111.
" Thackrah, avanti ilComitato Sadler.
" ENGELS, O p e cit., p. 90." M. H. DOBB, Cap it a li st E n te r pr is e and So c ia l is t P r ogr e ss Londra, 1925, p.
331.
" NOWLEY, W ag es in tbe U nited K in gd om , Cambridge Univers ity Press ,
Cambridge, 1990, tabella a fronte e li p. 119.
146
Yorkshire» 45. Ma risulta che a quel tempo vi fosse una vasta e
genera le diffusione del le deformita , e che queste sembravano
non dipendere affatto dall'occupazione 46. Di cio si trovano am-
pie conferme in numerose fonti contenute nelle relazioni pub-
blicate dalla Commissione per le Fabbriche nel 1833 e neI
1834 47. II fatto che S 1 sia generalmente prestato fede all 'opinio-
ne contra ria sembra esse r dipeso unicamente dal l'energ ica pro -
paganda di Ashley, Oastler, Sadler e dei Ioro seguaci. Se in ef-
fet ti v 'era una proporzione lievemente maggiore di deforrnita 0
rachi tisrno tra i fandul li che Iavoravano in fabb rica , questo puoesser spiegato ricordando la frequente affermaz ione che i fan-
ciulli che non erano abbastanza forti per altri lavori venivano
mandati ai cotonifi ci a causa del la poca fa ti ca r ichiesta dal lavo-
ro cola 48.
Willi am Cooke Tay lor narra di uno sto rpio, deformato dal la
nasci ta, che «veniva messo in mostra , come un numero di spett a-
colo , nel salone di un generoso nobiluomo», spett aco lo che era
ripetuto tutte Ie sere per inculcate nel la buona societa londinese
la convinzione che questa infelice creatura fosse un ottimo
esernpio dell e nodve conseguenze del lavoro in fabb rica 49. Era
stat e anche paga to per compiere una tournee a questa scopo. Pil i
tardi egl i off rl ipropri servigi agli industriali, per smascherare i
metodi del pa rtito che orig inari amente l'aveva assunto, offert a
questa che fu «sfortunatamente declinata» '0.
Ipropagandisti avevano un ottimo ambiente sociale in cui
compiere i lloro lavoro. Mai vi fu epoca pil i incline al cul to del la
" SAM JEL KYDD, H is to ry o f t he F ac to ry M ov em en t, vol, I, Londra, 1857,
pp. 96-98. <"CC' ' ' ' ' ' . '
" ANDREW COMBE, Principles o f P h y s io l og y , 2' cd., Londr a, 1934. Combe, ' : . j
imputava p rincipa lmen te a ll ' a bi tu dine d i f as ci ar e i n eonat i l a p res en za - 'a i' de- .j!Jorrn ita1Crr:-p :T59r"-----~-·-~----·' "·---·-·-··c . .- -- - -- - .~ -- -. .. .. .•~ ..- - " .• .. .. .. .. .. .- -
~~' --"-Uno dei membri del la Commiss ione (Cowell), per accerta rs i sul la fonda-
tezza dell'accusa di r ach it ismo de i f anc iu ll i c he l avo rav ano in Iabbrica, si presela briga e li accertare fa l o ro e ta e po i e li misurarli e pesarli . La [oro a ltezza media
risulto essere identica a que lla dei fanciul li non impiegati nelle fabbl·ichc. II pe-
s o med io r isu lt o l egg ermente infer iore. Cowel l imputo ques to a ll a r el at iva l eg -
gerezza del loro lavoro." Si vedano Ie testirnonianze del Comitate de ll a Camera d el Lords , i n Ses-
s ionalPape r s , voL IX, 1818.-e WILLIAM COOKETAYLOR,The Fac to r y S y s tem , Londra, 1844, pp. 71-72 .
'" ROBERTBLINCOE, I e cu i MemOlie e bb ero grande inf lu en za, puo a ve r pre-
stato ilsu o nome ad una stor ia p il i a meno v era; ma, n ono st ant e l e su e s uppost e
soff er enze, egli visse f ino a tarda et a c Samuel Kydd [0 descris se come «uomo
relativamente in buona salute».
147
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salute delieata. Era l'epoca di Mrs. Hemans '. e c'e da meravi-
gliarsi che mold dei suoi ammiratori abbiano cercato nelle fab-
briche ispirazione per le lacrime? Mrs. Trollope e Mrs. Bro-
wning (Elizabeth Barre tt ) trovarono in esse un utile tema, e per-
sino Sadler fu spinto a comporre L'ultimo giomo del fanciul lo
della [abbrica nello stile allora di moda.
Era facile impressionare iTories, iquali per 1 0 pi li non solo
ignoravano Ie condizioni delle fabbriche 5\ ma erano inclini a
condannare gli indust ria li. «L'an tico senso di disprezzo», dice
Ure, «che igentiluomini di campagna provano per iborghesi... eancora incoraggia to dai laudatori del la loro classe, e si e manife-s tato, in modo chiaro, nella recente crociata del Parlamento con-
tro le fabbriche» 52. Si pensava ai bambini fQ..~..h.31_deglL.schiaJ,d,
C~~~~~il~flr~~:~~~~~~~~~~:ntrava, 0 immaginava di entrare in un cotonificio, e vedeva i
piccoli operai intenti ad una monotona routine, e pensava a
«quanto pili piacevoli sarebbero state le libere capriole delle pic-
cole membra suIla coll ina , la vista del verde praticel lo con il suo
lucciehio di ranuncoli e rnargherite, il canto degli uccelli ed ilronzio delle api... (ma) abbiamo visto fanciulli per ire di fame e
null' alt ro che fame nei tuguri di fango 0 nei fossi lunge la via» 53.
, \ A paragone degli operai delle fabbriche, ilavoranti agricoli vive-
vane in abbiet ta poverta, ed il lavoro in cui si impegnavano i
\ Cd 0 -[I')" fanciulli della campagna era ~-fatlcosoClle31]avoro- di
' .1 \,S2)l. .Q .- - . .:fahbr!~-'=~:-'Futtavia~~<dha--d(Ylti-vedevaiio-d~gIr;~s~~vatori ca-
i 'i)'I/f,(~~t~J\QsuaIi, se non quando c'era il bel tempo» 55. Alla domanda di Tho-
rold Rogers suI perche egl i non avesse cercato di estendere la le-
gislazione protett iva ai fanciulli della campagna, quando sapeva
• Poetessa romantics inglese (1793-1835). (N.d. T.)
" Persino Lord Shalresbury «decline un ' o ffe rt a di condurlo a visirare iprincipali Iilatoi, definendola gratuita e non necessaria» (W1l.LJAMCOOKETA-
YLOR , op . c i t. , p. 11), e S ir Rober t Pee l, p ropri et ar io d i fabbrica, e ra ben poco
esperto del la natu ra e delle cond iz ioni de ll 'industr ia co ton ie ra ( P hi lo so ph y o fManufactures, 3" ed. , Londra, 1861, p. 6).
" UR E , op. c i t. , p. 227." WILLIAMCOOKETAYLORp. cit., pp. 23-24." Sarchia tura , s terpar tura , semina dipata te , ecc .
" WILLIAMCOOKETAYLOR,op. c i t. , p. 26
148
che ilioro lavoro era «di un danno fis ico del tutto uguale» a quel-
1 0 dei fanciulli nelle fabbriche , Lord Shaftesbury rispose che si
trattava di un problema di strategia polit ic a e che, se avesse pa-
trocinato l'emancipazione di tutt i, non avrebbe ottenuto I'ap-
poggio di alcun partite 56.
L'unico atteggiamento degl i industr ia li nei confronti del la
propaganda contro Ie fabbriche era di apatia. William Cooke
Taylor afferma che essi erano persuasi che Ie calunnie che veni-
vane messe in giro non avrebbero mai convinto nessuno, ma che
il loro silenzio, che si affidava al buon sense dei loro concittadi -ni, fu scambiato per una ammissione di colpa 57.
AIeune esagerazioni son dure a morire 5 " . Per esempio, gli
Hammond ripetono due volte I'affermazione di Fielden che egli
aveva trovato, mediante un esperimento prat ico , che ifanciuIli
impiegati negli stabilimenti camminavano venti miglia al giorno
nel corso del Ioro lavoro 59. Fielden non spiego mai quale fosse
questa esperimento. Disse di non voler «entrare in det tag li e mi-
nuzie» del suo calcolo, perche sarebbe «state costretto ad usare
termini che i lle tto re comune non avrebbe compreso» 60, E pos-
sibile che egli ritenesse moderata questa sua valutazione, da!
momento che Condy cerco di dimostrare che in tutto essi cam-
minavano per circa trenta miglia a! giornol R. H. Greg in effetti
compi dei calcoli dettagliati e lipresento con chiarezza. Egl i
mostro che la dis tanza media che un giuntatore poteva percorre-
re in un giorno non superava le ot to miglia M.
Cerchiamo di farci un'idea equilibrata e distaccata delle
5. THOROLDROGERS,T he E co no m ic I nt er pr et at io n o f H is to ry , Londra, 1888,
p.335.
51 Op . cit., p. 11. . " n . so rgere d i un in te re ss e imp li ci to i n una c la sse d i ispett or i d i f abbri ca ,impiegati dello Sta to, s embra aver contribuito a manrener vivo l 'interesse sui
pretes~ errori delle industrie per le quali non esisteva legislazione. E un' ipotesi
che vle~e cerro co.nferm~ta da un confronto tra gli scrirti di Whately Cooke
Taylor (lspettot~ di Iabbrica) e di suo pad re, Wil li am Cooke Tayl or. S i vedanoa ques.to r;rOP?Slto le o~servazioni profetiche di Herbert Spencer sul «prepoten-
t e des ider io .d! ent rare in una car riera s ta ta le» nel le famiglie del le class l medic ealte, e la spinta che ne derivo al controllo legislativo. (eft. T he M an v ers us th eState, R.P.A., Londra, 1884, p. 28) .
" Cfr, T _ he ! o ~n L ab ou re r, p. 158, e Lord Sba lt e rsbu ry , p. 44. Questa ac-
cusa poteva r ifer ir si sol t~nto a quei Ianciul li che attendevano ad un par ticolarelavoro, la«pezzatura». Gli Hammond non sipresero Iapen a di chiar ir lo .
so Op . cit.
.. R. H . GREG, op . cit.
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II'
condizioni di quei giorni ed al tempo stesso di esprimere dei giu-
dizi solamente in base ai criteri di quel tempo: il fatto sal ien te,
ed e uno di que1li che mold scrit tori mancano di porte in eviden-
za, e che, nei limi ti in cui i lavoratori d i al lora avevano Ia possi-
bilita di «scelta tra benefici alternativi», essi sceglievano le con-
,~dizioni che iriformatori condannavano. Non solo isalari pili alti
aCo liinducevano a preferire i llavoro di fabbrica ad altrc occupazio-
ni, rna, come ammissero alcuni riformatori , quando una fabbrica
ri?~~e::~ le ore di lavoro, tendeva a perdere i prop;i operar;In
quanto essi'aJ:idav-at,io~a'~proesfare,cla"li5fo"-opefa~ln'quegir'st;J:)~l-mentHlrctrf'ljotevano~guadagnate--ar£i(l:L;~pp;;ggU;"delr~'a~~se
degIi 'arHgiiiniperi 'F'actoryActspote essere ottenuto soltanto
persuadendoli che la conseguenza sarebbe stata che avrebbero
avuto un salario uguale °maggiore per un lavoro inferiore. Si r i-
teneva che motivi tecnic i rendevano impossibi le ridurre le ore di
lavoro dei fanciull i senza una riduzione paral leia per gl i adult i e
il «movirnento per le dieci ore» (come Hutchins e Harrison non
negano) si occupava, nelle mani festazioni pubbl iche , soltanto
delle condizioni dei fanciulli . Pili tardi i lavoratori furono indot-
ti a considerare i Fanciulli come ipropri competi tori, e puo darsi
che questo sia stato un motive ancora pili forte a favore dei Fac-
tory Acts, particolarmente quando si sviluppo l' idea di far lavo-rare i fanciulli a squadre.
Possiamo ignorare il luogo comune che i l fanciullo, almeno,
non era l ibero neUe sue decis ioni. V'erano due modi in cui veni-
va condot ta l 'a rgomentazione: da un la to «da nessuna minaccia i
fanciul li hanno maggior bisogno di protezione che dai propri ge-
nitori», e dall'altra «i genitori sono gli unici validi e naturali
protettori del fanciullo». Non cercheremo di valutare cio che
queste idee irnplicano, ma la seconda e significativa. Le emozio-
ni umane da cui sorge l 'a ffet to del genitori non differivano allo-
ra da que! che sono oggi, e per renderci ragione del le cause del-
I'apparente mancanza di euore e crudelta, bisogna guardare al
diverse ambiente sociale ed economico.E difficile credere che i ricchi filantropi avessero a cuore
il benessere del fanciulli pil i che ilora stessi genitori. Forse puo
esser stata necessaria la protezione cont ra g li effet ti del l'ubria-
chezza, rna, in genere, I'appoggio delle classi alre aile restrizioni
legali suI Iavora infantile si basava su un'assoluta mancanza di
150
comprensione delle difficolta che le classi Iavoratrici dovevano
affrantare.
Finche 10 sviluppo del sistema industr iale non porto ad un
aumento generale della prosperita materiale, queste restrizioni
possono solo aver fat to aumentare la mi~eria. Non si conosce al-
cun serio tentativo di stimare le sofferenze dei fanciulli che fu-
rono scacciati dal lavoro dai diversi Factory Act. La lora condi-
zione fu descritta da alcuni dei pr imi ispettori delle fabbriche
nominati nel 1833, rna la loro disgrazia fu ben presto persa di vi-
sta nella generale prosperita che segul 62•
Una qualche diminuizione nelle ore di lavora ed una certa
eliminazione del Iavora infant ile ci sarebbe sta ta , con 0 senza le
leggi in proposito, in seguito al l' aumento dei sa lari real i 63. En-
trambi sono espressione di una domanda di tempo libera, ed il
tempo libero viene domandato soltanto dopo che ibisogni uma-
ni di maggiore importanza sono ampiamente soddisfatti.
Inolt re finche l 'uomo non ha nulla da fare nel suo tempo li-
bero, 0f inche i beni che possono essere goduti nel tempo l ibero
non sono abbastanza a buon mercato e abbondanti, che utilita
ha esso per lui? Quando ha queste cose, egli puo operate una
«scelta tra ivantaggi», tra il tempo l ibero ed alt re cose. Spesso
disposizioni di legge impongono la scelta di un'autorita che pen-sa che la sua decis ione sia migliore. Forse, nel caso del la Iegis la-
zione di fabbrica, l'autorita aveva, indirettarnente, ragione.
Dando «artificialmente» all' operaio una maggior quantita di
tempo libera, puo avergli insegnato ad apprezzarne il va lore in se
stesso, e ad anteporlo all 'aggiunta di reddito che abitualmente
spendeva nell'osteria 0 nella birreria. Ma finche la rivoluzione
industr iale non si sviluppo fino a poter met tere al tr i beni in con-
correnza con quelle istituzioni, e possibile che una diminuizione
delle ore di lavoro abbia avuto I'effetto opposto e l'abbia con-
" Gaskell ammise, poco dopo l'sppmvazione del Factories Regulation
Act, che questo, causando il l icenziarnento di un gran numero di Ianciulli , ave-
va unicarnente «aumentato imali cui intendeva porre rimedio, e doveva, neces-sariamente, venir abrogate» ( A rt is a ns a n d Macbiner», p. 67).
" L'eliminazione del lavoro infantile era parzialmente dovuta a muramen-
ti tecnici. La sviluppo del vapore come forza mortice condusse all 'uso di mac-
chinari p iii grandi e meno adarr i ad essere nzionati da fanciulli . Stranamente,
tra gli slogans lanciati dal «movirnento per Ie died ore», non si trova solarnente
«non uccidete ibambini», rna anche «mettete la museruola a! mostro It vapore».
(KYDD, op . c it , p. 61).
151
r -
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dotto a sciupare una quantita del suo reddito anche maggiore di
prima. AlIo stesso modo il benessere morale del fanciulli era for-
se megl io protet to nel le fabbriche che nelle loro case, prima che
fossero giunti a maturazione imutamenti sociali e morali che il
nuovo sistema industriale rese possibile.
II fatto che ivantaggi apparentemente conquistati dai primi
Factory Acts , siano in gran parte il lusori e indicate dal costante
miglioramento che senza duhbio S 1 stava verif icando prima del
1833, in parte come conseguenza del lo sv ilupo del s is tema indu-
striale in quanto tale. Tutte le fonti, a quanta risulta, ammetto-
no che le condizioni peggiori S 1 trovavano Ia dove prevaleva ilsi-
stema di lavoro domestico, e nel le piccole fabbriche e officine, e
vi fu la costante tendenza alIa loro eliminazione attraverso 1a
concorrenza di stabi liment i piu grandi e piu moderni. L 'effet to
della legge del 1833 fu in realta di dar corso ad una tendenza in
senso contrario , perche i lavoratori furono indott i a rif luire ver-
so le officine e Ie fabbriche piu piccole che erano in condizioni
di evadere piu fadImente le sue disposizioni.
L'ostaco1o prindpale al miglioramento sembra esser stata
1'apatia - 1'apatia dell'ignoranza - piuttosto che la cupidigia
degli industr ial i. Padroni e operai, soprat tut to gli operai, sem-
pl icemente non riuscivano a convincersi che certe prat iche era-
no pericolose 0dannose alla salute. Gli operai imparavano molto
lentamente; gli sforzi per mig1iorare le fabbriche dovevano esser
condotti sfidando l'opposiz ione di quegli s tessi 1avora tori cui s i
intendeva recar vantaggio, II padrone di un cotoni ficio si t rovo
di fronte al Ia minaccia di uno sciopero perche aveva instal la to
un ventilatore, e i filatori dissero che faceva aumentare il loro
appetite; la sostituzione di vernice allo zinco a1posto di una al
piombo bianco per preveni re la «colica dei vernicia tori», fu av-
versata dai vernicia tori; e gli operai rett if icatori di Sheffie ld per
anni si batterono contro I'introduzione dell' imboccatura rnagne-
tica. Ma non fu che negli anni sessanta e settanta, quando li-
gnoranza degli operai era stata largamente superata , che Ie «att i-
vi ta pericolose» vennero assogget ta te, in quanto tali , a regola-
mentazione statale.
L'effe tto dei Factory Acts sulla produzione e un problema
che nei trattati moderni non e sta te affrontato con coraggio. Ci
152
fu, ovviamente, una perdi ta di potenzia le produtt ivo 64. Si puo
senza dubbio mostrare che questa sacrif ic io e stato vanraggioso
per motivi socia li , ma 1aperdita economica non puo esser passa-
ta sotto silenzio. Nel caso dellavoro infant ile gli effe tti andaro-
no al di la di una sernplice perdita del posto di lavoro; i fanciulli
persero il risultato del loro tirocinio e per conseguenza la loro
specializzazione da adulti. Un fanciullo puo acquistare la de-
strezza mol to pi li Iaci lmente di un adu1to e questa abi lita acqui -
stata da fanciulli non si perde facilmente.
Alcuni critici sembrano pens are che, demolendo la «teo r iadel l' ul tima ora» di Senior, hanno dimostrato che dal la diminu-
zione d'orario non segul alcuna riduzione di produzione. Si han-
no vaghe teorie sull' « economia delle riduzioni d' orario». Gli
orari lavorativ i piu brevi non £urono ot tenuti senza sacrif ic i; s i
puo dire che essi furono acquistati dai lavoratori con la lora ac-
cettazione di salari in feriori, e dalla comunita in termini di r idu-
zione di produt tiv ita . II fatto che queste conseguenze non siano
Iacili a rilevarsi deriva unicamente dal generale aumento di ric-
chezza che continuo nel corso del secolo e che rese possibile e
cause esso stesso 1 a domanda di tempo l ibero che la classe degli
artigiani infine giunse a possedere. Hutchins e Harrison ripeto-
no la comune credenza che le riduzioni d'orario siano in effetti
state una delle cause principali dell 'aumento di produtt ivi ta che
segul . Non si rendono conto, a quanto pare, che cio cont raddice
la loro affermazione che gli industriali furono impediti alIa ridu-
zione spontanea dell'orario a causa della forza della concorrenza
che dava un vantaggio sleale a chi .non compiva tali riduzioni.
Fino ache punto vi sia della verita nella teoria della economie
derivanti da orari ridotti, dipende unicamente dal particolare
processo produttivo che si esamina; in alcuni casi 1aproduzione
diminui ra proporzionalmene, in a lt ri meno che proporzional -
mente, con la riduzione della giornata lavorativa.
Le due conclusioni principali a cui tende questa anali si sono,
in prime luogo, che ci fu una tendenza generale ad esagerare i
. .. «Ovviarnentes puo sembrare esagcrato , in considerazione delle rnolte e
vaghe argornenrazioni a1conttario. Lo scrittore che con maggior sicurezza mise
ilcarro avant! ai buoi fu GEORGE GUNTON, che aHermo che «il I ivello di v ita e,
per conseguenza, il reddito cornplessivo della famiglia e pili basso Ia dove mo-
glie e f ig li contribuiscono per la rnassima par te aI suo sotentamento», (Wealth
and Prog re s s, Londra, 1888, p. 171).
1 5 3
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«mali» che carat terizzarono il s is tema della fabbrica prima del-
l 'abbandono del l a is se z f a i re, e, secondo, che 1alegislazione indu-
st ria le non fu un elemento essenzia le per la scomparsa de/initiva
di questi «mali». Alcune condiz ioni che con criteri moderni ven-
gono condannate erano al lora comuni ana col let tiv ita nel suo in-
sierne , e 1a legislaz ione non solo causa al tr i inconvenienti non
immediatamente evidenti nei complessi mutamenti dell'epoca,
rna servl. anche ad oscurare ed ostaco1are rimedi pili naturali e
desiderabili.
154
i
L'AUMENTO DEL LIVELLO DI VITAIN INGHILTERRADAL 1800AL 1850 1.
di R. M. HARTWELL
, Per quest a ar ti co lo ho avuto l a f ortuna d i avval ermi de ll ' e same c ri tico diT. S. Ashton, A.J . Taylor, E . Russel, C. P. Kindleberger.
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L
La polemica circa ilIivello di vita dei lavoratori nella prima
meta del diciannovesimo seco1o,e in particolar modo dei lavora-
tori poveri dell'industria, che vivevano nelle citra, e stata 1apiuinteressante e la rneno conclusiva di quelle sulla rivo1uzionein-dustriale in Inghilterra. Nel passato, coloro che sostenevano che
iIliv(:l1odivita fosseapclato peggiora~d~~~ ; ~ i ; ~ p l { i ~ ~ r n e r - o s r d e r 'Iaut(;iT denat~~ider mig;li~r~tnent'~,el'i1iiansigenza In~nt~~~~bi·i·cafiiPi·liif·dat6._6tigitie;pef.inevihibpe··c()ns~gii~nia,·•··~posi-
Z-i6nTestreme'i:'In l ~ g - ~ITilsurahi poie~~a ~o~ha preso la for-
riiadiundibatt1to obiettivo sull'interpretazione dei £atti nod, II r- '
~a di una .contro~e~sias ~ i ~~ori, sulla.opportuni~adi mutame~- \J' (tLJ~;,n eco~omlco-soClahJ. L o~lJpn~..l(:l.cllS~CSClrcl?.~?~l1c:h~sl_a,Jl-,v ' .V~'-I/\I~)£\
cercarsi ..~el ~ar~tt~re..contraddittorio. ddkfonH, ..c:l-Ieha '.,eso Lvc _ -
possibile un'a&;slori~_.ill~tific~bile." teorie oppostevnell'assen- ~{-n~,_.
~er granparte'aerperIoJ;,~i'~~nd~rile-nto'~hi~rodeflIvel1o'ar;lt~-e~per- n - f a t T 6 - ' c h e T autnei-it~del~~ddito-pr~~~~pit~an~oral i s c ia v a l a m a g g i ( ) r p a r t e " 'd e i T a v o 1 : a t o r ia ( r ; ;n ' h a s s o 'H ~ e l 1 o . (11 ' . '1 -
t~~~:c()n-maggioreoscienzadei propri-bisogni - ( ; h e ' d~ll'all~ento
, COsI, per esempio, J. KUCZINSKI (A Short Hi st ory of Labour Cond itions i n
Great Bri tain f rom 1750 to the Present Day, F. Muller, Londra, 1947, p. 16) di-
chiaro che il pe riodo «causa un rapido de te rio rament o dell e condiz ioni dell a
classe lavoratrice», mentre J. H. CLAPHAMAn Economic His to ry o f Modem Bri-
tain. The Early Rai lway Age 1820-1850, Cambridge University Press, Cambrid-
ge, 1925, p. 561) afferma, per 10 s te sso per iodo, che «per ci as cuna c la ss e d i l a-
voratori urbani ed industriali su cui ci sono dat i . . . isalad erano notevolrnente
aumentati». HERHERTHEATON,tuttavia, pretende che si possa scusare l' «estre-
misrno» di Clapham, perche egl i s i occupo ill un «campo in cui erano eminente-mente atrivi intellettuali socialisti 0 neo-l iberal i . .. C i vol le del coraggio, del lo
scetticisrno, della prudenza e uri'attivita paziente per opporsi a quella marea,
per far subire II. generalizzazioni popolari e spesso leggendarie Ill .prova della rni-
s ura e del la proporzione». (<<Journal of Economic History», settembre 1957 , p .
489).
I Cfr. R. M. HARTWELL,Intcrpretazioni della r iuo laz ione indus tr ia le in In-
gbilterra: incbiesta metodologica, in <Journal of Economic His tory», giugno 1959.
157
II
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I.
I
!
del proprio benessere . E cost gl i storic i polemizzarono t ra loro,
spesso esagerando cerri andamenti , e ponendo troppa enfasi su
ce rti avveniment i, senza aceorgersi di far violenza ai fatt i. PU O
esse re impossibil e misurare esat tamente il livello di vi ta negl i
anni dal1800 al1850, rna, evi tando pregiudiz i e teori e precon-
eette, si puo ottenere, dalla massa dei dati ehe ci e rimasta , e
dal l'anal isi dei mutamenti, che probabilmente avvennero nell a
distribuzione de l reddi to durante un lungo periodo di sviluppo
economico, una visione certa dell' andamento dellivello di vita.
Scopo di questo saggio e di portare argomenti a sostegno del -la tesi di una tendenza all'aumento dellivello di vita durante 1a
r ivoluzione indus tr ia1e; nel la seconda par te si svolgera questa te-
si sulla base del reddito nazionale e di altri aggregati statistid
che sana giunti fino a nor, 0 che possono essere calcolati 0 ipo-
tizzati con un qualche grado di certezza, sia partendo dai dati
sui salad e sui prezzi, sia in via analogica. Nella terza parte ci si
basera su di un'analisi dei dati sul consumo, e, nella quarta, sui
dati del le st ati stiche demografiche, suI confronto con il l ivel lo
di vit a de l diciotte simo seeolo e su un esame dettagliato dell'au-
mente, dopo il 1800, delle possibilita in campo economico esociale,
In breve, la~~sLcli_ques toar ticolo_echei salad reali del la
maggi~_~e_art~=cl~!_lavoratori. il1gle~i.aum~l]tar~~()dal. 1800- al
. ! 1 f 5 C Ce cio pe~che~-~~~nt~ronoi~edcliti l~~di. pro~capiielper~-
che nellii-distribuzione nonsi v e r m - c s alcunandament{; ~favo;e~
Vole . .arli;~r;t~;l, p e r c h 6 - a - p a r 1 : i ~ ~ - ' d ~ r T 8 i 5 -~r~bbe-~~alr~-sSi~~~·
dei j:irezziinen ire rimase~o ~o~t~n_i:i sala~i, perche ilCOnSUInOprO~capite di gellerialii-nehtarie dialtri bel1fdiconsum()ilHlleri~
i ? , · . e in£il1epe~che si moltipli~~()112gIiinte~veritig6verllativi
ne lla vit a economica, vol ti a difendere ~ £iriumen"tareU liveli~; _ l i vita 4. . . - ... _.
-/'
/ ' Cfr. E. J. HOBSBAWN, I ll iv el lo di v ita in Gran Bretagna dal1790 al1850
I (<<T?eEconomic His to ry Review», agosto 1957), in cui la tes i del peggioramen-
t ? e .p re sen t~ ta con. Iorza. L a n eg lige nza ne ll 'u so d el le fonr i, ne ll e argo tn ent a-
z ~om e ne l h nguagglO, guas ra tut tav ia ques to ar ti co lo ; pe r e se rnp io , l 'a ff erma -zr one che la cont roversia ha solo tr ent' anni e che «le per sone i nf ormate ed I n-
~cl li ge nt i di qu e! t empo . .. prop ese ro al l' una nlmi ra pe r l a v is io ne p es simi st ic a »,
i gno ra Tooke, Por te r, Mac aulay , e cc . .. ; d el p ar i, ne ll a preres a non g iu st if ic at a
che «non vi sono moti vi "a pri or i" per cui il livello di vita dovesse aumentare
i t . ' manie ra dec isa duran te iprirn i tempi del l' industrial izzazione» , la tes i e vi-
zlata dall 'i nscr zi one di que! «in r naniera decisa» e dal mancato t ener conto di
r noti vi «a pr iori » ( e d i fatti st or ici) per cui illivello di vita puo ben aumenta re
158
II.
Lo sviluppo economico impliea un aumento nel reddito na-
_?ion-;[epro~eapl!i~_i~pfU;aan~he ~l1au1l1.enf()nellive1ro di vita,sel~-dEt~ib~zione l;-scf~~ai l~v~;:aiod-a1l1leno Ia stessa percen-
·itiled.r u n prodot iol ()rdoi.naument'iIi igenefe,pOi,· come esrato-dimes-tr-B:todaHe"'aniilislst6fiche dello sviluppo economico,
l'aumento de l reddito pro-cap ite si mani festa congiuntamente a
u~a dis~ribuzione pil i equa d:1 redd. ito 5 • .!_~_gr~nBr~~~.g?a"J.e / 1 ~ O o - f g l : ~ [ )stime d i quel tempo suI reddito nazionale tra 11 1800 e 1 1 1850 '.( . {),I' L .i nd iC a n od ie il -r ed d it o- r e i l1 e -m e d i o raddopplbnel corso . .d e l pe- (l(.10/
1)1")
ri§do~·-e~"sebbene··.Ia.tenq~iizi.altaumeni()£osse~irregolare; •..on ....
~n ii.stagnoam;~t~ 1a-guerra e f?rse ~()?l:l?a piccola diminuzio- t : ) I G ! )ne:negHannitrenta, ·-ilredclitollledio pro-capite era ·.~iaalln1.~?-
fii6de1·tihquafifii perce~t6t1e l.I8366. Nessun modo di inter-
preta1-e·le·cIfr-e~plib f(tr-l;~OiiId.ic;~~ un; diminuzione, rna le sti-
me son011:iadeguate, sia per imetodi seguiti nel la lora determi-
nazione che per la loro base statistica, cosicehe._::;i£oss.(),!l(;_u;t!'_m::~o
unicamenre ..come.indicazionediuna tendenzae:norl come misu-
;; di'~~·~~tamento. Quest~ au~e~to "del redditopro~e;pite,di
nelle prime fas i del l' industrial izzazione; oppure ilcos tante uso di anni eli de-
p re ssion e ne l ci clo pe r ind ic are un andamen to «no rrnalmen te » inc er to d el le c i-
fre; oppurc l'inserimento di aggettivi per rendere irrag ioncvo li a ffermaziou i a l-
t rimen ti r ag io nev cl i: «Non v i s ono prove ill cospicu i aurnenti nel consume pro-
capite»; 0 l a p re sunzion e, s en za a lc una prov a, d i p egg io rarne nt i: «Le uova sem-
brano aver avu to poca importanza, IIconsumo pro-capite puo ben diificilmenre
esser aumentato»,
, efr., S. KUZNETS, Svi luppo economico e disuguagl ianza dei reddi ti , in
«Ame ri ca n Economic Rev iew» , marzo 1955. ' I' eo ri cumen te c i p uo e ss ere un au -
mento nel la disuguagli anza nell e pr ime I asi del lo svi luppo, per tener conto di
maggiori r ispa rmi e di un maggiore inves timento. Questa possibi lica e esamina-
ta pili avanti,
, P. DEANE, Stime contemporanee del reddito nazionale nel la prima meta del
d i c iannooes imo secolo , i n «Economic H is to ry Rev iew» , ap ri le 1 956 : e La riuolu-zione industrials e 1 0 sviluppo economico: i dat i del le prime stime del reddi to na-
zionale britannica, i n «Economic Development and Cul tural Chang e», g enn aio
1957. Miss Deane fa uso delle stimc del tempo di H. Beeke (1800), B. Bell
(1802 ), P . Colquhoun (1806 e 1815) , J. Lowe ( 1822) , P. Pebrer (1833), W. F.
Spackman (1843 e 1847), W . R. Smee ( 1846) e G. R. Por ter ( 1847) , conf ron-t andole con [e st ime s uc ce ss iv e di M. Mulhal l, R. D. Baxter, L. Levi e R. Gif·fen. L'indi ce che ell a ri cava del «reddit o real e medi o» e i l se gu enre: 1 800
~ 1QO; 1812 ~ 94; 1831 ~ 174; 1836 ~ 168; 1841 - 145; 1846 ~ 160;
1851 - 193. Si vedano anche le cifre (non il test o, che le contraddi ce) di C.
CLARK,L'andamento del reddito reale in Gran Bretagna, in «Review of Economic
Progress» , lug lio 1952, e PAULSTUDENSKI,The Income of Nat ions , New York
Univers ity Press , 1958, cap . VII .
159
incerta dimensione, diviene tuttavia pil i probabile se si tien con- situazione in cui la popolazione ed i redditi aumentavano con
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to di tre altri fenorneni, e cioe I'aumento della produzione del-
l 'industria manifatturiera in relazione all 'aumento della popola-
z ione, l' aumento e il notevole peso del reddi to prodotto dall' in-
dustr ia manifatturiera sul tota le del reddito nazionale , e infine
I 'aumento, e ilnotevole peso sul totale, degli occupati dell'indu-
stria manifatturiera. Secondo W. Hoffmann il rasso dellincre-
mento della produzione indtisfii"3Jetrail"i782" eil1855fiidar3
'~l 4 per cento al l' anno, eccet to durante g 1 i anni della guerra,
. q u a n o e ; si"aggiJ:o iirtorn6al2 p e r ' cerif()7;rieIl6 .stesso .p e r i ( ) o o . i 1tasS(r"annuo"~ar"irict¢ml::!1t:O'del1~popoIaziolle oscillo. tra .1 '1,2....
n~I:pe:r·-c:ento1~on punte tra li 1~;li'e'ifI83i'ec~nunanda-
mento decre~~eni:e.i1"tseg1lifCl:CiOtuttaviasarebbestatodi poca
' ir i:iportanza ,se l~ pr~duzion~ .industr ia le fosse stata una parte
cost piccola del reddito nazionale che i suoi mutamenti non si
fossero ripercossi sul live llo medio di vita. Ma ilcontribute del-
I 'indusrria manifatturiera a l reddito nazionale aumento da circa
un quinto del tot ale nel 1770 a un quarto nel 1812, a un terzo
nel1831. Le cifre dei censimenti del 1841 e 1851 mostrano che
circa un terzo degl i occupati del l' Inghil terra e del Galles era ad-
det to a ll' industr ia mani fat turiera, e che la percentuale del 1851
«non fu superata che nel1951» 8. Nel1850, secondo la stima di
M. Mulhall, l' industr ia mani fat turiera contribul per 269 mil ionidi sterline (circa il40 per cento) al reddito nazionale britannico
di 690 milion i 9. E probabile, percio, che intorno al 1830 1'in-
dustria manifatturiera, come produttrice di reddito, avesse un
compito analogo a quello che ha avuto a partire dal 1850 e che
l'aumento della produzione di questa industria abbia avuto no-
_ . tevoli ripercussioni sullivello di vita.
i1A-~~n~ff/\~)r~ ~~~o~i c~~i~cer~~~e~~:~!~c.Pr~~c:_zj~~?::~ap~~$[i
( W ' ~ : '\ c ' ! ;A r J f p1UImportar:~~~~~~~~::~~l~~e ill ca~;~)l1.~cH-:£;?,~~e;~~,,~~~.,f· '. ruco ed ua!!JJ.mentoJ.lem:capa.trta~laVDrat1ve e ImprendltOrH.j,ll.
,\l..ov 0 A 1 t - . 'E ' n~~~;;ari~""spiegaie'~~otn{taa-u~~8~~btna:ziofiearquestl"rifto-
ri abbia avuto origine, tra il1760 e il1840, il mutamento da una
1 W. HOFfMANN, British Industry, 1700-1950, Blackwell, Oxford, 1955, eC. SNDER, Misure della sviluppo dell'industria britannica, in «Economica», no-vembre 1934.
• E. A. G. ROHlNSON Mutamenti nella struttura dell'economia britannica,
in «Economic journal», settembre 1954, pp. 447~459., P. DBA No, Slime contemporance del reddi to nazionale nel la seconda meta
del diciannouesimo secolo, in «Economic History Review», aprile 1957, p. 458.
160
molta lentezza, ad un'altra situazione in cui la popolazione au-
mentava al tasso annuo di circa 1'1,5 per cento e iredditi a quel-
1 0 di circa il3 per cento. La cosa sfpuo spiegare ammettendo che
ilrapporto capita le-reddi to sia aumentato da 1 02 a 3 (press' a
poco il rapporto at tua le) e che iltasso di risparmio sia aumentato
dal 3-5 per cento a pili del 12 per cento, in parte (dall'l 0 2 per
cento al 4,5 per cento) per mantenere intatti ibeni capitali di
fronte alI'aumento della popolazione, e, per un ulteriore 9 per
cento, per far aumentare iredditi annualmente del 3 per cento .Anali si di a llora della rivo luzione industr iale e a lt re compiute
successivamente hanno ammesso questi tassi senza quantificarli.
Il tasso di formazione del capitale aumento certamente nel pe-
riodo considerate , ma, per determinate accuratamente il suo ef-
fet to sul reddi to rea le , sarebbe necessario conoscere sia il tasso
di risparmio che ilcoefficiente di capi tale, ment re la deter mina-
zione di entrambi e impossibile. Delle diverse possibili ta [alto
tasso di risparmio (SlY) e alto coeffieiente di capitale (CIO); al-
to SlY e basso C/O; basso SlY e alto C/O; basso C/O e basso
SlY] tuttavia, quella che pili probabilmente si verif ico fino a ci r-
ca il 1840, quando assunse grande importanza l 'investimento
nelle ferrovie, e di un modesto tasso di risparrnio e di un basso
coefficiente di capi tale. Le anal is i moderne dei paesi sottosvi-luppati nel loro processo di sviluppo spesso ammettono un basso
livello di risparrni e bassi coefficienti di capitale. Nell'Inghilter-
ra della ri~oIuzione industriale, del pari, iltasso di risparrnio era
necessariamente basso in una socie ta in cui ilreddi to medio non
era ancora molto superiore al livello di sussistenza ed in cui il
mercato del capita li era imperfe tto; e 1 a sostituzione di macchi-
ne al posto di uomini , del l' energia del vapore al posto del vento e
del l' acqua, della fabbrica al posto della casa, fecero segnare un
aumento, spesso spettacolare, nella produtt ivi ta, Ma, mentre la
produttivita di gran parte delle nuove instal laz ioni industr ial i
era elevata , il suo costo spesso era basso, percio un coeffidente
di capitale relat ivamente basso non era incompat ibi le con un au-mento dei redditi. Dal 1800 in poi le 'migliori tecniche e la rni-
glior conduzione delle imprese gia rendevano piii produttivo il
capitale, ed e certo che per tutto ilperiodo i l tasso di aumento
del capitale dipese tanto dal tasso di progresso tecnico quanta
daI tasso di accumulazione del capi ta le, tanto dana qual ita quan-
161
1
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to da lla quant ita degl i investimenti . Durante la rivoluz ione in-
dustri ale l 'e ffetto sull a produt rivit a di macchinari mig1iori fu al
tempo stesso esteso e rapido, e rapido fu anche l'aumento della
produttivita, a causa dell'elevato incremento di prodotto per
unita di investimento. Come Robert Owen dichiaro nel 1816:
«Nel mio stabilimento di New Lanark, l'energia meccanica e
I' attivita a cui attendevano circa duemila giovani e adulti ...
compivano ora una mole di Iavoro che sessant'anni prima avreb-
be richiesto l'Intera popolazione attiva della Scozia» 10.
Tuttavia anche l'effet to del l' occupazione sull ' aumento delprodot to naziona le e ta potenz ialmente grande . Mol te dell e nuo-
ve macchine richiedevano meno lavoro per unita di prodotto,
cosicche, teoricamente, 1 a conseguente sostituzione di lavoro
puo essere stata di ta le a rnpiezza da impedi re un aumento ne i sa-
lari reali . D'a ltra pa rte, a causa de lla riduzione generale dei co -
sti, compreso ilcosta dei beni consumati da i lavoratori , dovuta
a lle nuove macchine, ci fu allo ste sso tempo una tendenza a ll' au-
mento dei salari reali . J. R. Hicks ha tenuto presente queste ten-
denze quando ha avanzato 1'ipotesi me I'accumulazione del ca-
pitale nel diciannoves imo secolo abbia fat to aumentare di molto
i ll ivel lo di vita 11. Inoltre i sa lad furono stabil lti , in termini mo-
neta ri, tra il1820 e il1850, periodo di fl essione dei prezz i, i1meindica me la concorrenza dei di soccupat i e dei sot toccupati non
fu suffic iente a far £le tte re i sala ri. Nonostante la presenza di
sacche di sotto occupazione tecnologica 1< , la sos ti tuzione di
'0 R. OWEN, The Lite of Robert Owen, wri tt en by himself , Londra, 1857, I,p.125.
" ]. R. HICKS, Value and Capital, Oxford Unive rs it y P res s, 1 939, p. 2 92.
«I I fatt o che iben i la cui produzione e s ta ta fac il itata s iano s ta ti in partico la r
modo ar ticoli di largo consumo ha infl ui to nell o st esso sense, I beni nei con-
f rond de i q ua li i sa la ri s ono d im inui ti a c ons egucn za de ll ' a ccu rnu la zione d el ca -
p itale, sees is rono , non sono digrande irnportanza per u salariato~." Report o f t he Commiss ioner s f or Inquiry into the Condi tions of Unemplo-
yed Hand-Loom Weavers in the United Kingdom, ParJiame~ta~y. ~apers, X,1841, p. 296, most ra che l a tcssitura a.mano n~n . e ra solo un .a tt1Vlta che s tavamorendo, rna ch e, s ic come era un mestiere che 51 unparava faCllmente e da tem-
po aveva a llen ta to le regole del l' apprendistaro, e ra d ive~ '- .' to < , i l ~ifug io de~ Ia-voratori in eccesso in quasi tut ti gil a ltri mes tieri» e deg li 1 rlandes1 ,. e che «1sa:
lari avevano preso a d irninu ire prima dell' in troduz ione delle rnacchine». I salari
erano pi u alt i e I 'occupazione piu cos t ante in Inghil terr a che i n Ir landa, ma le
abitudini soc ia li i rlandesi spesso non mutavano con 1 'emigraz ione . Reports of
Commissioners (15) Poor Laws (Ireland), Par li amen ta ry Paper s, XXXIV , 1836,
Appendice G., pp. IX-XII . Gl i irl andesi qui ndi, pu~ miglio~an~o.l~ lora ;ondi-z io ne con I 'em ige az io ne n el Lan cas hi re , sp ess o formvano at critter del sistema
162
macchine a l posto dei lavora tori non ebbe come conseguenza un
dec line de i salari real i medi , e I'e si st enza di gruppi di salariati icui salari real i erano stabil i 0 in diminuzione - gruppi indu-
striali, come itessitori a mano, 0 gruppi naz ional i, come gli i r-
landesi - condusse ad un andamento a l ribasso dell e rnedie , ma-
scherando cos t i guadagni dei set tori in sviluppo deII'economia.
Anz i, in una ce rta misura, l a sosti tuzione di l avoro umano con
macchine fu teorica : le nuove macchine richiedevano meno la-
voro per unita di prodotto dei vecchi impianti che producevano
irnedesimi beni; ma gran par te dei nuovi impianti rappresentava
un aumento totale degl i impian ti naziona li, non una sosti tuzio-
ne di impianti e si st enti , e quando questo era invece ilcaso, I'ef-
fetto netto sulla domanda totale di lavoro era un aumento asso-
Iuto. COSl, per esempio, Ie ferrovie sostituirono S l gradualmente
i canal i, ma l 'effet to di sos ti tuzione sulla manodopera impiegata
nei canali fu insignificante se confrontato con I'imponente
quantit a di lavoro richiesta pe r Ia costruz ione e manutenzione
delle ferrovie B. Ci fu in questa periodo un continuo aumento
nell a domanda di manodopera da impiegare nell e industrie , do-
manda che provoco un divario tra isalari del l'agr icol tura e del-
l'industria ed una conseguente migrazione verso Ie aree indu-
striali 14. Come dichiaro amaramente un rappresentante dei la-
voranti agricoli, «e ben no to che nell e grandi c itra industri ali co-
me Manchester, Sheffield, Birmingham, ecc., qua ttro giorni di
lavoro alla sett imana sono ampiamente sufficienti per i dissoluti
e gli ubriachi» 15.
indus tr ia le del tempo iloro migliori esempi. Cos t Place dichiaro che l'orripilan-
te qu adro d i squallore e malattie di Manchester, dipinto da Kay-Shuttleworth,
er a b as ato qu asi e sdusivamen te sugl i immig ra ti i rl an de si , M . D . GEORGE, Lon-
don Life in the Eighteenth Century, Londra, 1951, p . 323 .
" T. TOOKE e W. NEWMARCH (A His tory of Prices, and of the State of Circu-
lat ion during the Nine Years 1848 -1856 , Londra, 1857, p. 368) st imano ch e « la
popolazione che si guadagnava ilpane lavorando a lia cos rruz ione delle Ierrovie
(riel 1847-48) e ra quasi.,; altrettanro numerosa ... quanto l'intera popolazione
occupata n el le f abbr ic he d el Regno Uni to ». T. BUSSEY (On Work and Wages ,
Londra, 1873, p. 39) racconta che, nel peri odo del boom dell e ferr ovie, quan-
do, per riconoscimento generale, la domanda d i manodopera era «eccessiva»,
« si i st it ui ro no v ed et te su ll e s tr ad e, p er int er cet ta re ivagabondi , porta ri i a lla
p iu v ic ina b irre ria, o ffri r loro da bere, ed indurli ad iniziare ilavoro», .
" Cfr. E. W. GILBOY, Wages in Eighteenth Century England, Harvard Uni-
versi ty Press , 1934, e A. REDFORD, Labour Migration in England 1800-'50, Man-
chester University Press, 1926. ." D. DAV IE S, The Case of Labourers in Husbandry, Bath, 1795, p. 63. S1
conf ronti C. D. BRERETON, A Practical Inqu iry in to t he Number s, Means o f Em-
163
1-
I!
--------
I
1
«dalla posizione in cui si trovano in rapporto al capitale ed al ca-
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Ma le fabbriche debbono esser dirette, aIle macchine biso-
gna badare, e anche le rnigliori attrezzature hanno poco valore
senza abili imprenditori e capad Iavoratori. La rivoluzione indu-
striale fu una rivoluzione tanto nell' organizzazione industriale
quanto nella tecnologia. Gli imprenditori concentrarono sempre
pill la produzione nelle fabbriche, risolsero ilproblema della loro
di rez ione, della contabi lita, del f inanziamento, della vendita e
delle relazioni con gl i operai. Non ult imo dei problemi era quello
di trasformare lavoranti artigiani ed agricoli in operai di fabbri-
ca, con le diversita di mestiere, di ritmo di lavoro, di incentivi,di atteggiamento sociale, di modo di vivere che do comporta.
Questa trasformazione necessaria fu certamente dolorosa, rna ad
essa si pervenne gradualmente, senza rivoluzione pol itica, e con
un simultaneo aumento nella specializzazione industriale, nella
forza cont rattuale e nelle possibi lita aperte a i lavoratori. L'ef-
fetto quant ita tivo di quest i mutament i sul la produzione non puo
essere rnisurato con precisione, rna essi certamente ebbero la
tendenza di far aumentare Ia produttivita.
Ricardo, che considerava 1'economia una «indagine sulle leg-
gi che determinano la divisione dell'attivita economica tra le
classi che concorrono alla sua formazione», sosteneva che l'ef-
fetto congiunto delle leggi demografiche e della legge dei rendi -mend decrescenti per l'agricoltura fissava i salari al livello di
sussistenza, in base al prezzo del grano, e pertanto frenava il
progresso economico a causa del la tendenza dei profitt i a dimi-
nuire con l'aumento degli aff it ti 16. Nacque cost la teoria che i
salari s i stabi lizzano inevi tabilmente al l ivel lo di sussis tenza
teoria che ebbe cost enorme influenza sui primi socialisti e su
Marx, e su tutti coloro che da allora hanno prediletto la teoria
dello sfruttamento. «Con ilpresente assetto sociale, le masse co-
sti tuiscono una dasse condannata», scrisse J. F. Bray nel 1839,
f 'oym_ent an~ Wages, of Agricu,ltural Labourers, Norwich, 1826, p. 1, che metteInevidenza IIcontrasto tra «l aumento .._dell'istruzione del benessere e la mi-
gliore condotta» dei lavoratori urbani e 1a condizione depressa della «gente di
campagna»,,. Ricardo a Malthus, 9 ottobre 1820. The Work and Corr espondence o f
David Ricardo, Cambridge Uni ve rsi ty Pre ss , a cu ra d i P . S taf fa , Cambridge,
1952, vol. I I, p. 278. P~r tuttavia Ricardo era ben conscio del progresso, da1
momento che osservo, nei suoi The Principles, che «molr e del le comodita che si
godono in una cas et ta I ng le se sa rebber o s ta te cons idera te un lusso i n un peri o- -
do precedente del la nostra s toria». Ibidem, vol. I , On the Principles of Political
Economy and Taxation, p. 97.
164
L .
pi tal is ta , la loro condizione non puo esser migliorata e itorti che
patiscono non hanno rirnedio» 11. Dopo i l 1830, tut tavia, diven-
ne sempre pill diffici le per gl i economisti classici riconciliare Ia
teoria con la real ta ed in particolare con i l fatto che la produzio-
ne di grano aumentava di pill che non la popolazione e che i sala-
ri reali stavano crescendo [S, E teoricamente possibile che 1 0 svi-
luppo economico possa risultare in una riduzione dei redditi rea-
li nel breve periodo, ma e del tutto irragionevole supporre che
per un lunge periodo, come un mezzo secolo, durante i1 quare i1reddi to pro-capite aumento, i r icchi s tessero diventando pil i r ic-
chi ed ipoveri si impoverissero di pill. 0~~ alcu::~_l__l:_~ve~E:t.:}_!t::gslit~.~!_1~~t_:l~!_:gterraossero pill \Jl
~~~~~~~~t~:~~;Jlt~~~~~fM~~t'[l'~:et:~LA~i~~~~~~~i~~~f~~ c lr~uziOnedelreddift'fosre'l?iu ___ i s U ·l.iiiliErierI81Z·Cheiiel-·-184S--19•le~rIpartizlonr'J~If;~p~~'t;~~~i'~~Jdit~'~d~ri8Ii- ~ c l .~ r ~ i 8 4 8 · m ~ ~strano anche che il numero di imponibili tra 150 e 500 sterline
aurnento di pil i di quello degl 'Imponibili superiori al le 500 ster-
line ; un confronto t ra possessori di titoli a reddito fisso del 1831
e del 1848 rivela che l'aumento maggiore fu nel numero di colo-
ro che ricevevano dividendi inferiori alle 5 sterline 20. Queste ci-
£re tuttavia non rappresentano una prova conclusiva di un muta-mento sostanzia le nella distr ibuzione dei reddi ti , In ogni caso ,
come fa rilevare E. H. Phelps Brown, «i mutamenti nei salad
reali dovut i a mutamenti dis tr ibutivi sono stat i mol to piccol i in
confronto a quelli connessi alle variazioni della produttivita» 21.
Si e assis ti to in genere al l' aumento simultaneo, a tassi di svilup-
po non dissimili , del complesso dei beni capitali, della produzio-
ne e dei redditi reali 22. Gli studi sulla variazione a lunge termi-
:: ]. F. BRAY,. ~abo~r:s Wrongs and Labour's Remedy, Leeds , 1839, p. 67.Qu~~ta diff~colta e .stata esaminata assai bene da M. BLAUCIl, La compo-
nente emptnca dell economta ricardiana, in «The Journal of Political Economy»febbraio 1956. '
" C. Cl.ARK,The Conditions of Economic Progress, 2' ed. , Macmillan, Lon-
dra, 1951, pp. 534-538_
zu W. R. GREG , Essays on Political and Social Science Londra 1853 vol Ipp.318·19. ' , , .,
" E. H. PHELPS BROWN, L'andamento a lungo termine dei salari reali in The
Theory of Wage Determination,]. T. Dunlop, Londra, 1957, p_ 53. '
" Cfr. P. H. DOUGLAS, The Theory of Wages , Macmillan, New York, 1934,
cap. VI I, che mostra la s tr et ta corr el az ione t ra la p rodu tti vita cd isalar i: ed an-
165
ne della percentuale dei salari sul reddito nazionale mostrano cupata nel commercio, nella finanza e nel le l ibere professioni ,
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che dal1860 circa questa percentuale rimase costante 23. Se que-
sta stabilita data da un periodo precedente, la percentuale del
salari sarebbe aumentata proporzionalmente al reddito naziona-
le da un qualche periodo precedente, forse dal l' inizio del la rivo-
Iuzione industriale. Non e tut tavia improbabile che la parte dei
salari fosse inferiore nel 1780-1800 che non nel 1860, e che
quindi tra questi due anni isalari aumentassero pili rapidamente
del reddito nazionale. Che questo sia probabile 1 0 indica I'au-
mento continuo in tutto il periodo del numero degli occupatinell' industria manifatturiera. I salad dell' agricoltura restarono
iI. .' P ' " v indietro rl5petto a quelli delI'i~;fustrra;·-e~:~?~.i-rE~#~~r~[di/ I ()/\jV\';"\l:tnolti lavoratori a~roc-cupazloiiCdrriliaii:a produttivitii,i sa.l~r.i
re~T ~ed l ' aumentaroh(i:Le:cifrecleicensimenti 'mostrano che la
'perc'eniuale'd~i1~'f~;cigiie agricole sul totale nell811 e nel1831
era rispettivamente del 35,2 e del 28,2, e che la percentuale de-
gli uomini adult i occupati nell 'agricoltura sul totale dei lavora-
tori di sesso maschile nel1831, 1841 e 1851 era rispett ivamente
del 31,7, del 25,7 e del 21,1 24. Un'ulteriore conferma la fornisce
l'aumento in questi anni della parte della popolazione tota le oc-
che i l suo art icolo: Un a s ti ma d el l' a c cr es ci me nt o d el c ap it at e n et R eg n o U n it o, d a l1 86 5 a l 1 90 9, i n << Journal o f Economi c and Busi nes s His to ry», agost o 1930 , p .
683. S i veda anche E. H. PlIELPSBROWN,o p. c it " che most ra che isalari reali
pe r occupa to hanno norma lmente avu to un andar nen to anal ogo si a a quel lo del -
I' a ccumulazi one di cap it ale che a quel lo de ll a pr odu tt iv it a; per e sempio , i l r ad -
dopp ia rs i del c ap ita le r eal e p ro -cap ite e del r eddit o r ea le p rocap it e nel Regno
Unito tra il1870 e il 1938, A, K CAIRNCROSS,t posto de l c api ta l e n e l p r og r es s oeconomico; in Ec onom i c P r ogr e ss , a cum di L H. DUPRlEz,Lovanio, 1955, argo-
men ta anche che «capit al e e redd ito tendono ad aument ar e a ll 'i nci rc a a l mede-
simo tasso» (p. 238), e fa notare [a stabilita nel lungo periodo del rapporto tra
queste due grandezze.
2J Molti SOlIOgli scr ir ti su questa argomento, «in par te a causa del l' interes-
se generale per la so rte dei l avora to ri in una socie ta in cui e diffusa la coscienza
di classe.i. i n pa rt e a causa del t en tat ive d i mi su rar e iI grado di monopol io me-
di an te la quot a d i p rodott o che va ai sa la ri» (S. KUZNETS,D i s ts i bu z io n e d e l r ed -dito nazionale secondo le quote dei f a t tor i produ tt i vi , in «Economic Development
and Cultural Change», aprile 1959, p. 55), rna non esiste alcuna sufficiente
spi egazi one del fenomeno . S i veda A. L BROWLEY,Wage s and Income in theU n it ed K i ng d om s in ce 1 8 60 , Cambri dge Un iver si ty Pre ss, 1937, per le statisti-
che d i bas e, ed i seguenti auto ri per corn rnen ti s ul I enomeno : J. M, KEYNES,Mo -vimenti r e la ti ui d e i s a fa r i r ea l i e d e ll a p r odu zi o ne , in «Economic joumal», marzo
1939; J H. RICIIARDSON,Movimenti dei s a la d r e al i, in «Economic journal», set -
tembre 1939; E , H. PHELPSBROWNe P. E . HART, L a q uo ta d ei s af ar i s u l r ed di tonazlonale, in «Economic journal», giugno 1952,
" G. R. PORTER,The P r og r es s o f t h e Na t i on , Londr a, 1847, pp, 53 e 64.
166
«misura abbastanza precisa del grado di avanzamento economi-
co» 25. Le stati stiche dell 'occupazione prima del 1841 non sono
mol ti uti li, eccetto per grandi categoric, rna alt re font i mostrano
che vi furono grandi aumenti nel numero degli occupati nei ser-
vizi ~ nei trasporti , nelle attivita commerciali e finanziarie,
nel la pubblica amministrazione e neIle l ibere professioni ~ t ra
111780 e il1850 2(" Tra il1841 e il18511e cure del censimento
mostrano un aumento degl i occupat i nei servizi ~ serviz i dome-
st ic i esclusi ~ daI 9,1 al12,2 per cento della popolazione, 0, se-condo Ie correzioni di C. Booth, dal 14 aI 16,5 per cento 21. Al
tempo stesso la percentuale degli occupati in attivita produttive
sul tot ale della popolazione aumento, grazie aI graduale assorbi-
mento della manodopera sottoccupata dell' economia prevalente- ' L " , \ ' . « :
mente agricola della Gran Bretagna pre-industr iale, in occupa- e .,zioni pili complete nell' industria e nei servizi . Cosl.,__l2ere~t:!?~' - ' ~ " e ' .I\V'''
pio, 1'impiego di donne e fanciulli, su cui si appuntarono tanta
pumfcarisonanza'e-tan-t-;;:-~;iti~h~, ~nche-se comune nelle fatt'o"~')
~ ! : _-~-:n~ll~ inchIstfj£Clomestic.~e Inglesi ?rima della rivoluzion~ \
llldustnale, fu certamente pru produttivo, e generalmente Sl ~
S Y 9 J S ~ in' condizioni pili umane: durante Ia rivoluzione industriale .. _JIIl ivello di vita dei lavoratori e influenzato dalIa rei:!i'stribu-
zione del reddito ef£ettuata dal governo, spedalmente mediante
la tassazione 0 la spesa per impieghi sociali , II sistema fiscale tra
il 1800 e il1850 aveva certamente struttura regressiva, sebbene
durante Ia guerra si fosse introdotta l' imposta sul reddito (la pil i
gravosa del secolo), e di nuovo la si imponesse nel 1842, quando
ilsuo gett ito fu di cinque mil ioni di s terline all'anno. Le entrate
del tesoro provenivano principalmente dalla tassazione indiret-
ta, di cui g li int roit i doganali rappresentarono una parte ereseen-
te fino al 1840, s tabilizzatasi in seguito. La riduzione delle tarif-
fe doganali dopo il1824, e specialmente dopo i l 1840, produsse
un beneficio generale, provo cando la diminuzione del prezzo di
mol ti beni d i grande consumo e incoraggiando la domanda di be-
11 C. CLARK,o p. c it " pp, 397 e 401.
" S i veda ad es empio A. M. CARR,SAUNDERSP. A. WILSON, The P r of e s-s ions, Clarendon Press , Oxford, 1933, pp, 294·97,
" C. CLARK,op . c it ." p, 408; E. A, G. ROnINSON,op . cit." p , 459 , Le st imedi Booth sana state citate dal Clark dal «The Journal of the Royal StatisticalSociety», 1886,
167
furono resi obbligatori per ifanciulli che lavoravano nelle fab-
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ste principalmente indiret te , furono ridotte dopo la guerra, ed i l
loro gettito rimase relativamente stabile a 3-4 milioni di sterline
tra il 1825 e il1856. Le entrate complessive dello Stato diminui-
rona anch'esse dopo il1815 sia in termini assolut i (fino a11843)
sia come percentuale del reddi to nazionale, ed anche in termini
d i contributi medi pro-capite. Dal lato della spesa, 1 1 servizio del
debito pubbl ico era la voce maggiore e pi li regressiva , ma I 'inci-
denza rimase stabile in termini monetari, variando da 33,9 a
28,1 mil ioni di s terline tra il1815 e il1845, cosicche rappresen-to una parte decrescente del reddito nazionale, anche se in ter-
mini reali la sua incidenza aumento nel per iodo di ribasso dei
prezzi. La list a civile e la lista delle pensioni, cui ilBlack Book
diede tanta notorieta, era una piccola voce e decrebbe in termini
assoluti. II costo dei «servizi sociali» andava da 2 a 5 milioni di
sterline, ed aumento dopo il 1830, rna ivantaggi dei lavoratori
devono essere stati di ben poea porta ta. Molto pill importante
era la spesa per I 'assis tenza e il sostentamento dei poveri, f inan-
ziata mediante le «imposte per i poveri», e quella delle contee,
che raggiunse 7,9 milioni di ster line nel 1818, oscillo tra 5,7 e 7
milioni di sterline nel periodo tra il1818 e il 1832, seese a 4 rni-
lioni di sterline nel 1834 e sall a 6,2 milioni di sterline nel
184828• Su queste spese ed entrate governative, tutto do che si
puo dire e che non ci fu un andamento marcato, sebbene si veri-
ficasse una riduzione nel carico fiscale rnedio ed un aumento
nelle entrate medie della classe lavoratrice povera. In un altro
modo, tuttavia, l'azione del governo si rivelo di grande impor-
tanza: una considerevole legislazione fece S 1 che anche la spesa
privata contribuisse al migl ioramento del la condizione dei lavo- .
ratori. Questa Iegislazione comprendeva leggi protett ive, come i
«factory acts» ed i«truck acts», Ieggi permissive (<<enabling ac-
ts»), come la legis lazione per Ie casse di r isparmio e le socie ta di
mutuo soccorso, e provvedimenti di generale vantaggio come
quelli che miglioravano le amministrazioni municipali . Sot to
l'impero di queste leggi, per esempio, Ie ore di lavoro furono ri-dotte nelle fabbriche e si posero dei Iimiti all' era minima aIla
quale i fanciulli potevano essere avviati al Iavoro, illavoro nelle
miniere fu vietato a donne e fanciuIli , alcuni s tadi di i st ruzione
" G. R . PORTER,op. cit., parte IV.
168
briche, e si facilitarono il servizio idrico e quello delle fognature
alle autorita municipali. Questi provvedimenti legislativi, a det-
ta di] . M. Ludlow e L. Jones, «assicurarono gl i e lement i prirnari
di salute , s icurezza e benessere» per la gente in generale, e la rni-
sero in grado di «nutrirsi meglio, vestirsi megl io, abitare in case
migliori, diventare una popolazione pil i sana, pil i ordinata, pi li
r isparmiatr ice, pil i dil igente, pil i f iduciosa in se stessa , meglio
educata» 29.
III.
AIeuni dati sulla condizione della classe lavoratrice durante
la rivoluzione industriale sono forniti dalle statistiche del rispar-
mio, salad e consumi. I depositi delle casse di risparmio dopo la
loro creazione nel1817, raggiunsero nel18291a somma di 14,3
mi lioni di s terline e di quasi 30 milioni nel 1850, quando ilnu-
mero dei depositanti raggiunse Ia cifra di 1.112.999. I trenta rni-
l ioni di s terline depositati nel 1847 rappresentavano per 1 0 pil i i
r isparmi di salaria ti, tra cui prevalevano i servitori domest ici , e
gli artigiani 30. Le societa di assistenza e di mutuo soceorso, che
nel 1858 raggiungevano il numero di 20.000 can circa 2 milioni
di soci , avevano inoltre accumulato nove milion i di s terline 31.
Altre associazioni che raccoglievano i risparmi del le classi ope-
raie, come Ia Building and Land Societies (dopo il1816) e le so-
c ieta cooperative (dopo il 1844) non progredirono cosl rapida-
mente, benche i lloro sorgere in questo periodo sia prova dell'au-
mentata capacita di risparmio della classe lavoratrice 32.
" J. M. L UD LOW e 1.JONES, Progress of the Working Class 1832-1867, Lon-
dr a, 1867, pp. 69 e 82.so H. O. HORNE, A History of Savings Banks , Oxford Univers ity Press ,
1947 , p . 116. Iri sparr ni ebbero tendenza ad aumen tar e, e ccetto che neg li anni
1828-32 e 1847-48. Aleuni e sempi iI lu st re ranno megli o 1a composiz ione del la
mas sa dei ri sparmi at ori: dei 14. 937 deposiranti della Manchest er and Salf or dSavi ngs Bank nel 1842 , 3 .063 erano servitor! domestici, 2.033 erano fanciulli,
cui i genitori intestavano i r isparmi, 2.372 erano negoziant i, i rnpiegat i, rnagaz-
zinieri , Iacchini, art is ti e insegnant i, e ir imanenti erano lavorator i agr icol i e in-
dustr ia li (W. R. GREG, op . cit., p. 318)." C. HARDWICK, The Hi st or y, Pres en t Posi ti on and Soci al Importance of
Friendly Societies, 2'ed. , Heywood, Manchester, 1869, p. 22." J. M. L UDL OW e L. JONES, op. cit., pp. 125 sgg.; G. J. HOI-YOAKE,The Hi-
169
Un'espansione economica di portata cost vasta e di durata alleati esteri, Come A. D. Daniels ha messo in luce, «l'aumenta-
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cosliunga come Ia rivoluzione indust ria le fu possibi le so lo per il
grande estendersi del mercato, con Ia creazione 0 la scoperta di
mercati sempre pili vasti ed accessibili , con consumatori deside-
rosi e capaci di acquistare una produzione sempre maggiore dibeni e servizi , Per un periodo di tempo pi li breve , tut tavia , e im-portante, ai fini di un'indagine suI tenore di vita, conoscere
quanta parte del l' aumento di produzione si traducesse in rispar-
mio ed in investimenti piuttosto che in consumi, e quanta parte
andasse al l' estero, senza immediata controparti ta in alt ri beni,Ma, qualunque sia sta te I'ammontare dei r isparmi e del le espor-
tazioni nel breve periodo, I 'accumulazione del capita le , nel Iun-
go periodo, avrebbe fat to aumentare Ia produt tivita e le vendi te
all' estero avrebbero causate un aumento di importazioni 33. In
ogni caso ne l'accumulazione di capi ta le ne Ie esportazioni, ne le
due cose insieme avrebbero potuto assorbire 1'aumento della
produzione di questo periodo. L'accurnulazione del capitale non
era cosl grande da incidere in maniera esorbitante sulla produ-
zione corrente; e le esportazioni aurnentarono, come percentuale
sul reddito nazionale, dal 12 per cento nel 1820 aI 15 per cento
nel 1850 (le importazioni f ina li, non riesportate , nel frat tempo
erano sali te dal 12 al 18 pel ' cento), mentre la bilancia cornmer-
c iale diveniva sempre pili sfavorevole (in media 8,6 milioni di
s terline nel1816- '20, ci rca i l3 per cento del reddi to nazionale, e
26,8 miIioni di s terline nel 1846-'50, ci rca il5 per cento del red-
dito nazionale) }4. Vi fu tuttavia ilperiodo bellico, quando molta
parte della produzione veniva assorbi ta vuoi dagli impieghi bel -
l ic i improduttivi al l' interno, vuoi dai prest it i e dagli aiuti per gli
s~ory of C_ooperatio_n,Un~in, Londra, 1~06, vol. I, pp. 266 sgg. Cosi per esem-Pl~ . Ie scr rt te Iegal i relat ive alIe case regis trare dal le cooperative edi li zie a West
Rid ing amrnonta rono a 192 tr a il 1843 e il 1847, a 1.372 tra il1848 e il 1852,ed a 3 .044 tr a il 1853 e i l1857 .
" A meno che, natu ra lr nen te , l a ragione d i s ca rnbio Ioss e tanto pegg io ra ta
che l' aumen to d i p rodutt iv it a andas se a fi ni re i n espo rra zioni . La quan ti ra dei
ben ! importa ti ( ap rezzi 1694) s all da 4 (1811- '18 ) a 15 (1847-' 53) , e quel la de ibeni esportati da 4 a 15; la ragione d i scambio (p rezzi dei beni e spo rta ti d ivi si
per iprezzi dei beni importati, 1913 ~ 100) diminul da 123 a 90. Pertanto,
seb.be~e una par te del l' aurnento del la produtt ivit s andasse all 'estero, le impor-
t az ion t aurnent ar ono ad un ta sso a ss ai v ic ino a que ll o del le espor ta zioni . (W. A.
LEWIS,Economic Suroey , 1919-1939, Allen e Unwin, Londra, 1949, pp. 195 e 202).
J4 Pcrcentuali calcolate dalle cifre di E. A. G. ROBINSON,op. cit .; P. DEA-NE,op. cit.; 1.L E V I , History of British Commerce, Londra, 1872.
170 1 7 1
t a capacita produt tiva, invece di far aumentare ilbenessere ma-
teriale della comunita, dovette essere dedicata al proseguimento Q o . .della guerra» 3': La mancanza di un_g_1Jme.gto~ensibile_d_::_Ienore :}J!/'~i ~\
di vi ta prima del 1815 fu dovuta, percio non al l' industna11Zza- (\c - - . - - - . UiIl-------.~.··· .......-....... .. ....-
z~~~~~~~si~!~~~~i"'"~~;·~ato era stata resa possibile pili dalla ri-Q. . ), .
duzione dei prezzi che dal l' aumento dei salari in termini mone-
tari }6. Mentre, dopo la guerra , i salari in termini monetari r ima-
sero relat ivamente stabi li , decl inarono invece i prezzi dei pro-dotti industriali ed agricoli, _I prodotti d~L,o;ettQri in_QJLc:.eral
~_~~._1~~i~~lfuzioneb'b.i_~~d~~:r!al~-a.ahg;i~~a,t:n.d:~~~_od._~:~~:r.e auon mere a o-e-ll. on ant1,l?s!1.<:::~111~9.yl..1!1).prenutori eranor
_ ~ _ ; ~ ~ l ~ ~ ~ e ! ; i ~ ~ i t ~ ~ t ~ Z i j J ~ £ : a : ~ ~ ~massa. Percio l 'obiettivo di Robert Bakewell "nell 'ullevare sem-l
pre'pili pecore era «non di produrre carne per le mense dei ric-
chi, rna di fornire un sostanzioso nutrimento aIle classi Iavoratri-
ci», «1 0 non allevo i montoni per i signori», diceva, «rna per il
pubblico» 37.
In maniera consirnile, A. Redgrave delle Yorkshire scriveva:
«GIi sforzi del la maggior parte degli industr iali de l West Riding
" G. W. DANffiLS,The Early English Cotton Industry, Manchester Univer-
s ity Press , 1929, pp. 147-48. IIr icordo del le privazioni del tempo di guerra per -
s is te tte per tut to i l dic iannovesirno secolo, e s i manifes to, per esernpio, in affer -maz ioni come quel la d i J. E. THOROLDROGERS:«Migliaia di farniglie vennero
a ffama te per t rova re i mezz i pe r l a g rande guerr a . .. I e r iso rse su cu i si ba sava la
l ott a, e senza le qua li i l paese sa rebbe rapidamen te c ro lla to , Iu rono le re st ri zi o-
ni e l' estrema miseria dei lavoratori, il duro ed eccessivo lavoto e la sottoali-
rnentazione dei fanciul li , l 'Ins icurezzn del I' impiego e la scars ita del la paga del -
l'eta matura», (Six Centuries of Work and Wages , Londra, 1884, p. 505). Si ve-
da anche S IR GEORGENICHOLLS,A Hi st ory o f t he Eng li sh Poor Law (prima edi-
zione, 1860; nuova edizione, H. G. Will ink, Londra, 1904), vol. II, pp. 165 -
66; e W. CUNNlNGHAM,he Growth of Engli sh Industry and Commerce in Modem
Times (p rima ed iz ione , 1882 ; ed izi one Cambridge Un ive rs it y Pre ss de l 1925 ),
vol. II, parte III." Per esempio G. R. PORTER,op. cit., p. 459: «La dirninuzione nei guada-
gni settimanali . .. e statu in ogni caso soltanto di poea entita e certamente non
commensurabile alla dirninuzione nel costo del la maggior par te del le case indi-
spensabil i a lla vi ta , compres e t ra ques te l a maggio r pa rte de i gener i a limen ta ri e
ogni articolo di vestiario» .
• Agricoltore del Leicestershire (1725-'95). E considerate i l pioniere del -
l 'allevamento scientifico del bestiame da carne. ( N .d . T .)
" A. RgES, Tbe Cyclopaedia, Londra , 1819 , vol . XXXII, voce «pccore»;
R. WALLACE,Farm Live Stock of Great Britain, 4' ed. , Edi rnburgo, 1907, p. 575.
sono diretti principalrnente alla produzione di tessuti a buon
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merca to; e fuor di questione che essi possono vendere un tessuto
re lat ivamente ben lavora to a un prezzo basso ... e possono anche
produrlo in grandissima quantita» 38.
Se pero soltanto i manufatt i fossero scesi di prezzo, i l van-
taggio espresso in salar i reali del la classe lavoratrice che spende-
va una grande parte de lle sue ent rate in c ibo e combustibile , non
sarebbe stato grande . Ma dopo il1815 scesero anche iprezzi del
j"/I!)(;generi alill1.~ntari, il1si~tDeaipiez~iCli~q~.~srI~Ji:r-gli·'alfilDeni~dr
. ' . ' C o n s ' u m o : L'ind'i~~ del prezzi del beni d i consu'm~drR:'S:Tuc:' k e r ' = c ] l ' e conside rava generi a limenta ri, combustibi li, luce e
vestiario, doe le voci pili import anti nei biland familiar i del la
cla sse lavorat rice - mostra una curva discendente dal 1813-15
al 1845, come anche la mostra I'indice compilato da Miss E. B.
Schumpeter per 22 generi al imentari e bevande e per nove beni
tra cui combustibili, luce e vestiario 39.
Al contrario, i salari esp_tl&,sLin_tel:01iniJIlOnetarLsalirono.Ull
i po' meno del prezzi durante la guerra e dopa la guerra rimasero
T·.,) - stabffi~o'-cHmTriUitono-meno'den)rezzi'come-'mostrarono~gli'iiiCll-I / '1. . . . . ,_ ._.,' C . " - ._ '. '-. ' ' . . .. .. .. .. •. .. ......•.•..•..•.. ... -..•. .... ... .... .... ... .... •... •... .- c • • • _ __ , .•'/ \'d de i saTaiTdie sono stati c(lmpilati in questa pe riodo 40.
~----IrEltt;:;a~eTr;~ddit:~~~zi~nale~o~pie~si~~intermini mo-
" A URE, Philosophy of Manufactures, ed iz io ne r iv edu ta d a P . L. Simmon-d s,LondIa, 1 861 ,p . 7 10 .
" R. S. TUCKER,S a la r i r e a li degli art igiani a Londra dal 1729 al 1935, in
« [oumal of the Amer ic an S ta ti st ica l Soc ie ty », 1 936 ; E . B . SCHUMl'ETER,rea! e
finanza pubbliea inglesi da i 1660 a11822, in «Review of Economic Sta tist ic s, 1938., . S i v ed ano a d es empio gli a rt ico li d i A L. BOWLEYn «The Journal o f the
Sta tist ical Soc ie ty» (1895 , 1898, 1899, 1902) e nell' <<Economic Journal» (1895 ,
1 896) e d u suo libro Wages in the Un ited Ki ngdom in the Ninenteentb Century,
Cambr id ge Univer si ty Pres s, 1 900 ; G . H. WOOD, L'andamento dei salari medi
tra il1790 e i11860, i n «The Economic J ourna l" , 1 899; N. D. KONDRATIEFF,adinamica dei prezzi delle merci industriali ed agricole, in «Arch iv fur Soz ia lwis -
senscha fr und Soz ia lpolit ik», 1930; E. H. PHELPSBROWNe S. V. HOPKlNS,Sette
secoli di salari nell'industria edilizia, i n «Economi cs», 1955; R. S. TUCKER,op.
cit. Ino ltre coloro che hanno avanzato l 'ipo tesi eli un peggiommen to s i s ono b a-
sad troppo spesso non su ind ic i, rna su e lich ia razion i ind iv idua l! e li soffe renza,
ch e erano st at e e sa ge ra te ; co sl W. FELKIN, Remarks upon the Importance of and
I nqu ir y in to the Amount and Appropria tion o f Wages by the Worki ng Cl as se s,Londra, 1 837, p. 7 , met te ndo a conl ron to Ie d ic hi ar axion i de i l av orator i c ir ca i
s al ar i r ic evu t i co n l e s omme e ffet ti vamen te pa gat e, se condo qu an to regi st rato
ne l l ib ri c on ta bi li de l d ator i eli Iavoro, scris se : « I r isul ta ti sono: a) d ice d i a ve r
ri cevuto 16 scelli ni , mentr e ne ha r icevut i 18; b) dice di avcr no r icevuti 15
ment re ne ha ri cevut i 18; c) dice eli a ve rn e r ice vur i 1 6 men tr e ne h a r ic evut i
20; d) dice di averne ricevuti 18 rnent re ne ha r icevut i 26; e) dice d i ave rne ri-
cevuti 15mentre ne ha ricevuti 25» .
172
neta ri aumentasse sensibilmente, ment re i salad rimanevano
s tabi li e iprezzi del beni di consumo pil i i rnportanti r imanevano
anch'essi stabili 0 ca lavano, ci fa chia ramente supporre che gli
approvvigionamenti alimentar i tenessero i l passo con la popola-
zione 41. Quando poi si considerano anche alt ri generi di prima
necessita, un aumento nei salad e evidentemente implicito, al-
mena dopa il1815, e sa rebbe poco se rio negarlo, essendo in real-
ta s tate confermato dall'andamento indus tr iale di qud per iodo 42.
Le statistiche dei consumi prima del'1850, sebbene inade-
guate e non degne di fede, indica~o aumenti ~odest~, a~che se .._Q)'\~
Iluttuanti, nel consumo della rnaggior par te del gener i allment~- /pIN- .'
ri e degli .a.lt..i ..b.eni di consume. M G Mull,i ll, peH<empio, ~~. CfJ\J\)i(j)/)-Jcalcolato che fra i l 1811 e il1850 aumentarono 1consumi pro-ca
PRe ill carne, zucdiero J.~~1?Trr1L~llpX~:. n i ~ n g ~ - ~ q l i e n o - - a e r g r a n 6 -~nilil~!r:~[9g~ii!2~_! ~ JL 1 § z Q _ d L _ l t 3 _ 2 .Q " .. P ~ l : . _ . ~ ~ E : _ ~ ~ L a E § : ! : n ~ : ! ~ ! ~ i ~to 43. Le statistiche delle importazioni sono le pil i accurate per la
<I Per esempi o, S. J CHAPMAN,The Lancashire Cotton Industry, Manche-
ster University Press, 1904, p. 75; T. S. AsHTON, Iron and Steel in the Industrial
Revolution Manchest er Univer si ty Pres s, 1924, p . 75 ; T . S . ASI lTONe ]. SYKES,
The Coal ' btdus tr y of t he E ight eenth Centu !y , Manches te r Unive rs ity Press ,
1929, p. 141; F. A WELLS, The British Hosiery Trade, Londra, 1935, pp. 1?8-
29. S i v eda no ino lt re A . D . GAYER,W. W. ROSTOWeA. J- SCHWARTZ,The Gro-wth and Fluctuation of the British Economy 1790-1850, Clarendon Press ,
Oxf or d, 1953, vol . II, cap. IV, Schemi c i c li c i re l at i ui a l la conditione dei =»:tori. Si ve dano a nche i l ibr i d i i nforma zion e g en eral e d el t empo , p e~ e se rn pio
G. R. PORTER,op. cit., p. 4 59 ; P . GASKELL ,The Manufacturing Population of En-
gland, Londra, 1833; J. WARD, Workmen and Wages a t Home and Abroad, Lon-
dra, 1 868 ; S . SMILES,Workmen's Earnings Strikes and Savings, Londra, 1861; 1 -RMe ClJLLOCH,The Principles o f Political Economy, 4 ' ed. , Londra, 1849.
" E . J . HOBSBAWNfferma ch e s e s i po tr a p to va te III tesi del peggiorarnen-
to «cio sar a fatto sulla base dei dati sul consumer e dichi ar a che «nou c'e alcu-
n a ind ica zione di a umen ti s en sibi li n el cons umo pro-ca pi te di mol ti ge ner i a li -
menrari, e in qualche caso v'e la pr ova eli una temporanea caduta» .(op. cit., p.
5 7) . L' uso d el t er rnine « sen sibi li » r ende difficile la confutazione di questa a f-
Iermazione, rna idati del dott . Hobsbawn int or no al consumo del la carne, del
gr ano, del I at te, del f ormaggio, del burr o, dell e uova, del t e, dell o zucchero ~
del tabacco (i generi a limentari che conside ra ) e ambigua ; egl .i ammette :h~ Vl
siano stati degl i aur nenr i negli ul timi tr e beni; basa le sue cif re su st at istiche
mol to dubbie (ved i inf ra ); a ff er rn a ch e ilc on sume di l at ti cini de ve es ser dimi -
nui to per che d'al levament o dei bovini deve aver subit o una ~iminu~ione co~l ' urbanesimo» ( non por ta alcuna st at istical e che questi erano i n ogtu caso del
surrogati della carne, ill natura ad essa inferio ri ; a fferma che «ben diffici lmen-
te it consume delle uova puo essere aumenta tr» (non porta a lcuna prova).
·IJ M. G. MULHALL,The Dictionary of Statistics, Londra, 1892, pp. 120,
1 58, 2 81, 2 86 , 354, 542. Mulha ll forni sc e an ch e de ll e st at ist ic !' e c he most ra no
un aument o del consumo procapite del sapone, del cuoio, del li no, del cot one e
del carbone.
173
_ _ _ _ _ __ __ __II
I
convincente a confort are la dichiaraz ione del dott. Hobsbawn
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misura dei consumi in quel tempo; esse mostra rono in questo pe-
riodo i rnportanti aument i in una vasta gamma di generi eli con-
sumo; per esempio, per il te, «a partite all 'incirca dal1815 c'e un
aumento secolare , notevolemente acce leratosi nell 'ul timo de-
cennia del periodo»; pe r il tabacco c 'e anche «una persistente
tendenza all 'aumento», per 10 zucchero «la tendenza e all'au-
mento» '4 . Intorno a t 1840 Ie navi a vapore, per citare una delle
vie di importazione, r iversarono in Inghilter ra un f lusso quasi
giornaliero eli bestiame irlandese, eli poll ame, di carne e eli uova.
(
., I? _l, 1r~ te_gli_~allni9:~lJg ~£ame.i>,jl1torno al 1840, vi furono au-
!~)~~~~~tl!!~~~~~~~i~~notando ilgrande aumento nell' importazione di gener i alimen-
tari non di prima necessi ta tra il1841 e i l1846, dichiaro: < iE for-
se possibi le dubitare che, se ilconsume degli articoli voIuttuari eaumentato in tal rnisura, ilconsumo degli a rticol i di prima ne-
cessit a, come per esempio la carne 0 ilpane, non s ia aumentato
per 1 0 meno aIlo stesso modo?» 46. Certamente quando P. L.
Simmonds conside ro Ie abitudini a limentari degl i inglesi negli
anni cinquanta concluse che «I'uomo inglese e nutrito meglio diogni altra persona almondo» '7.
Disgraziatamente non vi sono statistiche sufficienti circa il
consume di pane e di carne. Le principal i incer tezze nei dat i s ta-
t istici pe r il pane sono quelle relative a Ile superfi ci colt ivate ed
a lIa resa dei ce reali , sopra ttut to de l grano. Non vi e alcuna prova
" GAYER, Ros row e SCHWARTZ, op. cit., vol . II, pp. 957-65.
" L. LEVI, op. c it ., p. 497. Si pot rebbe sost ener e che l'aument o nel l'im-
p~maz~one d i generi a limentari servl a compensare I 'inndcguatczza della produ-
zione mterna, scnza aleun aumento pro-capite nell'offerta cornplessiva el i gene-r i al imentari , Si puo tuttavi a sosrenere, in r nanier a pil i convincente, che la
Gran Bre ta gn a si s tes se s empre pili spccial iazando, e benefic ia sse del suo rela-
t ivo van tagg io nella produzione indus tr ia le . Che questa special izzazione abbia
fatto aumenrare illivello di v it a a nch e in que sto p er io do, e ind icate dal carat-
tere «di lusso» ill gran p ar te d ei generi alimentari importati. Un aurnento asso-
~uto ne. lIadomanda s i veri f ico s ia quando Ie tariffe doganali, e pet conseguenza
I prezz i, Iurono ridotti (pe r ese rnpio, iprezzi del t e f ur ono ri dott i da 2 scelli ni a
9 p enn~es pe r l ib bra r iel 1 831 a 1 sc el li no n e! 1853) , s ia q ua ndo i p re zz i r imas e-
To relat ivarnente cos tant i (pe r ese rnpio, nel caso delle zucchero e del caffe) ," Memoi rs b y the R ig th Honour ab le Si r Robe rt P ee l Londra 1857 vol. II
p.104. ' , , ,
·l P . L . SIMMONDS, The Curiosi t ies o] Food, Londra, 1859, p . 2 .
174
che «il fatto fondamentale e che, come i conternporanei gia sape-
vano, l a produzione e le importazioni non tennero ilpasso con
l'aumento della popolazione, cosicche diminul costanternente la
quantita di grana di sponibi le per persona, dal Ia fine del Se tte-
cento fino agli anni intorno al 1850. La quantita di patate au-
menta all 'Incirca con 1 0 stesso ritmox 48. AI contrario - come T.
Tooke, G. R . Porter, J. R . McCulIock ed anche J. S. Mill fecerorileva re - Ia produzione agricola aumento pili ce lerrnente del la
popolazione 49. Quando F. M. Eden scriveva nel 1797, ilpane elisegala , di avena e di orzo era cornune , part icola rmente nel nord;
quando McCulloch par lo del pane neI suo dizionar io commercia-
Ie nel 1859, rilevo la scomparsa del pane di avena e eli orzo, Ia
t rascurabile importanza del pane di segala e iI consumo generale,
nelle citta, nei viHaggi e in quasi ogni local ita del paese, del pane
di farina di grano 50 Tale sostituzione, con una popolazione in
rapido aumento - aumento che avveniva , di solito, eli pari passo
con un aumento del tenore di vita - non sarebbe stata possibile
senza un grande aumento nella produzione inte rna di grano, per-
che non puo essere imputata all 'aumento delle irnportazioni . Nel
secolo della r ivoluzione agr icola, perc, la cosa non fa meraviglia:
tra il 1760 e il 1864 icampi comuni e i terreni incolti del1'In-
ghilterra vennero recintati, facendo aumentare sia l'area che Ia
resa dei te rreni arabi li. Anche prescindendo da al tri migliora-
menti , Ia sola recinzione bas te a far aurnentare sos tanzialmente
la resa. I I pil i grande aumento nell' area coltivata avvenne duran-
" E. J. HOBSBAWN, op cit., p. 59. Le stat istiche sui grano del dott . Hob-
s bawn p roven~ono c ia.R . ~ . SAI.AMAN The H istor y and Soc ia l Inf lu enc e of t he
Potato, Camb ridg e Umversl ty Pres s, 1 949, a pp endice IV the l e r ic avo d a LORD
E R N t ; ; Eng!ish Farming ~ast and Present, i- ed. , Longmans Green , Londra, 1912.
. . COSI, per esempio, J. S. MILL , che probabilmenre ritencva che ilIivellodi VIt a eta stat o abbassat o dal l'tndust riali zzaxione, sosteneva nel 1848 che
«10 Inghi lt er ra ed in Sco zi a l'abilita degli agricoltori e recente~ente aume'ntata
mol~o p i~ rapidam~nte .de~a popolaz ic ne , d al memento c he i generi alirnentari
e g li ,utn. p ro :dottl agrrcol i, r ;-0nos tante I ' aumento della popolaz ione , possono
e.ssere coltivat] ad un costo nunore di que llo d i trent ' anni fa». (Principles of Po-lttlca~oEconomy, a cur~ di W. J . Ashley, Longmans Green , Londra, 1915, p . 704).
F. M. EDEN, Tbe S ta te o f the Poor, a cura di A. G. L. Rogers, Routledge,
Londr~, 1~28, pp. 103-4;]. R. MCCULLOCH,A Dictionary Practical, Theoretical
and His torica l o f Commerce and Commerc ia l Nav igation, a cura ill H. G. Reid,
Lond ra , . 1869 , p . 197 .. G il l fin dal 1795 i l cont e RUMFORD (An Essay on Food
and particularly on Fe_edtngthe. Poor, nuova e dizion e, Dub lino , 1 847, p. 48 ) no-tava la «strana avverstonc» per ilpane illsegale in Inghilrerra.
175
te la guerra, e non si sa esattamente di quanto fosse l'aumento per mezzo secolo 54. Anehe i1 prezzo del pane fu relativamente
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dopo il1815 51. Ad ogni modo Drescher stima che in Inghi lterra
e nel Galles la superficie coltivata a grana aumentasse da 3 a 3,8
milioni di acri tra il1798 ei11846, che la resa aumentasse da 20-
24 a 32-34 bushels per aero. In uno studio sulla produttivita dei
terreni a grano nell'areo di sette secoli, M. K. Bennet mostro
che «i l pili rapido tasso dell' aumento nella produzione inglese digrano avvenne probabilmente nei cento anni tra il 1750 e il
1850», e che, rnentre «la misura di 15 bushels per aero era, alia
meta del diciottesimo seeolo, grosso modo rappresentativa dallaresa per aero del grano in Gran Bretagna, la misura rappresenta-
tiva nel1850 era di 26-28 bushels» 52. Secondo le stime di Dre-
scher l 'aumento della produzione di grano era appena inferiore
all 'aumento della popolazione. Ma sulla base di altre supposizio-
ni probabilmente plausibili - per esempio che le rese per aero
nel 1800 fossero inferiori a 20 bushels e fossero di quasi 30 bu-
shels nel1850 - si puo ritenere che l'aumento della produzione
nazionale di grano (senza le importazioni) s i tenesse al passe con
l'aumento della popolazione J3. I prezzi del grano e del pane con-
fortano eertamente l'opinione che non vi fosse nel lungo periodo
alcuna scarsita di grano e di farina. I prezzi del grano caddero
bruscamente dopo i l 1815 e rimasero rela tivamente stabi ll dopoil 1822, sia pure con un visibile andamento al ribasso; il prezzo
medic annuale raggiunse 70 seellini soltanto in un'occasione, nel
1839, e ilprezzo del 1835, 39 scellini e 4 pence, fu il pili basso
" Gli storici dell'agricoltura di questa periodo sono d'accordo tuttavia,
che Ie aree coltivate si estesero dopo il1815; per esernpio , W. H. R. CURTLER,
The Enclosure and Redis tr ibut ion of our Land, Oxford Univers ity Press , 1920,
pp. 231~32; A. H. JOHNSON,The Disappearance of the Small Landowner, Claren-
don Press, Oxford, 1909, p. 99; J. A. VENN, Foundation of Agricultural Econo-
mics, Cambri dge Uni ve rsi ty Pre ss, 1923, p. 314; G. E. FUSSELL e M. COMPTON,
Adattamenti nell'agricoltura dopa l e gue r re napoleonicbe , in «Economic History»;
febbraio 1939, p. 202; L. DRESCHER,Lo soi luppo della produ:done agricola in
Gran Bretagna e in Irlanda dal l' iniz io del dic iannoves imo secolo, in «The Man-
chester School», maggie 1955, p. 167.
" M. K. BHNNET, Resa del grano per ettaro in Gran Bretagna nel corso di set-te secoli, in «Economic His tory», febbraio 1935, p. 28.
" T. TOOKEe W. NEWMARCH,op. cit., vol. V, p. 132, scrissero nel 1857
che «dur ant e g li ul timi tr ent ' a nni l ' aumen to i n Ingh ilt er ra dell a r esa med ia pe r
aero del grano e eli gran lunga superi or e a quan to si si a sol it i s upporr e», con dati
per cornprovare questa aHermazione. Si confronti I 'a ffermazione di J. R. Mc-CUL.OCH ( 1869 ) che «l a r es a de i ra ccolt i d i g rano S1e , come minima, quadrupli-
cata dal1760" (op. cit., p. 197).
176
stabile in questo periodo: per esernpio a Londra il prezzo della
pagnotta da 4 libbre oscillo tra 6,8 pence fino a 11,5 pence tra il
1820 e il1850, ma con una variazione da 6,8 pence a 10,5 in tut-
to il periodo, eccetto sette anni, e con medie di 9,7, 9,1 e 9,3 per
decennio 55.
Sul consumo di patate si sa molto meno che su quello del gra-
no, anche se R. N. Salaman ha calcolato che il consumo giorna-
liero pro-capite in Inghilterra e nel Galles aumentasse da 0,4 a
0,6 libbre tra il 1795 e il1838 56. L'ipotesi che questa aumentonon abbia rappresentato un incremento netto dell'alimentazione
tota le, da col legarsi, a parti re da11815, con un aumento nell'uso
da parte della dasse lavoratr ice di terren i colt ivabili , rna una so-
stituzione, resasi necessaria , d i un ortaggio inferiore al posto del
pane di farina di grano, S 1 basa sulla discutibile supposizione che
il consumo del pane fosse in declino, e che la patata fosse un ali-
rnento inferiore. I pregiudiz i cont ro Ie patate t rovavano in parte
la loro origine nell' avversione per gli i rlandesi, e certamente la
presenza di mezzo milione di irlandesi in Inghilterra nel 1850
contribu isce a spiegare l 'aumento della popolarita del tubero.
Ma l'aumento del consumo era anehe dovuto al semplice fatto
che alia gente piacevano le patate e che erano buone da mangia-
re, come fu dimostrato da Adam Smith 57 _ Inoltre la patata era
uno solo dei molti prodotti ortofrutticoli il cui consumo stava
aumentando 58. Alcune verdure che nel 1800 erano coltivate in
" W. PAGE (a cura di), Commerce and Industry, Constable , Londra, 1919,
vol. II, p. 216; T. H. BAKER,Records of the Seasons , Prices of Agricul tural Pro-
duce, and Phenomena observed in the British Isles, Londra, 1883, pp. 249 sgg.
" WHEAT,Rlsposta alia Camera dei Comuni, 7 agosto 1912.
" R. N. SALAMAN,p cit., p. 613. E interessante notare che il consumeodierno del le patare e quasi esattamente 10 stesso di quello che era nel 1838,
doe compre so tr a 3 e 4 libbre per persona a lI a s et timana. «<Economic Trends»,
num. 59, set tembre 1958, p. XVII, e «The ' I' irnes», 21 apr ile 1959) .
" A. SMITH, The Wealth of Nat ions, The Modern Library, Cannan, New
York, 1937, p. 161: «Si d ic e che iportatori, ifacchini, gli scaricatori di carbo-
ne di Londra e le prostitute, forse gil uomini pili forti e Ie donne pili belle dei
domin i b ri tanni ci , p rovengono per la maggi or part e deg li s tr at i pi li bas si de ll apopolazione i rlandese, che s i nurrono generalmente eli questo tubero. Nessun
a liment o puo fo rn ir e una p rova p ili decis iva del le sue qual it a nut ri ti ve , 0 dellasua particolare convenienza alla salute dell' organismo umano»,
" Si veda no G. Dodd, The Food o f London , Londra , 1856; H. MAYHEW,
London Labour and the London Poor, Londra, 1851; B. POOLE,Statistics 0 / Briti-sh Commerce, Londra, 1852, The Commissariat of London, in «The Quarter ly
Review», settembre 1854, per notizie sui mercati ortofrutticoli di Londra.
-irnaniera sa ltua ria, come i l cresc ione, erano prodott e commer-
,I,:
pale del nos tro uff icio annonar io» 62. Iprecedenti cinquant'anni
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cialmente nel 1850; alcune frutta - per esempio le ciliege e le
mele - che nel 1800 non erano importate 0 1 0 erano solo in
quantita piccoliss ima venivano regolarmente importate negli an-
ni trenta ed in grande quantita nel 1850 59. A Londra, ilCovent
Garden' fu ricostruito nel1827, e nel1850 v'erano in aggiunta
c inque a lt ri important i merca ti che rifornivano la metropol i di
frut ta e verdura . Nel1850 tutt e le grandi ci tra avevano iloro or-
ti e fruttetti che producevano per la vendita, e, per quanto ri-
guard a Londra, ilpil i r icco ed il pil i grande di quest i mercati , erain pieno svolgimento ilmovimento che nel 1870 aveva quasi fi-
nito di colmare la val lata del Tamigi di alberi da frutt a e colture
di ortaggi 60.
«Dopo l'habeas corpus e la liberta di stampa», ebbe a scr ivere
Charles Dickens, «poche sono Ie cose per cui ilpopolo Inglese ha
rispetto maggiore e fede pil i vigorosa che la carne di bue», N~i
primi cinquant' anni del diciannovesimo secolo, Ia classe lavora-
--_~ic~Ji~l~~~~~~~~~·.t,~c;~i~::,~~t~~~~~~~~~-tf~~:;f;l~~~~:~~~n_;tdI~gr~n~~-l~~a~~e erano per loro segni delI'aumento del teno-
re di vit a e dell a superiori ta sugli stranieri . G. Dodd dichia ro ne l
1856 che «fino a quando il r oa st b ee f della vecchia Inghilterranon cessera d i essere una delle istituzioni del paese - una delle
carat terist iche in base aile quali gli s tranieri r itengono almeno di
poterci giudicare come nazione - la carne di macelleria conti-
nuera ad essere (con 1 a sola eccezione del pane) 1'articolo princi-
" DOI lD , op. cit" pp, 377-78,. E ilp rinc ip al e mercato a ll 'i ngros so d i ge ner i or to frut ti co li e di f ier i d el la
capitale Inglese. (N.d.T.)
co Si veda, a d esernpio, J. CUTHILL,Market Gardening round London, Lon-
dra 1851, e C. W. SHAW, The London Market Gardens , Londr a, 1879, per una
descri zi one degl i ort i e dei f rutted del la val le del Tamigi, Shaw osservo che «il
p rezzo odierno della fru tta e di poco variate d a qu el lo di mez zo s ec olo fa; se b-
bene la quanrita che riceviamo sia cinquanta volte superiore, tuttavia la do-
ruanda e aurnentatu in rnaniera corrispondente, e COSl i l prezzo si e mantenutosugli stessi livelli" (pp. 82~83).
•, Reports [rom the Commissioners (13) POOl' Laws (Ireland), Parliamentary
Paper s, 1836, XXXIV, p. XII , osserva che la c la sse Iavoratrice Ing lese mangia-
va carne quasi ogni gi or no, a di fferenza degl i i rl andesi. Cfr . anche C. S. PEEL,
Homes and Habits, in Early Victorian England, 1830-1865, Oxford, 1934, vol I,
p p, 1 26 -43, ch e most ra a lc un i b il an ci f am ig li ar i d i l av orator i da l 1824 a l 1 859,
tut ti con laspesa per lacarne .
178
erano stat i un periodo di di ffuso migliora rnento del best iame,
Per esernpio, nel lo sviluppo dell' aI levamento delle pecore in In-
ghilter ra in questo per iodo, s i ass is te alla sos ti tuzione della peco-
ra da lana con quel l a da carne, sost ituz ione questa la cui ragione
principale e da r icercars i negli incentivi economici ; i propr ietari
del le greggi abbandonavano le antiche razze per dedicarsi a nuo-
ve vari eta pili grosse, pi li forti con pi li rapido ciclo di allevamen-
to, come la New Leiceste r e la Southdown 63. Lo stesso processo
che siosserva per Ie pecore s iosserva anche per i bovini e isuini,Pero le uniche s tatist iche dettagl iate del consumo delle carni
si riferiscono a Londra e sono basate sulle macellazioni a Smi-
thfie ld, dove , t ra i l1800 e il1850, la macellazione dei bovini au-
mente del 91% e quella degli ovini del 92%, mentre nel frat"
tempo la popolazione di Londra aumento deL173% 64. Ma que-
ste cifre non tengono in alcun conto gli aumenti nel peso delle
carcasse, e neppure i . ri fornimenri che provenivano da altri mer-
cad. Le macellazioni di Smithf ield non possono essere accet tate
come un indice su cui si puo fare assegnamento per quanto ri -
guarda il consumo della carne a Londra - come invece fa E. JHobsbawn 65 - perche vi erano altri mercati che stavano rapi-
damente crescendo - Newgate , Leadenhal l, Farrington e Whi-
techape1 - in aggiunta ad un certo nurnero di mercati rninori,
che vivevano tut ti in larga misura sulle macellazioni che avveni-
vano in campagna e sulle importazioni di «carni conservate», co-
me ilbacon e la carne di maiale salata 66. Gia verso la meta del
diciottesimo secolo, quando Londra era piit piccola e Smithfield
aveva un'importanza relativamente maggiore, forse non pili dei
due te rzi de lla carne consumata a Londra facevano iloro acqui-
' " DODD, op. cit., p. 211.
6J LORD ERNLE, op. cit ., p. 371; R. TROW-SMITII, A History of Bri ti sh Live-
stock Husbandry, 1700-1900, Routl edge e Kegan Paul, Londr a, 1959, pp. 156~
58; J. B[SCHOFF, A Comprehensive History 0/ the Woollen and Worsted Manufac-
tures, Londra, 1842, vol, I I, p. 255. Bischoff calcol o che nel 1850 ogni anno
ven ivano macella ti 8 mil ioni e li ovini per dar e agli ingl esi l e loro bistecche dimontone .
"Cifre o ttenutefacendo lamedia del le annate 1798-1802 e 1848-1852 .
0' HOBSBAWN, op. cit., p_ 65.
' " DODD, op. cit " pp. 276 sgg. ; Reports of the Commiss ioners Appointed to
make Inquiries relat ing to Smi thfied Market and the Markets in the City of London
fo r t he sa le of Mea t (Repor ts o f the Commis si oners (12), Parliamentary Papers,
1850, XXXI), pp_ 16-18 ; The Commissariat of London, op. cit ., pp. 280~87.
sti sui mercati rurali e aIle Here di Cambridge, Northampton e generalmente stabili dal 1819 al 1841 e oscillanti negli anni
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Norfolk, oltre ad importare carcasse» 61. Nel diciannovesimo se-
colo iIimiti di Smithfield 63 e I'espansione di Londra portarono
inevitabilmente alIo sviluppo di altre fonti di rifornimento, di
al tr i rnercat i che subirono un aumento delle loro dimensioni piu
rapido di quel lo di Smithfie ld. Newgate aveva 13 venditori
principali nel1810 e 200 nel1850; essi trattavano un numero di
pecore equivalente alia meta di quello trattato a Smithfield, tre
quarti dei bovini e piu vitelli e maiali di Smithfield; nel 1850
giungevano cola tut te le se tt imane principalmente per ferrovia ,800 tonnellate di carni maceUate in campagna. In quello stesso
anna Poole st irno in 76.500 tonnel late le vendite annual i di Ne-
wgate e Leadenhall 69. E certo che le ferrovie fecero aumentare
di molto la quanti ta disponibile a Londra di carni maceUate in
campagna, ma molto prima che queste facessero la loro appari-
zione, quantita sernpre maggiori di carni vi venivano trasportate
in carriaggi e earrozzoni. Alio stesso tempo aumento l 'Importa-
zione di bacon, prosciutto e carne sala ta di maia le. Non c'e quin-
di da stupirsi che McCulloch concIudesse ehe « 1 0 . . . straordina-
r io aumento nell'offerta di earne di rnacel leria» stava a testimo-
niare «un miglioramento assai cospicuo ... nelle condizioni della
popolazione per quanto riguarda l 'alimentaaione» 10. E certa-
mente l'aumento del l'offerta non era l imita te al la sola Londra.
Come un contadino significativamente osservo nel 1836, il be-
stiarne migliore del Gloucestershire e del Cumberland andava
allora non a Londra, come in passato, ma in misura sempre ere-
scente ai mercati di Birmingham, Liverpool e d i al tre cit ra indu-
striali 11. L' aumento dell' offerta ebbe i l suo rif les so sui prezzi,
67 G. E. FUSSEL e C. GOODMAN, Traffico de! bestiame nel diciottesimo seco-
lo, in«Economic His tory», febbraio 1936, p. 231." Nel 1854 il mereato di Smithfield aveva un'estensione di set te acr i.
Cfr. The Commissariat of London, op, cit., p. 280.es DODD, op . cit., p. 273 ; B. POOLE, op. cit ., p. 225; MCCULLOCH, Dictiona-
IY , op. cit., pp. 281·83, LEVI, op. cit ., p. 497; Report of Commissioners . .. for the
Sal e o f Meat , op. ci t., p. 16; The Commissar iat of London, op. c it ., p. 287. Cfr.anche A. B. ROBERTSON, I mercati alimentari della periferia di Londra nel diciotte-
simo secolo, in "East London Papers», II, 1, pp. 21 sgg., per una descr iz ione del -
lo svi luppo del le att rezzature dei mereati a Londra f ino aI 1801.,. MCCULLOCH, Dictionary, op. cit., p. 197.
" Parliamentary Reports 1836 (465), VIII, parte II, pp. 181 e 210; anche i
Reports del 1833 ( 612 ), V, p. 59, che a ffe rmano che «Laca rne s i vende bene nel-
legrandi cit ta» e che egl ioperai hanno piu denaro da spendere»,
180
quaranta 72.
Altro alimento importante il cui consumo stava aumentando
in quel tempo era il pesce H Prima del 1815 ilpesce costava ca-
ro, eccetto che nei periodi di sa turazione del mercato, e faceva
regolare comparsa solamente sulle mense dei ricchi. Ai primi del
diciannovesimo secolo ilconsumo era limitato, in parte a causa
di pregiudizi religiosi 7 \ in parte per le difficol ta di trasporto di
una rnerce cosl de;12~!jhjJ_c;_,~itLparte_J!w;;oraperJapre£ex:en&fL!l!.:-
cordata al le carni .l Dopo i l1815 l'aumento deIl'o fferta e la dimi-nuizione dei prezzi (il prezzo medio di tutto il pesce venduto a
Bil lingsgate nel1833 era di 2 1/2d per l ibbra) 75 portarono ad un ()
grande aumento dei consumi; ma aneora nel1833 il contabile di ( yBillingsgate dichiaro che <declassi meno elevate della popolazio-
ne hanno l'idea che il_.12,~Q1Ui.lil_::;:n;u:suf£iden-temeni<~so- ( 1 / \ , C _ Q _
TIaiiZiOsoperIOroe~preferj~_GQnoJacarne» 16. Tuttavia inquell'e-
pdc;rf--poveristav~r;-~'divenendo grandi compratori di pesce,
sfruttari0i:JSljpraffliffcrJ¢ _9.s::¢lUl'lziQni::dei:pre:zzi(che-eranomolto
m a g g i o r r d f ' q u e l I ~ - d;i -p;~~ziella carne) per aumentare il consu-
mo. Per esempio, quando gli sgombri e le~ariiighe--costavan6po~
" c o , ipoveri «ne mangiavano grandi quanti ta», ed in qualunque
momenta la notizia deIl'arrivo di parti te di pesci a buon mercato
si spandeva per Londra «con rneravigliosa celerita» 77. Le stati-
stiche ufficiali sono purtroppo limitate principalmente all 'espor-
tazione del le aringhe scozzesi, ma si sa, tut tavia , che «una gran
parte del pesce pescato lungo la costa Inglese af£luiva su carret ti
a mana a Londra ed ai mereat i del l' interno», e anche che I 'offer-
ta di pesce aumento dopo l'abolizione dell'imposta sui sale nel
1825, e, dopo il1830, a causa di innovazioni tecniche nella pe-
sea che fecero aumentare Ia produzione, in particolare 1 0 svilup-
" TOOKE e NTIWMARCH, op. cit., vol, II, pp. 85, 135, 257 ; vol. VI , pp. 654 ·60.
" Commis sar ia t o f London, op. cit., pp. 273-80; C. L. CUTTING, Fish Saving,
Londra, 1955, pp. 207·}0.
H «Pa re che la Rif orma abbia qua si fa tto s compa ri re l 'a bit ud ine di man-
giar pesce t ra que st a da sse soc ial e; l' ha p re s a , non so come , un qualche ostinatopregiudizio contro un alimento al tempo stesso s aI uta re e ra ff inato , che s i po-
trebbe ottenere dappertut to a basso prezzo ed in grandi quantita, se Ia doman-
da foss e d iff usa come dovrebbc». (R. SOUTHEY, Sir Thomas More, or Col loquies
on the Progressand Prospects of Society, Londra, vol . I , p . 175).
rs Parliamentary Papers 1833 (676) , XIV, p. 95_
, . Ibid. , p. 94.
rt Ibid., pp. 94 e 100.
181
po della pesca d' a lto mare con reti a strascico ed a deriva; au- ?n~~<!t b~!.£<:J:20,?~c:::<:Ii.S~Il}~,_56.,Q.n~~di.patate,.e.,lp ..onc~ , 4i ' ) }
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men to anche con il miglioramento net maneggio de! pesce, per
esempio con l' int roduzione di veloci «cutters», d i navi a vapore,
e delle ferrovie, e con l'uso sempre pili diffuso del ghiaccio; e in-
fine aumento a causa della scoperta di nuovi fondali di pesca,
per esempio ilGreat Silver Pitt, a sud de! Dogger, nel 1837 18.
Nel 1840 l'uso del ghiaccio e la maggiore rapidita del trasporti
permettevano ai pescherecci di pescare pili a nord, e consentiro-
no l'apertura di nuovi mercati nelle citra dell'interno 19. La fu-
migagione del le aringhe fu inventa ta net 1843 80. Nel 1850 l'a-zione congiunta del le navi a vapore e delle ferrovie permetteva
di trasportare rapidamente ilbottino della pesca ai centri illcon-
sumo di tutta l 'Inghil terra ; Ie navi a vapore col legavano iporti
inglesi con la Manica, con il Mare del Nord e con ilBaltico; i
treni collegavano i porti al le c itra dell 'interno ed a Londra. Du-
rante la stagione, [e sole aringhe giungevano da Yarmouth a
Londra aI ritmo di 160 tonnellate per sera, e anche dell'umile li-
torina ' si consumavano 76.000 cestini (1.900 tonnellate) l 'anno 8\
Dall'esame di queste c ifre si deve incontestabilmente con-
cludere che la varieta e Ia quantita dei cibi consumati tra il 1800
e il 1850 ando aumentando. Perfino una lettura acritica delle
opere interessanti ed informative di G. R. Dodd (L 'alimentazio-
n e d i L on d ra ) e di H. Mayhew (1 l auora tori ed i p o ve ri d i L on d ra ) e
dell'articolo L 'u ff ic io a nn on ari o d i L on dr a nella «Quartely Re-
view» del 1854, r iveleranno l 'ampiezza , la varie ta e Ia qualita dei
rifornimenti alimentari di Londra. Basandosi su i calcoli , sia pu-
(~e grezzi, di Dodd, McCulloch'.!Y1-~IY.Q~y:;~oole, Mulhall e Levi,
l iI,Iondinese medic consuDlaYll(:ntl.l,.§j.Q'..QgQi settimana cinque
lD/I)!M)AA f~~ _. ' -";:~~"~:~>~;"' ,~C~').~:~...{ ~ · · < J \ A . · ~ d _ ; , : : ~ = ~ : : 7 [ A ' ~ / ·te rt; ;al ' / iamentmy Papers 1833 (676) , XIV, p. 12; ] . T . JENKINS,T he S ea F i·
sberies, Londra, 1920, p. 145 e cap. II e V; Th e Commissariat of London, op. cit ,
pp.278·79.
" CUTTING,op. cit.,p. 220.eo Ibid., p. 277.
• Mollusco gasteropodo dei mati nordici. (N .d . T . )
OJ
SrMMONDS,p. clt ., p. 345; DODD, op. cit., pp. 341 sgg. Le strade di Lon-dra negli anni quaranta erano affollate ill carrettini. Quando Jo rrock e l' uomo
de ll o Yorksh ire andar ono da Coven t Ga rden al Surr ey , incon tra rono, tr a g li a l-
tr i, «una bancare ll a che vendeva spunti ni e li to ri ne», « tre donne che vendeva-
no crescioni», un uorno che vendeva «ciarnbel le bel le calde, bel le calde!», «una
intera cornitiva di lattaie gallesh> I j or r oc k 's J a un ts a n d J o ll it ie s , 1843). Ne l 1854c' e rano a Londra p robab ilmente tr en tami la f ru tt ivendoli e al tr i vend ito ri am-
bulanti e gestor! di chioschi. (The Commissariat of London, cit., p. 307).
182
~u;~;~~~.~r~~~~~~?;~~~~t:~4I~~~.n~~~~~~:::::~:t:~:i~~~;adi frutta 82. Aiiche tenendo conto dell'esagerazione e dell'entu-
SJ.asmo~a~gliosservatori del tempo, ilconsumo degli alimenti ba-
se nella Londra del 1850 non era enormente inferiore a quello
dell'Inghilterra moderna 83.
IV.
Quali sono Ie conclusioni che derivano dai dati fin qui pre-
senta ti? Sicuramente, daI momenta che gl i indici puntano tuttL,l
nella stessa direzione, ilIivello di y~t\1dena g~an partedelpopolo '1inglese ando ~ument·;mdo. n~lla prima ',llleta del di~~al1l1ovesi~~ ~,
..e~~I~!a~~.~=.s~~?n.~.?SS~~g~·.@ ~~~aE~ ~c::c::u:~:~I11~~te.H,,!Il~!~1Ileilto. L aumento fu lento durante la guerra , p1Urapido dopo jJ .
ISi5, e veloce dopo i l1840. Ammettendo che la speranza di vita
dipenda in parte dailivello benessere, I'aumento della vita me-
dia in questi anni e un'ulteriore prova draumen"Eato··benes"sere.
.Come£eceosservare·MaCauray~·«che·la"vi.ta-uma'ila·'·poss·aallun-
garsi mentre le condiz ioni f is iche durante Ia vi ta peggiorano, ecosa del tutto incredibile», La speranza di vita alla nascita era
eaI calcoli del 1850 sono sta ti cornpiuti dividento sempl icernente i totali
annuali , dove disponibi li , per la popolazione ill Londra ; Ie c ifr e moderne pro-
vengono da «The Times», 21 apr ile 1959.
" Deg li a lt ri gene ri a liment ari no rni nat i da l dott . HOBSBAWN, il latte e le
uova mer ir ano un po' d 'at tenzi one. De lla tte eg li s cr ive che «E o difficile scorgere
a lt ro che un decli no .. . perche l' al levamento dei bov in i deve es se r diminuit o
con l 'ur bane simo» (p . 59 ). Ma er a questo i l pe riodo ill «una nuova generazicne
di illuminati allevatori ill bovin i» quando I a f er rovia perme tt eva che « il I at re
munto in car npagna [ a se ra fo sse su ll a po rta del le ca se d i Londra l a mat ti na se -
guen te». Come ril eva TROWSMrTH,nel 1853 in a lcune cas ci ne del Surr ey s i al -
levavano «da 100 a 150 mucche, ed il laue veniva inviato alla stazione terrni-
nale di Water loo sul la rete fer roviar ia del Sud-Ovest» (op. cit., pp. 305 e 309).In ogni caso, nel 1854 c'erano circa ventimila mucche nelle Iattcrie della me-
tropoli e dei sobborghi. (The Commissariat of London, cit ., p. 287). A propositodel le uova, SrMMONDSarlo del «sessanta commerciant i e vendi tor i a ll 'Jngrosso
d i uova de ll a me tr opoli , le cui banca re lle mob il i s ana sempre occupa te a di st ri -
buire la lo ro f ragil e me rcanzi a» e l e « Ier rovie e navi a vapore scaricano gross i
c asson i e scato le d i uova imball at e con eura , per sodd is la re il vorace appeti to d i
giovani e vecchi» ( op . c it ., p . 138). MAYH~Wall ude anche a i mu tament i nel
commercio del le uova dovut i a ile «immense quant lt a provenienti dal la Franciae d a l Be lg io » i op . c i t. , vol . I , p . 129).
183
maggiore nel 1840-50 che nel 1770-80; nel 1840 il tasso e li mer-
_ _
I
dott. Smith, e li Leeds, s i r iferi in particolare al «meraviglioso
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tal ita infanti le era sta to ridotto dai «terr ibi li livel li del d iciotte-
sima secolo», e « il tasso di mortalita per la classe di eta da zero a
quat tro anni . .. e ra mal ta basso, a lmena per un paese di quel tem-
po ad alta urbanizzazionex B4. McKeown e Brown hanna dimo-
strata che i miglioramenti sanitari non possono aver avuto un
grande effe tto sul la speranza di vita prima del 1850, e avanzano
I'ipotesi che causa dell'allungarsi della vita sia stato un migliora-
menta nelle condizioni economiche e sociali 85. La gente viveva
~
piu a lungo perche_er~_1'Q_~glkUlUtrit.ll,~~lio _alf()ggiata ~..Piu.._pu.~lira, e_1?~~~0-yulf1~rab!l.c: aIl~jp.l~zioni'_!llIe malattie in-
~;~7~~e~~~~rIe'-t;~~~-!~t~t~:~t~zf~i;t~-!~a;~fJf~~eIT~
fiiDoflcne-liiig"liorarono. Uno ad primi ispettori e li fabbrica , R.
Baker, dichiaro in un saggio scritto per 1 a Social Science Asso-
ciation di Bradford nel 1859, a proposito degli anni dal 1822 aI
1856, ehe «tutte le malattie tipiche del lavoro di fabbrica nel
1822 sono quasi completamente scomparse», e, ci tando un certo
M H. J . HABAKKu·K,a storia economica del la Gran Bretagna modema, in
<Jou rna l o f Economic Hi st ory», d ic er nbr c 1958, p. 496 ; J. T. KRAusE, Muta-menti della [econdita e della mortalita in Ingbilterra, in «Economic His tory Re -
view», agosto 1958, pp. 66-67.
" T. Me KEOWN e R. G. BROWN, Testimonianze di medici relative ai muta-menti nel la popolaz ione Inglese nel die iottes imo seolo, in «Population Studies»,novembre 1955. Nei lirniti in cui l'aumento di popolazione era dovuto ad un
aument o del t as so d i nat al it a, derivante si a da un' abbas samento nel l' e ta dei
mat rimoni che da un aurnen to nel la Ie cond ir a s enza mut amen ti nell 'e ta del rna-
trimonio, ifat tori economici erano, ancora una vol ta , probabi lmente impor tan-
ti. Inoltre, ilmiglioramento del le condizioni a iuterebbe a spiegare «la rnancan-
za di una diminuzione nd numero delle nascite non appena si sarebbe potuto
attendersela sot to la press ione del la popolazione» (HABAKKUKp. cit., p. 495),£enomeno imbarazzante per co lo ro che danno per s conta ta una s it uaz ione ma l-
thusiana neIl'Inghilterra di questa periodo.
" I l dott . HOBSBAWNaffe rma che la maggio re r egola rira dell ' o ffe rt a nel
consumo pro- cap it e non ir np lic a un aumen to ne l l ivel lo dl v it a, anche se causa
una r iduzione nel la mor ta li ta , «Non e af fa tt o impossi bile che l ' ab itant e di una
citta industriale sia nutrito peggio dei suoi predccessori in un anno norrnale,
pu rche si a nutri to con rnaggio r r egola ri ta» (p . 46 ). Ma e questo un d is co rso i n-
gannevole: certo allora iltermine ultimo e la mor te . Alcune persone I ors e p1'e -
fe ri scono un a lte rna rs i di banche tt i e c ar es ti e, con un' incert a speranza d i v ita ,rna cer tarnente la ruaggioranza preferi rebbe un consume regolare, l a cer tezza di
una vi ta p iu lunga, e l a spe ranza d i cond iz ioni mig li ori . Ed i n ogni ca so non v ' e-
rano banchetti nelle secieta pre-industrial! 0 nelle moderne societa non indu-
s tr ia li : Ie alternative erano (e sono) la sussi stenza, e , quando ilraccolto va ma-
le, un l ivel lo infer iore alla sussi stenza. Nel la class ica def iniz ione di benessere,una pe rsona ha maggi or beness er e s e ilsuo reddito e maggiore, oppure se e di-
stribuito con maggior regolarita nel tempo.
184
mutamento neUe condizioni della popolazione femminile ... Non
avrei potuto credere ad un rnutamento cosl impressionante in
venticinque anni, se non l'avessi registrato e vis to con imid
occhi».
Ma l'aumento della speranza di vita e l'aumento del consu-~lo non consentono di misurare il benessere inassoluto, e l 'af-
fermazione che illivello di vita della maggior parte dei Iavor~ ,
;i-~n(raVa~a~iTIe~1:andOnon--equrvare-a-arre-'clie-fOsse'ere~at~~--'~_ . J/ )
:~~r.~o.;.t.u.·.'.n•..:.·.j.e.~•.·..~r.u.e•.•...e.~.. . • ..~.a.·._..l . · • .v.d...•~.·•.. { . : P . . .. ' . .t. ..~.~•. · . ' .a.·~zn.··.i.·.~•..•.e.n.~.·.·.'.l.'•.•..•.c•.. , . · . t.. .p.·~~§~]ts~c~t:;{ft~~ . _ I ~ ~ · ,. · -tecnologlCa,'dil'carattere assai -1:ormentoso: Ignorare Ie sofferen-
z e - · d i q u e s t a peric idoe rutrethir it6sto ito ehe non rieonoscere la
ricchezza e le possibilita create dal la nuova indust ria , Inol tre
serve molto a spiegare ilfenomeno il tentativo e li cercare icolpe-
voli delle sofferenze ehe in effetti esistevano. I disagi di questa1;' ,eriodofurono dovuti in gran parte all 'ineapacita ruilf1r61mn'e
~ E ~ ~ ? f J ~ ~ ~ ~ ~ - ~ f ~ 1 , ~ ~ f ~ ~ J ~ ~ i ;ariionrarfabbrlCiAi flutt\_{~ii9pi. nel c()~~ercio enell'occupa-·z'one:-'Le'fe"iisiom ·'di··q~e~t~· p~~iod~ ';{~~q~~r~~p~trt;;;~;~~·~t~·d;Jl"'; :'apidi mutamenti nei rapporti sociali ed economici. Come
fanno osservare gl i Hammond: «Quando . .. l a socie ta att raversaperiodi e li mutamenti ehe distruggono la vita tradizionale, I'uo-
mo politico che cerca ... di dominate la volonta dei suoi simili, e
non solo le lora azioni ed ilora servizi, S1 trova di £ronte ad un
compito particolarmente difficile, perche questi mutamenti fan-
no balenare alIa mente umana quei remibili inter rogativi ehe
erano rimasti assopiti sotto la superfice dell'abitudine» 87. Tanto
per fare un esempio, sui problemi prat ic i e li pili facile soluzione
le autorita municipali non avevano Ie cognizioni, e e li solito
mancava Ioro adeguata autorita per affrontare ivari problemi
igienici delle citra in rapida erescita. Tali problemi richiedevano
studi, esperimenti ed esperienza, oltre ad un mutamento nel-
l'«habitus» mentale, prima che fosse possibi le risolverli, cosic-che la miseria era frequentemente attribuibile all'ignoranza
piuttosto che alI'avarizia. Ad ogni modo, larga parte dei mali
che sono stati attribuiti alIa rivoluzione industriale gia esisteva-
" J. L. e B. HAMMOND,The Bleak Age, Pel ican, Londra, 1947, p. 30.
185
no ne1l'epoca pre-industriale. «Per quanto spaventosa fosse la si- della rivoluzione industriale un gran numero di occupati lavora-
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tuazione r ivelata dalle relazioni del diciannovesimo secolo
(1840-45) sulla situazione igienica delle citra, sarebbe assai dif-
Heile sostenere che la situazione di Londra non era stata assai
peggiore nel didottesimo secolo» '". E nel 1854 Londra era «la
metropoli pili salubre d'Europa» 89.
Del pari rnolti malintesi hanno avuto origine da supposizioni
- in gran parte sbagliate - sulle condizioni dell'Inghilterra pr i-
ma della r ivoluzione industr iale; che per esempio, la vita dei
campi fosse naturaImente migliore di quella delle citra, che il la-voro in proprio fosse migliore e pili sicuro di quello alle dipen-
denze altrui, che illavoro infantile e Iemminile fosse una novita
che ilsistema di produzione domestica fosse preferibile aI siste-
ma dena fabbrica (anche se spesso do portava come conseguenza
ad abitazioni piene fino al l' inverosimile di macchinar i indu-
striali), che gli s lums e i cibi adulterati fossero conseguenze tipi-
che dell'industrializzazione, e COS1 di seguito; in altri termini, il
mito perenne dell'eta dell' oro, Ia convinzione che, dal momento
che le condizioni erano cattive, e daI memento che non veniva-
no co.nsiderate giuste, esse non avrebbero potuto esser peggiori,
e anzr dovevano un tempo esser state migliori! Ma, come osservo
Alfred Marshall, «la storia popolare sottovaluta le sofferenze del
popolo prima dell' eta delle fabbriche» 90.
La vita rurale era altrettanto spaventosa di quella urbana: in
periodo molto posteriore, le condizioni delle abitazioni nelle te-
nute del marchese di Ailesbury mostravano «Ia violazione di
qualsiasi norma di decenza»; e «depravazioni che difficilmente
Ie citra avrebbero potuto eguagliare» 91. La mancanza di sicurez-
za, come ha dimostrato T. S. Ashton, fu caratter istica tanto del
diciottesimo quanto del diciannovesimo secolo, quando icicli
regolari del commercio erano complicati dai cattivi raccolti per i
quali non vi era adeguato rimedio 92. Ad ogni modo, gHIprima
sa .M. D. GEORGE, London Life in the Eighteenth Century , Londra, 1925, p.
103. Sl v:da anche T. S. ~SHTON, Mutamenti nel livello di benessere nell'Inghil-terradel diciottesimo secolo, InProceedings of the British Academy, 1955.
so D. ROBERTS, Victorian Origins of the British Welfare State, Yale Univers i -ty Press , 1960, p . 325 .
so Industry and Trade, 3'ed., Londra 1920, p . 73, nota.
" F. M. L. THOM!S~N, ~roprietii terriera in Inghiltm'a: I'Ailesbury Trust dal1832 a11856, in «Economic HIstory Review», agosto 1958, p . 128 .
" T. S. ASHTON, Economic Fluctuation in England, 1700-1800, Clarendon
186
vane in qualita di salariati per i fabbricanti di stoffe, negozianti
di ferraglia, calzettai e per ilgoverno. «Nell'industria tessile, in
particolare, ci devono esser stati rnigliaia di lavorator i che non
posarono mal 1 0 sguardo suI loro datore di lavoro. L'idea che
l'avvento delle fabbriche causasse la "spersonaIizzazione" dei
rapporti nell' industria e I'opposto della verita» 9J. E ancora, nel
secolo diciottesirno il sistema di lavorazione domestica e l'agri-
coltura (che, prima dell' allevamento delle fabbriche, era l'attivi-
ta con maggior numero di occupati), facevano ampio a££idamen-to sul Iavoro femminile ed infantile.
Del pari, Ie sof isticazioni alimentari, che, a quanto pare, il
dott. Hobsbawn pensa siano state improvvisamente scoperte in-
torno al 1850, erano ben note a Smollett nell771, quando si la-
mentava che: «II pane che mangio a Londra e un impasto delete-
rio, a cui sono mescolati gesso, allume e ceneri d'ossa, dal gusto
insipido, e dall'effetto distruttivo per la salute». «Non ho biso-
gno di soffermarmi a parlare di quel pallido e infetto miscuglio
che chiamano 'fragole', insozzate e sbattute da manacce unte di
grasso in una ventina di cestini incrostati di sudiciurne, e poi
servite con il peggior latte, ispessite con la peggior far ina per
formare una pessima imitazione della crema», «Il latte ... prodot-
to da foglie di cavolo appassite e da feccia acida, stemperato in
acqua calda, fatto spumeggiare con lumache r idotte a minuti
frammenti, portato in giro per le strade in secchi scoperti» 94. La
stessa cosa vale per la condotta morale. Non si puo presumere
che ilHvello morale della classe Iavoratrice fosse peggiorato, e
neppure che fosse peggiore di quello delle classi pili alte. I Webb
furono certo scandalizzati dalla morale del diciottesimo secolo,
in cui scoprirono «una orribile rnassa di colpe sordide e sensuali»
e la «licenza dei singoli» 95. Inoltre Ie testimonianze che ci sono
giunte sulla morale sono arnbigue, a dir poco; e in ogni caso l 'im-
moralita negli s lums non era peggiore, ne per quantita ne per
qualita, dell'immoralita dell' alta societa,
Press , Oxford, 1959.
" T. S. ASUTON, An Economic Hist or y o f England : The 18'h Century, Lon-
d ra , 1 955 , p p. 102·3
" T. SMOLLETT, The Expedit ion of Humphry Clinker (1771 ) , World Classics,
Oxford, 1938, pp . 1 44 e 146 .
9> Webb Local Government Col lect ion, London School of Economics and Po-
litical Science, relazione (inedita) di RUTH ATKINS.
187
'... Ma, se Ia mi}~ri~ noncostituiv.~1l1lJ~tt9.!1I\qv:o"nuQy;a.,era la denza a misura re il proprio p rogresso non sull a base di una situa-
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"'~'" ):: ,}a~~~.(:lLe2i~J.!?l!ij.tig:LQccasIQ£~,p~ijJiY9!~J:R!i.; Come ammi-" j .. ' " • s " e A. Toynbee, «I'orizzonte dell'artigiano divenne meno netto;
non vi e ra aleun l imi te visibi le aIl e sue possibi lit a di sussisten-
za» %. Leconomia e la societa si t rovavano in una £ase di rapidi
mutament i, e Ie possibi lit a di arri cchimento e di avanzamento
sociale erano maggiori di quanto non 1 0 fossero rnai s tate in pre-
cedenza. IIr isultato fu I'aumentato amor proprio dei poveri che
tanto piaceva a Francis Place e ad Edwin Chadwick giovane 97.
r-, \! fi Jo C & si puo tut tavia ben domandare, con gli Hammond, ~e',.!,}.jO,I {',(\", !~v<Thest:~2~.~~.S29.J;lltti ..i..'Y2Lmig1i9E!~~~!!!._,~!~£_,S~~L}! !91~£!2w~..J 11lalcontellto?».~~:..Ma u malcon1&.gJQ_qnj;'.Aemplic~mente,jLrk
IsultatoderIfy'~Jlodi vita." L~-vi~ione di un' eta dell' abbondanza,
~~:i[f~i:~~l~~i~~~·c~,~9r~:;~~~fo~fi:I~~~~!~~:~;~!:~!~b~:;:'che ,~ambizl0ne:Il' veiiir meno' degli.· amic:Jiitapporti ...sacialiJu
~'~sP~ii~~~i~~,Pbet~t~ic~·e-·J!~mQlagt;:·~(herese.possibile,per ..Jii-·-··
prima volta, 'uneffdt:ivo movi!I!eDJodella.classe·lavoratrrce. E'. ..,., ,, ," . , ,, .,.,,-
se~bene ilTivel lodivl ta stesse aum~ntandg, l'.aumel1to .non era
i.··t~~~~~:i~!~~:~~~~~~~~~~s~~4}~£~r~:Ut~lOb[ii~:;i~1~{~~I~~~ft~~~~:~ Come ha£aftoosservare A. L. Bowley, «l'idea di progresso e in
gran parte psicologica e certamen te relativa; la gente ha la ten-
% A TOYNBEE,Lectures on the Industr ial Revolut ion of the Eighteenth Cen-
tury in England, in Malthus e la leggedella popolazione, Lnnrlra , 1913, p . 91.
" CfL M. D. GEORGE,London Life in the Eighteenth Century , op. cit., pp.103 e 105, che cira CHADWICK, i l q ual e ne l 1 828 os se rv ava «notevoli migliora-
menri .. ; nel le abirudini dornest iche deg li artigiani; sono pili puliti e hanno co-
stumi pili regolari, Ie lora case sono rneglio costruite, hanna in qualche modo
imparato c he l ' ar ia I re sc a c on tr ib ui sc e a ll a sa lu te , e l e s tr ad e in c ui v iv ono s ana '
meno sudice e pestilenziali e li prima». IIprof. SCHULTESli Baden in un a visita a
Lond ra n el 1 824 o ss ervo an ch e un'a bi tu dine c he most ra va la crescente raffina-
t ezza dei paved: «II l ondinese povero non ha soldi per comprare I e c ose belle,
tuttavia si p ro cura . .. de l ve rd e p er decorate 1a Iinestta della sua soffitta, picco-
l a e scut a, e spende ils uo u lt imo centesimo per un po' d i v erzura . .. l 'a rt igi an o
pov ero d el la c ap it al e F ra nce se , pe nsa un icamen te a c ol ti va re qu el le p ia nt e c he
s ono u ti li p er u si c ul in ar i» (SIR W. ]. HOOKER, Botanical Miscellany, Londra,
1831·32, vol. I, pp. 72-73)."' 1. L. HAMMOND,It malcontento e la riooluzione industriale, in «Economic
H istory Review», g enna io 1930, p . 2 15 . A, V. DICEY (Law and Public Opinion
in England During the Nineteenth Century , 2' ed. , Londra, 1 914, p p. LXVII I-
LXIX) af fe rma che ilmalcontento « e spesso dovut o mol to meno alia quantita
as so lu ta di s of fer en ze s ub it e d agl i uominL . ch e non a ll ' aumento d el la vive zz a
de l cont ras to t ra d at e i sr it uz io rr i e d it des iderio d i chi soffre, 0 pensa d i soffr i-re, per Ias i tuaz ione in eHett i esistente»,
188
I
I'[
_l
zione del passato ormai dimenticata , rna considerandolo nei con-
frond di un ideale, i l quale , come un orizzonte, si al lontana con-
tinuamente. La generazione attuale non si interessa dei bisogni e
dei successi ormai passati dei suoi progenitori , rna del le propr ie
pene e delle propr ie [rustrazioni, alla luce della presunta poss ibi-
I ita di un benessere 0 di una ricchezza universale» 99. II rnalcon-
tento, persino il disordine, erano invero comprensib ili , e bi so-
gna ricorda re che ent rambi , come la sofferenza, erano t ipic i an-
che del l' et a precedente. Ma i disordini degli anni quaranta furo-no di gran lunga meno violenti e distruttivi dei Gordon Riots ' e
questa moderazione fu dovuta non solo ad una pi lie ffici ente for-
za di poliz ia rna «a l fat to che la c lasse de i l avora tori de ll'indu-
stria Inglese era nel complesso rneglio alloggiata, meglio nutrita,
pili istruita e assai meno degradata che negli anni precedenti» 100.
La soffe renza durante la rivoluzione indust rial e fu importante
perche porto con se igermi della sua propr ia soluzicne: nell'in-
dustri a e nel l' agri coltura, porto al l' aumento dell a produttivita,
e, nel la societa , alla fede che le condizioni sociali dovessero e po-
tessero essere migliorate, e che i l progresso economico fosse ine-
vitabile. «In mezzo alle vade riflessioni che il diciannovesimo
secolo ha l'abi tudine di fare sull e sue condizioni e sull e sue pro-
spettive», scrisse J . A. Froude, pil i avanti nel secolo , «c'e un'opi-nione comune su cui uomini di tut te le t endenze sono d'accordo:
che sti amo vivendo in un'e ra di progresso ... in ogni set tore dell a
vi ta, ne llavoro e ne l piace re, ne lle certezze e nel le teorie; negl i
sviluppi mater iali e nel le convinzioni spir ituali r ingraziamo Dio
di essere come inos tr i padri . E mentre arnmett iamo iloro meri-
ti tenendo debito conto del le condizioni a loro sfavorevoli , non
chiudiamo gli occhi, con at to di mal riposta umil ta, di fronte ana
nostra incommensurabile superiorita» 101. II nuovo modo di af-
" A 1.BOWLEY,Wages and Income inthe United Kingdom since 1860, cit.
• D is ordini avvenut i a Lond ra ne l 1 780 , qu ando un fan at ic o prot es ta nt e,
Lo rd Geo rg e Gordon, orga ni zzo una d imost ra ~ion e p~ r. imrx:di r~ . c ~e ~ .~a rl a-
men ta a pprova ss e un p roget to c he g aran tiva a i c at to li ci . cer tl d ir ir ti c n~ :d i. L adimostrazione degenero in disordini e saccheggi chc paralizzarono la capitale, e
fu sedata solo grazie a ll 'intervento dell' esercito, al comando del re in persona.
S iebbero p il i d i 200 morti . (N.d. T.) . .100 F. C. MATHER,Public Order in the Age of the Chart is ts , Manchester VOl-
versi ty Press , 1959, pp. 12-13 .101 J. A, FROUDR, Short Studies on Great Subjects, in Del progresso, Londra,
1907, vol . III , pp. 149-50.
189
frontare iproblemi sodali che emerse con la rivoluzione indu-
- ----
I
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I 'I
striale consistette nel bisogno di idenrificare imali, esaminarli,
analizzarli, renderli pubbl id e cercar loro un rimedio, mediante
azioni s ia volontarie sia legislative. In questo modo alcuni mali
che erano esistiti da lungo tempo - il lavoro infanti le , per
esernpio - e che da lungo tempo erano stati accettati come ine-
vitabili, vennero considetati come mali nuovi a cui si doveva
porte rimedio, piuttosto che come antichi malanni che dovevano
esser sopportat i, Durante la rivoluzione industr iale, inoltre, ed
in gran parte a causa delle opportunita economiche che essa of-friva alle donne della classe Iavoratrice, ebbe inizio la piu impor-
tante e benefica di tut te le rivoluzioni sociali degl i ult imi due se-
coli, I'emancipazione femminile.
190
~ I
1NDICE
ROSARIO ROMEO - Presentazione Pag. 7
F . A . HAYEK - 1 1capitalismo e g li storid . . . . . . . . . . . .. » 1 3
F. A. HAYEK - Storia e politica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
T. S. ASHTON - La trattazione storiografica del capitali-
smo ············· .
L. M. HACKER - I pregiudizi anticapitalisti degli storid
amet1Canl .
BERTRAND DE JOUVENEL - Gli intellettuali del continente
europeo e il capitalismo .
T. S. ASHTON - I ll ive llo di vita dei lavoratori in Inghil -terra del 1790 aI1830 .
V. H. HUTT - IT sis tema del la fabbrica nel primo Otto-
cento .
R. M. HARTWELL - L'aumento dellivello di vita in In-
ghilterra dal1800 al1850 .
»
105
» 133
» 155
35
59
81
191
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iii
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iSTORIA E POLITICA
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r
!Collana diretta da Francesco Perfetti
SAGGI E RICERCHE
1. RENZO. DE FELICE
IL TRIENNIO GIACOBINO IN ITALlA (1796-1799)Con un saggio introduttioo di Francesco Perfettisu «I I giacobinismo italiano nella storiografia»
2. ENRICA LUCCHINI
LA MERCE UMANASchiaviti i e riscatto dei Liguri nel SeicentoPrefazione eli Salvatore Bono
3. FRANCO VALSECCHIIL RIFORMISMO BORBONICO IN ITALIAPrefazione ill Francesco Perfetti
4. DANIELE FIORENTINO
GLl INDIANI SIOUXDA WOUNDED KNEE AL NEW DEAL
Prefazione di Luca Codignola
5. GIUSEPPE DALL'ONGARO
GERMANIA, CENTO ANNIDall 'un i f icaz ione a l ia riun if icazione
CLASSICI
1. JOHN EMERICH ACTON
CATTOLICESIMO LIBERALESaggi storico-politici
Introduzione eli Paolo Alatri
2. ANGEL GANIVET
IDEARIO SPAGNOLOIntroduzione di Loretta Frattaleprefazione di Francesco Perfetti
3. FRIEDRICH A. HAYEK
IL CAPITALlSMO E GLI STORICIPresentazione ill Rosario Romeo
~~I
I
I
I PATTI DELLA STORIA 10. FRANCESCO PERFETTI
IL SINDACALISMO FASCISTA
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Collana di re tta da Renzo De Fel ice1°: Dalle origini alia vigilia della Stato corporatiuo (1919-1930)
11. GruSEPPE PARLATO
IL SINDACALISMO FASCISTA. 2°: Dalla «grande crisi» alla caduta del regime (1930-1943)
12. GIUSEPPE FREDIANI
LA PACE SEPARATA DI CIANOPrefazione di Renzo De Fel ice
13. FRANCESCO PERFETTI
LA CAMERA DEI FASCI E DELLE CORPORAZIONI
DOCUMENTI
L AUGUSTO SEGRE
MEMORIE DI VITA EBRAICACasale Mon/errato - Roma - Cerusalemme 1918-1960Prefazione di Renzo De Fel ice.
2. MARIo PIAZZESI
DIARIO DI UNO SQUADRISTA TOSCANO 1919-1922Prefazione di Renzo De Fel iceintroduzione di Mario Toscano
3. GIANCARLO SACERDOTI
RICORDI DI UN EBREO BOLOGNESEIllusioni e delusion: 1929-1945
Prefazione d i Renzo De Fel ice
4. ANGELO OLIVIERO OLIVETTI
DAL SINDACALISMO RIVOLUZIONARIOAL CORPORATIVISMO
Prefazione d i Renzo De Fel icea cura e con un saggio int rodu tt ivo di Francesco Per fe tt i
5. DINO GRANDI
LA POLITICA ESTERA DELL'ITALIA DAL 1929 AL 1932Prefazione d i Renzo De Fel iceintroduzione di Paolo Nella
6. NICOLA CARACCIOLO
GLI EBREI E L'ITALIA DURANTE LA GUERRA 1940-45Prefazione d i Renzo De Fel ice
7. SERGIO PANUNZIOIL FONDAMENTO GIURIDICO DEL FASCISMOa cura e con un saggio in trodut tivo di Francesco Per fe tt i
8. MARIO GAZZINI
ZONDERWATER
I prigionieri in Sudafrica (1941-1947)Prefazione di Renzo De Fel ice
9. LINo CALABRO
INTERMEZZO AFRICANORicord i d i un Rcsidcnte di Gooemo in Et iop ia (1937-1941)
Prefazione di Renzo De Fel ice
SACCI
1. SANDRa SETTA
CROCE, IL LIBERALISMO E L' ITALIA POSTFASCISTA
2. GIANFRANCO CRESCIANI
FASCISMO, ANTIFASCISMOE GLI ITALIANI IN AUSTRALIA 1922-1945
3. EMILIO FALCO
MARIO MARIANI TRA LETTERATURA E POLITICA
4. ANNA MARIA PREZIOSI
BORGHESIA E FASCISMO IN FRIULI NEGLI ANN I 1920-1922
5. ANTONIO JANNAZZO
LA CRISI DEL MARXISMO NELL'UNGHERIA DELLERIFORME
6. ROSARIA QUARTARARO
ROMA TRA LONDRA E BERLINOLa politica estera[ascista dal 1930 at 1940
7. ANNA SCARANTINO
«L'IMPERO»Un quotidiano «reazionario-futurista» degli anni venti
8. MICHELE BISCIONE
LA FILOSOFIA POLITICA DEL NOVECENTO IN ITALIASaggi e discussioni
9. LUCIO CEVA
AFRICA SETTENTRIONALE 1940-1943
10. GUGLIELMO SALOTTI
GIUSEPPE GIULIETTIIt Sindacato dei Mar it timi da l 1910 at 1953
i
---
1 1. M A UR O C AN AL I
IL D lSSID EN TISM O FASC ISTA
2 6. F R AN C E SC O P E RF E TT I
F ASC ISM O M O NA RC HIC O
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Pisa e it caso Santini 1923-1925
1 2. P A OL O BU C H IG N A N I
M AR CE LL O G AL LIAN
La battaglia antiborgbese di un fascista anarchico
1 3. R OB ER T F . H AR N EYDALLA FRON TIE RA ALLE L ITTLE ITALIE S
Gli italiani in Canada 1800-1945
14. RE NATA AL L IO
DA ROC CABRUNA A G RASSE
Contributo per una storia dell'emigrazione cuneesenel Sud-Est della Francia
1 5 . F OR T UNA T O M IN N I TI
E SE RC ITO E POL IT IC ADA PORTA P IA ALLA TR IP L IC E ALLEAN ZA
1 6. L UIG I B RU TI L IB ER AT I
IL C AN ADA, L 'ITALIA E IL FASC ISM O 1919-1945
1 7 . F RANC E SCO P E RF E TT IIL M OV IM EN TO NAZ ION AL ISTA IN ITAL IA (1903-1914)
18. R EN Z O D E FE LIC E
IN TE LLE TTUAL I D l FRON TE AL FASC ISM O
Saggi e note documentarie
19. F IORENZA F IORENT INO
LA ROM A DI C HARLE S POLE TTI
(giugno 1944-aprile 1945)
2 0. G U G L IE L MO S AL O TT IN IC OLA BOM BAC C I DA M OSCA A SALO
2 1. P E TE R S EB AS TIA N
I SE RV IZ I SE GR ETI SP EC IALI BR ITAN NIC I
E L 'IT AL IA (1940,1945)Prefazione eli Lamberto Mercuri
2 2. P AO LO C AC A CEV E N TI AN N I D I POL IT IC A E STE RA ITAL IAN A (1 943-1 963)
23 . MARro MONF E RR I N I
L 'E M IG RAZ ION E ITAL IAN A IN SV IZ Z E RA E
G ER MAN IA N EL 1 960 -1 975La posizione dei partiti politici
24 . A NN E M O RE LL IFASC ISM O E AN TIFA SC ISM O N ELL 'E M IG RAZ ION E
ITAL IAN A IN BE LG IO (1922-1940 )
2 5. F R AN C E SC O P E RF E TT I
FIUM AN ESIM O, SIN DAC AL ISM O E FASC ISM O
I paladini della monarchia assoluta [ra integralismo e dissidenza
2 7. A N TO N IO V A R S OR I
IL PATTO DI BRUXE LLE S (1948):TRA IN TEG RAZ ION E EUROP EA E ALLEAN ZA ATLAN TIC A
28. SE RG IO T . M I N E RB I
UN E BREO FRA D 'AN N UN Z IO E IL SION ISM O:R AFFA EL E C AN TON I
2 9. L UC IO D 'A N G EL O
LA DE MOC RAZ IA R AD IC ALE
TRA LA PR IM A GUERRA M ONDlALE E IL FASC ISM O
3 0. P IE TR O C AV A LL O
IM M AG IN AR IO E R AP PR ESE NTAZ ION E
It teatro fascista di propaganda
3 1. F R AN C E SC O P E R FE T TI
TR A IR RED EN TISM O E N AZ ION AL ISM O
Biografia polltica di Fiero Foscari
STRUMENTI DI LAVORO
1 . BIBL IOG RAFIA OR IE NTATIV A DEL FASC ISM Oa cura eli Renzo De Felice
2. M I CH E LE C AN T AR E LL A
B IB LIO GR AFIA SA LV EM IN IA NA (1 892-1 98 4)
3 . M A R IO M I SS OR I
G E RARCHIE E STATUTI DE L P .N .F .
Gran conslglio, Direttorio nazionale,Pedcrazioni provinciali: quadri e biografie