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Non è certo facile “pre” vedere l’andamen-to futuro della tecnologia, ma le continueevoluzioni scientifiche e la tendenza gene-rale dei ricercatori, possono invece permet-terci di “vedere”, a medio termine, almenouna cosa: l’avvento di strumentazioni sem-pre più piccole, più veloci e sempre menocostose. Alcune tra le tecnologie emergen-ti, che sono il frutto della ricerca e che pro-vengono da laboratori di sviluppo, hanno ilpotenziale di poter cambiare la vita diognuno di noi e rispondere ad interrogativiche mai avremmo pensato di porci. Un esempio è la rete “neurale”, ovverol’indirizzo degli “scienziati del computer”che vogliono simulare l’abilità di una per-

sona nel riconoscere determinati modelli.Per portare a compimento questo progetto,verranno integrati migliaia di microproces-sori specializzati, un genere di neurone alsilicone, sopra dei microcircuiti. I collegamenti neurologici nel cervelloumano vengono modellati dal movimentodi elettroni attraverso il modello del circui-to stesso. Queste reti neurali cercherannodi “imparare” le discriminazioni di baseattraverso una serie di prove di cultura. Per esempio, la differenza tra la propriavoce e quella di un amico produrrà esempidiversi. Il sistema tenta di indovinare dopociascuno esempio, e impara a discriminarela differenza attraverso prova ed errore.

Un altro argomento che ci pone di fronte aperplessità e giustificata curiosità è quellodelle cosìdette “nanomacchine”, ovveromicrocongegni che incorporano cambi,leve, lenti, e sensori che sono più piccolidel “punto” che state leggendo alla fine diquesta riga. Queste macchine microscopiche potrebbe-ro intervenire per “ripulire” le arterieostruite di una persona, per depurare l’os-sigeno dalle sostanze inquinanti in aumen-to, immettere continuamente pressione neipneumatici o somministrare endovenosa-mente medicine. Come un minuscolo bull-dozer (x) , le nanomacchine possono infinetrasportare atomi attraverso una superficie,creando molecole artificiali. Sempre rimanendo in argomento “intelli-genza artificiale” prendiamo in esame unpiccolo capolavoro dell’ingegneria digitaleche ha dell’incredibile se paragonato aglihardware di soli qualche anno fa, ovvero il“cubo” della memoria. Questo mezzo plastico e chiaro, delledimensioni di un cubetto di zucchero, ècapace di immagazzinare permanentemen-te fino a 6.5 TB (6.5 bilioni di byte) di dati.Viene usato un singolo raggio laser, rifles-so negli angoli giusti, per registrare i dati.Quando i raggi colpiscono l’angolo, si alte-rano il plastico, rilasciando molecole bluche vengono utilizzate per rappresentare lacifra 1 binaria. Le molecole chiare sono considerate 0. I dati vengono letti da un tipo diverso dilaser che riflette via le molecole “1” comeun segnale rosso, scoperto da un sensore.Al momento, i cubi devono essere tenuti alfreddo. A temperatura ambiente, infatti,verrebbero persi tutti i dati. Ma legato alproblema memoria hardware, che comeabbiamo appena visto sarà sempre piùpotente e sempre meno ingombrante, lavera rivoluzione, che è già cominciata eche interesserà ogni singolo utilizzatore di

pc, è quella legataall’innovazione deicomputer portatili,ovverro al “cosa”verrà dopo gli stes-si. Ingegneri e proget-tisti designer stannocollaborando da an-ni per studiare nuo-vi computer portati-li. L’intento è quellodi creare un hard-ware “comodo” permigliorare le per-formance lavorati-ve e sempre più fantascientifico. Per esempio, un computer utilizzato percontenere l’inventario, includerebbe unanalizzatore ottico sulla mano o sul brac-cio, con un sistema di database attivatovocalmente indossato attorno al collo. Un medico di pronto intervento userà unsensore sulla sua mano per leggere i segna-li vitali che verranno inviati all’ospedaleprima dell’arrivo del paziente. Sempre nella ricerca medico scientifica,oltre che dell’intrattenimento, grande svi-luppo e utilizzo avranno gli ologrammi,ovvero, l’immagine virtuale in tre dimen-sioni che si può osservare da qualsiasiangolazione e che sembra galleggiare nellospazio. Da tempo le immagini olografiche posso-no essere viste anche su carte di credito,copertine di periodici, e manifesti. Per crearle sono necessarie ore di ripresefilmate di un oggetto da molti angoli diripresa. I ricercatori stanno usando “super-computers” per riprendere un oggettogenerato dal computer stesso, farlo ruotare,e immagazzinare le immagini per poiproiettarle. Sebbene ora possano esserecreate solamente forme semplici, i pro-

grammi grafici del futuro permetterannoall’utente di creare in modo interattivo unologramma, in base a come verrà disegna-to sullo schermo. Ed infine non potevacerto mancare in un articolo dedicato al

prossimo futuro dellanostra vita, un cennosui “robot” del futu-ro. Combinando intelli-genza artificiale erobotica, i ricercatoristanno creando robotche imparano dai lo-ro stessi movimenti.Nell’Illinois un’equi-pe di ricercatori staapplicando il com-portamento degli in-setti per costruirerobot con più artiidraulici che scopra-

no ed evitino ostacoli, per esplorare il pia-neta Marte. Un braccio robotico che impa-ra un movimento preciso, complesso,come imburrare il pane, è la promessa peril progredire di arti artificiali controllati.

Il futuro è già prossimo

L’AUDACEM e m e n t o Au d e r e S e m p e r

Cul tura , Sc i enza e Tecno log ia

Reti neurali, nanomacchine, cubi di memoriae robotica nella vita quotidiana: non si trattadi fantascienza, ma di realtà a portata di mano

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