Impossibile non tornare sull!argomento quando sistematica-mente e regolarmente si perpetrano fatti e misfatti del tutto negativi e poco propositivi per il bene e lo sviluppo della di-scussa e dibattuta località lacustre, che sembra un relitto ab-bandonato a se stesso in un mare di indifferenza.Anche l!attuale stagione estiva che volge ormai al termine non ha visto lo scenario di Monticchio poter ospitare eventi degni di tale nome che abbiano potuto creare presupposti di movimento auspicato in termini di presenze, quindi incre-menti di flussi di turisti che potessero fare felici gli operatori commerciali del posto.Invece niente, ancora niente, mancata programmazione di qualcosa che avrebbe visto al centro dell!attenzione una lo-calità turistica divenuta famosa soprattutto per la marcata e inspiegabile trascuratezza di tutti, tra cui l!inefficace e inca-pace oltre che colpevole ed evidente pessima gestione
Vuoto a perdereAutopsia di una Pro Loco
ANNO XXIV n. 35 DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - SETTIMANALE DI SATURAZIONE POLITICA, CULTURA & SPORT
Caro Franco,
Anche io, come te, presiedo un Associazione Rione-
rese, le “Mele Marce”, e, come te, so quanto è diffi-
cile organizzare una manifestazione, soprattutto
quando si devono “gestire” tanti figuranti da portare
per le vie del paese.
Noi lo abbiamo fatto, e per sette anni, con la “Pas-
sione di Cristo” e, quindi, immagino la fatica e lo
stress cui ti sei sottoposto.
Ieri ho assistito, insieme a tantissimi cittadini, al cor-
teo dei briganti, dei contadini e dei “Cacciatori di Lin-
ea dell!esercito borbonico” che hai fatto sfilare per le
strade di Rionero e, oggi, ho sentito il bisogno di
scriverti questa mia lettera aperta.
Leggendo “Cristo si è fermato ad Eboli” mi colpì una
considerazione di Carlo Levi quando, parlando dei
LAGHI DI MONTICCHIOLETTERA APERTA
A “SOLARIS” ED A
FRANCO LORISO
continua a pagina 3continua a pagina 3
by Franco Loriso
LO SCANDALO DEL TURISMO
IN REGIONE
Era da anni che non ci incontravamo, tanti, forse troppi.
Colpa del boom economico degli anni !60 o colpa di
questa terra che non consentiva e non consente a due
persone di nascere, crescere e morire nello stesso
paese.
E così, io e Giuseppe non ci vedevamo dagli anni della
scuola media quando, per colpa di un lavoro che non
c!era, il padre partì per Torino portandosi, ovviamente,
dietro tutta la famiglia.
Mi sembrava un viso conosciuto e, così, ho iniziato a
squadrarlo e lui, prima insospettito, poi incuriosito, fa-
ceva lo stesso. E! stato un lampo il riconoscerci abbrac-
ciandoci, con sincerità, con affetto. E, ovviamente, via
ai ricordi di gioventù, la scuola elementare con il “no-
stro” maestro Libutti, Ciccillo “ognia tosta”, conosciuto
così per il suo vezzo di portare l!unghia del mignolo
AMARCORD RIONERESE
CITTA’ DI TUTTI E TERRA DI NESSUNO
continua a pagina 2
Non ne sono sicuro, perché all!Istituto Professionale da me frequentato, latino se ne studiava poco o niente, ma, per “Pro Loco”, non si dovrebbe intendere un ente, un associazione o anche soltanto un gruppo di persone che si impegnano per meglio evidenziare, dare impulso e far risaltare le caratteristiche di una località al fine di promuoverne le potenzialità tu-ristiche?Questo, almeno, è quanto accade in di-versi comuni lucani dove, le varie Pro Lo-co si sforzano, pur se fra innegabili diffi-coltà economiche, di “inventarsi” eventi, sagre, spettacoli e mostre pur di attirare, nei diversi centri, visitatori e spettatori.Insomma, un modo come un altro pur di attirare, nei vari comuni, se non qualche turista, almeno delle persone provenienti dai comuni vicini.Così se questi visitatori, turisti o meno, in quei centri sorseggiano un caffè, acqui-stano una pizzetta o un panino o, perché no?, magari comperano un qualsiasi og-getto, quella tale pro loco, un risultato può dire di averlo raggiunto.In altri casi, sempre le diverse pro loco, si sforzano di canalizzare e raccordare le ini-ziative poste in essere dalle molteplici as-sociazioni operanti nei vari comuni per arrivare, grazie ad uno sforzo sinergico, ad offrire il meglio alle proprie comunità di appartenenza.Ciò, ovviamente, accade laddove si opera “per il luogo” e non per narcisismo o per “sogni di fare terra bruciata”.Come, per esempio, a Rionero.La Pro Loco di Rionero, famosa a livello extraeuropeo grazie alla sola puntuale ini-ziativa annuale, “la Pettolata”, pare invece operare spinta solo da uno spirito emu-lativo teso a combattere le forze attive sul territorio comunale.Esagerato? Giudicate un po! voi.
continua a pagina 3
di PEPPINO PRUDENTE *
Il giornale di
RIONERO
UN COMMENTO SPASSIONATO
ASSOCIAZIONE CULTURALE SOLARIS - VIBRAZIONI LUCANE
PRESENTANO
CARNEVALE
RIONERESE 2011
VITO, MA
CHE IE’ LA
PRO
LORO?
di ANTONIO PETRINO
NUOVA CITTA’ fondato nel 1985 è!
!"!#$%&'(")!*$!+!,-.+,!
direttore: Franco Loriso
registrazione Tribunale di Melfi al numero 2 dell’agosto 1987
Sede: Associazione Culturale Solaris Rionero in Vulture: via Mazzini 109 email: [email protected] Concessionaria pubblicitaria: Alice Multimediale srl 85100 Potenza, via
della Chimica, 61 Tel. 0971.594293 - fax 0971.903114
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Il giornale di RIONERO
Anno XXIV numero 35 - DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - pagina 2e!mail: [email protected]
AMARCORD RIONERESE
sempre tanto lunga, le sue bacchettate con una
“spalmata” che, sola, riusciva a terrorizzarci, i suoi
occhi tristi quando, alla fine della quinta, lo salu-
tammo.
I nostri compagni di scuola, alcuni ancora a Rio-
nero, altri emigrati e altri ancora (segno dell!età
che avanza) purtroppo morti.
I giochi di un tempo, semplici ma sicuramente veri,
nascondino, "u curl e, quando si poteva, una par-
tita, non a calcio, ma a pallone (allora, noi, diceva-
mo così) su un marciapiede che metteva a dura
prova scarpe, pantaloni e, soprattutto, ginocchia,
con l!immancabile finale di qualche anziano che ci
cacciava ponendo fine alla partita.
Personaggi che hanno, e non è esagerazione, fatto
la storia di Rionero: Trinchill, Zia Palomma, Cic-
cio Moretti.
Tutto passato, tutto evoluto, tutto cambiato.
Bhè, ad essere onesti, proprio tutto no, perché
camminando, parlando, quasi senza accorger-
cene, abbiamo preso a vagare per Rionero, per
quelle che erano le “nostre” strade.
Non era cambiato nulla da quarant!anni fa e, anzi,
se possibile, spesso, la situazione, è peggiorata.
Non che, prima, non me ne fossi accorto, ma
camminarci con un amico di un tempo, mi ha quasi
costretto a notare ciò che, forse per autodifesa, fin-
gevo di non vedere.
E! stato Giuseppe a dirmi, per esempio, che in
piazza XX settembre non era cambiato nulla o
quasi: gli stessi negozi, le stesse insegne e, forse,
addirittura la stessa merce.
Dov!erano quei “forestieri” che, trenta e più anni fa,
venivano lì a fare acquisti? No, gli ho detto, quelli
ormai è da tanto che non vengono più. In com-
penso –ho aggiunto- siamo noi a spostarci verso
altri lidi.
A ben pensarci, in piazza XX settembre, qualche
novità pure c!era: il vecchio Cinema Combattenti
non c!era più e l!orologio della Costa, invece, c!è
sempre ma non si vede più.
Quando gli ho spiegato il perché di tale “occul-
tamento campanario”, in verità, Giuseppe ha fatto
uno sguardo strano, ed io che sveglio non sono,
non ho saputo interpretarlo.
Piazza Fortunato: anche quella ci è sembrata im-
mutata, con il suo carico di persone che, lì, per ore,
fanno avanti e indietro su quei pochi metri quadrati.
Un andirivieni, quello, che ha sempre incuriosito
(se non proprio divertito) quanti, non di Rionero, si
chiedevano che cosa mai facessero quegli instan-
cabili podisti.
Come fai a spiegare che, lì, si sono composte
Giunte Comunali e, sempre lì, si sono consumati
veri e propri agguati politici e tradimenti di amici-
zie.
Ora no, le giunte e gli agguati politici, a Rionero, si
ordiscono e consumano in alcuni distributori di
benzina, in un bar periferico e, a fine giornata, in
qualche grande cantina.
Villa Catena: da ragazzini ci giocavamo fra i prati
incolti.
Qualche anno dopo, cresciuti, fra quei vialetti, con
prati verdi e ben curati, passeggiavamo con le
nostre fidanzatine e, grazie al provvidenziale mu-
retto che ci riparava dagli sguardi indiscreti dei
passanti di via Sauro, potevamo anche arrivare a
qualche bacio e, ma solo i più intraprendenti, ad-
dirittura anche a qualche “palpata”.
Oggi i viali non ci sono più, coperti (chi sa, poi,
perché) da aiuole in cui, però, l!erba non c!è. L!an-
tica pavimentazione è stata sostituita da un ciot-
tolato retrò, talmente tanto retrò che, oggi, per chi
la percorre, è facile provare l!ebbrezza del trekking
dolomitico! Non c!è più nemmeno il muretto anti-
sguardi, abbattuto anni fa come pensata
intelligente per evitare che, in villa, si drogassero.
Quindi i drogati ci sono sempre mentre le coppie,
forse perché, oggi, sono cambiate le abitudini, in-
vece no.
Le case, poi, erano tutte color calce, quelle più
“benestanti” al massimo grigie o rosa antico.
Oggi, invece, prevale quella che potremmo defi-
nire come “policromia carnevalesca”. Cos!è? O-
gnuno si sveglia e si pitta casa come più gli aggra-
da.
Io e Giuseppe, a quel punto, abbiamo pensato di
suggerire al nostro Assessore alla Cultura di isti-
tuire il “Premio Pugno nell!Occhio Città di Rione-
ro”. Visto il tanto che il suo Assessorato organizza,
potrebbe essere un idea, o no?
A quel punto, però, Giuseppe mi ha detto, com-
piaciuto, che in due cose, sicuramente, aveva tro-
vato Rionero molto migliorata: nell!aumento spro-
positato delle concessionarie di auto (da lui attri-
buito alla presenza della Fiat) e, soprattutto, nella
comodità di un isola pedonale estesa per tutto il
paese.
Io l!ho guardato stranito: non mi sembrava che, in
città (!) ci fossero più concessionarie del passato,
anzi, e, poi, a me ne risultava una sola di isole pe-
donali, quella su via Sauro.
Con sguardo ironico, allora, Giuseppe mi ha detto:
“quindi tutte le macchine esposte su marciapiedi, in
seconda e terza fila, di traverso, in contro mano,
non sono in esposizione, ma parcheggiate” e, ha
continuato, “con tale sistema di parcheggio
autogestito, se ci pensi, non è che il traffico possa
scorrere e, quindi, tutta la città diventa un isola
pedonale imposta.”
E che potevo ribattere? Ai tempi della nostra gio-
ventù c!erano due soli vigili urbani, Antonio Merlino
e Martino Fulminante, che, da soli, riuscivano a
controllare traffico, costruzioni ed intemperanze va-
rie. Oggi, bontà del progresso, abbiamo tanti Agen-
ti (in verità pochi agenti e tantissimi graduati) di Po-
lizia Locale che, distratti dai tanti adempimenti, pe-
rò, proprio non riescono a gestire la normalità
Meno male che Giuseppe, forse per bontà o, for-
se, per non mettermi in difficoltà, non mi ha chie-
sto quali fossero i “tanti adempimenti”.
Chi è che diceva “si stava meglio quando si stava
peggio”?
Da più di cento anni, la Confraternita Maria Ss. Del Carmelo organizza, durante la Settimana Santa, la rievocazione della Passione di Cristo. Un tale evento, peculiare di alcuni centri del Vulture, viene annualmente seguito da migliaia di persone.Cosa immagina, a questo punto, la Pro Loco? Attua, con due giorni di anticipo, una mini pro-cessione in costumi (forse raffazzonati) di pre-supposta foggia ebraica preoccupandosi di in-vitare Rai3 che, grazie alla confusione indotta, la annuncia come la rappresentazione tradi-zionale (cosa non si fa per un intervista!)Un'altra associazione, Le “Mele Marce”, per al-cuni anni organizza un Presepe Vivente all!in-terno di Palazzo Fortunato.Immediatamente, la Pro Loco si attiva e, così, alle Mele Marce viene, di fatto, vietato l!utilizzo del suolo pubblico (a meno che, il Presepe non venga attuato in un periodo diverso dal Nata-le….come ben ricorderà l!Assessore alla Cul-tura del Comune di Rionero) e la Pro Loco, al-l!interno del Palazzo Fortunato, fotocopiando
perfino la collocazione di alcune tettoie, con mirabile originalità realizza il….Presepe ViNen-te (non è un errore, giacché il cartello posto al-l!ingresso del palazzo, forse in omaggio al buon aglianico, pubblicizzava proprio un tale evento).Il “Circolo "73” fa rivivere (forse in tono minore ri-spetto al passato, ma comunque con mirabile ini-ziativa) il Carnevale a Rionero?La Pro Loco partorisce una nuova idea: il Carnevale. Come? Prende i soldi dal comune, li passa alla Scuola Elementare (chi sa perché, solo a quella!) e i maestri e le maestre organizzano una sfilata per le vie cittadine che, però, è formalmente organizzata dalla Pro Loco.Sia detto per inciso: ovviamente i genitori del bam-bini parteciparono…alle spese!E arriviamo ai giorni nostri.L!Associazione “Solaris” organizza, nei giorni scorsi una rievocazione del Brigantaggio post Unitario.L!evento attrae curiosità ed interesse pressoché generale anche grazie ad una sfilata di ben 150 fi-guranti, forti di carri, buoi, cavalli e figuranti in divisa dell!esercito duo siciliano.
Cosa fa la Pro Loco, si preoccupa, forse, di rinforza-re la manifestazione in vista di una possibile riedi-zione?No, al solito, si “inventa” una nuova manifestazione sul…..Brigantaggio post Unitario, da attuare dopo qualche settimana da quella di “Solaris”.Per fortuna, forse a causa del non eccelso seguito di cui gode la Pro Loco, non verrà attuata una seconda sfilata fotocopia ma la proiezione del film “Li Chia-marono Briganti”.Sempre per originalità, ovviamente, il titolo della ma-nifestazione è lo stesso del film!A ben pensarci, una così elaborata manifestazione, forse conveniva farla gestire ai Cinema Vorrasi, così, almeno, gli spettatori sarebbero stati più comodi!Programmi futuri?Visto il successo di pubblico e critica del film del Lucano Rocco Papaleo, “Basilicata coast to coast”, la Pro Loco potrebbe realizzare un cortometraggio dal titolo “Rionero, l!urullogg "r la Cost”. Dopo la proiezione, si può sempre fare….la Pettolata, o no?
Zona industriale di Vitalba - 85020 ATELLATel. 0972.716252 - Fx 0972.716261
Il giornale di RIONERO
Anno XXV numero 35 - DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 - pagina 3e!mail: [email protected]
VUOTI A PERDERE: Autopsia di una Pro Loco
“suoi” contadini di Aliano, diceva che uno dei primi luo-
ghi che vollero fargli vedere era un dirupo che si chia-
mava (e ancora si chiama) “fosso del bersagliere”.
In quel luogo, i cittadini di Aliano, durante il brigantaggio
post unitario, avevano scaraventato giù, uccidendolo,
un bersagliere piemontese.
Perché ci avevano tenuto a mostrargli quel luogo?
Levi diceva che, quello del brigantaggio, era stato
l!unico “momento storico” in cui i contadini del sud si
erano sentiti protagonisti, parte attiva della storia e non,
come sempre, semplici spettatori di un film la cui regia
era di altri ai quali, dei bisogni dei futuri spettatori, poco
o niente importava.
E, quindi, sempre a dire di Levi, quei contadini, quei
briganti, quei cafoni, ancora negli anni !30 del secolo
passato, si sentivano vivi ed attivi solo pensando a quel
“loro” momento di rivolta ai “piemontesi”.
Perché ti dico questo? Forse perché, ieri, vedendo il
corteo da te organizzato e guardando i visi dei figuranti
e degli spettatori, ho avuto modi di capire, in senso
compiuto, cosa Levi volesse dire.
Sfilava per Rionero una pagina della “nostra Sto-
ria” (giusta o sbagliata che sia stata), una pagina, anzi,
un film, i cui attori erano lucani.
Forse, per questo, i figuranti erano così compenetrati e,
forse, per questo, gli spettatori erano sorridenti si, ma
non canzonatori.
A Rionero era semplicemente ritornata una pagina del
Suo passato.
Qualunque siano i commenti o il gradimento in merito al
tuo “Muzz!c r lu Bri!ghand”, questo risultato nessuno te
lo potrà disconoscere.
Per questo io e, tramite me, tutte le “Mele Marce” ti
diciamo solo e semplicemente bravo.
Con affetto
Peppino Prudente
Presidente “Le Mele Marce”
Caro Peppe, grazie per questa lettera che mi gratifica
per il lavoro svolto. Spero, nel più profondo del mio cuo-
re che il prossimo anno, anche la tua associazione si
associ a questo progetto ambizioso e affascinante.
LETTERA APERTA A SOLARIS
delle due amministrazioni comunali più “vicine” e “coinvolte”, ovvero Rionero e Atella che, fino a prova contraria hanno pensato a investire le risorse finanziarie nei loro abitati e ignorare praticamente il luogo in questione, trincerandosi dietro ad una presunta ristrettezza di fondi a disposizione o rimbalzando le scomode questioni in versione “scaricabarile” su Provincia e Regione per uscire indenni e puliti e incriminare gli enti citati di mancanza di attenzione e menefreghismo.Tutto il resto è una vera e propria farsa in stile teatrale, con i finanziamenti (fondi vari comunali, regionali ed europei) che prendono altre direzioni e ci si piange addosso con le solite scuse o appa-renti motivazioni a giustificare il proprio “impegno” e le manchevolezze di altri.Intanto i fatti parlano chiaro: le inclinazioni dei governanti regionali e provinciali vanno sempre più a favore e a beneficio di altre aree (Matera, Mara-tea, Metapontino, Potenza città), dove si mettono a disposizione ingenti somme, spesso secondo il metodo del clientelismo e del garantismo (basta andare a dare un!occhiata agli atti ufficiali e alle delibere di stanziamento) per ragioni di conve-nienza, interscambio, comodità di gestione, ecc.E gli esempi sono tanti.
A questo punto ci chiediamo, i “nostri” politici (quelli dell!area nord Basilicata) che ci stanno a fare se sono impotenti di poter dire la loro ed essere parte attiva di decisioni e azioni, e i due sindaci di Rio-nero e Atella come mai non pensano di trovare sistemi adeguati per creare basi solide per un tu-rismo produttivo sfruttando appieno il richiamo del posto per fare business e movimentare l!area, esattamente come sono riusciti a fare persone più intelligenti che hanno saputo ottenere da posti mol-to meno noti e belli in Italia risultati straordinari e riscontri di alto livello.Intanto, con il calare del sipario sulla propizia sta-gione estiva abbiamo perso un!altra occasione buona per recuperare il gap turistico nel Vulture, che inoltre con Venosa sfruttata a mezzo servizio, risulta ancora una volta come una formidabile op-portunità gettata al vento per dare giusto risalto a luoghi e realtà invidiabili.Tutto ciò, spiace dirlo, non si può contestare, ne negare, è talmente evidente e sotto gli occhi di tutti da far talmente rabbia da far cadere le braccia in modo fastidioso.Intanto tanti altri traggono beneficio, si arricchi-scono, godono, alla faccia nostra, poveri stupidi…
MONTICCHIO: LO SCANDALO
DEL TURISMO IN REGIONE