Corso Avanzato di Alta Formazione
IL PIANO DI RISANAMENTO: TECNICHE DI
COSTRUZIONE ED ESEMPI DI REDAZIONE.
IL RUOLO DEL PROFESSIONISTA
Prof. Alberto Dello Strologo
Università Europea di Roma
La crisi d’impresa: definizione
Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo 2
L’impresa è in crisi quando è in atto un processo di
deterioramento della sua situazione economico – finanziaria.
Affinché possa parlarsi di vera e propria crisi, occorre che
l’impresa non sia in grado di arrestare tale processo di
deterioramento. Pertanto, senza un intervento “esterno” essa
va inevitabilmente incontro al dissesto.
Il declino
Il concetto di "declino" può essere collegato all'ottenimento di una
performance negativa in termini di variazione di valore, ossia alla
sua distruzione, e misurato nella sua intensità dall'entità di tale
distruzione in un definito arco temporale. Da ciò l'idea che
un'impresa è in declino quando perde valore nel tempo. Da tale
assunto discendono alcune conseguenze:
Perdite economiche;
Decremento dei flussi economici, i quali non sono in grado di remunerare in
maniera congrua il capitale proprio;
Perdita di capacità reddituale dell’impresa;
Rischi.
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La crisi in senso stretto
La crisi, intesa in senso stretto, rappresenta un'ulteriore
degenerazione rispetto alle condizioni del declino.
Tecnicamente, si tratta di uno stato di grave instabilità originato da:
Rilevanti perdite economiche (e di valore del capitale);
Forti squilibri nei flussi finanziari;
Caduta della capacità di credito per perdita di fiducia;
Insolvenza (incapacità di far fronte regolarmente alle
proprie obbligazioni);
Dissesto (squilibrio patrimoniale definitivo).
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TIPOLOGIE DI CRISI
1. DA INEFFICIENZE;
2. DA SOVRACCAPACITÀ/ RIGIDITÀ;
3. DA DECADIMENTO DEI PRODOTTI;
4. DA CARENZA DI PROGRAMMAZIONE/INNOVAZIONE;
5. DA SQUILIBRIO FINANZIARIO.
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Crisi da inefficienza
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Inefficienza
per strumenti produttivi in tutto od in parte obsoleti
per l'esuberanza, la scarsa capacità o lo scarso
impegno della mano d'opera
per l'utilizzo di tecnologie non aggiornate
per l'infelice dislocazione degli impianti
Crisi per sovracapacità
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Crisi per
sovracapacità da
duratura riduzione della domanda per l'azienda originata da fenomeni di sovracapacità produttiva a livello
dell'intero settore.
duratura riduzione del volume della domanda per l'azienda connessa alla
perdita di quote di mercato.
sviluppo dei ricavi inferiore alle attese, a fronte di investimenti fissi
precostituiti per maggiori dimensioni.
per variazioni all' aumento dei costi non contro bilanciate da corrispondente
variazione dei prezzi, soggetti a controlli pubblici
Crisi da decadimento dei prodotti
Riduzione dei margini positivi tra prezzi e costi al di sotto del limite
necessario per la copertura dei costi fissi o comuni (si manifestano
perdite).
Gli strumenti operativi che consentono di misurare il fenomeno in
esame sono:
1. MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE;
2. MARGINE SEMILORDO DI CONTRIBUZIONE.
La contrazione di tali margini può dipendere da:
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Crisi da decadimento dei prodotti
Il margine lordo di contribuzione
Il MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE di un prodotto è il
risultato economico con cui quel prodotto "contribuisce" alla
copertura dei costi fissi e all'ottenimento di un profitto aziendale:
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VOCI PRODOTTI
A B C D Totale
Ricavi di vendita (X) (X) (X) (X) (X)
- costo del venduto (X) (X) (X) (X) (X)
Margine lordo di contribuzione (X) (X) (X) (X) (X)
- costi fissi (X) (X) (X) (X) (X)
Reddito netto (X) (X) (X) (X) (X)
Crisi da decadimento dei prodotti
Il margine semilordo di contribuzione
Il MARGINE SEMILORDO DI CONTRIBUZIONE evidenzia il reddito di
specifica competenza di un prodotto, conseguito impiegando risorse
finalizzate a quello specifico scopo, senza considerare le risorse "generali"
o "comuni".
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VOCI PRODOTTI
A B C D Totale
Ricavi di vendita (X) (X) (X) (X) (X)
- costi variabili del venduto (X) (X) (X) (X) (X)
Margine lordo di contribuzione (X) (X) (X) (X) (X)
- costi fissi diretti (X) (X) (X) (X) (X)
Margine semilordo di contribuzione (X) (X) (X) (X) (X)
- costi fissi indiretti (X) (X) (X) (X) (X)
Reddito netto (X) (X) (X) (X) (X)
Crisi da carenza di
programmazione e innovazione
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1) Carenza di
programmazione:
- Mutamenti ambientali;
- Miopia nelle decisioni;
- Incapacità di coinvolgere
il personale e il
management
1) Peggioramento
della capacità di
reddito
2) Peggioramento
della capacità
di resistere sul
mercato.
2) Carenza di innovazione:
- Incapacità di studiare
innovazioni di prodotto e di
processo (nuove idee,
nuovi prodotti, nuovi
mercati, nuovi modi di
produrre, presentare e
diffondere prodotti);
- Mancato investimento nella
ricerca
Concorrenti
all’avanguardia
Perdita di quote di
mercato
Crisi da squilibrio finanziario/patrimoniale
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Crisi generata
da
grave carenza di mezzi propri (a titolo di capitale) e corrispondente netta prevalenza di mezzi a titolo di
debito
netta prevalenza di debiti a breve termine rispetto alle altre categorie di indebitamento
squilibri tra investimenti duraturi e
mezzi finanziari stabilmente disponibili
insufficienza od inesistenza
di riserve di liquidità
scarsa o nulla capacità dell'azienda a contrattare le condizioni del credito, per la necessità assoluta di
disporne
difficoltà a seguire ed affrontare le scadenze e conseguente ritardo di alcune categorie di pagamenti
Procedure graduate in funzione della gravità
della crisi
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Accordi di ristrutturazione
Concordato preventivo
crisi più gravi (anche insolvenza)
stato d’insolvenza
crisi tendenzialmente reversibili
squilibrio finanziario
Fallimento
Piani attestati di risanamento
Procedure di superamento della crisi
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Evitare realmente il fallimento
Evitare la disgregazione dell’impresa in crisi e la dispersione degli intangibles (tutela del going concern)
Valorizzare natura “privatistica” degli accordi tra debitore e creditori
Accordi di ristrutturazione
ex art. 182 bis L.F.
Concordato preventivo in
continuità ex art. 186 bis L.F.
Piani attestati di risanamento
ex art. 67 L.F
Le procedure di risanamento: differenze e punti in
comune
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PIANO DI RISANAMENTO E
ACCORDI DI
RISTRUTTURAZIONE
CONCORDATO
PREVENTIVO
IN
CONTINUITÀ
IN CONTINUITÀ
O
CON FINALITA’ LIQUIDATORIE
PIANO DI RISANAMENTO
ACCORDI DI RISTRUTTURAZIONE
E
CONCORDATO PREVENTIVO
1) PRESENTAZIONE DI UN PIANO DI RISANAMENTO o RISTRUTTURAZIONE
2) RELAZIONE IN ORDINE ALLA VERIDICITA’ DEI DATI AZIENDALI E ALLA FATTIBILITA’ DEL PIANO
Il ruolo del professionista
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IL
PROFESSIONISTA
PUÒ
(ALTERNATIVAMENTE
E SU NOMINA
DELL’IMPRENDITORE):
COADIUVARE L’IMPRESA NELLA REDAZIONE DEL
PIANO DI RISANAMENTO
REDIGERE UNA RELAZIONE
ATTESTANTE LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI
E LA FATTIBILITÀ DEL PIANO
Il piano: fasi di formazione (1/2)
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La predisposizione del piano può essere suddivisa nelle seguenti fasi:
A. interventi propedeutici alla redazione del piano;
B. ricerca delle cause della crisi (strategiche, operative, finanziarie, tipicamente in
combinazione);
C. definizione delle strategie (identificare i complessi di asset - rami d’azienda -
dotati di valore di funzionamento - going concern value - superiore al valore di
cessione e di liquidazione);
D. valutazione comparata del risanamento e delle ipotesi alternative di
cessione/liquidazione (fornire decisioni in merito alla cessione/liquidazione
degli asset non più funzionali nella prospettiva del piano di ristrutturazione);
Il piano: fasi di formazione (2/2)
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E. sviluppo della tempistica nella realizzazione del piano e fissare le condizioni di
realizzazione (risorse e competenze, condizioni d’ambiente, profilo dei rischi)
F. redazione del piano;
G. attuazione e verifica dell’esecuzione del piano (stress test – scenari alternativi:
worst case).
TALE ULTIMA ATTIVITÀ DEVE ESSERE COMUNQUE EFFETTUATA DAL PROFESSIONISTA
INDIPENDENTE IN SEDE DI VALUTAZIONE DELLA FATTIBILITÀ DEL PIANO.
Focus point «A»: interventi propedeutici
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Occorre esaminare:
FATTORI ESTERNI ALL’AZIENDA :
- Analisi del contesto economico, sociale, politico e giuridico in cui l’azienda opera (es. multinazionali con sedi in Paesi diversi);
- mercato di sbocco e domanda del prodotto realizzato e/o commercializzato dall’impresa;
- punti di forza e di debolezza dei concorrenti;
- situazione del mercato del lavoro, della tecnologia e degli altri fattori produttivi necessari allo svolgimento dell’attività d’impresa (mercato di approvvigionamento);
- situazione del mercato dei capitali (tassi/wacc/leva finanziaria).
FATTORI INTERNI ALL’AZIENDA:
- Intangible asset:
know how;
brand;
licenze;
portafoglio clienti;
altri;
- analisi dei rendimenti dei fattori produttivi;
- disponibilità di risorse finanziarie adeguate;
- struttura organizzativa interna (in termini di procedure e di capitale umano)
Focus point «a»: interventi propedeutici (2)
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TALE FASE E’
FONDAMENTALE IN QUANTO
TANTO PIU’ ACCURATA E
PRECISA È LA SITUAZIONE DI
PARTENZA, TANTO PIU’ IL
GIUDIZIO SUCCESSIVO
DELL’ATTESTATORE E’
CONFORTATO DA DATI
RAGIONEVOLI E COERENTI.
IL PIANO, DEVE FORNIRE
L’EVIDENZA NUMERICA DEI SINGOLI
INTERVENTI DI RISANAMENTO
PREVISTI.
LA PREVENTIVA FORMULAZIONE
DELLA PREVISIONE DELLE
RELATIVE RISULTANZE, RICHIEDE
PERTANTO UN ATTENTO ESAME
DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA E,
IN PARTICOLARE, DELLE
INFORMAZIONI ACQUISITE
MEDIANTE L’ANALISI DI BILANCIO.
FOCUS POINT «F»: REDAZIONE DEL PIANO
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LA LEGGE NON FORNISCE ALCUNA DEFINIZIONE DEI PIANI DI RISANAMENTO O SUL LORO CONTENUTO: NE DERIVA CHE LA SCELTA DELLE VIE E DEGLI STRUMENTI DA SEGUIRE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI E’ LASCIATA ALLA DISCREZIONALITA’ DEL PREDISPONENTE (ALLA PRASSI).
Per i piani attestati di risanamento ex art. 67 comma 3, lett. d) L.F. il piano deve essere idoneo:
- a consentire il risanamento dell’esposizione debitoria dell’impresa;
- assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria.
Per gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis L.F.:
- Rinvio alla documentazione di cui all’art. 161 L.F.;
- Accordo idoneo a soddisfare nei termini di legge i creditori estranei.
Focus point «F»: redazione del piano cosa
indicare? (2)
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1 • INDICARE I SINGOLI INTERVENTI PROGRAMMATI • EVIDENZIARE LA TEMPISTICA DI ATTUAZIONE
2
• REDIGERE:
• CONTO ECONOMICO PREVISIONALE;
• STATO PATRIMONIALE PREVISIONALE;
• CASH FLOW PREVISIONALE.
L’ARCO TEMPORALE DI RIFERIMENTO DEVE RISULTARE CONGRUO CON LE AZIONI DI INTERVENTO
PROGRAMMATE: LA COSTRUZIONE DEI BUDGET DEVE INTERESSARE IL LASSO TEMPORALE
RAGIONEVOLMENTE NECESSARIO PER IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI RISANAMENTO
DELL’ESPOSIZIONE DEBITORIA NONCHÉ DEL RIEQUILIBRIO DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA.
Focus point «f»: redazione del piano
lo sviluppo dei calcoli(3)
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Lo sviluppo dei calcoli si articola nelle seguenti fasi:
1. stima dei ricavi di vendita;
2. stima della capacità produttiva;
3. stima del coefficiente di rotazione e determinazione delle attività operative nette;
4. stima del margine di profitto;
5. stima dell’entità dei componenti di reddito non ricorrenti;
6. stima del cash flow operativo;
7. stima degli oneri finanziari, dell’esposizione debitoria nonché dell’utile netto, da
effettuarsi sulla base delle precedenti previsioni.
L’attestazione del
professionista incaricato
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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI E LA ATTIBILITÀ/ATTUABILITÀ
DEL PIANO DI RISANAMENTO/RISTRUTTURAZIONE
A prescindere dalla procedura di composizione della crisi prescelta, l’attività del
professionista incaricato deve prevedere l’attestazione della:
A: veridicità dei dati aziendali
B: fattibilità del Piano
La veridicità dei dati aziendali riguarda la corretta analisi dello stato
corrente dell’azienda e costituisce un requisito imprescindibile per la
redazione del Piano: lo sviluppo dei dati prospettici del piano non può
prescindere dalle performance storiche dell’impresa e dalla sua reale
situazione economica, finanziaria e patrimoniale.
L’attestazione della veridicita’
dei dati aziendali (1)
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L’interpretazione più consolidata intende la norma nel senso di
“corrispondenza al vero”
Parametri di riferimento: principi contabili nazionali (OIC) o internazionali (IASB) e
principi di revisione al fine di verificare la correttezza e la coerenza delle stime.
Perimetro: dati rilevanti ai fini dell’attuabilità del piano (SP).
Particolare attenzione a:
elementi di maggiore importanza in termini quantitativi (es. crediti rilevanti);
componenti del capitale circolante che produrranno flussi di cassa (es. scorte, crediti, debiti, acconti);
elementi con profili di rischio elevato ai fini dell’attestazione (es. avviamenti di asset da dismettere, Fondi rischi e oneri);
elementi di sospetto circa l’affidabilità delle operazioni di gestione (es. operazioni con parti correlate).
L’attestazione della veridicita’
dei dati aziendali (2)
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Criticità
Strumenti utili all’analisi:
Relazioni e verbali di verifica del Collegio
Sindacale (ove presente e incaricato della
revisione legale);
Documentazione di lavoro della società di
revisione (con la soppressione del libro della
revisione, l’attestatore può consultare le carte di
lavoro solo su espresso consenso della società di
revisione);
Lettere di circolarizzazione, estratti di ruolo,
certificato carichi tributari pendenti, centrale rischi,
certificazione consulente del lavoro, perizie di
stima asset, ecc.
In presenza di dati recenti verificati da
un revisore (o perizie), il professionista
deve comunque ripercorrere e
valutare l’attività svolta e
l’eventuale presenza di elementi di
anomalia (“red flags”) che lo
porterebbero a indagare al fine di
esprimere un giudizio di veridicità dei
dati.
La fattibilità del piano: aspetti di sintesi
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Le direttrici di analisi del piano devono vertere su:
A. Il processo di formazione del piano
B. La ragionevolezza delle assunzioni e dei flussi attesi
C. Il rischio di “execution” del piano medesimo
Dovrà essere prestata particolare attenzione ai REQUISITI del piano:
Attendibilità
Coerenza
Sostenibilità finanziaria
La fattibilita’ del piano: processo
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I requisiti che devono caratterizzare un Piano sono:
I. Attendibilità
che fa riferimento alla fondatezza dei dati storici e delle ipotesi prospettiche;
II. Coerenza
presenza di logiche correlazioni tra le varie ipotesi (assumptions);
III. Sostenibilità finanziaria
previsione di flussi di cassa coerenti con l’attuazione del Piano e che consentano
il raggiungimento dell’equilibrio finanziario.
Piano: l’equilibrio economico, finanziario e
patrimoniale (ragionevolezza)
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Il professionista deve esprimere un giudizio in merito all’idoneità del piano a ripristinare i
fisiologici equilibri aziendali (salvo quello economico nell’ipotesi di liquidazione)
Equilibrio Finanziario
Patrimoniale
Economico L’impresa remunera tutti i fattori produttivi impiegati e lascia un
congruo margine di reddito per l’imprenditore. Il piano può prevedere
perdite iniziali, ma nel medio termine deve raggiungere l’equilibrio.
L’impresa riesce a far fronte con le proprie entrate monetarie
(derivanti da gestione corrente, apporti di capitale esterni, accensioni
nuovi finanziamenti) alle uscite monetarie (derivanti da gestione
corrente, investimenti, rimborso debiti, ecc.). A regime, il flusso di
cassa della gestione corrente deve coprire gli investimenti di rinnovo e
il servizio del debito a medio/lungo.
L’impresa deve reperire fonti di finanziamento che siano coerenti con
gli impieghi. All’interno delle fonti, deve esistere un equilibrato
rapporto tra capitale proprio e capitale di terzi.
La verifica della coerenza strategica e delle
assunzioni quantitative (ragionevolezza)
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COERENZA ESTERNA:
- Variabili macroeconomiche
- Dinamiche di settore
- Contesto tecnologico
- Contesto normativo
COERENZA INTERNA:
- Punti di forza/debolezza dell’azienda
- Dati storici
- Analisi dei costi fissi e variabili
- Calcolo del break even point
- Analisi dei rendiconti finanziari
- Comprensione del funzionamento dell’economia dell’azienda
- Confronto tra dati storici e dati previsionali (discontinuità)
La verifica della coerenza strategica e delle
assunzioni quantitative (ragionevolezza)
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COERENZA STRATEGICA: ANALISI DI TIPO QUALITATIVO
CORRETTEZZA ASSUNZIONI (QUANTITATIVA):
- Ragionevolmente realizzabili e prudenti;
- Affidabili e fondate su informazioni esterne attendibili;
- Dimostrabili e coerenti con i rapporti contrattuali in essere.
Il rischio di “execution” del piano
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Analisi di sensitività
• Profilo industriale (es. fatturato, ebitda margin, capex);
• Profilo finanziario (es. variazione tassi)
Stress Test
• Considerazione di scenari alternativi;
• Resistenza del Piano rispetto alla rottura dei covenant in termini redditi e di cash flow
Sintesi degli effetti derivanti dai diversi stress TIPOLOGIA DI STRESS EFFETTI SPECIFICI SUL C/E EFFETTI COMUNI SUL C/E EFFETTI SPECIFICI SU SP EFFETTI COMUNI SU SP
ESEMPIO 1 A DIMINUZIONE DEI RICAVI DI
VENDITA DIMINUZIONE DEI RICAVI DI
VENDITA
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI DIMINUZIONE DEI
CREDITI
COMMERCIALI
INCREMENTO DELLE BANCHE PASSIVE
E/O DIMINUZIONE DELLE BANCHE
ATTIVE
DIMINUZIONE DELLE IMPOSTE DIMINUZIONE DEL PATRIMONIO NETTO
(PERCHE' - RN) DIMINUZIONE DEL RN
ESEMPIO 2=Es 1 + B + C
B INCREMENTO COSTO MAT. PRIME
INCREMENTO COSTO MAT. PRIME INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI INCREMENTO DEBITI
COMMERCIALI
INCREMENTO DELLE BANCHE PASSIVE
E/O DIMINUZIONE DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO DELLA VAR. DELLE
RIM/ZE
DIMINUZIONE DELLE IMPOSTE INCREMENTO DELLE
RIMANENZE DIMINUZIONE DEL PATRIMONIO NETTO
(PERCHE' - RN) DIMINUZIONE DEL RN
C INCREMENTO DELLE IMM/NI
MATERIALI INCREMENTO DEGLI AMM/TI
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI INCREMENTO DELLE
IMM/NI MATERIALI
INCREMENTO DELLE BANCHE PASSIVE
E/O DIMINUZIONE DELLE BANCHE
ATTIVE
DIMINUZIONE DELLE IMPOSTE INCREMENTO F/DO
AMM/TO IMM.NI
MATERIALI
DIMINUZIONE DEL PATRIMONIO NETTO
(PERCHE' - RN) DIMINUZIONE DEL RN
ESEMPIO 3=Es 2 + D + E+F+G
D VARIAZIONE DEI GIORNI MEDI DI
INCASSO DEI CREDITI COMMERCIALI
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI INCREMENTO /
DIMINUZIONE DEI
CREDITI
COMMERCIALI
INCREMENTO E/O DIMINUZIONE DELLE
BANCHE PASSIVE E/O DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL CARICO
FISCALE INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL
PATRIMONIO NETTO (PER VARIAZIONE
RN) INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL RN
E VARIAZIONE DEI GIORNI MEDI DI
PAGAMENTO DEI DEBITI
COMMERCIALI
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI INCREMENTO /
DIMINUZIONE DEI
DEBITI COMMERCIALI
INCREMENTO E/O DIMINUZIONE DELLE
BANCHE PASSIVE E/O DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL CARICO
FISCALE INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL
PATRIMONIO NETTO (PER VARIAZIONE
RN) INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL RN
F VARIAZIONE DEI GIORNI MEDI DI
ROTAZIONE DEL MAGAZZINO INCREMENTO/DIMINUZIONE DELLA
VAR. DELLE RIM/ZE
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI
INCREMENTO/DIMINUZ
IONE DELLE RIM/ZE
INCREMENTO E/O DIMINUZIONE DELLE
BANCHE PASSIVE E/O DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL CARICO
FISCALE INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL
PATRIMONIO NETTO (PER VARIAZIONE
RN) INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL RN
G VARIAZIONE DEI TASSI DI
INTERESSE BANCARI INCREMENTO/DIMINUZIONE DEGLI
ONERI O PROVENTI FINANZIARI
INCREMENTO DEGLI ONERI FINANZIARI E/O
DIMINUZIONE DEI PROVENTI INCREMENTO E/O
DIMINUZIONE DELLE
BANCHE PASSIVE E/O
DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO E/O DIMINUZIONE DELLE
BANCHE PASSIVE E/O DELLE BANCHE
ATTIVE
INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL CARICO
FISCALE INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL
PATRIMONIO NETTO (PER VARIAZIONE
RN) INCREMENTO/DIMINUZIONE DEL RN
33 Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo
Il ruolo dell’attestatore nel concordato in
continuità (art. 186 bis)
Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo 34
La Relazione del professionista deve attestare che la prosecuzione dell’attività di impresa prevista dal piano di concordato sia funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori
- Comparazione tra ipotesi concordataria in continuità e quella liquidatoria;
- Valutazione differente in base a quale sia la strategia di risanamento individuata nel piano
1. Prosecuzione dell’attività di impresa da parte del debitore;
2. Cessione dell’azienda in esercizio;
3. Conferimento dell’azienda in esercizio.
Il ruolo dell’attestatore nel concordato in
continuita’ (art. 186 bis)
Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo 35
Prosecuzione dell’attività di impresa da parte dell’imprenditore
• Verifica che il Piano sia atto a soddisfare i creditori;
• Verifica della capacità di consentire il riequilibrio finanziario dell’impresa;
• Evidenziare la rimozione di eventuali situazioni di insolvenza esistenti e prospettiche nell’orizzonte del piano
Cessione dell’azienda in esercizio
• Verifica della sostenibilità del piano aziendale in capo alla società cessionaria;
• Verifica dell’esclusione del rischio di ricadute sul debitore dell’eventuale dissesto della cessionaria
Conferimento dell’azienda in esercizio
• Verifica della sostenibilità del piano aziendale in capo alla società conferitaria;
• Verifica della sostenibilità del piano aziendale della società conferita, poiché il valore della
partecipazione e la possibilità di realizzo sono collegate all’andamento di quest’ultima
L’attestazione nel concordato liquidatorio
Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo 36
Nel caso di concordato liquidatorio, la relazione dovrà principalmente tener conto dell’effettiva
possibilità di liquidare i beni. In particolare:
Verifica della reale consistenza del patrimonio;
Verifica del mercato immobiliare locale;
Valutazione dei tempi verosimilmente necessari alla liquidazione e dell’effetto sui flussi
necessari per la soddisfazione dei creditori;
Valutazione dei beni materiali ed immateriali, anche ricorrendo a competenze professionali
specifiche;
Verifica e valutazione delle passività potenziali riferibili a contenziosi pendenti o prevedibili
L’attestazione in caso di nuovi finanziamenti
Il piano di risanamento: tecniche di costruzione ed esempi di redazione - prof. Alberto Dello Strologo 37
Il debitore può richiedere al Tribunale, ai sensi dell’art. 182 quinquies, l’autorizzazione a
contrarre nuovi finanziamenti e/o a pagare crediti anteriori anche sin dal ricorso
presentato ex art. 161 co. 6 L.F.
Nel caso di nuovi finanziamenti l’attestazione dovrà:
Verificare il fabbisogno finanziario sino all’omologazione;
Attestare la funzionalità dei finanziamenti alla migliore soddisfazione dei creditori.
Nel caso di pagamento di crediti anteriori, l’attestazione dovrà:
Attestare l’essenzialità’ delle prestazioni alla prosecuzione dell’attività;
Attestare la funzionalità delle prestazioni alla migliore soddisfazione dei creditori.
ATTENZIONE: TALE ULTIMA VERIFICA MAL SI CONCILIA CON IL C.D. CONCORDATO IN BIANCO (ex art. 161 co. 6 L.F.), IN QUANTO IN ASSENZA DI UN PIANO NON E’ POSSIBILE EFFETTUARE UNA COMPARAZIONE TRA IPOTESI CONCORDATARIA CON FINANZIAMENTO E QUELLA SENZA FINANZIAMENTO.