Il plastico dell’Ara Pacis Augustae
Note su di un’esperienza didattica
Introduzione
Nell’Anno Scolastico 2005-06, a seguito di una convenzione
intercorsa tra l’Istituto , la Sovrintendenza ai Monumenti del
Comune di Roma ed il Rotary Club Roma Sud abbiamo sviluppato
come progetto, e poi realizzato, il plastico di uno dei più interessanti
monumenti della città , l’Ara Pacis Augustae.
Mentre era in fase di costruzione il contenitore-museo progettato
da R.Meier , da parte della Sovrintendenza era stato sviluppato il
progetto di allestimento : in esso era prevista anche la
realizzazione di un modello in scala dell’Ara, da utilizzare per
illustrare l’ipotesi di uno storico dell’arte , Simone Foresta , su
integrazioni da effettuare nei due fregi con la Processione ; è in
questo modo che nasce il progetto , che ci verrà affidato per la
realizzazione del plastico
Naturalmente in seguito verranno ridefiniti alcuni aspetti
dell’allestimento ed alla fine prevarrà un altro orientamento , che
poi è quello attuale, ed il modello servirà ad illustrare lo svolgersi
della Processione, le gerarchie della Famiglia augustea , l’insieme
dei collegi sacerdotali ; tutto questo, comunque , non avrà poi
influenza sul nostro lavoro.
In base agli accordi intercorsi , il modello doveva essere
disponibile nel Museo dell’Ara Pacis. entro il 23 Settembre 2006 ,
giorno in cui questo sarebbe stato inaugurato ufficialmente.
L’esperienza è stata condotta coinvolgendo due classi del terzo e
quarto anno , che avevano esperienza di laboratorio ma non delle
specifiche tecniche da mettere in atto.
Naturalmente è stato preventivamente necessario predisporre
alcune condizioni di contorno che hanno agevolato il procedere
regolare del lavoro, come l’attribuzione ad un solo insegnante del
totale del monte ore di pertinenza di ciascuna classe ( per il
laboratorio, ovviamente), l’utilizzo di un ambiente in cui non si
sarebbero svolte altre attività laboratoriali , l’incremento delle ore di
lavoro con rientri pomeridiani , la sostanziale autonomia per la
scelta e l’acquisto dei materiali , finanziati dal Rotary Club Roma
Sud.
Credo che nell’esperienza l’aspetto più interessante sia stato per
noi quello dell’uscire dall’ambito delle esercitazioni , per inoltrarsi
seppure per breve tratto, nell’ambito del “professionale” , laddove i
tempi sono stretti e le scadenze improcastinabili , il risultato finale
deve essere di qualità ed omogeneo, il lavoro di ciascuno è sì
individuale, ma è anche necessario ed integrato a quello altrui ,
l’esperienza è quindi collettiva.
Descrizione del Progetto
L’Ara, nel momento in cui avevamo stipulato l’accordo con la
Sovrintendenza , era del tutto inaccessibile : a causa dei lavori di
costruzione del Museo era stata incapsulata in una struttura
protettiva e i contratti assicurativi impedivano a chiunque di
accedervi ; non abbiamo potuto quindi fare rilievi né una
campagna fotografica , tuttavia abbiamo potuto utilizzare del
materiale che la Sovrintendenza ci ha fornito : rilievo
ortofotogrammetrico in scala 1:25 e un insieme di circa 1500
immagini scattate durante le operazioni di restauro del 1979-82.
Data la scala del nostro lavoro ( 1:10 ) siamo stati ai limiti
dell’utilizzabilità per i rilievi, per altro non ben quotati, mentre
ottimo è stato il repertorio fotografico, tale da consentirci di
affrontare con sufficienti informazioni la riproduzione di elementi
plastici.
Per quanto riguarda gli aspetti didattici specifici della nostra
disciplina, la partecipazione alla realizzazione del progetto ci ha
consentito di darci , per il gruppo degli studenti, gli obiettivi
seguenti:
- Acquisire esperienza di un lavoro con un grado di
complessità superiore a quelli proponibili negli standard
didattici;
- Acquisire esperienza in un lavoro organizzato per gruppi
coordinati, in cui fosse necessario un senso collettivo di
responsabilità;
- Partecipare alla realizzazione di un manufatto con
implicite specifiche di accettabilità restrittive ;
- Partecipare ad un lavoro con nessuna elasticità nei tempi
di compimento;
- Maturare una conoscenza pratica di tecniche di lavoro non
affrontate in precedenza;
- Sviluppare una manualità di livello raffinato;
- Affinare lla capacità di lettura di immagini grafiche e
fotografiche al fine di una corretta riproduzione
tridimensionale.
Modello Ara Pacis Augustae Il Fronte Ovest
Modello APA L’altare
Studio dell’oggetto da realizzare
Il Senato di Roma, dopo che Ottaviano Augusto aveva “pacificato”
la penisola iberica e successivamente le regioni a Nord delle Alpi ,
avendo il Principe rifiutato il Trionfo, decretò di dedicare nel
Campo Marzio in Roma un altare alla pace da lui apportata ; il 30
Gennaio del 9 a.C. veniva solennemente inaugurata ,con la
partecipazione di Augusto , l’Ara Pacis.
L’altare era situato al centro del Campo Marzio settentrionale , in
relazione sia con il Solarium che con la Via Flaminia , al limite
Nord del pomerium.
Le vicende della Storia ne hanno determinato in un primo
momento l’inabissamento e la scomparsa nel tessuto della città, e
poi, dal XVI secolo il progressivo riemergere , sotto le
fondamenta di un palazzo signorile ( Palazzo Fiano Almagià) ,
sino alla completa e definitiva ricostruzione fortissimamante
voluta da Mussolini in occasione delle celebrazioni del
bimillenario della nascita di Augusto : la sua inaugurazione
avrebbe degnamente concluso l’anno di celebrazioni ,
organizzate per dare lustro al nuovo Impero .
L’Ara Pacis nasce dunque come monumento : deve enunciare e
trasmettere in forma artistica un insieme di principii, idee e valori
di matrice ideologica e politica , elaborati ed imposti dal gruppo
dirigente che, dopo aver definitivamente prevalso nell’ultima fase
della guerra civile, ha assunto il totale controllo della vita politica
di Roma .
Volendone esprimere in una sintesi estrema il contenuto
ideologico, possiamo dire così:
L’Età del caos e della lotta è terminata : è iniziata l’ Età
dell’ordine, della pace, dell’abbondanza. E’ un compimento della
Storia guidato dalle divinità dell’ordine (Apollo) attraverso il nuovo
gruppo dirigente (Augusto) che agisce nella Storia di Roma e per
la sua grandezza. Sono così stati rivalutati i principi religiosi della
comunità , di cui si recuperano i collegi sacerdotali ed i riti.
Data la sua preminenza sia per valore artistico che storico ,
sull’Ara Pacis esiste un insieme di studi e pubblicazioni
veramente notevole ; per accostarci alla sua conoscenza io
consiglio:
-G. Moretti Ara Pacis Augustae scritto dall’archeologo che l’ha ricomposta,
emozionante guida in due volumi alla sue bimillenarie vicende, sino alle
complesse problematiche dello scavo ed alle prime complete ipotesi
iconologiche;
-P. Zanker Augusto ed il potere delle immagini guida alla comprensione dei
meccanismi della comunicazione politica e della formazione del consenso
.come si manifestano in una Roma tardorepublicana ( o meglio, protoimperiale)
illustrati da un’apprezzatissimo archeologo tedesco
-O. Rossini Ara Pacis agile, aggiornatissima e completa guida al Museo ed
alla comprensione del monumento, con tutto ciò che si deve sapere, salvo
approfondimenti.
Descrizione
( Le note seguenti sono ampiamente tratte dal volume di O. Rossini già citato , e
liberamente trattate)
L’Ara Pacis è composta da un recinto perimetrale che racchiude
al suo interno la mensa , l’altare propriamente detto sul quale si
svolgeva il sacrificio.
Il recinto , con due ingressi , ad Est dalla Via Flaminia, ad Ovest
dal Campo Marzio, poggia su di un alto basamento che
compensa il dislivello esistente tra le due aree; l’accesso da
Ovest avviene ovviamente tramite una rampa di scale.
A partire dalla quota del basamento, il recinto si eleva per
un’altezza di circa 6,30 metri , ed è di forma rettangolare ( 11,63
x 10,62 ml). Nel senso dell’altezza è diviso in due registri
decorativi, separati da una fascia a meandri, o a svastiche
all’esterno, e da una fascia a palmette all’interno:
All’interno il recinto viene mostrato come un “templum minus”
arcaico, con un recinto di tavole in basso ed una serie di festoni
con fiori e frutta legati a bucrani e con al centro patere, in alto :
agli angoli i quattro pali che determinavano il perimetro di tale tipo
di tempio.
G. Gatti Prospettiva sezionata dell’ A.P.A
L’altare interno ha un’architettura alquanto articolata, essendo
composto da:
- una scalinata di quattro gradoni, formante una piramide
tronca;
- Il basamento dell’altare vero e proprio, con un lato su cui
sono ricavati quattro gradoni che proseguono l’andamento
di quelli inferiori e portano al piano su cui si trova
- l’altare, con una “mensa” al centro e , lateralmente , due
propaggini riccamente decorate in bassorilievo, con
superiormente due acroteri sorretti da protomi leonine.
All’esterno una articolata rappresentazione simbolica, su cui gli
studiosi continuano a proporre ipotesi e di cui arricchiscono la
complessità e la ricchezza di lettura , rappresenta nella
partizione inferiore il mondo fitomorfo e zoomorfo
meravigliosamente e dionisiacamente libero, eppur ordinato nel
suo crescere e svilupparsi, regolato dall’alto dal cigno sacro di
Apollo/Venere , generatori della stirpe Iulia, e nella paerte alta una
processione con sacerdoti, assistenti al culto, magistrati, ma
anche uomini, donne , bambini.
Dda oltre cento anni si cerca di dare delle letture interpretative di
questi rilievi, ma ad ora si è arrivati a due ipotesi, entrambe
convincenti, ma diverse: il “reditus “ di Augusto vittorioso dalle sue
campagne, nel 13 a.C. oppure la cerimonia di “inaugurazione
della stessa Ara Pacis”? al momento comunque gli studiosi
accettano come certe alcune identificazioni ( Augusto, Agrippa,
Livia) che sono perfettamente funzionanti in entrambe le letture.
Il Modello
Il 23 Settembre 1937 si aprivano le celebrazioni del bimillenario
della nascita di Augusto, fortemente volute da Mussolini che
intendeva in tal modo celebrare il proprio disegno politico e
propagandistico di “rinascita dell’impero” , con la inaugurazione
della grande Mostra Augustea della Romanità , la cui
preparazione era durata cinque anni ; le celebrazioni si sarebbero
chiuse un anno dopo, il 23 Settembre 1938, con l’inaugurazione
della ricostruzione della stessa Ara Pacis, all’interno della teca
progettata dall’architetto Morpurgo.
La Mostra, integrandovisi, amplierà in modo determinante e
renderà organici i materiali del Museo dell’Impero – costituito nel
1929 - e darà origine all’attuale Museo della Civiltà romana.
Nella Mostra acquista particolare rilievo l’insieme delle ricostruzioni
di edifici e monumenti , realizzati sotto la direzione di Italo
Gismondi con la collaborazione di giovani architetti quali P:
Carbonara , F.Fariello , L. Quadroni , M. Paniconi , G. Pediconi ; i
modelli vengono realizzati da G. Di Carlo ed F. Dinari , artigiani
maestri nella realizzazione di plastici in gesso.
Allorché abbiamo iniziato ad affrontare il tema della realizzazione
del modello, è stato naturale riflettere sui precedenti storici e
indirizzarci verso la tecnica che in Roma ha lasciato un’impronta
così consistente, per di più particolarmente legata all’occasione
della “rinascita” del monumento che dovevamo rappresentare;
abbiamo considerato questa un’ occasione in cui sarebbe stato
essenziale acquisire la padronanza di modi di lavorare per noi non
consueti, ed in alcuni casi addirittura nuovi; le nostre esperienze
precedenti di uso del gesso e dei materiali accessori erano relative
ad esercitazioni scolastiche, anche se articolate, che andavano
sicuramente arricchite ; ad esempio non avevamo mai affrontato in
precedenza la realizzazione di bassorilievi impegnativi come quelli
delle Processioni , in cui peraltro era richiesta grande fedeltà agli
originali.
Altra categoria di argomenti era quella legata alle potenzialità del
lavoro sul plastico: all’inizio erano emerse più opzioni sul carattere
da dare al lavoro:
- illustrazione delle parti originali, delle parti in copia , delle
parti frutto di ipotesi;
- rappresentazione dello stato attuale;
- illustrazione di ipotesi integrative;
- guida alla lettura iconologia.
Il lavorare con un modello in gesso ci avrebbe semplificato il
passaggio da una opzione ad un’altra.
Anche il fatto di lavorare tramite stampi, con la possibilità quindi di
poter fare più copie di ogni elemento e quindi di provare
agevolmente soluzioni o di far fare esperienza a più studenti , ci
sembrava ulteriore elemento favorevole.
Sequenza operazioni
Il contributo del Laboratorio, all’interno del Progetto Ara Pacis , è
stato organizzato in fasi così articolate:
1) reperimento materiale di documentazione : come ho già accen-
nato, la base grafica da utilizzare e la documentazione fotografica
ci erano stati forniti dalla Sovrintendenza ; il materiale andava però
reso utilizzabile ai nostri fini, quindi per prima cosa abbiamo
provveduto a trasferire alla giusta scala i disegni (non digitalizzati)
che avevamo a disposizione , e a scomporli poi per settori di
lavoro;
2) catalogazione ed organizzazione : le oltre 1500 immagini
forniteci vengono organizzate prima per aree e poi per singoli
elementi;
3) studio materiale e progetto del modello : vengono esaminate
due ipotesi diverse su come realizzare il plastico
a- modello interamente in gesso;
b- modello con scocca in pannelli di legno listellare e placcatura in
lastre di gesso.
Le considerazioni precedentemente esposte, sulla presenza nei
Musei romani di testimonianze di una tradizione artigiana “alta” per
quanto riguarda la rappresentazione di monumenti ed architetture
ci fa orientare infine per la prima soluzione.
4) formazione gruppi di lavoro :
a- attribuiamo a studenti singoli o a gruppi di poche unità la
realizzazione dei singoli elementi dalla cui ricomposizione verrà
formato il plastico;
b- gli studenti vengono istruiti sulle tecniche che utilizzeranno:
provvediamo quindi alla formazione delle abilità attraverso alcune
esercitazioni che forniscono le conoscenze necessarie.
5) realizzazione singole unità : procediamo alla realizzazione dei
singoli elementi. Il processo assorbe molto tempo, dato che ogni
unità va studiata nella sua specificità e spesso richiede una
realizzazione in più fasi;
6) riproduzione singole unità : si realizzano i calchi definitivi degli
elementi realizzati e si procede al loro stampaggio e all’eventuale
taglio a misura;
7) composizione in elementi : gli elementi vengono composti in
unità di maggiori dimensioni , di cui si realizzano i calchi;
8) riproduzione elementi : dai calchi si traggono i definitivi che,
laddove necessario, vengono tagliati e stuccati;
9) realizzazione struttura base : realizziamo la struttura base del
modello, studiata soprattutto per non consentire flessioni nelle
eventuali fasi di spostamento; altra esigenza cui deve dare risposta
è quella di una facile presa e manovrabilità;
10) montaggio basamento : Il modello è ovviamente molto delicato
e le sue dimensioni sono tali che , qualora montato
completamente, non passerebbe attraverso le porte del laboratorio
scolastico ; scegliamo di procedere al montaggio del plastico in
due fasi : nei locali della scuola montiamo il basamento dell’Ara , il
gruppo delle scale ed il livello del terreno sul fronte Est , di modo
che il modello possa venire inclinato e trasportato di taglio
11) formazione blocchi : sempre in laboratorio procediamo al
montaggio degli altri elementi del modello in due parti separate,
trasportabili facilmente, e predisponiamo i fori di ancoraggio per il
collocamento in situ; rimangono a parte il cornicione ed i due
portali di accesso;
12) trasporto al Museo : a questo punto il trasporto al Museo è
relativamente semplice e le parti vengono imballate separatamente
e fatte trasportare da una ditta specializzata;
13)-montaggio definitivo : le operazioni del montaggio definitivo
devono avvenire in tempi molto ristretti , dato che i lavori di
realizzazione del Museo sono ancora in corso e devono essere
ultimati per il giorno dell’inaugurazione ; inoltre per esigenze di
sicurezza si esclude la presenza di studenti nel cantiere del
Museo: l’aver provveduto ad un premontaggio ci semplifica il lavoro
e ci consente di rispettare il termine postoci
14) stuccatura: questo ed il successivo sono i momenti finali della
nostra attività.
15)-patinatura
Progetto del modello
Come già detto, il progetto del modello prevede la sua
realizzazione per blocchi, in modo che siano più agevoli e meno
potenzialmente fonti di problemi il trasporto ed il montaggio.
Vediamo come abbiamo proceduto.
1-Base Il plastico, una volte terminato, peserà circa 130/140
kilogrammi ; la base non deve subire seppur minime flessioni
causate da tale peso allorché verrà sollevata per gli spostamenti ,
deve pertanto essere molto rigida . Viene realizzata con una
struttura interna a celle create da una maglia di fasce in paniforte
alte 12 cm.
Schema della base del modello
2-Basamento Il basamento è costituito da una fascia perimetrale
modanata , in gesso , dalla larghezza di cm 8, ancorata sulla base,
e da un piano interno, a quota leggermente più bassa, poggiante
su di un piano in listellare sorretto da regoli.
Sulla fascia perimetrale in gesso sono praticati dei fori –come si
può vedere nella foto successiva - per l’inserimento di perni che
consentiranno di ancorare le pareti verticali.
Sezione basamento Schema basamento
Modello APA Basamento
3- Alzati Gli alzati sono stati realizzati in due blocchi a C ,
poggianti su una fascia modanata e decorata. I piani verticali della
C , sia quelli esterni che quelli interni , sono lastre in gesso ottenute
per colaggio da stampi in gomma siliconica, fissate sulla fascia di
base e tra di loro con gesso dato a pennello e strisce di iuta a
trama molto larga imbevute nel gesso. All’interno del sandwich così
creato, sono disposte come irrigidimento barre di acciaio filettato e
zincato inglobate per colata nel gesso.
1- Pannello Recinto Interno
2- Tela iuta impregnata gesso
3- Gesso a spatola per incollaggio
4/5- Ferri armatura e gesso
6- Base modanata
Schema della sezione
Schema della divisione in blocchi
Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)
Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)
Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)
4- Portali Tra i due blocchi a C sono collocati due pannelli in cui si
aprono i portali di accesso : sono blocchi pieni ottenuti per colaggio
in stampo, ancorati sulla base con perni.
Modello APA Fase di montaggio dei portali
5- Cornicione Sopra i blocchi ed i portali corre un doppio
cornicione: il medesimo profilo si sviluppa sia all’interno che
all’esterno del recinto: nel modello tale cornicione è stato realizzato
componendo con le fasce modanate due elementi a C , con le ali
minori di misura inferiore a quella dei blocchi a C sottostanti, e
collegandole con elementi lineari , anche essi composti in
laboratorio, ma fissati sul posto. Di seguito illustriamo il montaggio
delle fasce modanate sui portali
Modello APA Sezione del cornicione
Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 1
Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 2
Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 3
Modello APA Montaggio cornicione sul portale
6- Altare L’altare è composto da tre elementi distinti:
-gradinata di base, realizzata con modine fatto scorrere su battute
perimetrali
-basamento della mensa, realizzato incollando tra di loro lastrine
modanate e scolpite , e costituendo poi tra loro un piano finale
orizzontale.
-mensa con elementi laterali e acroteri: anche qui abbiamo
ricomposto per incollaggio elementi realizzati con varie tecniche di
lavorazione.
Modello APA L’Altare
Modello APA Realizzazione del basamento dell’altare
Modello APA Realizzazione della mensa dell’Altare
Modello APA Realizzazione della mensa dell’Altare
Formazione dei gruppi di lavoro
Dopo aver effettuato le precedenti operazioni di studio e
progettazione del modello attribuiamo agli studenti , divisi per
piccoli gruppi , la realizzazione dei singoli elementi in cui è stato
opportuno sezionare il lavoro.
Poiché nessuno di loro aveva avuto precedenti esperienze di
esecuzione di lavori analoghi , abbiamo dovuto formarli
appositamente attraverso un ciclo di esercitazioni sulle tecniche di
riproduzione in gesso , sull’uso della cera e della plastilina per
modellare;
Nel corso di queste fase sono emerse preferenze ed abilità
particolari, di cui abbiamo tenuto conto nell’affidare gli elementi da
realizzare; si è formata anche una gerarchia delle difficoltà da
superare : principale è sembrata essere quella di una manualità
fine, da esercitarsi con concentrazione . abbiamo risolto il
problema creando un posto di lavoro in un ambiente diverso dal
laboratorio, che per le sue caratteristiche ha consentito
l’isolamento necessario.
Si è presentato poi un problema che non siamo riusciti a risolvere :
tra le esercitazioni finalizzate, non siamo riusciti a portare a
compimento quella relativa alla modellazione di figure umane ,
poiché nessuno tra gli studenti è stato in grado di acquisire la
capacità di riprodurle (a differenze di altri tipi di raffigurazione ) .
Pensiamo di aver individuato la causa della difficoltà : non erano
abituati a leggere la figura con la consapevolezza dello scultore,
ossia di chi ha avuto una preparazione di anatomia artistica , e di
conseguenza non erano in grado di riprodurla. Dato che non è
stato possibile colmare la lacuna che si era manifestata , abbiamo
riservato all’insegnante il compito di questo tipo di modellazione.
Abbiamo dedicato a questa fase un arco di tempo di circa tre mesi:
piuttosto lung0, perché non si trattava solo di apprendere delle
tecniche, ma anche di farne pratica.
Scomposizione dei blocchi
Abbiamo visto in precedenza come il progetto del modello sia
basato sulla scomposizione di questo in blocchi; ora vedremo
come questi sono costituiti:
1-Base
- Nulla da aggiungere a quanto detto
2-Basamento
2.1 Fascia perimetrale modanata
2.2 Gruppo scala
2.3 Piano interno
3- Alzati
- Schema alzati
Prospetto Est con suddivisione in parti
-
3.1.1 Prospetto Ovest: sx - Pannello con girali di
. acanto
- Fascia a meandri
- Pannello del Lupercale
- Pilastro laterale dx
3.1.2 Pilastro angolare con capitello
3.1.3 Prospetto Nord - Pannello con girali di
acanto
- Fascia a meandri
- Pannello con
processione
3.1.4 Pilastro angolare con capitello
3.1.5 Prospetto Est - Pannello con girali di
Acanto
- Fascia a meandri
- Pannello della Dea
Roma
3.3.1 Pilastro interno con capitello
3.2.1 Prosp. Int. Ovest sx - Pannello corto recinto
- Fascia a palmette
- Pannello con festone
3.2.3. Prosp. Int. Nord - Pannello lungo recinto
- Fascia a palmette
- Pannello con festone
- Pilastri angolari con
capitello
3.2.5 Prosp. Int. Est sx - Pannello corto recinto
- Fascia a palmette
- Pannello con festone
3.3.4 Pilastro interno con capitello
3.1.10 Prospetto Ovest: dx - Pannello con girali di
acanto
- Fascia a meandri
- Pannello di Enea
sacrificante
- Pilastro laterale sx
3.1.9 Pilastro angolare con capitello
3.1.8 Prospetto Sud - Pannello con girali di
acanto
- Fascia a meandri
- Pannello con
processione
3.1.7 Pilastro angolare con capitello
3.1.6 Prospetto Est - Pannello con girali di
. acanto
- Fascia a meandri
- Pannello della Tellus
3.3.2 Pilastro interno con capitello
3.2.10 Prosp. Int. Ovest dx - Pannello corto recinto
- Fascia a palmette
- Pannello con festone
3.2.8. Prosp. Int. Sud - Pannello lungo recinto
- Fascia a palmette
- Pannello con festone
- Pilastri angolari con
capitello
3.2.6 Prosp. Int. Est dx - Pannello corto recinto
-
Fascia a palmette
- Pannello con festone
3.3.3 Pilastro interno con capitello
3.4.1 Base a C modanata ed intagliata
3.4.2 Base a C modanata ed intagliata
4- Portale
4.1 Portale Ovest
4.2 Portale Est
5- Cornicione
5.1 Cornicione a C sx
5.2 Cornicione lineare
5.3 Cornicione a C dx
5.4. Cornicione lineare
6- Altare
6.1. Basamento a gradoni - Gradoni modanati
- Piano interno
6.2 Podio altare - Fascia perimetrale
. modanata ed intagliata
- Gradoni modanati
- Piano interno
6.3 Altare - Avancorpo lat. sx
- Acroterio sx
- Fascia modanata ant.
- Avancorpo lat. dx
- Acroterio dx
- Fascia modanata post.
- Piano mensa
Alcuni dei blocchi sopra descritti sono uguali tra di loro, o hanno
parti uguali, per cui le unità di lavorazione sono inferiori per
numero agli elementi da realizzare
Scelta delle tecniche di realizzazione e sequenze
operative
Dopo aver organizzato il lavoro componendolo in blocchi ed
individuando le unità di lavorazione, per ciascuna unità abbiamo
definito la tecnica, o le tecniche , di lavorazione da impiegare.
Queste , come abbiamo visto in precedenza , sono
sostanzialmente quelle della modellistica in gesso tradizionale,
aggiornata con l’uso di materiali che negli anni ‘30 non erano
disponibili ( gomme siliconiche e gesso chimico) .
Descriviamo qui di seguito, come esempio, alcune sequenze
operative messe in atto per realizzare degli elementi :
3.1.1 Pannello con girali di acanto
Il pannello viene realizzato con la seguente sequenza operativa:
a- Disegno ( nella scala del modello ) delle girali su foglio di
poliestere trasparente
b- Formazione di una lastra in cera di spessore mm 8 e misure
leggermente superiori a quelle del pannello da realizzare
c- riportiamo con punta da incisione il disegno sulla base in cera
d- Lavorazione in negativo : si scavano con il bulino le forme che
devono essere rappresentate in rilievo ;
e- Formazione del positivo: sulla lastra di cera precedentemente
scavata, viene colato del gesso , ottenendo cosi’ una lastra con
l’immagine in positivo.
f- Lavorazione su positivo : la forma in positivo ottenuta in
precedenza viene ulteriormente lavorata, al fine di ottenere una
migliore definizione delle forme
g- Calco in gomma : inseriamo la lastra in una cassaforma e,
tramite una colata in gomma siliconica , otteniamo un nuovo
negativo della lastra;
h- Riproduzione in cera per spennellatura su calco; otteniamo in
questa fase di nuovo un positivo , però in cera , con cui è possibile
ottenere una definizione più fine dei particolari , e fare eventuali
aggiunte di materiale od elementi;
i- Lavorazione su cera;
l- Calco definitivo:
m- Riproduzione definitiva.
Modello dell’ APA Pannello a girali di acanto Definitivo in gesso
Modello dell’ APA Pannello a girali di acanto Lastra in cera in fase di lavorazione
3.2.8 Fascia a palmette dei prospetti interni
Il lavoro si presenta con questo problema principale: come ottenere
una serie di elementi tutti uguali , complanari e perfettamente
allineati , che compongano una decorazione di tipo seriale?
Dopo alcune prove, abbiamo risolto nel seguente modo: abbiamo
realizzato un elemento singolo in positivo, un sigillo in gesso , con
cui abbiamo impresso una tavoletta con battente in legno e piano
in plastilina ; l’abbiamo inserita in una cassaforma e abbiamo
colato del gesso sopra, ottenendo un positivo , seguendo poi con le
operazioni di calco.
-Realizzazione di un modulo palmetta singolo in negativo su cera;
-positivo del modulo in gesso;
-lavorazione su positivo,
-calco in gomma;
-riproduzione in cera;
-lavorazione su cera;
-calco;
-positivo in gesso per colaggio;
-riproduzione della fascia per pressione del modulo palmetta su
base in plastilina appositamente predisposta;
-positivo in gesso;
-lavorazione positivo;
-calco in gomma;
-riproduzione in cera;
-lavorazione cera ;
-calco definitivo;
-stampaggio.
Il “sigillo”
Il fregio a palmette
Naturalmente la sequenza delle operazioni può essere più o meno
lunga, a seconda del soggetto che si sta trattando e della capacità
di realizzazione acquisita dallo studente.
Per alcuni soggetti, come ad esempio il capitello dei pilastri esterni,
si sono fatte molte prove prima di arrivare ad una modalità
operativa che desse risultati apprezzabili.
Tutti gli elementi vengono realizzati per calco, ad esclusione del
basamento, della scala, del cornicione, e del basamento a gradoni
dell’altare, che essendo prodotti per modanatura semplice , non
sono soggetti ad ulteriori passaggi.
La realizzazione: esempio 1
Pilastro angolare esterno
L’elemento , che si ripete quattro volte sugli spigoli dell’ Ara , è
composto da un prisma a base quadrata, sviluppato in altezza, e
da un capitello : le due parti sono state realizzate separatamente.
A) Capitello :
in stile corinzio,è stato realizzato con questa sequenza di
operazioni
-realizzazione del corpo centrale, in cera;
-formazione delle volute angolari, in cera scolpita;
-formazione dell’abaco concavo, in gesso per modanatura, poi
calco,stampaggio in cera;
-elementi a volute sottili ed elementi floreali, in fili di cera saldati
-foglie di acanto, cera colata e poi scolpita.
B) Corpo prismatico:
-asta in legno di ramino, scanalata con sega circolare per creare
due piani incassati;
-formazione modanature con listelli di noce a quarto di tondo;
-piani a bassorilievo ottenuti da lastra in cera lavorata in negativo,
positivo, calco ecc. sino a produrre lastre in cera sottili (2mm
circa) incassate nell’asta in legno.
Si è scelta questa soluzione poiché lo spigolo angolare era molto
delicato e non consentiva altre lavorazioni.
Le due parti sono state saldate poi l’una sull’altra per ottenere un
solo blocco , di cui poi si è fatto il calco e gli stampi definitivi.
Modello dell’ APA Il pilastro in fase di lavorazione
Modello dell’ APA Pilastri angolari
Esempio 2: Portale
Il portale presenta sul fronte esterno , lungo le spalle e l’architrave,
una cornice modanata; le spalle non sono perpendicolari , ma
inclinate leggermente verso l’asse del vano, di modo che l’apertura
è un trapezio con la base minore coincidente con l’architrave; sul
fronte interno , intorno al vano d’apertura , corre una fascia di
moderato rilievo. Decidiamo, tra più ipotesi, di realizzarlo nel
seguente modo: cornice modanata per il fronte interno ed il corpo,
lastra riportata per la fascia a rilievo interna.
Cornice modanata.
-Disegniamo il profilo e realizziamo il modine ;
-tiriamo con il modine tre elementi in gesso;
-tagliamo gli elementi a misura, ad ugnatura sugli spigoli
combacianti, secondo la bisettrice dell’angolo da formare tra loro;
-tagliamo i lati dei montanti che poggiano sul piano orizzontale,
secondo l’angolo che formano con esso;
-tagliamo l’estradosso dei montanti secondo una retta
perpendicolare alla base formata nel punto precedente;
-componiamo sul piano di lavoro il portale, con giacitura
orizzontale;
-incolliamo tra di loro i pezzi preparati;
-prepariamo il calco con gomma siliconica data a spatola;
-costruiamo la madreforma a tasselli.
-stampaggio
Fascia interna
-Costruiamo una cassaforma di dimensioni adatte, e a colaggio
prepariamo la fascia interna;
- incollaggio sul piano interno.
Il modello finito
Il montaggio finale del modello si è svolto , come detto , al di fuori
del contesto scolastico ; per conseguenza non ci sono state
ricadute di tipo didattico, che sarebbe stato invece molto
importante avere , data la complessità dell’operazione ; anche le
operazioni di stuccatura e di patinatura non sono state oggetto di
esperienza diretta per gli studenti e non hanno lasciato di
conseguenza alcun sapere in loro.
Alcune considerazioni finali sull’aspetto didattico.
-nella normale prassi didattica prevale il percorso individuale, che
deve essere segnato da una crescita ed da una maturazione
personale ; può essere quindi considerato compiuto
indipendentemente dal livello assoluto raggiunto da chi lo sta
percorrendo , purchè sia sostenuto da impegno e crescita reale;
-in un lavoro che non sia più individuale ma collettivo , oltre alla
crescita personale diviene importante, anzi fondamentale, una
“crescita” del sistema di relazioni interpersonali , o per meglio dire ,
di gruppo, a partire dal senso della responsabilità comune ; questo
aspetto richiede che i partecipanti abbiano già in partenza un
buon livello di affiatamento e di reciproca accettazione;
-aspetto a mio parere centrale è quello della mancanza di elasticità
che vi è nella valutazione della riuscita di questo tipo di progetto: il
risultato finale ci è dato dalla rispondenza o meno del prodotto alle
specifiche della committenza, e solo se vi è tale corrispondenza
possiamo giudicarlo positivamente. Questo vincolo, una volta
interiorizzato , e se vissuto collettivamente , può essere elemento
didattico molto importante;
-nella strutturazione della didattica del Progetto vi sono alcuni
aspetti potenzialmente critici che , se non affrontati con
consapevolezza, possono ridurre l’ efficacia dell’esperienza ; tra
questi emerge il fatto che gli allievi non sono individualmente
coinvolti in tutte le modalità e le situazioni di lavoro che sono
previste per portare a compimento il modello , e quindi alla fine la
loro preparazione sarà sbilanciata in direzione di ciò che hanno
personalmente sperimentato.
Alcune ultime immagini
E in fine
ho un profondo senso di gratitudine verso :
Orietta Rossini , della Direzione del Museo dell’Ara Pacis , a cui si
deve l’idea della realizzazione del modello , che ha avuto fiducia
in noi ed ha creato le condizioni affinché potessimo lavorare al
meglio;
Maria Grazia Dardanelli , che dirige questo Istituto , perché mi ha
ben accolto , ha avuto fiducia nelle mie proposte di lavoro , mi ha
costantemente sostenuto ed ha cercato sempre di dare risposte
positive alle mie richieste;
Franco Caruso , che in quegli anni insegnava in questo Istituto ,
per tutti i consigli che mi ha dato, per il tempo che mi ha dedicato ,
per la sua fattiva e rassicurante presenza;
Carmelo Viglianisi , che è stato per anni l’assistente tecnico della
mia Sezione e che con la sua capacità di ben lavorare , la sua
curiosità ed il suo desiderio di sperimentare ed imparare , senza
mai consultare l’orologio, è stato per me il complice fidato.
Antonio Celli