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Il restauro del Polittico di Arezzo (1320-24) di Pietro Lorenzetti
Fino dal 2014, il consorzio RICERCA – un conosciuto studio di restauro di Arezzo – è impegnato
nel restauro del Polittico, dipinto da Pietro Lorenzetti nel 1320-24, su commissione del Vescovo
Guido Tarlati per la Pieve di Santa Maria in Arezzo. Lorenzetti è riconosciuto come uno dei
maggiori maestri del Trecento toscano di matrice giottesca, precursore dell’imminente
rinnovamento rinascimentale con celebri opere su tavola e in affresco connotate da tensione
emotiva e crescente naturalismo.
Il restauro dell’opera di Arezzo, prezioso capolavoro del suo tempo, su fondo oro, è un significativo
progetto con notevoli implicazioni storico artistiche e conservative, che, al suo compimento,
consentirà di apprezzarne nuovi aspetti e di assicurarle la godibilità anche per le generazioni future.
Arezzo, Pieve di Santa Maria, il polittico in situ
Il pittore
Pietro Lorenzetti (Siena, circa 1280 - 1348) fu allievo di Duccio di Buoninsegna a Siena ed era già
noto nel secondo decennio del XIV secolo, quando eseguì la Madonna in Maestà di Cortona e il
ciclo di affreschi della Passione nella Basilica Inferiore di San Francesco ad Assisi - già completati
prima di ricevere l’incarico aretino -, opere nelle quali manifesta l’inevitabile e risolutivo influsso
giottesco.
Nel Polittico aretino, Pietro elabora un proprio linguaggio innovativo e coinvolgente nelle figure
rappresentate, fondendo profondamente il naturalistico spazio giottesco con la drammatica
espressività della scultura di Giovanni Pisano. L’opera prelude anche alla grande pala con la
Nascita della Vergine destinata ad uno degli altari del transetto del Duomo di Siena, dipinta poco
prima della sua scomparsa, probabilmente avvenuta durante la peste nera del 1348.
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IlPolittico di Arezzo prima del restauro Il Polittico di Arezzo
La pala raffigura la Madonna col Bambino nel pannello centrale, tra i santi Donato, patrono di Arezzo, e
Giovanni Evangelista (sulla sinistra); Giovanni Battista e Matteo (sulla destra). Il secondo registro, di
dimensioni inferiori, rappresenta quattro coppie maschili di santi a mezzo busto, incorniciati entro bifore con
archi a tutto sesto, sormontate da quattro medaglioni con teste di profeti. Al di sopra della Vergine è
raffigurata l’Annunciazione e nel pinnacolo terminale l’Assunzione. I quattro pannelli laterali si concludono
con altrettante figure di sante martiri.
L’opera, una delle più celebri del XIV secolo, riprodotta in ogni testo di storia dell’arte italiana, è uno dei
rari dipinti del tempo che si trova ancora al suo posto originario, anche se l’attuale sistemazione del
presbiterio risale alla fine dell’Ottocento. Spostata almeno due volte all’interno della stessa chiesa, ha
perduto la sua cornice monumentale, incluse le due colonne laterali fino a terra, e la predella che Vasari
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ricorda contenente “molte piccole figure, di grande bellezza”. Queste perdite hanno inflitto una notevole
riduzione della sua monumentalità e del suo sfarzo, ma le notizie documentarie e gli studi contemporanei ci
consentono di formulare una sensata ipotesi di ricostruzione.
Il committente
Nel 1320 il vescovo Guido Tarlati di Pietramala incaricò Pietro, che
probabilmente aveva incontrato ad Assisi, di dipingere il polittico per la
chiesa di cui era stato parroco dal 1305 al 1312. In seguito nominato
vescovo di Arezzo da Papa Clemente V, accrebbe il suo potere negli
anni e nel 1321 divenne Signore della città, cercando di espandersi
territorialmente contro le città vicine. L’alleanza con i nemici di Firenze
gli guadagnò l’inimicizia di Papa Giovanni XXII che gli tolse la dignità
di vescovo, scomunicandolo nel 1325. Incoronato l’Imperatore Ludovico
il Bavaro a Milano, morì durante il viaggio di ritorno nel 1327. Il suo
corpo fu portato ad Arezzo e pianto dal popolo aretino. La sua famiglia
fece costruire in suo ricordo, dagli scultori senes, Agostino di Giovanni
e Agnolo di Ventura (1333), lo splendido Cenotafio del Duomo di Arezzo. Il contratto
L’importanza del Polittico di Arezzo è amplificata anche dall’esistenza del contratto di
commissione, stipulato tra il Tarlati e il Lorenzetti il 17 aprile 1320, che obbligava l’artista a
dipingere belle figure con colori di alta qualità su fondo d’oro zecchino, mentre impegnava il
committente a far preparare il supporto ligneo da maestranze locali. L’atto regolava anche gli
accordi per le scelte iconografiche, tutte delegate al vescovo, e le modalità di pagamento. E’
possibile ma non certo che il pittore abbia dimorato ad Arezzo in quel periodo.
Storia dei restauri e stato attuale
Durante il restauro ottocentesco della Pieve, il polittico fu probabilmente pulito.
All’inizio del Novecento l’opera subì un intervento completo che ripropose anche nuovi colonnini
lignei dorati posti tra le figure maggiori e al centro dell’Annunciazione, che furono rimosse nel
corso dell’ultimo restauro degli anni Settanta, diretto da Anna Maria Maetzke della Soprintendenza
di Arezzo, con il restauratore Carlo Guido e la carpenteria dei fratelli Nespoli. L’intervento si era
reso necessario a causa di un atto vandalico tentato a danno dell’opera da uno squilibrato che tentò
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di appiccargli fuoco dal retro, per fortuna con modesti danni a piccole parti del supporto ligneo. Il
polittico risultò sostanzialmente in buono stato di conservazione, ma fu deciso di sostituire le
traverse originali fisse con nuove mobili realizzate in Noce di Mansonia. La superficie pittorica
risultò però drasticamente pulita con soda, in passato, e quindi coperta con pesanti strati di vernici
bituminose e colorate. Graffiti risalenti al Seicento furono riscontrati nella figura di San Donato e
altrove erano concentrati anche densi e fitti schizzi di vernice nera.
La pulitura fu eseguita con solventi forti, abituali però al tempo, oggi esclusi dall’uso nel restauro a tutela di opere e operatori. Gravi svelature emersero nei pannelli maggiori come il volto del Bambino e dei Santi Donato e Matteo. Le lacune, tutte di modeste dimensioni, furono integrate ad acquerello e quelle molto piccole con colori a vernice. L’oro fu pulito solo parzialmente. L’opera è arrivata a noi comunque in buono stato, anche se era ormai tempo di rivedere gli esiti del restauro del 1976.
Retro del Polittico di Arezzo dopo il restauro del 1976
con le nuove traverse in noce di Mansonia
L’attuale restauro condotto da RICERCA è stato finanziato
inizialmente da Power-One Italy spa con una generosa donazione
di € 73.200,00.
Prima di trasferire il dipinto in laboratorio, Thierry Radelet ha
condotto su di esso indagini scientifiche di tipo ottico fisico non
invasive (UV, IR falso colore, RX, altre). Tali esami hanno rivelato
per la prima volta importanti informazioni sulla tecnica esecutiva
di Lorenzetti, sulla carpenteria, sui pigmenti utilizzati ecc.. Questi
ed altri dati raccolti rendono più consapevole e documentato il
lavoro dei restauratori, anche in vista di future necessità di
intervento, consentendo la diffusione di informazioni sia nei modi
tradizionali che in forme innovative multimediali (a cura di Massimo Chimenti , Culturanuova srl).
L’opera è stata sottoposta a revisione della funzionalità del supporto, prevedendo poche modifiche
essenziali per migliorare la sua resistenza al divario climatico stagionale, prevedibile all’interno
della chiesa. Ciascuna anta del polittico è stata resa nuovamente autonoma per mezzo del taglio
delle traverse e trattata per prevenire attacchi di insetti xilofagi. Gli strati pittorici sono stati
accuratamente indagati e sono stati messi a punto tecniche e materiali per la pulitura con test a base
di solventi organici, soluzioni acquose ed emulsioni. La fase è ancora in corso e viene condotta
esclusivamente al microscopio per salvaguardare l’opera.
Al termine della pulitura, le lacune presenti sulla policromia saranno stuccate con stucco artigianale
a base di gesso e colla di coniglio. Il restauro pittorico sarà effettuato con colori ad acquerello e in
minima parte con colori a vernice. L’intero processo sarà documentato e fotografato, stilando una
dettagliata relazione tecnica finale. Durante il restauro eminenti specialisti hanno visitato il
laboratorio, tra i quali Christa Gardner von Teuffel, Julian Gardner, James Banker, Machtetlt
Brüggen Israëls, Andrea Di Lorenzo, Frank Dabell, Cecilia Martelli, Nathaniel Silver, Karl Strelke,
Giorgio Bonsanti, Franca Falletti, Roberto Bartalini e Alessandro Bagnoli.
Il lavoro, incluso ricerca storica e sperimentazione per la ricostruzione della cornice, è diretto dalla
Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo (dr Paola Refice). In accordo con gli studi di Anna
Maria Maetzke (1979) e Andrea De Marchi (2004), risulta confermato che il polittico (che oggi
misura cm 315,5 x 293,6) misurava all’origine cm 353,6 x 413,6 inclusa la predella in altezza e le
colonne laterali in larghezza con le loro figurazioni perdute o ancora non identificate. Tali misure si
estraggono dal documento di commissione che specifica le dimensioni previste in 6 braccia x 6, più
le colonne laterali di mezzo braccio ciascuna.
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In base a questi calcoli e alle ricostruzioni proposte in ipotesi, si provvederà ad una ricostruzione
sintetica della cornice monumentale perduta che consenta di restituire spaziature e proporzioni
corrette all’opera, facilitandone la lettura in
rapporto con l’interno monumentale della Pieve.
Recentemente è terminato il restauro del
Cenotafio Tarlati del Duomo di Arezzo,
condotto da RICERCA che ha provveduto anche
al reperimento dei fondi necessari da fonti
private, pari a € 80.032,00.
Entrambe le opere, connesse dalla figura del
Vescovo Signore, in futuro potranno essere al
centro di manifestazioni dedicate al Lorenzetti
nel territorio aretino e al suo principale
committente ad Arezzo, promosse dalla
Soprintendenza e dalla Diocesi.
Ipotesi di ricostruzione della cornice per il Polittico di Arezzo
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Come potete aiutarci
Il restauro del polittico del Lorenzetti richiede tempo e fondi. A oggi il team ha già dedicato oltre
3.000 ore al restauro in corso. Il loro lungo lavoro, che sanno relazionare e spiegare con passione,
ha reso possibile pianificare una nuova strada per il finanziamento del lavoro ancora da realizzare:
il coinvolgimento del pubblico, degli studiosi, degli studenti, dei bambini in un reciproco scambio
di esperienza.
Visita il laboratorio RICERCA
Le restauratrici Droandi, Baldetti e Benini sono liete di accogliere piccoli gruppi di visitatori nel
loro studio per una visita guidata. Per favore, prendete un appuntamento via email. Il laboratorio è
comodamente situato nel centro di Arezzo, vicino alla Pieve di Santa Maria e all’angolo della strada
che porta in piazza San Francesco.
Spargi la voce
L’arte del restauro è lenta e costosa. Finora il finanziamento del progetto è stato consentito da
aziende e donatori privati che hanno a cuore l’arte italiana e il meticoloso lavoro del restauro e
della conservazione. Puoi sostenere questo progetto facendolo conoscere a istituzioni che pensi
siano interessate ad esso, per mezzo di elargizione di fondi, progetti educativi, promozione
multimediale e culturale. Invia una email a RICERCA.
Fai una donazione
Il costo previsto per il completamento del restauro ammonta a € 190.000,00 circa..
Ogni donazione, grande o piccola, sarà gradita e utile in ogni caso.
Le donazioni dovranno essere indirizzate alla Associazione ART ANGELS AREZZO Onlus,
5 x 1000:apporre firma e il C.F.92086790513 dell'Associazione (riquadro volontariato/onlus)
Bonifico bancario: a ART ANGELS AREZZO ONLUS (www.artangelsarezzo.org )
Ca de Frati Via Chiari 75, Arezzo
IBAN: IT90V053901420000000009241
SWIFT: ARBAIT33084 - Causale: Restauro di Pietro Lorenzetti – RICERCA
Gli assegni possono essere intestati a: Associazione ART ANGELS AREZZO Onlus
e/o
FRIENDS OF FLORENCE a 501(c)(3) npo
online www.friendsofflorence.org/support
(selezionare “Progetto Lorenzetti”) o con assegno (indicando “Lorenzetti Altarpiece”)
a: Friends of Florence, Lorenzetti Altarpiece, 4515 W Street NW, Washington DC 20007.
I donatori italiani potranno usufruire dello sgravio fiscale previsto dalla legge.
TUTTI I DONATORI SARANNO RICORDATI IN UN VOLUME NELL’ARCHIVIO
PARROCCHIALE DELLA PIEVE, AD IMPERITURA MEMORIA
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Informazioni e prenotazioni:
Via G. Mazzini,1 - 52100 Arezzo - Italia
Tel. : +39 0575/28670 Email: [email protected]
Sito web: https://ricercarestauro.wordpress.com
Contatto: Marzia Benini +39 333 2851179
Ricerca Restauro Arezzo
R.I.C.E RC.A. @ricercarestauro
Partners:
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro , S.E. Arcivescovo Riccardo Fontana
Pieve di Santa Maria di Arezzo, Parroco Don Alvaro Bardelli
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, Dr Paola Refice, storico dell’arte,
responsabile territorio di Arezzo; tecnici Polo Museale di Firenze Rossella Cavigli e Andrea Gori.
Dr Serena Nocentini, direttore Ufficio Beni Culturali della Diocesi
Power-One Italy Spa
Paola Baldetti, R.I.C.E R: C.A., Arezzo
Dr Marzia Benini, R.I.C.E R: C.A., Arezzo
Dr Isabella Droandi, R.I.C.E R: C.A., Arezzo
Thierry Radelet, Torino
Arch. Massimo Chimenti, Culturanuova srl, Arezzo
Marco Santi, ANTICA MANIERA, Anghiari
Antonella Aquiloni, Montevarchi
Silvia Dagnino, Montemarciano, Loro Ciuffenna
Perla Maggini, Loro Ciuffenna
Roberto Rossi, Foto Tavanti, Arezzo
Uno speciale ringraziamento a:
Ada e William Weiller
Pam e Doug Walter
Anna Detheridge e Fabrizio Niccolai
Traduzioni in inglese dei testi relativi al progetto di finanziamento:
Dr Anne Leader e Dr Oonagh Stransky