1
IL SERVIZIO IDRICO IN TOSCANA NEL CONFRONTO NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Firenze, Febbraio 2012
2
RICONOSCIMENTI Prima parte: a cura di Enrico Conti e del prof. Claudio Lubello Seconda parte: a cura di Antonio Massarutto (Universit di Udine e IEFE, Universit Bocconi) con il contributo di: Barbara Antonioli (Universit della Svizzera Italiana e Universit di Udine); Monica Bonacina (IEFE, Universit Bocconi); Paolo Ermano (Universit di Udine) e Matteo Graffi (Universit di Udine).
3
Indice INTRODUZIONE 5 Prima parte LINDUSTRIA DELLACQUA. LA TOSCANA A CONFRONTO 7 Seconda parte LA RIFORMA DELLA REGOLAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO IN ITALIA 43
4
5
INTRODUZIONE Il presente lavoro nasce come approfondimento di uno studio svolto dallIrpet nel 2008
1, che
analizzava lefficacia ed efficienza delle principali sei gestioni del servizio idrico in Toscana.
Questanno Irpet si posta un duplice obbiettivo, di pi difficile realizzazione, ampliare il
benchmarking tra i gestori toscani al contesto nazionale e internazionale e provare a fare il
punto sugli effetti dellapplicazione ormai decennale della Riforma Galli sul Servizio Idrico
integrato .
Nella prima parte dello studio, curata da Enrico Conti ricercatore dellIrpet e dal Prof.
Claudio Lubello dellUniversit degli Studi di Firenze, si amplia il confronto fra le pi rilevanti
gestioni del servizio idrico integrato della Toscana al contesto nazionale ed internazionale. Lo
schema interpretativo adottato riconduce gli esiti in termini di qualit del servizio reso e di
equilibrio economico finanziario delle imprese di gestione alle condizioni strutturali ed
istituzionali nelle quali queste ultime si trovavano ad agire. Seguendo questo schema logico si
sono confrontate le condizioni demografiche e geografiche nelle quali operano i gestori, le
dotazioni infrastrutturali, lefficacia e leconomicit del servizio reso agli utenti, gli esiti in
termini economico finanziari. Lindagine si avvale in via principale di fonti indirette e in
particolare della raccolta di unampia documentazione bibliografica rappresentata da studi e
informazioni statistiche provenienti da istituzioni accademiche e di settore nazionali e
internazionali e da statistiche ufficiali dellIstat.
La seconda parte dello studio, a cura del Prof. Massarutto dellUniversit degli studi di
Udine, fa il punto sullevoluzione del Servizio Idrico Integrato a circa un decennio
dallapplicazione della riforma Galli (L. 36/94). La ricerca applica uno schema di analisi ex post
dei risultati raggiunti dalle trasformazioni intervenute nel settore dei servizi idrici in unottica di
interesse generale. Questultimo viene ricostruito a partire dallindividuazione dei principali
stakeholder: i contribuenti (contributo netto della finanza pubblica al settore), gli utenti (sotto il
profilo della spesa pro capite e della qualit dei servizi), i lavoratori (posti di lavoro,
retribuzioni), gli operatori della filiera (valore aggiunto complessivo). A questi indicatori se ne
aggiungono altri, rappresentativi dellinteresse della collettivit, dellambiente, e delle
generazioni future.
1 Conti E., Cocchi G., Lubello C. (2010), Lindustria dellacqua e dei rifiuti in Toscana Analisi dei principali gestori dei servizi
idrici e di igiene urbana, e-Book, n. 9, IRPET, Firenze.
6
7
Prima parte LINDUSTRIA DELLACQUA. LA TOSCANA A CONFRONTO Recentemente IRPET ha svolto una ricerca sullo stato dei servizi idrici in alcune rilevanti
gestioni presenti nel territorio toscano2. Lo studio ha riguardato, in particolare, le sei maggiori
aziende i cui dati salienti sono riportati nella tabella successiva.
Lindagine ha analizzato diversi aspetti industriali:
- Assetto gestionale e dotazione infrastrutturale: copertura del servizio, opere di captazione,
reti di distribuzione, depurazione delle acque reflue, perdite idriche e dotazione pro capite;
- Stato delle infrastrutture: conservazione e funzionalit delle infrastrutture, situazione delle
reti idriche e fognarie, investimenti del servizio idrico
- Aspetti economico-finanziari: addetti, tariffa, struttura dei ricavi e dei costi, redditivit,
dinamica del lavoro e del capitale, politiche commerciali, patrimonio, gestione finanziaria,
gestione extra-caratteristiche.
Tabella 1.1 I PRINCIPALI GESTORI TOSCANI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
U. di misura Acque Acq. Fiora Asa Gaia Nuove acque Publiacqua
ATO di appartenenza N. n.2 Basso Valdarno n. 6
Ombrone n.5 Toscana
Costa n.1 Toscana
Nord n.4 Alto
Valdarno n.3 Medio Valdarno Superficie territorio gestito Km2 2.894 7.586 2.414 2.290 3.106 3.380 Abitanti residenti N. 776.250 401.362 372.618 418.593 313.117 1.259.997 Densit abitativa Ab/ Km2 268 53 154 183 101 373 Comuni gestiti N. 57 56 33 44 36 49 Data inizio gestione 1/1/2002 1/1/2002 1/1/2002 1/1/2005 21/05/1999 1/1/2002 Assetto societario S.p.A. mista S.p.A. mista S.p.A. mista S.p.A. pubblica S.p.A. mista S.p.A. mista Socio privato % 45 40 40 - 46 40 Servizi gestiti SII SII SII - Gas SII SII SII Addetti N. 346 347 5413 350 204 657
Fonte: Gestori del SII
1. Le gestioni toscane del servizio idrico integrato Le aziende analizzate coprono una parte largamente maggioritaria del servizio idrico integrato
della Regione Toscana. Si tratta di imprese nate dalla fusione di gestioni territorialmente molto
frammentate, preesistenti alla promulgazione della legge 36/94, solitamente monobusiness di
media dimensione, operanti negli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di riferimento. Di seguito
sono riassunti i principali dati relativi ai gestori analizzati.
Tutti i gestori in esame hanno avuto laffidamento in gestione in forma diretta essendo nati
come societ pubbliche, aprendo successivamente il capitale alla partecipazione di soci privati
di minoranza scelti tramite gara, tranne Gaia S.p.A. ancora interamente pubblica. Tale
operazione ha determinato lingresso nel mercato idrico toscano di importanti players nazionali
ed internazionali. Con la gara a evidenza pubblica stato selezionato per ciascun gestore un
partner industriale-finanziario (solitamente unassociazione temporanea di imprese con una
2 Conti E., Cocchi G., Lubello C. (2010), op. cit. 3 Di cui 405 per il solo SII.
8
mandataria fortemente maggioritaria) che ha acquisito il 40-46% delle quote delle societ
tramite aumento di capitale. Negli obiettivi originari, tale operazione avrebbe dovuto da un lato
sostenere finanziariamente lingente investimento previsto in ciascun Piano dAmbito, dallaltro
contribuire alla costruzione di unazienda con caratteristiche tipicamente industriali. La
maggioranza pubblica rimarrebbe quindi a garanzia delle finalit tipiche di un servizio di
pubblica utilit in regime di monopolio naturale. In questa cornice sono stati definiti gli accordi
di partnership pubblico-privata per la costruzione e gestione di impresa.
Figura 1.2 IL TERRITORIO GESTITO DALLE AZIENDE TOSCANE
Acque S.p.A. la societ che gestisce il servizio idrico integrato dellATO n. 2 del Basso Valdarno, in un
territorio di 2.894 Km2 a cavallo di 5 province e distribuito su 57 comuni, tra cui Pisa e Empoli,
con una popolazione di 776.250 abitanti ed una densit media di 268 ab/Km2.
Acque S.p.A. sorta dalla concentrazione di Gea S.p.A., Publiservizi S.p.A., Cerbaie S.p.A.,
Coad S.p.A. ed Aquapur S.p.A, oltre ad una piccola parte di gestioni in economia. L'Autorit
dell'Ambito Territoriale Ottimale - ATO 2 ha affidato, a partire dal 1 gennaio 2002, la gestione
del servizio idrico integrato del Basso Valdarno.
Successivamente la societ ha completato liter di trasformazione con una gara ad evidenza
pubblica per la scelta del partner privato con lindividuazione del raggruppamento di imprese
costituito da Acea S.p.A., Suez Environnement S.A., Monte dei Paschi S.p.A., Vianini S.p.A.,
Degrmont S.p.A., C.T.C. Consorzio Toscano Costruzioni S.c.ar.l.. La componente pubblica
rimane proprietaria del 55% delle quote azionarie.
9
Acquedotto del Fiora S.p.A. Gestisce il servizio idrico integrato di 56 comuni delle province di Grosseto e Siena che
compongono ATO n. 6 Ombrone. Con unestensione di 7.586 chilometri quadrati il territorio
gestito pi vasto della regione, con una popolazione residente pari a 401.362 abitanti ed una
densit media di 53 ab/Km2, largamente la pi bassa tra le aziende toscane oggetto di studio.
Acquedotto del Fiora una societ a prevalente capitale pubblico (60% del capitale sociale),
dove il socio privato, che detiene il restante 40%, costituito da un raggruppamento cos
suddiviso: ACEA S.p.A., Acque Toscane S.p.A., Monte dei Paschi S.p.A., SILM Societ
Italiana per Lavori Marittimi, C.T.C. Consorzio Toscano Costruzioni S.c.ar.l., C.C.C. Consorzio
Cooperative di Costruzioni S.c.ar.l., COMIT S.c.r.l., CITIS S.c.ar.l.
ASA S.p.A. Gestisce il servizio idrico integrato in tutti i comuni dellATO n. 5 Toscana Costa, in un
territorio di 2.414 Km2 e per una popolazione residente di 372.618. ASA gestisce il servizio in
33 comuni appartenenti alle province di Livorno e Pisa e con un solo comune ricadente nella
provincia di Siena. La densit media di popolazione nei comuni gestiti pari a 154 ab/Km2.
ASA S.p.A. ha assunto dal 1 gennaio 2002 il ruolo di Gestore Unico per il Ciclo Integrato
delle Acque dellATO. LAzienda Servizi Ambientali una Societ per Azioni a prevalente
capitale pubblico (60%), dove il partner privato costituito dalla societ AGA S.p.A. (Iride
Acqua Gas S.p.A., Galva S.p.A. e Aquamet S.p.A.) che nel 2004 ne ha acquisito il 40% delle
azioni. lunica azienda multiutility che opera sia nella gestione del servizio idrico integrato
che nella distribuzione del gas metano, oltre che nel settore della produzione energetica da fonti
rinnovabili.
Gaia S.pA. Gaia gestisce 44 comuni con una popolazione residente di 418.593 abitanti in un territorio di
2.290 Km2, con una densit media pari a 183 ab/Km
2.
Gaia S.p.A. una societ per azioni completamente pubblica in cui sono confluite le
precedenti gestioni e le societ AMIA S.p.A., SEA Acque S.p.A., SeVer Acque S.p.A., VEA
S.p.A. A Gaia S.p.A. l'AATO 1 ha affidato, a partire dal 1 gennaio 2005, la gestione del servizio
idrico integrato di 44 dei 51 comuni dellATO 1 Toscana Nord.
Nuove Acque S.p.A. Nuove Acque S.p.A. gestisce il servizio idrico integrato in 36 dei 37 comuni dellATO 4 Alto
Valdarno, di cui 31 della provincia di Arezzo e 5 della provincia di Siena. Il territorio gestito ha
una superficie di 3.106 Km2 ed una densit media di 101 ab/Km
2.
Quella di Arezzo stata la prima esperienza italiana di applicazione della Legge 36/94 sulla
gestione integrata dei servizi idrici.
Il capitale azionario di Nuove Acque diviso tra soci pubblici (53,8%) e il socio privato
Intesa Aretina S.c.ar.l. (46,2%), costituito da Suez Environnement S.A., da Iride Acqua e Gas
S.p.A., dalla Banca Popolare dellEtruria e del Lazio e dal Monte dei Paschi S.p.A.
Publiacqua S.p.A. Gestisce il servizio idrico integrato in 49 comuni con una superficie complessiva pari a 3.380
Km2. I comuni serviti sono 49 rispetto ai 53 dellATO 3 Medio Valdarno, suddivisi in 4
province (Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo) e con una popolazione residente di 1.259.997
abitanti ed una densit media di 373 ab/Km2, la pi alta tra le aziende toscane.
10
Publiacqua una societ per azioni a prevalente capitale pubblico con un partner privato al
40% del capitale sociale rappresentato da Acque Blu fiorentine S.p.A., societ formata da Acea
S.p.A., da Suez Environnement S.A. e dal Monte dei Paschi S.p.A.
2. Il confronto con lo scenario internazionale: tariffe, consumi e copertura dei servizi Il confronto dellindustria dellacqua toscana con lo scenario internazionale avviene giocoforza
ad un livello di approfondimento limitato. Ci siamo posto come obiettivo quello di procedere ad
un confronto di alcuni indicatori di performance allinterno di un contesto allargato, facente
riferimento ad alcune realt metropolitane estere. Per questo scopo abbiamo fatto riferimento
agli studi operati dallo Specilist Group su Statistics and Economics, dellIWA
(International Water Association), una delle associazioni pi attive nel settore del benchmarking
del servizio idrico.
Nel seguito sono quindi rappresentati alcuni indicatori di riferimento. Come vedremo essi
non coprono in modo esauriente gli aspetti del servizio idrico, ma possono fornire un primo
livello di comparazione che permette di trarre alcune considerazioni che riteniamo utili.
Faremo riferimento, come abbiamo detto, a gestioni relative ad alcune aree metropolitane, di
seguito elencate:
Tabella 1.3 AREE METROPOLITANE CONFRONTATE
Citt Abitanti
Copenhagen
Aalborg
Aarhus
Odense
Esbjerg
Scozia Fascia H
Germania media naz.
Zurigo
Sedif
Salzburg
Cardiff
Liege
Scozia Fascia G
Manchester
Berna
Antwerp
Turku
Lille
Wien
Kortrijk
Lefkosia
Louvain
Den Haag
Innsbruck
Rotterdam
Citt Abitanti
Bordeaux
Leeds
Espoo
Losanna
Scozia Fascia F
Utrecht
Amsterdam
Oulu
Tampere
Basilea
Genk
Paris
Bergen
Birmingham
Graz
New York
Lyon
Oslo
Ginevra Eindhoven Linkoping
Uppsala
Pecs
Larnaka Helsinki Brussels Goteborg
Citt Abitanti
Londra Kosice
Paphos Trondheim
Sendai
Porto
Media
Nitra
Lemesos
Budapest
Barcellona
Miskolc Bratislava Loures Fukuoka Malmo Bydgoszcz Debrecen
Siauliai
Sapporo Panevezys Washington D.C.
Stoccolma
Tokyo
Tarnow
Valencia Yokohama
Citt Abitanti
Sevilla Los Angeles
Massa, Carrara
Linz
Hiroshima
Klaipeda
Coimbra
Minneapolis Faro Sintra
Nagoya
Bologna
Madrid Jerusalem Kaunas
Wroclaw
Braga Bialystok
Radom Razgrad
Vilnius
Osaka
Torino
Bilbao
Stara Zagora
Napoli
Citt Abitanti
Roma
Lisbona Burgas Denver Pleven Miami Sofia Chicago
Ulsan
Busan Inchon Gyeounggi
Milano
Hong Kong
Daegu
Gwangju Seul Daajeon
Kaohsiung
Pechino Tianjin
Tunisia media naz.
Shenzhen
Shangai Taipei
11
2.1 Il costo del servizio Il primo aspetto rilevante che abbiamo voluto indagare quello relativo alla tariffa.
Le aree analizzate provengono da Paesi fra loro molto differenti, da paesi occidentali,
effettivamente comparabili con il contesto italiano e paesi asiatici che presentano indubbiamente
e per pi ragioni caratteristiche sui generis.
Un altro elemento di debolezza del confronto quello del riferimento territoriale i dati dei
toscani considerano infatti tutto il territorio gestito dallAzienda e non solo le citt capoluogo (e
a forte urbanizzazione), dello studio IWA. Nonostante ci gli elementi che scaturiscono
appaiono sicuramente molto interessanti. Nella tabella 1.4 riportato il costo annuo dellacqua
relativo ad un consumo domestico di 100 m3 di acqua, per lanno 2009. Il costo fa riferimento
alla tariffa complessiva del servizio idrico integrato.
Tabella 1.4 COSTO DEL SII PER UN CONSUMO DI 100 MC. TARIFFA DOMESTICA. 2009
Rank Incidenza sul reddito
Citt Costo totale
annuo ()
Rispetto al
reddito medio
1 Aalborg 738,08 2,9 2 Copenhagen 669,43 2,7 3 Aarhus 632,49 2,5 4 Zurigo 603,93 2,1 5 Odense 600,92 2,4 6 Esbjerg 578,75 2,3 7 Den Haag 459,98 1,7 8 Berna 451,74 1,6 9 Cardiff 442,09 1,8
10 Rotterdam 439,33 1,6
11 Germania media naz. 439,26 1,8
12 Salzburg 422,35 1,5 13 Losanna 419,18 1,4 14 Amsterdam 418,04 1,5 15 Manchester 415,31 1,7 16 Sedif 413,02 1,8 17 Utrecht 411,31 1,5 18 Antwerp 400,89 1,6 19 New York 397,14 1,2 20 Graz 393,10 1,4 21 Lefkosia 392,40 2,7 22 Linkoping 385,13 1,5 23 Liege 374,45 1,5 24 Kortrijk 371,25 1,5 25 Turku 371,09 1,5 26 Basilea 364,47 1,3 27 Louvain 363,12 1,4 28 Leeds 359,56 1,5 29 Ginevra 358,42 1,2 30 Goteborg 357,18 1,4 31 Tampere 356,77 1,5 32 Eindhoven 353,17 1,3 33 Lille 350,70 1,5 34 Bordeaux 350,34 1,5 35 Larnaka 349,82 2,4 36 Innsbruck 349,74 1,2 37 Espoo 349,18 1,4 38 Paphos 344,47 2,3 39 Birmingham 344,41 1,4 40 Lemesos 342,53 2,3 41 Wien 341,67 1,2 42 Genk 336,50 1,3
Rank Incidenza sul reddito
Citt Costo totale
annuo ()
Rispetto al
reddito medio
43 Bergen 335,68 0,9 44 Oulu 326,54 1,3 45 Lyon 309,59 1,4 46 Paris 308,19 1,3 47 Oslo 290,12 0,7 48 Malmo 282,31 1,1 49 Helsinki 280,60 1,2 50 Londra 272,03 1,1 51 Brussels 270,56 1,1 52 Trondheim 266,72 0,7 53 Uppsala 250,27 1,0 54 Pecs 249,13 1,9 55 Sendai 247,52 1,1
128 Media 242,72 57 Stoccolma 238,87 0,9 58 Los Angeles 232,04 0,7 59 Kosice 229,09 1,6 60 Valencia 222,45 0,9 61 Nitra 213,15 1,4 62 Budapest 207,53 1,6 63 Miskolc 201,57 1,5 64 Bratislava 197,21 1,3 65 Acque 195,53 0,9 66 Nuove Acque 190,33 0,9 67 Publiacqua 182,13 0,9 68 Bydgoszcz 181,87 1,5 69 Washington D.C. 181,55 0,6 70 Sapporo 181,41 0,8 71 Siauliai 181,37 1,7 72 Barcellona 180,48 0,8 73 Acq. del Fiora 180,06 0,9 74 Panevezys 179,33 1,7 75 Debrecen 177,70 1,4 76 Linz 176,21 0,6 77 Madrid 175,10 0,7 78 Fukuoka 174,75 0,8 79 Tokyo 173,76 0,8 80 ASA 171,74 0,8 81 Tarnow 163,59 1,3 82 Coimbra 162,39 1,1 83 Klaipeda 155,07 1,5 84 Porto 154,29 1,0 85 Sevilla 151,90 0,6
Rank Incidenza sul reddito
Citt Costo totale
annuo ()
Rispetto al
reddito medio
86 Hiroshima 148,00 0,7 87 Minneapolis 144,55 0,4 88 Sintra 142,40 0,9 89 Kaunas 141,84 1,4 90 Osaka 141,64 0,6 91 Bilbao 141,17 0,6 92 Braga 139,52 0,9 93 Loures 136,25 0,9 94 Yokohama 136,15 0,6 95 Wroclaw 133,60 1,1 96 Bialystok 129,21 1,0 97 Radom 128,72 1,0 98 GAIA 126,50 0,6 99 Razgrad 125,81 1,4
100 Faro 120,87 0,8 101 Jerusalem 120,69 0,6 102 Vilnius 120,66 1,2 103 Lisbona 120,07 0,8 104 Nagoya 119,52 0,5 105 Denver 117,88 0,4 106 Stara Zagora 116,04 1,3 107 Burgas 98,32 1,1 108 Miami 94,93 0,3 109 Pleven 87,94 1,0 110 Sofia 71,40 0,8 111 Chicago 68,70 0,2 112 Ulsan 64,06 0,3 113 Busan 60,78 0,3 114 Inchon 55,94 0,3 115 Gyeounggi 51,35 0,3 116 Daegu 50,11 0,3 117 Gwangju 47,89 0,2 118 Seul 47,81 0,2 119 Daajeon 45,96 0,2 120 Kaohsiung 41,38 0,2 121 Pechino 40,66 0,9 122 Tianjin 39,64 0,9 123 Taipei 36,51 0,2 124 Hong Kong 32,09 0,1 125 Shenzhen 28,87 0,6
126 Tunisia media naz. 28,72 0,5
127 Shangai 24,49 0,5
12
Il valore di 100 metri cubi corrisponde approssimativamente al consumo di unutenza media
della Toscana. Il confronto in questo caso non considera evidentemente le disomogeneit dovute
ai diversi consumi pro-capite ed alla numerosit delle utenze. Dovendo operare una
comparazione comunque un criterio largamente accettato nel contesto scientifico di
riferimento.
Come appare evidente dai grafici la spesa media dellutente toscano significativamente al
di sotto del valore medio dei casi esaminati per tutte le aziende considerate.
Pu essere quindi interessante valutare limpatto della tariffa dal punto di vista sociale. A
tale scopo stato confrontato il costo annuo prima indicato con il reddito medio della
popolazione riferita allo Stato cui larea oggetto della rilevazione appartiene. In questo caso la
classifica cambia riducendo gli impatti nei Paesi a pi elevato reddito pro-capite. Tuttavia anche
facendo riferimento a questo parametro relativo, il costo del servizio idrico integrato nella nostra
Regione si colloca nella fascia bassa del campione esaminato, con valori sempre inferiori all1%
del reddito medio pro capite (Graf. 1.5, dati 2009).
Grafico 1.5 SPESA PER UN CONSUMO DI 100 MC/REDDITO MEDIO ANNUO*. 2009
0%
1%
2%
3%
Da
nim
arc
a
Svi
zze
ra
Ge
rma
nia
Ola
nd
a
Ing
hilt
err
a e
Ga
lles
Cip
ro
Be
lgio
Fra
nci
a
Fin
lan
dia
Au
stria
Sve
zia
No
rve
gia
Slo
vacc
hia
Un
gh
eria
Acq
ue
Nu
ove
Acq
ue
Pu
blia
cqu
a
Acq
. d
el F
iora
Sta
ti U
niti
Sp
ag
na
AS
A
Gia
pp
on
e
Litu
an
ia
Po
lon
ia
Po
rto
ga
llo
Ma
ssa
, C
arr
ara
Isra
ele
Bu
lga
ria
Co
rea
de
l Su
d
Ta
iwa
n
Cin
a
Ho
ng
Ko
ng
Tu
nis
ia
* Media basata sulle principali citt considerate
A solo titolo informativo abbiamo riportato anche la situazione facendo riferimento ad un
consumo annuo di 200 metri cubi. Tale valore nel caso italiano molto lontano dai valori medi
dellutenza e pu essere utilizzato solo per una valutazione delle fasce tariffarie utilizzate, che
nel caso toscano penalizzano lincremento dei consumi, come utile che sia per il controllo
degli sprechi domestici, penalizzando tuttavia anche i nuclei familiari pi numerosi.
13
Tabella 1.6 COSTO DEL SII PER UN CONSUMO DI 200 MC. TARIFFA DOMESTICA Rank Incidenza sul reddito
Citt/ gestione
Costo totale
annuo
Rispetto al
reddito medio
1 Copenhagen 1.279,75 5,1 2 Aalborg 1.257,86 5,0 3 Aarhus 1.193,77 4,7 4 Lefkosia 664,99 4,5 5 Odense 1.121,10 4,4 6 Pecs 498,28 3,8 7 Esbjerg 955,71 3,8
8 Germania media naz.
878,52 3,7
9 Sedif 799,18 3,5 10 Siauliai 350,66 3,4 11 Panevezys 347,94 3,3 12 Larnaka 477,61 3,2 13 Kosice 458,19 3,1 14 Budapest 406,95 3,1 15 Cardiff 764,99 3,1 16 Miskolc 403,14 3,1 17 Paphos 454,02 3,1 18 Bydgoszcz 363,74 2,9 19 Lille 666,84 2,9 20 Nitra 426,31 2,9 21 Liege 737,71 2,9 22 Lemesos 425,69 2,9 23 Razgrad 251,52 2,9 24 Porto 430,41 2,8 25 Manchester 701,29 2,8 26 Zurigo 819,65 2,8 27 Klaipeda 293,99 2,8 28 Turku 683,85 2,8 29 Bordeaux 641,39 2,8 30 Salzburg 779,91 2,7 31 Debrecen 355,40 2,7 32 Antwerp 686,55 2,7 33 Bratislava 394,44 2,7 34 Stara Zagora 232,08 2,6 35 Tarnow 327,17 2,6 36 Espoo 640,02 2,6 37 Kortrijk 665,93 2,6 38 Paris 595,68 2,6 39 Leeds 640,05 2,6 40 Kaunas 270,12 2,6 41 Loures 389,16 2,6 42 Louvain 651,42 2,6 43 Oulu 620,37 2,5 44 Tampere 606,77 2,5
Rank Incidenza sul reddito
Citt/ gestione
Costo totale
annuo
Rispetto al
reddito medio
45 Lyon 549,48 2,4 46 Berna 694,86 2,4 47 Den Haag 650,16 2,4 48 Birmingham 585,58 2,4 49 Genk 603,91 2,4 50 Rotterdam 642,19 2,4 51 Utrecht 638,02 2,3 52 Wien 665,98 2,3 53 Amsterdam 636,34 2,3 54 Vilnius 241,31 2,3 55 Innsbruck 650,15 2,3 56 Burgas 196,66 2,2 57 Losanna 639,62 2,2 58 Wroclaw 267,19 2,2 59 Publiacqua 447,23 2,1 60 Nuove Acque 440,03 2,1 61 Basilea 605,37 2,1 62 Bialystok 258,42 2,1 63 Radom 257,44 2,1 64 Graz 581,97 2,0 65 Pleven 175,89 2,0 66 Linkoping 507,83 2,0 67 ASA 414,09 2,0 68 Helsinki 475,82 2,0 69 Acq. del Fiora 411,26 2,0 70 Uppsala 500,53 2,0 71 Sendai 440,48 1,9 72 Coimbra 292,88 1,9 73 Acque 403,43 1,9 74 Faro 287,10 1,9 75 Sintra 286,12 1,9 76 Ginevra 545,48 1,9 77 Eindhoven 509,40 1,9 78 Londra 461,96 1,9 79 Brussels 472,34 1,9 80 Goteborg 471,61 1,8 81 Pechino 81,31 1,8 82 New York 563,59 1,7 83 Tianjin 79,28 1,7 84 Barcellona 404,47 1,7 85 Braga 260,00 1,7 86 Sofia 142,80 1,6 87 Fukuoka 368,94 1,6 88 Sapporo 350,31 1,5 89 Tokyo 344,46 1,5
Rank Incidenza sul reddito
Citt/ gestione
Costo totale
annuo
Rispetto al
reddito medio
90 Bergen 588,43 1,5 91 GAIA 307,93 1,5 92 Malmo 363,81 1,4 93 Yokohama 319,89 1,4 94 Oslo 547,81 1,4 95 Valencia 326,50 1,4
96 Tunisia media naz.
77,43 1,4
97 Jerusalem 272,82 1,4 98 Stoccolma 345,36 1,3 99 Sevilla 314,73 1,3
100 Lisbona 201,45 1,3 101 Bologna 279,02 1,3 102 Hiroshima 300,89 1,3 103 Shenzhen 57,73 1,3 104 Nagoya 282,04 1,2 105 Madrid 278,76 1,2 106 Trondheim 443,92 1,1 107 Torino 238,94 1,1 108 Linz 306,39 1,1 109 Washington D.C. 346,27 1,1 110 Shangai 49,00 1,1 111 Osaka 241,13 1,1 112 Napoli 218,18 1,0 113 Bilbao 233,51 1,0 114 Los Angeles 312,39 1,0 115 Roma 203,28 1,0 116 Minneapolis 290,41 0,9 117 Ulsan 128,10 0,7 118 Busan 121,55 0,6 119 Denver 189,06 0,6 120 Inchon 111,89 0,6 121 Gyeounggi 102,70 0,5 122 Daegu 100,22 0,5 123 Gwangju 95,79 0,5 124 Seul 95,61 0,5 125 Milano 102,23 0,5 126 Daajeon 91,91 0,5 127 Miami 151,84 0,5 128 Chicago 137,39 0,4 129 Kaohsiung 83,02 0,4 130 Hong Kong 100,38 0,3 131 Taipei 47,80 0,2
Media 430,00 2,1
In questo caso le tariffe di Publiacqua e Nuove Acque sono leggermente superiori al valore
medio del campione.
14
2.2 Qualit del servizio Nella valutazione della qualit del servizio idrico il grado di copertura rappresenta uno dei
riferimenti pi frequentemente utilizzati.
Nei successivi grafici 1.7, 1.8 e 1.9 sono riportati i dati riferiti al campione esaminato. Grafico 1.7 COPERTURA DEL SERVIZIO DI ACQUEDOTTO (2008)*
0
20
40
60
80
100
120
Ho
ng
Ko
ng
Fra
nci
a
Isra
ele
Ola
nd
a
Sp
ag
na
Be
lgio
Ge
rma
nia
Bu
lga
ria
Svi
zze
ra
GA
IA
AS
A
Irla
nd
a d
el N
ord
(U
K)
Tu
nis
ia
Gia
pp
on
e
Sco
zia
(U
K)
Da
nim
arc
a
Ita
lia
Pu
blia
cqu
a
Po
lon
ia
Co
rea
de
l Su
d
Po
rto
ga
llo
Ta
iwa
n
Acq
ue
Un
gh
eria
Fin
lan
dia
No
rve
gia
Au
stria
Sve
zia
Slo
vacc
hia
Nu
ove
Acq
ue
Litu
an
ia
Cin
a
* Media basata sulle principali citt considerate. Dati toscani del 2007
Grafico 1.8 COPERTURA DEL SERVIZIO DI FOGNATURA (2008)*
0
20
40
60
80
100
120
Ola
nd
a
Svi
zze
ra
AS
A
Ge
rma
nia
Isra
ele
Sp
ag
na
Fra
nci
a
Ho
ng
Ko
ng
Au
stria
Sco
zia
(U
K)
Pu
blia
cqu
a
Da
nim
arc
a
Co
rea
de
l Su
d
Sve
zia
Po
lon
ia
Acq
ue
Be
lgio
Ita
lia
GA
IA
No
rve
gia
Fin
lan
dia
Po
rto
ga
llo
Irla
nd
a d
el N
ord
(U
K)
Gia
pp
on
e
Un
gh
eria
Nu
ove
Acq
ue
Bu
lga
ria
Litu
an
ia
Tu
nis
ia
Slo
vacc
hia
Ta
iwa
n
* Media basata sulle principali citt considerate. Dati toscani del 2007
15
Grafico 1.9 COPERTURA DEL SERVIZIO DI DEPURAZIONE (2008)*
0
20
40
60
80
100
120S
vizz
era
Isra
ele
Fra
nci
a
Ge
rma
nia
Ho
ng
Ko
ng
AS
A
Au
stria
Sco
zia
(U
K)
Da
nim
arc
a
Co
rea
de
l Su
d
Sve
zia
Po
lon
ia
Fin
lan
dia
Acq
ue
No
rve
gia
GA
IA
Un
gh
eria
Irla
nd
a d
el N
ord
(U
K)
Be
lgio
Pu
blia
cqu
a
Gia
pp
on
e
Ita
lia
Po
rto
ga
llo
Litu
an
ia
Nu
ove
Acq
ue
Slo
vacc
hia
Tu
nis
ia
Ta
iwa
n
Bu
lga
ria
* Media basata sulle principali citt considerate. Dati toscani del 2007
La situazione delle aziende toscane in questo caso differenziata. Mentre GAIA, ASA e
Publiacqua appaiono sostanzialmente in linea con le migliori performance delle citt rilevate,
Acque ed, in particolare, Nuove Acque risultano su valori inferiori. In questo caso, cos come
nei grafici successivi che fanno riferimento al servizio di fognatura e di depurazione, dobbiamo
per considerare la specificit del campione analizzato, cui gi avevamo fatto cenno nel
precedente capitolo. Infatti le aziende toscane gestiscono sia aree fortemente urbanizzate, che
territori con vasta presenza di nuclei e case sparse, di pi difficile servizio, probabilmente
presenti in maniera minore nelle gestioni urbane delle citt presenti nello studio IWA. La mancanza di unadeguata copertura del servizio di fognatura determina una conseguente
lacuna del servizio di depurazione. Il caso di Nuove Acque si presenta quindi in tutta la sua
problematicit. Sorprende infine il dato di Publiacqua: nonostante il livello sufficiente di
copertura della fognatura, la depurazione copre ancora solo circa il 70% degli scarichi civili
prodotti. Tale valore per unarea ad elevata urbanizzazione appare non in linea con i risultati del
campione analizzato.
Detto ci una spiegazione sullo stato della copertura certamente riferibile alla particolarit
della struttura degli insediamenti in Toscana, con la caratteristica presenza di nuclei e case
sparse.
Nel successivo grafico abbiamo proprio cercato una correlazione fra gli abitanti che
risiedono in nuclei e case sparse e la copertura del servizio per le aziende toscane.
16
Grafico 1.10 COPERTURA DEL SERVIZIO IDRICO E POPOLAZIONE IN CASE SPARSE
Pur riferendoci gioco-forza ad un campione numericamente modesto landamento appare
evidente e ben correlato. Questo elemento a nostro parere pu dunque rappresentare uno degli
explanatory factors dellanalisi di benchmarking quando ci riferiamo alle aziende toscane sia
nel confronto con le realt internazionali che il contesto nazionale, che presenteremo pi avanti.
2.3 I Consumi Per i consumi sono stati analizzati i valori relativi a tutti gli usi allacciati allacquedotto
pubblico, al netto delle perdite. Una cosa possibile sottolineare: nonostante nelle gestioni
toscane si abbiano basse tariffe al metro cubo, i consumi si mantengono nella fascia bassa,
rispetto al campione analizzato. Ci probabilmente in parte dovuto alla presenza nel campione
analizzato di un numero elevato di grandi aree urbane caratterizzate da elevati consumi non
domestici, che innalzano i valori pro capite. Sorprendono comunque i valori superiori ai 400 l
ab/g presenti.
17
Grafico 1.11 DOTAZIONE PRO CAPITE AL NETTO DELLE PERDITE PER TUTTI GLI USI *
0 100 200 300 400 500 600 700 800
RazgradSiauliai
LefkosiaTunisia media naz.
LiegeKortrijkRadomPleven
KaunasBialystok
PanevezysBydgoszcz
LilleMiskolc
LemesosWroclawLarnakaTarnow
ASAGenk
KlaipedaWashington D.C.
Germania media naz.Brussels
VilniusPaphos
BordeauxAarhus
SedifDebrecen
EspooGraz
BarcellonaValencia
OuluSofia
AalborgSevillaBraga
OdenseLouvain
LyonBilbaoAcque
InnsbruckJerusalem
SalzburgMadrid
Nuove AcquePubliacqua
WienTurku
LouresBurgas
HelsinkiTampere
LinzUppsalaPechino
PortoSintra
EsbjergLinkoping
GAIATorinoNapoli
PecsMalmo
GoteborgStara Zagora
MediaBudapest
ParisBerna
SapporoLosanna
Scozia media naz.Fukuoka
StoccolmaZurigoTianjin
CopenhagenBusan
BasileaCoimbra
SendaiUlsan
YokohamaLisbona
SeulHiroshima
GyeounggiGwangju
DaeguNagoyaDaajeon
TokyoRoma
TrondheimGinevra
OsloInchon
Hong KongChicago
TaipeiFaro
MiamiOsaka
AntwerpShenzhen
MilanoBergen
New YorkShangai
Los AngelesKaohsiung
Denver
* Dati toscani del 2007
18
3. Le gestioni toscane a confronto con i principali player nazionali4 Questo secondo livello di approfondimento dellanalisi mette a confronto, attraverso un set di
indicatori omogenei, particolari aspetti tecnico-organizzativi gestionali ed economico finanziari
delle aziende toscane con quelli di alcune realt tra le principali del panorama nazionale. Per far
questo ci siamo valsi di due fonti principali. I risultati relativi allo studio promosso
dallassociazione CIVICUM dal titolo Le societ controllate dai maggiori comuni italiani:
costi, qualit ed efficienza (edizione 2009), integrati quando necessario, dai dati relativi ai
diversi piani di ambito delle realt gestionali analizzate, disponibili in rete e dai dati presenti nel
Bluebook edizione 2009. Attraverso tali fonti si cercato di ricostruire un set di indicatori
confrontabile con quello gi a nostra disposizione in quanto frutto dello studio effettuato
dallIrpet in collaborazione con lUniversit degli studi di Firenze, dal titolo Lindustria
dellacqua e dei rifiuti in Toscana Analisi dei principali gestori dei servizi idrici e di igiene
urbana, pubblicato come e-Book dallIrpet.
A questa fonte si aggiungono altre importanti fonti di dati e indicatori utili al confronto tra
differenti realt territoriali in ordine alla gestione del Servizio Idrico. La prima rappresentata
dai due lavori pubblicati nel 2003 e 2008 dal Comitato di Vigilanza delle risorse Idriche
(Comviri) intitolate rispettivamente Lo stato dei servizi idrici - Anno 2002 e Rapporto sullo
stato dei servizi idrici Situazione rilevata al 31 dicembre 2007.
La seconda fonte rappresentata dai dati presenti nelle diverse edizioni del Bluebook. La
Terza fonte costituita dallArchivio Istat delle opere pubbliche che contiene informazioni
relative allevoluzione degli investimenti in valore assoluto nel servizio di acquedotto, fognatura
e depurazione a partire dal 1954 fino alla fine degli anni 90, a scala provinciale. Tali dati sono
stati appositamente elaborati da Irpet e Universit di Udine e restituiscono un quadro originale
di ci che ha preceduto lapplicazione della riforma Galli. Queste fonti integrano ogniqualvolta
lo si ritenga necessario il confronto tra le gestioni toscane, le gestioni analizzate dallo studio
della fondazione CIVICUM, che resta larchitrave dellanalisi.
Da questo di vista opportuno evidenziare la disomogeneit delle varie aziende esaminate
per molteplici aspetti: territoriali, sociali, infrastrutturali e di qualit delle risorse idriche, che
avremo modo di sottolineare.
Le gestioni confrontate sono le seguenti:
ACEA, Ato 2 Lazio ACEA una societ controllata dal Comune di Roma, con una quota a fine 2008 pari al 51% del
capitale; gestisce il servizio idrico integrato a Roma tramite la controllata ACEA ATO 2,
operativa dall1 gennaio 2003 (9), la cui gestione sar loggetto del confronto con le gestioni
toscane. Laffidamento avvenuto in seguito alla stipula di una Convenzione di Cooperazione
che regola i rapporti tra i comuni e le province dellATO 2, costituito nel 1997 e coincidente
approssimativamente con il territorio della Provincia di Roma (Roma e altri 111 Comuni del
Lazio).
ACEA svolge il servizio idrico anche in altri ambiti territoriali, in particolar modo in
Toscana, sempre tramite societ controllate: lATO 2 del Basso Valdarno - Pisa, gestito dalla
Acque (10), lATO 6 Ombrone Siena - Grosseto, dove opera lAcquedotto del Fiora (11), e
4 Il confronto tra i sei maggiori gestori toscani del servizio idrico integrato e le altre gestioni italiane si vale da un lato dei risultati
dello studio promosso da Irpet e Universit degli Studi di Firenze (Conti, Cocchi, Lubello, 2010, op. cit), dallaltro dei risultati dello studio promosso dallassociazione CIVICUM dal titolo Le societ controllate dai maggiori comuni italiani: costi, qualit ed
efficienza (edizione 2009).
19
lATO 3 del Medio Valdarno - Firenze, che interessa il territorio di Firenze, Prato, Pistoia e
Arezzo ed gestito da Publiacqua (12). Vi poi da ricordare lATO Umbria 1 dove opera
Umbria Acque di cui ACEA detiene una partecipazione del 40% (13) e la presenza, attraverso la
societ ACEA ATO 5 (14), nellATO 5 del Lazio che copre la Provincia di Frosinone. Nel 2006
ACEA ha rilevato la Crea tramite la quale controlla numerosi gestori dei servizi idrici che
operano negli Ambiti territoriali di Lucca, Perugia, Rieti e Benevento; nel 2007 ha inoltre
incrementato la quota di partecipazione nella Gori che opera nellATO 3 - Sarnese Vesuviano in
Campania (15).
Acquedotto Pugliese, ATO Unico Puglia LAcquedotto Pugliese (AQP), il cui capitale fa capo a Regione Puglia (87,1%) e Regione
Basilicata (12,9%), gestisce il servizio idrico integrato nellATO Unico Puglia, costituito da tutti
i comuni della Puglia, uniti tra loro mediante apposita convenzione stipulata nel 2002. Essa ha
affidato il servizio ad AQP fino al 2018. LAcquedotto Pugliese gestisce inoltre il servizio
idrico integrato in alcuni comuni della Regione Campania (ATO Calore Irpino), fornisce il
servizio di potabilizzazione per Acquedotto Lucano e cura il servizio di subdistribuzione a
favore di diversi soggetti ubicati sul territorio pugliese, lucano e campano. AQP gestisce il
maggiore bacino dutenza nazionale per numero di residenti lungo una rete idrica di oltre 16mila
chilometri. Attraverso la controllata AQP Potabilizzazione S.r.l., gestisce 174 impianti di
depurazione, 4 di potabilizzazione e 314 serbatoi per una capacit di stoccaggio di tre milioni di
metri cubi.
ARIN, ATO 2 - Napoli Volturno Il Comune di Napoli fa parte dellATO 2 - Napoli Volturno, uno dei cinque ATO in cui la
Regione Campania ha suddiviso il proprio territorio; nel dicembre 2006 stato istituito lATO 5
Terra di lavoro, in cui non ancora avvenuto laffidamento del servizio integrato. LATO 2 -
Napoli Volturno include 136 comuni; a Napoli e in alcuni comuni delle province di Avellino,
Benevento, Napoli e Caserta, il servizio fa capo ad ARIN, integralmente controllata dal Comune
di Napoli e trasformata nel 2001 da azienda speciale del Comune in societ per azioni. ARIN
gestisce il solo servizio di acqua potabile poich lATO 2 Campania non ha ancora provveduto
allassegnazione del servizio idrico integrato.
ASM Brescia , Ato Provincia di Brescia e Ato provincia di Bergamo. ASM Brescia (ora A2A) opera nelle Province di Brescia e di Bergamo, a seguito
dellincorporazione, nel 2005, della BAS di Bergamo e della contestuale acquisizione della
partecipazione in BAS SII; le due province coincidono con 2 dei 12 ATO in cui suddivisa la
Lombardia (11 corrispondono alle province e 1 alla citt di Milano). Le attivit di captazione
dellacqua, gestione degli acquedotti e distribuzione idrica, fognatura e depurazione sono svolte
dalla capogruppo e dalle societ Valgas, Asvt (di cui A2A detiene il 48,5% del capitale) (16) e
BAS SII (gi controllata da BAS e di cui A2A detiene il 98,9% del capitale); lattivit di vendita
acqua gestita da ASMEA nella provincia di Brescia e da BAS SII in quella di Bergamo.
Complessivamente le reti gestite hanno uno sviluppo di circa 5.000 Km. Lacqua distribuita
attinta da 308 sorgenti e da 179 pozzi. Per il trattamento delle acque reflue, il gruppo dispone di
2 impianti principali di depurazione a Brescia e Bergamo e altri di minori dimensioni in
numerosi comuni delle due province per un totale di 56 unit.
20
CAP Gestione, 200 comuni nelle Province di Milano, Lodi e Pavia CAP Gestione, societ del gruppo Amiacque, si occupa di tutte le attivit riguardanti il ciclo
idrico integrato in quasi 200 comuni situati nelle Province di Milano, Lodi e Pavia (17). Pi
precisamente, a fine 2007 gestiva il servizio di acquedotto in 199 comuni (121 della Provincia
di Milano, 58 di quella di Pavia, 17 di quella di Lodi), il servizio di fognatura in 101 comuni
(39, 43 e 19 rispettivamente nelle tre province) e quello di depurazione in 785 comuni (26, 33,
16 nelle tre province). Attualmente la societ controlla una rete idrica di circa 6.200 Km, con 75
impianti di depurazione.
HERA 6 ATO Emilia Romagna, province di Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Forl-Cesena e Rimini
Il Gruppo HERA nel 2007 ha svolto la gestione del servizio idrico integrato o di sue parti,
direttamente e tramite societ partecipate, in 6 ATO corrispondenti ad altrettante Province
dellEmilia Romagna (Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Forl-Cesena e Rimini). Per effetto
dellacquisizione di unulteriore quota in Marche Multiservizi ha esteso i propri servizi allATO
corrispondente alla provincia di Pesaro, per un totale di oltre 180 comuni. Il Gruppo opera sulla
base di concessioni con scadenza media nel 2022 e si avvale di 27 impianti principali di
potabilizzazione, 829 impianti di depurazione, di una rete idrica di oltre 26.000 Km e di una rete
fognaria che si estende per circa 12.300 Km.
Mediterranea delle Acque ATO genovese Mediterranea delle Acque nata nel 2006 dalla fusione dei tre principali gestori del servizio
idrico dellATO genovese: Genova Acque, Acquedotto De Ferrari Galliera e Acquedotto
Nicolay. Il 68% del capitale della societ detenuto da Iride Acqua Gas, societ del Gruppo
Iride dedicata alla gestione dei servizi di distribuzione del gas e di quelli idrici nella provincia di
Genova (18). Mediterranea delle Acque serve il Comune di Genova ed altri 39 dellATO
genovese erogando acqua a circa 700.000 abitanti attraverso una rete di distribuzione di oltre
2.500 Km e gestendo 5 impianti di potabilizzazione.
Metropolitana Milanese (MM), Comune di Milano Metropolitana Milanese (MM), societ di ingegneria specializzata nelle opere civili e negli
impianti di linee ferroviarie urbane ed extraurbane, nel luglio 2003 stata ritenuta idonea dal
Comune di Milano, che ne detiene il controllo integrale, ad assumere la gestione del SII,
attraverso una convenzione di affidamento avente la durata di 5 anni. Nel novembre 2007,
l'Autorit d'Ambito ha accordato ad MM l'affidamento definitivo del SII, attraverso la modalit
in house providing. La rete idrica si estende per oltre 2.300 Km attingendo alla falda sotterranea
mediante un sistema di 550 pozzi e di 31 stazioni di pompaggio.
SMAT, Comune di Torino SMAT opera nel Comune di Torino, che ne detiene il 42,3% del capitale (19). A partire dal
2007 ha la titolarit della gestione integrata del servizio (acquedotto, fognatura e depurazione)
sul territorio di Torino e provincia, corrispondente allATO 3 Torinese fino al 31 dicembre 2023
(20). SMAT gestisce le fonti dapprovvigionamento idrico, gli impianti di potabilizzazione e
distribuzione di acqua potabile, le reti di raccolta, depurazione e riuso dei reflui urbani,
servendo un bacino dutenza di oltre 2,2 abitanti in 284 comuni su un territorio di circa 6.200
chilometri quadrati. La societ si avvale di una rete di acquedotto di oltre 8.500 Km e di una
fognaria di 7.000 Km, con 120 stazioni di sollevamento e 20 impianti di depurazione acque
reflue.
21
VERITAS, Area Territoriale di Venezia VERITAS, Veneziana Energia Risorse Idriche Territorio Ambiente Servizi, a capitale
interamente pubblico con quote differenziate a seconda della rilevanza dei comuni che
aderiscono (tra i principali: Comune di Venezia con il 50,32% e Comune di Chioggia con il
10,87%), nata il 1 luglio 2007 dalla fusione di ACM (Riviera del Brenta e Miranese), ASP
(Chioggia), SPIM (Mogliano Veneto) e VESTA (Venezia). La societ gestisce il ciclo integrato
delle acque nellarea territoriale di Venezia, che corrisponde allutenza precedentemente servita
da VESTA, oltre alla raccolta e depurazione di acque reflue domestiche ed industriali
esclusivamente nei Comuni di Venezia e Cavallino-Treporti e altri dellAATO Laguna di
Venezia.
Figura 1.13 LE GESTIONI CONFRONTATE
3.1 I dati strutturali: le condizioni geografiche della gestione Una prima osservazione va fatta a proposito delle diverse condizioni geo-morfologiche nelle
quali si trovano ad operare le diverse realt gestionali confrontate.
La maggior parte dei gestori non toscani presi in considerazione sono realt metropolitane ad
elevata o elevatissima densit abitativa.
Nel 2007, la densit di allacciamento delle utenze alla rete vede i valori pi elevati in
corrispondenza del territorio milanese gestito da MM (766 abitanti serviti per Km) e da ARIN a
Napoli (717 ab/Km) seguite da Acea a Roma (436 ab/Km); tra i 170 e i 380 ab/Km2 si collocano
22
le restanti societ, con leccezione di HERA che ha un valore notevolmente pi basso (104
abitanti serviti per Km).
Un consenso generale e una letteratura ormai ampia confermano la presenza di estese
economie di densit nella distribuzione dellacqua. (Mitzunami e Urakami, 2001; Filippini et
al., 2008), seppure con intensit variabile in rapporto ai livelli produttivi.
Tra i primi lo studio condotto da Fabbri e Fraquelli (2000) evidenzia un impatto positivo
esercitato dalla densit della popolazione sul livello dei costi unitari, risultato confermato dallo
studio di Tupper e Resende (2004), Garcia-Sanchez (2006) Renzetti e Dupont (2008). Questi
ultimi suggeriscono di aggiungere le differenze altimetriche e la quota di consumo domestico
sul totale quali variabili strutturali. Le realt territoriali sulle quali insistono le gestioni toscane,
ad esclusione parziale dellAmbito 2 e 3, sono contraddistinte da una densit abitativa molto
bassa. Ci si riflette negativamente sul rapporto tra abitanti servizi e Km di rete acquedottistica,
sfavorevole in termini economici alle realt toscane che non sfruttano, con la parziale eccezione
di Publiacqua, le economie di densit presenti nel settore. I costi della fornitura del servizio
aumentano infatti quando si ha una dispersione degli impianti (sia gli investimenti che gli oneri
gestionali) fattore che pu essere ben correlato alla densit delle utenze per lunghezza della rete.
I ricavi, invece derivano, oltre che dal prezzo unitario del servizio al metro cubo, dallacqua
venduta e dunque in larga misura dal numero degli abitanti serviti. Il rapporto costi/ricavi dei
gestori sar, pertanto, in linea tendenziale minimizzato quanto pi alta la densit degli utenti a
parit di altre condizioni al contorno (disponibilit di fonti di approvvigionamento in loco,
qualit delle acque destinate a scopo potabile, presenza di aree sensibili o di particolare pregio
ambientale, orografia del territorio servito, servizio in aree monumentali, ).
La societ Hera Spa che gestisce il servizio idrico integrato in una parte maggioritaria del
territorio dellEmilia Romagna forse la societ che da questo punto di vista conosce le
condizioni strutturali pi simili al contesto toscano, perch, pur comprendendo al proprio
interno unarea metropolitana come quella bolognese, serve nel complesso un territorio con una
densit abitativa media simile alla gran parte dei gestori toscani e per conseguenza mostra livelli
simili anche in termini di abitanti serviti e metri cubi di acqua fatturati per Km di rete idrica, in
contesto non troppo dissimile da quello toscano
Il grado di sfruttamento della rete (acqua immessa per Km di rete) da parte dei gestori
toscani minimo se escludiamo Publiacqua e paragonabile solo a quello anchesso molto scarso
di Hera.
Un secondo elemento degno di nota riguarda il rapporto tra metri cubi fatturati di acqua e
abitanti serviti. Anche in questo caso le gestioni toscane mostrano valori molto contenuti, i pi
bassi tra i gestori analizzati ad esclusione dellAcquedotto Pugliese, anche se non lontanissimi
da quelli della maggior parte degli altri gestori analizzati. Le ragioni di ci non sono a prima
vista facilmente individuabili. Certamente il livello dellacqua fatturata-procapite, influenzato,
oltre che dal consumo domestico pro capite dalla presenza pi o meno incidente di attivit
commerciali e manifatturiere allacciate allacquedotto o che comunque pagano il gestore a
fronte di servizi che questultimo rende loro. Da questo punto di vista stupisce il consumo pro
capite particolarmente basso relativo allAto 3 Medio-Valdarno, soprattutto se si considera
lelevata incidenza di attivit commerciali, del pendolarismo per motivi di lavoro dei non
residenti e la presenza di un numero cospicuo di turisti e studenti non residenti. Per quanto
riguarda il territorio gestito da Nuove Acque lelevato numero di case sparse non allacciate
allacquedotto e fornite di pozzo autonomo potrebbe in parte spiegare il valore ancora inferiore
del consumo pro capite.
23
Tabella 1.14 DATI STRUTTURALI KM DI RETE, ABITANTI SERVITI, ACQUA FATTURATA
Anno Km di rete idrica per ogni km
di rete fognaria
Mc di acqua Immessa
in rete/ km rete idrica
Mc di acqua fatturata/
km rete idrica
N. Abitanti serviti/km
di rete idrica
M3 fatturati/ abitanti serviti
Ab serviti/ km rete
idrica da dati
MM 2007 1,6 100.586 90.238 766 118 766 ARIN 2007 n.c. 78.317 59.942 717 84 717 ACEA 2007 n.c. 70.097 45.309 436 89 511 Mediterranea delle Acque 2007 1,6 41.950 30.538 378 81 n.c. Cap Gestione 2007 3,4 43.691 35.065 288 122 288 Acquedotto Pugliese 2006 1,7 34.187 15.638 279 55 284 VERITAS (ex VESTA) 2007 1 47.868 32.750 231 142 231 SMAT 2007 1,2 31.946 22.066 223 99 223 PUBLIACQUA 2007 1,6 22.388 12.824 178 72 178 ASMBS 2007 2,1 27.320 19.604 176 111 176 VERITAS 2007 n.c. 26.954 18.548 176 105 176 ACQUE 2007 1,7 13.832 8.341 123 68 123 ASA 2007 2,9 13.707 8.950 114 79 114 HERA 2007 2,1 12.421 9.208 104 89 104 GAIA 2007 2,5 12.891 7.757 94 83 94 NUOVE ACQUE 2007 2,1 8.530 5.594 80 70 80 ACQ. DEL FIORA 2007 2,4 53 53,2
Fonte: CIVICUM (2010), Le societ controllate dai maggiori comuni italiani: costi, qualit ed efficienza; per i dati relativi alle societ toscane si veda Conti, Cocchi, Lubello (2010), op. cit.
3.2 Le condizioni infrastrutturali: perdite lorde e et delle reti Alcuni importanti contributi della letteratura pi recente hanno mostrato come la variabile
qualitativa rappresentata dalle perdite eserciti un significativo impatto sui livelli di efficienza
(Tupper e Resende, 2004; Picazo-Tadeo et al., 2008). In particolare Antonioli e Filippini (2001)
hanno certificato limpatto negativo delle perdite sullefficienza di 32 utilities italiane con un
modello panel SFA. Ad accentuare, dunque, lincidenza negativa nel rapporto tra costi e ricavi,
determinata in prima istanza dalla bassa densit abitativa media delle gestioni toscane e in
seconda istanza da un ridotto fatturato pro capite, interviene un ulteriore importante elemento
costituito dal livello molto elevato delle perdite lorde5. Questultimo si evidenzia sia in un
confronto tra le imprese toscane e quelle analizzate dallo studio Civicum-Mediobanca, sia
utilizzando la fonte costituita dai dati diffusi dal Conviri e relativi allanno 2002.
5 Si tratta del rapporto tra il numero di metri cubi di acqua immessa in rete non fatturati e il totale dei metri cubi immessi in rete.
24
Tabella 1.15 METRI CUBI DI ACQUA IMMESSA IN RETE E NON FATTURATA /METRI CUBI DI ACQUA IMMESSA IN RETE (PERDITE LORDE) Valori %
2002 (1) 2003 2004 2006 2005 2007
Acquedotto Pugliese 54,4 55,6 55,0 55,6
Publiacqua 42,0 42,7
Gaia* 42,0 39,8
Acque 39,0 39,7
ACEA 34,6 34,7 35,4 35,3 35,4
Asa 39,0 34,7
Acquedotto del Fiora* 46,0 40,0
Nuove Acque 34,4
VERITAS (ex VESTA) 28,4 30,1 30,5 28,8 31,6
SMAT 30,1 30,4 30,8 30,2 30,9
ASMBS 34,1 33,8 32,0 33,3 28,2
Mediterranea delle Acque 27,2
HERA 20,6 22,4 19,3 24,5 25,9
ARIN 24,3 18,3 17,8 23,5
Gap Gestione 22,5 21,0 20,8 22,4 19,7
MM 10,1 9,5 10,3 9,5 10,3
(1) La fonte per le Perdite Lorde per lanno 2002 : Lo stato dei servizi idrici. Anno 2002. Secondo rapporto sulle ricognizioni disponibili al 31/12/2002, sulle opere di adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione * Il dato relativo allanno 2002 per Acquedotto del Fiora stimato e non poggia su alcuna misurazione diretta. Il dato relativo a Gaia (Ato 1 Toscana Nord) una stima fatta a partire dal 26% dei punti di immissione in rete misurati. Fonte: CIVICUM (2009), op. cit.; per i dati relativi alle societ toscane Conti, Cocchi, Lubello (2010), op. cit.
Il confronto tra le aziende, possibile sulla base dei dati pubblicati da Civicum, evidenzia
come, ad eccezione dellacquedotto pugliese e della gestione di ACEA nellAto 2 laziale le
realt toscane e in particolare Publiacqua sono caratterizzate dai livelli massimi di perdite lorde.
Ci peggiora ulteriormente il rapporto tra i costi, sui quali incidono anche quelli di
emungimento e immissione in rete dellacqua non fatturata, e i ricavi, determinati dal prezzo al
metro cubo moltiplicato per i metri cubi effettivamente fatturati. Il dato relativo alle perdite
lorde delle gestioni toscane appare piuttosto elevato a maggior ragione se confrontato con let
media delle reti, che, seppure a sua volta elevata, appare inferiore a quella di altre gestioni
caratterizzate da perdite molto inferiori, quali ad esempio ARIN e Metropolitana Milanese. Tabella 1.16 ET DELLE RETI
Et della rete dell'acquedotto (anni) Et della rete fognaria (anni) Perdite lorde (% acqua immessa in rete non fatturata)
ACEA n.d. n.d. 35,4 Acquedotto Pugliese n.d. n.d. ARIN 50 n.d. 23,5 ASMBS n.d. n.d. 28,2 CAP Gestione n.d. n.d. 19,7 HERA n.d. n.d. 25,9 Mediterranea delle Acque n.d. n.d. 27,2 MM 54 62 10,3 SMAT n.d.
25
Lutilizzo della fonte costituita dai dati del Comviri relativi allanno 2002, che confronta un
numero rilevante di ambiti territoriali ottimali italiani, conferma sostanzialmente quanto detto.
Le perdite lorde sono in Toscana piuttosto elevate e superiori alla quasi totalit delle gestioni
dellItalia centro settentrionale.
Grafico 1.17 PERCENTUALE DI PERDITE LORDE NELLE RETI ACQUEDOTTISTICHE. 2002
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Lazio Ato 3 Lazio Centrale Rieti Lazio Ato 1 Lazio Nord Viterbo
Umbria Ato 3 Foligno Emilia Romagna Ato 7 Ravenna
Emilia Romagna Piemonte Ato 3 Torinese
Basilicata Ato unico Basilicata Basilicata
Veneto Ato B Bacchiglione Marche Ato 1 Marche Nord - Pesaro, Urbino
Marche Ato 3 Marche Centro Macerata Sicilia Ato 6 Enna
Piemonte Ato 5 Astigiano, Monferrato Piemonte Ato 4 Cuneese
Piemonte Veneto
Piemonte Ato 2 Biellese, Vercellese, Casalese Piemonte Ato 6 Alessandrino
Marche Sicilia Ato 8 Caltanissetta
Veneto Ato LV Laguna di Venezia Marche Ato 2 Marche Centro Ancona
Veneto Ato AV Alto Veneto Marche Ato 5 Marche Sud Ascoli Piceno
Abruzzo Ato 1 Aquilano Umbria Ato 2 Terni
Umbria Marche Ato 4 Marche Sud Alto Piceno Maceratese
Calabria Ato 3 Crotone Sicilia Ato 3 Messina
Toscana Ato 2 Basso Valdarno Toscana Ato 5 Toscana Costa
Sicilia Ato 4 Siracusa Umbria Ato 1 Perugina
Totale Toscana Toscana Ato 1 Toscana Nord
Toscana Ato 3 Medio Valdarno Sicilia
Totale riferito a tutti gli ATO considerati Veneto Ato VC - Valle del Chiampo
Sicilia Ato 7 Agrigento Sicilia Ato 2 Catania
Calabria Ato 2 Catanzaro Sicilia Ato 5 Ragusa
Toscana Ato 6 Ombrone Sicilia Ato 1 Palermo
Piemonte Ato 1 Verbano, Cusio, Ossola, Pianura Novarese Lazio
Campania Ato 2 Napoli Volturno Campania
Lazio Ato 5 Lazio Meridionale Frosinone Campania Ato 3 Sarnese Vesuviano
Calabria Ato 4 Vibo Valentia Puglia Ato unico Puglia
Puglia Calabria Abruzzo
Abruzzo Ato 6 Chetino Calabria Ato 1 Cosenza
Campania Ato 4 Sele Calabria Ato 5 Reggio Calabria
Lazio Ato 4 Lazio Meridionale Latina Abruzzo Ato 2 Morsicano
Fonte: Comitato per la vigilanza sulluso delle risorse idriche (2003), Lo stato dei servizi idrici. Anno 2002, Roma
26
3.3 Gli investimenti effettuati Per ci che riguarda gli investimenti effettuati si opereranno quattro differenti confronti. Un
primo confronto si vale dellarchivio Istat delle opere pubbliche e ci fornisce i dati relativi agli
investimenti infrastrutturali effettuati nelle diverse regioni e province italiane nei decenni
precedenti lapplicazione della riforma Galli. Attraverso opportune elaborazioni si riusciti a
ricostruire una serie omogenea che copre gli anni dal 1980 al 1997. Il valore degli investimenti
in euro attualizzato al 2009 stato relativizzato al numero di abitanti residenti e alla superficie
in km2.
Entrambi gli indicatori cos ricostruiti evidenziano per la Toscana livelli di investimento
medio annuo sia per abitante e che per metro quadrato di superficie molto bassi, i pi bassi in
Italia dopo lUmbria. Il ritardo rispetto alle regioni meridionali pu essere facilmente spiegato
con il mancato ricorso per la Toscana alle risorse provenienti dalla Cassa per il Mezzogiorno.
Per quanto riguarda le regioni settentrionali, queste ultime si sono avvantaggiate della presenza
gi alla fine degli anni 80 di aziende speciali con una gestione certamente pi imprenditoriale
rispetto alle numerose e frammentate gestioni, per la maggior parte in economia caratterizzanti
il panorama toscano. La Toscana si avvia verso lapplicazione della riforma Galli partendo da
una situazione societaria arretrata e frammentata e sconta la presenza di infrastrutture
scarsamente manutenute. Lo scarso investimento del ventennio precedente la riforma non pu
che ripercuotersi negativamente sullo stato di efficienza delle infrastrutture, come evidenziato
dagli elevati livelli di perdite lorde che le gestioni toscane si trovano ad affrontare.
Grafico 1.18 INVESTIMENTO MEDIO ANNUO NEL SERVIZIO DI ACQUEDOTTO, FOGNATURA E DEPURAZIONE (EURO/KM2 DI SUPERFICIE). 1980-1997
20.866
38.293
43.123
50.469
53.820
57.983
63.559
67.964
69.173
71.814
72.505
73.497
87.663
91.145
96.634
102.000
102.586
112.778
158.355
160.671
166.341
0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000
Umbria
Toscana
Molise
Marche
Abruzzi
Piemonte
Calabria
Valle d'Aosta
Sardegna
Puglia
Trentino-Alto Adige
Basilicata
ITALIA:
Emilia-Romagna
Veneto
Sicilia
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Lazio
Lombardia
Campania
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
27
Grafico 1.19 INVESTIMENTO MEDIO ANNUO NEL SERVIZIO DI ACQUEDOTTO, FOGNATURA E DEPURAZIONE (EURO/ABITANTE). 1980-1997
5,27,8
8,28,98,99,2
10,211,912,112,212,612,7
13,114,414,514,6
15,015,5
16,516,716,8
18,618,919,2
20,823,7
36,739,7
43,069,1
0 10 20 30 40 50 60 70
Firenze
Umbria
Siena
Toscana
Arezzo
Lucca
Livorno
Marche
Piemonte
Grosseto
Puglia
Liguria
Pisa
Massa-Carrara
Veneto
Campania
Pistoia
Lombardia
Calabria
ITALIA:
Abruzzi
Emilia-Romagna
Sicilia
Lazio
Molise
Friuli Venezia Giulia
Sardegna
Trentino-Alto Adige
Basilicata
Valle d'Aosta
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Lapplicazione della riforma Galli ha in Toscana effetti positivi su livello di investimenti,
che durante gli anni 2003-2007 mediamente quattro volte superiore rispetto agli anni
precedenti la riforma.
Grafico 1.20 INVESTIMENTO MEDIO ANNUO PER ABITANTE NEL SII. 1980-1997 E 2003-2007
39
46
33
31
22
42
35
11
13
6
9
10
10
9
0 10 20 30 40 50
GAIA
ACQUE
PUBLIACQUA
NUOVE ACQUE
ASA
ACQ. DEL FIORA
Toscana
Investimento medio annuo 1980-1997
Investimento medio annuo 2003-2007
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT e Irpet
28
Lo scarso investimento dei venti anni precedenti al riforma si riflette sulla scarsa
patrimonializzazione delle imprese al momento della formazione dei gestori unici di ambito. Le
tariffe del primo anno di gestione, pertanto, contengono un basso livello di ammortamenti. La
scarsa capitalizzazione rende pi costoso il capitale preso a prestito dalle banche e pi repentino
laumento delle tariffe nel momento in cui si realizzano gli investimenti inserendone i costi in
tariffa. Un secondo passaggio analitico riguarda il confronto tra gli investimenti previsti nei piani
di ambito e gli investimenti effettivamente realizzati, da fonte Conviri6. Lindicatore evidenzia
lestrema variet di risultati allinterno della Toscana. Vi sono tre gestioni, quella di Publiacqua
(Ato 3 Medio Valdarno),di Acque (Ato 2 Basso Valdarno), e di Nuove Acque che realizzano
pienamente il volume di investimenti previsti ponendosi ai vertici della classifica delle gestioni
italiane e vi sono viceversa la gestione di Gaia (Ato 1 Toscana Nord), Asa (Ato Toscana Costa) e
Acquedotto del Fiora (Ato 6 Ombrone) che evidenziano una forte difficolt di realizzazione degli
investimenti, cui, come gi documentato nello studio del 2008 (Conte, Cocchi, Lubello, 2010, op.
cit.), corrisponde una situazione economico finanziaria della gestione molto problematica. Grafico 1.21 QUOTA % DI INVESTIMENTI REALIZZATI RISPETTO AGLI INVESTIMENTI PREVISTI NEI PIANI DAMBITO AL 31 DICEMBRE 2007
0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 140%
ATOSP-LaSpezia
ATOLV-LagunadiVenezia
ATOUNICO-Puglia
ATO2-MarsicanoATO1-ToscanaNord
ATOVC-ValledelChiampo
ATO5-ToscanaCosta
ATO6-Ombrone
ATOUNICO-Sardegna
ATOBBacchiglioneApgaATO5-Astigiano,Monferrato
ATOMN-Mantova
ATO1-Piacenza
ATOUNICO-Basilicata
ATO3-Torinese
ATO1-Terni
ATOSV-SarneseVesuvianoATO6-Ferrara
ATO9-Rimini
ATOGE-Genova
ATO3-MarcheCentro-MacerataATO2-LazioCentrale-Roma
ATOMI-Milano
ATOBBacchiglioneAimVice
ATO6-Alessandrino
ATO5-BolognaATOBBacchiglione-Cvs
ATO7-Ravenna
ATO8-Forli-Cesena
ATO2-Biellese,VercelleseATO3-ReggioEmilia
ATOBBacchiglioneAcegas-
ATOBBacchiglioneAvs
ATO4-ModenaATO1-Perugia
ATO2-BassoValdarno
ATO3-MedioValdarno
ATO6-Ferrara
ATO2-MarcheCentro-AnconaATO3-Foligno
6 Comitato per la vigilanza sulluso delle risorse idriche (2008), Rapporto sullo stato dei servizi idrici Situazione rilevata al 31
dicembre 2007, Roma.
29
I dati relativi alle sole gestioni toscane per gli anni 2008 e 2009 confermano quanto detto
sopra. Vi sono le gestioni pi virtuose, capaci di realizzare sostanzialmente la quasi totalit degli
interventi previsti, Acque e Publiacqua cui si aggiunge il dato relativo a Nuove Acque e le altre
gestioni, con un equilibrio economico-finanziario pi problematico che viceversa continuano
anche nel 2008 e 2009 a non essere in grado di realizzare gli investimenti.
Tabella 1.22 QUOTA % DI INVESTIMENTI REALIZZATI RISPETTO AGLI INVESTIMENTI PREVISTI NEI PIANI DAMBITO. 2008 E 2009
% investimento Realizzato netto
2008 2009
1 - Toscana Nord GAIA SpA 72,97 67,68 2 - Basso Valdarno ACQUE Spa 99,05 100,62 3 - Medio Valdarno Publiacqua SpA 95,38 89,41 4 - Alto Valdarno Nuove Acque S.p.A 94,88 94,47 5 - Toscana Costa Azienda Servizi Ambientali SpA 57,35 59,22 6 - Ombrone ACQUEDOTTO DEL FIORA SPA 58,69 63,58 TOSCANA 83,22 82,80
Il terzo passaggio analitico riguarda invece la capacit delle diverse gestioni di effettuare
investimenti in ragione del proprio patrimonio infrastrutturale. Lindicatore costituito dal
rapporto tra gli investimenti tecnici effettuati dal gestore ed i Km di rete acquedottistica e
segnala la capacit del gestore di mantenere e migliorare lo stato delle proprie infrastrutture. Il
confronto con le altre gestioni italiane evidenzia una condizione di spiccata eterogeneit delle
gestioni toscane. Vi sono due gestori, Publiacqua Spa e Acque Spa che mostrano valori sempre
superiori alla media e, considerando lintero periodo 2003-2007, risultano tra i massimi
investitori tra quelli analizzati. Nuove Acque Spa mostra un valore di investimento unitario per
Km di rete simile, anche se leggermente inferiore, a quello mostrato da Hera Spa. Decisamente
inferiori risultano invece gli investimenti effettuati dai gestori storicamente pi in difficolt nel
raggiungere lequilibrio gestionale e nel garantire gli investimenti: Asa S.p.a e Acquedotto del
Fiora, ma anche Gaia.
Un quarto passaggio analitico riguarda lo stress finanziario, ossia lo sforzo compiuto dai
diversi gestori per realizzare gli investimenti.
Tabella 1.23 INVESTIMENTI PER KM DI RETE ACQUEDOTTISTICA
Investimenti tecnici per Km di rete (euro per km)
2003 2004 2005 2006 2007 Totale 2003-2007
Mediterranea delle Acque 4.448 n.c. VERITAS 2.273 n.c. MM 136 4.361 9.283 13.350 12.349 39.479 AEIN 2.837 4.068 7.011 11.567 12.316 37.799 ACEA 4.699 6.532 6.179 6.836 10.141 34.386 Acque 4.492 6.361 4.160 6.247 11.036 32.297 Publiacqua 8.510 6.371 6.685 4.684 4.683 30.933 SMAT 4.179 4.361 7.679 8.669 5.956 30.843 ASMBS 5.940 5.946 4.991 4.714 5.637 27.229 VERITAS (ex VESTA) 2.007 4.363 4.745 9.337 2.919 23.370 HERA 3.036 3.217 3.177 3.871 5.018 18.319 Nuove Acque 2.464 2.920 3.258 3.802 3.830 16.276 Acquedotto Pugliese 772 643 2.070 4.975 6.541 15.002 Gaia n.d. n.d. 8.643 2.145 2.590 13.378 ASA 2.554 3.383 2.768 2.507 1.685 12.897 Acquedotto del Fiora 1.368 1.784 1.046 2.008 5.079 11.285 CAP Gestione 831 140 884 744 n.d. 4.689
Fonte: CIVICUM (2009), op. cit.; per i dati relativi alle societ toscane si veda Conti, Cocchi, Lubello (2010), op. cit.
30
Lindicatore costituito dal rapporto tra investimenti e fatturato segnala lintensit dello sforzo
finanziario del gestore nelleffettuare linvestimento in rapporto alla potenzialit garantita dal
proprio fatturato. Da questo punto di vista i gestori Toscani risultano i primi nella classifica
insieme a ASM Brescia. Fa eccezione ASA Spa che invece si piazza agli ultimi posti della
classifica. I gestori toscani investono un ammontare di risorse cospicuo, se valutato rispetto al
flusso monetario generato dalla propria limitata vendita di acqua. Tale ammontare di risorse
investite si riflette, come vedremo, in modo rilevante sulla tariffa al metro cubo. Daltro canto, il
livello dei propri investimenti tecnici, destinati a mantenere e possibilmente ammodernare il
proprio parco tecnologico e innanzitutto la rete, appare insufficiente e limitato rispetto a quanto
effettuato dagli altri gestori analizzati, complice un pi sfavorevole rapporto tra estensione della
rete acquedottistica e fognaria e abitanti serviti. Tabella 1.24 INVESTIMENTI IN % DEL FATTURATO
2003 2004 2005 2006 2007 Inv. in % fatturato 2003-2007
Acque 40 53 31 43 71 47,5 Gaia 73 16 18 35,6 Acquedotto del Fiora 26 30 16 29 67 33,8 ASMBS 33,2 35,2 31,5 29,7 32,3 32,4 Nuove Acque 27 29 33 32 30,5 Publiacqua 32 34 22 20 27,3 SMAT 17,5 17,2 29,9 33 25,7 24,7 HERA 22,1 22 22 25,2 32,2 24,6 Media 13,5 16 19,5 23,4 26,7 19,8 AEIN 6,8 9,7 16,7 27,8 31,8 18,6 MM 0,3 11,2 21 30,2 27,9 18,1 ACEA 11,2 14,9 14,6 17,4 25,7 16,8 VERITAS (ex VESTA) 7 14,5 14,3 26,3 5,7 13,6 ASA 13 18 14 12 8 13,0 Mediterranea delle Acque 10,9 10,9 Acquedotto Pugliese 3,6 3 9,6 24,7 n.c. 10,2 VERITAS 9,8 9,8 CAP Gestione 3,4 0,8 5,3 4,5 12,8 5,4
Fonte: CIVICUM (2009), op. cit.; per i dati relativi alle societ toscane si veda Conti, Cocchi, Lubello (2010), op. cit.
3.4 I ricavi Le gestioni toscane presentano ricavi unitari per metro cubo fatturato tutti sopra la media delle
realt italiane analizzate. In particolare Asa, Nuove Acque, e Gaia si posizionano
rispettivamente al primo, secondo, terzo posto della graduatoria, ben al di sopra rispetto ai valori
assunti dai due gestori pi simili quanto a condizioni geografiche e tecniche della gestione,
rappresentati da Hera e Veritas. Acque e Publiacqua presentano valori lievemente inferiori
rispetto queste due gestioni, ancorch sopra la media. Di particolare rilievo il dato relativo a
Asa, pi elevato del 25% rispetto al secondo in graduatoria e pi del doppio rispetto alla media.
Naturalmente i ricavi unitari riflettono i diversi livelli della Tariffa reale media al metro
cubo, che vede i gestori toscani ai primissimi posti tra tutte le gestioni italiane., ma anche i costi
unitari.
31
Tabella 1.25 RICAVI UNITARI per 1.000 mc d'acqua
Fatturato* Variazione %
2003 2004 2005 2006 2007 2003-2007
Fiora n.d. Acquedotto Pugliese 1.099,9 1.169,6 1.217,1 1.088,9 n.d. n.d. ASA 2.298 NUOVE ACQUE 1.840 GAIA 1.769 HERA 1.377,8 1.502,0 1.515,8 1.635,5 1.690,60 22,7 VERITAS (ex VESTA) 811,6 887 960,1 1.063,6 1.560,00 92,2 ACQUE 1.558 PUBLIACQUA 1.468 Mediterranea delle Acque - - - - 1.338,60 n.c. VERITAS - - - - 1.249,30 n.c. ACEA 997,4 1.048,0 1.071,1 1.063,6 1.105,20 10,8
SMAT 773,5 874,3 929,9 980,2 1.049,10 35,6 ASMBS 902 857,8 775,3 795,5 890,2 -1,3 ARIN 605,3 615,7 619,3 629 646,8 6,9 MM 435,4 408,7 461 471,6 489,9 12,5 CAP Gestione 677,3 459,8 455,5 449,6 465,2 -31,3
(*) Fatturato complessivo (comprensivo di fognatura e depurazione), al netto dei canoni di concessione per uso dei beni di propriet degli enti locali. Fonte: CIVICUM (2009), op. cit.; per i dati relativi alle societ toscane si veda Conti, Cocchi, Lubello (2010), op. cit.
3.5 Le tariffe Il confronto tra le tariffe delle diverse realt gestionali suddivise per regione si vale dei dati
presenti nelledizione 2009 del Bluebook. I livelli tariffari sono influenzati in primo luogo dal
diverso grado e modalit di attuazione della riforma Galli. La Toscana certamente una delle
regioni che prima e pi coerentemente hanno implementato la riforma e applicato il nuovo
regime tariffario basato sul principio del full recovery cost. Come tale la Toscana pu risultare
penalizzata nel confronto con realt regionali nelle quali abbiano un peso importante gestioni in
salvaguardia e/o inhouse che praticano tariffe stabilite dal CIPE e soggette ad accordi di tipo
politico e trasferimenti dallente pubblico che consentono il finanziamento di una parte dei costi
del SII. Un ulteriore elemento di distorsione nel confronto pu essere determinato dallelevato
consumo per famiglia scelto; 200 metri cubi annui rappresentano infatti un consumo plausibile
per una famiglia di non meno di 4-5- persone, non certo una famiglia media. Questa scelta
penalizza nel confronto quelle realt che hanno scelto, come molte di quelle toscane, di
penalizzare leccessivo consumo aumentando particolarmente il prezzo al metro cubo degli
scaglioni di consumo pi elevati.
Ci detto la tabella sottostante non fa che confermare quanto reso evidente dalla tabella
precedente, relativa ai ricavi per metro cubo fatturato. Le gestioni toscane praticano tariffe tra le
pi elevate della penisola.
32
Tabella 1.26 COMPONENTI DELLA SPESA MEDIA PER REGIONE, CONSUMI DI 200 METRI CUBI/ANNO (). 2008
Quota variabile
Quota fissa Acquedotto Fognatura Depurazione IVA TOTALE
Toscana 23 182 33 90 33 361 Emilia Romagna 11 190 29 80 31 341 Liguria 31 146 34 90 30 331 Umbria 25 157 34 80 30 326 Puglia 25 172 23 67 29 316 Marche 15 162 27 75 28 307 Basilicata 20 134 28 66 25 273 Sicilia 27 120 26 57 23 253 Sardegna 15 120 25 62 22 245 ITALIA 14 109 25 68 22 238 Piemonte 14 90 29 78 21 232 Abruzzo 13 100 24 61 20 219 Veneto 13 73 38 74 20 218 Campania 3 118 17 54 19 211 Trentino Alto Adige 27 38 29 90 18 203 Lazio 10 78 24 70 18 201 Calabria 8 86 21 62 18 196 Valle d`Aosta 5 66 18 52 14 156 Friuli Venezia Giulia 7 45 19 55 13 139 Lombardia 4 45 20 56 13 138 Molise 0 44 4 52 10 109
Fonte: Utilitatis, Bluebook 2009
Pur rinviando alla seconda parte del lavoro una puntuale disamina dellimpatto sociale della
tariffa in funzione del reddito pro-capite e del consumo, vale la pena di riprendere qui il
significato del confronto tra le tariffe 2009 di 126 gestioni nel mondo, effettuato nel grafico 1.5
su dati IWA.
Come noto, il servizio idrico caratterizzato in genere da una bassa elasticit della domanda
al reddito, in particolare per ci che riguarda i consumi domestici in senso stretto, per i quali
taluni studi ipotizzano addirittura un consumo pro-capite inferiore dei pi benestanti in relazione
ad una maggior efficienza degli elettrodomestici.
Per queste ragioni la letteratura e le istituzioni internazionali di settore utilizzano indicatori
costruiti a partire da livelli di consumo standard, in particolare un indicatore di accessibilit
complessiva rappresentato dalla spesa per procurare un volume standard di 200 m3/anno,
rapportata al reddito medio. In realt il consumo medio di un nucleo familiare varia in ragione
del numero di componenti (anche se non in maniera lineare) e di altri fattori anche molto site
specific. Ad esempio per ci che riguarda la Toscana, le elaborazioni dellIrpet sui dati
provenienti dalle autorit di ambito indicano che il consumo domestico di una famiglia media
toscana di 2,6 persone, una volta eliminata la componente attribuibile alla popolazione presente
ma non residente,7 risulta di circa 140 metri cubi annui. Dalla letteratura internazionale viene di
solito ritenuto water poor un soggetto che debba spendere per lacqua pi dell1-3% del proprio
reddito disponibile. Al di sotto dell1% lindicatore si pu considerare pienamente
soddisfacente; valori compresi tra 1 e 3% denotano il raggiungimento di una soglia di attenzione
e giustificano interventi perequativi, mentre la soglia del 3% non dovrebbe essere superata in
nessun caso.
Il confronto tra 126 gestioni nel mondo, tra le quali quelle toscane, viene effettuato su due
livelli di consumo standard 100 e 200 metri cubi annui e prendendo in esame le diverse strutture
7 Cfr., Rosignoli S., Conti E., Viviani A. (2011), Limpatto locale del turismo sul territorio toscano: aspetti economici e ambientali,
paper accettato alla XXXII conferenza italiana di scienze regionali Torino, 15-17 settembre.
33
e articolazioni tariffarie per i diversi scaglioni di consumo. In tal modo il valore medio toscano
resta quasi perfettamente al centro della forchetta di consumo analizzata.
Per un consumo di 100 metri cubi annui le tariffe Toscane risultano tutte ben al di sotto rispetto
alla media delle 126 analizzate. Le tariffe pi elevate, quelle relative a Acque (195 euro) e
Nuove Acque (190 euro) risultano di circa il 20% inferiori alla media (245 euro). Le tariffe di
Publiacqua e Acquedotto del Fiora di circa il 25% pi basse e la tariffa di Asa di circa il 30%.
La tariffa di Gaia, stabilita dal Cipe e che non segue il metodo normalizzato, risulta nel 2009 di
circa il 48% pi bassa della media.
Pi importante lincidenza sul reddito medio familiare posto per la Toscana pari a circa
21.057 euro. Per cento metri cubi di consumo nessuna gestione supera il primo dei valori soglia
di 1.
Viceversa per duecento metri cubi di consumo i valori delle tariffe toscane stanno tutti
intorno alla media delle 126 gestioni analizzate (tranne Gaia), e lincidenza della tariffa sul
reddito medio entra nella fascia di attenzione, tra 1% e 3%, assumendo valori intorno al 2% per
tutte le gestioni toscane tranne quella di Gaia (1,5%) che, come noto, ha un diverso regime
tariffario.
Tabella 1.27 INCIDENZA DEL COSTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO SUL REDDITO MEDIO DISPONIBILE DI UNA FAMIGLIA TOSCANA DI 2,6 PERSONE
Colonna1 Reddito medio 100 metri cubi di consumo 200 metri cubi di consumo
Acque 21.057 0,9% 1,9% Nuove Acque 21.057 0,9% 2,1% Publiacqua 21.057 0,9% 2,1% Acq. del Fiora 21.057 0,9% 2,0% ASA 21.057 0,8% 2,0% GAIA 21.057 0,6% 1,5%
Fonte: elaborazioni su dati Irpet e Autorit di Ambito
La Toscana si trova dunque oggi in una condizione nella quale opportuno cominciare a fare
attenzione per elaborare interventi perequativi specifici per specifiche situazioni a rischio. Ci
risulta particolarmente vero se pensiamo che, inevitabilmente, per garantire linvestimento
minimo necessario al mantenimento delle infrastrutture in condizioni di efficienza, le tariffe
sono destinate a salire, come prevedono del resto gli stessi piani di ambito. Come vedremo
meglio nellanalisi svolta nella seconda parte di questo studio, curata dal prof. Massarutto, il
rischio di water poverty oggi circoscritto a fasce di reddito inferiori e a famiglie
particolarmente numerose, dunque con consumi elevati e relativamente povere, comunque
bisognose di interventi di supporto socio-assistenziale. Tale rischio tuttavia si amplia quando la
tariffa reale media raggiunge il livello di 2 euro al metro cubo, ci che rappresenta pi o meno il
punto di arrivo della maggior parte dei piani di ambito toscani. In conclusione, se non esiste
affatto un caso Toscana nel confronto con lEuropa occidentale e il mondo, tuttavia i temi
dellequit e degli effetti distributivi delle tariffe, come dellaccesso universale al servizio e
degli strumenti per garantirlo cominciano ad assumere una certa rilevanza per lagenda politico-
amministrativa regionale, soprattutto in presenza di pi che probabili ulteriori aumenti delle
tariffe. Da questo punto di vista particolarmente utile risulterebbe la realizzazione di studi
approfonditi degli effetti delle tariffe sui consumi delle differenti tipologie di famiglie negli anni
2000, anche al fine di elaborare proposte mirate di intervento perequativo a favore dei soggetti
pi penalizzati.
34
Limpatto potenziale del referendum sulle tariffe del Servizio idrico integrato. Applicazione al caso dell Ato 2 Basso Valdarno
Di seguito si valuta limpatto potenziale dellesito del referendum tenutosi il 12 e 13 giugno
2011 che ha decretato labrogazione di una parte dellarticolo 154 del Decreto legge 152/2006
relativamente alla remunerazione del capitale investito per il territorio dellambito territoriale
Basso Valdarno (Ato 2). Come noto labrogazione di tale comma non pu risolversi in una
mancata copertura dei oneri finanziari relativi agli investimenti prevista dalla normativa europea
e sino al referendum implicitamente compresa nel 7% di remunerazione. Dunque una eventuale
modificazione del Metodo normalizzato non potrebbe ragionevolmente che ridurre la
remunerazione del capitale investito, prevista dal Metodo normalizzato pari al 7%, ad un tasso
capace di coprire semplicemente il costo del capitale preso a prestito dalle imprese di gestione
per effettuare gli investimenti, tasso che possiamo agganciare al tasso Eurirs sui mutui
ventennali a tasso fisso pari al 3,58%. Si dunque provato a stimare, a partire dai dati presenti
nel piano di ambito attualmente in vigore nellAto 2, quanto potrebbe incidere un tale
cambiamento sui costi del SII per una famiglia e per un singolo cittadino utente. I risultati
evidenziano un impatto medio annuo tutto sommato contenuto sia sulla tariffa al metro cubo 15
centesimi sia sulla spesa delle famiglie (21,4 euro) e degli individui (8,2 euro medi annui),
certamente non tali da poter modificare in misura sostanziale le dinamiche tariffarie previste n
gli impatti delle tariffe sulle famiglie e gli individui.
Tabella 1.28 IMPATTO DELLA RIDUZIONE DELLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO DAL 7% AL 3,58% (TASSO EURIRS 2011 PER I MUTUI VENTENNALI A TASSO FISSO)
Colonna 1 Risparmio al Metro cubo Risparmio su un consumo di 140 metri cub (2,6 persone)
Risparmio su un consumo pro capite
2002 0,01 1 0,3 2003 0,02 3 1 2004 0,04 6 2 2005 0,06 8 3 2006 0,08 11 4 2007 0,09 13 5 2008 0,11 15 6 2009 0,13 18 7 2010 0,14 20 8 2011 0,16 23 9 2012 0,18 25 10 2013 0,20 28 11 2014 0,21 30 12 2015 0,22 31 12 2016 0,23 33 13 2017 0,24 33 13 2018 0,24 33 13 2019 0,24 33 13 2020 0,23 33 13 2021 0,22 31 12 Media annua 2002-2021 0,15 21,4 8,2
Questa simulazione si fonda sullipotesi che la base imponibile rispetto alla quale si applica
il tasso di interesse resti la stessa (gli investimenti effettuati). Pu tuttavia essere possibile che il
costo da coprire attraverso la tariffa sia non pi semplicemente il costo dei finanziamenti
utilizzati per gli investimenti ma tout court gli oneri finanziari del capitale preso a prestito, cui
fa riferimento la normativa europea. In tal caso leffetto netto della nuova normativa sulle tariffe
non scontato neppure nel segno, e dipende dalla presenza e dallentit di un margine tra il
tasso a copertura degli oneri finanziari garantito in tariffa e quello che il gestore riesce a
35
strappare sul mercato. Se vi un differenziale positivo il gestore ha interesse ad aumentare la
quota di capitale da terzi rispetto al capitale proprio. In tal caso da un lato si scoraggerebbe la
capitalizzazione delle imprese, dallaltro si incoraggerebbe il ricorso al capitale di terzi per
aumentare la base imponibile cui si applica il tasso di interesse a copertura dellonere, garantito
in tariffa. Leffetto potrebbe essere, teoricamente, anche quello, perverso, di aumentare le tariffe
rispetto al precedente Metodo Normalizzato.
Viceversa se il differenziale tra il tasso di interesse riconosciuto in tariffa e quello ottenuto
presso gli intermediari finanziari fosse significativamente negativo il rischio potrebbe essere
quello di un blocco o di una riduzione degli investimenti previsti dai piani di ambito, i quali,
come si ampiamente argomentato, sono gi sottodimensionati rispetto alle necessit.
Questultimo un rischio piuttosto elevato solo che si consideri la difficolt, gi manifestatasi
durante la decade appena trascorsa, di ottenere finanziamenti di lungo periodo da parte delle
gestioni toscane, segnalato in un recente lavoro di Irpet (Conti, Cocchi, Lubello 2010, op. cit.).
Peraltro, il blocco o il ritardo significativo degli investimenti necessari ha influenza su
numerose dimensioni economiche della gestione. In primo luogo lefficienza delle infrastrutture
e in particolare quella proxy dellefficienza complessiva delle infrastrutture rappresentata dalla
percentuale delle perdite lorde di rete, come argomentiamo nel paragrafo 1.3.8.
3.6 I costi Agli elevati ricavi unitari per metro cubo fatturato delle gestioni toscane corrispondono costi
unitari altrettanto elevati. Ci vero sia qualora si analizzi il totale dei costi della produzione sia
qualora si prenda in considerazione il costo operativo netto o il costo del lavoro per metro cubo
fatturato. Di particolare rilievo la distanza anche dalle gestioni pi simili quanto a condizioni
tecnico-operative della gestione, ossia HERA e Veritas.
Tale giudizio non cambia sostanzialmente se al denominatore si sostituiscono il numero
degli abitanti serviti o i metri cubi di acqua immessi in rete. Le gestioni toscane appaiono
sempre le pi costose. Viceversa la classifica dei costi unitari cambia abbastanza radicalmente
qualora si inseriscano al denominatore dellindicatore i Km di rete idrica, un fattore di costo
notevole.
Solo ASA e Publiacqua mostrano costi unitari sopra la media, Acque presenta costi molto
vicini alla media, Gaia presenta costi ancora inferiori, vicini a quelli sostenuti da Hera, mentre
Nuove Acque e Acquedotto del Fiora sostengono i costi per Km di rete idrica inferiori in
assoluto tra le gestioni analizzate. Un giudizio di ordine simile lo si pu trarre analizzando il
costo del lavoro. Questultimo risulta molto elevato in tutte le gestioni toscane se rapportato ai
metri cubi fatturati o immessi in rete, pi vicino alla media ma pur sempre elevato (nel caso di
ASA Gaia Nuove