Università degli Studi di Ferrara
"La cultura della promozione della salute: "La cultura della promozione della salute: investire per ilinvestire per il futuro"futuro"
Paola AntonioliTeresa MatarazzoSandra Bombardi
Gli standard HPH e il sistema di qualitàSeminario regionale delle rete HPH
Regione Emilia-RomagnaBologna, 27 Giugno 2008
Sala Polivalente Regione Emilia RomagnaViale Aldo Moro, 50 - Bologna
Oggi ….per le Persone e con le persone, attraverso la Comunità, verso Ambienti e Società saneLa Promozione della Salute come:▫ INVESTIMENTO per ottenere ritorni (cambiamenti) sostenibili ed efficaci che avranno un impatto enorme sulle possibilità, o sulle barriere, per la promozione della salute stessa (“Investment for Health”, OMS).
▫ PARTE INTEGRANTE del processo di cura e correlata ad aspetti clinici, educativi, comportamentali ed organizzativi del sistema sanitario.
Aspetti comuni▫ Politica di gestione dell’ospedale,▫ Risk assessment ed bisogni di salute (paziente, operatori, comunità),▫ Informazione e intervento di promozione della salute (paziente, operatori, comunità),▫ Continuità e cooperazione intra-ospedaliera e con altri erogatori di assistenza sanitaria, sociale ed informale.
I ProgettiI Progetti- MFH, - Ospedale senza dolore, - Gestione del rischio infettivo: progetto OMS “CLEAN CARE”,partecipazione attiva al processo assistenziale- Marketing e comunicazione sociale: sicurezza stradale e gestioneambientale “Il Sistema Sanitario Regionale per uno sviluppo sostenibile”,- ………..
Elementi comuni
- Progetti “didattico-organizzativo–gestionali\assistenziali”
- Ruolo strategico di IFA (concreta, consapevole, operativa, globale, sistematica)
- Metodologia di tipo attivo e blended
- Orientamento agli aspetti relativi alla valutazione sia di apprendimento delle conoscenze trasmesse sia dell’impatto in termini di cambiamento (ritorno).
- Organizzazione integrata (RETI)
- Forte Coordinamento
Pianificazione
Politica
Attuazione e funzionamento
Controlli e azioni correttive
Riesame della direzione
Miglioramento continuo
PLAN: analizza la situazione, stabilisci gli obiettivi e pianifica le azioni; DO: metti in atto i tuoi paini (fai quello che hai pianificato); CHECK: misura i risultati dei tuoi piani (verifica quanto siano in linea con gli obiettivi); ACT: correggi e migliora i piani e le prassi (impara dai tuoi errori per fare meglio la prossima volta)
AUDIT
A P C D
Impresa Rete Impresa Rete Impresa come insieme di reti in grado di coordinare una molteplicità di fenomeni
Sistema di riconoscibili connessioni multiple e di strutture all’interno delle quali “nodi” ad alto livello di autoregolazione operano e sono capaci di cooperare(Stacey 1996)
Reti
Intra-aziendali
Inter-aziendali
Regionali
….
multidisciplinari
multiprofessionali
Perché RETI di referenti?• Per coinvolgere una serie di operatori catalizzatori di
interscambi di risorse umane nei circuiti delle reti sociali (formali ed informali) dell’Azienda.
• Per abbattere muri, favorendo la libera circolazione delle informazioni che riguardano i processi organizzativi.
• Organizzare risposte formali ai bisogni degli utenti e favorire lo sviluppo di un sistema che agisca con modalitàautopoietiche.
2008……….sono stati definiti,in azienda, nuovi ruoli professionali
incentivati del comparto, con obiettivi individuali
Az. Osped. Univ di FerraraAz. Osped. Univ di Ferrara
EVOLUZIONE DELLE MODALITAEVOLUZIONE DELLE MODALITA’’ DI FORMAZIONEDI FORMAZIONE
MODALITAMODALITA’’ DI DI FORMAZIONE FORMAZIONE INTEGRATAINTEGRATA
DIFFUSIONE DIFFUSIONE CAPILLARE CAPILLARE
FORMAZIONE FORMAZIONE SUL CAMPOSUL CAMPO
VALUTAZIONE VALUTAZIONE DELLA DELLA
FORMAZIONE : FORMAZIONE : BSCBSC
PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE
DI CORSI AD HOCDI CORSI AD HOC
200820082002 2002 ------------------------------------------------------------------------------------
La Mediazione Interculturale Interaziendale:
per non sentirsi estranei nella rete dei servizi sanitari e sociosanitari
“…“… dipende da come una comunitdipende da come una comunitàà accoglie un nuovo membro o se ne accoglie un nuovo membro o se ne separa, separa,
che importanza dche importanza dàà al corpo e alla salute, al corpo e alla salute, quando considera un membro malato e come si rapporta a lui, quando considera un membro malato e come si rapporta a lui,
che si misura il grado di civiltche si misura il grado di civiltàà e cultura raggiuntae cultura raggiunta””..
Ufficio Accoglienza Mediazione
CAPOFILA
Salute Donna e Pediatria di Comunità di
Ferrara
Salute Donna Portomaggior
e
Ospedale del Delta
Ospedale di Cento
PROGETTO DI RETE INTERAZIENDALE
Azienda USL di Ferrara Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara
“Funzionalità di Mediazione”
2° livello
Ospedale Argenta
SanitàPubblica
Delibera Interaziendale del 10 Agosto 2007Delibera Interaziendale del 10 Agosto 2007
DallDall’’analisi dei Datianalisi dei Dati emergono le seguenti emergono le seguenti CriticitCriticitàà
• Gap tra iscrizione alle anagrafi dei Comuni e anagrafe sanitariaGap tra iscrizione alle anagrafi dei Comuni e anagrafe sanitaria con accesso tardivo con accesso tardivo al Servizio Sanitario Nazionale al Servizio Sanitario Nazionale
•• Mancanza/scarsa informazione e formazione sullMancanza/scarsa informazione e formazione sull’’accesso e fruibilitaccesso e fruibilitàà dei servizi; dei servizi; •• Elevato ricorso allElevato ricorso all’’IVG per le donne straniere;IVG per le donne straniere;•• Scarso ricorso agli Scarso ricorso agli sceeningsceening oncologici;oncologici;•• Parziale continuitParziale continuitàà assistenziale e discontinua integrazione fra ambito assistenziale e discontinua integrazione fra ambito
ospedaliero e territoriale.ospedaliero e territoriale.•• ……....
Problemi organizzativi:Problemi organizzativi:Disagio vissuto dagli operatoriDisagio vissuto dagli operatoriAssenza di una rete formale e di strumenti di comunicazioneAssenza di una rete formale e di strumenti di comunicazioneAssenza di un monitoraggio, di una valutazione e di un piano Assenza di un monitoraggio, di una valutazione e di un piano dd’’azione coordinato.azione coordinato.
Bisogni Bisogni ConsolidareConsolidare
Condividere Condividere knowknow--howhowCollaborareCollaborare
Obiettivi del progetto
Obiettivo Generale Implementare un Servizio Interaziendale di Mediazione Interculturale che permetta di condividere e integrare strategie di miglioramento per l’accesso e uso dei servizi sanitari e sociosanitari da parte dell’utenza straniera.
Obiettivi Intermedi Condividere le conoscenze e le esperienze …Implementare il lavoro di rete …Realizzare una presa in carico non condizionate dalle differenze culturali …Realizzare interventi per facilitare l’accrescimento delle competenze personali …Monitorare la domanda e il lavoro svolto …
MetodologieLL’’approccio utilizzato approccio utilizzato èè di tipo di tipo BottomBottom--UpUp-- Crea conoscenzaCrea conoscenza-- Intelligenza distribuitaIntelligenza distribuita-- Reti cellulari: reti di team autoReti cellulari: reti di team auto--organizzatiorganizzatiMetodologia Transculturale Metodo dell’Ascolto AttivoMetodologia di Rete - comunità di pratiche, formata da nodi, da un’insieme di soggetti uniti da un progetto che realizzano comunicazioni, scambi e integrazioni. Lavorare per ProgettiLavorare per Progetti
Risorse Risorse n. 7 Nodi di rete
NetWork Facilitatori dell’Accoglienza
Repertorio Mediatori Interculturali
Mediatori InterculturaliMediatori Interculturaliconsente un duplice riconoscimento:- dell’utente straniero- dell’operatore
La mediazione interculturaleLa mediazione interculturale consente ricerca di continuità nelle situazioni dissimili, senza cancellarne le reciproche specificità, e pluralità di prospettive;
La mediazione interculturaleLa mediazione interculturale produce cambiamento organizzativo, educa alla comunità nel rispetto delle reciproche diversità , facilitando la gestione della complessità interna
Mediazione InterculturaleORDINARIA
Mediazione InterculturalePROGRAMMATA
Mediazione InterculturaleURGENTE
Azioni Prioritarie:
Formazione del personale Intervento di Medicina preventiva e mediazione interculturale per una nuova offerta sanitaria Percorso IVG e Contraccezione TransculturaleMiglioramento del percorso nascitaSostegno alla presa in carico nei presidi ospedalieri Interventi di Educazione alla salute riguardo: Screening Oncologici, HIV, Vaccinazioni
Il progetto Ospedale senza dolore
Questionario aziendale ministeriale 2004,2007
Le richieste dei pazienti..…benessere,analgesia, maggiori informazione
,chiarezza,sostegno,…
Le richieste da soddisfare•Umanizzare l’assistenza (percorsi basati sull’ascolto, la comprensione e la condivisione)
•Migliorare la comunicazione
•Attenzione maggiore alla sofferenza
•Creare nelle UU.OO. dei valutatori/ricognitori per il monitoraggio aziendale del dolore (la rete)
•Attenzione alla formazione
Primi risultati condivisi• Strumenti di rilevazione del dolore per
l’adulto(VAS/NRS) e il bambino• Informazione ed educazione dei pazienti a riferire il
sintomo• Processo culturale di sensibilizzazione degli
operatori coinvolti (la rete)• Raccomandazioni per il trattamento del DPO• Cartelle integrate• Protocolli di trattamento del dolore omogenei
validati(EBM) e condivisi in vari ambiti• Percorsi di accreditamento• Elaborazione di materiale illustrativo del progetto
OSD
Il regolo del doloreaziendale….
207
Non possiamo modificare in modo sostanziale la storia naturale delle
malattie croniche o a prognosi infausta ma possiamo perseguire i seguenti
obiettivi:
• Ridurre il dolore• Ritardare il peggioramento nel tempo• Ridurre la disabilità• Migliorare la qualità della vita del
paziente • Raggiungere equilibrio tra aspettative
e preferenze del paziente e strategie diagnostico terapeutiche razionali
U.O. COMPLESSA DI MEDICINA INTERNA
Direttore Dr. Massimo Gallerani
Progetto Ospedale senza Dolore
SCALA ANALOGICA VISIVA DEL DOLORE (VAS-DOLORE)
Vorremmo che Lei indicasse con una crocetta su questa scala da 0 a 100 quanto è forte il suo dolore.
Ora 8
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
Ora 12
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
Ora 16
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
Ora 20
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
Ora 24
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
Giorno
Notte
Assenza
di dolore
├──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┼──┤ 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Il dolore più forte che si
possa immaginare
La seguente scheda è utile per misurare l’intensità del dolore da Lei accusato. Il valore 0 indica la situaizone di benessre Il valore 100 il massimo dolore che Lei possa immaginare. Per una corretta valutazione del sintomo dolore e l’efficacia della terapia effettuata è opportuno che venga indicato il valore del sintomo dolore per ognuna delle fasce orarie indicate. Va utilizzata una sched aper ogni giorno di rilevazione del sintomo dolore.
Considera il dolore come un “quinto segno vitale”
JAMA 1999; 281:978
Data apertura
Dolore OSS
• Valutare sede, intensità, insorgenza e durata del dolore
• Istruire l’utente a chiedere il farmaco prescritto prima che il dolore diventi grave
• Verificare l’efficacia del farmaco
Pianificaz
ione assis
tenziale
PROCEDURA DIPARTIMENTALE PER LA GESTIONE DEL DOLORE POST OPERATORIO
Scopo • Garantire una terapia antalgica postoperatoria appropriata, efficace, controllata e con pari opportunità di
accesso per tutti i pazienti operati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, secondo protocolli validati e condivisi.
• Standardizzare i criteri di valutazione del dolore postoperatorio,la terapia farmacologia,le tecniche di somministrazione , in coerenza con i principi del progetto “Ospedale senza Dolore”.
• Ottenere un’analgesia soddisfacente nel periodo postoperatorio(VAS
In fase di realizzazione
• L’informazione sul DPO multilingue• Il percorso multilingue in area pediatrica• La formazione sul campo• Nuovi strumenti di comunicazione: …..
• Conoscere• Sorvegliare • Prevenire e
Controllare
Il controllo delle infezioniObiettivi
! ruolo strategico della formazione! raccolta-analisi-interpretazione-disseminazione
dati sanitari (Thacker, 1988)
! protocolli-procedure-istruzioni operativeinterventi organizzativi e strutturali
reenginering di processi
audit clinico-assistenziali – RCA – FMEA\FMECA
GESTIONE DEL RISCHIOGESTIONE DEL RISCHIO
• Area di programma “Rischio Infettivo” – Agenzia Sanitaria Regionale Emilia-Romagna
• Rete Regionale “Comitati Infezioni Correlate all’Assistenza”
Sistema di gestione
• Struttura Dipartimentale di Igiene Ospedaliera! struttura aziendale dedicata a presidiare gli aspetti e gli impatti inerenti le tematiche di igiene ospedaliera
• Comitato per il Controllo delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (C.C.I.O.S.) AOU-Ferrara
• Gruppo Operativo “Base” C.C.I.O.S.
• Gruppi Operativi “di progetto” C.C.I.O.S.
• Rete Referenti per la Sorveglianza delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (Referenti S.I.O.S.)
Direzione Medica di Presidio Struttura Semplice Dipartimentale
“IGIENE OSPEDALIERA E QUALITÀ DEI SERVIZI AMBIENTALI”
C.C.I.O.S. Comitato per il Controllo delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie
P-105-AZGennaio 2008
Alert Organism
4. PseudomonaspanResistente
5. Acinetobacter ImipenemResistente
6. StenotrophomonasmaltophiliaCotrimossazoloResistente
1. Stafilococco aureo:a. Vancomicina Intermedio (VISA)b. Vancomicina Resistente (VRSA)c. Vancomicina e TeicoplaninaResistente
2. Stafilococco coagulasi negativo:a. Vancomicina Intermedio (VISE)b. Vancomicina Resistente (VRSE)c. Vancomicina e TeicoplaninaResistente
3. Enterococco VancomicinaResistente (VRE)
GRAM -GRAM +
Classificare il paziente in base al LIVELLO DI RISCHIOLIVELLO 1
ALTO RISCHIO
LIVELLO 2
MEDIO RISCHIO
LIVELLO 3
BASSO RISCHIO
Applicazione
misure specifiche
di
gestione e controllo
criteri di classificazione: Microrganismo, LocalizzazioneAutosufficienza - Orientamento
Marketing e comunicazione sociale
Oggetto dell’offerta sono le IDEE, ciò che si chiede al pubblico è di cambiare un’opinione e di modificare un comportamento che si ritengono dannosi per l’interesse individuale e/o collettivo.
- Approccio “informativo-educativo”
- Messaggi per informare sui danni alla salute prodotti da un dato comportamento o sui benefici derivanti dal cambiamento
- Campagne informativo- educative! fornire aiuti concreti per modificare il comportamentodopo l’esposizione al messaggio (per es. che cosa fareper ….).
“Al sicuro tra casa e lavoro”Campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale – APRILE 2008
Gli incidenti stradali nel percorso casa-lavoro sono di gran lunga la prima causa delle cosiddette “morti bianche”; ad essi, infatti, èriconducibile circa il 50% dei morti sul lavoro.
Questi dati hanno motivato la scelta di dedicare un’attenzione particolare ai lavoratori, partendo innanzitutto dai nostri dipendenti.
In accordo con l’Osservatorio provinciale per l’Educazione e la Sicurezza Stradale, Provincia e , Comune di Ferrara, Prefettura e le Aziende Sanitarie del territorio hanno promosso una Campagna di sensibilizzazione rivolta ai propri dipendenti, realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, INAIL, CGIL, CISL, UIL, Farmacie Comunali di Ferrara.
AZIONI
presentazione della Campagna al Collegio di Direzione,sito Intranet aziendale,ad ogni dipendente, un piccolo “kit” di oggetti che possono attirare
l’attenzione sul tema della sicurezza stradale:una mini guida ai comportamenti corretti in auto, in moto, in
bicicletta per incoraggiare un utilizzo più consapevole dei mezzi che ogni giorno ci accompagnano nei nostri spostamenti;
un etilotest monouso per porre l’attenzione sul tema del rapporto tra consumo di alcol e guida sicura. Nelle Farmacie Comunali di Ferrara saranno a disposizione etilotest gratuiti come quello distribuito;
un bracciale rifrangente, utile per rendersi sempre visibili quando si utilizza la bicicletta, mezzo di cui la nostra provincia vanta una predilezione e che aiuta anche al contenimento del traffico e delle emissioni in atmosfera.
affissione di manifesti per coinvolgere operatori e utenti all’utilizzo delle cinture di sicurezza,
9 aprile 2008 - Giornata aziendale della Sicurezza stradale:
presenza nell’ingresso principale del S.Anna di una Mostra di fumetti sulla sicurezza stradale;
proiezione in continuo in Aula Leoniceno, dalle ore 8.00 alle ore 13.00, di filmati e spot pubblicitari sul tema della sicurezza stradale, con distribuzione di fogli informativi a tutti gli operatori, i pazienti e i visitatori che vorranno partecipare (entrata libera);
corso di guida sicura tenuto da Alex De Angelis*, della R Team Mitsubishi Italia, Campione 2005 Coppa Velocità Valvoline.
utilizzo nella mensa aziendale, di tovagliette per i vassoicon grafica e messaggi sul tema della sicurezza stradale.
Domaniper una cultura della cultura: creare RETE - conoscenza disseminata attraverso la Creazione e Formazione di un gruppo di ESPERTI HPH aziendali;
per restare agganciati alla rete Regionale, Nazionale, Europea, ......
PROGETTO FORMATIVO 2008-2010 Rete Esperti HPH
Obiettivi1. Informare gli operatori riguardo la rete HPH e la relativa esperienza progettuale maturata in azienda.
2. Costruire la rete degli esperti HPH in azienda condividendo una comune identità riguardo i valori e scopi.
3. Sviluppare competenze progettuali e di lavoro in gruppimultidisciplinari nel rispetto della filosofia HPH.
4. Sviluppare competenze comunicative e relazionali che migliorino negli operatori la capacità di ascolto dei disagi / problemi / eccellenze presenti in azienda.
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI FERRARA PROGETTO FORMATIVO 2008-2010 Rete Esperti HPH