Il Giornale Bimestrale della Scuola Agorà
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Wow che pullman strano che c’è capitato oggi per andare in gita! É stato un lungo viaggio, ma eccoci finalmente davanti al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari. Appena finita la merenda siamo entrati al museo, la nostra guida si chiamava Francesca, con al seguito degli studenti universitari. Nella prima sala c’erano tanti carri da trasporto, di questi ce ne ha spiegati tre: uno che era siciliano, l’altro era dell’Emilia Romagna e l’ultimo veniva dal Lazio; quest’ultimo era il più evoluto perchè aveva il freno, come quello delle biciclette. Salite le scale abbiamo visto tutti i vestiti di ogni regione e i gioielli tradizionali. In seguito abbiamo visto degli attrezzi agricoli: uno dei più importanti era l’aratro che venne inventato dai Sumeri. Nella sala successiva c’erano i campanacci usati per rintracciare gli animali; abbiamo anche visto come si vestivano i pastori. Di fronte c’era la stanza delle barche, in mezzo c’era una barca che venne usata dal re e dalla regina: una gondola.
La cosa più bella è stata quella di fare il laboratorio alla fine della visita: il gioco consisteva nel mettere nei recipienti delle foto che avevamo visto, ogni volta che era giusto ci davano un pezzo di Italia che andava messo in un puzzle. È stato bello perchè credevo fosse noioso, invece no! Grazie alla gita ora quando torniamo a scuola sapremo meglio le regioni. Valerio Dionisi e Christian Zafferri, Classe quarta
Dai tempi dei tempi spavento
i bambini, mi temono anche
i più birichini. Nei libri mi
vedono col pelo arruffato, le
zanne bianche, il collo
ingrassato. Eppure di notte
nel mio nascondiglio, c’è un
cucciolo caldo che con uno
sbadiglio mi attende, mi
lecca e mi fa festa. Per lui
sono mamma e basta.
Riccardo Brolli
Classe seconda
Mamma Lupo
Cronaca di una gita: conosciamo le regioni d’Italia
Vi presento il mio papà Il mio papà è simpatico perché prende in giro i cantanti. Noi ridiamo sempre. Lui è il mio gigante ma io sono il suo piccolo re. Insieme facciamo delle scoperte assurde e giochiamo con la Play Station 3. È un dottore e gli voglio tantissimo bene. Noi siamo una coppia bellissima perché abbiamo lo stesso carattere. Siamo uguali di faccia e di capelli che sono neri e anche gli occhi che sono celesti. Abbiamo molte cose in comune e senza di lui non faccio niente. Leonardo Lizzio, Classe Prima
La Gazza Ladra
Anno 8° aprile 2017
Il Giornale Bimestrale della Scuola Agorà
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Il Giornale Bimestrale della Scuola Agorà
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Buona Pasqua!! da Melissa Zafferri, Classe seconda
Riempiamo la casa di fiori!!
Istruzioni: Tagliare un quadrato di carta crespa nera o gialla della misura di 15 x 15 cm; al centro del quadrato mettere un batuffolo di ovatta; chiudere con spago da cucina il “cuore” del fiore; tagliare una striscia di carta crespa colorata; ricavare dalla striscia tanti pezzi a forma di petalo; fissare i petali al “cuore” del fiore prima con la colla, poi con lo spago da cucina; inserire delicatamente il bastoncino verde nel cuore del fiore e poi fissare con il nastro crespato verde; dare forma ai petali, arricciandoli anche con l’aiuto di una matita.
Gli alunni di classe terza
Benvenuta primavera Oggi che è primavera possiamo vedere molte più cose tipo: molti fiori colorati, animali dappertutto e un sole che spacca le pietre. Poi in primavera le giornate sono molto lunghe e così possiamo giocare di più e studiare di più. Anche gli alberi sono belli perché sono pieni di fiori che hanno mille colori lucenti e per tutti i fiori ci sono anche insetti. E dentro i nidi sentiamo i gridi degli uccelli.
Alessandro Bizzarri, classe prima
Limerick di primavera C’era una farfallina luccicante Che voleva fare la cantante. Sui fiori si è posata E la primavera è sbocciata. Che bella farfallina luccicante!
Giorgio Caramia Classe quarta
Haiku della quinta
Il sole inciampa. Lascia il posto
alla luna. Damiano Piredda
La rosa sboccio’.
Illuminata dal sole, rossa come il fuoco.
Elisa Salerno
Un gatto bianco, nel carbone finì. Un gatto nero.
Ginevra Ferretti
La pioggia contro il sole. L’arcobaleno.
Ascanio D’Alessio
Il Giornale Bimestrale della Scuola Agorà
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La pianta e le sue caratteristiche Materiale: Cartoncini verde, marrone, giallo, celeste, rosa Cartone ondulato Ovatta Bucafogli Colla Forbici Pennarello marrone
Procedimento Prima ho ritagliato il cartone verde per fare il prato e quello celeste per fare il cielo e li ho incollati sul cartone marrone; poi con il cartone ondulato ho fatto la sagoma del fusto dell’albero. Dopo con la buca fogli ho realizzato cerchietti rosa con cui ho fatto la chioma. Aprendo una finestra sul cartone verde ho disegnato le radici. Infine con il cartone giallo ho fatto il sole e con l’ovatta le nuvole. Patrizia Ranucci
I vantaggi della bicicletta
Hai mai pensato a quanti vantaggi ha la bici? Il primo vantaggio della bicicletta è il risparmio economico: la bici non ha bisogno di tanto al contrario dell’automobile che ha bisogno della manutenzione, del carburante, ma soprattutto delle tasse, che pizza! Un altro suo grande vantaggio è quello del risparmio di tempo: la bici ci mette meno tempo ad arrivare in un luogo perché svicola nel traffico mentre la macchina è circondata da una giungla a quattro ruote! C’è differenza nello stare dentro la macchina un’ora ad urlare e suonare il clacson. Il terzo vantaggio è la qualità della vita: il cuore è più forte e sano, la tua forza aumenta perché fai sport senza accorgertene e per questo hai uno splendido sorriso sul tuo volto mentre la macchina non ti permette di svolgere queste azioni. Il quarto vantaggio è quello di passare più tempo in famiglia e di fare attività fisica in compagnia. Infine troviamo l’ultimo vantaggio: è il rispetto dell’ambiente perché l’aria è più pulita perché non hai usato la macchina. Che bello non avere la coscienza sporca!
Marta Di Lascio e Giorgia Remiddi
Classe quarta
C’era una volta... C’era una fata che si chiamava Sara. Aveva novantanove anni. Era vestita in modo elegante. Aveva i capelli castani e gli occhi marroni. Un giorno ha incontrato il mago Star che volova fare una magia. I due andarano nel bosco, trasformarono semi in fiori e resero felice un alce. Alla fine si salutarono. Avevano imparato che stare insieme è bellissimo. Flavio Ferrigno,
classe seconda
16 marzo 2017
Caro Diario,
tra pochi giorni sarà la festa del papà
ed io sono molto felice perché ho un papà
davvero eccezionale.
Lui si chiama Massimo ed ha 54 anni e
lavora a capo di una tipografia che si
chiama Modulgraf. Ha i capelli grigi
come la nebbia e gli occhi castani, è alto
e robusto infatti va sempre in palestra
perché ci tiene al suo corpo.
Ha molte abitudini: è ossessionato di
tennis ed è sempre in giro neanche fosse
Cristoforo Colombo o un viaggiatore.
Insieme scherziamo e ci divertiamo e
abbiamo sempre un programma per far
passare bene la giornata.
Mio padre mi piace, lo amo per tutti i
sacrifici che fa per me e gli voglio molto
bene.
A presto Diario
Nicolas Stagno
Classe quarta
Il Giornale Bimestrale della Scuola Agorà
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La macchina dimenticata
Bbbbrrrr Bbbrrrrr Wrooom Wroom. È lì parcheggiata All’autorimessa, La vecchia auto Lì da sempre D’inverno e d’estate. Che biasimo vederla Christian Zafferri e Ludovico Felici Abbandonata! Classe quarta
IL TIMO
Il timo (Thimus vulgaris), conosciuto anche come erbuccia sermollo, è un arbusto di dimensioni ridotte. La fioritura del timo avviene tra la primavera e l’estate con la comparsa di un fiore rosato. L’impiego del timo è indicato per il trattamento delle affezioni. Esistono centinaia di varietà di timo. Si tratta di una pianta officinale ed aromatica e al timo vengono attribuite proprietà balsamiche, anticatarrali ed antisettiche. Thymus 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia lamiaceae. Il suo nome scientifico deriva dal greco e significa forza e coraggio, qualità che risveglierebbe in coloro che ne adorano il profumo balsamico.
Beatrice Manna, Leonardo Fantozzi, Gianmarco Isidori Classe quinta
Classe quinta
Mostra e racconta: La nascita dell’universo
Opera di Elisa Samà dal titolo:
“Pianeti dai mille colori” Classe terza
Il mio sport e perché mi piace praticarlo Il mio sport era il nuoto e lo facevo all’Eschilo Uno. Mi piaceva nuotare ma quando l’acqua era fredda neanche ci volevo entrare. Mamma mi costringeva e poi ci sono dovuta entrare per forza: stavo diventando un cubetto di ghiaccio freddo! Quando ci facevano fare i tuffi mi riscaldavo e quindi dopo avere finito la lezione andavo da mamma dicendole che mi era piaciuto. Questo sport mi piaceva perché la maestra era gentile e ci faceva fare le gare e i tuffi alti e quando stavo giù nell’acqua ci faceva prendere una ciambella di plastica pesante e molto piccola. Ognuno ci riusciva tranne me, ma poi la maestra mi ha aiutato. Poi ci sono riuscita e i miei compagni non mi prendevano più in giro: così mi sono fatta degli amici simpatici, a quel punto mi sono sentita molto bene perché mi volevano bene anche loro.
Gaia Ferretti Classe Seconda