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La Riforma del Sistema Sanitario Regionale
L.R. n° 5/2009
“Norme per il riordino del Servizio sanitario
regionale”
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Introduzione
La riforma nasce dalla necessità di riorganizzare un sistema
sanitario che ha accumulato un deficit enorme e che quasi mai
ha offerto servizi adeguati, un sistema caratterizzato da budget
fuori controllo, tetti di spesa sempre sforati senza che ciò si
traducesse in un sostanziale beneficio nella risposta di salute e
con l’ospedale come unico centro dispensatore di cure non
sempre di livello accettabile.
Con la legge 5/2009 si vuole rimettere al centro del sistema la
persona umana che non solo deve curarla ma deve
“prendersene cura”.
Il sistema sanitario deve essere, quindi, strutturato sul
fabbisogno del cittadino a cui viene garantita una offerta
capillare, a partire dal territorio e dall’integrazione socio-
sanitaria, puntando sulla deospedalizzazione, sul
potenziamento dei servizi territoriali, sul controllo interamente
pubblico dell’emergenza, sulla riqualificazione dell’offerta, sulla
valutazione dell’operato dei manager e del raggiungimento
degli obiettivi.
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Con questa legge, in sintesi, si vuole coniugare l’efficienza con
il risparmio adottando un modello che prevede più territorio e
meno ospedale, lotta agli sprechi e alle duplicazioni, creazione
dei distretti ospedalieri e sanitari per un’assistenza territoriale
più vicina alle esigenze dei cittadini.
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Legge 14 aprile 2009, n. 5
Piano di rientro
Il “Piano di Rientro è un vero e proprio contratto sottoscritto il
31 luglio 2007 tra il Ministero della Salute, il Ministero
dell’Economia e delle Finanze e il precedente governo della
Regione.
Esso è stato imposto dallo Stato proprio per costringere le
Regioni più indebitate e meno efficienti a riorganizzare il
sistema, per renderlo più rispondente al reale fabbisogno di
salute dei cittadini e compatibile con le risorse finanziarie.
Negli ultimi 5 anni nella maggior parte delle Regioni italiane, ad
eccezione della Lombardia, si è notevolmente ridotto il numero
di aziende ospedaliere (tab7). In Sicilia era presente
un’eccessiva offerta ospedaliera, un numero elevato di aziende
che spesso presentavano bilanci in rosso, che erano costrette
ad aumentare i ricoveri con conseguente aumento della
percentuale di inappropriatezza, mentre le strutture territoriali
erano molto carenti.
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Tab. 7 Numero di aziende per Regione.
In effetti solo il 49% delle risorse viene destinato al territorio
invece del 55% disposto a livello nazionale, con picchi negativi
in alcune province del 37%.
Regioni Popolazione residente
A.O.
Piemonte 4.401.266 7
Valle D’Aosta 125.979 1
Lombardia 9.642.406 29
Veneto 4.832.340 2
Friuli V. Giulia 1.222.061 3
Liguria 1.609.822 3
Emilia Romagna 4.275.802 5
Toscana 3.677.048 4
Umbria 884.450 2
Marche 1.553.063 2
Lazio 5.561.017 5
Campania 5.811.390 7
Puglia 4.076.546 2
Basilicata 591.001 2
Calabria 2.007.707 4
Sicilia 5.029.683 17
Sardegna 1.665.617 1
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La legge di riforma Il nuovo modello assistenziale deve essere in grado di fornire le
più appropriate risposte ai bisogni di salute della popolazione e
di superare il gap con le più evolute regioni italiane.
Questo modello è pertanto ancorato al contesto locale, sia
storico che economico, sociale e professionale, e ha come
obiettivi superare la forte situazione di deficit,
l’inappropriatezza di molte prestazioni, la disomogeneità o
l’assenza dei servizi territoriali e l’eccessiva frammentazione
dei servizi sanitari.
I principi a cui la legge si ispira sono:
1) Centralità del malato: il SSR assicura la centralità e
la partecipazione del cittadino, universalità e parità di
accesso ai servizi sanitari, appropriatezza del percorso di
accoglienza, presa in carico, cura e dimissione, LEA,
appropriatezza e uniformità su tutto il territorio;
2) Integrazione socio-sanitaria: il SSR rende effettiva
l’integrazione socio-sanitaria, ai sensi della legge
328/2000, promuove una qualificata integrazione socio-
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sanitaria, anche attraverso il coinvolgimento dei medici di
medicina generale e dei pediatri di libera scelta;
3) Riorganizzazione rete ospedaliera: aggregazione in
dipartimenti di strutture organizzative in casi di
frammentazione e/o duplicazione, accorpamento e/o
eliminazioni di strutture organizzative che risultassero
superflue o sovradimensionate, rifunzionalizzazione di
presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità;
4) Riduzione differenze fra province: Il SSR rimuove le
cause di inadeguatezza, garantisce che tutte le strutture,
pubbliche e private, operino secondo atti di
programmazione sanitaria tendenti ad assicurare
l’autosufficienza su base provinciale, riordina la rete
ospedaliera, pubblica e privata, in funzione di una
equilibrata distribuzione territoriale, finanzia le Aziende
secondo criteri di perequazione volti ad assicurare
un’assistenza omogenea in tutta la Regione
La riforma sanitaria siciliana è un modello originale: essa
prevede, infatti, l’integrazione del territorio con l’ospedale sotto
un’unica governance, riducendo di molto il numero di aziende.
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I pilastri della riforma sono: programmazione, obiettivi,
controlli, responsabilità, premialità e sanzioni.
Programmazione
E’ affidata al piano sanitario regionale proposto dall’assessore
regionale, della durata di tre anni. Per la prima volta hanno
partecipato all’elaborazione degli atti della programmazione le
Università degli studi di Palermo, Catania e Messina, gli istituti
di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), gli enti di
ricerca pubblici e privati.
Con i piani attuativi, le aziende sanitarie provinciali (ASP) e le
aziende ospedaliere (A.O.), svilupperanno in ambito locale il
piano sanitario, definendo le attività da svolgere nei limiti delle
risorse disponibili. Il piano attuativo è l’atto di durata triennale
con il quale le ASP e le AO programmano nel limite delle
risorse disponibili dei vincoli e dei termini previsti dal PSR le
attività da svolgere.
La programmazione interaziendale di bacino ha lo scopo di
realizzare un’ottimale integrazione delle attività sanitarie delle
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aziende facenti parte del medesimo bacino in relazione agli
accertati fabbisogni sanitari ed alle esigenze socio-sanitarie.
Bacini I bacini individuati sono 2:
1. il “Bacino Sicilia Occidentale” riferito alle province
di Messina, Enna, Ragusa, Siracusa e Catania e
comprendente le ASP, le AO presenti in questo territorio e
le Università di Messina e di Catania;
2. il “Bacino Sicilia Orientale” riferito alle province di
Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta
Programmazione Sanitaria Piano
Sanitario Regionale triennale 14-12-2009 Relazione annuale dell’Assessore alla Sanità
Programmi di bacino annuali
Piani attuativi triennali delle Aziende sanitarie ospedaliere Per le Aziende sanitarie parere obbligatorio della Conferenza sindaci
Piani annuali di attività delle Aziende sanitarie e ospedaliere
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comprendente le ASP, le AO e l’Università di Palermo
(tab.8).
In ciascun bacino è costituito un comitato coordinato
dall’Assessore regionale per la sanità e composto dai direttori
generali delle ASP, delle A.O. e delle A.O. Universitarie presenti
nel territorio che all’interno del bacino:
- organizzano i servizi di supporto e determinano
forme di acquisto di beni e servizi in modo centralizzato o
coordinato;
- individuano aree di riferimento nelle quali attivare
tipologie di interventi per specifiche esigenze assistenziali
connesse anche alle peculiarità locali;
- promuovono progetti e servizi comuni costituendo
anche dipartimenti dipartimenti tecnico-scientifici
interaziendali;
- concorrono alla razionalizzazione delle attività
ospedaliere mediante specifici servizi che permettono il
coordinamento interaziendale.
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Tab. 8 Bacini e loro funzioni
2 BACINI REGIONALI • Bacino Sicilia Ovest (PA, TP, AG, CL)
• Bacino Sicilia Est (ME, CT, RG, SR, EN) • Nel bacino tutte le aziende concordano un programma
comune volto all’integrazione delle attività sanitarie e socio-sanitarie.
• Coordinamento acquisto di beni e servizi
• Definizione interventi per specifici bisogni territoriali
• Costituzione dipartimenti interaziendali per servizi specifici
• Sviluppo delle attività ospedaliere in rete
La riduzione delle aziende ospedaliere
In seguito alla soppressione di alcune strutture e
all’accorpamento di altre si è passati da 29 a 17 aziende:
• 9 aziende sanitarie provinciali, una per ogni
provincia;
• 3 aziende ospedaliere di riferimento regionale;
• 2 aziende ARNAS (azienda di riferimento nazionale
di alta specializzazione);
• 3 aziende ospedaliero-universitarie;
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ASSESSORATO DELLA SANITA’
CASE DI CURA PRIVATE(65)
AZIENDE OSPEDALIERE(17)
9 ASP 3 A.O. 2 ARNAS 3 A.O.Univ.
BACINO ORIENTALE BACINO OCCIDENTALE
Papardo‐Piemonte MECervello – Villa Sofia PACannizzaro CT
Civico – PAGaribaldi ME
A.O.U. PAA.O.U. MEA.O.U. CT
Una per ogni provincia
Nella tab. 9 sono indicate le nuove aziende ospedaliere
costituitesi e quelle soppresse.
Tab. 9 Le nuove aziende formatesi per accorpamento delle precedenti.
Aziende di nuova costituzione Ex Aziende Ambito territoriale
AG ASP di Agrigento AUSL 1A.G. San Giovanni di Dio di AG
A.G. di Sciacca
Provincia di AG
CL ASP di Caltanissetta AUSL 2A.O. Sant’Elia di CL
A.O. Vittorio Emanuele di Gela
Provincia di Cl
CT ASP di Catania AUSL3A.O.Gravina di Caltagirone
Provincia di Catania
A.O. per l’emergenza Cannizzaro A.O. Cannizzaro
EN ASP Enna AUSL4A.O. Umberto I di Enna
Provincia di Enna
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ME ASP di Messina
AUSL5 Provincia di
Messina
A.O. Ospedali Riuniti Papardo-Piemonte
A.O PapardoA.O. Piemonte
PA ASP di Palermo AUSL 6 (tranne P.O. Casa del Sole di Pa) P.O. Villa delle Ginestre (ex A.O. Villa
Sofia)
Provincia di Palermo
A.O. Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello
A.O. Villa Sofia (tranne P.O. Villa delle Ginestre)
A.O. Cervello P.O. Casa del Sole (ex AUSL 6)
RG ASP di Ragusa AUSL 7A.O. Ompa RG
Provincia di Ragusa
SR ASP di Siracusa AUSL8A.O. UmbertoI di SR
Provincia di Siracusa
TP ASP di Trapani AUSL 9A.O. S. Antonio Abate di TP
Provincia di Trapani
Le Aziende Sanitarie Provinciali Garantisce l’assistenza sanitaria attraverso l’attività
ospedaliera e l’attività territoriale e l’integrazione dei servizi
sanitari e socio-sanitari anche mediante il trasferimento
dell’offerta sanitaria dall’ospedale al territorio (tab.9).
L’attività ospedaliera, coordinata dalla direzione aziendale, è
erogata attraverso i distretti ospedalieri dell’ASP che operano
mediante un’organizzazione in rete.
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I distretti ospedalieri Sono complessivamente 20. Sono costituiti dall’aggregazione
di uno o più presidi ospedalieri appartenenti alle soppresse
ASL con le soppresse A.O. o dall’aggregazione di più presidi
ospedalieri appartenenti alle soppresse ASL.
I distretti organizzano ed erogano prestazioni ospedaliere e
specialistiche ambulatoriali. Gli obiettivi sono:
- uniformità dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di
riferimento;
- riequilibrio della rete ospedaliera anche mediante
accorpamentoe/o eliminazione di strutture superflue e la
rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati;
- superamento della frammentazione e/o duplicazione delle
strutture esistenti attraverso aggregazione in dipartimenti.
I distretti saranno guidati da un coordinatore amministrativo e
da un coordinatore sanitario. Nella tabella di seguito sono
indicati i 20 distretti: 2 per ogni provincia, tranne per le
province di Catania e Palermo che ne hanno 3.
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Ex A.O. San Giovanni di
Dio Agrigento
Distretto Ospedaliero AG 1 P.O. S. Giacomo d’Altopasso
Licata
P.O. Civile Barone Lombardo
Canicatti
ASP AG
Distretto Ospedaliero AG 2 Ex A.O. Ospedali Civili Riuniti
Sciacca
P.O. F.lli Parlapiano Ribera
Ex A.O. Sant’Elia Caltanissetta
Distretto Ospedaliero CL 1 P.O. M. Raimondi San Cataldo
P.O. M. Immacolata Longo Mussumeli
ASP CL
Ex A.O. Vittorio Emanuele III
Gela
Distretto Ospedaliero CL 2 P.O. Basarocco Niscemi
P.O. Santo Stefano Mazzarino
P.O. Santa Marta e Santa Venera
Acireale
Distretto Ospedaliero CT 1 P.O. S. Giovanni di Dio Giarre
P.O. SS.Salvatore Paternò
ASP CT Distretto Ospedaliero CT 2 P.O. M.SS.Addolorata Biancavilla
P.O. Castiglione Prestianni Bronte
Distretto ospedaliero CT 3 Ex A.O. Gravina di Caltagirone
Caltagirone
P.O. Basso Ragusa Marino Militello V. di CT
Ex A.O. Umberto I Enna
Distretto Ospedaliero EN 1 P.O. Chiello Piazza Armerina
ASP EN
Distretto Ospedaliero EN 2 P.O. Branciforte Leonforte
P.O. Basiliotta Nicosia
P.O. Civile Lipari
P.O. S. Vincenzo di Taormina
Taormina
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Distretto Ospedaliero ME 1 P.O. Ospedale di Zona Milazzo
P.O. Cutroni Zodda Barcellona
ASP ME
P.O. Barone Romeo Patti
Distretto Ospedaliero ME 2 P.O. S. Salvatore Mistretta
P.O. S. Agata di Militello S. Agata di Militello
Ex A.O. Sant’Antonio Abate
Trapani
Distretto Ospedaliero TP 1 P.O. San Vito Santo Spirito Alcamo
P.O. B. Nagar Pantelleria
ASP TP
P.O. Biagio Marsale
Distretto Ospedaliero TP 2 P.O. Abele Ajello Mazara del Vallo
P.O. V. Emanuele III Salemi
P.O. V. Emanuele II Castelvetrano
Ex A.O. Umberto I Siracusa
Distretto Ospedaliero SR 1 P.O. Trigona Noto
P.O. Di Maria Avola
ASP SR
Distretto Ospedaliero SR 2 P.O. Ospedale Generale Lentini
P.O. Muscatello Augusta
P.O. Civile Ragusa
Distretto Ospedaliero RG 1 Ex P.O. OMPA Ragusa
ASP RG
P.O. Maggiore Modica
Distretto Ospedaliero RG 2 P.O. Busacca Scicli
P.O. Guzzardi Vittoria
P.O. Regina Margherita Comiso
P.O. Ospedale Civico di Partinico
Partinico
Distretto Ospedaliero PA 1 P.O. Ospedale di Corleone Corleone
P.O. Regina Margherita Palazzo Adriano
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ASP PA Distretto Ospedaliero PA 2 P.O. S. Cimino Termini Imerese
P.O. Barone Paolo Agliata Petralia
P.O. G.F. Ingrassia Palermo
Distretto ospedaliero PA 3 P.O. E. Albanese Palermo
P.O. Villa delle Ginestre Palermo
I distretti sanitari e i PTA Il distretto sanitario eroga prestazioni relativamente a
prevenzione individuale o collettiva, diagnosi, cura,
riabilitazione ed educazione sanitaria della popolazione.
I Presidi Territoriali di Assistenza (PTA, “Osp. Cure primarie”)
costituiti da più servizi territoriali attivi nelle 24 ore costruiti nei
presidi rifunzionalizzati, garantiranno attraverso il CUP
un’assistenza capillare per:
A. cure primarie (continuità assistenziale, cure domiciliari,
diagnostica specialistica, piccola chirurgia d’emergenza,
ricoveri media e bassa complessità, riabilitazione,
assistenza patologie croniche
B. servizi socio-sanitari integrati con le prestazioni sociali
C. servizi a favore di minori e famiglie con bisogni complessi
D. servizi salute mentale e tossicodipendenze
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I PTA erogheranno i servizi sanitari di base, assicurando:
la presenza del medico di famiglia e del pediatra di libera
scelta;
I servizi di continuità assistenziale;
I punti prelievo;
Il punto lastre;
L’attività specialistica ambulatoriale;
Il consultorio familiare;
I servizi di lunga assistenza e riabilitazione alle persone
con patologie croniche.
Le Aziende Ospedaliere Assicurano l’attività sanitaria di alta specializzazione con
dotazioni di tecnologie diagnostico-terapeutiche avanzate ed
innovative e svolgono i compiti specificamente attribuiti dagli
atti della programmazione regionale.
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Azienda Ospedaliera Cannizzaro CT
Azienda Ospedaliera Ospedali riuniti
Papardo-Piemonte
ME
Azienda Ospedaliera Ospedali
Riuniti Villa Sofia-Cervello
PA
ARNAS GARIBALDI AMBITO REGIONALE
ARNAS CIVICO AMBITO REGIONALE
Le Aziende Ospedaliere Universitarie Mantengono la propria autonomia, ma è prevista la possibilità
d’integrazione tra aziende ospedaliere e Università sulla base di
specifici protocolli d’intesa.
Azienda Ospedaliera Universitaria
Policlinico P. Giaccone di PA
Ambito Regionale
Azienda Ospedaliera Universitaria
Rodolico e Vittorio Emanuele di CT
Ambito regionale
Azienda Ospedaliera Universitaria
Martino di ME
Ambito Regionale
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Strutture Private
Il rapporto con le strutture private terrà conto del fabbisogno
sanitario, degli standard occupazionali e del rispetto degli
obblighi contrattuali in materia di lavoro e di previdenza. Per le
strutture private sono previsti:
• programmazione sanitaria secondo fabbisogno
epidemiologico;
• verifica qualità ed appropriatezza attività e
prestazioni erogate;
• monitoraggio informatizzato quantitativo e
qualitativo rispetto standard occupazionali, contrattuali e
obbligo formativo.
La legge assegna all’assessore alla Sanità compiti di controllo
sulle attività espletate e sulle prestazioni erogate dalle strutture
pubbliche e private; prevede il criterio della premialità per le
strutture capaci di produrre mobilità attiva e cioè di attrarre
pazienti da altre regioni; disciplina i requisiti, le condizioni, le
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modalità di nomina dei direttori generali e l’ipotesi di
decadenza e commissariamento.
I direttori generali decadranno automaticamente in caso di
mancato raggiungimento dell’equilibrio economico di bilancio,
in relazione alle risorse negoziate, nonché in caso di mancato
raggiungimento degli obiettivi.