LA SORGENTE - Aprile 2011
La Sorgente APPUNTI DI VITA DELLA PARROCCHIA DI POVEGLIANO VERONESE
Anno XXVI - N. 204
2 LA SORGENTE - Aprile 2011
A l centro del Vangelo c'è la bella notizia,
il cuore stesso dell’annuncio cristiano: la
pasqua di morte e risurrezione: “è risor-
to; il Crocifisso è il Risorto”.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e
viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto
l'anno liturgico è il Triduo del Signore croci-
fisso, sepolto e risorto, che culmina nella dome-
nica di Pasqua. In ogni domenica, Pasqua della
settimana, la Santa Chiesa rende presente questo
grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato
e la morte.
Centro dell’anno liturgico e della vita del creden-
te perché senza la risurrezione saremmo davvero
infelici e sfortunati discepoli di un morto, blocca-
ti attorno ad una tomba.
- DOMENICA DELLE PALME: ad ogni Santa
Messa vengono benedetti i rami di ulivo da por-
tare nelle case; alle ore 9.15 e alle 10,45, faremo
una breve processione in memoria dell’ingresso
di Gesù a Gerusalemme.
- GIOVEDI’ SANTO: alle ore 20,30 la Messa
“nella Cena del Signore”. Una solenne celebra-
zione di tutta la comunità attorno al tema del ser-
vizio e dell’Eucaristia. "Avendo amato i suoi che
erano nel mondo, li amò sino alla fine, si alzò da
tavola, si tolse la veste, si legò un asciugamano
intorno ai fianchi, e cominciò a lavare i piedi,
riprese la veste e si mise di nuovo a tavola, poi
disse: mi chiamate “Maestro e Signore” e dite
bene … ho lavato i piedi a voi … anche voi dove-
te lavarvi i piedi gli uni gli altri … vi ho dato un
esempio perché facciate anche voi come ho fatto
io … sarete veramente beati quando le metterete
in pratica".
- VENERDI’ SANTO: ore 15 la liturgia, non la
Messa, della passione e morte di Gesù. Uniti al
nostro Signore che muore perché noi possiamo
avere la vita.
- VEGLIA PASQUALE: ore 22, celebriamo la
risurrezione: di Cristo e nostra; siamo già risorti
con Cristo, a partire dal Battesimo. “Se siete ri-
sorti con Cristo cercate le cose di lassù.” Una
risurrezione che ha la sua radice nel Battesimo:
immersi nella morte con Cristo per riemergere
nella vita nuova.
Passare dalla morte alla vita, dal buio alla luce
come una comunità che condivide: attorno al fuo-
co nuovo, seguendo una piccola fiamma, ma
grande perché da essa accendiamo tutte le altre;
con l’acqua che dona vita e rinnova la vita nuova
(non ricordo ma memoriale - riconferma, rinno-
vata adesione, - del Battesimo); condividendo poi
l’Eucaristia, rompendo così il “digiuno” del Ve-
nerdì Santo, si fa festa, si rende grazie, Cristo è
davvero risorto, Alleluia.
BUONA PASQUA
A TUTTI I Sacerdoti della Parrocchia
RINATI
DALL’ ACQUA
E DALLO
SPIRITO SANTO
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D io arrivò dalle nostre parti senza far rumore e scelse un percorso quasi incomprensibile per noi. Domandò la disponibilità ad una ragazza di Naza-
reth, un paesino sconosciuto della Palestina e nacque a Betlemme, in una grotta, in disparte, nel silenzio degli uo-mini e delle cose. Alla culla resero onore dei poveri pastori e non furono spedite missive a re e imperatori per avvertirli dell'avvenimento. Anzi, saputa la cosa, si agitarono e lo sentirono come un concorrente talmente pericoloso che fu costretto a fuggire in Egitto per sfuggire alla crudeltà di Erode il grande. Tornato a Nazareth ; visse per 30 anni nel nascondimento. Non si distinse per fatti straordinari per dimostrare chi era veramente. Lavorò semplicemente come un qualsiasi giovane del suo tempo: "Ma non è il figlio del falegname e sua madre non sì chiama Maria?" Sembra di ascoltare il crocchio delle donne che vanno ad attingere acqua e che non sanno spiegarsi l'esplosione di notorietà e il fascino di quell'uomo che nel suo paesello non aveva im-pressionato più di tanto i suoi concittadini. E quando ritorna I'accoglienza non è delle più calorose. Tentano perfino di gettarlo giù dal monte su cui sorgeva la città. Ma Lui se ne va, perché, signore del tempo e della storia, fissa solo Lui la "sua ora". Ha iniziato la vita pubblica predicando uno strano regno senza funzionari ed eserciti. Non vive in una reggia, non veste panni preziosi e ama mangiare con peccatori e prostitute. Non organizza incontri ufficiali con i capi dei Giu-dei per discutere i punti salienti della sua dottrina e i rapporti con i Romani. Il suo insegnamento, anzi, mette in crisi quel-lo dei maestri della legge. Si crede figlio di Dio? Occorre toglierlo di mezzo quanto prima. Il potere religioso e politi-co si coalizzano. L' odio dell'uno e la viltà dell'altro lo con-dannano. Viene crocifisso e sul Golgota la partita sembra chiusa. Ma sulla croce Gesù continua ad essere segno di contraddizione. Molti lo deridono come un vinto. I capi dei sacerdoti gongolano. Gesù perdona i persecutori e un la-drone diviene l'antesignano dei nuovi credenti. Ha inizio così la storia di un regno che non è di questo mondo e di un re che chiama i pastori quando nasce e i malfattori quando muore. Nella triste sera del venerdì santo, quando tutto
sembra finire, tutto ha inizio. Durante i secoli lo scandalo del Crocifisso continua. In Roma c'era chi lo scherniva dise-gnandolo con la testa d'asino. Nel Talmud ebraico la storia di Gesù e Maria brilla per i particolari offensivi. Non parlia-mo poi della ridda di interpretazioni eretiche: - Gesù non è Dio - ha una sola natura - non muore in croce Lui, ma un sosia, etc. In epoca moderna si comincia a dubitare della sua esistenza storica o, se è esistito, è solo un uomo, ado-rato da un seguito di esaltati. Ai nostri giorni la storia conti-nua. A Ofena, paesino dell'Abruzzo, un mussulmano fa togliere il Crocifisso dall'aula della scuola del figlio e lo stes-so getta dalla finestra dell' ospedale dove è ricoverata la madre "il cadaverine". Una signora finlandese non lo vuole nella classe del figlio per non turbarne il cammino educati-vo. Ricorre ad un tribunale europeo che le dà ragione (3 nov. 2009). Il governo italiano impugna la sentenza presso un altro tribunale che afferma che il Crocifisso non contrasta con la libertà di religione (18 marzo 2011). Al di là delle carte bollate e dei tribunali, il problema è più profondo. Si tratta dell'eterna lotta tra Cristo e il nemico dell'uomo, del-lo scandalo di un Dio Crocifisso, incomprensibile al di fuori della fede.
Marcello Montagnoli
Lo scandalo
del Dio
crocifisso
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O gni anno il periodo pasquale è
particolare per la nostra religio-
ne perché in qualche modo ci
sentiamo più vicini e più uniti quasi co-
me se ci fosse una forza che ci tiene at-
taccati e saldi nel ricordo di Gesù morto
per noi sulla croce.
Queste sembrano le classiche parole che
ogni anno si usano: “Gesù morto per noi
sulla croce”, ma bisogna dire che sono le
più giuste perché Cristo è morto con il
peso del peccato di tutta l’umanità sulle
spalle ed è morto per salvare l’uomo. Si è
fatto umiliare, insultare, accusare di be-
stemmia e perfino crocifiggere per pro-
teggere noi, peccatori incalliti senza nes-
sun rispetto per gli altri. All’epoca di Ge-
sù c’era timore delle punizioni di Dio mentre oggi, ed
è difficile ammetterlo, non fa differenza che Dio esi-
sta oppure no.
Purtroppo quello che è accaduto migliaia di anni fa si
sta ripercuotendo oggi: quell’odio e quel non rispetto
che hanno condannato Gesù senza pietà e senza rim-
pianto.
Nel film di Mel Gibson “The passion of Christ”, sen-
za dubbio uno dei più toccanti e cruenti sulla passione
di Cristo, vengono ripercorsi gli ultimi momenti della
vita di Gesù, dall’orto degli ulivi fino alla crocifissio-
ne. Gesù, nell’orto degli ulivi con i suoi discepoli,
viene tentato dal demonio che gli dice che il peccato
di tutti gli uomini è troppo pesante per essere sostenu-
to da una sola persona. Inoltre il diavolo gioca su un
altro punto: il rapporto padre-figlio che c’è tra Dio e
Gesù, mettendo in dubbio il fatto che Gesù sia figlio
di Dio perché, effettivamente non c’è il classico rap-
porto padre-figlio che tutti si aspetterebbero di vede-
re. Ma Gesù non cede e con violenza schiaccia il ser-
pente che era uscito dal mantello del diavolo. Dopo di
che Gesù viene catturato e portato davanti ai sacerdoti
che lo accusano di bestemmia e vogliono condannar-
lo. Tra la folla è presente anche Pietro che venendo
riconosciuto come uno dei discepoli di Cristo, preso
dalla paura, lo rinnega. Convinti che Gesù sia un de-
linquente, i sacerdoti lo portano da Ponzio Pilato, che
però non vuole condannarlo e lo manda da Erode che
si convince dell’innocenza di Cristo dicendo divertito:
“Questo non è un delinquente, è un pazzo!”. Allora
Gesù viene riportato da Ponzio Pilato che ha il duro e
inevitabile compito di decidere se condannarlo oppure
lasciarlo andare. Decide di punirlo duramente con le
frustate ma non di condannarlo. Il sangue di Gesù, a
causa delle frustate, viene raccolto con un panno bian-
co da Maria in modo che “nessuna goccia del suo
sangue vada perduta”. Ai sacerdoti però la pena delle
frustate non basta e incitano alla crocifissione. Pilato
allora lascia Gesù nelle mani dei sacerdoti dicendo:
“Non sarò io a condannare quest’uomo”. Gesù co-
mincia così a sostenere la croce fino al luogo della
crocifissione. Ad un certo punto cade senza forze ed
un uomo della folla viene obbligato ad aiutarlo.
L’uomo afferra la croce all’estremità e man mano che
cammina si avvicina sempre di più a Cristo arrivando
quasi a sostenerlo: prima è diffidente e poi partecipa
al dolore di Gesù tanto che, arrivato sul luogo della
crocifissione, non riesce a staccarsi da Cristo e viene
allontanato con forza. A questo punto arriva il mo-
mento culmine del film: Gesù crocifisso che rivolgen-
dosi a Maria dice: “Tutto è compiuto” e muore. Dopo
pochi giorni Gesù risorge.
Muore e risorge per salvare l’umanità. Solo per que-
sto dovremmo inchinarci davanti alla Croce. Ma pur-
troppo spesso ci dimentichiamo del sacrificio che Cri-
sto ha fatto per noi e tutto ci sembra normale, solito,
ripetitivo. Ciò che ha subìto Gesù non colpisce più: il
rifiuto del male mentre veniva tentato dal male, le
sofferenze mentre veniva frustato, le umiliazioni men-
tre veniva preso per pazzo e le accuse mentre gli dice-
vano che bestemmiava. Quindi dobbiamo chiederci:
avremmo fatto lo stesso al posto suo?
Vanessa Bertaiola
LA PASSIONE DI CRISTO
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M i è capitato il mese scorso di
consultare il sito Internet di un
quotidiano nazionale e trovarci
una curiosa iniziativa dello scrittore Roberto
Saviano. Il titolo dell’articolo era: “I 10 motivi
per cui vale la pena di vivere”.
Lo scrittore ha pubblicato la sua lista e poi
ha invitato i lettori del quotidiano a fare al-
trettanto e a mandargli ciascuno la propria
lista.
Le risposte a questo appello sono state mi-
gliaia, tutte pubblicate sul sito in un lunghis-
simo elenco da leggere tutto d’un fiato.
Qui di seguito un riassunto del contenuto
delle liste:
- gli amici a cui vuoi davvero bene;
- riuscire a non prendersi troppo sul serio;
- la compagnia di una persona allegra;
- arrivare alla vecchiaia senza troppi rimpian-
ti;
- far ridere una persona che non ha voglia di
ridere;
- perdonare e perdonarsi;
- telefonare agli amici per invitarli a cena e
sapere già che non rifiuteranno l’invito;
- stare seduti in riva al mare la sera quando
ormai se ne sono andati tutti;
- incontrare persone per cui la parola data è
più sicura di qualsiasi contratto;
- la telefonata della mamma che ti chiede
come stai;
- rimanere in equilibrio anche quando sem-
bra che il mondo attorno crolli;
- ridere fino alle lacrime e poi sentirsi meglio;
- una sera tra amici ricordando i bei tempi
andati;
- andare dal medico e sentire belle notizie;
- una nevicata inaspettata;
- i bambini quando sorridono quando gioca-
no quando dormono quando parlano;
- vedere i nonni che giocano con i nipotini;
- cambiare idea in positivo su una persona
dopo averci parlato assieme;
- una biciclettata rilassante in una sera di
maggio;
- viaggiare e scoprire luoghi e culture che
mai avresti immaginato;
- assistere alla nascita dei figli;
- sapere che oggi è un dono e per questo si
chiama presente;
- l’alba vista da un rifugio sulle Dolomiti;
- vedere un gruppo di adolescenti e pensare
a come sarà il loro futuro;
- la fede in Dio e la forza interiore che ne de-
riva;
- osservare la spontaneità dei bambini;
- essere a posto con la coscienza;
Dieci motivi per cui vale la pena di vivere
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- lasciare un segno positivo in qualcuno o in
qualcosa;
- sapere che ci sono ancora tante cose da
fare e da imparare;
- leggere un libro che sembra parli di te;
- addormentarsi sereni pensando di avercela
messa tutta;
- essere orgogliosi dei propri figli;
- dormire sonni tranquilli perché si è in pace
con sé e con gli altri;
- il momento in cui capisci che ce la farai;
- il giorno prima dell’inizio di una lunga va-
canza;
- fare un complimento o dire grazie a una
persona;
- ascoltare il nonno che racconta le storie di
quando era giovane;
- sentirsi importante per qualcuno;
- vedere i genitori sorridere;
- ascoltare un amico e avere la conferma
che si fida di te;
- lasciarsi stupire dalle sorprese della vita;
- una soddisfazione dopo aver faticato molto
per ottenerla;
- il rispetto delle cose e delle persone;
- guardare le foto di famiglia;
- una gentilezza inaspettata da parte di sco-
nosciuti;
- la consapevolezza che nel mondo ci sono
anche tante persone stupende;
- scoprire di avere la stima di chi non ti a-
spettavi;
- scrivere un pezzetto di storia;
- tutti i “ti voglio bene” che sento e che dico;
- interrompere un pomeriggio di lavoro per
andare a camminare senza meta;
- donare il sangue.
La lettura di questo elenco mette particolar-
mente di buon umore perché alla fine leg-
gendolo si scopre che molte cose che fanno
piacere e che danno un senso al vivere quo-
tidiano sono condivise da un sacco di perso-
ne, sono alla portata di tutti, sono le azioni
che facciamo tutti i giorni o
si trovano nelle persone che
ci circondano: basta solo
aprire gli occhi per accorger-
sene e cogliere le opportuni-
tà che ogni giorno si presen-
tano.
C’è di tutto in questi elenchi:
le relazioni familiari, la fede,
la natura, l’arte, il tempo li-
bero, i sentimenti, i viaggi, le
tappe della vita, i ricordi, i
rapporti con gli altri.
G. Luca Massella
Questa iniziativa di Saviano, pur nella sua semplicità,
è diventata geniale perché ha emozionato migliaia
di persone che, nel pensare a come riempire questa lista, hanno scoperto che le cose per cui vale la pena di vivere
sono molto più di 10.
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Il 12 marzo i ragazzi del Gruppo Missionario Junior hanno partecipato al “Laboratorio di cucina africana” proposto dal Museo africano di Verona. Ecco la cronaca della entusiasmante esperienza (riportata il 20 marzo 2011 dal giornale “Verona fedele”)
U n tipico mercato africano:
la merce stesa su teli,
ginger e arachidi in conte-
nitori di legno, pistacchi e manioca, e
ancora cocco, banane, caffé, tè, pepe e
noce moscata, mortai di legno, conte-
nitori ricavati da zucche, griglie per
essiccare il pesce.
Davanti a questo scenario, rapiti
da profumi che richiamano terre lon-
tane, due gruppi di bambini e ragazzi
hanno avuto la possibilità, lo scorso
12 marzo, di partecipare ad un vero e
proprio laboratorio di cucina africana.
”Proporre ai bambini un'attività di que-
sto tipo li aiuta a rendersi conto che
la cucina cambia sì da Paese a Pae-
se, ma si mangiano ovunque cose mol-
to buone. Non sono solo le mamme
italiane a cucinare benene!” esordisce
Valentina Cordioli, giovane chef
appassionata di Africa. Con lei, ad
accompagnare i ragazzi in questo
percorso di conoscenza, Mohammed
Hiji, di origini marocchine, in Italia
da 20 armi, che porta avanti questo suo
impegno nella convinzione che «le
cose semplici, come i cibi, possono
aiutare ad avvicinarsi con maggiore
facilità a culture diverse dalla propria”.
Il percorso inizia con una presenta-
zione geografica dell'Africa: alle
diverse fasce climatiche corrispon-
dono diverse coltivazioni e quindi
diversi ingredienti. Si va dal clima
mediterraneo, con prodotti quali olive,
agrumi, rosmarino e alloro, ben noti ai
bambini, a quello equatoriale, popolato
di animali, in cui vengono coltivati tè e
caffé, cioccolato e canna da zucche-
ro, nuovamente prodotti onnipresenti
sulle nostre tavole: un primo passo
per far comprendere quanto l'Africa
lontana sia in realtà a noi vicina. Finita
la presentazione, arriva il momento
di darsi da fare in prima persona: si va
al mercato e si toccano con mano spe-
zie, frutta, farine e utensili. Ma è
con il gioco dell'“indovina cos'è"
che i bambini possono finalmente
toccare con mano (e annusare!) i
diversi ingredienti: bendati, vengo-
no condotti uno a uno davanti ad un
cibo. Attraverso tatto, odorato e, per
QUANTO LA CUCINA PUO’ AVVICINARE A CULTURE DIVERSE
DAVANTI AD UNA TAVOLA
IMBANDITA
CI SI CONOSCE MEGLIO
8 LA SORGENTE - Aprile 2011
chi se la sente, attraverso il gusto, de-
vono capire di che cosa si tratta.
Una volta conosciuti gli ingredienti,
arriva il momento di mescolarli as-
sieme, creando dei piatti. Un grup-
po, armato di mortai di legno, prepa-
ra del burro di arachidi, mescolando
arachidi pestate, olio di arachidi e
sale; l'altro gruppo, guidato da Mo-
hammed, scopre cous cous e tè
berbero. Ed è proprio il cous cous a
diventare parabola dello stare insie-
me: Mohammed, dopo aver spiegato
che in Marocco si mangia tutti insie-
me, prendendo il cibo con le mani
dallo stesso piatto e che mangiare
ognuno con il proprio piatto è con-
siderato egoistico, invita i ragazzi a
fare lo stesso. Ecco che un'abitudine da
noi considerata sbagliata - «non si
mangia con le mani!» è un imperativo
categorico alle nostre tavole! - diventa
un simbolo di comunione: «È bello
perché è condiviso», commenta con
semplicità un ragazzino, mentre fa il
bis di cous cous.
La conclusione dell'incontro prevede
una piccola merenda, composta da
dolci africani, accompagnata da tè ber-
bero. Valentina e Mohammed raccon-
tano di ogni piatto composizione e
provenienza. Ci sono i dolcetti ma-
rocchini per l’Aiid, ovvero per i gior-
ni di festa, fatti con cocco, mandorle
o altra frutta secca; Msemmen, un
pane fritto, usato soprattutto per far
merenda il pomeriggio, insieme a
marmellata e miele; il platano
fritto, cioè banana verde fritta, guar-
data con sospetto dai ragazzini, ma
infine apprezzata; Chebbakia, tìpico
dolce marocchino con miele e sesa-
mo, consumato soprattutto nel
periodo del Ramadan. E ancora
panini di mais, frittelle con cannella,
datteri ripieni, pane arabo. I bambi-
ni se ne vanno con la pancia pie-
na, contenti e incuriositi e, raccon-
tando con entusiasmo ai genitori
quanto visto, fatto e assaggiato,
mimano il gesto di pestare con il
mortaio le arachidi o fingono di tra-
sportare sulla testa dei pesi, come
fanno le mamme africane.
Un' occasione ben riuscita per far
conoscere, attraverso il gioco e
l'esperienza diretta, una piccola
parte di Africa, e per far capire che,
oltre a pizza e spaghetti, esiste un
mondo di cibi e sapori nuovi che
aspetta di essere esplorato.
A cura di
Giovanna Serpelloni
Conoscendone a fondo la cultura e
le tradizioni, l’Africa sembra meno
lontana e, insieme alle briciole, dalla
tovaglia cadono anche i pregiudizi.
L’esperienza proposta dal Museo
africano ai ragazzi che hanno scoperto
quanto i cibi esotici siano buoni
LA SORGENTE - Aprile 2011 9
SIMONA LA MANTIA, siciliana di 27 anni, finanziera, ha conquistato il titolo europeo del salto triplo atterrando a 14,60, miglior misura mondiale dell’anno. Simona già dal 2002 comincia a fare belle cose in campo interna-zionale, compresi un argento e un
oro agli Europei Under 23. Poi è stata frenata da ac-ciacchi e da infortuni. Pensavano si fosse persa, finché nella scorsa estate è riemersa con l’argento all’Europeo all’aperto di Barcellona. E’ tornata alle gare trasformata, più veloce che mai. Quel 14,60 ha mandato le sue av-versarie fuori giri. Nonostante l’oro, non si accontenta e dopo le meritate vacanze è pronta a ripartire: “Devo lavorare tanto. Non adesso però per piacere, ora ho bisogno di staccare”. Una vittoria meritata, dopo un lungo periodo di duro lavoro: “Tutto è iniziato con quell’ argento ad agosto. Quando sono tornata non sono sta-ta lì a prendermi gli applausi, ma mi sono rimessa sot-to, eliminando ogni distrazione”. Caparbietà e abnega-zione gli hanno permesso di ottimizzare al massimo il lavoro compiuto.
ANTONIETTA DI MARTINO, salernitana di Cava dei Tirreni è nata l’1 giugno del 1978. Conqui-sta il suo primo oro importante del-la carriera. Questa sua vittoria vie-ne considerata un inno alla capar-
bietà. Quella di una donna di 32 anni che non si è arre-sa, che nonostante i continui infortuni ha sempre sapu-to reagire. Più forte di tutto, anche della natura che l’ha dotata di un altezza di 169 centimetri. Con l’oro conqui-stato arrivando a 2,01, in questo momento è la numero uno della specialità. Mancavano le rivali più accreditate e lei non si è fatta sfuggire l’opportunità di vincere. An-tonietta già al primo salto si spiana la strada per l’oro.
Alla fine della gara, estasiata, dichiara: “Quel che conta è che con la testardaggine ho tenuto testa alla fortuna e sono arrivata sin qui”. Con un temperamento forte e costante, una naturale spontaneità e il forte attacca-mento a valori quali la famiglia e la fede, non ha mollato e ha coronato un grandissimo risultato che l’ha portata ad essere un’atleta realizzata.
TANIA CAGNOTTO, bolzanina nata il 15 maggio 1985, vince l’oro dal trampolino di un metro. E’ il suo terzo suc-cesso consecutivo in questa spe-cialità. Nessun italiano ha fatto meglio. Tania ha annichilito la concorrenza, ha disegnato in volo capolavori: record personale di 312,05, punteggio più alto mai
realizzato ai campionati europei. La campionessa affer-ma: “Il primo tuffo riuscito bene mi ha dato serenità, dopo il secondo mi sono sentita definitivamente tran-quilla. E’ stato importante vincere subito qui, cosi avrò la mente sgombra ma potrò sfruttare la forza emotiva della vittoria da un metro”. Il giorno successivo, si ag-giudica il bronzo dal trampolino dai tre metri, riuscendo a dimenticare il fallimento dell’anno scorso a Budapest. Un insieme di vittorie che la consacrano come una del-la atlete più forti. Saprà sicuramente dimostrare il suo valore anche alle olimpiadi, dove le avversarie saranno molte e agguerrite.
Simona, Antonietta e Tania consacrano la figura della donna e dimostrano quanto lo sport possa essere fonte di espressione e autoaffermazione. Lo sport italiano assume un ruolo di prim’ordine anche in ambito femmi-nile, grazie a queste magnifiche atlete che si possono definire ORGOGLIO D’ ITALIA!
Matteo Zanon
I l mese di marzo consacra la donna sportiva italiana. Agli Europei indoor di atletica svoltisi a Parigi e agli Europei di tuffi a Torino le ragazze italiane lasciano un segno indelebile nella storia dello sport. Simo-
na La Mantia vince l’oro nel salto triplo; Antonietta Di Martino domina la gara di salto in alto dimostrando ma-turità e sicurezza; Tania Cagnotto si aggiudica l’oro dal trampolino da un metro, il bronzo dai tre metri e l'oro dai 3 metri nel sincronizzato, con la sua compagna Francesca Dallapè, aggiudicandosi il pass per le Olimpiadi. La donna veniva considerata come il “sesso debole” ma ora non lo è più. I fatti lo dimostrano. Le azzurre han-no espresso una sicurezza ed una maturità psico-fisica che appartiene ai numeri uno. Nell’anno in cui si festeg-giano i 150 anni dell’unità d’Italia, le loro imprese fanno sì che la nostra nazione continui a primeggiare nel mondo sportivo, evidenziando l’importanza che viene data allo sport e ai valori che esso esprime.
LA SORGENTE - Aprile 2011 11
D urante la prossima quare-sima, la chiesa di Pove-gliano potrà godere di due
pezzi d’arte unici che saranno e-sposti sull’altare. Si tratta delle vecchie vetrate della prima parrocchiale, che adornavano
la cappella del Sacro Cuore nella chiesa che fu demolita incautamen-te negli anni ’60. Si tratta di due vetrate artistiche di assoluto rilievo, lavorate nel 1923 dal Mutinelli. L’arte viene messa in luce dalle lavorazione dei vari colori, dal taglio del vetro e dalla fusione a piombo dei vari pezzi. Il disegno veniva pro-dotto su un cartone sottostante e quindi ricomposto con il vetro e il piombo. Nelle vetrate si distinguono due temi: Gesù in Croce e l’Adorazione nell’Orto degli Ulivi. Entrambe si presentano divise in tre pannelli e contornate da una greca. Nel pan-nello in alto campeggia una scritta in latino su sfondo floreale, mentre in quello centrale il vetro assume le sembianze di Gesù. Nel pannello inferiore campeggia la scritta MISE-RERE NOBIS, su tema di ulivi. Il restauro definitivo è stato promos-so dall’Associazione Nazionale del Fante e dal Gruppo Giovani Pove-gliano. I sostegni in ferro sono stati costruiti dalla ditta Bianchi e da A-driano Mischi, mentre i fari saranno posizionati a cura della ditta Marco-lini impianti. Dino Sambugar
(barisòn) ha tinto i sostegni e fatto le finiture. Le vetrate saranno presenti sull’altare maggiore per tutta la qua-resima e vicino al tabernacolo nella settimana santa.
Pietro Guadagnini
CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE News
N EL CONSIGLIO del 4 aprile, dopo un tempo di ri-flessione sul Vangelo che narra la risurrezione di
Lazzaro, abbiamo trattato i seguenti argomenti: la Sorgen-te, Settimana Santa e Pasqua, prossimi appuntamenti, va-rie ed eventuali. La riflessione sul percorso e sulle scelte
compiute dalla rivista parrocchiale ha occupato uno spazio considerevole all'interno del Consiglio.
Ne è emerso un giudizio positivo sull'attuale conduzione e soprattutto sulla partecipazione dei giovani alla stesura degli articoli.
Ci è stato chiesto di riferire i contenuti degli argomenti trat-tati dal Consiglio e di dare più risalto alle iniziative della parrocchia.
12 LA SORGENTE - Aprile 2011
I l mese di marzo, come si sa, ci
fa celebrare due solennità: San
Giuseppe e l’Annunciazione
del Signore a Maria. Sono due fe-
ste dal carattere familiare e affettu-
oso, quasi ad indicare la centralità
della famiglia nel progetto di Dio.
Una volta San Giuseppe era anche
festa civile: una festa simpatica e
desiderata, anche perché portatrice
della primavera. L’Annunciazione
ci porta invece a proiettarci nel
Natale.
In Santuario la Madonna è presente
in sei raffigurazioni; Giuseppe in
una. Lo si vede nel quadro che si
trova sulla parete di sinistra, appe-
na entrati in Santuario. Il quadro è
intitolato: “La Santa Famiglia con
San Rocco”. Non si conosce
l’autore. Viene fatto risalire al se-
colo XVII.
San Giuseppe è raffigurato come
una presenza che sovrasta e proteg-
ge. L’ampio mantello sembra voler
racchiudere il mistero di Gesù con
la madre e preservarne l’integrità.
Nessun pericolo può raggiungere il
figlio e la madre. Lui è lì che ve-
glia e garantisce la sicurezza della
nuova vita che giace sulle ginoc-
chia della sua sposa.
Il volto è pulito, sereno, rapito co-
me in una sorpresa estatica. Sta
contemplando il mistero che ha
udito dalla voce dell’angelo; il mi-
stero ha ora un volto e una concre-
tezza che fa palpitare il cuore. Il
suo posto è lì: una presenza discre-
ta e rassicurante. Anche i tratti di
una maturità avanzata lo indicano.
Nessun pericolo, se c’è Giuseppe.
E lui sa che può ancora e sempre
fidarsi di quella voce che gli disse
parole indimenticabili, quella notte.
Il braccio destro, impugna il basto-
ne, esile e lunghissimo, appena
visibile. Un bastone così sottile e
lungo sembra quasi indicare che
Giuseppe, in realtà, l’appoggio lo
sta cercando e trovando altrove, più
in là, fuori del quadro, in una pre-
senza misteriosa, non descrivibile
dal pennello, la presenza del mi-
stero divino.
Anche per questo San Giuseppe ci
è vicino: è un uomo semplice, si-
lenzioso. Parla con la presenza.
Quando entrate in Santuario, pro-
vate a contemplare questo quadro e
magari una preghiera vi sgorgherà
spontanea dal cuore:
CRONACHE
Santuario
dal
a cura di Fratel Vincenzo
San Giuseppe, papà di Gesù,
veglia su di me e su tutti i miei cari.
Fammi compagnia
nel cammino della vita.
LA SORGENTE - Aprile 2011 13
IN
PROGRAMMA:
25 APRILE 2011 - SIETE TUTTI INVITATI
FAMIGLIE, GIOVANI, RAGAZZI, PER TRASCORRERE
IL LUNEDI’ DI PASQUA ALL’APERTO… IN COMPAGNIA… CON
BICICLETTATA… UN FAVOLOSO PIC-NIC…!!! E TANTI GIOCHI …
DALLE ORE 10.00, NELLO SPAZIO DIETRO LA CHIESA.
- TIENI D’OCCHIO GLI AVVISI PER SAPERNE DI PIÙ -
- DOMENICA 1 MAGGIO: in collaborazione con la Società GSA Pallamano Povegliano
V° TORNEO INTERSCUOLE DI PALLAMANO dalle ore 9.00 negli spazi
all’aperto con quattro campi di gioco
BICICLETTATA da Borghetto a Mantova e ritorno (64KM) - Per il trasporto del-
la bici (per coloro che non sono autonomi) è prevista la presenza di un furgone.
- 4-5 GIUGNO: lungo la ciclabile della Val Pusteria, da San Candido a Rio Pusteria (61KM) – Trasporto BUS+BIKE. (N.B.) - Iscrizioni entro il 23 - 4.
- 31 LUGLIO/6 AGOSTO: in bicicletta tra Francia e Germania, lungo il fiume Reno, da Speyer a Koblenz. Ultimi quattro posti.
INFORMAZIONI: Don Osvaldo 045/6350204 - [email protected] Flavio Comencini 045/7971647 - 330/484234 - [email protected]
- SABATO 14 MAGGIO - in teatro ore 21.00
COMMEDIA A CURA DEL GRUPPO GIOVANI (Ingresso Libero).
- VENERDI’ 29 Aprile ore 20,45 PRESSO LA SEDE
ASSEMBLEA ANNUALE ASSOCIATIVA per l’approvazione del bilancio 2008, nuovi programmi, nuove idee, aperta a tutti i soci.
NOISPORT – partite in programma:
PALLAVOLO – palestra impianti sportivi (Via Monte Grappa)
IL SABATO POMERIGGIO - ORE 15.00 - CON LE SQUADRE DEL DIGO BEN
VOLLEY (Il Gabbiano) - e SERENI VOLLEY (Il Gabbiano)
CALCIO A 5 – palestra scuole medie
- Venerdì 29 aprile, ore 21.30 – IL GABBIANO IDRAULICA ADM - CROMES - Martedì 3 maggio, ore 21.30 – IL GABBIANO DAISY HOUSE - REAL FOOTBAL - Venerdì 13 maggio, ore 21.30 - IL GABBIANO IDRAULICA ADM - FEV OTTICA BAZZANI
- Martedì 17 maggio, ore 21.30 - IL GABBIANO DAISY HOUSE - IL GABBIANO IDRAULICA
ADM (Derby)
www.noipovegliano.it
14 LA SORGENTE - Aprile 2011
Donazioni del mese
di gennaio
Sangue 31,
Plasma 8,
Piastrine 1,
nuovi
donatori 6
ANAGRAFE
Vivono
nel Signore
Gruppo Verso gli Altri
Sabato 7 maggio 2011 l’UNITALSI
organizza un pullman per la
“Giornata del malato e dell’
anziano” che si terrà alla Madonna
del Frassino. La partenza è prevista
per le ore 14 dalla piazza. La quota di
partecipazione è di € 7,00. Le iscri-
zioni si possono effettuare presso
Bertini Giuseppe tel. 045/7970094.
UNITALSI “Giornata del malato
e dell’anziano”
Sabato 7 maggio 2011 nel pomeriggio alle ore 14, effettueremo la con-sueta raccolta di indumenti usati ed asciutti riposti in sacchetti di plastica ai lati della strada. Si ricorda che in caso di maltempo non bisogna che il sacchetto si bagni, altrimenti gli indumenti sono da buttare al macero e non possono essere in alcun modo utilizzati. In caso di maltempo la rac-colta sarà effettuata il sabato successivo. Grazie della collaborazione.
Gruppo San Vincenzo
SAN VINCENZO
Raccolta indumenti
usati ed asciutti
BUZZI Giuseppe di anni 73
DE NINNO Nicola di anni 63
- Ritiro spirituale: in chiesa, domenica 17, dalle 15,30:
preghiera, meditazione, preghiera, confessioni
- Domenica delle Palme: ad ogni Santa Messa vengo-
no benedetti i rami di ulivo da portare nelle case;
- alle ore 9,15 e alle 10,45 breve processione.
- Portiamo, a partire da questa domenica, il salvada-
naio con l’aiuto per i bambini del Mozambico.
- Lectio divina sulla Parola di Dio della Pasqua,
lunedì 18, alle 20,30, al Santuario.
- 3a media: penitenziale lunedì 18, ore 20.
- Giovani: penitenziale, martedì, ore 21 a Dossobuono.
CONFESSIONI:
- giovedì santo, dalle 15,30 alle 19;
- venerdì santo, dalle 9 alle 12 e dal termine della ce-lebrazione (ore 16 circa) alle 18;
- sabato santo, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 20.
SETTIMANA SANTA - CALENDARIO E ORARI
TRIDUO PASQUALE
- GIOVEDI’ SANTO, ore 20, 30, celebrazione nella Cena del Signore.
- VENERDI’ SANTO, ore 15 in chiesa: cele-brazione della Passione del Signore - ore 21, Sacra Rappresentazione, alla conclusione bacio della croce. Portare in Chiesa i crocifissi per la be-nedizione.
Ricordiamo il digiuno penitenziale e l’astinenza dalla carne per preparare un cuore libero ad acco-gliere il dono del Signore.
- VEGLIA PASQUALE: è l’appuntamento fondamentale per i cristiani. Sabato, ore 22.00.
- PASQUA DI RISURREZIONE: Santa Messa ore 8 - 9,30 - 11 - 18 (al Santuario).
FERRARI Renzo di anni 57
BONIZZATO Luigi di anni 76