le piante officinali
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SCHEDE TECNICHE
Richiede suoli freschi, profondi, fertili,
di medio impasto; è sensibile alle
gelate, ai forti venti ed agli stress idrici
prolungati, ma anche alle piogge persistenti
(specialmente in fioritura e
durante la maturazione dei frutti).
Impianto
Modalità:
Semina diretta, meccanica, a file, con
seminatrici per cereali o di precisione.
Profondità: 2 - 3 cm circa.
Epoca:
Autunnale nelle aree mediterranee,
primaverile negli ambienti temperati
(marzo-maggio, il più anticipatamente
possibile).
Sesti:
Tra le file 35-40 cm, utilizzando 10-
12 kg di “seme”/ha. Densità finale: 30-
35 piante/m2.
Per ottenere una coltura uniforme di
aneto è utile, subito prima della semina,
lavare il “seme” in acqua corrente ed
asciugarlo all’aria.
Coltura annuale
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
AnetoA
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50-60 kg/ha di N
60-70 kg/ha di P2 O5
60-70 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 5-8
q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Eccessive somministrazioni di azoto sono
da evitare, perché la coltura tende all’allettamento
e la resa in olio essenziale diminuisce
sensibilmente.
Irrigazione:
Necessaria nella fase vegetativa fino
alla fioritura.
Avversità e Parassiti:
Parassiti fungini, larve di lepidotteri
(in campo) e coleotteri (in magazzino).
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
Manuale o meccanica, adoperando
le comuni mietitrebbiatrici per cereali
semimeccanica (sfalcio, pre-essiccazione
in campo o al chiuso e successiva
trebbiatura meccanica).
Sulla base delle nuove acquisizioni sui
tempi balsamici della pianta, l’epoca di
raccolta più consigliabile coincide con la
fase di “maturazione lattea” dell’ombrella
centrale della pianta: l’aneto infatti produce
la maggior quota di olio essenziale nel
periodo compreso tra l’apertura dei fiori e
la loro sfioritura; l’accumulo dell’olio essenziale
continua fino alla maturazione lattea
dei frutti, epoca che quindi sembra la più
adatta per effettuare la raccolta.
Aneto
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”)
e ombrelle intere.
Usi:
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per cibi conservati)
• Ind. cosmetica (saponi e profumi)
• Ind. alimentare (liquori, vermouth)
La pianta contiene buone quantità di olio
essenziale, presente soprattutto nelle
ombrelle e nei frutti. Nell’olio di aneto sono
stati individuati oltre 100 componenti.
UTILIZZAZIONI
Terreni leggeri, ben drenati, ricchi di
sostanza organica e di calcare. Non tollera
suoli troppo argillosi e ombreggiamento.
Teme le gelate tardive.
Impianto
Modalità:
Semina diretta a file, su terreno ben
preparato.
Si consiglia di utilizzare per la semina i
semi più grandi, provenienti dalle ombrelle
centrali della pianta, dato che la densità
iniziale di investimento e l’energia germinativa
sembrano direttamente collegate
con le dimensioni del seme.
Epoca:
Primaverile (marzo-aprile)
Sesti:
Tra le file 50 - 70 cm, distribuendo
10-12 kg/ha di seme; densità: 10-12
piante/mq.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Anice Verde
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50-60 kg/ha di N
60-70 kg/ha di P2 O5
60-70 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 5-8
q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Necessaria nella fase vegetativa fino
alla fioritura.
Avversità e Parassiti:
Parassiti fungini, larve di lepidotteri
(in campo) e coleotteri (in magazzino).
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
• manuale
• meccanica, adoperando le comuni
mietitrebbiatrici per cereali
• semimeccanica (sfalcio, pre-essiccazione
in campo o al chiuso e successiva
trebbiatura meccanica).
epoca:
Estate (agosto-settembre, circa 30
gg dopo la fioritura).
Resa:
Fino ad 1 t/ha di frutti.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”).
Usi:
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per cibi conservati)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(liquori, dolciumi, caramelle).
Poiché il seme perde rapidamente l’aroma,
sia nelle preparazioni domestiche che
nelle utilizzazioni industriali deve venire
utilizzato rapidamente e macinato immediatamente
prima del consumo.
UTILIZZAZIONI
Assenzio Gentile
Preferisce terreni leggeri e ben
drenati, esposti al sole. Non tollera i
ristagni d’acqua che provocano, frequentemente,
il marciume dei rizomi.
Impianto
Modalità:
Porzioni di rizoma, divisione dei
cespi (per divisione del cespo madre
che può darne fino a 30 e successivo
trapianto in buchetta)
Seme:
Quasi mai, data la bassa fertilità
delle piante e l’insufficiente germinabilità
che di norma non consentono l’ottenimento
di colture uniformi e sufficientemente
fitte.
Epoca:
Autunno o fine inverno (rizomi).
Aprile-maggio (piantine alte circa 10 cm).
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
Sesti:
Rizomi: vengono posti, in gruppi di 3-
4, sul fondo di solchi distanti 40-50 cm e
profondi 10-15 cm e ricoperti poi con 5-
7 cm di terreno; si adoperano circa 2-3
t/ha di rizomi..
Densità:
12-13 piante mq.
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Pur essendo una pianta perenne, il ciclo
colturale dell’assenzio gentile è annuale,
poiché la grande quantità di biomassa
prodotta dalla pianta al primo anno ne
influenza negativamente lo sviluppo al
secondo anno
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Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 60-80 kg/ha di N
100-120 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K2 O
In copertura: 60-80 kg/ha di N,
corrispondenti, in biologico, a:
600-800 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 9-10
q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Solo di soccorso durante il periodo
estivo.
Avversità e Parassiti:
Crittogame (soprattutto a carico
dei rizomi) e insetti.
Resa:
Prodotto verde 15- 23 t/ha, prodotto
secco 3-5 t/ha (resa del 20-25%). Resa in
olio essenziale sul secco: 0,5-0,7%.
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
manuale, falciando la pianta ad un’altezza
tale da non asportare la porzione
basale del fusto che è priva di foglie e
perciò senza valore commerciale.
Una raccolta anticipata (inizio della fioritura)
permette di ottenere olio essenziale
con basso contenuto di tujone.
epoca:
Estate (piena fioritura)
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Piante intere e sommità fiorite.
Se le sommità fiorite non sono destinate
alla distillazione, vengono riunite in mazzetti
ed essiccate all’aria e all’ombra; questo
trattamento viene ancora oggi seguito
per ottenere un prodotto adatto all’aromatizzazione
del vermut.
Usi:
• Industria farmaceutica
(correttivo del sapore di molti medicinali)
• Industria alimentare
(preparazione di vermut e bibite analcoliche).
UTILIZZAZIONI
Borragine
Pur adattandosi a tutti i tipi di terreno,
predilige terreni ben drenati e in
pieno sole.Teme le gelate.
Impianto
Modalità:
Semina diretta, manuale o meccanica,
a prof. < 0.5 cm, a spaglio o a file continue
(distribuendo 1 g di seme per un
metro di fila), o a postarelle distanti 25-
30 cm.
Epoca:
Autunnale nelle zone più calde ed
aride, primaverile nelle aree più temperate.
Sesti:
A file, 25-40 cm tra le file e 15-20
sulla fila. Investimento totale in campo:
20-30 piante/mq a file, di più a spaglio.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 40 - Le Piante Officinali
Borragine
Lavorazioni:
Preparazione del letto di semina:
lavorazione a 30-35 cm dopo la raccolta
della coltura precedente
Scerbature meccaniche (2-3) nell’interfila
non appena la coltura raggiunge i
20-25 cm di altezza.
Concimazione:
all’impianto: 50 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
50-100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 300-500 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
Irrigazione:
Solo di soccorso.
Avversità e Parassiti:
Funghi (oidio), insetti.
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
manuale (taglio a circa 5-10 cm dal
terreno).
epoca:
piante intere: Aprile-maggio
infiorescenze: Giugno-agosto
Resa:
Infiorescenze: 0,5-1 t/ha
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Usi:
• domestico
(culinario; diversi piatti tradizionali)
• industria farmaceutica
(fonte di acido linolenico)
Calendula
Si adatta a quasi tutti gli ambienti ed
i terreni; predilige le esposizioni soleggiate
ed i terreni ricchi di sostanza
organica, ben aerati e sufficientemente
umidi, purché senza ristagni.
Impianto
Modalità:
Semina diretta, anche meccanica, o
trapianto di piantine già radicate in
vivaio..
Epoca:
Semina diretta in autunno o primavera
(aprile).
Trapianto alla fine dell’inverno (climi
caldi) o in aprile-maggio (climi freddi).
Sesti:
70 cm tra le file, distribuendo 2-3
kg/ha di seme.
Densità:
5-7 piante/mq.
L’adozione di densità più elevate inibisce
la formazione delle ramificazioni laterali, e
quindi determina una minore produzione
di fiori.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 42 - Le Piante Officinali
Calendula
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, sarchiatura meccanica
tra le file e scerbature sulla fila.
Concimazione:
all’impianto: 50 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
50-100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 300-500 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
La calendula è piuttosto esigente in fosforo
e potassio, che stimolano la produzione di
capolini e ne incrementano le dimensioni; la
concimazione azotata deve invece essere
moderata, perché tende ad allungare il
ciclo vegetativo ed a far produrre una maggiore
quantità di foglie invece che di fiori.
Irrigazione:
Solo di soccorso. Fasi di massimo fabbisogno:
emergenza e formazione del
capolino. Da evitare con fioritura in atto.
Avversità e Parassiti:
Funghi (oidio e ruggini), insetti (afidi).
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità: Generalmente manuale, recidendo
il capolino appena sotto il ricettacolo.
Data la forte scalarità di fioritura della
specie, la raccolta viene effettuata in più
riprese; se le piante sono lasciate in buone
condizioni, è possibile raccogliere continuamente
anche per parecchi mesi.
epoca: Maggio-giugno (inizio fioritura)
Resa:
6-10 t/ha di capolini freschi; 1,5-2,5
t/ha di secco.
Il prodotto raccolto va essiccato rapidamente
ma con cura (brevi esposizioni intorno agli
80°C), in modo da evitare che si decolori e
quindi si deprezzi commercialmente. Dopo
l’essiccazione si ottiene una “droga” assai
igroscopica (che cioè tende ad assorbire umidità
dall’ambiente), motivo per cui si consiglia
di confezionarla subito o di porre molta
attenzione alle condizioni di conservazione.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Capolini.
Usi:
• industria alimentare
(coloranti naturali; preparazione di liquori)
• industria cosmetica
(creme emollienti, lozioni e unguenti)
• industria farmaceutica
(antisettici, cicatrizzanti e antiinfiammatori locali)
UTILIZZAZIONI
Camomilla
Si adatta molto bene a tutti i tipi di
terreno, specialmente se leggeri.
Impianto
Modalità:
Semina diretta, meccanica, superficiale,
a spaglio o a file con seminatrici
di precisione.
Trapianto di piantine già radicate in
semenzaio.
Epoca:
Primaverile (marzo) nelle aree più
settentrionali.
Autunnale in ambienti più caldi.
Sesti:
30-50 cm tra le file, distribuendo 1-3
kg/ha di seme, in modo da assicurare
un investimento di 20-25 piante/ mq.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Le operazioni di semina dovrebbero venire
effettuate tenendo conto dell’estrema piccolezza
del seme; per incorporare uniformemente
quest’ultimo al terreno è pertanto
necessario miscelarlo con materiale
avente granulometria e peso specifico
simili (ad es. segatura di legno).
L’operazione va eseguita su terreno ben
livellato e amminutato e preferibilmente
seguita da rullatura della superficie, in
modo da facilitare l’adesione del seme al
terreno e da evitare che questo venga
disperso dal vento. La semina a file offre il
vantaggio di determinare un notevole
risparmio di seme e consente l’uso delle
seminatrici a rullo, che evitano di dover
ricorrere alla rullatura post-semina.
Camomilla
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Su terreni leggeri, rullatura post-semina.
Con coltura in atto, una o più lavorazioni
superficiali a scopo diserbante.
Concimazione:
all’impianto: 40 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
100 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 300-400 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
L’elemento maggiormente determinante la
produzione di capolini è l’azoto, che però
manifesta effetti ancora più vistosi se somministrato
insieme al fosforo e al potassio.
Irrigazione: Dopo la semina; in seguito,
secondo necessità.
Un intervento irriguo al momento della fioritura
permette di ritardare la formazione del seme e
di eseguire una raccolta supplementare.
Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto
peronospora), insetti (afidi).
Resa: In aree meridionali, da 1,5 a 5t di capolini
freschi/ha.Capolini essiccati 0,7-0,9 t/ha
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità: Manuale (con forbici o pettini
da mirtillo);
meccanica (macchine munite di pettini
che strappano il capolino dalla pianta).
Uno dei principali problemi della coltura è
la sua forte scalarità di maturazione, così
che su una stessa pianta si trovano fiori a
tutti gli stadi di sviluppo. Questo può costituire
un inconveniente per la raccolta, che
fino a qualche tempo fa veniva effettuata
integralmente a mano. L’applicazione
anche alla camomilla della raccolta meccanica,
tuttavia, ha dato risultati eccellenti.
Dopo la raccolta, le sommità fiorite vengono
fatte essiccare all’aria e all’ombra,
oppure in essiccatoi ad aria forzata.
epoca: Maggio.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Capolini.
Usi:
• domestico
(calmante, blando sedativo)
• industria farmaceutica
(sedativo, antinfiammatorio)
• industria cosmetica
(creme, detergenti, profumi, shampoo)
• industria alimentare
(bevande, dolci, gelati, liquori e vermouth).
Fra tutte le piante medicinali la camomilla
comune è forse la più popolare e le sue
proprietà calmanti e sedative sono note
fin dai tempi più antichi.
UTILIZZAZIONI
Cardo Mariano
Si coltiva in ambienti asciutti e in
pieno sole, anche aridi e sassosi, dal
livello del mare fino a 700-1100 m di
altezza.
Impianto
Modalità:
Semina diretta a file
Epoca:
Primavera (aprile) o autunno.
La temperatura ottimale di germinazione
del seme è intorno ai 22°C, mentre il processo
germinativo si arresta a temperature
inferiori a 10°C; per questo motivo, la
semina viene normalmente effettuata nel
periodo primaverile o, negli ambienti a
temperature più miti, in quello autunnale.
Sesti:
70-80 cm tra le file, utilizzando 4-5
kg/ha di seme.
Densità: 5-7 piante/mq.
E’ opportuno non superare tali valori per
evitare che le piante producano capolini di
dimensioni ridotte.
Coltura annuale o biennale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 46 - Le Piante Officinali
Cardo Mariano
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50 kg/ha di N
50 kg/ha di P2 O5
50 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 3-5
q/ha di guano oppure 3-5 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Eccessive somministrazioni di azoto sono
da evitare, perché la coltura tende all’allettamento
e la resa in olio essenziale diminuisce
sensibilmente.
Irrigazione:
Non necessaria.
Avversità e Parassiti:
Funghi (oidio e Botrytis), coleotteri.
Resa:
Circa 1,5 t/ha di frutti
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità: Meccanica (con comuni mietitrebbiatrici).
epoca: Estate.
L’operazione si effettua quando i frutti
hanno assunto un colore nero uniforme e le
piante sono sufficientemente disidratate,
affinché le macchine mietitrebbiatrici possano
lavorare correttamente.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate: Frutti, molto più
raramente le foglie e le radici.
Usi:
Domestico
(i capolini venivano, fino a qualche tempo fa,
cotti come i carciofi, mentre le foglie giovani,
private delle spine,si consumavano come insalata).
• industria farmaceutica
(estrazione della silimarina)
• industria cosmetica
(lozioni, pomate)
I frutti del Cardo Mariano vengono utilizzati
in fitoterapia per il trattamento delle
disfunzioni epatiche; il principio attivo
responsabile delle proprietà epatoprotettive
della pianta, presente in diversi formulati
commerciali, è costituito dalla silimarina,
un complesso flavonico contenuto nel
seme in percentuale variabile dall’1.5 al
3%, costituito da una miscela di tre flavoni
isomeri (silibina, silidianina, silicristina).
UTILIZZAZIONI
Cicoria
I suoli più adatti alla coltivazione
della cicoria sono quelli profondi, di
tessitura media e ben drenati; terreni
con oltre il 30% di argilla causano alle
piante problemi nell’emergenza e difficoltà
durante l’estirpamento, con elevate
perdite (10-20%) dovute alla rottura
della parte distale della radice.
Impianto
Modalità:
Semina diretta, manuale o meccanica,
molto superficiale (circa 0.5-1 cm).
Epoca:
Marzo-aprile.
Una semina precoce consente alla coltura
di allungare il ciclo, mentre una semina
posticipata mette al riparo dalle gelate e
riduce il periodo della prefioritura.
Sesti:
45-50 cm tra le file
Densità:
Finale: 14-16 piante/m2.
Coltura annuale o poliennale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 48 - Le Piante Officinali
Cicoria
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm di profondità.
Concimazione:
all’impianto: 40-50 kg/ha di N
40-50 kg/ha di P2 O5
40-50 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 6-8
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Normalmente, la coltura non necessita di
apporti supplementari di elementi fertilizzanti:
l’arricchimento del terreno in
sostanza organica ed in azoto, infatti, non
sempre garantisce rese quanti-qualitative
più elevate, mentre, per altro verso, costituisce
un rischio per lo stato sanitario di
tuberi e fittoni. Sempre per questo motivo
va considerata con cautela la precessione
con colture miglioratrici (leguminose).
Irrigazione: Solo di soccorso.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto marciumi radicali).
Raccolta:
modalità: Meccanica, adoperando le
medesime attrezzature adoperate per
la bietola, opportunamente regolate.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: settembre
La cicoria non presenta, durante il periodo invernale,
una interruzione fisiologica della crescita,
attività che viene semplicemente rallentata.
Quindi è possibile, almeno in teoria, ritardare la
raccolta delle radici fino a che le condizioni climatiche
lo consentono.
Resa: Fino a 50 t/ha di radice fresche.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Radice.
Usi:
• Domestico
(preparazione di surrogato del caffe)
• Industria alimentare
(estrazione dell’inulina).
L’inulina è un polisaccaride del fruttosio, utilizzato
dall’industria alimentare come base
per la preparazione di surrogati di caffè e
per la produzione di sciroppi di fruttosio,
impiegato dall’industria dolciaria come dolcificante;
dopo idrolisi, può anche essere fermentata
per ottenere alcool ed altri prodotti.
Dopo l’estrazione dell’inulina dalle radici,
sono disponibili delle polpe (disidratate o
surpressate) simili a quelle prodotte con la
barbabietola da zucchero, e utilizzabili
nell’alimentazione dei ruminanti.
UTILIZZAZIONI
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Coriandolo
Vegeta bene in tutte le aree a clima
temperato. Si adatta a tutti i tipi di terreno,
ma cresce particolarmente bene
in quelli sabbiosi.
Impianto
Modalità:
• Semina diretta, meccanica, con
seminatrici per cereali o di precisione,
ad una profondità di 1,5 - 2,5 cm circa.
• Trapianto di piantine già radicate in
semenzaio.
La semina diretta consente un notevole
risparmio di tempo e manodopera, ma
deve venire effettuata con seme di buona
qualità ed altamente germinabile.
Epoca: Autunnale (spec. trapianto),
primaverile (marzo-aprile).
Negli ambienti mediterranei, in regime
asciutto, i risultati migliori sono stati ottenuti
seminando direttamente in campo
intorno alla prima decade di gennaio. In
aree più temperate, la semina autunnale
può venire eseguita solo adoperando cultivar
resistenti al freddo.
Sesti:
Per produrre seme: 50-60 cm tra le
file; 20 cm tra pianta e pianta, distribuendo
20-25 kg/ha di seme.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Densità: 50 piante/mq
Una maggiore fittezza conduce alla formazione
di piante con semi piccoli, a
causa dell’elevata competizione intraspecifica.
A volte, per portare le piante alla densità
voluta, può essere opportuno effettuare
un diradamento quando hanno raggiunto
i 10-20 cm di altezza.
TECNICHE COLTURALI
Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm in
pre-impianto. Con coltura in atto, 2-3
erpicature diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5
in copertura: 40-60 kg/ha di N
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 10-
15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha di
fosfato naturale.
Poco esigente in potassio, la pianta è invece
piuttosto esigente in fosforo. L’azoto
deve venire somministrato con cautela,
perché un eccesso di questo elemento
può favorire l’allettamento nella fase di
sviluppo dei frutti.
Irrigazione:
Utile nelle fasi di fioritura e formazione
dei semi, per evitare la “stretta”.
Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto
marciumi radicali e oidio), insetti.
Resa: 1 - 1,5 t/ha di seme.
Raccolta:
modalità: • manuale
• meccanica (mietitrebbia)
• semimeccanica (sfalcio,
essiccazione, trebbiatura).
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: Giugno-luglio.
Data la forte scalarità di maturazione
della specie, la raccolta manuale è quella
che consente la maggiore uniformità e le
migliori caratteristiche qualitative del prodotto.
Essa si esegue raccogliendo le
ombrelle appena tendono a maturare,
recidendole insieme al loro peduncolo. In
seguito vengono fatte essiccare e i semi
separati dai peduncoli tramite battitura.
Su superfici molto estese, in cui la raccolta
manuale è antieconomica, si sfalciano le
piante alla base, si lasciano essiccare in
campo (possibilmente su teloni) e successivamente
si trebbiano. La raccolta con
mietitrebbie, se il prodotto non è perfettamente
maturo, può provocare ingolfamenti
della macchina; d’altra parte, tempi di
attesa troppo lunghi portano ad una diminuzione
del prodotto, dato che i semi
maturi si distaccano con facilità.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”).
Usi: Domestico
(aromatizzante per alimenti, prep. del curry)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(liquori, vermouth).
• Industria chimica “fine”
(estrazione dell’acido petroselinico).
UTILIZZAZIONI
Cumino
Spontaneo in terreni freschi e permeabili,
si adatta ai terreni argillosi di
origine alluvionale ma preferisce quelli
più fertili e leggeri, con buona disponibilità
idrica. La pianta richiede temperature
miti durante la fase vegetativa
per almeno 3-4 mesi.Teme le gelate.
Impianto
Modalità:
Semina diretta a file.
Epoca:
Primavera (aprile) o autunno.
Sesti:
Tra le file 40-45 cm, distribuendo 8-
10 kg/ha di seme.
Densità:
50 piante/mq, ma può aumentare.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 52 - Le Piante Officinali
Cumino
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50 kg/ha di N
60-80 kg/ha di P2 O5
60-80 kg/ha di K2 O
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 7-9
q/ha di guano oppure 6-8 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Solo di soccorso.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Resa:
1,2-2 t/ha di frutti.
Raccolta:
epoca:
Luglio-settembre (inizio imbrunimento
ombrelle).
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
Generalmente manuale.
Le piccole dimensioni della pianta (15-30
cm di altezza) fanno sì che la raccolta
manuale assicuri generalmente risultati
migliori di quella meccanica. Le ombrelle si
raccolgono quando cominciano ad ingiallire,
prima della loro completa maturazione
per evitare che i semi si disperdano. Dopo
il taglio, vengono di solito legate in piccoli
mazzi e poste ad essiccare in locali asciutti
e ventilati; il seme viene poi allontanato
per sbattimento o trebbiatura.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti.
Usi:
Alimentare
(preparazione di liquori, aromatizzante)
Il frutto (“seme”) del cumino è l’ingrediente
base di tutti i tipi di curry e chili. Esso
contiene circa il 10% di olio volatile e
un'essenza il cui principio attivo più
importante è l'aldeide cuminica. Ha proprietà
aperitive, digestive e carminative
(riduce i gas intestinali).
UTILIZZAZIONI
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Finocchio da seme
Vegeta bene in tutte le aree a clima
temperato. Largamente coltivato e diffuso
in tutti i Paesi temperati fino ad
altitudini superiori a 1000 m. Si adatta a
tutti i tipi di suolo, purché non eccessivamente
sabbiosi o soggetti a ristagno
idrico. Il pH ottimale varia tra 4,8 e 8,3.
Impianto
Modalità: Semina diretta, meccanica,
con seminatrici per cereali o di precisione,
ad una profondità di 2 cm circa.
Trapianto di piantine già radicate in
semenzaio.
Bisogna prestare una certa attenzione alla
scelta del materiale di propagazione, preferibilmente
acquistando semi (=frutti)
certificati: seme autoprodotto in azienda
può infatti provocare difformità della coltura.
Se il seme è ancora immaturo, inoltre,
si possono avere fenomeni di dormienza.
Il seme dei tipi “dolci” è più grosso, di
colore verde chiaro-grigiastro, con costolature
evidenti; il seme dei finocchi spontanei
e dei tipi amari (per lo più perenni) è
più piccolo e più scuro..
Epoca: Autunnale (spec. trapianto)
primaverile (da febbraio a maggio, evitando
le gelate).
Sesti: 50-60 cm tra le file; 10-20 cm
tra pianta e pianta, distribuendo 4-6
kg/ha di seme.
Densità: 10-20 piante/mq.
Coltura annuale o biennale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Finocchio da seme
Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm in
pre-impianto. Con coltura in atto, 2-3
erpicature diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K2 O
in copertura: 60-80 kg/ha di N
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 15-
20 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha di
fosfato naturale.
La coltura è piuttosto esigente in fosforo; gli
apporti di azoto devono invece essere relativamente
limitati, per evitare un eccessivo
sviluppo delle foglie a scapito del seme.
Irrigazione:
Utile nelle fasi di fioritura e formazione
dei semi, per evitare la stretta.
Avversità e Parassiti: Funghi (soprattutto
marciumi radicali e oidio), insetti.
Resa: 1 - 1,5 t/ha di seme; in conduzione
biennale, rese inferiori al 1°anno
e superiori al 2°.
Secondo la Farmacopea Ufficiale, il contenuto
in umidità dei semi non deve superare
il 10%; se alla raccolta tale valore viene
superato, si procede all’essiccazione, naturale
o artificiale; in quest’ultimo caso, la
temperatura di essiccazione non deve
superare i 35-40%, perché con valori
superiori si alterano le caratteristiche
organolettiche dei semi.
CURE COLTURALI
Raccolta: epoca: Settembre-ottobre
(prima delle piogge).
modalità:
• manuale (2-3 interventi)
• meccanica (mietitrebbia)
• semimeccanica (sfalcio, essiccazione,
trebbiatura).
Data la forte scalarità di maturazione
della specie, la raccolta manuale è senz’altro
preferibile per ottenere un prodotto
della migliore qualità; la raccolta meccanica
può venire effettuata su coltivazioni
piuttosto estese, ma richiede una pianificazione
accurata e, spesso, deve essere
seguita da un’essiccazione del prodotto
all’aria (e, dato il periodo, al coperto) per
assicurarne la conservabilità. Il momento
migliore viene a cadere alla fine dell’estate,
quando il colore dei primi frutti vira
verso il giallo chiaro e le costolature sono
ben evidenti.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”).
Usi: Domestico
(aromatizzante per alimenti)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(liquori, vermouth).
• Industria chimica “fine”
(estrazione dell’anetolo).
L’olio essenziale si trova per il 60 % nei
frutti e per la restante parte nelle ombrelle
e nelle parti verdi della pianta, da cui
viene estratto per distillazione in corrente
di vapore.
UTILIZZAZIONI
Iperico
Allo stato spontaneo predilige le
stazioni soleggiate ed aride del piano
basale, collinare e montano, mentre in
coltivazione non ha speciali esigenze di
terreno; cresce bene su terreni calcarei,
ma anche su quelli silicei ed acidi,
tollera quelli argillosi, ma nel caso di
semina diretta necessita di un terreno
leggero, privo di infestanti perenni e
senza ristagni di acqua.
Impianto
Modalità:
• Semina diretta (solo in presenza di
terreni in situazione ottimale di tessitura
e giacitura) con macchine seminatrici
adatte, ricoprendo il seme di terra e quindi
compattandolo mediante rullatura.
• Trapianto.
Il trapianto consente risultati più sicuri e
produzioni più elevate rispetto alla semina
diretta e assicura una buona produzione
di fiori già al primo anno.
Sesti:
40-60 cm tra le file, distribuendo 3
kg/ha di semente (germinabilità 70%).
Coltura annuale o biennale
(solo eccezionalmente poliennale)
A causa delle malattie fungine alle
quali può essere soggetto, l’iperico non
deve mai essere coltivato in successione
a se stesso, se non dopo parecchi anni.
TECNICHE COLTURALI
Epoca:
Semina diretta: fine estate-autunno
tardo-estiva o autunnale.
Trapianto: aprile/maggio, in dipendenza
del clima, Nelle aree più calde e
asciutte anche nel periodo autunnale.
La semina nel periodo estivo-autunnale
permette al seme una sorta di “stratificazione
naturale”, per mezzo della quale l’umidità
e le basse temperature invernali
sbloccano la fase di dormienza. In questo
caso l’emergenza avverrà nel periodo di
marzo-aprile.
Nel caso della semina diretta si consiglia
comunque di pretrattare il seme stratificandolo
in sabbia umida alla temperatura
di 0-5°C per una settimana oppure prerefrigerandolo
per 7 giorni a 4°C.
Densità: 50-66 piante/mq.
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Lavorazioni:
Aratura autunnale a 30-35 cm di
profondità, seguita da un’erpicatura e,
in caso di semina diretta, una rullatura.
Concimazione:
all’impianto: 70-100 kg/ha di P2 O5
180-200 kg/ha di K2 O
in copertura: 100-150 kg/ha di
N, preferibilmente in tre interventi: tre
settimane dopo l’emergenza o il trapianto;
alla chiusura della fila; dopo il
primo taglio.
Alcuni autori sostengono che la concimazione
azotata abbasserebbe il tasso di
ipericina nelle piante e favorirebbe le
malattie fungine.
Avversità e Parassiti:
Funghi, insetti.
Raccolta:
modalità:
Manuale o meccanica (su grandi
superfici si adottano le falciacaricatrici).
Poiché i fusti non contengono ipericina, si
consiglia di tagliare a 20 cm dal suolo al
primo raccolto e ancora più in alto in
quelli successivi, quando la pianta raggiunge
altezze più elevate e forma steli più
legnosi.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: Massima fioritura (70% dei fiori
aperto): al primo anno, dalla fine di giugno
ai primi di luglio (se si semina o trapianta
in autunno), dalla fine di luglio all’inizio di
agosto (se si trapianta in marzo/aprile),
fino a settembre/ottobre (se si semina in
aprile/maggio). Dal secondo anno in poi la
prima fioritura si avrà in giugno/luglio e la
seconda in settembre.
Resa:
Piante intere 25-55 q/ha di droga
secca al 1°anno; 15-70 q/ha di droga
secca al 2° anno.
Sommità fiorite 15-30 q/ha di droga
secca al 1° anno; 5-55 q/ha di droga
secca al 2°anno.
L’estrema variabilità delle rese al secondo anno
è legata all’incidenza negativa delle malattie
fungine,che possono falcidiare la coltura.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Piante intere e sommità fiorite .
Usi:
• industria alimentare
(preparazione di liquori)
• industria cosmetica
(lozioni e oli solari, prodotti astringenti e
tonificanti)
• industria farmaceutica
(tranquillanti e antidepressivi naturali;
antisettici; cicatrizzante e antiinfiammatorio
locale).
UTILIZZAZIONI
Issopo
Predilige terreni calcarei e asciutti,
ma si adatta anche ad altri tipi di suolo,
purché ben esposti e soleggiati. Tollera
la siccità.
Impianto
Modalità:
• Divisione dei cespi
• Talee erbacee
• Seme (semenzaio a prof. <1 cm e
successivo trapianto; 2 g di seme permettono
di impiantare 1 mq di semenzaio).
Epoca:
Divisione dei cespi: marzo-aprile
talee: fine estate
seme: preparazione dei semenzai in
febbraio e trapianto in maggio; da 1 mq
di semenzaio si ottengono piante per
100 mq a dimora.
La messa a dimora delle talee o delle porzioni
di cespo nel periodo tardo estivoautunnale
è preferibile in ambienti caratterizzati
da estati calde e siccitose.
Sesti:
50-60 cm tra le file.
Densità:
4-6 piante/mq.
Coltura poliennale (5-6 anni)
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Iss www.orodialoe.it
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm di profondità.
Annualmente, 2-3 erpicature diserbanti
nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 70-90 kg/ha di P2 O5
70-90 kg/ha di K2 O
in copertura: 30-40 kg/ha di N, alla
ripresa vegetativa.
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 6-8
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Quasi mai necessaria.
Avversità e Parassiti:
Funghi (ruggine, oidio).
Resa:
3-4 t/ha di prodotto fresco al primo
anno, 8-10 t/ha (totale dei due sfalci) al
secondo anno e nei successivi.
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
Manuale (taglio della parte erbacea
evitando quella più lignificata).
epoca:
Giugno- luglio (inizio fioritura)
Al primo anno d’impianto si effettua un
solo raccolto; negli anni successivi (particolarmente
se si interviene con l’irrigazione)
è possibile avere una seconda fioritura a
fine estate e pertanto saranno possibili
due raccolte (giugno e ottobre).
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Foglie, sommità fiorite e parti erbacee.
Usi:
Alimentare
(liquori; pianta aromatica da condimento)
industria farmaceutica
(principi attivi tossifughi e anticatarrali).
UTILIZZAZIONI
Lavanda
Vegeta bene in terreni asciutti, calcarei
e relativamente profondi; tollera
male i terreni acidi mentre si adatta
bene a quelli alcalini.
Impianto
Modalità:
• Talea erbacea o legnosa
• Seme (raram.).
L’uso del seme viene limitato, ovviamente,
alle varietà di lavanda fertili; il cosiddetto
“lavandino”, costituito dagli ibridi sterili di
Lavandula officinalis x Lavandula spica,
viene propagato esclusivamente per talea.
Per facilitare il radicamento delle talee
vengono talvolta adoperati dei prodotti
ormonici (IBA, NAA, 2,4-D, IAA).
Epoca:
Primavera (talee radicate),
autunno (se non ci sono gelate).
Sesti:
File distanti 1,5-2 m.
Densità:
1-2 piante/mq. .
Coltura poliennale (da 6 a 10 anni)
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 60 - Le Piante Officinali
Lavanda
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50-60 kg/ha di N
50-60 kg/ha di P2 O5
50-60 kg/ha di K2 O
in copertura: 60-70 kg/ha di P2 O5
60-70 kg/ha di K2 O
60-70 kg/ha di N
(in primavera di ogni anno)
E’ opportuno non eccedere nelle concimazioni
azotate, perché quantitativi di azoto
troppo elevati possono provocare l’allettamento
delle infiorescenze, con conseguenti
difficoltà nella raccolta meccanica.
corrispondenti, in biologico, a:
300-600 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 4-6
q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Necessaria solo in vivaio.
Avversità e Parassiti:
Funghi (marciumi radicali, oidio),
insetti.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Infiorescenze.
L’aroma della lavanda deriva dal suo olio
essenziale, concentrato soprattutto nei peli
ghiandolari posti nel calice dei fiori.
Usi:
• Domestico
(profumante per biancheria)
• Industria cosmetica
(profumi di vario tipo, deodoranti e saponi).
UTILIZZAZIONI
Raccolta:
epoca:
Piena fioritura-inizio sfioritura (il
70% dei fiori aperto) .
modalità:
Manuale o meccanica, impiegando
falcia-legatrici o falcia-caricatrici.
E’ consigliabile recidere le infiorescenze e
una piccola parte del fusto erbaceo,
lasciando intatte le porzioni legnose della
pianta. Nel prodotto raccolto devono essere
presenti pochissime foglie, che deprezzano
la qualità dell’olio essenziale.
Resa:
• Infiorescenze: fino a 5-7 t/ha nella
lavanda vera, 12-15 t/ha negli ibridi.
• Fiori sgranati: 1-1.5 t/ha.
CURE COLTURALI
Liquirizia
Terreni di tipo argilloso-siliceo e calcareo,
da poco a mediamente fertili, di
piano e di collina, profondi e permeabili.
Su terreni salsi, la coltura produce
radici mediamente più sottili, con un
maggiore contenuto in zuccheri.
Per i primi 2 anni, può essere coltivata in
consociazione con specie erbacee a ciclo
autunno-vernino da raccogliere verso la
fine della primavera (ad esempio orzo da
raccogliere alla maturazione cerosa).
Impianto
Modalità:
Per porzioni di rizoma (prelevate in
autunno, da piante madri che abbiano
almeno 3 anni di età e conservate in
sabbia poco umida), deponendo circa
10-15 q/ha di rizomi a 20-30 cm di
profondità.
Epoca:
Autunno-primavera.
Sesti:
60-70 cm tra le file e 40-50 cm sulla
fila.
Coltura poliennale (circa 4 anni)
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 62 - Le Piante Officinali
Liquirizia
Lavorazioni:
Aratura a 35-40 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 70-80 kg/ha-1 di P2 O5
70-80 kg/ha-1 di K2 O
40-60 kg/ha-1 di N (starter).
in copertura: solo in caso di carenza,
apporto supplementare di P2 O5.
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 10-
15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha di
fosfato naturale.
Irrigazione:
Indispensabile al primo anno; secondo
la necessità, da ripetere per tutto il
periodo estivo.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto marciumi radicali
e oidio), insetti.
Resa:
18-20 t ha-1 di radice fresca (50% di
umidità), (raccolta spontanea: 1-3 t ha-1).
CURE COLTURALI
Raccolta:
modalità:
• rimozione della parte aerea
• scavo e raccolta delle radici e degli
stoloni, estratti dal terreno mediante
aratura a 40-60 cm di profondità (aratro
o ripuntatore).
epoca:
Ottobre-novembre (dopo le prime
piogge, all’ingiallimento delle foglie
prima del riposo vegetativo).
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Radici.
Usi:
Domestico
(bastoncini da masticare)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali o principio
attivo con effetti espettoranti, anti-infiammatori
ed antispasmodici)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi).
• Industria alimentare
(succo tal quale o glicirrizina per la produzione
di caramelle, bibite, dolci, gelati e prodotti
da forno; additivo della birra scura; rinforzante
dell’aroma del cacao).
• Manifattura dei tabacchi: additivo
di concia.
UTILIZZAZIONI
Malva
Predilige terreni leggeri e ben esposti;
resiste poco alla siccità.
Impianto
Modalità:
• Semina diretta, meccanica o manuale,
distribuendo 10 kg/ha di seme.
• Trapianto di piantine ottenute in
semenzaio.
Epoca:
• Semina diretta a fine aprile, o in
autunno nelle aree mediterranee
• Trapianto in aprile-maggio, dopo 60-
70 giorni dall’emergenza delle plantule.
I semenzai vanno preparati alla fine dell’inverno
ponendo a germinare 1g di
semente per m2 (si ottengono circa 300
piantine utili).
Sesti:
50-70 cm tra le file, utilizzando 5-6
kg/ha di seme; trapianto a 30 cm sulla fila.
Densità:
10 piante/mq.
Se si preferisce ottenere un’abbondante
produzione di fiori anziché di foglie, è
opportuno ridurre la densità di investimento
del 20-25%.
Coltura annuale nei paesi freddi,
biennale in quelli caldi
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 64 - Le Piante Officinali
Malva
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Sarchiature diserbanti tra le file (motocoltivatore
o zappatrice) e manuali
sulla fila, una subito dopo l’impianto e
una o due con la coltura in atto.
Concimazione:
alla semina o al trapianto:
70-80 kg/ha di N
70-80 kg/ha di P2 O5
70-80 kg/ha di K2 O
in copertura:
50-60 kg/ha di N (primavera
del secondo anno).
corrispondenti, in biologico, a:
600-800 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 9-10
q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Subito dopo la semina o il trapianto e
poi secondo necessità (una o più irrigazioni
di soccorso durante il periodo estivo).
Avversità e Parassiti:
Attacchi fungini (ruggine e oidio).
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca:
Fiori: estate (giugno-luglio) del
secondo anno; in condizioni favorevoli
è possibile effettuare una seconda raccolta
40-50 gg dopo la prima.
Foglie: estate (massimo rigoglio vegetativo)
fin dal primo anno; si effettuano di
solito due raccolte.
modalità:
manuale o meccanica (solo per le
foglie).
Resa:
Fiori: 0,5-0,8 t/ha di fresco (0,1-0,2
t/ha di secco).
Foglie e cimette: da 3-4 t/ha (2 raccolti
all’anno) a 4-6 t/ha (4 raccolti
all’anno).
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Foglie, fiori e occasionalmente radici.
Usi:
• Industria farmaceutica
(emollienti, antinfiammatori, antispasmodici)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(liquori, vermouth).
UTILIZZAZIONI
Marrubio
Terreni asciutti, ben drenati e in
pieno sole.
Impianto
Modalità:
Semina diretta, divisione delle radici.
Epoca:
All’inizio dell’autunno nelle aree
mediterranee
Divisione delle radici in primavera.
Sesti:
60 cm tra le file, lasciando circa 50
cm tra pianta e pianta.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 66 - Le Piante Officinali
Marrubio
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50-80 kg/ha di N
Il Marrubio presenta esigenze in elementi
nutritivi piuttosto ridotte, per cui in genere
si avvantaggia delle concimazioni somministrate
alle colture precedenti. Prima dell’impianto
possono comunque essere utili
delle leggere concimazioni azotate, da
somministrare preferibilmente in forma
organica.
Raccolta:
modalità:
Manuale, recidendo la pianta una
decina di centimetri più in basso dei
fiori inferiori ed evitando di raccogliere
le parti lignificate della base.
epoca:
Fiori: quando sono ancora in bocciolo.
Resa:
20-40 q.li/ha di sommità fiorite secche.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”).
Usi:
• Industria farmaceutica
(principi attivi espettoranti e tossifughi)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(liquori, vermouth).
Sia il marrubio che i preparati medicinali
che da esso derivano possiedono un sapore
estremamente sgradevole. E' questa
una delle cause della sua assenza in cucina,
ma anche del suo limitato impiego nel
campo della medicina vegetale. Per queste
due ragioni spesso viene utilizzato in combinazioni
alcoliche, in quanto l'alcool oltre
ad estrarre i principi terapeutici (altrimenti
poco solubili in acqua), riesce ad ovviare,
in parte, al disgustoso sapore.
UTILIZZAZIONI
Origano
Vanno evitati terreni con ristagni frequenti.
Si adatta anche a suoli tendenzialmente
argillosi e ricchi di calcare.
Impianto
Modalità:
• Talea erbacea
• Divisione dei cespi
• Seme (raram.)
La propagazione per seme, pur essendo
teoricamente possibile, è poco diffusa per
le piccole dimensioni dei semi e per la loro
scarsa germinabilità, perché genera colture
assai difformi e perché ritarda di almeno
un anno l’entrata in produzione.
Epoca:
Primavera e autunno
L’impianto primaverile è preferito nelle
aree più temperate (centro e nord Italia) e
al Sud se si opera in irriguo; nelle aree
mediterranee in genere si attua l’impianto
autunnale quando la coltivazione viene
fatta in asciutto, in modo da consentire
alla coltura di usufruire delle piogge
autunnali ed invernali.
Coltura poliennale (5-6 anni)
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
(aree mediterranee): 100-140 cm
tra le file 30-60 cm sulla fila investimento
totale in campo: 2 - 3 piante/mq
(aree temperate): 45-60 cm tra le
file 30-40 cm sulla fila investimento
totale in campo: 5 - 8 piante/mq.
Nelle aree temperate è possibile infittire un
po’ gli impianti perché in genere non si
hanno problemi di competizione per l’acqua.
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 68 - Le Piante Officinali
Origano
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 100-120 kg/ha di P2 O5
100-120 kg/ha di K2 O
40-60 kg/ha di N (starter)
in copertura: 40-60 kg/ha di N alla
ripresa vegetativa.
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 500-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 15-20 q/ha di guano oppure 10-15
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
Resa:
1° anno: 2 t/ha di biomassa fresca
2° anno e successivi: fino a 10 t/ha.
Con l’invecchiamento, gli impianti tendono
a lignificare e le produzioni, pur mantenendosi
quantitativamente piuttosto elevate,
perdono in qualità per effetto dell’incremento
della frazione legnosa a scapito
delle infiorescenze e delle foglie. Per questo,
è meglio non prolungare la durata dell’impianto
oltre il 4° anno o, altrimenti, effettuare
un’operazione di “ringiovanimento”
eliminando con la zappa la frazione più
lignificata dei cespi (quella centrale) e
lasciando vegetare la parte periferica.
CURE COLTURALI
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1° anno; in
seguito, solo di soccorso.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Raccolta:
modalità:
• manuale
• meccanica (falciatrici)
epoca:
Fioritura (maggio-giugno).
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Sommità fiorite (foglie+infiorescenze).
Usi:
Domestico
(aromatizzante per alimenti)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinale)
• Industria cosmetica
(saponi e profumi)
• Industria alimentare
(antiossidante e antimicrobico).
L’olio essenziale, estremamente aromatico,
viene estratto per distillazione in corrente di
vapore a partire da materiale vegetale sia
fresco che secco. Se ne trova in maggiore
quantità nelle infiorescenze (circa il 2,5 %),
meno nelle foglie e in tracce negli steli.
UTILIZZAZIONI
Psillio
Vegeta bene su suoli sabbiosi.
Impianto
Modalità:
Semina diretta a file.
Epoca:
• Primaverile (marzo-aprile).
• Autunnale (novembre-dicembre).
Sesti:
30-35 cm tra le file; 20 cm sulla fila.
Densità:
20 piante/mq.
Coltura annuale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 70 - Le Piante Officinali
Psillio
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5
in copertura: 50-60 kg/ha di N
in primavera.
corrispondenti, in biologico, a:
300-500 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 5-8
q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfato
naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
Irrigazione:
Non necessaria.
Avversità e Parassiti:
Funghi, insetti.
Resa:
0,5 - 1 t/ha di frutti
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Frutti (comunemente detti “semi”).
Usi:
• Domestico
(aromatizzante per alimenti)
• Industria farmaceutica
(formulati dietetici, principi attivi regolatori
dell’intestino).
Il seme di psillio contiene al suo interno
notevoli quantità di mucillagini, sostanze
dotate della proprietà di rigonfiarsi ed
aumentare di volume a contatto con l’acqua.
Questa caratteristica ne fa una ricercatissima
materia prima per numerosi
integratori alimentari utili nelle diete dimagranti
e nel trattamento di alcune disfunzioni
intestinali: una volta ingerite, infatti, le
mucillagini dello psillio aumentano fino a
10-14 volte il loro volume iniziale, fenomeno
che favorisce il senso di sazietà.
UTILIZZAZIONI
Rosmarino
Si adatta a tutti i tipi di suolo, particolarmente
delle fasce costiere, purché
ben drenati.
Impianto
Modalità:
• Talea semilegnosa (radicata in
vivaio)
• Divisione dei cespi
• Seme (raram.)
Epoca:
Primavera, autunno.
La propagazione per seme viene effettuata
in primavera (marzo-giugno), distribuendo
10 kg di seme/ha, quasi sempre a spaglio.
La moltiplicazione per talea viene invece
effettuata prelevando, in luglio-agosto, talee
di legno semimaturo lunghe circa 10 cm e
scegliendo preferibilmente i rami che non
hanno fiorito (in caso contrario vanno eliminati
tutti i fiori ed i loro steli fino alla parte
fogliosa). Le talee possono venire trattate
con ormoni rizogeni (IBA allo 0,4 - 0,5 %) e
vengono successivamente piantate in letto
freddo (torba e sabbia). Una volta radicate,
si invasano in contenitori di 7-8 cm, si fanno
svernare in cassone e si mettono a dimora
nella primavera successiva. Nelle zone a
clima mite, è possibile mettere le talee direttamente
a dimora in autunno.
Coltura poliennale (fino a 10 anni)
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
60-200 cm tra le file 50-80 cm sulla
fila.
Dato il notevole sviluppo raggiunto dalla
specie, è consigliabile impiantare a sesti
piuttosto larghi. Una buona pratica
potrebbe essere quella di utilizzarla come
bordura o siepe, con notevoli vantaggi
anche estetici.
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
www.orodialoe.itsmarino
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 50-70 kg/ha di N
100-150 kg/ha di P2 O5
100-150 kg/ha di K2 O
annualmente: 50-70 kg/ha di N
(alla potatura)
corrispondenti, in biologico, a:
500-800 q/ha di letame maturo o
sostanza organica compostata, più 10-
12 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha di
fosfato naturale, scorie Thomas, sali di
K, borlande (se necessario).
Viene considerata una specie poco esigente,
per cui la concimazione di mantenimento
nella maggior parte dei casi non
viene, in realtà, effettuata. Un eccesso di
fertilizzazione azotata, tra l’altro, può
avere ripercussioni negative sulla sintesi
delle essenze aromatiche e può predisporre
la pianta ad attacchi parassitari.Se le
piante vengono sfruttate commercialmente,
tuttavia, sono consigliabili leggere concimazioni
azotate alla potatura primaverile.
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1° anno; in
seguito, solo di soccorso.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Potatura:
Annualmente, allontanamento dei rami
più vecchi, fino a metà della loro lunghezza.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca: Per uso domestico, tutto l’anno
Per l’estrazione dell’olio essenziale,
in primavera-estate.
modalità:
• manuale (forbici)
• meccanica, (falciatrice).
L’uso della falciatrice non permette alla
pianta di assumere il caratteristico notevole
sviluppo, per cui spesso si preferisce
operare la raccolta manuale con forbici,
che lascia la pianta in buone condizioni di
integrità. In ogni caso è bene rapportare
l’entità della raccolta allo sviluppo ed al
vigore della pianta: dopo una raccolta
abbondante è bene ridurre i tagli per i
due anni successivi.
Resa: 1° anno: 2-4 t/ha di biomassa fresca.
2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate: Sommità fiorite
(foglie + infiorescenze), foglie.
Usi:
•Domestico
(aromatizzante per alimenti)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
• Industria cosmetica
(saponi, profumi, deodoranti)
• Industria alimentare
(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).
• Industria chimica
(estrazione della canfora).
La distillazione dell’olio essenziale viene
eseguita da luglio a settembre, dopo la fioritura,
togliendo le parti legnose dal materiale
da distillare. Utilizzando le foglie
essiccate si ottiene l’essenza più fine.
UTILIZZAZIONI
Salvia officinale
Specie tipicamente mediterranea, si
adatta anche a terreni tendenzialmente
argillosi e ricchi di calcare, purché non
soggetti a ristagni frequenti.
Impianto
Modalità:
• Talea semilegnosa (radicata in
vivaio)
• Divisione dei cespi
• Seme (raram.)
La semina diretta viene effettuata piuttosto
raramente, a causa della difformità
della coltura e del ritardo dell’entrata in
produzione. Si preferisce di solito l’impianto
per talee radicate, effettuato prelevando
in luglio-agosto dei segmenti di stelo
lunghi 7-8 cm, da piantare successivamente
in letto freddo (torba e sabbia) in modo
da metterli a dimora una volta radicati,
nell’aprile successivo. Questo procedimento,
anche se più lento, offre le migliori
garanzie di riuscita; negli ambienti più
caldi è tuttavia possibile mettere le talee a
dimora direttamente in campo nel periodo
autunno-invernale (ottobre-gennaio).
Epoca:
Primavera, autunno.
Coltura poliennale (5-6 anni)
TECNICHE COLTURALI
Impianto
Sesti:
50-60 cm tra le file 25-40 cm sulla fila
Man mano che si aumenta la densità
d’impianto aumenta anche l’ombreggiamento
delle foglie inferiori, che possono
ingiallire e cadere provocando una diminuzione
della resa per pianta.
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Salvia Officinale
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5
100-150 kg/ha di K2 O
50-70 kg/ha di N (starter)
annualmente: 80-100 kg/ha di P2 O5
80-100 kg/ha di K2 O
(in unica soluzione alla
ripresa vegetativa)
100 kg/ha di N
(50% alla ripresa vegetativa,
50% dopo il 1° sfalcio).
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 600-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
La concimazione azotata incrementa il
peso dei cespi, determinando la produzione
di un maggior numero di foglie, anche
se spesso di dimensioni inferiori. Nessun
effetto viene segnalato sulla percentuale e
le caratteristiche qualitative dell’olio essenziale.
In conduzione irrigua, la concimazione
azotata è indispensabile per ottenere
produzioni abbondanti.
Resa:
1° anno:2-4 t/ha di biomassa fresca.
2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.
CURE COLTURALI
Irrigazione:
Indispensabile solo al 1° anno; in
seguito, solo di soccorso.
La pratica dell’irrigazione, pur se non
strettamente indispensabile, permette di
ottenere produzioni abbondanti, consentendo
ad esempio di fare due sfalci: uno ai
primi di giugno in piena fioritura e l’altro,
di sole foglie, a ottobre inoltrato.
Avversità e Parassiti:
Funghi (soprattutto oidio), insetti.
Raccolta:
(una all’anno, due se si irriga)
modalità:
• manuale
• meccanica (falciatrice)
Il taglio dei fiori avviene a circa 10-20 cm
sotto di essi, mentre le foglie si tagliano a
15-20 cm da terra.
epoca: Fioritura (giugno).
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Sommità fiorite (foglie+infiorescenze),
“cimette” (apici degli steli con
foglie).
Usi:
•Domestico
(aromatizzante per alimenti)
• Industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali)
• Industria cosmetica
(saponi, profumi, dentifrici, deodoranti)
• Industria alimentare
(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).
UTILIZZAZIONI
Salvia Sclarea
Preferisce terreni relativamente fertili
di natura calcarea. Vegeta bene nei
terreni leggeri e tollera quelli acidi;
teme i ristagni.
Impianto
Modalità:
Semina diretta a file.
Epoca:
Primavera (aprile-maggio) o inizio
dell’autunno.
Sesti:
50 cm tra le file, distribuendo 15
kg/ha di seme .
Densità:
10-12 piante/mq.
Coltura biennale o poliennale
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
- 76 - Le Piante Officinali
Salvia Sclarea
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 100 kg/ha di N
100 kg/ha di P2 O5
100 kg/ha di K2 O
in copertura: 80-120 kg/ha di N in
primavera del secondo anno.
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto:600-800 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12
q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,
sali di K, borlande (se necessario).
Irrigazione:
Solo di soccorso; la pianta è estremamente
aridoresistente.
Avversità e Parassiti: Funghi (marciumi
radicali, oidio), insetti.
Resa:
Infiorescenze: fino a 10 t/ha di fresco,
2.5-3 t/ha di secco.
La pianta fresca possiede un odore forte e
pungente, non sempre gradevole, che
comunque scompare durante la distillazione
ed è del tutto assente nell’olio essenziale,
caratterizzato invece da un aroma
fresco e piacevole, con note dolci-amare.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca:
Infiorescenze: per distillazione in estate,
8-10 gg dopo la piena fioritura; per uso
erboristico prima che i fiori schiudano.
modalità:
Manuale o meccanica con barra falciante
(può determinare la presenza di
una quantità eccessiva di foglie, che
deprezzano l’olio essenziale).
L’olio essenziale diminuisce e si altera in
poco tempo, per cui è opportuno distillare
il prodotto immediatamente dopo la raccolta.
Se invece il prodotto viene destinato
all’erboristeria, le infiorescenze vengono
riunite in mazzetti e fatte essiccare all’aria
e all’ombra, preferibilmente su telai.
Successivamente possono essere conservate
in vasi di vetro al riparo dall'umidità.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Fiori e foglie.
Usi:
• Industria cosmetica
(fissativo per cosmetici)
I semi immersi in acqua producono una
mucillagine che tradizionalmente viene
impiegata per rimuovere i corpi estranei
dagli occhi: il seme viene introdotto nell’angolo
della palpebra inferiore, e la
mucillagine da esso prodotta aderisce ai
corpi estranei permettendone con facilità
l’allontanamento. Da qui il nome inglese
della pianta, "clary", derivato da"clear eye"
(“vista chiara”) .
UTILIZZAZIONI
Timo
Esige esposizioni soleggiate e clima
da temperato (alla semina) a caldo
(durante lo sviluppo vegetativo).
Predilige suoli di natura calcareo-argillosa,
con pH da neutro a sub-alcalino
(7-8).Teme i ristagni.
Impianto
Modalità:
• divisione dei cespi
• talea erbacea
• seme (semenzaio, raramente semina
diretta).
La propagazione per seme, pur essendo
teoricamente possibile, è poco diffusa per
le piccole dimensioni dei semi e per la loro
scarsa germinabilità, perché genera colture
assai difformi e perché ritarda di almeno
un anno l’entrata in produzione. Può
invece venire ipotizzata la semina in
semenzaio, da effettuarsi nel periodo estivo
disponendo il seme (0,5-1 g/mq) a
profondità non superiori a 1 cm, e trapiantando
successivamente (settembreottobre)
in campo le piantine ottenute.
Più comunemente si ricorre all’impianto
per talee erbacee, ottenute prelevando dei
segmenti di vegetazione lunghi 5-8 cm,
munite di una porzione del ramo portante,
a partire dai germogli laterali non fioriferi
delle piante madri.
Densità:
15 - 20 piante/mq
Coltura poliennale (3-4 anni)
TECNICHE COLTURALI
Epoca:
Divisione dei cespi in marzo-aprile,
con trapianto direttamente a dimora.
Talea in marzo-aprile, con trapianto
in cassoni freddi (torba e sabbia in
parti uguali); trapianto in campo nell’autunno
successivo.
Seme in aprile-giugno (semenzaio);
trapianto dopo 60-90 gg (sett.-ott.).
L’impianto primaverile è preferito nelle
aree più temperate (centro e nord Italia) e
al Sud se si opera in irriguo; nelle aree
mediterranee in genere si attua l’impianto
autunnale quando la coltivazione viene
fatta in asciutto, in modo da consentire
alla coltura di usufruire delle piogge
autunnali ed invernali.
Sesti: 30-40 cm tra le file e 10-20 cm
sulla fila.
Dosi di seme (semenzai):
0.5-1g/mq (1 mq di semenzaio:
circa100 mq a dimora).
TECNICHE COLTURALI
AMBIENTE DI COLTIVAZIONE
Lavorazioni:
Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.
Con coltura in atto, 2-3 erpicature
diserbanti nell’interfila.
Concimazione:
all’impianto: 40-50 kg/ha di P2 O5
40-50 kg/ha di K2 O
40-50 kg/ha di N (starter)
in copertura: 40-50 kg/ha di N
(alla ripresa vegetativa).
corrispondenti, in biologico, a:
all’impianto: 300-500 q/ha di letame
maturo o sostanza organica compostata,
più 4-5 q/ha di guano oppure 4-5 q/ha di
fosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,
borlande (se necessario).
in copertura: 300-500 q/ha di letame
maturo.
E’ una specie poco esigente, anzi troppo
azoto può danneggiare la produzione,
dando luogo ad un eccessivo rigoglio vegetativo
ed alla produzione di una droga
poco aromatica.
Irrigazione:
Indispensabile al primo anno; secondo
la necessità, da ripetere per tutto il
periodo estivo .
Avversità e Parassiti:
E’ soggetto ad attacchi fungini.
Resa: 5-6 t/ha di biomassa/anno, con
umidità 65%; massime rese: 3° anno.Dopo
3-4 anni è necessario sostituire le piante.
CURE COLTURALI
Raccolta:
epoca:
Fioritura (giugno-luglio).
modalità:
meccanica (falciatrici)
Adoperando la raccolta manuale, il taglio
viene effettuato recidendo la parte erbacea
della pianta 5-10 cm sotto i fiori. Se si
utilizzano le falciatrici, si esegue lo sfalcio a
5-10 cm dal suolo. Per ottenere il prodotto
erboristico, la biomassa tagliata viene essiccata
(in ambienti ombreggiati e ventilati),
battuta e successivamente vagliata.
CURE COLTURALI
Parti utilizzate:
Foglie e parte erbacea della pianta.
Usi:
domestico
(aromatizzante per alimenti)
• industria farmaceutica
(aromatizzante per medicinali e principi
attivi con proprietà antisettiche e balsamiche)
• industria cosmetica
(saponi e profumi)
• industria alimentare
(antiossidante e antimicrobico).
L’olio essenziale si ottiene per distillazione
in corrente di vapore a partire da materiale
vegetale sia fresco che secco (è presente
in quantità maggiore nelle foglie,
seguite dai fiori e dagli steli), e secondo la
Farmacopea Ufficiale deve essere contenuto
nel prodotto in percentuale non inferiore
all’1,2%.
Il Timo è inoltre una pianta spiccatamente
mellifera, e quindi ci sono buone possibilità
economiche per le due attività consociate.
UTILIZZAZIONI
- 80 - Le Piante Officinali
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Presentazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4
Le officinali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7
Il mercato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10
Prospettive future, vantaggi e vincoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12
Le piante officinali in ambiente mediterraneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 17
Piante officinali in Sicilia: prospettive di valorizzazione . . . . . . . . . . . . pag. 19
Saperi,Aromi, e Colori Mediterranei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 28
Schede tecniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 31
Aneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 33
Anice verde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 35
Assenzio Gentile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 37
Borragine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 39
Calendula . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 41
Camomilla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 43
Cardo Mariano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 45
Cicoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 47
Coriandolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 49
Cumino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 51
Finocchio da seme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 53
Iperico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 55
Issopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 57
Lavanda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 59
Liquirizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 61
Malva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 63
Marrubio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 65
Origano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 67
Psillio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 69
Rosmarino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 71
Salvia Officinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 73
Salvia Sclarea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 75
Timo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 77
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 79
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