MATERA, 20 GIUGNO 2014
“Salute Mentale Bene Comune: una cultura che cambia in Europa e nel mondo”
Angelo Malinconico
“CENTRALITA’ DEL RUOLO DELLA COOPERAZIONE SOCIALE NELLO SVILUPPO DEI SERVIZI ORIENTATI
ALLA RECOVERY”
CARNEADE-LAICO: CHI E’ COSTUI? CHI SE NE OCCUPA?
INNANZITUTTO nessuna subalternità in termini di valori.
PERO’:Attori dei programmi per la salute mentale che, a seconda dei luoghi in cui operano, DIVERSI:inquadramento giuridico-amministrativo;matrici culturali; ruoli professionali.
In linea generale operatori del privato sociale che, almeno all’inizio della loro esperienza lavorativa, non hanno fruito di articolati percorsi formativi o acquisito titoli professionali specifici.
Comunque una componente del Sistema di presa in carico:- con pari dignità nel globale processo di cura;- “luogo intermedio operativo” indispensabile per programmi di Recovery.
«Ho visto risultati
veramente miracolosi in cui
semplici infermiere e
profani sono riusciti, con
la loro comprensione, il
coraggio personale e la
paziente dedizione, a
ristabilire il rapporto
psichico col malato e in tal
modo a ottenere
sorprendenti guarigioni».
P.C. Racamier: un punto centrale è si vuole avvicinare l’utente attraverso un Trattamento (inteso come insieme di tecniche…SCISSORIE) o tramite un organico
PROCESSO DI CURA.
Ciò che è fondamentale è un lavoro che
superi le impostazioni
restrittivamente pedagogiche
della riabilitazione.
DIVERSAMENTE:
Il cosiddetto sistema curante appena può, solennemente, si auto-assolve: - HA il paziente, quindi si auto-legittima ad esistere; - HA individuato il case-manager… onanistico; - HA un insieme di persone (Persona/Maschera) che si auto-proclama équipe, in quanto ha dedicato energie alla ricerca del più idoneo Terapeuta Designato, in lunghe e non-etiche riunioni da Babele; - HA infine un progetto di cura che viene oblativamente calato sul Patiente… INGRATO e INADEMPIENTE? Allora è un non-responder, un discontinuo utilizzatore di prestazioni, un negativista.
La pervasiva attitudine analitica.
Promuovere e governare la giusta distanza, perché si curi ma si preservino CURATO e CURANTE coinvolti. Il sapere analitico può rendersi più transitivo, meno arroccato ed elitario attraverso un parlare ed utilizzare le ferite di operatori laici della salute mentale.
LO SVILUPPO del senso d’identità e di appartenenza alla comunità e delle relazioni con essa nonostante sintomi o difficoltà persistenti.
Il fallimento dei sistemi sociali nel fornire o creare delle opportunità COME REALE FONTE
DI INSUCCESSI.
Assistenza fornita nell’ambiente naturale della persona con l’obiettivo di facilitare le relazioni con gli altri membri della comunità, sviluppare il senso di cittadinanza, combattere lo stigma e sostenere le persone ad adattarsi alle difficoltà.
Focus dell’intervento sulla comunità
• IL “POTERE” del cosiddetto Tecnico
• Non attuare alcuna scelta senza l’approvazione dell’utente.
• Sostenere la persona senza stare né un passo indietro e né un passo avanti, accettando che possa fare errori e sbagli.
Promuovere la reciprocità nelle
relazioni
• PAZIENTI abituati a delegare ad altri le decisioni al loro posto.
Attenzione agli aspetti
culturali
Interventi creati su misura sensibili ai contesti sociali e culturali.
…INVECE, un’etnopsichiatria ed un’etnopsicologia paradossali!
VISIONE E “VISIONI”
L’emarginazione, l’invisibilità e la “visibilità distorta” della malattia mentale.
Ottimizzare gli sforzi delle relazioni di aiuto informale
Massimizzare gli aiuti informali degli amici, dei familiari, i vicini, volontari e di altri membri della comunità. Gli operatori non devono sostituirsi a queste reti sociali.
Definisco FONDAMENTALISMI
posizioni opposte di con-fusione affettiva e di psico-
educazione asettica, contigue e impregnate di
collusività. Entrambe mettono in atto
meccanismi non esplorati di identificazione, di processi
sado-masochistici inconsci.
Quando il sistema che dovrebbe
produrre salute mentale è pervaso da collusività, cede
alla tentazione di esaltare le capacità curative del singolo, delega e si
de-responsabilizza.
NON ASPETTAVA ALTRO:
Attacca ed espelle il singolo operatore quando questi
fallisce. Lo accusa di protagonismo quando egli
sfora nell’onnipotenza, che lo stesso sistema ha prima
generato. E’ un corto-circuito: il cosiddetto operatore narcisista
ha messo in discussione il cosiddetto sistema, che solo ora, riparativamente, si vive
come tale.
E ANCORA:
I Modelli come “corazze”.
I gerghi:
Psicoanalitichese.
EVITIAMO IL RECOVERYCHESE!
Le cure apotropaiche (ovvero il veleno va
accolto)
Primo assunto:Non esiste il L’OPERATORE che non ha più bisogno di
apprendere e di mettersi in discussione, perché in questa concezione costui è PSICOLOGICAMENTE
MORTO.
Secondo assunto:Da ogni trattamento psichico efficace ci si deve aspettare che il terapeuta eserciti la
sua influenza sul paziente, ma
quest’influenza può verificarsi soltanto se il paziente lo influenza a sua volta. Non giova
affatto a chi cura difendersi dall’influsso
del paziente, avvolgendosi in una
nube di autorità paternalistico-
professionale: così facendo, egli rinuncia a
servirsi di un organo essenziale di conoscenza.
Jung
Terzo assunto:I rappresentanti delle
cosiddette “professioni d’aiuto” dovrebbero
sapere, che non hanno abbracciato la professione
per caso; le infezioni psichiche, per quanto
superflue possano sembrare, sono in fondo
fenomeni che accompagnano
necessariamente e fatalmente tali professioni e corrispondono quindi alla disposizione istintiva della
loro vita. Jung
Quarto assunto:L’ascolto degli affetti circolanti tra i
membri dell’equipe curante, il processo di costante ri-narrazione, il
contenimento dell’angoscia, dato dalla coesione di gruppo e dalla
partecipazione emotiva condivisa, è già un rendere disponibile alla
coscienza una massa confusa di dati sensoriali primitivi, percezioni inconsce, messaggi in codice,
emozioni e affetti che, se lasciata nella sua forma libera di non-ragione, acquisirebbe fogge
altamente tossiche per la vita psichica dei curanti e dei pazienti
stessi.
Quinto assunto:Il veleno (e il disturbo
psichico ne è certamente ricco) è vinto dall’organismo
(sistema curante) non quando è espulso al
suo esterno, ma quando in qualche
modo viene integrato in esso.
Il negativo non soltanto sopravvive alla sua
cura, ma ne costituisce la condizione di
efficacia; è come se esso si sdoppiasse in
due metà di cui l’una è necessaria al contenimento
dell’altra.
ISTANTANEA N. 1
I servizi adattano e forgiano costantemente i modelli.
I convincimenti personali, dinamiche interattive con il paziente o i familiari, rassicurazioni e supporti vari agli Operatori:
• Vanno considerati fattori di confondimento o fattori strutturali e strutturanti delle pratiche?
•Sono da eliminare o da essere considerati attentamente per riformulare una teoria ed una epidemiologia della pratica?
•La pratica del “SECONDO ME”
Un “secondo me” da: -Esplicitare-Conoscere-Sviscerare- Condividere-Ritenere rivedibile
Prima di tutto da chi lo pratica: gli operatori
Una ratificazione “sana” e transitiva del “SECONDO ME” comporta il passaggio da:
-un’epidemiologia descrittiva dei pazienti e dei servizi -ad una EPIDEMILOGIA DEGLI OPERATORI.
Dei loro consensi e dei loro dissensi; del loro sentirsi ASCOLTATI.
ISTANTANEA N. 2
•I PROGRAMMI PER POSTO-LETTO
•Ma il problema da affrontare dovrebbe essere l’attrezzatura opportuna di un territorio in favore della salute mentale
Le strutture con posti letto non possono esaurire i bisogni di assistenza (ANZI, DI COSTRUZIONE DEL MILLANTATO “PROGETTO TERAPEUTICO INDIVIDUALE”) dei nostri utenti, specie quelli gravi e gravosi.
Così impera un paradigma medico- contenitivo.
-UN DINAMISMO COSTANTE
-TOLLERARE MA GOVERNARE LE STRUTTURE DISSIPATIVE
ISTANTANEA N. 3Le norme fanno sì che la tariffazione
in Strutture Residenziali e Centri Diurni
venga corrisposta a giornate di
degenza
Ciò denuncia la concezione che i legislatori hanno dell’ attività psichiatrica:
degenziale e, quando extra- degenziale, un elenco di prestazioni medico- psicodiagnostiche
Non tutte le domande (ANZI, SEMPRE MENO) devono trovare risposte in
strutture con posti letto
Allora:
QUALI DIREZIONI E PRIORITA’ DEL MONDO DELLA
COOPERAZIONE SOCIALE AI FINI DELLA TUTELA DELLA
SALUTE MENTALE, secondo i principi di Recovery?
Per realizzarla è necessario:
Che si riformuli la disponibilità di Residenze tarandola sugli effettivi BISOGNI
Che si arrivi ad una accordo di affitto agevolato
Che si incentivino i programmi di inserimento lavorativo
Che si investa su di un supported housing (aiuti alle persone ad abitare la propria casa o gli auspicati “Gruppi-appartamento”)
Rete di Salute Mentale (Saraceno)
“Una molteplicità di
luoghi/ opportunità comunicanti, permeabile e dinamica, dove le “opportunità” sono a disposizione di pazienti e operatori”
I costruttori responsabili di una tale rete saranno sicuramente gli operatori tradizionalmente allocati alla psichiatria, ma NON POSSONO NON ESSERE gli amministratori pubblici, le associazioni, la società, gli individui della comunità locale.
Le istituzioni pubbliche MA ANCHE NOI restiamo luoghi di enorme spreco economico e di risorse umane.
QUINDI?
Per lavorare contro questo spreco si
possono moltiplicare quelle che Benedetto Saraceno definisce
“RETI DI NEGOZIAZIONE” (partecipazione e
contrattualità reale dei soggetti deboli di una
società)
Come può un soggetto debole entrare nella dinamica della negoziazione?
•Diviene forte e partecipa al mercato dei “forti”
•Resta debole, ma il mercato dei forti cessa di essere tale per divenire mercato degli scambi
Un modello di Promozione Salute Mentale e delle reti negoziali multiple pone al centro non
necessariamente l’autonomia ma la
partecipazione.LA RECOVERY E’…
SEPARAZIONE
MA, SCUSATE, QUESTO E’ PSICHICO.
VOGLIAMO OCCUPARCENE?
!