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TREVISOVia C ac c iato ri d e l S ile , 2 4 - T e l. 0 4 2 2 /5 7 8 4 1 1

PRIMO PIANO 3DOMENICA 10 APRILE 2011la tribuna

L’INTERVISTA DELLA DOMENICA

NOI, NATI PER CORREREI NUOVI RUNNER ZEN

FILOSOFI IN MOVIMENTO

di Roberto Borin

Luca Speciani, lei è consi-derato un pioniere dellacorsa intesa come filosofiadi vita, come possibilità dimigliorarsi interiormente.Oggi il suo libro «Lo zen el’arte della corsa» è giuntoalla quinta edizione. Comeè nata questa intuizione?

«Il fatto è che quando ave-vo 18 anni la corsa era agoni-smo puro. Dopo anni di routi-ne e schematismi nei campidi gara e allenamento mi è su-bentrata la nausea e c’è statoil distacco da quel mondo. Laripresa della corsa, a 30 anni,è stata molto diversa. Perchénel frattempo c’era stato l’in-contro con lo zen e le filosofieorientali. E ho cominciato acapire alcune cose, mi si èaperto un orizzonte nuovo,lontano dalla logica del «cam-biamo il mondo», vicino a un-’ottica di ascolto, di interio-rità. E ho collegato questonuovo benessere con la cor-sa».

Oggi corrono tutti. Sia-mo un popolo di sportivi?

«Corrono tutti? Se lo dices-si direi una bugia. Basta anda-re alle garette domenicali percapirlo: fino ai 40 anni noncorre più nessuno. E c’è unacapacità di movimento che ècalata paurosamente. L’obe-sità infantile è cresciuta trevolte tanto negli ultimi 8 an-ni. La verità è che bisognereb-be prendere certi nutrizioni-sti italiani e licenziarli. Bastapensare ai bimbi che vanno ascuola: una volta si andava apiedi e ci si sbucciava le ginoc-chia con i compagni, oggiascensore, papà sotto casacon l’auto, merendine e pata-tine. E’ cambiata in peggio.Sono gli ultraquarantenniche fanno numero, questo sì.E un certo numero di ragazzetrentenni che vanno al parco.Ma non hanno nessuna inten-zione di fare 20 minuti di run-ning sul serio tutti i giorni».

Ma correre è davvero pertutti? Fa bene a tutti?

«Non solo. E’ ancora di più.Noi siamo macchine fatte percorrere. Homo sapiens sa-piens è un animale struttura-to per la corsa. Gli anomali so-no i sedentari. Quelli che cor-rono sono i normali. I nostriantentati erano cacciatori eraccoglitori, si muovevanodai 30 ai 40 km al giorno lamaggior parte dei quali fattidi corsa, e noi siamo struttu-rati per far questo. L’aquilavede da lontano, il leone hagli artigli per aggredire la pre-da, noi lunghi tendini, musco-li con fibre rosse, ghiandolesudoripare 6 volte quelle diuno scimpanzè. Fino a pocofa la medicina pensava il con-trario, e noi ora scontiamoquesto pregiudizio culturale.Ci sono medici che al minimodolorino alla spalla ti fannosmettere di correre».

Ma cosa c’entra lo zencon la corsa?

«C’è una tradizione orienta-le di meditazione in movimen-to. Maestri zen hanno sceltodi abbinare la meditazione almovimento ritmico. Alla cor-sa non ci aveva pensato nes-suno. L’ho fatto io. Mi parevachiaro come, soprattutto du-rante certe gare di enduran-ce, l’atleta vivesse quasi unostato di trance. Ho collegatocosì le due cose. Lo zen è con-sapevolezza dell’istante, delqui e ora. Correre in modoconsapevole di quello chestai facendo, anche a livellomolto agonistico, è assoluta-mente zen».

L’ansia e lo stress sono

mali di questa epoca. Leisuggerisce, per eliminarli,di concentrarsi solo «sulmomento». Ma non è natu-rale per la mente umanapensare al passato e al futu-ro?

«La nostra mente è superio-re a quella di altri animaliper la capacità di elaborare leesperienze. Questo è il van-taggio. Lo svantaggio è l’anti-cipazione. Che crea angoscia.Timore del futuro. Nel buiotemiamo il bandito, nella cac-cia paleolitica temiamo l’ag-guato degli altri animali. Que-sta paura, benintenso, ci hapermesso di sopravvivere ainostri giorni. Questa parte dinoi va quindi accettata. Madobbiamo anche imparare atenerla a bada. Riflettendo dipiù su noi stessi, eliminandole sovrastrutture».

Lei si rivolge anche airunners di un certo livello,sostenendo che la mentepuò influire in maniera co-sì decisa sul corpo, da mi-

gliorarne le prestazioni.Come?

«La teoria è che se quandocorri entri in una sorta di tra-ce, senti meno la fatica. Laconcentrazione sul propriorespiro per esempio distoglieil cervello dalla percezionedella fatica. In «Mente & Ma-ratona» con Pietro Trabucchisiamo andati anche oltre. Ci-sono molti runners di livelloche hanno la tendenza al riti-ro: quando si creano schemimentali di un certo tipo, ab-biamo la tendenza a ripercor-rere sempre quelli. Per cui,se io mi sono abituato all’ideache al 30º km di una marato-na mi ritiro perché ho la crisimetabolica, continuerò a in-correre in questo problema.Salvo che io batta con ugualeforza una strada alternativa.Qui entra in gioco la forza del-la mente. Quando abbiamouna serie di sensazioni fisi-che e biochimiche che manda-no segnali potenti di dolore estanchezza, il cervello dice

«Fermati». Questa sensazio-ne arriva alla corteccia cere-brale. Se riusciamo invece,utilizzando le tecniche di di-strazione, di trance, di ritmi-cità, a non far giungere que-sti segnali alla coscienza, fa-cendoli rimanere al livello su-bcorticale, il corpo ne pa-gherà meno le conseguenze.Trabucchi sostiene che il do-lore è un fatto culturale».

Parliamo di alimentazio-ne. Lei ha ideato la dieta giftsfatando un altro mito.Quello, cioè, che un atleta,un runner, ma anche un po-dista della domenica, perstare in forma debba perforza adottare una dietaipocalorica.

«Assolutamente. La vera ri-voluzione di dieta gift è che lavera quantità di grasso corpo-reo è dentro l’ipotalamo. E’lui che decide quanto grassoci dobbiamo tenere addosso,e questo in maniera indipen-dente dalle calorie che noi as-sumiamo. Si pensi all’esem-pio dell’acqua. Se il mio setpoint ipotalamico può tenere3 litri, io se ne bevo 10, finiròcon l’espellerne 7. L’ipotala-mo ha questi set point di rela-zione, che possono essere mo-dificati da segnali esterni, dicui quello delle calorie è solouno dei tanti».

Insomma, bisogna dareun segnale all’ipotalamo.Per chi fa sport cosa signifi-ca, appunto, «dieta di se-gnale»?

«Posso semplificarla in al-cune regole: colazione riccadel mattino, abbinamentoproteine carboidrati ad ognipasto, tre pasti al giorno e spa-zio tra un pasto e l’altro perconsentire la rimozione delgrasso, movimento fisicoquanto più possibile, mastica-zione lunga, buon sonno not-turno. La cosa importante dacapire è che il messaggio all’i-potalamo per la rimozionedel grasso viene da un segna-le di abbondanza. A comincia-re dalla colazione. Con i mieiassistiti che iniziano una die-ta mi trovo quasi sempre a do-ver consigliare quantità di ci-bo maggiori di quanto ne as-sumano».

La domanda più frequen-te che un runner si sente fa-re da parte di un sedenta-rio, magari sovrappeso, èquesta: come posso comin-ciare? Ecco, appunto, dot-tor Speciani, come si puòcominciare?

«Con il metodo delle fasi.Fase zero: uno dice «mi pren-do un’ora di tempo e cammi-no per un’ora», questo lo san-no fare tutti. Fase uno: nelcorso dell’ora, ogni tanto miinvento 1 minuto di corsa.Uno solo. Poi, in un tempolungo quanto voglio, anche 6mesi, io aggiungo qualche al-tro minuto di corsa. Questofinché, all’interno di quell’o-ra, avrò 30 minuti di cammi-no e 30 di corsa. A quel punto,1 minuto di corsa e 1 di cam-mino, avrò completato la faseuno. Passo allora alla fasedue: nell’ora, introduco ognitanto 2 minuti di corsa e 1 dicammino. Questo finché nonavrò completato, nel tempo,l’ora con 40 minuti di corsa e20 di cammino. E poi si passaalla fase 3: 3 minuti di corsa e1 di cammino, alla fase fase 4,4 di corsa e 1 di cammino...questo permette progressisenza esaurimento di energiee quindi senza registrazionementale di un insuccesso,quello che capita a chi corremagari 10 minuti di seguito laprima volta, e poi, stanco, de-cide di non riprovarci più».

CARTA D’IDENTITÀLuca Speciani, milanese, clas-

se 62, è medico e dottore inScienze Agrarie. Ex agonista diottimo livello (siepi, 5000, 10000)ha recentemente corso la mara-tona in 2:36’ e la «mezza» in1:10’. Collaboratore con la com-pagna Lyda Bottino della rivi-sta Correre, ha sviluppato in al-cuni libri diventati best sellersnuovi metodi d’allenamento, co-me il Mind Body Work e il cor-rere Zen, e di alimentazione, co-me la Dieta Gift. E’ consulentedella nutrizione della nazionaledi ultramaratona.

UN GURU DELL’ATLETICA

Luca Speciani, guru dell’atletica e dell’ali-mentazione sportiva, è ormai trevigiano d’a-dozione. Da tempo dà consulenze su dieta,sport e dimagrimento al centro benesseredell’hotel-ristorante Cadelach, sulle spondedel lago di Revine, assieme alla nutrizioni-sta Lyda Bottino. Dal 21 al 26 aprile al Cade-lach è previsto una stage «Pasqua in Veneto:

benessere e dimagrimento». Con serate a te-ma per approfondire la cultura della dietaGift, attività motoria, visita e misurazionedi massa grassa e massa muscolare. Inoltreil dottor Speciani riceve per appuntamentoa Revine anche nel corso di altri weekend.Per informazioni: 0438 524135, [email protected], [email protected]

Nutrizionista, studioso, sportivo e saggista:Luca Speciani spiega cos’è davvero la corsa

Luca Speciani con Lyda Bottino

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