Lo Sguardo del Fiume
Silvana Possenti
Mi ha sempre affascinata il volto del fiume Nilo, scolpito nel 1650 da Giacomo Antonio Fancelli nel gruppo della Fontana dei Quattro Fiumi, progettata da Gian Lorenzo Bernini, in Piazza Navona.
Il suo sguardo è
coperto da un velo che
gli scorre fluente sugli
occhi.
L'uso di questo espediente voleva indicare che ancora erano sconosciute le sue sorgenti. Ma come una metafora barocca che, anche inconsapevolmente, moltiplica se stessa, uno sguardo cieco risuona di altri significati.
Il sipario del vecchio teatro ormai era stato strappato. Non più sfere fisse e rassicuranti, all'interno delle quali l'uomo veniva benignamente cullato come essere esemplare e unico.
L'avventura umana apriva nuovi sentieri che potevano però portare al cospetto di una voragine.
Un panorama nuovo si apriva agli uomini del
Seicento. Le esplorazioni scientifiche sussurravano
l’esistenza di "infinito Universo et mondi" in un
caleidoscopio che sembrava replicarsi fino
all'estremo limite.
Guardare dentro l'abisso poteva
dire fissare negli occhi la Medusa,
,addentare di nuovo il frutto
dell'albero della conoscenza che
aveva portato l'uomo a vivere
del sudore della propria fatica e
la donna a sostenere il peso incommensurab
ile di aver strappato quel
velo.
La morte, allora, era entrata nella vita e non c'era nulla che potesse dare consolazione, se non la fede in un riscatto dal severo monito divino e la bellezza.
Questo volto è, in una parola, bellissimo, misterioso e narrante un mito.
Una società che guarda alla propria origine con lo sguardo del dubbio e che lancia l'uomo in un
orbita sconosciuta si scopre inorridita e
vorrebbe coprirsi gli occhi. Lo sguardo velato, che sembra però fissarci attraverso, penetra nelle
nostre domande di sempre.
In contrappunto
al suo sguardo meditante,
l’intera Fontana dei
Fiumi è un'esplosione incontenibile
di vitalità. Nonostante la sua presenza
possente, si apre leggera all’aria come
spuma.
e in essa c'è la Natura multiforme e la fantasia più sfrenata. Forme animalesche guizzano e scompaiono, incubi nel fiume in piena della razionalità che viceversa si andava affermando.
Un catalogo esotico di
botanica, che fa mostra di
sé nelle pieghe delle
rocce, raccoglie le
avventure dei viaggi di
scoperta e moltiplica in
ogni momento la meraviglia.
Una curiosità per la vita espressa dall’atteggiamento del bellissimo cavallo che si sporge da una roccia.
E i fiumi semidei,
seguendo quel vortice esuberante, creano una
immagine di giostra del
nuovo mondo.
Tutto il gruppo sembra
attraversato dal brivido di
quel lungo velo d’acqua.
Roma era nata sull’acqua e cresciuta attorno ad essa. Gli architetti del Seicento hanno raccolto questa presenza per aprire strade che attraversano la città nel percorso di fede in attesa dei pellegrini.
Le belle fontane di Roma
si aprono ad ogni angolo
come dei fiori, per
abbeverare il viandante e
per magnificare la gloria
del Pontefice di turno:
dall’effervescente Fontana
dei Fiumi al sensuale
Tritone…
Un percorso tutto da scoprire
…dall’elegante Fontana
delle Tartarughe
…alla popolare
Barcaccia di
Piazza di Spagna